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    ZOONIMIA FANTASIOSA,MEDIOEVALEE MODERNA,E ETIMOLOGIA ROMANZA*

    J. Bassett Trumper

    *Pubblicato inLessico, parole-chiave, strutture letterarie del Medioevo romanzo, Bianchini S. (a curadi), Roma: Bagatto, 2005, pp. 453-537.

    1.M. Albert-Llorca, in un recente studio (Pense et savoirs de la nature dans les socitseuropennes), insiste che conoscere la natura non soltanto una questione di identificazionedel livello referenziale quanto di creare modelli sia cognitivi che culturali del mondo di cuil'uomo fa parte:

    ... connatre une plante ou un animal, c'est tre capable de l'identifier au sein d'ungroupe et donc de le diffrencier des espces voisines ...... relancer de faon indite ledbat ...... sur le caractre culturel ou trans-culturel des catgories cognitives.

    La collega cerca dei tratti definitori, talvolta soltanto caratterizzanti, che lei chiamacatgories, con fini esplicitamente identificatori, sia in senso cognitivo che culturale, trattiche operano nelletnoclassificazione, anche per ridare la propria pregnanza e valenza rituale eculturale alle cose ed agli esseri che l'uomo ritiene (1) pi significativi di altri nel suoambiente, (2) maggiormente dotati di una particolare rilevanza religioso-magica e rituale.Alcuni tratti sono (a) ideali, ad es. morfologia ed habitat, altri (b) pragmatici, cio centratisullutilit, alimentare od altra, altri (c) trasversali. Alcuni di questi ultimi si possono riportarealla categoria (b)1, anche se alcuni fanno pensare allimmaginario del mondo dei cacciatori:solleveremo la questione in un secondo momento. Altri tratti trasversali appartengono allasfera magico-rituale e non sono suscettibili di alcuna analisi in termini pragmatico-utilitaristici. Basti un breve esempio: le civette volano basso e di notte, costituiscono unaminaccia per coloro verso cui dirigono il loro sguardo2 proprio perch volano di notte. LaNOTTE, per dirla in breve, l'equivalente ideale-temporale del BASSO ideale-spaziale; sicreano cos delle coppie simmetriche NOTTE - GIORNO, BASSO - ALTO, TERRA - CIELOecc. che con doppia simmetria diventano le quattro dimensioni ARIA - TERRA - ACQUA -FUOCO degli antichi, contrapposizioni che troviamo ancora nei bestiari medioevali, nelfolklore europeo e come residui nei dialetti europei odierni, ergo anche in quelli romanzi.Alcune simmetrie spiegano taluni enigmi etimologici dei nostri predecessori. Per continuare ildiscorso della civetta, il movimento non soltanto civetta > maga > donna in sensomagico-rituale come in STRIX3, ma anche donna preveggente > maga > civetta, uccello di

    1La coltivazione e l'allevamento ecc. fanno parte di questa dimensione dellUTILIT in primo luogo in un senso fortementestorico, quando, cio, l'uomo passa dalla societ dei cacciatori e dei raccoglitori a quella pastorale, instabile ma fino ad uncerto punto, poi da una tale societ semi-nomadica a quella agricola fissa. L'argomento viene sviluppato nel corso dell'attualesaggio.2Uccelli notturni quali la pgula = cuccuvdda (Athene noctua Scop.: dial. cal.) sono segni tangibili del piccio, del cattivoaugurio, in molte culture.3J. Andr 1967: 146 identificava in strix soltanto Tyto alba Scop., ipotizzando un prestito greco in latino (< strigc, s tric),concordando in ci con LEW II. 606 (origine: onomatopea), mentre GEW II. 810 stri(g)c, s tl icera pi cauto sull'ipotesidi prestito interculturale, accettando comunque l'ipotesi onomatopeica, e DArcy Thompson non si pronunciava suun'identificazione inequivoca. Capponi 1979: 466-468 identifica (1) Tyto alba Scop. in base alla morfologia descritta inOvidio (Fasti VI. 133-135), (2) possibilmente Athene noctua Scop. in base a Tibullo I. 5. 52 (pi tenue l'identificazione), perconclude, in base a quanto detto dagli autori classici sulle grida stridule di tali Rapaci notturni e agli esiti in vari dialettiitaliani, un nome generico e pu indicare ... varie specie o subspecie di Strigiformi. Andrei oltre dicendo che trattasi di

    classe intermedia (sovragenerico) in senso berliniano che forse indicava vari generi quali Athene, Strix, Tyto. Congiungereil'ornitonimo latino strix (LEW II. 606) a striga2(LEW II. 603 Hexe, Ohreule), vista l'equivalenza in Plinio, N. H. XI. 232.

