Una dialisi immersa Tariffa Associazioni Senza Fini di ...

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01 Primavera 2018 Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro:“Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB - Firenze”. Periodico di Informazione della Fondazione Ospedale pediatrico Meyer Onlus Una dialisi immersa nel bosco LE STORIE DI M+ Carlotta e il suo dottore “mago” CHIRURGIA ADDOMINALE Dall’Inghilterra arriva Morabito RICERCA ONCOLOGICA Aperto un nuovo laboratorio

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LE STORIE DI M+ Carlotta e il suo dottore “mago”

CHIRURGIA ADDOMINALE Dall’Inghilterra arriva Morabito

RICERCA ONCOLOGICA Aperto un nuovo laboratorio

Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1

Editore Fondazione Meyer

Direttore Responsabile Roberta Rezoalli

Gruppo redazionale Alessandro Benedetti, Maria Baiada, Emmanuele Bittarelli, Duccio Boldrini, Giulia Bonechi, Caterina Castellani, Patrizia Gianassi, Maria Vittoria Giannotti, Melania Mannelli, Giulia Righi

Foto Vincenzo Errico, Marco Giramondi, Irene Maniscalco, Edoardo Micheletti, Alessia Nucci, Dario Orlandi, Giulia Righi

Direzione e redazione Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze Tel. 055.5662316 - Fax 055.5662300

Impaginazione Tabloid soc. coop. - [email protected]

IN QUESTO NUMERO

» Pag. 3 Le vostre lettere

» Pag. 4 - 5 L’idea solidale di Carlotta e Virginia Come sostenerci con il 5X1000

» Pag. 6 I consigli degli esperti Una prima colazione da campioni

» Pag. 7 Dall’Inghilterra arriva Antonino Morabito esperto di chirurgia addominale

» Pag. 8 - 9 Ecco la nuova Dialisi (immersa nel bosco) Gli animali di Arianna Papini

» Pag. 10 Oncologia: inaugurato un nuovo laboratorio

» Pag. 11 • STORIE DI M+Storia di Carlotta e del dottore che “l’ha riaggiustata”

» Pag. 12 Il Meyer per amico: una grande festa aperta a tutti

» Pag. 13 Il messaggio di amore lasciato da Maria Sole Storia di Valerio, “intrepido viaggiatore” Foiano, torna il Carnevale più antico d’Italia Cantalupo raddoppia con due cene solidali

» Pag. 14 Sessant’anni insieme, una festa e una scelta solidale

» Pag. 15 • IMPRESA AMICA DEL MEYER Unicoop a fianco del Meyer che cresce

Cari amici,anche in questo numero della nostra rivista troverete tante notizie e storie che riguarda-no la vita del Meyer e della sua Fondazione. Nelle pagine centrali vi raccontiamo la no-stra nuova Dialisi, un reparto all’avanguar-dia con tanti animali colorati che, dalle pa-reti, fanno compagnia ai bambini. A pagina 7 vi presentiamo il curriculum di un super chirurgo in arrivo a Firenze da Manchester, mentre a pagina 10 potrete farvi un’idea di quali sono gli impegni dei nostro ricercatori in campo oncologico: nel nostro laborato-rio, appena inaugurato, si cerca la strada per combattere i tumori più difficili. Torna-no le Storie di M+, con il racconto di Carlot-ta e del medico che “l’ha riaggiustata”. Ed è tornata anche la grande festa del Meyer per amico, che vi raccontiamo a pagina 12. Alle pagine 4 e 5 non perdetevi la storia di due bambine speciali che hanno dato vita a una bella iniziativa solidale.In allegato a questo numero, la nostra cam-pagna per il 5 per mille: il vostro sostegno è importante per far crescere il Meyer. Potete aiutarci in tanti modi: anche scegliendo le nostre bomboniere per le vostre occasioni speciali.Buona lettura

LA REDAZIONE

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA FONDAZIONE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO ANNA MEYER DI FIRENZE ONLUSAutorizzazione del Tribunale di Firenze n. 5428 del 10/06/2005

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Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1 3

Per raccontarci la tua storia scrivi a:[email protected]

Buongiorno,sono la mamma di due bambini e, come molti genitori, ho avuto bisogno più volte di recarmi al pronto soccorso dell’ospedale Meyer e mi sono sempre trovata bene. Lo scorso inverno mio figlio più piccolo ha avuto un problema al braccio e non riusciva più a muoverlo. Mi sono rivolta ad altre strutture in prima bat-tuta, ma solo al pronto soccorso del Meyer hanno risolto il problema, diagnosticando una fuoriuscita della testa dell’omero: una semplice manovra ha permesso a mio figlio di tornare a muoversi liberamente. E la stessa impressione positiva l’ho avuta qualche anno fa, quando medici e infermieri aiutarono mio figlio che ave-va una lisca infilata nella tonsilla: il problema fu gestito in modo impeccabile e con molta gen-tilezza.Grazie,

Elena Ceccherini

Mi chiamo Claudio, sono il padre di un bambino che ha effettuato un prelievo di sangue presso la vostra struttura, con il sostegno dei cani della pet therapy e l’assistenza della dottoressa Maria Rosaria Tanganelli. Io e mia moglie Elisa, erava-mo molto preoccupati prima di affrontare il pre-lievo con una normale procedura, viste le fobie e le patologie neuropsichiatriche del bambino, certificate con legge 104. Ma appena contattato il vostro ufficio prelievi siamo stati rassicurati dalla dottoressa Tanganelli e messi a conoscenza della possibilità di fare un prelievo coadiuvato con ane-stetico “gas esilarante”, grazie al quale il bambino ha affrontato in maniera tranquilla e non trau-matica questo momento. Vogliamo per questo rendere un doveroso ringraziamento a tutta la struttura del Meyer, con menzione particolare alla gentilissima dottoressa Tanganelli, e ovviamente all’associazione Antropozoa della pet therapy, e in particolare all’operatore Alexis e a Polpetta, che sono stati meravigliosi!Cordiali saluti, Claudio ed Elisa

Sono la mamma di un bambino di 10 anni. Viviamo nella grande Milano, ma da tempo siamo seguiti dal reparto di Allergologia alimentare del Meyer e la nostra esperienza è molto positiva. Mio figlio soffre di reazioni anafilattiche a molti dei più comuni ali-menti e per migliorare la sua qualità della vita ab-biamo iniziato il cammino della desensibilizzazione uno ad uno di alcuni degli alimenti in gioco. Non è un cammino semplice, è provante sia dal punto di vista pratico che psicologico, e anche la patologia in sé rischia di essere un fardello pesante da portare nella quotidianità. Siamo arrivati al Meyer da pochi mesi, e già abbiamo potuto apprezzare la compe-tenza, la professionalità, l’esperienza e la pragma-ticità del reparto di Allergologia Alimentare, che ha un’ottima organizzazione. Come genitori ci sentia-mo sostenuti dalla esperienza di lungo termine e dalla competenza che abbiamo riscontrato, mio figlio in poco tempo ha già acquisito fiducia della dottoressa che ci segue, e questo è fondamentale.In ultimo ringrazio anche CiboAmico e Valeria in particolare per il supporto a 360 gradi,

Carlotta P.

