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Resta con noi Signore, perché si fa sera, e facci testimoni della tua Pasqua WWW.TESTIMONIDELRISORTO.ORG PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL MOVIMENTO TESTIMONI DEL RISORTO > > UNA VIA LUCIS IN PREPARAZIONE DELLA GMG 2016 CENACOLO DI BURGOS DEDICATO A CESIRA 23 VIA LUCIS 26 MOVIMENTO > 6 FORMAZIONE GESÙ STUPORE E FIDUCIA SABINO PALUMBIERI Anno 2016: Giubileo della Misericordia VITA DEL CENACOLI N. 2 2016 Un umano rinnovato per abitare la Terra (CEI 10 ª Giornata per la custodia del Creato)

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Resta con noi Signore, perché si fa sera, e facci testimoni della tua Pasqua

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PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL MOVIMENTO TESTIMONI DEL RISORTO

>

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UNA VIA LUCIS IN PREPARAZIONE DELLA GMG 2016CENACOLO DI BURGOS

DEDICATO A CESIRA

23VIA LUCIS

26MOVIMENTO

> 6FORMAZIONE

GESÙ STUPOREE FIDUCIASABINO PALUMBIERIAnno 2016:

Giubileo della Misericordia

VITA DEL

CENACOLI

N. 22016

Un umano rinnovatoper abitare la Terra(CEI 10ª Giornata per la custodia del Creato)

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Periodico quadrimestrale. Registrazione Tribunale diRoma n. 579 del 28/12/2001

� Direttore responsabile:Massimo Tarantino - [email protected]

� Consiglio di redazione:Agostino Aversa, Concetta Boccia, Paolo Cicchitto,Anna Massa, Silvana Mora, Dina Moscioni, SabinoPalumbieri, Maurizio Parotto, Luis Rosón Galache

� Segreteria di redazione:Maurizio Parotto, Silvana Mora - [email protected]

� Hanno collaborato a questo numero: Agostino Aversa, Gabriella Bulgarini, FrancescaCocomero, Mariagrazia D’Isanto, Marika di Tota,Annapaola e Marco De Angelis, Iolanda Merenda,Dina Moscioni, Sabino Palumbieri, Tiziana Petra-chi, Luis Rosόn Galache, Arturo Sartori, SabrinaSubacchi, Rita Sofia Utzeri

� Segreteria amministrativa:Dina Moscioni - [email protected] Cicchitto - [email protected]

� Sede: 00136 Roma - Via Matteo Babini, 11

L’invio di articoli e fotografie include il consenso per l’eventuale pubblica-zione, pertanto, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Gli articolifirmati impegnano esclusivamente gli autori. Tutti i diritti riservati.

Tipolitografia: Istituto Salesiano Pio XI - [email protected] Umbertide, 11 - 00181 Romatel. 06.7827819 - 06.7848123

Finito di stampare: luglio 2016

Testimoni del RisortoE-mail: [email protected]

www.testimonidelrisorto.org

Volontari per il Mondo -Onlus00139 Roma, Via Matteo Babini, 11tel. 081 8711297 - fax 081 3944177E-mail: [email protected]

In copertina: Il tema di fondo di questo nu-mero è “rinnovare l’umano per custodire ilCreato”, un messaggio che gli ultimi ponteficihanno appassionatamente ripetuto. L’imma-gine vuole rappresentare il sogno di un’armo-nia tra l’uomo e il suo pianeta, due parti diun unico disegno che la creazione è in attesadi completare, come ci insegna San Paolo.

(Jean-Marc Janiaczyk, Campi di lavanda sotto il sole)

3 In questo numero...a cura della Redazione

4 Finestra della CoordinatriceDina Moscioni

6 Gesù: stupore e fiduciaSabino Palumbieri,Fondatore del Movimento TR

8 Rispetto della “casa comune”, misericordia con CristoLuis Rosón Galache,Guida spirituale del Movimento TR

10 L’essenziale: terreno di incontro con i giovaniArturo Sartori

12 La Famiglia oggi: la proposta cristianaTiziana Petrachi

13 La casa di MatteoLuca Trapanese

14 Sandra Terracciano ringrazia

15 VIAGGIO ITALIAl’avventura di Danilo e LucaRoberta Calbi

16 A Gragnano Div.A. (Diversamente Abili)Anna Gerrato

17 Non solo spettacoli…Rita Sofia Utzeri

18 Rapporto uomo-creato: quando il limite non è abbastanzaFrancesca Cocomero

19 I giovani alla Giornata di Richiamo sulla FamigliaMarika di Tota

20 La scuola di animazione: esperienza di comunicazioneAnnapaola eMarco De Angelis

22 Giubileo della misericordia del TRMariagrazia D’Isanto

23 Una Via Lucis in preparazione della GMG 2016Cenacolo in formazione di Burgos (Spagna)

24 Un cristiano incontra l’IslamGabriella Bulgarini

25 Celebrazione del Giubileo straordinario della misericordiaSabrina Subacchi

26 Dedicato a Cesira

sommarioN. 2 - 2016

PERIODICO DI INFORMAZIONE DEL MOVIMENTO TESTIMONI DEL RISORTO

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� Nel rispetto della casa comune è la secon-da parte del tema di fondo “In Gesù Cristo ilnuovo umanesimo”, scelto quest’anno perla Formazione. Le parole del nostro Fon -datore ci guidano a trovare in Cristo, comeUmanesimo incarnato, la via della giusta re-lazione con la casa comune che è il mondo,mentre la Guida spirituale ci ricorda il com-pito che ci è stato affidato con l’invito di Dioa collaborare al completamento della Suacreazione. Sullo stesso tema è la riflessioneche, nella sezione Giovani, ci invita alla curadel Creato in una prospettiva di riconcilia-zione che parte dall’Eucaristia.Il rapporto dei giovani delle nuove genera-zioni con il mondo che li circonda e, in mo-do più generale, con la fede, è invece al cen-tro di una lucida sintesi in un intervento cheoffre le riflessioni di quanti, nella generazio-ne “adulta”, si attendono dai giovani un rin-novamento del modo di vivere e di pensare.La sezione Formazione dedica spazio, infine, allaScuola di animazione del TR, che continua la suaattività programmata, affrontando il complesso tema della “comunicazione”.

� L’altro tema cui si è rivolta l’attenzione in questiultimi mesi è quello della Famiglia oggi, tema cen-trale della 2a Giornata di richiamo, della quale vie-ne presentata una sintesi. Gli interventi hannoparticolarmente interessato i Giovani, che nella lo-ro sezione hanno voluto esprimere le prime im-pressioni suscitate in loro dai dibattiti, seguiti congrande partecipazione. Alla Famiglia è dedicatoanche l’intervento della Coordinatrice generale,per far conoscere, a chiunque “incontri” il nostroperiodico, cosa significa l’espressione “Famiglia difamiglie”, con cui il nostro Movimento si identifica.

� La sezione Volontari per il mondo ci offre unaprospettiva per certi aspetti “inedita” dell’ambien-te in cui solitamente si trovano a operare quantipartecipano attivamente all’attività di volontariatodel nostro Movimento. È un quadro di informazio-ni e riflessioni su iniziative, nell’area campana, disoccorso e vicinanza a chi ha bisogno di aiuto ma-teriale e spirituale: dai bambini e neonati con gravipatologie, a persone con disabilità motorie che rie-scono a viaggiare e a far viaggiare altri come loro,fino al riconoscimento di una piena dignità di per-sona a quanti vengono definiti diversamente abili.

In questo numero…

2-2016 3Editoriale

a cura della Redazione

� La Via Lucis continua a illuminare le vie delmondo. Il Cenacolo di Burgos, in Spagna, ha guida-to la celebrazione della Via Lucisnel corso della riu-nione dei giovani dell’Arcidiocesi di Burgos che sisono preparati a partecipare alla Giornata Mondia-le della Gioventù che si svolgerà in agosto in Polo-nia, a Cracovia. Anche il Giubileo straordinariodella Misericordia continua a offrire i suoi doni spi-rituali. A Roma si è celebrato il Giubileo del nostroMovimento, mentre il Cenacolo Milano 1 ha cele-brato il Giubileo con un pellegrinaggio al Santuariodella Madonna delle Grazie, nella città di Crema.

� I mesi appena trascorsi sono stati densi eventi,di iniziative, di cammino nelMovimento e delMo-vimento: ma sono stati anche segnati da un comu-ne, profondo dolore per Cesira, che ci ha lasciati.Abbiamo voluto chiudere questo numero con unSuo ricordo, attraverso le parole di don Sabino,fondatore, di don Luis, guida spirituale, e di Dina,coordinatrice generale del nostro Movimento “Te-stimoni del Risorto”, di cui Cesira è stata la “mam-ma” spirituale. Ma vorremmo ricordarla ancora,nel prossimo numero del TRNews, con più sere -nità, quando sarà più facile pensare a quello cheCesira è stata per il Movimento e per quanti dinoi – tanti! – l’hanno conosciuta. Vi invitiamo, per-ciò, a inviarci qualche breve ricordo, che ci aiuti asentirla ancora, come sempre, in cammino connoi, “guida ai nostri passi”.

L’albero della vita, nella storia del Creato

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on è facile scrivere, parlare, vivere in questigiorni senza che il cuore ti richiami ricordi,emozioni, ragionamenti, insegnamenti di

vita e di fede condivisi con Cesira.Quando penso a Cesira con il suo Agostino mi vie-ne in mente una delle prime volte che ci siamo in-contrati: erano nello studio di don Sabino a Romaconfessandosi insieme. Ho aperto la porta dello studio e li ho visti di spalle.Non li conoscevo, non sapevo che fossero i Coordi-natori del TR. Alberto ed io eravamo lì per un incontro del catecu-menato delle coppie… lontano 2003… e quella loroicona è valsa più di mille parole: due sposi che siconfrontano alla luce della Parola e insieme chie-dono perdono al Signore.I ricordi sono tanti e si susseguono irrefrenabil-mente in me e, ne sono certa, in ognuno di voi.

Non possiamo, però, fermarci ai ricordi. Cesira nonlo avrebbe mai permesso. Allora mi tornano allamente le sue parole du rante il Consiglio di redazio-ne del TR News a Roma, il 30 gennaio scorso: «Nonfacciamo che il nostro periodico sia realizzato soloper circolare tra i Cenacoli, sforziamoci affinchépossa dire, secondo il nostro stile, qualcosa di si-gnificativo ai tierrini insieme a quanti non sono delTR o non lo conoscono». E questo cercherò di fareda questa finestra. Ripartiamo proprio dai docu-menti base della spiritualità pasquale che Cesira ciha indicato da sempre, rendendo ancora più fruibi-li gli insegnamenti di don Sabino: AAA Uomo pa-squale cercasi; AAA Famiglia pasquale cercasi; Di-namica pasquale. È la prospettiva nella quale ci po-niamo per vivere la nostra vocazione, camminandoper le strade del mondo incoraggiati dal sorriso diGesù risorto, proprio come i discepoli di Emmaus.

