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Unione della Romagna Faentinavenerdì, 10 gennaio 2020
10/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna
10/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
10/01/2020 I l Sole 24 Ore
10/01/2020 Italia Oggi
10/01/2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Pagina 49
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Unione della Romagna Faentinavenerdì, 10 gennaio 2020
Prime Pagine
Prima pagina del 10/01/20205
Prima pagina del 10/01/20206
Prima pagina del 10/01/20207
Prima pagina del 10/01/20208
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
Prima Pagina Faenza-Lugo9
Nuovo pronto soccorso, «Risolte vecchie anomalie»10
È costato 4,8 milioni, cinque anni di lavori12
La candidata Borgonzoni incontra gli elettori13
Cinghiale investito da un camion Auto evita lo schianto per un soffio14
Svelata la nuova sede dei corsi per infermieri15
La lettera di Bertaccini: «Ombre su Laghi in Argentina»17
Convegno e libro sul cardinale18
Lui scagionato dallo stupro ma lei non mentì19
Sei nuovi capi squadra a Casola per i vigili del fuoco volontari21
'Quante storie' con l' Anpi: al via la rassegna sul Novecento22
Sul palco del Masini arriva il 'Misery' di Stephen King di e con Filippo Dini23
Anumba: «Raggisolaris, tanti rimpianti nell' andata»24
Corriere di Romagna (ed. Ravenna)
La Lega: «Sanità al tracollo per carenza di personale»26
10/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 3
10/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 32 MICHELE DONATI
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10/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 33 FRANCESCO DONATI
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10/01/2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 36
10/01/2020 Corriere di Bologna Pagina 9
10/01/2020 I l Sole 24 Ore Pagina 9 Marco Morino
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 25
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 30 MARCO OTTAVIANO
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 33 MATTEO BARBERO
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 33 MATTEO BARBERO
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 33 FRANCESCO CERISANO
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 34
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 34
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 34 PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 35 PGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 36
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 38
«Soccorso a corto di infermieri a Natale e Santo Stefano»27
Infermieristica e Logopedia contano oltre 300 iscritti29
Le scuole faentine aprono le proprie porte, open day negli istituti31
Modigliana "punta" Faenza Tredozio prende le distanze32
Regionali, stasera al Sarti confronto tra i candidati34
"Ostetrica Gamberini" alle Cupole35
Incontro sui totalitarismi organizzato dall' Anpi36
Cerimonia per i nuovi vigili del fuoco37
Questa sera arriva a Imola la candidata Lucia Borgonzoni38
Stampa Locale
Illimity acquisisce It Auction39
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
Bus, nelle città scatta la rivoluzione ecologica40
Polizia municipale in campo42
Ai bus green 2,2 miliardi43
Fondo di solidarietà senza pace44
Il Fsc 2020 perde i ristori per la Tasi46
Il Mineconomia si accolla i mutui locali47
Concessioni servizi sociali, la disciplina è da rivedere48
Appalto, suddivisione in lotti solo se funzionale50
Servizi pubblici, in house il 93%51
Gemellaggi, bando da 18 mln53
Quote rosa nelle giunte55
Ancrel contro la nomina diretta del presidente del collegio57
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 38 MAURIZIO LUCCA*
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 39 ELENA BRUNETTO*
10/01/2020 Italia Oggi Pagina 39 EDOARDO FERRAGINA*
Enti, la Manovra cambia tutto59
Fcde, bilancio disallineato dal rendiconto61
Notifiche con raccomandata a/r63
venerdì 10 gennaio 2020 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) - Interna
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venerdì 10 gennaio 2020 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)
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venerdì 10 gennaio 2020 Italia Oggi
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Prima Pagina Faenza-Lugo
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Nuovo pronto soccorso, «Risolte vecchie anomalie»
Il direttore dell' ospedale, Davide Tellarini, spiega cosa è cambiato: «In precedenza c' era promiscuità fra triage epazienti già visitati»
Compie in questi giorni i due mesi di vita il nuovo Pronto soccorso dell'
ospedale di Faenza, inaugurato il 9 novembre scorso dopo cinque anni di
lavori di espansione e ammodernamento dei locali. La novità maggiore
che i cittadini di Faenza, della Romagna faentina, del val Tramazzo e dei
comuni toscani di Marradi e Palazzuolo (l' ospedale copre un bacino di
circa 100mila abitanti) si sono trovati dinanzi coincide con il nuovo open
space all' ingresso, dove a un bancone ha luogo il primo contatto tra
paziente e operatori del pronto soccorso. «Abbiamo inteso così porre
rimedio alla doppia anomalia che prima caratterizzava il Ps di Faenza»,
spiega il direttore dell' ospedale, Davide Tellarini. «Qui l' attesa del proprio
turno all' accettazione aveva di fatto luogo nel corridoio d' accesso alla
saletta preposta. Dove però aspettavano anche pazienti già ascoltati
dagli operatori, spesso su una barella, in attesa di essere medicati o di
venire sottoposti a esami. Oggi non esiste più promiscuità tra la sala del
triage, con il bancone dedicato, e quelle in cui vengono effettuate
anamnesi e approfondimenti». I pazienti per cui si è optato per una barella hanno inoltre una propria area dedicata.
«Gli operatori hanno trovato le nuove disposizioni più confortevoli, in particolare sul fronte della rimodulazione degli
spazi». Il nuovo Pronto soccorso, complice forse l' abbandono di quella che era un' abitudine consolidata, non ha
convinto tutti, in particolare nella gestione della fila al bancone del triage. «La saletta in cui si procedeva all'
accettazione poteva apparire una maggiore garanzia a tutela della privacy rispetto al bancone attuale, ma rendeva
più difficile agli operatori un monitoraggio completo della situazione degli accessi, proprio perché le persone
attendevano fuori dalla saletta, oltre la porta. Oggi gli infermieri possono accorgersi immediatamente se un paziente
appena arrivato al Pronto soccorso ha bisogno di cure immediate, o anche solo di essere sistemato su una barella.
Qualche ulteriore miglioria è però sempre possibile», commenta Tellarini. «In futuro penseremo forse a definire
meglio gli spazi di rispetto tra chi è a colloquio con il personale infermieristico al bancone e chi invece sta
attendendo il proprio turno. E' un intervento risolvibile con la collocazione di un semplice cartello o di una banda
colorata al suolo, come accade al bancone di altri reparti». Non si interverrà invece con meccanismi in grado di
rendere pubblico agli utenti il monitoraggio in tempo reale degli accessi (soluzione adottata anche da altri ospedali).
«Abbiamo scelto di non posizionare
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alcuno schermo che dia contezza del numero di codici verdi e gialli in attesa. E' un' esperienza che facemmo anni
fa all' ospedale di Ravenna, e che presto abbandonammo. Il vero obiettivo su quel fronte è riuscire a dare risposta ai
pazienti entro il tempo massimo di sette ore (per la permanenza, dall' accesso alle dimissioni, eccetto casi con
complicazioni, ndr) così come stabilito dalla Regione. Occorreranno periodi più lunghi per valutare l' impatto del
nuovo Pronto soccorso sui tempi di risposta, tenendo conto che i primi mesi di operatività sono andati a coincidere
con un periodo dell' anno a maggiore incidenza di malattie, ma già ora l' ospedale di Faenza rientra in quei
parametri». Filippo Donati © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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I NUMERI
È costato 4,8 milioni, cinque anni di lavori
Il costo del nuovo pronto soccorso è stato di 4,8 milioni, 3,7 dei quali
dalla Regione, il resto dall' Ausl Romagna. I lavori erano iniziati nel 2014.
Attualmente al pronto soccorso di Faenza lavorano 17 medici più il
primario, Raffaella Francesconi; 37 infermieri e 19 Oss oltre a due
coordinatori infermieristici.
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La candidata Borgonzoni incontra gli elettori
Oggi alle 13 la candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna,
la leghista Lucia Borgonzoni, sarà a Faenza. L' appuntamento è a Casa
Spadoni, in via Granarolo 99. Con lei ci saranno anche il deputato Jacopo
Morrone e i candidati del territorio. «La campagna di ascolto tra i cittadini
non si ferma», afferma Morrone.
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Sulla Modiglianese
Cinghiale investito da un camion Auto evita lo schianto per un soffio
Cinghiale investito da un camion lungo la modiglianese, pericolo per gli
animali selvatici e per gli automobilisti. L' incidente è avvenuto ieri
mattina sulla provinciale che parte dal Ponte Rosso, diretta verso
Modigliana. Vicino a Rivalta un grosso esemplare di cinghiale ha
improvvisamente attraversato la carreggiata finendo investito da un
camion. Un' auto ncon a bordo una faentina non è rimasta coinvolta per
miracolo. L' animale è morto e una pattuglia dei carabinieri ha rilevato l'
incidente. La presenza dei cinghiali sta diventando un problema. «Il
numero di questi animali - spiega un veterinario - è in costante aumento.
Nella nostra zona, ATC Ravenna 3, è sempre più frequente che ungulati,
specie a cui appartengono i cinghiali, arrivino sino in pianura. Sono
animali che possono danneggiare le colture, ma gli abbattimenti non
sono facili: su dovrebbero usare armi a palla singola sparate da fucili con
gettata di circa un chilometro. Pochi si arrischiano a cacciarli perché
usare un' arma del genere vuol dire rischiare di colpire qualcuno nel caso
il colpo non impatti contro l' animale. A Ravenna ad esempio sono state realizzate delle altane così da permettere ai
cacciatori di sparare dall' alto verso il basso, nei nostri territori siamo indietro». Malgrado le ATC - che dipendono
dalla Provincia - per contenere la pressione dei cinghiali sul territorio e prevenire i danni all' agricoltura abbiano
messo in campo contributi economici per realizzare reti e recinti elettrificati, la situazione resta non facile da gestire
anche per la vastità del territorio. «I cinghiali - conclude il veterinario - non sono normalmente pericolosi per l' uomo.
Discorso diverso per le femmine con piccoli che potrebbero interpretare un uomo come un pericolo».
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Svelata la nuova sede dei corsi per infermieri
Ai Salesiani gli spazi ristrutturati per gli studenti dell'Università di Bologna. Riprodotte stanze d'ospedale
Faenza al centro della formazione didattica sanitaria dell' Emilia-
Romagna. Centinaia di studenti ogni giorno frequentano la sede di
Faventia Sales che ospita uno dei quattro poli didattici dei corsi di
Infermieristica e Logopedia dell' Università degli studi di Bologna. Da anni
Comune di Faenza, Ausl e il dipartimento di Medicina specialistica dell'
ateneo bolognese hanno messo in piedi una convenzione per diverse
corsi di specializzazione che hanno nella nostra città una delle sedi
didattiche. La convenzione tra Ausl Romagna e Università di Bologna è
stata recentemente rinnovata per altri cinque anni assicurando così a
Faenza un indotto - dato da studenti e insegnanti - davvero importante. In
precedenza i corsi universitari di specializzazione sanitaria erano ospitati
prima nella sede del Seminario in viale dello Stradone e poi nell' ex
oratorio, sempre ai Salesiani. Quello spazio è ora stato destinato alla
scuola di musica Sarti e così i corsi di infermieristica e logopedia sono
stati ricollocati nel nucleo centrale di Faventia Sales, cosa che ha
comportato un importante investimento economico su ben 1432 metri quadrati di ambienti. Dopo la ristrutturazione
del palazzo principale del complesso, i corsi si articolano in aule, laboratori e uffici al piano terra e al primo piano. La
struttura ospita anche corsi di formazione per il 118, per l' assistenza domiciliare e per le cure primarie. La sede
faentina di Infermieristica in questo momento conta 256 studenti. Oltre alle ampie e attrezzate aule gli studenti
possono contare su di un attrezzato laboratorio dove viene replicata, tra l' altro una corsia d' ospedale: nei letti ci
sono sofisticati manichini sui quali esercitarsi. Inoltre c' è un' aula informatica che può ospitare i ragazzi che
vogliono studiare. Ci sono poi diversi luoghi dove poterrsi rilassare o addirittura poter scaldarsi qualcosa per il
pranzo. In tutta la sede è poi a disposizione il wi-fi dell' Università. Il Corso di logopedia invece conta 47 posti tra il
primo e il terzo anno e si articola su tre aule didattiche con 20 postazioni e un laboratorio. «Siamo molto soddisfatti
del rinnovo della convenzione - ha detto Andrea Fabbri, presidente di Faventia Sales - che consolida il rapporto tra la
nostra città, l' Auls e l' Università, vogliamo che si radichino in questo complesso; crediamo molto nel polo didattico
ed è per questo che investiamo in questa direzione». «Sono pochi gli studenti n Italia - ha sottolineato Domenico
Motola, direttore del Corso di Laurea
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- che hanno la possibilità di stdiare in spazi attrezzati come questi». «È un' offerta formativa davvero importante
per il territorio - ha invece detto Silvia Mambelli, direttore infermieristico dell' Ausl -. Il prossimo obiettivo è di attivare
presso questa sede nuovi e ulteriori Master di studio, tra questi uno per tecnico radiologo». «Si tratta di una struttura
in un contesto che l' amministrazione comunale ha voluto fortemente - ha detto il sindaco Giovanni Malpezzi -
perché riteniamo il complesso uno snodo di sviluppo fondamentale per la città». Antonio Veca © RIPRODUZIONE
RISERVATAx.
