Uni te 16marzo-comunicazione digitale e storytelling turistico

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Università degli Studi di Teramo Intervento di Marianna Colantoni Digital & Social Media Specialist [email protected] La comunicazione ai tempi dei Social Network

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La comunicazioneai tempi dei Social Network

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Marianna ColantoniIERI

Ho lavorato con importanti Web Agency come Zodiak Media Group e Dnsee Interactive Thinking dove gestivo clienti e progetti di sviluppo in Digital e Social Strategy per grandi aziende italiane ed internazionali.

OGGI

Mi occupo di Social Media Marketing per piccoli business con un cuore: aiuto freelance e piccoli imprenditori a raccontarsi online – non perché ormai “lo fanno tutti”, ma per ottenere dei risultati sensati. Del mio lavoro amo: approfondire, selezionare, appassionarmi.

Founder del progetto Taste Abruzzo, dove il sapore incontra la natura e food blogger di La Macchiarola.

Scrive per il magazine online “DotMug” per cui cura la rubrica “Food&Tech”.

Collabora con “Republic+Queen”, magazine specializzato in Comunicazione Digital, Mobile e Social Media e Wannabe Agency e Quid Novi Consulting per corsi di formazione in Web Marketing Turistico.

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Aprire la nostra attività ai social network è l'inizio di una nuova avventura: un nuovo terreno di gioco, nuove regole, nuovi ostacoli,

nuove strategie e nuovi obiettivi. Non è un dovere, ma un'opportunità per intercettare potenziali clienti, consolidare la fedeltà di quelli acquisiti, misurare umori e

bisogni della utenza alla quale si rivolge il nostro business

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I maialini all’Autogrill (è più complesso di come sembra)

Se ti occupi di comunicazione, di social media, di marketing, non puoi prescindere dal fatto che il mondo è pieno di cestoni con dentro maialini gommosi e che, forse non li capisci, ma altri li comprano. Forse quello che piace a te, che funziona per te, altri non lo capiscono.

Non dico che devi iniziare a occuparti di maialini, ma quanto meno tenere presente che esistono: il tuo approccio è uno su un milione, non puoi pretendere di parlare a tutti quelli che viaggiano in autostrada.

Quello che invece esiste è: capire quale risultato vuoi ottenere e poi lavorare duro per arrivarci.

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Perché non puoi parlare di ROI se lavori con i social media

Il concetto di ROI - Return On Investiment, è nato nell’ambito della Finanza di Progetto: prendi tutti i costi affrontati per produrre un bene e poi si calcola quanto ci si guadagna a venderlo in tot tempo. L’unità di misura dell’investimento e del ritorno è la stessa: i soldi.

1. La classica definizione di ROI non si applica al mondo del marketing in generale, e in particolare ai media, non solo a quelli social

!!!2. Prima di parlare di ROI e iniziare a misurare, fatti delle domande:

cosa sto cercando di fare? Generare una domanda o creare consapevolezza del mio brand?

Se ti dicono “dammi una garanzia che se spendo X in una campagna di social media marketing poi ci guadagno almeno la stessa cifra”, ti stanno facendo una richiesta sbagliata.

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Tre regole d’oro della comunicazione online

Riassunto: impegnati per costruire delle relazioni, sii generoso, misura ciò che fai. E non avere paura di cambiare direzione.

I numeri non contano, le relazioni si. Se nella tua vita fossi costretto a scegliere, preferiresti avere rapporti amichevoli con 100 persone oppure avere 10 persone che puoi davvero considerare tue amiche? Scommetto che la risposta che ti sei dato è la seconda.

La viralità non esiste. O se esiste, è in un mondo parallelo. Tu non sei Coca Cola, non ti importa di essere letto in tutto il mondo, anzi se ti succedesse sarebbe un guaio. Avresti un server / un’assistenza clienti in grado di sopportare tutto quel traffico? No. Allora smetti di escogitare trucchetti per diventare virale, e rifuggi dagli stregoni dell’internet che ti offrono i “10 modi per [inserire qui promessa altisonante]”. Pensa a come diventare utile agli altri piuttosto, non è più rilassante?

Misurare è fondamentale. Perché se i numeri non contano, le dimensioni invece sì (e qui non fraintendermi).

