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Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto Direzione Generale LA QUALITÀ DEL SERVIZIO SCOLASTICO NELLA SCUOLA VENETA Stato dell’arte e prospettive a cura di Claudio Marangon

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Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto Direzione Generale

LA QUALITÀ DEL SERVIZIO SCOLASTICO

NELLA SCUOLA VENETA Stato dell’arte e prospettive

a cura di Claudio Marangon

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Copertina di Angela Pierri

© 2006 Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto Direzione Generale Riva de Biasio, S. Croce Cannaregio 6071 - 30131 VENEZIA tel. 041 2723111 http://www.istruzioneveneto.it Direttore Generale: Carmela Palumbo

Responsabile del progetto: Gianna Miola Dirigente Ufficio I - Politiche dell’istruzione, dell’educazione e della formazione Stampato in Italia - Printed in Italy presso Tipolitografia Pavan s.n.c. - Vicenza Il presente volume può essere riprodotto per l’utilizzo da parte delle scuole per le attività di formazione del personale direttivo e docente. Esso non potrà essere riprodotto e utilizzato parzialmente o totalmente per scopi diversi da quello sopraindicato, salvo esplicita autorizzazione dell’USR per il Veneto.

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INDICE

Presentazione 5

Introduzione 6

La qualità della qualità Dino Cristanini

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Qualità per chi, qualità come Gianna Miola

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La qualità degli apprendimenti nelle rilevazioni nazionali e internazionali Claudio Marangon

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La formazione dei Dirigenti Scolastici in tema di qualità Carla Berto

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SCHEDE DI SINTESI 27

A. Polo di Padova 28

B. Polo di Vicenza 32

C. Premio Qualità Scuola del Veneto 36

D. Progetto Qu.A.S.E. 39

E. Monitoraggio USR sui progetti qualità attivati dalle scuole del Veneto

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APPENDICI 47

Protocollo d’intesa 2004 MIUR - Confindustria 48

Documento dei Poli Nazionali 2004 55

Accordo Qualità Polo di Padova 57

Accordo Qualità Polo di Vicenza 60

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Presentazione

Carmela Palumbo

L’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto sottopone questo documento all’attenzione di tutte le istituzioni scolastiche, con lo scopo di fornire loro informazioni sulla situazione esistente in materia di qualità del servizio di istruzione e formazione, e metterle in grado di orientarsi nella ricchezza di offerte che caratterizza il nostro territorio in tale campo.

Con questo fascicolo informativo l’USR si prefigge altresì di delineare le principali linee che ne hanno finora caratterizzato l’azione e che intende perseguire per il futuro, fornendo così una guida alle scuole che volessero intraprendere il percorso verso la qualità, e chiarendo a quante di loro volessero parteciparvi quali siano le modalità di adesione alle iniziative in corso o programmate.

Una regione come il Veneto vede una pluralità di soggetti in grado di presentarsi alle scuole con un ventaglio di iniziative altamente qualificate che possono incidere significativamente sui livelli di erogazione del servizio scolastico. Su sollecitazione di questi soggetti, e anche per la loro autonoma iniziativa, molte scuole hanno intrapreso da anni un percorso che ha portato la nostra regione a conseguire anche risultati e riconoscimenti in campo nazionale.

Auspico che sia mantenuta una costante attenzione a quello che considero il cuore del processo di insegnamento e apprendimento, a quel miglioramento costante della qualità del servizio che deve passare attraverso l’innalzamento dei risultati di apprendimento, l’obiettivo prioritario che una scuola di qualità deve perseguire.

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Introduzione

Claudio Marangon

A - LO STATO DELL’ARTE A1- La situazione in Italia: le fasi costitutive Dal 1990 il concetto di qualità è entrato ufficialmente nel mondo della scuola con la stipula del primo Protocollo d’intesa tra MPI e Confindustria. Negli anni immediatamente successivi ha preso avvio il “Progetto Qualità” (prime esperienze che vedevano il coinvolgimento di Presidi e scuole di Mantova), con la diffusione della proposta a Milano, Vicenza e altre province.

A partire dal 1995 il MPI ha attivato tre Poli Nazionali per la diffusione della proposta formativa, sollecitando Mantova, Padova e Vicenza a costituire il Polo di Nord-est. Al Polo veniva dato incarico di continuare a lavorare sul proprio territorio, ma soprattutto di fare azione di diffusione del progetto nelle regioni del Sud.

Questa attenzione al tema della qualità nella scuola ha ricevuto un importante impulso innovativo anche in conseguenza del processo di riforma del sistema di istruzione e formazione, ed è stata sancita nel 2003 dalle nuove Linee Guida del MIUR con le quali vengono assegnati ai Poli nuovi incarichi attribuendo loro la funzione di Laboratori per lo sviluppo della Qualità nella scuola. In quanto tali, ad essi vengono affidati, tra gli altri, i compiti di:

promuovere la diffusione della cultura della qualità

garantire l’innovazione di metodologie e strumenti

rendere disponibili per l’intero territorio nazionale i risultati prodotti nell’ambito del Progetto Qualità.

Il Documento dei Poli nazionali laboratori per lo sviluppo della qualità nella scuola (2004) ha individuato per i diversi Poli i seguenti temi di lavoro:

per la Campania: "Qualità d'aula e funzioni di sistema per diffondere la cultura della qualità e sostenere le scuole nel miglioramento dell'offerta formativa, nel confronto tra buone

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pratiche, nella rilevazione del grado di soddisfazione dell'utenza e nella cultura del partenariato"

per la Lombardia: "Lo sviluppo del sistema integrato Scuole, Formazione, Università e Impresa attraverso l'apprendimento per competenze nella prospettiva del "lifelong learning"

per il Veneto: "La valutazione di sistema nella scuola e lo sviluppo di modelli di collegamento della valutazione esterna ed interna [con un riferimento particolare alla certificazione ISO 9000/2000 integrata con ISO 14001 (ambiente), OHSAS 18001 (sicurezza), SA 8000 (etica) e al modello EFQM - Premio Qualità della scuola].

Nello stesso anno è stato siglato il Protocollo d’intesa MIUR – Confindustria che si prefigge, tra gli altri obiettivi, l’attivazione in ogni regione di Centri regionali, istituiti per promuovere la cultura della Qualità quale base del buon funzionamento di tutte le istituzioni scolastiche.

A2 - La situazione nel Veneto: il livello istituzionale In questa cornice si inseriscono le azioni che l’Ufficio Scolastico Regionale istituzionalmente persegue al fine di realizzare quello che fin dalla sua costituzione è uno degli obiettivi prioritari: una scuola di qualità. Tale obiettivo si esplica mediante l’attenzione verso:

l’innalzamento del livello di istruzione e di formazione

la formazione degli operatori scolastici e il coinvolgimento degli utenti sui principi della qualità

la certificazione del servizio.

Sul territorio regionale concorrono al raggiungimento dell’obiettivo:

i Poli nazionali laboratori per lo sviluppo della qualità nella scuola di Padova e Vicenza (v. oltre Schede di sintesi A e B) ai quali è affidato, come si è già detto, il tema della valutazione

le Reti provinciali di scuole che si sono autonomamente costituite

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i diversi Uffici Scolastici Provinciali (già CSA) che hanno la funzione di supportare le scuole del proprio territorio e possono autonomamente promuovere azioni e iniziative sul tema della qualità.

A3 - La situazione nel Veneto: altri attori Ai soggetti citati nel punto precedente, che istituzionalmente operano nel campo dell’istruzione, si aggiungono altre realtà che contribuiscono ad arricchire significativamente l’offerta sul tema della qualità nel territorio veneto, con le quali l’USR lavora in stretta collaborazione. Tra queste:

La Regione Veneto, promotrice del Premio Qualità della scuola (v. oltre Scheda di sintesi C)

Fòrema, il consorzio di formazione per lo sviluppo d’impresa di Unindustria Padova, capofila di Qu.A.S.E., un progetto finanziato dal FSE 2004 - misura C1 (v. oltre Scheda di sintesi D).

A4 - La situazione nel Veneto: risultati ottenuti dalle scuole Numerose scuole della regione dedicano da tempo attenzione al tema della qualità e sono impegnate da anni in percorsi di miglioramento, di certificazione e di accreditamento.

Merita ricordare, ad esempio, a testimonianza di un impegno che si traduce in riconosciuta attestazione di capacità, che ben 16 scuole sulle 21 che hanno partecipato alla fase finale del Premio Qualità Italia per le Amministrazioni Pubbliche sono venete, e costituiscono un esempio e un punto di riferimento in campo nazionale. In questa prima edizione del Premio, promossa dal Dipartimento della Funzione Pubblica e conclusasi nel 2006, nella quale le Amministrazioni partecipanti sono state coinvolte in fasi successive di selezione (verifica di ammissibilità, selezione delle Amministrazioni finaliste e valutazione finale), i risultati conseguiti dalle scuole venete sono stati ai massimi livelli.

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Premio Qualità Italia 2005 1° Premio Assoluto - Categoria Scuole al Circolo Didattico

di Conselve (PD)

Menzione Speciale - Categoria Scuole all’IPSS Bartolomeo Montagna di Vicenza.

Premio Qualità Italia Pubbliche Amministrazioni 2005 Premio Speciale “Migliore Amministrazione” al Circolo

Didattico di Conselve (PD)

Premio Qualità PPAA “Istituzioni Scolastiche” alla 4^ Direzione Didattica di Padova

Premio Qualità PPAA “Amministrazioni centrali e periferiche dello stato” al CSA (Centro Servizi Amministrativi) di Belluno.

Un altro importante riconoscimento in campo educativo è stato recentemente conseguito da cinque scuole venete che, avendo raggiunto il primo livello del LoE (Level of Excellence), possono fregiarsi del titolo “Committed to Excellence in Europe - Level one”. Si tratta di:

ITC De Amicis di Rovigo

Istituto Comprensivo Marconi di Altavilla Vicentina (VI)

Liceo Classico Brocchi di Bassano del Grappa (VI)

Liceo Scientifico Tron di Schio (VI)

IPSS Montagna di Vicenza.

B - LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO B1- L’attenzione prioritaria dell’USR agli apprendimenti di base Nel perseguire l’obiettivo prioritario di un costante innalzamento della qualità degli apprendimenti, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto intende coniugare fattori e punti di vista quanto più possibile diversificati, dall’interesse verso le procedure di certificazione e di accreditamento alla riflessione e al supporto

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dato alle rilevazioni sugli apprendimenti di base che, su scala nazionale e internazionale, coinvolgono il nostro territorio.

Si tratta in sostanza di un’accezione “larga” del concetto di qualità, che supera quella tecnicistica, ancorata ad una visione squisitamente procedurale, per approdare ad un approccio che a questa affianchi e integri l’attenzione verso quello che del peculiare ambito educativo e formativo costituisce il “prodotto”, cioè lo studente, che l’istituzione scolastica, con l’apporto di tutte le sue componenti, contribuisce a formare sul piano delle competenze e della sua dimensione personale.

B2 - Gruppi di lavoro tematici e intese interistituzionali Una prospettiva di sviluppo che l’USR intende promuovere riguarda l’integrazione alle iniziative che già alcuni USP attuano autonomamente, grazie all’attivazione di Gruppi di lavoro su base provinciale da dedicare all’approfondimento di diverse tematiche afferenti alla qualità. I gruppi, che potranno essere coordinati dai rispettivi USP anche con il supporto dei due Poli per la qualità presenti sul nostro territorio, approfondiranno i diversi aspetti di quello che viene considerato il “cuore” del problema, e cioè come il concetto di qualità si colleghi a quell’accezione larga cui si è più sopra accennato. Sono già state poste, a questo proposito, a cura dei due Poli, le premesse per analisi che cerchino, da un lato, di integrare procedure e risultati di apprendimento e, dall’altro, di valutare quale reale ricaduta abbia sulla didattica e sugli apprendimenti degli studenti la certificazione di qualità.

Le risorse professionali per questo lavoro di ricerca saranno reperite sia all’interno dell’Amministrazione che all’esterno, con il coinvolgimento di tutte le realtà interessate quali, tra le altre, Istituti universitari ed Enti di formazione e ricerca.

B3 - Monitoraggio sui progetti qualità attivati dalle scuole del Veneto Il Ministero ha avviato, nell’ambito della promozione della Rete Qualità, e in collaborazione con Indire, azioni di ricerca, documentazione e sperimentazione di modelli formativi innovativi da mettere a disposizione delle scuole.

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L’USR, in coerenza con quanto previsto dal Ministero, ha condotto una rilevazione sui progetti qualità attivati dalle istituzioni scolastiche del Veneto per l’anno scolastico in corso, avvalendosi della piattaforma ARIS (Area Riservata alle Istituzioni Scolastiche), con il duplice scopo di disporre di dati aggiornati e di valorizzare il patrimonio professionale di tutto il personale quale risorsa essenziale per la qualificazione del servizio (v. oltre Scheda di sintesi E).

