tutti i messaggi di medjugorje -...

24
TUTTI I MESSAGGI DI MEDJUGORJE 30 anni con la Regina della Pace a cura di DIEGO MANETTI

Transcript of tutti i messaggi di medjugorje -...

tutti i messaggi

di medjugorje30 anni con la regina della Pace

a cura diDiego Manetti

Per la traduzione italiana dei messaggi di medjugorje si è seguita solita-mente la versione riportata dal sito medjugorje.altervista.org cui si invita a fare riferimento per essere sempre aggiornati sui messaggi di volta in volta dati dalla regina della Pace.

redazione: Edistudio, Milano

i edizione 2011

© 2011 - ediZioNi Piemme spa 20145 milano - Via tiziano, 32 [email protected] - www.edizpiemme.it

Diego Manetti

(Casale monferrato 1973), docente di storia e Filosofia nella scuola superiore ed editor presso le edizioni Piemme, ha curato la pubbli-cazione di numerosi saggi e collane su tematiche religiose. Collabora con radio maria.Ha pubblicato L’ora di Satana. L’attacco del Male al mondo con-temporaneo (con padre Livio Fanzaga, Piemme 2009), I segreti di Medjugorje. La Regina della Pace rivela il futuro del mondo (con padre Livio Fanzaga, Piemme 2010), Sulle tracce di Maria. Storia e spiritualità di 12 santuari mariani (sugarco 2010) e L’Aldilà nei messaggi di Medjugorje. La Regina della Pace chiama l’umanità alla salvezza (con padre Livio Fanzaga, Piemme 2011)[email protected]

5

Presentazione

Le apparizioni di medjugorje sono caratterizzate dalla loro straordinaria durata e dal numero notevole dei mes-saggi che la regina della Pace ha trasmesso alla Chie-sa e al mondo. Nessuno avrebbe mai pensato, in quel-le prime settimane delle apparizioni, che la madonna, accompagnando il magistero della Chiesa, si fosse fatta madre e maestra di un’intera generazione. i suoi mes-saggi si sono diffusi a ondate crescenti, fino a raggiunge-re, grazie al villaggio globale costituito dai mass media, ogni angolo del mondo, illuminando tutti coloro che li vogliono ascoltare. Non c’è dubbio che, al momento attuale, le parole della regina della Pace costituiscano il nutrimento spirituale quotidiano di una moltitudine immensa di persone. una catechesi così vasta e così ca-pillare non ha uguali nella Chiesa cattolica.

i messaggi della regina della Pace si caratterizzano per la loro brevità e semplicità. È la madre della Chie-sa e dell’umanità che parla e lo si avverte. Le sue paro-le escono da un cuore materno, che trabocca di amore per ognuno dei suoi figli. il suo modo di porgere è sem-

6

pre delicato, volto a esortare e a incoraggiare, piuttosto che a rimproverare. Chi legge i suoi messaggi ha la sen-sazione che la madonna in quel momento stia parlan-do proprio a lui, come se conoscesse ciò che ha nell’in-timo del cuore. anche i non credenti li possono legge-re, perché la madonna non esclude, ma include. Per lei tutti gli uomini sono suoi figli, che ama con un amore immenso e che vuole portare alla salvezza.

ogni parola della regina della Pace è profondamente impregnata di sacra scrittura. tutto ciò che dice trova dei riferimenti puntuali nella Parola di dio. Non c’è da meravigliarsi perché Lei è la madre del Verbo che si è fatto carne nel suo grembo per opera dello spirito san-to. Potremmo definire i messaggi di medjugorje come il “Vangelo di maria”, nel preciso significato di Vangelo da Lei meditato e donato come nutrimento alla nostra generazione. Nel loro insieme costituiscono una fonte inesauribile di spiritualità, che disseta e rinnova le ani-me. Chi li accoglie e cerca di viverli, compie un cammi-no di santità, facile e nello stesso tempo impegnativo, adatto in particolare ai piccoli di cui dio si compiace.

