UNI TORINO Soluzioni locali per sfide ambientali globali...UNI TORINO / Il progetto Cobra è nato...

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Eventi Lunedì 8 dicembre 2014 4 Programmi & Progetti L a ricerca e sviluppo sem- brano essere naturalmente connesse ad un’azienda che nel Dna ha lo sviluppo di soluzioni soſtware innovative. Di sicuro l’innovazione è un tratto in- trinseco a Ssb Progetti (www. ssbprogetti.it), la società che opera sul mercato fin dagli inizi degli anni Ottanta, è membro del Polo di Innovazione Ict del- la Regione Piemonte fin dalla sua costituzione e investe circa il 20% del proprio fatturato in programmi di ricerca nazionali ed europei. Tra questi, la filiera dei pro- getti attinenti alla “smart mo- bility”, Autumn, Srtlocups, mCar, selezionati nell’ambito del Por 2007-13 del Piemonte e sostenuti dal Fondo Euro- I l progetto si concluderà tra un anno, ma i primi risultati ottenuti promettono già bene e l’utente di Internet potrebbe essere presto messo nelle con- dizioni di sapere perché i ser- vizi della Rete ogni tanto non funzionano come dovrebbero. Non solo, si potrà sapere esat- tamente a che livello delle di- verse infrastrutture si colloca il problema. È l’obiettivo del progetto eu- ropeo mPlane coordinato dal Politecnico di Torino e che vede all’opera 16 partner - tra istituzioni pubbliche e impor- tanti brand privati - di nove Paesi europei tra i quali, per l’Italia, Ssb Progetti. Perché Skype non va? Da che cosa dipende l’errore di con- nessione? Perché YouTube si vede male? “Il problema - spiega Luigi Magnanini, amministratore delegato di Ssb Progetti - può annidarsi in diversi punti del sistema. Il progetto intende realizzare un’infrastruttura di misura di Internet. Essa sarà costituita da sonde distribuite sulla Rete o ospitate su base volontaria sui computer e gli smartphone degli utenti, che raccoglieran- no i dati inviandoli a centri di raccolta dove sofisticati si- Yarm è un sistema di gestione delle flotte di autoveicoli, in rete Grazie al progetto mPlane è possibile individuare i problemi Mobilità digitale e connessa Perché la Rete non funziona? peo di Sviluppo Regionale, dai quali stanno nascendo solu- zioni innovative per la gestio- ne dei veicoli tradizionali ed elettrici (www.ssbprogetti.it/ ricerca_sviluppo). “Con Autumn - spiega l’am- ministratore delegato di Ssb Progetti, Luigi Magnanini -si è partiti con sviluppare gli strumenti e le tecnologie che consentano di integrare l’au- tomobile, i dispositivi mobili di chi si trova a bordo e il web. Da questo progetto e dagli altri che si sono sviluppati in conse- guenza, è nata una soluzione per la gestione operativa del- le flotte denominata Yarm. A bordo della vettura - prosegue Magnanini - il sistema consen- te di rilevare in tempo reale la stemi di analisi riusciranno a individuare in questa mole di informazioni la causa del pro- blema”. Sarà uno strumento utile a più livelli: servirà ai provider per verificare come funziona la lo- ro rete, per esempio, ma anche alle autorità di vigilanza per controllare che la qualità dei servizi erogati corrisponda a quanto dichiarato. “Questa infrastruttura, inol- tre, sarà interoperabile - sot- tolinea Magnanini -, nel senso che chiunque potrà adottar- la. Si lavora, cioè, nell’ottica dell’open source”. Nell’ambito del programma di ricerca, Ssb posizione e i parametri di fun- zionamento del veicolo e di tra- smettere tutte le informazioni al centro di gestione. Tutti i dati registrati sono conservati sul Cloud da dove il gestore della flotta mediante un semplice browser o il proprio smartpho- ne ne ha il pieno controllo in tempo reale: percorsi effettuati, consumi, autonomia della bat- teria, stile di guida, anomalie di funzionamento”. Yarm è un sistema estrema- mente utile per ogni azienda che debba gestire una flotta di autoveicoli per la propria atti- vità, ma anche per le società di car sharing o di noleggio che offrono l’uso dei veicoli ai pro- pri clienti (www.ssbprogetti.it/ yarm). Con tale dispositivo, in- fatti, l’organizzatore della flotta ha gli strumenti per ottimiz- zare i costi, prevenire i guasti, programmare gli interventi di manutenzione e offrire servizi personalizzati ai propri utenti e ai propri clienti. Rispetto alle soluzioni oggi presenti sul mer- cato Yarm presenta elementi di maggior flessibilità e semplicità offerti dall’impiego dello smar- tphone e della logica plug&play che lo rendono adatto anche a realtà di piccole dimensioni come commercianti e artigiani. Progetti “progetta le infra- strutture per la raccolta dati e per la sicurezza - spiega il manager -, trovando anche le soluzioni affinché la localizza- zione del problema non violi la privacy di chi sta usando i servizi di Internet e non iden- tifichi le informazioni che sta leggendo, scaricando, trattan- do”. Inoltre, in linea con la pro- pria mission di soſtware house, Ssb Progetti ha il compito di ingegnerizzare e integrare le componenti soſtware svilup- pate dagli altri partner. Per ulteriori informazioni consultare il sito Internet: www.ict-mplane.eu. ■■ SSB PROGETTI / Soluzioni innovative per la gestione dei mezzi di trasporto ■■ SSB PROGETTI / L’azienda collabora con 15 partner in 9 Paesi europei esistono e sono già messe in pratica dalle comunità locali, ma nessuno chiede loro: ‘cosa fate per mantenere il vostro ambiente?’”