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Il caso
La lettera di Bertaccini: «Ombre su Laghi in Argentina»
Critiche alla decisione di dedicare al cardinale una sala di lettura nella biblioteca del seminario
L' intitolazione al cardinal Pio Laghi di una sala di lettura nella nuova
biblioteca del seminario riempie d' amarezza Renzo Bertaccini, noto
libraio della città, autore di una lunga lettera aperta (impossibile
pubblicarla interamente), indirizzata al settimanale diocesano, Il Piccolo.
Bertaccini ricorda che sull' operato del cardinale «durante i suoi anni nell'
Argentina della dittatura continuano a permanere molte zone d' ombra».
Proprio sulla figura del cardinal Pio Laghi si concentra l' omonimo
volume, curato dal vescovo Mario Toso, che verrà presentato domani
alla sala San Carlo (vedi box a lato, ndr), a undici anni dalla morte di
Laghi, nativo di Castiglione di Forlì (frazione a pochi chilometri da
Faenza) e nunzio apostolico a Buenos Aires tra il '76 e l' 80. Un' epoca in
cui, come ricorda Bertaccini, l' Argentina contò «30mila desaparecidos,
15mila fucilati, novemila prigionieri politici, un milione e mezzo di esiliati»,
violenze che non risparmiarono preti e suore. «Il cardinale ha sempre
sdegnosamente respinto le accuse affermando che lui «non sapeva
quello che stava accadendo». Ma come è possibile che l' ambasciatore del Vaticano non sapesse e non vedesse?».
Pio Laghi, che «si è sempre negato a un confronto pubblico per rispondere alle molte accuse che gli sono state
rivolte», ha tuttavia provato a giustificarsi, fa notare Bertaccini, dicendo di aver «fatto il possibile per salvare vite
umane». Quindi sapeva. Perché allora negarlo per tanti anni?». Bertaccini ricorda come alla madre di un
desaparecido Laghi rivelò di «avere le mani legate». Riconoscere di avere le mani legate, senza spiegare il perché,
significa ammettere di avere interessi comuni e forse coinvolgimenti inconfessabili con i carnefici?». Coinvolgimenti
che Laghi del resto non negò, in particolare a proposito della sua amicizia con l' ammiraglio Massera. Legami che
però «non gli evitarono la cacciata dal paese», ribatte Giulio Donati, direttore del Piccolo e moderatore dell' incontro
di sabato, «in quanto persona non grata nell' Argentina dei generali. Non possiamo dare per scontato che fosse a
conoscenza dei metodi utilizzati dal regime per eliminare gli oppositori, mentre sappiamo che si interessò alla
salvezza di diverse persone. In Vaticano sono custodite molte lettere di cittadini che si rivolsero a lui per avere
ascolto». Filippo Donati.
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L' APPUNTAMENTO
Convegno e libro sul cardinale
Il vescovo Mario Toso ha curato un libro su Pio Laghi che sarà
presentato domani alle 16 nella sala San Carlo, in piazza XI Febbraio. I
lavori si aprono con lo stralcio di un' intervista curata dal giornalista e
docente u Piero Schiavazzi. Seguiranno gli interventi del Nunzio
Apostolico in Italia mons. Emil Paul Tscherrig e di mons. Maurizio
Tagliaferri, faentino e relatore alla Congregazione delle Cause dei Santi. Il
vescovo Toso concluderà i lavori. Alle 18, messa in Cattedrale in
suffragio di Laghi.
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Lui scagionato dallo stupro ma lei non mentì
Singolare vicenda giudiziaria, protagonisti una donna straniera e un faentino. I fatti risalgono al febbraio del 2017
Lei lo aveva denunciato per stupro. Lui invece sosteneva che lei avesse
mentito. Versioni divergenti e inconciliabili che ieri mattina in tribunale
sono tuttavia approdate a una sintesi giudiziale: perché se da un lato la
denuncia per violenza sessuale è stata archiviata, dall' altro il processo
per calunnia, al termine del rito abbreviato, si è chiuso con un'
assoluzione «perché il fatto non sussiste» a fronte della richiesta di
condanna della procura a quattro mesi di carcere. Protagonisti della
singolare vicenda, sono una ultra-quarantenne di origine straniera difesa
dall' avvocato Nicola Laghi e un ultracinquantenne del comprensorio
faentino tutelato dall' avvocato Giorgio Guerra. Secondo la lunga
denuncia che la donna aveva presentato a inizio marzo del 2017 alla
polizia, tutto si era verificato la sera del 24 febbraio precedente. L' uomo,
con il quale c' era una pregressa conoscenza, l' aveva invitata a casa
sua. Quindi, una volta sul divanetto, con il dichiarato intento di volere fare
un «gioco sessuale» spronandola a divertirsi perché «tanto la vita è
breve», a suo dire le aveva messo le mani addosso. Poi, nonostante lei si fosse impietrita e avesse specificato che
proprio non voleva, lui l' aveva spogliata per infine abusare del suo corpo. Alla fine - sempre secondo la denuncia - l'
aveva liquidata in fretta dicendole che all' indomani avrebbe dovuto svegliarsi presto per andare lavoro. La donna,
per vergogna, subito non si era rivolta al pronto soccorso: lo aveva fatto un paio di giorni più avanti e aveva pure
preso la cosiddetta pillola del giorno dopo. Una ricostruzione tuttavia per la quale la procura aveva ravvisato varie
incongruenze anche perché la dinamica offerta dall' uomo, sembrava essere più compatibile con quanto emerso
dalle indagini. A partire dalle modalità del rapporto per le quali la versione data dalla donna al pm era cambiata
rispetto a quella fornita alla psicologa dell' ospedale. Discrepanze erano state ravvisate anche sulle dichiarazioni
circa i contatti avuti con l' uomo dopo l' accaduto. Altri dubbi era sorti sul tempo di frequentazione dei due e sulle
ragioni che avevano portato la donna a denunciare. In particolare l' uomo aveva dichiarato che in una telefonata
successiva a quella sera, lui le aveva confidato di non provare amore per lei ma semplice affetto scatenando così la
rabbia della donna la quale aveva così minacciato di denunciarlo. Di fatto la procura non solo aveva deciso di
chiedere l' archiviazione del fascicolo: ma aveva pure allo stesso tempo iscritto il nome della donna sul registro degli
indagati per l' ipotesi di calunnia. Ovvero per avere incolpato qualcuno di un reato (la violenza sessuale) pur
sapendolo innocente. Davanti al gup Corrado Schiaretti, ieri mattina la difesa ha sostenuto in buona sostanza che un'
accusa che
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porti a un' assoluzione, non sempre parte da una denuncia falsa. In questo caso non è cioè sufficientemente
provato che la violenza ci sia stata - ha continuato il legale Laghi - ma ciò non significa necessariamente che la
donna abbia inventato tutto. Naturalmente per capire se questo sia stato il ragionamento seguito anche dal gup,
dovremmo attendere che entro 90 giorni vengano depositate le motivazioni della sentenza. Andrea Colombari.
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Sei nuovi capi squadra a Casola per i vigili del fuoco volontari
Domani la cerimonia del passaggio di qualifica Sarà presente il comandante provinciale, Andriotto
Sei nuovi capi squadra per i vigili del fuoco del distaccamento dei
volontari di Casola Valsenio. E' fissata per domani alle 11, presso la sala
Giovanni Spadolini - i vecchi magazzini, di via Fondazza - la cerimonia del
passaggio di qualifica di sei pompieri. Sarà il comandante provinciale dei
vigili del fuoco di Ravenna, Ermanno Andriotto, a consegnare i caschi
rossi di Capo squadra volontario. Nella stessa mattinata inoltre Andriotto
consegnerà a Mirka Monducci, responsabile del distaccamento dei
pompieri volontari di Casola Valsenio, la Croce di anzianità per i 15 anni di
servizio. Il distaccamento casolano dei vigili del fuoco è costituito da 35
pompieri, sei dei quali, Lorenzo Lasi, Fulvio Santandrea, Devis Frollo,
Stefano Montefiori, Gianluigi Laricchia e Mirka Monducci, hanno
sostenuto e completato nell' anno appena concluso il corso a livello
nazionale per il passaggio di qualifica a Capi squadra volontari. Con loro
13 operativi del distaccamento hanno completato il corso per il
conseguimento della patente di secondo grado e il corso di guida su
terreno non preparato, che permetterà di poter guidare i mezzi in dotazione. Il territorio di competenza del
distaccamento oltre al comune di Casola Valsenio comprende anche le zone di confine, Riolo Terme e Brisighella, in
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provincia di Ravenna; Fontanelice in provincia di Bologna e Palazzuolo sul Senio in provincia di Firenze. Gli interventi
svolti dai volontari di Casola sono mediamente oltre 150 l' anno con numeri sensibilmente in aumento per eventi
meteorologici e micro calamità naturali.
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Casola Valsenio
'Quante storie' con l' Anpi: al via la rassegna sul Novecento
Tre incontri alla biblioteca Stasera a partire dalle 21 si parla di 'Totalitarismo e democrazia'
Si svolge questa sera, con appuntamento alle 21 alla Biblioteca
Comunale di Riolo Terme in Via A. Gramsci 11, la prima delle tre serate
della rassegna 'Quante storie', che l' Anpi riolese ha dedicato a importanti
avvenimenti e momenti del Novecento. Si inizia con lo scrittore
Alessandro De Francesco e l' ex esule cileno David Munoz Gutierrez che
parleranno di 'Totalitarismo e democrazia' a 30 anni dalla caduta del
Muro di Berlino e a quasi mezzo secolo dal golpe cileno. De Francesco,
laureato in storia contemporanea è uno scrittore di romanzi storici che
hanno ottenuto diversi riconoscimenti. David Gutierrez, nato nel 1949
nella provincia cilena di Cautin, si iscrive nel 1964 alla Gioventù
Socialista, diventando nel 1972 segretario del Comitato Regionale del
Partito Socialista di Cautin, incarico svolto fino al golpe dell' 11
settembre 1973. Interverrà anche la presidente dell' Anpi riolese, Anna
Testa, già docente di materie letterarie e vicepreside all' Istituto
Alberghiero di Riolo Terme, attenta divulgatrice nei confronti delle nuove
generazioni della storia e dei principi costituzionali. Venerdì 17 gennaio gennaio, sarà presente Giuseppe Masetti,
direttore dell' Istituto Storico della Resistenza e dell' Età contemporanea di Ravenna che parlerà del dramma del
confine orientale: esodi, foibe e prezzo della sconfitta. Il 24 gennaio Alessandro Messina, docente e studioso
costituzionalista tratterà il tema della contemporaneità della Costituzione Italiana La rassegna 'Quante storie' è tra le
prime iniziative messe in campo dal comitato di sezione dell' Anpi riolese, eletto meno di un mese fa. La presidente
Anna Testa, che ha preso il posto di Gaspare Mirandola, è affiancata da Alan Selva, vice presidente, Fabio Mirandola,
segretario e Cinzia Fanti, responsabile amministrativo. Beppe Sangiorgi.
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)
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venerdì 10 gennaio 2020Pagina 59
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FAENZA
Sul palco del Masini arriva il 'Misery' di Stephen King di e con Filippo Dini
Rivive a teatro 'Misery', tratto dal romanzo di Stephen King. Filippo Dini
dirige e interpreta insieme ad Arianna Scommegna l' incubo di uno
scrittore prigioniero di un' ammiratrice psicopatica, pronta a ucciderlo pur
di riportare in vita il suo personaggio preferito. Una grande opera sul
potere magico della narrazione. Lo spettacolo, interpretato anche da
Carlo Orlando, è in scena questa sera al teatro Masini di Faenza alle 21.
Biglietti da 15 a 27 euro, più diritti di prevendita. Prevendita che parte già
da questa mattina, dalle 10 alle 13, alla biglietteria del Masini stesso. In
più, la biglietteria aprirà anche questa sera, dalle 20. Prenotazioni
telefoniche al numero 0546 21306 (dalle 10 alle 13) e prevendite online
su vivaticket.it.