La semplicità dei messaggi si unisce a una sublime santità. Le parole di maria racchiudono la luce divina della bellezza e della verità. Chi ha il cuore puro avver-te con certezza che sgorgano dal cuore materno del-la Piena di grazia. Quando la madonna parla di dio si sentono vibrare l’umiltà, la gratitudine, l’adorazione e l’amore. Quando pronuncia il nome di suo Figlio ge-

7

sù, in modo particolare quando evoca la sua atroce sof-ferenza, la sua voce è quella della madre che ha visto e che ha sofferto e che anche ora soffre con Lui. Quan-do si rivolge a noi suoi figli, le sue parole trapassano il cuore ed emanano una tenerezza infinita. il suo mes-saggio illumina, risana, pacifica, infonde forza e corag-gio e soprattutto dà pace. La madonna parla da ma-donna. Vi è una profonda sintonia fra ciò che Lei è e ciò che dice a noi.

i messaggi della regina della Pace sono un dono ine-stimabile per la Chiesa che, secondo la parola di Bene-detto XVi, è come una barca sballottata qua e là da ogni vento di dottrina. La sua parola si è affiancata a quella degli ultimi due papi. La Chiesa ha bisogno come non mai di sentire la voce della madre, che risveglia la fe-de, chiama alla conversione, invita alla preghiera, dà la speranza e indica la meta della vita eterna. il mondo, immerso nella tenebra della menzogna e della morte, riceve un aiuto insperato, dono dell’inesauribile mise-ricordia dell’onnipotente. ogni sua parola è preziosa e, come la madre ha tenuto a sottolineare, verrà chie-sto conto dell’uso che ne avremo fatto.

PaDre Livio Fanzaga

Direttore di Radio Maria

9

Introduzione

dall’inizio delle apparizioni della regina della Pace a medjugorje, il 24 giugno 1981, sono trascorsi trent’an-ni. in tutto questo tempo la madonna ha fatto sentire la sua vicinanza materna all’umanità e lo ha fatto in mo-do particolare con il dono della sua parola, attraverso i suoi messaggi.

La presente opera li raccoglie tutti, distinguendoli in tre categorie: quelli “straordinari”, cioè quelli – pratica-mente quotidiani – dei primi anni oppure legati a speciali occasioni e ricorrenze liturgiche o, ancora, dati a mirja-na il 2 di ogni mese, indicati con la sigla “ms” seguita, quando possibile, dal nome del veggente che ha ricevu-to il messaggio; poi quelli, a partire dal 1° marzo 1984, affidati settimanalmente alla parrocchia di medjugorje, indicati dalla sigla “msP”; infine, a partire dal gennaio 1987, i messaggi dati alla parrocchia e al mondo trami-te marija il 25 di ogni mese, siglati con “mmP”. in tut-to, si tratta di circa un migliaio di messaggi.

L’ordine di presentazione è rigorosamente crono-logico, poiché ritengo che ogni messaggio abbia un

10

preciso significato – per medjugorje e per il mondo – che si può cogliere in tutta la sua pienezza solo collo-candolo nel contesto storico di riferimento. Leggen-do i messaggi uno dopo l’altro sarà dunque possibile accorgersi di come molti di essi posseggano un vero e proprio carattere profetico, sia anticipando alcuni eventi storici di portata mondiale, sia guidando a una più autentica lettura, con gli occhi della fede, dei se-gni dei tempi.

Quello che ho cercato di fare, per favorire l’emergere di tale aspetto profetico delle parole della regina della Pace, è stato di accostare avvenimenti storici ai messaggi che meglio parevano riferirsi a essi, evidenziando in ne-retto le espressioni che ho ritenuto poter esprimere tale legame. Chiaramente si è trattato di una scelta persona-le, discutibile e senz’altro perfezionabile, ma credo che sia sufficiente per evidenziare ciò che non si può certo definire coincidenze bensì il segno di come la madon-na abbia seguito con attenzione e premura materne il cammino dell’umanità in tutti questi anni, guidandola verso il tempo dei segreti e il mondo nuovo della pace che si stagliano sull’orizzonte del nostro futuro.

d’altra parte, ogni messaggio possiede non solo un carattere profetico legato al contesto storico in cui è sta-to offerto, ma anche un valore spirituale efficace sem-pre e per chiunque. Ho dunque evidenziato in diversi messaggi quei richiami che mi parevano maggiormente indicativi per cogliere i tratti essenziali del “messaggio

11

globale” di medjugorje, anche qui ponendo in neretto i termini chiave e facendo seguire un breve commento.