. Generalmente politiche e progetti si limita- no a insegnare a monitorare l’ambiente. Questo progetto evidenzia invece l’importanza di valorizzare le pratiche loca- li già presenti, di condividerle e rafforzarle, dando loro visi- bilità”. Per favorire lo sviluppo delle soluzioni locali il progetto si affida allo strumento del vi- ■■ UNI TORINO / Il progetto Cobra è nato nel 2011 da ricercatori universitari, organizzazioni ambientali e comunità indigene dell’Amazzonia Soluzioni locali per sfide ambientali globali deo partecipativo. “Le comu- nità indigene girano video in cui si raccontano, espongono i propri problemi di sussi- stenza e presentano le solu- zioni che hanno trovato per affrontarli, in termini di pra- tiche agricole sostenibili, con- servazione delle risorse natu- rali, comunicazione e scambi con altre comunità, indivi- duando per ciascuna pratica indicatori di sostenibilità am- bientale ‘locali’. L’idea è che sviluppo e tutela ambientale debbano essere affrontati congiuntamente, e che le so- luzioni non sempre proven- gono dall’esterno, spesso sono già presenti sul territorio e vengono praticate da secoli. I video girati vengono messi in circolazione e scambiati tra comunità nell’ottica di pro- muovere queste conoscenze e la diffusione degli indicatori e delle soluzioni locali adottate da ciascuna comunità”. Il lavoro di Cobra è consi- stito “nell’individuare con le comunità indigene indicatori per valutare e monitorare la sostenibilità ambientale delle proprie pratiche territoriali, portando questi indicatori e queste pratiche all’attenzione dei policy maker, dando così voce a gruppi che da secoli affrontano complesse sfide sociali e ambientali nella ge- stione dell’ambiente”, dichiara Elisa Bignante. E il progetto Cobra, che in tre anni ha coin- volto oltre 10 comunità indi- gene in sei Stati del Guiana Shield, elaborando specifiche proposte di policy basate su indicatori sviluppati su scala locale, sta elaborando nuovi scenari progettuali per conti- nuare il proprio operato “per- ché - come sottolinea Elisa Bi- gnante - le soluzioni esistono già tra le comunità indigene della foresta amazzonica, ma vanno condivise e vanno dati loro i mezzi per renderle più efficaci. Non abbiamo bisogno di nuove politiche, ma di nuo- vi sguardi, più attenti, al terri- torio e a chi lo abita”. Per maggiori informazioni: www.projectcobra.org. Il video partecipativo permette di condividere le buone pratiche e di integrarle con le politiche ambientali I l Progetto Cobra nasce nel 2011 da un’idea di un gruppo interdisciplinare composto da ricercatori del- le università inglesi Royal Holloway e Open University, dell’Università di Torino e da centri di ricerca, ong e asso- ciazioni di base operanti in Europa e in America latina, nel Guiana Shield. “Il Guiana Shield (Massiccio della Guia- na) è una delle aree a più al- to contenuto di biodiversità della Terra ed è compreso tra più Stati dell’America latina: Guyana, Guyana Francese, Suriname, Brasile, Colombia e Venezuela - spiega Elisa Bignante, ricercatrice di geo- grafia politica ed economica all’Università di Torino -. Ed è proprio in queste zone che è stato avviato il progetto Cobra, che prende il nome dalle tre parole chiave che ne ispirano l’operato: Commu- nity, Best practices, Resource Adaptive management”. Il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea nell’am- bito del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico e si pro- pone di integrare politiche e interventi che affrontano sfi- de ambientali, economiche, politiche e sociali di gestione delle risorse naturali con so- luzioni locali che le comunità indigene della foresta amaz- zonica adottano abitualmente per gestire le proprie risorse naturali, favorendo la con- divisione di queste pratiche tra le diverse comunità della foresta. “Il Progetto Cobra analizza le politiche nazionali e interna- zionali che regolano la gestio- ne delle risorse naturali nella foresta amazzonica del Guia- na Shield, e cerca di com- prendere come queste dialo- ghino con le soluzioni locali introdotte a livello locale tra le comunità indigene. E mette in evidenza come il livello in- ternazionale sia ancora sordo alle sollecitazioni provenienti dalla scala locale - continua Elisa Bignante -. Molte solu- zioni per la gestione soste- nibile delle risorse naturali Una coppia di coltivatori viene filmata durante un’attività di manutenzione del territorio. Katoonarib, South Rupununi, Guyana (Foto: Andrea Borgarello) Donne indigene filmano le pratiche di gestione delle risorse naturali della propria comunità. Rupertee, North Rupununi, Guyana (Foto: Elisa Bignante) Infomobilità Emergenza e assistenza Tracking Manutenzione e diagnostica Flotte veicoli Costi e consumi

