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Relatore: LUIGI BORGHI

Dopo la corsa allo spazio, culminata nel ‘69 con la conquista della Luna, nel ‘95 è cominciata

una nuova era.

Pianeti extrasolari.

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Un pianeta extrasolare ( o esopianeta) è un pianeta non appartenente al sistema solare, orbitante cioè attorno a una stella diversa dal Sole.

Tutti gli esopianeti sono stati scoperti a partire dal 1995 (con la scoperta di "Bellerofonte", da parte di Michel Mayor e Didier Queloz su 51 Pagasi), tramite metodi di osservazione indiretta piuttosto che attraverso le osservazioni ottiche al telescopio.

La maggior parte dei pianeti individuati sono giganti gassosi come Giove e solo in misura minore pianeti rocciosi massivi del tipo SuperTerra (come quelli di Trappist 1).

Esistono, anche oggetti di massa planetaria non legati a vincoli gravitazioni con alcuna stella (i cosiddetti "pianeti interstellari"). Non sono però definibili come "pianeti" (UAI).

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Con un solo pianeta è facile, ma con tanti come nel nostro sistema? Il sole visto da un’altra stella:

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Curva di luce di HD209458

Fonte: Osservatorio di Ginevra

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Un team internazionale di scienziati solo pochi mesi fa ha annunciato la scoperta di TRAPPIST-1, un sistema planetario a “soli” 40 anni luce dalla Terra, utilizzando un telescopio da Terra di ultima generazione, realizzato dall’Università di Liegi, Belgio, e progettato per studiare il cielo nella banda degli infrarossi.

TRAPPIST-1 è una nana rossa molto più fredda del Sole (appena 8% della massa rispetto alla nostra stella, poco più grande di Giove).

Il 4 maggio scorso, il team guidato da Julien de Wit, ricercatore post-doc presso il Massachussets Institute of Technology, ha fatto richiesta affinché il telescopio spaziale Hubble fosse puntato su TRAPPIST.1, poiché a distanza di pochi giorni sarebbe avvenuto un evento estremamente raro: un doppio transito, ovvero il passaggio in contemporanea di due pianeti davanti al disco stellare. La previsione è stata possibile grazie alle stime orbitali ottenute con i dati del telescopio spaziale Spitzer, con cui gli scienziati avevano già osservato il sistema.

Le diminuzioni di intensità della luce della stella, mostrano di non variare molto nell’arco dell’intervallo investigato. Se ci fossero state variazioni significative, sarebbe stata un’indicazione a favore di atmosfere estese, simili a quelle di un gigante gassoso. I dati, invece, suggeriscono che entrambi i pianeti in transito abbiano atmosfere compatte e sottili, più simili a quelle che circondano i pianeti rocciosi.

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Segnale composto simulato

Rumore di lettura

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Segnale rilevato dalla luminosità di Trappist-1

Segnale composto simulato

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Curve di luce rappresentative dei transiti dei 7 pianeti (a sinistra) e rappresentazione delle loro orbite (escluso Trappist-1h); l'area in grigio e quella delimitata dai due cerchi tratteggiati rappresentano la "zona abitabile" (presenza abbondante di acqua liquida in superficie) secondo due diversi modelli. - Crediti: Gillon et al. – ESO.

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Le due fasce verticali rappresentano gli oscuramenti dovuti alla Terra.

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Lo spettro visibile dall’occhio: Da 400 e 700 nanometri (nm). Da 790 e i 400 terahertz (THz).

Nel febbraio 1672 Isaac Newton pubblicò la sua teoria della luce e dei colori. Le ricerche fondamentali in questo campo furono poi elaborate da Kirchhoff e Bunsen intorno al 1860, con lo spettro di emissione, ed anche quello di assorbimento a righe oscure scoperte da Joseph Von Fraunhofer nel 1815.

MHz

THz GHz

400THz-:-790THz

0.7µm -:- 0.4µm GPS Wi fi

Bluetooth

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Spettro di emissione dei gas

Spettro di assorbimento dei gas

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La luce che attraversa (o che viene riflessa) dall’atmosfera del pianeta, introduce una piccola parte del suo spettro.