ESPERIENZE POSITIVEAL PRONTO SOCCORSO

PRELIEVO PIÙ SERENOCON GAS E QUATTRO ZAMPE

DA MILANO AL MEYERPER CURARE L’ALLERGIA

Le vostre lettere

Coloratissimo, pieno di alberi e giochi: così una bambina ha raccontato il suo Meyer attraverso un bellissimo disegno.

Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1

Igrandi a volte se lo dimenticano, ma i bambini hanno sempre qual-cosa da insegnare. E spesso, d’istin-to, scelgono di fare la cosa giusta.

Ce lo dimostrano Carlotta e Virginia, due bambine dal cuore grande e dal sorriso luminoso. Due amiche che si conosco-no fin da piccole, si vogliono un gran bene e non hanno alcuna intenzione di separarsi. Sono cresciute condividendo molte cose: la stessa strada dello stesso paese, alle porte di Firenze, i compa-gni di classe e quelli della squadra della pallavolo che, per il momento, è il loro sport preferito. Carlotta e Virginia fre-quentano la quarta elementare e la sto-ria di cui sono protagoniste comincia tra i banchi di scuola il giorno in cui, nel li-bro dei compiti delle vacanze, ne hanno trovato uno un po’ insolito: allestire un mercatino di cose usate per poi donare il ricavato in beneficenza. Per le bam-bine si tratta di una sfida da cogliere al volo, un’altra esperienza da condividere insieme. Come prima cosa, si riuniscono per decidere a chi andrà l’incasso della loro prima prova da commercianti. E dopo una breve riflessione, la risposta le trova d’accordo: faranno una donazione per aiutare il Meyer! “Visto che siamo bambine anche noi – spiega Virginia con una logica inoppugnabile – ci è sembrato giusto aiutare i bambini che non stanno bene. Ci dispiace molto per loro e vole-vamo aiutarli”. Anche Carlotta condivide questa visione improntata alla generosi-tà. “Da piccola sono stata al Meyer e mi è sembrato un posto molto bello e i dot-

Due amiche, un mercatino e un’idea solidale per i bambini del Meyer

tori sono tutti molto gentili. È un posto che mi è piaciuto”. Carlotta e Virginia hanno dato prova di notevoli capacità organizzative, mettendo a punto strate-gie di marketing e comunicazione molto efficaci. Hanno scelto con cura le cose che, in casa, non servivano più, ma che

UNA SFIDA NATA SUI BANCHI DELLA QUARTA ELEMENTARELA “LEZIONE” DI GENEROSITÀ DI CARLOTTA E VIRGINIA

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Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1 5

COME SOSTENERCI CON IL 5X1000 Facile come una moltiplicazione di aritmetica, di quelle che si imparano alle scuole ele-mentari. Ma al tempo spesso importante, anzi importantissima, come tutte le cose che si imparano da piccoli. La scelta di donare il 5x1000 alla Fondazione Meyer permette di realizzare grandi cose. Aiutare la ricerca, permettendo a chi lavora in questo ambito di continuare a cercare nuove terapie per salvare tanti bambini. Grazie a queste donazioni è possibile continuare ad aggiornare e rinnovare le attrezzature e i macchinari dell’Ospe-dale pediatrico fiorentino, per garantire cure sempre all’avanguardia e diagnosi precoci. Il sostegno alla Fondazione Meyer permette anche di rendere il Meyer un luogo più a misura di bambino. Il 5x1000 si trasforma in giochi, colori, arredi, clown, musica e teatro, cani specializzati nella Pet Therapy: tutto il necessario per far sentire i nostri bambini a casa. E grazie a questa scelta, fatta ogni anno da tante persone, le famiglie che arriva-no da lontano, possono rimanere vicino al proprio bambino ricoverato, trovando acco-g l i e n z a presso le nostre strutture.

COME FARE

Destinare il 5X1000 alla Fonda-zione Meyer è davvero sempli-ce e non costa niente: bastano la tua firma e il nostro codice fiscale 94080470480. Inserisci-li nel primo riquadro in alto a sinistra dedicato al ‘’Sostegno del volontariato e delle ON-LUS ...’’ del tuo modello 730, UNICO o CUD.

potevano intercettare i gusti del pubbli-co: foulard per le signore, mollettine co-lorate e occhiali da sole per le coetanee, video con i cartoni animati per le fami-glie. Per la logistica, si sono appoggiate a un’attività già avviata: il banco del mer-cato gestito dalla madre di Virginia. An-

che nella comunicazione niente è stato lasciato: Carlotta e Virginia hanno cerca-to le informazioni corrette sul Meyer su internet e poi hanno realizzato un cartel-lone esposto vicino alla merce. “Ci siamo divertite molto – raccontano – e le per-sone ci hanno fatto molti complimenti.

Alla fine abbiamo chiesto ai genitori di fare arrivare la nostra somma alla Fon-dazione Meyer”. Sul fatto che aiutare gli altri sia importante, le due “ragazze” non hanno incertezze: “Tutti devono farlo”. Una lezione di una semplicità disarman-te. Ma pur sempre una grande lezione.

Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1

G li esperti non si stancano di ripeterlo: la prima colazione è uno dei pasti più impor-tanti della giornata. Eppure

sono ancora molti i bambini che salta-no questo importante appuntamento. A fornire qualche consiglio per con-vincere i piccoli ad assumere questa corretta abitudine mattutina è Fina Belli, responsabile del servizio Dieteti-ca dell’Ospedale Meyer.