Dina MoscioniCoordinatrice Generale del Movimento

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4 La finestra della Coordinatrice2-2016

Famiglia di famiglieUna vocazione nello stile del Risorto

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La Famiglia pasquale!Mi sono resa conto della forza e dell’attualità dellaspiritualità pasquale leggendo queste parole nel-l’Esortazione apostolica di papa Franceso, Amorislaetitia, al § 317: «Se la famiglia riesce a concentrarsiin Cristo, Egli unifica e illumina tutta la vita fami-liare. I dolori e i problemi si sperimentano in comu-nione con la Croce del Signore, e l’abbraccio con Luipermette di sopportare i momenti peggiori… D’altraparte, i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anchela sessualità, si sperimentano come una partecipa-zione alla vita piena della sua Risurrezione».Parole che mi hanno entusiasmato e intimorito allostesso tempo. Sono entusiasta di far parte di unMovimento spirituale che profeticamente ha coltol’importanza della Famiglia proprio in questi ter-mini. Il timore nasce dall’emozione di avere un do-no così bello e così importante tra le mani e dallapaura di non riuscire ad apprezzarlo fino in fondo,di non riuscire a farlo fiorire come dovrebbe. Da quiil nostro impegno come Movimento, come Cena-coli, come uomini e donne pasquali.Sempre papa Francesco, nella Laudato sì, al § 213,fa appello alla Famiglia quale «luogo della forma-zione integrale, dove si dispiegano i diversi aspetti,intimamente relazionati tra loro, della maturazionepersonale. Nella famiglia si impara… a costruireuna cultura della vita condivisa e del rispetto perquanto ci circonda».L’enciclica propone una concezione integrale dellavita, sfida le persone a cambiare stile di vita e acomprendere l’ecologia in termini di giusto orien-tamento delle relazioni umane fondamentali: conDio, con se stessi, con gli altri e con il resto dellacreazione. Viene da sé l’importanza del ruolo del-l’educazione e della Famiglia quale ambiente edu-cativo privilegiato.L’educazione è la via sulla quale accompagnare tutti, in particolare i giovani, a diventare custodi responsabili della nostra casa comune (ibidem,§ 209). «… i giovani hanno una nuova sensibilitàecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’am-biente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo

consumo e di benessere che rende difficile la ma -turazione di altre abitudini. Per questo ci troviamodavanti ad una sfida educativa».Oggi è impensabile prendersi cura dei giovani senza il coinvolgimento della Famiglia.

La Famiglia di sangue e la Famiglia spirituale del TR:quante volte ripetiamo l’importanza di essere Fa-miglia di Famiglie? Non diamola per scontata, met-tiamoci in gioco per far sì che questa dimensione si concretizzi veramente.Questa è la priorità espressa nella nostra program-mazione quinquennale (Piano Strategico 2016-2020), con la riflessione sulle tematiche della cop-pia già avviata nella seconda Giornata di Richiamoa Pacognano, che proseguirà con momenti infor-mativi e formativi sulla famiglia e con lo studio deidocumenti della Chiesa e della Famiglia salesiana.La Famiglia è questione di cuore e il frutto, comec’insegna don Bosco, è l’amorevolezza, è amare l’al-tro a partire dal bisogno vero dell’altro. Così la di-versità diventa una risorsa, come la diversità dellepersone che ho incontrato e conosciuto durante lavisita ai Cenacoli, della Campania a gennaio e dellaPuglia a giugno. Una diversità che diventa specifi-cità vocazionale di ogni cenacolo: una vera risorsaper tutto il Movimento.«Il Movimento vede una chiamata del Risorto a farsiogni giorno al meglio Famiglia di Famiglie, ove ladiversità di talenti, di natura, dei carismi di graziadelle culture e dell’età risultino poi convergenti nelcomune ideale pasquale… Famiglia unita di cena-coli diversi. Famiglia unita di generazioni diverse.Famiglia unita di culture diverse a livelli diversi».(cfr. Quaderni di formazione n. 3, Cenacolo comu-nità di vita, marzo 2016).

2-2016 5La finestra della Coordinatrice

Noi per Voi, Voi per noi,Tutti per i nostri Giovani,Tutti insieme per un mondo più bello.Che sia segno del Cristo Risorto, speranza del mondo.

La redazione desidera congratularsi a nome di tutto il Movimento con la nostra Coordi -natrice Generale, Dina Moscioni, per la sua elezione a membro del Segretariato per la Famiglia Salesiana. L’elezione è avvenuta in occasione della riunione della Consulta mondiale della FamigliaSalesiana, tenuta a Roma lo scorso maggio, alla quale la nostra Dina ha partecipato in rappresentanza dei Testimoni del Risorto, presentando il carisma e l’attività del Movimentoanche attraverso la sua personale testimonianza. L’elezione è avvenuta alla prima convo-cazione, con la totalità dei voti espressi dai responsabili dei gruppi della F.S.Il Segretariato per la Famiglia Salesiana è un organo di animazione e coordinamento e promuove la comunione dei vari grup-pi ad essa appartenenti, rispettando la loro specificità e autonomia. È formato da 9 membri: i delegati del Rettor Maggiore per laF.S., dei Salesiani cooperatori e degli ex allievi/e di don Bosco; l’animatore spirituale dell’Ass. Maria Ausiliatrice, gli assistenti Cen-trali delle Volontarie e dei Volontari con Don Bosco, una rappresentante delle FMA e due membri eletti dalla Consulta mondiale.

La nostra Coordinatrice con il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime

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GESÙSTUPORE E FIDUCIA

6 In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo. Nel rispetto della casa comune

onviene rimembrare cheCristo è l’Umanesimo in-carnato. «Solo chi segue

Cristo, l’Uomo perfetto, diventalui pure più uomo», avverte ilConcilio Vaticano II.Ora l’uomo è essenzialmenterelazione in alto, in profondità,in avanti. È relazione con Dio

l’assoluto Amore. È relazionecon se stesso nella cura dellapropria coscienza di contro alleforme multiple del superficiali-smo di oggi. Ed è relazione con gli altri, ipropri colleghi in umanità. Ma c’è in questo ambito un rapporto che fino a poco tem-

po fa non veniva considerato. È il rapporto col mondo, con lacasa dove abitiamo, l’oikos. SanFrancesco d’Assisi nel passato ePapa Francesco oggi ci hannorisvegliato. Quest’ultimo, per la prima voltanella storia, ha dedicato ad essoun’enciclica intera: Laudato sì,

2-2016

Visualizzare Cristo, l’uomo nuovo, come l’Umanesimo incarnato, comporta «trovare la strada di tesori inediti di relazioni con Dio,con se stessi, col prossimo, con la casa comune che è il mondo».

Sabino PalumbieriFondatore del Movimento TR

GESÙSTUPORE E FIDUCIA

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7In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo. Nel rispetto della casa comune

che non a caso appartiene alcantico delle creature di Fran-cesco d’Assisi.Chi segue Cristo sa che, comeDio, è colui da cui «tutte le cosesono state create per mezzo diLui e in vista di Lui. Egli è pri-ma di tutte le cose e tutte in Luisussistono» (Col 1, 16-17).E come Uomo si è sempre mo-strato come stupito dalle operemeravigliose della creazione. Francesco d’Assisi è in questo ilsuo imitatore più naturale. Gesù come uomo è stato vibra-tile davanti ai mirabilia Patris.Si nota in Lui un’empatia contutte le creature. E questa empatia sfocia nelprofondo sentimento di mise -ricordia per tutto il creato.Esso non è da considerare unimmenso scatolone contenen-te tutto. È viceversa carico dionde di simpatia. È stato pro -vato che anche un fiore quandosi sente curato capta il caloreumano di cui è circondato equesto costituisce per esso vi -talità e forza di crescita.Quanti altri aspetti belli si sco-priranno in seguito sul rappor-to misterioso tra l’essere uma-no e l’oikos.Così si verranno a scoprire me-raviglie inedite di questa tessi-tura che il Creatore ha operato.Sempre e solo con misericor-dia, che esige ascolto, pazienza,apertura, attesa, confronto.Visualizzare Cristo come l’U -manesimo incarnato, perché è Lui l’uomo nuovo, comporta«trovare la strada di tesori ine-diti di relazioni con Dio, con sestessi, col prossimo, con la casacomune che è il mondo». Mon-do che da miniera sta riducen-dosi ahimè a pattumiera.E si sovverte l’ordine dei valorie l’armonia del cosmos. Ricor-diamo sempre che i greci chia-

marono così il mondo. Cosmosdice ordine, armonia, bellezza.Noi abbiamo ridotto il terminea cosmetico.Occorre ritornare al piano mi-rabile del Creatore il quale, do-po aver operato la sua creazio-ne, si compiace con se stesso e, come il libro della Genesi an-nota: «Dio vide che era buona»(Gn 1, 31).C’è nel piano creazionale unaforma di compiacenza di Dioalla creazione buona dell’oikosin sé e a quella dell’essere uma-no. Qui l’interazione trova la suabase. Il cosmos e l’Uomo-donnasono in rapporto mirabile.La sapienza infinita di Dio hadisposto così le cose.La mentalità tecnicistica del-l’uomo d’oggi non sa più con-templare. Sa solo usare e poimagari gettar via.Solo Francesco d’Assisi cheimitò Gesù anche nella con-templazione del Padre e del-l’opera sua, poteva scrivere il suo cantico delle creature:“Laudato sì”, da cui prende lemosse l’Enciclica di Papa Fran-cesco.

Gli ecologisti di oggi, che addi-rittura si organizzano in partito,danno talora l’impressione solodi prendere posizione e di met-tersi in mostra.Per fare viceversa certe ope -razioni è indispensabile la cu-ra costante dell’attitudine con-templativa che tutti abbiamo.Contemplare è la radice di unsapiente e fondato operare.È la grande lezione che l’uomocontemporaneo è chiamato aimparare.Contempliamo il Signore Risor-to in quel mattino mirabile delgiorno nuovo senza tramonto.È nel suo corpo la sintesi di tut-ta la creazione e nel suo spiritoguarda ogni realtà come rin -novata. Sì, come battezzati prima anco-ra che come itineranti in uncammino pasquale, ci lasciamotrapiantare lo sguardo del Ri-sorto. Allora vedremo uomini,eventi, con lo sguardo stesso delSignore vincitore di ogni male.Ed è allora che saremo conta-giosi, radioattivi. E tutto il mon-do circostante sarà più armo-nioso e vivibile.

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San Francesco e il pettirosso, di Pietro Casentino, 2000 (Colleferro, Roma)

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cura del creato è ancora uno degli aspettitrascurati dai cristiani di oggi. Il rispetto del

creato è un’altra manifestazione del nostro amoreverso Dio e verso il prossimo. Onoriamo Dio pren-dendoci cura di quanto Lui ha creato e rispettiamoil prossimo curando il patrimonio ambientale co-mune.La Bibbia ci dice che Dio, nel momento della crea-zione, ha stabilito tre relazioni fondamentali: la pri-ma è quella dell’essere umano con Dio: siamo fattia sua immagine e somiglianza (Gn 1, 28-30); la se-conda è la relazione tra di noi. la razza umana è sta-ta plurale fin dall’inizio (Gn 1, 28); e la terza è la no-stra relazione con la buona terra e le sue creature,sulle quali Dio ci ha dato il dominio (Gn 1, 28-30).Tutte e tre queste relazioni sono state rovinate conla caduta dell’uomo in ribellione contro il Signore,pertanto è giusto pensare che il piano di salvezzadisegnato da Dio abbracci non soltanto la nostrarelazione con Lui, ma anche le relazioni tra di noi e con il creato.La fede cristiana ci porta a credere in Dio e nellesue promesse, tra le quali quella che i figli di Dio,nella vita eterna, vivranno sotto un cielo nuovo euna terra nuova (2 Pt 3, 13; Ap 21, 1) e che tutto sarànuovo e perfetto.Ma questa speranza del futuro perfetto, che ciaspetta alla fine dei tempi, è utilizzata spesso daifalsi discepoli di Cristo per giustificare la trascura-tezza nei confronti della gloriosa creazione di Diocontinuamente in atto.