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Occorrerà vederli meglio, dal vivo, ma dovremo aspettare altri strumenti in fase di sviluppo.

(vedi filmato) 26

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Alcune immagini catturate dal potente telscopio VTL in Cile, mostrano per la prima volta un pianeta extrasolare, con una temperatura superficiale altissima.

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La stella giovane GQ Lupi e il suo debole ed incandescente compagno planetario.

Credito : ESO/VLT 29/03/2017 29

Altri metodi: Micrometria (da non confondere con il parallasse)

Microlensing.

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COROT (COnvection ROtation and planetary Transits) è una missione dell'agenzia spaziale francese (CNES) in cooperazione con l'Agenzia Spaziale Europea.

Il nome del satellite è stato scelto in onore del pittore francese Jean-Baptiste Camille Corot

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È stato lanciato il 27 dicembre del 2006 a bordo di un vettore russo dal cosmodromo di Baikonur ed attualmente si trova in un'orbita circolare polare a 827 km di altezza. Ha effettuato la prima luce tecnica il 18 gennaio 2007 e, dopo un periodo di calibrazione degli strumenti a bordo, ha iniziato le osservazioni scientifiche il 2 febbraio 2007.

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Kepler Mission.

Nel febbraio 2009 la NASA ha lanciato la sonda Kepler che ha eseguito lo stesso tipo di ricerche ma con una precisione decisamente maggiore.

E’ su un'orbita eliocentrica, che evita occultazioni da parte della Terra, luce diffusa, perturbazioni gravitazionali e momenti torcenti associati alle orbite terrestri. la luce del Sole non entra mai nel fotometro durante la sua orbita. Il campo inoltre non è oscurato né dalla fascia di Kuiper né da quella principale.

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Area della Via Lattea che verrà esplorata da Keplero

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Il Transiting Exoplanet Survey Satellite, generalmente abbreviato con la sigla TESS, è un telescopio spaziale progettato nell'ambito del programma Explorer della NASA, il cui scopo è la ricerca di pianeti extrasolari usando il metodo fotometrico del transito.

Obiettivo primario della missione è infatti esaminare le stelle più luminose vicine alla Terra individuando, nell'arco di un periodo di due anni, pianeti in transito di fronte a esse.

Il TESS utilizzerà lenti dal largo campo visivo in grado di osservare l'intera volta celeste. Grazie a TESS, sarà possibile studiare la massa, le dimensioni, la densità, l'atmosfera e l'orbita di un vasto numero di pianeti, con l'attenzione principale rivolta a pianeti dalle dimensioni simili alla Terra e super Terre dalla superficie rocciosa orbitanti nelle zone considerate abitabili nel proprio sistema solare. Studiata dal MIT sarà lanciato nel marzo del 2018 da un Falcon9

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Il telescopio James Webb Space Telescope (JWST) è un telescopio spaziale sviluppato per diventare il successore del precedente telescopio spaziale Hubble, più precisamente nel campo dell'osservazione infrarossa. Verrà costruito e gestito, in cooperazione, dalla NASA, dall'Agenzia Spaziale Europea e dall'Agenzia Spaziale Canadese.

Precedentemente indicato come Next Generation Space Telescope (NGST), è stato rinominato nel 2002 in onore del secondo amministratore della NASA James E. Webb. Il suo lancio è previsto per il 2018.

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La NASA ha annunciato l’approvazione di una nuova missione nel campo dell’astrofisica basata su un telescopio spaziale chiamato WFIRST (Wide-Field Infrared Survey Telescope). Si tratta di uno strumento di prossima generazione per un progetto a lungo termine dato che probabilmente verrà lanciato verso a metà del prossimo decennio. Avrà uno specchio grande come quello di Hubble ma un campo cento volte più ampio per indagare ancor meglio sui segreti dell’universo.