Perché la colazione è così importan-te?Al risveglio, dopo il riposo notturno, l’organismo riattiva tutto il suo metabo-lismo e ha bisogno di un pieno di ener-gia. Non fare colazione ha due conse-guenze: la prima è che il bambino non ha la corretta “carica” per affrontare la giornata, spesso molto impegnati-va, che lo attende. E la seconda è che, spesso, saltare questo pasto, comporta un’alterazione di tutti i ritmi della gior-nata: il bambino rischia di mangiare troppo a metà mattina e di non avere di nuovo fame all’ora di pranzo, per poi tornare ad aver fame a merenda… Inol-tre il bambino che mangia fuori dai pasti principali spesso mangia anche male, cibi poco salutari.

E allora come convincere i bambini a fare colazione?Bisogna sempre ricordarsi che i figli imparano dall’esempio dei genitori. Quindi, fare colazione tutti insieme è sempre il primo passo per trasmettere loro questo insegnamento.

E per chi sostiene di non aver voglia?Allora può essere il caso di chiedersi se il bambino ha dormito il corretto numero di ore. Perché i piccoli siano

bambino. Comunque sarebbe ottimo proporre un po’ di carboidrati come pane con marmellata o miele oppure una fetta di dolce casalingo o dei bi-scotti semplici. Se non ci sono partico-lari intolleranze, un bicchiere di latte caldo va benissimo. Altrettanto si può dire di un frutto o di una spremuta d’a-rancia fatta sul momento che, soprat-tutto nei mesi invernali, permette di fare una scorta di vitamina c.

Meglio salato o dolce?Non ci sono particolari indicazioni. Comunque se si deve mangiare un dol-ce, quello della colazione è davvero il momento migliore perché l’organismo ha bisogno di energie e le consuma su-bito senza accumularlo.

Una curiosità: ma i bambini lo posso-no bere il caffè? Solo piccole quantità, giusto quelle che occorrono per macchiare il latte.

disponibili ad affrontare la giorna-ta occorre che siano ben riposati. Un bambino in età scolare che ha la sve-glia alle sette, dovrebbe essere andato a letto intorno alle 21.30, possibilmen-te senza gingilli tecnologici che possa-no turbare il suo riposo o alterarlo. Per questo, l’ideale sarebbe quello di fare una cena leggera, sul presto.

Altri trucchi da consigliare?Se il problema è che il bambino non ha voglia di mettersi a tavola, possiamo prima farlo vestire e preparare e poi proporgli la colazione. Altrimenti, si può optare per una colazione da stra-da, da consumare durante il tragitto, tra la casa e l’asilo oppure la scuola. Un po’ di latte in una confezione da “viag-gio” e un po’ di schiacciata comprata al forno vanno benissimo.

Esiste una colazione ideale?No, bisogna anche rispettare i gusti del

L’importanza della prima colazione per fare il carico di energia

I consigli degli esperti Ne parliamo con la dietista Fina Belli

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l Meyer arriva il massimo esperto europeo di chirurgia pediatrica addominale: è An-tonino Morabito, che entrerà a

far parte dell’Università di Firenze, dopo la selezione per la chiamata di un ordina-rio di Chirurgia pediatrica e infantile, e dirigerà la struttura complessa di Chirur-gia pediatrica. Antonino Morabito - 52 anni, da oltre 15 al Royal Manchester Children’s Hospital - prenderà servizio all’Università di Firenze il prossimo primo maggio presso il Dipartimento di Neuro-scienze, psicologia, area del farmaco e sa-lute del bambino. Al tempo stesso lo spe-cialista guiderà la struttura complessa del Meyer per contribuire allo sviluppo sia qualitativo, sia quantitativo delle attività a favore dei pazienti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. L’arrivo di Mora-bito darà poi un importante contributo all’innovazione nel campo della chirurgia pediatrica e neonatale e permetterà di co-stituire un team specializzato nel settore della chirurgia intestinale e delle tecniche chirurgiche di riabilitazione intestinale con la realizzazione di una équipe di ec-cellenza a livello internazionale.La presenza di Morabito permetterà di completare l’assistenza nel profilo chirur-gico in ambito pediatrico e neonatale e di potenziare la ricerca e l’alta formazione in questo campo, ponendo l’Azienda ospe-daliero-universitaria Meyer tra i centri di riferimento internazionali della salute dei bambini per specialità sempre più com-plesse e rare.Professore e Consultant in Chirurgia pe-diatrica e neonatale all’Università di Man-chester, Antonino Morabito dal 2003 a oggi ha ricoperto anche il ruolo di direttore della Paediatric Autologous Bowel Recon-struction and Rehabilitation Unit presso il Royal Manchester Children’s Hospital, vantando un’attività scientifica di elevatis-sima qualità a livello internazionale.Sia sul fronte chirurgico, che su quel-lo riabilitativo Morabito conduce studi multicentrici nazionali e internazionali di importante valore scientifico. È autore di numerose pubblicazioni su autorevoli riviste scientifiche, molte delle quali ri-tenute innovative in ambito specialistico,

Dall’Inghilterra arriva Antonino Morabito, il massimo esperto di chirurgia pediatrica addominale

DAL ROYAL MANCHESTER CHILDREN’S HOSPITAL AL MEYER PER CURARE I BAMBINI CON GRAVI PATOLOGIE DELL’INTESTINO

spaziando dalla chirurgia mini-invasiva pediatrica al trattamento della sindrome dell’intestino corto o Short Bowel Syndro-me (SBS), settore nel quale il ricercatore è considerato un esperto internazionale grazie ai numerosi studi in ambito clinico supportati da altrettanti lavori di chirurgia sperimentale e ricerca di base. Nel 2012 Morabito è stato inserito nella lista dei Top 100 Paediatric Doctors in UK del The Times Magazine.Allievo di Adrian Bianchi, Morabito nel 2012 ha avviato il programma di ricerca nell’ambito della medicina rigenerativa presso l’Università di Manchester.“Continuiamo con la politica dei concorsi aperti vòlti a reclutare le migliori eccellen-ze su scala internazionale” commenta Lu-igi Dei, Rettore dell’Università di Firenze.

