Tumore dell’ovaio

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Tumore dell’ovaio Tumore dell’ovaio Prof. Guido Ambrosini Università degli Studi di Padova

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Tumore dell’ovaio. Prof. Guido Ambrosini. Università degli Studi di Padova. Epidemiologia. 4° posto tra le cause di morte per tumore nel sesso femminile eterogeneità di varianti istologiche - PowerPoint PPT Presentation

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Tumore dell’ovaioTumore dell’ovaio

Prof. Guido Ambrosini

Università degli Studi di Padova

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Epidemiologia

– 4° posto tra le cause di morte per tumore nel sesso femminile

– eterogeneità di varianti istologiche

– il tipo istologico influenza l’età più colpita: i tumori germinali sono più frequenti in donne < 20 anni; i tumori epiteliali > 40 anni

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TUMORI OVARICIAnatomia patologica

1) Tumori epiteliali(85%)

2) Tumori a cellule germinali(5%)

3) Tumori dei cordoni sessuali e dello stroma(10%)

4) Tumori metastatici

SierosiMucinosiA cellule chiareDi BrennerMistiEndometrioidi

DisgerminomaTumore del seno endodermicoTeratomi immaturiCa embrionalePoliembriomaCorioncarcinoma

A cellule della granulosaA cellule della tecaA cellule di Sertoli-LeydigGinandroblastoma

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TUMORI EPITELIALI

• Rappresentano l’ 85 % delle neoplasie ovariche.

• L’incidenza della neoplasia è in aumento nei paesi industrializzati.

• E’ un tumore età correlato; la sua frequenza aumenta all’aumentare dell’età in particolar modo dopo i 40 anni. Il picco massimo di incidenza è tra i 50 ed i 60 anni.

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Tumori epiteliali dell’ovaio

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Fattori endocriniFattori associati a un basso rischio di incidenza di k ovaio (protettivi):

• Multiparità• Allattamento• Uso prolungato di

contraccettivi orali

Fattori associati a un elevato rischio di incidenza di k ovaio:

• Nulliparità• Basso numero di

gravidanze• Neoplasia mammaria

pregressa

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Fattori ambientali

Sono stati associati a un rischio aumentato di sviluppare la malattia: Esposizione ad asbesto e talco Abuso di alcool Obesità Dieta ricca di grassi

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Fattori geneticiE’ stato dimostrato che mutazioni dei geni BRCA-1 e BRCA-2 sono responsabili della maggior parte delle forme ereditarie di carcinoma epiteliale.

Inoltre sono stati studiati alcuni geni coinvolti nella poliposi familiare del colon ed è stato ipotizzato un loro possibile ruolo nella genesi del carcinoma ovarico epiteliale.

Comunque il più importante fattore genetico responsabile dell’insorgenza della neoplasia è la storia familiare della stessa.

Inoltre numerosi studi hanno dimostrato che parenti di pazienti affette da carcinoma ovarico hanno un’ aumentata incidenza di carcinoma mammario, endometriale e colo-rettale. NB

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Segni e sintomiIl 70 % delle pazienti arriva alla diagnosi quando la neoplasia è ormai ad uno stadio avanzato a causa della scarsità dei sintomi nella fase iniziale della malattia. In questa fase la paziente può lamentare nausea, dispepsia, malessere addominale.

Nelle fasi avanzate della malattia, i sintomi sono correlati alla presenza di una massa addominale o pelvica, con aumento di volume dell’addome, ascite, disturbi della minzione o dell’alvo, perdite ematiche vaginali, calo ponderale.

Le sedi più frequenti di metastasi sono rappresentate da organi pelvici (utero e tube), superficie peritoneale, omento, colon ascendente, pleura destra. I linfonodi maggiormente interessati sono i retroperitoneali, iliaci e paraortici. La disseminazione per via ematogena non è frequente e gli organi più interessati sono polmone e fegato.