Questo libro può dunque essere usato come stru-mento di lettura, esaminando i messaggi nell’ordine di presentazione, oppure come ausilio per la preghiera, aprendo a caso una pagina e cogliendo un messaggio che possa costituire spunto di meditazione personale o accompagnare la recita del santo rosario, ad esem-pio leggendo un messaggio dopo la presentazione di ogni mistero.

un indice tematico conclusivo permette infine di orientarsi tra alcuni grandi temi, suggerendo piste di riflessione e approfondimento.

Come sempre, la speranza che mi ha animato è quel-la di aver fatto qualcosa di utile per i lettori, servendo gesù attraverso maria, madre sua e nostra.

Diego Manetti

PriMa Parte

La storia deLLe aPPariZioNi

15

L’inizio delle apparizioni. I primi tre giorni

24 giugno 1981«È la gospa!» (in croato, “madonna”): con queste

parole ivanka richiama l’attenzione di mirjana e le indi-ca la giovane donna con un bambino in braccio che el-la vede sulla collina del Podbrdo. È il 24 giugno 1981, intorno alle sei di sera. Hanno così inizio le apparizioni mariane che, perdurando ancora oggi, hanno reso me-djugorje, piccolo villaggio della ex jugoslavia, famoso in tutto il mondo. apparizioni che, per la loro intensità e durata, rendono questo fenomeno qualcosa di straordi-nario e assolutamente unico, difficilmente riconducibile ad alcuna delle precedenti apparizioni mariane moderne.

torniamo dunque a quel 24 giugno 1981 e vediamo da vicino i primi giorni delle apparizioni.

in quella giornata – mercoledì – ricorre la festa di san giovanni Battista. due studentesse di 15 e 16 anni, ivanka ivankovic e mirjana dragicevic, stanno facendo una pas-seggiata nei pressi di Bijakovici, una delle quattro frazioni

16

che costituiscono il villaggio di medjugorje. all’improv-viso, come già abbiamo ricordato, l’attenzione di ivan-ka è catturata da una figura luminosa di giovane donna, la quale reca un bambino in braccio. il riconoscimento è immediato: «È la gospa!». L’amica non la prende più di tanto sul serio, tanto che quasi seccata replica: «ma non può essere la madonna!». a quel punto la donna fa loro cenno di avvicinarsi, ma entrambe le giovani, prese dal timore, fuggono verso il villaggio.

mentre stanno correndo verso casa, ecco che incon-trano milka Pavlovic, sorella di marija, la quale le invita a tornare indietro con lei per aiutarla a radunare le pe-core. Le due ragazze accettano, anche perché spinte dal-la curiosità di ritornare sul luogo ove ivanka sosteneva di aver visto la madonna. Le tre fanciulle raggiungono presto i piedi del Podbrdo dove vedono, tutte insieme, la bella signora.

Frattanto giunge sul posto anche Vicka ivankovic, amica di ivanka e mirjana, alla quale le ragazze, in pre-da a forte emozione, dicono di guardare sulla collina, poiché c’è la madonna. Vicka, pensando a uno scher-zo di cattivo gusto, e presa dal timore per le bisce che infestano la zona, fugge a gambe levate, intimorita ma anche confusa.

sulla strada di casa Vicka incontra due amici: ivan dragicevic e ivan ivankovic, rispettivamente di 16 e 20 anni, e chiede loro di riaccompagnarla dalle altre tre ra-gazze. giunti presso il Podbrdo, anche Vicka cade in

17

estasi dinnanzi alla misteriosa visione, mentre i due ra-gazzi, presi dal timore, fuggono via. Le quattro ragazze – ivanka, mirjana, milka e Vicka – restano rapite din-nanzi alla bella signora che, con la testa coronata e il bambino in braccio, fa loro cenno di avvicinarsi. esse però non osano avanzare, finché la donna, senza parla-re, scompare.

25 giugno 1981Nelle ragazze che hanno avuto la misteriosa appari-

zione il giorno seguente, giovedì 25 giugno, si fa largo il dubbio che possa effettivamente trattarsi della madon-na. decidono pertanto di ritornare presso il Podbrdo, la collina alla periferia di medjugorje. milka non può esse-re della compagnia, però, poiché la madre le impedisce di uscire per farsi aiutare nelle faccende domestiche. al suo posto, la sorella marija decide che si sarebbe unita alle tre ragazze, ma solo se le avessero riferito che effet-tivamente la signora era nuovamente apparsa.

ivanka, mirjana e Vicka iniziano così la salita del Podbrdo, seguiti da alcuni ragazzi e adulti del pae-se. a un certo punto, la donna appare nuovamente, questa volta senza bambino, preceduta da un lampo di luce nel cielo. Vicka corre subito a chiamare l’ami-ca marija, facendosi accompagnare anche dal piccolo jakov Colo, di 10 anni. Frattanto li ha raggiunti, per altra strada, anche ivan dragicevic.