“Siamo orgogliosi come Meyer di far rien-trare in Italia dall’Inghilterra un grande chirurgo - dice Alberto Zanobini, Diretto-re Generale del pediatrico fiorentino - Il Meyer non si ferma nel suo piano di svi-luppo e di miglioramento per la salute e il benessere delle bambine e dei bambini”.“È un grande privilegio poter iniziare a far parte della grande famiglia dell’Università di Firenze e del Meyer - dichiara Antonino Morabito - Sono profondamente onorato di contribuire a rendere grande il nome della struttura fiorentina nel mondo. Con cura e passione sono sicuro che riuscire-mo a creare un team clinico-scientifico di alta specializzazione nel settore della chirurgia intestinale e delle tecniche chi-rurgiche di riabilitazione intestinale per il bene dei piccoli pazienti”.

L’importanza della prima colazione per fare il carico di energia

Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1

U n centro dialisi e nefrologia pensato a misura di bam-bino. Una struttura nuo-va e moderna che declina

in modo innovativo le tecnologie più avanzate con un modello di cura che tiene conto di tutte le esigenze dei pic-coli pazienti, che, grazie a un ambiente caldo e confortevole, possono sentirsi come a casa, dimenticando di essere in ospedale. E un bosco magico pieno di animali tutti da ammirare, creature silvestri nate dalla matita dell’illustra-trice Arianna Papini.La nuova struttura che rientra in Meyerpiu, il piano di sviluppo desti-nato a cambiare il volto del pediatri-co fiorentino nei prossimi tre anni, è stata inaugurato a dicembre. A rendere possibile la realizzazione del progetto, è stato il sostegno della Fondazione

Una nuova dialisiimmersa nel bosco

NELLA NUOVA STRUTTURA CI SONO TECNOLOGIE DI ULTIMA GENERAZIONE MA ANCHE UNA DIMENSIONE A MISURA DI BAMBINO

Meyer con un finanziamento di circa 900 mila euro. Un contributo impor-tante è quello arrivato inoltre dal nu-mero solidale dedicato che lo scorso anno ha consentito di raccogliere i fon-di per dotarlo di arredi speciali, colora-ti e piacevoli da osservare. All’interno della nuova dialisi è presente anche un

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GLI ANIMALI DI ARIANNA PAPINI Le pareti del nuovo reparto sono abitate da uccelli e leprotti, cuccioli di cinghiale e volpi. Animali carat-teristici del bosco toscano, illustrati con maestria e leggerezza da Arianna Papini. E dalle finestre si vedono i grandi alberi che popolano il parco del Meyer, in un dialogo tra disegno e realtà che scatena la fantasia e fa sognare.“Nel bosco i bambini stanno bene - spiega l’il-lustratrice - La natura aiuta l’introspezione, la comprensione e l’accettazione della propria vita. Incontrare la natura dà la possibilità alla creatività di espandersi, di trasformare gli eventi difficili in bellezza, lo sguardo in arte. Un reparto in cui i bambini devono stare fer-mi a lungo necessita di una cura particolare. Così sono nati gli animali che popolano il bosco del Meyer. Sono quelli che vivono qui vicino, dalle finestre si scorgono gli alberi e le colline, era importante creare una continuità con il territorio, fare entrare la vita esterna dentro le mura dell’ospedale”.

centro ambulatoriale pediatrico che porta il nome di Pierluigi Bonaiuti: i suoi familiari hanno infatti voluto ri-cordare il loro caro con una importante donazione.Il centro di nefrologia del pediatrico fiorentino è tra i pochi a livello inter-nazionale a lavorare con le tecniche più

avanzate di diagnosi genetica e mo-lecolare tramite sequenziamenti esomici del Dna ed è diretto dalla professoressa Paola Romagnani, una delle più autorevoli esperte mondiali per l’attività di ricerca e clinica sulla tematica delle proble-matiche renali pediatriche. “Molte malattie renali sorgono proprio in età pediatrica – spiega la professo-ressa - restando silenti fino all’età adulta e sono uno dei principali rischi di mortalità per malattie car-diovascolari. Solo per alcune ma-lattie renali ci sono delle terapie ef-ficaci, ma quando sono già ad uno stadio avanzato diventa necessario intervenire con la dialisi”.La dialisi è una terapia cronica che costringe il paziente a stare attac-cato ad una macchina per 3-4 ore

tre volte alla settimana in ospedale. La nuova dialisi del Meyer dispone di sei postazioni, tre in più di prima: così è possibile fare tutti turni pomeridiani, permettendo a tutti i bambini dializza-ti di andare a scuola. C’è poi una po-stazione per le dialisi acute, necessaria per gestire le situazioni di emergenza.

Una stanza separata è stata dedicata alla gestione delle dialisi peritoneali e all’educazione dei familiari dei bam-bini che possono effettuare la dialisi a casa con l’assistenza costante del per-sonale del Meyer: questo permette ad alcuni bambini di fare il trattamento a casa. Gli operatori sono stati coinvolti nella progettazione della struttura.Oltre a questo, ci sono poi stanze dedi-cate ad ambulatori e day hospital con aree di telemedicina in collegamento web con i maggiori centri di nefrolo-gia pediatrica europea per consulti in-ternazionali sulle malattie renali rare: grazie a questi collegamenti i piccoli pazienti hanno sempre a disposizione le possibilità diagnostiche e terapeuti-che più avanzate a livello mondiale.Sotto il profilo tecnologico la nuova struttura si avvale di un impianto di osmosi di ultima generazione, appa-recchiature di emodialisi, dialisi Crrt e dialisi peritoneale di alta efficienza, letti a bilancia pediatrici allungabili per adattarsi al meglio a pazienti di tut-te le età, apparecchiature di monitorag-gio dei parametri vitali per controllare in tempo reale che tutto proceda bene.

Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1

Un nuovo laboratorio di ricercadi oncologia e ematologia pediatrica

Nella Giornata contro il cancro in-fantile, il Meyer ha inaugurato un nuovo laboratorio di ricerca di on-cologia e ematologia pediatrica, in

collaborazione con l’Università di Firenze. Il nuovo centro ospita attrezzature all’avanguar-dia e uno staff di giovani ricercatori al lavoro su nuove prospettive terapeutiche per i tumo-ri più difficili dei bambini, come leucemie e linfomi refrattari alle terapie convenzionali, sarcoma di Ewing, tumore di Wilms, neuro-blastoma ad alto rischio e tumori cerebrali.Le attrezzature sono state acquisite con il so-stegno della Fondazione Meyer, anche grazie alle donazioni di tanti privati, tante aziende e tanti eventi. All’impegno della Fondazione si affiancano i contributi di famiglie e associa-zioni legate all’Oncoematologia del Meyer.Il laboratorio, diretto da Claudio Favre comprenderà linee di ricerca di base e traslazionale coordinate dalla dottores-sa Maura Calvani per l’Oncoematologia generale e dal dottor Iacopo Sardi per la Neuroncologia. Questi filoni di ricerca si aggiungeranno a quelli preesistenti sulle Istiocitosi (dottoressa Elena Sieni) e sulla immunoregolazione post trapianto (dot-toressa Eleonora Gambineri). Il principale settore di ricerca del laborato-rio riguarda l’individuazione di nuovi target tumorali: avvalendosi anche della collabora-zione di chimici, sarà possibile arrivare a sin-tetizzare nuove molecole in grado di colpire bersagli tumorali specifici.Un altro filone di ricerca è la nutraceutica: i ricercatori stanno studiando come alcuni nu-trienti possono influenzare la progressione della malattia interagendo con le chemiotera-pie convenzionali.Una terza linea di ricerca si concentra sullo studio della risposta immunitaria ai tumo-ri: i ricercatori stanno analizzando come il sistema immunitario dei bambini reagisce all’insorgenza dei tumori, per fare in modo di abbattere la tolleranza dei loro organismi al “corpo estraneo”.La ricerca neuroncologica, che pure troverà casa nel nuovo laboratorio, diretta da anni dal dottor Iacopo Sardi, è invece incentrata sullo studio dei meccanismi che, in alcuni tumori del sistema nervoso, inducono farmacore-sistenza, impedendo la risposta alle comuni terapie.L’obiettivo finale del laboratorio e del suo team

è quello di arrivare a fare ricerca traslazionale: si parte dallo studio

delle cellule per arrivare al piccolo paziente, mettendo a punto una terapia personalizzata.“Con questo laboratorio il Meyer fa spazio alla ricerca, tassello imprescindibile della cura, sul quale il nostro ospedale punta sempre di più – spiega il direttore generale del Meyer, Alberto Zanobini - Oggi inauguriamo un nuo-vo spazio dove costruire salute: qui, giovani ricercatori preparati e appassionati potranno contare su attrezzature all’avanguardia per aprire nuove, concrete, prospettive terapeuti-che per la cura dei bambini”. “Questo nuovo laboratorio – spiega Claudio Favre, direttore del Centro di Eccellenza di On-

cologia del Meyer – è frutto di un complesso lavoro congiunto portato avanti con passione. Si apriranno nuove prospettive per la ricerca toscana dove i giovani ricercatori avranno am-pio spazio per coltivare le loro intuizioni. Sarà infatti un laboratorio aperto ad accogliere an-che le ricerche appartenenti al CROP (Centro Regionale di Oncologia Pediatrica), rete onco-logica che include l’AOU Meyer, l’AOU Pisana e l’AOU Senese per l’attivazione di percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali per i pa-zienti oncologici tra 0 e 18 anni. Grazie ad un approccio multidisciplinare possiamo conta-re sulla collaborazione di tanti professionisti medici del Meyer: oncoematologi, neonatolo-gi, immunologi ed esperti delle malattie me-taboliche. È inoltre prezioso l’aiuto dei dipar-timenti universitari di Firenze, che mi preme ringraziare”.A fare la differenza sono anche le attrezzatu-re. Strumenti di ultima generazione come un citofluorimetro appositamente dedicato alla ricerca scientifica di base e una piattaforma di strumenti che processano i tessuti fino ad arrivare a differenti sottopopolazioni cellulari. Inoltre il laboratorio, realizzato grazie a un investimento complessivo di 800mila euro, sarà dotato di una vasta gamma di strumenti deputati all’imaging: microscopi di ultima ge-nerazione che permettono la visualizzazione in “time lapse”, scandendo nel tempo i movi-menti e le interazioni delle cellule.

ATTREZZATURE ALL’AVANGUARDIA E UNO STAFF DI GIOVANI RICERCATORI AL LAVORO SU NUOVE TERAPIE PER I TUMORI PEDIATRICI PIÙ DIFFICILI DA CURARE

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Gli Amici del Meyer » Primavera 2018 • n. 1 11

Non ha dubbi Carlotta: il me-dico che la ha curata “È un mago”. È questa la storia di una bambina di cinque anni,

decisamente tenace, e di un sospiro di sollievo lungo una vita. “Cominciamo dalla fine”, suggerisce il suo babbo, Filippo. “È il 15 dicembre del 2016 e smanetto sul mio cellulare per con-trollare se è arrivata una mail: finalmen-te, alle 16.45, arriva una mail del dottor Casini che ci dice che l’ultimo controllo di Carlotta è positivo. Carlotta è guarita. Finiscono così due anni di cure che ci hanno catapultato in un mondo terribi-le e meraviglioso”. Quel giorno - noi ce lo possiamo solo immaginare - sono nati tutti un’altra volta. Si è voltata una pagina dura come il cemento. Leucemia linfoblastica acuta. È questo il

IL PADRE DELLA BAMBINA

CI SIAMO SEMPRE SENTITI CIRCONDATI DA UN AFFETTO IMMENSO

Carlotta e quel medico che la ha “riaggiustata”

solo dire che il loro amore è come l’amore dei genitori. Immenso”. La malattia, racconta ancora Filippo, è un gioco dell’oca: non sai mai, fino al control-lo dopo, se puoi andare avanti o devi tor-nare indietro. Nel caso di Carlotta il proto-collo prevede che venga ripetuto l’esame del midollo due anni dopo l’esordio della malattia. Se non c’è più traccia delle cel-lule tumorali si parla di remissione com-pleta. Cosi è stato, per fortuna, e Carlotta adesso guarda avanti. “Tra i tanti episodi non posso fare a meno di ricordarne uno che resterà sem-pre nel mio cuore – conclude babbo Fi-lippo -. Era il controllo del midollo del 75esimo giorno e aspettavamo il risultato con grande ansia. Ero in corridoio e vedo arrivare il medico di Carlotta con un fo-glio in mano che sbandierava come un trofeo. Era il referto. Era positivo. Lo vidi avvicinare e vidi che piangeva. Come me. Ecco qui c’è il Meyer”.