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    malaugurio: cercher di spiegare la ZAGARGNA dei calabresi settentrionali in questitermini, partendo dalla SAVGAVNA oraziana, secondo un principio di sviluppo metonimicocontemporaneamente sia orario che anti-orario, come quello discusso con dovizia di dettagli inAlinei 1997, cfr. la presa di posizione op. cit. p. 32 a proposito di questa circolarit:

    fenomeno poco studiato ...... cui ho dato il nome di sviluppo semantico anti-orario,in quanto la direzione dello sviluppo inversa a quella storica: non dal paganesimo alcristianesimo ...... ma, al contrario, dal cristianesimo al paganesimo. E proprio ilcarattere di vero e proprio riflusso culturale, comune a questi sviluppi anti-orari chepermette di datarli all'inizio della cristianizzazione.

    Accoppiamenti simmetrici di questo tipo servono anche a dar conto di alcuni problemi spinosidella toponomastica romanza e a quella calabrese in particolare. Pensiamo per un momentoalle Terme di Caronte a Nicastro. Il nome stesso di Nicastro ovviamente dorigine bizantina

    (Neokas tron), come si evince dall'edizione della 7maNotitia Constantinopolitana fatta da

    Darrouzs (1981: 283), 540 d oRous ianou ...... 547 ia oBisounianou 548 iboNeokas trou, disposizione religioso-amministrativa non molto posteriore al 7304. Verso il1000 o poco dopo ritroviamo lo stesso nome di citt e di diocesi nellInventario dellaMetropolia di Reggio Calabria, ed. Guillou p. 185 r. 324 Mon(..)o A (....) K wn(...),own upotoNeoNeoNeoNeokas trkastrkastrkastr (..), ebreboq(...) deupoL e(..)t(...)t (..) q(...)of i(...) t(..) t(...)m(..)ropo(...) t (...) Kal abri(..), r. 326 Mon(..) oiAgioi Tesarakont (..), toon (...)upotoNeoNeoNeoNeokas tronkastronkastronkastron, est(..) de(....) autobrebome(...) ei j thn m(...)ropo(...), p. 199r. 510 Mon(..) t(...) Agi(...) Euf im(...) t(...) pa(...) touNeNeNeNe(..)kakakakas trs trs trs tr (..), metox(..) t(...)m(...)ropol e(...)5. Il nome precedente di Nicastro un generico Ad Turres (II-III secolo d.C.: Cuntz, Itin. Antonini Pii 110, 6-111,5) che richiama la serie di fortificazioni costruite daAnnibale insieme ai suoi alleati Bruzii nella loro guerra contro Roma per bloccare l'istmolungo la linea delle attuali Lamezia - Soverato6. Comunque, le odierne Terme di Caronte

    Il LEW gi accettava la dipendenza bidirezionale Hexe Eule, anche se ritengo che il punto di partenza debba esserestrigiforme (generico --> intermedio) --> donna malefica, versata nelle arti magiche, nonostante la precedenza supposta neifragmenti di Festo (ex Verrio Flacco), Lindsay p. 414, 23 sgg. Stri ( ............) ius Grci s triggaap(pellant) ( ...... )tmaleficis mulieribus nomen inditum est, quas uolaticas etiam uocant ..... Questo mi sembra pure il senso delle ultimeosservazioni di Walde e Hofmann. Nel periodo post-classico e tardoromano strix rappresenta maggiormente l'uccellostrigiforme (Ausonio, Technopaegnion 10 De historiis, 26 Nota Caledoniis nuribus, muliebre secus, strix; Isidoro,Origines XII. 7. 42; Ven. Beda, De Orthographia S: STRIGEM hanc, in significatione auis dicas...; Sedulio Scotto,Collectaneum miscellaneum 12, 67: Nocturne que gemunt striges, et feralia bubo damna canit...; Marbod di RennesCarmina Varia LVIII Nug Candida nix. nigra pix. homo frix. aqua Styx. uolucris strix), raramente la strega opreveggente (Stefano I d'Ungheria, Leges XXXI. De strigibus). D'altro canto, la forma pi volgare strigaviene registrata

    raramente come uccello bens spesso come vecchia preveggente; strega, come in Festo ex Verrio Flacco, Lindsay 414, 23-27, Patricius Hiberni et al., Synodus episcoporum (PL LIII), can. XVI Christianus qui crediderit esse lamiam in speculo,qu interpretatur striga, anathemizandus ..., Bonifazio, Sermone XV. I ... strigas et fictos lupos credere ..., Pietro Damiano,Epist. XXI (Strix malefica ...), Carlomagno, Capitularia, Cap. Paderbrunnense (an. 785) 6, Cosma di Praga, ChronicaBohemorum I. II Scias Bohemorum strigas siue lemures nostras prualisse uotis Eumenides, unde nostris usque adcommedendum ad unum interfectis, dabitur Boemiis uictoria, Catulfo, Instructio epistolaris (PL 96 col. 1366a: Maleficos,uaneficos, tempestarios, strigas, pythonissas, fines, Stefano I dUngheria Leges XXXI (Si qua striga inuenta fuerit ...). Prevaledigi il senso di donna malefica, strega su quello di predatore notturno.4Cfr. Darrouzs op. cit. pp. 74-75 La liste antrieure de la notice 3 (632-641), combine avec celle de Georges de Chypre(601-608), donne II noms: Hagia-Kyriak et Touris disparaissent, mais il y a trois nouveaux noms: Rhousianon (Rossano),Bisounianon (Bisignano), Nekastron (Nicastro). De plus, une mtropole entirement nouvelle (48 Hagia Sbrina:Seberene), dont la place dans la notice indique la cration rcente, confirme le dveloppement de l'implantation byzantine.5 Per considerazioni simili sulla comparsa del nome v. Burgarella 2000: 41, 82 n. 54, fondamentalmente corretto anche setalvolta con errata citazione di Darrouzs, con ogni probabilit dovuta a refusi di stampa.