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Risultati che un social media manager può promettere ai suoi clienti

• Le persone scoprono che lavoro fai – a patto che tu glielo faccia vedere (vale specialmente per i lavori creativi e le startup)

• Le persone scoprono che cosa ti rende unico (vale specialmente per chi vende un prodotto molto diffuso e comune, come i beni alimentari)

• Le persone scoprono di che cosa ti stai occupando proprio in quel momento (vale specialmente per chi offre ciclicamente prodotti nuovi o stagionali – come le collezioni di uno stilista o i corsi di formazione)

• Chi già ti conosceva non si dimentica che esisti (vale specialmente per gli ecommerce, soprattutto se ospitati su altre piattaforme, come Etsy)

• Conosci delle persone che poi ti aiutano a fare meglio il tuo lavoro (vale per tutti: non riesco a pensare a qualcuno che non abbia bisogno di allargare la propria rete di contatti professionali)

• E più in generale: parli con i tuoi potenziali clienti. Se poi decideranno di diventare clienti oppure no, dipende da altri fattori – la reperibilità del prodotto, l’usabilità del sito, la bontà di ciò che offri, e così via.

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“Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare” tratto da “On The Road” di Jack Kerouc

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Dalla Beat Generation alla Generazione NOWNell’era dei social network abbiamo imparato a comunicare attraverso molteplici canali, ma abbiamo disimparato ad aspettare. Colpa (o merito, è da capire) del nostro nuovo modo di percepire il tempo, radicalmente mutato rispetto al passato proprio con l’avvento della rete e, in ultima istanza, delle connessioni mobili “always on”.

La natura paradossale del tempo vissuto sui social media e più in generale nella Rete: da un lato c’è il tempo scandito dall’urgenza, dove tutto accade nello stesso istante, contemporaneamente. Dall’altro abbiamo un tempo “fermo”, immobile, una fotografia del passato costituita da ciò che viene archiviato e che resta immutato, ricercabile.

Per le aziende tutto questo può essere una cosa negativa, quando ad esempio i loro “peccatucci” restano puntualmente documentati in rete e tornano a galla ogni volta che qualcuno va a rivangare errori passati.

Ma se è vero questo è vero anche il contrario.

I CONTENUTI DI QUALITA’ NON HANNO SCADENZA

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Era il marzo del 2013 quando Emma Coats, story artist e autrice che ha lavorato con Pixar, ha pubblicato su Twitter le 22 regole “segrete” che il colosso dell’animazione segue per scrivere storie indimenticabili. Oggi, a distanza di 2 anni, il trend di ricerca di chi si occupa di contenuto è ancora altissimo.

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“Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto.”!

tratto da Guy de Maupassant di Isaak Babel

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C’è stato un tempo in cui i pubblici erano target facilmente raggiungibili, i mercati erano porti sicuri dove attraccare e il consumo era una sorta di mare in cui si buttavano ami e si pescava con abbondanza. Quel tempo è finito per sempre.

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Se fino a qualche tempo fa i contenuti sono stati definiti, e a ragione, come fondamentali per l’affermazione di un’azienda, un brand, un prodotto, sulla rete, ora siamo all’esaltazione di questo concetto e, quindi, anche dell’aumento esponenziale della produzione di contenuti da parte degli attori della rete.

Bisogna quindi avere la capacità di emergere in questo mare di contenuti.

A questo punto chi può avere successo?

Chi sa coniugare, in un progetto di utilizzo del web, la propria capacità di analisi, le giuste conoscenze delle dinamiche della rete, dei suoi strumenti e dei suoi attori, con una capacità strategica e di verifica periodica dei risultati rivenienti dalla propria attività on line. Senza dimenticare la prontezza e la capacità di correggere la rotta, ove necessario.

L’importanza dei contenuti (e l’importanza di saper emergere)

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Lo storytelling come sfida

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Molte sono le linee guida – hard e soft – che le organizzazioni stanno attuando per rispondere a questa competizione narrativa, ma almeno tre nel campo della comunicazione e narrazione d’impresa, sembrano imprescindibili:

• L’accompagnamento dei pubblici in un viaggio

• La condivisione con le proprie audience di un destino

• Il ritorno alla comunità

Rispondere alla sfida della “narrability” significa quindi avere o imparare a sviluppare competenze specifiche ma anche predisporsi ad assumere una posizione esistenziale verso i pubblici.

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Lo Storytelling nel turismoNoi impariamo dalle storie, le storie ci emozionano, ci coinvolgono, ci aprono la mente, ci cambiano.

Vediamo ora cosa succede se proviamo a sostituire la parola “storie” con la parola “viaggi”:

Noi impariamo dai viaggi, i viaggi ci emozionano, ci coinvolgono, ci aprono la mente, ci cambiano.

Funziona!

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I viaggi sono storie.

