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Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIII - n.1 Marzo 2011 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, LO/MI - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 www.avisveneto.it. Numero 1 Marzo 2011 UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO Anche nel 2011 viene confermata la possibilità di devolvere il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis, compilando i modelli CUD, 730, UNICO. L’anno scorso, Avis Regionale ha devoluto l’intera somma incassata pari a € 10.481,00 alla ricerca scientifica fatta dalla “Fondazione Tes”, di cui Avis è socia fondatrice. Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta. Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalità. La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni. Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it. Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione prescelta. Grazie per la vostra firma. Avis Regionale Veneto - CF. 94019690265 Puoi devolvere il tuo 5 per mille anche alle sedi provinciali: Abvs Belluno CF. 8000364025 - Avis Padova CF. 92066810281 Avis Rovigo CF. 93003660292 - Avis Treviso CF. 94004610260 Avis Venezia CF. 82006570277 - Avis Verona CF. 93031180230 Marzo2011Cover:Cover_Dono&Vita 14-03-2011 10:33 Pagina 1

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Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

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Numero 1Marzo 2011

UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO

Anche nel 2011 viene confermata la possibilità di devolvere il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis,

compilando i modelli CUD, 730, UNICO.L’anno scorso, Avis Regionale ha devoluto l’intera somma incassata pari a € 10.481,00 alla ricerca scientifica fatta

dalla “Fondazione Tes”, di cui Avis è socia fondatrice. Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta.

Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalità.La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca

sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti

dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni.Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia

nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it.Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo

la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione

prescelta. Grazie per la vostra firma.

Avis Regionale Veneto - CF. 94019690265

Puoi devolvere il tuo 5 per mille anche alle sedi provinciali:Abvs Belluno CF. 8000364025 - Avis Padova CF. 92066810281Avis Rovigo CF. 93003660292 - Avis Treviso CF. 94004610260Avis Venezia CF. 82006570277 - Avis Verona CF. 93031180230

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Sommario

L’Editorialedi Alberto Argentoni pag.4

La pagina del direttoredi Beppe Castellano pag.5

Attualità trasfusionalePlasma italiano, si cambia? pag.6

Grazie all’impegno di tutti voi pag.8

Inchiesta: Uffici di chiamataPronto chi dona? Attraverso il Venetodella “chiamata” Avis pag.10

Dal Po al Cristallo, stessa armonia pag.12

Anno del VolontariatoMa la felicità viene solo dal Pil? pag.14

Eurispes e fiducia degli italiani: davanti a tutti il volontariato pag.15

Avis-Telethon 2010Un buon risultato, in divenire pag.16Progressi per la piastrinopenia pag.17

Musica nel sangue 2011Terza edizione, 58 scuole e boom diiscritti anche sul web pag.18

Pagine GiovaniForum nazionale con radioweb pag.19

Avis ‘verde’? Mettersi in gioco pag.20

Tante le iniziative 2011 pag.21

Extra... DonantiFratelli d’Italia, fratelli del mondo pag.22

IL “Bello” del VenetoNelle case di pietra dei trogloditi vene-ti: un giorno a Nanto da pag.23

Cooperazione internazionale-Missione in Ecuador e Bolivia pag.26

Dalla RegionaleAssemblea, corsi, convegni pag.27

Proemio SamaritanoLa vera Unità d’Italia ‘silenziosa’ pag.28

Le sette sorelleCronache associative dalle nostre provinciali Avis e dall’Abvs

Verona da pag.30

Belluno a pag.33

Venezia da pag.34

Treviso da pag.37

Vicenza da pag.40

Rovigo a pag.42

Padova a pag.43

Sport & Avis“Donare in bici” il 5 giugno torna a Sommacampagna pag.44

Andrea Poli: un campione “avisino” da Treviso alla Sampdoria pag.45

Veneto-Emilia: “gemellaggio dono”,nel calcio e football americano pag.46

Dono & Vita Anno XXXI - n° 1 - marzo 2011

Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue

e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Editore - Segreteria - AmministrazioneAVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso

tel. 0422 405088 - fax 0422 [email protected]

REDAZIONEVia Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078320 4784837

E-mail: [email protected]

Presidente Avis Regionale VenetoAlberto Argentoni

Responsabile stampa associativa AVIS Regionale:Nereo MarchiIdea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - VeronaFotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. A. (Vr)Stampa: Mondadori Printing - VeronaDiffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

LA REDAZIONEDirettore Responsabile:

Beppe Castellano - [email protected]

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione:Michela Rossato - [email protected]

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vice Direttore: Roberto Rossini

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS

BELLUNO: Manuel Pierobon; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro;VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser,Giorgio Scotto;VERONA: Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva.

Redazione giovaniManuela Fossa (VE), Marica Bonaventura (VE),Lucia Del Sole (VE), Giuseppe Morrone (TV),Fulvia Chiaro (VE), Bruno Gardin (VR).

Collaboratori fissi e rubricheBernardino Spaliviero, Francesco Magarotto,Roberto Rondin, Francesco Joppi, Giorgio Gobbo,Vilma Fabris.

Hanno collaborato a questo numero:Massimo Varliero, Gina Bortot, Filippo Cavazza,Michela Saviane, Dario Piccolo, Lucio Penzo,Giuseppe Aprili, Giorgio Lorenzini, Luca Zanetti,Manuel Pierobon, Orietta Guerrasio, Nevio BoscoloCappon, Francesco Lorenzon, Gino Foffano, IonideFin, Mattia De Poli, Francesco Gondola, AndreaPoli, Foxsport, Fotofilm Treviso.In copertina: foto di Nicolas Garzetta

Chiuso in fotolito il 7marzo 2010Il prossimo numero uscirà a giugno 2011

IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASOENTRO IL 30 APRILE 2011.

Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati a: REDAZIONE DONO & VITA

Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)[email protected]

oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso

[email protected] articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare

attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli.

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Il 150° anniversario dell’unità d’Italia, che ricorrequest’anno, è occasione di riflessione e bilanci.

Non volendo partecipare a stucchevoli polemiche oaddentrarci in riflessioni storiche, valutiamo solo ilsistema trasfusionale italiano. A beneficio deidonatori di sangue più giovani, dobbiamo subito direche è stato fatto un lungo e impegnativo percorso checi ha portato a degli indiscutibili risultati. Ne citodue per tutti: una legge (la 219/05) che è tra lemigliori al mondo, perché coinvolge a pieno titolol’associazionismo dei donatori volontari di sanguenella programmazione e nella gestione del sistematrasfusionale nazionale, il raggiungimento di unasostanziale autosufficienza nazionale per i globulirossi, basata sulla raccolta da donatore volontario,anonimo, periodico e associato. Dal punto di vistaassociativo, Avis è diventata la più grandeassociazione di donatori volontari del sangue inEuropa, ma soprattutto è una realtà sociale attiva e

radicata in ogni regione, quello che si dice un capitalesociale della nazione. Per contro, non abbiamoancora raggiunto l’autosufficienza nazionale inplasmaderivati e persiste una forte disomogeneità trai sistemi trasfusionali regionali. Avis ha sempre avutouna forte attenzione al contesto nazionale e anchenella sua politica interna ha sempre miratoall’unitarietà. Questo le ha permesso di avere unruolo molto importante nello sviluppo dell’attualesistema trasfusionale. Una unitarietà nazionale intesa come relazione trapari, responsabilità condivisa e obiettivi comuni. Imedesimi valori di solidarietà e volontariato,comunicati con un linguaggio comune e declinatisecondo le caratteristiche culturali e le opportunità diciascun territorio. In questo senso, “ha fatto scuola”il gemellaggio fra Avis Veneto e Avis Basilicata. Unaccordo associativo e poi anche di cooperazionesanitaria che, attraverso uno scambio di buonepratiche e un supporto trasfusionale mirato, haportato in pochi anni la regione Basilicata ad avereuna grande associazione e a raggiungere la pienaautosufficienza trasfusionale. Per questa metodologiadi cooperazione, credo che potremmo essere diesempio anche ad alcune Istituzioni politiche chefaticosamente cercano una strada verso il federalismoequo. Parlare, oggi, di unità nazionale è ancora piùattuale se si considera la recente promulgazione dei“Requisiti minimi per i servizi trasfusionali e per leunità di raccolta”. Si tratta di disposizioni chefaranno crescere la qualità e la sicurezza trasfusionalima che, soprattutto, uniformeranno lo standard sututto il territorio nazionale. Si tratta, però, di unpassaggio impegnativo. La mancanza diprogrammazione, le difficoltà economiche delleregioni e i tempi brevi imposti per questiadeguamenti rischiano di mandare in crisi il sistematrasfusionale nazionale, specie per quanto riguarda ilsettore del plasma e dei plasmaderivati. In Veneto lasituazione è piuttosto rassicurante: il percorso diautorizzazione dei servizi trasfusionali si è giàconcluso e quello per l’accreditamento è in corso.Dovremmo poter completare l’iter richiesto entro laprima metà del 2012, tra i primi in Italia. Rimane,però, sempre attuale il nostro obiettivo di contribuireall’autosufficienza nazionale e questo significaprogettare e collaborare in un contestointerregionale.“La diversità esprime un pluralità di qualità”

Alberto Argentoni, presidente Avis regionale

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Unità nazionale, relazione fra pari

Ogni anno, praticamente, non lo guardo mai.Quest’anno, invece, per puro caso mi è capitato

di darci un occhio, a pezzi e bocconi, un paio di sere.Visione non cercata, ma decisamente fortunata. Di cheparlo? Ma di Sanremo. Non la ridente città, ma ilmitico Festivàl. Visione fortunata? Sì, perché sonocapitato davanti alla TV, guarda caso manco sapevo cifosse, proprio per il monologo di Benigni sull’Inno diMameli. Poi in altra serata (o era lo stessa?) un ulterioreflash sulla canzone revival di Toto Cotugno, quellacon tanti nostri giovani da ogni città... d’Italia a fareil coro. Infine sono capitato - ma stavolta su Youtube- su una canzone e un (canta)autore “ripescati” dallagiuria dei giornalisti. Canzone e autore che poi hannostra-vinto. In questi tre momenti un filo conduttoremi ha “ricucito” fra loro le sinapsi dei neuroni. E hopensato... all’Avis. Fissato, vero? Tutti i tre momentidescritti, infatti, mi hanno reso ancora fiero di essereitaliano. Nonostante tutto. Benigni con il suo intervento-lezione di storia eletteratura, mi ha fatto sentire l’orgoglio del nostropassato. Perché è vero che molto, molto prima checome nazione “politica”, l’Italia era una (e “unica”)per la sua cultura, la sua arte, la sua storia, la conoscenzache l’ha resa “bella” per il mondo. E lo è ancora,nonostante tutto.

Quei ragazzi che accompagnavano “Sono un italiano”di Cotugno, invece, mi hanno fatto riacquistare un po’più di fiducia nell’Italia del futuro. Perché lì è il futuro,nella conoscenza reciproca. Oltre ogni barriera, ognicolore, ogni modo di vivere e pensare, oltre ognireligione diversa o credo ideologico. Quei nuovi,giovani, cittadini italiani di ogni pelle e provenienza“paterna” (da cui deriva il termine “Patria”) sono forseil vero paradigma dell’unità, ancora una volta, culturaledi un popolo: il nostro. Un popolo che la culturadell’accoglienza e della solidarietà ce l’ha nel dna dasempre. Nonostante tutto.È anzi la stessa Cultura tout court che non può nonderivare da quella. La canzone vincitrice, infine. Esoprattutto chi l’ha scritta e interpretata: un professoredi greco e latino al Liceo. Uno che dalle parole satrarre e comunicare il significato vero, quello che restadentro. Altro che noi, frettolosi (e a volte “fritolosi”),giornalisti. E fino a quando a “vincere”, perfino aSanremo stavolta, saranno le parole figlie dallaconoscenza e non dall’ignoranza, ebbene c’è da crederciancora in questa Italia. Unita, nonostante tutti. Che c’entra l’Avis in tutto ciò? Passato, presente efuturo di questa associazione, oltre che il suo stesso dna,direi che parlano da soli. Con parole di “conoscenza”,del prossimo, prima di tutto. B.C.

TvPressing è la squadra di calcio dei giornalisti trevigiani,capitanata da Tiziano Graziottin (nella foto) caporedattoredel Gazzettino di Mestre. Più di cento le partite amichevoliper beneficenza disputate dal 2002. Dal 2003 TvPressingporta sulla maglia il logo Avis, e con orgoglio. Ma ecco lamini-corrispondenza dal Marocco dello stesso Tiziano. “L'Avis va forte anche in Marocco con TvPressing. Invitati dalleassociazioni marocchine della Marca, a fine febbraio abbiamopassato 5 giorni tra Casablanca e Rabat dove abbiamo visitatoParlamento, moschea (e chiesa cattolica: la reciprocità nell'Islammoderato c'è, eccome), centri di iniziative sociali dedicate adisagiati, orfani, donne senza lavoro. La situazione del Paese ètranquilla. A differenza delle altre nazioni del Nordafrica ilMarocco ha intrapreso da un decennio un percorso di progresso,riforme sociali e riconoscimento dei diritti civili. Un bel viaggiocon partita finale contro i colleghi del Marocco: è statal'occasione per sfoggiare la nuova maglia, sempre col logo Avis!Ciao a tutti. Tiziano Graziottin

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Nell’anno del 150° dell’Italiaunita, la vera unità è la conoscenza

Giornalisti di TvPressing,cronaca dal Marocco con Avis

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Negli ultimi mesi molte cose sono cambiate ealtre sono all’orizzonte nel panorama del pla-

sma italiano. Stanno venendo al pettine alcuni nodiirrisolti e alcune scadenze ineludibili, che portanocon sé discussioni e screzi per oggettive divergenze diopinioni e talora anche di interessi.

Che cos’è e come è nato AIPL’AIP è nato il 27 ottobre 1998 per decisione quattroRegioni e 2 Province Autonome, si è allargato poi adaltre 5 Regioni. Dall’atto fondativo esso è “finalizza-to all’aggiudicazione dell’appalto interregionale per ilservizio relativo al ritiro, trasferimento nello stabili-mento di lavorazione, trasformazione del plasma pro-dotto dalle strutture trasfusionali delle Regioni eProvincie e produzione, stoccaggio e consegna di emode-rivati”. L’AIP conta oggi 11 aderenti, nei cui territo-ri abitano quasi 20 milioni di cittadini, che donanocirca il 45% del plasma nazionale conferitoall’Industria farmaceutica per ottenerne i farmaci pla-smaderivati. Nel 2010 il plasma inviato alla Kedrion (l’aziendaitaliana che lavora il plasma nazionale) ha raggiuntola notevole cifra di 324.000 kg., (+5% sul 2009).Ma, come recita l’art. 2 dell’Accordo: “Tutti gli effet-ti decorrono a partire dalla data della sua sottoscrizionee sono destinati a cessare contestualmente a partire dalladata di risoluzione del contratto d’appalto di cui sopra”.

Gara d’appalto europea ormai in vistaLa gara d’appalto fu vinta all’epoca necessariamentedalla Kedrion, unica azienda ad avere i requisiti pre-

visti dalla normativa. Ma da allora è cambiata la nor-mativa europea che impone regole alle quali la leggeitaliana deve adeguarsi; il recepimento normativo èalla conclusione e si prevede che nella primavera del2012 si potrà svolgere la gara europea interrompen-do la sequela di proroghe annuali del contratto incorso. Alla gara parteciperanno almeno altre duegrandi aziende farmaceutiche, in un confronto chesarà difficile e aspro.

Il Plasma Master FileIl concetto di Plasma Master è stato introdotto dallaDirettiva 2003/63/CE del 25 giugno 2003 dellaCommissione Europea, che ha modificato la diretti-va 2001/83/CE del Parlamento e del Consigliorecante un codice comunitario relativo ai medicinaliper uso umano. Tenendo conto che la stessa “materiaprima plasma” è utilizzata per più medicinali e che,di conseguenza, una parte consistente del dossier diAutorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC)può essere comune a diversi medicinali derivati dalplasma, la Commissione Europea ha semplificato leprocedure per l’approvazione dei plasmaderivati,introducendo il concetto di Plasma Master File(PMF). Il PMF è una documentazione a sé stanteseparata dal dossier di autorizzazione all'immissionein commercio, che fornisce ogni dettagliata informa-zione pertinente alle caratteristiche di tutto il plasmaumano utilizzato per la fabbricazione di medicinali.Ogni Industria di lavorazione di plasma umano devepredisporre e tenere aggiornate il complesso di infor-mazioni dettagliate e pertinenti cui si riferisce ilmaster file del plasma. La normativa sul PMF non èmai stata applicata al plasma italiano. Trattandosi diplasma destinato a produrre farmaci, proprietà delleRegioni che lo consumano direttamente nei propriospedali, e quindi non destinati alla vendita, si è pro-ceduto senza costituire tutta la documentazione pre-vista a livello europeo per il plasma commerciale. Mal’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha chiarito checosì non si sarebbe dovuto fare e comunque non sipotrà più fare.

La particolare situazione italianaLa bella intuizione del “Conto Lavoro”, nata in Italiae imitata altrove, si basa sul mantenimento della pro-prietà del plasma da parte delle Regioni proprietariedel Sistema trasfusionale pubblico che lo ha raccol-to; esse quindi ricevono i farmaci plasmaderivatiottenuti come da specifiche del capitolato di garapagando all’Industria solo la lavorazione del Plasma.Ciò consente un importante risparmio di denaro (ladifferenza fra l’acquisto dei farmaci commerciali diimportazione ed il costo della sola lavorazione indu-striale), tanto più che il 74% del plasma conferito è

Come cambierà il “plasma italiano”

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ottenuto per separazione dalle unità di sangue intero,le sacche donate dai donatori per soddisfare le cre-scenti esigenze di trasfusioni di globuli rossi da partedegli ammalati. In pratica 3/4 del plasma conferitoviene obbligatoriamente raccolto con le donazioni disangue intero ed il suo costo comunque sarebbesostenuto dalle Regioni anche se poi lo dovesseroparadossalmente distruggere. In questo modo leRegioni e gli ammalati italiani hanno avuto a dispo-sizione farmaci sicuri, frutto del lavoro e della gene-rosità degli italiani, in un sistema basato sul dononon remunerato, etico e direttamente controllato,risparmiando anche parecchio denaro: un piccologrande capolavoro.

Approvata la normativa sui Requisiti minimi e sulle visite dei Valutatori

Il 16 dicembre scorso la Conferenza Stato-Regioni hainfine approvato la normativa sui requisiti minimidelle strutture trasfusionali e sulle visite ispettive,recependo in sede italiana la normativa europea, pre-supposto per giungere alla costituzione del PlasmaMaster File italiano avviando un percorso di allinea-mento che dovrà concludersi entro il 31.12.2014.Ragion per cui le gare europee del 2012 vedranno leRegioni italiane in mezzo al guado nel percorso pre-visto, alcune più avanzate, altre meno, procedendocomunque secondo tappe concordate a livello nazio-nale da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e CNS(Centro Nazionale Sangue). E’ una situazione inedi-ta e transitoria che sta impegnando tutti i responsa-bili nazionali e regionali e che i dirigenti delVolontariato stanno seguendo con molta attenzione eprudenza nel suo concreto sviluppo. Dopo il 2014 oil plasma rispetterà tutte le norme sulla documenta-zione e sulle ispezioni previste dalla normativa euro-pea, o non potrà nemmeno varcare i cancelli di unaqualunque industria farmaceutica: in pratica dovràessere distrutto. Come si può capire non si discutedella qualità del plasma italiano, che sappiamo nontemere i confronti ed i controlli internazionali, etanto meno della sicurezza dei farmaci plasmaderiva-ti, ma del rispetto delle norme europee stabilite pergarantire gli ammalati sul rispetto degli standard diqualità e sicurezza dei farmaci ottenuti dal plasmaraccolto, in particolare nei centri trasfusionali com-merciali diffusi nel resto del mondo, dove non è ildono ma la vendita di sangue e plasma a essere pre-valente.