� Noi, cristiani di oggi, abbiamo qualcosa di nuovo da portare al dibattito ecologico?Crediamo che Dio ha creato la Terra e l’ha affidataalla cura dell’uomo (Gn 1), che tutta la creazionegeme e soffre i dolori del parto (Rm 8, 18-23) mache, alla fine dei tempi, condividerà un futuro

glorioso insieme ai figli di Dio (Ap 21,1). Questaidea sull’inizio e fine della storia, sulla creazione ela consumazione finale, ha profonde conseguenzesul nostro pensiero, ci fa rispettosi verso la terra, indefinitiva verso ogni creazione materiale, perchésono il palcoscenico della storia che Dio ha creatoe ricreerà.Da cristiani possiamo, con uno sguardo di miseri-cordia, imparare a pensare e agire con senso eco-logico in ogni ambito della nostra vita, pentirci del-lo spreco, dell’inquinamento e della distruzionesenza controllo. Dobbiamo essere motivati al servizio disinteressato della “casa comune” che hadistinto tanti cristiani lungo la storia, dobbiamo essere pionieri nella cura dell’umanità e dell’am-biente integrato 1, dobbiamo mostrare da dove viene la forza e la prospettiva per questo contribu-to, abbiamo la responsabilità cristiana di testimo-niare e rianimare il cuore dell’etica del Vangelo.Da duemila anni tra i cristiani ci sono testimonicredibili che predicano la gloria di Cristo (che èl’uomo vivente) e curano la sua creazione. Certo, laBibbia non indica pratiche specifiche per la curadel nostro corpo, non dice «fate questo esercizio»,«non mangiate quello»; ma proprio per questo fineDio ci ha dato il buon senso, affinché possiamo applicarlo alla vita quotidiana e renderci conto diquale sarebbe la nostra fine se fossimo inattivi, semangiassimo male oppure non respirassimo ariapulita.Questo buon senso che applichiamo a noi, dobbia-mo usarlo anche nei confronti della “cura della casacomune”, la cura dell’ambiente integrato: non ab-

Rispetto della“casa comune”,misericordia con Cristo

8 In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo. Nel rispetto della casa comune2-2016

1 L’espressione ambiente integrato indica l’insieme di componentifisiche, chimiche biologiche e delle persone che con esse interagi-scono. Non è solo uno spazio nel quale si svolge la vita, ma com-prende esseri viventi, oggetti (acqua, suolo, aria) e le relazioni tra di essi, e anche elementi astratti come la cultura. (n.d.r.)

Luis Rosón GalacheGuida spirituale del Movimento TR

La

Chiamati a cooperare con il disegno di Dio

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biamo bisogno di un versetto biblico, né di un co-mandamento che ci dica: «Non contaminare l’ac-qua», oppure: «Non sprecare l’energia». Possiamorenderci conto da soli, con la Sapienza che Dio ci hadonato, che queste sono azioni negative, che fannomale a noi, agli altri e all’ambiente in generale.

� Quale atteggiamento dobbiamo avere rispettoall’ambiente?“Del Signore è la Terra” (Sal 24, 1-a) e “Il Signore hadato la Terra agli uomini” (Sal 115, 16-b) sono dueaffermazioni bibliche fondamentali. A un primosguardo sembrano contraddirsi, ma sono comple-mentari. La Terra appartiene al Signore che l’hacreata, e appartiene anche a noi perché ce l’ha affi-data. Questo non significa che l’ha data a noi rinun-ciando ai suoi diritti su di essa, ma che ce l’ha affi-data e ci ha dato la responsabilità di preservare esviluppare la Terra, di curarla a nome suo.Tuttavia, dovremmo evitare due estremi.Uno è deificare la natura, errore dei panteisti, chepensano che la creazione è dio, o degli animalisti,che vedono spiriti dappertutto nel mondo naturale,oppure dei seguaci della Nuova Era, che attribui-scono alla natura meccanismi di autoregolazione e perpetuazione. Tutte queste approssimazioni sono un insulto a Dio. Dobbiamo rispettare la na-tura perché Dio l’ha fatta e non perché essa stessasia Dio.Un altro estremo è lo sfruttamento della natura, co-sì come succede ora, del quale anche noi cristianisiamo complici. In questo caso stiamo trattando laTerra come se fossimo Dio, come se noi stessi fos-simo Dio, ma un Dio malvagio e crudele. Per moltotempo si è criticato ingiustamente il testo di Gn 1per l’irresponsabilità ambientale delle società conculture cristiane. Tante organizzazioni ambienta -liste ci criticano duramente interpretando il testoin modo sbagliato: molti sfruttano la Terra, ma laBibbia non lo giustifica, anzi, è il contrario.Dio ha affidato la Terra agli uomini per “dominarla”e “sottometterla” (Gn 1, 26-28), ma sarebbe assurdopensare che il Creatore ci consegna la Terra per di-struggerla. Ci affida una signoria responsabile enon una dominazione distruttiva.Una posizione equilibrata descrive la corretta rela-zione degli esser umani con la natura. Noi stessi sia-mo parte della creazione di Dio, così dipendenti dalCreatore come tutte le altre creature, con il coman-do di lodarLo insieme alle montagne, ai mari e aglialtri esseri viventi (Sal 148), dal momento che tuttiinsieme l’evidenza della sua esistenza (Rm 1, 20).Dio umiliò sé stesso nel mettersi in relazione connoi e come grande atto di amore e di fiducia ci hacomandato “la cura della casa comune”, lasciando

2-2016 9In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo. Nel rispetto della casa comune

nelle nostre mani la Terra “affinché la coltiviamo ela curiamo” (Gn 2, 15).Tante volte non ci rendiamo conto di essere cosìprivilegiati visto che abbiamoe un posto di tanto ri-lievo nell’ordine stabilito nella creazione. E anchese occupiamo un posto unico tra Dio e il resto dellacreazione, come dice il paradigma scientifico at-tuale, in molti aspetti non siamo così diversi dal re-sto delle creature. Biologicamente siamo simili aglianimali: respiriamo, mangiamo, ci riproduciamo,ma godiamo di un livello superiore di esistenza nelquale siamo diversi dagli animali e molto più similia Dio, che “ci ha creati dei creatori” e fatti capaci dipensare, scegliere, amare, pregare ed esercitare undominio amoroso e non dispotico.Non dobbiamo ignorare che il vero dominio è coo-perativo. Dio fa la sua parte e l’uomo fa la sua. L’uo-mo non può fare crescere il seme, ma può piantarloin buona terra e innaffiarlo. Dio sostenta i processidella natura, e noi ci serviamo di essi per renderlipiù fruttiferi possibile. L’uomo può arare, innaffia-re, conciare, meccanizzare il raccolto, selezionare isemi… ma mentre fa tutto questo, sta cooperandocon le leggi della fertilità che Dio ha stabilito.Ciò che Dio ci ha dato è natura, ciò che facciamocon essa è cultura. Non soltanto dobbiamo curarela natura, ma anche sviluppare le risorse che ci so-no in essa per il bene comune di tutti. L’essere uma-no deve curare con le unghie e i con i denti la me-ravigliosa creazione che il Signore ha messo nellenostre mani, la “nostra casa comune”; deve abban-donare il suo stile di vita consumista sfrenato esmettere di provocare tanti problemi ecologici.Tutti noi abbiamo il nobile compito, assegnatoci,di cooperare con Dio al compimento del suo pro-getto, trasformando l’ordine creato per il godimen-to e beneficio di tutti.Dobbiamo mettere tutto il nostro impegno nellacura della “casa comune”, una vera, grande e ma-gnifica opera di misericordia fatta insieme con Cri-sto stesso. La cura della creazione deve essereespressione della nostra adorazione, giacché nellamaniera in cui lo faremo mostreremo il nostroamore verso Dio, nostro Creatore.

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rilevazioni più significative attribuisconola caratteristica di “generazione incre -

dula” a quella nata tra il 1980 e il 1990: una gene-razione che non si pone contro Dio o contro laChiesa, ma che sta imparando a vivere senza Dioe senza la Chiesa (Armando Matteo1). Sono i cosid-detti “Millennials2”,per i quali DanielaMonti3 riferisce di duerecenti studi – il primopubblicato dalla rivista“Plos One” e il secondodel “Pew Research Cen-ter” – pervenuti a conclu-sioni analoghe: in pochi sidefiniscono atei o agnostici,mentre per la maggior parte la fede non ha nessuna impor-tanza nella loro vita; né si registraalcuna prospettiva di inversione di tendenza, perché il meccanismo di trasmissione dei valori da una ge -ne razione all’altra rema decisamentecontro.Secondo tali studi il calo di interesse siestende all’intera sfera della spiritua-lità e, insieme a Dio, ha relegato in unangolo anche il passato: «Se la reli-gione, il passato, la storia sono argo-menti spuntati, bisognerà far ricorso ad altro percapire chi siamo» (Elias Khoury4).E tuttavia, secondo Mauro Magatti5 gli orienta-menti giovanili per altro verso sono sorprendentiin quanto gli stessi “Millennials” appaiono etica-mente più sensibili, meno cinici e strumentali rispetto alle generazioni precedenti, «alla ricercadi un nuovo equilibrio tra le proprie aspirazioni

personali e lo sviluppo della comunità, tra la crescita economica e il rispetto dell’ambiente, tra l’identità storica e culturale di un popolo e lanecessità di aprirsi al mondo, compresa anchel’ospitalità per i rifugiati, nella generale convin-zione che l’etica costituisca una dimensione ir -

rinunciabile per rag-giungere una prospe-rità che è vista comeindividuale e insiemecollettiva». L’autore perviene alla

conclusione che le nuo-ve generazioni si pongono

alla ricerca di un equilibrionuovo, capace di trovare un

punto di mediazione più avan-zato dove espressione di sé e

condivisione non sono altro chedue facce della stessa medaglia.

A riguardo sembra riecheggiare ilpensiero di Vittorio Bachelet, che in-vitava a considerare come i giovanivivano in una società molto diversada quella in cui hanno vissuto coloroche dovrebbero educarli al bene co-mune, rilevando da qui la necessità diuna formazione sempre più legata ai

L’ESSENZIALE :terreno diincontro con i giovani

10 Formazione/Riflessioni2-2016

«Cosa ci trovi nel credere in Dio?».

«Ci trovo che Lui ti fa sentire amato,

speciale, nonostante magari tu

non sia il meglio

o creda di non esserlo.

Ci trovo che Lui non fa

cose nuove, diciamo,

ma fa nuove tutte le cose».

(uno dei giovani intervistati)

Arturo SartoriCenacolo di Lecce

1 Armando Matteo, La prima generazione incredula. Il difficilerapporto tra i giovani e la fede.2 Con il termine Generazione Y (conosciuta anche come MillennialGeneration, Generation Next o Net Generation) si definisce la ge-nerazione del nuovo millennio. Gli appartenenti ad essa, chiamatiMillennialso Echo Boomers, sono i nati tra la fine degli anni ottantae l’11 settembre nel mondo occidentale (o primo mondo).3 Daniela Monti, In cosa crediamo, Corriere della Sera del 4.07.15.4 Elias Khoury, La porta del sole, Feltrinelli.5 Mauro Magatti, L’identità politica dei giovani a metà tra l’io e ilnoi, Corriere della Sera del 12.02.16.