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Tumori ovarici maligniDIFFUSIONE

Disseminazione diretta (Contiguità)

Trasporto linfatico e tramite fluido peritoneale

Via linfatica

Via ematica (tardiva)

Peritoneo parit. e viscerale, omento, fluido peritoneale, intestino e appendice

Docce paracoliche, superficie sottodiaframmatica ed epatica

Linfonodi retroperitoneali, para-aortici e paracavali (meno frequenti l. pelvici e talora inguinali)

Pleura (20%), polmone (15%), fegato (10%), osso (5%)

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Diagnosi

• esame clinico• ecografia (TV e TA)• TAC o RMN• marcatori tumorali• LPS esplorativa • LPT esplorativa (± operativa)

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Dell’addome e della pelvi. Consente di evidenziare la presenza di una massa annessiale, di un versamento in sede peritoneale e di eventuali adenopatie in sede inguinale e sovraclaveare.

Consente di distinguere lesioni ovariche benigne da lesioni maligne e di valutarne l’estensione. Permette di valutare, inoltre la presenza di un eventuale interessamento epatico e di versamenti peritoneali.

ESAME CLINICO

ECOGRAFIA ed ECO-COLOR-DOPPLER

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Non sono di ausilio nella diagnosi precoce di neoplasia ovarica epiteliale, ma sono più utile nel periodo di follow-up (Ca 125).Nelle neoplasie germinali, i marcatori tumorali (β-HCG nel coriocarcinoma o nel carcinoma embrionario e α-FP nei tumori del seno endodemico), invece, sono utili sia per la diagnosi precoce che per il follow-up.

Permettono di effettuare la stadiazione della neoplasia, di valutarne il rapporto con gli organi vicini e di evidenziare la presenza di eventuali metastasi a distanza.

MARCATORI TUMORALI

TAC e RMN

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E’ utile per l’eventuale effettuazione di biopsie e per valutare l’estensione della malattia a livello peritoneale.

Va sempre effettuata in caso di massa ovarica in donne in età prepubere o postmenopausale, in quanto in queste fasce d’età non sono mai presenti cisti ovariche funzionanti. Nel caso in cui la diagnosi venga posta, invece, in una donna in età riproduttiva è ammesso un certo margine di attesa (nuova osservazione dopo 4-6 settimane).

LPS ESPLORATIVA

LPT ESPLORATIVA

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STADIAZIONE (semplificata)

TNM FIGO

T1 I Limitato alle ovaie

T2 II Estensione alla pelvi

T3 N III Metastasi peritoneali extrapelviche e/o linfonodali retroperitoneali o inguinali

M1 IV Metastasi a distanza (escluse peritoneali)

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STADIAZIONE

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PrognosiI più importanti fattori prognostici sono rappresentati da:

Dimensioni della malattia residua dopo l’intervento chirurgico Estensione della malattia al momento della diagnosi (staging) Grado di differenziazione della neoplasia. Questo fattore è

particolarmente importante nelle fasi iniziali della malattia, dal momento che nelle fasi avanzate la neoplasia è quasi sempre a basso grado di differenziazione

Età: l’età avanzata si associa quasi sempre ad una prognosi peggiore

Istotipo: la variante a cellule chiare ha una prognosi peggiore

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TerapiaIL TRATTAMENTO PRIMARIO E’ QUELLO CHIRURGICOIncisione ampia che permette di studiare tutte le zone di diffusione della malattia, poi:

isterectomia totale con annessiectomia bilaterale

omentectomia infracolicaappendicectomialinfoadenectomia pelvica e lomboaortica

Studiare tutte le zone anche con biopsia se necessario (peritoneo parietale e pelvico, diaframma, retroperitoneo, mesi intestinali)

Esplorazione del liquido libero peritoneale o eventualmente del liquido di lavaggio.

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TerapiaNel caso in cui il tumore venga diagnosticato in donne giovani, con fattori prognostici favorevoli si può effettuare una terapia conservativa, in cui si asporta la gonade interessata, mentre l’utero e l’ovaio controlaterale vengono preservati.