    6L'altra estremit verso Soverato aveva nome Castra Hannibalis secundo la Tabella Peutingeriana (Miller p. 360), oppureAnniba secondo lAnonimo Ravennate 69, 13-21, variante Anival (Anon. Ravenn; 84, 32-36), mentre il Guidone (Schnetz pp.

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    sembrano coincidere con l'idronimo Aque Ange della Tabella Peutingeriana (Miller p. 369:Nicastro, wo warme Quellen ... ecc.), Aque Ancie del Guidone (Schnetz 123, 18-22) rispettoad Aque Anatie dell'Anon. Ravenn. 72, 27-31, con varianti Aqueanasie e Aqueancie (cod. C),AqVanatie (cod. B). Fonologicamente una forma Ange, Ancie, potrebbe dare con anattisi Antie

    ecc., per evitare nessi consonantici, mentre la deriva Anti > Anti = Ancie in un tipo dilatino parlato, tipo ad isocronia sillabica e non accentuale, sembrerebbe un non-senso, vistoche l'osco, variet bruzia, che aveva conosciuto simili fenomeni non si parlava pi da quasitrecento anni ai tempi dell'Itinerarium. Le forme variabili con -gie, -cie, -tie, -sie dovrebberoindicare la precoce formazione di affricate del tipo /ts/ da nessi di occlusiva + /j/, fenomenogi in atto nel periodo 200-400 d. C. Le varianti registrate sembrerebbero indicare come nomedella sorgente e delle terme una forma base *Anti, che, visto l'ambiente megaloellenico incausa, potrebbe facilmente derivare da una forma greca di base Anqeia ,-a i . Gi troviamo ilnome come quello di figlio o figlia di Nettuno nell'Iliade (IX. 149-151) e Lisia (Frgm. 59)dava Anqeia come nome di ragazza o ninfa acquatica 7; Pausania nella Grci Descriptio II

    (Corinto) spiegava il nome come teonimo di uno dei figli di Nettuno, Anqaj , il cui figlioAezio dedica una citt a Nettuno con il nome Nettunia, cfr. II. XXX. 8

    touj deusteron bas il eusantaj ouk isas in axri Uperhtoj kaiAnqa: toutouj deei\nai P oseidwnoj kaiAl kuonhj Atl antoj qugatrij ,kaipol eij autouj en tvxwraf asin Upereian te kaiAnqeian oikisai: Aetion deton Anqa toupatroj kaitouqeiou paral abonta thn arxhn thn eteran twn pol ewn P oseidwniada onomasai.

    Anqeia dunque citt fondata da Anqaj figlio di Nettuno, connessa in modo diretto con ladivinit acquatica. Nella Grci Descriptio IV (Messenia). XXXI. 1 si trova un abbinamentotra due citt della Messenia, cio Antheia e Thouria, anzi un'equiparazione8, direi, che poisono in origine degli idronimi passati ai nomi dei rispettivi agglomerati urbani, come asserisceanche Diodoro Siculo, Bibl. Hist. XII. 10. 6(eurontej deouk apwqen thj Subarewj krhnhn onomazomenhn Qourian,............kaiktisantej pol in wnomasa apothj krhnhj Qourion). Questa identit tra i duenomi veniva sottolineata in Erodiano, De prosodia catholica (Grammatici Greci III. I. 276, 28-32: Anqeia pol i P el oponnhou,pl hion Argou ...... eti kaikwmh L ibuh.P auania deAnqeian Qourian pol in Messhnia f hin), mentre Pseudo-Erodiano derivava il toponimo dal verbo anqw(