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venerdì 10 gennaio 2020Pagina 69
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Basket serie B
Anumba: «Raggisolaris, tanti rimpianti nell' andata»
I faentini hanno una classifica enigmatica e un rendimento molto altalenante: «Tante occasioni buttate»
Un paradosso chiamato Rekico. I faentini si presentano al girone di
ritorno in una zona di limbo, sospesi tra playoff e playout, ma guardando
le statistiche è difficile analizzare la loro prima parte di stagione. D'
accordo: le occasioni perse sono state tante come le vittorie sfiorate, ma
può una squadra essere seconda nel girone per valutazione con 84.7,
prima nei rimbalzi (42.5 a gara) e negli assist (17.4) e avere il peggior
record di palle perse (16.9) e tirare con soltanto il 28% da tre (soltanto
due formazioni fanno peggio)? Numeri incredibili ma veri , che
testimoniano quanto il roster di coach Friso abbia senza dubbio delle
qualità, ma anche che a livello di concentrazione nell' arco dei quaranta
minuti abbia degli alti e bassi inspiegabili, risultati troppo spesso decisivi
in negativo. Ecco perchè la cura per risalire la classifica dovrà essere più
mentale che tattica, con un cambio di marcia che dovrà esserci
soprattutto in trasferta, dove è arrivata soltanto la vittoria a Rimini. A dare
una ulteriore iniezione di fiducia è la classifica, con i playoff che distano
soltanto quattro punti, ma prima di guardare avanti bisognerà uscire definitivamente dalle sabbie mobili della zona
playout, un obiettivo che sarebbe stato raggiunto se fosse arrivata una vittoria a Teramo, dove invece si è vista una
Faenza mai in partita. Altro dato eloquente è che la Rekico non ha mai vinto due gare consecutive: senza un filotto di
risultati è impensabile risalire la china. «Ripensando al girone di andata è inevitabile avere qualche rimpianto - spiega
l' ala Simon Anumba -, perché la nostra classifica sarebbe potuta essere migliore se non avessimo buttato via partite
alla nostra portata per colpa di disattenzioni. Soprattutto in trasferta abbiamo sprecato molte occasioni e anche a
Teramo si è visto che fuori casa non c' è la giusta determinazione e quella cattiveria agonistica che invece
mostriamo davanti al nostro pubblico. In questi mesi abbiamo dimostrato che possiamo tenere testa a qualsiasi
avversaria e infatti tutti noi crediamo che i playoff siano ancora alla nostra portata, ma ora non dobbiamo pensarci,
perché l' unico obiettivo è riprendere la marcia e vincere più partite possibile: ne abbiamo ancora quindici e
dobbiamo sfruttarle al meglio». La riscossa dovrà partire già domenica da Porto Sant' Elpidio, ultima della classe ma
in buona condizione, come dimostra la vittoria con Chieti arrivata prima della pausa natalizia. Vincere questo
incontro e quello successivo in casa con Montegranaro permetterebbe di riaprire gli orizzonti di classifica. «A Porto
Sant' Elpidio dovremo entrare in campo con una mentalità vincente, senza sottovalutare l' avversario, e imporre
subito il nostro gioco. Rispetto all' andata troveremo una squadra più agguerrita e che gioca
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venerdì 10 gennaio 2020
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una pallacanestro differente, avendo un giocatore come Sirakov che ha portato punti e imprevedibilità. Vogliamo
vincere ad ogni costo per iniziare nel modo migliore il girone di ritorno». Luca Del Favero © RIPRODUZIONE
RISERVATA.
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venerdì 10 gennaio 2020Pagina 2
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La Lega: «Sanità al tracollo per carenza di personale»
RAVENNA «La situazione è insostenibile, la sanità ravennate è ormai al tracollo
a causa di una cronica carenza di personale non più sostenibile né dai
lavoratori, né dai malati». Samantha Gardin, candidata della Lega alle Regionali,
punta il dito contro «la Giunta Bonaccini e le sue miopi politiche volte
all'accentramento dei servizi a Ravenna, incurante dei bisogni dei cittadini che
abitano nelle zone più periferiche della provincia». «Sono tre anni che la Giunta
Bonaccini sventola l'apertura di servizi fondamentali per la cittadinanza, come
Ginecologia a Lugo e Faenza, ma ad oggi, non si è visto nulla se non un drastico
taglio del personale, spesso sostituito con pediatri inviati dalle coop. Com' è
pensabile la Medicina di Ravenna con i suoi 150 posti letto abbia un solo
medico di notte? Simili condizioni di disagio si registrano nel Centro di
prevenzione oncologica così come nei consultori, dove mancano attualmente 4
ostetriche, allungando le liste d' attesa. I disservizi sono evidenti: dalla lista
media di attesa di 20 persone per un letto sino al dirottamento in altri reparti».
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«Soccorso a corto di infermieri a Natale e Santo Stefano»
RAVENNA Carenza di organico anche per il 118, infermieri richiamati in servizio
e costretti a prolungamenti di orario, aggressioni sempre più frequenti al
personale sanitario: il sindacato infermieristico Nur Sind, per voce del segretario
territoriale di Ravenna Luca Fusaroli, evidenzia una serie di problemi «ai quali l'
Azienda della Romagna a tutt' oggi non ha dato risposta». Il sindacato fa
presente che l' automedicalizzata del 118 «è priva del personale infermieristico,
diversamente da tutto il restante territorio dell' Ausl Romagna (Forlì, Cesena e
Rimini). Di questo problema negli ultimi anni è stato investito anche l' Ordine di
Ravenna, senza ricevere alcun riscontro». NurSind chiede quindi «per quale
motivo la cittadinanza ravennate deve essere penalizzata su un mezzo che
dovrebbe garantire la massi ma risposta assistenziale in emergenza-urgenza sul
territorio, mancando un infermiere adeguatamente formato». E richiama un
episodio accaduto nel Faentino a dicembre, «quando l ' automedica è
intervenuta su un' emergenza pediatrica e il medico ha dovuto gestire il
soccorso con il solo autista, non essendo disponibili ambulanze con infermiere
nell' immediato».Il sindacato punta poi il dito contro le carenze organiche,
«verosimilmente provocate dal prolungato blocco delle assunzioni, ma ad oggi superabili grazie al Concorso che nel
2019 ha individuato 3.282 candidati infermieri idonei all'assunzione. L'Azienda non può continuare a sostenere
l'adeguatezza delle piante organiche quando nei fatti richiama continuamente i dipendenti in servizio o li costringe a
prolungare il turno oltre l'orario. Un corretta gestione del personale deve tenere conto degli indici di sostituzione, per
garantire al personale adeguati tempi di recupero e una corretta gestione dell'alternanza famiglia/lavoro». Fusaroli fa
presente che «la situazione è critica da mesi e in questo periodo dell'anno va a coincidere col picco influenzale che
nonostante il piano previsto dall'Azienda, va ad aumentare i carichi di lavoro». Criticità che ricadono sugli operatori
«in termini di stress lavoro correlato, aumento del rischio clinico con potenziali ricadute sulla qualità dell'assistenza
ai cittadini». E riporta quanto accaduto a Natale, quando «nonostante gli sforzi del coordinamento 118, la
cittadinanza ravennate è stata privata della dotazione standard prevista per i mezzi di soccorso, causa l'impossibilità
a reperire un infermiere per la copertura del turno». Analoga situazione si è verificata il 26, «in cui un unico infermiere
si alternava su 2 postazioni di lavoro (elisoccorso e centrale operativa 118)». Note dolenti anche sul fronte delle
aggressioni al personale sanitario: «Nonostante le numerose segnalazioni di questo sindacato, le Aziende non hanno
ancora provveduto a individuare soluzioni. Riteniamo non più prorogabile la gestione della tutela della sicurezza degli
operatori e dei cittadini contemporaneamente presenti nei luoghi dell'assistenza, che deve necessariamente
prevedere percorsi specifici e dedicati anche logistici e
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venerdì 10 gennaio 2020
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organizzativi, con particolare riguardo a pazienti noti per patologie legate all'uso di sostanze o della sfera
psichiatrica».
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LA FAENZA UNIVERSITARIA
Infermieristica e Logopedia contano oltre 300 iscritti
Rinnovata per altri 5 anni la convenzione con l' Ausl Dall' anno accademico 2020-2021 i master post laurea
MICHELE DONATI
FAENZA Oltre 300 studenti universitari in città. Sono i numeri presentati
ufficialmente ieri mattina nell' ambito della promozione dei corsi di laurea in
Infermieristica e Logopedia con sede nei locali ristrutturati del complesso ex
Salesiani, in via San Giovanni Bosco 1. I corsi si sono stabiliti ormai dal 2018
nell' attuale edificio, mentre in precedenza si trovavano sempre nel medesimo
complesso, ma all' interno nell' ex oratorio di via Mura Torelli: «Il primo
ringraziamento - esordisce Domenico Motola, direttore del corso di laurea in
Infermieristica - va alla comunità faentina, dalla municipalità a Faventia Sales,
per avere messo a disposizione questi spazi. Credo siano poche le università
che possono vantare sedi come questa». LEGAME CON L'AUSL I rapporti fra
Ausl Romagna e Università di Bologna vanno così a rafforzarsi, anche perché le
due parti hanno appena firmato il rinnovo per i prossimi 5 anni della
convenzione per tutti i corsi di laurea in professioni sanitarie: «Si uniformano e
definiscono i due poli formativi di Ravenna e Rimini - commenta Silvia Mambelli,
direttore infermieristico e tecnico dell' Ausl Romagna -. I posti disponibili per il
primo anno di corso sono 75 nella sede di Faenza e 70 a Forlì, mentre per
Cesena e Rimini sono rispettivamente 90 e 100». «Siamo molto soddisfatti di questo ulteriore passaggio che
ufficializza un rapporto che esiste da tanti anni e su cui nel tempo abbiamo lavorato per consolidare ulteriormente -
dichiara il presidente di Faventia Sales, Andrea Fabbri -. Riteniamo fondamentale investire su università e formazione
per i giovani, perché rappresentano il nostro futuro. Per questo, da sempre il nostro obiettivo è creare le condizioni
per aiutare Ausl e Università a radicarsi in questo complesso e nella nostra città, offrendo sempre servizi migliori e
più utili agli studenti che vivono questo luogo». LE CIFRE Guardando nello specifico a Faenza, sono 256 gli studenti
effettivamente frequentanti, compresi quelli del secondo e terzo anno: «Un patrimonio notevole -prosegue Mambelli
-cui va aggiunto anche il corso di Logopedia, specifico per Faenza, cui sono iscritti in totale 47 studenti». Il futuro
prossimo vedrà l' apertura, nell' anno accademico 2020/2021, di alcuni master a supplemento delle attività formative.
GLI SPAZI Valore aggiunto della sede di via San Giovanni Bosco è la possibilità di usufruire di spazi e attrezzature
innovative, come sottolinea Carla Cortini, responsabile delle attività didattiche di infermieristica a Faenza e Forlì: «I
locali consentono di svolgere sia le tradizionali lezioni frontali che laboratori vari. Nell' aula computer - spiega - si
possono ad esempio elaborare dati statistici,
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venerdì 10 gennaio 2020
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mentre un' aula studio e biblioteca è sempre a disposizione degli studenti. Presenti anche manichini a bassa,
media e alta fedeltà». «Avere in città la sede universitaria di infermieristica e logopedia - chiosa il sindaco Giovanni
Malpezzi - rappresenta una ricchezza assoluta per tutta la comunità: i giovani che si formano qui sono una risorsa e
una prospettiva per il futuro».
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Le scuole faentine aprono le proprie porte, open day negli istituti
FAENZA Le scuole faentine aprono le proprie porte ai futuri studenti. A poche
ore dall' avvio delle iscrizioni online per il prossimo anno scolastico 2020/21,
domani alle 15 l' istituto tecnico "Oriani" organizza un terzo ed ultimo
appuntamento con l' open day. Si inizia con l' incontro di presentazione
introdotto dal dirigente Fabio Gramellini e dal vicepreside Mar co Lega, dopo di
che l' istituto si trasforma in un grande atelier, nel quale docenti e studenti
raccontano concretamente come si vive e si lavora ogni giorno. Gli alunni di
terza media e i genitori interessati a conoscere la nuova realtà scolastica dell'
Oriani sono invitati a consultare il sito dell' istituto (www.itoriani.it). Per
informazioni e richieste di appuntamento individuali è possibile contattare l'
istituto via e-mail all' indirizzo di posta elettronica [email protected].
Sempre domani, dalle 15 alle 18, a partire dalla sede di via Nuova 45, l' Itip "Luigi
Bucci" accoglierà famiglie e giovani per un pomeriggio di orientamento
scolastico e presentazione dei vari piani di studio in cui si articola il percorso
didattico della sezione tecnica Itis dell' istituto. In caso di impossibilità a
partecipare all ' open day anche in questo caso è possibile fissare un
appuntamento con la scuola chiamando lo 0546 22428. Open day domani anche per l' istituto comprensivo San
Rocco: domani dalle 10 alle 12 è in programma quello per la scuola primaria "Martiri di Cefalonia", il 13 gennaio dalle
10 alle 13:30 e il 14 gennaio dalle 13:30 alle 15 per la scuola dell' infanzia "Stella Polare" e il 18 gennaio dalle 10 alle
12 per la scuola primaria "De Amicis".