Le

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valori e ai principi fondamentali e insieme sem-pre più sensibile ai concreti contenuti storici,che si sforzi di dare al giovane le linee di fondoper una gerarchia dei valori essenziali. Per Gior-gia Varotto era l’invito a una formazione piena-mente umana perché possa poi essere piena-mente cristiana, senza ritenere che sia compitospecifico dei cristiani elaborare ideologie; «è lacura dell’umano come base insostituibile per lacura della possibilità stessa del credere».Rita Bighi e Daria Bignardi, raccogliendo nel vo-lume Dio a modo mio i risultati di un’indaginepromossa dall’Istituto Toniolo su Giovani e fedein Italia, riferiscono che i giovani affermano an-che che in fondo «ci credono» in Dio, in una spe-ranza, in qualcosa, fosse anche un «Dio a modomio» e rilevano alcune interessanti costanti: l’av-vicinamento alla religione per tradizione familia-re, il catechismo vissuto prevalentemente comeun elenco di comandamenti, la prima eucaristiafatta sostanzialmente perché si doveva, la fugadopo la cresima e il piacevole ricordo dell’orato-rio, l’eventuale “ritorno” intorno ai 25 anni a se-guito di un fatto doloroso o dell’incontro positi-vo con un sacerdote, così come viceversa vienetalvolta indicato a fondamento dell’allontana-mento l’incontro negativo con un sacerdote.Inoltre, rispetto agli anni della loro iniziazionecristiana, vivono “il loro Dio” come sistema di valori, come un’etica fatta di amore, rispetto edeguaglianza, con una forte sensibilità a un nuovolinguaggio della Chiesa che passi soprattutto at-traverso una maggiore coerenza tra dire e fare(Paolo Foschini6).Ne ricaviamo che in generale i giovani vivono neivari contesti educativi e sociali nelle diverse for-me di “non credenti”, “indifferenti”, “lontani”,“con fede tradizionale”, “in un cammino di fedecompromessa”. Però in questo contesto si regi-stra anche l’apprezzamento che i giovani prova-no nei confronti di Papa Francesco, soprattuttoperché – come fa notare Fulvio Scaparro7 – non ènecessario essere credenti per apprezzare le sueesortazioni loro particolarmente rivolte: non ab-biate paura, abbiate il coraggio delle vostre idee,andate controcorrente, siate onesti e generosi,aiutate chi è in difficoltà, non sacrificate l’esi-stenza alla ricerca di potere e denaro ma impe-gnatevi a perseguire ciò che veramente conta. E tanto il Papa opera, condividendo la consape-volezza che «è dai giovani che ci si attende un rinnovamento nel modo di vivere e pensare, chenon può realizzarsi senza e tanto meno contro di

loro» (C.M. Martini: “Sono soprattutto loro a esse-re idealisti, anche coltivando idee un po’ folli: ilnuovo che aspettiamo e di cui tutti abbiamo biso-gno ha più probabilità di realizzarsi per la lorospregiudicatezza”) e nello sforzo di trasmettere lacoerenza tra ciò che dice e ciò che fa: è la pro-spettiva del buon padre di famiglia che accom-pagna i figli nel compito e nella responsabilità didiventare se stessi e che, quando il dialogo si fadifficile, sa attendere che il bene che si è dato conl’affetto, la proposta, la testimonianza di dedizio-ne e di fiducia porti i suoi frutti.A mio avviso, nel convincimento che crederenon si riferisca principalmente alla conoscenzaintellettuale di ciò che definiamo “verità”, è attra-verso questi percorsi di essenzialità che i giovanipossono essere gradualmente e rispettosamentestimolati a un’esperienza di intensa amicizia conil Signore nella quale avvenga una comunicazio-ne di vita, fino all’intreccio attraverso un entrarein sintonia con Lui («nel dialogo con i giovani oc-corre ritornare alle cose elementari con semplici-tà, con convinzione e con passione, mettendo inevidenza la novità cristiana […] riscoprendo –con loro e per loro – la qualità altamente umanae umanizzante della novità cristiana»8).Personalmente condivido la valutazione riporta-ta nel documento per il Rinnovamento della pa-storale giovanile salesiana, nel senso che gene-ralmente le varie iniziative che vengono poste inessere non appaiono sempre chiaramente orien-tate all’educazione alla fede, tendendo talvoltaad attuare più una pastorale delle iniziative e de-gli eventi che dei processi: proviamo a chiederciquindi quali proposte possiamo offrire, pensan-do anche ai giovani non cristiani e appartenentiad altre religioni.

2-2016 11Formazione/Riflessioni

6 Paolo Foschini, I millennials e Dio, Corriere della Sera del 15.02.16.7 Fulvio Scaparro, Le parole del Papa diventano fatti, Corriere dellaSera.8 Armando Matteo, ibidem.

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La grande sfida, nel contesto sociale attuale, deve spingerci a riappropriarci del ruolo di cristianiautentici, testimoni credibili nel rispetto delle altrui posizioni, con l’esempio della vera bellezzadi essere coppia e famiglia cristiana secondo il disegno e il progetto divino.

12 Vita del movimento /Giornata di Richiamo

on è facile, oggi, affrontareil tema della famiglia, par-tendo dal dato oggettivo

che non esiste più una definizio-ne, unica ed univoca, che possaricomprendere tutte le innume -revoli tipologie di formazioni so -ciali, che tendono ad identificarsicon il concetto di famiglia.Muovendo, quindi, da uno sguar-do rivolto pragmaticamente allarealtà che ci circonda, la 2a Gior-nata di Richiamo del 16 e 17 apri-le 2016 ha inteso porre le fonda-menta per un primo momento diriflessione e di analisi sul com-plesso argomento.Si è partiti dall’esame delle basiscientifico-evoluzionistiche dellacoppia umana con una specificarelazione della Dott.ssa DanielaAmato, medico psichiatra e psico-terapeuta, che ha analizzato la te-matica dal punto di vista squisita-mente scientifico, al fine di dimo-strare che la famiglia ha possibili-tà di esistere e di potersi reputaretale se ed in quanto finalizzata al“successo riproduttivo”.

Successivamente, è intervenuto ilDott. Domenico Armiento, psico-logo e psicoterapeuta, il quale hacatturato l’attenzione dei presentienucleando tutti i vantaggi del-l’essere coppia nuziale attraver-so la sottolineatura di quegli ele-menti che, laddove si concretiz -zino, sono forieri di una “felicità”duratura e di una solidità del rap-porto.I gruppi di condivisione mono -tematici hanno, poi, offerto l’op-portunità di riflettere in preghierasu quella proposta cristiana di fa-miglia, ormai largamente in crisinell’attuale società, e che tuttaviainterpella profondamente ognicristiano, specialmente se attintoda avvenimenti o da situazioniche hanno visto naufragare il so-gno del progetto di famiglia percome era stato desiderato e au-spicato al momento della cele-brazione del proprio matrimonio.Una convinzione, che si è via viadiffusa tra i partecipanti ai gruppi,è stata quella che la grande sfida,proveniente dal contesto socialeattuale, spinge ciascuno di noi ariappropriarsi del ruolo di cristia-ni veramente autentici, che sap-piano testimoniare con alto sensodi responsabilità e di profondoimpegno l’essere credenti, nel ri-spetto, però, delle altrui posizioni,

verso le quali è del tutto sterile edeleteria la mera contrapposi -zione ideologica, non supportatadall’esempio della vera bellezzadi essere coppia e famiglia cristia-na secondo il disegno e il progettodivino.“Misericordia e verità s’incontre-ranno, giustizia e pace si bace -ranno. La verità germoglierà dallaterra e la giustizia si affaccerà dalcielo”: il salmo 84 può essere la risposta che l’intelligenza delloSpirito suggerisce in tutte quellesituazioni nelle quali diventa dav-vero difficile orientarsi nella scel-ta, ben sapendo che la Giornata di Richiamo del 16 e 17 aprile harappresentato soltanto il primomomento di un lungo camminodi confronto sul complesso e va-riegato tema della famiglia, nellaconsapevolezza che il Signore ciha creati per Lui e che solamen-te in Lui e per Lui tutto si compiee tutto avviene senza che nullapossa disperdersi, anche quandosembra non corrispondere allaproposta cristiana di famiglia.

2-2016

Tiziana PetrachiCenacolo di Lecce

La famiglia oggi: la proposta cristiana

N

Daniela Amato(Cenacolo in formazione di Caserta),medico psichiatra e psicoterapeuta, nel corso del suo appassionato intervento

Domenico Armiento, psicologo e psicoterapeuta,

ospite dell’incontro

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13Volontari per il mondo

mia idea nasce da un’esperienza vera.Ogni esperienza forte che viviamo diretta-

mente o indirettamente se non ci cambia dentrovuol dire che non ha avuto alcun significato nellanostra vita o che siamo refrattari a qualunque co-sa. Matteo era un bimbo adottato, amato e deside-rato da due genitori. Dopo circa un anno dalla suaadozione, all’improvviso inizia a soffrire di fortimal di testa e, in seguito ad una serie di visite, siscopre che ha un terribile cancro. Lotta come unleone fino alla fine insieme alla mamma e al papà.Per molti potrebbe sembrare una storia di soffe-renza e basta. Io credo che ognuno di noi abbia uncompito. Quello di Matteo era di essere figlio, an-che se per poco, e di diventare un esempio. I suoigenitori adottivi sono stati uno strumento, aveva-no il compito di accompagnarlo e di dargli affetto,amore, una famiglia, dei nonni e degli zii che loavrebbero portato per mano nel suo nuovo mon-do. Spesso ho pensato a Matteo, a come sarebbestato solo e sofferente se non fosse stato circonda-to da tutto l’amore che ha ricevuto dalla sua fami-

glia. Non ho mai conosciuto Matteo ma l’ho vistonegli occhi di chi lo ha amato immensamente.Forse se Matteo fosse rimasto in qualche casa fa-miglia prima di essere adottato e il cancro fossesopraggiunto non avrebbe mai avuto nessuna fa-miglia. Sicuramente i bambini con gravi malfor-mazioni o malattie non sono idonei all’adozione,poche sono, comprensibilmente, le richieste. Unacoppia che decide di adottare è protesa alla vita.Tanti sono i bambini che nascono nei nostri ospe-dali e che, a causa di gravi malformazioni, disabi-lità o di terribili tumori, vengono spesso lasciati al-le cure dei medici perché nessuno può o vuoleprendersene cura. Molti sono gli extracomunitariche, non avendo la cultura della prevenzione du-rante la gravidanza, ignari delle possibili malattieche un feto potrebbe contrarre, partorisconobambini malati e per impossibilità economica esociale li lasciano negli ospedali.

LA CASA DI MATTEO è un progetto speciale cheprevede la realizzazione di due case di accoglienza

1-2016

Comunità Hospice Socio Sanitaria per bambini e neonati in stato di adozioneo affido affetti da patologie ad alta complessità assistenziale

Luca, nonostante la sua giovane età, ha già promosso tante attività utili e ben funzionanti a Napoli eprovincia per persone in difficoltà, tra cui “La casa di Tonia” (presentata al TR qualche anno fa), la Casa dellearti e dei mestieri, 2 case-famiglia per il “dopo di noi” (presentate anche alla rubrica “Siamo noi” di TV2000).

Luca TrapanesePresidente di A ruota libera onlus - attività per ragazzi con disabilità

La

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per bambini orfani con gravi malformazioni, tu-mori, patologie e che necessitano non solo di cureparticolari ma soprattutto di un amore familiare edi un accompagnamento alla morte. Le due strut-ture saranno collocate in due quartieri strategicidella città, al Vomero e in Via Tribunali.

LA CASA: la struttura è una normalissima abita-zione, di almeno circa 200 mq in un normalissimocondominio. Sarà dotata di camere da letto singo-le o doppie, di un salone, di una cucina, di almenodue servizi e di uno spazio dedicato alle attività lu-diche e ricreative.

OBIETTIVI:• Accogliere i piccoli in una casa una volta dimes-

si dall’ospedale, qualora la famiglia non sia pre-sente o in grado di gestire i bisogni del bambinoa domicilio.

• Garantire una continuità assistenziale a bam -bini con gravi patologie che causano disabilità

severa e che presentano bisogni complessi di tipo sanitario, prendendosi cura anche di quellieducativi.

�• Offrire il massimo delle cure possibili in un con-testo accogliente e familiare attraverso l’aiuto dipersone competenti con le quali i bambini co-struiscono legami affettivi importanti.

• Accogliere anche per brevi periodi bambinicomplessi dal punto di vista assistenziale, of-frendo alle famiglie un sollievo temporaneo nel-la quotidiana cura.

�• Prendersi cura, qualora si verifichi, anche dellaparte terminale della vita del bambino, accom-pagnando lui e i familiari, se presenti, a unevento che richiede una grande partecipazioneumana.