B4 - Iniziative di diffusione e pubblicizzazione Informazioni sulle azioni e le sinergie portate avanti

dall’USR sono reperibili sul sito web all’indirizzo http://win.istruzioneveneto.it/interveducativi/ordinamenti/QUALITA_menu.htm

Ulteriori aggiornamenti sono previsti a breve con una ristrutturazione dell’area informativa.

Nell’ambito di una convenzione stipulata tra l’USR e il quotidiano Il Sole 24 ore, un inserto speciale dedicato alla scuola del Veneto viene inviato periodicamente a tutte le scuole della regione. Il secondo numero (“Promuovere la qualità” – inserto quindicinale n. 11 del 2-15 giugno 2006) è dedicato al tema della Qualità.

Per ulteriori informazioni sulle azioni dell’USR per il Veneto: www.istruzioneveneto.it

Referente per la Qualità: Prof. Claudio Marangon, USR per il Veneto – Direzione Generale ([email protected])

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La qualità della qualità Dino Cristanini

Qualità dovrebbe essere per sé un termine neutro dal punto di vista valoriale, in quanto indica gli aspetti che caratterizzano una determinata persona o un certo oggetto, ma nel linguaggio comune viene spesso utilizzato in una accezione positiva, per cui l’espressione “qualità del servizio” viene usata e interpretata nel senso di “insieme di aspetti aventi caratteristiche positive”. Bisogna poi stabilire per chi le caratteristiche sono positive: è noto che ciascun individuo interpreta la realtà e i suoi fenomeni secondo la sua personale “mappa del mondo”, diversa da quella di tutti gli altri, e quindi un aspetto positivo per qualcuno può non esserlo affatto per qualcun altro. Esiste così una qualità determinata dalla rispondenza a criteri stabiliti con procedure scientifiche rigorose dalla comunità di esperti in un certo settore e una qualità intesa come soddisfazione del cliente. Da questo punto di vista c’è poi chi distingue tra la qualità espressa (richiesta esplicitamente dal cliente), la qualità implicita (che il cliente non chiede perché la dà per scontata) e la qualità attraente (che il cliente non chiede perché nemmeno sa che esiste). Ma soprattutto è importante la distinzione tra la qualità desiderata (insieme delle aspettative soggettive) e la qualità attesa a seguito della condivisione delle caratteristiche del servizio o del prodotto. Nella scuola, in particolare, gli erogatori del servizio non hanno a che fare semplicemente con i desideri di un cliente che può comprare o non comprare (anche se non mancano le analogie con l’iscriversi all’una o all’altra scuola o con lo studente che non “compra” il servizio nel senso che non è motivato e non impara), ma con un insieme di portatori di interessi (gli studenti, le famiglie, la società) che sono anche a vario titolo co-costruttori del servizio, e con i quali occorre dialogare, negoziare e condividere l’offerta formativa, magari tornando a valorizzare l’idea del contratto formativo; sono concetti, questi, presenti sia pure in senso lato nelle ultime revisioni delle Norme ISO 9000:2000. Il tema della qualità ha fatto il suo ingresso nella scuola alla fine degli anni ottanta, parallelamente al cambiamento culturale avvenuto nella pubblica amministrazione, riassumibile nella “cultura del servizio” al posto dell’adempimento formale, e al cammino dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Una serie

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di norme hanno contrassegnato tale cammino: legge 7 agosto 1990, n. 241, Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi (criteri ispiratori dell’attività amministrativa: economicità, efficacia, pubblicità; individuazione dell’unità organizzativa responsabile dell’istruttoria e di ogni adempimento procedimentale; obbligo per l’amministrazione di dare notizia dell’avvio del procedimento agli interessati; facoltà degli interessati di intervenire nel procedimento; adozione delle misure organizzative idonee a garantire l’applicazione delle disposizioni in materia di autocertificazione; riconoscimento del diritto di accesso a documenti amministrativi per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti); legge delega 23 ottobre 1992, n. 421, Delega al Governo per la razionalizzazione e la revisione delle discipline in materia di sanità, pubblico impiego, di previdenza e di finanza territoriale (riconduzione dei rapporti di lavoro del pubblico impiego alla disciplina del diritto civile e sono regolati mediante contratti collettivi e individuali; affidamento delle controversie di lavoro al giudice ordinario); decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego (responsabilità dei dirigenti in ordine ai risultati; istituzione presso ciascuna amministrazione pubblica del servizio di controllo interno, con il compito di “verificare, mediante valutazioni comparative dei costi e dei rendimenti, la realizzazione degli obiettivi, la corretta ed economica gestione delle risorse pubbliche, l’imparzialità e il buon andamento della gestione amministrativa”); Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994, Principi sull’erogazione dei servizi pubblici (eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza, efficacia, adozione di standard, semplificazione delle procedure, informazione agli utenti, rapporti di rispetto e cortesia nei confronti degli utenti, dovere di valutare la qualità dei servizi); decreto legge 12 maggio 1995, n. 163, convertito in legge 11 luglio 1995, n. 273, Misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e per il miglioramento dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni (obbligo per tutti gli erogatori di pubblici servizi di adottare la carta dei servizi); D.P.C.M. 7 giugno 1995, Schema generale di riferimento della Carta dei servizi scolastici; legge 15 marzo

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1997, n. 59, Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa; decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche (controllo di regolarità amministrativa e contabile; controllo di gestione; valutazione della dirigenza; valutazione e controllo strategico). I processi per il miglioramento della qualità del servizio scolastico inizialmente attivati sono classificabili sostanzialmente nelle categorie dell’autovalutazione d’istituto (abbastanza diffusa) e della certificazione (in numero più limitato). Più recentemente, le Norme ISO 9001:2000 hanno introdotto una visione per processi anziché per elementi, come pure l’adozione del modello EFQM nell’ambito del Premio Qualità ha veicolato una visione olistica dell’organizzazione, unitamente all’idea del miglioramento mediante l’autovalutazione continua, l’apprendimento organizzativo e il confronto con le altre realtà. Tuttavia lavorare sui processi organizzativi non esaurisce il tema della qualità. Gli obiettivi strategici di Lisbona e i confronti internazionali hanno portato in primo piano la questione della qualità dell’apprendimento, sia dal punto di vista quantitativo (i livelli) sia dal punto di vista qualitativo (apprendimenti duraturi, non inerti, competenze). La sfida per la qualità in questo senso è quella del miglioramento della didattica, in modo da realizzare una efficace ambientazione dell’apprendimento. La qualità di una scuola si gioca dunque nei vari rapporti che si possono stabilire tra il contesto operativo, le risorse utilizzate, i processi attivati, i risultati ottenuti. Si evidenzia in questo modo anche una dimensione etica della qualità, concernente la responsabilità pubblica e sociale: una scuola di qualità è un diritto della persona (art. 3 Cost.) ma è contemporaneamente un diritto della società, in modo che ciascuno possa dare il meglio di sé per il bene di tutti (art. 4 Cost.). E questi diritti costituiscono altrettanti doveri per il personale della scuola.

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Qualità per chi, qualità come Gianna Miola

Tra gli itinerari affrontati negli ultimi anni da parte delle scuole del Veneto senza dubbio un posto privilegiato spetta al cosiddetto “percorso qualità”. Così a leggere i risultati di una rilevazione condotta dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto: non vi è, infatti, istituzione scolastica della regione che non si sia posta esplicitamente, nell’ultimo decennio, l’obiettivo di innalzare la “qualità del servizio”, che non abbia cioè cercato di darsi regole adeguate a governare i fenomeni e ad affrontare i problemi educativi della post-modernità. Il tema non è certo di poco conto, vista la rilevanza che la qualità, sotto qualsiasi profilo la si consideri, sta assumendo a tutti i livelli. Infatti, parlare di qualità significa porre in campo una pluralità di questioni: le consapevolezze teoriche ed etico-deontologiche degli operatori, ma anche la cultura storico-sociologica, educativa ed organizzativa, nonché un nuovo saper fare procedurale ed operativo che deve appartenere a tutta la comunità. Non vi è dubbio che la qualità sia destinata a svelare sempre più la sua complessità: non si tratta solo di regole, pure indispensabili a garantire trasparenza, efficienza, correttezza ed efficacia nei confronti di chi utilizza il servizio scolastico; né basta aggiungere l’attenzione alla responsabilità nei riguardi dei risultati attesi, o ancora dell’equità nella distribuzione delle risorse siano esse finanziarie, logistiche, professionali. In tal caso si tratterebbe solo di sostituire un modello, quello burocratico-amministrativo, ad un altro, quello burocratico organizzativo. Se è vero che una politica per la qualità dei processi formativi nella scuola di tutti e per tutti (superando, così l’odiosa etichetta di “scuola di massa”) non comporta alcuna forma di sudditanza alla dimensione produttivistica, economicistica ed aziendalistica, ma ne rivendica, anzi, la specificità, ciò non implica che non si debba entrare nella logica delle politiche educative in una società industrialmente matura, che non possono non condizionare anche le caratteristiche dell’insegnamento e dell’organizzazione scolastica. Per tale motivo l’identità della scuola, considerata nei suoi fini educativi,

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culturali e sociali, richiede un approccio non semplificatorio, tale da non comportare omologazioni improprie e preoccupanti condizionamenti; al contrario, richiede mediazioni intelligenti, cultura e l’approntamento di nuovi strumenti con cui operare. Ed è però altrettanto necessario, accanto alla rivendicazione di originalità e di specificità, che la scuola riconosca di non poter fare tutto da sola. La forza dei suoi valori - ricchezza insostituibile che non si esaurisce mai di considerare e di approfondire se messi a confronto con le nuove esigenze e le nuove domande poste dalla contemporaneità - sollecita il concorso e la sinergia di altri soggetti sociali. È, infatti, continuamente necessario che la scuola si interroghi, che ridefinisca il proprio ruolo entro al sistema Paese, che esca dalla propria autoreferenzialità, spesso ancora una pesante remora alla sua capacità di rinnovamento. È nel dialogo, nel confronto con le forze e le sollecitazioni esterne, con i nuovi bisogni della società plurale e multietnica, che il richiamo ai valori, fondamentale ed imprescindibile, si concretizza sfuggendo al rischio di chiudersi in vuota retorica, buona per qualsiasi tempo e per qualsiasi situazione e perciò destinata a non tradursi in alcuna assunzione pragmatica. La retorica, in tal caso, prevarrebbe sulla sostanza degli obiettivi e delle risorse necessarie per raggiungerli. L’autonomia delle istituzioni scolastiche diviene, in tale contesto, il banco di prova della qualità purché si confronti senza disagio con i principi della scienza dell’organizzazione e da questi sappia trarre nuovi criteri di regolazione che diano supporto alle decisioni, confortino la congruità degli obiettivi, la pertinenza delle azioni, l’efficacia dei risultati. Il punto però è: in che modo l’acquisizione di tali principi può avvenire rispetto alla specificità scolastica? Come negare che la scommessa sui valori educativi della scuola di oggi, sulla qualità degli apprendimenti, sulla strutturazione delle competenze, si debba confrontare con le dinamiche culturali e con le metodologie operative proprie delle organizzazioni complesse? Certamente in tale riflessione hanno una forte incidenza alcune connotazioni della specificità scolastica, prima fra tutte il carattere di elevata provvisorietà dell’habitat organizzativo

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(gli studenti cambiano, come i contesti ambientali, i bisogni, i climi, gli interessi, le attese, le richieste…). In qualche modo la scuola riflette e misura i cambiamenti sociali e culturali rappresentando, se vogliamo in modo non eclatante, ma del tutto evidente ad un osservatore avvertito, quasi il termometro della società stessa. Solo chi è distratto crede che la scuola sia immobilista; registra, anzi, tutti i turbamenti della società, ne coglie le ansie, le preoccupazioni e le incertezze, riflettendone gli orientamenti. Il tanto declamato disagio dei giovani, che accoglie tra le sue mura ogni giorno, ne è la spia più evidente. Ancora: la scuola è connotata, più di altre organizzazioni e in misura diversa, dal carattere di semplice probabilismo dei risultati rispetto alle azioni: i soggetti in formazione, in quanto persone, sfuggono a classificazioni o ad ipotesi riconducibili a qualsiasi logica di mercato dato in termini economici, poiché non sono oggetti plasmabili in modo univoco, anzi vanno seguiti e accompagnati, nella loro originalità di crescita, in modo rispettoso e personalizzato. L’educazione è di per sé una scommessa dall’esito imprevedibile; il rischio del fallimento, dello scacco, è sempre dietro l’angolo. Altro elemento di specificità: il rapporto altamente elastico intercorrente tra i dirigenti e i docenti e il personale che collabora al servizio, che esclude qualsiasi rigidità organizzativa. È indubbio, infatti, che l’organizzazione scolastica si caratterizza per essere “a legame debole”, per dirla con P. Romei, sì che nessun risultato può dirsi automaticamente collegato ad un’azione che si sia intrapresa. Con tutto questo non si può negare che anche per la scuola sia necessario assumere alcuni criteri di orientamento delle decisioni tali da essere da guida alla quotidianità; una guida se vogliamo “sperimentale”, nel senso che tali criteri vanno provati per risolvere i problemi, vanno cioè sottoposti a verifica, vanno condivisi, senza essere assunti come principi immodificabili. Ma ciò non può avvenire se non grazie alla maturata competenza, da parte del dirigente e comunque da chi gestisce la leadership all’interno dell’istituto, nel selezionare gli obiettivi su cui concentrare la propria