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Modigliana "punta" Faenza Tredozio prende le distanze
Il sindaco Dardi chiede «un confronto sulla programmazione e le scelte» Ma la prima cittadina: «Passare al Faentino?Vanno valutati pro e contro»
FRANCESCO DONATI
FAENZA «Sarebbe opportuno che anche i comuni della vallata del Tramazzo,
Modigliana e Tredozio, avessero la possibilità di esprimersi, confrontarsi e
portare le loro istanze ai tavoli programmatici del Piano Strategico Territoriale
2030 dell' Unione Romagna faentina in discussione». MODIGLIANA SPINGE Lo
afferma il sindaco di Modigliana, Jader Dardi a commento di una lettera inviata
a fine anno al sindaco di Faenza, Giovanni Mal pezzi. Nella missiva il primo
cittadino del comune collinare forlivese torna a ribadire l' importanza di un
ragionamento politico e strategico alla luce della contiguità territoriale rispetto
a confini convenzionali, come Province o Unioni, nel momento in cui queste
istituzioni hanno subito variazioni o sono in procinto di trasformazioni.
Modigliana infatti fa parte dell' Unione dei comuni forlivesi da cui, già nel 2019,
si è prospettata l' uscita di Forlì «che dovrebbe essere formalizzata a primavera
- puntualizza Dardi -, dopodiché noi piccoli enti saremo lasciati a noi stessi, uniti
in modo geograficamente inappropriato. Perciò è palese come Modigliana e
Tredozio abbiano maggiori riferimenti con Faenza». TREDOZIO FRENA Ma sull'
ipotesi di trasferirsi "armi e bagagli" nell' Unione dei Comuni della Romagna
Faentina Simona Vietina, sindaca Tredozio, frena ed attacca la Regione Emilia-Romagna. «Prima di fare un
passaggio di questo tipo o anche solo di ventilarlo - interviene - credo sia giusto analizzare i pro e i contro. Capisco il
desiderio di Dardi di fuggire da una disorganizzazione totale come quella della nostra Unione a 15. Però ricordo al
sindaco di Modigliana che questa Unione è stata fortemente voluta dalla sua sinistra. Io non sono per dire dei no a
priori, ma ritengo che ogni scelta vada ponderata. Alla luce delle evidenze, e dopo un confronto con i miei
concittadini, non è detto che non possa propendere anche io per passare nell' Unione faentina». I NODI Di recente
con la città manfreda è stata affrontata la situazione del Ponte Rosso, unico accesso alla vallata. Ne è emerso lo
stretto collegamento con il territorio della Romagna faentina. Un legame forte e consolidato anche con l' ospedale e
l' intero sistema scolastico di cui sono fruitori i ragazzi di Modigliana e Tredozio. Risulta chiaro quindi per Jader Dardi
come interventi legati alla mobilità, all' offerta formativa, al sistema sanitario che fanno capo a Faenza ed all' Unione
faentina rappresentino per Modigliana «problematiche sulle quali è necessario avere occasioni di confronto e
comune approfondimento. Specie in occasione di un piano programmatico». DARDI FAVOREVOLE Basti pensare all'
attraversamento di Faenza di un camion che da Modigliana
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venerdì 10 gennaio 2020
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deve raggiungere l' autostrada: si provi ad immaginare il giro vizioso che deve compiere. «Negli anni passati -
continua Dardi-vi è stata la positiva esperienza, del "Comprensorio faentino" di cui anche Modigliana e Tredozio
facevano parte. Un comprensorio ancora attuale nella programmazione dello sviluppo del territorio e delle
problematiche occupazionali fino alle scelte di sviluppo dei servizi sociali: fu una esperienza che non va dimenticata
e che coinvolge un territorio al di là delle Unioni». Da qui la richiesta di mettere in cantiere un incontro congiunto in
cui «focalizzare problematiche e metodi di confronto sui temi che riguardano Modigliana e Tredozio: 6mila abitanti
che vano tenuti in considerazione». LA VIETINA CRITICA Con le prossime elezioni, la questione diventa argomento di
interesse anche per i candidati. Ma, riflette la Vietina, «gli enti locali, specialmente quelli piccoli come i nostri, non
possono essere tori impazziti che scappano da un re cinto all' altro se non si trovano bene. Il punto è un altro: per il
nostro territorio serve trovare un livello amministrativo che possa creare sinergie positive per i servizi e faccia
scattare meccanismi virtuosi e solidali che possono farci crescere». L' affondo della parlamentare è nei confronti
della Regione, che ha previsto che le Unioni con all' interno Municipi grandi di fascia A (come appunto Forlì) non
possono accedere a fondi strutturali nazionali. «Se Modigliana e Tredozio valutano l' ipotesi di uscire dall' Unione -
spiega - è anche perché finché ne faremo parte non ci sarà possibilità accedere ai fondi per le "Aree Interne". Stiamo
parlando di cifre imponenti. Fondi per scuole, imprese, servizi, infrastrutture digitali, turismo, ambiente. È doloroso
pensare che non potremo avere accesso a queste risorse solo perché siamo membri dell' Unione dei Comuni della
Romagna Forlivese con Forlì, Comune di fascia A. Di questo dobbiamo dire grazie al governatore Stefano
Bonaccini».
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Regionali, stasera al Sarti confronto tra i candidati
FAENZA E' in programma per questa sera, con inizio fissato alle 20,30, un
confronto tra tutti i candidati faentini in vista delle Regionali di fine gennaio. A
organizzarlo nella cornice del Teatro Sarti in via Scaletta 10 è l' associazione
Faenza del Cuore. «La pluralità e la democratica rappresentanza di tutte le voci
e le sfaccettature della società sono da sempre uno dei pilastri fondanti del
nostro movimento associativo - si legge in una nota -. Continuiamo a
confermarci ente apolitico e apartitico, ma riteniamo impor tante ascoltare tutte
le voci candidate per Faenza alle elezioni e per questo abbiamo esteso l' invito
a tutti, liberi da condizionamenti. La serata rimane valida per tutti coloro che
vorranno portare le proprie idee alla Regione Emilia-Romagna a prescindere
dalla lista che li rappresenta».
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CASTEL BOLOGNESE
"Ostetrica Gamberini" alle Cupole
Il programma delle Cupole si arricchisce in questi mesi invernali nelle serate del
venerdì con l' esibizione di band live tra le più spumeggianti dello scenario nord
italiano e non solo. La scaletta pone i concerti al termine della cena, fino a
mezzanotte, prima della discoteca, ferme restando le altre offerte con
orchestre, balli latini e rock n 'roll nelle sale adiacenti. Di particolare richiamo è
lo show di questa sera che vedrà sul palco gli "Ostetrica Gamberini", storico
gruppo rodigino, il cui leader, Timoty Cavicchini è diventato un personaggio su
Canale 5 nella giuria del reality All Together Now, condotto da Michelle
Hunziker. Il cantante, capelli lunghi e anima ribelle, si è fatto conoscere dal
pubblico del piccolo schermo nel 2013 quando decise di giocarsi le sue carte
nel talent The Voice of Italy, riuscendo a superare le selezioni e ad entrare team
di Piero Pelù.
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RIOLO TERME
Incontro sui totalitarismi organizzato dall' Anpi
L' Anpi di Riolo Terme organizza una serie di incontri per parlare e conoscere i
grandi momenti del '900. Si inizia stasera alle 21 alla Biblioteca Comunale, in via
Gramsci 11, con una serata dedicata al XXX anniversario della caduta del Muro
di Berlino e a quasi 50 anni dal golpe in Cile. "Totalitarismo e Democrazia: storie
di dittature e di muri" il titolo dell' incontro a cui interverranno lo scrittore
Alessandro De Francesco e David Munos Gutierrez, ex esule politico cileno.
Modererà l' incontro Anna Testa, presidente dell' Anpi di Riolo Terme.
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CASOLA VALSENIO
Cerimonia per i nuovi vigili del fuoco
Domani alle 11 alla la sala Giovanni Spadolini (I Vecchi Magazzini) in via
Fondazza, si terrà la cerimonia del passaggio di qualifica di 6 pompieri. Il
comandante provinciale Ermanno Andriotto consegnerà loro i caschi rossi di
capo squadra volontario oltre a consegnare a Mirka Monducci, responsabile del
distaccamento di Caso la Valsenio, la Croce di anzianità per i 15 anni di servizio
svolto.
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Questa sera arriva a Imola la candidata Lucia Borgonzoni
IMOLA La candidata presidente della Regione per il centrodestra Lucia
Borgonzoni arriva per la prima volta anche a Imola oggi. La sua agenda
giornaliera la porterò in diverse aziende agricole romagnole tra Forlì e Faenza
prima di approdare a Imola per l' appuntamento conclusivo della serata: una
cena al Molino Rosso, che, come specificano dal suo ufficio stampa, non sarà
una cena di autofinanziamento ma un incontro con i sostenitori ed elettori del
territorio. A Imola prima di lei erano passati il 10 dicembre scorso Matteo Salvini
per una "passeggiata" al mercato ambulante in centro dove aveva transitato
compiendo un paio di giri per la piazza fra le bancarelle e soffermandosi
soprattutto per concedere selfie e saluti ai molti sostenitori incrociati sulla
strada. Pochi giorni dopo era arrivata poi Giorgia Meloni, il 19 dello stesso mese,
accolta dalla sezione imolese di Fratelli d' Italia con cui si è intrattenuta per una
visita flash. Lucia Borgonzoni arriverà a Imola poco prima delle 20 e sarà
disponibile a un breve incontro con la stampa per poi prendere parte alla cena.
Prima di arrivare a Imola sarà in mattinata a Forlì in visita azienda tessuti Radà,
poi a Meldola all' azienda avicola Tedaldi quindi pranzo alle 13 a Faenza a Casa
Spadoni, poi alle 14.30 incontro a Bagnacavallo per la visita ad Agrintesa e alle 16.30 sempre a Bagnacavallo
incontrerà l' associazione romagnola Apicoltori. Alle 18.30 a Ravenna, aperitivo con Forza Italia, al bar Il Nazionale in
piazza del Popolo, quindi alle 20 l' arrivo a Imola per la conclusione della giornata con la cena al ristorante Molino
Rosso in via Selice.
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venerdì 10 gennaio 2020Pagina 9
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Illimity acquisisce It Auction
Il gruppo bancario Illimity perfeziona l' acquisizione di It Auction, società con
sede a Faenza, nel ravennate. Facendo seguito agli accordi intercorsi nel
2019, Illimity bank s.p.a. comunica si è perfezionata l' acquisizione del 70% del
capitale sociale di It Auction s.r.l., per 10,5 milioni di euro, da parte di Neprix
s.r.l., società del gruppo Illimity in cui sono concentrate tutte le attività di
gestione di crediti distressed della banca. Il restante 30% è detenuto dagli
attuali soci, tra cui il top management della stessa società che resterà in
azienda per l' esecuzione del piano industriale. It Auction, fondata nel 2011,
conta oltre 100 col laborator i ed è special izzata nel la gest ione e
commercializzazione di beni immobili e strumentali attraverso un modello di
business che punta alla valorizzazione trasparente dei beni mediante aste
online sul proprio network di portali. La società collabora con oltre 110
tribunali italiani e numerose società di leasing e nel 2019 ha gestito circa 17,3
milioni di visite sulle proprie piattaforme e oltre 50.0000 aste, per un
controvalore di beni ceduti di circa 240 milioni di euro, in crescita di circa il
25% rispetto all' anno precedente. Con l' acquisizione di It Auction, Neprix si
propone come primo operatore specializzato nei crediti distressed corporate con una logica end-to-end distintiva
grazie alla capacità di coprire l' intera catena del valore nella gestione dei crediti deteriorati, dall' acquisizione alla
gestione fino alla miglior cessione sul mercato dei beni collegati a tali crediti, proprio grazie all' attività core di It
Auction.
Corriere di Bologna
Stampa Locale
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 9
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TRASPORTO PUBBLICO
Bus, nelle città scatta la rivoluzione ecologica
In Italia gli autobus usati hanno in media 11,4 anni, in Europa circa 7,5 anni Debuttano i mezzi elettrici e a metano:Torino, Bologna e Milano apripista
Marco Morino
milano Per molti anni il rinnovo del parco autobus in ambito urbano ha
costituito una chimera, ma ora i tempi sembrano maturi per una forte
accelerazione. Vanno in questa direzione i 2,2 miliardi staziati l' altro ieri dal
ministero dei Trasporti in favore delle Regioni per l' acquisto di nuovi bus
ecologici adibiti al trasporto pubblico locale e alle relative infrastrutture per
l' alimentazione alternativa (metano, idrogeno, elettrica). «In tante città,
soprattutto nella pianura padana ma non solo, è emergenza smog. Serve
una rivoluzione nella mobilità urbana: abbiamo assegnato 2,2 miliardi alle
Regioni per l' acquisto di nuovi bus ecologici; 400 milioni andranno alle
città», sono le parole che la ministra Paola De Micheli ha postato sul suo
profilo twitter per commentare la firma del decreto. In media attualmente in
Italia gli autobus usati hanno circa 11,4 anni, a fronte dell' età media
europea di circa 7,5 anni. L' obiettivo del governo è quello di ridurre la
vetustità di queste vetture, di promuovere il miglioramento della qualità dell'
aria, nonché di rilanciare la filiera industriale di produzione di autobus.