sua malattia che le faceva sentire molto male a una gamba, sapeva che c’erano “dei mattoncini da riaggiustare”. E quan-do ha visto quanto poco ci ha messo il ‘suo’ dottore a farle passare il male, se ne è convinta: “È un mago”. “In una prova durissima come è stata la malattia di Carlotta, avere una struttura così efficiente ed efficace ti rende non solo tutto più semplice ma ti dà una fidu-cia e una forza che non ha eguali” prose-gue babbo Filippo. Sorride, nel ricordare che con sua moglie, mamma Marta, ai tempi del ricovero (durato oltre due mesi) scherzavano sul fatto che non riuscivano quasi a stare da soli con la loro bambina, tanta era la premura del personale e dei volontari. “Noi ci sentivamo amati, vo-luti bene, circondati da immenso affetto – ricorda - Potrei raccontare tantissimi episodi sia sulla preparazione che sull’at-taccamento che il personale del Meyer dimostra verso ogni bambino, ma il mio racconto non renderebbe l’idea. Posso

Le storie

di

brutto nome del capitolo che per Carlotta (che allora aveva tre anni) e per la sua fa-miglia è iniziato il 1 dicembre del 2014 e si è concluso con quella mail. Babbo Filippo lo ricorda così: “Il 1 dicem-bre del 2014 a Carlotta veniva diagnostica-ta la LLA (leucemia linfoblastica acuta) e per noi significava vivere per due anni con qualcosa che ti condiziona la vita, che te la cambia. In questo stravolgimento della vita di una famiglia però vi sono due ele-menti positivi. Il primo è il carattere me-raviglioso di mia figlia che ha affrontato la cosa con uno spirito che per una bambina di tre anni è inimmaginabile. Il secondo è il Meyer e la sua eccellenza. Senza i medi-ci e tutto il personale di oncoematologia non sarebbe stato così ‘facile’. Due anni lasciano il segno e anche Carlot-ta non li ha dimenticati. Ha il suo ricordo, per fortuna ovattato: “C’era l’infermiere con i baffi che mi faceva ridere e la dotto-ressa con i riccioli mi chiamava ‘Fulmine Carlotta’ per come camminavo veloce con l’asta (l’albero della flebo). Una volta ho anche colorato un clown!”. Riguardo alla

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Una giornata all’insegna dell’alle-gria, con un programma denso di giochi, spettacoli, laboratori e

animazioni: anche quest’anno all’Ospe-dale pediatrico fiorentino è tornato “Il Meyer per amico”, il tradizionale open day promosso dalla Fondazione Meyer. Una grande festa dedicata ai bambini e alle famiglie, per vivere l’ospedale in modo diverso e imparare a considerarlo, ap-punto, come un “amico”. E così il Meyer ha aperto le sue porte, offrendo a grandi e piccini una giornata speciale, fatta di di-vertimento e cultura. Quest’anno l’evento si è arricchito di un’iniziativa speciale: una mostra fotografica “Mpiù storie”, che vede protagonisti coloro che il Meyer lo vivono ogni giorno. Ospite d’onore della giornata è stata l’attrice fiorentina Vittoria Puccini, madrina della festa: è stata lei a leggere la storia bellissima ed emozionante di Car-lotta, una delle piccole protagoniste della mostra, presente sul posto insieme a tutti gli altri. Anche quest’anno, tanti applausi alla delegazione dei giocatori della Fioren-tina, sempre pronti a dimostrare la loro vicinanza ai piccoli pazienti. Tra i momen-ti più apprezzati dai piccoli (e dai grandi), la visita a sorpresa di un Velociraptor: il bestione preistorico, incredibilmente rea-listico, ha fatto una lunga passeggiata nel

Musica, giochi e laboratori: è tornato Il Meyer per amico

parco e nei reparti dell’Ospedale, regalan-do un brivido preistorico a tutti i bambi-ni. Come sempre, ad animare la giornata ci hanno pensato coloro che, ogni giorno, contribuiscono a renderlo un luogo acco-

gliente: musicisti, clown e quattro zampe della Pet Therapy. Ma anche i laboratori, pensati come un’occasione per divertirsi e, al tempo stesso, imparare qualcosa di nuovo.

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Continua l’amicizia tra il più antico Carnevale d’Italia e la Fondazione Meyer. Anche quest’anno l’appuntamento in maschera che da quasi cinque secoli anima le strade di Foiano, caratteristico borgo nel cuore della Valdichiana, è stato caratterizzato da tanto divertimento e un impegno concreto di solida-rietà per i bambini dell’Ospedale pediatrico fiorentino. Per cinque domeniche i coloratissimi carri di cartapesta, realizzati in onore di Re Giocondo, patro-no della manifestazione, sono tornati a sfilare nel centro storico per la gioia di grandi e piccini. E come vuole la tradizione, le storiche quattro squadre, o “cantieri” sono tornate a sfidarsi per il carro più bello della manifestazione. Ancora una volta, però, i veri protagonisti delle domeniche di festa sono stati i bambini e quella coreografia fatta di colori, coriandoli, maschere e allegria che rende il carnevale una festa davvero unica. Anche quest’anno l’iniziativa ha

riscosso grande successo e una parte degli incassi è stata destinata al sostegno della oncoematologia. Come nella scorsa edizione, i volontari della Fon-dazione Meyer erano presenti con un proprio stand nell’area dedicata ai più piccoli, con giochi, spettacoli di burat-tini “Il Carnevale – spiega Massimo Di Chiara, presidente della manifestazio-ne – significa divertimento, ma anche solidarietà”.