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attenzione per il miglior funzionamento dell’organizzazione rispetto ai propri fini, scegliendo quelli che presentano una maggiore probabilità di successo. Infine una forte capacità di stabilire accordi interni, vale a dire di negoziare efficacemente tra le parti, polarizzando l’attenzione sui diritti degli utenti, sembra costituire una condizione imprescindibile per il miglioramento continuo dell’istituzione scolastica. Sono questi tutti principi che si inscrivono nel “sistema qualità”, ne costituiscono i criteri regolativi senza delimitare spazi che, per il carattere formativo che costituisce la specificità della scuola, potrebbero risultare troppo angusti se non impropri. Infatti un metodo e una misura in qualche modo possono e debbono essere individuati anche per la scuola, poiché essa stessa non si può chiamare fuori dalla necessità di rendere conto in maniera responsabile, di ciò che fa, di come lo fa, per chi fa, con quale finalità fa. Ovvero: per quale futuro opera, attraverso la formazione dei giovani che la società le affida. Ciascuna istituzione può individuare, nella propria autonomia, in che modo muoversi, quali sono i percorsi da privilegiare per conseguire gli obiettivi che si propone nel quadro di un servizio di elevata qualità. Ciò non significa ridurre tutto a procedura, rinunciando a riflettere sui fini e sui valori dell’educazione: piuttosto, comporta la consapevolezza che quest’ultima non si dà che all’interno di un ambiente, e che tale ambiente, per essere portatore di formazione, va organizzato, in modo tale da consentire esperienze vitali, non disgiunte da processi consapevoli di acquisizione di conoscenze che, provenendo dai diversi ambiti disciplinari, “formano” la mente, la indirizzano alla consapevolezza e alla riflessione critica, la sostengono nel processo di strutturazione delle competenze e, al contempo, educano l’intelligenza e la sensibilità, aprendola ai fondamenti etici del vivere.

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La qualità degli apprendimenti nelle rilevazioni nazionali e internazionali

Claudio Marangon La qualità del servizio scolastico offerto dalle singole scuole non può prescindere dalla misurazione dei risultati di apprendimento che vengono ottenuti dagli studenti. Il grande interesse che si è evidenziato a partire dagli anni ’90 verso una gestione della scuola improntata a criteri di qualità va necessariamente collegato alla verifica di quanto il processo di insegnamento/apprendimento produce nei primi destinatari dell’azione educativa e formativa cui le scuole sono tenute. Un passo significativo in questo senso è stata l’istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione, divenuto operativo dalll’a.s. 2004/05, con il quale il Ministero ha dato attuazione a quella prospettiva di creare un sistema di valutazione che stava alla base della triennale esperienza dei Progetti Pilota, sperimentati a partire dal 2001/02. Il dibattito sulla valutazione esterna, in alcuni momenti molto acceso, che ne è conseguito, è stato alimentato anche dall’interesse per la diffusione dei risultati delle ricerche internazionali cui il nostro Paese partecipa (in particolare l’indagine PISA 2003, promossa dall’OCSE, cui il Ministro aveva voluto dare particolare rilievo). È l'INValSI, l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione (ex CEDE), con sede a Frascati, che da tempo gestisce le indagini di carattere nazionale e internazionale che interessano il nostro sistema di istruzione. Ad esso (anche in virtù del D. l.vo 286/04 che ha riordinato l'Istituto, individuandone obiettivi, oggetti e metodo di indagine) è affidato il compito di provvedere ad una valutazione di sistema sul funzionamento delle istituzioni scolastiche”, nonché a “verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti”. Il tutto con l’obiettivo di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema anche “inquadrando la valutazione nel contesto internazionale”. In questo contesto si è conclusa nel 2005/06 la seconda rilevazione nazionale del sistema dell’istruzione che, come per gli anni precedenti, ha misurato gli apprendimenti degli studenti nelle tre aree dell’italiano, della matematica e delle scienze, che le direttive ministeriali individuano come prioritarie. All’interesse per questi tre ambiti è coerentemente indirizzata l’attenzione che l’Ufficio Scolastico Regionale rivolge agli

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apprendimenti di base, e che già nel 2005 ha definito, per tutte le scuole, come obiettivo cruciale nel documento a loro indirizzato e intitolato Linee generali e priorità per il miglioramento continuo dell’azione didattica e dei livelli di apprendimento. L’a.s. 2006/07 vede una ridefinizione delle finalità delle rilevazioni nazionali sugli apprendimenti, che il Ministro sta attuando all’avvio dell’anno scolastico. Si tratta, infatti, di superare molti degli elementi di criticità rilevati nelle precedenti edizioni, assieme agli interrogativi di fondo che in questi anni hanno animato il dibattito sulla valutazione nazionale. Sono attesi, in particolare, un’esplicitazione degli obiettivi della rilevazione, la costruzione di un impianto di indagine di inoppugnabile autorevolezza scientifica, il superamento di problemi di carattere organizzativo e, soprattutto, un forte segnale che vada nella direzione di assicurare credibilità e affidabilità ai dati che vengono raccolti nella somministrazione. È importante, infatti, che le misurazioni sulle quali le scuole possono confrontarsi, per determinare il loro posizionamento in una “lettura” che sia contestualizzata sul territorio, non siano contestabili come talora accade in alcuni casi che risultano in contraddizione con quelli che ci provengono da altre rilevazioni internazionali sugli stessi ambiti di indagine. Con la Direttiva n. 649 del 25/8/06, che integra e modifica il testo della precedente Direttiva (n. 27 del 13/03/2006) il Ministro ha introdotto per l’a.s. 2006/07 aspetti di rilevante novità, primo fra tutti il ricorso ad una procedura di campionamento statistico che di fatto sostituisce la rilevazione che per i due anni precedenti aveva interessato la totalità delle scuole del primo ciclo. Altro importante aspetto, che deve essere pienamente definito sul piano operativo, sarà la somministrazione delle prove di valutazione degli apprendimenti da parte di rilevatori esterni e non più da parte di insegnanti della stessa scuola, nel tentativo di assicurare la regolarità delle procedure e una maggiore affidabilità dei risultati. Affidabilità che è tanto più importante perseguire quanto più il nostro Paese si pone a confronto con la realtà internazionale. È quanto sta avvenendo da tempo con la partecipazione alle ricerche internazionali sui sistemi educativi cui l’Italia da anni aderisce tramite l’INValSI, che funge da agenzia nazionale. Tra

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quelle che permettono di disporre di dati sulle caratteristiche del nostro sistema educativo, nonché di strumenti di confronto con gli altri paesi, assumono particolare interesse PIRLS, TIMMS e PISA, che riguardano proprio gli apprendimenti di base sulle aree di indagine richiamate in apertura di questo contributo. Fra le tre citate, PISA è quella che più da vicino tocca il territorio regionale perché dal 2003, per la prima volta oltre all’Italia nel suo complesso, vi hanno preso parte anche singole regioni con propri campioni. Mentre a livello nazionale l’Italia risulta essere al di sotto della media dei paesi dell’OCSE in tutte le aree oggetto di indagine, i risultati disaggregati per macroaree evidenziano una notevole disparità tra nord, centro e sud, con risultati che invece posizionano il Veneto a livelli superiori sia alla media nazionale che a quella dei paesi dell’OCSE. L’apertura al confronto internazionale prosegue con l’adesione al terzo ciclo di PISA, la cui somministrazione è avvenuta nel 2006, e che ha visto un nuovo campione di scuole venete impegnate, come ambito principale di indagine, sulle scienze. L’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, nella sua istituzionale azione di supporto alle scuole autonome, programma iniziative dedicate alla diffusione della cultura della valutazione che si rifanno a quell’accezione di qualità che coniuga attenzione alle procedure e al tempo stesso ai risultati di apprendimento, nell’interesse primario degli studenti che alla scuola si rivolgono per una crescita formativa ed educativa che deve essere loro assicurata al più alto livello.

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La formazione dei Dirigenti Scolastici in tema di qualità

Carla Berto

“Ci sono due errori

che si possono fare lungo la via che porta alla meta…

Non andare fino in fondo e non iniziare”

Buddha La leadership scolastica costituisce lo snodo strategico al quale far riferimento per promuovere processi di cambiamento e di gestione delle innovazioni all’insegna della qualità. Il potenziamento delle competenze professionali e la rivisitazione delle pratiche gestionali, organizzative e relazionali rappresentano, infatti, i fattori basilari sui quali innestare percorsi mirati di formazione e di miglioramento continuo. In una fase caratterizzata da profonde trasformazioni connesse ai cambiamenti culturali in atto e allo scenario di complessità introdotto dalle innovazioni ordinamentali e didattiche, l’Amministrazione ha inteso sostenere lo sviluppo professionale dei Dirigenti Scolastici attraverso numerose iniziative, tra le quali la predisposizione di materiali di lavoro ad alta fruibilità. All’interno di tale quadro, il MPI - Direzione Generale per il Personale della Scuola - ha realizzato il Progetto Gestire la scuola. Informazione, formazione, strumenti per i Dirigenti Scolastici. Il Piano, contrassegnato come servizio sistematico e prolungato nel tempo, comprende un repertorio di “Pacchetti formativi” a carattere interattivo basati sull’impiego dell’e-learning integrato di tipo blended: ad attività di tipo on-line si affiancano momenti d’aula basati sul confronto tra i corsisti e sull’apprendimento sociale. I moduli, attivati a richiesta dei partecipanti in relazione ai diversi bisogni formativi, vengono gestiti da E-Tutor appositamente formati. Il Piano si è caratterizzato come una “formazione che accompagna”, ovvero come un insieme di opportunità di riflessione sulla professione, sulle problematiche ad essa connesse e sulla relazione intercorrente tra la metodologia

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“dell’analisi dei casi” e gli apporti specifici offerti dai molteplici quadri teorici di riferimento. Alcuni dei pacchetti formativi proposti dal Progetto hanno trovato realizzazione, nell’ultimo biennio, nelle province della regione; i diversi moduli, oggetto di revisione continua, vengono presentati aggiornati e ristrutturati in funzione di un’interattività più ampia e di una fruibilità più friendly. I contenuti dei moduli formativi 1. Il regolamento amministrativo contabile 2. La programmazione delle attività e l’integrazione nel pof 3. Il miglioramento delle capacità negoziali 4. La legge 626 e la normativa sulla sicurezza 5. La progettualità per l’accesso ai finanziamenti europei 6. Il contenzioso relativo ai rapporti di lavoro 7. L’autoanalisi e la valutazione di istituto 8. Gestire la complessità Attraverso ARIS, il sistema informatico di monitoraggio dell’USR per il Veneto, si è provveduto alla rilevazione della domanda formativa dei Dirigenti Scolastici in servizio nella regione, graduata da 1 a 3 a seconda dell’interesse del singolo. I dati hanno evidenziato una forte richiesta di formazione (317 Dirigenti Scolastici iscritti al Progetto Gestire la scuola, per un totale di 1.019 scelte) con una significativa polarizzazione delle opzioni verso i seguenti “Pacchetti formativi” : L’autoanalisi e la valutazione di istituto (175 richieste tra

1^-2^- 3^ scelta) Gestire la complessità (165 richieste tra 1^-2^- 3^ scelta) Il contenzioso relativo ai rapporti di lavoro (167 richieste tra

1^-2^- 3^ scelta). Al fine di rispondere massimamente alle esigenze dei Dirigenti Scolastici, nell’anno scolastico 2005/6 è stato attivato almeno un corso in ogni provincia. Nel 2006/7 si procede alla

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realizzazione dei restanti moduli formativi secondo il seguente prospetto:

Merita un particolare approfondimento l’orientamento delle scelte dei Dirigenti Scolastici della regione verso i moduli formativi L’autoanalisi e la valutazione di istituto e Gestire la complessità. Lo sfondo culturale all’interno del quale si collocano le due tematiche non può che essere ricondotto alla qualità e alla messa a fuoco dei processi che la sottendono e, al contempo, la promuovono. A titolo esemplificativo si riportano i nuclei tematici attorno ai quali si articolano le due proposte di formazione: L’autoanalisi e la valutazione di istituto Il controllo di sistema I modelli di valutazione del sistema scolastico Le ragioni teoriche che guidano il processo di

autovalutazione La peculiarità dei diversi modelli di autovalutazione Le indicazioni operative per l’avvio del processo di

autovalutazione di istituto La gestione per processi

PROVINCE Corsi realizzati nell’a.s. 2005/6

Corsi programmati per l’a.s. 2006/7 Miglioramento capacità negoziali

BELLUNO Contenzioso

Autoanalisi e valutazione di istituto

Progettualità per l’accesso ai finanziamenti europei

Contenzioso PADOVA

Autoanalisi e valutazione di istituto

Gestire la complessità

ROVIGO Gestire la complessità (Confluenza dei D.S. a PD) Contenzioso TREVISO Gestire la complessità Autoanalisi e valutazione di istituto Contenzioso VENEZIA Autoanalisi e valutazione

di istituto Gestire la complessità Contenzioso VERONA Autoanalisi e valutazione

di istituto Gestire la complessità Contenzioso VICENZA Autoanalisi e valutazione

di istituto Gestire la complessità

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La mappa dei processi Strumenti di misurazione dei processi (indicatori, misure,

standard) Il Piano di miglioramento La comparazione delle proprie esperienze professionali con

quelle dei colleghi e con altri sistemi scolastici internazionali Gestire la complessità La prospettiva della governance La scuola come sistema a legami deboli La rappresentazione delle organizzazioni scolastiche Elementi di cultura organizzativa La gestione della leadership Il ruolo della leadership in un’organizzazione complessa Aspetti comunicativi e relazionali La valorizzazione e l’integrazione delle risorse La progettazione come strumento di gestione I modelli di progettazione e la scelta del metodo La logica reticolare come strumento di innovazione Il professionismo riflessivo

È interessante notare come l’impostazione dei diversi contenuti spazi dalle formule più semplici ed immediate, pressoché autoprodotte, ai repertori comprendenti modelli qualitativi nazionali ed internazionali, legittimati da autorevoli scuole di pensiero rappresentative del panorama culturale contemporaneo. Al di là degli approcci di riferimento, ormai ampiamente diffusi e praticati nel nostro territorio regionale, appare significativo rilevare come, nella rappresentazione del Portfolio delle competenze del Dirigente Scolastico, alcuni tasselli cognitivi vengano percepiti, su ampia scala, come irrinunciabili fondamenti professionali. E tra questi vanno annoverati i paradigmi di base della cultura della qualità e il riconoscimento della necessità di ampliare gli orizzonti di senso che ispirano le azioni del Dirigente Scolastico. Per ulteriori informazioni sulle azioni dell’USR per il Veneto - Formazione dei Dirigenti Scolastici - “Pacchetti formativi”: www.istruzioneveneto.it Referenti: D.T. Stefano Quaglia ([email protected]) D.S. Carla Berto ([email protected])

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SCHEDE DI SINTESI

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Scheda di sintesi A

Laboratorio per lo Sviluppo della Qualità nella Scuola – ITIS G. Marconi - Polo di Padova La storia e le azioni Alla fine degli anni ’90, a seguito di un protocollo d’intesa stipulato tra UNINDUSTRIA, CCIAA, Provincia e USR, le scuole di Padova aderenti al progetto si sono costituite in Rete con la mission di acquisire, attuare, sviluppare e diffondere la cultura della Qualità. Per poter realizzare questo impegno la Rete ha fatto la scelta strategica di dotarsi di propri formatori certificati (prevalentemente docenti) ai quali affidare i diversi percorsi di formazione abbattendone i costi. È stato perciò costituito un “Gruppo formatori”, che viene costantemente aggiornato, con l’aiuto del quale sono stati e vengono offerti:

momenti informativi sulle tematiche della qualità

corsi di formazione finalizzati alla realizzazione di un Sistema Qualità, cioè di uno strumento mediante il quale gestire e tenere sotto controllo gli obiettivi che la scuola si dà, prestando attenzione ai bisogni e sviluppando azioni di miglioramento

sostegno nelle azioni di autoanalisi ed autovalutazione

sostegno per le scuole che desiderino ottenere l’accreditamento regionale

attività di consulenza per l’ottenimento della certificazione ISO 9001.

A partire dal 2001 il Polo di Padova ha validato, assieme a Milano, il modello di autoanalisi e valutazione EFQM, modello che oggi viene utilizzato dalle scuole che partecipano al Premio Qualità del Veneto (alcune vincitrici anche in premi di livello nazionale); altre scuole utilizzano il modello di AIR, altre ancora modelli diversi. Ciò ha spinto il Polo a proporre ad Unindustria Padova un lavoro di ricerca che è stato successivamente realizzato con il Polo di Vicenza, USR, Università di Padova, Provincia e CCIAA, avente per oggetto l’analisi dei modelli di autovalutazione maggiormente utilizzati nel Veneto. Il risultato

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dell’indagine è stato pubblicato in un testo distribuito alle scuole del Veneto.

Dopo aver coinvolto oltre il 70% delle scuole della provincia, con 15 scuole certificate ISO 9001, e con diverse scuole vincitrici di premi, oggi la Rete di Padova ha allargato la propria attenzione all’ambito dell’educazione ambientale, ottenendo la certificazione ISO 14000 da parte di un Istituto; un secondo istituto ha ottenuto la registrazione EMAS; quattro hanno sviluppato l’Analisi Ambientale iniziale. Sono state predisposte specifiche azioni di formazione.

Nell’ottica della predisposizione di Linee guida per un Manuale Integrato che veda gestiti in modo controllato i processi attinenti la gestione, la sicurezza e l’ambiente, il Polo di Padova intende offrire, entro il 2006, il frutto di un lavoro di ricerca avente per oggetto gli aspetti etici della professione del docente e del Dirigente Scolastico. In tale contesto si sta attivando secondo due specifiche modalità:

con la partecipazione di docenti e Dirigenti Scolastici sono stati presi in considerazione gli aspetti legislativi ed i contesti al fine della predisposizione delle linee guida di un Codice etico

su proposta di Fòrema Padova, è stato attivato, con la partecipazione dell’USR, del Polo di Vicenza, CCIAA, Provincia, Università di Padova, un progetto avente come fine la stesura di Linee guida per la realizzazione di un Sistema Qualità Integrato Qualità, Ambiente, Sicurezza, Etica che faccia riferimento alle diverse Norme internazionali (v. oltre Scheda di sintesi D).

Il Polo di Padova ha anche svolto, grazie all’azione dei suoi formatori, attività di diffusione e di formazione fuori provincia. Ciò ha portato ad una forte e proficua collaborazione con le scuole della provincia di Rovigo (oltre una decina le scuole certificate), che ha permesso il costituirsi di riferimenti locali in possesso di specifiche esperienze e quindi la capacità da parte delle scuole della provincia di autogestire il progetto. Il Polo di Padova ha avviato corsi di formazione per le scuole del veneziano ed allacciato rapporti con scuole della provincia di Belluno e Verona. Ultimamente sono stati avviati rapporti anche

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con l’USR del Friuli Venezia Giulia, con la partecipazione ad un apposito Convegno e l’avvio di collaborazioni con alcune scuole del territorio.

Risultati ottenuti Il progetto non ha mai avuto la finalità di certificare il maggior numero di istituti: l’obiettivo che si è, invece, perseguito è stato quello di proporre interventi che permettessero, direttamente e/o indirettamente, il miglioramento dell’Offerta Formativa.

Da un’indagine1 che ha coinvolto molti Istituti di Padova e altri Istituti superiori della regione (tutti certificati) per un totale di 30 istituzioni, è emerso con forza che sono stati significativamente migliorati gli aspetti gestionali, i rapporti con il territorio, la definizione di responsabilità e l’uso della delega.

Anche gli aspetti attinenti la didattica sono stati oggetto di miglioramento: il POF è stato approfondito e ampliato: è aumentata l’attenzione agli allievi, alle loro attese e al loro processo di apprendimento. Questo all’interno di una sempre maggiore interazione da un lato con il territorio, le amministrazioni locali, l’Università, dall’altro con scuole, imprese, Università estere. Tutte relazioni che hanno permesso lo svilupparsi di una cultura globale. Le attività di programmazione, i progetti, la definizione dei saperi essenziali, le attività di monitoraggio e di recupero, le relazioni finali, i criteri di valutazione, hanno subito significativi miglioramenti grazie ad un lavoro che ha richiesto anche l’approfondimento degli aspetti legati alla comunicazione ed alla condivisione.

Analoghi risultati sono stati conseguiti, anche se in forma meno sistematica, dalle scuole che hanno realizzato un Sistema Qualità. Ormai anche in queste scuole “misurare” i servizi erogati, ragionare in termini di efficacia ed efficienza è divenuta prassi consolidata. Ciò ha agevolato una riflessione approfondita da parte dei docenti circa gli esiti delle rilevazioni proposte dall’INValSI e dall’OCSE. Questo modo di agire appare ormai consolidato e fatto proprio anche dal personale ATA. In un periodo “delicato” per la scuola italiana il Progetto 1 Condotta dalla dott.ssa Ferrini in occasione di una tesi di Laurea (marzo 2006).

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Qualità è così risultato un valido strumento di sostegno per dirigenti e docenti nell’esercizio della loro professionalità.

Spunti conclusivi Il Polo di Padova ha conseguito importanti risultati con riferimento all’Offerta Formativa e all’ambito della gestione dei processi e dei servizi proposti dalle scuole. Pare importante continuare il percorso già intrapreso per allargare l’attenzione su aspetti quali, ad esempio, la capacità progettuale e nuove educazioni (cittadinanza, ambiente, alternanza scuola-lavoro, …). Ora le scuole della Rete di Padova hanno iniziato a creare occasioni di confronto tra scuole, finalizzati al confronto e al miglioramento dell’offerta formativa ed al processo di insegnamento/apprendimento. Il tutto in una logica di sistema, attenta agli aspetti etici, approfondendo e migliorando quelli gestionali, educativo-formativi, attinenti la sicurezza e l’ambiente.

Per ulteriori informazioni sul Polo di Padova: http://www.itismarconipadova.it/ Referente: Prof. Ugo Zambello, ITIS Marconi, Padova ([email protected])

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Scheda di sintesi B Laboratorio per lo Sviluppo della Qualità nella Scuola - IPSS B. Montagna - Polo di Vicenza La storia Il principio della qualità nei servizi pubblici, introdotto con la Legge 241/90 e con il Decreto legislativo 29/93, trova rispondenza nella scuola con il primo Protocollo d’Intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione e Confindustria.

In questo contesto, fin dal 1992, la scuola vicentina, con il sostegno dell’Associazione Industriali, sceglie di iniziare dall’autoanalisi e dall’autovalutazione della singola istituzione scolastica per promuovere l’approccio alla cultura della qualità, per introdurre metodologie di intervento per il miglioramento del servizio e misurarne le performance. Viene ideato e sperimentato il SIQuS (Sistema Informativo Qualità Scuola) e numerose scuole partecipano alla sua costruzione, arrivando alla produzione del Quaderno d’istituto e di un Quaderno provinciale che, riportando i dati confrontabili e significativi di più scuole, consente un confronto territoriale (benchmarking).

Tali esperienze di autoanalisi, autovalutazione e confronto, rivelatesi particolarmente interessanti e ricche di risultati positivi, determinano la scelta ministeriale di inserire Vicenza nei Poli della Qualità nel 1995.

Il percorso e le prospettive Il Progetto Qualità della scuola si sviluppa in un periodo di grandi trasformazioni dovute al mutamento degli scenari economici e sociali, nonché all’introduzione dell’autonomia. La scuola passa dalla logica dell’adempimento burocratico alla cultura del servizio, con la consapevolezza che l’autogoverno delle istituzioni scolastiche richiede capacità decisionali ampie e condivise.

Il Polo di Vicenza, nella convinzione che l’autonomia non sia perseguibile senza un sistema di valutazione, partendo dalle

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indicazioni nazionali e dalle esperienze maturate, sviluppa le sue molteplici attività con alcuni parametri di riferimento:

la necessità di una scuola rispondente a criteri di efficienza organizzativa, di qualità culturale e di efficacia formativa

l’esigenza di sviluppare una logica e una prassi di autoanalisi e autovalutazione all’interno delle singole istituzioni scolastiche

la possibilità di adoperare un modello strutturato e condiviso, in modo che le singole esperienze, misurate e confrontate con altre, costituiscano un patrimonio di dati paragonabili in ciascuna scuola e con quelle del territorio.

Le azioni del Polo, di conseguenza, si sono sviluppate nell’ambito della formazione del personale, nella ricerca e sperimentazione degli strumenti più idonei al miglioramento del servizio, nella realizzazione di materiali per favorire la diffusione e il confronto di metodologie e strumenti della qualità.