Qualcuno ha scritto «la vita è per il 10% cosa ti ac-cade e per il 90% come reagisci» e io mi augurosempre di reagire in modo positivo e utile per chimi è vicino, nonostante le prove che arriveranno.

14 Volontari per il mondo2-2016

Sandra Terracciano ringrazia

molto bello dire grazie atutte le persone che fannoparte del nostro cammino

di fede e di amicizia. Sono ormaitrenta anni che ne faccio parte econ molta sincerità devo dire cheil TR ha cambiato la mia vita, lamia interiorità, il mio modo di relazionarmi con gli altri. È ungrande progetto divino. La miafede era di facciata; quando peròuna mia carissima amica ha per-so in tre giorni il figlio, nel vederlasofferente, sì, ma serena, le chiesi«Chi ti da tanta forza?», lei conmolta semplicità, alzando il ditoindice verso il cielo, mi rispose:«Gesù e un sacerdote salesia-no che ha confortato me e miomarito». Dopo appena quindicigiorni… «Sai, quel sacerdote èstato trasferito a Roma propriovicino casa tua». Chiesi un ap-puntamento e così incontrai DonSabino Palumbieri, che divenne,in breve, un amico mio, di Gior-gio e di tutta la famiglia. Dopopoco ci chiese se potevamo farvenire a casa nostra le personeche aveva incontrato nei vari luo-

«Grazie Sandra» perché mi sonooccupata con AMORE grandedelle adozioni a distanza. È vero,sono tutti figli miei, alcuni ormaigrandi e già sposati e laureati. Nericordo i nomi e conosco le lorostorie e i loro percorsi. Sono ioche dico grazie a loro perché a 86 anni mi sento ancora utile e se posso, nonostante l’età, vorreicontinuare ad occuparmene.

ghi dove era stato. Così fu. Tuttele domeniche, dopo la messadelle 11 nella chiesa di Sant’Eme-renziana, ci incontravamo e sicominciava a parlare di vedercitre volte l’anno, una ad Assisi inAgosto e due volte a Pacognano,in primavera e in autunno, per gliincontri di richiamo. Don Sabinodiceva che era importante veder-ci con una certa sistematicità performare un cammino spiritualeal quale, dopo aver consultatotutti gli astanti, diede il nome Testimoni del Risorto. Dico GRAZIE a tutte le personeche fanno parte di questo movi-mento, che è la mia famiglia spi-rituale, perché in questi 36 annimi hanno dimostrato tanto affet-to e tanto calore umano che miha scaldato l’anima.Dico grazie particolarmente aPaolo Cicchitto, presidente del-la nostra Associazione Volontariper il Mondo - Onlus che ne è sta-to il promotore. Il momento piùbello e significativo è stato il do-no di un quadro nel quale tantibambini africani mi scrivono

È

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Viaggio Italia è un’avventura, è il viaggio lungolo stivale che, dal 6 giugno al 6 luglio, ha visto co-me protagonisti Danilo e Luca, due amici unitida tante passioni. Un viaggio speciale, perchéfatto in carrozzina.La loro storia è quella di una grande amicizia,iniziata quasi 20 anni fa a Torino in un’Unità Spi-nale. Danilo ha 38 anni, è un designer e ama losport e l’avventura. Luca ha 36 anni, è un archi-tetto e musicista e quando non lavora e non suo-na, potete trovarlo sul campo da tennis. Sonotutti e due persone “speciali”, di grande energia.Se per molti l’essere paralizzati dalla vita in giù è“la fine”, loro hanno voluto che il loro incidentefosse “un inizio”.Viaggio Italia nasce dal desiderio di non arren-dersi di fronte alle difficoltà. 30 giorni 30 tappe30 appuntamenti, da Milano a Roma alla Siciliaalla Sardegna. Tanti incontri, tanti racconti, perabbattere barriere, sconfiggere tabù, creare unacultura della disabilità.Li abbiamo incontrati a Napoli, Danilo e Luca,reduci da esperienze estreme: sci nautico vici-no Novara, nel Parco Nautico del Sesia, com -ple tamente accessibile, parapendio nel Vene-to, kayak sull’Arno, visita “diversamente” spe-leologica nelle Grotte delle Marmore… ma anche da incontri con pazienti e medici dimolte Unità Spinali ospedaliere, per portare latestimonianza concreta che la vita in autonomiaè possibile.A Napoli Danilo e Luca si sono fatti affascinaredal capolavoro del Caravaggio, le “Sette opere dimisericordia”… e da una fumante verace pizza.Ma hanno anche lavorato la terra nella FattoriaAlpega e incontrato i ragazzi che apprendono imestieri tradizionali dell’artigianato napoletanonella Casa delle Arti e Mestieri. Sono stati accolti dalla “squadra” di Bed&break-fast like your home (un importante e innovativoprogetto tutto in salsa meridionale, la prima ca-tena in Italia di B&B gestiti da persone con di -

sabilità). È stato uno scambio di esperienze trapersone “toste”, come dice Cetty, l’ideatrice delprogetto B&B e patron dell’accoglienza in terracampana.Ci hanno lasciato un progetto, Danilo e Luca, unaltro! Raccogliere fondi per dotare di un furgoneattrezzato il loro amico, anche lui di nome Da -nilo, completamente immobilizzato dall’età di17 anni, per farcelo conoscere… in una prossimaavventura nelle terre d’Italia.Contiamo sulla generosità dei tierrini e degliamici dei tierrini…

VIAGGIO ITALIAl’avventura di Danilo e Luca

2-2016 15Volontari per il mondo

Roberta CalbiCenacolo di Napoli

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Div.A., Diversamente Abili, un’espressione accat-tivante, perché parlare di persone con disabilità nonè un tema per commiserare o sentirsi buoni, ma peragire e mostrare tutta la bellezza che è in noi, indi-pendentemente dall’aspetto fisico o, appunto, dalle“diverse abilità”. Div.A. è una sezione di attività nataa Gragnano nell’ambito del Centro Sociale Polivalen-te anziani Anni D’argento, che ha avuto il suo batte-simo pubblico il 3 Dicembre 2015, in occasione dellaGiornata Mondiale del Disabile. Nella Biblioteca co-munale di Gragnano sono stati invitati vari relatoriche, in colloquio con il pubblico, hanno fatto riflette-re sulle problematiche della disabilità. In particolaresi è sottolineata la presenza nella nostra città di nu-merose barriere architettoniche checreano ostacoli alla mobilità. Di controun amico non vedente ha raccontato lasua esperienza di “viaggiatore solitario”che è riuscito a fare in altri paesi. Siamostati informati anche sull’iter della Leg-ge del “Dopo di noi”, all’epoca in discus-sione al Parlamento e, per fortuna, ap-provata proprio prima dell’estate.La preoccupazione per il futuro dei pro-pri figli è un tema che accomuna tutti igenitori dei ragazzi disabili, soprattuttoperché quasi sempre intorno a questefamiglie c’è il vuoto, a volte purtroppoanche nelle nostre realtà ecclesiali. Mol-

ti pregiudizi e paure impediscono l’integrazione pie-na delle persone con disabilità. È facile “avere pietà”dei “poveri sfortunati”, come spesso vengono defini-te queste persone “speciali”; molto più difficile è ri-conoscere loro la “dignità di persone” e forse essihanno bisogno più di questa. Su questo la nostra As-sociazione si sta impegnando e ha promosso un se-condo incontro, il 31 marzo, in occasione della Gior-nata mondiale per la consapevolezza dell’Autismo,ancora con la partecipazione sia di esperti che diesperienze sul campo. Ad entrambi gli incontri hapartecipato Roberta Calbi, del Cenacolo di Napoli,presidente dell’Associazione di Promozione SocialeVita attiva, che si interessa particolarmente delle

persone con disabilità.L’incontro con lei è stato per me un’oc-casione speciale anche perché ha con-tribuito a rafforzare la mia apparte-nenza al TR e mi ha spinto a continua-re il cammino intrapreso nella mia città a favore dei diritti delle personecon disabilità. Le sue parole e il suoim pegno mi hanno aiutato a superarela scissione che vivevo internamentetra il mio impegno civile e la mia ap -par tenenza ecclesiale.Ancora molto c’è da fare, questo è soloun inizio, ma ogni viaggio cominciasempre da un primo passo…

A Gragnano: Div.A.(Diversamente Abili)

16 Volontari per il mondo2-2016

Anna GerratoCenacolo di Gragnano

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La Via Lucis recitata tut-te le settimane, fino allaPentecoste, nella cappel-la dell’ospedale oncolo-gico di Cagliari.

E la Via Lucis del soffe-rente pregata tutte le set-timane in una casa di ri-poso per anziani.Perché la vita cristiana èsintesi di azione e di con-templazione, di impegnoe di distensione, di serie-tà e di gioia.

In attivo ha un nuovo spet-tacolo dal titolo tutto è par-tito da qui.Un’idea di don Simone Cal-vano, che a gennaio le hachiesto di raccontare donBosco ai ragazzi del catechi-smo, attraverso lo spettaco-lo di giochi di prestigio. Unabella idea che si è concretiz-zata grazie all’aiuto di don

Silvio Foddis. Tutto è partito da qui è la storia diun mago diventato santo: Don Bosco. Il santo pa-trono dei prestigiatori.

Prestigiatori che il 16 Giugno si sono incontraticon il Papa che, nell’anno giubilare della Miseri-cordia, ha invitato gli artisti dello spettacolo viag-giante e popolare. In quella occasione Papa Francesco ha detto: «Voi siete artigiani della festa, della meraviglia,del bello. Misericordia è far divertire. È seminarebellezza e allegria in un mondo a volte cupo etriste. È diffondere la cultura dell’incontro».

Tutto è partito da qui è stato presentato un po’ovunque. Ai bambini e agli adulti. Mi permetto diricordare solo due date.

17 aprile 2016. Latina. In occasione della festadella Famiglia Salesiana del Lazio. In quell’occa-sione oltre a narrare don Bosco, Maga Gascar haavuto la possibilità di presentare, come consacra-ta, il TR ai presenti.

3 giugno 2016. Roma. Per la festa del Sacro Cuo-re, dove ha avuto la gioia di incontrare gli amicitierrini. Prima di partire per il Madagascar, pre-senterà don Bosco in Puglia, in occasione dellafesta degli oratòri.

In passivo Maga Gascar purtroppo conta le as-senze agli incontri programmati dal movimento.Nel bilancio però non ci sono solo spettacoli…

C’è la Via Lucis, pregata con un gruppo di univer-sitari ad Assisi in occasione degli EE.SS. missio-nari organizzati dall’ICC,

2-2016 17Cenacoli /Testimonianze

Come hai occupato il tuo tempo quest’anno?A Maga Gascar è stato chiesto di raccontare in poche righe la sua attività di Maga...

Rita Sofia Utzeri (in arte Maga Gascar)Gruppo TR Cagliari

…neve all’inizio dell’estate: come quando Don Bosco tornò alla casa del Padre

È tempo di bilanci

Non solo spettacoli...