Il bilancio di AIP: successi e limitiÈ dunque tempo di iniziare a tracciare il bilancio diAIP, anche perché bisogna trarre dall’esperienza fattale necessarie indicazioni per il futuro capitolato digara. E’ indubbio il grande successo di AIP nell’aver

ottenuto un incremento importante del conferimen-to del plasma ad uso industriale: praticamente siamoall’autosufficienza per tutte le frazioni plasmaticheprodotte: Albumina, Immunoglobuline aspecifiche,FVIII, FIX, Complesso Protrombinico eAntitrombina III. Manca poco solo per leImmunoglobuline. Inoltre nell’area di AIP apparepiù appropriato, meglio governato, l’uso dei farmaciplasmaderivati, a partire dall’Albumina, anche seovviamente si può fare meglio. Tuttavia si sono accu-mulate importanti giacenze di FVIII e non si riesce acollocare all’esterno dell’area AIP gli emoderivatieccedenti: la cessione verso le Regioni carenti, ancor-ché vantaggioso per quelle che si approvvigionano sulmercato internazionale, non può essere attuato ancheper la mancanza di tariffe di scambio deliberate dallaConferenza Stato-Regioni. La distribuzione fuoridall’Italia ci è consentita solo nell’ambito di progettidi cooperazione internazionale. Il limite maggiore diAIP è dunque stato quello di non aver saputo o potu-to promuovere il farmaco nazionale in conto lavoro,né verso le Regioni carenti, con la costruzione delSistema Paese, più volte invocato, né verso i medicicuranti prescrittori e gli ammalati che in parte tutto-ra preferiscono farmaci commerciali. In particolare lasituazione di inerzia riguarda il FVIII dove alla com-petizione con i prodotti commerciali si aggiunge lacompetizione con il FVIII ricombinante.

Le prospettive per il nuovo AIP 2: il nuovo capitolato di gara

Sarebbe opportuno chiarire già alcuni aspetti. Lanecessità di qualificare i prodotti in conto lavorodovrebbe prevedere la loro facile riconoscibilità, apartire da AIC (Autorizzazione all’Immissione inCommercio) specifica per il prodotto di AIP2 e ladichiarazione della filiera del plasma con la qualificadi “farmaco etico”” perché ottenuto SOLO da dona-tori non remunerati. Questa autorizzazione, rilascia-ta da AIFA (Agenzia Italiana per il Farmaco), è obbli-gatoria per qualsiasi farmaco che viene distribuito inItalia, sia dalle farmacie territoriali che negli ospeda-li. Attualmente viene utilizzata l’AIC di proprietàdell’Industria Kedrion e acquisita per la produzione edistribuzione del prodotto commerciale di Kedrion.Si tratta cioè della medesima AIC sia per il prodottonazionale in Conto Lavoro, sia per il prodotto com-merciale ottenuto con plasma di importazione apagamento. Questa situazione genera ambiguità e haconsentito alcune anomalie amministrative: andreb-be superata ottenendo una AIC specifica per il “far-maco etico” da donatore non remunerato, dichiaran-do anche l’area geografica di raccolta del plasma e leautorità regionali competenti sulla raccolta stessa.

A cura di Bernardino Spaliviero

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interventi chirurgici e terapie mediche innovative,ma con necessario supporto trasfusionale, porta adun necessario e progressivo incremento delle dona-zioni di sangue per il quale è necessario attrezzarsi.

Migliorare l’indice donazionaleSenza ridurre l’impegno a trovare nuovi donatori,soprattutto fra i nostri giovani, è però necessario otte-nere una maggiore frequenza delle donazioni daparte di chi è già donatore. In questo è ampiamentedimostrata l’utilità degli Uffici di chiamata, gestitidirettamente dai volontari Avis, con colloqui telefo-nici diretti con i donatori. Essi sono presenti già subuona parte del territorio veneto, ma vanno genera-lizzati. La rete degli Uffici di chiamata deve copriretutto il nostro territorio, è un investimento sulle per-sone e sulla qualità del rapporto diretto con il singo-lo donatore di sangue che ovunque viene realizzatodà buoni frutti.

Introdurre al dono i nuovi cittadiniÈ la sfida più importante soprattutto in prospettiva.La persone che risiedono ormai stabilmente inVeneto, provenendo da molti paesi di ogni parte delmondo soprattutto negli ultimi 10 anni, hannoormai superato la soglia del 10% della popolazioneveneta. Sono persone che concorrono a pieno titoloalla costruzione del benessere diffuso presente nellanostra regione, nonostante la crisi economica che cipreoccupa tutti, con riguardo particolare al futurodelle nuove generazioni. Queste persone sono media-mente più sane della nostra gente, altrimenti nonavrebbero avuto la forza ed il coraggio per migraredal loro paese d’origine, ma anche loro si ammalanoe hanno bisogno di trasfusioni. Inoltre esistono pro-blemi talora complessi ematologici che riguardano igruppi e sottogruppi sanguigni, con incompatibilitàe necessità di trovare donatori fra i loro connaziona-li. Inoltre rappresentano una ineludibile compensa-zione alla riduzione demografica sempre più rilevan-te delle nostre nuove generazioni, conseguente allacaduta della natalità. In molte parti d’Italia e delVeneto in particolare, si stanno realizzando incontri,convegni e iniziative mirate all’ingresso di questi

nuovi cittadini nella donazione del sangue secondo iprincipi etici della nostra associazione: dono anoni-mo, volontario, non remunerato, consapevole,responsabile, periodico ed associato. Gli inizi appaio-no promettenti nello spirito dell’integrazione com-pleta e solidale, anche con assunzione di responsabi-lità sociale nel nostro Paese. Un campo vasto e nuovoche tutti insieme dobbiamo e vogliamo arare.

Bernardino Spaliviero

Grazie all’impegno di voi tuttiIdati preliminari a consuntivo del 2010 ci dicono

che è andata bene, consentendoci un buon recupe-ro sul difficile 2009. Siamo stati in parte fortunati,perché la temuta pandemia di influenza di inizio2010 alla fine non c’è stata, ma nel complesso è legit-timo dirci che siamo stati bravi. Abbiamo ottenutoun significativo +3,3% delle donazioni di sangue,superando anche l’obiettivo programmato del +3%.Tutti, in ogni parte del Veneto, hanno aumentato ledonazioni, con impegno davvero grande di ognistruttura Avis, dalla più piccola Comunale, alla piùstrutturata Provinciale.Anche le strutture trasfu-sionali hanno profuso unimpegno non indifferen-te, consentendo ai donato-ri, senza aumenti di perso-nale, di incrementare le donazioni. Insomma ilSistema Trasfusionale veneto ha riassorbito l’impattodel vistoso incremento dei consumi che si era verifi-cato, inaspettato, nel 2009, con un aumento delletrasfusioni agli ammalati del 6,3%, quasi 14.000 sac-

che in più. In effetti all’allarme generale lanciato inVeneto all’inizio del 2010 ha fatto seguito oltre albuon recupero delle donazioni anche un rallenta-mento dell’incremento dei consumi, aumentati nel2010 “solo” dello 0,4%, “appena” 844 sacche.

Recuperato il margine operativoPer garantire la tranquillità trasfusionale bisogna chenelle emoteche dei nostri ospedali ci siano sempredelle scorte sufficienti, che vanno continuamenteavvicendate perché dopo 40 giorni le sacche di ema-

zie scadono. L’insiemedelle scorte rappresenta ilmargine operativoimportante in situazionidi emergenza imprevedi-bili. Dall’esperienza degli

ultimi 15 anni possiamo ritenere che nel Veneto que-sto margine operativo si aggira intorno alle 10.000unità di sacche all’anno. Nel 2009 eravamo scesisotto le 9.000, ma nel 2010 siamo ritornati sopra le17.000, recuperando quindi una sostanziale stabilità.Queste scorte non vengono mai perdute perché ilVeneto attraverso meccanismi convenzionali suppor-ta aree carenti del nostro Paese. Le cessioni extraVeneto, il nostro contributo all’autosufficienza nazio-nale, che si era necessariamente ridotto nel 2009, èincrementato nel 2010 arrivando a 14.238 sacche.Una bella, buona e legittima soddisfazione.

Il 2011: obiettivo +2%Non abbassare la guardia. E’ previsto un ulterioreincremento dei consumi e quindi è stato program-mato un +2% delle donazioni. L’anno 2011 è inizia-to male, con l’epidemia influenzale che porta con séun incremento delle trasfusioni agli ammalati insituazioni critiche e un cale delle donazioni perchéanche i donatori se la pigliano (l’influenza). Il com-binato dell’invecchiamento della popolazione e delmiglioramento progressivo della qualità sanitaria con

“Centrato” l’obiettivo 2010,obiettivo per quest’anno +2%

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Dall’Alpi fin fra i due grandi fiumi, dallaGiorgion magione fin alle Lanerossi...

No, non è una parodia del “5 maggio” del Manzoniin chiave veneta. È solo, molto più prosaicamente, lasintesi di alcuni “punti chiamata” delle nostre Avis eAbvs che siamo andati a scoprire o che ci siamo fattiraccontare. Certo, perché di programmazione, dirazionalizzazione, di nondissipare il dono dei nostriavisini e di trattarli ilmeglio possibile prima,durante e dopo la dona-zione se ne parla spesso.Anche su queste pagine. Gli Uffici di chiamata asso-ciativi che - come leggiamo nelle pagine precedenti -molto contribuiscono a centrare anche gli obiettividella Sanità regionale, però, erano un po’ “sconosciu-ti” anche per noi della redazione. Figurarsi per unagran fetta dei nostri lettori, nelle cui realtà localiancora non funzionano... E così abbiamo voluto“toccare con mano” la realtà dei due “Uffici provin-ciali di chiamata” attualmente funzionanti in Veneto:Belluno e Rovigo. Ma non solo. Anche due Uffici dichiamata comunali (o intercomunali) come Schio eCastelfranco Veneto sono finiti sotto la lente.L’obiettivo? Capire come funzionano e, soprattutto,

sentire dalla viva voce dei protagonisti (i donatori) seessere “sollecitati” in tal modo è un fastidio o unbeneficio anche per loro. Se possono essere scontatela laude degli operatori sanitari, che possono lavorarein modo più programmato e quindi e con menostress da “affollamento”, non davamo certo per scon-tato anche quelle dei diretti interessati: i nostri dona-

tori. C’è chi, infatti,anche fra i dirigenti avisi-ni afferma - è in alcunicasi ci può essere forseanche un fondo di verità -che “il donatore, se lo si

“inquadra” troppo, può perdere la spinta “volontaristi-ca” sentendosi solo parte di un meccanismo”. Ma iniziamo, proprio con le parole di un “tris” didonatori (di età e percorsi diversi) al Centro trasfu-sionale di Belluno, una qualsiasi mattina di gennaio.Alberto De Bortoli, donatore da 6 anni, convinto daun amico: “Con l’ufficio di chiamata, donare è tuttaun’altra cosa. Prima, quando venivo a donare, perdevoanche tre ore, ora un’oretta al massimo”.Alfredo De Bona, 50 anni, donatore da 20 anni,convinto da un amico: “Con il passare del tempo, hovisto migliorare molto il sistema della prenotazione.Negli ultimi anni si è passati dalla cartolina alla chia-mata telefonica, che a mio avviso è un grande passo inavanti. Lo ritengo un ottimo sistema, perché non ci sidimentica di donare e si dona quando c’è bisogno, senzaspreco di sangue. Attendo la chiamata”.Silvia D’incà, 26 anni, diventata donatrice 8 anni faassieme ad un’amica: “Ho cominciato con il vecchiosistema, ma quello della prenotazione e della chiamatatelefonica è decisamente migliore. Io attendo che michiamino, così sono sicura di potermi organizzare pertempo al lavoro e di donare quando c’è effettivamentebisogno”. Tempo risparmiato, niente “amnesie”, sentirsi davve-ro utili quando c’è bisogno ed essere certi che il pro-prio sangue serva tutto. Un “controcanto” che, purspostandosi di circa 200 chilometri, si ascolta anchein Polesine. Centro trasfusionale di Rovigo, una set-timana dopo, direttamente sul lettino.

Bellino Bertaglia, 52 anni, donatore da 30: “Mitrovo bene con la chiamata telefonica, perchè vengoquando mi chiamano, non mi dimentico di donare, miorganizzo la giornata, posso spostare la donazione se houn imprevisto senza mettere in difficoltà nessuno”.Sulla migliore organizzazione del “proprio” tempo,concorda la vicina di “dono” Maria Enza Massari,36 anni, donatrice da 7: “Mi trovo molto bene conquesto sistema di chiamata. Concordando giorno e ora-rio in base alle proprie esigenze, ci si organizza il lavo-ro e il proprio tempo. Non c’è confusione al momentodella donazione, non si spreca tempo né sangue”. Eauspica pure l’esportazione, del metodo, non dellegià migliaia di sacche che da Rovigo vanno a Padovae anche fuori regione ogni anno: “Mi auguro viva-mente che questo sistema possa essere adottato anche daaltre parti, perché lo ritengo un valido aiuto ai donato-ri”. Solidarietà avisina a tutto tondo... è proprio unaquestione di Dna. Come Michelangelo Maugeri, 26anni, donatore da poco che non nasconde l’atavicotimore dell’ago, ma... “Confesso di essere molto spaven-tato ad ogni appuntamento con l’ago, ma mi faccioforza perché ritengo il dono un dovere civile. Quandomi chiamano vengo, perché significa che qualcuno ha

bisogno. Il sistema dellachiamata evita sprechidi tempo per noi dona-tori e di sangue per chilo raccoglie e lo utiliz-za. Secondo me è unottimo sistema”. Dalla pianura, ci spo-stiamo ancora verso leDolomiti, per trovareun’altra “matricola”del dono. Si tratta diGiorgia Meneghel,33 anni, donatrice da6 mesi. È stata con-vinta dal fidanzato eanche “in famiglia”,avendo il nonnodonatore: “Sono alle

prime donazioni e mi trovo molto bene con questo siste-ma di chiamata, perché mi posso organizzare la giorna-ta senza perdite di tempo”. Affermazione che varrebbeun sms per i tanti giovani indecisi proprio per pauradi perderne troppo... di tempo. Ancora Dono & Vitaa portata di mano,sempre a Belluno,anche per AndreaCaproni, 39 anni,donatore da sette. A convincerlo a donarefu il cognato:“Trovopositivo il sistemadella chiamata telefo-nica, perché fa rispar-miare tempo. Un po’d’attesa c’è, ma rispet-to al passato si èmolto ridotta”. E chiudiamo, ma solo per quantoriguarda i pareri dei donatori, nel Centro trasfusiona-le della città che diede il nome al “mare” dellaSerenissima: Adria: Cristian Matta, 35 anni, dona-tore da 8: “Il sistema della prenotazione e chiamatatelefonica mi piace, perché risparmio tempo e posso esse-re utile a chi ha bisogno in un giorno e orario che siadatta alle mie esigenze. Sono sempre aggiornato sull’in-tervallo di tempo trauna donazione el’altra e così non mela dimentico. Cosìcome sono aggiorna-to sulle ultimenovità grazie all’in-vio delle email. Sonodiventato donatoreper dare una manoal prossimo e conquesto sistema mitrovo meglio io donatore, ma lavora meglio anche il per-sonale, che ringrazio perché è sempre disponibile”. Finqui le “voci” dei donatori, girando pagina vediamocome funzionano gli Uffici di chiamata con il pareredi dirigenti e medici.

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Pronto, chi dona?Attraverso il Venetodella “chiamata” Avis

Un vero “coro” nord-sud su quanto è bello “scegliere”

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(Fonte: Istat)

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Da Rovigo a Belluno, due “modelli operativi”diversi, ma la sostanza per i donatori - ma

soprattutto per gli ammalati che ne hanno bisogno -non cambia. Vediamo nei particolati.L’Ufficio di chiamata dell’Avis provinciale di Rovigopermette di effettuare una raccolta di sangue attentaa evitare gli sprechi e garantisce la sinergia fra l’Avis ele strutture sanitarie che effet-tuano e gestiscono la raccolta disangue. È previsto dallaConvenzione stipulata dall’Avisprovinciale di Rovigo edall’Azienda Ulss 18, responsa-bile del Dipartimento di medicina trasfusionale(Dimt), unico per tutta la provincia di Rovigo ediretto dal dottor Rocco Potenza. A gestire il servizioè la stessa Avis provinciale, per conto delle Aviscomunali che vi aderiscono: Adria, Ariano nelPolesine, Arquà Polesine, Badia Polesine, Bagnolo diPo, Bergantino, Boara Polesine, Bosaro, Buso diRovigo, Canaro, Castelguglielmo, Castelmassa,Ceneselli, Ceregnano, Concadirame, Costa diRovigo, Crespino, Ficarolo, Fiesso Umbertiano,Frassinelle, Fratta Polesine, Gaiba, Gavello,Granzette, Guarda Veneta, Lendinara, Lusia,Mardimago, Occhiobello, Pincara, Polesella,Pontecchio, Porto Tolle, Rosolina, Rovigo, Salara,San Bellino, San Martino di Venezze, Santa MariaMaddalena, Stienta, Trecenta, Villadose,Villamarzana, Villanova del Ghebbo, VillanovaMarchesana. L’Ufficio di chiamata contatta i donato-ri, invitandoli a effettuare la donazione e fissandocon loro la data, effettua le chiamate nel rispetto deitempi previsti tra una donazione e la successiva, effet-tua le chiamate in funzione della necessità di sangue

e dei gruppi sanguigni, segnalata dal Dipartimentointeraziendale di medicina trasfusionale. Dispone diun operatore (uno a tempo pieno, due a part time)per ciascuno dei Centri di raccolta del sangue, vale adire i Centri trasfusionali degli ospedali di Adria,Rovigo e Trecenta. Garantisce l’effettivo impiego delsangue per la salute e la cura di chi ne ha bisogno, il

tempestivo coordinamento deidonatori in caso di emergenze disangue, la copertura del fabbiso-gno di sangue per gli ospedalidel Polesine (insieme all’espor-tazione in altre regioni italiane)

e la prevenzione di situazioni di crisi, l’accesso adAvisNet Web (per le Avis comunali aderenti). Unsistema che consente tra l’altro: il monitoraggio delledonazioni di sangue per Avis comunale, l’elaborazio-ne di statistiche relative ai donatori e alle donazioni,il reperimento di informazioni utili alla compilazio-ne annuale della modulistica associativa, il calcolodelle benemerenze per i donatori, i rimborsi chilome-trici per i donatori e la copertura assicurativa in casodi infortunio del donatore, anche “in itinere”, graziealla tracciabilità della chiamata. Una “chicca” che farà piacere a tutti i donatori è sicu-ramente il dato fornitoci dal dottor Potenza, diretto-re del Dipartimento trasfusionale provinciale, con ampia soddisfazione del presidente MassimoVarliero: “Commentare come “funziona” questa colla-borazione così stretta? - dice il dottor Potenza - Bastaquesto dato? Nel 2010 sono andate scadute “ben” 13sacche di emazie, su 21.763 raccolte complessivamente.Questo grazie al meccanismo ormai collaudato e perfet-tamente oliato che abbiamo costruito insieme all’Avis”.E che contribuisce notevolmente, tra l’altro, all’auto-

sufficienza regionale e nazionale con oltre 3milasacche. Si cambia provincia, ma la “musica” non cambia.A Belluno, infatti, oltre il 95% dei donatori Abvsdonano ormai su prenotazione del giorno e dell’o-ra. E anche qui le sacche scadute sono pratica-mente... zero. Questo grazie alle oltre 40milatelefonate annue che partono dalla sede Abvsposta - quasi a “guardia” - proprio all’entratadell’Ospedale del capoluogo. Il primo “embrione”del sistema nacque, facendo di necessità virtù,verso la fine degli anni ’90. Vi furono infatti gros-si problemi a far donare in loco - senza un’oppor-tuna programmazione che evitasse un surplus“inutile” - i numerosissimi soci dell’Agordino edel Cadore. Numerosi, come si può ben immagi-

Dal Po al Cristallo, stessa “armonia”

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Al centro i malati e i lorobisogni, senza sprechi

Coordina oltre tremila donatori l’Ufficio di chiama-ta gestito dall’Avis comunale di Castelfranco

Veneto (foto sotto). Tra i primi ad attivarsi sul territorioregionale, di particolare ha almeno quattro aspetti: fun-ziona da oltre un decennio, coordina dieci Avis, si trovaall’interno dell’ospedale (alla sede dell’Avis, adiacente ilCentro trasfusionale) ed è interamente affidato a volon-tari. Tre gli avisini che dal lunedì al venerdì, dalle ore 15alle 18, ma in alcuni periodi anche al sabato e anche inorario serale, effettuano le chiamate dei soci. “Il nostroufficio di chiamata è gestito dall’Avis di Castelfranco, macoordina un totale di dieci Avis comunali della zonaCastellana - spiega il presidente, Diego Peloso - che tra-dotto in numeri significa, oltre ai 1.600 soci nostri, anchei soci di Albaredo, Altivole, Castello di Godego, Cavasagra,

Loria, Resana, Riese Pio X, Vedelago e San Vito d’Altivole,per un totale di quasi 3.500”. La chiamata viene fatta aidonatori secondo due modalità: per richiesta da partedei medici (di solito per gruppi sanguigni che scarseg-giano o per programmazione) e per iniziativa dell’Avische sollecita i donatori che non donano da tempo o chehanno già superato la pausa tra una donazione e l’altrae ancora i giovani che hanno ottenuto l’idoneità allaprima donazione. “Secondo le necessità del Centro trasfu-sionale e le idoneità dei soci, le chiamate riguardano siasangue intero, sia plasma e piastrine - conclude Peloso -l’ufficio sollecita il donatore e lo invita a prenotarsi, indata e orario che più gli sono comodi, telefonando il mat-tino alla segreteria dell’Avis collegata al Centro trasfusio-nale”. Un lavoro di squadra che gli stessi donatori dico-no di apprezzare, perché “così ci ricordano sempre quan-do è tempo di donare - sottolineano alcuni donatori - esappiamo che il nostro sangue non va mai sprecato”.

