Una generosa realtà di uomini e mezzi - anua.it · Tel. 3779539324 [email protected] CAGLIARI -...

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Anno LXI - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in abb. post. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB Roma PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZI Direzione-Redazione-Amministrazione: 00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25 - Tel. 0632111740 N. 9-10/ 2013 Una generosa realtà di uomini e mezzi Una generosa realtà di uomini e mezzi Componente elicotterisitica dell’AM Componente elicotterisitica dell’AM

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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZIDirezione-Redazione-Amministrazione: 00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25 - Tel. 0632111740

N. 9-10/2013

Una generosa realtà di uomini e mezziUna generosa realtà di uomini e mezzi

Componente elicotterisitica dell’AM

Componente elicotterisitica dell’AM

Periodico dell’Associazione NazionaleUfficiali Aeronautica (ANUA)

fondato nel 1953 da Luigi Tozzi

Ufficio Presidenza NazionaleDirezione - Redazione - Amministrazione00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25

Tel. 06 32111740 - Fax 06 4450786E-mail: [email protected]

“Il Corriere dell’Aviatore”E-mail: [email protected]

Direttore editorialeMario Majorani

Direttore responsabileMario Tancredi

Ha collaborato a questo numeroGiuliano Giannone

Responsabile AmministrativoCesare D’Ippolito

N. 9-10 settembre-ottobre 2013

Autorizzazione Tribunale di Roma 2546 del 12-2-52ANUA/Centro Studi Editrice proprietaria

Associato all’U.S.P.I.Iscrizione al R.O.C. n. 10496

Stampa: STILGRAFICA srl00159 Roma • Via Ignazio Pettinengo, 31/33

Tel. 0643588200 • Fax 064385693www.stilgrafica.com • [email protected]

Stampato nel mese di settembre 2013

Numero a 40 pagineI contributi scritti sono forniti a titolo gratuito ed in formato elettronico; essinon debbono superare le tre cartelle e devono essere liberi da vincolieditoriali. La Direzione si riserva di pubblicarli o meno in funzione delleproprie esigenze. La responsabilità di quanto pubblicato su questo periodicoè attribuita per intero agli autori il cui scritto rispecchia le idee personali enon quelle dell’ANUA. Elaborati e foto, che si intendono inviati a titolo diliberalità, non si restituiscono, anche se non pubblicati. La Direzione delperiodico risponde, soltanto, di quanto previsto dalla legge sulla stampa.

Il periodico non è in vendita, ma viene inviato ai Soci in regolacon il versamento della quota associativa annuale di Euro 40,00.I “Non Soci” possono richiederne copia.La riceveranno gratuitamente con l’invito ad associarsi all’ANUA.Le modalità di pagamento della quota associativa sono:- c/c postale n° 7356880- bonifico bancario: IBAN IT98T0760103200000007356880

Intestati a:ANUA-Associazione Nazionale Ufficiali AeronauticaVia Marcantonio Colonna 25 - 00193 R O M A

Per la pubblicità di carattere aeronautico su questo periodico,a colori, le tariffe in vigore per l’anno 2012, per complessive3 edizioni, sono le seguenti:- pagina intera ! 1.500,00- mezza pagina ! 800,00- quarto di pagina ! 400,00

La sede centrale dell’ANUAÈ ospitata nella Palazzina Douhet, inzona Prati a Roma.L’edificio, che è anche sede dell’Asso-ciazione Arma Aeronautica, dei Pio-nieri e dei Trasvolatori atlantici, fudonato alla Regia Aeronautica dallaSignora Teresa Casalis dopo la mortedel marito, lo stratega Giulio Douhet(14 feb. 1930).

BRESCIA - Pres. Vanni ScaccoVia Livorno 7 - 25125 (BS)Tel. 3779539324 [email protected] - Pres. Santo Vittorio RossiVia S. Benedetto 14 - 09128 (CG)Tel. 070 400311 [email protected] - Pres. Lucio ArenaVia Catania 26 - TRECASTAGNI 95039 (CT)Tel. 095 438198 [email protected] - Pres. Leonardo ColonnelloPiazza Purgatorio 5 - 71121 (FG)Tel. 0881 723072 [email protected] - Pres. Roberto CaminitiVia Parini 48 - 04100 (LT)Tel. 0773 488753 [email protected] - Pres. Carlo AndorliniPiazza Novelli 1 - 20129 (MI)Tel. 02 [email protected] - Pres. Giuseppe LenziVia S. Lucia 97 - 80132 (NA)Tel. 081 7643929 [email protected] - Pres. Vittorio MartignaniVia Monte Grappa 9 - 35141 (PD)Tel. 049 8722618 [email protected] - Pres. Piero RohrVia Parmense 14 - 47900 (RC)Tel. 0541 773571 [email protected] - Pres. Raffaele CarigliaVia Marcantonio Colonna 25 - 00192 (RM)Tel. 06 [email protected] - Pres. Aldo MarturanoViale Magna Grecia 108 - 74100 (TA)Tel. 099 [email protected] - Pres. Domenico BoschiniVia Duc.a Jolanda 21bis - 10127 (TO)Tel. 011 [email protected] - Pres. Piero De PieroVia Cardinal Massaia 2 - 37138 (VR)Tel. 0458 103405 [email protected] - Pres. Francesco RanieriVia s. Antonino - 36100 (VI)Tel. 0444 [email protected]

Sezioni

Territoriali

Nuove Dame D’onoreD.O. GALATI EVELINA - VIBO VALENTIA (VV)

D.O. NARDELLI ESPOSITO ROSANNA - VICENZA

Nuovi SociDott. Malpica Emilio - RomaDot. Sottomano Vincenzo - Leporano (TA)Gen.DA DeMajo Ernesto - Battipaglia (SA)Gen.Isp.Capo Di Lauro Marcello - RomaT. Col. Pil. Sinatra Mario - PomeziaT.Col. Barone Massimo - Viareggio (LU)Sig. Giusti Claudio - RomaSig. Bianchi Gianbattista - BresciaGen.Isp. Intini Domenico - RomaS.Ten.Cascone Gennaro - Latina1° Cap. Pistola Salvatore - RomaGen.BA Cornacchia Giuseppe - RomaDot.sa Perissinotto Lina - Roma

Dott. Bellizzi Massimo - RomaProf. Scialpi Michele - TarantoIng. Ottelli Pierluigi - BresciaBr.Gen. Capasso Salvatore - NapoliGen.Br. Ciunfrini Ernesto - NapoliCol. Buonomo Vincenzo - NapoliBr. Gen.Ceccon Renzo - Vicenza

Eventi AnuaOttobre

12-13: Visita al Museo di Vigna di Valle orga-nizzata dalla Sezione di Brescia.

16: Visita al Reggimento Corazzieri pranzopresso il Circolo di Presidio.

26: Incontro conviviale a Latina tra le sezio-ni di Roma, Napoli e Latina, promossodalla sezione di Latina.

30: Ore 17,00 - Casa dell’Aviatore - si terràil Seminario sulla “Fusione fredda”. Mo-deratore Gen. Angelo Pagliuca.

Novembre15-17: Visita a San Giovanni Rotondo, Pietrel-

cina e Monte Sant’Angelo con pernotta-mento presso l’aeroporto di Amendolaed uso di autobus A.M.

20: Alle 15,00 presso la Casa dell’Aviatore,il Prof. Nicola Baldini Rossi terrà unaConferenza su “Dipendenza dal giocod’azzardo”. Coordinamento del Gen.Antonio Tricarico.

Data da definire: Visita al Laboratorio Nazio-nale del Gran Sasso

Dicembre11: Santa Messa e Pranzo di Natale presso la

Casa dell’Aviatore.previsione 2014

25-30 marzo:Torneo di Tennis24-27 aprile:Visita in Gran Bretagna31 maggio-3 giugno: Convention e

Assemblea Generale ad Assisi

Volati più in AltoD.O.Boltri Lubano Rosanna - MilanoD.O. Crema Galati Raffaella - MilanoD.O. Discepolo Comodori Clara - MilanoD.O. De Notaris Cosma Maria - LecceCol . Profumi Amedeo - GenovaBr. Gen. Acquaticci Lanfranco - MilanoGen.D.A. Erti Ermanno - PadovaMag.Di Majo Angelo - RomaCap. Cifoletti Carlo - Milano

Il Corriere dell’Aviatore (numero 5-6/2013)ha riportato, a firma del Dott. AntoninoDi Vincenzo (Socio sostenitore ANUA), unampio e dettagliato articolo sull’iniziativada tempo sostenuta dalla Presidenza Nazio-nale, integrandolo con informazioni su al-cune realizzazioni, su aspetti economici edorganizzativi, nonchè sul Codice Etico della“Casa dell’Aviatore Senior”.Condizione necessaria per dare attuazioneall’iniziativa è la formalizzazione di almeno40 prenotazioni.Alla ripresa delle attività settembrine delnostro Sodalizio tale condizione non risultaancora soddisfatta. Appare pertanto opportuno richiedere aiSoci ANUA una riflessione su quanto pro-spettato, ritenendo la Presidenza correttol’annullamento dell’iniziativa se entro il 15novembre 2013 non perverranno adesioniai noti indirizzi delle Sezioni ANUA.

La “Casa dell’Aviatore Senior”un sogno...una speranza...la realtà

Editoriale

La ripresa delle attività dopo il periodo va-canziero estivo induce come sempre a fa-re il punto di situazione sugli impegni

che devono essere affrontati nel nuovo annoche, a somiglianza dell’anno scolastico, non co-incide con quello calendariale. Quest’anno però si avverte una sorta di “solu-zione di continuità virtuale” caratterizzata dal-l’assenza di una reale fase distensiva premiantel’intensità del pregresso impegno lavorativo. In altritermini intendo dire che “l’estate sociale” forse non eraneppure iniziata perchè in tutti i settori istituzionali (ci-vili e militari) si è continuato a lavorare alla ricerca disoluzioni per i gravi problemi (economici e conflittuali)che assillano la comunità nazionale e mondiale.Ciò detto e senza presunzioni anche l’ANUA si è senti-ta partecipe della situazione, seguendo con grande in-teresse gli aspetti che coinvolgono il mondo militareaeronautico. Ad essi sono dedicati in buona parte icontenuti del nostro Corriere. Preme tuttavia evidenziare in questa prima pagina lepreoccupazioni derivanti dalla Crisi Siriana.Più che un “editoriale”, questo scritto è un tentativo disintesi sull’attualità di una crisi a fronte della quale iPotenti della Terra si sentono coinvolti e non riesconoa concordare soluzioni politiche appropriate. Al G20di San Pietroburgo il Presidente Usa ha ottenuto unsostegno anti Assad da 11 Paesi (Italia inclusa); ma inun breve incontro con Putin la risposta ricevuta è stata:“Aiuterò Damasco”. Tentativi di Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna peruna risoluzione di condanna del regime hanno per oraincontrato l’opposizione di Russia e Cina, che hannoposto il proprio veto in difesa della sovranità siriana. Èuna divisione che riflette interessi e strategie divergen-ti, ed una sua ricomposizione appare ardua. Questa si-tuazione di evidente stallo sembra allontanare ogni ra-pida soluzione della crisi.Grande rilievo hanno assunto le parole di Papa France-sco che all’Angelus di Domenica 8 sett., rivolgendosialla folla tornata a piazza San Pietro dopo la grande ve-glia della sera precedente, per la pace in Siria, ha sotto-lineato: “Stiamo fortemente pregando per la pace!Dobbiamo dire no all’odio fratricida e alle menzognedi cui si serve, dire no alla violenza in tutte le sue for-me, dire no alla proliferazione delle armi e al loro com-mercio illegale, ce ne è tanto. E sempre rimane il dub-bio. È davvero una guerra per qualcosa o è una guerradel commercio illegale per vendere armi? Questi sononemici da combattere uniti e con coerenza, non se-guendo altri interessi se non quelli della pace e del be-

ne comune».Il Papa ha preso le mosse dalla parabola sulre che va alla guerra che «ci tocca sul vivo,in questo momento in cui stiamo fortemen-te pregando per la pace»... “A che serve fareguerre, tante guerre, se non sei capace di fa-

re questa guerra profonda contro il male?”, èil quesito sollevato dal Papa, integrando a

braccio l’Angelus. “Cessi subito la violenza e ladevastazione in Siria e si lavori con rinnovato im-

pegno per una giusta soluzione al conflitto fratricida..”. Il Pontefice ha, infine, invitato tutti i fedeli a pre-gare per la riconciliazione di tutti quei popoli che con-tinuamente rischiano situazioni di conflitto e non pos-sono godere di pace duratura.” Intanto la notizia di un test missilistico in mare decisodal governo di Gerusalemme ha incrementato il timoredi una possibile escalation della situazione mediorien-tale. Per questo lo Stato Maggiore e il Governo italianihanno deciso di procedere allo schieramento – comun-que in ambito della Missione Unifil – di una delle mi-gliori navi in dotazione alla nostra flotta militare. L’“Andrea Doria”, cacciatorpediniere di ultima genera-zione, il 4 settembre ha lasciato l’Italia per raggiungerele coste libanesi. La nave, dotata di sistemi sofisticatis-simi per la difesa da attacchi aerei, dovrà svolgere unruolo di pattugliamento per la protezione dei nostrisoldati presenti in Libano. – L’Italia ha altresì ampia-mente condannato l’uso delle armi chimiche in Siria eil Premier Letta ha ribadito il concetto, facendo peròuna precisazione a proposito dell’eventuale interventodell’Italia, che segue quando già affermato in più occa-sioni dal Ministro degli Esteri Bonino: Se le NazioniUnite non ci sono, l’Italia non parteciperà. Anche conuna risoluzione ONU l’Italia ha bisogno di un dibattitoin Parlamento prima di concedere l’uso delle basi né in-terverrebbe nell’attacco alla Siria. In una recente tra-smissione radiofonica (Radio anch’io) il Ministro dellaDifesa Mauro è tornato a parlare della posizione italia-na riguardo un possibile intervento armato in Siria eha ribadito che il nostro paese spinge per una soluzio-ne politica. Bisogna dare forte legittimazione al lavorodegli ispettori delle Nazioni Unite, da cui aspettiamo ri-scontri che possano mettere in moto il giudizio della co-munità internazionale.Per concludere, l’auspicio formulabile da questa picco-la finestra del Corriere dell’Aviatore è che la Crisi Siria-na trovi pacifica soluzione e che le Istituzioni Italianepossano assicurare contributi rispettosi dei valori uma-ni universali.

Mario Tancredi

Nuovi venti di guerra

Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013 1

In questo numero

Notizie al Volo 3Il Ministro della Difesa visita il COA/DACCC25°Anniversario RamsteinCambio al vertice Comando Forze da CombattimentoJesolo Eur Air ShowCambio al vertice Comando Scuole AM

L’A.M. verso il 2018 7

Vetrine dell’Aeronautica Militare 9Search and Rescue 72° Stormo (Frosinone)9° Stormo ( Grazzanise)6° R.M.E. (Pratica di Mare)Fucilieri dell’Aria

Centro Studi 12Il futuro...senza pilota? (Pagliuca)Vecchi e nuovi libri (Bedeschi)

Storia della Medicina Aeronautica 15

Sulle Ali della Memoria 1825° Anniversario di RamsteinMessaggio di Capo S.M.A.

In questi mesi ricordiamo (Bergomi) 19Settembre: La Conferenza di Monaco , Il Lodestar, IlCaproni F6,V2 su Londra, Il Languedoc.Ottobre: Arriva il Marsupiale, Il Re. 2002, La Battagliadi Leyte

Una missione senza radio (Canham) 22

Agli Aviatori di Marina 24

Casa dell’Aviatore (Giannone) 25Aggiornamenti

Dal Rex al Rostro 26

Salute dell’Aviatore 31

I nostri Cappellani 32

La comunicazione strategica 35

Dalle Sezioni Territoriali 38Brescia - Napoli - Taranto

Dame d’Onore 40

2 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013

8 settembre 2013, 70° anniversario della difesa

di RomaIl Min istro della Difesa Mario Mauro ha accom-pagnato il Presidente della Repubblica, GiorgioNapolitano, in occasione delle celebrazioni com-memorative dell’8 settembre. Deposte due Coro-ne di alloro al Parco della Resistenza e a PortaSan Paolo.Rivolgendosi al Presidente ed ai convenuti ha fral’altro detto:

“...è l’Italia di oggi, di questi giorni, di queste ore, èl’Italia che giudica il suo presente e spera per il suofuturo quella che rende qui onore ai Caduti di queidrammatici giorni di 70 anni fa. Ai militari delleForze Armate e agli uomini e alle donne di Romache ad essi si unirono nell’estremo, disperato, tentati-vo di difendere la Capitale e con la Capitale l’Italiaintera.Il riscatto partì proprio da queste strade lastri-cate di sanpietrini dove più cruenta fu la battagliacombattuta dalla Divisione “Granatieri di Sarde-gna” con a fianco il Reggimento “Lancieri di Monte-bello” e dagli altri reparti dell’Esercito, da Marinai,Avieri, Carabinieri, Finanzieri e Forze di Polizia.Quel riscatto fu un moto spontaneo di popolo che su-però l’indecisione delle Istituzioni. Quel riscatto fuun moto di responsabilità che ridiede senso e forzaalla vocazione delle Istituzioni. “L’Italia rinacque”sono parole sue, Signor Presidente della Repubblica,qui pronunciate nel 2008. L’Italia rinacque nellosforzo di ricostruzione del Paese devastato ed avvilito,e di edificazione di una democrazia quale fu dise-gnata nella Costituzione repubblicana. È l’Italia dioggi, quindi, che beneficia per il presente e per il fu-turo di quel sacrificio, perché attraverso l’impegno dimemoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove ge-nerazioni del prezioso retaggio della battaglia di Por-ta San Paolo, rende esperibile ad ogni italiano il sen-so profondo della nostra convivenza civile.”

Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013 3

Notizie al VoloVVLunedì 19 Agosto, il Ministro della Difesa, Sen. Prof. Mario Mauro, ha fatto visita al Comando OperazioniAeree (COA) e al Comando Nato “Deployable Air Command and Control Centre” (DACCC) di PoggioRenatico (FE).Ricevuto dal Comandante della Squadra Aerea, Generale di Squadra Aerea Tiziano Tosi, e dal Comandanteil COA/DACCC, Generale di Divisione Aerea Roberto Nordio, il Ministro ha assistito a un briefing di pre-sentazione sulle attività svolte dal COA e sulla nuova struttura della NATO. Tramite il COA, l’AeronauticaMilitare assicura la sorveglianza e la difesa dello spazio aereo nazionale, 24 ore su 24, attraverso un sistema

integrato di radar basati a terra e l’impiego di ve-livoli intercettori, garantendo la sicurezza dei cielianche in occasione di grandi eventi.Successivamente, il Ministro ha avuto modo di

approfondire l’attività di “air policing” svolta dal-l’Aeronautica e di conoscere la nuova struttura inimplementazione della NATO Air CommandControl System (ACCS).( A seguire, c’è stato l’incontro con la stampa e,prima di lasciare il sedime di Poggio Renatico, ilMinistro ha voluto ringraziare tutti per la corteseospitalità e, in particolare, ha rivolto un plauso alpersonale del COA/DACCC per la loro profes-sionalità.Mercoledì 28 Agosto, 25° anniversario dell’inci-dente aereo di Ramstein, l’Aeronautica Militare

ha preso parte alle celebrazioni organizzate sulla base tedesca per comemorare le vittime di quel tragico even-to. Nel corso della cerimonia ecumenica, svoltasi nella chiesa St. Nikolaus della città, l’Addetto per la Difesae l’Aeronautica di Berlino, Generale di Brigata Aerea Alberto Biavati, ha dato lettura del messaggio che il Ca-po di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, ha voluto indi-rizzare ai presenti per testimoniare e rinnovare la profonda vicinanza e l’affetto dell’intera Forza Armata aquanti, quel giorno, persero un proprio caro. (Ulteriori notizienella pagina “Sulle ali della memoria”).