La Rete delle Scuole di Vicenza, dopo la formazione iniziale che ha visto il coinvolgimento di numerosi operatori della scuola, docenti e ATA, nonché dei Dirigenti Scolastici sul governo della scuola dell’autonomia, ha operato con l’aiuto di una task force appositamente costituita e formata.

Nel cammino di miglioramento, la Rete, costituita da scuole di ogni ordine e grado, oltre all’utilizzo e alla revisione del SIQuS, ha costruito un percorso-modello di formazione riguardante il controllo dei processi, la costruzione di un sistema di gestione per la qualità del servizio, certificabile ISO, la costituzione di un gruppo di valutatori interni.

Particolarmente significativa è risultata l’esperienza di benchmarking con il Polo Qualità di Milano condotta all’interno di un Laboratorio sulla customer satisfaction per la costruzione di indici di performance del servizio erogato “Monitor Index”, riportati in una pubblicazione.

La partecipazione delle scuole vicentine al Premio Qualità Scuole del Veneto, basato sul modello EFQM, con la sperimentazione di uno strumento di autovalutazione, che permette un approccio flessibile e integrato della realtà scolastica, spinge il Polo-Laboratorio di Sviluppo della Qualità

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alla revisione integrale del software di autoanalisi “Nuovo SIQuS”.

L’applicazione del modello EFQM ha infatti messo in evidenza la difficoltà di una raccolta sistematica dei dati significativi, secondo precisi obiettivi, confermando che le scuole sono più forti nell’approccio ai processi che nella loro misurazione.

Diventa anche molto interessante studiare le interconnessioni logiche e concettuali tra gli altri modelli valutativi (ISO, CAF, SIVADIS) in uso nelle scuole e il Nuovo SIQuS; da tale analisi emerge la necessità che gli istituti scolastici si dotino di strumenti di rilevazione atti a raccogliere informazioni, misurabili e confrontabili, affinché l’orientamento ai risultati, uno dei principi base di ogni percorso di eccellenza, possa costituire modus operandi di una scuola, per una reale cultura della qualità diffusa e condivisa.

Il Polo, proseguendo nella ricerca e sviluppo di modelli di collegamento della valutazione esterna ed interna, aderisce all’iniziativa della Regione e dell’IRRE del Veneto e sostiene nella Rete la partecipazione al LOE (Levels of Excellence) per l’acquisizione di strumenti e metodologie volte al miglioramento continuo e del Committed to Excellence in Europe. Vengono formati valutatori (Dirigenti, Docenti e ATA) e sperimentati percorsi e modelli da proporre a scuole della rete e da divulgare sul territorio. Le scuole partecipanti ottengono il riconoscimento LOE Committed to Excellence in Europe.

Il Polo promuove inoltre la partecipazione al corso di formazione valutatori CAF/EFQM e ai relativi Premi.

Attualmente, oltre alla formazione on line sull’utilizzo di Nuovo SiQuS e alla individuazione delle aree da migliorare (matrice bisogni/ percezione, scelta delle priorità), le azioni prevedono il monitoraggio dei risultati, la loro pubblicazione e diffusione con la creazione di un “Quaderno Provinciale” e di un “Quaderno Regionale”. È prevista l’implementazione del software Nuovo SiQuS con la possibilità di rilevazione online dei dati.

È in essere anche il Progetto FSE QU.A.S.E - Strumenti operativi per la realizzazione di un Sistema Qualità Integrato) promosso da Unindustria Padova, Regione del Veneto, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con Forema, MPI-USR, IRRE del Veneto, Università di Padova, Poli di Padova e

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di Vicenza. Lo scopo è quello di acquisire e proporre modelli utilizzabili dalle scuole venete per la certificazione di Sistemi di Gestione Qualità, Ambiente e Sicurezza, Etica.

Le diversificate esperienze del Polo-Laboratorio, possibili grazie alla presenza di una molteplicità di attori, interni ed esterni alla scuola, rispondono alla necessità di promuovere il miglioramento continuo della scuola, secondo una visione volta alla ricerca di un modello valutativo di riferimento, ma sempre orientata allo sviluppo e all’innovazione del servizio scolastico.

Per ulteriori informazioni sul Polo di Vicenza: http://www.ipsssmontagna.it/qualita/index.htm Referente: Prof. Ennio Tosetto, IPSS Montagna, Vicenza ([email protected])

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Scheda di sintesi C PREMIO QUALITÀ SCUOLA DEL VENETO

Il Premio Qualità Scuola del Veneto, di cui si sono già svolte tre edizioni, è stato avviato nel 2003 per iniziativa della Regione Veneto, Assessorato all’Istruzione.

Le finalità dell’iniziativa ll Premio vuole costituire per le Scuole un forte stimolo ad intraprendere un percorso strutturato e graduale di crescita e miglioramento del loro sistema di gestione, utilizzando il modello di autovalutazione EFQM in modo da Misurarsi con se stessi e con gli altri.

EFQM è un modello di valenza generale ma adattato al mondo della Scuola; esso è derivato dal modello europeo EFQM - European Foundation for Quality Management - versione per il Pubblico Impiego ed il Volontariato. Il Premio Qualità offre alle scuole che si iscrivono la possibilità di apprendere e applicare il modello EFQM. A fronte di questa attività, alle scuole viene proposta l’opportunità di essere valutate da un team di valutatori esperti EFQM. La valutazione è restituita alle scuole attraverso il documento “Rapporto di Valutazione” che sviluppa un’analisi dettagliata dei punti di forza e di debolezza dell’Istituto, focalizzandosi sui punti strategici da prendere in considerazione.

Alle scuole che hanno ricevuto il Rapporto di Valutazione vengono proposti percorsi di miglioramento. Prima di tutto un corso di formazione sul processo di miglioramento, perché tale processo non va improvvisato, ma appreso e governato. Si tratta di mettere a fuoco un sistema di raccolta di dati della scuola attraverso una raccolta di indicatori; una formazione su figure sensibili e strategiche della scuola quali i coordinatori di classe; l’accompagnamento verso i livelli di eccellenza riconosciuti da EFQM a livello europeo.

Sono a disposizione delle scuole materiali di approfondimento e di confronto attraverso il sito dell’IRRE del Veneto (www.irre.veneto.it) cui è affidata la gestione del progetto.

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Attraverso il medesimo sito le scuole possono accedere a un questionario online che permette loro di conoscere il modello EFQM e di avere una prima valutazione della scuola; tale questionario può essere compilato con cadenza semestrale o annuale in modo da disporre di una sequenza di risposte nel tempo. Partecipare, quindi è già, di per sé, conseguire un premio. È l'occasione per

misurarsi con modelli internazionali

confrontarsi con l'esterno e, nel tempo, con se stessi

porre i presupposti di importanti miglioramenti nella gestione e nei risultati

acquisire visibilità e riconoscimenti per l'impegno di crescita profuso e per il grado d’eccellenza raggiunto, a fronte di una valutazione rigorosa ed oggettiva.

Organizzazione Comitato Promotore (Board). Ha la responsabilità di definire

gli indirizzi, di approvare il piano operativo, di reperire le risorse finanziarie e di rivedere sistematicamente le varie fasi del progetto. Ne fanno parte: Regione Veneto, Ufficio Scolastico Regionale, IRRE Veneto, Amministrazioni provinciali.

Coordinamento generale e tecnico. Il coordinamento di tutte le fasi del progetto è assicurato da un Comitato Tecnico e Scientifico (CTS) costituito da un rappresentante per ciascuno dei seguenti Enti: Regione Veneto, IRRE Veneto, AICQ Nazionale.

L’IRRE del Veneto assicura la gestione amministrativo contabile e di supporto alle scuole.

Il Premio Qualità è aperto a tutte le scuole della Regione, di ogni ordine e grado, statali e paritarie, ed è articolato su una serie di attività che possono essere raggruppate in tre fasi:

Fase 1 – Iscrizione e selezione

Per iscriversi e partecipare al Premio le scuole disporranno di un questionario (check-up) che consentirà una prima esplorazione delle aree del Modello EFQM. Il questionario potrà

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essere compilato on line e permetterà di assegnare alle scuole un punteggio d’ingresso.

Fase 2 – La formazione e stesura dell’application Le scuole provvederanno alla stesura del documento di partecipazione (application), descrivendo, con riferimento ai criteri e alle indicazioni del Modello, i propri approcci, iniziative, progetti e i risultati conseguiti.

Fase 3 – La valutazione

Esame del documento. Il documento di autovalutazione (application) viene affidato a un team composto da 3 valutatori La valutazione è effettuata secondo il meccanismo e la metrica sviluppata da EFQM.

Visita sul posto. I team di valutazione visitano le scuole finaliste e, mediante l’analisi di documenti e interviste al personale, verificano la consistenza di quanto scritto nell’application e la sistematica integrazione degli approcci nella realtà scolastica. A seguito dei risultati scaturiti dalla visita, i team stenderanno i rapporti di valutazione.

La premiazione. Sulla base dei rapporti di valutazione finali si designano le 20 scuole vincitrici: tre scuole del primo ciclo e tre del secondo ciclo a livello regionale; due vincitrici a livello provinciale: una del primo ciclo e una del secondo ciclo per ognuna delle sette province del Veneto. Le scuole vincitrici vengono premiate nel corso di un’apposita cerimonia.

Partecipazione Le scuole coinvolte finora sono state circa 250, di cui 100 hanno ricevuto una valutazione completa con il Rapporto di valutazione. Sono stati formati 85 valutatori, prevalentemente Dirigenti Scolastici, che hanno costituito i team di valutazione, con 115 valutazioni complete restituite alle scuole. Per ulteriori informazioni sul Premio Qualità Scuola del Veneto: www.irre.veneto.it Responsabile del progetto: Prof. Paolo Scapinello, IRRE Veneto ([email protected])

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Scheda di sintesi D Progetto Qu.A.S.E. (Qualità – Ambiente – Sicurezza – Etica)

Qu.A.S.E. è un progetto per la qualità integrata. È promosso da Fòrema Scarl, il consorzio di formazione per lo sviluppo d’impresa di Unindustria Padova, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, l’Irre Veneto, l’Università di Padova, i Poli qualità di Padova e Vicenza e altri enti operativi nella programmazione regionale (Fse 2004 - misura C1).

Esso punta a fornire strumenti operativi a dirigenti scolastici, docenti, non docenti, genitori e studenti per la realizzazione di un sistema qualità integrato in riferimento alle norme ISO 9000 (qualità), ISO 14000 (ambiente), OHSAS 18001 (sicurezza), SA 8000 (etica). L’obiettivo è individuare “buone prassi” per il miglioramento del processo di insegnamento/apprendimento e dell’offerta formativa, che porti nel medio termine a riconoscimenti operativi per tutti gli attori scolastici, nonché a definire un modello esportabile alle realtà scolastiche territoriali.

Per ogni tematica - qualità, ambiente, sicurezza ed etica - è stato costituito un gruppo di lavoro con il compito di analizzare le norme di riferimento e le prassi consolidate nelle organizzazioni scolastiche e di individuare procedure adeguate e trasferibili al mondo della scuola. L’attività di ricerca e analisi di ogni gruppo è supportata da focus group con referenti di istituti scolastici.

Già nel 2003, con il progetto “Competenze strategiche per la qualità della scuola e l’orientamento professionale”, è stata diffusa la guida “Per la qualità delle scuole nel Veneto” diretta ad aiutare gli istituti ad acquisire maggiore consapevolezza nell’adozione di modelli di autovalutazione.

Il progetto Qu.A.S.E. nel 2006 intende fornire alle scuole strumenti adeguati per sviluppare percorsi di valutazione interna ed esterna alle scuole in un’ottica di qualità integrata. È un modello mutuato dalle organizzazioni aziendali, dove sono diffuse le metodologie gestionali orientate alla qualità integrata e mirate a percorsi d’eccellenza. Si tratta di strumenti pensati per dare risposte adeguate alle aspettative e alle esigenze di ogni interlocutore: i clienti per la gestione qualità; dipendenti e collaboratori per gli aspetti legati a sicurezza e salute; la

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proprietà per quanto concerne norme di comportamento responsabile. Il progetto Qu.A.S.E. punta a trasferire l’efficacia e l’efficienza organizzativa delle imprese nel mondo della scuola, per migliorare la qualità del servizio offerto, sensibilizzando le scuole al “come” fare piuttosto che al “cosa” fare, per governare in modo più compiuto i processi di innovazione in atto. Se la scuola dell’autonomia è chiamata a sviluppare un modello organizzativo capace di gestire il continuo cambiamento, la “qualità integrata” può fornire criteri di orientamento e di governo della complessità, di approccio ai processi di rinnovamento e di riforma, nonché offrire metodi di regolazione a supporto dell’autonomia delle decisioni, della congruità degli obiettivi, della pertinenza delle azioni e dell’efficacia dei risultati.