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EventiLunedì 8 dicembre 20144 Programmi & Progetti

La ricerca e sviluppo sem-brano essere naturalmente

connesse ad un’azienda che nel Dna ha lo sviluppo di soluzioni software innovative. Di sicuro l’innovazione è un tratto in-trinseco a Ssb Progetti (www.ssbprogetti.it), la società che opera sul mercato fin dagli inizi degli anni Ottanta, è membro del Polo di Innovazione Ict del-la Regione Piemonte fin dalla sua costituzione e investe circa il 20% del proprio fatturato in programmi di ricerca nazionali ed europei.Tra questi, la filiera dei pro-getti attinenti alla “smart mo-bility”, Autumn, Srtlocups, mCar, selezionati nell’ambito del Por 2007-13 del Piemonte e sostenuti dal Fondo Euro-

Il progetto si concluderà tra un anno, ma i primi risultati

ottenuti promettono già bene e l’utente di Internet potrebbe essere presto messo nelle con-dizioni di sapere perché i ser-vizi della Rete ogni tanto non funzionano come dovrebbero. Non solo, si potrà sapere esat-tamente a che livello delle di-verse infrastrutture si colloca il problema. È l’obiettivo del progetto eu-ropeo mPlane coordinato dal Politecnico di Torino e che vede all’opera 16 partner - tra istituzioni pubbliche e impor-tanti brand privati - di nove Paesi europei tra i quali, per l’Italia, Ssb Progetti. Perché Skype non va? Da che cosa dipende l’errore di con-nessione? Perché YouTube si vede male? “Il problema - spiega Luigi Magnanini, amministratore delegato di Ssb Progetti - può annidarsi in diversi punti del sistema. Il progetto intende realizzare un’infrastruttura di misura di Internet. Essa sarà costituita da sonde distribuite sulla Rete o ospitate su base volontaria sui computer e gli smartphone degli utenti, che raccoglieran-no i dati inviandoli a centri di raccolta dove sofisticati si-

Yarm è un sistema di gestione delle flotte di autoveicoli, in rete Grazie al progetto mPlane è possibile individuare i problemi