Giovedì 29 Agosto, Cambio al Vertice del Comando Forze diCombattimentoPresso la Sala della Vittoria Atlantica della 1^ Regione Aerea inMilano, si è svolta la cerimonia di passaggio di consegne tra ilGenerale di Divisione Aerea Roberto Nordio, Comandanteuscente ed il Generale di Brigata Aerea Nicola Lanza de Cristo-foris, Comandante subentrante.Alla cerimonia, presieduta dal Comandante della Squadra Ae-rea, Generale di Squadra Aerea Tiziano Tosi, hanno partecipatoAutorità militari del territorio di Milano, i Comandanti diStormo dipendenti e dei vari Reparti dell’A.M. istituzionalmen-te presenti sul sedime di Piazza Novelli e di Linate.Il Generale Nordio ha voluto evidenziare il seguente pensiero:“[…]al CFC, che secondo me costituisce un Team eccezionale percapacità, motivazione e spirito di squadra, abbiamo cercato diconvogliare le energie dei Reparti Operativi verso un addestramen-to sempre più efficiente ed efficace e verso un miglioramento dellastandardizzazione. Abbiamo cercato di esaminare ogni attività

condotta per individuare i punti ove impostare un ulteriore affinamento allo scopo di avere i nostri equipaggipronti a servire la Nazione nel modo migliore possibile. Noi, abbiamo cercato di fare del nostro meglio; sta a lei,Comandante, ma anche ai Reparti Operativi che da noi dipendono, giudicare se siamo riusciti nel nostro inten-to[...]”.Il Generale Lanza de Cristoforis, oltre a ringraziare gli ospiti intervenuti e a manifestare viva soddisfazione edorgoglio per il prestigioso incarico ricevuto, si è così espresso: “[…] nell’assumere il Comando che rappresentaquell’Aeronautica che ho da sempre sognato, quella dei Reparti di volo, dove ho avuto la fortuna ed onore di cresce-re e servire, devo un rispettoso devoto saluto proprio ai Reparti di volo che costituiscono il Comando Forze daCombattimento, e, in particolare, alle loro Bandiere di Guerra”. ... e rivolgendosi al Generale Nordio, “ mi siconsenta, come Comandante, di porgere il sentito ringraziamento di tutto il personale del Comando Forze daCombattimento a Te Roberto, per la dedizione, attenzione e saggezza che Ti hanno contraddistinto e che Ti accom-pagnano in incarichi sempre più prestigiosi e prodighi di soddisfazioni.”Il Generale Tosi, a conclusione, ha sottolineato che: “[…] giungere al Comando Forze da Combattimento èsempre emozionante se si pensa che qui c’è la sintesi vera e pulsante dell’Aeronautica Militare operativa. Partecipa-re poi ad un avvicendamento in Comando così, è ancora più coinvolgente se chi lascia è un Ufficiale dal calibrodel Generale Nordio e chi assume ha le caratteristiche del Generale Lanza. A chi lascia, i più entusiastici compli-menti mentre, a chi subentra, un sincero augurio di buon lavoro[...].

Domenica 1° Settembre, sullitorale a nord di Venezia, èandato in scena “Jesolo Euro-pean Air Show 2013”, il piùavvincente spettacolo aviato-rio organizzato questo annoin Italia. La manifestazione èstata seguita in diretta TVdomenica su RaiUno, dalle16.00 alle 18.45, e sul canaledel digitale terrestre di Rai-Sport, dalle 11.00 alle 12.30.“Jesolo European Air Show2013” ha offerto un’emozio-nante programma di acroba-zie aeree, scie colorate e voliradenti: indiscusse protagoni-

ste le “Frecce Tricolori”, affiancate dalla “Patrouille de France” e dalla pattuglia acrobatica svizzera. In voloanche i velivoli del Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare e un HH-139 del 15° Stormo di Cervia.

Lunedì 2 Settembre, Cambio al Vertice del Comando Scuole AMPresso il Quartier Generale del Comando Scuole dell’Aeronautica Militare/3^ Regione Aerea di Bari, allapresenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa,si è svolta la cerimonia di passaggio di consegne tra il Generale di Squadra Aerea Mario Renzo Ottone, Co-mandante uscente, e il Generale di Squadra Aerea Franco Girardi, Comandante subentrante.All’evento hanno partecipato numerose Autorità religiose, civili e militari e hanno preso parte le Bandiered’Istituto dell’Accademia Aeronautica e del 61° Stormo di Lecce, le formazioni del personale del quadro per-manente del Comando Scuole A.M./3^ R.A., i Gonfaloni della Regione Puglia, del Comune di Bari e dellaProvincia di Bari, nonchè numerosi Labari di Associazioni Combattentistiche e d’Arma.Prima della cerimonia, i Comandanti, uscente e subentrante, si sono recati presso il Sacrario Militare dei Ca-duti d’Oltremare di Bari per deporre una Corona d’Alloro.

4 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013

Notizie al VoloVV

Nel suo discorso di commiato, il Generale Ottone harivolto un commosso ricordo “ai Caduti di tutte leForze Armate che, in ogni tempo, in guerra e in pa-ce, hanno onorato con lealtà la loro devozione allaPatria sino all’estremo sacrificio”.Il Generale Ottone ha quindi proseguito dichiaran-do: “lascio Bari e la terra di Puglia con infinito dis-piacere per il distacco da una professionalità di asso-luta eccellenza che gli uomini e le donne in uniformeazzurra hanno dimostrato di possedere nel mio pe-riodo di Comando e non solo. [...] Senza una buonaScuola non si potrà avere una buona società, cosìsenza un buon sistema formativo militare non si po-

trà avere un’Aeronautica operativamente all’altez-za delle future sfide”.Al termine del suo intervento, il Generale Otto-ne ha rivolto un saluto affettuoso a tutto il perso-nale incitandolo a “continuare a lavorare perl’Aeronautica Militare con determinazione, solocosì le nostre ali potranno continuare a volare inun cielo sereno come noi tutti abbiamo desidera-to che fosse quando abbiamo indossato le stellet-te sulla nostra Uniforme e le abbiamo custoditecon amore nella nostra anima”.Nel suo intervento, il Generale Girardi, dopoaver omaggiato le Bandiere d’Istituto dell’Acca-demia Aeronautica e del 61° Stormo, ha rivoltoun saluto alle Autorità, alle Associazioni Com-

battentistiche e d’Arma, ai rappresentanti deimedia e agli ospiti che hanno onorato con la loropresenza la cerimonia, riservando un saluto par-ticolare alla città di Bari, terra generosa ed ospi-tale, ricca di gloriose tradizioni aeronautiche. IlGenerale Girardi ha poi proseguito affermando:“A voi uomini e donne del Comando Scuole edella 3^ Regione Aerea dico di essere fiero di es-sere il Vostro Comandante, sono consapevoledelle sfide e delle difficoltà che dovremo affron-tare insieme. Saranno necessari serietà ed impe-gno. Sono sicuro che con l’apporto generoso edintelligente di ciascuno, operando a tutti i livellicon convinzione, potremo conseguire gli obietti-vi assegnati. E’ con questo spirito e con questisentimenti che nel formulare l’augurio più vivo

per un comune e proficuo lavoro, spero di essere degno dei meriti degli appartenenti a questo Comando e dicoloro che mi hanno preceduto”.

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Notizie al VoloVV

Il Capo di Stato Maggiore A.M., Generale Preziosa,infine, dopo aver salutato le Autorità e gli ospiti in-tervenuti, ha ricordato la “solare e genuina realtà ba-rese”, di cui serba “lo splendido ricordo dell’ultimoincarico di Comando”, prima dell’insediamento nellacarica di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica.Il Generale Preziosa ha quindi evidenziato che: “at-traverso il brillante operato del Generale Ottone e ditutto il Personale dipendente del Comando Scuole,l’Aeronautica Militare è riuscita a raggiungere risulta-ti lusinghieri in un settore che reputo l’elementochiave alla base del successo di ogni organizzazione.Sto parlando della formazione, ovvero del percorsoindispensabile per strutturare, rinforzare e consolida-

re il complesso processo di trasferimento di contenuti e metodi utili a far acquisire al nostro personale livelliculturali, etici, professionali e spirituali sempre mag-giori”.Il Capo di SMA, inoltre, ha ricordato che “negli ulti-mi 20 anni l’Aeronautica Militare ha perseguito unradicale processo di trasformazione, che ha coinvoltol’intera struttura e il cui risultato più evidente è statoquello di una riduzione complessiva di oltre il 45%del personale. Si è reso necessario un riallineamentostrutturale per adeguare gli elementi di organizzazio-ne a bilanci più contenuti e sostenere il processo difine vita operativa dei sistemi d’arma obsoleti, con lacontestuale acquisizione di sistemi di livello capaciti-vo e tecnologico allo stato dell’arte. Abbiamo infattiridotto le risorse in ogni settore della Forza Armata,impegnandoci a non penalizzare quello della forma-

zione. Qui, nelle Scuole, siamo nati e qui nascerà ilfuturo dell’Aeronautica Militare. Le prestazioni ri-chieste alla Forza Armata si sono andate accrescendoe diversificando, imponendo un nuovo e necessarioatteggiamento culturale. La realtà in cui oggi operia-mo, infatti, necessita di una continua interazione trale diverse componenti dello strumento militare nel-l’alveo di attività istituzionali dalla connotazionesempre più Joint (Interforze)”.�Il Generale Preziosaha concluso il suo intervento formulando un salutoaffettuoso a tutto il personale del Comando Scuole edella 3^ R.A., affermando: “siate orgogliosi del vo-stro operare, del vostro spessore professionale, delvostro infaticabile impegno, che sono i presupposti

fondamentali affinchè la nostra Aeronautica continui ad essere una realtà viva, ancorata a saldi principi etici emorali e in grado di portare ovunque, in Italia come all’Estero, in silenzio e senza clamori, il suo fattivo econcreto contributo in tutte le circostanze in cui sarà chiamata ad intervenire”.

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Notizie al VoloVV

Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013 7

L’aeronautica Militare verso il 2018di Antonio Pelliccia

Nell’opuscolo in titolo il Capo di Stato Mag-giore dell’Aeronautica Militare Pasquale Pre-ziosa ha indicato le linee guida della propria

azione di comando per i prossimi cinque anni. E’ undocumento importante1 che tutto il personale dellaforza armata dovrebbe leggere e conservare come rife-rimento nell’assolvimento dei propri compiti. Soprat-tutto ha voluto rispondere all’esigenza di far conosceredove sta andando la forza armata, come ci andrà, conquali risorse, con quali priorità, idee, valori, etica. Ilsuo è un cammino lungo, irto di ostacoli di ogni gene-re e di incognite in unsituazione mondiale po-litico, militare, econo-mica, sociale in conti-nuo fermento, con laguerra cibernetica in at-to2 (per la quale non sia-mo ancora preparati),con i venti di guerra chesoffiano impetuosi nelMedio Oriente. StatiUniti, Gran Bretagna eFrancia hanno deciso diimpiegare le forze arma-te in una operazione co-me quella contro la Ser-bia di Milosevic, per pu-nire la Siria di Assad, readi crimine contro l’uma-nità (uso dei gas nervinicontro gli oppositori delregime) e stanno cercan-do l‘appoggio degli altriStati (Il Parlamento inglese però non ha approvatol’intervento militare dissociandosi, per la prima voltanella storia, dalla politica statunitense). Russia e Cinasono anche loro contrarie all’intervento militare e au-spicano una soluzione politica. L’ONU ha inviato ipropri ispettori a Damasco per accertare l’avvenutouso dei gas e anche il governo italiano attende l’esitodell’ispezione per decidere se dare il proprio appoggioalle operazioni militari ma anche esso auspica una so-luzione diplomatica. E’ una situazione che l’Aeronau-tica Militare vive non senza difficoltà e contraddizionie che si propone di affrontare ricercando maggiori li-velli di efficienza e di flessibilità, data soprattutto la

scarsità dei mezzi finanziari a disposizione. Innanzitutto migliorando la preparazione del personale a tuttii livelli, per gestire con efficienza ed efficacia la forzaarmata nel contesto interforze e internazionale. Stu-diando i problemi con metodo scientifico e con ap-proccio interdisciplinare. Ammodernando le struttureorganiche dei reparti obsolete. Attuando le disposizio-ni della direttiva SMA ORD 001 in materia di pianifi-cazione centralizzata ed esecuzione decentralizzata,con l’obiettivo di ottimizzare e razionalizzare l’organiz-zazione della forza armata. A questo proposito nel do-

cumento è stata eviden-ziata la frammentazionee la poca coesione neiprocessi decisionali a li-vello strategico e operati-vo della Difesa italiana.Non sono state propostesoluzioni ma è stato ri-conosciuto che “L’orga-nizzazione di vertice stalentamente prendendonuova coscienza dellaprofondità e ampiezzadelle proprie funzioni eresponsabilità”. Partico-larmente interessanti perme le considerazioni sulruolo degli storici, per-ché è un ruolo che hosvolto per più di Cin-quant’anni insegnando,pubblicando libri, svol-gendo attività pubblici-

stica in riviste italiane e straniere. Narrando con docu-menti inediti la storia dell’Aeronautica dalle origini aigiorni nostri, confutando le falsità storiche diffuse sul-la forza armata. E’ all’Ufficio Storico dello Stato Mag-giore che compete “tutelare e diffondere la cultura sto-rica, specie in momenti difficili e travagliati”, racco-gliere documenti e catalogarli, curare e difendere lastoria della forza armata. Da anni sostengo in tutte le sedi e con tutti i capi re-sponsabili che si sono succeduti nel tempo l’importan-za di questo Ufficio e la necessità di valorizzarlo e met-terlo nelle condizioni di assolvere la sua missione. Re-centemente ho ancora una volta pubblicato un artico-

1) Con una sola nota negativa: l’inutile e condannabile uso di termini inglesi (means, ways, key message, core business, etc). Cfr. A.Pelliccia “Difendiamo la lingua italiana” Corriere dell’aviatore” 20132) A. Pelliccia “La conquista dello spazio cibernetico” Aeronautica 2013

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L’aeronautica Militare verso il 2018di Antonio Pelliccia

lo sull’argomento rilevando gli errori commessi nelpassato e la persistente mancata difesa della verità sto-rica sulle operazioni aeree dell’Aeronautica Militare inSpagna e nella seconda guerra mondiale. Nell’articoloVerità storiche ignorate, (Corriere dell’Aviatore N°7-2013) ho raccontato l’inizio della politica rinunciata-ria dell’Ufficio e le azioni da me fatte, surrogandolo,per confutare volta per volta le falsità sull’AeronauticaMilitare, e pubblicando a mie spese alcuni libri. L’ulti-mo: L’Aviazione nella guerra sul mare (Editoriale l’E-spresso, 2008 Roma). è anzitutto l’inedita storia del-l’Aeronautica Militare negli ultimi cinquanta anni, lachiusura del ciclo storico (A. Pelliccia, L’AeronauticaMilitare dalle origini al 1943). E’ anche un documen-tato e inedito contributo alla ricerca delle vere causedei disastri da noi subìti nella guerra aeronavale.E’, inoltre, l’invalidamento degli alibi con i quali si ètentato di attenuare le responsabilità dei capi militari edi giustificare gli errori commessi nella condotta dellaguerra. Soprattutto l’alibi che la mancanza di una por-taerei fu la causa principale degli insuccessi navali ita-liani. Mancanza che sarebbe stata dovuta alla pervicaceopposizione dell’Aeronautica alla sua costruzione. Infi-ne nel libro ho confutato anche, con una ricca e inedi-ta documentazione, le arbitrarie accuse all’Aeronauticasulla sua presunta mancata cooperazione con le altreforze armate. L’Ufficio Storico non lo ha pubblicatononostante sia stato approvato dalla commissione edi-toriale dello Stato Maggiore dando la priorità ad altrilibri di minore valore storico.Nelle conclusioni dell’opuscolo si rivela che l’AutoritàPolitica ha, tra l’altro, invitato a superare con coraggioe onestà intellettuale visioni ristrette e riserve mentali“di componente singola”.

É l’invito che mi permetto di fare anche io.

L a volontà di acquisire, mantenere e diffondereil vastissimo patrimonio storico dell’ A.M.,attraverso la ricerca di una sua più ampia va-

lorizzazione e visibilità possibile, anima, senz’altro, lospirito e l’impegno dell’ Ufficio Storico dell’Aeronau-tica Militare.�L’ Ufficio si prefigge di svolgere le deli-cate funzioni di alacre ricercatore, di diligente croni-sta, di rigoroso custode, di attento osservatore, di sa-gace elaboratore pronto a rispondere alla vasta do-manda di informazioni proveniente sia da un pubbli-co estremamente competente sia da chi si avvicina almondo della Storia Militare Aeronautica Italiana perla prima volta.Si può affermare, inoltre, che l’ Ufficio Storico con-tribuisce a costruire il futuro dell’Aeronautica attra-verso gli esempi che la storia mette a disposizione e lastoria, come scrive il Droysen, “..ci da la conoscenzadi ciò che siamo ed abbiamo..”�L’Ufficio prende ori-gine dalla “Sezione Storica di Stato Maggiore dellaRegia Aeronautica”, fondata nel 1926, che svolgevala funzione di raccogliere e classificare tutto il mate-riale di carattere storico al fine di utilizzarlo per redi-gere un resoconto ufficiale sullo sviluppo e sull’im-piego, in pace ed in guerra, della nuova “Arma”. �Da più di settant’anni l’Ufficio Storico opera per ga-rantire la massima diffusione ai temi della Storia dell’Aeronautica Italiana fornendo la sua assistenza aquanti svolgono attività di ricerca in questo settorecon particolare riferimento a vicende che hanno avu-to come protagonisti uomini e reparti dell’ Aeronau-tica Militare. Concorre, inoltre, insieme con i corri-spondenti Uffici Storici delle altre Forze Armate nel-l’ambito della Commissione Italiana di Storia Milita-re, alla promozione di iniziative utili a migliorare laconoscenza della storia militare Italiana attraverso lostudio approfondito di tale disciplina. �Attualmente l’Ufficio, dipendente dallo Stato Mag-giore dell’ Aeronautica Militare ed inquadrato tra gliuffici del 5° Reparto, possiede una struttura che con-sente lo svolgimento di una serie di importanti attivi-tà comprendenti la pubblicazione di opere a caratterestorico aeronautico, la raccolta di documenti (memo-rie, resoconti, atti ufficiali, diari storici, memorie sto-riche dei reparti rischierati fuori dai confini naziona-li, ecc.), la gestione di una biblioteca aeronautica, lasalvaguardia e la ricerca di materiali / velivoli di inte-resse storico per un continuo e costante arricchimen-to del patrimonio museale della Forza Armata.

L’Ufficio StoricoLA SALA STUDIO RIAPRE IL 1° OTTOBRE

(Sono aperte le prenotazioni).

http://www.aeronautica.difesa.it

Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013 9

Vetrine dell’Aeronautica Militare

Search and RescueGarantire la ricerca e soccorso degli equipaggi di vo-lo e di mezzi marittimi in difficoltà, concorrere alleattività di pubblica utilità quali la ricerca di dispersiin mare o in montagna, il trasporto sanitario d’ur-genza di ammalati in pericolo di vita, il soccorso ditraumatizzati gravi e alle popolazioni colpite da cala-mità naturali, in coordinamento con la ProtezioneCivile, sono alcuni dei compiti istituzionali dell’Ae-ronautica Militare. L’attività SAR (Search And Re-scue), in Italia, è gestita attraverso il Comando Ope-razioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara) all’inter-no del quale è presente un Rescue CoordinationCenter (RCC), il cui compito è quello di esercitare ilComando e Controllo degli assetti SAR, nonché lagestione delle richieste di soccorso nazionale.L’Aeronautica Militare assicura questi interventi tuttol’anno, ventiquattr’ore al giorno con equipaggi ed eli-cotteri pronti al decollo con brevissimo preavviso. Lecaratteristiche e le prestazioni degli elicotteri biturbi-na quali il nuovo HH-139A, l’HH-3F e AB.212 per-mettono di raggiungere qualsiasi parte del territorionazionale o delle acque territoriali. La specifica deno-

minazione di Combat/SAR, invece, è riferi-ta alle missioni dedicate principalmente alrecupero degli equipavggi di assetti aerei,colpiti in territorio ostile.La funzione SAR è istituzionalmente affi-data al 15° Stormo di Cervia (Ravenna), dacui dipendono l’81° Centro AddestramentoEquipaggi (CAE) e l’83° Gruppo Combat

SAR di Cervia, l’82° Centro CSAR di Trapani, l’84°Centro SAR di Gioia del Colle (Bari) e l’85° CentroSAR di Pratica di Mare (Roma). I Gruppi/CentriSAR del 15° Stormo, stanno attraversando un pro-cesso di transizione che vedrà, entro il 2013, il pas-saggio operativo di tutto lo Stormo dall’HH-3F almoderno HH-139A.Presso il 15° Stormo di Cervia, opera anche unaSquadriglia Collegamenti con elicotteri NH-500. Completa il quadro dei reparti che svolgono per-manentemente il ruolo SAR, la Squadriglia di Colle-gamento e Soccorso di Decimomannu (Cagliari)equipaggiata con elicotteri AB.212. Qualora situazio-ni contingenti di urgenza e necessità lo richiedano,contribuiscono al servizio SAR anche il 21° Gruppodel 9° Stormo di Grazzanise (Caserta) e la SquadrigliaCollegamento di Perdasdefogu (Ogliastra), che opera-no su AB.212.Nelle operazioni SAR sul mare sono spesso determi-

nanti anche l’autonomia e le capacità di scoperta deivelivoli da pattugliamento marittimo Br-1150 Atlan-tic, in servizio nella base aerea di Sigonella (Siracusa).