La diffusione dei risultati del progetto prevede una capillare attività informativa al mondo scolastico, e lo svolgimento di workshop e seminari. Le scuole che sono state impegnate nei Gruppi di lavoro sulle diverse tematiche sono state 7 per il tema della Qualità, 6 per il tema dell’Ambiente, 6 per quello della Sicurezza e 2 per quello riguardante l’Etica.

Concluderanno l’esperienza un convegno regionale, da svolgersi nel dicembre 2006, e la pubblicazione di un volume di sintesi delle attività svolte, quale vademecum rappresentativo dei vantaggi che una gestione improntata alla qualità può introdurre nella scuola. Per ulteriori informazioni sul progetto Qu.A.S.E.: http://www.forema.it/eventi/quase.php Responsabile del progetto: Dott.ssa Cristina Felicioni, Fòrema - Unindustria Padova ([email protected])

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Scheda di sintesi E Monitoraggio USR sui progetti qualità attivati dalle scuole del Veneto Nel maggio 2005 l’Ufficio Scolastico Regionale ha effettuato, tramite il sistema ARIS, una rilevazione su tutte le scuole della regione con lo scopo di avere un quadro aggiornato di quali fossero certificate o accreditate, e di quali fossero comunque coinvolte in progetti collegati al tema della qualità.

I dati raccolti risultano significativi poiché hanno partecipato al monitoraggio i 2/3 delle scuole venete.

Le scuole che hanno risposto sono così suddivise, per provincia BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

Tot scuole statali 49 133 43 124 127 140 121 737

Totale risposte 29 71 29 72 70 126 100 497

% risposte 59 53 67 58 55 90 83 67

Le scuole certificate UNI EN ISO 9001 sono 56 e tutte hanno risposto al questionario in oggetto; quelle accreditate dalla regione Veneto 99.

Diverse scuole (34) sono in possesso di entrambe le certificazioni; il totale delle scuole certificate è 121, circa un sesto del totale.

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

Scuole certificate 0 13 12 18 2 9 2 56

Scuole accreditate 10 17 9 20 15 18 10 99

Totale scuole coinvolte

10 23 14 26 15 21 12 121 (16%)

42

Alcune, tra le scuole precedentemente considerate, risultano in possesso di entrambe le certificazioni

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

N° scuole 0 7 7 12 2 6 0 34

Più in dettaglio, e per ciclo di scuole, la situazione appare come segue

Solo Certificate Solo Accreditate

Tot CD IC SS1 IP IS Tot CD IC SS

1 IP* IS

BL 0 10 1 3/4 6

PD 6 2 1 1 2 10 5 2 0/2 3

RO 5 2 3 2 1 1/3

TV 6 1 1 1 3 8 1 1 3/7 3

VE 0 13 6 1/5 6

VI 3 1 2 12 5 5/8 2

VR 2 2 10 5 1 1/3 3

TOT 22 65

Certificate + accreditate

Tot CD IC SS1 IP* IS

BL 0

PD 7 1 1 1 4

RO 7 2 5

TV 12 3 9

VE 2 1 1

VI 6 2 4

VR 0

TOT 34

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Risulta che non tutti gli istituti professionali sono a tutt’oggi accreditati.

Si evidenzia il numero di Istituti Comprensivi (ben 23) che hanno ottenuto l’accreditamento dalla Regione Veneto (risultato conseguito anche da alcuni Circoli Didattici) particolarmente nell’ambito dell’obbligo formativo e dell’orientamento.

Per ambito di accreditamento, il numero di scuole accreditate dalla Regione Veneto risulta come segue

La formazione continua è attualmente l’ambito più debole.

In tutta la regione due soli Istituti risultano certificati ISO 14001 con riferimento al Sistema di Gestione Ambientale.

Tra le scuole certificate molte (50) stanno implementando il proprio sistema; 28 nuovi istituti hanno comunque attivato altri sistemi di gestione.

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

Obbligo formativo 1 8 3 7 7 4 3 33

Formazione superiore 5 5 7 12 5 12 4 50

Formazione continua 2 3 1 8 3 5 0 22

Orientamento 6 11 3 6 5 11 3 45

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

Scuole che implementano 9 14 5 14 1 9 1 50

Scuole che hanno avviato altri sistemi di gestione

1 7 3 4 3 7 3 28

44

Più in dettaglio, il numero di scuole che hanno attivato altri sistemi di gestione risulta essere il seguente

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

sicurezza 8 12 5 12 2 7 3 49

ambiente 2 8 3 2 1 4 0 20

aspetti etici 1 11 2 3 1 2 3 23

altro 6 7 5 9 1 9 3 40

Interessante notare come un numero significativo (23) abbia iniziato un’attività di ricerca anche in ambito etico.

Per coordinare le attività che fanno riferimento alla “qualità” spesso le scuole hanno creato ed aderiscono a Reti di riferimento

scuole che aderiscono: BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

a) a una sola rete 10 24 7 12 10 21 6 90

b) a due reti 5 2 1 4 0 4 4 20

c) a più di due reti 0 5 2 2 0 2 2 13

Totale scuole 15 31 10 18 10 27 12 123

Le reti a cui maggiormente fanno riferimento hanno dimensione geografica provinciale e sono:

per Padova, “Progetto qualità”, rete costituita da 20 istituzioni scolastiche (più 4 di Rovigo e Verona, di riferimento anche per ambiente ed etica)

per Belluno, “Qualità e Miglioramento”, rete che riunisce 8 scuole

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per Rovigo, “Progetto Qualità nel Polesine”, rete costituita da 6 scuole

per Treviso, “Valutazione ed autovalutazione”, rete che riunisce 7 scuole

per Venezia, “Modello AIR”, rete cui partecipano 3 scuole

per Verona, “Prisma”, rete costituita da 5 scuole

per Vicenza viene evidenziata la proposta di Autovalutazione offerta dalla Rete “Nuovo Siqus” citata sia in ambito locale (da 20 scuole) ma anche da altre 10 istituzioni di altre 5 province. Il modello viene utilizzato più volte in tutta la regione anche come strumento applicabile nell’ambito di singoli progetti (vedi in seguito)

una seconda rete trasversale citata è AIR, presente a Venezia, Verona e Padova

viene citato, come riferimento, per 4 volte il Premio Qualità “EFQM”.

Le scuole che attualmente operano sul tema della qualità risultano dalla sottostante tabella

Interessante è rilevare anche il numero di progetti in atto

Se si considera che 121 sono le scuole che sono state diversamente certificate, che 123 sono quelle che aderiscono a Reti diversamente certificate, e che 163 stanno lavorando su progetti, possiamo dire che il Progetto Qualità lentamente si sta ampliando e consolidando.

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

N° scuole 13 29 13 27 22 35 24 163

BL PD RO TV VE VI VR TOTALE

N° scuole 24 42 24 35 29 46 32 232

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Per concludere, si possono esaminare le tipologie dei progetti su cui le scuole stanno lavorando anche per confrontarle con il precedente “dichiarato” sullo sviluppo di diversi Sistemi gestionali (sicurezza, ambiente, etica):

emerge come condivisa e diffusa la ricerca di azioni finalizzate al monitoraggio e all’autovalutazione e quindi il riferimento a modelli quali il Siqus (in particolare a Belluno e Vicenza, ma ormai un po’ ovunque) e più in generale ai modelli EFQM e AIR

per le scuole certificate o in possesso di un Sistema di gestione sono avviati processi finalizzati allo sviluppo/acquisizione di risorse - formazione del proprio personale e di implementazione/miglioramento del sistema

altri progetti hanno come obiettivo lo sviluppo di azioni con riferimento a sicurezza, ambiente, etica

tutte le attività messe precedentemente in luce sono orientate a sviluppare l’attenzione ai bisogni degli allievi e il perseguimento di una migliore offerta formativa relativamente al processo di insegnamento e apprendimento

per le scuole che hanno appena iniziato questo percorso l’obiettivo oggi è la realizzazione del Sistema Qualità

per quelle che lo hanno già consolidato l’obiettivo è il miglioramento continuo e la partecipazione ai Premi.

(elaborazione dati a cura di Andrea Turco (USP Verona) e Ugo Zambello (USP Padova)

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APPENDICI

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PROTOCOLLO D'INTESA 2004

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e Confindustria.

Tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e la Confindustria

VISTA la legge 15 marzo 1977, n. 59, concernente la delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni e agli enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa, in particolare l’art.21 sull’autonomia delle istituzioni scolastiche VISTO il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche VISTA la Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 recante Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione VISTO il D.P.R. del 1 dicembre 1999, n. 477, contenente norme relative all’organizzazione del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e tecnologica VISTO il D.P.R. del 6 novembre 2000, n. 347, recante norme di organizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione VISTO il D.P.R. 11 agosto 2003, n. 319 “Regolamento di organizzazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della Ricerca”, modificativo del D.P.R. 1 dicembre 1999, n. 477, contenente norme relative all’organizzazione del Ministero dell’Università e del D.P.R. 6 novembre 2000, n. 347, recante norme di organizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione la Ricerca Scientifica e tecnologica VISTA la legge 28 marzo 2003, n. 53 concernente la delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale e successivi decreti applicativi VISTA la legge 14 febbraio 2003, n. 30, di Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro ed il Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276 Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30 VISTO il Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 recante la definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione, a norma dell’art. 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53 VISTE le conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Lisbona 23 e 24 marzo 2000 sull’occupazione, le riforme economiche

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e la coesione sociale nel contesto di un’economia basata sulla conoscenza VISTA la Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea del 27 giugno 2002 sull’apprendimento permanente VISTE le Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Copenhagen del 12 e 13 dicembre 2002 sugli obiettivi futuri e concreti dei sistemi di istruzione e formazione VISTA la Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea del 19 dicembre 2002 sulla promozione di una maggiore Cooperazione europea in materia di istruzione e formazione professionale VISTA la Risoluzione del Consiglio dell’Unione Europea del 15 luglio 2003 sul capitale sociale e umano VISTO l’accordo quadro, sancito in Conferenza unificata il 19 giugno 2003, con il quale sono definite le linee guida per la realizzazione, a partire dall’anno scolastico 2003/2004, di una offerta formativa sperimentale di istruzione e formazione professionale, nelle more dell’emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 28 marzo 2003, n. 53 VISTI i precedenti protocolli sottoscritti il 18 luglio 1990, il 19 aprile 1994, il 16 marzo 1998 e il 24 luglio 2002 PREMESSO CHE il MIUR è impegnato in un complesso processo di innovazione e

riordino dei propri assetti organizzativi e istituzionali nonché del sistema educativo e formativo per sostenere e potenziare il ruolo di centralità assunto dall’istruzione e dalla formazione, sia a livello nazionale che di unione europea, nell’ambito della “società della conoscenza”; ed in particolare

il D.P.R. 11 aprile 2003, n. 319 ha regolamentato l’organizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sia a livello centrale che periferico

la legge 28 marzo 2003 n. 53 ha recepito e messo a sistema i principi e i profili di un’istruzione e formazione di qualità, in grado di garantire a tutti il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o comunque sino al conseguimento di una qualifica entro il 18°anno d’età e una forte integrazione tra le politiche educative e quelle del lavoro

la legge Biagi - legge delega 14 febbraio 2003, n. 30 - in materia di occupazione e mercato del lavoro ha aperto scenari nuovi sul piano delle opportunità formative a tutte le istituzioni scolastiche e formative

la CONFINDUSTRIA, consapevole dell’importanza che assume la formazione quale fattore di crescita complessiva del Paese e la

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competitività delle imprese, intende contribuire al miglioramento della qualità dell’istruzione attraverso un più incisivo raccordo tra offerta formativa ed esigenze del tessuto economico-produttivo del Paese

il MIUR e la CONFINDUSTRIA da tempo collaborano attivamente in maniera organica e sistematica a sostegno dello sviluppo del capitale umano, quale risorsa strategica sulla quale investire al fine di coniugare coesione sociale, competitività, formazione di più alto profilo, opportunità occupazionali, migliore qualità della vita

il MIUR e la CONFINDUSTRIA intendono promuovere e sostenere un piano strategico per favorire un raccordo sempre più stretto e proficuo tra le scuole e le università con il sistema produttivo del Paese. Le linee caratterizzanti del piano mirano ad accrescere e valorizzare il patrimonio culturale, scientifico e tecnologico, le competenze professionali delle persone lungo tutto l’arco della vita. Gli obiettivi operativi sono finalizzati a rafforzare e sviluppare il grado di qualità e di innovazione dell’istruzione richiesto dagli standard europei, a formare risorse umane dotate di alte conoscenze e di elevata cultura di base, nonché di competenze professionali idonee ad accedere al mondo del lavoro

i processi di riforma e le innovazione in atto, in ambito scolastico e formativo, suggeriscono di adottare un nuovo protocollo d’intesa, che recepisca in termini più moderni ed efficaci i raccordi e le interazioni tra il sistema dell’istruzione e il sistema produttivo

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE Art. 1 Il MIUR e la Confindustria -di seguito per brevità denominati “le parti”- si impegnano a programmare e promuovere iniziative e interventi di consultazione e di raccordo permanenti per il monitoraggio, la valutazione e la verifica degli output del sistema formativo, per favorire l’integrazione tra i sistemi d’istruzione, formazione e mondo della produzione e del lavoro, l’innalzamento della qualità dell’istruzione e formazione, la ricerca e l’innovazione nei vari settori del sistema scolastico, la competitività delle imprese, la promozione della cittadinanza attiva e dell’occupabilità sostenibile per i giovani. A tal fine le parti, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, ricercano e sperimentano, d’intesa, modelli, percorsi, progetti, metodologie che consentano un raccordo organico e funzionale con l’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e di sviluppo della scuola e dell'università, nelle dimensioni sia locale che europea e internazionale.