Maga Gascar nel cortile della Basilica del Sacro Cuore,

in Roma

Rita Sofia all’incontro del Papa con gli artisti dello

spettacolo viaggiante

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in dal 1962, quando Rachel Carson pubblicòil libro Silent Spring (“Primavera silenziosa”)per denunciare l’utilizzo sconsiderato delle

risorse naturali da parte dell’uomo, la tematicaambientalista ha assunto progressivamente im-portanza nell’immaginario e nel dibattito colletti-vo, tanto dal punto di vista di responsabilità socia-le e civica, quanto nell’ambito della ricerca scien-tifica e letteraria.Anche la Chiesa, nelle vesti di Papa Francesco, ha scelto di prendere posizione sul tema, sottoli -neando le implicazioni non solo ambientali, maanche e soprattutto sociali, delle dinamiche nelrapporto uomo-natura.Il biblista romano don Fabio Rosini ci offre un’in-teressante chiave di lettura per capire il motivo percui il Santo Padre ha deciso di concedere così am-pio spazio al tema dell’ambiente, ricercandone leragioni fin dalla Genesi.Il tema del Creato, dunque, apre il Vecchio Testa-mento, in cui si sottolinea il compito di “soggioga-re la terra” che Dio assegna all’uomo. Questa ter-minologia, però, non deve trarci in inganno: Dio si riferisce all’uomo, ci spiega il biblista, nelle vestidel “buon re”, che amministra e governa con amo-re ciò che gli è stato affidato. Che rispetta i limitipropri di ciò che è posto sotto il proprio comando.Ed è proprio il problema della gestione dei limiti,che spinge l’uomo a pretendere sempre “miglioriprestazioni” da parte di ciò che amministra, senzariguardi ai danni che potrebbe causare. È la stessalogica che sta alla base del racconto del peccatooriginale: l’uomo non accetta il divieto imposto daDio e consequenzialmente forza, sfrutta e mani-pola a suo piacimento l’Albero della Conoscenza,assaggiandone i frutti.E proprio qui sta l’atteggiamento alla base del pro-blema nel rapporto tra uomo e creato: nella visio-ne dell’uomo, le cose non valgono più per se stes-se, ma solo nella misura in cui egli può plasmarlea suo piacimento e in vista dei propri scopi. È la

tentazione che Gesù ha ricevuto dopo i quarantagiorni nel deserto, quando Lucifero gli chiese ditrasformare la pietra in pane. Cristo si è rifiutato,in quel caso, di “spadroneggiare” sulla natura dellecose, di piegare il Creato al proprio volere e allapropria fame. Gesù mostra rispetto per la cosa inse stessa, per il ruolo che singolarmente e colletti-vamente svolge sulla terra.E dunque, posto che l’uomo ha instaurato, duran-te il corso della storia, un rapporto malato e disfruttamento con la Natura che lo circonda, comefare per riconciliarsi con essa, alla fine?Ancora una volta, Cristo ci suggerisce la soluzione:l’Eucaristia. Il pane e il vino che Egli ci offre sonoun tutt’uno con la Sua natura. La natura, in questomodo, assume divinità, è intimamente protetta ecelebrata dal suo rapporto personale con Dio.E chi saremmo noi, è il caso di chiederci, per pri-vare il Creato di tutto ciò? Per privarlo della bellez-za che Dio gli conferisce? Per trattarlo come unservo che, infine, ci si ritorce contro?La cura del Creato, in tutte le sue forme, è anzitut-to cura di noi stessi, ora e per le prossime genera-zioni, che hanno già, in potenza, il diritto di gode-re dei frutti della terra che Dio ha concesso loro,sin dall’origine dei tempi.

RAPPORTOUOMO-CREATO:quando il limitenon è abbastanza

18 Giovani2-2016

Francesca CocomeroGruppo TR Giovani di Roma

F

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seguito alla splendida esperienza spiritualevissuta assieme ai ragazzi del TR, ai coordina-

tori Titta e Sebastiano e a Don Luis durante la PasquaGiovane, ho deciso di partecipare alla Giornata di ri-chiamo del TR dello scorso Aprile, coinvolgendo an-che mio fratello Nicola. Conoscevamo la tematicache si sarebbe affrontata e questo fu un motivo in piùper parteciparvi: avremmo parlato di “famiglia”, te-ma che ci sta a cuore per molte ragioni. Arrivati nellasplendida Pacognano, ci hanno subito accolti caloro-samente, e dopo qualche presentazione ci siamo di-visi in gruppi, distinguendoci in base alla fascia d’etàdi appartenenza. Feliciana ci ha illustrato il program-ma della giornata e ci ha permesso di fare qualcheconsiderazione prima di assistere ai due interventi diimportanti figure, Daniela Amato e Mimmo Armien-to. Ci siamo poi riuniti con tutti gli altri membri deivari gruppi e abbiamo assistito al primo intervento,quello della Dott.ssa Daniela Amato.Conoscendo Daniela sapevamo quanto tutto ciò fos-se importante per lei, quanto ci avesse lavorato equanto fosse emozionata, ma soprattutto eravamoconsapevoli del successo che avrebbe riscosso. Ladottoressa ha iniziato presentando la figura dell’es-sere umano, evidenziando meticolosamente tutte ledifferenze che esistono tra i sessi a partire da quellegenetiche, fino a quelle emotivo-comportamentali.Grazie alla sua esperienza e alla sua bravura è riusci-ta ad accattivare tutta la platea riscuotendo il meri-tato successo. L’ultima parte del suo discorso si è in-centrata sull’importanza della coppia e dell’unionesacra vincolata dal sacramento del Matrimonio: a talproposito, ha concluso il suo intervento ringrazian-do, per la collaborazione e il sostegno, il marito Ugo.Entrambi, infatti, sono testimoni del successo fami-liare fondato sull’amore di Dio.Durante il secondo intervento ha preso la parolaMimmo Armiento, psicologo e scrittore di cui avevotanto sentito parlare. La sua testimonianza ha lascia-ta senza parole, il suo carisma e la passione di cui eraimpregnato il suo discorso hanno catturato tutta lamia attenzione e quella dei presenti. Anche lui ha af-frontato l’argomento “famiglia” riproponendo la sua

I Giovani allaGiornata di Richiamosulla Famiglia

Prime impressioni

2-2016 19Giovani

Marika e Nicola con la relatricedell’intervento, Daniela Amato

Marika di TotaGruppo Giovani (settore 19-25)

storia personale con la moglie Cinzia, rimarcandol’importanza dell’Amore alla base del progetto fami-liare e la funzionalità di questo progetto, se basatosull’amore per Dio.Uscita dalla sala ho notato come i presenti avevanoun’aura di GIOIA, come se le parole ascoltate prece-dentemente avessero attraversato tutti. Anche Nico-la era estasiato da ciò che aveva ascoltato e ripetuta-mente mi confidava la sua felicità. Con Feliciana e glialtri ragazzi ci siamo raccolti in un momento di pre-ghiera e poi abbiamo esposto le nostre considera -zioni rispetto a quanto assistito.Sicuramente quest’esperienza mi ha lasciato tantis-simo, tutt’oggi faccio riferimento a cose vissute du-rante quella giornata che è riuscita ad arricchire nonsolo il mio bagaglio culturale ma soprattutto l’animo.Il clima sereno, le persone, la disponibilità di ognimembro, l’allegria e l’amore per Dio che ho respiratoin quella giornata non ha eguali.

In

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quando la Scuola di Animazione TR hapreso il via, sotto la guida attenta, di-

sponibile e molto competente di Anna MariaMerola, del cenacolo di Salerno (psicologa e psi-coterapeuta), e di Don Luis, abbiamo approfon-dito e ci siamo confrontati su argomenti diversi:dall’ascolto attivo e passivo alle varie forme dicomunicazione. Stiamo seguendo una sequenzache mira a prendere consapevolezza, potenziaree sviluppare quelle capacità che gli Animatoripossono mettere a servizio del proprio Cenacoloe della comunità.La nostra guida spirituale già nelle linee pro-grammatiche aveva indicato, per la formazionedell’Animatore, Quattro Grandi Aree della matu-razione della fede adulta: Koinonia, Martyria,Diakonia e Liturgia. L’animatore è chiamato asviluppare, proprio all’interno della Diakonia, unaspetto specifico: L’identità chiara: chi sono io.Uno dei momenti più coinvolgenti e intensi traquelli vissuti durante l’ultimo incontro dellaScuola di Animazione del TR è stato un “eser -cizio” a coppie che ci ha fatto entrare nel vivodell’esperienza di “come” stabilire una profondaconnessione con l’Altro. In precedenza, grazie una visualizzazione guidata, ciascuno di noi ha provato ad entrare in contatto con la propriaidentità, per acquisire una maggiore consape -volezza di sé, del proprio “centro”.

Arrivare a chiarire la struttura profonda della nostra identità, attraverso esperienze dirette vis-sute durante gli incontri, ci ha permesso, con ilcontributo di tutti i presenti, di operare un saltoqualitativo, cioè quello di esprimere noi stessi inmodo ancora più profondo a livello della nostrastruttura superficiale di comportamento.Questo processo comprende alcuni elementiimportanti:

• Trovare e chiarire la nostra direzione nella vita.• Gestire i confini tra noi e gli altri.• Chiarire le convinzioni che sostengono la no-

stra identità e quelle che ci limitano.• Espandere il nostro senso di sé e incorporare

nuove dimensioni dell’essere.

È diventato sempre più chiaro che conoscere ilproprio sé autentico significa diventare un bravoosservatore del proprio mondo interno. Cono-scere e comprendere se stessi porta a prenderedecisioni migliori, a definire obiettivi in modopreciso e a essere più produttivi.L’Animatore vive la dimensione della Diakonìacome Servizio-Impegno all’interno del Cenacolo,realtà di relazioni spirituali e umane.E qui diviene interessante il passaggio che ab-biamo esaminato: da “Chi sono” a “Chi sonoquando sono presente”.

20 Formazione/Scuola di animazione2-2016

…diventare un bravo osservatore del proprio mondo interno

Annapaola eMarco De AngelisCenacolo di Cassino

Da

esperienza dicomunicazione

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Sì, quella “presenza” di cui hanno sempre parla-to i mistici di tutti i tempi, e recentemente la psi-cologia umanistica e trans-personale. Quella“presenza” che i maestri spirituali contempora-nei – da Osho, a Richard Moss, a Eckhart Tolle –suggeriscono di coltivare.

Si tratta di stati più elevati di coscienza:

– stati di integrità,– pienezza,– prontezza– completezza e, quindi– presenza.

Infatti, quando noi siamo ‘al meglio’ e in quellostato di coscienza superiore, tutti i nostri pen -sieri, le nostre decisioni e le nostre azioni diven-tano una funzione di quello stato di Servizio e diImpegno.La chiave per sviluppare maggiore presenza,quindi, è nell’abitare pienamente il proprio cor-po. Ecco perché abbiamo lavorato anche sul potenziamento del linguaggio non verbale, sul -l’acquisizione di nuove competenze comunica-tive che non includessero necessariamente leparole.Sono le qualità di equilibrio ed efficacia che permettono a un individuo di ottenere una con-nessione molto diretta con coloro con cui sta interagendo.È importante acquisire queste competenze eabilità perché solo qualificando l’attività del-l’animatore è possibile rendere un servizio piùconsapevole ed efficace all’interno non solo delTR, ma della Chiesa tutta.L’esperienza che stiamo facendo con la scuola dianimazione ci aiuta infatti non solo a focalizzaremeglio le dinamiche interne ed esterne della relazione interpersonale, che presuppongono la piena consapevolezza di sé e dell’altro, ma acomprendere come meglio vivere personalmen-te il messaggio e l’esperienza personale di CristoRisorto e come comunicarla più efficacemente,centrando questa comunicazione e relazioneproprio sull’altro, considerando il suo “essere”interiore ed emotivo, le sue aspettative, i suoi bisogni, a seconda delle diverse età, formazionipersonali e situazioni ambientali.Questo è un piccolo ma importante tassello peralimentare quella Chiesa adulta, partecipativa

ed inclusiva, che il TR vuole costruire nella suavocazione di movimento laicale.È importante che questa esperienza rimanga in-serita in un progetto formativo complessivo piùampio, che con continuità persegua l’obiettivodi formare coscienze, saperi e competenze di lai-ci al servizio maturo e costruttivo della Chiesa.Solo così l’esperienza del Vangelo potrà esserevissuta con efficacia e credibilità nelle diocesi ein tutti gli ambiti sociali e lavorativi che ci ve -dono impegnati come tierrini.Per questo un ringraziamento sincero va a tutti i fratelli e le sorelle del TR che con tanto im -pegno e dedizione consentono che il progetto della scuola di animazione continui così effi -cacemente.