HH -3F

HH -139

AB – 212

Breda-Nardi TH-500B

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Vetrine dell’Aeronautica Militare

72° Stormo (Frosinone)Il 72° Stormo è l’unica Scuola di Volodell’Aeronautica Militare nel settore del-l’ala rotante. Allo Stormo è assegnato il compito diabilitare al pilotaggio degli elicotteri i piloti militaridell’Aeronautica e della Marina; far conseguire ilbrevetto militare di pilota di elicottero al personaledell’Esercito, dei Carabinieri, della Guardia di Fi-nanza e della Polizia di Stato; svolgere corsi di prepa-razione tecnico-professionale per piloti di Forze Ar-mate estere e per il personale del Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco e della Guardia Forestale; quali-ficare e abilitare gli istruttori di volo su elicottero;addestrare gli specialisti di elicottero delle Forze eCorpi Armati dello Stato. Nell’ultimo decennio il72° Stormo è stato anche impegnato in operazionidi cooperazione internazionale e missioni umanitariefuori area (Albania, Eritrea e Kosovo) ottenendo l’u-nanime apprezzamento della comunità internaziona-le e realizzando complessivamente circa 3400 ore divolo trasportando più di 3500 passeggeri.I frequentatori dei corsi di pilotaggio, dopo un perio-do iniziale d’istruzione a terra, proseguono l’adde-stramento alternando la pratica di volo con le lezionidi teoria fino al conseguimento, per il personale giu-dicato idoneo, del Brevetto di Pilota d’Elicottero.Le forme di volo oggetto d’insegnamento, sono mol-to diversificate fra loro; si va dal volo su acqua al vo-lo in montagna, dall’impiego del verricello a quellodel gancio baricentrico, dall’addestramento al voloin formazione a quello notturno.L’attività addestrativa, tuttavia, non si esaurisce nelleforme basiche del pilotaggio poiché lo stormo, attra-verso corsi di volo pre-operativo e di volo strumen-tale avanzato, provvede anche all’addestramento de-gli istruttori e degli esaminatori di volo per l’Aero-nautica militare e alla preparazione dei formatori de-gli altri Corpi Armati dello Stato.

9° Stormo (Grazzanise)Il 9° Stormo nasce il 26 febbraio 1934 aCiampino come Reparto da bombarda-mento e partecipa alle operazioni diguerra in Somalia nel 1936. NellaGrande Guerra opera in Africa settentrionale dove, aseguito dell’eroismo dimostrato e del grande sacrifi-cio di vite umane e di mezzi sofferto, si vede decorarela propria Bandiera di Guerra con la Medaglia d’Ar-gento al Valor Militare. Continua l’impegno bellico

con la partecipazione alla battaglia di Pantelleria, magli avvenimenti che seguono l’8 settembre 1943 neprovocano l’inevitabile scioglimento. Lo Stormo ri-mane ‘quadro’ fino al settembre 1967, anno in cuiviene ricostituito come 9° Stormo Caccia Intercettorisull’aeroporto di Grazzanise. Il 1° gennaio del 1969il 9° Stormo di Grazzanise è intitolato alla memoriadell’eroe della 1° guerra mondiale Francesco Baraccae assume, insieme al X gruppo caccia, il “cavallinorampante” (nero su sfondo bianco) quale emblema.Ad oggi, presso l’aeroporto militare vengono custodi-ti gelosamente alcuni cimeli e significativi documentiappartenuti a Francesco Baracca donati gentilmentedalla famiglia d’origine. Negli anni ‘90, durante lacrisi del Kosovo, il Reparto partecipa direttamentealle operazioni di difesa aerea nel settore adriatico.Nel frattempo, lo Stormo continua a svolgere l’altraattività istituzionale affidatagli, la Ricerca e Soccorso(SAR) di personale militare e civile in casi di emer-genza e/o di pubblica calamità.Inquadrato dal 2007 nella 1ª Brigata aerea “opera-zioni speciali”. Fa parte delle “Unità di SupportoOperativo per Operazioni Speciali” delle forze spe-ciali italiane. Fanno parte dello Stormo il 21° Grup-po Volo, che ha in dotazione elicotteriAB.212 AMI-SAR e AB.212-ICO, ed I Fucilieridell’Aria su VTLM Lince.La missione attuale del 9° Stormo è dunque: assicu-rare il supporto aereo e terrestre a Reparti/Enti diForze Speciali (F.S.) o di Forze per Operazioni Spe-ciali (F.O.S.), sia per le fasi di spiegamento che di ri-piegamento nei vari teatri operativi, nonché opera-zioni Combat S.A.R (Search And Rescue).

6° Reparto Manutenzione Elicotteri (Pratica di Mare)Il 6° RME rappresenta, indiscutibil-mente, il fiore all’occhiello dell’interaorganizzazione logistica delle linee voloelicotteri con un’esperienza tecnico-amministrativa,manutentiva ed addestrativa di assoluto rilievo, co-struita attraverso anni di intenso lavoro in Italia edall’estero. Infatti, nell’ambito della missione “AnticaBabilonia” dal luglio 2003 al dicembre 2006, il 6°Reparto Manutenzione Elicotteri ha partecipato, of-frendo supporto tecnico-logistico al 6° R.O.A. (Re-parto Operativo Autonomo) istituito sul sedime ae-roportuale di Tallil in Iraq.

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Cominciata il 31 Agosto 2005, la missione dei“Fucilieri dell’Aria” nel complesso teatro operati-vo afghano a protezione delle forze del Regional

Command West (RC-W), il Comando del contingentemultinazionale a guida italiana cui è devoluta la respon-sabilità della regione occidentale dell’Afghanistan, ha re-centemente compiuto otto anni.La compagine dei “Fucilieri dell’Aria” dell’AeronauticaMilitare è nata con il compito di assicurare la protezionedegli aeroporti della Forza Armata in ambito nazionale egarantire la sicurezza e la protezione del personale, dei ve-livoli e dei materiali, nonché delle installazioni e delle in-frastrutture all’interno delle Basi militari durante i ri-schieramenti fuori dai confini nazionali.Impiegati in Afghanistan presso la Forward Support Base(FSB) dell’aeroporto militare “Camp Arena” di Herat, gliuomini e le donne del 16° e del 9° Stormo garantiscono,assieme al personale dell’Esercito, la sicurezza all’internodel perimetro di competenza della Base (Force Protec-tion). In particolare, i “Fucilieri dell’Aria” hanno compitidi ricognizione, pattugliamento interno ed esterno all’ae-roporto, di scorta al personale delle Task Force della FSB,assistenza alla popolazione e, non ultimo, supporto agliequipaggi dei velivoli da trasporto tattico della Joint AirTask Force (JATF) dell’Aeronautica Militare Italiana.Con l’introduzione in teatro operativo dei mini sistemi apilotaggio remoto STRIX-C, inoltre, i “Fucilieri dell’A-ria” hanno recentemente arricchito lo spettro delle mis-sioni assegnate con capacità Intelligence, Surveillance eReconnaisance (ISR) a supporto dell’attività di pattuglia-mento esterno. Capacità testate con pieno successo, tral’altro, durante la recente visita del Presidente del Consi-glio Letta al contingente italiano in Afghanistan.In tale occasione, infatti, i “Fucilieri dell’Aria” hanno ga-rantito, assieme agli altri assetti di Force Protection, losvolgimento della visita in totale sicurezza integrando dif-ferenti sistemi di difesa, quali pattuglie al suolo, velivoliSTRIX-C e, attraverso il coordinamento di un “operatoreFAC” (Forward Air Controller), altri assetti aerei.Uno sforzo continuativo inserito in un contesto interna-zionale difficile, dove la professionalità e i sacrifici del

personale dell’Aeronautica Militare hanno sempre trovatoriscontro nella stima dei Comandanti e nella gratitudinedegli uomini e delle donne del contingente militare mul-tinazionale che si sono susseguiti negli anni.

Regional Command West - Herat (Afghanistan) Ten. Antonio D’Oria

La missione dei Fucilieri dell’Aria nel teatro operativo afghano

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Lo spunto per il racconto che segue mi è stato datoda un amico che si dichiara in possesso di pocadimestichezza di cose aeronautiche, ma che è ag-

giornato sugli ultimi avvenimenti nel settore. Natural-mente a conoscenza del mia vita professionale, nei gior-ni scorsi durante un incontro mi ha chiesto quali fosse-ro le mie valutazioni su alcuni fatti accaduti di recente,che evidentemente lo avevano colpito.Il primo quesito era volto a conoscere il mio pensierosul mancato sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazio-nale in occasione della parata del 2 giugno scorso. Laseconda domanda riguardava il mio giudizio sulla vi-cenda degli F-35. Infine, ciliegina sulla torta, mi hachiesto se i velivoli senza pilota sostituiranno in un fu-turo non troppo lontano quelli che prevedono il pilotaa bordo.Vinta la tentazione di suggerirgli di rivolgere i suoi que-siti allo SMA, naturalmente non potevo non risponder-gli, pur premettendo che non avevo la pretesa di cono-scere a fondo gli indirizzi degli ultimi tempi del mondoaeronautico.Il primo quesito che anche il mio interlocutore sapevaessere stato motivato dalla necessità di ridurre le spese,capii che sottaceva un aspetto più profondo: ha sensomantenere in futuro una PAN?Attingendo ai miei ricordi, ho raccontato quali fosserole origini del volo acrobatico militare nato sul finire de-gli anni venti come esigenza della “caccia” per ottenereil massimo nel combattimento aereo, le trasformazionisuccessive dopo la 2^ guerra mondiale che hanno previ-sto dapprima l’alternanza nel ruolo tra i Reparti da cac-cia fino alla creazione nel 1961 del 313° Gruppo Adde-stramento Acrobatico con base sull’Aeroporto di Rivol-to. Ho anche spiegato una cosa poco nota, che il primocompito della PAN è “operativo”, di concorso alle ope-razioni di supporto alle Forze terrestri, mentre quello dirappresentanza nelle cerimonie e nelle manifestazioni,ancorchè più eclatante, rappresenta il secondo compito.Considerato tutto, ho concluso affermando che ritene-vo un errore non aver fatto effettuare il passaggio dellaPAN sull’Altare della Patria il 2 giugno e che le econo-mie avrebbero potuto essere trovate risparmiando su al-tri settori.Più “tosta” era la domanda riguardante gli F-35; ho ri-petuto quello che avevo letto: che si tratta di caccia mo-noposto multiruolo, specificando che questo termine

indica elevatissime capacità nel combattimento aereo,capacità di effettuare missioni di bombardamento tatti-co e di supporto aereo ravvicinato alle forze di superfi-cie). Ho aggiunto che è considerato l’aereo militare piùtecnologico del mondo, progettato per essere pressoc-chè invisibile ai radar e ad altri sensori e che punta suuna grande maneggevolezza (causa forse questa dei suoiguai iniziali) La Lockheed Martin, azienda costruttrice,ha in programma di produrne oltre 3.100 esemplari en-tro il 2025.Sgomberato facilmente il campo circa i presunti difettidi progettazione, evidenziando che emergono in tuttigli aeromobili nella fase prototipica ed è un bene inquanto consentono di apportare le opportune modifi-che prima della produzione di serie, ho compreso che ilmio interlocutore, indirizzato dalle polemiche apparsesui giornali, insisteva nel voler conoscere il mio parerecirca la necessità di partecipare ad un programma con-siderato tanto ambizioso e costoso, avuto riguardo allacrisi economica attuale.Ho iniziato così a parlargli della “esigenza operativa” cheviene posta alla base di ogni programma militare e cheevidentemente era stata attentamente studiata e contem-plava la disponibilità nei prossimi anni di un mezzo ae-reo tanto sofisticato per sostituirne altri 250 prossimi al-la obsolescenza o non più convenienti da mantenerenelle linee di volo in rapporto alla loro efficacia.Fortunatamente il mio amico non mi ha domandatoquale fosse il nostro ipotetico avversario tale da doveressere contrastato con una macchina così sofisticata. Misarei dovuto addentrare in un discorso complicato ri-guardante i pericoli derivanti dalla instabilità dei Paesiche si affacciano sulla sponda opposta del Mediterraneoe degli altri possibili scenari geo-strategici dei prossimi30 anni. Ho aggiunto altre argomentazioni, quali i van-taggi per il nostro Paese di essere partner in un progettotanto avanzato tecnologicamente, la prospettiva di ri-torni industriali, qualora si riuscisse ad ottenere dagliUSA una maggiore compartecipazione nel programma,la versione navale che avrebbe completato l’operativitàdella portaerei della M.M. Cavour, ecc.Vincendo per la verità anche qualche mia perplessità, honaturalmente mostrato tutta la convinzione nel sostene-re la validità delle scelte della nostra Difesa, ma ho avutol’impressione di non aver convinto il mio interlocutore,il quale ha concluso dicendo che, se le cose stavano co-

C E N T RO S T U D I

Il futuro prossimo sarà dei sistemi aerei senza pilota?di Angelo Pagliuca

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C E N T RO S T U D I

me io gliele avevo presentate, non comprendeva il per-ché dell’opposizione di una parte significativa della no-stra classe politica e dell’opinione pubblica e perché laGermania non fosse entrata nel programma, mentre al-tri Paesi potrebbero uscirne (a questo punto lo ho invi-tato a leggere i prossimi numeri del Corriere dell’Aviato-re e…mi sono taciuto…come si ama dire oggi).Quanto al quesito sul futuro degli aeromobili pilotati,chiamati comunemente “droni” (fuchi), ho dovutoonestamente ammettere che sono e saranno sempre piùutilizzati in campo militare per le loro capacità di ga-rantire una sorveglianza e di eseguire operazioni che sa-rebbe molto rischioso (e costoso) effettuare con aereitradizionali. Al di là dei compiti militari, sono candida-ti a svolgere un ruolo importante in moltissime appli-cazioni civili, quali la lotta agli incendi, il monitoraggioambientale e delle colture agricole, nelle operazioni diricerca e soccorso, nella lotta al crimine organizzato.Gioca dalla loro parte il costo molto basso se paragona-to agli aerei pilotati; quantomeno per quelli d’impiegonon militare si parla già oggi di costi unitari di pochemigliaia o addirittura poche centinaia di euro. Eviden-temente lontanissimi dal costo di forse 130 milioni dieuro per un F-35 (versione Marina). Il possibile impat-to economico di questo tipo di produzioni fa gola sia agrandi gruppi industriali che lavorano per la difesa, siaa piccole aziende che contano di produrre per il settorenon militare. La materia è molto attuale e importante,tanto che si sta ricercando un accordo per un program-ma europeo, nella speranza di colmare il ritardo con gliStati Uniti e Israele per la produzioni di droni di varietipologie.Resomi conto di avere dato l’impressione di essermischierato per una parte, ho subito corretto il tiro spie-gando che queste macchine per molti anni ancora po-tranno “aggiungersi” ma non sostituire l’impiego deivelivoli pilotati ed è opinione comune che i sistemi sen-za pilota sviluppati non devono possedere capacità au-tonome tali da consentire loro di prendere decisionisenza supervisori “umani” remoti.A questo punto, a corto di altre argomentazioni mi sonofermato. Ho salutato il mio amico pensando che, perqualche tempo, sarebbe stato meglio evitare d’incontrarlo.

p.s.la calura estiva mi ha spinto a scrivere questo articolettoin tono semiserio, ma gli argomenti a cui ho accennato so-no attuali e importanti, suscitano interrogativi e il mio fi-ne è quello di sollecitare opinioni ben più autorevoli ri-guardo ad essi. ([email protected]).

La PAN sorvola l’Altare della Patria - 2012

F 35 Lockheed Martin

MQ-9° “Predator B”

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C E N T RO S T U D I

Ormai siamo tutti d’accordo, vecchi e giovani: il PersonalComputer è diventato uno strumento “senza il qualenon si può”. Lì dentro ci trovi tutto quello che ti serve,

lui ha mandato in pensione buste e francobolli, lui provvede aicollegamenti telefonici più disinvolti con tanto di facce a confron-to dal vivo, lui sostituisce in modo prodigioso le voluminose enci-clopedie che un tempo occupavano grandi spazi nelle nostre case.Insomma lui è diventato il compagno inalienabile dove ci trovi ditutto e di più. Per non dire che ci puoi anche leggere i libri per in-tero. Altro che tanta cartaccia sulle polveroselibrerie di casa! E, se non bastasse, ci sono gliEbook, i book on line, i tablet, i kindle adinchiostro i quali ti danno l’illusione dellepagina scritta a mano che, se ti punge va-ghezza, puoi modificare a tuo piacimento.Pazzesco! A che serviranno mai i miei vec-chi libri di fronte a tutto questo?

I VECCHI LIBRIEppure, i miei libri, quando li guardo ben allineati sugli scaffali oqualche volta accumulati senza troppo ordine sul grande tavolodel mio studio, mi muovono qualcosa di dentro, che non sapreidire cosa. Lo riconosco come una sorta di nostalgia che mi coin-volge e mi ammalia. Eccoli là: prendo tra le mani una versione delprimo ottocento del “Don Chiscotte”, barattata chissà quanti an-ni fa su chissà quale bancarella. Che sensazione! Questa carta,questi frontespizi che sembrano miniature, questa grafia obsoletache mi trasporta in tempi lontani e odora di passato. Adesso inve-ce ho con me un “Galateo” di Giovanni della Casa, uno dei mieilibri più datati del primo settecento. Difficile da leggere per la sti-lizzazione dei caratteri, ma invitante: basta spiarne alcuni passi pergustare l’ironia da cui è percorso.Alcuni sono fatti di pergamena, delicatissimi, che solo a sfogliarlisembrano raccontare le loro storie.Ho sospetto che non siano solo i contenuti ad attrarmi alla lettu-ra, ma che sia anche la carta, l’odore, il senso di possesso di questooggetto prezioso tra le mie mani. E questo non vale soltanto per ilibri più antichi, ma anche per le mie magnifiche collezioni sul-l’Arte, sulla Scienza e sulla Storia della conoscenza in generale.Tutta roba, letta, studiata, talvolta sottolineata, nel corso di una vi-ta. Coma farà mai il mio computer a sostituirsi a queste magie?

IL MONDO CAMBIAMa, che lo si voglia o no, il computer ha mutato l’ordine delle co-se. E, a ben pensarci, è probabile che ai tempi di Gutenberg siaaccaduta la stessa storia, la stessa rivoluzione e, con essa, la stessanostalgia del passato. Si era nel 1452 a Magonza: nasceva la primastampa e il mondo cambiava. Tutti avrebbero potuto leggere di

tutto! A che mai sarebbe servito, da quel momento in poi, l’edu-catore, il tutore, il maestro? Una dissacrazione della conoscenza,adesso data in pasto anche ai plebei!Lo vedete, i tempi cambiano, ma le rivoluzioni si rinnovano. Equalcosa del genere probabilmente dovette accadere anche con lanascita della prima Enciclopedie di Diderot e D’Alambert nellaFrancia dell’Illuminismo (1750). Da quel momento in poi ognicuriosità soddisfatta, ogni ignoranza superata. Bastava guardarenella pagina giusta: una vera e propria democratizzazione della co-

noscenza, con buona pace dei più spocchio-si sapientoni!Caspita, mi vien da dire. Ma non è la stessarivoluzione che sta causando Wikipedia inquesti anni? E chi potrebbe negarlo? E allo-ra, se è davvero così, viva la modernità, vivail computer! A fronte di tanta novità, a chipotrebbe ancora interessare di sfogliare lamia antica enciclopedia Larousse, con quelle

sue pagine finissime, quei suoi disegni di fiori o di animali delicatie amabili, tra le cui pagine non è raro incontrare un rinsecchitoquadrifoglio o un petalo di rosa, conservato come vestigia deltempo andato.