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    pol i. kaionoma etaira ... ecc.), come molti altri autori della tarda e tardissimagrecit. Ipotizzo, dunque, che Anqeia , che non sembra aver la sua lontana origine nella voceper fiore anqoj , anch'essa d'origine forse oscura, sia stata nome di una divinit fluviale o disorgente che d il suo nome a terme ed sempre associata a Nettuno9. Vediamo, nello stessomomento, che Thurio o Thurion, probabilmente nome antico dell'attuale Corigliano, prende ilsuo nome, che appare in una variet di forme (Qour ia , Qourion, Qour ioi ), nome che esistegi ab antiquo (Tucidide VI. LXI. 6-7, VI. LXXXVIII. 9, VI. CIV. 1-2, VII. XXXIII. 5-6:Qour ia), da quello di una sorgente vicina, come risulta da Schol. ad Aristofane, Nuvole 332(ed. Dbner p. 98, 42-49, commenti sul concetto espresso da qouriomanteij usato daAristofane), idronimo in qualche modo equivalente a Sibari10. Che il nome sia d'origineidronimica (kaiktisantej pol in wnomasan aaaapopopopoththththjjjj krhkrhkrhkrhnhnhnhnhjjjj QouQouQouQouriouriouriouriou), che siada associare al concetto di xal keon ... medimnon (condotto di rame) e sia equiparabile inqualche modo al nome Sibari viene ri-iterato in Diodoro Siculo (Biblioteca Storica XII. 10. 6:eurontaj deouk apwqen thj Subarewj krhnhn onomazomenhn Qourian,exousan aul on xal keon on ekal oun oiegxwrioi medimnon ... ecc. ut supra) ed inStefano Bizantino (Ethnica 315, 16 - 316, 811). Nell'ultimo caso il nome Thuria viene associatoa quello di Antheia. Il fatto della sorgente ricordato pure in Barrio, De Antiquitate et situCalabri V. X, ed. Aceti p. 387: Cumque haud procul Sybari investigatione solicitis fonsoccurrisset, cui Thuri nomen erat, latices erumpentes rea fistula sueverant, ... ecc.Sembra,dunque, probabile che si abbia a che fare con gli antichi nomi delle sorgenti termali diNicastro ( Anqeia) e di quelle (Qour ia) di Cassano, le Terme pi vicine a Corigliano(Qourioi oppure K wpia? Lasciamo la risposta precisa agli storici). Vi , dunque, unasimmetria richiamata dai teonimi delle due figlie di Nettuno e corrisponde ad una similesimmetria teonimica dell'antica Grecia.

    La simmetria trattata di tipo complementare, mentre esistono nella toponomastica anchesimmetrie oppositive, rispecchiate, ad esempio, da un lato, dagli esiti di Slus (> Salandra,Salandrella: Di Vasto-Trumper 1998: 278-281) come principio femminile del mare o del

    9Credo, diversamente da Strmberg 1943: 26 ( anqiaj : zu anqoj Blume, Farbe. Schne Fische mit blhender farbewerden bisweilen erwhnt; so wird die sal phin den Kyranides 36 also euanqhj , der bas il iskoj von Marcellus vonSide ...... als anqheij charakterisiert), che gli ittionimi anqiaj , euanqhj e anqhei j non siano collegabili con anqoj fiore: anzi, il primo costituisce un prestito egiziano antico (si veda Trumper-Chiodo 1999: introduzione), gli altri duesaranno ricollegati con Anqeia, la nostra ninfa acquatica, sorgente, trattata in questo saggio. Per quanto riguarda Marcello,Medicina ex Piscibus (ed. Lehrs in Ameis, Lehrs, Dbner, Bussemaker e Kchly 1862), a r. 26

    (ka if qeirej , smaridej te ka ianqheij bas il iskoj ) sembra si tratti di epiteto, modificatore, mentre a r. 30(kaimuej euqwrhkej kanqhessate sal ph) sar probabilmente un pagello o qualche pesce della stessa famigliadella salpa, in qual caso bluastro ecc. sarebbe epiteto inappropriato.10L'attuale Corigliano viene nominato Curilianum nella Taxatio angioina del 1276 (prediale dal nome gentilizio Corellius).Per l'origine dall'idronimo cfr. Dbner p. 98 Scholia Nubes 332 ...hn dekaitwn pol iteuomenwn pol l akij , l ogouj desunexwj eisagein ef aineto perithj eij Qourion apokiaj . al oushj gar Subarewj , Qourioi ekl hqhsan aaaapopopopokrhkrhkrhkrhnhnhnhnhjjjj QouriQouriQouriQouriaaaajjjj .11Stefano: Qourioi , pol ij Ital iaj ,hproteron Subarij , aaaapopopopoQouriQouriQouriQouriaaaajjjj phghphghphghphghjjjj : us teron deKwpiav.l egetai kaiQouria, ka iQourion wj en t%Erodotou epigrammati .Erodoton L uxew kruptei konij hde qanonta , Iadoj arxa ihj is torihj prutanin,Dwridoj ek patrhj bl astontapo: twn gar atl ht on mwmon upekpr of ugwn Qourion esxe patrhn.toeqnikon omwnumwj Qourioi , kaiQouriakoi, kaiQour inoj oinoj , wj St rabwn.

    kaiwf eil e deparatoQourioj Qourianoj , wj P arion P arianoj , hparathn Qourian, wj Ol bi anoj .[esti kaiMesshniaj pol ij .]P ausaniaj deAnqeianAnqeianAnqeianAnqeian authn fhs i.