Il progetto di un nuovo telescopio spaziale è lungo e complesso, altrettanto vale per la sua costruzione. Per questo motivo la NASA ha già effettuato studi preparatori per un altro di essi mentre sta ancora cercando di limitare i ritardi accumulati nella costruzione del James Webb, il cui lancio è per ora previsto per il 2018

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• Coordinate (All'epoca J2000.0)

• Ascensione retta 15h 19m 26,8250s

• Declinazione -07° 43′ 20,209″

• Gliese 581 si trova nella porzione orientale della costellazione della Bilancia, quasi al confine con Scorpione ed Ofiuco, a circa 20 LY da noi.

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A causa della prossimità di Gliese 581 g con la sua stella parente, si presume che sia marealmente accoppiato rispetto alla stella rossa Gliese 581. Allo stesso modo nel quale la Luna mostra la stessa faccia verso la Terra, la lunghezza del giorno di Gliese 581 g giorno sidereo dovrebbe essere precisamente la stessa della lunghezza del suo anno.

Questo blocco mareale implica che il pianeta non avrebbe alcun inclinazione assiale e dunque nessuna variazione stagionale nel senso normale della parola. La massa calcolata indica che si tratta probabilmente di un pianeta roccioso con una superficie solida e che possiede un'accelerazione di gravità sufficiente per mantenere un'atmosfera, probabilmente più densa rispetto a quella della Terra.

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Gliese 667 Cc è un pianeta extrasolare che orbita intorno alla nana rossa di classe spettrale M2 V Gliese 667 C, nella costellazione dello Scorpione.

La scoperta è avvenuta a fine 2011 e confermata il 2/2/2012.

Il pianeta orbita ad una distanza media di 0,125 UA dalla stella madre, più piccola e fredda del Sole, e si trova all'interno della zona abitabile.

È una super Terra con una massa minima quattro volte e mezza quella della Terra, è ha un “anno” di 28,13 giorni.

Si calcola che la luce ricevuta dal pianeta sia il 90% di quella che la Terra riceve dal Sole, ma poiché la stella emana luce nell'infrarosso e la quantità di energia assorbita è maggiore, si suppone che la temperatura possa essere simile ai valori terrestri (circa 13°c) e, di conseguenza, si suppone che il pianeta abbia concrete possibilità di avere acqua liquida in superficie.

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lo studio pubblicato su Astrophysical Journal presenta la top 20 dei potenziali gemelli della Terra. La selezione fa parte del catalogo ad oggi più completo e aggiornato dei pianeti scoperti da Kepler situati nella zona abitabile della propria stella.

Il team internazionale di ricercatori che ha stilato il catalogo degli esopianeti con più probabilità di assomigliare a casa nostra tra gli oltre 4000 scovati dal telescopio Kepler della NASA.

Il risultato: una lista di 216 mondi situati nella fascia abitabile del proprio sistema planetario, quindi posti alla giusta distanza dalla propria stella tale da permettere all'acqua, qualora ve ne fosse, di scorrere allo stato liquido. Ma i ricercatori non si sono fermati qui. Dalla prima selezione hanno poi ricavato una top 20 di possibili eso-Terre.

Catalogo esopianeti: http://exoplanet.eu/catalog-all.php

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Agosto 2016: Questo mondo, designato Proxima b, orbita ogni 11 giorni intorno alla stella madre, rossa e fredda. Ha una massa poco maggiore di quella della Terra ed è l'esopianeta e forse il ricettacolo di vita fuori dal Sistema Solare, più vicino a noi. Si è scoperto perché dapprima Proxima Centauri si avvicina alla Terra, con una velocità di circa 5 chilometri all'ora , e successivamente si allontana, sempre alla stessa velocità. Questo alternarsi regolare delle velocità radiali si ripete con un periodo di 11,2 giorni. Il pianeta orbita a circa 7 milioni di chilometri da Proxima Centauri - circa il 5% della distanza Terra-Sole. https://www.facebook.com/ScientificAmerican/videos/10157278863105246/

Anche se Proxima b ha un'orbita molto più vicina alla propria stella madre di quanto accada nel Sistema Solare con Mercurio intorno al Sole, la stella stessa è molto più debole del Sole. Ne risulta che Proxima b si trova entro la zona abitabile della sua stella e la stima della temperatura superficiale è tale che permetterebbe la presenza di acqua liquida. Nonostante il clima temperato dell'orbita di Proxima b, le condizioni sulla superficie potrebbero risentire dei brillamenti in Ultravioletto e raggi X della stella .

