Una vita da amare, sempre · Sav, quel «salvagente» per mamme e bambini l Sav – Servizio...

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Sav, quel «salvagente» per mamme e bambini l Sav – Servizio accoglienza alla Vita (via Irma Bandiera 22) nasce nel 1978 come segno della Chiesa di Bologna, per accogliere la Vita e sostenere la maternità difficile. Si prefigge di realizzare interventi di aiuto morale, psicologico, economico e di sensibilizzare le persone e la comunità ad una cultura a favore della Vita. Diventa una Onlus nel 1999. Nel corso del 2017, al Centro d’Ascolto del Sav I sono stati effettuati 415 colloqui; 25 sono stati i casi seguiti in presenza di rischio di interruzione volontaria della gravidanza, di cui 22 hanno comportato il salvataggio del bambino; 15 sono stati i progetti Aiuto Vita (adozioni prenatali a distanza) e 5 i Regali Nascita (contributo economico ridotto destinato alle gestanti che hanno già beneficiato di un progetto Aiuto Vita per una precedente gravidanza); 871 sono stati gli appuntamenti al Servizio Guardaroba concessi alle famiglie assistite; 190 i corredini preparati dalle volontarie del Servizio (il 33% in più rispetto all’anno precedente); 1130 sono state le spese alimentari mensili per adulti e bambini erogate alle famiglie che hanno beneficiato di tale aiuto. L’accoglienza si è realizzata all’interno di 11 gruppi– appartamento; sono stati ospitati: 14 madri sole (di cui 1 donna gestante); 6 coppie di genitori (in cui 4 donne gestanti); 49 bambini (23 maschi e 26 femmine). All’interno del Sav, hanno operato 62 volontari suddivisi in gruppi di intervento diversificati fra le attività nella sede del Centro d’Ascolto, i gruppi–appartamento e il Laboratorio di via Murri. È possibile partecipare prestando servizio di volontariato, fornendo corredini, abiti per bambini e oggettistica neonatale, offrendo denaro (detraibile fiscalmente), devolvendo il «5 per mille» nella Dichiarazione dei redditi (Cod. Fisc. 92003180376) o sottoscrivendo un progetto Aiuto Vita. Info: tel. 051433473 o [email protected] Nato nel 1978 come segno della Chiesa di Bologna, per accogliere la vita e sostenere la maternità difficile, vuol sensibilizzare a una cultura a favore della vita Zuppi: «Nessun uomo deve essere ucciso, comprato, sfruttato, odiato» Pubblichiamo una sintesi dell’omelia che l’arcivescovo ha tenuto ieri pomeriggio al santuario di San Luca in occasione del pellegrinaggio diocesano nella Giornata per la vita DI MATTEO ZUPPI * iobbe, uomo dei dolori, ci aiuta a vedere i tanti sofferenti che cancelliamo e a confrontarci con la vita così come è. Deformati dal benessere, convinti di potere essere noi a decidere sempre le nostre condizioni, finiamo per confondere la vita con la vitalità, gli affanni, il possedere, l’acquistare e facciamo fatica ad affrontare la fragilità, vera condizione di ognuno di noi. Siamo segnati da quella che l’apostolo chiama la caducità, il nostro limite evidente molto più presente di quanto accettiamo. Cosa fare quando «La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba»? Giobbe amaramente constata come «I giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza». Non è fatalista. Noi diventiamo fatalisti, ci arrendiamo quando viviamo catturati dallo spazio e sappiamo così poco contare i nostri giorni, amministrare il tempo sfuggendo alla tentazione di credere che sia senza fine e sempre a disposizione. Tante opportunità non tornano e rimandare e o non fare significa togliere qualcosa agli altri. Quello di Giobbe è il grido dei malati, dei profughi in mazzo al mare o nei campi di raccolta, di tanti vecchi nella prigione della solitudine, delle notti interminabili del dolore. La loro sofferenza ci aiuta a comprendere anche la nostra vita, perché per certi ignorando loro finiamo per non vedere anche la nostra. Non stiamo bene evitando i problemi ma solo risolvendoli, anche se a costo di molto amore. Non c’è tempo da perdere. In questa Giornata per la vita consideriamo come «L’amore dà sempre vita». E possiamo dire anche il contrario: non c’è vita senza amore. Per questo dobbiamo amare tanto e investire tutta la vita della luce dell’amore. Amore non si confonde con i suoi tanti surrogati, fastidiosi, insopportabili a volte perché seducono e ingannano. Non c’è niente di peggio di un amore falso. Non possiamo mai abituarci a giornate senza amore, sciape o peggio segnate dal rancore, dalla diffidenza, dai giudizi! Gesù è l’amore: ci insegna cosa significa amare e ci affida il compito di testimoniarlo al mondo. Non possiamo farci prendere dalla ricerca esasperata di interessi personali o di parte, dalla logica dell’indifferenza che poi si trasforma nell’accanimento di Prometeo che pensa potere fare di tutto per sé! La vita non si divide! Non possiamo accettare come normali parole e giudizi di razza o le violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati dalla fragilità di tutti! «L’amore dà sempre vita», anche quando sembra non ce ne sia più. Non dobbiamo averne paura arrendendoci, anche quando la vita è solo un soffio, un lucignolo fumigante. Amare la vita è difendere la stanza del mondo, e farlo a partire da noi stessi, con serietà e continuità personale, anche se contro corrente o senza nessuna convenienza. Viviamo in maniera sobria nelle parole e nei comportamenti, perché vero che spesso di meno è di più. Non vogliamo assecondare le paure che fanno vedere nemici e complicano le soluzioni, perché «bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti». Amare la vita è cercare il bene comune che sarà tale se è davvero per tutti. Dobbiamo avere cura con continuità dei poveri e della difesa della vita. Sono due temi speculari, due facce della stessa medaglia. Non possiamo chiudere gli occhi su uno dei due aspetti. «Un bambino nel grembo materno e un clochard, un migrante e una schiava della prostituzione hanno la stessa necessità di essere difesi nella loro incalpestabile dignità personale e di essere liberati dalla schiavitù del commercio del corpo umano, dall’affermazione di una tecno scienza pervasiva e dalla diffusione di una mentalità nichilista e consumista». Il cardinale Bassetti ha ricordato a tutti come la vita non si uccide, non si compra, non si sfrutta e non si odia! Il mondo è il «libro» dove possiamo vedere la luce di Cristo e rifletterla noi con il nostro amore. Amiamo la vita con tutto noi stessi. «Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite: egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome». Signore ogni uomo è conosciuto per nome da te. Insegnaci ad aiutare gli altri, a pregare, a comunicare il tuo amore per trovare la nostra gioia e la nostra forza. * arcivescovo G Incontro in Seminario ggi pomeriggio, in occasione della 40ma «Giornata per la Vita», si terrà al Seminario arcivescovile (piazzale Bacchelli 4) un incontro sul tema «Il vangelo della vita gioia per il mondo», organizzato da Azione cattolica, Fondazione don Mario Campidori, Seminario arcivescovile, Centro G.P. Dore, Associazione Famiglie per l’Accoglienza, Amber, Centro Volontari della Sofferenza, Associazione Papa Giovanni XXIII, Servizio Accoglienza alla Vita (Sav) e Movimento per la Vita. Il ritrovo alle ore 16.30; alle 17 lettura del messaggio dei vescovi per la Giornata per la Vita; alle 17.15 «La corsa del padre» (Lc15,11–32), Marco Tibaldi; alle 17.45 testimonianze dei giovani; alle 18.30 confronto e comunicazioni; alle 19 recita del Vespro; alle 19.45 cena. O oggi Una vita da amare, sempre DI CHIARA UNGUENDOLI a sfida che abbiamo cominciato ad affrontare nello scorso anno e che intendiamo proseguire con determinazione è una piena e corretta applicazione, nel nostro territorio, della legge 194, diventata celebre per aver legalizzato l’interruzione di gravidanza, ma che in realtà presenta l’aborto come una “extrema ratio” che occorre prevenire e cercare di evitare». Maria Vittoria Gualandi, presidente del Servizio accoglienza alla Vita di Bologna, descrive così il principale impegno che ha caratterizzato il lavoro del Sav nel 2017. «Anche nello scorso anno, la nostra attività ha messo in rilievo che oltre la metà delle interruzioni di gravidanza possono essere evitate, se si dà alla donna e alla famiglia un aiuto concreto e immediato – prosegue Gualandi – anche perché i motivi dell’aborto sono nella maggior parte dei casi economici. Per questo abbiamo lavorato intensamente con le istituzioni e soprattutto con l’Ausl: vogliamo avere dati precisi, che incredibilmente invece non ci sono, e sapere se si ottempera a quanto prescritto dalla legge: che cioè alla donna venga indicata la possibilità di chiedere aiuto ad associazioni sociali e di volontariato, come noi, per evitare di abortire. E per fortuna abbiamo una buona collaborazione. Anche da parte degli enti pubblici, infatti, si sta cominciando a capire che l’aborto, oltre ad essere una ferita inguaribile a livello fisico e psicologico per la donna, è anche un grave danno per tutta la società, e bisogna cercare di evitarlo». Gualandi ricorda anche che «se il numero di aborti appare ufficialmente in calo è anche a causa dell’uso sempre più forte di pillole abortive, che non appaiono nelle statistiche. Strumenti che lasciano la donna completamente sola e spesso hanno anche conseguenze significative sulla successiva fertilità». Riguardo al numero e alla nazionalità delle donne che lo scorso anno hanno chiesto aiuto al Sav, la presidente spiega che «i numeri sono abbastanza stabili; per la provenienza invece, diminuiscono le straniere e aumentano le italiane». Altissimi, come sempre, i numeri degli accessi al Banco alimentare, al Guardaroba e alla fornitura di Corredini per neonati: «molti ormai si rivolgono a noi anche da fuori Bologna – dice Gualandi – da tutta la Città metropolitana e anche dalle zone di montagna». Quanto agli appartamenti che il Sav gestisce, «sono stati sempre pieni nel 2017 – spiega – e c’è anche una lunga lista d’attesa. Avremmo bisogno quindi di altri luoghi di ospitalità». Negli appartamenti «la quasi totalità degli ospiti (donne in gravidanza o con bambini piccoli e famiglie) sono stranieri. Ma i casi più gravi sono coloro che da tempo sono in carico ai Servizi sociali e si “trasmettono” i problemi “di padre in figlio”». Le persone ospitate negli appartamenti sono seguite con assiduità dagli operatori del Sav, anche durante l’estate «per i bambini infatti – ricorda la presidente – nel periodo in cui non vanno a scuola, vengono programmate attività ludiche, in piscina soprattutto ma anche al mare». E infine ci sono i Progetti «Aiuto vita» che sostengono ognuno una donna che altrimenti interromperebbe la gravidanza: «vengono da privati e da parrocchie, sono sempre numerosi e ci danno un grande sostegno» sottolinea Gualandi. Ma la cosa più importante, conclude la presidente del Sav, è che «si cominciano finalmente a capire la gravità e gli effetti devstanti dell’interruzione di gravidanza, per la donna e per tutti. Non è e non può essere un semplice contraccettivo, come del resto la legge 194 chiaramente afferma! Perciò è davvero necessario, e ora pare possibile, lavorare tutti insieme per prevenirla». L « Il logo del Sav www.bo7.it Pagine a cura del Centro Servizi Generali dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.707 - 051 64.80.755 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 58 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30) la traccia e il segno l brano del Libro di Giobbe proposto oggi riporta uno dei lamenti più strug- genti, in cui il protagonista segnala gli effetti interiori delle ferite della vi- ta: «La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza». Anche l’educatore può essere chiamato ad accompagnare le persone nei momenti di difficoltà, facendo appello alla loro capacità di resilienza, ma il Van- gelo ci offre uno spunto ancora più profondo sul piano pedagogico: Gesù guarisce la suocera di Pietro e lei subito si mette a servirli. Non potendo guarire in modo miracoloso le ferite del corpo e dell’ani- ma, l’educatore può non solo accompagnare le persone con la sua vicinanza amorevole, ma anche aiutarle a canalizzare diversamente energie e attenzioni: impegnarsi per aiutare altri che si trovano nel bisogno e vivono ferite della vita più profonde delle nostre, può esse- re,oltre che un modo di onorare il comandamento dell’amore, anche un modo per stare meglio ed imparare a dare il giusto peso ai nostri pro- blemi. In fondo nessuno degli eventi, per quanto drammatici, che ci pos- sono accadere, è tale da pregiudicare il nostro vero bene, cioè l’amore di Dio per noi. Aiutare una persona, sul piano educativo, a guarire le ferite della vita significa dunque prima di tutto far sentire la nostra vicinanza, perché l’amore ha un potere sanante. Ma anche aiutarla a guardare oltre il peso delle proprie fatiche, perché possiamo sempre aiutare altre perso- ne e questo ci fa riscoprire una gioia interiore che guarisce molte ferite. Andrea Porcarelli I Il servizio che guarisce le ferite Pedrazzi, la sua vita in un video inedito Verso la Giornata degli ammalati L’opera delle coop nei paesi poveri a pagina 3 a pagina 2 a pagina 4 Domenica, 4 febbraio 2018 Numero 5 – Supplemento al numero odierno di Avvenire Contro l’aborto un impegno che va condiviso

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Sav, quel «salvagente» per mamme e bambini

l Sav – Servizio accoglienza allaVita (via Irma Bandiera 22) nascenel 1978 come segno della

Chiesa di Bologna, per accogliere laVita e sostenere la maternità difficile.Si prefigge di realizzare interventi diaiuto morale, psicologico,economico e di sensibilizzare lepersone e la comunità ad unacultura a favore della Vita. Diventauna Onlus nel 1999. Nel corso del2017, al Centro d’Ascolto del Sav

I

sono stati effettuati 415 colloqui; 25sono stati i casi seguiti in presenzadi rischio di interruzione volontariadella gravidanza, di cui 22 hannocomportato il salvataggio delbambino; 15 sono stati i progettiAiuto Vita (adozioni prenatali adistanza) e 5 i Regali Nascita(contributo economico ridottodestinato alle gestanti che hanno giàbeneficiato di un progetto Aiuto Vitaper una precedente gravidanza); 871sono stati gli appuntamenti alServizio Guardaroba concessi allefamiglie assistite; 190 i corredinipreparati dalle volontarie delServizio (il 33% in più rispettoall’anno precedente); 1130 sonostate le spese alimentari mensili peradulti e bambini erogate allefamiglie che hanno beneficiato ditale aiuto. L’accoglienza si è

realizzata all’interno di 11 gruppi–appartamento; sono stati ospitati:14 madri sole (di cui 1 donnagestante); 6 coppie di genitori (incui 4 donne gestanti); 49 bambini(23 maschi e 26 femmine).All’interno del Sav, hanno operato62 volontari suddivisi in gruppi diintervento diversificati fra le attivitànella sede del Centro d’Ascolto, igruppi–appartamento e ilLaboratorio di via Murri. È possibilepartecipare prestando servizio divolontariato, fornendo corredini,abiti per bambini e oggettisticaneonatale, offrendo denaro(detraibile fiscalmente), devolvendoil «5 per mille» nella Dichiarazionedei redditi (Cod. Fisc.92003180376) o sottoscrivendo unprogetto Aiuto Vita. Info: tel.051433473 o [email protected]

Nato nel 1978 come segnodella Chiesa di Bologna, peraccogliere la vita e sostenerela maternità difficile, vuol sensibilizzare a unacultura a favore della vita

Zuppi: «Nessun uomo deve essere ucciso, comprato, sfruttato, odiato»

Pubblichiamo una sintesi dell’omeliache l’arcivescovo ha tenuto ieripomeriggio al santuario di San Luca inoccasione del pellegrinaggio diocesanonella Giornata per la vita