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    fiume rispetto a quelli di Neptnuscome principio maschile marino, richiamato per il golfo diSquillace in Valente II. 667 (colonia romana dal 557), mentre P oseidwnia eokol poj oP oseidwniathj si riferiscono in Strabone (V. 1. 1; V. 1. 3; V. 4. 13) aPstum e al golfo di Salerno. Il riferimento di Stefano Bizantino, Ethnica 533, 12-, 3

    indeterminato, anche se topograficamente italiano. Una simile simmetria oppositiva rispecchiaquella celtica (cimr. Heil - Nwython; irl. Sil - Neachtan: principio femminile dell'acqua -principio maschile dell'acqua) trattata in Di Vasto - Trumper cit.12 Una simmetria di tipoanimale, che ovviamente contiene ittionimi ed ornitonimi, si trova poi all'origine di una coppiaoppositiva della toponoma-stica come Cirella ed Aieta. Cirella viene riferita alla classica LexiaCerilla in Valente I. 298-299: Musti p. 273 riferisce la citt di Crilli (Strabone, Geogr. VI. 1.4katadethn hpeiron apoSaunitwn mexri touisqmoutouapoQour iwn eijK hril l ouj pl hsion L aou, con sicuro riferimento all'odierna Cirella) insieme a Thurii(Corigliano - Sibari) come confini costieri tra Lucani e i loro cugini Bruzi. E' evidente, comeasserisce Kirsten 1963 (p. 141 sgg.), che, prima ancora di Strabone, Lucilio fece riferimentoalla via marittima Ostia - Napoli - Messina, passando via mare lungo le coste tirrenichedell'attuale Calabria, facendovi tappe, a causa della scarsa praticabilit delle strade interne,come viene raccontato nel famoso Iter Siculum che il libro III delle Satire (Terzaghi p. 12,lib. III frgm. 122 prterea omne iter est hoc labosum atque lutosum ecc.), senza, comunque,mai nominare direttamente Cirella. Il toponimo appartiene, dunque, almeno al primo secolo a.C. e viene poi ripetuto nel primo d. C. nei Punici di Silio Italico (VIII. 592-595: ... quemPicentia Pstum/ misit et exhaust mox Pno Marte Cerill,/ nunc Silarus quos nutrit aquis,quo gurgite tradunt/ duritiem lapidum mersis inolescere ramis), poi con varianti negliItineraria romani minori , cfr. Miller, Peutingeriana 354 Cerellis, l'Anonimo Ravennate(Schnetz 69, 29 sgg. Clampetia Cerellis laminium Blandas, 85, 25 Clampetia ErculisCerellis Lauimunium Blandas), fino alla forma Cerellis della Geografia di Guidone (Schnetz

    120, 35 sgg. Clampetia Cerellis Laminium Blandas). La variazione tra KhriKhriKhriKhril l oil l oil l oil l oi ,Crel[l] e Crill, probabilmente con la prima e lunga delle forme latine, come indicato.

    Aieta non trova alcuna menzione cos antica in quanto tale, se non in epoca tardobizantina:probabilmente il kas tron negli Atti (3) di S. Nicola di Donnoso rappresenta lafortificazione chiamata Aetoj che poi d il suo nome al paese, un atto dell'aprile 1141(Trinchera CXXV pp. 166-167) firmato da andreaj mahs twr kastel l ou aetou, unatto del 1171 (n CLXXVIII pp. 233-234) in cui il villaggio (xwra aetousic!) ha un signorefeudale Ruggero Scollando, un atto del marzo 1198 (n CCXLIII pp. 328-329) specifica Aietasia come astu citt che come xwra villaggio, con signore feudale(iwannou auqentou) e moglie feudataria (auqentria). Non vi problema per quantoriguarda il significato di aietoj / aetoj , anche se DArcy Thompson (Greek Birds pp. 2-16)accomuna soltanto vere aquile ed avvoltoi, Andr 1967: 32-33 e Capponi 1979: 78-95identificano Aquila sp., Hieraetus sp., Haliaetus sp., Gyps sp., e perfino Pandion haliaetus (L.),Pollard 1977: 76-79 concorda sulla molteplicit dei referenti: significativo che, a parte zone

    12Holder II. 696 *Nect-a(g)no-s, Naitanus aveva frainteso il riferimento di Nechtn ecc., riportando il nome antico irlandeseal verbo nigim lavare: la glossa Sanas Cormaic 247: Cruithnecht .i. cruith .......... necht cech glan, ..., imprecisa lacitazione di Holder. Beda, Historia Anglorum 5. 21, citava come nome reale Pictorum Naitan(us), forma che si possaritenere quasi britannica nonostante Jackson dica pitica, base *Neitton- del mediocimr. Nwython. Il teonimo discusso in

    Jackson 19945

    : 410, 708. Ipotizzo qui un esito di IEW I. 315-316 *enebh-2(= *HNEB-) acqua con formanti *-T- ONO-, deltutto simile al Neptnus latino.