Il più vicino a noi: solo 4 anni-luce

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Ci sono poco più quattro anni di luce tra Nettuno e Proxima Centauri, la stella più vicina, e gran parte di questo vasto territorio è inesplorato perché c'è così poca luce solare che anche grandi oggetti in quella regione a malapena brillano nella luce visibile.

Ma guardando nell'infrarosso, con WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer), lanciato nel 2009, possiamo vedere oggetti che altrimenti non vedremmo.

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Nel 2011, con il completamento della sua missione primaria, WISE è stato ibernato. E’ stato poi riattivato nel 2013 dandogli una nuova missione tesa ad assistere la NASA nell’identificare potenziali e pericolosi oggetti near-Earth (NEO).

Si tratta degli asteroidi e delle comete poste su orbite che li portano in prossimità di quella della Terra.

La missione è stata rinominata Near Earth Object Wide-field Infrared Survey Explorer (NEOWISE).

Nel 2016, gli astronomi al Caltech di Pasadena, in California, hanno mostrato che diversi oggetti del sistema solare nella fascia di Kuiper possedevano caratteristiche orbitali che indicavano l’influenza della forza di gravità di un pianeta ancora inosservato.

I ricercatori lo hanno soprannominato "Planet nine." noto anche come ‎‎Pianeta X‎. vicinanze dello spazio interstellare.

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Se c’è, è un gigante, una superterra: circa 10 volte la massa della Terra. Lo studio è appena uscito su The Astronomical Journal, e la palla passa adesso ai telescopi ed a WISE in particolare. A tal proposito la NASA ha messo a disposizione un sito con cui si può aiutare ad esaminare i milioni di fotografie di WISE .

la sua orbita sarebbe circa 20 volte più lontana dal Sole di quanto non sia quella di Nettuno (che pure viaggia alla bellezza di circa quattro miliardi e mezzo di km di distanza dalla nostra stella), e un anno, lassù, durerebbe fra i 10 e i 20 mila anni terrestri.

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12/7/2016: C’è un nuovo “abitante” nella fascia di Kuiper. Scoperto un pianeta nano RR245, orbita fra i piccoli mondi ghiacciati oltre Nettuno. Il nuovo oggetto celeste misura circa 700 chilometri, e raggiungerà il perielio nel 2096, quando verrà a trovarsi a “soli” 5 miliardi di km dal Sole.

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Lo abbiamo detto qui, nella conferenza dedicata ai mezzi di trasporto spaziali: “se non troviamo sistemi innovativi di propulsione che riescano a farci raggiungere velocità relativistiche ed a ridimensionare di diversi ordini di grandezza la massa di combustibile necessario da trasportare, NON ANDREMO DA NESSUNA PARTE!” 58

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Lunghezza: 250 km; 450 miliardi di tonnellate di acciaio

Diametro: 10 km

100 miliardi di tonnellate d’acqua e 2.300 miliardi di tonnellate di

combustibile

I propulsori dovrebbero sviluppare 7.500 miliardi di Megawatt di potenza, con un consumo di 1500 tonnellate al secondo di combustibile pur andando a velocità non relativistiche.

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Per ridurre drasticamente la durata soggettiva del viaggio, ma anche il consumo di risorse a bordo, si è ipotizzato che l'equipaggio dell'astronave, o buona parte di esso, possa essere messo in uno stato di animazione sospesa (come l'ibernazione), utilizzando una tecnologia non ancora disponibile.

L'astronave in questo caso verrebbe guidata da un sistema automatico (un sofisticato computer), oppure da una piccola parte dell'equipaggio in stato di veglia.

