Umanizzazione assistenza sanitaria

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SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA Cefalù Responsabile Dott. Giuseppe Rotondo Umanizzazione dei percorsi di Assistenza Sanitaria

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SERVIZIO DI

PSICOLOGIA CLINICA

Cefalù

Responsabile Dott. Giuseppe Rotondo

Umanizzazione dei percorsi

di Assistenza Sanitaria

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Un tema di grande attualità

‘‘Umanizzazione dei percorsi di diagnosi e cura in seno alle strutture sanitarie’’

Maggiore attenzione per la dimensione umana ed esistenziale del paziente in ambito sanitario (servizi territoriali, ospedali)

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Questi presupposti riflettono un’evoluzione del modello sanitario che viene orientato sull’esercizio di una medicina centrata sulla persona (patient oriented) piuttosto che sulla malattia (desease centred)

Il paziente assume quindi una posizione di “centralità” all’interno dei percorsi diagnostico-terapeutici

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I processi medico-assistenziali sono funzionali alla gestione dello “stato di salute” dell’individuo e NON alla gestione della “malattia”

Il paziente va considerato “soggetto in trattamento” e NON “oggetto di trattamento”

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In ambito sanitario, un approccio diagnostico-terapeutico circoscritto al danno d’organo o allo stato di compromissione funzionale, finisce con il determinare una “parcellizzazione della persona”

Le nuove tendenze tendono ad affermare un “approccio olistico” alla persona che tiene conto di tutte le componenti che nell’insieme definiscono una dimensione unitaria, che pur essendo differenziata in organi e apparati, costituisce un sistema integrato caratterizzato da un suo livello di complessità e di integrazione funzionale

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Questo nuovo approccio definisce l’attività clinica in funzione del miglioramento della qualità della vita della persona, riducendo o neutralizzando la condizione di disagio o invalidazione funzionale che deriva dalla condizione di patologia, porgendo altresì attenzione all’entourage familiare

Sostanzialmente …

>> Cura per la persona >> Azione di supporto per familiari/caregivers

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La posizione del paziente

Il paziente assume la posizione di “protagonista attivo” e non di “soggetto passivo” in seno alle procedure di assistenza sanitaria, pertanto ha il diritto di acquisire informazione e conoscenza sul proprio stato patologico, sulle procedure terapeutiche e sui possibili inconvenienti ad esse correlati (consenso informato)

Il paziente ha il diritto di conoscere la verità sulla malattia, così come di rifiutare le cure !!

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L’informazione all’utente

La comunicazione della diagnosi ai pazienti con grave condizione patologica (gravi cardiopatie, patologie neurodegenerative, patologie oncologiche) o la comunicazione della necessità di procedere con interventi di chirurgia demolitiva (amputazioni) o con trapianti d’organo, richiede l’adozione di approcci qualificati (Psicologo Clinico) in grado di gestire le reazioni emotive del paziente e l’impatto con la condizione di stress che ne deriva

Lo stesso vale per la comunicazione ai familiari del decesso del paziente

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Questo approccio modifica la relazione “medico-paziente” o “operatore sanitario-paziente”, includendo in questo binomio non soltanto la figura del medico ma anche di tutto il personale preposto a garantire l’assistenza sanitaria

Questo approccio richiede altresì l’impiego di specifiche competenze professionali che consentano di realizzare una “presa in carico globale” del paziente includendo le componenti psicologiche (i vissuti, la consapevolezza della propria condizione, lo stato di sofferenza che ne deriva, la condizione emotiva e l’assetto timico, le aspettative sulle procedure terapeutiche, la modificazione del proprio stile di vita in relazione agli “esiti” di patologia)

>> Psicologo Clinico

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Un approccio di questo tipo non può che qualificare i Servizi Sanitari sia territoriali che ospedalieri.

In particolare l’ospedale verrebbe definito quale contesto a misura d’uomo, predisposto per l’attuazione di interventi che siano “centrati sulla persona”, ma anche in grado di accogliere il paziente, di rispondere ai suoi bisogni, di attuare azioni di sostegno sia per il paziente che per i suoi familiari.

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Rimodulazione del modello operativo

Secondo questo approccio le prestazioni professionali del clinico e l’esercizio delle professioni sanitarie richiedono nuove modalità di attuazione (non viene modificato “cosa” viene fatto ma il “come” lo si realizza)

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La formazione del personale sanitario

La rimodulazione del modello operativo richiede una revisione del “modus operandi” che richiede una propedeutica attività di formazione per i professionisti, che integri il livello di competenze professionali specialistiche con maggiori e più adeguate capacità comunicative e relazionali con i pazienti in funzione del grado di compromissione o della complessità del quadro clinico

Per valutare l’importanza di questo aspetto è sufficiente acquisire consapevolezza del fatto che “la gestione del paziente passa attraverso la relazione con la persona”

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Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera

Con riferimento a queste premesse assume una funzione determinante la figura dello Psicologo Clinico in seno ai Servizi Territoriali, così come il Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera (SPCH) all’interno degli ospedali

L’HSRG di Cefalù, essendo una struttura sanitaria vocata all’eccellenza, non poteva non compendiare nel proprio seno l’SPCH

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Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera

Il HSRG con l’attivazione del Servizio di Psicologia Clinica, attesta il valore e il significato che viene attribuito alla “centralità” della persona, protendendo verso l’umanizzazione delle procedure di diagnosi e cura, e ponendo grande attenzione al disagio psicologico connesso alle patologie organiche.