Torino e Bologna Le città, anche se in ordine sparso, si stanno muovendo.
Attualmente il parco autobus circolante è in prevalenza ad alimentazione diesel (gasolio). La transizione energetica
in atto sta virando verso il gas oppure verso l' elettrico. Da qualche giorno, Gtt Torino ha messo in circolazione 40
nuovi bus urbani con alimentazione a metano costruiti dal gruppo Daimler-Mercedes, che si è aggiudicato la gara.
Negli ultimi due anni Gtt Torino ha acquistato 191 veicoli, di cui 144 per il servizio urbano e suburbano, ed ha quindi
rinnovato circa il 20% della flotta bus. Grazie alla sostituzione delle vetture più datate l' età media della flotta
scenderà nel 2020 di un anno e mezzo e risulterà inferiore a 11 anni. A fine dicembre, Tper Bologna ha pubblicato la
gara per l' acquisto di due autobus elettrici con l' opzione di altri 18 per un totale di 20 autobus full electric con
ricarica notturna. Il valore stimato è di 24,48 milioni di euro mentre la durata del contratto quadro è stata fissata per
168 mesi (alias 14 anni). Una gara importante che sembra voler spingere su una partnership di lungo periodo con
soggetti industriali di un certo spessore. Sempre a Bologna Tper e Scania hanno inaugurato l' era dell' autobus
interurbano a gas naturale liquefatto (Gnl). Nelle scorse settimane è stata presentata la consegna di 15 Scania
Interlink Ld alimentati a metano liquido. La gara di Tper rappresenta una prima assoluta in Europa. Il caso Milano Atm
Milano sta avviando un piano che la porterà, entro il 2030, ad avere una flotta interamente composta da autobus
elettrici. Si tratta di un progetto ambizioso che vedrà un investimento
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 4 § ]
di circa 1,5 miliardi di euro e che ha l' obiettivo di rinnovare l' intera parco gomma con 1.200 nuovi bus elettrici. Un
cambiamento che contribuirà a cambiare l' aria di Milano nei prossimi 10 anni, arrivando a risparmiare ben 75 milioni
di tonnellate di CO2 e ridurre di circa 30 milioni il consumo di gasolio. La svolta di Cremona Anche per il trasporto
urbano di Cremona, gestito da Arriva,è prevista la graduale introduzione di un servizio di autobus elettrici. Due bus
elettrici di ultimissa generazione, realizzati da Alfabus, azienda cinese che produce circa 3mila autobus ogni anno nel
proprio stabilimento di Jiangyin, a 150 chilometri da Shanghai, sono entrati in servizio da qualche settimana. Siamo ai
primi passi, ma l' importnate è partire. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 25
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 2 § ]
alcol, droga
Polizia municipale in campo
Anche la polizia municipale contro alcol e droga. Ministero dell' interno e
Anci, l' associazione dei comuni, hanno siglato un accordo quadro per
assegnare alle polizie municipali un ruolo preminente nello svolgimento dei
servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana, compresa la rilevazione degli
incidenti. Si parte dalle 14 città metropolitane e dai capoluoghi in grado di
organizzare i servizi, poi saranno coinvolte altre città, a partire da quelle con
oltre 100 mila abitanti. L' attuazione dell' accordo, rileva il Viminale,
consentirà di liberare risorse delle forze di polizia da destinare al controllo del
territorio. Condivisa la necessità di coinvolgere le associazioni dei gestori di
locali di intrattenimento per rafforzare la prevenzione nei riguardi dei più
giovani attraverso iniziative di sensibilizzazione su ciò che può accadere
mettendosi alla guida sotto effetto di alcol e droga, la distribuzione di
etilometri e la messa in sicurezza di parcheggi e aree di collegamento. ©
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 30
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 2 § ]
Ai bus green 2,2 miliardi
MARCO OTTAVIANO
Alle regioni una dote pari 2,2 miliardi di euro per l' acquisto di nuovi bus
ecologici adibiti al trasporto pubblico locale. E per le relative infrastrutture. I
fondi arrivano sulla base al piano strategico nazionale della mobilità
sostenibile. Lo stanziamento prevede, inoltre, che alle regioni del Sud sia
destinato circa il 35% delle risorse stanziate. È stato anche stabilito che le
risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso,
possano essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l'
alimentazione alternativa (es. a metano, a idrogeno, elettrica). È un decreto
del ministero delle infrastrutture (di concerto con i dicasteri dello sviluppo
economico e dell' economia), datato 8 gennaio 2020, che fissa modalità di
erogazione, vincoli di destinazione e graduatorie. Sia quelle relative all'
attribuzione dei punteggi e all' assegnazione delle risorse (applicando gli
indicatori previsti dal dpcm n. 18/2017), sia quelle relative alle regioni del
centro Nord e del Sud. Il decreto, nell' assegnazione delle risorse, tiene conto
del criterio di proporzionalità rispetto alla popolazione residente nelle regioni
del Sud, previsto dall' articolo 7 bis del decreto legge n. 243/2016, convertito
con modificazioni dalla legge n. 18/2017. E della modalità attuativa dello stesso decreto di cui al dpcm del 7 agosto
2017. L' obiettivo del provvedimento è di rinnovare il parco dei bus con mezzi meno inquinanti (elettrici, a metano o a
idrogeno) e più moderni riducendo l' età media del parco vetture per promuovere il miglioramento della qualità dell'
aria, ricorrendo a tecnologie innovative in linea con gli accordi internazionali e con le disposizioni normative della
Unione europea. © Riproduzione riservata.
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 33
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 7 § ]
Il riparto dei 6,2 mld di spettanze comunali ha suscitato molto malcontento tra i sindaci
Fondo di solidarietà senza pace
Penalizzate le amministrazioni virtuose e i mini-enti
MATTEO BARBERO
Fondo di solidarietà comunale senza pace. Anche quest' anno, il riparto dei
6,2 miliardi del Fsc non ha mancato di suscitare le solite discussioni fra i
sindaci. I numeri sono stati diffusi dal ministero dell' interno poco prima di
Natale (si veda ItaliaOggi del 27/12/2019), ma i criteri di distribuzione hanno
già tenuto conto delle modifiche normative previste dal dl 124/2019 (c.d.
Decreto fiscale) e dalla L. 160/2019 (legge di Bilancio 2020), oltre che della
destinazione di 7 milioni di euro all' accantonamento da utilizzare per
eventuali conguagli a singoli comuni derivanti da rettifiche dei valori. Come al
solito, le cifre hanno subito innescato un acceso confronto fra chi ci ha
guadagnato e chi ci ha perso o comunque ha ricevuto meno di quanto si
aspettava. Anche perché le attese erano per un leggero incremento, in
considerazione del fatto che i commi 848 e 849 della legge 160 hanno
avviato il percorso di restituzione dei 564 milioni circa di tagli finora applicati
in base al dl 66/2014, i cui effetti sono però cessati nel 2018. Per quest' anno,
in particolare, è prevista la distribuzione di una prima tranche, pari a 100
milioni. È bene precisare, però, che tali somme saranno assegnate
successivamente, così come quelle previste dal comma 551 della stessa legge 160, che prevede per ciascuno degli
anni dal 2020 al 2022 una dote da 2 milioni di euro annui al fine di ridurre per i comuni montani con popolazione
inferiore a 5 mila abitanti l' importo che gli stessi hanno l' obbligo di versare per alimentare il fondo mediante una
quota dell' Imu. Sempre a parte saranno assegnate anche le risorse del comma 554, che rifinanzia il fondo Imu-Tasi
di ulteriori 110 milioni annui, oltre a quelli già previsti dalla L. 145/2018. Ma questi aspetti tecnici non hanno frenato la
polemica politica. L' Anci Veneto, ad esempio, ha rilevato che complessivamente i comuni da essa rappresentati
hanno subito una riduzione del fondo pari ad oltre 7 milioni di euro, con 418 enti su 563 che presentano un saldo
negativo rispetto all' anno 2019. «Dopo i criteri del superamento del turnover che penalizzano pesantemente i
comuni veneti», ha rilevato il presidente Mario Conte, «perché virtuosi ed efficienti ora arriva un' altra amara sorpresa
per i nostri sindaci. È vergognoso togliere queste risorse alle amministrazioni comunali per darle magari a chi è in
disavanzo o ha i bilanci in rosso. Anci Veneto anche su questo fronte darà battaglia perché è inammissibile quello
che sta succedendo passo dopo passo si scopre che la legge di Bilancio è una penalizzazione continua per sindaci e
i cittadini». Sulla stessa linea si sono mosse anche altre Anci regionali, mentre il n. 1 dell' Uncem Marco Bussone ha
criticato i troppi tagli ai mini enti, pur evidenziando che, come detto, una parte di essi dovrebbe essere coperta dalle
ulteriori assegnazioni.
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 7 § ]
Queste ultime, però, avrebbero dovuto rappresentare un' integrazione e non una compensazione: soldi in più, in
altre parole. Senza contare che in alcuni casi tali somme difficilmente saranno sufficienti a colmare il gap. Per
rendersene conto basta analizzare un caso esemplare, quello del comune di Portofino, che rappresenta l' emblema
degli enti penalizzati dal fondo. Nel 2020, Portofino ha subito un' ulteriore riduzione di circa 30 mila euro rispetto al
2019, che ha portato il suo fondo da -900 mila a -930 mila circa. Quanto potrà ricevere tale ente come quota parte dei
100 milioni aggiuntivi stanziati dalla manovra? Per fare una stima, è sufficiente verificare a quanto ammontava il
taglio previsto dal dl 66/2014: si trattava di circa 20 mila euro per cui, facendo una semplice proporzione, il ristoro si
aggirerà sui 3 mila euro. Meno del 10%. «Con le risorse finanziarie, già insufficienti, non si possono fare ipotesi di
gettito. Le risorse vanno erogate sulla base dell' esistente, non sulla base della fantasia. Questa ripartizione favorisce
alcuni comuni e ne penalizza altri senza tener conto che per alcuni anche un minimo taglio può causare un
predissesto. Ma forse è proprio ciò che si vuole così da costringere a fondersi i comuni che finanziariamente non ce
la fanno a sostenersi da soli», chiosa amaramente Franca Biglio, presidente dei piccoli comuni riuniti in Anpci. ©
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 33
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 9 § ]
Il Fsc 2020 perde i ristori per la Tasi
MATTEO BARBERO
Il Fsc 2020 perde i ristori per la Tasi non più dovuta dagli inquilini. È una delle
novità previste dall' ultimo riparto, in conseguenza dell' accorpamento del
tributo con l' Imu disposto dalla legge di Bilancio appena varata. Tale voce,
evidenziata al rigo C6 (Rettifica 2020 per Abolizione ristoro Tasi Inquilini) del
prospetto consultabile sul sito del Ministero dell' Interno - Direzione centrale
per la Finanza locale spiega in molti casi una parte della riduzione rispetto al
2019. Il fondo, infatti , è suddiviso in due quote, di cui una serve a
compensare i mancati gettiti Imu e Tasi derivanti dalle detassazioni
introdotte dalla legge di stabilità 2016, segnalatamente sulla prima casa. Per
effetto delle modifiche introdotte dalla L. 160/2019, la Tasi non sarà più
dovuta, ma questo dovrebbe paradossalmente portare i comuni a recuperare
gettito sulle case date in affitto a terzi. Per queste ultime, infatti, fino allo
scorso anno era dovuta solo la quota di Tasi a carico del proprietario e non
quella a carico dell' utilizzatore. Dal 2020, invece, la seconda quota torna ad
essere dovuta dal proprietario, con conseguenti maggiori entrate per i
comuni che, per il consueto meccanismo dei vasi comunicanti, vengono
decurtate dal fondo. Ovviamente, i comuni dovranno tenerne conto nel formulare le previsione di entrate tributarie,
per cui il taglio potrebbe essere (almeno in parte) riequilibrato, analogamente a quanto accaduto anni or sono
quando venne rivisto il meccanismo di alimentazione basato sull' Imu. È sempre più evidente, però, che l' algoritmo
che regola la suddivisione del fondo presenta un livello di complessità elevatissimo e di trasparenza bassissimo,
intrecciandosi con le tante incompiute del federalismo fiscale. © Riproduzione riservata.