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Art. 2 Nell’ambito delle finalità di collaborazione di cui all’art.1, le parti stabiliscono di dare priorità agli interventi a sostegno dei processi di riforma previsti dalla legge n. 53/03 e relative norme attuative, alle collaborazioni tra scuole, università e imprese, in particolare nel Mezzogiorno, con specifico riguardo alle seguenti aree: qualità del servizio scolastico valutazione riferita al sistema dell’istruzione in tutte le sue

articolazioni, ivi compresa l’educazione permanente supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche statali e

paritarie offerta formativa e personalizzazione dei piani di studio orientamento innalzamento del livello delle competenze scientifiche e

tecnologiche educazione permanente degli adulti e, in particolare, la

formazione continua dei lavoratori percorsi di alternanza scuola – lavoro istruzione e formazione tecnica superiore incremento dell’offerta di stage e tirocini formativi da parte delle

imprese formazione del personale della scuola e delle università, con

particolare riguardo alle nuove tecnologie, all’innovazione didattica e alla progettazione formativa, per la costruzione di un “sistema” di formazione e aggiornamento permanente in servizio

internazionalizzazione dell’istruzione scolastica e universitaria sviluppo delle nuove tecnologie educative, con particolare

riferimento all’ambiente e-learning coinvolgimento delle scuole paritarie e delle università non statali

legalmente riconosciute al raggiungimento di alti profili formativi certificazione delle competenze acquisite in ambiente formale,

non formale e informale. Art. 3 Le parti si impegnano a coinvolgere le rispettive strutture centrali e periferiche. Nella realizzazione delle iniziative comuni, di cui al presente protocollo, saranno coinvolti, per le rispettive competenze, Regioni ed Enti Locali.

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Art. 4 Le parti, consapevoli che la Rete Qualità assume un’importanza strategica rilevante ai fini dell’acquisizione, da parte delle scuole, di una cultura progettuale, professionale e organizzativa capace di garantire il miglioramento continuo del servizio e i risultati di apprendimento da parte degli studenti, convengono sull’esigenza che tale Rete vada adeguatamente sostenuta e potenziata. Accanto ai Poli tradizionali (Milano, Padova, Mantova, Vicenza, Roma, Napoli) cui compete il ruolo di “Laboratori per lo sviluppo della qualità nelle scuole”, in ogni regione sarà incentivato il funzionamento di Centri regionali, istituiti per promuovere la cultura della Qualità, quale base del buon funzionamento di tutte le istituzioni scolastiche. Art. 5 Nella considerazione che il confronto con i sistemi educativi e formativi di altri paesi costituisce prerequisito di base per il miglioramento della qualità dell’istruzione e di un’efficace formazione del capitale umano, le parti si impegnano a programmare e sviluppare azioni rivolte a facilitare lo scambio di esperienze e la mobilità sia degli studenti che dei docenti. Si impegnano, inoltre, attraverso una comunicazione mirata, ad attrarre presso le università i migliori studenti, docenti e ricercatori stranieri, in particolare provenienti dai paesi che garantiscono maggiore interesse per l’export italiano. Art. 6 Per contrastare e ridurre la dispersione scolastica, obiettivo prioritario anche in ambito europeo, e garantire un più efficace raccordo tra istruzione, formazione e mondo del lavoro, le parti convengono di realizzare iniziative dirette a: favorire il coordinamento tra i soggetti istituzionalmente

competenti nel settore dell’orientamento mettere a disposizione degli studenti e dei docenti strumenti

orientativi, informativi e formativi sulla valutazione e autovalutazione delle competenze e abilità, sui percorsi formativi con particolare riferimento a quelli scientifici e tecnologici, sul mercato del lavoro e delle professioni

definire e sperimentare un sistema di crediti formativi personali da spendere negli itinerari scolastici e formativi, nonchè di transizione tra istruzione e mondo della produzione e del lavoro

favorire la diffusione dei tirocini di orientamento nella scuola e nell’università, nonché le esperienze di alternanza scuola-lavoro

contribuire alla individuazione delle competenze specifiche, indispensabili per la formazione della persona ed ai fini dell’occupazione

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favorire la concertazione e definizione di percorsi di orientamento, ri-orientamento e riqualificazione in ogni fase di transizione, ogni volta si renda necessario assumere decisioni di particolare importanza.

Art. 7 Le Parti, per dare attuazione all’art. 4 della legge n. 53/2003, si impegnano a svolgere azioni programmate e congiunte volte a diffondere e valorizzare l’alternanza scuola-lavoro, quale metodologia di apprendimento in grado di rispondere ai bisogni formativi e alle diverse esigenze cognitive degli studenti. Tali iniziative intendono favorire l’orientamento degli studenti e promuovere l’acquisizione di conoscenze competenze e abilità, a partire da esperienze concrete realizzate a contatto con le realtà produttive. Art. 8 Le Parti si impegnano a promuovere, sostenere e incentivare lo sviluppo del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore attraverso interventi pluriennali, intesi tra l’altro, a favorire la costituzione di Poli formativi di eccellenza, strettamente collegati con le strutture e le realtà della ricerca scientifica e tecnologica. Gli interventi saranno rivolti a potenziare la formazione e l’occupabilità dei giovani, la formazione continua degli adulti, la crescita del capitale umano e ad incrementare le capacità di interpretare e gestire l’innovazione da parte delle imprese, soprattutto medie e piccole, nei contesti locale, nazionale ed internazionale. Art. 9 Le parti, consapevoli che la conoscenza e l’utilizzo delle nuove tecnologie rappresentano un importante strumento di diffusione e innovazione didattica in grado, tra l’altro, di facilitare e migliorare i processi di apprendimento e autoapprendimento, nonché una competenza basilare per lo svolgimento di qualsiasi professione, programmano di promuovere iniziative per la diffusione delle tecnologie in tutti gli ambiti formativi e in particolare in quello scolastico. Art. 10 Le parti si impegnano a valorizzare la presenza nelle scuole degli studenti stranieri per facilitarne la crescita culturale e professionale. Le parti si impegnano altresì a realizzare iniziative atte a sostenere l'inserimento e l’integrazione nella scuola dei soggetti più deboli.

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Art. 11 Per la realizzazione degli obiettivi indicati nel Protocollo e per consentire la pianificazione strategica delle attività relative ai settori dell’istruzione e dell’università, sono costituiti, con decreto del Ministro: 1. un Comitato di coordinamento composto, per il MIUR, dal Ministro, dal Capo di Gabinetto, dai Capi dipartimento, e, per la Confindustria, dal Vice Presidente per l’Education e dal Direttore del Nucleo Formazione e Scuola 2. un Comitato Tecnico per l’istruzione, composto da 8 rappresentanti della Confindustria e 8 rappresentanti del MIUR 3. un Comitato Tecnico per l’Università, costituito da 6 rappresentanti della Confindustria e 6 rappresentanti del MIUR. Presso ciascun Comitato opera una Segreteria Tecnica a cura degli uffici dei Capi Dipartimento per l’istruzione e l’università. Il Comitato di coordinamento istituisce tavoli di confronto, costituiti da entrambe le rappresentanze, per progettare e approfondire iniziative, interventi e strategie con valenza generale e trasversale, su indicazioni del Ministro. I Comitati Tecnici sono presieduti dal Sottosegretario delegato o, in sua assenza, dal Capo dipartimento, competente per materia. I Comitati possono operare congiuntamente ovvero attraverso gruppi di lavoro o organismi di confronto costituiti da entrambe le rappresentanze. Per la trattazione degli argomenti posti all’ordine del giorno, potranno essere chiamati a partecipare agli incontri, di volta in volta, esperti anche stranieri. Il presente Protocollo ha validità di quattro anni a decorrere dalla data di stipula. Roma, 21 settembre 2004 Il Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Letizia Moratti Il Vice Presidente per l’Education, Gianfelice Rocca

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PROGETTO QUALITÀ nella SCUOLA

DOCUMENTO dei POLI NAZIONALI LABORATORI per lo SVILUPPO della QUALITÀ nella SCUOLA Approvato dal Comitato Paritetico il 15 aprile 2004 A seguito della riunione del Comitato Tecnico per la scuola, tenutasi presso il MIUR l’8 marzo 2004, i rappresentanti dei Poli nazionali della Campania, della Lombardia, e del Veneto, raccogliendo l’invito del Capo Dipartimento dell’Istruzione, si sono incontrati a Milano, il 19.03.2004, per sviluppare le linee di una reciproca collaborazione e valorizzare l’esperienza e la specificità di ciascun Polo. I temi individuati sono stati: - per la Campania: ”Qualità d’aula e funzioni di sistema per diffondere la cultura della qualità e sostenere le scuole nel miglioramento dell’offerta formativa, nel confronto tra buone pratiche, nella rilevazione del grado di soddisfazione dell’utenza e nella cultura del partenariato” - per la Lombardia: “Lo sviluppo del sistema integrato Scuole, Formazione, Università e Impresa attraverso l’apprendimento per competenze nella prospettiva del lifelong learning” - per il Veneto: ”La valutazione di sistema nella scuola e lo sviluppo di modelli di collegamento della valutazione esterna ed interna (con un riferimento particolare alla certificazione ISO 9000/2000 integrata con ISO 14001, ambiente, OHSAS 18001, sicurezza, SA 8000, etica e al modello EFQM - Premio Qualità della Scuola). Queste caratterizzazioni non rappresentano un’esclusiva, ma l’impegno di ciascuno dei Poli nazionali a sviluppare la ricerca in un campo ben individuato e a favorire la diffusione dei risultati, di indicazioni di buone pratiche, di strumenti operativi nell’intero sistema. I Laboratori per lo sviluppo della qualità della scuola, si impegnano inoltre alla diffusione del progetto nel territorio di competenza e a favorire la costituzione e lo sviluppo dei nuovi Centri Regionali per la Qualità in attuazione delle “Linee Guida per una Scuola di Qualità” del MIUR attraverso: - il potenziamento e il pieno utilizzo della Rete Web Requs, che

continuerà ad essere gestita dal Polo di Milano - Lombardia ma vedrà l’apporto di tutti i Laboratori per lo sviluppo della qualità e in

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prospettiva di tutti i costituendi Centri Regionali per la Qualità (C.R.Q.)

- l’offerta di un supporto diretto on line e, se necessario, in presenza per l’avviamento e il consolidamento dei costituendi Centri Regionali per la Qualità (C.R.Q.)

- la predisposizione di una “guida operativa” per l’attivazione, l’organizzazione e la gestione dei Poli regionali che sarà messa a disposizione del MIUR per l’azione di diffusione del Progetto Qualità su tutto il territorio nazionale.

L’attività dei Laboratori, in collaborazione tra loro, potrà risultare ancora più efficace se otterrà il sostegno del MIUR e di Confindustria in coerenza con il Protocollo d’Intesa del 24 luglio 2002. In particolare segnaliamo l’opportunità - che il Ministero individui un Referente con il quale sia possibile un

confronto continuativo - che Confindustria promuova e sostenga la partecipazione delle

proprie strutture territoriali alle iniziative del Progetto Qualità in particolare a favore dei costituendi Centri Regionali

- che il MIUR favorisca la collaborazione con i propri istituti centrali, INValSI e INDIRE consolidando, dove esistono, le forme di collaborazione già avviate

- che il MIUR consideri l’opportunità di promuovere bandi, sulla quota nazionale FSE relativi alle tematiche caratterizzanti le attività dei Poli nazionali, per i quali essi possano concorrere insieme.