Esperienza molto simile è quella della “grossa”Comunale di Schio Alto Vicentino, dove nel 2010

sono state effettuate quasi 6800 donazioni all’OspedaleDe Lellis. Quasi tutte “regolate” - in particolare le afe-resi di cui vengono concordati giorno e ora con il dona-tore - dall’Ufficio di chiamata. Due i volontari che ognigiorno, in base alle necessità dell’ospedale, e non solo,chiamano i soci con criteri “mirati” programmando l’af-flusso. “Un metodo che funziona - ci dice GianfrancoSottoriva - con soddisfazione dei donatori”.

nare, furono anche i “mal di pancia” fra medici tra-sfusionisti e dirigenti Abvs. Tutto ormai superato. Eda parecchio. “Dal ’99 si cominciò a regolare l’afflussodei donatori dell’alto bellunese nelle Unità di raccolta diAgordo e Pieve - ci dice Gina Bortot - (con le plasma-feresi che, anche oggi, vengono effettuate tutte nelcapoluogo, ndr) - poi dal 2006, tramite la convenzio-ne con il Sit e l’Ulss, si estese anche al bellunese”. E oggifunziona coprendo ogni esigenza, non solo del Sit edell’ospedale, ma anche e soprattutto di ammalati(anche di Padova e della Sardegna) e donatori. Ce loconferma il dottor Stefano Capelli che coordina ilCentro trasfusionale di Belluno dall’inizio del 2010(dopo che il primario Gaetano Caloprisco è andatoin pensione) in stretto contatto con il dottorGiovanni Di Mambro, responsabile da Feltre del Dimtprovinciale. “Le eccedenze del 2010, rispetto ai bisognidel nostro ospedale - dice il dottor Cappelli - si sonoaggirate sul 40%. E 4000 unità siamo riusciti a inviar-le, tutte “mirate” sulle necessità dei pazienti, a Padova(2000) e Cagliari sulla base delle convenzioni in essere.E possiamo “rispondere” anche a eventuali emergenzeimprovvise. Cosa che non sarebbe mai possibile senzauna efficace programmazione e al gran lavorodell’Ufficio di chiamata associativo”. Il quale impiega

due operatrici a tempo pieno e una a part time. Checi illustrano come, tramite il continuo rapportotelefonico “i donatori si sentano davvero “parte” dell’as-sociazione, a volte raccontandoci anche dei problemifamiliari di tutti i giorni, quando per esempio non pos-sono venire nei giorni indicati, ma solo in altre date...”.E sul rapporto umano che si instaura e sui problemiche affliggono di più i cittadini-donatori, si potrebbe- da Belluno a Rovigo, da Treviso a Vicenza - giàimpostare un’altra, amplissima inchiesta. A partire daquello più sentito, da nord a sud. La mancanza dilavoro e di prospettive (soprattutto per i giovani) o lapaura di perdere quello che si ha già. Ma nonostantetutto, loro, continuano a pernsare al prossimo.

Servizi a cura di Michela Rossato e Beppe Castellano

Come funzionano nelle Avis più... “piccole”

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“Non possiamo misurare lo spirito nazionale sullabase dell’indice Dow Jones né i successi del Paesesulla base del Prodotto Interno Lordo. Il Pil com-prende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità dellesigarette. Comprende programmi televisivi chevalorizzano la violenza per vendere prodotti violen-ti ai bambini. Cresce con la produzione di missili etestate nucleari. Il Pil nontiene conto della salute dellenostre famiglie, della qualitàdella loro educazione, dellaqualità della loro educazione edella gioia dei loro momenti disvago. Non comprende la bellezza della nostra poe-sia e la solidità dei valori familiari. Non tiene contodella giustizia dei nostri tribunali né l’equità deirapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia néil nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostraconoscenza né la nostra compassione. Misura tutto,eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta”.

Robert Kennedy - discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University.

Come si misura la ricchezza di una nazione? Dacinquant’anni guardiamo al suo prodotto inter-

no lordo, la somma di tutti i beni e servizi prodotti edestinati a usi finali moltiplicati per il loro costo. IlPil, in questo modo, ignora tutte le realtà non econo-miche e le disuguaglianze tra le persone. Ma come lamettiamo con il tempo libero? L’aria pulita e gli ospe-dali che funzionano o le scuole che insegnano bene?Le attività ed i servizi svolti gratuitamente dai citta-dini riuniti in associazioni o dei familiari verso i più

giovani o gli anziani? Non sono anch’esse ricchezza?Non è ricchezza anche la felicità?Ecco allora alcune raccomandazioni elaborate in que-sti mesi in Francia per meglio valutare il benessere diuna nazione:• analizzare i redditi e il consumo piuttosto che laproduzione;

• rafforzare l’analisi della ric-chezza focalizzandola sul puntodi vista delle famiglie;• tenere conto dei patrimoni,per distinguere chi spende tuttosubito da chi risparmia produ-

cendo benessere futuro;• dare più importanza alla ripartizione dei redditi;• estendere gli indicatori alle attività non direttamen-te legate al mercato, come il pulire la casa o l’accudi-re i bambini;• migliorare la valutazione di sanità, educazione econdizioni ambientali;• valutare meglio le ineguaglianze tra le generazioni ei sessi;• valutare la sostenibilità del benessere;• stabilire indicatori precisi che quantifichino le pres-sioni ambientali.Negli ultimi 10 anni il Pil americano pro capite è cre-sciuto del 9%, ma il reddito del 50% più poverodella popolazione è diminuito di un ulteriore 4%. Le misure di performance economica e di progressosociale adottate ancora al giorno d’oggi, sono figliedella società industriale, di un mondo che non c’èpiù. Ce lo vuole ricordare anche il tema forte sceltoquest’anno dalla Comunità Europea, il Volontariato,

per portare all’attenzione dell’opi-nione pubblica le attività e la pre-senza dei volontari e il loro contri-buto alla società, creando una stra-tegia comprensiva che lo promuo-va, riconosca, faciliti e sostenga inmodo da realizzare la sua pienapotenzialità e valorizzandone i pro-gressi fatti finora. Più di 100 milioni di europei ditutte le età, convinzioni e naziona-lità, sono impegnati in attività divolontariato e, secondo alcunestime, tale settore rappresenta il5% del Pil delle economie nazio-nali dell’Unione Europea. Ma misurato come?Servizio a cura di Francesco Magarotto

Ma la felicità è data solo dal Pil?

La “ricchezza” non simisura solo con il denaro

Aproposito di “ricchezza” della nostra Italia, sonogli stessi nostri concittadini a confermare che i

più degni di maggior fiducia proprio quelli che sottoil profilo del Pil, quasi mai vengono considerati. Alprimo posto nella fiducia degli italiani, infatti, c’èproprio il volontariato. Secondo il rapporto Italia2011 di Eurispes (pubblicato il 28 gennaio scorso) leassociazioni che ogni giorno si impegnano sul frontedella solidarietà verso il prossimo sono capaci di rac-cogliere tra i cittadini italiani un indice di gradimen-to vicino all’80%. In questo “indice di gradimento”il volontariato “stacca” di parecchi punti le Forze del-l’ordine, per non parlare di Chiesa, Scuola e (ridotteal lumicino) le Istituzioni politiche. Brilla fra questeultime invece, e di luce abbagliante, il Presidentedella Repubblica. Giorgio Napolitano, infatti, è incontinua ascesa: 62% nel 2009, 67,9% nel 2010,68,2% nel 2011. È considerato una vera garanzia,evidentemente, per la Democrazia. Per quantoriguarda le Istituzioni repubblicane la Magistraturaottiene il 54% delle risposte positive. Sempre perquanto riguarda le Istituzioni, in fondo alla lista (mamolto in fondo) si piazzano il Parlamento - con il15% dei consensi - e ancor peggio il Governo.Quest’ultimo è letteralmente precipitato negli ultimi2 anni. L’anno scorso era al 26%, nel 2009 al 27%mentre oggi: “Solo il 14,6% si dichiara molto o abba-stanza fiducioso nel Governo; l’84,2% afferma di averepoca o nessuna fiducia e l’1,2% non sa esprimere ungiudizio al riguardo o non risponde”, si legge nel rap-porto Eurispes. Una vera “sicurezza” sono invececonsiderate le forze dell’Ordine, Benemerita in testa.I Carabinieri, per esempio, raccolgono il 72% di“abbastanza o piena” fiducia, mentre la Polizia si atte-sta sul 66% e la Guardia di Finanza 64%).Interessante notare il tasso di fiducia nelle forze diPolizia in genere è più alto al Sud, rispetto che alNord. E la Scuola (43,7%)? E la Chiesa cattolica(40%)? Bassine, e in discesa, ma non al livello diSindacati (21%) o Confindustria e associazioni diimprenditori (28,6%). Velo pietoso sui partiti politi-ci (tutti) che raccolgono solo il 7,1% della fiducia deicittadini. Ma tornando a noi e al volontariato, il datoEurispes può giustamente inorgoglire i volontari.

Dall’altro lato,però, contieneanche la granderesponsabilità dinon tradire atte-se e aspettativedegli italiani, specialmente in questo 2011 Annoeuropeo del volontariato. Dal sondaggio emerge chenel nostro Paese sono più di un milione i volontariattivi con continuità in enti e associazioni, mentresono più di quattro milioni coloro che operano indi-vidualmente e in modo discontinuo. A spiccare persenso di appartenenza al volontariato e alla "culturadel dono" sono - a sorpresa - soprattutto i giovani.Tra le fasce d'età maggiormente impegnate in attivitàdi volontariato c'è infatti quella dei ragazzi tra i 18 eil 19 anni (11%), con le ragazze in numero superio-re ai maschi. C’è da rifletterci su. Quanto alla distribuzione geografica, il Nord (con il30% di persone attive), supera il Centro e il Sud(attestate attorno al 20%). L’indagine Eurispes evi-denzia anche un volontariato che allarga i suoi oriz-zonti oltre i più tradizionali ambiti della sanità e del-l’assistenza sociale. Molti sono infatti gli italiani atti-vi che si occupano di protezione civile, tutela del-l'ambiente, del patrimonio storico artistico e difesadei diritti civili. Beppe Castellano e Filippo Cavazza

Eurispes e fiduciadegli italiani: davantia tutti il Volontariato

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In chi ripongono la loro fiducia gli italiani

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La ricerca scientifica finanziata da Telethon e daAvis continua a fornire ottimi risultati. Ne è un

valido esempio la scoperta della causa genetica di unarara malattia ereditaria dovuta alla forte carenza dipiastrine, gli elementi del sangue responsabili dell’ar-resto delle emorragie. Lo studio, pubblicatosull’American Journal of Human Genetics, è statocoordinato dal prof. Carlo Balduini,direttore della Clinica medica III dellaFondazione Irccs Policlinico “SanMatteo” e docente dell’Università diPavia. Lo studio ha avuto la collabora-zione di altri ricercatori storicamenteimpegnati con Telethon nello studio deidifetti della coagulazione, tra cui AnnaSavoia (Università Trieste-Irccs), BurloGarofolo, Marco Seri dell’Università diBologna e Silverio Perrotta dellaSeconda Università di Napoli. “Sonodieci anni che studiamo questa malattia -spiega Balduini - e la difficoltà più gran-de stava nel fatto che, a differenza diquanto accade in altre piastrinopenie ere-ditarie già note, le piastrine di questipazienti hanno un aspetto pressoché normale.Improvvisamente, quando per esempio sono sottoposti aun banale trattamento dentistico, continuano a perderesangue”. Nel mondo vi sono circa 20 tipologie di pia-strinopenie e alcune di esse sono presenti solo inpazienti italiani. Nello studio di queste patologie, laClinica medica III di Pavia è all’avanguardia e ognianno sono circa 25 i casi seguiti nel dettaglio. Pressoi suoi laboratori è stato, inoltre, istituito dal 2006 ilRegistro italiano per la Malattia MYH9-correlata. Ilregistro, consultabile all’indirizzo www.regi-stromyh9.org, vanta, infatti, la più ampia casistica almondo di pazienti caratterizzati per la loro specificamutazione genetica (circa 200 casi in tutto). “La nostra ultima scoperta - prosegue Balduini - eramolto difficile da diagnosticare, perché non sapevamo difatto che cosa andare a cercare. Questo ha fatto sì che inpassato molti pazienti abbiano ricevuto trattamenti nonsolo inadatti, ma anche dannosi con terapie a base dicortisone o subendo l’asportazione della milza.L’identificazione del gene responsabile - Ankrd-26 -segna quindi un punto di svolta per questi malati”.Chi soffre di questa malattia del sangue è apparente-mente sano, ma nel caso di traumi e interventi den-tistici può andare incontro a sanguinamenti improv-visi e abbondanti, talvolta così pericolosi da metterein pericolo la stessa esistenza. Le donne, inoltre, sono

ulteriormente a rischio quando partoriscono o addi-rittura nel corso del ciclo mestruale mensile. Il pros-simo passo è comunque chiarire quale sia la funzionedel gene Ankrd-26, ancora poco nota. Da Balduiniarriva un ringraziamento sincero a Telethon ed Avis:“Noi abbiamo finanziamenti dal 2000. Senza questosupporto, non avremmo potuto fare davvero nulla. Oltre

alle scoperte su Ankrd-26 e rimanendo sempre nell’am-bito delle piastrinopenie, ricordo che nel 2010 abbiamoprovato per la prima volta un farmaco per via orale,chiamato eltrombopag, che nell’80% dei casi alza illivello delle piastrine e fa cessare il sanguinamento. Sitratta di una scoperta davvero molto importante. Inquesto modo, i pazienti che devono essere sottoposti atrattamento chirurgico, una volta ingerita la pastiglia,non necessitano più del cospicuo numero di trasfusionidi cui avevano bisogno in passato e le sacche raccolte pos-sono essere utilizzate per altri bisogni clinici”.

A cura di Filippo Cavazza,

Ufficio stampa Avis nazionale (da Avis SOS, marzo 2011)

Anche l’ultima edizione della maratona Telethon hariscosso successo e ha trovato la fattiva collaborazione

delle Avis di tutto il territorio nazionale. I numeri parlanodi oltre 294 sedi Avis che hanno aderito alla campagnaTelethon 2010 e che sono state coordinate, ancora unavolta, dall’Avis Veneto e dalla segreteria organizzativa,allestita presso la sede regionale a Treviso. Il saldo a finefebbraio 2011 era di 214.811 euro e 42 centesimi,tenendo conto che non è stato ancora effettuato il totaledei versamenti per cui c’è tempo fino a giugno. Un altrodato importante registrato dall’Avis nazionale sono le 50nuove sedi che hanno aderito al progetto, grazie allospirito di solidarietà di tanti volontari avisini un po’ intutta Italia. Ogni sede Avis aderente poteva parteciparea questa grande iniziativa secondo varie modalità. Oltreai classici gazebo in piazza, si sono svolte manifestazionisportive, musicali, incontri e convegni sul tema delledistrofie muscolari e delle malattie che studia Telethon,spettacoli teatrali, cene, lotterie, fino a “Un tuffo nell’annonuovo” che ha visto protagonisti, il primo gennaio, uncentinaio di coraggiosi avisini tuffatisi nelle fredde acquedi Levanto (Sp). Nei giorni della maratona televisivaTelethon sulle reti Rai, il 17-18 e 19 dicembre, lasegreteria organizzativa Avis Veneto ha avuto il compitodi aggiornare in tempo reale i dati inerenti la raccolta sulterritorio nazionale, tramite telefonate a determinati

orari alle e dalle Avis partecipanti. Dati che venivano poitrasmessi ai referenti Avis che partecipavano in direttaalla trasmissione e quindi resi noti ai telespettatori. I tregiovani, due del Servizio civile 2011, uno “ex” del 2010(nella foto sotto) dell’Avis regionale, come segreteriaorganizzativa per il progetto Telethon, si sono attrezzatianche per poter ricevere foto, video, e tutto il materialepossibile inerente la raccolta. Questo al fine di poterallestire una mostra ad hoc nel corso della prossimaassemblea nazionale dell’Avis, in calendario dal 20 al 22maggio a Bergamo. Si ricorda alle Avis che per effettuarei versamenti a Telethon-Avis si ha tempo fino al 30maggio 2011. Il prossimo appuntamento con la maratonae la campagna di raccolta fondi per Telethon, invece, èa dicembre prossimo.