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 33
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 0 § ]
Il Mineconomia si accolla i mutui locali
FRANCESCO CERISANO
Comuni, province e città metropolitane dovranno attendere tre mesi per
conoscere modalità e termini della mega operazione di rinegoziazione dei
mutui con accollo da parte dello Stato inserita dal governo nel decreto
Milleproroghe. Il dl 162/2019 (articolo 39) disegna la cornice generale dell'
operazione ma per conoscere i dettagli tecnici si dovrà leggere il decreto che
il Mef, previa intesa in Conferenza stato-città, dovrà emanare entro fine
marzo. Per poter accedere alla rinegoziazione, i mutui contratti con banche e
intermediari finanziari dovranno avere tre requisiti: essere stati sottoscritti
alla data del 30 giugno 2019, avere scadenza successiva al 31 dicembre
2024 e avere un debito residuo superiore a 50 mila euro. Tale ultimo requisito
può essere derogato (nel senso che possono essere ammessi alla
rinegoziazione anche prestiti di importo pari o inferiore a 50 mila euro) nel
caso in cui gli enti interessati presentino un' incidenza degli oneri complessivi
per rimborso prestiti e interessi sulla spesa corrente media del triennio 2016-
2018 superiore all' 8 per cento. L' istanza con cui si chiede la ristrutturazione
del debito, con accollo da parte dello Stato, andrà presentata al Mef «al fine
di conseguire una riduzione totale del valore finanziario delle passività totali a carico delle finanze pubbliche». Per la
gestione dell' operazione, il Mef si avvarrà di una società in house (che sarà individuata dal decreto di cui sopra) per
la cui operatività vengono stanziati 2 milioni di euro per il 2020 e 4 milioni dal 2021. Per assicurare il buon esito dell'
operazione, con apposito dpcm verrà istituito un tavolo di coordinamento, senza nuovi o maggiori oneri per la
finanza pubblica, a cui parteciperanno di diritto il ministero dell' economia e delle finanze, il ministero dell' interno e i
rappresentanti di Anci e Upi. Il Milleproroghe prevede l' emissione di apposite obbligazioni da parte dello Stato in
sostituzione dei mutui oggetto di accollo. Da tali emissioni non dovrà derivare un aumento del debito delle pubbliche
amministrazioni. A seguito della presentazione dell' istanza, la società in house individuata dal Mef, avvierà l'
istruttoria e le attività necessarie per la ristrutturazione del mutuo e comunicherà all' ente le condizioni dell'
operazione, il nuovo profilo di ammortamento del mutuo ristrutturato (distinto tra quota capitale e quota interesse)
gli oneri e le eventuali penali o indennizzi a carico dell' ente. Se tali condizioni verranno accettate dagli enti, la società
in house sarà autorizzata ad effettuare l' operazione. © Riproduzione riservata.
Italia Oggi
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venerdì 10 gennaio 2020Pagina 34
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 5 § ]
Parere del Consiglio di stato sulle linee guida dell' Anac
Concessioni servizi sociali, la disciplina è da rivedere
È illegittimo estendere la disciplina del codice alle concessioni di
affidamento di servizi sociali. Lo ha affermato il Consiglio di stato con il
parere reso il 27 dicembre 2019 sulle linee guida Anac in materia di
affidamento dei servizi sociali. In particolare, l' autorità ha chiesto alla
sezione consultiva un parere in ordine al regime applicabile alle concessioni
di servizi sociali che in base alla direttiva 23/2014 non sono soggette all'
applicazione integrale del codice ma soltanto ad alcune norme. Ad avviso
dell' Anac, «l' esclusione delle concessioni di servizi sociali dall' ambito di
applicazione del codice comporterebbe la necessità di rimettere ad atti
interni delle stazioni appaltanti l' intera regolazione di elementi fondamentali
dell' istituto e, in specie, tutta la disciplina contenuta nella parte III del codice
per le concessioni di servizi». Da qui, l' ipotesi formulata dall' autorità in base
alla quale, per evitare un vuoto normativo, si potrebbe prevedere l '
applicazione «alle concessioni di servizi sociali delle disposizioni indicate all'
articolo 164 del codice dei contratti pubblici». Per il Consiglio di stato la
«soluzione deve essere rimeditata» perché in base all' articolo 213, comma 2,
del codice dei contratti pubblici l' Anac, per l' emanazione delle linee guida, deve rispettare non soltanto la qualità
della regolazione ma anche «il divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli
minimi richiesti dalla legge n. 11 del 2016 e dal presente codice». In particolare, fa presente il Consiglio di stato, che
«costituiscono livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive comunitarie l' estensione dell'
ambito soggettivo o oggettivo di applicazione delle regole rispetto a quanto previsto dalle direttive, ove comporti
maggiori oneri amministrativi per i destinatari». Da questi riferimenti il parere trae la conclusione che «il divieto di
introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi (cosiddetti gold plating) esclude l'
applicabilità di una disciplina aggravata introdotta attraverso le linee guida». Se, quindi, per un verso, è vero che si
tratta di linee guida non vincolanti, per altro verso, è altrettanto vero che le stesse, anche alla luce della
giurisprudenza, per essere disattese richiedono che l' amministrazione specificamente motivi la ragione per cui
decide di discostarsene. Si tratta, dunque, di atti che assumono una propria vincolatività in quanto «provenienti da un'
autorità, particolarmente qualificata, con la conseguenza che devono mantenersi nell' ambito della cornice delineata
dalle direttive e dal legislatore». Interessante è anche la precisazione preliminare sul potere dell' autorità a emettere
linee guida anche
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 5 § ]
dopo il decreto sblocca cantieri che ha reintrodotto il regolamento di attuazione del codice appalti: «la categoria
delle linee guida vincolanti appare significativamente ridimensionata dalla prospettata adozione del regolamento, ma
esso non investe la totalità delle norme del codice dei contratti pubblici il cui contenuto precettivo può essere
attuato o integrato dall' Anac con linee guida vincolanti richiamate nel codice». Permane la facoltà dell' Anac di
suggerire soluzioni o prassi interpretative attraverso gli strumenti di regolazione flessibile non muniti di efficacia
obbligatoria. © Riproduzione riservata.
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 34
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 6 § ]
coerenza con interessi pubblici-privati
Appalto, suddivisione in lotti solo se funzionale
La scelta di suddividere in lotti un appalto costituisce una decisione ancorata
a valutazioni di carattere tecnico-economico, nel rispetto dei principi di
proporzionalità e di ragionevolezza. Lo ha stabilito il Consiglio di stato,
sezione sesta, con la sentenza del 2 gennaio 2020 n. 25. I giudici, in primo
luogo, hanno precisato che la discrezionalità amministrativa che sovrintende
alla scelta della stazione appaltante circa la suddivisione in lotti di un appalto
pubblico deve essere funzionalmente coerente con il bilanciato complesso
degli interessi pubblici e privati coinvolti dal procedimento di appalto. In ogni
caso, si tratta di scelta di carattere tecnico-economico, che resta sempre
delimitata, oltre che dalle specifiche norme del codice dei contratti, anche
dai principi di proporzionalità e di ragionevolezza, oltre che dall' obbligo di
motivazione «perché il precetto della ripartizione in lotti è funzionale alla
tutela della concorrenza». I giudici hanno ricordato anche come in
precedenza fosse già stato affermato il principio per cui la suddivisione in
lotti, ancorché finalizzata a favorire l' accesso alle gare da parte delle
microimprese, piccole e medie imprese alle gare pubbliche, «non è posto in
termini assoluti e inderogabili, giacché il medesimo art. 51, comma 1, secondo periodo afferma che le stazioni
appaltanti motivano la mancata suddivisione dell' appalto in lotti nel bando di gara o nella lettera di invito o nella
relazione unica di cui agli articoli 99 e 139». Il principio della suddivisione in lotti può dunque essere derogato,
motivando. Dal punto di vista della sua sindacabilità, il Consiglio di stato ha ribadito che può esserlo soltanto nei limiti
della ragionevolezza e proporzionalità, oltre che dell' adeguatezza dell' istruttoria, in ordine alla decisione di
frazionare o meno un appalto «di grosse dimensioni». Infatti, nonostante l' ampiezza del margine di valutazione
attribuito all' amministrazione, la scelta della stazione appaltante circa la suddivisione in lotti di un appalto pubblico,
deve comunque costituire una decisione funzionalmente coerente con il complesso degli interessi pubblici e privati
coinvolti dal procedimento di appalto, da valutarsi nel quadro complessivo dei principi di proporzionalità e di
ragionevolezza. © Riproduzione riservata.
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 34
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 4 § ]
Relazione Corte dei conti 2019 sugli organismi partecipati dagli enti territoriali e sanitari
Servizi pubblici, in house il 93%
Affidamenti diretti predominanti, ma pochi controlli
PAGINA A CURA DI ANDREA MASCOLINI
Gli affidamenti diretti di servizi pubblici, secondo il modello dell' in house
providing costituiscono il 93% del totale degli affidamenti disposti dagli enti
locali; su 4.326 società affidatarie, 1.804 sono a totale capitale pubblico. È
quanto si legge nella relazione della Corte dei conti per l' anno 2019 sugli
organismi partecipati dagli enti territoriali e sanitari di cui alla delibera n. 29
del 10 dicembre 2019 della sezione autonomie. Uno dei numerosi profili
esaminati dalla corposa e dettagliata delibera, riguarda la parte concernente
l' affidamento di servizi pubblici locali e strumentali e in particolare l'
utilizzazione del modello dell' in house providing definito dall' art. 16 del
Testo unico. La norma consente l' affidamento diretto di contratti pubblici
alle società in house qualora sussistano i seguenti requisiti, già prescritti
dalle norme vigenti 241 e, comunque, di derivazione comunitaria: che sia una
società a capitale interamente pubblico, fatta salva la partecipazione privata
di minima entità; che svolga attività prevalentemente per l' ente pubblico
affidante (qualora «oltre l' 80% del loro fatturato sia effettuato nello
svolgimento dei compiti a esse affidati dall' ente pubblico o dagli enti pubblici
soci»); che vi sia un controllo analogo da parte del socio pubblico (o dei soci congiuntamente). Nel report si fa
presente che, sotto il profilo del rispetto dei principi della concorrenza, si registra «la netta prevalenza di affidamenti
in house mentre le gare con impresa terza risultano essere soltanto 878 (su un totale di 14.626 affidamenti) e gli
affidamenti a società mista, con gara a doppio oggetto». Stante la predominanza degli affidamenti diretti, che
incidono sul totale nella misura del 93%, la Corte pone l' accento sull' esigenza di monitorare la sussistenza dei
requisiti del «controllo analogo» ai fini della loro legittimità, e del «controllo analogo congiunto» nelle ipotesi di
partecipazione plurima. Delle 4.326 società con dati di bilancio 2017, 1.804 sono infatti interamente pubbliche e di
queste, 1.276 sono partecipate da un esiguo numero di enti (fino a 9), mentre 528 sono partecipate da oltre 9 enti (di
cui 226 partecipate da almeno 40 enti). I dati sugli affidamenti sono stati comunicati alla Corte dagli enti partecipanti
soltanto per 2.097 società: in altre parole, sembrerebbe che soltanto il 48% delle 4.326 considerate sia beneficiario di
affidamenti, mentre così non può essere. Al netto di ipotizzabili lacune informative, imputabili agli enti tenuti alla
comunicazione, per i magistrati di viale Mazzini appare evidente «la scarsità dei dati, considerata la centralità del
servizio affidato nella valutazione di acquisizione-mantenimento
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 4 § ]
di una partecipazione societaria». Con riferimento all' insieme delle società osservate (le 4.326 con dati di bilancio
2017) emerge, inoltre, che le partecipazioni dirette e indirette degli enti territoriali sono distribuite sul territorio con
una prevalente concentrazione nella regione di appartenenza dell' ente socio; vi sono anche partecipazioni presenti
fuori regione, ma con evidenti differenze gestionali tra enti appartenenti a realtà regionali diverse. Il fenomeno, ha
detto la corte, è evidente per le partecipazioni indirette, che risultano distribuite sull' intero territorio nazionale per la
maggior parte degli enti dell' area nord. Con riguardo alle partecipazioni dirette, la distribuzione fuori regione è più
contenuta e, comunque, più frequente al Nord e al Centro, mentre al Sud il fenomeno appare alquanto circoscritto. In
linea generale, nella relazione si fa presente come vi sia una corrispondenza tra il possesso di partecipazioni dirette
fuori regione e l' affidamento di servizi da parte degli enti possessori di tali quote, sia pure con dinamicità diverse. ©
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione ed Enti Locali
venerdì 10 gennaio 2020Pagina 35
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 8 § ]
La Commissione europea ha diffuso l' invito a presentare proposte per il 2020
Gemellaggi, bando da 18 mln
Per realizzare reti tra comuni e conservare la memoria Ue
PGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI
Memoria europea, gemellaggi tra città, reti di comuni e progetti per la società
civile sono i quattro pilastri del nuovo bando del programma «L' Europa per i
cittadini» 2014-2020. La commissione europea, grazie all' invito a presentare
proposte per il 2020, stanzia la somma complessiva di 17,9 milioni di euro. I
soggetti potenzialmente interessati, tra cui gli enti locali, potranno richiedere
fondi per i gemellaggi, per implementare reti tra città, per attuare progetti
favore della società civile e per sostenere la memoria europea. Il programma
può contare su uno stanziamento nel periodo 2014-2020 di oltre 185 milioni
di euro, di cui 17,9 milioni di euro destinati a soddisfare le richieste per il
2020. Le domande di accesso al programma potranno essere presentate
telematicamente attraverso il portale dei partecipanti. Sono previste varie
scadenze nel corso dell' anno da febbraio a settembre. Contributi a sostegno
dei gemellaggi. I comuni italiani possono ottenere un contributo fino a 25
mila euro per finanziare progetti di gemellaggio con altre città europee.