Inoltre qualora esistano fattori prognostici positivi non è necessario effettuare alcuna terapia adiuvante.

Le pazienti con tumore allo stadio IA scarsamente differenziato o IB-C devono essere trattate con TERAPIA ADIUVANTE (la chemioterapia con cisplatino è la preferita).

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Terapia Negli stadi II e III FIGO il trattamento di elezione è la terapia chirurgica radicale più chemioterapia. In questi casi più citoriduzione si effettua e maggiore è la sopravvivenza dei pazienti.

Negli stadi più avanzati della malattia, in cui non è possibile effettuare la terapia chirurgica, la polichemioterapia (cisplatino e taxolo) è il trattamento di elezione, eventualmente seguito da terapia chirurgica.

La radioterapia è una terapia di salvataggio in pazienti con neoplasia non operabile non responsiva alla chemioterapia e palliativa nelle pazienti con grosse masse pelviche. Il principale problema legato a questo tipo di trattamento è rappresentato dagli effetti collaterali quali enterite da raggi ed occlusione intestinale.

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TUMORI DELLO STROMA GONADICO

A CELLULE DELLA GRANULOSA

A CELLULE DELLA TECA

A CELLULE DI Sertoli-Leydig

GINANDROBLASTOMI

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Tumori a cellule della granulosa• Monolaterali• Dimensioni variabili• Secernenti estrogeni ingrandimento dell’utero e

iperplasia ghiandolare cistica• Segni di pubertà precoce nelle donne prepuberi /

perdite ematiche nelle donne in post-menopausa

Tumori a cellule della teca• Insorgenza in età post-menopausale• Consistenza dura, grosse dimensioni, stroma fibroso

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Ginandroblastomi• Tumori virilizzanti: sintomi quali amenorrea

e atrofia mammaria, irsutismo, ipertrofia clitoridea opure pseudopubertà precoce in età prepubere

• Monolaterali• Costituiti da cell. della granulosa e cell. di

Sertoli

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TUMORI A CELLULE GERMINALI

CLASSIFICAZIONECLASSIFICAZIONE

1.DISGERMINOMA

2.TERATOMI EMBRIONARI IMMATURI

3.TERATOMI EXTRAEMBRIONARI: t.del seno endodermico carcinoma embrionale poliembrioma coriocarcinoma4. TUMORI MISTI

5. GONADOBLASTOMA

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Istogenesi dei tumori germinali dell’ovaio

VIA EXTRAEMBRIONARIA(placenta, funicolo,

membrane, sacco vitellino)CELLULA GERMINALE

DIGERMINOMA

CARCINOMA EMBRIONALEPOLIEMBRIOMA

T. DEL SENOENDODERMICO

CORIONK

VIA EMBRIONARIA (ectoderma, mesoderma,endoderma)TERATOMA

MATURO/IMMATURO

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Epidemiologia

• 5% di tutte le neoplasie ovariche

• derivano dalle cellule germinali dell’ovaio

• > 2/3 insorgono in pazienti giovani

• sempre monolaterali ad eccezione del disgerminoma

• distinguibili per produzione AFP e HCG

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DISGERMINOMA tumore germinale più frequente privo di attività ormonale >80% dei casi insorge < 30 anni frequentemente unilaterale

solido e capsulato

Tende ad accrescersi lentamente e non ha aggressività locale finchè la capsula è integra, se questa si rompe si ha una diffusione peritoneale analoga alle neoplasie ovariche epiteliali

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Quadro clinico e diagnosiSINTOMATOLOGIA aspecifica e tardiva:

dolenzia pelvica, senso di peso massa addominale raramente addome acuto

LA DIAGNOSI è: occasionale nelle forme precoci nelle fasi tardive uguale a quello dei k

epiteliali il dosaggio di αFP e hCG non aiuta la diagnosi (il tumore è negativo per questi markers, tranne che le forme miste)