Grandi passi contro la piastrinopenia

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Un buon risultato,ancora in divenire

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Entra nella fase calda la terza edizione del proget-to Musica nel Sangue. Parole e note per riflettere

con i più giovani sull’importanza della donazione edella solidarietà. Entra nella fase conclusiva la terzaedizione di Musica nel Sangue, il progetto promossoda Avis Veneto, Fidas Veneto e Abvs per sensibilizza-re i giovani sul tema della donazione del sangue edella solidarietà in genere. Anche quest’anno il pro-getto si compone di 2 parti. Showcase è l’iniziativarivolta a tutti i giovani musicisti che vogliono farconoscere la propria musica, caricando i propri videoo brani su portale www.musicanelsangue.it. Sono355 gli artisti iscritti ad oggi, per un totale di 400video caricati. Fan e simpatizzanti possono votare ecommentare i loro artisti preferiti (oltre un migliaio icommenti già pubblicati) e interagire attraverso ilvivace e numeroso gruppo Facebook di Musica nelSangue che ad oggi conta circa 2.000 amici. SchoolContest è l’iniziativa rivolta agli studenti delle scuolesuperiori, che quest’anno ha coinvolto 58 scuole e164 gruppi. Dopo una prima fase interna ad ogniIstituto, è attualmente in corso la fase interscolastica,che vede le diverse scuole gareggiare a colpi di voto edi “Mi piace” nella sezione Scuole di www.musica-

nelsangue.it. Tra le categorie di gara, quella sulla“Solidarietà” dedicata a brani sui temi dell’amicizia edell’aiuto. I 24 gruppi più votati dalla giuria popola-re e apprezzati da una giuria di qualità composta daprofessionisti del mondo della musica si incontreran-no in un grande concerto live sabato 7 maggio pres-so il Teatro Comunale di Vicenza. Un palcoscenico importante e una location prestigio-sa quindi, che caricherà di adrenalina i giovani parte-cipanti, chiamati a vivere una forte esperienza di con-divisione e di scambio e a riflettere sull’importanzadel mettersi in gioco in prima persona, del diventareprotagonisti consapevoli facendosi ambasciatori dimessaggi di solidarietà.

Terza edizione, 58 scuole e unboom di iscritti

Forum fra “radioweb” e Avis virtualiQuasi 200 ragazzi, provenienti dalle Avis di tutta

Italia, si sono dati appuntamento il 19 e 20 feb-braio a Casalnuovo di Napoli per il forum dei giovanidal titolo “Panta Rei… di flusso in flusso. L’ABC delladonazione”. Una sorpresa, tra i saluti delle autorità, èstato il video messaggio del Ministro per le politichegiovanili Giorgia Meloni. Da tempo sensibile al temadel dono, ha espresso vicinanzae sostegno alle iniziative dei gio-vani avisini, anche alla luce delprotocollo d’intesa recentemen-te siglato tra Avis nazionale e ilMinistero della Gioventù per lacompartecipazione e il sostegno a futuri progetti supromozione del dono e cittadinanza attiva, volti allenuove generazioni. Qualità, sicurezza, appropriatezza ebuon uso del sangue sono gli argomenti affrontati gra-zie alle relazioni del presidente nazionale, VincenzoSaturni e del coordinatore del Sistema trasfusionale delFriuli Venezia Giulia Vincenzo De Angelis, che hannoillustrato il percorso del sangue donato, dalla ricerca dinuovi donatori fino alla lavorazione di emocomponen-ti, illustrando anche le normative italiane ed europeeche regolano il settore trasfusionale. Al termine degliinterventi, i giovani partecipanti, tra i quali anche alcu-ni ragazzi veneti, sono stati suddivisi in 8 gruppi dilavoro, nei quali hanno avuto la possibilità di condivi-dere le esperienze e le attività che svolgono in collabo-razione con i Centri trasfusionali delle zone di appar-tenenza. Attraverso l’analisi di precisi casi di studio(diversi per tipologia di territorio, popolazione, dona-tori, fabbisogno…), ogni gruppo ha costituito un’Avisvirtuale che aveva il compito di fronteggiare le varieproblematiche legate alla carenza o all’esubero di ema-zie attraverso progetti e campagne, attività che ogniAvis deve essere in grado di svolgere. Un tema senzadubbio difficile, affrontato in manieraapprofondita e tecnica, al quale i ragazzi nonsi sono tirati indietro, ma che hanno anziaffrontato con molta serietà ed entusiasmo.Noi, come Esecutivo giovani, l’abbiamo forte-mente voluto, per far sì che la dirigenza futu-ra sia sempre più specializzata e formata, nonsolo sotto il punto di vista della comunicazio-ne e della promozione, ma anche di quegliaspetti associativi che sono alla base del fun-zionamento delle Avis comunali. Speriamoche l’attuale dirigenza possa così valorizzare egratificare questo lavoro, dando il giusto spa-zio a questi ragazzi all’interno dei consigli. Unringraziamento sentito a tutti i partecipanti,

che ancora una volta sono andati a casa entusiasti epieni di voglia di lavorare, agli organizzatori tutti pergli sforzi logistici e ad Avis nazionale che tramite lavicepresidente, Rina Latu, in conclusione dei lavori ciha ricordato quanto i giovani siano importanti per lacrescita dell’Associazione e ci esorta a non mollare e acredere sempre nel nostro operato. Tra le novità del

Forum, le prove tecniche dellaweb radio “Sivà… preparàtifisicamente”, progetto fonda-mentale per la comunicazione ela visibilità all’esterno di Avis,nato da un’idea di Raffaele

Raguso e Monica Fusaro della Consulta nazionale eche vedrà il suo esordio ufficiale all’Assemblea naziona-le di Bergamo. Inutile dire che siamo orgogliosi dilavorare con questi ragazzi e di imparare assieme a lorola grandezza dello spirito avisino. Tutto il materiale, dalvideomessaggio del Ministro Meloni alle slide dei rela-tori e le restituzioni dei lavori dei gruppi sono on-linenella sezione eventi dell’area giovani del sitowww.avis.it. Lucia Del Sole

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A Napoli il Forum nazionale giovani fa “scorrere” l’unità

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Grande successo, sabato 22 gennaio, al CaffèLetterario di San Donà di Piave (Ve) per la premia-

zione del primo concorso fotografico “Rosso passione…rosso donazione”, ideato e organizzato da Simona LuciaLa Placa e dal gruppo Avis giovani di San Donà. Trentale foto selezionate dalla giuria presieduta da DinoTommasella, main sponsor dell’iniziativa culturale, ecomposta per l’Avis da Adriano Midena, OttavianoCereser, Riccardo Mior, Riccardo Furlanetto, LauraMior, Ahmend Manhik, Carlotta Basso e Simona LuciaLa Placa e per l’Associazione culturale “Kantiere Misto”

Loris Fogliani. Per quanto riguarda i vincitori, al primoposto si è classificato Giovanni Laviola con “Blood foryou” per la semplicità e l’immediatezza del messaggio delvalore della donazione all’interno del mondo giovanile;al secondo posto il ventenne Carlo Michelino con“Sostienimi” per l’originalità e la semplicità della compo-sizione che nulla toglie all’immediatezza del messaggio alritorno della vita attraverso la donazione e al terzo LauraBozzo con “Apri il tuo cuore come questo frutto… edona”. Le segnalazioni speciali sono andate a CarloMichelino con “Ancora un po’”, Enrico Perissinotto con“Diventa donatore, compi un piccolo gesto d’amore” eNicola Vianello con “Dona un futuro”. Tutte le fotosono rimaste esposte fino al 6 Febbraio all’interno delCaffè Letterario. Il prossimo obiettivo è quello di espor-re le foto in altre location, trasformando questa primamostra in una mostra itinerante, per valorizzare mag-giormente il dono del sangue attraverso queste splendideimmagini. Oltre al patrocinio dell’amministrazioneProvinciale e Comunale, tanti i partner che hanno ade-rito all’iniziativa: l’Ottica Fotografica, CartoService,Music and Fashion, l’Associazione Culturale KantiereMisto, Walè di Noventa di Piave, Bersi la musica elettro-nica e Settimo Cielo di Conegliano.

Quando il Gruppo giovani regionale si attiva, lofa con impegno e passione e questo sarà un

anno ricco di iniziative e progetti. Con l’inizio del2011 è partita la promozione del progetto teatrale,messo a punto con i giovanidi Treviso e con base logisticaproprio in questa provincia.Si tratta di un corso gratuitoorganizzato con l’appoggio diAvis Veneto e della giovaneregista teatrale Marika Tesser che vedrà alcuni giova-ni impegnati in un percorso di conoscenza che li por-terà alla realizzazione di una rappresentazione basatasui valori del dono e della solidarietà. Con l’appoggiodelle Provinciali, questa rappresentazione potrà esse-re promossa e utilizzata in qualsiasi evento organizza-to dalle Avis. Si rinnova con entusiasmo, poi, l’avventura presso leuniversità, bacino ideale dove promuovere la dona-zione e incontrare nuovi possibili futuri donatori. Il3 maggio, infatti, prenderà vita una giornata di pro-mozione congiunta in tutte le province che hanno sulloro territorio una sede universitaria in collaborazio-ne con il Sism di Padova e le associazioni studente-sche di Venezia, Treviso e Verona. A Venezia questagiornata farà da traino anche ad un secondo momen-to che si terrà il 13 maggio: un evento che vedrà glistudenti dibattere con docenti e autorità sul tema “Ilvolontariato conviene”. I presenti potranno poi espri-mere le loro idee in uno speaker corner, tra stacchi dimusica e intrattenimento; un modo innovativo, spe-riamo, per riflettere ed avvicinarsi con leggerezza, maserietà al dono e alla solidarietà. Se pensate che siafinita qui vi sbagliate! Il momento clou dell’anno sarà il “Meeting Avis gio-vani estivo nazionale” il 18 e 19 giugno, ospitato eorganizzato insieme dalle Consulte Giovani Avis diVeneto e Friuli Venezia Giulia, con l’appoggio dellerispettive regionali. Sarà interamente dedicatoall’Anno europeo del volontariato. Stiamo ancoralavorando sui dettagli, ma sarà un importantemomento formativo per trattare, con lavori di grup-po e giochi di ruolo, le tematiche di rete e collabora-zione tra Associazioni nell’ambito dell’Anno europeodel volontariato. La location sarà lo splendido Borgo

medioevale e il Castello di Strassoldo-Cervignano delFriuli (Udine) e per la serata stiamo organizzandouna bella festa nel parco di Strassoldo, con seratamusicale e scambio di prodotti tipici provenienti

dalle diverse regioni d’Italia.Chiuderemo l’estate ripropo-nendo il trofeo kart a Jesolo,per arrivare a novembre all’ap-puntamento con il “ForumAvis Giovani regionale” che

tornerà nel veronese (in alto l’ultima edizione nelveronese, a Garda nel 2006), organizzato dai nume-rosi ragazzi del Gruppo giovani Provinciale diVerona. M.F.

Da quando sono entrata in Avis, sento ripetere adogni incontro pubblico la stessa storia: da un

lato l’attaccamento dei direttivi “senior” alla carega;dall’altro lato la volontà e la necessità di investirenelle nuove generazioni, perché assumano ruoli didirigenza. Un rimpallo continuo. Giovani che chie-dono spazio (e oggettivamente alcune volte nonviene loro concesso), ma che quando lo ottengono…spesso spariscono! Dove sono i giovani motivati epronti a fare della gavetta per diventare, nel prossimofuturo, i nuovi dirigenti Avis? Ce ne sono alcuni, masono pochi e noi abbiamo bisogno di nuove forze!L’Avis regionale Veneto ha investito tanto nei giovanie nella loro formazione, ma molte sono le occasioniche i giovani avisini hanno mancato e stanno spre-cando. Riecheggia nella mente il monito del nostropresidente, Alberto Argentoni, per l’assenza dei gio-vani alla finale di “Musica nel Sangue” di Padova nel2010 e per la scarsa partecipazione (solo 4 ragazzi diVerona) anche al recente Forum Nazionale di Napolidi febbraio 2011, nonostante i 10 posti finanziati daAvis Veneto. L’invito, allora, è di venire allo scopertoper dimostrare che non solo l’Avis ha bisogno di un

rinnovo generazionale, ma che può contare su di noiper realizzarlo. Le Assemblee sono un’ottima oppor-tunità per apprendere il funzionamento delle Avis. Leassemblee provinciale, regionale e nazionale sonoaperte ai soci… ragazzi, partecipate! Io e gli altrimembri del Gruppo Regionale cercheremo di esserepresenti per venirvi a conoscere. Voi mi chiederete“perché lo dovrei fare?” La risposta è semplice quan-to banale: bisogna mettersi in gioco se non si vuolerestare “uno qualunque”; è un’occasione per impara-re a lavorare in gruppo, per esprimere capacità e atti-tudini. In queste pagine leggerete delle nostre inizia-tive in programma; sì perché un Gruppo giovaniregionale esiste già, fatto di gente che si riunisce men-silmente e che lavora e si diverte con la sensazioneunica di fare qualcosa di utile. Il Gruppo è aperto achiunque abbia voglia di partecipare e ci sono incon-tri giovani anche in quasi tutte le provincie... venitea mettervi in gioco! Chi fosse interessato a collabora-re può contattarmi via mail all’indirizzo [email protected] o tramite il mio profilo Facebook o quellodi Avis Veneto. Manuela Fossa

Coordinatore Commissione Giovani Regionale

Avis più “verde”? Mettiamoci in gioco

San Donà: un concorso fotografico “Rosso passione”

Tante le iniziative incalendario nel 2001 per i giovani avisini

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Fra teatro e Università, meeting nazionale, forum regionale, kart

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Prima di intraprendere il suo lavoro nella suamagica notte, Babbo Natale ha fatto tappa a

Portogruaro. Ad accoglierlo, domenica 19 dicembre,il gelo, con le strade ancora imbiancate dalla nevica-ta della notte prima. Un gelido impatto che si èimmediatamente dissolto all’in-gresso nella palestra Mecchia: iltripudio di colori delle bandieredi ogni continente, l’accoglien-za calorosa di adulti e bambiniprovenienti da ogni parte delmondo, il ritmo coinvolgente delle musiche etnicheeseguite dai musicisti immigrati in terra veneta,hanno fatto sentire Babbo Natale, straniero tra stra-nieri, a casa: cittadino del mondo. La neve non hascoraggiato la partecipazione dei numerosi immigra-ti che vivono nel territorio portogruarese, accorsi in300. Il filo conduttore uno solo: “il sangue, come lavita, non ha frontiere”, tema su cui si sono concen-

trati nel suo saluto il sindaco di Portogruaro,Antonio Bertoncello, il presidente dell’AssociazioneMigranti della Venezia Orientale Onlus, DiopSadibou, e il presidente dell’Avis Veneto, AlbertoArgentoni. Si è sottolineata la gratuità del dono del

sangue nel nostro Paese, sia perchi dona, sia per chi riceve, sti-molo ad una collaborazione conle Avis del territorio. Il program-ma della mattinata è stato inten-so. Dopo l’apertura del coro

degli alpini di Portogruaro con l’inno “Fratellid’Italia”, si sono succeduti sul palco artisti provenien-ti da diversi paesi del mondo. Durante la manifesta-zione sono state consegnate delle targhe di riconosci-mento a cinque cittadini stranieri, segnalati dall’Avis,già donatori di sangue. Prima della conclusione, l’en-tusiasmo dei bambini è arrivato alle stelle quando,finalmente, un Babbo Natale di colore ed i suoi aiu-tanti hanno distribuito regali a tutti, unitamente alkit scuola offerto dall’Avis provinciale di Venezia edall’Avis regionale. Ancora una volta, l’Avis hacostruito ponti di solidarietà e di collaborazione neiconfronti dei numerosi cittadini stranieri che vivononel nostro territorio, a dimostrazione che “non è maisolo… chi è solidale!”. Dario Piccolo

Fratelli in Italia, fratelli del mondo

Nelle case di pietra dei trogloditi veneti

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Portogruaro: una festamultietnica con l’Avis

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Vicenza non è solo la città dell’oro, del Palladio ecittà d’arte per antonomasia. C’è una Vicenza

minore, che con i suoi reperti storici e archeologiciparla di una realtà che ci fa scoprire un’epoca lonta-na non molto conosciuta. Qualche chilometro fuoricittà, a ridosso dei Monti Berici, esistono dei siti incui sono stati fatti dei ritrovamenti assai interessanti.Ma andiamo con ordine: nella bassa vicentina, dovesi snoda il Bacchiglione, fiume non sempre tranquil-lo, facile alle tracimazioni ed esondazioni, (comeavvenuto nell’autunno del 2010), nel mezzo del ter-reno alluvionale c’è un piccolo paese di appena tre-mila abitanti, ricco di storia. Non per il fatto di tro-varsi nella fertile campagna già conosciuta dagli anti-chi Romani, tra vigneti e uliveti voluti e protetti dallaComunità Europea, ma per una serie di grotte, ocovoli, scavate nei colli Berici. Grotte che possonoraccontare vicende di una zona formatasi con l’emer-sione dal mare milioni di anni fa. Il paese di cui par-liamo è Nanto, famoso anche se poco conosciuto, peril Covolo misterioso di Balza. Lasciato il paese, moltoraccolto e piacevole a vedersi e per viverci, ci arram-pichiamo per una strada provinciale, asfaltata, che ciporta all’interno dei colli Berici. Dopo due, tre chilo-metri, il nostro accompagnatore, il presidente dellaPro loco di Nanto, Lucio Penzo, ci fa procedere peruna strada sterrata e, dopo un altro chilometro, cifermiamo. E qui comincia il bello: ci inoltriamo inun fitto bosco, un po’ disagevole (meglio avere scar-poncini da trekking), e dopo circa un quarto d’ora dicammino arriviamo alla nostra meta, il famosoCovolo misterioso di Balza, una di una serie di cin-que grotte perfettamente nascoste da una vegetazio-ne fitta e selvaggia. Bisogna farsi largo fra gli arbustispogli per la stagione invernale e, seguendo le tracce

del sentiero, arriviamo di fronte alla prima delle grot-te naturali: una meraviglia! Sono grotte molto ampie,al riparo dalle intemperie, con l’entrata che sembraquasi un porticato naturale. Subito abbiamo l’im-pressione, anzi la certezza, che le grotte, anticamente,fossero abitate, e allora cerchiamo di saperne di piùrivolgendo molte domande al presidente Penzo, dachi, e perché. Forse i primi ad abitare nelle grottefurono gli uomini preistorici, di cui non ci è giuntadocumentazione, però le grotte furono sicuramenterifugio di animali come l’orso speleo, le cui unghiatesono ben visibili in una di esse. Naturalmente la fan-tasia popolare fece credere che i covoli nascondesseroanguane (ninfe), silbanelli (folletti), strie (streghe),striossi, orchi e quant’altro, ma la certezza che fosse-ro abitate comincia con la scoperta di una scrittanella grotta più accogliente, la quale recita: “27Ottobre 1509 fo fato questo da Anton Balza daPadova”. Presumibilmente, questo signore fu un fug-giasco padovano sottrattosi alle battaglie fra i padova-ni e i sanguinari Lanzichenecchi di Massimiliano I,che furono, nello stesso 1509, artefici del massacro dioltre mille persone, morte asfissiate nel vicino covolodi Mossano. Dopo questo periodo, le grotte furonoabitate spesso da fuggiaschi rifugiatisi in questi covo-li, fino all’ultima guerra mondiale. Nell’intervallo frail 1500 e il 1945 vi trovarono riparo i gruppi chepotevano essere facile preda di banditi e predoni,ecco allora che qualcuno pensò bene di rendere lestrutture fortificate con spesse mura, come il covolo

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di Trene, dove dalle feritoie controllavano verso valle,da dove sarebbero potuti arrivare incursori e predatori.Poi, da una ricerca sul periodo della Lega di Cambraicontro la Serenissima Repubblica di Venezia, moltipadovani trovarono rifugio nei covoli per sfuggire aicontendenti, specialmente contadini e poveri diavoliche nulla avevano da spartire con la guerra. In occasio-ne della ricorrenza del cinquecentesimo anniversariodei cruenti fatti, la Pro loco ideò uno spettacolo a cuiassistettero oltre mille persone, con il quale si rievoca-va la storia del covolo di Balza. Quest’anno il Comune,insieme alla Pro loco, ripeterà la felice esperienza sottola direzione di Antonio Grigolin, il 30 ottobre, pressola piazzetta di Nanto. Artisti, figuranti, armigeri eorchestrali faranno rivivere la misteriosa storia di Balzadal 1509 ai giorni nostri. Sarà quella l’occasione percapire qualcosa di più sul mistero che tuttora avvolgequesto territorio vicentino fino ad oggi praticamenteignorato. Con l’occasione si potranno conoscere altriparticolari su questo angolo di paradiso dei colli Berici,come l’interessante uliveto voluto dalla ComunitàEuropea proprio a ridosso delle balze dei colli al riparodal vento freddo del nord: già si è cominciato a racco-glierne i frutti, producendo un gustosissimo olio d’oli-va. Non manca la possibilità di assaggiare i vini diNanto, uno fra tutti il Tocai rosso, unico nella zona,prodotto dalle ormai famose cantine dell’azienda agri-cola Nani. La Pro loco di Nanto, che consorzia venti-trè consorelle del basso vicentino, mette a disposizionedei visitatori delle guide, che saranno ben liete di con-

durvi tra i misteri di Balza e dintorni, non dimentican-do che con l’occasione si potranno degustare le preliba-tezze delle cucine del basso vicentino in uno dei nume-rosi ristoranti e agriturismo della zona (Pro Loco: tel0444 638188 www.colliberici.it). Lasciamo a voi il pia-cere di scoprire questa realtà, oltre alle grotte, che noiabbiamo visto, oltre che assieme al presidente della Proloco Lucio Penzo, con il presidente dell’Avis provincia-le di Vicenza, Enrico Iseppi. Un riverente saluto prima di ritornare a casa lo abbia-mo rivolto alla chiesa della “Madonna dei miracoli”che già in occasione di violente pestilenze e incursionibarbare, ha protetto gli abitanti di Nanto.