DI MATTEO ZUPPI *

iobbe, uomo dei dolori, ciaiuta a vedere i tantisofferenti che cancelliamo e

a confrontarci con la vita così comeè. Deformati dal benessere, convintidi potere essere noi a decideresempre le nostre condizioni,finiamo per confondere la vita conla vitalità, gli affanni, il possedere,l’acquistare e facciamo fatica adaffrontare la fragilità, veracondizione di ognuno di noi.Siamo segnati da quella chel’apostolo chiama la caducità, ilnostro limite evidente molto piùpresente di quanto accettiamo.Cosa fare quando «La notte si falunga e sono stanco di rigirarmifino all’alba»? Giobbe amaramente

constata come «I giorni scorronopiù veloci d’una spola, svanisconosenza un filo di speranza». Non èfatalista. Noi diventiamo fatalisti, ciarrendiamo quando viviamocatturati dallo spazio e sappiamocosì poco contare i nostri giorni,amministrare il tempo sfuggendoalla tentazione di credere che siasenza fine e sempre a disposizione.Tante opportunità non tornano erimandare e o non fare significatogliere qualcosa agli altri. Quellodi Giobbe è il grido dei malati, deiprofughi in mazzo al mare o neicampi di raccolta, di tanti vecchinella prigione della solitudine, dellenotti interminabili del dolore. Laloro sofferenza ci aiuta acomprendere anche la nostra vita,perché per certi ignorando lorofiniamo per non vedere anche lanostra. Non stiamo bene evitando iproblemi ma solo risolvendoli,anche se a costo di molto amore.Non c’è tempo da perdere. Inquesta Giornata per la vitaconsideriamo come «L’amore dà

sempre vita». E possiamo direanche il contrario: non c’è vitasenza amore. Per questo dobbiamoamare tanto e investire tutta la vitadella luce dell’amore. Amore non siconfonde con i suoi tanti surrogati,fastidiosi, insopportabili a volteperché seducono e ingannano. Nonc’è niente di peggio di un amorefalso. Non possiamo mai abituarcia giornate senza amore, sciape opeggio segnate dal rancore, dalladiffidenza, dai giudizi! Gesù èl’amore: ci insegna cosa significaamare e ci affida il compito ditestimoniarlo al mondo. Nonpossiamo farci prendere dallaricerca esasperata di interessipersonali o di parte, dalla logicadell’indifferenza che poi sitrasforma nell’accanimento diPrometeo che pensa potere fare ditutto per sé! La vita non si divide!Non possiamo accettare comenormali parole e giudizi di razza ole violenze contro la vita deibambini sin dal concepimento edegli anziani segnati dalla fragilità

di tutti! «L’amore dà sempre vita»,anche quando sembra non ce ne siapiù. Non dobbiamo averne pauraarrendendoci, anche quando la vitaè solo un soffio, un lucignolofumigante. Amare la vita èdifendere la stanza del mondo, efarlo a partire da noi stessi, conserietà e continuità personale,anche se contro corrente o senzanessuna convenienza. Viviamo inmaniera sobria nelle parole e neicomportamenti, perché vero chespesso di meno è di più. Nonvogliamo assecondare le paure chefanno vedere nemici e complicanole soluzioni, perché «bisogna esserecoscienti che quando si soffia sulfuoco le scintille possono volarelontano e infiammare la casacomune, la casa di tutti». Amare lavita è cercare il bene comune chesarà tale se è davvero per tutti.Dobbiamo avere cura concontinuità dei poveri e della difesadella vita. Sono due temi speculari,due facce della stessa medaglia.Non possiamo chiudere gli occhi su

uno dei due aspetti. «Un bambinonel grembo materno e un clochard,un migrante e una schiava dellaprostituzione hanno la stessanecessità di essere difesi nella loroincalpestabile dignità personale e diessere liberati dalla schiavitù delcommercio del corpo umano,dall’affermazione di una tecnoscienza pervasiva e dalla diffusionedi una mentalità nichilista econsumista». Il cardinale Bassetti haricordato a tutti come la vita non siuccide, non si compra, non sisfrutta e non si odia! Il mondo è il«libro» dove possiamo vedere laluce di Cristo e rifletterla noi con ilnostro amore. Amiamo la vita contutto noi stessi. «Il Signore risana icuori affranti e fascia le loro ferite:egli conta il numero delle stelle echiama ciascuna per nome».Signore ogni uomo è conosciutoper nome da te. Insegnaci ad aiutaregli altri, a pregare, a comunicare iltuo amore per trovare la nostragioia e la nostra forza.

* arcivescovo

G

Incontro in Seminarioggi pomeriggio, in occasionedella 40ma «Giornata per la

Vita», si terrà al Seminarioarcivescovile (piazzale Bacchelli 4) unincontro sul tema «Il vangelo dellavita gioia per il mondo», organizzatoda Azione cattolica, Fondazione donMario Campidori, Seminarioarcivescovile, Centro G.P. Dore,Associazione Famiglie perl’Accoglienza, Amber, CentroVolontari della Sofferenza,Associazione Papa Giovanni XXIII,Servizio Accoglienza alla Vita (Sav) eMovimento per la Vita. Il ritrovo alleore 16.30; alle 17 lettura delmessaggio dei vescovi per la Giornataper la Vita; alle 17.15 «La corsa delpadre» (Lc15,11–32), Marco Tibaldi;alle 17.45 testimonianze deigiovani; alle 18.30 confronto ecomunicazioni; alle 19 recita delVespro; alle 19.45 cena.

O

oggi

Una vita da amare, sempre

DI CHIARA UNGUENDOLI

a sfida che abbiamocominciato ad affrontarenello scorso anno e che

intendiamo proseguire condeterminazione è una piena e correttaapplicazione, nel nostro territorio,della legge 194, diventata celebre peraver legalizzato l’interruzione digravidanza, ma che in realtà presental’aborto come una “extrema ratio” cheoccorre prevenire e cercare di evitare».Maria Vittoria Gualandi, presidentedel Servizio accoglienza alla Vita diBologna, descrive così il principaleimpegno che ha caratterizzato illavoro del Sav nel 2017. «Anche nelloscorso anno, la nostra attività hamesso in rilievo che oltre la metà delleinterruzioni di gravidanza possonoessere evitate, se si dà alla donna e allafamiglia un aiuto concreto eimmediato – prosegue Gualandi –anche perché i motivi dell’aborto sononella maggior parte dei casieconomici. Per questo abbiamolavorato intensamente con leistituzioni e soprattutto con l’Ausl:vogliamo avere dati precisi, cheincredibilmente invece non ci sono, esapere se si ottempera a quantoprescritto dalla legge: che cioè alladonna venga indicata la possibilità dichiedere aiuto ad associazioni sociali edi volontariato, come noi, per evitaredi abortire. E per fortuna abbiamo unabuona collaborazione. Anche da partedegli enti pubblici, infatti, si stacominciando a capire che l’aborto,oltre ad essere una ferita inguaribile alivello fisico e psicologico per ladonna, è anche un grave danno pertutta la società, e bisogna cercare dievitarlo». Gualandi ricorda anche che«se il numero di aborti appareufficialmente in calo è anche a causadell’uso sempre più forte di pilloleabortive, che non appaiono nellestatistiche. Strumenti che lasciano ladonna completamente sola e spessohanno anche conseguenzesignificative sulla successiva fertilità».Riguardo al numero e alla nazionalitàdelle donne che lo scorso anno hannochiesto aiuto al Sav, la presidentespiega che «i numeri sono abbastanzastabili; per la provenienza invece,diminuiscono le straniere eaumentano le italiane». Altissimi,come sempre, i numeri degli accessi alBanco alimentare, al Guardaroba ealla fornitura di Corredini per neonati:«molti ormai si rivolgono a noi ancheda fuori Bologna – dice Gualandi – datutta la Città metropolitana e anchedalle zone di montagna». Quanto agliappartamenti che il Sav gestisce, «sonostati sempre pieni nel 2017 – spiega –e c’è anche una lunga lista d’attesa.Avremmo bisogno quindi di altriluoghi di ospitalità». Negliappartamenti «la quasi totalità degliospiti (donne in gravidanza o conbambini piccoli e famiglie) sonostranieri. Ma i casi più gravi sonocoloro che da tempo sono in carico aiServizi sociali e si “trasmettono” iproblemi “di padre in figlio”». Lepersone ospitate negli appartamentisono seguite con assiduità daglioperatori del Sav, anche durantel’estate «per i bambini infatti – ricordala presidente – nel periodo in cui nonvanno a scuola, vengonoprogrammate attività ludiche, inpiscina soprattutto ma anche al mare».E infine ci sono i Progetti «Aiuto vita»che sostengono ognuno una donnache altrimenti interromperebbe lagravidanza: «vengono da privati e daparrocchie, sono sempre numerosi e cidanno un grande sostegno» sottolineaGualandi. Ma la cosa più importante,conclude la presidente del Sav, è che«si cominciano finalmente a capire lagravità e gli effetti devstantidell’interruzione di gravidanza, per ladonna e per tutti. Non è e non puòessere un semplice contraccettivo,come del resto la legge 194chiaramente afferma! Perciò è davveronecessario, e ora pare possibile,lavorare tutti insieme per prevenirla».

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la traccia e il segno

l brano del Libro di Giobbe proposto oggi riporta uno dei lamenti più strug-genti, in cui il protagonista segnala gli effetti interiori delle ferite della vi-

ta: «La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. I miei giorniscorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza». Anche

l’educatore può essere chiamato ad accompagnare le persone nei momentidi difficoltà, facendo appello alla loro capacità di resilienza, ma il Van-

gelo ci offre uno spunto ancora più profondo sul piano pedagogico:Gesù guarisce la suocera di Pietro e lei subito si mette a servirli. Nonpotendo guarire in modo miracoloso le ferite del corpo e dell’ani-ma, l’educatore può non solo accompagnare le persone con la suavicinanza amorevole, ma anche aiutarle a canalizzare diversamente

energie e attenzioni: impegnarsi per aiutare altri che si trovano nelbisogno e vivono ferite della vita più profonde delle nostre, può esse-re,oltre che un modo di onorare il comandamento dell’amore, anche

un modo per stare meglio ed imparare a dare il giusto peso ai nostri pro-blemi. In fondo nessuno degli eventi, per quanto drammatici, che ci pos-sono accadere, è tale da pregiudicare il nostro vero bene, cioè l’amore diDio per noi. Aiutare una persona, sul piano educativo, a guarire le feritedella vita significa dunque prima di tutto far sentire la nostra vicinanza,perché l’amore ha un potere sanante. Ma anche aiutarla a guardare oltreil peso delle proprie fatiche, perché possiamo sempre aiutare altre perso-

ne e questo ci fa riscoprire una gioia interiore che guarisce molte ferite.Andrea Porcarelli

I

Il servizio che guarisce le ferite

Pedrazzi, la sua vitain un video inedito

Verso la Giornatadegli ammalati

L’opera delle coopnei paesi poveri

a pagina 3

a pagina 2

a pagina 4Domenica, 4 febbraio 2018 Numero 5 – Supplemento al numero odierno di Avvenire

Contro l’abortoun impegnoche va condiviso

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infine a poco più di un’ora. SnS,rivista online attenta alla chiesa e allacittà di Bologna, prosegue così il suopercorso di tracciare la memoria dellacittà attraverso le parole e le vite dialcuni protagonisti. Finora sono state realizzate video–interviste a Francesco Berti ArnoaldiVeli, avvocato e partigiano, amonsignor Giovanni Catti, educatoree biblista e a Giancarla Codrignani,insegnante, deputata, scrittrice.Il pensiero di parlare a due ragazziniinteressati alla sua vicenda lo rallegrae gli infonde quell’energia che per

alcuni pomeriggi lo ha vistoripercorrere la sua vita nei dettagli piùfamiliari e nelle grandi vicende di cuifu partecipe e protagonista.Luigi Pedrazzi inizia a parlare dellasua vita, dell’infanzia in Sudamerica,della famiglia, dell’educazione che glivenne impartita, quindi del ritornonell’Italia fascista, degli studi al LiceoGalvani e del primo impegno politicoche coincise con il dissenso dalfascismo imperante. Racconta poi glistudi a Napoli con Benedetto Croce efinalmente l’avventura del Mulino. Il suo racconto attraversa mezzo

secolo di storia d’Italia, a fianco deiprotagonisti, quando non èprotagonista lui stesso. Riviviamo nelle sue parole la temperiepolitica delle prime opposizioni alfascismo, della costruzione dell’Italiademocratica attraverso il ricordovivissimo del suo lavoro in qualità dicollaboratore di Giuseppe Dossetti inConsiglio comunale a Bologna, letestimonianze di prima mano, datestimone oculare, di vicendepressoché sconosciute. Tra queste specialmente stava a cuorea Pedrazzi illuminare i rapporti poco

Fter, quei presbiteri «fratelli e padri»Aggiornamento e incontri per il clero

DI ANNA GRATTAROLA *

arà presentata mercoledì 7febbraio all’Archiginnasio lavideointervista a Luigi Predrazzi

promossa dalla rivista on line«Sostenere non sopportare» (SnS).Alle 16.30 nella Sala dello StabatMater ne parleranno AlessandraDeoriti per la redazione di SnS,Giuseppe Lovato, dell’associazione «IlMulino» e Valter Vitali, sindaco diBologna negli anni in cui Pedrazzi fuvicesindaco. Nella primavera del 2016, LuigiPedrazzi, nato nel 1927, fondatoredella rivista «Il Mulino», vicesindacodal 1995 al 1999, non più in buonasalute, accetta con entusiasmo diraccontarsi a due giovanissimistudenti del liceo Minghetti,appassionati di cinema e interessatialla politica, che filmano per SnSl’intervista, del tutto gratuitamente,per il puro piacere della conoscenza;ritengono questo loro volontariato eun’opportunità e realizzano circa dieciore di filmato, poi ridotte a due ore ed

Snoti o del tutto sconosciuti, neldopoguerra, tra Vaticano e PartitoComunista, attraverso la relazione trapersone che, se furono certamenteavversari, anche aspri, non furonoperò nemici e sempre comunque unitidall’ideale del bene comune.Ora questa video–intervista è pronta,questo patrimonio di memorie è statodistillato in poco più di un’ora diregistrazione e con l’emozione el’amarezza di non poterlo fare insiemecon il protagonista scomparso il 27giugno scorso. Autore di numerosi libri, docenteuniversitario e politologo LuigiPedrazzi è stato anche giornalista: giàcaporedattore di «Bologna Sette»,inserto bolognese domenicale di«Avvenire», Pedrazzi negli annisettanta fondò insieme a Gorrieri ilquotidiano d’opinione politica «IlFoglio». Negli anni novanta, poi, è statoeditorialista de «Il Giorno» e dal 2004è stato editorialista per «il Domani diBologna».

* redazione di «Essenonesse»

ratelli e padri.L’autorità profeticae pastorale del

ministero ordinato e lasoggettività attiva deicredenti nella Chiesa». E’ iltitolo della mattinata distudio che la Facoltàteologica dell’EmiliaRomagna ha proposto,giovedì scorso, per rifletteresul rapporto tra il ministeroordinato e le altre vocazioninella vita della Chiesa. «Ilpunto di partenza – hadetto mosnignor ErioCastellucci, arcivescovo diModena–Nonantola – è laconsapevolezza che laChiesa esiste perchè c’è ilSignore che sta agendo, staradunando la comunità conla Parola, con l’Eucaristia,con la fraternità. Per questoil ruolo del ministroordinato è chiaro: colui chericorda Cristo che haradunato la Chiesa. Non èsopra la Chiesa, è proprio alservizio della Chiesa.Ormai si è superata questaidea del prete, del vescovo,che sta sopra, che ha unasuperiorità. Il loro compitoè quello di essere“ministri”; un termine cheviene da “minus” cioè “farsimeno”, mettersi al servizio,essere come Gesù. In pocheparole i sacerdoti sonocoloro che dedicanocompletamente la vitaall’edificazione dellacomunità». Alla mattinata èintervenuto anche ildomenicano padre Guido

Bendinelli, già preside dellaFacoltà teologica dell’EmiliaRomagna: «Il miocontributo proviene da dueimportantissimi testimonidel cristianesimo: Originedi Alessandria e Agostino. Ilservizio che essi intendonoprestare ancora alla Chiesadei nostri tempi è mostrarele rilevanze che il ministeroordinato ha svolto nelleChiese primitive esoprattutto tramite lapredicazione, l’attivitàmagisteriale e la caritàpastorale, oltre ben inteso ilservizio prestato nellacelebrazione sacramentale».«Le comunità cristianeprimitive – ha spiegatoancora padre Bendinelli –sono state aiutate asalvaguardare e acomprendere la pienezzadel mistero rivelato proprioattraverso l’impegnodidattico e magisteriale chequesti primi presbiterihanno svolto, anticipandoper certi versi quello che nelfuturo della vita ecclesialesaranno i luoghi di studio.Al tempo stesso questipresbiteri hanno anticipatouna grande verità: ilministero ordinato è legatoessenzialmente alla cura,all’attenzione nei confrontidei poveri, degli umili, deibambini, delle donne. Susponde diverse Origene eAgostino hanno consegnatoquesto grandeinsegnamento alla Chiesadi tutti i tempi».

