Un posto per volare

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Un posto per volare

Poesie

Nando Taccogna

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Copyright Titolo Un posto per volare I° edizione Caserta, giugno 2012 Proprietà letterario riservata dell’auotre Taccogna Nando Copertina e grafica di Patrizia Taccogna

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Un posto per volare

Non c’è mai un valido motivo per non volare

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Non c’è posto per volare Lucciola del fieno io non t'ho detto niente lucciola del cuore io non t'ho cercato mai perchè nel mio giardino non c'è posto per volare lucciola perduta ritorna sulla luna ritorna nella casa e spegni quella luce non dirlo mai a nessuno che c'eri questa notte. Lucciola perduta ritorna dentro al fieno che gli occhi per vedersi sapranno come fare per stringersi la notte e darsi tante botte e darsi mille baci e parlarsi di nascosto ho visto il tuo cuore parlare con il mio e senza farsi male baciarsi per l'addio.

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Segnali sconosciuti

Alla donna accostata al bancone timida con la sua lista della spesa per una cena da apparecchiare persa tra gli sguardi anonimi A te che in fretta raccogli i panni dal balcone e decidi se hai il tempo per lavarti uscire o scrivere una poesia per uccidere la noia in modo onorevole. Quando impaziente nella fila disumana senti sfiorarti da una mano sconosciuta e non ci fai nemmeno caso persa nei pensieri così tenera mordi le labbra per dimenticare. A chi ha deciso d'ignorarsi una vita intera accanto all'altro che non l'ha troppo cercata inutile pazzia di decisioni affrettate dettate da una vita assassina delle anime A quegli sguardi allungati nella folla cercando occhi non andati a male consapevole quanto bene facciano segnali sconosciuti di due lacrime inaspettate.

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C’è un uomo C'è un uomo all'in piedi

che si guarda le scarpe e le impronte lasciate c'è un uomo che fissa la strada maledice non torna è sordo ai rumori si beve la vita come gli viene il sudore gli serra la fronte non lo fa respirare. C'è un'aria malsana che tira e un vigliacco si aggira non si lascia imbrigliare non accetta la mano non riconosce un amico e la sua ombra insegue da dietro nasconde il suo volto e consola un tradimento nemmeno ha voglia di bere e sorride della miseria agli occhi screziati rancore non serba a chi lo ha inseguito negandogli ogni ragione. C'è un uomo che saluta di schiena non è la sua voce nemmeno la pace c'è una donna che gli apre le gambe lo riempie di gioia lo brucia in una notte e lo fissa da lontano al buio in una sala d'attesa nel suo sonno migliore regalandogli un'ora perduta per un tempo decente da ricordare.

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Emily Non ho fatto niente per te Emily affacciata alla finestra cercando fra le stelle quelle di turno da consolare Nulla per i tuoi occhi belli persi fra i libri e nascosti alla luce soffrendo per un'ora di pace ed un soffio di libertà Ho saputo solo aspettarti mia cara sotto un portone allo spigolo d'un tavolo bevuto nelle onde d'un vino leggero Emily, questa sera sorridi. Regala leggiadra i capelli al destino spingi la sedia oltre il confine scrivi la poesia più bella e cattiva quella dei sogni che fanno male scrivi la poesia più bella e cattiva affacciata alla finestra cercando fra le stelle quelle di turno da consolare cercando in mezzo a loro quella dei sogni che fa più male.

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Alcune storie Alcune storie non hanno nemmeno un posto decente dove andare a morire un cortile dove appassire tra rose fiorite o in procinto di essere colte per una notte sola di eterna passione per una notte sola di eterna passione. Si sciolgono i nodi scorsoi ai suoi polsi per andare lontano seguendo le nuvole di una notte d'estate credendo come una favola di ritrovare la stessa pioggia d'amore che travolge gli amanti avvinti senza pudore. Così le storie improvvise di fuochi lontani hanno un destino crudele come le lacrime senza un volto su cui scivolare si riversano su fiori appassiti in giardini segreti fingendo una falsa allegria senza ragione fingendo una falsa allegria senza ragione. Quando una nuova primavera ritorna la luna ricorda i suoi occhi che l'hanno baciata fremendo fra le braccia di quella tenera notte ed un canto si leva fra quei fiori di campo sapendo che mai un'altra storia come quella verrà sapendo che mai un'altra storia come quella verrà.