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Storia naturale scarsa invasività locale

scarsa diffusione peritoneale

precoce diffusione linfonodale

no diffusione ematica

alta sensibilità a CT e RT

prognosi favorevole

Comportamento meno aggressivo rispettoagli altri tumori germinali

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TerapiaCHIRURGIACHIRURGIA:

quanto più possibileconservativa data la giovane

età delle pazienti

RADIOTERAPIA: RADIOTERAPIA: generalmente adiuvante

CHEMIOTERAPIA: CHEMIOTERAPIA: efficace nelle recidive

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TUMORE DEL SENO ENDODERMICO Rarissimo, tipico dell’infanzia o

dell’adolescenza Unilaterale Crescita rapida intraaddominale Diffusione per via ematica Cresce anche in sedi extragonadiche

(mediastino, regione sacro-coccigea)

Produce αFP

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CORIONCARCINOMA Rarissimo Unilaterale Solitamente di grosse dimensioni Decorso aggressivo, metastasi per via ematica

Produce βhCG

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CARCINOMA EMBRIONALE Stesse caratteristiche delle varianti precedenti con 2

eccezioni:- produce sia αFP che βhCG- dà manifestazioni ormonali (puberà precoce, irregolarità mestruali, irsutismo,

ecc) E’ il meno differenziato dei carcinomi a cellule germinali

POLIEMBRIOMAè un sottotipo rarissimo di carcinoma embrionale

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Sintomi, diagnosi e terapia• 60-75% dei casi la sintomatologia iniziale è

rappresentata da dolore addomino-pelvico con o senza aumento di volume dell’addome

• 10-25% dei casi esordio con un addome acuto

CHIRURGIAha un ruolo importante per diagnosi, stadiazione

e riduzione della massa neoplastica

RADIOTERAPIAnon ha indicazione perché, ad eccezione del

disgerminoma, i tumori a cellule germinali sono radioresistenti radioresistenti

CHEMIOTERAPIAè essenziale, in associazione con la chirurgiaè essenziale, in associazione con la chirurgia

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TERATOMA EMBRIONARIO MATURO

• Elementi maturi a derivazione ectodermica

• Asintomatica• Incidenza max 30-40 anni

• Costituito da tx tiroideo• Sintomi di massa

addominale + ipertiroidismo

CISTI DERMOIDECISTI DERMOIDE

TERAPIA CHIRURGICA

STRUMA OVARIISTRUMA OVARII

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TERATOMA EMBRIONARIO IMMATURO

• composto da elementi maturi e immaturi di ectoderma, endoderma e mesoderma

• diffusione peritoneale• tipico dell’età prepubere ma può insorgere in tutto il

periodo fertile

CLASSIFICAZIONE: distinzione in 3 gradi istologici secondo il grado di immaturità e la componente neuroepiteliale presente

GRADO I qualche immaturità, neuroepitelio assente

GRADO II immaturità, neuroepitelio presente

GRADO III immaturità, neuropeitelio abbondante

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TerapiaCHIRURGIA

quanto più conservativa possibile

RADIOTERAPIAil tumore embrionario immaturo è

radioresistente

CHEMIOTERAPIAadiuvante, nelle forme avanzate

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GONADOBLASTOMA• Neoplasia rarissima germinale e stromale, con stroma

funzionante, che insorge in una gonade disgenetica• facilmente individuabile per lievi segni di virilizzazione,

ipertrofia del clitoride, sviluppo mammario scarso, genitali esterni ambigui

• il sintomo che conduce all’osservazione del medico è l’ AMENORREA PRIMARIA

• l’importanza oncologica è rappresentata dal fatto che si associa frequentemente ad altre neoplasie (disgerminoma, t. del seno endodermico, cr embrionale, coriocr, teratoma immaturo)

la terapia di scelta è la rimozione ovaricarimozione ovarica bilateralebilaterale senza isterectomia motivata

dall’esistenza di un elevato rischio di associazione con altri tumori asincroni nella gonade controlaterale

disgenetica