La figura luminosa fa cenno ai ragazzi di avvicinar-

18

si e, superando un certo timore, i sei veggenti si avvi-cinano. Questa è considerata la prima apparizione uf-ficiale – sarà la madonna stessa a indicarla come tale – poiché per la prima volta la Vergine si rivela ai sei ra-gazzi che costituiranno, dal quel giorno fino a oggi, il collegio dei sei veggenti: ivanka, mirjana, Vicka, ma-rija, ivan e jakov. La sorella di marija, milka, che quel secondo giorno non sale sul Podbrdo, non avrà invece più alcuna apparizione.

torniamo dunque a quella prima visione collettiva. La madonna appare loro come molte e molte volte avranno occasione di descriverla nelle innumerevoli testimonian-ze rese dal 1981 a oggi: rivestita di una tunica di colore grigio argento, lunga fino ai piedi, con il capo ricoper-to da un velo bianco, sotto il quale si intravedono lun-ghi capelli neri, sormontato da dodici stelle. il viso, di rara bellezza, è incastonato da occhi azzurri che ispira-no amore e dolcezza.

Come il primo giorno, è ancora ivanka la prima a ri-conoscere la madonna come tale: «È la gospa!». dopo-diché i sei veggenti pregano sette “Pater, ave, gloria”, e notano che la signora si unisce a loro nella preghiera, fuorché nella recita dell’ave maria. Particolare questo che pare loro ulteriore conferma del fatto che si tratti proprio della madonna.

a quel punto è ancora ivanka a prendere l’iniziativa. La giovane è rimasta orfana di madre da appena un pa-io di mesi e non perde l’occasione per rivolgere alla ma-

19

donna una sentita richiesta: «Come sta mia madre?», alla quale la Vergine risponde: «È felice, sta con me».

a quel punto mirjana chiede un segno alla signora, affinché tutti possano credere che ella è veramente ap-parsa. ma la madonna si limita a sorridere a questa do-manda, senza darvi risposta.

dopo aver salutato i sei ragazzi – «arrivederci, angeli miei» – la Vergine sale al cielo e scompare dalla loro vista.

26 giugno 1981È venerdì. dopo l’esperienza del giorno prima, i ra-

gazzi non vedono l’ora che arrivino le sei del pomerig-gio per poter nuovamente rivedere la gospa. attirati da una forza interiore, si sentono come “chiamati” a conver-gere sul Podbrdo presso il luogo dell’apparizione, met-tendosi in ginocchio in mezzo a una vera e propria folla di persone. sono infatti circa mille – tra fedeli e curiosi – quelli che si sono recati sulla collina. e non tanto per-ché la voce delle apparizioni si sia già sparsa così in fret-ta, quanto piuttosto perché molti di loro hanno visto tre lampi di luce sulla collina – un segno che diventerà ca-ratteristico dell’imminenza dell’apparizione.

La particolarità di questa apparizione è che Vicka ha portato con sé dell’acqua benedetta, su indicazione della madre, per aspergere l’apparizione e scoprire se si tratti veramente della madonna.

subito dopo i tre lampi, la madonna appare ai ragaz-zi. a quel punto Vicka spruzza abbondantemente la mi-

20

steriosa figura di acqua benedetta, dicendole: «se sei la madonna, resta con noi, altrimenti vattene!». dinnanzi a quel gesto, dettato da una fede semplice quanto robu-sta, la madonna risponde con un bel sorriso che appare la migliore conferma della sua identità.

ancora una volta i veggenti pregano i sette “Pater, ave, gloria”, cui aggiungono anche la recita del santo rosario.

a quel punto i ragazzi chiedono alla gospa le ragio-ni della sua venuta a medjugorje, ed ella risponde: «Qui ci sono dei buoni credenti. e anche perché voi possiate convertirvi e fare la pace per questo popolo. io vengo a convertire e a riconciliare il mondo intero».

a quel punto mirjana le chiede quale sia il suo no-me. subito riceve la prima esplicita conferma del fatto che si tratti davvero della madonna: «io sono la Beata Vergine maria».

dopo circa mezz’ora di preghiera e colloquio, l’appa-rizione volge al termine.