IL MONDO CAMBIERÁChe cosa ci riserverà il futuro? Quali saranno i prossimi propaga-tori della conoscenza? Sappiamo che oggi ci sono già i libri “par-lanti” e che domani i metodi di apprendimento saranno al di la diogni immaginazione. E’ un male? E’ un bene? E come si fa a direche è un male, quando è la stessa storia dell’uomo che ci insegnache il mondo va avanti?E allora, che fine faranno i miei vecchi libri? Dove finirà questasuperba edizione dei sonetti del Giorgio Baffo, poeta osceno deicarnevali veneziani? Forse l’unica sopravvissuta di quegli anni. Equest’edizione per tanti anni cercata (e trovata) della “Chanson dela figue” di Annibal Caro, scritta qui a Frascati, a due passi da noi,e sopravvissuta alla censura per tutti questi secoli? E tutti i miei li-bri di Matematica, di Filosofia e di Astronomia antichi e non an-tichi? Mi chiedo: quando i tempi saranno maturi per salutare il mondo,passerà da queste parti la mano pietosa di un figlio o di un nipoti-no a raccogliere questa (per me preziosa) eredità? Vi sarà qualcunoche si prenderà cura di queste reliquie per conservarle, spolverarlee, di tanto in tanto, sfogliarle?O finirà tutto dimenticato in una soffitta o venduto per pochi eu-ro alla bancarella all’angolo della strada?Tanto in rete ci puoi trovar di tutto.

Sergio Bedeschi

Riflessioni di un Aviatore su VECCHI E NUOVI LIBRI

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B r e ve s t o r i a d e l l a M e d i c i n a A e r o n a u t i c a I t a l i a n a

Il padre della Medicina Aeronautica Italiana è senzaombra di dubbio il fisiologo torinese Angelo MOS-SO (1846-1910).

Alla fine del XIX secolo iniziò studi sull’ipobarismo incamera a depressione e quindi in alta montagna con leesperienze al Capanno Margherita perfezionate successi-vamente nel grande Istituto al Col d’Olen nel 1907.Queste esperienze di fisio-patologia non suscitaronoparticolare interesse scientifico fino al momento del bat-tesimo del fuoco del “più pesante dell’aria” avvenuto inLibia nel 1911.Il primo che intuì le possibili applicazioni pratiche fu ilTen. Luigi FALCHI, primo medico pilota antesignanodegli attuali “flight surgeons”.Egli fu anche il primo a ravvisare l’importanza delle cau-se degli incidenti di volo in gran parte riconducibili, al-

lora, a mancanza di efficienti procedure di selezione.Nel 1° conflitto mondiale le istruzioni delle Autorità Sa-nitarie militari indicavano i requisiti del pilota in: SA-LUTE, VISTA, UDITO OTTIMI; PESO NON SU-PERIORE A KG 75. Era evidente che ciò era insuffi-ciente a soddisfare la necessità di porre rimedio ai fre-quentissimi incidenti di volo; fu subito chiaro che l’ido-neità al pilotaggio non solo dovesse considerare “l’esclu-sione di requisiti psico-fisici negativi” ma anche il “pos-sesso di precise qualità positive”. Negli USA Isaac JO-NES nel celebre testo “EQUILIBRIUM AND VERTI-GO” nel 1918 già fissava dei requisiti psico-fisiologici e,soprattutto, segnalava il concetto della STANDARDIZ-ZAZIONE riferita sia ai test che agli esaminatori.In Italia padre Agostino GEMELLI ed il Prof. AmedeoHERLITZKA posero le fondamenta della Psicologiaapplicata alla selezione attitudinale al pilotaggio.Tre erano le principali aree di indagine e standardizza-zione testologica che, scomponendo minuziosamente lecomplesse funzioni mentali e motorie in elementi sem-

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espiratoria, camera anecoica per audiometria vocale, ap-parecchio di ri-respirazione a circuito chiuso per la si-mulazione dell’ipossia, cassone frigo-pneumatico persaggiare la resistenza alla decompressione ed al freddoerano gli strumenti di “tortura” per l’addestramento diquesti piloti.Durante la simulazione di quote teoriche, in particolare,venivano rilevati tracciati pneumografici, sfigmografici,elettrocardiografici per evidenziare variazioni nel ritmo efrequenza di atti respiratori e cardiaci insieme ad innu-merevoli altre indagini diagnostiche. Nel contempo ilsoggetto veniva monitorato continuamente dall’Ufficia-le Medico per verificare l’insorgenza di sintomi ipossici,quali cianosi, crampi muscolari, difetti di attenzione econcentrazione, oscuramento della vista e restringimen-to del campo visivo, sonnolenza o euforia, errori in cal-coli elementari o errori di scrittura di serie numerichecrescenti o decrescenti, obnubilazione fino alla perditadi coscienza.L’attività del Centro di Guidonia fu determinante nel1937 per il conseguimento da parte del T.Col. PEZZIdel record di altezza (15.655 mt) per velivoli a pistoni e,l’anno successivo, del primato di 17.083 mt in virtù diuna cabina stagna, termo-pressurizzata antesignana dellefuture capsule spaziali. Con il II conflitto mondiale leattività di ricerca del Centro si esaurirono progressiva-mente causa le distruzioni belliche.Nel 1946 fu ricostituito un “Nucleo di Studi e Ricerchedi Medicina Aeronautica” trasformato nuovamente in“Centro” nel 1951 ereditando le esperienze dei prece-denti e collocandosi in Roma adiacente all’Istituto Me-dico Legale e con a capo il Col. Medico Tommaso LO-MONACO. In breve tempo il Centro riconquistò ivertici mondiali della disciplina grazie ad un nuovo cas-sone frigo-pneumatico per lo studio simulato dell’ipo-barismo e dell’ipossia e per l’addestramento aerofisiolo-gico del personale di volo con laboratori ed attrezzatureall’avanguardia per varie prove funzionali: sedie rotato-rie, cabine audiometriche, test da sforzo, spirometri conre-breather, campimetri, elettroencefalografi, ergometroa nastro trasportatore, ciclo ergospirometro, tavolo ribal-tabile.Per l’addestramento al volo acrobatico e per aumentarela resistenza alle accelerazioni (attività previste da unoSTANAG NATO), fu dapprima costruita la doppiaruota e poi acquisita una centrifuga umana al cui perfe-

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plici, costituirono il primo tentativo di esame di orienta-mento professionale, mirato a stabilire l’attitudine e laresistenza al volo: EMOTIVITA’, ATTENZIONE,REAZIONI PSICOMOTORIE non minore impor-tanza rivestivano: OFTALMOLOGIA, OTOIATRIA,CARDIOSPIROMETRIA mentre studi molto appro-fonditi furono diretti a: ORIENTAMENTO EDEQUILIBRIO Per dirla con le parole del primo Capodell’allora Ufficio Centrale di Sanità Col medico AngeloDI NOLA, il pilota doveva essere in grado di “sopporta-re il cimento pericoloso, assoggettarsi ai rapidi sbalzi dipressione e di temperature, percepire le visioni più di-verse, le più svariate impressioni, manovrare con ugualesicurezza alle più disparate velocità, esporsi alle più noci-ve intemperie”.Al II Convegno di Medicina Aeronautica tenutosi a Mi-lano nel 1937 affiorarono problematiche fisiopatologi-che applicate al volo che precorsero i tempi; furono po-ste le basi del Corpo Sanitario Aeronautico, nacquerol’Ispettorato di Sanità, gli Istituti Medico Legali di Tori-no, Roma e Napoli, la Rivista di Medicina Aeronauticaed il Centro Studi e Ricerche di Medicina Aeronautica.Il Centro fu insediato a Guidonia presso il Reparto AltaQuota dell’Aeroporto con due Centri Sussidiari a Tori-no presso l’Istituto di Fisiopatologia Umana dell’Univer-sità ed a Milano presso il Laboratorio di Psicologia Spe-rimentale della Università Cattolica del S. Cuore ed affi-dati a cattedratici del calibro del Prof. MARGARIA (co-adiuvato dal Cap medico LOMONACO) per lo studiodegli effetti dell’alta quota; dei Proff. HERLITZKA eMAZZA ( coadiuvati dal T.Col. medico TALENTI)per lo studio degli effetti delle accelerazioni e dell’ae-roembolismo, padre Agostino GEMELLI per lo studiodella Psicologia Applicata.In particolare il Centro di Guidonia, sotto la guida ma-gistrale del Prof. Margaria, luminare della Fisiologia ita-liana, subentrando alla sezione staccata dell’Istituto me-dico-legale di MONTECELIO da cui ereditò ed ag-giornò molte attrezzature già esistenti sin dall’inizio de-gli anni ‘30, si occupò dell’addestramento aerofisiologi-co dei piloti all’alta quota. Il Centro era dotato di com-plesse apparecchiature per la verifica ed il potenziamen-to dei requisiti in piloti destinati ad impieghi particolar-mente impegnativi. Apparecchi ciclo ergospirometriciper verificare la resistenza cardiocircolatoria e respirato-ria a sforzi programmabili, apparecchi per gasanalisi

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nautica Studi Ricerche e Sperimentazioni e trasferitonell’Aeroporto di Pratica di Mare; qui ha assunto la con-figurazione in tre Gruppi: Fisiopatologia Generale, Igie-ne ed Immunologia, Neuropsicofisiologia. Ha condot-to, con importanti risultati, attività di ricerca nel settoredella profilassi vaccinale, nello studio dei ritmi sonno-veglia, nella valutazione delle problematiche di confina-mento spaziale, nel monitoraggio endocrino, immuni-tario, metabolico e circolatorio correlato al volo o allevariazioni di gravità e nella possibilità di impiego di far-maci per ottimizzare le prestazioni operative collaboran-do con propri rappresentanti a qualificati pannelli inter-nazionali (AGARD, COMEDS, NEFMA, ASMA etc).

zionamento contribuì fattivamente l’allora Col Gari Li-cio GIORGERI.Il 30 Maggio 1952 nasceva a Venezia L’ASSOCIAZIO-NE ITALIANA DI MEDICINA AERONAUTICA(AIMA) con lo scopo dichiarato della diffusione delladisciplina, la promozione accademica della MedicinaAeronautica, la qualificazione professionale di medicispecialisti nel ramo, il coordinamento delle ricerche edil rafforzamento degli interscambi scientifici internazio-nali. L’organo editoriale diventava la RIVISTA DI ME-DICINA AERONAUTICA associato alla pubblicazio-ne MINERVA AEROSPAZIALE. A coronamento diquesta attività con il D.P.R. 392 del 23/1/1963 fu isti-tuita la prima, ed unica in Italia, Scuola di Specializza-zione Italiana in Medicina Aeronautica e Spaziale al ter-mine di una serie di riunioni programmatiche svoltepresso il Centro alle quali erano convenute le personali-tà mediche accademiche dell’Università “La Sapienza”di Roma. Questa iniziativa, analoga a consimili attivatein altri Paesi europei (Francia, Norvegia, Ungheria etc)precorreva in realtà i tempi indicando la via per una ba-se formativa dei medici preposti al controllo del perso-nale esposto al rischio correlato alla attività di volo; que-sti criteri sono diventati oggetto di standardizzazione inambito Unione Europea (JAR, FCL) e dal Luglio 1999,requisito essenziale per qualificare i Medici EsaminatoriAutorizzati (AMEs) per il controllo dell’idoneità delpersonale di volo in ambito civile.Nel 1962 entrò in dotazione un link trainer (tutt’ora vi-sibile nei locali dell’IML di Roma) un simulatore di vo-lo ante litteram capace di ruotare su tutti i piani spazialiper l’addestramento alla navigazione “cieca” e per lo stu-dio di reazioni labirintiche. Con un occhio rivolto allanascente attività spaziale, furono avviate esperienze pio-nieristiche nel settore specifico: fu costruita una torre disubgravità che attraverso funi elastiche era in grado diriprodurre per brevi istanti situazioni di microgravità ogravità zero, quindi un asse di subgravità per lo studiodei movimenti corporei durante la locomozione in si-tuazioni di microgravità che si rivelarono fondamentaliper la messa a punto della deambulazione “a salti” degliesploratori lunari. Un significativo riconoscimento fuattribuito dal Col John GLENN con una approfonditavisita al Centro nel 1965.Nel 1986 il Centro si trasforma in Reparto MedicinaAeronautica e Spaziale inquadrato nella Divisione Aero-

Volume curato dal Colonnello CSArn Giu-seppe Ciniglio Appiani, con pagine di docu-mentazione fotografica.

Il libro, scritto da Ufficiali Medici dell’AM , trattai principali argomenti di medicina aeronautica. Gliautori hanno sviluppato le diverse tematiche met-tendo a frutto il bagaglio culturale e l’esperienzapratica maturati presso il Reparto Medicina Aero-nautica e Spaziale del Centro Sperimentale Volo.Esso è scritto in modo semplice e discorsivo ed è ri-volto a piloti, medici, tecnici e a tutti gli appassio-nati che vogliono approfondire le loro conoscenze diquesto affascinante “ambiente estremo”.

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Mercoledì 28 Agosto l’Aeronautica Militare hapreso parte alle celebrazioni organizzate sullabase tedesca per comemorare le vittime di quel

tragico evento. Nel corso della cerimonia ecumenica,svoltasi nella chiesa St. Nikolaus della città, l’Addetto perla Difesa e l’Aeronautica di Berlino, Generale di BrigataAerea Alberto Biavati, ha dato lettura del messaggio che ilCapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Gene-rale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, ha voluto indi-rizzare ai presenti per testimoniare e rinnovare la profon-da vicinanza e l’affetto dell’intera Forza Armata a quanti,quel giorno, persero un proprio caro.

Il 28 agosto 1988 gli Ufficiali Piloti della PattugliaAcrobatica Nazionale Ten. Col. Mario Naldini, Ten.Col. Ivo Nutarelli e Cap. Giorgio Alessio, perirono aseguito della collisione in volo dei loro velivoli, men-tre erano impegnati nell’esibizione acrobati-ca nell’ambito della rassegna Airshow Flug-tag ’88, evento di rilevanza internazionaleche aveva richiamato sulla Base Aerea diRamstein 300.000 spettatori festanti i quali,fino ai tragici attimi dell’incidente, avevanoammirato con lo sguardo rivolto al cielo leevoluzioni delle pattuglie acrobatiche che sierano esibite. Una tragica fatalità unì neldestino Pony 1, Pony 10 e Pony 2 con moltidi quegli spettatori. In questo giorno, nel quale commemoriamo levittime di quel tragico evento che ha segnatouna tappa triste della Storia dell’AeronauticaMilitare, ci uniamo nel dolore a quanti oggi ri-cordano una persona cara venuta a mancare inquel pomeriggio estivo di 25 anni fa. A loro de-

sidero rinnovare i sensi della profonda vicinanza e del-l’affetto dell’Aeronautica Militare.Quel giorno ha ricordato a tutti noi come non possa esservitalento, esperienza o audacia tale da consentirci di non con-siderare la sicurezza come obiettivo primario di quanti han-no fatto del volo la loro professione, oltre che la loro passione.Con questa consapevolezza, pur nella coscienza dell’assolutafatalità che determinò una tragedia che ancor oggi ci rattri-sta, gli standard addestrativi della Pattuglia Acrobatica Na-zionale furono, negli anni successivi, ulteriormente elevati. Gli equipaggi che si sono succeduti nel tempo hanno affron-tato la loro esperienza con le Frecce Tricolori con devozionequasi religiosa all’addestramento tecnico quanto alla curadella loro efficienza fisica, a testimonianza di una rinnova-ta e rinvigorita consapevolezza della responsabilità verso ipropri spettatori, sentimento ampiamente condiviso anchein ambito NATO. L’incidente di Ramstein promosse, infat-ti, un costruttivo dibattito, in seno all’Alleanza, sul temadella sicurezza del volo e delle manifestazioni aeree, che haportato all’adozione di misure che consentono oggi di esclu-dere il ripetersi di simili tragici eventi. Con l’auspicio che questa consapevolezza possa mitigare ildolore di quanti oggi si trovano a ricordare i propri cari,unisco a loro la tenera commozione mia e di tutto il perso-nale dell’Aeronautica Militare.

28 agosto 2013

IL CAPO DI STATO MAGGIORE (Generale di Squadra Aerea Pasquale PREZIOSA)

Sulle Ali della Memoria

Incidente aereo di Ramstein 25° anniversario

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In questi mesi ricordiamo...a cura di Guido Bergomi

SettembreLa conferenza di Monaco29 settembre 1938: si svolge a Monaco laconferenza a cui partecipano Hitler, Mussoli-ni, Chamberlain e Daladier. Fu firmato unaccordo in cui si sanciva il passaggio del terri-torio dei Sudeti alla Germania che sarebbe co-stata alla Cecoslovacchia la perdita di oltre25.000 chilometri quadrati di territorio inuna regione ricca di risorse minerarie e digrande importanza militare. Hitler avrebbevoluto molto di più ma fu decisiva la media-zione di Chamberlain che, al suo ritorno inGran Bretagna, sostenne la necessità per laCecoslovacchia di cedere i territori sunnomi-nati per allontanare il pericolo della guerra eplacare le mire espansionistiche di Hitler, cosa che si rivelò poi vana in quanto Hitler, poco dopo, diede ugualmente ilvia alla Seconda Guerra Mondiale.

Il Lodestar21 settembre 1939: vola il bimotore da trasporto civileLockheed L. 18 Lodestar. Derivato dal precedente L.14 il Lodestar è un moderno velivolo tutto metallicoper 14 passeggeri potenziato da due radiali Pratt &Wwhitney Hornet da 750 cavalli che gli conferisconouna velocità di 344 Km/h. ed una autonomia di 2.736Km. Viene poi, nelle sottoversioni successive, rimoto-rizzato con diversi tipi di propulsori fino a 1.000 ca-valli che ne migliorano le prestazioni portando la velo-cità a 404 Km/h e l’autonomia a 3267 Km. mentre ilnumero di passeggeri arriva a 26. Ordinato da diverse

società americane ma anche straniere oltre che dall’USAAF e US Navy e viene costruito in 624 unità.

Il Caproni F.6Settembre 1941: pilotato da Carlo Antonelli vola a Vizzola Ticino il caccia F. 6 della Caproni. Potenziato con unDaimler Benz D.B. 605/A da 1.475 cavalli, primo aereo italiano a montare questo tipo di motore, raggiunge la velocitài 570 Km/h. ed è armato con quattromitragliatrici da 12,7, due sul muso edue nelle ali. Ha una struttura comple-tamente metallica. Viene provato, fra l’altro, anche daFrancesco Agello prima che questo pe-risca tragicamente in un incidente divolo e viene modificato più volte sianella disposizione del radiatore sia nel-la motorizzazione che comprende ilpropulsore Isotta Fraschini ZetaRC.25/60, 24 cilindri ad X che eroga1.250 cavalli ma soffre di problemi di messa a punto. Come macchina promette buone prestazioni ma il sopraggiunge-re dell’armistizio ne blocca ogni ulteriore sviluppo e rimane allo stato di prototipo.

Chamberlain, tornato in patria comunica i risultati della conferenza

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In questi mesi ricordiamo...

a cura di Guido Bergomi

V 2 su londra8 settembre 1944: le prime bombe volanti V.2 cadono su Londra. Progettata emessa a punto dopo innumerevoli prove e fallimenti dal famosissimo scienziatotedesco Wernher von Braun la terribile arma tedesca altro non era che un missiledenominato A 4 che portava una testata esplosiva di circa 1.000 Kg. Questo mis-sile che venne costruito in serie di 5.000 esemplari era alto 14,03 metri con undiametro di 1,651 e pesava 13.500 kg. Portava 3.760 Kg. di combustibile e5.000 Kg. di ossigeno liquido che venivano consumati alla velocità di 125 chilo-grammi al secondo. Raggiungeva una velocità massima di 5.200 Km/h. Lo svi-luppo avvenne nella località di Peenemunde all’estremo nord della Germania, af-facciata sul mar Baltico. Le V 2 erano assolutamente imbattibili e provocaronoingenti danni nonostante le imponenti misure adottate dagli alleati per cercare dineutralizzare sia la fabbricazione che le rampe di lancio situate sulle coste delcontinente. La sigla V sta per Vergeltunswaffe che significa rappresaglia.

Il Languedoc17 settembre 1945: esegue il primo volo il quadrimotore da trasporto dellaSNCASE, lo SE 161 Languedoc. Potenziato con quattro Gnome & Rhone 14N 68/69 da 1.200 cavalli che gli permet-

tono una velocità di crociera di 405 Km/h. E’attrezzato per portare 33 passeggeri su rotte dimedia lunghezza, fino a 1.000 Km. Operatodall’Air France ma anche da altre società comeAir Atlas, Air Liban, Iberia,Misrair, LOT oltreche dall’Armè de l’Air ebbe un discreto suc-cesso e venne costruito in 67 esemplari, alcunidei quali potenziati con motori Pratt & Whit-ney.