2-2016 21Formazione/Scuola di animazione

Il linguaggio non verbale

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cco il giorno è arrivato, si va a Roma presso ilcomplesso delle catacombe di San Callisto.

Durante il viaggio mi vengono in mente i versi diun canto: “Da mille strade arriviamo a Roma suipassi della fede…” che mi accompagna per tutta lagiornata. L’accoglienza solare e gioiosa di don Luise Dina non ha fatto altro che confermare che èbello stare qui, è bello esserci, con persone che ap-partengono, oramai, alla mia famiglia. L’incontrotra noi tierrini non smentisce le aspettative: voltisereni, mani che si stringono, saluti cordiali, ab-bracci sinceri.La dolcezza del luogo rende il soggiorno sereno; ilcaldo sole, unito alla brezza del venticello romano,piacevole il trattenersi all’aperto.

Si incomincia. Ecco il vero in-contro con il Signore: la messanella chiesa di San Tarcisio, ilcanto d’ingresso con ancora“Da mille strade arriviamo aRoma sui passi della fede…”, laParola e l’omelia di don Luis ciintroduce al momento più im-portante: l’Eucaristia.Tutto ha una connotazione iti-nerante.Mi sento in cammino con il Si-gnore: dalla confessione lun-go il viale alberato, che rendeancor di più il senso “dell’an-dare verso Gesù”, alla visitaalle catacombe. Un viaggionelle viscere della terra e nel-la Misericordia di quanti, vo-lendo l’istituzione di questo

Giubileo della Misericordia del TrCatacombe di San Callisto, 30 aprile 2016

22 Vita del Movimento/Giubileo straordinario2-2016

Mariagrazia D’IsantoCenacolo di Napoli

luogo, hanno mostrato misericordia verso gli “ul-timi” che, in quel periodo storico, non avevano lapossibilità di una degna sepoltura. Le tombe deiPapi martiri e di Santa Cecilia, che hanno testimo-niato con la vita la loro appartenenza a Cristo,danno, ancora oggi, un senso alla nostra fede. Lasimpatica conduzione della guida, don Marcello,ci interessa e ci diverte, dando spunti di riflessionesul significato dei sacramenti simboleggiati neicubicoli delle Famiglie nobiliari.Il risalire verso la superficie, un poco affannosa,per me, è proprio il risalire affannoso dagli impe-gni della quotidianità che ci spingono verso il bas-so e ci allontanano da Dio.La Via Lucis lungo il viale dove sono posizionate leformelle delle XIV stazioni dello scultore Dragoni,con la riflessione finale del celebrante don Karim,ci conferma un popolo inviato: i verbi pronunciatida Gesù nei vangeli meditati, le azioni con cui cisprona a “non avere paura, vedere, credere, andare,annunziare, spezzare il pane, stendere le mani, get-tare le reti, spiegare le vele, pascere, battezzare, in-segnare...”, hanno suggellato la giornata del nostrogiubileo itinerante. Esso ci invita nel mondo ad es-sere con gli altri, per gli altri, degli altri, per appli-care il vero senso di questo anno Santo: le opere dimisericordia corporali e spirituali, da riscoprireognuno nel nostro piccolo, nelle nostre possibilità.L’ultimo momento toccante, la recita del ReginaCoeli davanti alla cappella della Vergine Maria, e laconclusione con la nostra preghiera Resta con noiSignore perché si fa sera e facci testimoni della tuaPasqua, ci stringono in un ulteriore abbraccio fra-terno. Il ritorno, con il cuore colmo di buoni pro-positi che realizzeremo nelle nostre comunità, conl’aiuto di Cristo Risorto.

E

Il saluto finale di don Karim Madjid, sdb, vicario dell’Ispettoria Salesiana dell’Italia Centrale

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el tempo di Pasqua, proprio per trasmet-tere e diffondere la gioia pasquale, si è ce-lebrata la Via Lucis all’interno della riu-

nione dei giovani di questa Arcidiocesi, per pre-parare la Giornata Mondiale della Gioventù chesi terrà a Cracovia. I circa 80 giovani che doveva-no partecipare alla GMG sono stati invitati allariunione preparatoria dalla Delegazione Dioce-sana per Bambini e Giovani dell’Arcidiocesi diBurgos.L’incontro si è tenuto il 2 aprile 2016 presso il Seminario Diocesano di Burgos, dove i parte -cipanti hanno celebrato la Via Lucis nella for -mulazione specifica per i giovani, organizzata e guidata dal Cenacolo del TR in formazione diBurgos. La Via Lucis è iniziata dalla cappella delseminario in cui si è svolto il lavoro preparatorioper la Giornata Mondiale della Gioventù, con lapartecipazione dell’arcivescovo. L’itinerario èpoi proseguito con le varie stazioni negli spaziesterni intorno al seminario, con l’impiego di diversi simboli, commentati dai testi e dai canti.Grazie a questa esperienza, il gruppo di giovaniha interiorizzato la gioia pasquale e il forte ri-chiamo a testimoniare Cristo Risorto nella no-stra vita quotidiana.Questa è la seconda Via Lucis di cui il CenacoloTR di Burgos ha curato l’organizzazione, in col-laborazione con la Delegazione Diocesana perBambini e Giovani di Burgos. Nel tempo dellaPasqua dello scorso anno liturgico, in occasionedell’Incontro Diocesano Annuale dei Giovani, lacelebrazione si è tenuta presso il Monastero del-la Madonna del Espino (Vivar del Cid), un mo-nastero della fine del secolo XV e oggi sede diuna comunità di clausura di suore Clarisse.

Una Via Lucisin preparazionedella GMG 2016

2-2016 23Cenacoli/Via Lucis

Per portare con sé la gioia pasquale e la testimonianza di Cristo Risorto

Nelle foto i partecipanti alla Via Lucis e vari momenti della celebrazione

N

Cenacolo in formazione di Burgos (Spagna)

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stata un’esperienza molto interessante in-contrare il teologo mussulmano AdnaneMokrane, professore dell’Istituto pontificio

di studi arabi e islamici, professore all’UniversitàGregoriana e presidente del Cipax, Centro inter-confessionale per la pace, con sede in Roma.Da tempo sentivamo l’esigenza di conoscerel’Islam, realtà difficile a noi sconosciuta, ma conla quale siamo in contatto quotidianamente perla presenza dei numerosi mussulmani che vivononella nostra città e con i quali dovremmo convive-re, pacificamente, come ci consiglia Papa France-sco. L’immagine deformata e parziale che abbia-mo dell’Islam a volte ci crea paura e il termine“islamico” si usa per dire cose contraddittorie.Islam è una spiritualità, una civiltà, una cultura. Èuna disciplina religiosa secondo la quale milionidi uomini vivono ogni giorno a contatto direttocon Dio che dirige ogni aspetto della vita perso-nale e sociale.L’identità islamica si basa su “pilastri” fonda -mentali.1. La proclamazione di un monoteismo assoluto

(non esiste un dio ma Dio, Allah, e Maometto èil suo messaggero). Le fonti sono il Corano (ilLibro rivelato) e i fatti e i detti (hadith) attribui-ti a Maometto. Il Corano non ha una strutturacronologica: è legato a circostanze storiche percui è necessaria l’interpretazione. Maometto èil profeta che ha avuto da Dio l’illuminazionema altri profeti vengono menzionati nel Cora-no, tra i quali Abramo, Mosè, Gesù.

2. La preghiera quotidiana (5 volte al giorno) enel silenzio l’incontro personale con Dio mi -sericordioso.

3. Il sentirsi membro di una comunità responsa-bile per gli altri (elemosina).

4. Il pellegrinaggio alla Mecca.5. Il digiuno di un mese (Ramadam).

Il mussulmano crede nella vita oltre la morte e nelgiudizio di Dio che premia i buoni: il Corano diceche tutto può essere perdonato da Dio che si pro-clama misericordioso.

Dopo la morte di Maometto l’Islam si è espressoin due forme che costituiscono le due interpre -tazioni fondamentali: quella sunnita (87-90%) equella sciita (10-13%). Nell’Islam sunnita l’interpretazione delle fontidella religione è affidata ai “dotti” della legge isla-mica che ne garantiscono l’ortodossia. L’Islamsciita ha invece affidato l’interpretazione agli“imam”, capi religiosi dotati di un carisma parti-colare ereditato da un cugino di Maometto, i qualisono diventati le uniche guide qualificate per lacomunità islamica. I Sufiti sono un movimentoreligioso di carattere mistico e ascetico; predicanola pace e uguaglianza dei sessi.E l’Isis, come si pone in questo discorso? L’Isis èuna frangia estremista che non ha niente a chevedere con la religione. È fomentata da poteri po-litici che strumentalizzano il nome di Dio. Sonodei terroristi da cui gli stessi mussulmani prendo-no le distanze.Alla domanda se sia possibile l’incontro e il dialo-go tra cristiani e mussulmani il professore è sicuroche possa avvenire, purché il dialogo sia autenti-co: occorre stabilire vincoli di amicizia e di rispet-to reciproco senza pregiudizi, basandosi sugli ele-menti in comune tra le due religioni.Il tempo del nostro incontro è stato tiranno e tut-to si è concluso con il desiderio di continuare aesplorare questo mondo così diverso, così lonta-no e senza dubbio così affascinante.

Numerosi membri del Cenacolo di Roma hanno partecipato, lo scorso giugno, a una intervista apertacon un teologo mussulmano, nel secondo incontro mensile di gruppo informale; abbiamo chiesto a Gabriella Bulgarini, che ha organizzato e ospitato l’incontro, un breve commento sull’iniziativa.

24 Cenacoli / interreligiosità2-2016

A colloquio con Adnane Mokrani, teologo mussulmano

Gabriella BulgariniCenacolo di Roma

Un cristiano incontra l’Islam

È

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olto significativa è la lettura del brano di S. Paolo apostolo agli Efesini (2, 4-10) che ciricorda come «Dio, ricco di misericordia, per

il grande amore con il quale ci ha amato, da morti cheeravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo(...) per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ric-chezza della sua grazia mediante la sua bontà versodi noi in Cristo Gesù».Ci rivolgiamo poi a Maria chiedendo, per i nostri pec-cati, intercessione a colei che è Madre di Dio, Madredel Redentore che ha pagato il prezzo del nostro riscat-to con il sangue della Croce, Madre di Miseri cordia.Il Salmo 136 (135) ci richiama alla eterna misericordiache Dio riserva alle sue opere nella storia ma che “ri-versa” continuamente anche nella vita di tutti noi.Cuore e occhi attenti sono necessari per riconoscerla.Dopo la recita della preghiera del Giubileo e le litaniealla Divina Misericordia, chiediamo al Signore, dallaMisericordia infinita, di sostenerci nei momenti diffi-cili, di aiutarci a non smarrire mai la speranza e ad ac-cettare sempre con fiducia la sua santa Volontà, laquale altro non è che Amore e Misericordia.Leggiamo il brano dell’«Amerai il prossimo tuo eodierai il tuo nemico» (Mt 5, 43-48), straordinaria sin-tesi di tutti gli insegnamenti del Vangelo. Madre Tere-sa ripeteva che «chi ama ha sempre ragione». Amareè «dare la vita per la vita» dei nostri fratelli, è accettaredi giocare umanamente in perdita la partita della no-stra vita in nome di un Bene più grande.

Chiediamo perdono al Signore per le nostre mancan-ze e ci scambiamo un sincero gesto di pace.Concludiamo la celebrazione con il Cantico dellaBeata Vergine e lasciamo il santuario con il cuore col-mo di riconoscenza e gioia «come quando in Cielo èfesta per un peccatore che si converte».

