Umanesimo e rinascimento

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UMANESIMO E RINASCIMENTO PROF. LUIGI VIMERCATI LICEO PARINI MILANO

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UMANESIMO E RINASCIMENTO

PROF. LUIGI VIMERCATILICEO PARINI MILANO

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DEFINIZIONI E INTERPRETAZIONI

• HUMANITAS/PAIDEIA.Educazione/Formazione.• HUMANISTA:cultore di

grammatica,retorica,poesia ,storia e filosofia morale.

• UMANESIMO.DUE INTERPRETAZIONI:P.O.Kristeller (1905/1999)e E.Garin(1909/2004).

• Definizione di RINASCIMENTO. INTERPRETAZIONI:J.BURCKHARDT (1818/1897) e K.BURDACH (1959/1936).

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KRISTELLER• Tra gli storici moderni si incontrano due interpretazioni dell'Umanesimo italiano. La prima interpretazione

considera il movimento umanistico semplicemente come l'ascesa degli studi classici durante il Rinascimento [...]. [Ma gli umanisti] non furono filologi classici che per ragioni personali, ebbero la mania di fare discorsi, ma furono retori di professione, eredi e successori dei retori medievali, tutti presi dalla convinzione, allora nuova e moderna, che il mezzo migliore per raggiungere l'ideale dell'eloquenza era l'imitazione dei modelli classici, e quindi indotti a studiare tali modelli e a fondare la filosofia classica [...].

• L'altra interpretazione dell'Umanesimo italiano che prevale specialmente tra gli storici della filosofia, e che è stata accettata anche da molti altri studiosi, è piú ambiziosa, ma forse meno solida. Essa considera l'Umanesimo come la filosofia nuova del Rinascimento che sorse in contrasto con la vecchia filosofia medievale, la Scolastica [...]. Credo che sia stata una tendenza a esagerare l'opposizione degli umanisti alla Scolastica, e di attribuire loro un'importanza filosofica e scientifica che essi in realtà non possedettero. La reazione contro tale tendenza è stata inevitabile. Quegli studiosi che lessero i trattati degli umanisti e si accorsero della relativa mancanza di pensiero scientifico e filosofico arrivarono alla conclusione che gli umanisti furono cattivi scienziati e filosofi che non adempirono alle loro pretese o a quelle dei loro difensori moderni. Io credo che gli umanisti italiani non siano stati affatto dei filosofi, né buoni né cattivi. Infatti il movimento umanistico non sorse nel campo degli studi filosofici o scientifici, ma in quello degli studi grammaticali e retorici [...]. La critica umanistica alla scienza medievale è spesso radicale e violenta, ma non ne tocca i problemi e gli argomenti specifici [...]. Però se gli umanisti furono dei dilettanti in giurisprudenza, teologia, medicina e perfino in filosofia, essi furono degli specialisti in una quantità di altre materie. Il loro campo fu la grammatica, fu la retorica, la poesia, la storia, e lo studio degli autori greci e latini. Essi penetrarono anche nel campo della filosofia morale, e fecero qualche tentativo di invadere quello della logica, tentativo che fu anzitutto diretto a ridurre la logica alla retorica. Però gli umanisti non dettero contributi agli altri rami della filosofia o della scienza.

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GARIN

• Rivendica la VALENZA FILOSOFICA dell’UMANESIMO.• Polemizza contro i detrattori degli umanisti. “Perché ciò di cui

si lamenta da tante parti la perdita, è proprio quello che gli Umanisti vollero distrutto, e cioè la costruzione delle grandi ‘cattedrali di idee’, delle grandi sistemazioni logico-teologiche….A quella filosofia si sostituiscono indagini concrete, definite,precise, nelle direzioni delle scienze morali (etica,politica,economia,estetica,logica,retorica) e delle scienze della natura … coltivate ‘iuxta propria principia’, al di fuori di ogni vincolo e di ogni ‘auctoritas’.

• FILOLOGIA/FILOSOFIA: un nesso nel SENSO DELLA STORIA. Conquista dell’antico e scoperta dell’uomo.