Ottaviano Cereser

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Un giorno a Nanto, fra i “covoli” dei Monti Berici

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Nell’ambito del progetto “Avis dona Salute”, si terrà sabato 16 aprile,all’Hotel Savoy di Bibione, il convegno pubblico su “Tumore della prostata:

come prevenirlo, come cercarlo e come curarlo”. È organizzato da Avis regionaleVeneto, Provinciale di Venezia, Comunale di Bibione e dal Comune di SanMichele al Tagliamento e con l’adesione dell’Avis regionale Friuli Venezia Giulia.L’appuntamento si aprirà alle ore 14 con la presentazione del progetto “Avis donasalute” lanciato dalla Fondazione Abo (Applicazione Biotecnologie inOncologia). Interverranno: il prof. Alchiede Simonato, professore associato diUrologia all’Università degli Studi di Genova; dott. Roberto Bortolus, medico dioncologia radioterapia al Cro di Aviano e presidente del Gruppo uro-oncologicodel Nord-est (Guone); dott. Massimo Gion, direttore scientifico dellaFondazione Abo; dott. Gaspare Fioccavento, urologo alla casa di cura “Rizzola” di San Donà di Piave; dott. Fable Zustonich, medico all’oncologia medicadell’Istituto oncologico Veneto di Padova: il dott. Diego Serodine, medico di basee il dott. Alberto Argentoni, presidente dell’Avis regionale Veneto, che chiuderà i lavori. L’incontro è aperto a tutti.

Come annunciato, dal 16 ottobre all’11 dicem-bre 2010, si sono svolti 16 corsi di primo soc-

corso che hanno coinvolto 210 partecipanti. Le province interessate sono state quelle di Padova,Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Per conoscere leimpressioni sull’iniziativa, abbiamo intervistatotutti i referenti delle Avis che hanno dichiarato unalto grado di soddisfazione, soprattutto in riferi-mento alla preparazione generale dei medici e para-medici intervenuti nelle giornate di formazione.Infine, dalle interviste svolte, è emerso che tutte leAvis ripeterebbero l’esperienza, alcune hanno sugge-rito altre tematiche da affrontare quali, la correttaalimentazione, le norme di sicurezza e la donazionedi sangue differita. Volevamo, insomma, stimolarele nostre strutture con un’iniziativa coordinata nelterritorio, richiamando l’attenzione alla conoscenzasanitaria e alla prevenzione quale momento di for-mazione e di promozione alla nostra azione. Daidati e dall’interesse sembra che abbiamo centratol’obiettivo. Ringraziamo tutti per la numerosa par-tecipazione! Francesco Magarotto

Vice Presidente Avis regionale

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Primo soccorso, un successo per 210

La 40ª assemblea regionale il 30 aprile a Vittorio Veneto

SABATO 16 APRILE 2011

COMUNALE DI BIBIONE

CON L’ADESIONE DI Friuli Venezia GiuliaRegionale Veneto

Comune diSan Michele al Tagliamento

INTERVERRANNO:

Prof. Alchiede Simonato PROFESSORE ASSOCIATO DI UROLOGIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA

Dott. Roberto BortolusONCOLOGIA RADIOTERAPICA C.R.O. AVIANOPresidente G.U.O.N.E. (Gruppo Uro Oncologico Nord Est).

Dott. Massimo GionDIRETTORE SCIENTIFICO FONDAZIONE ABO

Dott. Gaspare FioccaventoUROLOGO CASA DI C. RIZZOLA - S. DONÀ DI PIAVE

Dott. ZustonichONCOLOGIA MEDICA IOV PADOVA

Dott. Diego SerodineMEDICO DI BASE

Dott. Argentoni PRESIDENTE A.V.I.S. REGIONALE

IL TUMORE DELLA PROSTATA: COME PREVENIRLOCOME CERCARLOe COME CURARLO

LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE

BIBIONE · HOTEL SAVOYORE 14.00 [CONVEGNO PUBBLICO]

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “AVIS DONA SALUTE”

Procede il progetto di cooperazione internazionaledi Avis, ormai in via di definizione con il Ministero

degli Affari Esteri (Mae) e con Iila (Istituto Italo-latinoAmericano), nato dalle richieste di aiuto e sostegno daparte di alcuni Paesi latinoamericani. Questi chiedonoal Ministero un supporto per sviluppare il loro sistematrasfusionale, adeguandolo alle direttive della Pao(Organizzazione panamericana della sanità) che faparte dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità)

e, congiuntamente, chiedono la collaborazione di Avisper far nascere e sviluppare anche da loro un volontariatodel sangue. I Paesi interessati al Progetto sono, inprimo luogo, quelli definiti “prioritari” dal Ministeroin quell’area: El Salvador, Guatemala, Ecuador e Bolivia,mentre altri verranno coinvolti con iniziative in rete(formazione a distanza, supporto informatico…). Laprima missione si è svolta a gennaio e ha interessatoEl Salvador e Guatemala. È stato svolto un attento

studio sulla situazione del loro sistemasanitario e, in particolare, sul serviziotrasfusionale, le esigenze, opportunità,priorità del sistema sia pubblico, siaprivato. Questi sono tra i Paesi più poveridel Centro-America, con un tasso didonazione volontaria, non remunerata,che si aggira sul 4-5%: il resto è donazionedi familiari, con ovvie ripercussioni sullasicurezza del sangue donato. Non esistonoassociazioni di volontari, ma solo piccoligruppi sorti negli ospedali pediatrici eche cercano di provvedere alle necessità,specialmente di piastrine, dei piccolipazienti oncologici: questi gruppi vengonodetti: “Amigos de Carlos”. Altro grossoproblema è la mancanza di Fattore VIII,per cui i pazienti emofilici non vengonotrattati se non nelle urgenze, se sonoabbastanza fortunati da abitare vicinoall’unico ospedale in possesso del farmaco!Visitando l’ospedale Bloom, ospedale diriferimento per tutto El Salvador, abbiamoappreso che le necessità annuali di tuttoil Paese sarebbero interamente copertecon circa 3 milioni di unità: pensiamo cheattualmente in Italia sono stoccate pressoAip (Accordo interregionale plasma) circa100 milioni di unità che rischiano discadere! L’ambasciatrice in Italia di ElSalvador, dott.ssa Maria Abelina Torres, stainviando al nostro Ministero una richiestadi aiuto per poter disporre di questoindispensabile emoderivato. In questomese di marzo la missione Avis interessa,invece, Ecuador e Bolivia: al ritorno verràstilato uno studio di fattibilità chepresenteremo al ministro degli AffariEsteri, Franco Frattini, che deciderà sullafattibilità del progetto e sull’ammontaredel finanziamento.

Roberto Rondin

Missione in Ecuador e Bolivia

Convegno a Bibione il 16 aprile

Quest’anno si svolgerà in provincia di Treviso,l’Assemblea dell’Avis regionale Veneto. Sarà la 40ªdella sua lunga storia. La data scelta è sabato 30aprile 2011 presso il Centro Victoria Sport & Cityin Via Luigino De Nadai 4 a Vittorio Veneto.L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9,00.

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La bontà silenziosa e l’attenzione verso il prossimoè il vero collante che unisce l’Italia. Da nord a sud,

per fortuna. Lo dimostra l’edizione 2010 del ProemioSamaritano. Trovarsi a Dolo ha fatto nascere unaparticolarissima amicizia fra l’Avis lombarda di SestoSan Giovanni e quelle calabresi. Il Proemio, infatti, èandato alla dottoressa Maria Teresa Reale, di Sesto SanGiovanni (Mi). In prima linea accanto ai bisognosi,

la sua storia disilenziosa generositàè stata segnalatadall’Avis comunaledella sua città. È statascelta tra la rosa dellecinque storie finaliste,dopo la selezione daparte della giuriadegli studenti dellescuole superiori edella giuria didirigenti di Avislocali, provinciali eregionali del Proemio

che, ricordiamo, è ormai biennale e a carattere nazionale.L’organizzano, infatti, insieme, l’Avis Riviera del Brenta,l’Avis provinciale di Venezia, l’Avis regionale Veneto el’Avis nazionale. Alla premiazione, sabato 4 dicembreal Cinema Teatro di Dolo (Ve), c’erano molti presidentiAvis ed erano stati invitati sindaci dei Comuni in cuivivono le persone segnalate. Ecco la storia vincitrice diquesta 14ª edizione: “La dottoressa Reale è nata a Monza e abita a Sesto SanGiovanni. Ha sempre frequentato la Parrocchia deiSalesiani dove, impegnata nel gruppo giovanile emissionario, ha maturato la scelta al servizio dei piùpoveri. Dopo essersi laureata in medicina e chirurgia, siiscrive successivamente al corso di specializzazione dimalattie infettive, frequenta contemporaneamente l’Istituto

di Medicina tropicale di Anversa, in Belgio. Neo laureata,collabora con l’Avis di Sesto San Giovanni durante leraccolte nelle fabbriche e nei quartieri e la collaborazioneè continuata in tutti questi anni, con l’appoggio della sededell’Avis alla missione in Africa. Durante gli anni dispecialità, si reca due volte in Etiopia, per un periodo di4 mesi, per un servizio di tipo sanitario presso due missioni.Dal mese di ottobre del 1992 la dottoressa Reale vivestabilmente in Etiopia, dove lavora come medicovolontario”. Il Proemio di Maria Teresa (nella foto asinistra) è stato ritirato dall’anziana madre, che partivaper l’Africa 10 giorni dopo. Durante la cerimonia dipremiazione, alla quale è intervenuto il segretariodell’Avis nazionale Renato Mattivi, sono state applauditeanche le altre quattro storie segnalate e la particolaestoriadi una classe elementare che ha ricevuto una menzionespeciale. Ve le proponiamo. Annita Villella, segnalata dall’Avis comunale di Nocera Terinese (Catanzaro): “La signora Annita, collaboratrice e fondatrice dell’Avisdi Gizzeria, è stata capace, grazie alla sua costanza nellavoro di volontariato, di far aumentare in modoragguardevole l’esiguo numero iniziale di donatori. Finda giovane la signora Annita ha portato aiuto prima ditutto alla sua famiglia, ma ha anche aiutato con moltoaffetto molte persone di Gizzeria, accompagnandoleovunque con la propria auto. Nel 1994 è entrata a farparte della Croce Rossa Italiana, e da allora si è dedicatain maniera totale ai servizi necessari per chi ha bisogno,con un’ambulanza fatiscente, e non sempre in pienaregola. Da qualche anno la signora Annita organizza, ognisabato, i prelievi del sangue per gli esami ematochimicidelle persone ammalate”. Dalla Calabria, tra gli altri,hanno accompagnato la simpatica Annita il presidentedell’Avis provinciale di Catanzaro Giampaolo Carnovalee il sindaco di Gizzeria Pietro Raso.Dott. Luigi Panata, segnalato dall’Avis comunale diGualdo Tadino (Perugia):

“La prima missione in Africa (BurkinaFaso) del dott. Panata risale al 2007.Durante questo viaggio, finalizzato allavaccinazione per la meningite, ha avutomodo di conoscere un Paese meraviglioso, mapurtroppo molto povero. I bambini sonomalnutriti e i problemi sanitari sonoenormi, perché non esistono farmacie népresidi sanitari. Durante l’ultimaspedizione, avvenuta quest’anno, il dott.Panata ha conosciuto una piccola comunitàper l’accoglienza dei malati di lebbra, e hadedicato parecchi giorni a tenere lezioni di

educazione sanitaria. È riuscito, tra le tante altre cose, aottenere un finanziamento per la costruzione di un pozzoper l’acqua potabile, la cui carenza favorisce il persistere ditante malattie e di un’altissima mortalità infantile.Organizza anche bancarelleper la vendita di prodotti chevengono inviati da artigianidel Burkina Faso; organizzamostre fotografiche e feste ilcui ricavato va allapopolazione. Ad ogni viaggio, il dottore porta farmaci,antibiotici, materiale sanitario, abiti, materiale per lascuola, latte in polvere”. Zenia Garbizza Covre, segnalata dalla Associazioni diVolontariato di Treviso Sud: “La signora Zenia opera da 25 anni come volontaria pressol’Istituto Gris di Mogliano, e ha istituito un laboratorio diterapia corale/musicale in favore degli ospiti disabili psicofisici.Nel 1989 istituisce formalmente il Coro di disabili delGris, denominandolo “Coro Più”. Ogni settimana, per duepomeriggi, la signora Zenia, diplomata in pianoforte,raduna il Coro istruendolo nei vari pezzi corali. Il “CoroPiù” anima con i canti la Messa domenicale al Gris, e hapartecipato in numerose occasioni all’animazione coralein molte Parrocchie del territorio. Nell’agosto del 1993 il“Coro Più” ha avuto il privilegio di cantare la Santa Messacon il Papa a Castelgandolfo. Attorno al “Coro Più” sisono poi aggiunti, sempre su sollecitazione della signoraZenia, altri volontari musicisti che completano e arricchisconole attività del Coro, soprattutto nelle occasioni principali.Assieme ai volontari musicisti, la signora è riuscita adaggregare altri numerosi volontari, particolarmente necessariper il trasporto di disabili fuori dai reparti”. Antonio Minelli, segnalato dall’Avis comunale SanSevero (Fg): “Antonio Minelli è un ex donatore di sangue, che ha presoparte, come volontario con la Protezione civile, al terremotoin Umbria del 1997, al terremoto di San Giuliano diPuglia del 2001 e al terremoto dell’Aquila del 2009. La suaopera di volontariato è comunque giornaliera e non silimita a persone da lui conosciute: ovunque veda la possibilitàdi dare una mano, lui si propone. La sua disponibilità èorientata a favore degli “ultimi”. Collabora a traslochi,

allestimento alloggi per stranieri o persone disagiate. Circaquindici anni fa, Antonio ha conosciuto un ragazzo albanese,Leonardo, all’epoca tredicenne, al quale ha insegnato ilmestiere di tecnico frigorista, ma anche i valori importanti

della vita. Antonio è nel gruppoScout Agesci di San Severo,dove svolge il suo servizio comeeducatore e Capo gruppo. Lasciare il mondo un po’migliore, per Antonio, è

diventato un comportamento quotidiano, una disponibilitàincondizionata, al servizio per gli altri. Gli piace esseredefinito “Portatore di pace”. Infine, la segnalazione speciale della Commissione Avisper la classe 2ª A della Scuola media di Fossò (Ve) conle seguenti motivazioni: “Si tratta di un esempio diamicizia, solidarietà e collaborazione che coinvolgonoun’intera classe, che si comporta come una piccolacomunità; è uno dei tanti episodi di “buon esempio” chegiornalmente si verificano nella scuola e che non trovanospazio comunicativo; è una solidarietà tra pari, che nascespontanea e rafforza un legame di amicizia e uguaglianza”.Ecco la loro storia: “Toccare da vicino la sofferenza, fa cambiare gli orizzonti.Quando si è bambini tutto è gioco e spensieratezza, ma unbanco vuoto in classe è un’assenza che rimane nell’aria.Andres, all’inizio della terza elementare, ha incominciatoa lottare con una malattia rara che lo ha portato, per diversianni, a lunghe degenze in ospedale. Le maestre lo hannoseguito nel suo percorso scolastico a casa, portandogli anchetutto l’affetto e la solidarietà dei suoi piccoli compagni diclasse. Oggi, in seconda media, i 19 ragazzi della 2A sonotutti presenti. C’è serenità in aula, rispetto e consapevolezzache la vita è fragile e che ognuno di loro può fare tanto peroffrire la mano e il sorriso all’amico. L’atteggiamento dellaclasse è sempre stato coinvolgente e partecipativo. Non sonomai emerse tensioni, attriti, né mai è stato fatto oggetto didiscussioni. La classe è molto bella: vi sono personalitàaperte e partecipative in cui l’amicizia, la solidarietà, lacollaborazione sono elementi costitutivi. Questo è il climache ha coinvolto Andres e lui è uno di loro, in tutto e pertutto solidale con questo”.

Michela Rossato e Beppe Castellano

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Anche un’intera classe segnalataper il sostegno a un compagno

La vera Unità d’Italia è “silenziosa”

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Nel ringraziare il dottor Aprili per la completa epuntuale esposizione sul cammino per perse-

guire nella costruzione del DipartimentoInteraziendale, possiamo affermare che come asso-

ciazione abbiamo operato e condiviso, nelle varieriunioni della Conferenza di Dipartimento, tutto ilpercorso fin qui effettuato per arrivare alla sua allacompleta realizzazione. Dobbiamo però constatareche l’avvio del Dipartimento provinciale ha com-portato, purtroppo, un rallentamento delle donazio-ni: nel 2010 nella nostra provincia le donazionisono aumentate solamente dello 0,11%. Molte pos-sono essere le motivazioni: il cambiamento di uniter negli anni consolidato, può aver creato un po’di smarrimento fra i donatori, però dobbiamo rile-vare, e l’abbiamo fortemente evidenziato nell’ultimaConferenza di Dipartimento, anche la carenza dipersonale medico, che ha comportato l’allungamen-to delle attese, con relativa disaffezione dei donatori,in alcuni centri di raccolta. Ottimizzare l’afflussodei donatori ai Centri di raccolta, con prenotazionevolontaria e eventuale chiamata, è l’obiettivo chetutti assieme stiamo elaborando. Nell’assembleaprovinciale del 19 marzo, si è chiesto ai delegati didare mandato al Consiglio provinciale di finalizzareil progetto.

