Passaparola UN TEMPO PROPIZIO PER PARLARE DI “VOCAZIONE”

Nella sua ultima lettera pastorale “Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra”, il nostro Arcivescovo Mario Delpini ha definito il momento liturgico “dopo Pentecoste” come un “… tempo propizio per parlare di ‘vocazione’”.

Scrive l’autore: “… Incontrando gruppi di giovani, non di rado ci si sente porre la domanda: ‘Come faccio a conoscere la mia vocazione? Come ha fatto lei a scegliere di diventare prete? Ha mai avuto dubbi sulla sua scelta’? Ho più volte tentato - continua il Vescovo - di offrire quella che io ritengo la risposta cristiana all’interrogativo. Non so con quale esito. La risposta alla propria vocazione è frutto di un’esperienza d’amore, un affascinante cammino di ascolto, di ricerca e di scoperta, di conoscenza e dono di sé, è entrare in se stessi e spalancarsi all’umanità, è affidarsi alla promessa di felicità e pienezza di senso, pur nelle comuni fatiche e difficoltà della vita. La realizzazione della propria vocazione è il cammino della vita guidata dalla Spirito, che sempre rende nuovi, che rende più umani e raggiunge la sua pienezza quando si trasforma in offerta”.

Anche nel mese di giugno, la liturgia eucaristica quotidiana ha additato alla nostra attenzione alcune figure di “santi”, i quali - nella particolarità della propria risposta alla chiamata di Gesù - hanno testimoniato l’affascinate bellezza della donazione a Cristo,

Parrocchia SS. Redentore

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Koinonìa Il foglietto della Comunità

4 luglio 2021

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Un libro per l’estate UNA PROPOSTA DI LETTURA Papa Francesco ha capito che le risposte di scienziati, politici ed esperti sulle cause e i rimedi di quella prova inattesa e durissima non potevano bastare e ha invitato tutti, fedeli e non credenti, a guardare più lontano, ad aprire strade verso il futuro. Un libro coraggioso, che semina speranza e chiama a raccolta tutti coloro che credono possibile un mondo più giusto e più sano. Mai come in questo momento Francesco si rivela pastore, padre e guida non solo per i credenti ma per tutta l'umanità.

Troviamo il libro al banco della buona stampa o acquistabile in internet

QUESTA SETTIMANA Dal 1 settembre don Natale è nominato Parroco della Comunità Pastorale a Garbagnate e accoglieremo il nuovo Parroco don Renato Fantoni che sta già conoscendo la nostra Parrocchia. In particolare

giovedì 8 luglio ci sarà il CONSIGLIO PASTORALE

e CONSIGLIO AFFARI ECONOMICI allargato a Operatori pastorali per presentare la vita e l’azione pastorale della nostra Comunità.

ORATORIO ESTIVO

Siamo all’ultima settimana di

Oratorio estivo che vede coinvolti bambini e animatori fino al 9 luglio. Troviamo informazioni e immagini sui social parrocchiali

INIZIA LA VACANZA A OULX per i bambini delle elementari insieme ai bambini della Parrocchia di S. Francesca Romana. Sabato 10 luglio si

conclude e inizia la VACANZA PER I RAGAZZI DELLE MEDIE

6a Domenica dopo Pentecoste

uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e fare uscire gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte».

Vangelo secondo Matteo (cap. 11)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». SOTTOLINEATO Spesso, istintivamente immaginiamo la vita cristiana come un

giogo. Abbiamo delle cose da dire, delle cose da fare, degli impegni

da prenderci, delle cose da evitare, delle piacevoli esperienze a cui

rinunciare. Questa è per noi la vita cristiana. Gesù oggi cerca di

ribaltare questo concetto: “Il mio giogo è dolce e il mio carico è

leggero”. Gesù ci fa immaginare quelle persone che hanno assunto

fino in fondo il Vangelo come guida della loro vita. Sebbene

abbiano vissuto una vita di penitenza, di ascesi, di rinuncia a tante

cose, eppure sono state persone felici, perché è un giogo dolce che

in realtà non pesa quanto immaginiamo ma che ci aiuta ad essere

uomini e donne fino in fondo. È un carico leggero che non ci

schiaccia, ma anzi ci fa venire voglia di camminare di più e rende più

equilibrata la nostra esistenza. E allora noi cristiani siamo chiamati a

vivere la vita di fede così. Ricordandoci che non è una rinuncia al

piacere o alla gioia, anzi, è la via per cercare una fede e una gioia

più profondi e per vivere una vita più luminosa. Questa è la strada

che ha percorso Gesù stesso, prendendo su di se un giogo che l’ha

portato alla gioia. Chiediamo di poter seguire la stessa strada.

morto e risorto. Fra questi, vorrei mettere in rilievo un nostro contemporaneo: Clemente Vismara (1897 – 1988), missionario e “Beato”. Nativo di Agrate Brianza, il giorno stesso dell’ordinazione sacerdotale (26 maggio 1923) riceve la destinazione alla missione della Birmania orientale (oggi Myanmar), dove vivrà con i suoi tribali dei monti per 62 anni, sino al momento della morte (ore 20.00 del 15 giugno 1988). Scrive il Beato: “… La vita è fatta per esplodere, per andare lontano; se essa è costretta entro i suoi angusti limiti non può fiorire; se la conserviamo solo per noi stessi la si soffoca. La vita è radiosa dal momento in cui si incomincia a donarla”.

La Parola festiva

Lettura del libro dell’Esodo (cap. 3)

In quei giorni. Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere

dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’

La preghiera in famiglia

Accendiamo una candela e

iniziamo con il Segno della Croce: Nel nome

del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

CONTEMPLAZIONE

Ecco per chi sei venuto, ecco chi sono coloro che destano la tua attenzione e la tua lode, la tua meraviglia e la tua gratitudine: sono i piccoli, Gesù, quelli che non contano, quelli che risultano disarmati e disarmanti perché non hanno nulla da difendere, nulla da vantare, nulla da trattenere. Ed è proprio a questi che il padre rivela la sua volontà, fa intendere la sua voce, permette di comprendere i misteri nascosti ai sapienti e agli intelligenti. Ecco per chi sei venuto, ecco coloro che attirano la tua tenerezza e la tua misericordia: sono gli affaticati e gli oppressi, Gesù, quelli che stramazzano sotto pesi importabili, quelli che subiscono soprusi ed ingiurie, quelli che non hanno neppure più la forza di ribellarsi, di alzare il capo, di rialzarsi, di gridare la loro pena. Tu che sei mite, tu che sei buono e comprensivo, li colmi del tuo amore, li sostieni e consoli con la tua presenza.

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Amen.