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LA CITTA’ IDEALE

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BURCKHARDT• La sua opera principale è Die Kultur der Renaissance in Italien (La

Civiltà del Rinascimento in Italia) (1860), dove descrive il XV secolo come un’epoca di rinnovamento radicale in tutti i campi dell’agire umano, totalmente distaccata dalla precedente “oscurità” medievale. Il Quattrocento di Burckhardt vede infatti l’affermazione politica degli Stati nazionali, la critica razionale alle dottrine ortodosse della Chiesa cattolica, l’ammirazione incondizionata per la natura e per il mondo antico. Un’autentica rivoluzione, riassumibile nello slogan “riguadagnare il mondo” usato frequentemente alla corte di Lorenzo de’ Medici, figura cardine di quella nuova “età dell’oro” conclusasi ufficialmente con la scoperta dell’America e la riforma protestante

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BURDACH• K. Burdach, dal medioevo alla Riforma, Prefazione• • Le due immagini nelle quali si annunciano i concetti di “Rinascimento” e “Riforma” rientrano l'una

nell'altra, anzi, formano un'unità [...]; si può dire che a fondamento delle due immagini stia quel mistico concetto del “rinascere”, del venir ricreati, che ritroviamo nella antica liturgia pagana, e nella liturgia sacramentale cristiana [...]. La mistica immagine della Rinascita e della Riforma aveva vissuto, sotto entrambi i suoi aspetti, attraverso tutto il Medioevo [...] ora, dopo lo slancio religioso del XII secolo [...] dopo Gioacchino, Francesco, Domenico, dopo l'illimitato flusso di entusiasmo religioso, quell'immagine si muta nell'espressione di un sentimento e di un bisogno di tipo puramente umano, che dapprima empie di sé solo singoli individui, poi anche ampi circoli, ed al quale si mischiano la esigenza e l'immaginazione della fantasia, dell'anima sensibile. CosÍ diventa un segno di riconoscimento del consapevole progresso sul piano secolare: nel campo politico e nel campo sociale, e contemporaneamente nel campo poetico ed artistico. [...]

• Queste idee imperialistico-millenaristiche vivono attraverso tutto il Medioevo [...] ma dietro a tutte sta l'incancellabile ricordo della grandezza soprannaturale di Roma, della sua potenza universale e della sua civiltà, che a sua volta era solo l'erede del dominio mondiale e della civiltà universale ellenistica ed orientale. E con questo ricordo si ravviva di nuovo la brama di ricreare per conto proprio il perduto splendore di questo mondo sommerso, di fondare una nova Roma. [...] Cosí - intendendo la parola Rinascimento nel suo significato ora abituale di “ravvivamento della cultura antica” - si hanno piú Rinascimenti [...], [ma] la caratteristica del vero e proprio Rinascimento è solo che in esso la riconquista della civiltà antica è un rinnovamento ed un elevamento di se stessi.

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CUSANO

• N.CUSANO (1401/1464).• LEGAMI COL NEOPLATONISMO.• LA “DOTTA IGNORANZA”.L’Infinito sfugge ad ogni

proporzione.Strutturale SPROPORZIONE tra MENTE UMANA,finita, e l’INFINITO.

• Nell’Infinito ha luogo la ‘COINCIDENTIA OPPOSITORUM’.Esempi tratti dalla Geometria.

• Rapporto DIO-MONDO:complicazione/esplicazione/contrazione.

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CUSANO 2• 1.COMPLICAZIONE:Dio contiene in sé tutte le cose.• 2.ESPLICAZIONE: Dio è in tutte le cose. L’universo è IMMAGINE

dell’Assoluto.• 2.CONTRAZIONE: nell’universo Dio è ‘contratto’ . Ciascun essere

riassume l’universo intero e Dio. Ritorno ad Anassagora.• L’uomo come MICROSOMO.1 .a livello ONTOLOGICO perché ‘contrae’

tutte le cose.2. a livello GNOSEOLOGICO, perche la mente umana è ‘implicazione’ delle immagini di tutte le cose.