Ottobre

Arriva il marsupiale30 ottobre 1939: dal campo di Vergiate, nelle mani del col-laudatore Alessandro Passaleva spicca il primo volo il SavoiaMarchetti Sm.82. E’ un aeroplano da trasporto che si rivele-rà il più importante ed efficiente trimotore usato intensiva-mente dalla nostra aeronautica durante l’intero conflitto maanche dopo. Innumerevoli sono i voli effettuati anche incondizioni proibitive per trasportare truppe, persone e ma-teriali soprattutto in Africa settentrionale ed orientale congrandissima professionalità e sacrificio dai nostri equipaggi.Verrà anche approntata una versione da bombardamentoprotagonista di missioni che si possono considerare dei veri primati per la lontananza degli obbiettivi e le difficoltà dinavigazione svolte di notte e su territorio nemico privo di qualsiasi mezzo di comunicazione e navigazione. Un piccolonumero verrà anche approntato per uso civile ed adibito alle traversate atlantiche per raggiungere gli scali in Americameridionale. Munito di tre motori Alfa Romeo 128 RC.14 da 860 cavalli aveva una velocità massima di 344 Km/h. epoteva portare un carico massimo di oltre 7.000 Kg. con una autonomia di 1.780 Km. che però in molti voli e coneventuale sovraccarico poteva anche superare i 4.000 Km. Dopo la guerra un certo numero venne rimotorizzato con iPratt & Whitney da 1.000 cavalli che ne migliorarono le prestazioni. Venne costruito in 721 esemplari e operò fino aitardi anni 50.

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In questi mesi ricordiamo...a cura di Guido Bergomi

Il Re. 2002Ottobre 1940: vola il caccia d’assaltoReggiane Re. 2002 pilotato da Tullio dePrato. Potenziato con un motore radialePiaggio P. XIX da 1.175 cavalli ha unavelocità massima di 530 Km/h. ed è ar-mato con due mitragliatrici da 12,7 infusoliera e due 7,7 alari e può caricare unmassimo di 640 Kg. di bombe. Dotato dibuone, anche se non eccezionali caratteri-stiche operative, viene impiegato dallaRegia Aeronautica dal 1942 per numero-se azioni fra l’altro contro le navi alleatein procinto di sbarcare in Sicilia. Dopol’armistizio alcuni dei 147 velivoli co-struiti vengono requisiti ed impiegati dal-la Luftwaffe mentre altri, passati nelle filedella Aeronautica cobelligerante eseguono molte azioni contro i tedeschi soprattutto nei Balcani.

La battaglia di Leyte 20 ottobre 1944: quattro divisioni americane comandate da Walter Krueger sbarcano nell’isola di Leyte dando inizioalla furibonda battaglia aeronavale tra alleati e giapponesi con grande impiego di portaerei e corazzate da entrambe leparti che si concluse con l’affondamento di quattro portaerei giapponesi più la corazzata Musashi e varie unità minorimentre gli americani subirono la perdita della portaerei Princeton e altre unità. Da parte dei giapponesi si deve annove-rare l’impiego dei Kamikaze, piloti suicidi che procurarono molte preoccupazioni per l’efficacia delle loro temerarie im-prese. La battaglia di Leyte si concluse, positivamente per gli americani , il 26 ottobre. Sull’isola sbarcò anche il genera-le Mac Arthur.

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La cosa è veramente accaduta nell’estate del 1967, appena46 anni fa. Ne ho trovato traccia sul mio libretto di volo e,per i particolari, su certi appunti che prendevo per i voli piùinteressanti, appunti schematici che mi permettono, ancor og-gi ed in molte occasioni, di ritrovare il tempo perduto... quasicome Proust!Il succo di questo scritto si conclude alla frase “...perenne cap-pa di grigia foschia della Pianura Padana.” Mi è però pia-ciuto estenderlo con la descrizione delle procedure di atterrag-gio con apertura. A questo scritto accludo una foto di un 104con le marche del 53°Stormo.

Intervallati di 7 secondie spinti da un soffio ro-vente, nel frastuono dei

post-bruciatori, i nostri ve-livoli corrono sulla pistasotto la debole ed obliqualuce di un sole invisibile.Con “nozz le” su di unbuon “9” e strumenti OK,passa la croce del “go - no -go”. Con l’angolo dell’oc-chio il decollo viene perce-pito anche lateralmente: avelocità crescente, sfilano i fabbricati, gli hangar, il ver-de smorto dell’erba del sedime, anch’essi toccati dallagialla e pallida luce estiva. Centonovanta nodi. Rota-zione. Decollo. Carrello dentro prima di aver raggiun-to i paventati 260 Kts. Flaps su. Velocità di salita neivalori giusti.

L’aeroplano di Giovannino * scompare nel cielo cheora sembra quasi bianco. Anch’io entro nella nuvola-glia confusa. Sembra appena un velario ed invece si ri-vela piuttosto spessa. (*Maggiore Pilota Giovanni Cava-torta, allora Comandante del 21°Gruppo del 53°StormoCaccia Ogni Tempo).

Ho perduto di vista l’aeroplano del leader! Non ap-pare neppure sul radar. Senza indugio accosto di unaquindicina di gradi a sinistra e poi ritorno su 170°,prua iniziale di salita. Le nubi sono spesse, poi diven-gono più rade e si trasformano in una trina chiara maproducono una copertura quasi completa.

Anche verso Est il cielo non è del tutto sgombro. Al-tostrati chiari ne adornano il giallo-rosa e permettonodi godere di lucidi sorrisi di sole. A destra, fuori dallanuvolaglia, è riapparso il velivolo del leader, che io stoaddirittura sorpassando. Riduco la potenza e tomo nel-la posizione corretta di formazione tattica. Livelliamo a30.000 piedi. Il cielo è nostro.

Sullo sfondo di una teoria infinita di nubi capriccio-se, l’aeroplano di Giovannino brilla nel sole e rimandamille barbagli dorati. Ora dovrebbe virare a destra edottenere il contatto con i radar francesi. Il leader mi fail segno visivo del cambio del canale radio e vira a de-stra. Il gioco delle luci muta anche la sagoma del suol04, sembra quella di un fuso d’argento scagliato in ununiverso azzurro. E allora che mi accorgo che, in cuf-fia, il ronzio sommesso della radio è cessato. Sono im-merso nel silenzio radio più assoluto. Tutto funzionaperfettamente: perfetta la piattaforma inerziale, perfet-

ti il TACÀN e tutto il resto.Ma la radio no. Mi sposto afianco del leader e, con illinguaggio dei segnali, glicomunico l’avaria. Tentoancora di entrare in contat-to con chi potrebbe sentir-mi, su tutti i canali possibi-li: niente. La mia voce nonlascia l’aeroplano. Avvertosolo un suono smorzatodalla gomma della mascheradell’ossigeno. Continuo adesplorare molti dei 27 cana-

li pre-selezionati, perfino il canale di guardia. Tempoperso.

Fatte forse poche eccezioni, l’uomo è un animalegregario e, se privato della capacità di comunicare,viene sopraffatto dalla sensazione di solitudine. In-torno a lui è un mondo perduto. Nella fattispecie misento psicologicamente smarrito nel deserto dellospazio. Pur nella vicinanza fìsica del leader, pur senel confortevole abitacolo di un aeroplano prodigio-so, mi immagino in un universo vuoto, mi sembra,anzi, d’essere immateriale. Rubando una celebre frasedi Einstein, ho l’impressione di volare a cavallo di unraggio di luce.

Nell’imminenza dell’azione, per lasciare al leader ilpiù ampio spazio di manovra, date le mie condizioni...menomate, assumo una posizione più arretrata rispet-to a quella ordinaria per un combattimento aria/aria.

Il leader deve aver già ricevuto le prime istruzioniperché imposta una virata a minimo raggio verso sini-stra. La linea del cielo è definita da un ribollire di tintebianco-azzurre e la sagoma elegante del leader taglial’orizzonte corrucciato descrivendo una curva con in-clinazione costante, poi fa alcuni ampi aggiustamentiche, gradualmente, si azzerano. Tutto indica un attacco“visual”.

Un articolo che narra di una missione...senza radiodi G.P. Canham (detto zio Willie)

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Un articolo che narra di una missione...senza radiodi G.P. Canham (detto zio Willie)

Anch’io ho scelto il “visual” sul secondo dei due veli-voli che ci sono comparsi, quasi all’improvviso, a menodi 4000 yarde e che passano da sinistra a destra con unpiccolo angolo di presentazione. Prede facili anche sedi robusta fama. Dopo il “break away” viriamo a de-stra, verso Nord-Est. Là il cielo è di un azzurro profon-do e le montagne, in lontananza, frastagliano la lineaapparente che divide il cielo dalla terra, mentre picchiimponenti si innalzano come sovrannaturali apparizio-ni che incorniciano il blu intenso. Scendiamo di quotain quello che è uno scenario armoniosamente modella-to, godo di visioni incomparabili ma così, senza comu-nicazioni, in un cielo estraneo e lontano, mi par d’esse-re un cane tenuto ai guinzaglio. Non sai quali ordinipervengano, non sai da dove sbucherà il supposto ne-mico. Puoi solo seguire ed imitare il leader.

Il leader ora vira di trenta gradi a destra, poi rimetterapidamente e proprio di prua, vediamo due aeroplani,piuttosto. Sono un pò più alti di noi e filano senza ma-novre. Non abbiamo bisogno di passare per la fase“search”. Siamo già in fase di “target acquisition”: ab-biamo infatti il target (per me il secondo aeroplano)nel collimatore ottico per questo nuovo attacco “vi-sual”. Adesso il sistema ha ingaggiato il bersaglio ed ilradar fornisce le informazioni previste dalla fase“track” che conducono alla soluzione del problema ditiro aria/aria, nel caso con un missile. Raggiungiamo ivelivoli ed annotiamo le marche di fusoliera per il rap-porto di missione.

Adesso il leader passa su A/B ed io, avvertito dallafiammata ma sempre in un mondo silenzioso, lo imito.Ci fanno salire fino a 35.000 piedi, poi ci stabilizzanoper Sud-Est.Tra gli squarci delle nuvole, ora molto piùbasse, intravedo il letto di un fiume chiaro. Esso correverso Sud, snodandosi tra pianure e colline verdi. Pun-teggiano il paesaggio borghi dispersi e piccole aggrega-zioni urbane con le case dai tetti rossi. Ora, d’improv-viso, con la velocità del fulmine, due velivoli francesici attaccano con una curva di caccia molto stretta. Co-me sono comparsi, così scompaiono nella profonditàdel cielo che l’aria rarefatta dell’alta quota rende limpi-do e puro.

Giovannino batte le ali per chiamarmi in formazio-ne. Lo raggiungo mentre lui vira verso la nostra base.Nel mio assoluto ed innaturale silenzio ripassiamo leAlpi e torniamo verso casa. Indisturbati voliamo nellasplendida luce di un incredibile azzurro, ma sotto dinoi è la quasi perenne cappa di grigia foschia della Pia-nura Padana.

Andiamo verso 1’apertura Flaps su T.0., motoie al 92per cento. Riportiamo un pò a sinistra della verticaledella testata pista. Giovannino apre. Io conto fino a tre epoi imposto la virata di apertura a sinistra, con circa 60gradi di inclinazione, estraendo, nel contempo, gli aero-freni. Mantengo scrupolosamente quota ed inclinazionee, compiuti centottanta gradi di virata, livello le ali. Ve-locità in diminuzione. A 260 nodi abbasso la leva delcarrello. Luce rossa nell’interno della manopola traspa-rente. Le valvole selettrici lasciano passare il liquidoidraulico in pressione: si aprono due portelloni sotto ilmuso del velivolo e la gamba anteriore del carrello siestende. Insieme si aprono i quattro portelloni del car-rello principale che fuoriesce dal proprio alloggiamentoe prosegue il movimento verso il basso, fino a bloccarsi.A bloccaggio avvenuto i due portelloni anteriori del car-rello principale si rimettono in movimento verso l’alto,rientrano nella loro sede, contro la fusoliera, e si blocca-no, così completando la sequenza. In cabina si spegne laluce della manopola trasparente, smette di suonare l’av-vertimento acustico di “carrello non sicuro” e si accen-dono tre luci verdi per indicare “carrello abbassato ebloccato”. Anti skid OK. A 240 nodi porto la leva deiflaps su LAND e correggo una piccola perdita di quota.I flaps del bordo d’entrata si estendono ulteriormente,fino a 30 gradi. Quelli più grandi, del bordo d’uscita, fi-no a 45 gradi. Gli indicatori dei flaps sono stabilizzatisull’indicazione di LAND.

A partire dai primi momenti del passaggio dei flapsdal la posizione di T.O. a quel la di LAND 1‘aeroplano,per effetto di una lieve asimmetria di funzio-namento del BLC mostra tendenza a ruotare a destra.Contrasto la tendenza di cloche e, contemporaneamen-te, riequilibro meglio il sistema con lievi tocchi di trimlaterale. Sono nella posizione da cui iniziare la virata fi-nale. Non vado sotto i 200 nodi, inclino l’aeroplano asinistra di circa 30 gradi e lascio discendere il muso sot-to la linea dell’orizzonte, così iniziando la virata finale.Livello le ali completando la virata. La pista è davanti ame, a circa un miglio e mezzo. Quota 300 piedi. Veloci-tà 190 nodi in diminuzione. Motore al 94 per cento.175 nodi sulla recinzione aeroportuale. Inizio della ri-chiamata 155 nodi. Contatto con il macadam. Manettaindietro. Ruotino giù con precauzione. Steering ingag-giato. Ritomo al parcheggio.

Ragione del silenzio? Un cavetto staccato.

Quando si dice che piccole cose possono influenzare co-se ben più grandi.

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Agli Aviatori di Marina

Il 28 giugno 2013, presso la Stazione Aeromobilidella Marina Militare di Grottaglie (TA), la Ma-rina ha celebrato il Centenario dell’Aviazione

Navale, alla presenza dell’Ammiraglio di SquadraGiuseppe De Giorgi, Capo di Stato Maggiore dellaMarina Militare, nonché decano degli aviatori navaliin servizio. L’evento è stato tenuto a livello di ForzaArmata e non è stata svolta attività dimostrativa involo, nel rispetto dei dovuti principi di sobrietà.L’Aviazione Navale è giunta al prestigioso “giro diboa” di 100 anni di gloriosa storia, sebbene l’impie-

go del cielo a sostegno delle esigenze operative dellaMarina abbia radici ancor più lontane. Infatti, giàagli inizi dello scorso secolo i primi audaci pionieriiniziarono ad impiegare con grande lungimiranzapalloni frenati, aeronavi, dirigibili ed idroplani.Dopo l’embrionale organizzazione risalente al 1907ed in risposta alla rapida evoluzione del settore, il 27giugno 1913 l’Ammiraglio Paolo Thaon di Revel co-stituì, presso il Reparto Mobilitazione dello StatoMaggiore Marina, la 3^ Sezione “Aeronautica” edistituì il “Servizio Aeronautico della Regia Marina”.Il 25 agosto dello stesso anno, fu inoltre istituita aVenezia la “Regia Scuola di Aviazione della Marina”,mentre al contempo avvenne la divisione fra la com-ponente aerea dell’Esercito e quella della Marina. Diqui le ragioni per cui il 1913 è stato preso a riferi-mento quale anno di nascita dell’Aviazione Navale. Oggi come allora, le Forze Aeree sono una compo-nente abilitante della Marina Militare, irrinunciabileper la difesa della Flotta, indispensabile per estender-ne il raggio d’azione e per proiettare le capacità ope-rative nazionali sul mare e dal mare. Una compaginedi uomini e donne che si distingue per l’efficienza edi risultati conseguiti, marinai del cielo affratellatidalla condivisione degli stessi valori e dalla medesi-ma passione per il mare che lega tutta la nostra“Gente”, vero pilastro di ogni passato e di ogni futu-ro progetto della Marina.

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Sulla base delle informazioni forniteci dal Gen. GiulianoGiannone, rappresentante dell’ANUA presso il ConsiglioDirettivo della Casa dell’Aviatore, riteniamo opportunoaggiornare i nostri lettori per quel che attiene agli argo-menti ritenuti più significativi che sono stati trattati nellariunione del 6 giugno scorso.Situazione economico-finanziariaIn ordine a quanto reso noto dal Direttore, Col. Rinaldi, ilConsiglio ha preso atto con soddisfazione che, pur in presen-za di una costante attività di ammodernamento delle strut-ture, rispetto al bilancio preventivo i risultati sono in lineacon le aspettative. Ciò grazie alla politica adottata nell’ab-battimento dei costi. Revisione dei prezzi delle strutture alberghiereA seguito di una dettagliata relazione del Direttore relativa-mente ai prezzi praticati per le strutture alberghiere di Vialedell’Università e di Via Spallanzani, il Presidente, Gen. Lo-dovisi, con la piena condivisione degli altri di componentidel Consiglio Direttivo, ha proposto una riduzione dei prez-zi delle camere. Con tale provvedimento si è inteso: • venire incontro alle richieste, più volte manifestate dai

Soci a questo riguardo;• rientrare negli standard previsti per la categoria di ap-

partenenza a fronte dei servizi offerti.Rivisitazione delle categorie dei SociSu proposta del Presidente, il Consiglio ha convenuto sullanecessità di procedere ad una appropriata razionalizzazione

delle varie tipologie di Soci, anche mediante l’accorpamentodi talune categorie. Questa possibile variazione verrà presain esame nella prossima riunione del Consiglio e si baserà suuna analisi che verrà effettuata dalla Direzione della Casadell’Aviatore. Una volta accertata la sostenibilità economica,il relativo provvedimento potrà entrare in vigore a partiredal prossimo anno.In tale contesto, il Presidente, ha anche tenuto a rivolgere aiSoci la raccomandazione di rispettare scrupolosamente le re-gole del Sodalizio, aggiungendo, poi, che debbono conside-rarsi inaccettabili le troppo frequenti situazioni di Ufficiali,che pur non essendo Soci, frequentano le strutture della Casadell’Aviatore. Raccomandazione che il Consiglio ha appro-vato all’unanimità.Altre attivitàDopo aver approvato la nomina del nuovo Vice Direttore nel-la persona del T.Col. Massimo Palombelli, designato a sosti-tuire il T.Col. M, al quale è stato riconosciuto il considerevoleimpegno di cui ha dato prova, il Consiglio Direttivo ha: • espresso il suo benestare in merito ad alcune domande di

ammissione concernenti nuovi Soci;• preso atto dei lavori di ristrutturazione e di migliora-

mento già completati o in corso di esecuzione per lastruttura di Viale dell’Univesità.

Il Presidente ha, infine, concluso la seduta, proponendo chela prossima riunione del Consiglio si svolga nel prossimo au-tunno.

G.G

La Casa dell’Aviatore

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Quest’anno 2013 entra in Accademia Aeronauticaa Pozzuoli la quarta generazione del Corso Rostro.La Redazione trae spunto per dedicare queste pagi-ne alla storia del Rostro, tratta dal sitointernet <http://rostro.eu>

Dovevano chiamarsi REX ma un so-lerte pensatore e salvatore della Re-pubblica, volendo prendere le di-stanze dal passato regime, decise cheil corso con la R non potesse chia-marsi più con il nome tradizionale,che originariamente era stato dato inonore del re. Sul gagliardetto delglorioso REX, tuttavia, c’era scrittoRex Altitudinis, che con la famigliareale non si sa quale attinenza potes-se avere, ma il nostro eroe forse il la-tino non lo conosceva...e così la democrazia fusalva!