Tra le iniziative a brevescadenza della Fterricordiamo il tradizionaleincontro del «Giovedì dopole ceneri», che quest’annocadrà il 15 febbraio e avràcome tema «Annunciare larisurrezione di Cristo, deicredenti, del creato». Apartire dalle ore 10 nell’Aulamagna del seminario sialterneranno mosignorErmenegildo Manicardi,docente di Sacra Scritturapresso la PontificiaUniversità Gregoriana,rettore dell’Almo CollegioCapranica (riflessionebiblica) e don BrunoBignami, vicedirettoredell’Ufficio Nazionale Ceiper i problemi sociali e illavoro, docente di Teologiamorale presso lo StudioTeologico di Lodi(riflessione pastorale).L’evento è promosso dalDipartimento di teologiadell’evangelizzazione edalla Chiesa di Bologna edè pensato come momentoper la formazionepermanente del clero.Nel mese di giugno invece,esattamente mercoledì 6 egiovedì 7, si svolgeràl’Aggiornamento teologicopresbiteri sul tema genrale:«Ecologia e giustizia sociale.Nel solco dell’enciclica“Laudato si’”». Maggioridettagli saranno disponibilidopo le Ceneri e caricatidirettamente sul sito dellafacoltà www.fter.it

Luca Tentori

Qui sopra monsignor Salvatore Baviera. Asinistra alcuni sacerdoti durante unacelebrazione.

oggi

Ronzano, apre la Casaper minori stranieri

arà inaugurata oggi alle 10nell’Eremo di Ronzano (via di

Gaibola 18) la Comunità per minoristranieri non accompagnati «CasaAbba», voluta dai frati Servi diMaria che reggono l’eremo e dalladiocesi. Interverranno l’arcivescovoMatteo Zuppi, padre Pietro,Provinciale dei Servi di Maria, unarappresentanza dell’associazione«Amici del Sidamo in missioneonlus» e il presidente dellaCooperativa DoMani che gestisce laCasa. Alle 11 Messa; alle 13 pranzo;alle 15 presentazione dei ragazzidella Comunità e piccolospettacolo. «La nostra cooperativaè nata nell’ambito salesiano,dall’associazione “Amici delSidamo” – spiega il legalerappresentante della DoManiAngelo Dattilo –. Nella Casa diRonzano accogliamo attualmente10 minori stranieri nonaccompagnati, ma ne potremoaccogliere fino a 25. Sono ragazzifra i 15 e i 18 anni, che attalmentevengono da Albania, Gambia,Nuova Guinea, Pakistan e Somalia.Hanno già attraversato un periododi Prima accoglienza e ora stannostudiando con impegno l’italiano,con corsi interni e anche nellaScuola della parrocchia di SantaTeresa del Bambino Gesù. Poiaccederanno ai corsi perconseguire la Licenza media,presso gli enti accreditati, e poi aquelli professionali, incollaborazione con i Salesiani». «Lanostra è una comunità di tipofamiliare, ma con uno scopoeducativo – dice sempre Dattilo – equindi cerchiamo di formare iragazzi a una vita comune conprecise regole (pulizia, pastiinsieme, eccetera) perché sappianoautogestirsi e anche rapportarsiagli altri». (C.U.)

S

Presentazioneufficialedell’ultimaintervistarealizzata al professore e politico

Pedrazzi: la mia vitaAutoritratto inedito

Una riunione a «Il Mulino» negli anni sessanta. Al centro Luigi Pedrazzi

hi meglio dell’Istituto per la Storiadi Bologna, che lo ha avuto comepresidente, in collaborazione con il

Centro studi Baruffaldi di Cento, delquale monsignor Salvatore («Rino»)Baviera è stato fondatore e magna pars,poteva attuare una giornata in ricordo e,insieme, in onore di lui? Una giornata bis,quella di Bologna, visto che iniziativaanaloga era stata già tenuta a Cento.Venuta all’indomani della scomparsa diAlessandro Albertazzi, che fino all’ultimosi è impegnato per il Centro Baruffaldi, lagiornata ha visto succedersi interventidiversi e complementari, che, senzapretendere di esaurire quanto ci sarebbestato da dire, hanno però messo in lucealcuni elementi, meritevoli certo diadeguati sviluppi, di monsignor Baviera.Dagli studi di storia della Chiesa, nelraffronto fra i testi di un tempo (anniTrenta) e la metodologia odierna

(monsignor Maurizio Tagliaferri), al temafondamentale, nella sua biografia,dell’arte e della teologia (trattatomagistralmente dal domenicano padreMarco Rainini , con indicazioniilluminanti); dall’impegno dispiegato damonsignor Baviera per le arti nella storia(a cominciare da quella di Cento, che nonè certo solo arte locale; basti pensare alGuercino); con recupero e restauro diedifici; ma, prima di tutto, con lacomprensione della straordinariaricchezza artistica delle nostre chiese;iniziando dalla riscoperta della figuraopera del cardinale Lambertini, poi papaBenedetto XIV, negli anni Ottanta(trattazione documentata ed entusiastadella professoressa Donatella BiagiMaino); all’azione più propriamentespirituale e pastorale, nella sua San Biagio,per decenni (tema illustrato, conmolteplici esempi, da Tiziana Contri).

Perché Baviera era, come ha ricordatofermamente Mario Fanti, suocollaboratore fin dall’arrivo di lui allaparrocchia di Cento, prima di tutto (e nonsuoni una «diminutio») un sacerdote, benconvinto della propria scelta e relativeresponsabilità. Un prete che, hasottolineato Fanti, non sempre è statoapprezzato nel suo impegno culturale, mache ci pare lo sia tanto più nel guardare lacosa a posteriori; un parroco, come si èbene espresso l’Arcivescovo nel saluto diapertura, che aveva il campanile comeantenna e non come confine, e su questalinea si relazionava con la società civile.Certo, anche un grande organizzatore,come ha giustamente sottolineato laContri; e come ben sappiamo tutti noiche in questi decenni abbiamo avuto lapossibilità di lavorare con lui e diapprezzarne da vicino le qualità.

Giampaolo Venturi

C

Tra i ricordi emergono i rapporti poco noti,

nel dopoguerra,tra Vaticano e Partitocomunista, attraverso

la relazione tra personeche furono certamente

avversari ma nonnemici, uniti dall’ideale

del bene comune

Monsignor Baviera, pastore e studioso

primo piano2 BOLOGNASETTE

Domenica4 febbraio 2018

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Domenica4 febbraio 2018

BOLOGNA 3SETTEvita ecclesiale

Alla Mascarella la prima fraternità domenicana in città

ono trascorsi 800 anni da quando sanDomenico, nel 1218, arrivò a Bolognaaccompagnato da alcuni suoi frati per

svolgervi la sua opera di predicazione. Illuogo prescelto per dare una casa a questaprima fraternità bolognese fu la parrocchiadi Santa Maria della Mascarella. Possiamosupporre che la scelta fosse guidata da dueelementi: la vicinanza all’Università,principale destinatario della missione dei

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predicatori domenicani, e il fatto che in quelperiodo la parrocchia della Mascarella fosseretta da Monaci di Roncisvalle, lo storicomonastero sui Pirenei, porta del Camminoverso Santiago di Compostela per i pellegriniche dall’Europa centrale e meridionaleandavano alla tomba dell’apostoloGiacomo. La presenza di questi monaci aBologna diventò un ponte tra Italia e Spagnada cui Domenico proveniva, e offrì unaprima accoglienza ai frati in un ambienteche per lingua e cultura era loro familiare. Lapresenza dei Domenicani a Bologna e la loroopera di evangelizzazione riscosseimmediato successo: furono molti glistudenti e i professori dell’Università chechiesero di indossare l’abito domenicano edi aggregarsi alla fraternità. Già l’annosuccessivo i locali della Mascarella divenneroinsufficienti e la comunità si trasferì nellazona su cui oggi sorge la Basilica dedicata al

santo che custodisce la sua tomba. AllaMascarella però rimase un ricordo tangibilee prezioso, arrivato attraverso i secoli fino anoi: la «Tavola di S. Domenico», dipintapresumibilmente nel 1234, pochi anni dopola morte del santo, che immortala, come unafoto di gruppo, quella primitiva fraternitàraccolta con Domenico attorno ad unamensa imbandita a festa. È l’immagine diuna comunità gioiosa, che esce dalle propriemura per andare verso il mondo dellacultura, dei giovani, oltre le barrierenazionali, che cresce perché capace diattrarre a Cristo le persone, mossa da unafede che dà entusiasmo. Ricordare questoottavo centenario allora non èsemplicemente volgere lo sguardo verso ilpassato ma vuole imparare dall’esempio disan Domenico e dei suoi frati ad essere unacomunità cristiana evangelizzatrice e gioiosache esce in missione e ritrova la propria

identità portando il Vangelo nel mondo dioggi assaporando quella stessa gioia chetraspare dai volti dipinti sulla «Tavola di S.Domenico».

Alessando Benassi, parrocoa S. Maria e S. Domenico della Mascarella

Esattamente ottocento anni fa san Domenico arrivò a Bolognaaccompagnato da alcuni suoi fratiper svolgervi la sua opera di predicazione e scelse come sedeproprio quella parrocchia

Don Bettega: «Dialogo ecumenico:obiettivo, la comunione eucaristica piena»

chede pastorali per una conoscenza piùapprofondita dell’Islam, un incontro na-zionale tra cristiani e musulmani in pri-

mavera e una summer school sul tema fede–cittadinanza: si è parlato di questo martedìscorso al Sacro Cuore di Gesù, nel corso di u-na riunione del «gruppo di interesse sull’Islam»che fa capo all’Unedi, l’Ufficio per l’ecumeni-smo e il dialogo interreligioso della Cei. Nel-l’occasione, abbiamo intervistato il suo diret-tore, don Cristiano Bettega.Di cosa si occupa l’Unedi? Partendo dall’idea di «Chiesa in uscita» di pa-pa Francesco, si impegna su un terreno fon-damentalmente culturale: testimoniare che«l’altro», pur appartenendo ad una tradizionecristiana o ad una religione diversa dalla mia,vuole appartenere alla mia comunità, avere lamia stessa cittadinanza. Per raggiungere que-sto obiettivo, lavoriamo su tavoli di confron-to sia a livello nazionale che di zona, allo sco-

S po di «esportare» le buone pratiche e i progettiinteressanti in tutte le diocesi.Quali sono le prospettive del dialogo ecu-menico ed interreligioso in Italia? Oggi il cristiano è chiamato ad un lavoro dicostante formazione. Per quel che riguarda ildialogo ecumenico, è vero che tutte le Chiesecristiane si sono riconosciute «sorelle» e che giàora è possibile condividere momenti caratte-rizzati da un autentico spirito di comunione:tuttavia, occorre lavorare ancora per raggiun-gere l’obiettivo finale, quello della comunio-ne eucaristica piena. Sul versante del dialogointerreligioso, poi, credo sia importante usci-re dalla mentalità secondo la quale «la reli-gione cattolica è quella della maggioranza».L’Italia è una realtà multireligiosa: bisogna ac-cettare questo dato di fatto e anzi bisogna ac-coglierlo come un’autentica sfida. Come amoripetere, sono soddisfatto… ma non seduto.

Giulia Cella

Centro missionario, tornano gli incontri formativi

ornano gli incontri mensilipromossi dal Centro

missionario diocesano. Il primosi terrà mercoledì 7 alle 21 alCentro Missionario (via Mazzoni8) sul tema «Parola e Missione»,e sarà guidato da don CarloBondioli; il secondo mercoledì7 marzo alle 21 al teatroGamaliele (via Mascarella 46)sul tema «In missione ognigiorno con voi»: saràpresentato il libro–raccolta dilettere da Usokami di donTarcisio Nardelli. Interverrannol’arcivescovo Matteo Zuppi e isacerdoti fidei donum.Ricomincia il percorso diformazione per i viaggi estivi interra di missione. Gli incontri,dalle 9 alle 13 al CentroMissionario, il 17 febbraio, il 17marzo, il 15 aprile e il 5maggio. Info, tel. 0516241011.

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Don Cristiano Bettega, direttore Unedi

«Tavola di S. Domenico», particolare

Cos’è e cosa fa l’Unedi

L’Unedi, Ufficio per l’ecumenismoe il dialogo interreligioso della Cei,è costituito all’interno dellaSegreteria Generale, per dedicareun’attenzione ancora maggiore alconfronto ecumenico e ai rapporticon le religioni non cristiane. Info:www.ecumenismo.chiesacattolica.it

La vocazionematernadella Chiesail tema.Le parole rivolte da Gesùa Maria e a Giovanni dalla croce

Giuseppe Riva, Crocifissione di Cristo con la Madonna e san Giovanni Evangelista (particolare)

DI FRANCESCO SCIMÈ

uest’anno il tema della Giornatadel malato – scrive papaFrancesco nel suo messaggio dipresentazione per la XXVI

Giornata mondiale del malato che sicelebrerà il prossimo 11 febbraio – ci è datodalle parole che Gesù, innalzato sulla croce,rivolge a sua madre Maria e a Giovanni:“Ecco tuo figlio... Ecco tua madre. E daquell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv19,26–27). Innanzitutto – continua il Papa– le parole di Gesù danno origine allavocazione materna di Maria nei confronti ditutta l’umanità. Sulla croce Gesù sipreoccupa della Chiesa e dell’umanitàintera, e Maria è chiamata a condividerequesta stessa preoccupazione. Il discepoloGiovanni, l’amato, raffigura la Chiesa. Eglideve riconoscere Maria come propria madre.E in questo riconoscimento è chiamato adaccoglierla e anche a comprendere lavocazione materna che Gesù le ha affidato.Perciò la vocazione materna di Maria, lavocazione di cura per i suoi figli, passa aGiovanni e a tutta la Chiesa. Questavocazione materna della Chiesa verso lepersone bisognose e i malati si èconcretizzata, nella sua storia bimillenaria,in una ricchissima serie di iniziative a favoredei malati. La Chiesa è un “ospedale dacampo”, accogliente per tutti quanti sonoferiti dalla vita. La pastorale della salute restae resterà sempre un compito necessario edessenziale, da vivere con rinnovato slancio apartire dalle comunità parrocchiali fino aipiù eccellenti centri di cura. Non possiamoqui dimenticare la tenerezza e laperseveranza con cui molte famiglieseguono i propri figli, genitori e parenti,

Q«malati cronici o gravemente disabili. Le cureche sono prestate in famiglia sono unatestimonianza straordinaria di amore per lapersona umana e vanno sostenute conadeguato riconoscimento e con politicheadeguate. Pertanto – conclude papaFrancesco – medici e infermieri, sacerdoti,consacrati e volontari, familiari e tutti coloroche si impegnano nella cura dei malati,partecipano a questa missione ecclesiale. E’una responsabilità condivisa che arricchisceil valore del servizio quotidiano diciascuno». La Giornata del Malato è dunque incentratasulla maternità della Chiesa e sullaresponsabilità di tutti i fedeli nella cura degliinfermi. Come dice il nostro vicarioepiscopale della Carità, don MassimoRuggiano, «sarebbe bello celebrarla nellenostre comunità con una “Lectio

Pauperum”, proprio come ci suggerisce ilvescovo Matteo nella sua lettera pastorale. Ilcentro è ciò che noi impariamodall’esperienza diretta di coloro che vivonoil mistero della malattia e di chi liaccompagna da vicino, condividendone lefatiche. Siamo noi ad ascoltare loro e nonnoi a parlare di loro. Andiamo a scuola dachi vive sulla propria pelle la dimensione dellimite, della fragilità e spesso anche dellapassività». A livello diocesanol’appuntamento sarà proprio domenica 11alle 15, nella Basilica di San Paolo Maggiore(via Carbonesi 18), con la consuetaconcelebrazione eucaristica a cura del Cvs edell’Unitalsi, che quest’anno sarà presiedutadall’Arcivescovo e verrà preceduta dalla recitadel Rosario alle 14.15. Concluderà ilpomeriggio un momento di convivialità. * direttore Ufficio di pastorale della salute

La Liturgia della ParolaUfficio liturgico diocesano propone,come ogni anno, una serie di tre

incontri per approfondire insieme laLiturgia della Parola. Il corso è rivolto atutti: sacerdoti, diaconi, ministri istituiti,lettori, catechisti e animatori dellaliturgia e si svolgerà al Seminarioarcivescovile (piazzale Bacchelli) dalle9.30 alle 12.30 con il seguenteprogramma: sabato 10 febbraio, «Il ruolodel lettore nella Liturgia», a cura dialcuni lettori; «Il Salmo Responsoriale»,Maria Rita Spada. Sabato 10 marzo, «Laparola di Dio nella Liturgia», don Stefano

Culiersi; «L’Acclamazione al Vangelo: ilcanto dell’Alleluia», Michele Ferrari.Sabato 14 aprile, «La Liturgia della Parolacon la Comunione», don Amilcare Zuffi;«La Liturgia delle Ore», don FrancescoVecchi (info: Ufficio liturgico, tel.0516480741). La Liturgia della Parola è la«mensa» che il Signore imbandisce peralimentare la nostra vita spirituale. Una«mensa» abbondante, che attingelargamente ai tesori della Bibbia, perchéin essi è annunciato dalla Chiesa l’unicoe identico mistero di Cristo.

don Pietro Giuseppe Scotti, vicario episcopale per l’Evangelizzazione

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omenica 11 alle 17.30 inCattedrale l’arcivescovo Matteo