Celebrazione delGiubileo Straordinariodella Misericordia

2-2016 25Cenacoli /Giubileo straordinario

Sabato 9 aprile 2016 ci siamo recati in pellegrinaggio alSantuario Madonna delle Grazie, chiesa giubilare diCrema, per fare esperienza della Divina Misericordia.Intensi sono stati i momenti di preghiera e riflessioneguidati da don Franco.

13 Aprile 2016: 50 anni di sacerdozio di don Matteo!Tanti anni al servizio del Signore sono già di per sé un grande dono! Con gioia abbiamo festeggiato insieme e ringraziato Cristo Risorto, per la fede e la vocazione di don Matteo, uomo pasquale, sostegno per tutti noi con lasua guida autorevole ma discreta.Don Matteo ci ha visti crescere: ha benedetto nozze e bat-tezzato bimbi; è infaticabile e disponibile, pronto ad ascol-tarci e ad aiutarci nelle nostre difficoltà, una figura di rife -rimento ed esempio di carità. Con la sua vocazione, con tutta la sua vita, è testimone del Risorto e servire il Signoreinsieme è un’autentica gioia!Con gratitudine per la sua splendida testimonianza, gli auguriamo un mondo di bene!Alleluia! Cristo è veramente risorto!

Iolanda MerendaCoordinatrice Cenacolo Milano 2

Sabrina SubacchiCenacolo di Milano1

M

Papà di Andrea Niutta, cenacolo di Roma, 27 aprile 2016Francesca, mamma di Roberta Calbi, cenacolo di Napoli, 2 maggio 2016Cesira Ambrosio, moglie del Coordinatore Generale emerito Agostino Aversa, segretarianazionale per tanti anni del TR, del cenacolo della Penisola sorrentina, 13 giugno 2016Salvatore, papà di Anna Cretella, del Cenacolo di Napoli 13 giugno 2016

HAnnO RAGGIUnTO LA CASA DeL PADRe

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esira, sorella mia dilettissima, grazie perchehai co-fondato con il tuo Agostino il TR.

Lo dicevi sempre che due erano gli amori dellatua vita: la tua famiglia naturale e la tua famigliadi elezione del Movimento TR.Il tuo incontro col TR non è stato amore a primavista. Vedevi Agostino che partecipava ai primi ri-tiri del movimento e non comprendevi, lì per lì,perché il movimento lo sottraesse alla casa. Venistia parlarmi per spiegare le tue ragioni. Te le chiarii.Allora ti sciogliesti: mi raccontasti della tua vitanon facile: dalla tragica morte del tuo papà all’af-frontamento di una situazione pesante da esigereda te, a soli 19 anni, di portare avanti la famiglia.Poi, il sole della tua vita: il tuo Agostino che si in-namorò di te. Anzi ti venerò. Per tutta la vita.E tu lo stimolasti ad accettare l’onere non faciledel coordinamento generale per ben 25 anni. Ri-cordi quando andavamo nei cenacoli? E tu ericon siderata la mediatrice che componeva gli ine-vitabili dissidi che a volte sorgevano. E sei statacosì un punto di riferimento e di rifornimento.Ti sei meritata sul campo dai più giovani l’appel-lativo di Mamma. Uno di questi stamane mi dice-va: abbiamo perso sulla terra Mamma Cesira.Ho ricevuto per tutta la giornata di ieri condo-glianze perché colpito anch’io dalla perdita in ter-ra di una sorella assai cara, di una consigliera, diuna mediatrice.Sulla terra sì, ma la Pasqua di cui abbiamo sempreparlato è ora la grande certezza che sei, per noidel Movimento, intercessione... e tutto questoperché Cristo è Risorto veramente.

A te che conoscevi e ricordavi il greco, ricordavi –e ci ricordavamo reciprocamente – le notazionidel Vangelo di Luca cap 24: ὂντος ἐγέρθε ὁ κύριος.Il Risorto veramente, non metaforicamente, nonper modo di dire è risorto.Ora che sei approdata alla sponda del cielo, dopoun lungo itinerario pasquale, intercedi per la no-stra fede.Tu negli ultimi anni hai realizzato il mistero pa-squale di base: passione - risurrezione. Tu hai patito atrocemente col terribile male che avevapenetrato le ossa e il midollo, e così dovettero pro-vocarti una sorta di coma farmacologico.Intendo concludere con la finale della conversa-zione che solo dieci giorni fa mi facesti lucida-mente.«Don Sabino – mi dicesti – io soffro molto in que-sto periodo. Ma faccio esperienza che è bello starecon Gesù sulla croce e offrire. Perché – mi dicesti– ogni offerta è feconda».Grazie Cesira. Intanto ora che sei al cospetto delRisorto implora per ciascuno di noi la realizzazio-ne del mistero pasquale e l’affidamento al Signoreche tutto rende possibile. Con Lui l’impossibilediventa possibile. Il Padre ti ha chiamato a sé ilgiorno del tuo compleanno. Il 13 giugno, giornodella tua nascita e della tua ri-nascita. A che var-rebbe nascere se non si ri-nascesse?Guardaci, sostienici, proteggici, aiutaci. E attendi-ci quando verrà per noi l’ora che è suonata per Te.Grazie Cesira. Non potremo vivere senza ricorda-re un modello luminoso come la tua vita autenti-camente pasquale.

Cesira Ambrosio, nata a Napoli il 13 giugno 1941, è tornataalla casa del Padre il 13 giugno 2016, festeggiando così il suocompleanno tra le braccia di Gesù risorto.Insieme a don Sabino Palumbieri, al suo sposo AgostinoAversa e a un gruppo di laici desiderosi di leggere la realtàquotidiana alla luce della Parola, ha fondato il Movimento Testimoni del Risorto (TR) e, per anni, ne è stata la Segretaria.Come Referente dell’Ambito Formazione ha elaborandomolteplici contributi per la crescita spirituale e personale deitierrini, anche collaborando con don Sabino alla stesura deisussidi per gli Esercizi Spirituali, ogni anno ad agosto.Cesira è la Mamma spirituale del TR.

26 Vita del Movimento/Dedicato a Cesira2-2016

Parole di omelia e di testimonianza nella messa esequiale in suffragio di Cesira

� don Sabino Palumbieri

C

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La testimonianza di una vita vissuta alla luce e sulla via del Risorto, nel saluto affettuoso della Guida spirituale don Luis RosónDifficile condensare un vissuto ricco e profondo, ma an-cora di più un’esistenza pasquale, vissuta fino in fondo,come quella di Cesira, mamma, sorella e amica. Quattroparole, però, sono significative.� Discepola, alla sequela di Gesù, sempre in ricerca, finoall’anticonformismo: “Duc in altum”! Alla ricerca di un Gesù umano, vivo, segno di un Dio “più grande delnostro cuore, e del mondo”.

� Testimone, con la consapevolezza ferma, ma sempreaperta al confronto, che siamo chiamati a irradiare la lu-ce del Cristo Risorto, persino in mezzo alle esperienze didolore, malattia e morte. Eventi che Cesira aveva cono-sciuto per esperienza diretta e per questo aveva il gran-de dono di testimoniare e consolare come nessuna.

� Accompagnatrice, incanala in questo bel servizio-mi-nistero i due grandi atteggiamenti appena ricordati. Ecco il grande ministero di Cesira, accompagnare ascol-tando in profondità, con empatia vera, suggerendo, maidavanti, sempre a fianco di tanti che hanno usu fruito diquesto grande dono.

� Sulla via di Emmaus: è la via a fianco del Risorto. Nonci viene risparmiato nulla, ma Lui, vivo e Risorto, donasenso a tutto, persino ai non-sensi tanto abbondantinella nostra vita.

Discepola, testimone e accompagnatrice sulla via di Emmaus… Tutta una vita piena di significato, donata peril Regno di Gesù Risorto. «Serva buona e fedele, passa al banchetto del tuo Signore».

Il dolore del Movimento TR per la perdita di Cesira, ma anche la gratitudine per il dono di sé nel commosso ricordo della Coordinatrice Generale Dina Moscioni

Carissima Cesira,insieme al tuo inseparabile Agostino hai dato tanto a

ognuno di noi. Grazie! Per la testimonianza quotidiana e in-stancabile, per quel che sei stata e per quel che ci hai aiutatoa divenire.Non ci sono parole per esprimere tutta la riconoscenza cheabbiamo per te e Agostino. Noi come persone e il TR comeMovimento non ci saremmo senza il vostro sogno, senza ilvostro impegno, senza la vostra amicizia. Il TR non sarebbenulla se voi non aveste investito e donato in tutti i sensi!

Cesira cara,la tristezza di questo momento di vuoto terreno è superata

nel ringraziare il Signore per il dono che ci ha offerto permet-tendoci d’incontrarti. Sei stata per tutti noi una mamma,un’amica, una compagna di viaggio... con i tuoi insegna-menti diretti, con il tuo sorriso, la tua tenacia e la tua riccaumanità ci hai aiutato a crescere come “famiglia di famiglie”.La tua presenza discreta ma incisiva, il tuo parlare al cuoredi tutti e di ciascuno, i tuoi consigli... continueranno a essereil punto di riferimento per ognuno di noi.Gesù risorto e la nostra Madre Celeste sono ad accoglierticome figlia prediletta e donna di vera Carità.Insieme preghiamo come i discepoli di Emmaus: “Resta connoi Signore perché si fa sera e facci testimoni della tua Pasqua”.Dina con Alberto e tutti, ma proprio tutti, i tuoi tierrini

Il ringraziamento di Agostino Aversa e dei suoi figliCarissima Dina,

volevo ringraziare, attraverso te, tutti i tierrini per la grande partecipazione al funerale di Cesira, provenienti da molti cenacoli diversi, in età avanzata.Le manifestazioni di affetto sentito sono state tante, a elencarle si rischiano ingenerose omissioni. Una fra tantequella di don Sabino, attaccato al forte braccio di don Luis: commovente la sua testimonianza. Siamo inondati da posta elettronica e telegrammi, segni evidenti per il condiviso operato di Cesira per oltre un quarto di secolo, co-fondatrice con me e don Sabino del movimento dei Testimoni del Risorto. La Basilica di S. Michele Arcangelo diPiano di Sorrento era pienissima in un giorno lavorativo, in un orario difficile della giornata. I cenacoli che non hanno potuto partecipare, si sono fatti presenti in altro modo. Debbo ancora aggiungere che anche nel periodo piùnero della malattia tumorale moltissimi si sono messi a disposizione per essere presenti a vario titolo. Il primo traquesti è stato Lello a titolo personale e del movimento. Diversi i sostegni avuti disinteressatamente. Io e i miei figlisiamo abbagliati da tanta luce pasquale. Non fiori ma opere di bene, avevamo scritto sul manifesto, sono arrivatebuste che invieremo a “Volontari per il Mondo”. Scuole, ex studenti, autorità civili e religiose locali erano presentialla Camera Ardente e al funerale.Crediamo che Cesira nella sua attuale dimensione di intercessione pregherà il Risorto di esaudire le preghiere. Nelsentire la sua mancanza, alla luce di 46 anni di vita coniugale, chiedendole umilmente perdono per tutte quelle volte in cui, colpevolmente grossier, non ho colto le sue alte sensibilità, posso dire, con il Manzoni:“Chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lei, del creator suo spirito, più vasta orma stampar”.

Al funerale occhi pieni di lacrime, ma pieni di tanta speranza nel senso della lettera ai Romani di Paolo (Rm 5, 1-5):«1Giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; 2per suo mezzoabbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nellasperanza della gloria di Dio. 3E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che latribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata 4e la virtù provata la speranza 5La speranza poi nondelude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».

Agostino

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TEMA:LA FAMIGLIA

L’aspetto teologico-pastorale del Magistero della Chiesa e l'aspetto teologico-morale in chiave di lettura laica

3-4 dicembre 2016