Giorgio Lorenzini - Presidente Avis provinciale di Verona

Percorso condiviso, ma ralenty donazionale

Un “bollino di qualità” per l’Avis di Garda

VERONA

Sono state presentate l’11 dicembre, presso ilCentro Carraro di Verona, le “Linee guida per la

raccolta di fondi”, volute dall’agenzia per le organiz-zazioni non lucrative di utilità sociale, affinché sem-pre più associazioni si mettano “a nudo” evidenzian-do ai propri donatori dove e come vengono spesi esoldi offerti. Durante il convegno e la presentazione,a cura del Centro Servizi per il Volontariato diVerona, sono stati assegnati dodici attestati “MeritaFiducia” ad altrettante associazioni di volontariato.Tra queste, per la massima trasparenza sull’utilizzodei fondi, c’era anche l’Avis comunale di Garda. Ilmarchio “Merita Fiducia” diventa una garanzia, comeha fatto notare Elisabetta Bonagiunti, presidente delCSV. Già nel 2009, Bonagiunti con il suo staff e ildirettore Lucio Garonzi aveva spinto fortemente ilmarchio, che era stato subito messo in atto da seiassociazioni, e posto così il mondo dell’associazioni-smo veronese al primo posto nazionale per avereavviato un protocollo di garanzia tra chi riceve dena-ro e chi lo investe per aiutare i bisognosi. Per ottene-re il marchio di certificazione “Merita Fiducia”, leassociazioni si sottopongono ad accurate verifiche da

parte di un comitato valutativo esterno al Centro,volte ad attestare la trasparenza della loro gestione.Un plauso quindi all’Avis Comunale di Garda (nellafoto il presidente Andrea Viviani mentre ritira l’attesta-to) per questo meritato premio che sarà sicuramentedi stimolo per altre Avis comunali.

VERONA

Dipartimento trasfusionale in divenireAVerona, da quasi cinque anni, il sistema sangue

provinciale persegue con determinazione lacostruzione del Dipartimento Interaziendale.L’impegno continua a essere intenso, è fortemente con-diviso da Istituzioni, Associazioni donatori, sanitari eha portato a concreti risultati: ne siamo orgogliosi,anche se tutti siamo consapevoli che il cammino perintegrare le varie realtà trasfusionali della provincia saràancora lungo e impegnativo. - L’Assemblea di Dipartimento, il Comitato diDipartimento e la Conferenza di Dipartimento stannofunzionando nella più completa armonia per il rag-giungimento degli obiettivi regionali. La Conferenzadel Dimt è diventata appuntamento bimestrale impre-

scindibile per la pro-grammazione delle atti-vità e l’integrazionedelle modalità operati-ve, sia dal punto di vistatecnico sia da quelloetico. - Dopo l’acquisizionedel nuovo sistema infor-matico unico, avvenutaall’inizio del 2008,abbiamo lavorato perapportare al sistema lemigliorie e le persona-lizzazioni necessarie perle nostre strutture. Lenuove procedure digestione informatica,dalla scorsa primavera,sono operative in tuttoil Dipartimento: da quelmomento ciascun dona-

tore ha potuto donare in qualsiasi centro di raccoltadella provincia. Oggi stiamo lavorando per collegare ilsistema alle segreterie delle associazioni donatori perpermettere di svolgere la loro preziosa attività con datiaggiornati in tempo reale. - Tutte le procedure per l’approvvigionamento deimateriali sono state unificate presso il Provveditoratodi Verona. Sono stati trasferiti tutti i contratti in esserenelle Ulss territoriali all’Azienda di Verona, e gli stessisono stati omologati a un unico riferimento di costo (ilpiù vantaggioso per il Dimt); si è proceduto alla messaa punto di una procedura informatizzata per la gestio-ne degli ordini da ogni singola sede del Dimt, con lacreazione di sottocentri di costo (San Bonifacio,Legnago, Bussolengo, Borgo Trento, Borgo Roma)

afferenti al centro di costo Dimt.- Tutti i beni strumentali e tecnologici e tutte le proce-dure per la loro acquisizione, gestione ordinaria estraordinaria sono state trasferite in capo al Dimt.- È stata firmata la nuova convenzione su baseDipartimentale con le associazioni donatori, dopo unlavoro di affinamento portato avanti a livello diConferenza di Dipartimento- È stata firmata, ed è operativa, una convenzione perl’istituzione di un’articolazione organizzativa semplicedel Dipartimento presso l’Ospedale Sacro Cuore donCalabria di Negrar.- È in fase di predisposizione l’organizzazione di unsistema di trasporti tra le Unità Operative delDipartimento e l’integrazione dei singoli sistemi digestione della Qualità in un unico sistema Qualità.- Stiamo operando alla predisposizione delle gare diacquisto di attrezzature e materiali che ci permetteran-no, entro la fine dell’anno, di centralizzare alcune lavo-razioni presso un Servizio, altre lavorazioni presso unaltro Servizio e così via, in modo da distribuire omoge-neamente le attività per un’adeguata valorizzazione ditutte le strutture concorrenti al dipartimento. Alcunegare si sono concluse e altre si concluderanno entro l’e-state.- Stiamo lavorando con i direttori del Personale delleAziende sanitarie della Provincia per arrivare a unagestione omogenea e unitaria di tutto il personale delDimt.- Sono state firmate convenzioni dipartimentali con laregione Lazio e la regione Sardegna per l’invio di emo-componenti.- Stiamo continuando a lavorare tutti insieme attraver-so un impegnativo progetto di formazione per unifor-mare procedure e comportamenti.Il cammino non è ancora concluso: è comunque certoche in questo percorso ancora una volta vogliamo dareesempio di dedizione, condivisione, forte volontà direalizzazione: l’obiettivo è di valorizzare in manieraadeguata tutte le strutture concorrenti alDipartimento. Questo è l’impegno cruciale, perché tutti siamo assolu-tamente convinti che faremmo un pessimo servizio allasanità veneta, se non avremo la capacità di presidiare inmodo attivo, intelligente e capillare sia il territorioveronese, che tanta generosa disponibilità alla donazio-ne ha mostrato in questi anni, sia gli ospedali della pro-vincia, la cui professionalità è largamente riconosciutain tutta Italia.

Dott. Giuseppe Aprili

direttore del Dipartimento provinciale di Verona

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Èstato un anno ricco di iniziative per la piccola,ma vivace sezione Abvs di Ponte nelle Alpi-

Soverzene. Andando a ritroso, l’ultima iniziativa inordine di tempo è stata la realizzazione di un prese-pe davvero “originale” per augurare ai soci e simpa-tizzanti un sereno periodo natalizio. Quest’anno, infatti, con il fantomatico passaggiodall’analogico al digitale, è stato allestito all’internodi un vecchio televisore a tubo catodico. Come adire che, anche se ci sono cose che cambiano, certimessaggi (quello della solidarietà in testa) nonavranno mai lo “switch off ”.

Altra iniziativa riuscitissima è stata per la sezionel’organizzazione di uno spettacolo teatrale, svol-

tosi sabato 9 ottobre presso il “Piccolo teatro G. Pierobon” a Paiane, intitolato “8 donne e unmistero”. Messo in scena dal Gruppo TeatraleAgordino “Folli, ma speranzosi” (un gruppo di gio-vani ex studenti), lo spettacolo è stato una liberarivisitazione dell’originale di Robert Thomas: unfelice connubio tra lo stile della commedia conquello del thriller. Il risultato per il pubblico è stato un divertente spet-tacolo, avvolto nello stesso tempo da un coinvolgen-te alone di mistero. La serata è stata anche una grossa opportunità perpromuovere la donazione del sangue, distribuendo a tutti i partecipanti del materiale informativo doveprotagonista della nuova campagna pubblicitariadell’Abvs è la mascotte “Vamp”.

La sezione Abvs di Santo Stefano diCadore ha distribuito ai suoi soci

le borse in cotone per la spesa, chesostituiscono dal 1° gennaio di que-st’anno quelle di plastica. Le borse,che hanno scritto il logo dell’associa-zione e i suoi riferimenti, sono stateconsegnate ai donatori e ai bambinidell’oratorio della parrocchia locale,nonché distribuite in occasione di unospettacolo di Natale. Lo stesso sta facendo l’Abvs diAuronzo di Cadore che ha visto pro-prio nelle stesse borse un mezzo sem-plice ed efficace di sensibilizzare aldono del sangue durante un gestoquotidiano come quello della spesa.

L’Avis comunale di Terrossa, con il contributo delCentro Servizi per il Volontariato di Verona, ha

organizzato un Concorso fotografico aperto a tutti iresidenti nel Comune di Roncà e a tutti i donatori diTerrossa. Il tema era “Il sorriso”. Si è voluto richiama-re l’attenzione sugli aspetti positivi della vita di ognu-no di noi: volti, immagini, circostanze, eventi, pre-senti o passati, che esprimono la gioia di vivere. Duele sezioni del concorso: ragazzi e adulti.L’assegnazione dei premi è stata elaborata da una giu-ria composta da: Beppe Castellano, giornalista, foto-

grafo e direttore del nostro periodico “Dono&Vita”,Nereo Marchi, membro del direttivo del Centro ser-vizi per il volontariato di Verona, Stefano Costa, con-sigliere provinciale Avis e Massimo Magnaguagno,vicepresidente dell’Avis di Terrossa. Ecco i primi treclassificati per ogni sezione: adulti, 1° Vittore Manfrocon la foto “Il sorriso scorre nel nostro sangue” (quia sinistra), 2° Federica Guarda con “L’attesa”, 3°Michele Pellitteri con “Dolci gioie”. Sezione ragazzi:1° Nicolas Garzetta con la foto titolata “Una contra-daiola al palio dei mussi” (che abbiamo usato per la

nostra copertina, ndr), 2° MelissaBaldisserotto con “Scout all’ombra di unfungo”, 3° Elisa Zanetti con “Per una vitafelice bisogna fare delle scelte”. La giuria hainoltre assegnato, per la qualità e il comples-so delle opere presentate, un premio specialea Katia Dalla Bona e Maria Cristina Corà.La premiazione dei vincitori si è svoltadomenica 30 gennaio 2011 alla presenza delpresidente dell’Avis di Terrossa, AlessandroViali, e di tutti i concorrenti. Nutrita la par-tecipazione di cittadini che hanno visitato lamostra fotografica. I primi tre classificati di ogni sezione hannoricevuto una macchina fotografica digitalecompatta, mentre a tutti i partecipanti è statadonata una borsa sportiva con stampa logoAvis e Csv. Luca Zanetti

Alimentiamo l’amore. Doniamo sangue. È questo lo slogan, collocato sottoun albero dai diversi colori, stampato sulla “bag shop”, la borsa della

spesa che va a sostituire i sacchetti di plastica. Lo slogan vuol suggerire che“tutti devono e tutti possono far dono di sé”. Come sappiamo, dal primo gen-naio 2011, le buste di plastica che abbiamo sempre usato per fare la spesa alsupermercato (per le quali gli italiani detengono il primato di 300 sacchetticonsumati a testa ogni anno!) sono bandite, ma la spesa ha comunque biso-gno di essere trasportata. Così l’Avis comunale di Bussolengo, con il suo presi-dente Germano Silvestri, in collaborazione con l’Avis provinciale e con quasitutte le 68 Avis comunali, ha avuto l’idea di lanciare la prima borsa della spesadella solidarietà. Una borsa di grande capienza, utile e comoda e, soprattutto,riutilizzabile. Quasi 50mila sono state le borse realizzate, e ancora una voltaun ringraziamento particolare lo dobbiamo al Centro Servizi del Volontariatodi Verona, il quale, viste l’utilità e in particolare lo scopo solidaristico di invitoalla donazione, ha contribuito alla realizzazione del progetto.

Con il Csv si alimenta pure l’amore, per l’ambiente

VERONA BELLUNO

Quando il sorriso è anche un dono Un anno “in movimento” per Ponte N.A.

Santo Stefano e Auronzo puntano sul “cotone”

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Non si ferma il lavoro capillare svolto dall’Avis diVenezia sul territorio, isola per isola, da

Pellestrina a Burano e Murano, dal Lido allaGiudecca, presso tutte le scuole di ogni ordine egrado. Un’opera di sensibilizzazione che ha portato,in una città “anziana” come Venezia, un aumentodella raccolta pari a 100 sacche(+1,69% rispetto al 2009) e 218nuovi iscritti con età media tra i 20e i 35 anni. Un’attività benedettaanche dal Patriarca, Angelo Scola,che ha incontrato i volontaridell’Avis e di altre associazioni delLido di Venezia nel corso della“domenica a tempo pieno”, svoltasia fine settembre presso ilPattinodromo delle “QuattroFontane”. In quell’occasione, l’Avisera presente con uno stand infor-mativo per sensibilizzare famiglie egiovani accorsi per l’esibizione dellaGiò Dance School, con allieve dai 3ai 23 anni che si sono esibite perricordare la donazione di sanguecome momento integrante della

vita di ognuno di noi. Il Patriarca è stato, inoltre, pre-sente l’11 febbraio all’ospedale Fatebenefratelli, inoccasione dell’inaugurazione della mostra sul tema“L'Ammalato”, realizzata dalla Comunale in collabo-razione con gli allievi dell’Istituto Statale d’Arte diVenezia. Orietta Guerrasio

Avis, Aido e Asma (Associazione sostegno malatiasma), in collaborazione con l’Amministrazione

comunale di Concordia Sagittaria, hanno organizza-to, il 28 gennaio, un incontro volto a trattare i temiamministrativi, contabili e fiscali cui sono soggetti glienti senza scopo di lucro. Il convegno, diretto dalcommercialista Gilberto Bulfone, oltre che unmomento formativo è stato anche occasione diincontro tra le numerose Associazioni operanti nelcomune (circa 60, di cui una decina presenti all’even-to), per consentire la conoscenza reciproca e per favo-rire la collaborazione e la condivisione di obiettivi.“Sessanta Associazioni sono tante - ha affermato il

sindaco, Marco Geromin - e dimostrano la ricchezzae generosità dei concordiesi. Ciò non toglie che siapossibile giungere ad una sintesi, per evitare didisperdere troppo il patrimonio di idee e di risorse”.Il convegno è stato anche l’occasione per presentare ilnuovo portale www.concordiaeventi.it, un sito inter-net che va proprio nella direzione della collaborazio-ne tra le Associazioni operanti a Concordia per crea-re rete e garantire a tutte visibilità. “Con questo por-tale le Associazioni non si vogliono sostituireall’Amministrazione comunale - ha dichiarato DarioPiccolo, presidente dell’Avis di Concordia Sagittaria -ciascuno ha i propri ruoli e all’Amministrazionecomunale compete il compito di coordinare le politi-che sociali nel territorio. Questo sito vuole solo esse-re una risorsa; un’opportunità per tutte leAssociazioni, anche quelle prive di risorse economi-che o di capacità tecniche, di avere visibilità inInternet e per valorizzare gli sforzi e gli impegni cheprofondono nell’organizzazione delle loro attività”.

L’Avis Src provinciale di Venezia, con il contribu-to di alcuni Enti, istituzioni e privati, ha final-

mente potuto realizzare l’acquisto dell’autoemoteca,un mezzo dotato delle più avanzate tecnologie e alle-stita all’esterno in modo da catturare gli sguardi di

tutti. È un risultato importante per chi gestisce la rac-colta associativa e per chi vorrà richiederla a scopipromozionali. Verrà usata in supporto delle uscite diraccolta domenicali sul territorio dove gli spazi sonoinsufficienti o dove i locali non hanno ottenuto l’au-torizzazione alla raccolta; è dotata di piccola sala d’at-tesa con divanetto, ambulatorio medico per le visitee locali con due poltrone per la donazione. Al suo interno ci sono, inoltre, un frigoemoteca e unpiccolo frigorifero normale. Potrà poi essere usatacome fattore di richiamo durante eventi volti allapromozione del dono del sangue. La grafica accatti-vante, studiata con attenzione, non mancherà diavere un forte impatto su chi poserà lo sguardo sulmezzo. L’autoemoteca è stata ufficialmente presenta-ta nel mese di marzo in Piazza Ferretto a Mestre, allapresenza delle autorità avisine e istituzionali, nonchédella cittadinanza. L’Src ha già un agenda fitta di richieste per il suo uti-lizzo, in primis come supporto già nelle uscite dome-nicali di questi primi mesi dell’anno e, in secondoluogo, come fattore di richiamo in eventi dislocati sulterritorio, a cominciare dalla manifestazione del 2giugno dell’Avis Comunale di Spinea, per continuarecon l’Heineken Jammin’ Festival a cui sarà presente ilGruppo Giovani dell’Avis Mestre Marghera.

Manuela Fossa

VENEZIA

E il Patriarca benedice “l’arte di donare”Donare in camper, catturando l’occhioVENEZIA

Chi l’ha visto gli anni scorsi, ci ritorna e chinon l’ha ancora visto ci viene per assistere

ad uno spettacolo bello e suggestivo. Stiamoparlando del “Pan e Vin sul Piave”, organizza-to il 5 gennaio dall’Avis comunale di Fossaltadi Piave. Giunto alla decima edizione, anchestavolta è stato un grande successo perchè, aldi là dell’aspetto festoso, questa iniziativa rap-presenta, assieme alla Lucciolata, un momentodi “aiuto al prossimo che soffre”. Organizzatoprincipalmente per raccogliere fondi da desti-nare all’associazione “Casa Via di Natale” diAviano, il Pan e Vin ha consentito quest’annodi raccogliere 4mila euro, somma che siaggiunge alla donazione da parte di artigiani ecommercianti locali e che va interamente almantenimento della casa dove sono ospitatigratuitamente i parenti e gli ammalati termi-nali di cancro, nonché i pazienti che usufrui-scono del Cro di Aviano per visite in dayhospital. Un Pane e Vin in nome della solida-rietà. Segnatevi l’appuntamento per il 2012...

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Concordia: incontri in... Comune e nuovo sito

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Fossalta: ogni anno l’Avis fa... fuoco e fiamme

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TREVISOVENEZIA

Nel “nostro” anno, volontari veri

L'Avis di Vigonovo, che da anni collabora con lascuola media locale, ha aderito alla proposta dei

docenti di modificare l'impostazione del classicoconcorso di disegno “Per me donare è...” per aggiungerenuovi ed interessanti obiettivi, mediante il ricorso allenuove tecnologie. Ai ragazzi è stato richiesto di elaborareuna vignetta sul tema della solidarietà, da pubblicaresu un calendario. La novità sta nelle modalità: untutoraggio via web da parte di Giuseppe Cristiano,grafico e creativo che tiene corsi presso l’Università di

Stoccolma. Obiettivo è mostrare ai ragazzi comestrumenti tecnologici e informatici alla portata di tutti(computer, periferiche, software e web) consentano loscambio di idee e di informazioni da remoto. Fineultimo del laboratorio è, inoltre, mostrare come la reteinternet permetta a tutti di svolgere un lavoro qualificatoda qualunque posto, senza essere costretti a cercareoccasioni di lavoro nelle città più grandi e migrare,privando la provincia delle menti e delle professionalitàmigliori.

Chi l’ha detto che Babbo Natale è solo per i bambini?A Chioggia, il giorno della vigilia, un gruppo di

donatori ha fatto visita all’istituto per anziani perportare sorrisi e solidarietà. Travestiti da Babbo Natale,hanno intonato canti natalizi, coinvolto ospiti epersonale in giochi di gruppo e distribuito regali,trascorrendo qualche ora in allegria. I volontari Avis sonoda sempre sensibili a queste iniziative, che mirano aportare un po’ di felicità e a ricordare l'importanza deldono del sangue e della ricerca sulle malattie genetiche,promossa da Telethon. Boscolo Nevio Cappon

L’amore per l’Avis è straordinario. Ecco sotto una fotoricordo di una crociera sulla nave “Costa Pacifica”.

Gli amici dell’Avis di Chioggia, oltre a mettere in bellavista lo striscione, hanno dedicato parte del loro tempopresso un punto d’informazione allestito in un puntodella nave molto frequentato. Un modo davvero originale di dare informazioni sulladonazione del sangue e sulle attività dell’associazione.È proprio il caso di dire che il volontario si riconosceanche nel momento del divertimento!