Zuppi accoglierà, nel corso di unaMessa solenne, le candidature alDiaconato di sei laici. Eccone i profili:Fausto Bertoli, libero professionista, 63anni della parrocchia diSan Silvestro diCrevalcore, coniugatocon Annamaria TiagoDuarte, due figli: Paolo–Filippe e Pietro Miguel;Davide Cassarini,insegnante di Religione,58 anni, della parrocchiadi Sant’Anna, coniugatocon Angela MariaMercaldo, tre figli:Benedetta, Irene eDaniel; Denis Cimino,trentenne, impiegato,della parrocchia diSant’Antonio di Savena,coniugato con ClaudiaNanetti, due figlie: Sarae Marta; Renzo Donato,55 anni, ex impiegato,della parrocchia di San Martino inCasola, coniugato con Elena Usuardi;Daniele Rebottini, tecnico elettronico,59 anni, della parrocchia di SanSilvestro di Crevalcore, coniugato conNicoletta, due figlie: Noemi e Sara;Gianni Tarterini, sistemista, 61 anni,della parrocchia di San Bartolomeo diBondanello, coniugato con Marcia

Bernaroli, un figlio, Paolo.Papa Francesco lasciando Bologna il 1ottobre ha dato una consegna alla cittàe alla Chiesa. Ha ricordato le tre «P»,Parola, Pane, Poveri, come fondantil’esperienza cristiana. Ogni battezzato

ha bisogno di ascoltarela Parola di Dio perpoter vivere unarelazione filiale colPadre. Ogni discepoloche si è lasciatoscaldare il cuore dalleparole del Cristo vuolesedersi alla mensa conlui e condividere ilpane. Chi si è sedutoalla tavola eucaristicaimpara a sedersi atavola con quantihanno il volto di Gesù:poveri, emarginati, soli,ammalati… Questa è laconsegna fatta anche aFausto, Davide, Denis,Renzo, Daniele eGianni, perché

battezzati, amanti della Parola, deipoveri e desiderosi di nutrirsi del paneeucaristico. La vocazione del Diacono èla vocazione di chi si mette al serviziodi coloro che vogliano fare propria laconsegna del Papa.

don Isidoro Sassi, direttore Ufficio diocesano

per il Diaconato e i Ministeri

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Domenica 11in Cattedralel’arcivescovone accoglieràle candidature

La comunità si trasferì poi nel-la zona in cui oggi sorge laBasilica dedicata al santo. Al-la Mascarella è rimasta la«Tavola di S. Domenico», di-pinto che raffigura i frati rac-colti con san Domenico attor-no a una mensa imbandita

tre incontri

L’arcivescovo a Mapanda

Santo Stefano

Domenica 11 si celebra la Giornata del malato:alle 15 in San PaoloMaggiore si svolgerà

la celebrazione eucaristica a cura di Cvs e Unitalsi,presieduta quest’annodall’arcivescovo Zuppi

Sei laici aspirano a diventare diaconi

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L’operadelle coopnei Paesipiù poveri

Domani un convegno promossoda Confcoop, Cefa, Coopermondoe Agenzia cooperazione allosviluppo; conclusioni di Zuppi

Seconda puntatadel viaggio neiGruppi Ama conla responsabile:«Non c’è ungruppo o modellodi riferimentomigliore di altri, ladifferenza diventavalore aggiunto»

Auto muto aiuto, cioè condivisione e reciprocitàroseguiamo nella descrizionedei Gruppi di Auto mutuo aiuto(Ama). Per quanto riguarda

l’organizzazione, occorre sottolineareche la frequenza ai gruppi èvolontaria, spontanea, libera,gratuita, fondata sull’attento rispettodella riservatezza. Gli incontriavvengono con periodicità quasisempre settimanale o quindicinale.Non sono in simmetria con altretipologie di gruppo (terapeutico,psico–educazionale, di sostegno, ecc.)né con terapie farmacologiche osedute psicoterapiche individuali;sono un’opportunità in più, unvalore aggiunto che ogni cittadino hail diritto di conoscere per poterscegliere, in piena libertà, se e qualefrequentare. Non sono prescrivibilida un professionista della salute, madebbono essere conosciuti dagli stessiaffinché possano essere promossi nei

P propri ambiti professionali. Per quanto attiene ai modelli diriferimento, l’esperienza storica degliAlcolisti Anonimi (AA), detta anchedei «Dodici Passi», è diventata unmodello di riferimento per moltigruppi, in particolar modo negliambiti che riguardano le dipendenze(disturbi del comportamentoalimentare, dipendenze da gioco,affettiva, da sostanze). Semprenell’ambito delle dipendenze e inparticolare dell’alcolismo, altri gruppisi rifanno al metodo Hudolin. Altrigruppi ancora si basano sul principiodella condivisione e reciprocità senzaavere come riferimento il programmadei Dodici Passi o un approccioEcologico–Sociale. «L’Ama hal’obiettivo di creare solidarietà,scambio dei vissuti e valorizzazionedelle competenze individuali ecollettive, in libertà e autonomia.

Tutto ciò che produce questi effetti èdefinibile come Ama, al di là delleforme che prende» (cfr. «Lineed’indirizzo Camap Torino»). Significache non esiste un gruppo o meglioun modello di riferimento miglioredi altri, la differenza diventa valoreaggiunto perché permette allepersone di poter scegliere in pienalibertà e autonomia il gruppo cherisponde maggiormente ai propriobisogni e alle proprie caratteristicheindividuali. Dal percorso fatto dai gruppi si èpotuto constatare quanto ildiffondersi di queste esperienze possaportare ad una ripresa della speranzae della motivazione a spendersipersonalmente. Porta soprattutto adun importante cambiamentoculturale, spostando il baricentrodell’attenzione dalla «malattia» odisagio alla prevenzione,

considerando la persona sofferentecapace di progetti e di iniziativa. Ildiffondersi della cultura dellamutualità e la partecipazione aigruppi porta ad un riscontro positivodi benefici e vantaggi in termini disalute e cura di sé e nella relazionecon le istituzioni e i professionisti diriferimento. I partecipanti ai gruppiritengono che l’Ama sia propedeuticoa esperienze di cittadinanza attiva, diintegrazione/accoglienza delle fascepiù deboli ed empowerment dicomunità, anche all’interno di spaziistituzionali rinnovati quali possonoessere le Case della Salute. Il versante del protagonismo è quellosociale: condivisione e partecipazionecioè: chi accede all’ Amacondividendo e partecipando a taleesperienza, diventa protagonista.

Daniela Demaria, coordinatriceAuto Mutuo Aiuto Ausl Bologna

DI GIULIA CELLA

uale contributo possono portare lecooperative italiane nei Paesi in cui sigenerano i flussi migratori? Sarà

questo il tema del convegno «Al di là delmare» che si terrà domani alle 16 nellaCappella Farnese di Palazzo d’Accursio,organizzato da Confcooperative, incollaborazione con Cefa, Coopermondo eAgenzia italiana per la cooperazione allosviluppo. In programma, due tavole rotondee conclusioni affidate all’Arcivescovo. «L’idea di questa iniziativa nasce da unacircostanza precisa – spiega Daniele Passini,presidente di Confcooperative Bologna –. Inoccasione della sua visita in città, il Papa haespresso con me parole di apprezzamentoper il modello cooperativo, affermando cheandrebbe esportato anche in Paesi come

Ql’Argentina. Così abbiamo pensato direalizzare un momento di studio su questotema». Il programma è ricco ed articolato.«Per prima cosa – spiega Paolo Chesani,direttore Cefa – vogliamo capire dove nasceil problema delle migrazioni e fin dovearriva, andando ad analizzare tutti i passaggiintermedi della filiera. Ospiteremo gliinterventi di Gianpiero Calzolari, presidentedi Granarolo e di Daniele Ravaglia, direttoredi Emilbanca. Granarolo ha infatti lavoratoin una delle zone più povere della Tanzaniaper realizzare, insieme a Cefa, una latteria–caseificio: coinvolgendo allevatori locali checonferiscono il latte e lavoratori che lopastorizzano, rendendolo sicuro. Emilbancaha invece sostenuto concretamente iniziativedi microcredito in Ecuador». «L’idea che ciguida – continua Passini – è molto sempliceeppure estremamente impegnativa: bisogna

creare posti di lavoro nei Paesi da cui lepersone fuggono. Creare lavoro significadare dignità all’uomo. Per questo vorremmofar conoscere quello che già è statorealizzato e spronare altre cooperative amuoversi nella stessa direzione». La secondatavola rotonda sarà dedicata in particolarealla situazione della Libia e alle prospettivedella cooperazione nella sfida dei dirittiumani. Se ne parlerà, tra gli altri, con HamidRafì Al–Khayali, sindaco di Sebha in Libia.«Non capita di tutti i giorni di poter ospitareun intervento di questo genere e siamoorgogliosi di poterlo fare – concludeChesani –. Il tema delle migrazioni imponerisposte articolate: con questo convegno,vorremmo aggiungere un tassello all’attualedibattito pubblico sul tema». Perinformazioni e iscrizioni:www.bologna.confcooperative.it

Sopra, una realizzazione del Cefa inTanzania; sotto, la giornalista Anna Pozzi

Una cena e due incontri a fine beneficoassociazione Albero di Cirenepromuove tre appuntamenti chesi terranno tutti nella parrocchia

di Sant’Antonio di Savena (viaMassarenti 59). Il primo è una cena abase di cucina persiana e pakistana chesi terrà sabato 10 dalle 19.30 nel salonedi Casa Tre Tende. Ad organizzarlasaranno Arman (Iran) e Sohail(Pakistan), due giovani che vivono nella«Casacanonica» della parrocchia conaltri 15 ragazzi: immigrati, rifugiati,italiani studenti o lavoratori, checondividono il cammino di vita fino adivenire autosufficienti. Alla cena sono

’L invitati tutti; il ricavato delle offerte saràtotalmente destinato a sostenere dueprogetti: uno portato avanti dal parrocodi God’s Love a Lahore in Pakistan,insieme al fratello di Sohail, peraccogliere bambini orfani; il secondodalla famiglia di Arman, a Golpayeganin Iran, dove i suoi genitori hannodeciso di fare un’accoglienza simile aquella di casacanonica per una dozzinadi bambini e adolescenti. In occasionepoi della quarta Giornata mondiale dipreghiera e riflessione contro la tratta diesseri umani (8 febbraio, festa di santaJosephine Bakhita) «L’Albero di Cirene»

propone altri due appuntamenti. Ilprimo: la Messa giovedì 8 alle 21.30nella chiesa di Sant’Antonio di Savena inricordo delle 26 giovanissime nigerianemorte annegate nello scorso novembre eper il 14° anniversario di attività dellaCasa di seconda accoglienza per ledonne vittime di tratta «Casa Magdala».Il secondo è un incontro domenica 11alle 21 sempre in Sala Tre Tende su «Ilcoraggio della libertà». Interverrà AnnaPozzi, autrice insieme a BlessingOkoedion, del volume «Il coraggio dellalibertà. Storia di una donna uscitadall’inferno della tratta» (Paoline).

Torna il Carnevale dei bambiniorna il «Carnevale dei bambini» promosso dal Comita-to per le manifestazioni petroniane animato dalla dio-

cesi, che si terrà domenica 11 e martedì 13 febbraio. I 14carri percorreranno il tragitto «delle tre piazze»: da piazzaVIII Agosto (partenza alle 14.30) lungo via Indipendenza,in piazza Nettuno con arrivo in Piazza Maggiore intorno al-le 15. Qui, domenica, saranno accolti dalle autorità citta-dine e Balanzone (Alessandro Mandrioli) leggerà la sua «ti-ritera» sullo stato della città. I temi dei carri saranno comesempre legati al mondo dell’infanzia. Prologo alla festa do-menica 11 ore 10–12 in Piazza Maggiore e via Indipen-denza: a fianco della Cattedrale, spettacoli della compagnia«I burattini di Riccardo»; lungo la strada pedonalizzata mo-menti d’intrattenimento per i bambini.

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Il coma diventa «comunitario» attraverso una rete di aiuto

al primo soccorso al passaggio al TraumaCenter dell’Ospedale Maggiore fino al

ritorno a casa oppure all’ingresso in struttureaccreditate. Grazie ad un formidabile gioco disquadra «che è un grande aiuto per tutti»chiosa Roberto Piperno, direttore Medicinariabilitativa dell’Ausl, migliora la presa incarico dei pazienti (in media 150 casi all’anno,di cui oltre 100 transitano dal Trauma Center)colpiti da gravi cerebrolesioni acquisite. E permigliorarla l’Ausl ha messo a punto il «Coma

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to Community», un percorso diagnosticoterapeutico assistenziale che assicura la presain carico continuativa del malato e dei suoifamiliari, mettendo in campo tantiprofessionisti per le migliori diagnosi, cura eassistenza in ogni fase della malattia. Unalunga catena di servizi mirati, integrati tra loroe al top, evitando sovrapposizioni ointerruzioni. Per creare questa rete, «Coma toCommunity» si avvale della collaborazione diun team he annovera ben 60 professionisti: damedici di area critica a fisiatri, da neurologi aneuroradiologi fino a palliativisti, infermieri,fisioterapisti, logopedisti, educatori, assistentisociali e psicologi. Una «macchina»fenomenale in capo all’Ausl che può vantare lacollaborazione dell’Istituto delle Scienzeneurologiche di Bologna, di quello diMontecatone e dell’Ospedale privatoaccreditato Santa Viola. Un contributo èarrivato anche dalle strutture residenziali dellaCadiai a San Pietro in Casale e dell’Asp di

Bologna e soprattutto da due onlus innovative:«Gli Amici di Luca» e «Insieme per Cristina». «ABologna viviamo una condizione facilitata, èuna realtà molto ricca di esperienze, dalla Casadei Risvegli all’istituto a Montecatone – osservaPiperno – per cui abbiamo l’esigenza di dareuna lettura d’insieme dei processi di cura».Anche perché essendo i numeri piccoli si puòdavvero fare un lavoro «di cesello». Per questo«abbiamo pensato di mettere in rete questeeccellenze del territorio». Ad esempio, la Casadei Risvegli con il suo essere apripista.Un’integrazione che, sottolinea Piperno «è unvalore aggiunto» in quanto assicura «risposteappropriate e tempestive» e al contempovalorizza il ruolo di familiari e caregivers. Maanche delle associazioni, come gli «Amici diLuca» e «Insieme per Cristina», «che ci aiutanoa migliorare la qualità dell’assistenza e apreservare quella rete di relazioni che, talvolta,nella fase post ospedaliera rischia di entrare incrisi». Ad esempio «Insieme per Cristina»,ricorda Piperno «ha messo a punto, a VillaPallavicini, un modello di assistenzadomiciliare alternativa praticabile per chi nonvuole o non può entrare in struttura». (F.G.S.)

I numeri del problema

Il Trauma Centerdell’Ospedale Maggiore, dal2005 al 2015, ha registrato1.094 casi di Gravicerebrolesioni acquisite(Gca), il 70% di originetraumatica; 634 hannousufruito dei percorsi neuro–riabilitativi dell’Ausl. Per 380la neuroriabilitazione si èconclusa in poche settimane,per 254 dopo mesi. Dopouna Gca, in 8 casi su 10rimane una disabilità più omeno grave. Le Gcatraumatiche sono la 3ª causadi morte, la prima tra gliunder 45. Nel territoriodell’Ausl 120 persone hannogravi disordini dellacoscienza esito di una Gca; il20% è assistito a domicilio,gli altri in strutture.

Il progetto «Coma toCommunity» dell’Ausl si avvale della collaborazionedi un team di 60 professionistie dell’aiuto delle associazioni

Sabato la Giornatadi raccolta del farmaco

abato 10 si svolgerà la 18ª Gior-nata di Raccolta del Farmaco. In

migliaia di farmacie (173 a Bologna eprovincia) si raccoglieranno medici-nali da banco da donare a più di 1.700enti assistenziali che si occupano deipoveri. L’anno scorso, grazie a oltre14.000 volontari e al coinvolgimentodi 3.851 farmacie, gli enti hanno ri-cevuto più di 375.000 farmaci. Graziead essi, 578.000 indigenti si sono po-tuti curare. Ma si è ancora molto di-stanti da ciò che sarebbe servito perrispondere al reale fabbisogno deglienti caritativi, perché è stato copertosolo il 37% delle richieste. Per parte-cipare: volontari: [email protected]; farmacie: tel.0270104315 o sede territoriale di Ban-co farmaceutico. Per Bologna: Fran-cesca Lasi (3202723031) e Anna Gi-rardi (3207663344).