Siamo a metà degli anni cinquanta. Non si sonoancora rimarginate le ferite prodotte dallo sfor-tunato secondo conflitto mondiale, ma c’è nel-l’aria una gran voglia di ripresa: accanto alle ma-cerie che ancora intristiscono le nostre cittàspuntano i primi capannoni industriali. Il mira-colo economico è alle porte. Anche le Forze Ar-mate si stanno riorganizzando, superando gra-dualmente i traumi di un conflitto perso tragica-mente. Siamo ormai in pieno clima di guerrafredda: l’Italia è ben inserita nel blocco occiden-tale e deve fare la sua parte per la difesa delmondo libero. I Paesi alleati la aiutano fornendo

generosamente mezzi, materiali e addestramentodel personale. L’Italia tutta è, di fatto, in pienaripresa, morale e materiale: una ripresa che inve-

ste tutti i settori, compreso quellodelle sue Forze Armate, che voglio-no dimostrare agli Alleati che glisbagli del passato sono sideralmen-te lontani: il futuro, quanto mairicco di prospettive, non ammette,nonostante le rivalità politiche in-terne, incertezze né, tanto meno,atteggiamenti equivoci.L’Aeronautica è in prima linea inquesta ripresa. Nei cieli delle nostrecittà sfrecciano i primi aviogetti checon il loro frastuono inusitato stu-piscono uomini e animali: si dif-fonde la voce che in qualche caso le

galline smettano di fare le uova. Ma sono anchequesti rumori che incuriosiscono prima, e attira-

no poi, molti giovani, affascinati dalmondo dell’Aviazione, un mondo chesembra particolarmente proiettato nel fu-turo e ricco di prospettive. In questo qua-dro, nel 1956, tremila di questi giovani sifanno avanti e decidono di partecipare alconcorso per l’Accademia Aeronautica. Sitratta di una cifra certamente ragguarde-vole, sia in confronto con i concorsi pre-cedenti, che avevano registrato un’affluen-za notevolmente inferiore, sia tenuto con-to che la ripresa economica spinge le im-prese industriali e commerciali, in fase disviluppo, a richiedere personale giovane,sano e in possesso di una certa cultura: lostesso che cerca l’Aeronautica Militare.

Circa 400 ragazzi superano il primo scoglio, co-stituito dalla visita psicoattitudinale e si presenta-no all’esame di concorso: una prova di matemati-ca e una di italiano. Tema: “Il formarsi della co-scienza nazionale italiana dall’epopea Napoleoni-ca alla prima guerra d’indipendenza”. Quanti ma-turi signori di oggi, ex candidati di allora, sareb-bero in grado di affrontare un simile argomento?Difficile a dirlo.Dall’esame di concorso escono 90 “pingui”, aiquali si aggiunge un allievo ripetente che sembrasubito trovarsi a suo agio fra tanti nuovi colleghiche fra loro non si conoscono nemmeno. Ora oc-corre trovare un nome al corso; seguendo la tra-

Il corso Rostro

Giuramento del Corso REX

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dizione accademica, il nome dovrebbe essere“Rex II”. La Repubblica Italiana, forse troppogiovane e insicura, non se la sente di richiamareant ichi s imbol iche potrebbero ri-svegliare inoppor-tune nosta lg ie .Cos ì a l nuovocorso v iene ap-pioppato, un po’pilatescamente, ilnome molto me-no impegnat ivodi “Rostro”. Allafaccia della tradi-zione.

Il Rostro affrontacon entusiasmo ilpr imo anno diAccademia. Benpresto però l’entu-siasmo viene messo a dura prova dalle prime dif-ficoltà: ci sono le angherie degli anziani, alle qua-li però il Rostro reagisce in modo forse poco or-todosso ma efficace, e poi la disciplina, lo studio,una vita in comune regolata da un orario rigido enorme inflessibili, le punizioni, consistenti inconsegna e tavolaccio. Non tutti reggono: di tan-to in tanto qualche collega se ne va per ritornaread una vita più facile e certamente più comoda.Poco più di settanta si presentano agli esami delprimo anno. Circa la metà sono promossi in pri-ma sessione; gli altri dovranno presentarsi a otto-bre per riparare in una o più materie. La breve li-cenza di fine anno ci trova trasformati: non ci so-no più incertezze. Ognuno è orgoglioso del suonuovo stato: tante nuove esperienze da raccontarecompagni e compagne di scuola e poi..la divisache fa sempre un certo effetto. I pochi giorni dilicenza passano in fretta: il rientro in Accademiaè ben accetto. Si rientra per volare e, se tutto vabene, a settembre appunteremo sulla divisa l’a-quila di pilota. Intanto il corso viene diviso indue sezioni: la sezione “A”, dei “bravi”, promossiin prima sessione, e la sezione”B” dei rimandati aottobre.Le due sezioni trascorrono l’estate da “separati incasa”. La Sezione “A”: mare o volo al mattino, li-bera uscita o volo al pomeriggio. La Sezione “B”studio obbligatorio o volo al mattino; studio ob-

bligatorio e libera uscita o volo al pomeriggio.Già, il volo: un’attività entusiasmante, comunquenon scevra di difficoltà. Un’attività che richiede

impegno, dedizio-ne, ser ie tà e unminimo di predi-sposizione. Si volasul Macchi 416,un aereo bruttinoe non sempre faci-le che non si capi-sce bene come eperché sia potutoentrare nell’inven-tar io de l l ’Aero-nautica. Fra stu-dio e volo c i rcaun terzo lasc ial’Accademia pri-ma dell’inizio delsecondo anno, che

si presenta ancora più impegnativo del primo: af-fievolito l’entusiasmo iniziale, ancora lontano iltraguardo finale, inalterate le difficoltà degli stu-di, si trascorrono i giorni, secondo il detto acca-demico, “nell’incoerenza della quotidiana esisten-za”, frase ermetica apparentemente senza sensoma a suo modo espressiva di un diffuso senso diinsofferenza.Ma, bene o male, tutto passa e ancheil secondo anno volge al termine e, dopo gli esa-mi, l’estate vede il Rostro ancora diviso nelle duesezioni, la “A” e la “B”: è la replica della primaestate, resa, però, più attraente dal volo che vedegli allievi piloti alle prese su un nuovo e più seriovelivolo, il T6, una macchina adottata da quasitutte le Aeronautiche occidentali che, all’inizio,col suo motore da 600 HP mette un po’ in sogge-zione, ma poi si rivela docile e “friendly”. Dopo ildecollo, l’allievo si sente già pilota e affronta conpiù entusiasmo il terzo anno d’Accademia.Ora le cose cambiano. Da Aspiranti l’atmosfera èdiversa. Gli studi un po’ meno impegnativi, qual-che ora di libera uscita in più e, dulcis in fundo,uno stipendio, del quale una minima parte ci vie-ne generosamente consegnata settimanalmentedal Comando come argent de poche. Soprattutto,si intravede la fine. Le giornate trascorrono velo-cemente, ormai, mentre il pensiero di ognuno èrivolto al futuro, prossimo e meno prossimo.Vengono costituite due commissioni: la commis-

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Giuramento del Corso Rostro

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aviogetti e gli altri andranno alla scuola di voloavanzato a elica. Ancora le due sezioni “A” e “B”!Ma questa volta le due sezioni non sono più se-parate in casa, ma di fatto. Sono strade diverseche non si ricongiungeranno. E’ una separazioneche prelude a quella che interesserà ambedue lesezioni di lì a qualche mese. Si preannuncia quel-la che di lì a qualche mese sarà la diaspora delRostro che, suddiviso in tanti gruppetti, raggiun-gerà tutte le basi dell’Aeronautica Militare.Ognuno per la sua strada, ma senza dimenticaregli altri; di fatto la nuova vita consente incontri eritrovamenti frequenti. Saint-Exupery osservavache una caratteristica della vita degli aviatori èquella di non perdersi mai di vista proprio per lamobilità connaturata con la professione stessa.Anche per i piloti del Rostro è così: ci si incon-tra, si fa colazione insieme, si scambiano notiziedei compagni, delle famiglie che nel frattempo sisono formate, si riparte.Dopo qualche anno rieccoli i capitani del Rostrodi nuovo tutti assieme a Firenze per frequentare ilCorso Normale della Scuola di Guerra Aerea. E’un gran bel ritrovarsi: è come se il tempo nonfosse mai passato. Si riformano i gruppetti di unavolta, si ride e si scherza come allora, tutti assie-me. Tutti? Purtroppo no: una decina manca al-l’appello, assenti giustificati per causa di forzamaggiore. Per la maggior parte sono caduti inmissione di volo; un pesante tributo che anche ilRostro, come gli altri corsi che lo hanno precedu-to, ha dovuto pagare. E’ la sezione “C” del corsoche si va lentamente, ma inesorabilmente, for-mando.Gli altri li ricordano con l’affetto di sempre, maguardano avanti come è nell’ordine delle cose. Ilmondo va avanti: ci sono sempre nuove prospet-tive, nuove scelte da affrontare. Nel giro di qual-che anno quasi improvvisamente avviene unanuova scissione che divide il Rostro. Metà corsolascia in modo quasi compatto l’Aeronautica e in-traprende una nuova carriera presso le compagnieaeree commerciali. Ci risiamo! Ecco ancora unavolta le due sezioni “A” e “B” che si riformano.Ora gli incontri non sono più così frequenti. Gliimpegni di lavoro, le responsabilità che aumenta-no progressivamente difficilmente lasciano spaziper se stessi e per gli affetti personali. Comunquein tutti è vivo il desiderio di incontrarsi. Lo si faorganizzando degli incontri presso basi ed enti

sione economica, che si preoccupa di acquistaretutto il vestiario e gli oggetti di corredo necessariad un ufficiale e la Commissione Mak P 100, cheprovvede all’elaborazione del “numero unico”,una specie di libro dei ricordi che raccoglie fatti efatterelli dei tre anni accademici.Intanto i mesi passano e alla fine del corso, dopogli esami, ciliegina sulla torta, gli aspiranti parto-no per la crociera aerea che li vedrà percorrere, abordo di due C119, vivendo infinite avventure, icieli di Spagna, Germania, Inghilterra e Francia.Al ritorno vengono solennemente consegnati igradi. Ora è veramente finita. Un’ultima licenzacon qualche incontro con i vecchi compagni discuola, la cui mentalità appare incredibilmentelegata alla vita della cara vecchia provincia, ormaicosì lontana nel tempo, e si rientra per un ultimosaluto all’Accademia. Una sera d’autunno due au-tobus militari caricano quarantuno sottotenentiper la stazione di Piazza Garibaldi, dove un vago-ne di prima classe li attende per trasportarli allanuova sede: la scuola di volo di Lecce. Difficiledescrivere i sentimenti di quel momento. Nessu-no vuole ammetterlo, ma non è solo la soddisfa-zione di avercela fatta, non è solo la gioia di uncambiamento radicale di vita dopo tre anni distudio, punizioni e sacrifici. C’è qualcos’altro,una punta di tristezza per la vita che cambia, perun periodo della vita che si chiude, per le incer-tezze che si prospettano dopo i tre anni accade-mici, difficili e duri, ma anche allegri e spensiera-ti, anni nei quali ognuno si è sentito in qualchemodo parte di una comunità nella quale era pro-fondamente inserito e forse, in qualche modo,anche tutelato e protetto.La mattina dopo il corso si ritrova all’aeroportodi Lecce, dove affronta la nuova vita. Ancora tut-ti assieme, ancora uniti ma già qualcosa cambia.Ognuno pensa a un futuro diverso. La vita diognuno comincia a prendere la sua individualità.Ognuno pensa a quella che sarà la destinazionefinale, a come dovrà impostare la vita, alla fami-glia che potrà formarsi. Ma intanto tutti assiemesi gode questa nuova libertà, questa inconsuetaautonomia. L’attività di volo è intensa e appagan-te, i mesi volano; è già primavera che il corso ter-mina. Si va in licenza in attesa della prossimatappa: il corso di pilotaggio avanzato per il bre-vetto di pilota militare. E a questo punto arriva ladestinazione: in parte sono destinati alla scuola

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Noi, iniziatori della seconda serie con la lettera“R” ed il colore rosso, siamo entrati in Accade-mia, a Nisida, il 28 ottobre 1956 e sei mesi dopoabbiamo giurato sul lungomare di via Caracciolo.Ma non siamo il Rex 2°, siamo il Rostro. L’ori-fiamma non ha portato in alto nel cielo il motto“rex altitudinis”, uguale al precedente, ma “rostroadversa frango”. Perché? Non lo sappiamo, unavera spiegazione nessuno ha mai saputo o volutodarcela. “Perché ora c’è la Repubblica”, si dicevaallora, sommessamente. Ma c’è qualcuno che èpreposto a decidere o confermare il nome deicorsi? Nessuno, dopo il Capitano di VascelloGiulio Valli. La tradizione continua da sé, nessu-no può avere titolo ad interromperla. Eppure, nel1956 qualcuno si è preso questa briga, e lo hafatto. O ha consentito che lo si facesse, che è lostesso. Per pavidità, per piaggeria, o semplice-mente perché gli è stato imposto e non è stato ca-pace di riaffermare con sufficiente determinazio-ne le tradizioni, che in Accademia sono forti, econtano. Oppure perché, avendo origine diversa,non lo sapeva. Il nome di un corso è importantepiù di quanto si creda, ma solo chi lo ha frequen-tato ne è veramente consapevole. Ne trasmette lospirito e il carattere, nel segno della continuità.Ne trasferisce i valori e il comportamento, e forseanche gli atteggiamenti. Tutto ciò resta indelebil-mente impresso persino in chi, strada facendo,decide di cambiare vita, attività o uniforme, pas-sando da quella azzurra dell’Aeronautica a quellablu dell’Aviazione Civile. Puoi cambiare tutto,ma non il nome del tuo Corso, che ti resta persempre, e tu ci tieni. Circola la voce, non com-provata, che ci siano corsi “buoni” e corsi “catti-vi”. Io non ci credo, i corsi sono tutti “buoni”.Solo che sono “diversi”, proprio perché hanno unnome diverso. Il corso Rex era sicuramente “buo-no”, lo era indiscutibilmente, e noi, annata 1956ancora senza marchio di qualità, lo sapevamo.Eravamo molto arrabbiati. Molte delle Medaglied’ Oro di cui ci parlava il Colonnello Lioy eranointitolate a ragazzi del Rex, che non molti anniprima erano stati i protagonisti di un gran nume-ro di episodi che il nostro docente di storia aero-nautica ci raccontava con le lacrime agli occhi. Lipossiamo ancora ripercorrere in un suo libro or-mai dimenticato, “Gloria senza allori”, che altronon è se non una raccolta delle sue lezioni, che anoi distribuiva come dispense. Il Rex aveva perso

A proposito dei nomi dei Corsi“Allora mi venne l’idea di denominare i corsi stabilmentee in maniera interessante per gli allievi, i quali vi si ap-passionarono subito…”. Così spiega nei suoi appunti ilCapitano di Vascello Giulio Valli, primo comandante efondatore dell’Accademia Aeronautica nel 1923, pressola sede di Livorno dell’Accademia Navale. Conseguente-mente, i primi 19 corsi della serie alfabetica vennerochiamati Aquila, Borea, Centauro, Drago, Eolo, Falco,Grifo, Ibis, Leone, Marte, Nibbio, Orione, Pegaso, Rex,Sparviero, Turbine, Urano, Vulcano e Zodiaco, utiliz-zando tutte le lettere ad eccezione della q e della h. I no-mi, come si può osservare, sono di rapaci, venti, costella-zioni e figure mitiche, mentre a ciascun corso veniva as-segnato anche un colore e un motto, riportati nel gagliar-detto. Negli annuari dell’Accademia si può leggere che,mentre Aquila, Borea e Centauro sono chiamati corsifondatori, le serie alfabetiche successive ripetono, come se-gno di continuità, i nomi, i motti e gli emblemi dei pri-mi corsi. “…L’unica eccezione riguarda il corso Rex,che nelle serie successive ha assunto la denominazionedi Rostro”.

dell’Aeronautica, approfittando delle posizioniche quelli rimasti in Forza Armata rivestono. IlRostro si riunisce a Cervia, Frosinone, Padova,Guidonia, Firenze, Napoli oltre che a Roma, do-ve la maggior parte abita.Poi, a metà degli anni novanta, chi prima e chidopo, tutti si ritrovano in pensione. E’il momen-to di stringere le fila, di guardarsi in faccia per ri-cordare i bei tempi passati e incontrarsi anchecon nipoti e pronipoti: sono gli ufficiali del Ro-stro 2^ e quelli del Rostro3^. I “Romani” si rive-dono mensilmente alla Casa dell’Aviatore, mentreuna volta all’anno ci si incontra tutti a Chiancia-no, perpetuando la tradizione dei padrini del“Rex”. Qui il Corso Rostro si ritrova al completo:è, di fatto, il corso “allargato”, comprendente cioèanche quelli che per vari motivi hanno lasciatol’Aeronautica durante l’Accademia, ma che hannomantenuto intatto il ricordo dei giorni trascorsiassieme e l’affetto per i colleghi. Finalmente la se-zione “A” e la sezione “B” si sono definitivamenteriunite. Mancano solo, ahimè, quelli della sezione“C”, che però, ne siamo sicuri, in qualche posto cistanno aspettando.

(Mario Arpino, 17 febbraio 2008)

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metà dei suoi effettivi in combattimento, e a noiveniva negato di portare il loro nome. Inconcepi-bile. Ma la data del giuramento si avvicinava enoi, ufficialmente, un nome ancora non lo aveva-mo. Il capitano Cims, comandante del nostrocorso, un giorno entrò in aula di studio e, visibil-mente amareggiato, ci consigliò di cominciare ascegliercene uno.Così fummo il “Rostro”, con un’aquila e un fa-scio di luce sul gagliardetto, ma con il “rex altitu-dinis” ancora nel cuore. Assieme a tanta rabbia,che ancora oggi, dopo oltre cinquant’anni, nonsiamo riusciti a smaltire del tutto. Circolava lavoce che i superstiti del Rex, per noi anzianissi-mi, ma, in realtà, allora appena quarantenni, sisarebbero rifiutati di essere presenti come “padri-ni” al nostro giuramento, come gesto di disap-provazione verso chi aveva precluso, o acconsen-tito, o non sufficientemente sostenuto la conti-nuità del nome. Lo consideravano, secondo noigiustamente, un gesto imperdonabile verso i lorocompagni di corso caduti, piuttosto che un rive-rente omaggio alla giovane Repubblica. In segui-to, da loro stessi abbiamo saputo che le discussio-ni sull’opportunità di partecipare o meno ci furo-no davvero, e anche accese. In effetti, solo unaparte fu poi presente in via Caracciolo il giornodel giuramento, mentre altri non se la sentirono.Tutti ci furono comunque vicini prima o poi,nello svolgersi della nostra carriera. Il Padrino delRostro fu in ogni caso un valoroso ufficiale del

Rex, la Medaglia d’Oro Giulio Cesare Graziani.Sono passati gli anni, ma, pur ragionando con laponderatezza degli ultra settantenni, non abbia-mo mai completamente assorbito quella che an-cora consideriamo un’offesa e un’ingiustizia. Noi,della prima generazione del Rostro, che per moltiaspetti è sempre rimasto un corso “atipico”, puressendo fieri della nostra identità e legati al no-stro nome, continuiamo ancora a sentirci ideal-mente anche un pò del Rex. Il disegno del nostroanello, altra tradizione dell’Accademia, riprendeinfatti i suoi simboli. Diverso, immagino e spero,sarà per le due generazioni di corsi Rostro che sisono succeduti a noi nel cammino, e anche per ilRostro 4°, che ormai tra pochi anni varcherà icancelli di Pozzuoli. Per loro essere del Rostro è eresterà normale, ed è così che deve essere. Pernoi, generazione di mezzo, temo che così non sa-rà mai.

Nell’ottobre 2011 la prima generazione degli Uffi-ciali provenienti dal corso “Rostro” si sono ritrovati aLoreto presso la Scuola Lingue Estere dell’Aeronau-tica Militare unitamente al loro capo corso GeneraleMario Arpino.

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i denti frontali, ma anche rimuovere discromie lega-te a malformazioni dello smalto (displasie) che facil-mente possono evolvere in lesione cariosa, oppurecorreggere malformazioni o abrasioni del colletto.Un restauro con i materiali compositi è possibile an-che quando a causa di un trauma sia andata perdutaparte della corona.I nuovi materiali compositi, mediante la tecnica del-

la stratificazione, possono simulare perfettamente itessuti dentari naturali, senza alterare l’estetica.In alcuni casi un restauro diretto, ovvero eseguito di-rettamente in bocca al paziente, potrebbe non averele caratteristiche di robustezza e di durata.Si può ricorre alta progettazione di un restauro indi-retto, ossia fatto in laboratorio, dopo la rilevazionedi un’impronta.Tale manufatto viene quindi cementato nella cavitàresidua del dente, per ripristinarne forma e funzione.Questa soluzione è particolarmente indicata per identi sottoposti a terapia endodontìca (“devitalizza-ti”) in quanto di solito carenti di tessuto dentario sa-no residuo, nonché maggiormente suscettibili di rot-tura sotto carico.