• “La perfezione della totalità dell’universo risplende di più in quella parte che si chiama UOMO,perciò l’uomo è un mondo perfetto,sebbene sia un piccolo mondo e parte di un grande mondo.” “ L’uomo è infatti Dio, anche se non assolutamente perché uomo. E’ un Dio UMANO”.

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MACHIAVELLI

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MACHIAVELLI 2

• N.MACHIAVELLI ( 1469/1527).• OPERE: ‘IL PRINCIPE’.• LA POLITICA PER LA POLITICA. AUTONOMIA

DELLA SCIENZA POLITICA. DISTACCO DAL MEDIOEVO.

• 1.REALISMO POLITICO. SCISSIONE TRA ESSERE E DOVER ESSERE. DISTACCO DALLA MORALE.

• 2.NUOVO CONCETTO DI VIRTU’ DEL PRINCIPE. RAPPORTO VIRTU’ / FORTUNA.

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MACHIAVELLI 3

• METODO:” mi è parso più conveniente andare drieto alla VERITA’ EFFETTUALE della cosa, che alla IMMAGINAZIONE di essa.”

• VIRTU’ è vigore e salute, astuzia ed energia,volontà che regola al caos e costruisce l’ORDINE.

• Questa virtù/libertà sa opporsi alla FORTUNA.”iudico potere esser vero che la fortuna sia ARBITRA DELLA META’ delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà.”

• Ideale del M. è la VIRTU’ della REPUBBLICA ROMANA.

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GIORDANO BRUNO

• B.TELESIO (1509/1586)• OPERE :”De rerum natura iuxta propria

principia”. FILOSOFIA DELLA NATURA.• G.BRUNO (1548/1600).• OPERE:I “DIALOGHI ITALIANI”.• IL PROCESSO E LA CONDANNA A MORTE.• LA CIFRA BRUNIANA TRA MAGISMO

ERMETICO E NUOVA SCIENZA. DIBATTITO.

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GIORDANO BRUNO 2

• BRUNO e CUSANO. Il Dio di Bruno è ARTEFICE INTERNO,CAUSA E PRINCIPIO DI TUTTI I FENOMENI NATURALI.

• DIO è INTELLETTO UNIVERSALE/ANIMA DEL MONDO.• NELLA NATURA HA LUOGO LA COINCIDENZA DEGLI OPPOSTI.• RAPPORTO DIO-MONDO. All’infinità della causa deve

corrispondere l’infinità dell’effetto.• BRUNO E COPERNICO. VERITA’ FISICA DELL’IPOTESI

COPERNICANA del ‘De rivolutionibus orbium”.• Trasformazione dell’astronomia eliocentrica da problema

tecnico a problema filosofico. DISTRUZIONE DELL’UNIVERSO CHIUSO ARISTOTELICO-TOLEMAICO.

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BRUNO E COPERNICO• La Cena de le ceneri rappresenta uno dei momenti più significativi della fortuna di

Copernico nel Cinquecento. In quest’opera Bruno discute la teoria di Copernico dell’eliocentrismo, allargando però il respiro della riflessione. Copernico a giudizio di Bruno non è riuscito a «profondare dentro i sentimenti», è rimasto troppo vincolato al pensiero matematico per diventare anche un buon filosofo: ha cominciato a muovere la soma, ma non è stato in grado di portarla fino in fondo. Bruno fa esplodere l’universo di Copernico in direzioni infinite, l’infinito universo pullula di infiniti mondi: la causa infinita, cioè Dio, non può che avere un effetto infinito, l’universo. «Mostra il modo della consistenza di corpi mondani, et dechiara essere infinita la mole de l’universo; et che in vano si cerca il centro o la circonferenza del mondo universale, come fusse un de corpi particulari […] afferma esser conformi in materia questo mondo nostro ch’è detto globo della terra, con gli mondi che son gli corpi de gli altri astri. Et che è cosa da fanciulli aver creduto, et credere altrimente. Et che quei son tanti animali intellettuali: et che non meno in quelli vegetano, et intendono molti et innumerabili individui semplici, et composti; che veggiamo vivere et vegetar nel dorso di questo».

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BRUNO/IL MITO

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BRUNO /IL MITO