Mobilità digitale e connessa Perché la Rete non funziona?

peo di Sviluppo Regionale, dai quali stanno nascendo solu-zioni innovative per la gestio-ne dei veicoli tradizionali ed elettrici (www.ssbprogetti.it/ricerca_sviluppo).“Con Autumn - spiega l’am-ministratore delegato di Ssb Progetti, Luigi Magnanini -si è partiti con sviluppare gli strumenti e le tecnologie che consentano di integrare l’au-tomobile, i dispositivi mobili di chi si trova a bordo e il web. Da questo progetto e dagli altri che si sono sviluppati in conse-guenza, è nata una soluzione per la gestione operativa del-le flotte denominata Yarm. A bordo della vettura - prosegue Magnanini - il sistema consen-te di rilevare in tempo reale la

stemi di analisi riusciranno a individuare in questa mole di informazioni la causa del pro-blema”. Sarà uno strumento utile a più livelli: servirà ai provider per verificare come funziona la lo-ro rete, per esempio, ma anche alle autorità di vigilanza per controllare che la qualità dei servizi erogati corrisponda a quanto dichiarato.“Questa infrastruttura, inol-tre, sarà interoperabile - sot-tolinea Magnanini -, nel senso che chiunque potrà adottar-la. Si lavora, cioè, nell’ottica dell’open source”. Nell’ambito del programma di ricerca, Ssb

posizione e i parametri di fun-zionamento del veicolo e di tra-smettere tutte le informazioni al centro di gestione. Tutti i dati registrati sono conservati sul Cloud da dove il gestore della flotta mediante un semplice browser o il proprio smartpho-ne ne ha il pieno controllo in tempo reale: percorsi effettuati, consumi, autonomia della bat-teria, stile di guida, anomalie di funzionamento”.Yarm è un sistema estrema-mente utile per ogni azienda che debba gestire una flotta di autoveicoli per la propria atti-vità, ma anche per le società di car sharing o di noleggio che offrono l’uso dei veicoli ai pro-pri clienti (www.ssbprogetti.it/yarm). Con tale dispositivo, in-fatti, l’organizzatore della flotta ha gli strumenti per ottimiz-zare i costi, prevenire i guasti, programmare gli interventi di manutenzione e offrire servizi personalizzati ai propri utenti e ai propri clienti. Rispetto alle soluzioni oggi presenti sul mer-cato Yarm presenta elementi di maggior flessibilità e semplicità offerti dall’impiego dello smar-tphone e della logica plug&play che lo rendono adatto anche a realtà di piccole dimensioni come commercianti e artigiani.

Progetti “progetta le infra-strutture per la raccolta dati e per la sicurezza - spiega il manager -, trovando anche le soluzioni affinché la localizza-zione del problema non violi la privacy di chi sta usando i servizi di Internet e non iden-tifichi le informazioni che sta leggendo, scaricando, trattan-do”. Inoltre, in linea con la pro-pria mission di software house, Ssb Progetti ha il compito di ingegnerizzare e integrare le componenti software svilup-pate dagli altri partner. Per ulteriori informazioni consultare il sito Internet: www.ict-mplane.eu.

■■■ SSB PROGETTI / Soluzioni innovative per la gestione dei mezzi di trasporto ■■■ SSB PROGETTI / L’azienda collabora con 15 partner in 9 Paesi europei

esistono e sono già messe in pratica dalle comunità locali, ma nessuno chiede loro: ‘cosa fate per mantenere il vostro ambiente?’”. Generalmente politiche e progetti si limita-no a insegnare a monitorare l’ambiente. Questo progetto evidenzia invece l’importanza di valorizzare le pratiche loca-li già presenti, di condividerle e rafforzarle, dando loro visi-bilità”. Per favorire lo sviluppo delle soluzioni locali il progetto si affida allo strumento del vi-

■■■ UNI TORINO / Il progetto Cobra è nato nel 2011 da ricercatori universitari, organizzazioni ambientali e comunità indigene dell’Amazzonia