Dr.Salvatore Rocco

L’odontoiatria informaL’odontoiatria restaurativa è quella branca dell’odon-toiatria rivolta al rifacimento conservativo dell’ele-mento dentario colpito da varie patologie (cariosa, otraumatica) o da inestetismi.La carie è una malattìa causata da batteri. Lo Strep-tococcus beta emolitico puoi metabolizzare i carboi-drati provenienti dalla dieta e trasformarli in acido.L’acido è in grado di arrecare una distruzione dei tes-suti duri dei denti.La carie si cura mediante la rimozione meccanica deltessuto compromesso e il restauro estetico si attuacon l’uso di materiali resinosi compositi.Oggi le cavità cariose non si curano più con l’amal-gama d’argento perchè i moderni compositi garanti-scono una qualità ottimale di sigillo contro le recidi-ve, oltre ad una eccellente estetica.Sottoposte a prove di carico, i moderni compositigarantiscono una tenuta eccellente.Esistono diverse correnti di pensiero ,ma attualmen-te l’amalgama d’argento non risulta tossica, in quan-to non è mai stato ufficialmente dimostrato da inda-gini scientifiche_.Si possono rimuovere vecchie ottu-razioni in amalgama d’argento e sostituirle per moti-vi estetici o perchè non più congrue in quanto infil-trate da lésionei cariose secondarie.ma comunquenon per il timore di avere un pericolo urgente nellacavità.Anche vecchie otturazioni eseguite con materialiestetici, quando non più congrue andrebbero sosti-tuite.Con i materiali compositi è anche possibile miglio-rare l’estetica di denti ad alto impatto estetico, quali

Salute...dell’Aviatore

Iniziativa ANUA nelSettore Medico Specialistico

Il Prof. Gen. Isp. Capo AntonioTricarico, su man-dato del Presidente Nazionale ANUA ha in fase dicompletamento un accordo con alcuni affermatiprofessionisti del settore medico specialistico.Detti professionisti hanno assicurato un tratta-mento particolare riservato a tutti i Soci della no-stra Associazione. Si fa riserva di comunicare nel prossimo numerol’avvenuto accordo con i relativi dettagli.

Ricostruzioni indirette intarsi (Inlays-Onlays-Overlays)

32 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013

Nel vasto panorama aeronautico militare sembra chenon si parli spesso di una “figura” speciale, nota atutti noi militari, che svolge la propria delicata azio-ne pastorale con efficacia, discrezione ed umiltà: ilCappellano Militare. Le pagine di questo Corriere,al pari di quelle di tant’altre pubblicazioni del setto-re, che mi son perorato di sfogliare, non hanno qua-si mai trattato l’argomento dell’Ordinariato Militareche, pure, rappresenta un importantissimo aspettodella nostra vita di militari. Colmiamo questo vuotoinformativo con qualche utile notizia riferendo, an-che , di un recentissimo evento che ha avuto unaspeciale risonanza.I cittadini italiani alle armi e di fede cattolica trova-no nell’Ordinariato Militare (detto anche Ordinaria-to Castrense) un sicuro punto di riferimento spiri-tuale che appare tanto più concreto ed essenzialequanto più lontano dalla madre Patria si trovi il cit-tadino alle armi impegnato, sovente, in teatri ostili eperigliosi.Si deve alla Costituzione Apostolica “ Spirituali Mi-

litum curae”, emanata circa ventisette anni or sono,da Papa Giovanni Paolo II, il riordino di tutta l’atti-vità funzionale dei Cappellani Militari.A Capo di tutta la complessa struttura ordinariale ilPapa nomina un Vescovo che assume la denomina-zione di “ordinario Militare” e riveste il grado diTen. Gen.le (pari a quello di Gen.le di Sq.Aerea, diAmm. di Sq, di gen.le di C d’A). Dall’OrdinarioMilitare dipende tutta un’articolata e vasta gerarchiadi sacerdoti Ufficiali che comprende i gradi di vica-rio generale militare (equivalente al grado di mag-gior generale),di Ispettore (equivalente al grado dibrigadier generale) ed a seguire:

• 3° cappellano militare capo - equivalente algrado di colonello

• 2° cappellano militare capo - equivalente algrado di tenente colonello

• 1° cappellano militare capo - equivalente algrado di maggiore

• cappellano militare capo - equivalente al gradodi capitano

• cappellano militare addetto - equivalente algrado di tenente[1][2]

E non si creda che la realtà dell’Ordinariato Militareriguardi solo l’Italia. Attualmente, infatti, il SommoPontefice ha nominato Ordinari Militari nei seguen-ti paesi:

• in Europa: Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina,Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna,Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogal-lo, Slovacchia, Spagna, Ungheria

• in Africa: Kenya, Sudafrica, Uganda• in Asia: Corea del Sud, Indonesia, Filippine• in Americhe: Argentina, Bolivia, Brasile, Ca-

nada, Cile, Colombia, El Salvador, Ecuador,Paraguay, Perù, Repubblica Dominica, StatiUniti d’America, Venezuela

• in Oceania: Australia, Nuova Zelanda

In Italia annoveriamo circa 194 sacerdoti UfficialiCappellani Militari che operano in ben 16 Zone Pa-storali rette da un Capo Servizio con il grado ( di so-lito) di 2° o 3° Cappellano Capo. Tutta l’attività deiCappellani, che come detto sono parificati ad Uffi-ciali, è disciplinata dalla legge 512 del 1 giugno1961 ( ampiamente rimaneggiata da norme succe-dutesi nel tempo) che ne definisce lo status giuridi-

L’imperatore Costantino (che non era cristiano) istituì una tenda per i suoi legionari per il culto divino

EMBLEMA DELL’ORDIANRIATO MILITARE ITALIANO

di Chiesa Latina

I NOSTRI CAPPELLANI “PRO DEO ET PATRIA”

Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013 33

co, l'avanzamento ed il trattamento economico. Cosa fa, in pratica, il Cappellano ? Sia nell’ambitodelle tre FF.AA (E.I. M.M. A.M) che in quello deiCorpi militarizzati (Corpo Carabinieri e GdF) adordinamento militare, il Cappellano rappresenta l’u-nico punto di riferimento per ogni emergente pro-blematica spirituale, umana, familiare, e, sovente, di-sciplinare che non trovi – o non possa trovare- le at-tese risposte nell’ambito della rigida struttura delCorpo o del Reparto o di appartenenza. Non sem-pre, e non certo per carente predisposizione o cattivavolontà , i Comandanti – a vario livello- sono ingrado di comprendere appieno, le numerose e deli-cate problematiche che attanagliano l’animo del sol-dato alle armi. Ecco che laddove non può ( o nondeve, o non vuole) intervenire la “gerarchia”, l’unicastrada percorribile per rappresentare le più avvertiteed insopprimibili urgenze di vita e (spesso) di servi-zio è quella di confidarsi con il proprio assistentespirituale in loco: il Cappellano. Che – di solito- inragione della sua connaturata credibilità, sincerità edonestà, è l’unico, nell’ambito della struttura militarea potersi rivolgere con il “tu” a tutti i militari di ogniordine e grado; conquistandone, quindi, la fiducia el’amicizia che, di solito, durano poi una vita intera.Di Cappellani Militari, in passato, ve ne sono statidi famosissimi. Piace qui ricordare – fra i tanti meri-tevoli di citazione- Loris Francesco Capovilla ( lamemoria storica di Papa Roncalli),il Beato CarloGnocchi (l’amato cappellano degli Alpini nella IIGuerra Mondiale), il Beato Angelo Giuseppe Ron-calli, Papa Giovanni XXIII, già Tenente Cappellano

del Regio Esercito e del Regno d’Italia. Al momentodi andare in stampa la sede dell’Ordinario MilitareItaliano è vacante in quanto S.Ecc. Mons. VincenzoPelvi, nominato Ordinario Militare per l’Italia il 14ottobre 2006, , al compimento del 65° anno d’età(11 agosto del corrente anno) ha concluso il suo pe-riodo di servizio. Né sono mancati fulgidi episodi dicoraggio e di cristiana generosità tanto grandi da farmeritare al Cappellano la massima ricompensa alValor Militare: la Medaglia d’Oro. Ricordiamo:

Nella nostra Aeronautica Militare, disseminati intutte le 16 Zone Pastorali annoveriamo, ad oggi, 26Cappellani Militari facenti capo ad un Vicario Epi-scopale per l’Aeronautica con sede presso la SMA.Le altre sedi ove operano i nostri cappellani sono.Cameri, Perdas, Caserta, Istrana, Pratica di Mare ,Villafranca, Rivolto, Trapani. Loreto,Gioia del Col-le, Grosseto, Pozzuoli, Roma, San Polo, Poggio Re-natico, Milano, Cervia, Amendola, Ghedi, Firenze,Piano d’Arci. Bari, Pisa, Lecce, Decimomannu.

In tale vasto panorama dell’assistenza spirituale of-ferta dai Cappellani Militari, si è recentemente svol-ta, in una calda giornata d’agosto, un’austera ceri-monia spirituale e …militare: il 25° di ordinazionesacerdotale di uno dei tanti cappellani maggior-mente noti ed amati nella nostra Aeronautica: ilPrimo Capp. Capo don Franco Facchini già in forzapresso il 70° Stormo di Latina ed il Reparto Speri-mentale di Decimomannu. Nell’accogliente chiesadel piccolo paesino di Picinisco, 1260 abitanti, inpieno parco nazionale d’Abruzzo, la celebrazionedell’importante anniversario ha visto la presenza dinumerose autorità civili e militari strettesi accanto aldon Franco a ed alla sua numerosa famiglia. Prece-duto da un lungo corteo di autorità, che ha depostouna corona di fiori al monumento ai caduti di Pici-nisco, è seguito il rito religioso. Officiato da S.Ecc.

Mons. Pelvi attuale Ordinario Militare

I NOSTRI CAPPELLANI “PRO DEO ET PATRIA”

Ettore Accor-siPacifico Ar-cangeliGiovanniBreviEnelio Fran-zoni

ReginaldoGiulianiIgino LegaAldo MorettiGiuseppeMorosini

StefanoObertoFelice Strop-piana

del 50° di sacerdozio dell’amato Cappellano e con-cittadino. L’eccezionalità dell’evento dispiegatosi conla corale partecipazione di un’intera comunità, di unArcivescovo diocesano, di tante elevate autorità civilie militari, della presenza di un familiare della Meda-glia d’Oro Salvo D’acquisto, di tanti Uff.li generali,di una folta rappresentanza di Ufficiali e Cappellanidi ogni ordine e grado, induce ad una riflessione:quanto irrinunciabile sia presenza, nelle FFAA, dellafigura di un Assistente Spirituale che sappia coniu-gare, al meglio, azione pastorale, disciplina militare,e, con esse e più di ogni altra cosa, le quattro virtùcardinali: prudenza, giustizia,fortezza e temperanzache non possono deficitare nel bagagli umano e cul-turale di nessun cittadino alle armi. Ci sostiene unasperanza ed una certezza: che il 1° Cappellano Capodon Franco Facchini abbia trovato proprio negli az-zurri spazi della nostra Aeronautica (ove iniziò il suocammino di Cappellano) il giusto alimento spiritua-le, morale ed umano che gli hanno consentito mie-tere tanta considerazione ed affetto fra i militari tutticon cui ha operato dagli anno ’90 ad oggi.

Giuseppe LenziSettembre 2013

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Mons. Gerar-do Antonazzo(ved.foto)Ve-scovo di Soravi erano, fra iconcelebranti,molti Cappel-lani della dio-cesi, don Lui-gi Merola, edil clero delpiccolo paesi-no. Il Presi-dente dellaSez. ANUAdi Napoli,nonché Con-sigliere Nazionale ha letto, per tutti, la Preghiera deiFedeli ed il più giovane dei Carabinieri presenti la“Preghiera del Carabiniere” dedicata alla Virgo Fide-lis Santa protettrice dell’Arma. Fra le autorità inter-venute alla cerimonia – evidente dimostrazione del-l’affetto e dell’ammirazione che don Franco ha sapu-to meritare in questi anni di servizio presso il Co-mando Legione CC Campani- il Gen.di Div. Car-mine Adinolfi, Com.te Legione Carabinieri dellaCampania, accompagnato dai Colonnelli Scafuri eMenga dei Com.di prov.li di Caserta e Frosinone.Per l’esercito Italiano era presente il Col.Angelo Pez-zella, Capo di S.M. del R.U.A. di Capua. Il Col Fel-li, Com.te della Scuola Sott.li di Caserta, numerosiuff.li dell’Aeronautica che hanno condiviso con donFranco esaltanti anni di eccellente collaborazione.Da Rivolto è giungo un mirabile messaggio di augu-rio dal Com.te delle Frecce Tricolori, il Col. AlbertoMoretti, oggi Uff.le della riserva che, con don Fran-co, ha vissuto anni di memorabili vicende di vita edi servizio a Decimo. A conferire speciale significatoall’evento celebrativo, la presenza del dott. Alessan-dro D’Acquisto, fratello della M.O.V.M. Salvo, tru-cidato dalla ferocia nazifascista nel corso della 2°G.M. Al termine del rito religioso è seguita un’inat-tesa, grandiosa festa cittadina cui ha preso parte tut-to il paese che ha assistito, ammirato e stupito, alconcerto che la banda dei carabinieri ha voluto offri-re alla popolazione di Picinisco strettasi attorno alsuo amato concittadino e Cappellano. Il Sindaco, anome del Consiglio Comunale, ha quindi donato aDon Franco, una pregiata targa a ricordo dell’eventoesprimendo il vivo auspicio di poter vivere i medesi-mi momenti di giubilo e di fraternità in occasione

I NOSTRI CAPPELLANI “PRO DEO ET PATRIA”

Mons. Geratrdo Antonazzo Vescovo di Sora e Don Franco

Fregio per berretto di Cappellano per l’AeronauticaMilitare

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Dalla Direttiva sulla Comunicazione Strategicasul Ministero della Difesa(M_D GUDC 0026567 15-07-2013)

1. DEFINIZIONE DI COMUNICAZIONE STRATEGICASotto la denominazione “Comunicazione Strategi-ca” sono spesso stati ricondotti concetti, azioni ostrumenti operativi di varia natura e finalizzati alperseguimento di obiettivi vasti ed eterogenei daparte di un’organizzazione o di un’istituzione. Essaè da intendersi in primo luogo come un processometodologico che presuppone una specifica predi-sposizione mentale da parte di tutti gli attori a variotitolo coinvolti. La Comunicazione Istituzionale diviene “strategi-ca” quando genera sapere, conoscenza vera, consa-pevolezza e condivisione; più in generale, diventastrumento di partecipazione, crescita e sviluppo diun’organizzazione pubblica moderna ed efficiente. Decisioni ed azioni dell’Amministrazione possonoavere riflessi importanti sulla vita delle persone. Per questo motivo, le politiche pubbliche che si in-tendono realizzare necessitano di consenso per es-sere messe in atto. Non si tratta solo di informare idestinatari delle scelte della Difesa, ma anche chequesti siano coinvolti nel buon esito delle decisioniassunte. In linea con questo spirito, la definizione di Co-municazione Strategica del Ministero della Difesaè la seguente: L’insieme coordinato di azioni ed iniziative di co-municazione volte a generare conoscenza e condi-visione nelle audience di riferimento, funzionali alconseguimento delle finalità istituzionali ed allatutela degli interessi nazionali. Adottare questa definizione implica associare allateoria e alla pratica della comunicazione i seguenticoncetti:-�la comunicazione si attua sia attraverso gli stru-menti rappresentati dalla predisposizione e dalladiffusione di messaggi (scritti, a voce, video, ecc.),sia attraverso le azioni (esempi, comportamenti,gesti, ecc.); -�essa include le attività di informazione, ma va de-cisamente oltre, avendo come fine anche quello di

sviluppare condivisione e favorire il consenso; -�centrale nel processo comunicativo è l’individua-zione dei segmenti di pubblico da raggiungere; -�la comunicazione, nelle sue diversificate modali-tà, è concepita e condotta per il raggiungimento diobiettivi condivisi a tutti i livelli; non può esserepensata come fine a se stessa.

2. I PRINCIPIL’applicazione della citata definizione comportal’applicazione, da parte di tutte le articolazioni del-la Difesa, dei seguenti principi della Comunicazio-ne Strategica:

a) Centralità della Comunicazione nell’azione dicomando e nell’intero processo decisionale.A tut-ti i livelli, in tutte le occasioni (riunioni, presenta-zioni, ecc.) e nella trattazione di argomenti che, di-rettamente o indirettamente, possono implicareaspetti comunicativi, gli elementi organizzativipreposti alla comunicazione devono essere coin-volti a pieno titolo. b) Credibilità. I messaggi, per esser condivisi, de-vono essere credibili, sia per quanto riguarda la fon-te, sia in ordine al canale di diffusione utilizzato.Non va poi dimenticato che le azioni e i comporta-menti costituiscono essi stessi messaggi e contri-buiscono, in modo determinante, alla credibilità diun’istituzione. E’ importante tener presente, al ri-guardo, il ruolo chiave che la Difesa gioca nel con-tribuire al profilo internazionale del Paese. c) Coerenza, continuità e sostenibilità nel tempodell’azione comunicativa.Le narrative sviluppate, itemi e i messaggi devono essere inseriti e condivisisia verticalmente, sia orizzontalmente, non solo al-l’interno della Difesa, ma anche con le altre Istitu-zioni e i Ministeri interessati nonché, ove necessa-rio, con i partner internazionali. La reiterazione deimessaggi e la continuità nel tempo dello sforzo co-municativo sono necessarie per assicurare persisten-za e solidità agli effetti dell’azione comunicativa. d) Assunzione e mantenimento dell’iniziativa at-traverso un coinvolgimento attivo e multidimen-sionale. Per avere successo la Comunicazione Stra-tegica presuppone un ruolo attivo, continuo e si-nergico di tutti gli organismi e gli elementi orga-nizzativi coinvolti (non solo i comunicatori istitu-zionali).

La comunicazione strategica e le discipline componenti

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e) Sussidiarietà, complementarietà e condivisio-ne. Intese, queste, quali criteri di ripartizione dellefunzioni fra i diversi livelli decisionali, in vista delmigliore soddisfacimento delle richieste del citta-dino, nel rispetto degli obiettivi comunicativi con-divisi in un’ottica interforze. f) Accuratezza, chiarezza e tempestività. Se l’accu-ratezza e la chiarezza con la quale viene informato ilpubblico costituiscono elementi chiave per la cre-dibilità di un’organizzazione, la velocità di rispostaè un fattore critico. Occorre essere pronti ad accet-tare qualche limite di accuratezza per essere prota-gonisti da subito nello spazio informativo. g) Trasparenza. Intesa come l’obbligo che le Pub-bliche Amministrazioni hanno di rendere noti gliatti intrapresi e quale diritto dei singoli cittadini diaccedere alle fonti e di conoscere obiettivi e ragionidell’agire dei soggetti pubblici. h) Rispetto del pubblico. L’informazione deve es-sere resa prontamente e completamente disponibi-le, nel rispetto delle sensibilità del pubblico cui divolta in volta è rivolta e delle esigenze legate alla tu-tela della privacy e alla sicurezza del personale e del-le operazioni in corso. i) Adattabilità. Il complesso dei messaggi non deveessere considerato come statico, definito e validatouna volta per tutte. Le unità organizzative ed ope-rative dovranno usare in maniera innovativa e fles-sibile tutti gli strumenti ed i canali comunicatividisponibili per adattare incontinuazione gli stru-menti di comunicazione allo sviluppo della situa-zione, adattandone i contenuti, i toni e gli stiliespressivi. j) Valutazione degli effetti. A tutti i livelli, dovran-no essere valutate con sistematicità le attività di co-municazione condotte, misurandone gli effetti suicomportamenti e il livello di coinvolgimento/con-divisione delle audience obiettivo.

In sintesi, dai principi illustrati, si evince che la Co-municazione Strategica non si riduce semplicemen-te all’utilizzo dei media, né costituisce un nuovo ter-mine per indicare azioni di carattere informativo.Non è neppure, banalmente, una forma di marke-ting o di attività pubblicitaria. Al contrario, è un in-sieme complesso di azioni coordinate, attuate sullabase di una specifica strategia, a sua volta sostenutada un’appropriata analisi circa i mezzi (della comu-nicazione), le audience (“chi” si vuole raggiungere)e gli obiettivi che si intendono perseguire. La Co-

municazione Strategica, pertanto, presupponeun’attenta attività di pianificazione e coordinamen-to ed esclude personalismi che nuocciono allo sfor-zo comunicativo generale e all’Istituzione. L’esigenza di concepire tale comunicazione qualecomplesso armonico di azioni strettamente coordi-nate e sinergiche fra loro, implica l’univocità delladirezione (la Comunicazione Strategica è diretta daun organo di vertice dell’Amministrazione) e la for-te coerenza nei contenuti. In altre parole la comuni-cazione deve essere considerata alla stessa streguadelle altre funzioni operative e deve essere inclusanella pianificazione delle attività, fin dall’inizio.