Questa misura intende sostenere progetti finalizzati a mettere in contatto
una pluralità di cittadini di comuni gemellati, stimolando il confronto su
tematiche proprie del programma. I progetti dovranno attivare i cittadini a livello locale ed europeo, in modo che
possano dibattere su questioni concrete previste dall' agenda politica europea. Ulteriore obiettivo della misura è
quello di promuovere la partecipazione civica al processo decisionale dell' Unione europea e favorire l' impegno
sociale e il volontariato a livello comunitario. Conservare la memoria europea. Arriva fino a 100 mila euro per ciascun
progetto il contributo per la memoria europea. Il sostegno è destinato a finanziare attività volte a stimolare la
riflessione sulla diversità culturale e sui valori comuni europei in senso generale. L' invito a presentare proposte
intende offrire un sostegno a quei progetti che portino a riflettere sulle cause dei regimi totalitari nella storia
moderna dell' Europa, con particolare attenzione, anche se non esclusiva, al nazismo e all' olocausto che ne è
derivato, al fascismo, allo stalinismo e ai regimi totalitari comunisti. Il bando vuole inoltre sostenere la
commemorazione delle vittime dei crimini generati da questi regimi. Potranno essere finanziati anche progetti di
altra tipologia riguardanti altri momenti importanti e punti cruciali nella recente storia europea. Saranno privilegiate le
azioni che incoraggiano la tolleranza, la comprensione reciproca, il dialogo interculturale e la riconciliazione quale
strumento per superare il passato e costruire il futuro, con particolare attenzione alle giovani generazioni.
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venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 8 § ]
Fondi per le reti tra città europee. Il bando 2020 finanzia anche lo sviluppo di reti tra città gemellate. Il bando
prevede contributi per fare in modo che le reti garantiscano una cooperazione strutturata, contribuendo a
massimizzare l' impatto del programma e allo scambio di buone pratiche tra le città. Le reti tra città europee possono
richiedere un contributo fino a 150 mila euro. Progetti della società civile. I progetti della società civile riguardano il
volontariato e la solidarietà e possono ambire a un contributo fino a 150 mila euro. L' obiettivo del contributo è
sostenere progetti che abbiano l' intento di unire i cittadini di contesti diversi, in attività direttamente legate alle
politiche comunitarie, con lo scopo di dare loro l' opportunità di partecipare concretamente al processo decisionale
dell' unione. © Riproduzione riservata.
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venerdì 10 gennaio 2020Pagina 36
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 3 § ]
Assessori esterni al consiglio per garantire la parità di genere
Quote rosa nelle giunte
Anche negli enti sotto i 3.000 abitanti
I comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti sono tenuti al rispetto
delle quote rosa nella composizione delle rispettive giunte? Il comma 137
della legge n. 56/14 dispone che «nelle giunte dei comuni con popolazione
superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in
misura inferiore al 40%, con arrotondamento aritmetico». Per quanto
concerne i comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, occorre tenere
conto che ai sensi dell' art. 6, comma 3, del decreto legislativo n. 267/00,
come modificato dalla legge n. 215/12, è previsto che gli statuti comunali e
provinciali stabiliscano norme per assicurare condizioni di pari opportunità
tra uomo e donna e per garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e
negli organi collegiali non elettivi del comune e della provincia, nonché degli
enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti. L' art 2, comma 1, lett. b) della
stessa legge n. 215/12 ha modificato l ' art. 46, comma 2, del Tuel
disponendo che il sindaco ed il presidente nella provincia nominano i
componenti della giunta «nel rispetto del principio di pari opportunità tra
donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi». La normativa va
letta alla luce dell' art. 51 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 1/2003, che ha
riconosciuto dignità costituzionale al principio della promozione della pari opportunità tra donne e uomini. Pertanto
si ritiene che per i comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti debbano trovare applicazione le disposizioni
contenute nei citati articoli 6, comma 3 e 46, comma 2, del decreto legislativo n. 267/00 e nella legge n. 215/12. Tali
disposizioni, recependo i principi sulle pari opportunità dettati dall' art. 51 della Costituzione, dall' art. 1 del decreto
legislativo dell' 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità) e dall' art. 23 della Carta dei diritti fondamentali
dell' Unione europea, non hanno un mero valore programmatico, ma carattere precettivo, finalizzato a rendere
effettiva la partecipazione di entrambi i sessi in condizioni di pari opportunità, alla vita istituzionale degli enti
territoriali. Per quanto concerne la possibilità di pervenire alla nomina di assessori esterni, si richiama quanto
osservato dalla scrivente amministrazione con circolare n. 6508 del 24.4.2014, nella quale gli enti locali sono stati
invitati a valutare l' opportunità di procedere alle modifiche statutarie funzionali alla piena attuazione del principio di
parità di genere introducendo la possibilità di ricorrere alla
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venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 3 § ]
nomina di assessori privi dello status di consigliere comunale. In proposito, risulta che, ai sensi dello statuto del
comune che ha prospettato la questione, è prevista la possibilità di nominare gli assessori «anche al di fuori dei
componenti del Consiglio fra i cittadini in possesso dei requisiti di compatibilità ed eleggibilità alla carica di
Consigliere comunale». Pertanto, il sindaco dell' ente potrebbe valutare la possibilità di applicare tale disposizione
statutaria al fine di conformare la composizione della giunta alle previsioni legislative. Si fa presente, a tale riguardo,
che il Tar Abruzzo, con sentenza n. 105 del 2019, ha ritenuto fondato il ricorso avverso un provvedimento di nomina
della giunta in quanto non sarebbe stata effettuata «la necessaria attività istruttoria volta ad acquisire la disponibilità
alla nomina di persone di sesso femminile anche tra cittadini al di fuori dei componenti dell' organo consiliare». ©
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 3 § ]
Ancrel contro la nomina diretta del presidente del collegio
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 24 dicembre 2019, n. 31 della
legge 19 dicembre 2019 n. 157 di conversione del decreto legge 26 ottobre
2019 n. 124, entra in vigore l' art. 57 ter che recita: «(Organo di revisione
economico-finanziario). 1. All' articolo 16 del decreto-legge 13 agosto 2011,
n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148,
sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 25, le parole: «a livello
regionale» sono sostituite dalle seguenti: «a livello provinciale»; b) dopo il
comma 25 e' inserito il seguente: «25-bis. Nei casi di composizione collegiale
dell' organo di revisione economico-finanziario previsti dalla legge, in deroga
al comma 25, i consigli comunali, provinciali e delle città metropolitane e le
unioni d i comuni che esercitano in forma associata tutte le funzioni
fondamentali eleggono, a maggioranza assoluta dei membri, il componente
dell' organo di revisione con funzioni di presidente, scelto tra i soggetti
validamente inseriti nella fascia 3 formata ai sensi del regolamento di cui al
decreto del ministro dell' interno 15 febbraio 2012, n. 23, o comunque nella
fascia di più elevata qualificazione professionale in caso di modifiche al
citato regolamento». 2. Il governo modifica il decreto del ministro dell' interno 15 febbraio 2012, n. 23, prevedendo
che l' inserimento nell' elenco dei revisori dei conti degli enti locali, di cui all' articolo 1, comma 2, del decreto,
avvenga a livello provinciale». Le novità rilevanti, pertanto, sono due: la prima si riferisce alle modalità di estrazione
dei nominativi dei revisori non più su base regionale bensì su base provinciale. La seconda si riferisce alla nomina del
presidente del collegio dei revisori ovvero al fatto che il consiglio comunale o provinciale non nominerà più come
prima il soggetto tra i tre nominativi estratti che risulti con il maggior numero di incarichi svolti in passato, bensì potrà
procedere alla nomina di un qualsiasi soggetto purché iscritto nella terza fascia ovvero in una fascia superiore
eventualmente individuate in futuro con una modifica al decreto del ministro dell' interno n. 23 del 15 febbraio 2012,
decreto che a tutt' oggi non è stato ancora modificato dal ministro e che quindi pone uno stop alle estrazioni in
scadenza. Infatti, sul sito del ministero dell' interno è pubblicato l' elenco dei revisori degli enti locali per le estrazioni
da effettuare nel 2020, ma ancora su base regionale. La domanda che ci si pone però è: a quale provincia si farà
riferimento? A quella di residenza del revisore, a quella di iscrizione all' Ordine di appartenenza o a quella che verrà
scelta dal revisore? La legge non lo dice, ma demanda le modifiche da apportare al decreto 23/2012 al governo.
Staremo a vedere.
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venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 3 § ]
Ma delle due modifiche apportate dalla legge 157/2019, quella che ha suscitato la protesta dell' Ancrel è quella
della nomina diretta del presidente dell' organo collegiale da parte del consiglio comunale o provinciale. Risulta un
ritorno al passato. Un abbandono del principio della terzietà e dell' indipendenza dell' organo di revisione dall' organo
politico. I sostenitori delle modifiche attuali (Anci) ritengono che non sia così, in quanto comunque due componenti
su tre sono nominati con il sistema dell' estrazione a sorte dei nominativi e che in caso di dissenso di questi con il
presidente nominato a gradimento del consiglio comunale o provinciale, le decisioni sono comunque prese a
maggioranza del collegio (il presidente non ha diritto ad un voto più «pesante», ma svolge solo l' attività di
coordinamento dell' organo). Ma l' Ancrel non ci sta e mobilita tutti i suoi iscritti convocando l' assemblea generale a
Roma per il prossimo 18 gennaio 2020. Aldilà delle motivazioni legittime che Ancrel porta avanti a difesa dei revisori
degli enti locali come ha sempre fatto da quasi trent' anni a questa parte, ci si chiede, invece, dove sia stato il
Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili fino ad oggi e come sia stato possibile che queste
modifiche così importanti che regolano la nomina di un organo ufficiale di 745 comuni, 92 province, 14 città
metropolitane oltre a tutte le unioni di comuni che esercitano in forma associata tutte le funzioni fondamentali, siano
state inserite con un colpo di mano in sede di conversione in legge di un decreto senza prima aver consultato l'
organismo che, per il numero prevalente dei suoi iscritti, è l' ente di diritto pubblico a cui fa riferimento la stragrande
maggioranza dei revisori degli enti locali. Ancora una volta ci si chiede se è il Cndcec che non funziona o chi
dovrebbe occuparsi di rappresentarlo. Massimo Venturato presidente Ancrel Veneto Gianfranco Vivian presidente
Ancrel Vicenza e Verona © Riproduzione riservata.