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    del Pollino (Mormanno ecc.: cciulu) e del basso catanzarese (Squillace: gghjula), in cuiderivati del lat. aquila indicano Buteo sp., da Reggio Calabria (gghjula) lungo lo Ionio daCapo Spartivento fino a Roccella Ionica (chjula) esiti di aquila si riferiscono proprio alPandion, il falco pescatore. Come asserisce Thompson (Greek Birds pp. 139-140), khrul oj

    o khrul oj , con variante keirul oj in Aristofane, khrul l oj nei commentari e glossari,anche ki rul oj in Esichio, si identifica con kirrij = kiri j = keiri j , per cui potrebbebenissimo trattarsi della preda del falco pescatore13. Andr 1967: 57 richiama la doppiaidentificazione di cirris come uccello e pesce14 (da Igino, Fab. CXCVIII, 4 la trasformazionein piscem cirim15), ch, secondo Dionisio, De Avibus II. XIV, ciris rappresenta la predadell'haliaetos ma in una dimensione quasi mitica16, mentre, tra gli altri, Pollard 1977: 103, 170l'identifica, seguendo forse Esiodo, Op. 564-570 (... P andioni ... xel idwn...), come speciedi rondinella di mare (Sterna sp.) e Capponi 1979: 166-167 insiste o sull'identificazione comel'anitra Netta rufina (Pall.) o sull'impossibilit d'identificazione17. Data lequiparazione trakhrul [l ]oj e kir [r]i j , si ipotizza una simmetria che coinvolge s il naturale, falco pescatore

    accoppiato con la sua preda che sia anitra o pesce, ma anche il sovrannaturale, vi , cio,qualcosa di mediatico, qualcosa di misterioso mediato dagli animali e dagli uccelli, il cuiapprofondimento lascio agli studiosi di mitologia e di religione. Comunque, Aieta, il falcopescatore, e Cirella < K hril l oi -ai , da associare in modo evidente a khrul [l ]oj comeuccello o pesce oggetto di preda, rappresentano la proiezione della simmetria oppositiva delmito nella toponomastica.

    13Thompson p. 140: The names and attributes of khrul oj are akin to those of keirij or Ciris; and it is interesting to notethat, according to Hesychius, the name keiri j applies either to the Hawk or to the Halcyon. I would place the legend ofal kuwnand khrul oj side by side with the parable of Haliaetus and Ciris.14Forse presente in ambedue il tratto di COLORE implicito in ki rroj rossiccio. Comunque, ladoppia natura animaledel referente esplicitato dai lessicografi greci gi nell'Etymologicon Magnum 515, 14-15: K IRRIS:O ixquj : epeidhkirroj es tithn xroian. kerij de, diatouE y il ou. K IRRIS, eidoj ierakoj ... . Qui ladoppia referenza giustificata dal colore comune ad ambedue, secondo l'autore. Thompson 1947: 115-116 insistesull'identificazione come pesce generico, cio o labride o sciarrano. La questione ancora pi complessa. Si veda n. 15 peruna discussione approfondita.15Vi una sorta di bi-implicazione pesce uccello data dalla mutazione, anche se Igino CXCVIII. Nisus (Marshall pp.166-167) suggerisce che l'uomo Niso trasmutato in falco pescatore abbia attaccato ammazzandola la propria figlia Scillatrasformata in pesce, cio Nisus autem dum filiam persequitur in auem halieton, id est aquilam marinam, conuersus est,Scylla filia in piscem cirim quem uocant, hodieque si quando ea auis eum piscem natantem conspexerit, mittit se in aquamraptumque unguibus dilaniat. Si noti che il falco pescatore appartiene latinamente al genere AQUILA, cio vienespecificato mediante modificatore AQUILA MARINA. Ci rafforza l'ipotesi che Aieta (< aietoj ) = al iaetoj rappresenti ilgrande falco pescatore (Pandion sp.) e non un'aquila generica. A questo punto importa poco che Ciris = khrul l oj (>Crill) sia anitra (Netta rufina Pall.) o pesce, basti sapere che rappresenta la preda naturale del falco pescatore, che

    simboleggia il rapporto preda - predatore e che media in qualche modo tramite gli animali in questione il rapporto tra uomini eci che ALTRO. Vi spesso identit tra preda e predatore, ma questo un diverso problema, unicamenteetnoantropologico.16 Dionisio, De Avibus (ed. Lehrs 1862) II. XIVH dekirrij aci an twn asebhmatwn didws i dikhn ............ Kaimetabebl ht ai men outwj eij orneon auth,miseitai deparapantwn ornewn, kan al iaietoj authn qeashtai pl anwmenhn, euquj epi qemenoj diaf qeirei .17Nonostante Apollodoro Bibliotecario avesse fatto di Tereus genero di Pandion (= ciris) un'upupa, come Ovidio nelleMetamorfosi, Igino XLV torna all'identificazione di ciris, preda, con il proprio predatore, ergo falco: Tereum autemaccipitrem factum dicunt. Vi una lunga discussione in Pollard 1977: 124-126. La particolare logica del mito in cui animaleaggredito e animale selvaggio aggressore sono aspetti della stessa figura divina trattata in Carandini 1997: 185 sgg. Unmaldestro tentativo di etimologizzare khrul oj < ghraj viene fatto in Timoteo di Gaza 15 (Haupt 12, 16-18):wsper kataqal assan aial kuonej ton khrul on, patera autwn: outw gar onomazetai ghraskwn oor

    nij . omoiwj dekaipel argoitoautopoi ous in. Interessante l'associazione, ma non l'identificazione, conpel argoj ; indicativa anche la ricerca affannnosa per scoprire l'origine, sempre pi remota, dell'ornitonimo.