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Nel marketing, lo storytelling non è una metodologia comunicativa nuova, anzi: nasce insieme alla pubblicità e si evolve con essa. Tuttavia, nella sua declinazione digitale e soprattutto applicato all’ambito turistico, lo storytelling acquista un’accezione diversa ed identifica un nuovo modo di comunicare in cui: !• la trama della narrazione si allontana dalla fiction pubblicitaria e si

spoglia dalle patinature per diventare racconto autentico, esperienziale, emozionale

• i protagonisti della narrazione non sono personaggi di fantasia né testimonial ma testimoni, persone vere che hanno realmente vissuto un’esperienza

• il racconto è liquido, diventa parte di una conversazione continua, si arricchisce dei contributi di chi vi partecipa, diventa una narrazione a più voci

• il racconto è costruito con elementi di linguaggi diversi (testi, foto, video) e su diverse piattaforme

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I Poteri della Narrazione

spingere ad un’azionecoinvolgere creare

identificazione+ +

Lo storytelling è un potente strumento di promozione turistica, sia nelle sue manifestazioni spontanee sia quando è messo in campo da destinazioni e operatori turistici nell’ambito di strategie di marketing.

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Può, quindi, una struttura turistica trarre vantaggio dallo storytelling?

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Storytelling I 6 comandamenti

1. Cominciare dall’offline!Le storie da raccontare e far

raccontare online, si costruiscono offline. !!

Prima di concentrarsi sulla comunicazione e sulla tecnologia,

l’ente che rappresenta la destinazione (Ente Regionale del Turismo, APT, Proloco, ecc.) o l’operatore turistico

privato deve concentrarsi sui contenuti di valore dell’accoglienza turistica, sull’esperienza vissuta onsite, sulle

relazioni face-to-face, sul contatto vero e non mediato con il territorio. !

!Nel far questo, è cruciale il

coinvolgimento di soggetti locali come “cantastorie” della destinazione:

residenti, artigiani, produttori di prodotti tipici, personaggi legati al territorio.

2. Raccontare quello che i depliant non dicono!

Uscire dagli stereotipi e raccontare al turista qualcosa che non sa, regalargli

il piacere della scoperta, lasciarlo sbirciare dietro le quinte: dargli

suggestioni ed ispirazioni piuttosto che informazioni e spiegazioni. In una

parola: dargli l’incipit per la sua storia.!!

3. Creare un hub!È necessario creare un hub per

raccogliere e convogliare le storie condivise in rete: blog post, foto,

update sui social network, recensioni online, commenti.

4. Usare varie piattaforme!Se il destination blog è un hub, gli spoke saranno le varie piattaforme

dove il racconto si snoda: Facebook, Twitter, Instagram

5. Stimolare gli User Generated Content!

I contenuti generati dal pubblico hanno un valore altissimo: sono la parola di

chi ha fatto esperienza diretta del territorio, è quindi percepita dagli altri

utenti come affidabile e credibile ed ha per questo una grande efficacia

comunicativa.

6. Essere costanti!Lo storytelling è un’attività quotidiana e costante, che non ammette soluzioni di continuità, pena perdere il lavoro fatto e le relazioni costruite. Il racconto deve

essere nutrito ogni giorno, le conversazioni non devono spegnersi mai e mettersi in modalità always on.

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Inspired Iceland

https://vimeo.com/12236680

Era il 20 marzo del 2010 quando la notizia dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull [nome impronunciabile, ci rinuncio] fece tremare mezzo mondo. !Ecco come rispose l’Islanda.

http://www.inspiredbyiceland.com/

IERI OGGI

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Valdirose B&B Quello che piace a Irene

http://www.valdirose.com/

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Fragole a Merenda da Food Blogger a un libro non solo di cucina

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https://vimeo.com/112911417

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https://www.youtube.com/watch?v=8hl8iHiGYLE

Hotels.com prenotare in mobilità “estrema”

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Scatti Golosi Alla scoperta delle biodiversità agricole

Scatti Golosi è un iniziativa che nasce dalla collaborazione tra Paesaggi d’Abruzzo, il GAL Majella Verde e la Scuola del Gusto Abruzzo per la valorizzazione delle biodiversità di produzioni tipiche locali. !Si raccontano le piccole attività agricole muniti di macchinetta fotografica e tanta curiosità e passione.

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Taste Abruzzo

http://www.tastefromabruzzo.com/

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Mi trovate nella redazione di Taste Abruzzo, dove il sapore incontra la natura

!sul blog

La Macchiarola !

oppure potete scrivermi [email protected]

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Grazie per l’attenzione e buon viaggio!