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Banco

domenica e martedì Sant’Antonio di Savena

società4 BOLOGNASETTE

Domenica4 febbraio 2018

Page 5: Una vita da amare, sempre · Sav, quel «salvagente» per mamme e bambini l Sav – Servizio accoglienza alla Vita (via Irma Bandiera 22) nasce nel 1978 come segno della Chiesa di

cultura

È uscito recentemente il volume «LaChiesa dei Bolognesi a Roma. SantiGiovanni Evangelista e Petronio»(Palombi Editori) che tratta della chiesae della relativa Arciconfraternita. Il librosarà presentato nella basilica di SanPetronio il 3 maggio. Di seguito unabreve presentazione dei due curatori.

on l’annessione di Bologna nel1506 per mano di Giulio II, loStato Pontificio ritrovava la sua

unità. Bologna, seconda città perimportanza culturale e politica delloStato, riusciva a ottenere un propriostatuto di governo, retto da un legatopontificio e da un Senato cittadino.Tutto ciò si ripercosse anche sulgoverno centrale e su Roma dove, apartire dalla metà del XVI secolo, fusempre più forte la presenza diuomini illustri bolognesi, che spianòla strada al Soglio pontificio delprimo papa bolognese della storiamoderna: Gregorio XIII. Il nome dipapa Boncompagni restaindelebilmente legato alla riformadel calendario e al rinnovamentoartistico e urbanistico che seppeimporre a Roma coinvolgendo anchearchitetti e artisti bolognesi. Quandoi Carracci arrivarono da Bologna aRoma, l’influsso della pitturabolognese su quella romana era giàpreponderante e tale rimarrà anchenelle successive generazioni. Proprioin quegli anni, per il Giubileo del1575, Gregorio XIII accolse ilproposito di alcuni oriundi della cittàemiliana di istituireun’Arciconfraternita dei bolognesi aRoma. Dalla prima sede, nella chiesadi San Giovanni Calibita all’IsolaTiberina, nel 1581 l’Arciconfraternitasi trasferì nella chiesa di SanTommaso «della Catena» o «deIspanis» in via del Mascherone, chetrasformò, su progetto di OttavianoMascarino nell’attuale chiesa deiSanti Giovanni Evangelista ePetronio. Siamo quasi all’angolo convia Giulia, nel Rione Regola. Lachiesa, a pianta rinascimentale acroce greca, fu conclusa dalla cupolasolo per il Giubileo del 1675.

C

abato 10 febbraio è il Giorno del Ricordo, in cui si onorano quantivissero la dolorosa vicenda dell’esilio dai territori di Fiume, Istria eDalmazia e si ricordano le tante persone barbaramente uccise.

Erano italiani, che vivevano in territori che, sia pure sotto il governo dialtri Stati, erano sempre stati prevalentemente di cultura prima latina epoi veneta. Basta guardare l’arena romana di Pola, una specie diColosseo sul mare, gli scorci di Zara, di Cherso in cui sembra di essere aVenezia, basta visitare Parenzo, Valle, Pirano (città natale di Tartini),Dignano. Finita la guerra, nel conto della sconfitta ci fu la perdita di queiterritori e un esodo di 250000 persone sradicate dalle proprie comunità,spesso dopo aver subito tremende vessazioni, lasciate per lunghi anni insordidi campi profughi prima di trovare nuove destinazioni, spessoall’estero. È una storia che non è ancora patrimonio comune. Il Giornodel Ricordo, per non dimenticare, per condividere quegli avvenimenti eper questo vengono organizzate numerose manifestazioni nei Comuni,nelle scuole, nelle biblioteche. «Il calendario di iniziative, come sempre,è assai nutrito», dice Marino Segnan, presidente dell’Associazionenazionale Venezia Giulia e Dalmazia (A.N.V.G.D.) di Bologna. «Per noihanno tutte uguale importanza, ma quella che crediamo sia di grandesignificato è la borsa di studio intitolata ad Anita Preghelli, esule di Pola,destinata agli studenti delle ultime due classi delle superiori. Anchequest’anno, è la quarta edizione, abbiamo avuto una buonapartecipazione e lunedì 12, nella Sala Rossa di Palazzo d’Accursio,consegneremo la borsa di studio ai vincitori che, con i loro insegnanti,saranno successivamente accompagnati in un viaggio d’istruzione aTrieste, Pola e Rovigno. A Pola incontreranno i loro coetanei chestudiano in una scuola italiana». Domenica 11 numerose sono lemanifestazioni in programma: alle ore 10, sul primo binario dellaStazione centrale, sarà deposta una corona di fiori davanti alla targa chericorda come una manifestazione promossa dai sindacati impedì allaCroce Rossa di rifocillare gli esuli che si trovavano su un treno dipassaggio. Un drappello di facinorosi impedì che donne, anziani,bambini ricevessero un minimo di conforto e il treno dovette ripartireperché «Bologna non lo voleva». Alle ore 11 deposizione di una coronaalla Rotatoria Martiri delle Foibe (via Cristoforo Colombo – via Trebbo).Nel pomeriggio, ore 16, cerimonia solenne al Giardino Martiri dell’IstriaVenezia Giulia e Dalmazia (via Don Sturzo 42) con rappresentati delleistituzioni, autorità civili e militari. Deposizione di una corona.Seguiranno nel teatro di San Gioacchino interventi di rappresentanti diComune e Regione. Nei giorni precedenti, a cura dell’Anvgd di Bologna:mercoledì mattina incontro con gli studenti dell’Istituto Mattei di SanLazzaro; sabato 10, ore 11, cerimonia al monumento ai martiri dellefoibe a San Lazzaro.

Chiara Sirk

S

All’interno, entro altari marmorei odipinti a trompe l’oeil, fanno bellamostra di sé tre pale d’altarebolognesi. In un punto nodale dellastoria urbanistica e culturale di Romasi è dunque insediata, sviluppandosie radicandosi nel tessuto cittadino,una «piccola Bologna» che, conquesta pubblicazione da noi curata,vogliamo riportare all’attenzionedegli studiosi e del pubblico romanoe bolognese, nell’ambizioso tentativodi colmare una lacuna sentita da piùparti. Si tratta di uno dei tanti luoghipoco noti, ma in cui si concentra lastoria delle nostre meravigliose città.Dal 1985 la chiesa è sede del titolocardinalizio dei Santi GiovanniEvangelista e Petronio. E il primo aprenderne possesso fu il cardinaleGiacomo Biffi, arcivescovo diBologna in quegli anni. Nel volumeil lettore potrà trovare, trattate da unaschiera di specialisti, notizie sugliscavi archeologici nei sotterranei,sulle vicende architettoniche eartistiche, sui paramenti liturgicidono di Benedetto XIV, sull’archiviostorico e sulla storiadell’Arciconfraternita e le suedevozioni. Vorremmo far conoscereanche l’Arciconfraternita, istituzionebolognese ancora poco nota aibolognesi, che, coi suoi quasi quattrosecoli e mezzo di vita, ètuttora presente e vivacesotto il profilo culturaleed ecclesiale. Lo scorsoanno è stata conclusa laprima parte diimportanti lavori e ci siaccinge a intraprendere ilrestauro interno dellachiesa. Nei locali annessiristrutturati è stataospitata l’associazione «Ipoveri al centro» perl’ascolto e la primaassistenza dei senza fissadimora per attualizzareai bisogni di oggi lavocazione caritativa disempre.

Francesco Buranelli e Fabrizio Capanni

Poli, Vukotic e Prati, al Dusearrivano le «sorelle Materassi»

Buchbinder al Manzoni suonaBach, Schubert e Beethoven

el fine settimana, il TeatroDuse, presenta un grandeclassico «Le sorelle

Materassi» di Aldo Palazzeschi.Venerdì e sabato, ore 21,domenica, ore 16, tre grandi attrici,Lucia Poli, Milena Vukotic e MarilùPrati saranno le protagoniste diquesta versione teatrale, diretta daGeppy Gelijeses. Il celebreromanzo è stato per l’occasioneadattato da Ugo Chiti, uno dei piùimportanti drammaturghi italiani,che ne ha colto l’inconfondibile,quasi cinica giocosità e, alcontempo, l’enigmatica oscuritàche fanno di questo testo unaperfetta sintesi tra ironia equotidiana tragedia. Ambientatonei primi anni del XX secolo aCoverciano, sobborgo di Firenze, iltesto narra la vicenda di tre donneche vivono una vita tranquilla e

N omani sera, all’AuditoriumManzoni, ore 20.30, MusicaInsieme ospiterà uno fra i

massimi pianisti del nostro tempo,Rudolf Buchbinder, da oltre 50 annisulla scena internazionale, in recitale come solista con le maggioriorchestre. Buchbinder èuniversalmente riconosciuto comeuno dei grandi interpreti del nostrotempo. Il suo vastissimo repertorio siestende da Bach ai contemporanei.Con le sue oltre cento registrazioni,ha inoltre ricevuto prestigiosiriconoscimenti. Dal 2007 è direttoreartistico del Festival di Grafenegg. Il suo recital riunisce tre dei nomipiù significativi del repertorio, peresplorare altrettante forme di musicaper tastiera: suite, sonate eimprovvisi. Di Bach eseguirà la Suiteinglese n. 3 in sol minore BWV 808,terza di un ciclo di sei, iniziato a

Weimar e completato a Cothen. Inuno dei manoscritti copiati daJohann Christian Bach si legge «Fatteper gli inglesi». Di BeethovenBuchbinder afferma: «È senzadubbio un riferimentofondamentale e centrale nel miorepertorio. Me ne sono reso contoeseguendo l’integrale delle suetrentadue Sonate, che in questi anniho interpretato ben cinquantacinquevolte in tutto il mondo». Buchbinderproporrà la virtuosistica Sonata n. 21in do maggiore op. 53 – Waldstein,che prende il nome dal conte che nefu il dedicatario. A concludere ilprogramma saranno i QuattroImprovvisi D 935, uno dei frutti delprolifico ultimo anno di vita diSchubert: quattro miniature checondensano tutta la poesia dellascrittura pianistica del compositore.(C.S.)

Disolata fino all’arrivo di Remo,giovane nipote, bello e pieno divita. Sarà proprio l’arrivo di Remoa incrinare il sereno benesseredella vita familiare. Dice il regista:«Lucia Poli, attrice immensa, giocacon toni duri e abbandoni ai qualiné lei né noi possiamo resistere,Milena Vukotic distilla con graziadeliqui, smancerie e piccoleribellioni, Marilù Prati porta unaventata rivoluzionaria da poverapasionaria violata covercianese.Loro, e tutti gli attori, perfetti, loscenografo, le costumiste e ilmaestro delle luci di questa“commedia” (sì, definiamola così)mi hanno più o menoconsciamente indicato la stradache spero avrebbe gradito quelburlone di Palazzeschi, la piccolatragicommedia minimale. Perchélui era fatto così». (C.S.)

Musica e teatro in cittàl San Giacomo Festival, nell’Oratorio di SantaCecilia, via Zamboni, presenta diversi concer-

ti, inizio sempre ore 18. Oggi suona l’Ensemble ISuonarSognando. Venerdì 9, studenti e professo-ri del Dipartimento d’archi dell’Accademia Piani-stica Imola eseguiranno il Gran sestetto d’archi diJohannes Brahms. Sabato Maria Luisa Baldassari,clavicembalo, eseguirà musiche di Bach e dintor-ni. Oggi, ore 16, ultima replica all’Arena del Solede «Il giorno di un dio» in cui Cesare Lievi si con-fronta con Martin Lutero e la sua vicenda umana,storica e religiosa. Lo spettacolo vuole riflettere

sulle conseguenze della «riforma» e su temi attualissimi come teolo-gia e libertà, fede e fanatismo, autorità e coscienza. Nell’Aula Magnadi Santa Cristina, mercoledì 7, alle ore 17, si terrà un incontro su «Ilrestauro degli affreschi del Camposanto di Pisa» con Carlo Giantomassi.Coordina Luca Ciancabilla. Bologna harp festival, quest’anno dedica-to all’arpa irlandese, ospita Dearbhail Finnegan, musicista di famamondiale, per un concerto e un workshop di due giorni (10 e 11 feb-braio) al Museo della Musica. Negli stessi giorni e nel medesimo luo-go una mostra fotografica a cura di Luca Nicoli racconterà con unosguardo artistico le vicissitudini della vita dei musicisti. (C.S.)

I

Roma, la chiesadei bolognesi

Zuppi incontra gli attori amatorialiarcivescovo Matteo Zuppi incontrerà leCompagnie e i Gruppi teatrali amatoriali della

diocesi nella Sala Santa Clelia Barbieri della Curiaarcivescovile (via Altabella 6) giovedì 8 dalle 18.30alle 20. (L’ attigua Sala della Bifora sarà adisposizione fin dalle ore 17.45 per coloro chevolessero affiancare in costume il portavoce di ogniCompagnia che prenderà la parola). Dopol’introduzione, una rappresentante della Compagniadella Tresca ricorderà il regista Gianluigi Pavani,recentemente e prematuramente scomparso. Poispazio agli interventi dei portavoce delle altreCompagnie; in conclusione l’interventodell’Arcivescovo.

’LDa Sarajevo al Manzoni

arajevo è uno dei pochiposti al mondo dove puoi

sentire contemporaneamentesuonare le campane e il cantodel muezzin. Sarebbe un delittose tutto ciò un giorno dovessefinire», diceva Goran Bregovic,nato lì, 67 anni fa. C’era giàstata la guerra, con la sua lungastagione di orrori. Dovevapassare parecchio tempo primache questo musicista nato aSarajevo che era chiamata laGerusalemme d’Europa,residente a Parigi, passato da

Napoli, fondatore del grupporock più celebre ai tempi dellaJugoslavia, autore delle musicheper i più bei film di EmirKusturica, decidesse di dedicarealla sua città un album.S’intitola «Three Letters fromSarajevo», uscito con Universalnell’ottobre 2017, ed è intournée in Italia. Prossimatappa a Bologna, mercoledìsera, ore 21. Sul palco del TeatroManzoni salirà Goran Bregovicaccompagnato dalla GoranBregovich Orchestra, compostada 19 elementi. Bregovic

racconta: «Io sono di Sarajevo,sono nato su una frontiera:l’unica dove si incontravanoortodossi, cattolici, ebrei emusulmani. Mio papà ècattolico, mia mamma èortodossa, mia moglie èmusulmana. E mi sento ancheun po’ gitano, forse perché permio padre, colonnellodell’esercito, era inaccettabileche facessi il musicista, unmestiere “da gitano”, comediceva lui». Sarà un concertoche unirà ciò che spesso sembraimpossibile far coesistere.

Si ricordano le foibee gli italiani esiliati o uccisi

A sinistra ilMonumento allevittime delle foibedello scultore AchilleGhidini a San Lazzarodi Savena e unaprofuga giuliana aitempi dell’esilio forzato

libri.Un saggioracconta la storiae la fede cristianadel tempiocapitolino deiSanti Giovannievangelista e Petronio

L’arte contemporanea spiegata alla nonnaono in giardino sotto il sole diaprile; poco dopo si siede vicino ame mia nonna con i suoi libri e mi

chiede: «Cosa stai leggendo?» Le rispondo unvago: «Di arte». Mi allunga la mano e midice: «Leggi qua». Prendo quello che dallaforma è un santino, lo leggo e le rispondoche le parole sono molto belle. Non hopotuto contraccambiare il gesto offrendolequello che stavo leggendo io. Come spiegarleche uno squalo sotto formaldeide è un’operad’arte e vale 12 milioni di dollari?». Così,con una bella dosa d’ironia, Alice Zannoniracconta com’è nata l’idea di scrivere unlibro per spiegare non solo alla nonna, maanche a quanti fanno molta fatica acomprendere l’arte contemporanea, comedistricarsi fra installazioni, arte povera, arteconcettuale, video arte e altro. L’autrice di «L’arte contemporanea spiegata amia nonna», pubblicato da Nfc Edizioni, hauna forte esperienza nel campo, è socio

S« fondatore di SetUp, critico d’arte e curatoreindipendente, e si muove in questo campo,per molti «minato», con professionaledisinvoltura. «L’arte contemporanea spiegataa mia nonna ha una doppia lettura – spiega.– Prima di tutto, come dice il titolo, cerca disuggerire le basi per comprendere l’artecontemporanea, ma non si tratta di unmanuale di storia dell’arte, né di un testoteorico, né di un saggio di estetica, piuttostodi un «kit di pronto intervento» per coloroche di arte non sanno nulla, un libro perdare una risposta non tanto a «che cosa èarte» ma al quesito “perché alcune cose sonoarte” ».Alice Zannoni, che unisce le idee chiare adun’altrettanto scorrevole prosa, ha abolito leetichette, le date e le biografie a favore di unaspiegazione leggera e fruibile a tutti permettere in luce soprattutto la genesi e lalogica di funzionamento, affrontando inogni capitolo una categoria estetica (tempo,

bello, valore, memoria, ricordo, giudizio),cui ha abbinato un artista.In un divertente e serrato dialogo con lanonna novantenne, ci guida alla scopertadelle maggiori opere d’arte del Novecentoraccontando con semplicità e autorevolezza100 anni di storia del dell’arte, svelandone ifondamenti e mettendo in luce i meccanismiche fanno di un semplice scolabottiglieun’opera d’arte dal valore milionario. L’arte contemporanea diviene la tela su cui sidipana il dialogo fra nonna e nipote conracconti e riflessioni sul sistema dell’arte checompongono questo curioso progetto. In un’epoca in cui l’arte, pur essendo allaportata di tutti, rimane un fatto elitario espesso incomprensibile ai più, questo librodiviene un’utile guida per conoscere,approfondire, riflettere su un mondo chespesso può apparire bizzarro e senza senso,ma che si nutre proprio del reale per esistere.