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    Le valenze di cui parlo devono essere bilanciate dal concetto primitivo dell'unit degli esseri,compreso l'uomo, come facenti parte di un continuum vitale, dal pensiero antico fino allacultura popolare di ieri e forse di oggi, concetto di cui abbiamo parlato persino troppo a lungo

    in Venezia 1997 [Berghahn 2004], Pisa 2001ecc. Infatti, il continuum va oltre gli esseri perabbracciarne le parti, come ho concluso in Padova 2001, a proposito di una tabella partonimicaquale l'attuale tab. 1:

    TABELLA 1.Francese Veneziano Toscano Napoletano

    -CampanoPugliese Calabrese Romeno

    aileron =nageoire

    ala pinna scll scdd pinna aripioar = nottoare

    PESCE

    aile ala ala scll scdd scilla arip UCCELLOplume pna pnna pnn pnn pinna pan UCCELLOREW 304

    (la *cipreus -a > ziprra. Ortolano -a epitetoadatto alla lepre, viste le sue abitudini alimentari. Si tornerebbe dunque o all'HABITAT o allePROPRIET, qui, cio, abitudini alimentari23.

    L'etimologia popolare di prattuni -u et sim., da parte dei nostri informatori, fa riferimento alverbo sapprattri: si chjmanu prattni picch sapprttanu [si nasconde appiattendosi],senza che la domanda sia formulata dall'enquteur. L'italiano duecentesco appiattare (Dante:nascondere, cfr. DEI I. 254), con cui si associa il tardivo piattare (Pulci: nascondere, DEIIV. 2897), deriver forse dall'ant. provenzale aplatar (FEW 9. 45: aplatar, ca. 1300), mentrel'allomorfo che lo sostituisce agli inizi dell'Ottocento, appiattire, pu essere ricondotto a formefrancesi (cfr. ant. fr. aplatir del 1350 in FEW 9. 45).Tutti questi verbi sono derivati dalla basefr. plat, it. piatto, che Meyer-Lbke, REW 6586, riporta ad una forma plattus (senza asterisco,come poi anche Von Wartburg nel FEW) < gr. pl atuj . Dal concetto base di PIATTEZZAanche il greco aveva sviluppato dei nuovi significati24 quali (1) piattezza > bassezza (il polobasso della dicotomia alto - basso: Stobeo, Excerpta I. 26. I. 8, Diels 363b6-11 Empedokl hj toutoutoutouuuuuy ouy ouy ouy oujjjj touapothj ghj < eij > ton ouranon,htij es tin afhmwn anatas ij ,pl eiona einai thn katatotototopl apl apl apl atotototojjjj dias tas in), (2) membrana tra le dita dei piedidegli anfibi ecc. (Aristotele Partes Anim. 694 b 5-6

    22La voce viene registrata e commentata dai lessicografi e nei glossari, cfr. Esichio A. 2234, Scholia in Aristophanem,Equites 899b, Scholia in Nicandri Theriaca 559d ecc. La forma pi usuale sembra essere stata khpouroj , come nellatraduzione greca contemporanea dei Dialoghi di Gregorio Magno, ad es. I. III ka iewj ouokhpouroj hl qe... pertradurre sicque usque dum hortulanus rediret, ..., come anche nel greco medioevale (1000-1200), ma esiste la variantekhpwroj , anche se meno frequente, persino nei testi italo-greci.23L'amico F. Altimari mi ricorda che nel dialetti italo-albanesi di S. Demetrio Corone (CS) cipr -a(f.) vuol direscricciolo, reattino (Troglodytes troglodytes L.). Suppongo che tale voce sia un prestito dal silano calabrese ziprraleprotto, esito diretto del bizantino khpwroj X khpaioj [> *cipor us -a] 'ortolano, per le note abitudini di lepri e coniglidi nutrirsi dei prodotti coltivati degli orti. Da animale piccolo si passa ad uccello piccolo per la dominanza assoluta deltratto PICCOLEZZA. Non credo si tratti di HABITAT, essendo lo scricciolo grande habitu delle siepi e non degli orti. G.Macr di S. Cosma Albanese (CS) gentilmente mi informa che nel suo dialetto italo-albanese cipr -i(m.) indica, invece, ilpettirosso (Erithacus sp.). Esiste una variet di referenti, dunque, per questo uccellino ortolano nel micro-cosmo italo-albanese. Il tratto di PICCOLEZZA rimane, comunque, costante.