A seconda della durata del viaggio, sarebbe possibile effettuare delle turnazioni.

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La colonizzazione tramite embrioni è un concetto teorico che implica l'invio di una missione robotizzata su un pianeta abitabile di tipo terrestre trasportando embrioni umani surgelati, oppure trasportando mezzi tecnologici o biologici per creare in loco embrioni umani.

La proposta aggirerebbe o ridurrebbe alcuni seri problemi tecnologici presenti in altri concetti di colonizzazione interstellare.

Contrariamente all'animazione sospesa, non richiede il "congelamento" - tecnicamente più impegnativo - di esseri umani pienamente sviluppati.

Rispetto ad una nave generazionale, richiederebbe risorse notevolmente inferiori in termini di pura massa e di complessità nella costruzione del veicolo spaziale.

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Stephen Hawking, Mark Zuckerberg e il miliardario russo Yuri Milner hanno annunciato un progetto spaziale interstellare. Obiettivo Alpha Centauri.

Il nome del progetto è Breakthrough StarShot, e il suo obiettivo è di aprire la strada al viaggio interstellare, portando una flotta di navicelle robotiche, della dimensione di uno smartphone, in prossimità di Alpha Centauri, la stella più vicina al Sole.

Un incredibile viaggio di ben 4,37 anni luce (41mila miliardi di chilometri) che sarebbe coperto in appena 20 anni.

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Sostanzialmente, un’astronave madre dovrebbe decollare e rilasciare nello Spazio una flotta di un migliaio di sonde miniaturizzate. Queste, poi, spiegherebbero le proprie minuscole vele e si metterebbero in marcia verso Alpha Centauri, sospinte da una serie di raggi laser inviati direttamente dalla Terra, a una velocità di 50mila chilometri al secondo, pari a circa un quinto di quella della luce.

Tempo vent’anni e le sonde superstiti arriverebbero in vista della stella, per inviarci preziosissime immagini e rilevazioni.

Il costo totale della missione, secondo quanto si legge sul sito ufficiale, varia tra i 5 e i 10 miliardi di dollari, di cui Milner si è impegnato a coprire 100 milioni per la prima fase di ricerca e sviluppo, aprendo la caccia a futuri investitori.

Filmato conferenza

Come funziona: Laser

Sito ufficiale: http://breakthroughinitiatives.org/

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DE-STAR è un sistema proposto per deviare asteroidi, comete e altri oggetti vicini alla Terra (NEO) che comportano un rischio credibile di impatto. Gli oggetti che attraversano l'orbita della Terra, anche quelli relativamente piccoli, possono ancora avere un effetto devastante. Si propone quindi un sistema di difesa planetario orbitale in grado di riscaldare la superficie degli oggetti potenzialmente pericolosi al punto di vaporizzazione.

DE-STAR è un array modulare di fasci di laser di classe kilowatt alimentati da fotovoltaico.

Si pensa di utilizzarlo per alimentare le vele delle sonde di Breakthrough StarShot.

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Con DE-STAR si sarebbe in grado di erogare una potenza sufficiente per spingere una sonda piccola (come uno telefonino) combinata con una modesta vela laser (di circa un metro) fino a raggiungere velocità relativistiche.

Come esempio (poco realistico ma teoricamente possibile), con un DE-STAR 4 (50-70 GW) si potrà imprimere propulsione ad un veicolo spaziale (della scala di un telefonino con una vela laser 1 m2) a circa il 25% della velocità della luce in circa 10 minuti (10.200 g di accelerazione) ed a 18 milioni di km di distanza.

Supererebbe il Voyager in meno di 3 giorni, e raggiungerebbe Alpha Centauri in circa 20 anni.

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Una sfida molto difficile è quella di rallentare il veicolo spaziale all’arrivo, per entrare in orbita del sistema Alpha.

Questo compito è quasi impossibile in quanto l’ingresso nel sistema di Alpha Centauri avviene a velocità elevatissima (60.000km/s) e le velocità orbitali sono così basse (10km/s), che non si sa come fare a dissipare tutta questa energia.