«tornerai?» le chiedono i ragazzi. «Certo, nello stes-so posto di ieri» è la risposta, prima di congedarli: «an-date nella pace di dio».

durante la discesa dal Podbrdo, marija, più veloce de-gli altri, precede gli amici. a un certo punto la madonna appare nuovamente, a lei sola, con una grande croce scu-ra alle sue spalle, il volto rigato dalle lacrime, l’espressio-ne triste, dicendole: «Pace, pace, pace! Fate la pace con dio e tra di voi!».

Quindi scompare.

21

marija completa la discesa, colpita profondamente da quelle parole. La folla segue i veggenti verso il paese e in-comincia a fare loro moltissime domande, desiderosa di conoscere nei minimi particolari quello che i sei ragazzi hanno visto e sentito dalla Vergine.

Nei primi tre giorni delle apparizioni la madonna ha dunque costituito il collegio dei sei veggenti, si è presen-tata come “Beata Vergine maria” e ha posto l’accento sulla pace, che diventerà l’orizzonte tematico in cui, in questi trent’anni, si collocheranno le migliaia di appari-zioni di colei che a medjugorje si presenta proprio come “regina della Pace”.

La storia dei Balcani e della ex Jugoslavia

Per comprendere meglio il fenomeno di medjugorje è opportuno contestualizzarlo da un punto di vista stori-co e geografico, in modo da capire perché la scelta della madonna di apparire in quello sperduto villaggio della Bosnia-erzegovina sia profondamente ricca di significato.

estesa per oltre mezzo milione di chilometri quadra-ti, la penisola balcanica è racchiusa dal fiume danubio e dai mari adriatico, egeo e Nero. La regione è perlopiù montuosa e presenta un clima mediterraneo a sud e più umido nelle zone settentrionali.

da sempre interessata da grandi flussi migratori da oriente a occidente, la penisola presenta una struttura

22

etnica composita, origine delle complesse vicende che ne hanno segnato la storia, fino a oggi. Basti pensare che sul territorio balcanico convivono attualmente serbi, cro-ati, sloveni, bulgari, italiani, rumeni, greci, albanesi, tur-chi e ungheresi. abitata in origine da popolazioni illiri-che, l’area fu in seguito soggetta alla conquista da parte dell’impero romano.

durante il i secolo d.C. l’area, allora denominata dal-mazia, fu raggiunta dall’annuncio del Vangelo, tanto che già san Paolo scrive: «tito è andato in dalmazia» (Secon-da lettera a Timoteo 4, 10). È presumibile che il cristia-nesimo sia poi stato colpito dalle invasioni barbariche, ma il quadro religioso ha senz’altro risentito delle diver-se correnti e dottrine eretiche che si diffusero nell’area balcanica durante il medioevo. Per rinvigorire la presen-za cristiana furono inviati missionari francescani che rag-giunsero anche la Bosnia-erzegovina a metà del duecen-to, diffondendo nuovamente il Vangelo in quelle terre. Per sventura dei cristiani, i turchi conquistarono però la penisola balcanica nel 1474, mantenendone il controllo fino al 1878. Fu l’inizio di un periodo di repressione an-ti-cristiana da parte dei turchi che vedevano nei seguaci del papa i nemici per eccellenza, a causa delle crociate che il vicario di Cristo andava sostenendo contro la pre-senza islamica nei luoghi santi della Cristianità. durante i quattro secoli di occupazione turca, la cura delle anime in Bosnia-erzegovina venne svolta anzitutto dai religiosi francescani, mentre il vescovo e il clero secolare trovaro-

23

no rifugio presso l’austria e la repubblica veneta. Questo è un elemento storico di grande rilievo, poiché permet-te di comprendere il profondo attaccamento che ancora oggi lega le popolazioni di quelle terre ai seguaci di san Francesco d’assisi, i quali furono i primi difensori e so-stenitori dei cristiani nei momenti di prova e di persecu-zione inflitti dai turchi. Questo spiega in parte le tensioni che si crearono quando, terminata l’occupazione turca, il clero diocesano ritornò in Bosnia-erzegovina e richiese ai francescani parrocchie e aree di influenza. i frati non accettarono di buon grado di essere estromessi da alcu-ne delle zone dove maggiore era stato il loro contributo in difesa della fede del popolo. Questo motivo di ostilità tra i frati e il clero va tenuto ben presente per compren-dere eventuali tensioni oggigiorno esistenti tra i france-scani e il vescovo di mostar, tensioni che spesso sono superficialmente imputate al fenomeno di medjugorje e che invece, come abbiamo visto, risalgono a secoli prima.