Chiara SirkUna delle illustrazioni del libro «L’arte contemporanea spiegata a mia nonna»

A. Pinelli: «Chiesa dei Santi Giovanni e Petronio con religioso e popolana»

Dal 1985 l’edificio sacro è sede diun titolo cardinalizio. E il primo aprenderne possesso fu il cardinaleGiacomo Biffi, arcivescovo di

Bologna in quegli anni. Il nuovovolume, già in libreria, saràpresentato nella basilica di SanPetronio il prossimo 3 maggio

Goran Bregovic in concertogiovedì

Domenica4 febbraio 2018

BOLOGNA 5SETTE

Page 6: Una vita da amare, sempre · Sav, quel «salvagente» per mamme e bambini l Sav – Servizio accoglienza alla Vita (via Irma Bandiera 22) nasce nel 1978 come segno della Chiesa di

itornano le visite alla Meridiana di San Petroniocon Giovanni Paltrinieri. Dopo il successoriscontrato nella scorsa edizione, ricominciano le

visite guidate al sottotetto e alla Meridiana di SanPetronio. Una visita ogni mese fino a dicembre, con lasola sospensione di agosto. Il primo appuntamento èsabato 10 alle ore 9.30 in San Petronio, davanti allacappella di sant’Ivo. Ci si può iscrivere direttamente dalsito della Basilica (www.basilicadisanpetronio.org), inquanto la visita è a numero chiuso e la prenotazioneobbligatoria. L’itinerario scelto da Giovanni Paltrinieriparte dalla terrazza panoramica, percorre il sottotettocon una vista dall’alto su piazza Maggiore e il foro dellaMeridiana per arrivare in Basilica dove una conferenzasul tema della misura del tempo, il calendario, lemeridiane accompagnerà i visitatori al passaggio delSole sulla linea meridiana del Cassini. Il contributo di15 euro a persona è destinato ai lavori di restauro diSan Petronio. «Nella Basilica bolognese – afferma LisaMarzari degli Amici di San Petronio – sapere che oresono non è impossibile. Ospitiamo infatti la meridianapiù lunga del mondo. Misura 67 metri e attraversa ilpavimento della chiesa fin dal 1657». A realizzarla fuDomenico Cassini, professore di astronomia, convintoche il moto dei pianeti dipendesse da quello del Sole.Secondo questa teoria, quindi, l’unico modo perstudiare le orbite planetarie era indagare su quellasolare. La Basilica era un luogo perfetto per i suoiesperimenti: grande abbastanza e con una meridianagià presente. La prima fu infatti inserita in San Petroniotra il 1575 e il 1576 dal domenicano Egnazio Danti,che già si era occupato della meridiana di Santa MariaNovella a Firenze. Questo primo esemplare, però, fudistrutto da alcuni lavori di allungamento della chiesa.A sostituirlo arrivò la Meridiana di Cassini, che perportare a termine il suo progetto forò il tetto dellanavata sinistra a 27.07 metri di altezza. In questo modosi poteva vedere il sole senza alcun intralcio. A terravenne invece disegnata una linea in ferro con unlastricato di marmo su cui vennero incisi i segnizodiacali, i mesi e gli equinozi. L’idea di Cassini allafine risultò vincente: non solo riuscì a dimostrare che il

Sole ha due tipi di moto, uno reale euno apparente, ma la sua meridiana, pari allaseicentomillesima parte del meridiano terrestre, siaffermò come strumento di precisione. Le prossimevisite di Paltrinieri sono fissate per le mattine dei sabati10 marzo, 14 aprile, 12 maggio, 9 giugno e 14 luglio.Giovanni Paltrinieri è uno dei più grandi esperti dellaGnomonica, termine di origine greco derivante da«Gnomone» ossia l’asta infissa su un quadrante diqualsiasi natura e specie, dalla cui ombra si deduce l’oragrazie al moto apparente del Sole che la facontinuamente muovere. «La storia di questa scienza èmillenaria – racconta Paltrinieri nel proprio sitowww.lineameridiana.com – perché da sempre ilbisogno di conoscere il Tempo è una delle note piùintime e misteriose della nostra esistenza. Le anticheciviltà dell’area mediterranea si avvalsero dellaGnomonica non soltanto per misurare e dividere in piùparti la durata del giorno, ma anche per determinare ledirezioni dei Punti Cardinali al fine di tracciare ledirezioni del Cardo e del Decumano: gli assifondamentali di una città, a cui non era estraneol’aspetto magico–astrologico. La Gnomonica è per suanatura una scienza interdisciplinare, in quanto sicollega direttamente con la matematica, la filosofia,l’arte, la storia, la cosmografia, e tante altre».

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Monghidoro

È tornato l’Oratorioall’ottobre scorso (tutti i sa-bati dalle 15 alle 19) si so-

no «riaperte» le porte dell’Ora-torio della parrocchia di SantaMaria Assunta di Monghidoro.Qui, sabato 3, sarà festeggiato inmodo speciale san Giovanni Bo-sco: uno degli educatori cercheràd’interpretare la sua vita rap-presentando con una scenettateatrale il significato della sua o-pera dedicata all’educazione deigiovanetti. Domenica 4 alle 17poi il parroco don Fabrizio Pelicelebrerà la Messa, i ragazzinidell’Oratorio faranno i mini-stranti e i cantori del coretto inonore di don Bosco, e convo-cheranno tutti i salesiani del pae-se che da sempre si adoperanoper l’educazione dei giovani. Dal-la fine dello scorso anno dunquei locali dell’Oratorio si riempio-no di bimbi dai 5 ai 14 anni che,finiti i compiti, con l’aiuto diqualche giovane/adulto volon-tario iniziano finalmente a gio-care. L’entusiasmo dei ragazzini,le continue iscrizioni, la parteci-pazione di diverse mamme, itanti volontari ed educatori han-no permesso di organizzare inpoco tempo diverse attività lu-dico/educative, soprattutto per-ché ognuno mette a servizio del-la comunità parrocchiale il pro-prio talento. Molte le iniziativeda portare a termine prossima-mente: laboratorio sulla libertà,scuola di chitarra, torneo di bi-liardino, coretto per animare laMessa... e tanto altro ancora.

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Pubblichiamo un ampio stralcio dell’omelia della Messa celebratadall’arcivescovo venerdì scorso in Cattedrale per la solennità dellaPresentazione al Tempio di Gesù, Giornata della vita consacrata.

iuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro alCristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e loriconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa

che egli venga e si manifesti nella sua gloria». Ecco la gioiadi questa celebrazione. In questa casa gli occhi finalmentevedono, lo riconosciamo nello spezzare del pane, si apronocome per i discepoli di Emmaus. Siamo noi oggi il tempiosanto di Dio. Noi, impazienti, affannati, attratti dallospazio e dimentichi del tempo, tentati dall’inganno diagitazioni e affanni, siamo nutriti da questa presenza peressere cristiani dell’attesa. I vecchi Simeone e Anna ciaiutano ad avere uno sguardo contemplativo sui segni deitempi, perché possiamo riconoscere in essi la presenza diDio. Gesù è la luce per cui «la stanza del mondo», come

diceva Paolo VI, prende proporzioni, forma; bellezza edombra. La sua luce ci dona un amore universale, perchécapace di illuminare tutti in modo unico. E in questotempo in cui muri e limiti sono tentazione ricorrente questaluce viene ad illuminare tutte le genti e ci aiuta ariconoscere in ogni uomo l’immagine di Dio e a vedere inlui nostro fratello. Simeone e Anna parlano perché hanno ilcuore pieno di gioia. Qualche volta abbiamo aspettatocondizioni favorevoli, sicurezze rassicuranti pensandonecessario occupare spazi più che avviare processi. Comedisse papa Francesco, «eravamo tentati da questo:pensavamo che siccome eravamo molti il conflitto potesseprevalere sull’unità; che le idee (o la nostra impossibilità dicambiare) fossero più importanti della realtà; o che la parte(la nostra piccola parte o visione del mondo) fossesuperiore al tutto ecclesiale». E aggiunse con ironia: «Nonho mai visto un pizzaiolo fare la pizza con mezzo chilo dilievito e 100 grammi di farina. È il contrario. Il lievito,

poco, per far crescere la farina». Come Anna che piena digioia comunica la bellezza di quella luce a tutti. Prendiamoin braccio Gesù, iniziando dallo stringere al cuore la suaParola. Come Simeone e Anna sentiamo lo Spiritomuoverci più forti delle nostre paure. Lasciamoci condurreda esso e viviamo la gioia della nostra chiamata. Quandoprendiamo in braccio Gesù capiamo i consigli evangelici dipovertà, castità e obbedienza. Povertà, perché abbiamotrovato tutta la ricchezza che ci serve; siamo liberi di donarevivendo la gratuità e quindi la vicinanza concreta ai fratellinel bisogno. Castità, che è pienezza di amore, affettivadedizione a fratelli e sorelle, tutti, specialmente i piùpiccoli; obbedienza, che è trovare la propria libera volontàin quella di Gesù ed amare, in un mondo individualistadove ognuno è regola a se stesso, quello che unisce. IlVangelo continua a crescere con chi lo legge e a generare lapresenza buona di Cristo nel mondo.

Matteo Zuppi, arcivescovo

Zuppi ai religiosi econsacrati: «Lasciamocicondurre dal SignoreQuando prendiamo inbraccio Gesù capiamo iconsigli evangelici dipovertà, castità eobbedienza». Il Vangelo«cresce con chi lo legge»

La nostra arcidiocesi di Bologna sostienecon un contributo economico la Caritasdella Turchia continentale, impegnata inparticolare a offrire un supporto ainumerosi profughi siriani presenti nelPaese. Ci arriva da Iskerendun questatestimonianza del presidente di CaritasAnatolia John Sadredin.

Iskenderun (Alessandretta),importante porto marittimo

turco sul Mediterraneo vicino alconfine siriano, in questo momento cisono centosettantamila profughisiriani. Una delle attività principali diCaritas Anatolia – sottolinea Sadredin –è rappresentata dalla mensa dei poveridove prepariamo ogni giorno il ciboper centotrenta persone e lodistribuiamo nelle case. Un grupponumeroso di queste persone èrappresentato da profughi siriani. Inrealtà noi aiutiamo in due modi: adalcuni portiamo direttamente il cibo ead altri una volta al mese diamo deibuoni che possono spendere nei vicinisupermercati. Qui a Iskenderun sonouna sessantina le famiglie che ricevonoogni mese anche il buono delsupermercato. In questo momento,secondo i dati ufficiali, in Turchia cisono tre milioni e seicentomilaprofughi, più di tre milioni dei qualiprovengono dalla martoriata Siria.Solamente nella zona della nostraprovincia, quella di Hatay, i datiufficiali dicono che sono più diquattrocentocinquantamila i profughi,il loro numero quindi è tuttaltro chetrascurabile. Quelli che avevano i soldi– conclude Sadredin – sono andativerso le grandi città mentre quelli che,purtroppo per loro, erano in gravedifficoltà sono rimasti qui. La gentecerca di fare qualsiasi lavoro. Quelli cheerano in grado di fare un mestierequalsiasi, come il muratore o ilfalegname sono riusciti molto piùfacilmente a trovare lavoro. In pratica,negli ultimi sei mesi stiamo cercandodi non limitarci a “dare il pesce” ma diinsegnare loro anche a pescare. Chi poiper esempio tra i profughi esercitavanel suo Paese un mestiere, se ce locomunica e fa domanda presso di noi,viene senza dubbio aiutato. Loaiutiamo a comprare il materiale o glistrumenti che gli servono, così almenopuò riprendere a fare il propriolavoro».

profughi

A sinistral’esperto diGnomonicaGiovanniPaltrinieri suun’impalcaturadi San Petronio

OGGIAlle 10 all’Eremo di Ronzanopartecipa all’inaugurazione dellaComunità Msna. Alle 11.15 nella chiesa di Santa Mariae San Domenico della MascarellaMessa per gli 800 anni dal passaggiodi san Domenico a Bologna. Alle 15.30 nella chiesa di San ChierloMessa per la festa del patrono.

DOMANI Alle 16 nella Cappella Farnese diPalazzo D’Accursio partecipa alconvegno di Confcooperative su «Al dilà del mare. Cosa fanno lecooperative italiane per lacooperazione internazionale neiPaesi ove nascono i flussi migratori».

GIOVEDÌ 8

Alle 18.30 nella Sala Santa Clelia dellaCuria arcivescovile incontra leCompagnie teatrali amatoriali delladiocesi.

SABATO 10 Alle 15.30 a Castiglione dei Pepoliinaugura una nuova Casa dell’Anffas. A seguire, visita alla parrocchia e alle18 Messa nella chiesa parrocchiale.

DOMENICA 11 Alle 10 nella chiesa di Baricella Messaper la festa della Madonna diLourdes. Alle 15 nella basilica di San PaoloMaggiore Messa per Giornata delMalato. Alle 17.30 in Cattedrale Messa ecandidatura di sei aspiranti Diaconipermanenti.

IN E

VIDE

NZA primo piano6 BOLOGNA

SETTEDomenica

4 febbraio 2018

Caritas Bolognain soccorso alle Chiese turche

Basilica di San Petronio. Con l’esperto Giovanni Paltrinieririprendono le visite guidate al sottotetto e alla Meridiana

Un’antica stampa con la meridiana di San Petronio

Se lo Spiritovince la paura

Page 7: Una vita da amare, sempre · Sav, quel «salvagente» per mamme e bambini l Sav – Servizio accoglienza alla Vita (via Irma Bandiera 22) nasce nel 1978 come segno della Chiesa di

Don Andrea Checchinato, salesiano, nominato vicario parrocchiale al Sacro Cuore di Gesù in cittàMcl: incontro a S. Lucia di Casalecchio di Reno sul Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace

diocesiNOMINA. L’Arcivescovo ha nominato donAndrea Checchinato, salesiano, vicarioparrocchiale al Sacro Cuore di Gesù in città.«12PORTE». Ricordiamo che «12Porte», ilsettimanale televisivo diocesano, è visibilesul proprio canale di Youtube (12portebo)e sulla propria pagina Facebook. In questidue social è presente l’intero archivio dellatrasmissione e anche alcuni servizi extracome omelie integrali dell’Arcivescovo oapprofondimenti che per motivi di temponon possono essere inseriti nello spaziotelevisivo. È poi possibile vedere «12Porte»il giovedì sera alle 21 su Nettuno Tv (canale99) e alle 21.50 su TelePadre Pio (canale145); il venerdì alle 15.30 su Trc (canale14), alle 18.05 su Telepace (canale 94), alle19.30 su Telesanterno (canale 18), alle20.30 su Canale 24 (canale 212), alle 22 suE’ tv–Rete 7 (canale 10), alle 23 suTelecentro (canale 71); il sabato alle 17.55su Trc (canale 15) e la domenica alle 9 suTrc (canale 15) e alle 18.05 su Telepace(canale 94). Gli orari sono passibili dimodifica nelle varie emittenti per esigenzedi palinsesto.FTER. Continua il corso sul diaconatofemminile intitolato «Oltre Febe. Ildiaconato femminile: per una storia dellateologia» proposto dalla Scuola diFormazione teologica della Facoltàteologica dell’Emilia Romagna. Il prossimoincontro si terrà venerdì 9 dalle 19 alle20.40 nella sede della Fter (p.le Bacchelli4); coordina Alessandra Deoriti.

parrocchie e chieseSCUOLA DI CORANO. Sabato 10 dalle 17 alle18.30, nella parrocchia di Sant’Antonio daPadova a La Dozza (via della Dozza 5/2) siterrà il terzo incontro della «Scuolaitinerante di dialogo» dedicata al «Corano:libro di un popolo», promossa da PiccolaFamiglia dell’Annunziata e Famiglie dellaVisitazione e guidato da Ignazio DeFrancesco, monaco della Piccola Famigliadell’Annunziata e islamologo.