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 5 § ]
La legge di Bilancio 2020 chiama le amministrazioni locali a recepire le novità
Enti, la Manovra cambia tutto
Bilancio, entrate, investimenti, riscossione, tributi
MAURIZIO LUCCA*
Già prima dell' approvazione definitiva della legge di Bilancio 2020, con la
legge n. 157/2019, di conversione, con modificazioni, del dl 124/2019,
recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili, il
comma 2 dell' art. 57 è intervenuto con una serie di disposizioni che hanno
prodotto la cessazione dall' applicazione di alcune misure in materia di
«contenimento, riduzione della spesa e di obblighi formativi», quali le spese
per: stampa e pubblicazione; studi e consulenze; relazioni pubbliche,
convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza; sponsorizzazioni; acquisto,
manutenzione, noleggio, esercizio di autovetture, buoni taxi; acquisto e
locazioni di immobili; missioni. La legge di Bilancio 2020, del 27 dicembre
2019, n. 160, ha innovato ulteriormente il quadro di riferimento della finanza
pubblica, incidendo in modo definitivo sull' assetto del bilancio, delle entrate,
degli investimenti, delle riscossioni, dei tributi degli enti locali. In modo
specifico si prevedono: - contributi per investimenti su efficientamento
energetico, sviluppo territoriale sostenibile per gli anni 2020-2024 (commi 29-
37); opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio per gli
anni 2021-2034 (commi 38-40); promozione e potenziamento della mobilità ciclistica per gli anni 2022-2024 (commi
47-50); progettazione definitiva ed esecutiva, per messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico,
efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, messa in sicurezza di
strade per gli anni 2020-2034 (commi 51-58); asili nido e scuole dell' infanzia per gli anni 2021-2034 (commi 59-61),
innovazione digitale nella didattica e edifici scolastici per gli anni 2020-2023 (commi 257-264); - riduzione del fondo
crediti di dubbia esigibilità, stanziato per gli esercizi 2020 e 2021 nel corso degli anni 2020 e 2021, previo parere dell'
organo di revisione (commi 79-80); - miglioramento delle comunicazioni tra p.a., imprese e cittadini con l' istituzione
di una piattaforma digitale per le notifiche (commi 401-403). Il Fondo di solidarietà comunale viene incrementato di 2
milioni di euro annui dal 2020 al 2022 (comma 551), e incrementato di 100 milioni di euro nel 2020, 200 milioni nel
2021, 300 milioni nel 2022, 330 milioni nel 2023 e 560 milioni annui a decorrere dal 2024, prevedendo, altresì, delle
riduzioni in conseguenza della minore esigenza di ristoro ai comuni delle minori entrate Tasi (comma 848-851); -
divieto di applicare incrementi ulteriori rispetto all' ammontare dei gettoni di presenza e delle indennità spettanti agli
amministratori locali (comma 552); - contributo di ristoro a seguito dell' introduzione Tasi per 2020, 2021 e 2022 di
complessivi 110 milioni (comma 554). Il limite massimo di ricorso alle anticipazioni di tesoreria viene elevato da tre a
cinque dodicesimi,
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venerdì 10 gennaio 2020
[ § 1 5 2 5 0 5 5 5 § ]
al fine di agevolare il rispetto dei tempi di pagamento, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022, con possibilità di
usufruire di ulteriore liquidità da destinare al pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31
dicembre 2019, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per prestazioni professionali (comma
555-556). Entro il 28 febbraio 2020 verranno stabiliti modalità e criteri per la riduzione della spesa per interessi dei
mutui, anche attraverso accollo e ristrutturazione degli stessi da parte dello stato (comma 557). Obbligo di un
risparmio di spesa annuale pari al 10 per cento della spesa annuale media per la gestione corrente del settore
informatico sostenuta nel biennio 2016-2017 (comma 610-615). L' imposta unica comunale (Iuc) con decorrenza
dall' anno 2020 è abolita, ad eccezione delle disposizioni relative alla tassa sui rifiuti (Tari) (comma 739). Viene
modificata la disciplina dell' imposta municipale propria (Imu), le aliquote e i regolamenti hanno effetto per l' anno di
riferimento, stabilendo, altresì per l' anno 2020 che le delibere concernenti le aliquote e il regolamento dell' imposta
possa essere approvato oltre il termine di approvazione del bilancio di previsione per gli anni 2020-2022 e comunque
non oltre il 30 giugno 2020 (commi 738-783). Viene rivisto il sistema di riscossione, degli affidamenti, dei compiti del
responsabile della riscossione e le rateizzazioni (784-815). A decorrere dal 2021 viene istituito il canone patrimoniale
di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria che sostituisce la tassa per l' occupazione di spazi e aree
pubbliche, il canone per l' occupazione di spazi e aree pubbliche, l' imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle
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pubbliche, il canone per l' occupazione di spazi e aree pubbliche, l' imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle
pubbliche affissioni, il canone per l' installazione dei mezzi pubblicitari e il canone del codice della strada,
limitatamente alle strade di pertinenza dei comuni e delle province, si precisa, in relazione anche ai molteplici
contenziosi in atto, che il canone è comunque comprensivo di qualunque canone ricognitorio o concessorio
previsto da norme di legge e dai regolamenti comunali e provinciali, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi
(816-836). Viene rinviato al 2021 l' obbligo di accantonamento per il mancato rispetto dei tempi di pagamento dei
debiti commerciali (commi 854-855). Il quadro delineato impone da una parte, delle semplificazioni, dall' altra, una
rivisitazione delle diverse discipline interne e l' adozione di immediate misure operative, nonché regolamentari, con lo
scopo di recepire le novità, con un aumento degli oneri gestionali e di aggiornamento in un ambito che già sovrasta l'
ordinaria attività amministrativa. *Avvocato Segretario generale © Riproduzione riservata.
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 6 § ]
Le modifiche al Fondo crediti di dubbia esigibilità non mettono al riparo i consuntivi 2019
Fcde, bilancio disallineato dal rendiconto
ELENA BRUNETTO*
La legge 27/12/2019 n.160 (legge di Bilancio 2020) interviene nuovamente
sulla materia del Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde) da stanziare nel
bilancio degli enti locali. L' istituto del Fcde, introdotto a regime a partire dall'
anno 2015 a tutela dei rischi legati alla mancata riscossione delle entrate, è
stato oggetto fin dall' origine di continui interventi normativi, per graduarne l'
introduzione, attutendone l' impatto sui bilanci degli enti. Le diverse
modifiche normative intervenute hanno obbligato gli enti a iscrivere nei
propri bilanci preventivi dell' anno 2015 quote almeno pari al 36% dell'
importo calcolato secondo le modalità previste dal dlgs. 118/2011 (e
successive modificazioni e integrazioni) elevate al 55% nel 2016, al 70% nel
2017, al 75% nel 2018 e all' 85% nel 2019. Tale accantonamento è stato
inoltre ulteriormente elevato al 95% per l' esercizio 2020, andando a pieno
regime al 100% a decorrere dal 2020. Le nuove disposizioni ora introdotte
dall' art.1 comma 79 della legge di bilancio 2020 prevedono che nel corso
degli anni 2020 e 2021 gli enti locali possano variare il bilancio di previsione
2020-2022 e 2021-2023 per ridurre il Fondo stanziato nei diversi esercizi a un
valore pari al 90 % se nell' esercizio precedente a quello di riferimento sono stati rispettati gli indicatori di cui all'
articolo 1, comma 859, lettere a) e b), della legge 30/12/2018, n. 145. Si tratta degli indicatori relativi alla riduzione del
debito commerciale al 31/12 per un importo almeno pari al 10% del debito registrato alla medesima data dell'
esercizio precedente e al ritardo annuale dei pagamenti, calcolato sulle fatture ricevute e scadute nell' anno
precedente. Inoltre, il successivo comma 80 del medesimo art.1 della legge 160/2019 prevede che nel corso degli
esercizi dal 2020 al 2022, a seguito di una verifica dell' accelerazione degli incassi delle entrate oggetto della riforma
della riscossione degli enti locali prevista dai commi da 784 a 815, previo parere dell' Organo di revisione, gli enti
possano ridurre il Fondo accantonato nel bilancio e relativo alle medesime entrate, sulla base del rapporto che si
prevede di realizzare alla fine dell' esercizio di riferimento tra gli incassi complessivi in conto competenza e in conto
residui e gli accertamenti. Le preoccupazioni del legislatore in merito al Fcde a bilancio non hanno però in questi anni
trovato corrispondenza rispetto all' analogo accantonamento richiesto agli enti in sede di rendiconto. I principi
contabili prevedono infatti che, al termine dell' esercizio, gli enti accantonino
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venerdì 10 gennaio 2020
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[ § 1 5 2 5 0 5 5 6 § ]
apposito Fondo, in riduzione del risultato di amministrazione, calcolato sulla media delle riscossioni in conto
residui rispetto al valore dei residui attivi risultati al primo gennaio. La previsione di accantonamenti in misura ridotta
in sede di bilancio, consentiti per le annualità dal 2015 a oggi, non hanno però consentito agli enti di generare
sufficienti quote di risultato di amministrazione necessarie per garantirne a rendiconto la totale copertura. Il
legislatore, conscio di tale problema, aveva consentito agli enti di accantonare fino al rendiconto 2018 quote
calcolate attraverso un metodo semplificato, sommando al Fcde già accantonato nell' esercizio precedente delle
poste iscritte nel bilancio. Il mancato allineamento delle quote di Fcde a bilancio con quelle richieste a rendiconto
rischiano ora di generare enormi problemi per la chiusura dell' esercizio 2019, che, in assenza di intervento urgente
da parte del legislatore, potrebbe far emergere notevoli disavanzi il cui ripiano difficilmente potrebbe essere
assorbito nel breve periodo. L' allarme è già stato lanciato da più parti, ma ormai i tempi stringono. La conversione
del dl 162/2019 (decreto Milleproroghe) potrebbe essere l' ultima possibilità offerta agli enti prima del termine del 30
aprile 2020 previsto per l' approvazione dei rendiconti 2019. *Componente Osservatorio Tecnico e Docente Anutel ©
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 1 § ]
La Consulta ne ribadisce la legittimità in quanto il livello di conoscibilità è sufficiente
Notifiche con raccomandata a/r
Non è necessaria l' intermediazione del messo notificatore
EDOARDO FERRAGINA*
La Corte costituzionale, con l' ordinanza n. 2 del 3/1/2020, torna nuovamente
ad occuparsi della compatibilità costituzionale delle norme che consentono
la notifica diretta, ossia a mezzo raccomandata con avviso di accertamento
e senza l' intermediazione di alcun messo notificatore. I l caso. La
Commissione tributaria regionale della Campania con ordinanza del
1/10/2018 aveva sollevato questione di legittimità costituzionale, in
riferimento agli artt. 3, 23, 24, 97, 111 e 11 della Costituzione, delle
disposizioni che consentono la notifica diretta delle cartelle di pagamento
(art. 26 dpr n. 602/73), nonché degli atti degli uffici finanziari (art. 14 legge
890/82) e degli enti locali (art. 1, comma 161, legge 296/06). Più in
particolare, la Commissione rimettente premetteva che un contribuente
aveva impugnato un' intimazione di pagamento lamentando l' omessa
notifica della prodromica cartella. Precisava, poi, che i giudici di primo grado
avevano accolto il ricorso introduttivo, a motivo della nullità della notifica
della cartella in quanto recapitata a soggetto diverso dal destinatario e non
seguita dall' ulteriore Comunicazione di avvenuta notifica (Can), prevista dall'
art. 7, comma terzo, della legge n. 890/82. La rimettente, tuttavia, osservava che è ormai consolidato l' indirizzo
interpretativo della Suprema corte di Cassazione secondo cui nel caso di notifica diretta non devono osservarsi, in
via analogica, gli adempimenti previsti dalla legge n. 890/82 ma solo quelli del regolamento postale (art. 40 dpr n.
655/82 e artt. 24 e 25 dm 1/10/2008). In conclusione, secondo la Commissione tributaria regionale, l' impugnazione
promossa dall' Agente della riscossione, che aveva fatto pertinente richiamo ai citati principi giurisprudenziali,
meritava di esser accolta. Detta interpretazione, tuttavia, indurrebbe a dubitare della legittimità costituzionale delle
norme censurate. E infatti, sarebbe nella libera disponibilità del notificante la scelta di un sistema meno garantista di
notificazione di atti destinati a incidere sulla sfera giuridica del destinatario e per i quali sono previsti termini
decadenziali di impugnazione, con possibile compromissione del diritto di difesa. Da qui le denunciate lesioni di
legittimità costituzionale delle citati disposizioni «nella parte in cui, ammettendo la notificazione diretta degli atti
impositivi e dei ruoli da parte degli Uffici finanziari erariali e locali nonché degli enti di riscossione a mezzo servizio
postale di raccomandata con ricevuta di ritorno, escludono a tale forma di notifica l' applicazione delle modalità di
cui alla legge n. 890/1982».
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[ § 1 5 2 5 0 5 6 1 § ]
La decisione della Corte. La Corte costituzionale, richiamando la sentenza n. 175/2018 e l' ordinanza n. 104/2019,
ha dichiarato manifestamente infondate le prospettate ragioni di legittimità costituzionale. Invero, la Corte ha
ribadito che nella fattispecie della notificazione diretta vi è un sufficiente livello di conoscibilità (ossia di possibilità
che si raggiunga l' effettiva conoscenza dell' atto) dal momento che la consegna del plico deve avvenire a mani del
destinatario o, in sua assenza, di un ristretto novero di soggetti legittimato a riceverlo, sicché il «limite inderogabile»
della discrezionalità del legislatore non è superato e non risulta compromesso il diritto di difesa del contribuente.
Semmai, l' eventuale mancanza di «effettiva conoscenza», per causa non imputabile al destinatario, può legittimarne
la rimessione in termini ai sensi dell' art. 153, secondo comma, del codice di procedura civile al fine di consentire l'
impugnazione del relativo atto. Conclusioni. La pronuncia della Consulta potrebbe porre un punto fermo a una
questione da sempre fonte di notevoli contrasti interpretativi, soprattutto nella giurisprudenza di merito. E infatti,
sebbene sia relativa alla sola omissione dell' invio della Comunicazione di avvenuta notifica (Can), sembrerebbe
offrire valide argomentazioni giuridiche per ritenere legittima la notifica per compiuta giacenza (ossia in assenza di
Comunicazione di avvenuto deposito - Cad, prevista dall' art. 8 della legge n. 890/82) di un atto d' imposizione
tributaria. In proposito si segnala, fra le tante, l' interessante pronuncia n. 3425/2019 della Suprema Corte che,
affrontando l' indicata questione, ha riconosciuto come la giurisprudenza del giudice delle leggi sia idonea a fornire
adeguate argomentazioni anche nel caso di notifica diretta per «compiuta giacenza». La Suprema Corte ha, infatti,
ritenuto legittimo l' operato di un ente che aveva fatto ricorso a tale modalità semplificata di notifica di numerosi
avvisi di accertamento dei quali non era stato curato il ritiro, entro il termine di trenta giorni, presso l' ufficio postale. *
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