in seguito alla fine del dominio, la penisola cadde sot-to le mire di austria, russia e turchia, che si contesero il controllo dell’area; poi vi furono le ostilità tra serbia, montenegro, Bulgaria, grecia, romania che sfociarono nelle cosiddette guerre balcaniche (1912-1913). infine, si giunse alla costituzione della jugoslavia al termine della Prima guerra mondiale, nel 1918, raggruppando il regno di serbia con alcune province dell’ex impero austro-un-garico, cioè Croazia, Bosnia, erzegovina, dalmazia e re-gno del montenegro.

24

durante la seconda guerra mondiale la jugoslavia fu occupata dai tedeschi e poi dall’italia e, dopo la libera-zione, divenne una federazione di repubbliche sotto il regime comunista di josip Broz, meglio conosciuto co-me tito, che impose al paese una forte ideologia atea e materialista per tentare di mantenere unito, con la forza e la repressione, quello che era un coacervo di territori, etnie, confessioni religiose e lingue.

alla morte di tito, nel 1980, si cercò di assicurare con-tinuità al potere comunista sulla Federazione jugoslava, ma la situazione non poté non risentire della crisi del comuni-smo internazionale. il 9 novembre 1989 veniva infatti ab-battuto il muro di Berlino, che dal 1961 divideva la città tedesca e con essa le due germanie. Questo diede il via alle spinte indipendentiste in seno alla Federazione jugoslava. il 4 febbraio 1990 la slovenia abbandonò la Lega federale e il 4 aprile il Partito comunista venne sconfitto nelle pri-me libere elezioni; il 22 aprile fu la volta della Croazia che rifiutò il comunismo e decise in seguito di abbandonare la Federazione. La reazione della serbia non si fece attende-re, poiché inviò l’esercito in slovenia, Croazia e Bosnia-er-zegovina. innumerevoli furono i massacri, gli scontri fra-tricidi e le terribili operazioni della cosiddetta “pulizia et-nica”. dopo secoli di oppressione esterna, l’odio delle op-poste etnie trovava libero sfogo e a nulla valeva l’opposi-zione dell’allora cee e dell’onu.

il 15 gennaio 1992, preso atto della situazione, la cee riconobbe l’indipendenza della Croazia e della slove-

25

nia; il conflitto proseguì in Bosnia-erzegovina, dove sia la parte cattolica sia quella musulmana ambivano a sepa-rarsi da Belgrado. Con la contemporanea proclamazione della repubblica di serbia e montenegro (quest’ultimo si sarebbe reso indipendente nel 2007) veniva sancita la fine della Federazione jugoslava, dopo oltre 72 anni di esistenza (1918-1991) e 46 anni di regime comunista. Nel 1994 furono inviati i caschi blu dell’onu e l’anno succes-sivo la Bosnia-erzegovina passò sotto il controllo dell’ue.

rimangono tuttora vive profonde tensioni nell’ex jugoslavia, soprattutto in Bosnia-erzegovina, a causa dei rapporti difficoltosi tra l’erzegovina, a prevalen-za croato-cattolica, e il governo centrale di sarajevo, a prevalenza musulmana.

MA

RE

A DR I A T I C O

Lubiana

Zagabria

BO SNI A -ERZEGO V I NA

Skopje

Podgorica

Sarajevo

CROAZIA

Belgrado

MONTENEGROPristina

MACEDONIA

S E R B I A

SLOVENIA

A L BA N I A

U N G H E R I A

G R E C I A

R O M A N I A

I T A L I A

KOSOVO

MedjugorjeBULGARIA

AUSTRIA

26

attualmente l’ex jugoslavia comprende dunque i se-guenti territori: slovenia (con capitale Lubiana); Croazia (Zagabria); Bosnia-erzegovina (sarajevo); serbia (Bel-grado); montenegro (Podgorica); Kosovo (proclamatosi indipendente nel 2008 dalla serbia, che non l’ha tutto-ra riconosciuto; capitale Pristina); macedonia (skopje).