Si è pensato di utilizzare la pressione dei fotoni della stella, il vento stellare di Alpha (ammesso che sia come quello del nostro Sole), ma questa tecnica sembra non essere in grado di realizzare il gravoso compito.

C’è ancora molto lavoro e simulazione da fare.

In alternativa, una semplice missione fly-by (come la New Horizons su Plutone) è chiaramente l’unica missione di esplorazione possibile oggi (ammesso che si riesca a fare il resto).

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Alpha Centauri si trova ad oltre 4 anni luce di distanza, quindi le comunicazioni da e per le sonde subiranno ritardi tra comando e risposta di oltre 8 anni.

Questo fatto comporta delle conseguenze:

Impossibile ogni tipo di comando, quindi la robotica e l’A.I. di bordo deve essere assolutamente autosufficiente nella scelta dei target fotografici e di orientamento della sonda.

Difficoltà a ricevere il segnali di ritorno, data la bassissima potenza elettrica di bordo: (pochi watt della vela che fa da cella solare, con la fioca luce di Proxima).

Esisterà ancora dopo vent’anni l’ente che ha generato l’impresa?

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C’è vita intelligente la fuori?

Probabilmente sì, anche se fino ad oggi non ne abbiamo avuto nessuna testimonianza!

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È stato teorizzato che una società altamente tecnologica comunichi attraverso lo spazio grazie alla trasmissione di informazioni in molteplici forme, tra cui le onde elettromagnetiche (radio, laser, raggi X, gamma).

le onde radio che vengono ricevute dallo spazio attraverso i radiotelescopi, se sono di tipo coerente, possano confermare la presenza di vita intelligente simile o superiore alla nostra.

Ma se anche incontrassimo una forma di vita intelligente, dovremmo tener conto di alcune difficoltà tra cui: superare la notevole distanza interstellare per

scambiare i messaggi (un messaggio impiegherebbe decenni, se non secoli, prima di poter raggiungere anche le stelle più vicine);

gli eventuali alieni devono essere abbastanza evoluti da poter comunicare con noi (ammesso che abbiamo voglia di farlo);

bisogna trovare un linguaggio comune. 73

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Rara immagine di Arecibo visto "da sotto" la maglia metallica. È visibile la "gondola" (Foto 4) che lo sovrasta 150 m più in alto

L'osservatorio di Arecibo è situato circa 15 km a sud-sudovest da Arecibo, nell'isola di Porto Rico (Il Commonwealth di Porto Rico, meglio conosciuto come Portorico, è uno Stato liberamente associato agli Stati Uniti d'America. Situato a est della Repubblica Dominicana e a ovest delle Isole Vergini

americane ).

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https://youtu.be/okxMNURG7Lk

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è formato da 27 antenne poste su 3 bracci a forma di Y, la cui massima estensione è 35 km. La Risoluzione Angolare è 1" (Credits: NRAO)

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l'antenna orbitante del diametro di 10m denominata Spektr-R che fa parte del progetto russo RadioAstron. (Baykonur, 18 July 2011)

Perigeo 10.000 km

Apogeo 330.000 km

Inizio osservazione: giugno 2017 (ma ha bisogno di importanti correzioni di orbita)

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SETI, (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), è un progetto dedicato alla ricerca della vita intelligente nel cosmo. Proposto nel 1960 da Frank Drake, è nato ufficialmente nel 1974. È un'organizzazione scientifica privata, senza scopi di lucro. La sede centrale è a Mountain View, in California. In Italia la sede è a Medicina (BO).

Si dovrebbe puntare l’antenna del radiotelescopio nella giusta direzione e sulla frequenza corretta, corrispondente cioè a quella dell’eventuale trasmettitore alieno. Non lo possiamo assolutamente sapere anche se vi possono essere ipotesi di lavoro che portano a considerare la banda 21 cm/18 cm (1.4 GHz / 1.6 GHz) come molto probabile.

Non è ancora stato trovato nulla! Frank Drake dice: “la mancanza dell’evidenza non

significa l’evidenza della mancanza”. 81

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"Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?“

1) Siamo soli.