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La casa dei ragni Quando vivevo nella casa dei ragni avevo cent'anni e tutto era vero compresi gli inganni, compresi gli inganni dormivo la notte fra le tue tele e me la davi senza un perchè Disegnavi sui muri, in controluce le tue forme perfette , una regina da prendere come un dono improvviso da stendere come un bucato ad asciugare al sole Briciole di vita affacciata alla finestra sul lago con quel fondoschiena come un quadro di Dalì tutto era una poesia compresa la tua voglia di andare sempre via lasciando i vestiti sul pavimento. Quando vivevo nella casa dei ragni tutto era un sogno le labbra rosse di desiderio, un attimo il tempo di baciarti a occhi chiusi fra un bicchiere di vino ed una stretta sui fianchi di pane. Ora che intrecci i capelli di rame regali al vento parole di seta e addolcisci il sorriso lasciandomi agrodolce un bacio in bocca come una volta perfida, adorabile, amante mia. Briciole di fumo.

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Ligeia Hai le scarpe rotte e il cuore lacero tormenti le unghie come fossero croste di pane ti vesti e ti spogli in continuazione bevi e fumi le tue illusioni. Non dormi assomigli a questa rosa piena di spine smettila di bere non riuscirai a sputare tutto il veleno da questa finestra non ti ascolta nessuno. Non hai un valido motivo per prenderti questo male d'inferno sputa bene il veleno brucia le tappe le scarpe non servono Ligia. Occorre il culo una dannata fortuna imbroccare il portone giusto il folle di turno che beva i tuoi occhi i tuoi pallidi giochi i tuoi sensi di colpa non hai cognizione di quanta gente vi sia disposta a prendersi gioco di te del tuo sorriso dei tuoi seni sporgenti di considerarti una preda alla prima carezza. Ligeia è tardi rannicchia i tuoi piedi sul marciapiede di stazione Termini stendi il cartone non sognare un peccato ti scongiuro Buonanotte Ligeia

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Uomini persi Perchè gli uomini si perdono anche sulla poltrona della quinta fila di un teatro e non riescono a uscirne fuori nemmeno dopo l'ultima scena aspettando un Godot mille volte invocato in agguato dietro le quinte. Cosa vuoi che ti dica della vita indurita fra gli angoli dei palazzi fuori le saracinesche abbassate o dietro le scale d'emergenza ad ogni siringa un pugno nello stomaco ad ogni delusione un binario diverso ed uno stridio di freni a salvarti l'anima. Cosa vuoi che dica ai tuoi amici delle luci di una ribalta fatta di stelle artificiali o scelte sbagliate come le volte che hai fatto a pugni per la ragazza di una sera o la scommessa per avere un bicchiere rinunciando a perdonare un torto subito. Cosa vuoi che ti dica se non ricordi nemmeno il nome di tua madre e nessuno ti dona qualcosa che non sia laccato come le belle unghie affusolate di Lidia che non ha voluto lasciarti prima di partire non ha guardato mai nessuno in faccia nemmeno la morte quando ti ha sorriso di spalle

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Ladri di lune Rubo lune alle stazioni lungo binari morti e valige colme di rancori affastellate contro il muro volgo sguardi truci al controllore adesco mosche ai lampione e bevo a fontane d'acqua putrida e lì impavido dove s'è persa l'ora piantato come un totem il mio ricordo sta. Seguo lancette che non girano delineo tratti d'ombre vaghe e oblunghe chino il capo al tuo saluto mordo i denti per non mangiare E le ginocchia al mento premo adesso scendi alla fermata oblitera pure la tua corsa ti seguo arranco angeli s'involano dal finestrino il mio pensiero intonso sta Rubo lune alle stazioni lungo binari morti seguo lancette che non girano chino il capo al tuo saluto.

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Il poeta E' un mestiere difficile qualcuno deve pur farlo sporcarsi le mani giocare col sangue rasentare lo scandalo vendersi l'anima cambiarsi la pelle. E' l'arte infelice di cucire le stelle in frammenti lontani non comunicanti è il cane che abbia alla luna sedotta o abbandonata in mezzo alla strada. è la tua casa distrutta dal fuoco dal vento son io che brucio il veleno degli anni e lenisco il dolore lenisco il dolore. Sono i tuoi baci che sento cadere e vuoi la mia mano che non puoi trattenere voli lontano come una rondine e questi pensieri imbrattati sui fianchi lungo la schiena li vengo a cercare. E' un mestiere difficile inventare parole per dire ai tuoi occhi non perderti ancora come i poeti solo san fare come i poeti solo san fare.

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Indice 5 Non c'è posto per volare 7 Segnali sconosciuti 9 C'è un uomo 11 Emily 13 Alcune storie 15 La casa dei ragni 17 Ligia 19 Uomini persi 21 Ladri di lune 22 Il poeta

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Questo libro racchiude le poesie contenute nel CD “Un posto per volare” Versi di Nando Taccogna Musiche originali di Luisa Lenzi Accompagnamento di Luisa Lenzi e Marco Ballanti Direzione artistica di Marco Ballanti Si ringrazia Marco per la professionalità, l'amicizia e la pazienza con cui ha curato questa produzione

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