Sottoscritto da Prof. Giovanni Chioetto Polo Qualità di Padova Prof. Francesco La Teana Polo Qualità di Milano Prof. Domenico Montanaro Polo Qualità di Napoli Prof. Giuseppe Montecchio Polo Qualità di Mantova Prof.ssa Vanna Santi Polo Qualità di Vicenza Milano, 19 marzo 2004

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ACCORDO PER IL CONSOLIDAMENTO E LA DIFFUSIONE DEL PROGETTO QUALITÀ DELLA SCUOLA – POLO DI PADOVA

VISTI la Direttiva del MPI prot. 2327 ed il documento di Indirizzo del

MPI riguardanti le iniziative pilota per la diffusione della qualità del 2 agosto 1995

i protocolli d'intesa (luglio 1990, aprile 1994, marzo 1998) fra il MPI E LA CONFINDUSTRIA

l'accordo per il lavoro del 24 settembre 1996 e successive modificazioni ed integrazioni

il Protocollo d'Intesa tra Provveditorato agli studi di Mantova, Padova e Vicenza

la legge sull'autonomia n. 59/97 e gli interventi legislativi successivi aventi per oggetto la riforma dell'organizzazione e della gestione del sistema formativo, anche con conferimento di funzioni alle regioni ed agli enti locali

il D.Lgs. n. 200/99 del 30 luglio 1999, con il quale si riforma l'organizzazione del governo con conseguente abolizione di Provveditorati agli Studi, a norma dell'art. 15 marzo 1997, n. 59

le linee guida per la diffusione della qualità nella scuola emanate da Ministero della Pubblica Istruzione in data 9 gennaio 2001

il Protocollo d'Intesa sottoscritto tra Camera di Commercio, Amministrazione Provinciale, Provveditorato agli Studi di Padova e Unindustria Padova l'8 giugno 1998

VERIFICATO CHE sul territorio padovano si è costituita una Rete di Scuole aderenti

al Progetto Qualità i risultati conseguiti sono stati valutati positivamente ed hanno

fatto dell'esperienza di Padova il "fiore all'occhiello" in ambito nazionale del Progetto Qualità proposto dal MPI

alcune scuole sono già certificate (ISO 2001) i corsi di formazione proposti vedono attualmente la

partecipazione dei docenti di oltre 50 scuole del territorio padovano

le scuole di diverse località italiane si attivano per ottenere informazioni e consulenze

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CONSIDERATO CHE il protocollo d'intesa sottoscritto fra: Provincia di Padova, Camera

di Commercio di Padova, Provveditorato agli Studi di Padova, Unindustria di Padova, in data 8/6/1998 è giunto a scadenza e che sono mutati i riferimenti istituzionali che l'hanno sottoscritto

sono aumentate le richieste da parte delle Scuole di strumenti, metodi, competenze che le aiutino - a svilupparsi in autonomia con l'offerta formativa di qualità,

adeguata ai bisogni dell'utenza e del territorio in grado di attivare un'efficace capacità di autovalutazione delle proprie attività sia didattiche che organizzative

- a documentare il proprio operato mediante modalità riconosciute internazionalmente

l'obiettivo della qualità rappresenta un valore per l'intero territorio provinciale

SI CONVIENE QUANTO SEGUE

Art. 1 La Provincia di Padova, la Camera di Commercio di Padova, la Direzione Regionale MPI, la Rete delle Istituzioni Scolastiche e Unindustria Padova, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, concordano di sostenere e consolidare il Progetto qualità della Scuola allo scopo di consentire alle scuole di diventare protagoniste, con l'obiettivo di potenziare l'autonomia didattica organizzativa di ricerca e di sviluppo della scuola tesa al miglioramento dei livelli qualitativi di formazione, anche in relazione alle esigenze del mondo del lavoro, secondo le linee guida emanate nel Gennaio 2001 dal Ministero Pubblica Istruzione. Art. 2 Gli interventi a favore del personale dirigente, docente e amministrativo delle scuole dovranno favorire un costante scambio di esperienze con gli operatori del mondo del lavoro, nel rispetto degli orientamenti contenuti nel piano nazionale e regionale di aggiornamento del personale medesimo. L'attività di formazione potrà proporre la diffusione del Progetto in ambito Regionale pur mantenendo nella provincia di Padova la sede titolare del progetto. I Partner dell'iniziativa: Provincia di Padova, Camera di Commercio di Padova, Direzione Regionale MPI e Unindustria Padova individuano e forniscono le risorse finanziarie necessarie alla realizzazione del Progetto. La Provincia sostiene le iniziative di cui al presente protocollo anche all'interno delle intese tra la stessa e la Rete del Centro territoriale Servizi e Formazione, nonché altri soggetti e/o organismi operanti in ambito scolastico.

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Unindustria Padova si occupa degli aspetti organizzativi e tecnici e la Rete delle Scuole individua il Gruppo di Formatori. La Direzione Regionale MPI, con riferimento alle iniziative del presente articolo, si impegna a: riconoscere tali iniziative come corsi di formazione-aggiornamento a tutti gli effetti; favorire e incentivare la partecipazione a dette iniziative da parte del personale interessato, nell'ambito degli strumenti giuridici e finanziari previsti dalle vigenti disposizioni ministeriali in materia. Art. 3 Per la realizzazione delle finalità e degli obiettivi della presente intesa, è costituito un Comitato Tecnico Scientifico composto di cinque membri: la Provincia di Padova, La Camera di Commercio di Padova, la Direzione Regionale MPI, la Rete delle Scuole e Unindustria di Padova, a cui potranno essere inviati eventuali esperti nelle tematiche di competenza. Tale Comitato predisporrà un piano annuale di iniziative che dovrà essere approvato da ciascuna delle parti per la sua attuazione. Padova, 31 maggio 2001

Provincia di Padova

Camera di Commercio I.A.A. di Padova

Direzione Regionale M.P.I.

Rete delle Scuole di Padova

Unindustria Padova

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ACCORDO per il CONSOLIDAMENTO e la DIFFUSIONE del PROGETTO QUALITÀ nella SCUOLA – POLO DI VICENZA

MIUR Direzione Generale del Veneto Provincia di Vicenza Camera di Commercio Industria e Artigianato di Vicenza Associazione Industriali di Vicenza Scuola Polo Progetto di Vicenza VISTI la Direttiva del MPI Prot. n. 2327 ed il Documento di Indirizzo del

MPI riguardanti le iniziative pilota per la diffusione della qualità del 2 agosto 1995

i protocolli d'Intesa (luglio 1990, aprile 1994, marzo 1998) fra MPI e CONFINDUSTRIA

l'Accordo per il lavoro del 24 settembre 1996 il Protocollo d'Intesa tra il Provveditorato agli Studi di Vicenza,

CCIAA, Comune e Provincia di Vicenza 15 ottobre 1990 il Protocollo d'Intesa tra il Provveditorato di Mantova, Padova e

Vicenza 29 novembre 1996 la Legge n. 59 del 15 marzo 1997 “Delega al Governo per il

conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa” che, all’art. 21, istituiva l'Autonomia delle istituzioni scolastiche e gli interventi aventi per oggetto la riforma dell'organizzazione e della gestione del sistema formativo, anche con conferimento di funzioni alle Regioni e agli Enti Locali

il D.L. n. 300 con il quale si riforma l'organizzazione del Governo con conseguente abolizione dei Provveditorati agli Studi e la nascita dei Dipartimenti Regionali, a norma dell'art. 15 marzo 1997, n. 59

le Linee Guida per la diffusione della Qualità nella Scuola emanate dal Ministero dell’Istruzione in data 9 gennaio 2001

l'assegnazione a Vicenza della funzione di Polo Nazionale per la diffusione della Qualità nel Nord Est con sede presso l'IPSSS "B. Montagna"

la nomina Provveditoriale che costituiva nell’anno 1996 il Gruppo Provinciale per la diffusione della Qualità nel territorio vicentino

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VERIFICATO CHE sul territorio vicentino si è costituita una Rete di Scuole aderenti al

Progetto Qualità positivi risultati sono stati conseguiti nella predisposizione del

software per l'analisi globale di Istituto SIQuS (Sistema Informativo per la Qualità nella Scuola), unico strumento oggi esistente in ambito nazionale che ha avuto positivi riflessi anche in ambito nazionale dell'esperienza di Vicenza

sono stati realizzati numerosi corsi di formazione e aggiornamento per oltre 100 scuole del territorio Vicentino

si è costituita una Task Force Vicentina che ha prodotto un CD per la formazione ai temi e alle procedure della Qualità (cultura, analisi, processi di miglioramento, controllo, standardizzazione)

scuole di diverse località italiane si attivano per ottenere informazioni e consulenze presso la scuola polo di Vicenza

CONSIDERATO CHE i referenti istituzionali (Camera di Commercio di Vicenza,

Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Provveditorato agli Studi di Vicenza) hanno sottoscritto precedenti Protocolli d'Intesa dimostrando interesse e sostegno alle iniziative rivolte alle innovazioni nell’ambito della formazione

i Provveditorati agli Studi sono stati sostituiti nell’attuale ordinamento dalle Direzioni Regionali Pubblica Istruzione

sono aumentate da parte delle scuole della Provincia richieste di interventi organici e continuativi che forniscano metodi e competenze a supporto dello sviluppo in autonomia, per estendere ed adeguare l'Offerta Formativa di Qualità ai bisogni dell'utenza e del territorio, per autovalutarsi nelle attività didattiche e organizzative, per documentare il proprio operato mediante modalità riconosciute internazionalmente

il sistema informativo SIQuS è strumento di autovalutazione in grado di definire standard di efficacia ed efficienza a livello di istituto e di comparazione territoriale

per raggiungere gli obiettivi di cui ai punti precedenti è necessario estendere a tutte le scuole della Provincia le metodologie e gli strumenti della qualità realizzati dalla task force vicentina

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SI CONVIENE QUANTO SEGUE Art. 1 La Direzione Regionale Pubblca Istruzione, la Provincia di Vicenza, la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Vicenza, l'Associazione Industriali di Vicenza, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, concordano di sostenere e consolidare il Progetto Qualità secondo le Linee guida per la diffusione della qualità nella scuola dell’11dicembre 2000, MPI – Confindustria. L’obiettivo è consentire alle istituzioni scolastiche di diventare protagoniste, potenziando l'autonomia didattica, organizzativa, di ricerca e di sviluppo della scuola, tesa al miglioramento dei livelli qualitativi di formazione, anche in relazione alle esigenze del mondo del lavoro. Art. 2 Gli interventi a favore del personale dirigente, docente, amministrativo e ausiliario delle scuole, dovranno favorire un costante scambio di esperienze con gli operatori del mondo del lavoro, nel rispetto degli orientamenti contenuti nel piano nazionale e provinciale di aggiornamento del personale medesimo. L'attività di formazione potrà avere, tra i suoi obiettivi, anche quello di proporre il Progetto in ambito Regionale. La Camera di Commercio Industria e Artigianato di Vicenza, la Provincia di Vicenza e l’Associazione Industriali di Vicenza, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio, individuano e forniscono le risorse per sostenere l’avvio del progetto. Art. 3 La Direzione Regionale della Pubblica Istruzione con riferimento alle iniziative promosse all'interno del Progetto Qualità si impegna a promuovere e riconoscere tali iniziative come corsi di formazione

e aggiornamento a tutti gli effetti favorire e incentivare la partecipazione a dette iniziative da parte

del personale interessato nell'ambito degli strumenti giuridici e finanziari previsti dalle vigenti disposizioni ministeriali in materia.

Art. 4 La scuola Polo di riferimento IPSSS "B. Montagna" di Vicenza si incaricherà di promuovere le iniziative atte alla diffusione del Progetto, in particolare si occuperà della raccolta dei dati del SIQuS per la successiva elaborazione degli standards territoriali di riferimento. Per

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tali incarichi alla Scuola Polo saranno assegnati finanziamenti e risorse da parte dei promotori dell’iniziativa come previsto dall’art. 2. Art. 5 Per la realizzazione delle finalità e degli obiettivi della presente intesa è costituito un Comitato Tecnico Scientifico composto da cinque membri (un rappresentante della Direzione Regionale PI, un rappresentante della CCIAA di Vicenza, un rappresentante della Provincia di Vicenza, un rappresentante dell’Associazione Industriali di Vicenza, un rappresentante della Scuola Polo), a cui potranno essere invitati eventuali esperti nelle tematiche di competenza. Tale comitato predisporrà un piano annuale di iniziative che dovrà essere approvato da ciascuna delle parti per la sua attuazione. Art. 6 Il presente Accordo ha validità triennale, a decorrere dalla data di sottoscrizione dell’atto medesimo. Il Presente Accordo potrà essere rinnovato per il successivo triennio, previa conferma per iscritto delle parti, da trasmettere all’Istituto Professionale “B. Montagna” – Scuola Polo Progetto Qualità di Vicenza, almeno due mesi prima della data di scadenza dell’accordo medesimo. Art. 7 Entro sei mesi dalla firma del presente accordo, il Comitato tecnico scientifico individuerà il Presidente, la Sede di riferimento, e si darà un regolamento. Vicenza, 23 gennaio 2003 Direzione Generale Pubblica Istruzione del Veneto Provincia di Vicenza Camera di Commercio Industria e Artigianato di Vicenza Associazione Industriali di Vicenza Istituto Professionale “B. Montagna” - Scuola Polo Progetto Qualità di Vicenza (rinnovato nel gennaio 2006)