spiritualitàCOMUNITA’ DEL MAGNIFICAT. Proseguonoall’Eremo Magnificat di Castel dell’Alpi (viaProvinciale 13) le esperienze di vitacontemplativa per giovani e adulti. I

prossimi appuntamenti si terranno dal 16(pomeriggio) al 20 febbraio (mattino) sultema «Liturgia e vita» e dal 6 (pomeriggio)al 10 (mattino) aprile sul tema: «L’incontrocon il Risorto». Info: tel. 3282733925. CENACOLO MARIANO. Sabato 10 e domenica11 al Cenacolo mariano di Borgonuovo diSasso Marconi si terranno due giorni didanza e preghiera sul tema: «Un cuorenuovo»; guiderà Giuliva di Berardino,teologa liturgista.SANTO STEFANO. Domenica 11 dalle 9 alle12, nell’Abbazia di Santo Stefano (Saladella biblioteca al primo piano, con accessodal portone sulla destra del complesso,civico 24) continua il ciclo «Incontri checambiano la vita. Storie di conversioni sullestrade del Messia» promosso daiBenedettini a Bologna, dai Gesuiti e dallaComunità di vita cristiana Debarim. Lectio,meditazione e condivisione sul Vangelosulla guarigione della donna emorroissa, acura di: padre Flavio Bottaro, gesuita, padreBenedetto Albertin, benedettino, e«Comunità di vita cristiana».

associazioniAZIONE CATTOLICA. Continuano gli incontridel Laboratorio della Formazionedell’Azione Cattolica sul tema «Nessuno sisalva da solo». Il secondo incontro si terràgiovedì 8 alla parrocchia diSanta Rita (via Massarenti418) sul tema «Passo a Due– Ritmi diversi nellacoppia: è possibileun’armonia?»ADORATRICI E ADORATORI.L’associazione «Adoratrici eadoratori del SantissimoSacramento» si ritroveràgiovedì 8 nella sede di viaSanto Stefano 63 alle 17.30per la Messa, celebratadall’assistente ecclesiasticomonsignor MassimoCassani, e dalle 18.15 alle19.15 per ascoltare una«Testimonianza sulla vita»dell’associazione «Simpatiae Amicizia».GENITORI IN CAMMINO.Martedì 6 alle 17 Messa peril gruppo «Genitori in cammino» nellachiesa di Santa Maria Madre della Chiesa(via Porrettana 121).MCL CASALECCHIO. Domani alle 21 nelSalone della parrocchia di Santa Lucia diCasalecchio di Reno (via Bazzanese 17) siterrà un incontro pubblico sul Messaggio dipapa Francesco in occasione della 51ªGiornata mondiale della pace dal titolo«Migranti e rifugiati, uomini e donne incerca di pace». All’incontro, promosso dalMcl con il patrocinio del Comune e incollaborazione con le parrocchie delterritorio, interverranno don MassimoRuggiano, vicario episcopale per la Carità, ePaolo Chesani, direttore dell’organismo dicooperazione allo sviluppo Cefa;

coordinerà Marco Benassi, presidenteprovinciale Mcl.MSAC. Il Movimento studenti di Azionecattolica organizza un laboratoriodomenica 11 dalle 18 alle 21 nellaparrocchia di Santa Maria dellaMisericordia (piazza di Porta Castiglione4). Si discuterà delle tematiche scolastiche edi attualità. Costo: euro 2, compresol’aperitivo finale. Per info: Caterina3486089289, Gabriele 3384206949.

culturaFTER–MIUR. La Facoltà teologica dell’EmiliaRomagna e il Miur organizzano un

le sale della comunità

laboratorio di drammatizzazione del testobiblico «”Tu sei quell’uomo” (2 Sam 127)».Da venerdì 9 a domenica 11, in Seminario(piazzale Bacchelli 4) terza tappa sul tema:«La morte e risurrezione di Gesù diNazareth». Per info: tel. 051330744 [email protected] GAIA EVENTI. L’associazione Gaia Eventipropone sabato 10 una visita alla mostra«Duchamp, Magritte, Dalì» a PalazzoAlbergati. Appuntamento alle 12.20 (primoturno) e 18 (secondo turno) in viaSaragozza 28. Costo: euro 21 comprensividi ingresso e visita guidata. Guida:Francesca Chelini. Per info:[email protected] o tel.0519911923 lunedì e venerdì ore 10–13.MARZABOTTO. Oggi dalle 10.30 alle 17.30,ingresso gratuito al Museo NazionaleEtrusco «Pompeo Aria» di Marzabotto eall’antica città etrusca di Kainua (viaPorrettana Sud 13). Per info: tel.051932353.CINE CARE. Martedì alle 17.30 all’OratorioSan Benedetto (via Galliera 81), primoappuntamento del ciclo «Cine care»promosso da Apun. Verrà proiettato il film«La donna di Platino» di Frank Capra(1931). Presenta Beatrice Balsamo. Per info:tel. 3395991149 [email protected] owww.psicologiadellanarrazione.it owww.facebook.com/mensa2015

societàIL LAVORO SECONDO PAPA FRANCESCO.Mercoledì 7 alle 21 alla parrocchia diSant’Antonio da Padova a La Dozza (viadella Dozza 5/2) si terrà un incontropromosso da Pax Christi e Acli Bologna sultema «Il lavoro e i lavoratori nel pensiero dipapa Francesco». Relatori: Roberto Rossini,presidente nazionale Acli («Il lavoro nonpuò essere considerato come una merce, néun mero strumento nella catena produttivadi beni e servizi ma ha la priorità rispetto aqualunque altro fattore di produzione,compreso il capitale») e don GiovanniNicolini, assistente nazionale Acli («”Perchéhanno venduto il giusto per denaro e ilpovero per un paio di sandali (Amos 2,6)”.La dignità del lavoro nella Chiesa e nelleparole di papa Francesco»). ACLI #RIVOLUZIONEFAMIGLIA. È partita suFacebook e Twitter la campagna social delleAcli di Bologna #rivoluzionefamiglia. Unvideo al giorno per 30 giorni, fino al voto,in cui aclisti e cittadini pongono questionipratiche ai candidati alle elezioni sul temadella famiglia, promuovendone il valoreanche sociale. «Abbiamo interpellato tutti icandidati che hanno una pagina pubblicasui social network – spiega il presidenteprovinciale Filippo Diaco – di qualunqueappartenenza politica». Lo scopo è ottenererisposte e osservazioni sui temi deicaregivers, del lavoro degno e della natalità.«Siamo aperti al dialogo e al confronto contutti – afferma Diaco – raccogliendo l’invitodell’arcivescovo Zuppi a sostenere idee e

principi, non persone».«DOPO DI NOI». La Fondazione «Dopo dinoi» invita ad un incontro pubblico su«Amministratore di sostegno: cos’è? A cosaserve? Cosa bisogna fare?» che si terràgiovedì 8 alle 16 al Centro sociale «F.Malpensa» a San Lazzaro di Savena (viaJussi 33). Introducono: Isabella Conti,sindaco di San Lazzaro di Savena; LauraVenturi, direttrice Istituzione Gian FrancoMinguzzi Bologna; Luigi Dovesi, presidenteCentro sociale Malpensa; coordina ParideLorenzini, Ufficio di Piano eCoordinamento distrettuale di San Lazzaro.Luca Marchi, Fondazione Dopo di Noiparlerà su «Perchè l’Amministratore disostegno?»; Agata Zambotti,amministratrice volontaria su «Farel’amministrazione di sostegno: “Insiemepossiamo agire”»; Lorenzo Di Bella delProgetto Sostengo! Istituzione Gian FrancoMinguzzi e Paola Atzei, responsabile Areaformazione e sviluppo competenze CsvVolabo su: «I servizi di informazione,supporto e formazione: il ProgettoSOStengo». In chiusura riflessioni edomande dei partecipanti.

musica e spettacoliSANT’ANTONIO DI SAVENA. Oggi alle 17nella chiesa di Sant’Antonio di Savena (viaMassarenti 54) concerto d’organo in onoredel patrono sant’Antonio abate. FrancescoUnguendoli eseguirà musiche di Morandi,Zipoli, Stanley, Bach e Davide da Bergamo.TEATRO DEHON. Oggi al Teatro Dehon (viaLibia 59) per la rassegna di Teatro ragazzi,la compagnia «Fantateatro» presenta «Ilpiccolo principe» alle 11, 16 e 17.30. Perinfo: tel. 051342934.TEATRO MELONCELLO. Sabato 10 alle 21 alTeatro Meloncello (via Curiel 22) lacompagnia Teatranda presenta «Dallafinestra – Esterno piscina».TEATRO ALEMANNI. Oggi alle 16 al TeatroAlemanni (via Mazzini 65) la Compagniadialettale «Arrigo Lucchini» presenta lapièce «Amedèo cóme mé», di ArrigoLucchini (da Ordonneau e Valabregue).Biglietteria tel: 051303609 – 051054 8716.

Padri agostiniani. Riparte in S. Giacomo Maggiorela tradizione dei «15 Giovedì» dedicati a santa Rita

iprende giovedì 8, nella chiesa di San Giacomo Maggiore (piazzaRossini) la tradizione dei «15 Giovedì di santa Rita» in vista della fe-sta della santa che si celebrerà martedì 22 maggio: alle ore 8, Mes-

sa degli universitari; alle 9, canto delle Lodi della Comunità agostinianae Messa; alle 10 e alle 17, Messa solenne seguita dall’Adorazione eucari-stica, Benedizione, Inno alla santa, bacio della reliquia; alle 16.30, solenneVespro cantato. Nei «15 Giovedì» la Comunità agostiniana sarà disponi-bile per le confessioni e per la direzione spirituale. Questo percorso, co-me ogni anno, diventa efficace itinerario di evangelizzazione e spiritua-lità sulla scia delle varie fasi dell’Anno liturgico che, nel succedersi dellesettimane, vengono toccate. Secondo le indicazioni della Lettera pastora-le «Non ci ardeva forse il cuore?» si riprenderanno le tematiche dello scor-so anno, nel ricordo dell’esperienza del Ced, coronata dalla Visita pasto-rale di papa Francesco, e ci si concentrerà sull’icona dei Discepoli di Em-maus. Alla luce del testo del Vangelo di Luca si accenderà l’attenzione deicristiani alla Parola, all’Eucarestia e all’impegno della Chiesa che si carat-terizza con l’esperienza e l’annuncio del Cristo Risorto.

R

Istituto De Gasperi. Proseguono gli incontri«Migranti: un’occasione per informarsi e riflettere»

roseguono gli incontri sultema «Migranti:un’occasione per informarsi

e riflettere» promossi dall’IstitutoDe Gasperi. Il secondo incontro siterrà domani alle 21 nella chiesadi Santa Maria della Carità (viaSan Felice 64). InterverrannoBruno Cantalini, Elena Donati eRoberta Piergiovanni dell’IstatEmilia Romagna sul tema «Lapopolazione straniera nellestatistiche ufficiali». L’avvocatoNazzarena Zorzella, esperta didiritto dell’immigrazione, dellarivista «Diritto Immigrazione eCittadinanza» e socia Asgi

(Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione)parlerà dei «Migranti per motividi lavoro/famiglia/studio,richiedenti asilo e irregolari:l’immigrazione extracomunitarianell’ordinamento italiano edeuropeo». Emi Rehana Ferdous,mediatrice interculturalesvilupperà il tema della«Domanda del richiedente asilo ela sua valutazione». Iscrizione:[email protected] [email protected] . Per info: parrocchia S. M.Carità tel. 051554256 o IstitutoDe Gasperi tel. 3403346926.

P

riflessione. Due seminari a Sant’Antonio di Savena

a parrocchia di Sant’Antonio diSavena organizza due importantiseminari. Il primo a Villa Edera

presso Villa San Giacomo alla Ponticelladi San Lazzaro di Savena (via San Ruffillo5), dove si terrà un seminario sabato 24 e

domenica 25, dalle 8.30 del sabato alle 19 di domenica.Costo: euro 40 comprensivi di pranzo e cena del sabato epranzo della domenica, più una quota quale contributo peranimazione e materiali. Per bimbi da 0 a 4 anni gratis e da5 a 13: euro 20. Per info: Maria Clara [email protected] e Chiara Zini [email protected] osegreteria parrocchiale [email protected] da versare in segreteria parrocchiale, tel. 051342101(lun–ven 8.30–11 e 17–19.30), 10 euro a persona. Ilsecondo invece sarà intitolato «Talita’ Kum Coppia... sidiventa. Due giorni per crescere come coppia» si svolgerà davenerdì 2 a domenica 4 marzo al Centrotabor a Pavullo(via Gaiato 92, località Pianelli). Costo per coppia: euro200. Quota figli (per 2 giorni): fino a 3 anni compiutigratis, 4 – 1 3 anni: primo figlio euro 60; secondo figlioeuro 45; terzo figlio euro 35, dai 14 anni euro 80. Iscrizionientro il 17 febbraio. Per info: Adriana e Emanuele Stanzanitel. 3382564284 o [email protected]

L

media. Tessera di giornalistaper monsignor Ernesto Vecchi

artedì scorso il vescovo ausiliareemerito e già amministratoreapostolico di Terni – Narni –

Amelia monsignor Ernesto Vecchi è statoiscritto dall’Ordine dei Giornalistidell’Emilia Romagna nell’Albo dei

Pubblicisti, ottenendo così la qualifica di Giornalistapubblicista. L’Ordine ha così riconosciuto la sua lunga eintensa attività nel campo del giornalismo e dellecomunicazioni sociali in genere. Legato da sempre adAvvenire, negli ultimi anni monsignor Vecchi ha creato ecura una rubrica quindicinale su «Il Resto del Carlino», nelfascicolo di Bologna. Ha promosso la nascita e sempresostenuto con forza il nostro settimanale diocesano«Bologna Sette»; ha curato l’acquisizione dell’emittenteradiofonica «Radio Nettuno» e la nascita di «Nettuno Tv».È stato a lungo Vescovo delegato per le Comunicazionisociali della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna ecome tale ha promosso la nascita dell’Ufficio regionaleper le Comunicazioni sociali della Ceer. Ha anche scrittoun volumetto, «Antenna crucis», sottotitolo «Il passaggiodall’analogico al digitale. Riflessione teologico–pastorale»(Edb). Al vescovo monsignor Vecchi i più vivirallegramenti da parte di tutti noi di «Bologna Sette».

M

cine

ma

I programmidi Nettuno TV

canale 99

ettuno Tv (canale 99 del digitaleterrestre e in streaming suwww.nettunotv.tv) presenta la con-

sueta programmazione. Rassegna stampadal lunedì al venerdì dalle 7 alle 10; le dueedizioni del Telegiornale alle 13.15 e alle19.15, con servizi e dirette su attualità, cro-naca, politica, sport e vita della Chiesa bo-lognese. Sono trasmessi in diretta i prin-cipali appuntamenti dell’Arcivescovo. Ilgiovedì alle 21 l’appuntamento col setti-manale televisivo diocesano «12 Porte».

N

L’arcivescovo Zuppi a Baricella omenica alle 10 a Baricella l’arcivescovo Zuppi ce-lebrerà la Messa per la festa della Madonna di Lour-

des. «Sarà l’unica Messa del giorno – spiega il parroco donGiancarlo Martelli – e tutti i parrocchiani di Baricella eSan Gabriele sono convocati per incontrare l’Arcivescovoe fare festa. Al termine, porteremo la Madonna in pro-cessione per affidarle il nostro paese. Noi baricellesi sen-tiamo la grotta di Lourdes come la nostra e siamo moltolegati a questo luogo. Tante persone durante la giornataentrano nella Cappella della grotta e là sostano per unapreghiera, un pensiero o un cero alla Madonna». La grot-ta di Lourdes, che si trova in una cappella laterale del-l’antico Oratorio di San Giuseppe, fu eretta tra il 1941 e il1942 dall’allora arciprete don Giovanni Maurizzi e inau-gurata il 26 aprile 1942 dall’arcivescovo Nasalli Rocca.

D

Una giornata di ritiroal Cenacolo mariano

abato 10 dalle 9 alle 17.30, alCenacolo mariano diBorgonuovo di Sasso

Marconi, si svolgerà una giornatadi ritiro per tutti sul tema: «”Unsegno per noi: Una donna vestitadi sole” (Ap 12): la lotta spiritualenel cammino verso la maturitàcristiana». Giuseppe Podda, guidanegli Esercizi spirituali, parlerà sultema: «Essa partorì un figliomaschio» (Ap 12,4–5).