2) Le civiltà evolute hanno breve durata.

3) Esistono ma sono troppo lontane nello spazio e nel tempo.

4) Esistono ma non comunicano o non vogliono comunicare.

5) Non siamo in grado di ricevere le loro comunicazioni.

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Cos'è SETI@home? SETI@home è un'esperimento scientifico che utilizza i computer connessi ad Internet per la Ricerca di Intelligenze Extraterrestri. Puoi partecipare eseguendo un programma gratuito che scarica e analizza i dati raccolti da radio telescopi.

Allen Telescope Array

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Allen Telescope Array è un radiotelescopio multiplo interferometrico situato nella contea di Shasta in California, frutto di una collaborazione tra il SETI e l'Università di Berkeley.

È intitolato a Paul Allen, cofondatore della Microsoft e principale finanziatore della realizzazione di questo progetto.

Entrato in funzione in ottobre 2007, è costituito attualmente da 350 paraboloidi di 6,10 metri di diametro, disposti su un'area di 1 km di diametro, con una sensibilità complessiva equivalente a quella di un radiotelescopio di 100 metri di diametro.

È stato progettato per tenere sotto osservazione migliaia di stelle alla ricerca di segnali extraterrestri, di potenza simile a quelli generati dal radiotelescopio di Arecibo.

Il progetto è stato "congelato" nell'aprile 2011 a causa dei tagli di bilancio del governo USA e dell'Università di Berkeley. Nell'agosto 2011, grazie all'aiuto di 2000 donatori privati il progetto è ripartito.

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I canali dove si pensa gli alieni possano trasmettere sono nel “Water Hole”, perché è la zona più “pulita” dello spettro.

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Risposta: il 5 agosto 1977 l'Ohio State Radio Observatory rilevò un segnale che finora è il più promettente mai captato.

Lo scienziato che era di guardia in quel momento rimase tanto sorpreso dall'intensità del segnale che scrisse "wow!" a margine del tabulato del computer.

Ancora oggi lo si chiama "segnale wow!". Dall'analisi si è dedotto che la sorgente non era terrestre, ma dato che non si è più ripetuto, non è possibile affermare con certezza di cosa si trattasse.

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Gennaio 2016. Antonio Paris, astronomo al St.Petersburg College (Florida), avanza un'alternativa naturale: la "colpa" del segnale ricadrebbe su due comete, la 266P/Christensen e P/2008 Y2, che nel 1977 passarono nella porzione di cielo scandagliata dal radiotelescopio e l'idrogeno rilasciato dal loro nucleo potrebbe aver causato il segnale. Nessuno però se ne accorse: le due comete vennero "scoperte" solo anni dopo.

Il segnale "Wow!“ è stato registrato nella banda 1420MHz di frequenza radio. Si dà il caso che l'idrogeno neutro cosmica irradia naturalmente a questa frequenza - è quindi un segnale abbondante che viene comunemente utilizzato in astronomia.

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Oggi sulla Terra arrivano ogni anno da Marte una mezza tonnellata di rocce grandi e piccole.

Nella polvere di una cometa è stata trovata la glicina, uno dei venti aminoacidi che, combinati nei modi più vari, formano i milioni di diverse proteine di cui sono fatti i viventi sulla Terra.

«La vita sulla Terra è arrivata da Marte, quindi noi siamo marziani». A questa conclusione è giunto il professor Steven Benner del «The Westheimer Insitute for Science and Technology» (Usa).

Oggi la scienza ancora non riesce a spiegare come la vita sia nata sul nostro pianeta e cioè come da materiali inorganici si sia compiuto il balzo verso l’organico e le forme biologiche.

Quando la vita sul nostro pianeta è apparsa (le prime tracce sono di poco superiori a tre miliardi di anni fa) l’ambiente era povero di ossigeno e quindi non poteva favorire il processo legato.

Queste forme organiche potrebbero essere arrivata da Marte, che invece aveva già un ambiente adatto (ora non più)!

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