“Ricordati babbo, l’amore vince sempre”. Così la piccola Maria Sole, otto anni, aveva tradotto per il

suo papà la frase di Ovidio, amor omnia vin-cit. Una mattina di novembre Maria Sole se ne è andata, ma quel suo messaggio pieno di ottimismo e di speranza ha messo radici profonde. Ne sanno qualcosa i suoi genito-ri, Leonardo Marras e sua moglie Isabella, che, nel momento più difficile, si sono visti circondati da un’enorme ondata di affetto. Un affetto che si è trasformato nella volon-tà di tante persone di fare qualcosa di con-creto per aiutare tutti quei bambini che si trovano a dover affrontare la prova di una malattia. È una grande mobilitazione quel-la che, in questi mesi, ha coinvolto la città e la provincia di Grosseto, dove la piccola era nata e cresciuta. Tante le iniziative sponta-nee di famiglie, genitori, associazioni: dal torneo di beach tennis alle cene solidali, da una mostra di pittura agli spettacoli teatra-li. “Maria Sole suonava il violino – ricorda il padre - e stanno nascendo piccoli pro-getti musicali che si consolideranno nel tempo. Noi, come famiglia, vorremmo fare

STORIA DI VALERIO, “INTREPIDO VIAGGIATORE”

FOIANO, TORNA IL CARNEVALE PIÙ ANTICO D’ITALIA

Quel messaggio di amorelasciato da Maria Sole

qualcosa di duraturo, collaborando con la Fondazione Meyer a sostegno della neuro-oncologia: è una delle poche strutture di questo tipo presenti in Italia e rappresenta un punto di riferimento per molte fami-

glie”. Tanti i progetti in cantiere per ricor-dare Maria Sole, ancora tutti da costruire, che vedranno un momento culminante nel primo luglio, giorno del compleanno della piccola.

Questa è la storia di Valerio, un bambi-no che, a causa di una brutta malattia, è diventato un “intrepido viaggiatore”. Ma è anche la storia dell’impegno e delle energie che i suoi genitori, Ida e Giovanni, hanno dedicato ad aiutare altri bambini, colpiti dalla stessa malattia. Dal 2010 Valerio se ne è andato, ma qualcosa, del suo sor-riso, è rimasto nell’associazione nata un anno dopo che porta il suo nome e che, negli anni, ha coinvolto tante famiglie e volontari, raggiungendo importanti traguardi. Da sempre, l’associazione Amicodivalerio sostiene la neuro-oncologia del Meyer, un reparto che ha contribuito a far nascere e crescere, nella convinzione che la ricerca scientifica sia fondamentale per sconfiggere i tumori cerebrali. “I miei due figli si sono ammalati entrambi – racconta Ida Buonavoglia – ma il primo, che aveva una leucemia, è guarito, mentre Valerio non ce l’ha fatta. Questo significa che, con le terapie ade-guate, le malattie possono essere sconfitte”. Negli anni, la onlus ha raccolto donazioni che sono servite ad acquistare macchinari tecnologicamente avanzati e finanziare borse di studio. L’associazione ha aiutato anche l’at-tività di otoneurochirurgia e, ora, ha allargato il suo impegno al sostegno delle famiglie, finanziando una borsa di studio in psicologia pediatrica. “Abbiamo anche donato un pulmino a un’associazione di Sesto Fiorenti-no, dedicato al trasporto dei bambini ricoverati in neuro-oncologia”. (www.amicodivalerio.org)

Una piccola comunità dal cuore grandissimo. È quella di Cantalupo, minuscola frazione di Bevagna, nel Perugino, che quest’anno ha rad-doppiato il suo impegno a favore della Fonda-zione Meyer, organizzando due cene a scopo benefico. L’impegno di Marco Pomi e dei tanti volontari che collaborano alla riuscita degli

eventi va avanti da sei anni e ha coinvolto, nel tempo, tremila persone. A tutti loro, afferma Pomi, va la mia gratitudine. Quello che orga-nizza gli eventi a Cantalupo è un vero esercito fatto di persone speciali, che per solidarietà, si trasformano in cuochi, organizzatori e ca-merieri. Nel corso del tempo è nata una colla-

borazione con la scuola di infanzia del paese: presto i piccoli metteranno in scena uno spet-tacolo sulla tematica dei diritti del fanciullo, fra questi non poteva mancare il diritto alla salute che sarà rappresentato sulla base della favola scritta da Marco dedicata alla sua esperienza al Meyer.

CANTALUPO RADDOPPIA CON DUE CENE SOLIDALI

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uesta è una storia iniziata in una sala da ballo di paese, a Rignano sull’Arno, alle por-te di Firenze. È qui che Gina e Italo, due ragazzi ancora

giovanissimi, si sono conosciuti per la prima volta. Fu amore a prima vi-sta, sbocciato sulle note delle canzoni dell’Italia degli anni Cinquanta, un pa-ese pieno di ottimismo e di voglia di ri-cominciare. Da allora quei due ragazzi non si sono più lasciati. In una gior-nata di luglio si sono sposati e hanno cominciato quell’incredibile avventu-ra che è il matrimonio. Insieme han-no affrontato le gioie e le difficoltà, le perdite e le nascite, gli impegni del la-voro quotidiano e le scelte più difficili. “Come tutti, hanno avuto i loro alti e bassi – ricorda la figlia, Cristina – ma sono sempre stati accanto”. Lo scorso luglio hanno festeggiato un traguardo importante: sessant’anni insieme. E hanno deciso che per celebrare l’av-venimento occorreva senz’altro una festa insieme alle persone più care, ma soprattutto un gesto che sottoline-asse il valore di quel momento. A dare l’ispirazione, è stata la figlia, Cristi-na, e soprattutto, le nipotine: Teresa e Sabrina. Le piccole di casa, infatti, hanno sempre dato un significato spe-ciale alle loro ricorrenze. E in occa-sione del battesimo, della comunione e della cresima hanno offerto agli in-vitati le bomboniere della Fondazione Meyer in modo da sostenere i bambini dell’ospedale pediatrico. “Entrambe le mie figlie – spiega Mamma Cristina – hanno avuto bisogno, quando erano piccole, di ricorrere alle cure di que-sta struttura e ci siamo sempre trovati bene e accolti come a casa. Per que-sto, fare festa per noi significa anche donare e sostenere questo ospedale”.

Sessant’anni insieme, una festa e una scelta solidale

Ha la forza del vento che ogni giorno, dal mare, spazza le strade della sua bellissima città, Livorno. Ed è impossibile resistere alla sua risata, che sfida, e vince, ogni difficoltà. Bruna Giunti era ancora una bambina quando i medici le diagnosticarono una grave malattia agli occhi ed ora è non vedente. Ma i problemi alla vista non le impediscono di “vedere” il Meyer che cresce e di sognare un ospedale sempre più accogliente per i bambini che ne hanno bisogno. “Io il Meyer lo porto nel cuore - spie-ga – perché oltre a offrire le migliori cure ai piccoli, garantisce loro il gioco e la vicinanza ai genitori, due fattori importanti per combattere la malattia”. I suoi problemi non l’hanno mai fermata, anzi. “Con tanto impegno e sacrificio – racconta – mi sono diplomata all’Istituto dei ciechi di Firenze, questo mi ha permesso di trovare un lavoro e l’indipendenza economica”. Per anni, ha risposto con gentilezza al telefono di un centrali-no. Ora che è in pensione, si concede lunghe passeggiate con il suo compagno, esercitandosi in inglese, ma anche in mate-matica e nei verbi irregolari. Il cervello va esercitato, altrimenti si arrugginisce, spiega. “Due volte l’anno – racconta – metto da parte i miei risparmi per sostenere il Meyer e se posso farlo io che sono una pensionata possono farlo tutti. Non ci sono scuse. Posso garantire che dopo aver donato, ci si sente con-tenti”. La signora Bruna guarda lontano. “Quando non ci sarò più – racconta – la mia casa sarà donata ai bambini dell’ospe-dale e alla ricerca contro i tumori”.