S

Esercizi di AcAzione cattolica or-ganizza da venerdì

16 a domenica 18 feb-braio al Seminario arci-vescovile (P. le Bacchelli4) Esercizi spirituali sul te-ma «Il soldo gettato (Mc12,41–44)». In program-ma: venerdì 16 alle 9 ac-coglienza, alle 9.30 inizio,conclusione dopo il pran-zo di domenica 18. Costo:euro 105. Guida monsi-gnor Roberto Macciantel-li. Info e iscrizioni (entroil 12 febbraio): SegreteriaAc, tel. 051239832 o [email protected]

’L

Gli anniversaridella settimana

5 FEBBRAIO Grandi don Claudio Leone (1945) Cantagalli monsignor Giulio (1947) Mezzini don Sisto (1955) Cavara don Ernesto (1963)

6 FEBBRAIO Elli don Giuseppe (1947)

7 FEBBRAIO Carati monsignor Enea (1948) Bragalli don Delindo (1971)

8 FEBBRAIO Balboni don Claudio (2017)

9 FEBBRAIO Leoni padre Pio (1948) Scaroni don Orfeo, salesiano (1994)

10 FEBBRAIO Calzolari monsignor Pacifico,francescano (1965) Ghedini don Isidoro (1998) Gambari don Giuseppe (2000)

11 FEBBRAIO Caprara don Augusto (1950) Rossi don Pietro (1963)

in memoria

Monsignor Vecchi S. Antonio Savena

A cura dell’Acec–Emilia Romagna

ALBA v. Arcoveggio Jumanji. Benvenuti 051.352906 nella giungla

Ore 15 – 17.30 – 20

ANTONIANO v. Guinizelli Assassinio 051.3940212 sull’Orient Express

Ore 16 – 18.15 – 20.30

BELLINZONA v. Bellinzona Wonder 051.6446940 Ore 16 – 18.30 – 21

BRISTOL v. Toscana 146 Come un gatto 051.477672 in tangenziale

Ore 16 – 18.15 – 20.30

CHAPLIN P.ta Saragozza L’ora più buia 051.585253 Ore 16 – 18.30 – 21

GALLIERA v. Matteotti 25 The greatest showman 051.4151762 Ore 16.30 – 19 – 21.30

ORIONE v. Cimabue 14 Loveless 051.382403 Ore 16 051.435119 Corpo e anima

Ore 18.15ParadiseOre 20.15 (v. o.)

TIVOLI v. Massarenti 418 Il vegetale 051.532417 Ore 16.30

La ruotadelle meraviglieOre 18.30 – 20.20

CASTEL D’ARGILE (Don Bosco) v. Marconi 5 Come un gatto 051.976490 in tangenziale

Ore 17.30 – 21

CASTEL S. PIETRO (Jolly) v. Matteotti 99 Ferdinand 051.944976 Ore 15 – 17.15

Napoli velataOre 20.45

CENTO (Don Zucchini) v. Guercino 19 The greatest showman 051.902058 Ore 16 – 21

LOIANO (Vittoria) v. Roma 35 Coco 051.6544091 Ore 16

C’est la viePrendila come vieneOre 18.20 – 20.30 – 22.30

S. PIETRO IN CASALE (Italia) p. Giovanni XXIII Made in Italy 051.818100 Ore 17 – 19 – 21

VERGATO (Nuovo) v. Garibaldi Tutti i soldi 051.6740092 del mondo

Ore 21

Domenica4 febbraio 2018

BOLOGNA 7SETTEnotizie

[email protected]

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percorsi educativiCome si può cambiare l’ordine delle cose?Con Andrea Segre si riflette sull’accoglienza

ossiamo cambiare l’ordine delle cose? Questofaticoso interrogativo sarà al centro di una

serata al cinema–teatro Tivoli, in programmamercoledì alle 20. Un’occasione per stimolare lariflessione sul tema delle migrazioni e sul nostromodo di fare accoglienza, per non restareindifferenti di fronte alle contraddizioni cheattraversano la nostra società. L’iniziativa,introdotta e coordinata da Sandra Federici,direttrice della rivista «Africa e Mediterraneo», siaprirà con la proiezione del video «Oltre glistereotipi», realizzato da un gruppo di ragazzi diterza superiore che hanno lavorato, in particolare,sulla situazione dei migranti che transitano inLibia. A seguire, dialogo con Andrea Segre, registadel film «L’ordine delle cose» (Italia/Francia, 2017),che sarà proposto al pubblico subito dopo ildibattito. Segre si occupa dal 2001 di quanto staaccadendo lungo i confini d’Europa. Il suolungometraggio, presentato in anteprima all’ultimaMostra d’arte cinematografica di Venezia, raccontala storia di Corrado, alto funzionario del ministerodegli Interni chiamato dal governo italiano per

P contenere i viaggi illegali dalla Libia verso il nostroPaese. L’incontro con Swada, una donna somalache sta tentando di scappare dalla detenzionelibica e attraversare il mare per raggiungere ilmarito in Europa, farà nascere nel protagonista unforte conflitto personale, in grado di scompaginare«l’ordine delle cose»: come riuscire a far conviverela ragion di Stato con l’istinto umano che ci portaad aiutare chi è in grande difficoltà. Nel pamphletche accompagna il film, Segre spiega: «quando hodeciso di raccontare questo conflitto nonimmaginavo mi avrebbe coinvolto così tanto,pensavo di poter tenere Corrado fuori da me, dipoterlo descrivere e osservare. Invece la suatensione psicologica, la sua crisi è diventata mia».Del resto, prosegue il regista, «mio padre era unfisico e mi ha sempre spiegato che nelle scienze larisoluzione dei problemi dipende dalla nostracapacità di definirli. So che la realtà è piùcomplessa delle scienze, ma ho l’impressione cherispetto alle migrazioni siamo di fronte ad unproblema di cui non abbiamo azzeccato ladefinizione». Info: www.lordinedellecose.it (G.C.)

La rivoluzione del Terzo settore

Sabato 10, nella primalezione, Vera Zamagnianalizzerà le due ultimeencicliche con contenutisociali, la «Caritas inveritate» di Benedetto XVI,che sulla scia della«Populorum progressio» diPaolo VI affronta di petto esu tutti i piani il tema della globalizzazione, e la «Laudato si’» di papa Francesco

L’idea «assurda»: vivereper alcuni giorni dietroalle sbarre come i detenuti

abato 10 alle 9 inizierà il Corso di basedi Dottrina sociale della Chiesa, che sitiene ormai da qualche anno all’Istituto

Veritatis Splendor con quattro lezioni su dueanni. Quest’anno inizierà con una mia lezio-ne sulle due ultime Encicliche con contenutisociali, la «Caritas in Veritate» di Benedetto X-VI e la «Laudato Si’» di papa Francesco. La pri-ma, sulla scia della «Populorum progressio»di Paolo VI, affronta di petto il tema della glo-balizzazione su tutti i piani, culturale, politi-co, sociale ed economico, per prendere attodella realtà, analizzarne i versanti positivi e ne-gativi e proporre «soluzioni nuove». Fra que-ste, particolare attenzione è data alla ripresadella responsabilità etica nel mercato dal pun-to di vista degli imprenditori e da quello deiconsumatori. La cooperazione internaziona-le viene richiamata a trovare forme nuove d’a-zione al di là dell’assistenzialismo e la neces-sità di un adeguato governo transnazionale del

S mondo viene ribadita. Oggi restare isolati inun mondo interconnesso non è più possibi-le e chi ci prova si taglia fuori dal corso dellastoria. Due delle sottolineature già presentinella «Caritas in Veritate» vengono ritenute ditale urgenza da avere indotto papa Francescoa tornarci sopra con la sua «Laudato Si’»: il de-grado dell’ambiente e il lavoro. «Si tratta di ri-definire il progresso», ribadisce papa France-sco, anche lui sulla linea dello «sviluppo in-tegrale» di Paolo VI, per ridare allo sviluppodei fini degni dell’uomo, che non distrugga-no la natura e promuovano tutti gli uomini,e per ripensare il ruolo del lavoro, che restauna dimensione irrinunciabile della personaumana. Ricordo che le altre tre lezioni di que-st’anno riguardano l’azione politica, il nuovowelfare e il ruolo sociale della famiglia. Il Cor-so si terrà se verrà raggiunto un numero mi-nimo di iscrizioni.

Vera Zamagni

DI FEDERICA GIERI SAMOGGIA

ivoluzione Terzo settore grazie alnuovo codice in vigore da agosto. Inattesa dei decreti attuativi, la Scuola

diocesana di formazione all’impegno socialee politico organizza, sabato 10 alle 10all’Istituto Veritatis Splendor (via Riva diReno 57), un incontro su «L’architetturadella Riforma del Terzo settore» che saràillustrata dall’economista Stefano Zamagni,affiancato da Valerio Baroncini, capocronistadel Carlino (info: tel. 0516566233, e–mail:

[email protected]). Sorreggono l’impianto della Riforma alcuniprincipi. «Il primo – osserva Zamagni –concerne il passaggio dal regime concessorioa quello del riconoscimento. L’autoritàpubblica non deve più concedereautorizzazione ad un soggetto che intendaperseguire “senza scopo di lucro, finalitàciviche, solidaristiche e di utilità socialemediante lo svolgimento di una o piùattività di interesse generale”». Ciò significa che «l’autorità pubblica devepiuttosto prendere atto dell’esistenza di unatale volontà ed esigere, come è giusto chesia, il rispetto delle regole, oltre cheesercitare i relativi poteri di controllo». È «unpassaggio epocale che sprigionerà tuttequelle energie che la societàcivile è in grado di esprimere,ma che fino ad ora sono stateappesantite da struttureburocratiche e da vincoliamministrativi privi digiustificazione razionale».Questo perché «i controllori,anziché giudicare i risultati,privilegiano la valutazionedella legittimità degli atti. Ciò– incalza l’economista – inquanto troppa parte dellenorme che riguardano lanostra amministrazionepubblica sono dettate da unacultura del sospetto. Edunque mirano allaprevenzione cioè a renderedifficile la nascita del nuovo.Eppure sono proprio gli entidi Terzo settore ad accrescerela solidità del tessuto sociale,

Rconcorrendo a ridurne la “liquidità” di cuiha parlato Baumann». Un secondo principio rileva «il superamentodella concezione che vedeva il Terzo settorecome insieme di enti chiamati a compensaregli effetti perversi dei “fallimenti” delmercato e dello Stato. La Riforma accoglie,invece, la concezione del Terzo Settore comecomplesso di istituzioni di regolazione per ilcontrollo in senso equitativo dell’attivitàeconomica, per accrescere la dotazione dicapitale sociale (di tipo bridging), perrafforzare le azioni di advocacy (patrocinio)a tutela dei diritti di cittadinanza». Tradotto,viene «sancito il transito dalla concezione“additivista” secondo cui gli enti di TerzoSettore si aggiungerebbero ai soggetti deglialtri due settori (Stato e mercato) occupandouna propria nicchia, ad una concezione“emergentista”». Il che «è una forma di agireche modifica le relazioni già esistenti tratutte le sfere della società». Unasottolineatura importante perché «vale aproteggerci dalla furia costruttivista diguardare al risultato, al cosa si fa,dimenticando il come e il perché». Nediscende il «bisogno di misurare l’impattosociale», il terzo principio. In pratica, «la misurazione dell’impattosociale di un’attività è un’espressione dellaevidence based policy». Insomma «non èpiù sufficiente limitarsi a dare contodell’output di un certo progetto. Diventanecessario “l’outcome” del progetto stesso»ossia l’impatto sociale che è «ilcambiamento sulla comunità di riferimentogenerato dall’attività svolta. È chiaro che ilgrosso problema da risolvere è di giungere adefinire metriche per la valutazionedell’impatto sociale che tengano contodell’identità e della missione specifica deidiversi enti di Terzo settore».

Corso base, sabato il primo incontro nizia sabato il Corso di base sulla Dottrina sociale dellaChiesa, proposto dal Settore dottrina sociale dell’Istitu-

to Veritatis Splendor, in collaborazione con Fism Bolognae Uciim Bologna. Le lezioni si svolgeranno il sabato dalle 9alle 11 nella sede dell’Ivs (Via Riva di Reno 57), sui seguen-ti argomenti: il 10 febbraio, «Gli insegnamenti economicidelle encicliche “Caritas in veritate” e “Laudato sì”», rela-trice: Vera Negri Zamagni, docente di Storia dell’economiae direttrice del Corso; il 24 febbraio «Laicità, sussidiarietàe azione politica», Paolo Terenzi, docente di Sociologia deiprocessi culturali; il 3 marzo «Nuovo welfare», GiuseppeMonteduro, assegnista di ricerca presso il Dipartimento diSociologia e Diritto dell’economia; il 10 marzo «Il ruolo so-ciale della famiglia», Elena Macchioni, ricercatrice in So-ciologia dei processi culturali. Informazioni e iscrizioni: 0516566239; [email protected]

I

«Ne vale la pena», appuntamento mensilecon la redazione della Casa circondariale diBologna «Dozza» a cura dell’associazione«Poggeschi per il Carcere» e del sito diinformazione sociale «Bandiera– Gialla».

e ricordo bene, moltissime personenel Nord Italia si annoiano,sbuffano, sono alla ricerca di

emozioni, dimostrazioni e, perché no,trasgressioni. Sembra che più la vita si fafrenetica, sovraccarica di impegni e dioccasioni e più si insinui la noia neglispazi sempre più ridotti della nostraagenda.

S

L’idea brillante per accontentarle sarebbeun weekend alla Casa circondariale«Rocco D’Amato» alla Dozza. Per i piùvolenterosi si potrebbe introdurre anchel’opzione «ripeti» settimanale.Propongo l’entrata il venerdìpomeriggio, con svestizione eperquisizione in accettazione, consegnapiatti in acciaio, posate in alluminio,bicchiere in plastica cinese, coperta elenzuola militari.Per i pasti principali, colazione, pranzo ecena, il carrello guidato da un «vero»detenuto servirà il menù di galera,direttamente nelle celle degli ospiti, didodici metri quadrati, bagno incluso(ma senza acqua calda) e televisore acolori, diciotto pollici. Per le attività propongo quattro ore diaria al giorno nei passeggi, 100%cemento armato, partitella a carte, scopa

o sbarazzino, sempre con detenuti «veri».Saranno previsti inoltre due incontri: ilprimo con lo psichiatra, il secondo conlo psicologo. La domenica sarà possibile parteciparealla Messa, con l’opportunità discambiare due parole di conforto,gratuitamente, con il sacerdotedisponibile al momento. Il sabato – manon sempre – si potrebbe godere di uncolloquio di un’ora con i parenti nelleapposite sale, sorvegliati a vista in modoche non ci si possano scambiare gestitroppo affettuosi. In uscita, la domenica ore 12, battiturain festa per la liberazione, con fischi esaluti. Il costo del pacchetto «weekendfollia» è ancora in fase di definizione. Levicende amministrative – si sa – sono lepiù contorte dovunque, alle prese conuna ridda di normative e balzelli, che

però potrebbero venire integrati nelladimensione di avventura del progetto.L’idea, a qualcuno, potrà sembrareassurda, impossibile e irrealizzabile, masono convinto che in molti, fuori daqueste mura, nella loro follia potrebberogradirla.

Il Betto,redazione di «Ne vale la pena»

Un weekend alla Dozza contro la noia Villaggio del Fanciullo,partono i nuovi corsi

Alla PolisportivaVillaggio del Fanciullo(via Cavalieri 3) provegratuite di apnea(secondo ciclo dal 12,tutti i lunedì alle 21): gliinsegnanti insegnerannoa migliorare la capacitàrespiratoria ed allenare imuscoli dellarespirazione. Dal 12(tutti i lunedì e giovedìalle 20.30) secondo ciclodi difesa personale. Per ilcross water nuovo corsoil venerdì alle 19.20:allenamento dinamico,brucia–grassi, che mixa ibenefici di due discipline,Crossfit e allenamentoacquatico. Per info, tel.0515877764.

Vita quotidiana in carcere

Verso un sistema meno burocratico:«L’autorità pubblica non dovrà piùconcedere autorizzazione a unsoggetto che intenda perseguiresenza scopo di lucro finalità civiche,solidaristiche e di utilità sociale»

Sabato 10 all’Istituto Veritatis Splendorl’economista Stefano Zamagni e ilgiornalista Valerio Baronciniillustreranno l’architettura della Riforma

Nell’immagine adestra, il patriarca

Abramo

«Abramo e pace», educare alla cittadinanzarende il via mercoledì dalle 15.30 alle 18.30 nella Sala Far-nese di Palazzo d’Accursio, con una prima sessione aperta alpubblico, «Religiosità, educazione, cittadinanza. Costruire la

pace nella convivenza democratica: quali compiti per l’educazio-ne?», un ciclo di incontri promossi dall’Associazione «Abramo epace». Interverranno: Beatrice Draghetti, presidente di «Abramo epace», Michele Caputo, docente di Pedagogia generale (Università

di Bologna), SilviaGuetta, docente diPedagogia della ge-stione dei conflitti(Università di Fi-renze), MulaykaEnriello (Commis-sione educazionedella Comunità re-ligiosa islamica ita-liana), e Maria Te-resa Moscato, do-cente di Teoria epratica della forma-zione (Università diBologna). Seguiràuna sessione ad in-vito (14, 21, 26 feb-braio). È possibileiscriversi alla sessio-ne pubblica scri-vendo a: [email protected]. Achi lo richiede verràconsegnato l’atte-stato di frequenza.Info: www.abra-moepace.com

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Dottrina sociale della Chiesa: le encicliche di due Papi

Nelle foto, sopra unascena del film «L’ordinedelle cose» e a destra ilregista Andrea Segre

il calendario

8 BOLOGNASETTE

Domenica4 febbraio 2018