Francesco Lorenzon - Avis Meolo

Nell’Anno europeo del volontariato… i bisogni dellapersona come spazio di condivisione. È il titolo-

slogan scelto dall’Avis provinciale di Treviso per unaprofonda analisi sul suo ruolo associativo. Lo spunto viene dal Parlamento Europeo, che haindicato il 2011 l’Anno europeo del volontariato,con il preciso intento dipromuovere in modo piùdeciso la nostra cultura e inostri valori. È unostimolo forte quello cheviene proposto, perchésuscita profonde riflessioni e importanti valutazioninell’ambito del volontariato trevigiano in generale ein quello avisino, in particolare, focalizzandol’attenzione sulla nostra identità e sul nostro ruolo.Anche noi dobbiamo confrontarci con icambiamenti che riguardano la società, le logiche deimercati, il mondo del lavoro e i mutamenti chegenerano nuove e significative responsabilità. Iproblemi economici e finanziari connessi alla crisiche stiamo attraversando ci impongono di riscoprirequotidianamente i nuovi settori, nei quali dobbiamoorientare il nostro agire, con l’attenzione puntataverso la centralità della persona come spazio dicondivisione, di conoscenza di sé e degli altri.L’urgenza del fare, per dare concretezza ai nostririferimenti etici e morali, ci impone sempre più unagire solidale per costruire assieme agli altri le future

comunità di vita, che devono essere possibilmentepiù umane, più giuste, più attente alle emergenze.Dobbiamo fare nostro anche un costante impegno dicrescita culturale, focalizzato sulla missioneassociativa, che si deve realizzare tramite il continuodialogo con la cittadinanza e con le istituzioni.

L’attività del volontariatonon ha una funzionepuramente strumentalequale “produttore di benisociali”, ambito in cuitroppe volte viene limitato

dalle interpretazioni politiche, ma deve invececoltivare un’azione in grado di far nascere un soggettocapace di divenire punto di riferimento, creandostrategie per progetti sociali al servizio della persona,anche in autonomia rispetto alla politica. Dobbiamoessere convinti di quello che facciamo e avere ilcoraggio di pensare e agire diventando stimolo dicivilizzazione, con coerenza e nel rispetto della nostrastoria. Dobbiamo dar voce agli ammalati nelle sediistituzionali, dobbiamo difendere gli ultimi.Dobbiamo mettere al servizio della societàl’esperienza che ci contraddistingue e i valori suiquali fondiamo il nostro operare. Partendo daibisogni e dalle aspirazioni delle persone, dobbiamoavere la capacità di creare una cultura del dono comeprogetto che guarda al futuro in maniera sempre piùstrutturata ed organizzata. Gino Foffano

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Vigonovo e le scuole, un binomio che funziona sempre

Chioggia: dai Babbi Natale per gli anziani alla... crociera

Castelfranco: doppio dono “salvavita” ai Vigili del Fuoco

Anno europeo del volontariatoil ruolo importante dell’Avis

Il “moto perpetuo” dell’Avis di MarconBilancio 2010 davvero positivo per l’Avis comunale

di Marcon, che con 1138 donazioni ha superatoper la prima volta in 40 anni quota mille, con unincremento del 21% rispetto al 2009 (+199 donazio-ni). I donatori sono passati da 526 a 596 (+13%), afronte di 124 esami di idoneità eseguiti nel corso del-l’anno. “Tali risultati - ha commentato il presidenteVito Caputo durante la festa del 40° di fondazione -sono stati raggiunti grazie all’impegno dei donatori atti-vi e alla collaborazione dei tanti soci sostenitori, chehanno contribuito concretamente all’organizzazione di

varie iniziative, dal concorso scolastico alla 14a edizionedella Festa della Solidarietà ai concerti estivi”. Le attivitàdi promozione svolte hanno portato ben 50 promessedi donazione, per lo più da parte di giovani. “Questo - prosegue Caputo - fa particolarmente onorealla nostra associazione, che conta circa il 30% di dona-tori attivi al di sotto dei 30 anni di età. I dati relativi anumero di donazioni e donatori ci spingono a proseguirelungo la strada intrapresa: i tassi di crescita registratinegli ultimi 5 anni sono infatti ben superiori a quellirichiesti a livello provinciale (+3%)”.

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Si chiama 02-Pack l’utilissimo dono che il 17febbraio l’Avis di Castelfranco Veneto ha fatto ai

Vigili del Fuoco della città. Si tratta di un inalatoreche, una volta messo in funzione, innescauna reazione chimica che produce ossigenonel momento in cui serve. Importatodall’Azienda Trifoot di Verona, è unostrumento facile da usare, non pericolosodurante gli incendi, maneggevole eutilissimo in caso di intossicazioni, di cui ildistaccamento di Castelfranco dei Vigili delFuoco sarà primo fruitore in Veneto.Nell’occasione l’Avis comunale ha dotato iVigili del Fuoco anche di nuove batterie peril defibrillatore donato loro qualche tempofa grazie al progetto di Avis regionale. Alladoppia consegna sono intervenuti il capodistaccamento di Castelfranco, PaoloGalante e alcuni vigili del fuoco, il

presidente dell’Avis di Castelfranco, Diego Peloso, ilvice Renato Zamperin e, in rappresentanza della dittaTrifoot, Luigi Angeli.

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Una delegazione dell’Avis provinciale di Trevisoha fatto visita, il 19 febbraio, alla Fondazione

Tes, di cui l’Avis è partner, per conoscerne da vicinol’attività. Accompagnate dal presidente dell’Avisregionale Alberto Argentoni e provinciale GinoFoffano, una cinquantina di persone tra consiglieridell’Esecutivo e del Direttivo provinciale, presidenti econsiglieri delle Avis comunali, si sono intrattenuteinsieme, per alcune ore, nel laboratorio di Tes che hasede presso l’ospedale di Trecenta (Ro). Il presidente,prof. Pier Paolo Parnigotto e la dott.ssa Rosa DiLiddo, ricercatrice responsabile del Laboratorio,hanno spiegato quella che è tutta l’attività dellafondazione, basata sull’isolamento delle cellulestaminali da sangue periferico dei donatori confinalità la ricostruzione dei tessuti. Tes, infatti,significa Fondazione per la biologia e la medicinadella rigenerazione dei tessuti. Nata nel 2006, ha una

convenzione con l’Azienda Ulss 18 di Rovigo per losvolgimento dell’attività di ricerca all’internodell’ospedale di Trecenta, dove lavora anche il CentroInterdipartimentale della biologia e della medicinadella rigenerazione dell’Università di Padova ecollabora sia con le Università che con le Ulss (oltreche con la 18 di Rovigo, anche con la 9 di Treviso).Ha scelto come partner principale l’Avis Veneto, inmodo da coniugare ricerca scientifica con solidarietàe volontariato. Lo studio delle cellule staminali è unodei campi più interessanti ed affascinanti della ricercascientifica sulla vita. Sono, infatti, precursori di tuttele cellule che compongono gli organi e i tessuti di unindividuo. Il primo, straordinario risultato di Tes, ècollegato al primo trapianto di trachea al mondo, nel2008. Su una 31enne è stata impiantata la trachea“ingegnerizzata” preparata dallo stesso prof.Parnigotto e da Maria Teresa Conconi, direttore ericercatrice all’Università di Padova, Dipartimento diScienze farmaceutiche. “L’impatto associativo della visita è stato molto positivo- commenta Foffano - anche per la possibilità data aipartecipanti di vedere, attraverso il microscopio, quantospiegato. Abbiamo voluto organizzare questa visita,come Provinciale, per dare a tutti la possibilità ditoccare con mano l’impegno di Tes e dei suoi ricercatori.Avis regionale e la nostra tra le altre Provinciali stannodando loro una mano anche economicamente, lo stessoCentro trasfusionale di Treviso con il suo primario, dott.Gajo e la sua equipe, collabora in prima linea nelcampo delle cellule staminali, ed è giusto che i nostridirigenti e consiglieri a tutti i livelli ne conoscanol’impegno. Che vedano dove e come vengono impiegati ifondi che si raccolgono per Tes e che speriamo di riusciread incrementare”. Anche per poter a loro volta, comedirigenti, sensibilizzare i propri associati e l’opinionepubblica a fare ancora di più. E la disponibilità, in talsenso, è nata subito spontanea, come sempre accadenelle Avis della Marca trevigiana. Alcuni presidentidelle Comunali hanno già avanzato l’idea di ospitareil prof. Parnigotto in occasione di conferenze eincontri nei propri paesi per sensibilizzare avisini eopinione pubblica sul lavoro di Tes. “Credo che questosia molto significativo e dimostri, ancora una volta, ilsalto di qualità delle nostre Avis di base e la grandesensibilità dei nostri dirigenti comunali - concludeFoffano - che ormai sanno andare oltre la propria realtàlocale, riuscendo a cogliere nelle nostre proposte unarricchimento di conoscenze a beneficio della collettivitàe dei malati”.

Michela Rossato

TREVISO TREVISO

“Gita” a Trecenta per capire la Ricerca Sotto il pigiama... l’Avis, ciao Bruno!Sotto il pigiama… la maglia dell’Avis! Una diversa

ogni giorno, quasi a tenere sempre con sé, vicinoal cuore, anche nel momento della sofferenza, quel-l’associazione a cui ha dedicato se stesso per oltretrent’anni. Ci piace ricordare così, con questa imma-gine dolce e significativa, la figura di Bruno Binotto.Il “nostro” Bruno, brontolone ma simpatico, “esplo-sivo” ma poeta, fiero Alpino quanto avisino che inuna freddissima giornata di gennaio ci ha lasciato. 74anni, vice presidente vicario, viveva a Crocetta delMontello ed era malato da meno di un anno. Nelcorso della sua vita, ha donato il sangue 94 volte, maè stato soprattutto una guida. Che sapeva farsi volerbene, nonostante il caratterino. I tantissimi labari,presidenti e dirigenti a tutti i livelli che, commossi,hanno voluto accompagnarlo nel suo ultimo viaggio,ne sono stati la più bella testimonianza. Segretariodell’Avis comunale di Crocetta del Montello neglianni Settanta, era nel Consiglio Direttivo enell’Esecutivo dell’Avis provinciale ininterrottamen-te dal 1978, prima con il ruolo di responsabile dellapropaganda, poi dell’organizzazione e dello sviluppo.Dall’87 al ’95 era stato segretario, quindi vicepresi-dente fino al ‘98, poi ancora segretario e attualmen-te vice presidente vicario. Uomo buono e gentile, madeterminato e inflessibile quando si trattava di assi-curare il sangue agli ammalati, Bruno Binotto è statoper oltre trent’anni il punto di riferimento per i 90dirigenti delle Avis comunali della Marca e in parti-colare per quelli che gestivano le Unità di raccoltaperiferiche. Stimato e conosciutissimo, amava il rapporto direttocon le persone e finché è stato possibile, non è man-cato una sola mattina alla sede provinciale, a control-lare l’andamento delle donazioni. “Con Bruno se neva per noi tutti dell’Avis un compagno di viaggio, unamico insostituibile - commenta il presidente provin-ciale, Gino Foffano - era la memoria storica per eccel-lenza della nostra Associazione, che era la sua secondafamiglia. Bruno era sempre presente, sempre in primalinea, poco amante di cerimonie e applausi, preferiva ildietro le quinte, l’impegno concreto per il prossimo chesoffre”. Qualità apprezzate da tutti i cinque presiden-ti (Zan, Bolzonello, Bonotto, Sala e Foffano) che dal’78 ad oggi si sono alternati e che, con lui accanto,hanno guidato l’Avis provinciale. Per noi di Dono&Vita era come un “redattore fuorisede”. Ogni numero non passava neppure un giorno,dall’arrivo delle prime copie in Avis regionale (equindi provinciale), che... “driinnn”! squillava iltelefono di buona mattina:

“Ciò... scoltéme ben! a pagina 37 te ghé messo che... Paressere esatti erano 1696, non 1669! Gheto sbaglià coitasti? E a pagina 26 te ghé messo quea foto del presiden-te che no s’é mica tanto beo...”. Insomma il primo afarci bonariamente “le pulci” era sempre Bruno, cheil giornale se lo leggeva tutto da cima a fondo. “Micase vi critico ve la prendete? - era quasi sempre la finedella lunga chiacchierata sull’Avis che seguiva gli

“appunti” Binottiani - se trovo qualche magagnetta èperché siete riusciti a farmelo leggere tutto. Ve vojoben!”. E noi sapevamo che era vero, perché ce lo dice-va con il tono autoritario e burbero di quando nonintendeva essere contraddetto. E immaginavano ilsuo indice alzato a spiegare a noi “giovani” un pezzodi storia dell’Avis. Come quassù, mentre “istruisce”un consigliere nazionale. Questo era il “nostro” Binotto. Ci mancherai davve-ro tanto, ciao Bruno! La redazione

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Ci siamo lasciati nel numero precedente con lasperanza che la barca andasse, e la barca va, anche

senza capitano che la comandi. No, il presidente nonè diventato pazzo, sta dicendo quello che staavvenendo nel Dipartimento trasfusionale dellaprovincia di Vicenza. Il capo Dipartimento, dott.Maurizio Belloni (foto sotto a destra), è andato inpensione il 31 dicembre 2010 e dovrebbe esseresostituito dalla dott.ssa Alberta Alghisi. Questo èquello che hanno scritto i giornali, ma noi associazioninon abbiamo nessun documento a riguardo. I quattroDirettori generali delle Ulss, che dovrebbero avere, ofare la nomina, del capo Dipartimento, non ci hannofatto sapere nulla e non ci hanno comunicato niente,non abbiamo alcuna delibera in mano. Comunque labarca va, anche senza capitano, anche se è dal marzoscorso che non viene convocata la conferenza delDipartimento, (almeno ad oggi, 15 febbraio). Ladott.ssa Alghisi dovrebbe essere nominata primario,prima di essere nominata capo Dipartimento, ancheperché l’unico primario oggi in provincia è la dott.ssaCarla Giordano, (Ulss 3) a Bassano. Non sappiamo seun subalterno possa fare il capo Dipartimento, adispetto di un primario di vecchia nomina. Altresì, noipensiamo che il dott. Massimo Laraja non sia venutoa Valdagno da Trieste per fare il porta borse. Dilungarsia disquisire sullo stato del comparto del Dipartimentodi Vicenza, non serve a molto, speriamo che iresponsabili preposti a risolvere il groviglio, faccianopresto, ci sono Centri trasfusionali che stannooperando con tre medici dovendo coprire tre Unità diraccolta (Ulss 4), centri che per garantire l’apertura alsabato hanno chiesto un aiuto economico, a noi

associazioni, per stipendiare un infermiere, per poterpagare lo straordinario effettuato presso l’Unità diraccolta di Lonigo (Ulss 5), per garantire l’apertura alsabato. L’associazione Avis a Malo (Ulss 4) si impegna,con risorse proprie, per sistemare dei locali concessidalla Rsa, per il punto di raccolta, e non gli vienegarantita l’apertura, con il rischio di perdere qualchecentinaia di donazioni. Mentre a Sandrigo (Ulss 6),viene chiesto all’Avis di Lupia-Poianella e Povolaro seinvitano i propri associati a recarsi presso tale centro diraccolta per le donazioni, altrimenti verrebbe chiusoper poca produttività: due pesi due misure. Comevedete, cari donatori, per fortuna i problemi nonmancano. Ma ci compiacciamo di noi stessiugualmente. La nostra parte per il 2010 l’abbiamofatta e ci accingiamo a farla anche per il 2011. Quelloche la Sanità veneta ci aveva chiesto, lo abbiamoconcretizzato, l’aumento delle donazioni del 3% èstato raggiunto, l’invio di sacche fuori regione, perconcorrere all’ autosufficienza nazionale, è statoregolare è costante. Temiamo solo che queste criticità,ricadranno sui donatori prima, e sui malati poi, conconseguenze che lasciamo immaginare. L’Avisvicentina dai primi dati analizzati, è andata oltre il 3%,ha garantito il continuo ricambio dei donatori, checessano per limiti di età o per problemi di salute, connuovi donatori. Ci amareggia tutto questo“bailamme”, c’è una legge che è il Quarto PianoSangue Regionale che dovrebbe essere attuata erispettata, ma sembra che non interessi proprio anessuno. Dicono che bisogna tagliare, che non ci sonosoldi, che la sanità è come il pozzo di S. Patrizio. Noisu che cosa tagliare, una mezza idea ce l’avremmo, manon ci si addice, sarebbe troppo cruenta. La barca vaanche senza capitano. Ma non lasciateci alla “gogna”troppo a lungo... Enrico Iseppi

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Pur senza timoniere la nave va, ma...VICENZA

La propria salute è un argomento che sta a cuore atutti, donatori di sangue e non. La cura di noi stes-

si è affrontata con i gesti quotidiani: cosa mangiamo,come ci muoviamo o se preferiamo tutti i comfort pos-sibili, uno sport che ci soddisfi oppure una passeggiatasu un prato per scaricare lo stress quotidiano, ovverotutta una serie di gesti semplici e spontanei che tutti igiorni facciamo e che, a volte, affrontiamo con assolu-ta spensieratezza e leggerezza. Conoscere meglio l’im-portanza di questi gesti quotidiani, per assumernemaggior consapevolezza, può aiutare ad adottare unostile di vita in grado di apportare benessere e capace diaffrontare meglio dei disturbi che ci possono affligge-re. Nella comunità di Brogliano, l’Avis ha iniziato adaffrontare queste problematiche con due serate, tenu-tesi presso la sala parrocchiale, alle quali sono interve-nuti due illustri medici. La dott.ssa AgnieszkaMarczewska, specialista in scienze dell’alimentazioneed il dott. Enrico Minchella, allergologo, hannoapprofondito gli attuali argomenti riguardanti:“Alimentazione, stile di vita e salute” e “Allergie, que-sta nuova realtà”. Capire come si può intervenire percorreggere delle pessime abitudini alimentari e ricono-scere la necessità di una visita presso uno specialista perapprofondire alcuni disturbi, come le allergie che sonosempre più diffuse, piuttosto di consultare i propriamici oppure risolvere dei dubbi con una chiacchiera-ta in famiglia, può aiutarci ad affrontare meglio lanostra esistenza e la vita di tutti i giorni. Riconoscere,

con l’aiuto di medici preparati quali sono i comporta-menti da evitare o quali sono i disturbi a cui dare effet-tivamente attenzione, invece di generalizzare, può evi-tare di effettuare un’autodiagnosi e di iniziare rischiosecure o diete “fai da te”. La popolazione di Brogliano harisposto in massa e in modo molto partecipe a questiappuntamenti, segno che l’attenzione alla propria salu-te è un tema piuttosto sentito e che la fame di infor-mazione è… “da lupi”! Ionide Fin

Saranno premiati il 14 maggio, al teatroAstra di Schio, i vincitori del concorso

“Parole per vivere e per donare”, dedicato aibambini di terza, quarta, quinta elementare edi prima media, sia delle scuole di Schio, siadei paesi limitrofi. Organizzato da Comune,Coro GiovaniGes e Avis Schio Altovicentino,il concorso invitava i bambini a comporre testipoetici o in prosa pensati per essere poi trasfor-mati in canzoni. Ogni classe può presentare un massimo di 3elaborati, frutto di lavoro collettivo: si possonopresentare componimenti poetici, strofe conritornello, filastrocche e testi misti di poesia eprosa. “Questa iniziativa è una delle più validetra quelle che si rivolgono alla fascia scolare deibambini e dei ragazzi - spiegano i responsabilidel Coro - dà loro la possibilità di lavorare,

insieme agli insegnanti e ai compagni di classe,a un progetto che ridà spazio e valore alla paro-la, potendo poi ritrovare quelle stesse parolelegate in musica e, ancora, imparare a cantarleinsieme e a presentarle al pubblico con un’e-sperienza corale che può solo arricchire i ragaz-zi stessi e chi li ascolta”. “Anche questa manifestazione rappresenta unveicolo prezioso per continuare la nostra ricer-ca di nuovi donatori - spiegano i responsabiliAvis Altovicentino - Siamo certi che i giovanisapranno trarre utili riflessioni sul valore dellavita e della donazione e, nel contempo, diven-teranno importanti ambasciatori della causadella donazione del sangue nelle loro famiglie.Aumentando l’attuale numero di donatori,saremo in grado di creare nuove e suggestive“melodie di vita”.