Soluzioni locali per sfide ambientali globalideo partecipativo. “Le comu-nità indigene girano video in cui si raccontano, espongono i propri problemi di sussi-stenza e presentano le solu-zioni che hanno trovato per affrontarli, in termini di pra-tiche agricole sostenibili, con-servazione delle risorse natu-rali, comunicazione e scambi con altre comunità, indivi-duando per ciascuna pratica indicatori di sostenibilità am-bientale ‘locali’. L’idea è che sviluppo e tutela ambientale debbano essere affrontati

congiuntamente, e che le so-luzioni non sempre proven-gono dall’esterno, spesso sono già presenti sul territorio e vengono praticate da secoli. I video girati vengono messi in circolazione e scambiati tra comunità nell’ottica di pro-muovere queste conoscenze e la diffusione degli indicatori e delle soluzioni locali adottate da ciascuna comunità”.Il lavoro di Cobra è consi-stito “nell’individuare con le comunità indigene indicatori per valutare e monitorare la sostenibilità ambientale delle proprie pratiche territoriali, portando questi indicatori e queste pratiche all’attenzione dei policy maker, dando così voce a gruppi che da secoli affrontano complesse sfide sociali e ambientali nella ge-stione dell’ambiente”, dichiara Elisa Bignante. E il progetto Cobra, che in tre anni ha coin-volto oltre 10 comunità indi-gene in sei Stati del Guiana Shield, elaborando specifiche proposte di policy basate su indicatori sviluppati su scala locale, sta elaborando nuovi scenari progettuali per conti-nuare il proprio operato “per-ché - come sottolinea Elisa Bi-gnante - le soluzioni esistono già tra le comunità indigene della foresta amazzonica, ma vanno condivise e vanno dati loro i mezzi per renderle più efficaci. Non abbiamo bisogno di nuove politiche, ma di nuo-vi sguardi, più attenti, al terri-torio e a chi lo abita”. Per maggiori informazioni: www.projectcobra.org.

Il video partecipativo permette di condividere le buone pratiche e di integrarle con le politiche ambientali

Il Progetto Cobra nasce nel 2011 da un’idea di un

gruppo interdisciplinare composto da ricercatori del-le università inglesi Royal Holloway e Open University, dell’Università di Torino e da centri di ricerca, ong e asso-ciazioni di base operanti in Europa e in America latina, nel Guiana Shield. “Il Guiana Shield (Massiccio della Guia-na) è una delle aree a più al-to contenuto di biodiversità

della Terra ed è compreso tra più Stati dell’America latina: Guyana, Guyana Francese, Suriname, Brasile, Colombia e Venezuela - spiega Elisa Bignante, ricercatrice di geo-grafia politica ed economica all’Università di Torino -. Ed è proprio in queste zone che è stato avviato il progetto Cobra, che prende il nome dalle tre parole chiave che ne ispirano l’operato: Commu-nity, Best practices, Resource

Adaptive management”. Il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea nell’am-bito del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico e si pro-pone di integrare politiche e interventi che affrontano sfi-de ambientali, economiche, politiche e sociali di gestione delle risorse naturali con so-luzioni locali che le comunità indigene della foresta amaz-zonica adottano abitualmente per gestire le proprie risorse naturali, favorendo la con-divisione di queste pratiche tra le diverse comunità della foresta.“Il Progetto Cobra analizza le politiche nazionali e interna-zionali che regolano la gestio-ne delle risorse naturali nella foresta amazzonica del Guia-na Shield, e cerca di com-prendere come queste dialo-ghino con le soluzioni locali introdotte a livello locale tra le comunità indigene. E mette in evidenza come il livello in-ternazionale sia ancora sordo alle sollecitazioni provenienti dalla scala locale - continua Elisa Bignante -. Molte solu-zioni per la gestione soste-nibile delle risorse naturali

Una coppia di coltivatori viene filmata durante un’attività di manutenzione del territorio. Katoonarib, South Rupununi, Guyana (Foto: Andrea Borgarello)

Donne indigene filmano le pratiche di gestione delle risorse naturali della propria comunità. Rupertee, North Rupununi, Guyana (Foto: Elisa Bignante)

Infomobilità Emergenza e assistenza

Tracking

Manutenzione e diagnostica

Flotte veicoli

Costi e consumi