3. LE DISCIPLINEAl fine di ordinare, per quanto possibile, la plurali-tà di azioni che concorrono alla ComunicazioneStrategica, è necessario individuare le disciplineche concorrono alla sua realizzazione.

a) La Pubblica InformazioneTradizionalmente preposta a gestire i rapporti colmondo dei media, la Pubblica Informazione deveessere condotta secondo le più aggiornate e sofisti-cate metodologie. Sebbene le attività di monito-raggio dei media e di predisposizione di comunica-ti e messaggi rimangano centrali e ineludibili, lacomplessità del mondo multi-mediatico odiernoimpone un ampliamento sostanziale delle attivitàdi Pubblica Informazione, rispetto a quanto tradi-zionalmente inteso, come peraltro già previsto nel-la dottrina di altri Paesi e della NATO, che ha tra-sformato il termine Public Information in quellopiù ampio di Public Affairs. Infatti, risulta necessario: -�sviluppare la qualità delle relazioni col mondo deimedia attraverso tecniche di news management(creazione di notizie, narrative ed eventi, atti a con-quistare attenzione); -�ampliare fortemente l’azione mediatica attraver-so i “nuovi media”;-�estendere il raggio d’azione attraverso specificheattività di outreach e di engagement includendo,oltre ai media, il mondo della scuola, le università,think-tank, associazioni culturali, le comunità cheinsistono nell’area di installazioni e comandi mili-tari, oltre ai target produttori di pensiero e molti-plicatori di messaggi e di idee.

b) La Comunicazione InternaLa Difesa ha la necessità di comunicare anche al suo in-

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terno i valori culturali e organizzativi sui quali si fonda,nonché gli obiettivi da raggiungere e, soprattutto, icambiamenti in essere dell’organizzazione, che posso-no avere un impatto sulla vita dei singoli membri. Nel ricordare che la Comunicazione Interna è,principalmente, appannaggio dei Comandanti atutti i livelli, essa riveste, soprattutto in epoca dicambiamenti, un ruolo strategico, in quanto stru-mento di gestione delle risorse umane orientato alloro coinvolgimento consapevole, alla motivazio-ne e alla disponibilità al cambiamento. Affinché ilclima dell'organizzazione sia orientato verso unamaggiore collaborazione e partecipazione tra i suoimembri, è necessario che siano attivati all'internocanali di comunicazione non più soltanto unidire-zionali, ma anche ascendenti (bottom-up), oriz-zontali e trasversali. Lo sviluppo di un sistema di comunicazione inter-na strutturato, esteso in maniera organica ancheagli organismi di rappresentanza militare, consoli-da nel tempo una conoscenza condivisa ed aggior-nata ed è lo strumento più idoneo a supportare ef-ficacemente la comunicazione esterna. Ciascunopuò essere un “ambasciatore” della propria orga-nizzazione e sono sempre da prevedersi possibilidiffusioni/trasposizioni di messaggi dall’ambitointerno a quello esterno. Questa forma di comunicazione è centrale per ilsuccesso (o la sopravvivenza) dell’organizzazionein determinati momenti critici, come le fasi di ri-strutturazione, riorganizzazione del lavoro, ridu-zione del personale, ecc.

c) Le Relazioni Istituzionali Sono quelle da intrattenere e sviluppare con: -� il Presidente della Repubblica, specialmente nel-la sua funzione di Presidente del Consiglio Supre-mo di Difesa; - il Parlamento, nel rispetto delle prerogative costi-tuzionali assegnate, per garantire un supporto alledecisioni politiche sulla base di un’informazioneefficace e completa; - il Governo - in particolare con la Presidenza delConsiglio ed i principali Dicasteri - per sostenere lepriorità politico-militari nel contesto dell’azionedell’Esecutivo e per assicurare le risorse necessariealla propria attività; - l’Autorità Giudiziaria; -�i principali attori economici, tecnologici ed indu-striali, in particolare quelli coinvolti nella fornituradi beni e servizi alla Difesa;

- gli attori sociali, ovvero le comunità locali, le asso-ciazioni ecc., che a vario titolo interagiscono con laDifesa e le sue attività; - le organizzazioni sindacali.

d) La Diplomazia Pubblica e la Diplomazia Cul-turaleCon questi termini s’intende l’insieme delle attivi-tà rivolte verso un identificato pubblico straniero,le élite culturali e la classe dirigente – presente e fu-tura – di un determinato paese di interesse. Questeazioni possono essere condotte in maniera direttaed esplicita, nel corso di incontri bi-multilaterali,viaggi istituzionali, o anche attraverso l’organizza-zione di eventi sportivi multinazionali, la forma-zione avanzata di allievi stranieri, gli scambi di visi-te, seminari, ecc. Queste attività potranno, inoltre, essere condotteanche in forma “indiretta”, ma ugualmente effica-ce, mediante le relazioni con i think-tank stranierie, più in generale, i centri di “produzione del pen-siero” capaci di influenzare i processi decisionali ele attitudini delle target audience. Sviluppate diconcerto col MAE e con le Organizzazioni Interna-zionali di cui l’Italia è Paese membro, sono funzio-nali anche al raggiungimento di un più elevato pro-filo internazionale del Dicastero.

e) La Comunicazione OperativaLa comunicazione operativa costituisce il principa-le strumento a disposizione delle Forze Armate perinteragire, durante la condotta delle operazioni,con gli stakeholder e le popolazioni locali. Attra-verso di essa, si facilita il raggiungimento degliobiettivi della missione, realizzando anche l’econo-mia delle forze. Al fine di ottenere i migliori risultati, il piano dellacomunicazione operativa deve essere strettamenteintegrato con la pianificazione delle operazioni. Leoperazioni informative (InfoOps), capaci di mo-dellare percezioni e opinioni dei vari attori coinvol-ti in un conflitto, sono usualmente consideratequale supporto delle operazioni tradizionali, cosid-dette “cinetiche”, ovvero implicanti l’impiego tra-dizionale della forza militare. Tuttavia, in considerazione della complessità cul-turale di molti dei moderni scenari di intervento, leoperazioni informative possono anche divenireprevalenti su quelle cinetiche, costituendo lo sfor-zo principale di un determinato attore, in un deter-minato contesto di crisi o di conflitto.

1) La Sezione ANUA di Taranto, con il Patrocinio del-la Presidenza Nazionale ANUA, nell’ambito delle atti-vità programmate, in forza dei fini statutariamente pre-scritti, per l’attenzione alle relazioni tra la popolazionedi Taranto ed i militari dell’A.M. , ha progettato unconvegno in data da definire “TARANTO e l’AERO-NAUTICA”.Il convegno avrà come relatori una serie di personali-tà Tarantine ed Ufficiali dell’Aeronautica ciascuno perle competenze connesse alla coniugazione della cittàdi Taranto, con le sue particolarità urbanistiche e pae-saggistiche, e la struttura aeronautica insediata e,quindi, alle inerenti problematiche turistiche, am-bientali e sociali.Il Convegno sarà c/o l’Aula Magna dell’Università diTaranto perché consente la sistemazione di numero-sissimi ospiti che, preventivamente, hanno assicuratola loro partecipazione stante il livello professionale deiRelatori e la presenza delle Alte Autorità Civili e Mili-tari. 2) Il 9 settembre il Presidente della Sezione ANUA diTaranto. Dott. Prof. Aldo MARTURANO, ha conse-gnato al Col. AAran Romeo PATERNO, Comandan-te del 16° Stormo Protezione delle Forze di MartinaFranca (Ta), una targa ricordo per suggellare l’apparte-nenza, in qualità di Socio Benemerito, al sodalizio. No-

minare il Comandante del 16° Stormo Socio Beneme-rito dell’A.N.U.A. è ormai una bella tradizione, forte-mente voluta, chesi rinnova da pa-recchi anni e cheha creato e consoli-dato un vincolo divicinanza tra la Se-zione A.N.U.A. diTaranto ed il 16°Stormo.Il Presidente MARTURANO nel salutare il Col. Ro-meo PATERNO, prossimo a lasciare l’incarico di Co-mandante del 16° Stormo, ne ha esaltato le qualitàmorali e militari augurandogli, nel contempo, sempremaggiori fortune e soddisfazioni professionali.Da parte sua il Col. Romeo PATERNO’, nel ringra-ziare il Prof. MARTURANO per la sua sensibilità e lasua affabilità, ha pregato lo stesso di salutare tutti i SociA.N.UA. - Sezione di Taranto, dicendosi certo che an-che il suo succes-sore Col. AndreaMARRADI avràla possibilità difarsi parimentiapprezzare.3) La cerimoniadi cambio di co-mando tra il Co-lonnello Paternò, uscente, e il Colonnello Marradi,subentrante, ha avuto luogo il 12 settembre ed è statapresieduta dal Generale di Brigata Aerea Stefano FortComandante la 1 ̂Brigata Aerea Operazioni Speciali(B.A.O.S.) di Roma.

Brescia

Taranto

Non poteva mancare una foto ricordo con il Gen. Fort ed i due Colonnelli.

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Dalle Sezioni Territoriali

Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013 39

Dalle Sezioni Territoriali

Dopo il tour di Maggio fra i Decumani di Napoli, lavisita al più importante monumento archeologico diPozzuoli ha segnato un’altra tappa, fra le tante in pro-gramma, realizzate dalla sez ANUA di Napoli. Nu-merosi soci, e familiari, si son raccolti fra le vestigiadell’Anfiteatro Flavio, vecchio di circa 1900 anni, peruna visita guidata di grande interesse. All’ombra dellespesse mura “dell’opus reticulatum” le due guide turi-stiche Regionali le dott.ssa Valeria ed Ilaria Buonomohanno entusiasmato l’uditorio con le loro dotte epuntuali narrazioni storiche che arricchite dalla lettu-ra di brani mitologici, hanno conferito all’evento cul-turale speciale emozione e coinvolgimento. Il sito pu-teolano, sorto poco dopo il Colosseo, ospitò per cen-tinaia e centinaia d’anni le persecuzioni dei Cristianiche, iniziate sotto Diocleziano,nel 305 D.C. conti-nuarono con loro martirio ad opera, anche, delle bel-ve aizzate dalla ferocia anticristiana. La storia raccon-ta che i martiriGennaro, Festo, Desiderio e Sossio, condannati adessere sbranati nell'Anfiteatro, furono misteriosamen-te risparmiati dalle belve divenute “miracolosamente”mansuete dopo il loro contatto con “Gennaro” chediventò, poi, il Santo Protettore di Napoli e dellaCampania tutta. Quei martiri furono poi decapitatinei pressi della Solfatara insieme ai puteolani Proco-lo, Eutiche e Aucuzio. L’interessante visita è prosegui-ta con l’emozione di dover calpestare la stessa terra sucui i valorosi gladiatori trovavano la morte in aspricombattimenti fra essi e contro fiere che dai vasti sot-terranei venivano lanciate sull’arena da invisibili bo-tole. Ma la parte di gran lunga più interessante di

tutta la vista è stata la “discesa” nei vasti sotterraneidell’Anfiteatro laddove, nella più assoluta oscurità,venivano racchiusi, in vista del combattimento, sia glischiavi che le belve che i cristiani destinati al marti-rio. Riflettere e ricordare quanti lutti si sono consu-mati attorno a quest’immensa opera laterizia romana,è stato un utile esercizio per la memoria di tutti i par-tecipanti che han così potuto meditare su quanto ac-cadeva in un lontanissimo passato della nostra storiacristiana ed umana. Fra i partecipanti all’evento i sociordinari ANUA generali Vincenzo Piazzi e GiuseppeLenzi, i colonnelli Vincenzo Buonomo, Gildo Pedici-no,il Capitano Sergio Bolchini ed i soci aggregati Ing.Franco La Saponara,Raimondo Piccirillo, MarioRuggiero con i rispettivi familiari. Prossimo appunta-mento sabato 16 novembre: “le vie del presepe” orga-nizzato in collaborazione con l’ente culturale QuoVadis.

Per le prenotazioni contattare il Presidente: [email protected]

Napoli8 settembre 2013 sui passi della storia.L’anfiteatro Flavio di Pozzuoli

(uno scorcio dei vasti sotterranei)

(Al riparo dal cocente sole settembrinoi soci aviatori ascoltano la guida Valeria)

40 Il Corriere dell’Aviatore N. 9-10/2013

L’ANUA si onora della presenza e dei contributi di 516 Dame d’Onore.395 Dame sono associate alle Sezioni delle località sottoindicate e 121sono variamente distribuite nelle Regioni italiane.

Roma- n. 70 Triveneto - n. 58

Milano - n. 52 Napoli - n. 52

Puglie - n. 35 Toscana - n. 28

Periodico dell’Associazione NazionaleUfficiali Aeronautica (ANUA)

fondato nel 1953 da Luigi Tozzi

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Direttore editorialeMario Majorani

Direttore responsabileMario Tancredi

Ha collaborato a questo numeroGiuliano Giannone

Responsabile AmministrativoCesare D’Ippolito

N. 9-10 settembre-ottobre 2013

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Stampato nel mese di settembre 2013

Numero a 40 pagineI contributi scritti sono forniti a titolo gratuito ed in formato elettronico; essinon debbono superare le tre cartelle e devono essere liberi da vincolieditoriali. La Direzione si riserva di pubblicarli o meno in funzione delleproprie esigenze. La responsabilità di quanto pubblicato su questo periodicoè attribuita per intero agli autori il cui scritto rispecchia le idee personali enon quelle dell’ANUA. Elaborati e foto, che si intendono inviati a titolo diliberalità, non si restituiscono, anche se non pubblicati. La Direzione delperiodico risponde, soltanto, di quanto previsto dalla legge sulla stampa.

Il periodico non è in vendita, ma viene inviato ai Soci in regolacon il versamento della quota associativa annuale di Euro 40,00.I “Non Soci” possono richiederne copia.La riceveranno gratuitamente con l’invito ad associarsi all’ANUA.Le modalità di pagamento della quota associativa sono:- c/c postale n° 7356880- bonifico bancario: IBAN IT98T0760103200000007356880

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La sede centrale dell’ANUAÈ ospitata nella Palazzina Douhet, inzona Prati a Roma.L’edificio, che è anche sede dell’Asso-ciazione Arma Aeronautica, dei Pio-nieri e dei Trasvolatori atlantici, fudonato alla Regia Aeronautica dallaSignora Teresa Casalis dopo la mortedel marito, lo stratega Giulio Douhet(14 feb. 1930).

BRESCIA - Pres. Vanni ScaccoVia Livorno 7 - 25125 (BS)Tel. 3779539324 [email protected] - Pres. Santo Vittorio RossiVia S. Benedetto 14 - 09128 (CG)Tel. 070 400311 [email protected] - Pres. Lucio ArenaVia Catania 26 - TRECASTAGNI 95039 (CT)Tel. 095 438198 [email protected] - Pres. Leonardo ColonnelloPiazza Purgatorio 5 - 71121 (FG)Tel. 0881 723072 [email protected] - Pres. Roberto CaminitiVia Parini 48 - 04100 (LT)Tel. 0773 488753 [email protected] - Pres. Carlo AndorliniPiazza Novelli 1 - 20129 (MI)Tel. 02 [email protected] - Pres. Giuseppe LenziVia S. Lucia 97 - 80132 (NA)Tel. 081 7643929 [email protected] - Pres. Vittorio MartignaniVia Monte Grappa 9 - 35141 (PD)Tel. 049 8722618 [email protected] - Pres. Piero RohrVia Parmense 14 - 47900 (RC)Tel. 0541 773571 [email protected] - Pres. Raffaele CarigliaVia Marcantonio Colonna 25 - 00192 (RM)Tel. 06 [email protected] - Pres. Aldo MarturanoViale Magna Grecia 108 - 74100 (TA)Tel. 099 [email protected] - Pres. Domenico BoschiniVia Duc.a Jolanda 21bis - 10127 (TO)Tel. 011 [email protected] - Pres. Piero De PieroVia Cardinal Massaia 2 - 37138 (VR)Tel. 0458 103405 [email protected] - Pres. Francesco RanieriVia s. Antonino - 36100 (VI)Tel. 0444 [email protected]

Sezioni

Territoriali

Nuove Dame D’onoreD.O. GALATI EVELINA - VIBO VALENTIA (VV)

D.O. NARDELLI ESPOSITO ROSANNA - VICENZA

Nuovi SociDott. Malpica Emilio - RomaDot. Sottomano Vincenzo - Leporano (TA)Gen.DA DeMajo Ernesto - Battipaglia (SA)Gen.Isp.Capo Di Lauro Marcello - RomaT. Col. Pil. Sinatra Mario - PomeziaT.Col. Barone Massimo - Viareggio (LU)Sig. Giusti Claudio - RomaSig. Bianchi Gianbattista - BresciaGen.Isp. Intini Domenico - RomaS.Ten.Cascone Gennaro - Latina1° Cap. Pistola Salvatore - RomaGen.BA Cornacchia Giuseppe - RomaDot.sa Perissinotto Lina - Roma

Dott. Bellizzi Massimo - RomaProf. Scialpi Michele - TarantoIng. Ottelli Pierluigi - BresciaBr.Gen. Capasso Salvatore - NapoliGen.Br. Ciunfrini Ernesto - NapoliCol. Buonomo Vincenzo - NapoliBr. Gen.Ceccon Renzo - Vicenza

Eventi AnuaOttobre

12-13: Visita al Museo di Vigna di Valle orga-nizzata dalla Sezione di Brescia.

16: Visita al Reggimento Corazzieri pranzopresso il Circolo di Presidio.

26: Incontro conviviale a Latina tra le sezio-ni di Roma, Napoli e Latina, promossodalla sezione di Latina.

30: Ore 17,00 - Casa dell’Aviatore - si terràil Seminario sulla “Fusione fredda”. Mo-deratore Gen. Angelo Pagliuca.

Novembre15-17: Visita a San Giovanni Rotondo, Pietrel-

cina e Monte Sant’Angelo con pernotta-mento presso l’aeroporto di Amendolaed uso di autobus A.M.

20: Alle 15,00 presso la Casa dell’Aviatore,il Prof. Nicola Baldini Rossi terrà unaConferenza su “Dipendenza dal giocod’azzardo”. Coordinamento del Gen.Antonio Tricarico.

Data da definire: Visita al Laboratorio Nazio-nale del Gran Sasso

Dicembre11: Santa Messa e Pranzo di Natale presso la

Casa dell’Aviatore.previsione 2014

25-30 marzo:Torneo di Tennis24-27 aprile:Visita in Gran Bretagna31 maggio-3 giugno: Convention e

Assemblea Generale ad Assisi

Volati più in AltoD.O.Boltri Lubano Rosanna - MilanoD.O. Crema Galati Raffaella - MilanoD.O. Discepolo Comodori Clara - MilanoD.O. De Notaris Cosma Maria - LecceCol . Profumi Amedeo - GenovaBr. Gen. Acquaticci Lanfranco - MilanoGen.D.A. Erti Ermanno - PadovaMag.Di Majo Angelo - RomaCap. Cifoletti Carlo - Milano

Il Corriere dell’Aviatore (numero 5-6/2013)ha riportato, a firma del Dott. AntoninoDi Vincenzo (Socio sostenitore ANUA), unampio e dettagliato articolo sull’iniziativada tempo sostenuta dalla Presidenza Nazio-nale, integrandolo con informazioni su al-cune realizzazioni, su aspetti economici edorganizzativi, nonchè sul Codice Etico della“Casa dell’Aviatore Senior”.Condizione necessaria per dare attuazioneall’iniziativa è la formalizzazione di almeno40 prenotazioni.Alla ripresa delle attività settembrine delnostro Sodalizio tale condizione non risultaancora soddisfatta. Appare pertanto opportuno richiedere aiSoci ANUA una riflessione su quanto pro-spettato, ritenendo la Presidenza correttol’annullamento dell’iniziativa se entro il 15novembre 2013 non perverranno adesioniai noti indirizzi delle Sezioni ANUA.

La “Casa dell’Aviatore Senior”un sogno...una speranza...la realtà

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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE UFFICIALI AERONAUTICA (ANUA) FONDATO NEL 1953 DA LUIGI TOZZIDirezione-Redazione-Amministrazione: 00192 Roma - Via Marcantonio Colonna, 25 - Tel. 0632111740

N. 9-10/2013

Una generosa realtà di uomini e mezziUna generosa realtà di uomini e mezzi

Componente elicotterisitica dell’AM

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