Brogliano: due incontri per la “buona salute”

Schio: nelle scuole musica e parole per donare

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La Consulta Giovani di Bovolenta nasce nel 2007dalla volontà di un gruppo di ragazzi di organiz-

zare momenti di festa ed eventi in paese. Di far par-tecipare attivamente la parte più sbarazzina dellacomunità, soprattutto i giovani, cercando di coinvol-gerli il più possibile in molteplici attività: spettacoliteatrali, corsi di comunicazione, concerti, gite, feste...Domenica 10 ottobre il nostro gruppo era, comemolte altre associazioni, presente alla “Fiera Franca”di Bovolenta durante la sagra pae-sana. Nel corso della giornataabbiamo regalato a bambini eragazzi palloncini, piccoli gadget efatto compilare un questionarioriguardo ai loro interessi, al fine discoprire cosa fanno e come sidivertono. Molti spunti sonoemersi e speriamo, partendo daquesto, di riuscire a organizzarequalche occasione per divertirciinsieme. Il nostro stand ha riscos-so successo e partecipazione,anche grazie alla presenza di unsimpatico clown. Accanto a noic’era lo stand dell’Avis e abbiamoapprofittato della vicinanza peravviare una collaborazione tra lenostre associazioni. Dopo averparlato con Bruno Baraldo, presi-dente dell’Avis Bovolenta, tre

membri del nostro gruppo hanno deciso di iscriversie cominciare la meravigliosa avventura che è donareil sangue. Sperando che la presenza della ConsultaGiovani possa diventare sempre più concreta, ringra-ziamo l’Avis per l’opportunità di presentarci agli avi-sini del Conselvano e cogliamo l’occasione per dire atutti: se non siete ancora donatori, non è mai troppotardi per diventarlo! Per contatti: [email protected].

L’ultima consulta dei presidenti Avis della provin-cia di Rovigo, riunitasi a Ceregnano a dicembre,

oltre alla grande adesione degli associati ha riservatodiverse, positive notizie. In primis, l’occasione è statautile all’associazione per tracciare un bilancio dell’atti-vità donazionale a livello provinciale durante i priminove mesi del 2010, evidenziando che rispetto allostesso periodo dell’anno precedente, sono state raccol-te oltre mille sacche di sangue in più. “Questo risulta-to conferma la generosità dei polesani - ha spiegato il

presidente dell’Avis provinciale, Massimo Varliero -ma testimonia anche l’impegno di tutte le Avis comuna-li nel territorio”. L’incontro è stato impreziosito nonsolo dalla presenza del sindaco di Ceregnano, NadiaFerrarese, ma anche dall’intervento di due rappresen-tanti dell’Avis regionale Veneto, il presidente AlbertoArgentoni e il segretario Roberto Rondin, e del presi-dente dell’Avis nazionale Vincenzo Saturni. Ospitiche hanno manifestato il loro apprezzamento per ilBilancio sociale 2009 dell’Avis provinciale, presentatoproprio nell’occasione. L’Avis provinciale di Rovigo èl’unica in Veneto, e probabilmente anche in Italia, adaver realizzato questa opera in modo non occasionale:infatti, sono state già fornite alle singole Comunaliindicazioni per la realizzazione del Bilancio sociale2010. Al termine della giornata sono intervenutianche i rappresentanti dell’associazione “Incanti not-turni” per promuovere l’iniziativa “Riso fa buon san-gue”, che sposa il cabaret e la promozione della dona-zione di sangue. Dopo il successo della prima edizio-ne, conclusa a Canda lo scorso settembre all’internodella Festa provinciale di Avis e Aido, la manifestazio-ne sta crescendo: settimanalmente si stanno svolgen-do delle serate presso il locale “Tempi moderni” e sista lavorando per proporre serate e incontri nel corsonel 2011 in tutto il Polesine e anche fuori provincia.

Mattia De Poli

Doppio impegno prenatalizio per l’Avis comuna-le di Ceregnano presso la Scuola Primaria del

paese, nel segno dell’informazione e del divertimen-to. Gli allievi delle classi quarta e quinta sono stati

riuniti dai rispettivi insegnanti nella stessa aula perun incontro informativo sulla donazione di sangue.Alcuni rappresentanti dell’Avis locale, con il suppor-to dell’Avis provinciale, hanno presentato il video“Verso i tuoi 18 anni” a cui ha fatto seguito unalunga e vivace discussione. I giovani studenti, pernulla impressionati dal tema affrontato, hanno potu-to chiarire alcune informazioni sul sangue, sulladonazione e sulla realtà associativa locale. Al terminedell’incontro la presidente dell’Avis di Ceregnano,Francesca Stoppa, ha invitato i bambini a parlare coni genitori di quanto appreso e ha consegnato a tuttiuna cartellina con materiale di cancelleria e materia-le informativo: in particolare, ha destato molta curio-sità e interesse il cd “Sangue, energia e vita”. La setti-mana successiva i volontari dell’Avis locale sono tor-nati a visitare tutte le scuole del paese in compagniadi Babbo Natale che ha distribuito uno zainetto condolci e caramelle a tutti gli studenti delle scuole diCeregnano, fra la gioia dei presenti.

Bovolenta: la Consulta giovani va a mille

Ben 350 persone hanno partecipato alla “Marciadee Barchesse” ad Arre, il 26 settembre 2010.

Dopo un lavoro durato otto mesi, è stato dato il viaalla marcia, aperta a tutti e sviluppatasi in 3 percorsidi 6, 13 e 21 chilometri. Lungo i percorsi eranosistemati dei punti di ristoro gestiti da alcune delleassociazioni operanti in paese. Il primo ristoro,comune a tutti gli itinerari, era gestito dal GruppoAvis di Arre (eccoli qui a destra), il secondo dalGruppo ciclisti Arre Bike, il terzo dal GemellaggioArre-Warmeriville e il quarto dall’associazioneCalcio U.s.d. Arre. Tutti con grande responsabi-lità hanno gestito in maniera meravigliosa i propriristori! E un momento di grande visibilità per l’Avis!

Saturni e Argentoni con i presidenti

A Ceregnano si fa “breccia” a scuola, e non solo per Natale

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Arre: l’Avis fa “correre”e ristora 350 podisti alla‘Marcia dee Barchesse’

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Dalla Sampdoria… all’Avis! Il giovane calciatoretrevigiano Andrea Poli, lancia l’invito ai giovani

perché tra i progetti per il nuovo anno ritaglino unposto anche per la solidarietà.“Aiutare il prossimo èimportante, aiuta a crescere come persona e a capire chenella vita ci sono valori che vanno oltre il tutto e subi-to, dice il centrocampista della Sampdoria, originariodi Vittorio Veneto. Nella Marca per qualche giornoin occasione delle festività natalizie, Andrea ha fattovisita alla sede dell’Avis provinciale di Treviso assiemeal padre Pietro, per tanti anni medico al CentroTrasfusionale dell’ospedale del capoluogo, e haincontrato chi guida la grande associazione di dona-tori di sangue della Marca. Sposando da subito l’ideadi un impegno in prima persona. Come già altri “col-leghi” sportivi della Marca, infatti, si è reso disponi-bile per dare una mano all’Avis nella sua missione didiffondere tra la popolazione e i giovani la buona abi-tudine di pensare anche agli altri. Donando il sangue,ma non solo. “Io ci credo moltissimo e a fine campiona-to possiamo pensare a qualcosa insieme, ha dettoAndrea al presidente provinciale, Gino Foffano. Ilcalciatore, che ha partecipato ad un campo estivoaccanto ai bambini bisognosi, già collabora con icompagni di squadra a iniziative di solidarietà,soprattutto negli ospedali. “Dove si può, si deve fare. Egli sportivi fanno parecchio, ve lo assicuro, anche senzafarlo sapere. Dei calciatori si ha troppo spesso un’imma-gine negativa, invece donano, promuovono manifesta-zioni di solidarietà, creano Fondazioni per aiutare ibambini”. E a proposito dei bambini, Andrea è con-vinto che al giorno d’oggi la solidarietà vada “inse-gnata” sin da piccoli “in modo che cammini assieme albambino e cresca con lui, perché se le buone cose si rico-noscono presto, è più facile poi farle proprie”. Poli, clas-se 1989, studi al Liceo Canova di Treviso, è cresciutonel settore giovanile del Treviso calcio, mettendosi inmostra a 17 anni con la maglia della prima squadra

in Serie B. A 18 anni è entrato nella Sampdoria esor-dendo in Serie A nella partita contro il Cagliari. Nellastagione 2007-08 ha vinto la Coppa Italia Primaverae il Campionato Primavera. Nella stagione 2008-09 èstato ceduto in prestito al Sassuolo in Serie B, e nel2009 è ritornato alla Sampdoria, dove gioca tutt’ora.Con l’Under-19 nel 2008 Andrea ha partecipatoall’Europeo arrivando in finale, mentre l’anno succes-sivo ha esordito nella Nazionale Under-21, nell’ami-chevole Italia-Svezia (1-1) giocata a Trieste. Realizzail suo primo gol con l’Under-21 nell’incontro Italia-Lussemburgo (2-0), valida per le qualificazioniall’Europeo 2011 in Svezia. L’impegno di Poli conl’Avis provinciale segue quello di altri sportivi come ilpilota Fabrizio Gollin (campione del mondo diFormula GT), Francesca Porcellato (pluricampiones-sa alle Paraolimpiadi nella maratona e nello sci), i fra-telli rugbisti Denis e Manuel Dallan, il BenettonBasket, la squadra di Football americano “Cavalier’s”.

Michela Rossato

Oltre 150 ragazzi avisini si sono dati appuntamento,sabato 12 febbraio, alle pendici del Monte Baldo

(Vr) per dare vita a quella che ormai è diventata unappuntamento fisso: la CiaspolAvis. Una bella cammi-nata che si è svolta nei pressi di Novezza, per poi prose-guire con la cena e il festeggiamento presso l’Ottagonodelle suore del Gresner, in località Albarè di Ferrara diMontebaldo. Il clima fin troppo caldo per la stagione,ha costretto le guide naturalisti di Equinatura a modifi-care il percorso inizialmente ideato per poter ciaspolare

completamente su una coltre bianca: abbiano seguito,quindi, due piste da sci ora in disuso. Giunti sulla disce-sa che ci avrebbe portato al punto di arrivo, le nostreguide hanno dotato tutti i presenti di fiaccole ed hannodisposto tutti in modo da formare una grande scialuminosa, dalla quale si poteva distinguere una scritta:Avis! Poi la cena e la festa tutti insieme nella suggestivastruttura ottagonale. Perchè Avis è anche, e soprattutto,gioia di stare insieme e condividere i valori dell’altrui-smo. Francesco Gondola

Fervono i preparativi per la settima edizione dellamanifestazione ciclo-amatoriale “Donare… in

bici” che quest’anno ritorna nel veronese, dopo il suc-cesso in terra trevigiana nel 2010, con oltre 400 parte-cipanti. Avrà luogo domenica 5 giugno 2011, con par-tenza e arrivo in Piazza Carlo Alberto, aSommacampagna (Vr). La presidente dell’Avis comu-nale Luciana Turrini insieme a Daniele Povolo, presi-dente dell’ASD Cicloamatori Avis di Sommacampagna(società che organizza la manifestazione) sono impe-gnati nel coordinare le diverse attività per soddisfare le

aspettative di tanti appassionati ciclisti. La prima edi-zione della manifestazione fu pensata nell’estate del2004, come momento di aggregazione associativa econtestuale promozione del dono del sangue, qualeprologo ai Campionati mondiali di ciclismo su stradache si correvano nella provincia scaligera, attraversandoil cuore della città di Verona. Nell’edizione del 2007(cui si riferiscono le immagini) si sviluppò nell’inter-land delle colline moreniche che circondanoSommacampagna, evitando il caos del traffico cittadi-no del capoluogo. Un fiume di appassionati ciclisti,con tanto di caschetto e logo associativo in bellamostra, ha toccato le località di Custoza e Solferino,luoghi storici del Risorgimento. Attraversando ilMincio, i ciclisti lambirono le località di Borghetto eValeggio, prima di rientrare a Sommacampagna, cir-condati da prestigiosi vigneti dove vengono prodotti ibianchi di Custoza e Lugana. L’edizione 2009 si snodòsu un percorso analogo, ma più impegnativo per farconoscere nuovi scenari e bellezze paesaggistiche e cul-turali. Lo stesso è stato per le edizioni in terra trevigia-na, con partenza e arrivo a Castelfranco Veneto e per-corsi attraverso gli splendidi scenari delle colline asola-ne, delle ville antiche, delle città murate anche di pado-vano e vicentino. L’edizione veronse di quest’anno pre-vede due itinerari: uno breve di circa 25 chilometri(adatto anche ai meno provetti) e uno più impegnati-vo di circa sessanta chilometri, riservato ai “campioni”,con partenza e arrivo, per entrambi, da Piazza CarloAlberto alle ore 9.00. La partecipazione è aperta a tuttigli iscritti a Gruppi amatoriali Avis e non, regolarmen-te tesserati presso Enti sportivi autorizzati. Per tutti idettagli vi rimandiamo al regolamento con allegatomodulo di iscrizione, che troverete sul sito www.avisveneto.it. La segreteria dell’Avis regionale Veneto(telefono 0422/320316 o 0422/405088) aperta tutti igiorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, è a disposi-zione per qualsiasi informazione. Francesco Joppi

Andrea Poli. un campione “avisino”“Donare in... Bici” il 5 giugno torna a Sommacampagna

VeronaGiovani: in 150 a “ciaspolar” sul Monte Baldo

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Veneto-Emilia: un “gemellaggio nel dono”, sia nel calcio, sia nel... footballIl football americano sempre più vicino all’Avis.

Quasi in contemporanea, in due diverse regionid’Italia, due squadre di questo spettacolare sport sonodiventate testimonial dell’associazione. I Panthers inEmilia-Romagna (foto sotto da Foxsport) e iCavaliers in Veneto (indivisa rossa nella foto diFotofilm) si sono infattisottoposti a prelievi diidoneità e a donazioni persuggellare la propria vici-nanza all’Avis e lanciare un messaggio ai giovani.“L’idea di questa collaborazione con i Panthers,Campioni d’Italia IFL 2010, è scaturita proprio dallaloro sensibilità, perchè molti di loro sono già donatori -racconta Massimo Popoli, responsabile area Giovanie sport dell’Avis Parma - e, di conseguenza, i perfettiportavoce del messaggio della nostra Associazione. Allacollaborazione è stato dato lo slogan “Il dono è un giocodi squadra” che ne racchiude tutto il significato.Guidata dal capitano Stefano Benassi, una delegazionedei Panthers si è recata al nuovo Centro prelievi a SanPancrazio dove hanno donato due giocatori già avisinie, per la prima volta, due loro compagni di squadra”.Tante le iniziative predisposte per sensibilizzare i tifo-si alla donazione di sangue, come la realizzazione diuna speciale t-shirt con un simpatico logo raffiguran-te una goccia di sangue in perfetta tenuta da Footballamericano. La maglia sarà donata agli abbonati e achi, nei prossimi mesi, effettuerà la prima donazione.Nell’arco dei campionato, che scatterà il 20 marzo,saranno poi distribuiti quasi 4 mila portachiavi con lapalla da football e il logo dell’iniziativa.

In Veneto, invece, 19 giocatori della squadra difootball americano “Cavaliers” Volksbank di

Castelfranco Veneto (Treviso), capitanati da MarcoCecchin, hanno deciso di diventare donatori di san-gue e si sono presentati al Centro trasfusionale delCa’ Foncello di Treviso per sottoporsi agli esami diidoneità. Lo hanno fatto sull’esempio dei due giàdonatori appartenenti alla squadra e grazie al contat-to con il Gruppo Giovani Avis di Castelfranco che liha avvicinati all’Avis, di cui portano orgogliosamenteil logo sulla maglia da un paio d’anni. “Oggi i Cavaliers diventano testimonial a tutti gli effet-ti e con il loro gesto lanciano ai giovani e agli sportiviun chiaro messaggio di invito al dono del sangue - hadichiarato Wanda Pradal, responsabile settore sportper Avis provinciale Treviso - questa loro iniziativa

collettiva è una dimostrazione di quanto l’Avis e ilmondo dello sport siano sempre più uniti, sempre piùsulla stessa linea di generosità e aiuto al prossimo”.“Sindall’esordio in campionato di serie B dell’anno scorso,l’Avis di Castelfranco ci ha sostenuto e incoraggiato - ha

sottolineato il capitanodei Cavaliers, MarcoCecchin - abbiamo volutoportare sulle maglie il logoAvis fino alla vittoria alSilver Bowl che ci ha pro-

mossi in serie A. Ora, prima dell’inizio del nuovo cam-pionato (Football a 9 IFL) abbiamo mantenuto la pro-messa di diventare donatori anche perché chi è in buonasalute come noi è giusto che possa aiutare chi ha biso-gno”. Inutile dire che - nonostante la diversa “storia”e livello - aspettiamo quanto prima un incontro fra ledue squadre, sotto il segno dell’Avis. Anche in camposicuramente fra loro correrà “buon sangue”.

Itifosi del Parma e del Chievo Verona si sono unitinella donazione del sangue. Prima della partita del

31 ottobre allo stadio“Tardini” di Parma, infat-ti, i parmensi hannoaccolto una quarantina diveronesi all’interno delnuovo centro prelievi diSan Pancrazio, e da lì hanno poi raggiunto insieme lostadio. Sei tifosi del Chievo hanno donato il sangue

ricevendo in omaggio, direttamente dal ParmaCalcio, il tagliando per assistere alla partita.

“Momenti del generetestimoniano come, purnelle differenti fedi calci-stiche, i tifosi sappianounirsi per lanciare signifi-cativi messaggi di solida-

rietà - ha spiegato il presidente dell’Avis comunale diParma, Doriano Campanini - ciò è possibile attraver-so la piena condivisione di valori quali l’altruismo e ilfair play. Il rapporto con il Parma calcio consolida lanostra presenza nello sport, straordinario veicolo dipromozione della cultura del dono”. Complimentiall’organizzazione dell’Avis di Parma e all’iniziativasono venuti anche dal presidente dell’Avis regionaledel Veneto, Alberto Argentoni. “Molto spesso il tifo-so non viene visto come una persona disposta ad aiu-tare il prossimo - ha quindi sottolineato AngeloManfredini, leader del Centro di coordinamentoParma Club che ha collaborato all’iniziativa - e inve-ce sono davvero tanti quelli che, quotidianamente, siprodigano per fare del bene agli altri. Questa giorna-ta sarà l’inizio di un percorso che vedrà il nostrogruppo al fianco dell’Avis con l’obiettivo di incre-mentare il numero dei donatori”.

Chievo - Parma nel calcioCastelfranco - Parma nel football

Due, anzi tre, “sane” storie di sport, di tifo, di solidarietà

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Sembra che tutto sia stato programmato e preordina-to, invece non è per nulla così. Sono infatti solo “belle

storie” di sport e solidarietà che potevano nascere solograzie all’Avis. Ognuna è nata per suo conto, certo, ma tutte dimostra-no come - nonostante tutto ciò che si possa pensare - il“sano” sport e il “sano” tifo esistano ancora. Noi le

abbiamo solo messe insieme, seguendo in questi mesi il“filo rosso” (ma anche giallo-blu) della solidarietà. Ma iniziamo dallo sport nazionale, con il bel gemellag-gio avisino delle tifoserie di due squadre gialloblu.Tifoserie che, finora, avevano la fama di essere fra le piùcorrette della serie A, ora avranno anche quella delle piùsolidali. E scusate se è poco...

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