Una scelta di grande generosità che i nonni hanno voluto seguire. E così hanno scelto delle romanticissime bomboniere rosse per celebrare il loro amore. Scopri come sostenerci anche tu su www.fondazionemeyer.it.

LA FORZA DI BRUNA, CHE VEDE CRESCERE IL MEYERDONATORI IN PRIMO PIANO

PER CELEBRARE LE NOZZE DI DIAMANTE, GINA E ITALO HANNO SCELTO BOMBONIERE SPECIALI

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Il Meyer diventa più grande per aiutare i più piccoli. E in questo percorso di cre-scita ha trovato un alleato importante: Unicoop Firenze. Con oltre un milione di

soci e 104 punti vendita in sette province della Toscana (Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Siena), Unicoop Firenze è una delle più grandi cooperative di consumo presenti in Italia.L’amicizia tra la Fondazione Meyer e Unico-op va avanti da tempo, ma adesso è pronta a consolidarsi su un progetto di ampio respiro. A raccontare questa collaborazione è Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze.Come è nato questo importante impegno solidale a favore dei bambini del pediatrico fiorentino?Gli obiettivi della cooperativa, come da statu-to, sono offrire a soci e consumatori prodotti e servizi alle migliori condizioni di mercato, salvaguardare gli interessi dei consumatori, la loro salute e sicurezza, contribuire a tu-telare l’ambiente e promuovere il territorio e iniziative di socialità e solidarietà. Con il Meyer abbiamo già collaborato in passato, ma quando la Fondazione Meyer ci ha pre-sentato il progetto di ampliamento Mpiù ci siamo riconosciuti in un percorso comune di impegno per far crescere le attività di pre-venzione, cura e formazione dell’ospedale pediatrico.

Mpiù, Unicoop Firenzea fianco del Meyerche cresceQuesta sensibilità fa parte anche della vostra storia e tradizione?Un percorso comune nasce da una sensibilità comune: in questo senso Unicoop Firenze e Meyer si assomi-gliano, in quanto mettono entrambi al centro le persone e il loro benessere. Oltre al sostegno per il progetto di amplia-mento che vedrà crescere il Meyer nei pros-simi anni, il vostro è anche un impegno sul fronte della sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della formazione delle famiglie. Come si articolerà questo percorso da co-struire insieme?Il nostro contributo a Mpiù si sviluppa su due livelli, da un lato l’erogazione di risorse, dall’al-tro il coinvolgimento dei nostri soci e dei di-pendenti della cooperativa. Vogliamo sottoli-neare che non si tratta di azioni indipendenti, ma al contrario sono strettamente legate. Per noi è fondamentale intraprendere un cammi-no comune con le realtà per le quali ci mobi-litiamo, vogliamo essere partner e non finan-ziatori, vogliamo portare avanti un percorso condiviso e siamo sicuri che con il Meyer ac-

cadrà. Noi siamo una collettività, di soci e di

famiglie, che riconoscono nel Meyer una struttura di ec-

cellenza ma anche di “famiglia”. Perché il progetto Mpiù è importante per voi è perché è giusto sostenerlo?Nel nostro impegno per il benessere dei citta-dini ci sono diverse attività dedicate a genera-re salute, nell’ottica di considerare la persona nella sua globalità. La collaborazione con la Fondazione Meyer rientra fra queste. Ab-biamo infatti allo studio la programmazione di eventi copromossi da Unicoop Firenze e Meyer per facilitare la diffusione di buone pratiche per la salute dei più piccoli e parlare di prevenzione. Fra i nostri compiti come co-operativa c’è anche quello di offrire occasioni di conoscenza ai soci. Farlo con un partner come l’Ospedale pediatrico Meyer sarà fonda-mentale.

Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze

• Bollettino Postale c/c 17256512 intestato a

Fondazione dell’Ospedale Meyer, Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze

• Presso la nostra sede

c/o Hall Serra Ospedale Meyer, viale Pieraccini, 24 Per gli orari di apertura consultare www.fondazionemeyer.it

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• Bonifico Bancariointestato a: Fondazione Ospedale Meyer

Cassa Risparmio Firenze SpA IT19F0616002999100000008775

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Donazioni speciali• LASCITI TESTAMENTARI: Puoi aiutare i bimbi del Meyer anche ricordandoli nel tuo

testamento. Per avere tutte le informazioni su come fare un lascito e avere risposta in forma riservata puoi contattare Alessandro Benedetti, Segretario Generale della Fondazione Meyer, allo 055.5662316 o via email: [email protected].

• 5X1000: nella dichiarazione dei redditi destina il 5 per 1000 alla Fondazione Meyer. Basta apporre la firma e indicare il codice fiscale della Fondazione Meyer (94080470480) nel primo riquadro a sinistra, quello dedicato al sostegno del volontariato e delle ONLUS.

• IN MEMORIA di una persona cara scomparsa la tua donazione avrà ancora più valore. Se lo desiderate, una lettera di ringraziamento sarà inviata alla famiglia della persona scomparsa.

• FESTE, CENE, EVENTI... possono diventare occasioni importanti per raccogliere fondi e aiutare i bambini del Meyer. Solo gli eventi preventivamente concordati con la Fondazione Meyer saranno ufficiali. Contattaci allo 055.5662316 e ti aiuteremo a comunicare il tuo evento.

Per informazioni:FONDAZIONE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO ANNA MEYER ONLUS Viale Pieraccini, 24 - 50139 Firenze • Tel. 055.5662316 • Fax 055.5662300email: [email protected]

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