Il Servizio di Psicologia Clinica contribuisce alla realizzazione di un approccio olistico, in cui l’attenzione viene focalizzata sull’integrità della persona malata, tendendo a ricostituirne i livelli di funzionalità e la qualità della vita.

Viene così offerto un importante contributo alla realizzazione del presupposto dell’eccellenza nell’assistenza sanitaria.

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Profili professionali impiegati e relative aree di pertinenza

Il Servizio di Psicologia Clinica Ospedaliera del San Raffaele Giglio si avvale di Psicologi Clinici con competenze specialistiche in :

Psicoterapia cognitiva e comportamentale Psicofisiologia Clinica e Psicosomatica Psicoprofilassi al parto e Psicosomatica ginecologica Psicocardiologia Psicologia psicodinamica Psico-oncologia Neuropsicologia Clinica (Diagnostica e Riabilitazione)

Psicosessuologia Clinica Psicologia Clinica dei Disturbi del Comportamento

Alimentare (DCA) e dell’Obesità Psicogena

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TargetLe azioni del Servizio sono indirizzate alla diagnosi e cura dei

disturbi psicopatologici e alle condizioni di disagio psicologico.

I destinatari dell’intervento sono i pazienti e, laddove ritenuto opportuno, i loro familiari o caregiver.

Beneficiari dell’intervento sono altresì gli operatori delle diverse Unità Operative (consulenza all’equipe medica).

Laddove richiesto si garantisce un’azione di consulenza/valutazione psicodiagnostica per gli operatori HSRG, dietro richiesta della Sorveglianza Sanitaria.

Un significativo contributo viene reso attraverso la partecipazione attiva a protocolli di ricerca realizzati in seno alle U.O. della Fondazione HSRG.

Il Servizio è disponibile per la conduzione di iniziative di formazione (ECM), nell’ambito della Psicologia Clinica e della Salute (sia per operatori interni che esterni) .

Gli operatori del Servizio di Psicologia Clinica svolgono un’azione di tutoring per gli psicologi in tirocinio di specializzazione.

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Aree di interventoGli ambiti all’interno dei quali sono stati realizzati in

prevalenza gli interventi del Servizio di Psicologia Clinica sono:

L’area oncologica (U.O. di Oncologia e Breast Unit) L’area di Riabilitazione: neuroriabilitazione,

pneumoriabilitazione, lungodegenza e unità risvegli L’unità operativa di Neurologia L’area cardiologica (U.O. di Cardiologia + Card-R) L’unità operativa di Ginecologia GLO - Chirurgia Bariatrica Psichiatria

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Le azioniLa diversificazione dei profili professionali consente di canalizzare le risorse

umane secondo competenze professionali specialistiche, qualificando le prestazioni professionali del Servizio di Psicologia Clinica nelle seguenti aree:

Assessment psicologico e psicodiagnostico (osservazione clinica e comportamentale, testing psicometrico e reattivi psicodiagnostici, profilo psicofisiologico, esame neuropsicologico)

Psicodiagnostica differenziale (rilevazione dei disturbi somatoformi) e Contributo nell’ambito del Neuroimaging funzionale

Setting clinico-psicologico (counseling, azioni di supporto, psicoterapia) Setting di Psicofisiologia Clinica e Biofeedback (EMG, THE, SCL, HR, RES, Neurofeedback) Psicocardiologia: Gruppi psicoeducazionali e di disassuefazione dal fumo,

Training stress management, Counseling psicologico, setting di Psicofisiologia clinica e Psicoterapia (T.A., BFB, TCC)

Setting di riabilitazione neuropsicologica Psicooncologia: azioni di counseling e di supporto ai pz., caregiver e staff Setting di Psicosessuologia Clinica Psicoprofilassi e assistenza al parto Psicologia clinica dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) e

dell’obesità psicogena

Psicologia della salute, prevenzione del disagio psichico e promozione del benessere Attività di ricerca e di formazione

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In sintesi … Le competenze clinico-psicologiche vengono integrate con

le competenze di clinica medica e chirurgica, definendo un approccio psico-somatico unitario alla patologia del paziente, che tenda a non dicotomizzare la dimensione psicologica rispetto a quella somatica.

Sostanzialmente vengono definiti i criteri per la realizzazione della presa in carico globale della persona, tenendo conto non solo della patologia organica ma anche dei vissuti, della condizione di sofferenza psicologica, della compromissione funzionale e delle lacerazioni che la patologia organica determina sulla dimensione esistenziale del paziente e sulla qualità della vita.

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Attività di RicercaAlla pratica clinica si affianca l’attività di ricerca,

finalizzata allo studio delle correlazioni tra variabili psicologiche e patologie organiche, con riferimento all’etiopatogenesi, nonché ai meccanismi di attivazione (insorgenza) e di mantenimento dell’espressione sintomatica.

Queste azioni non possono che costituire un valore aggiunto alla qualificazione del HSRG, definendosi nel contempo quale valido presupposto per l’affermazione di un “approccio psico-somatico” alla condizione patologica del paziente.