    24Tralasciamo del tutto lo sviluppo comunemente attestato di pl athcome wmopl athspalla, ininfluente, anzi direiirrilevante, dal punto di vista dell'attuale discussione.

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    proj ekas t% dautwn prospef uken oion pl apl apl apl athththth), talvolta anche i piedi palmaticaratterizzati da tale membrana, come in Oppiano, Cynegetica II. 230(poss imen oia pl apl apl apl atais intaisintaisintais in eressousin mel an udwr: fendevano l'acqua nera con iloro piedi palmati come remi), (3) remo qu remo (comune nell'antichit 25), remo usato

    metaforicamente per la coda piatta o i piedi particolari di alcuni anfibi ed animali, chefunzionano da pinne26. Vi poi l'uso come (4) tronco27, (5) ramo mozzo di albero, (6) ramo(generico), (7) foglia larga, un complesso semantico documentato in Esichio K. 3644(kormoj : pl ath... ecc.), che troviamo sviluppato come foglia = foglio gi nel 3 sec. a.C. in Teodorida, Ant. Palat. XIII. 21, 3 aMwsa daut% taj Simwnida pl ataj (Ah,la Musa per lui sono i fogli di Simonida: una delle prime accuse pubbliche di plagio), nelmediogreco, poi, parte piatta del ramo o foglia piatta delle tarde geoponiche, cfr. Thomson1955: 2, 18-19 P eriegkentrismoudel Parisinus ms. 1301 (Thomson p. 55, periodo 1000-1100)toapidion en sukamin% tamhl a eij kl adaj kudwneaj kaieij pl athn kai

    ghn euxrhs ton. E da qui che parte il senso di foglia larga o foglio che troviamo poi nelcalabrese prtta var. prtta per (1) foglia di fico dIndia e di altre piante con foglieparticolari, (2) pratti sillu per porcini particolarmente grandi 28. Nessuno di questi sviluppineolatini di pl atuj soddisfanno semanticamente e si propone di ricercare l'origine diprattuni -u in altri sviluppi della stessa base, che resta formalmente, comunque, il correttopunto di partenza.

    Daltra parte appare una voce nel II-III sec. d. C. che si riferisce ai piccoli di cervidi, di dainie di animali simili, plato -nem usato per la prima volta, cos sembra, nella summa dellacucina romana che il De Re Coquinaria di Apicio, cfr. VIII. II. 2 In platone similiter et inomne genus uenationis eadem conditura uteris: Andr cerca di offrire una spiegazione (ed.

    Les Belles Lettres p. 197 340):

    25Cfr. a mo di esemplificazione l'uso ippocratico di wmopl athin Littr (ed. Ippocrate, P eriArqrwnp. 80, 8; 10 ecc.,nonch in Sofocle Aiace 357-360 iw/ genoj nai+aj arwgon texnaj , / al ion oj epebaj el isswn pl apl apl apl atantanta ntan, /setoi setoi monon dedorka phmonan eparkessont/ ... (O Marinai coraggiosi, il cui remo... port la nave inmaniera rapida e sicura, a voi cerco sollazzo, solo a voi), Euripede, Eraclidi 81-82 hpera- /qen al i% pl apl apl apl atatatatakatexet ekl ipontej Euboidaktan; (Siete salpati dalla spiaggia di Euboia e avete attraccato conremoche-solca-il-mare da oltre il mare), id. Andromache 863-865 peukaen skaf oj adiaknaue- /aj eperasen aktaj , / prwtopl ooj pl apl apl apl atatatata (un vascello fatto di pino, primo remoche mai salpasse, passato ...) ecc.

    26Cfr. Aristotele, Partes Anim. 684 a 4 houra(neous i gar apereidomenoi oion pl ataij autaij ), id. 684 a 14wsper pterugia hpl ataj exontej touj podaj ecc.27Questo uso al di l dell'equivalenza pl ath= wmopl ata spalla ecc. come in Galeno II. 679, 10-11akinhtoi men aiwmopl atai eis i... (le spalle sono immobili ...), id. IV. 125, 7epeigar anatrepesqai proj toukt oj edei taj wmopl ataj ..., id. IV. 126, 8tidhpot e gar ouk orqhn apotous ternou thn kl ein epitaj wmopl ataj eceteinen... ecc. ed in altriscrittori medici.28Per la variante ionica prcchja -(Rossano, Mirto,Crosia) Rohlfs (NDDC) aveva ipotizzato una derivazione da *plac la pl, anzi i casi tardivi di -pl- (nei prestiti bizantini, adesempio) possono svilupparsi in -pl- o -pr-, quelli di -pr- in -pr-, mentre altri dialetti calabresirisolvono in -pr- sia -pr- che -pl- nei prestiti seriori. Si ipotizza, dunque, pi che unacontinuazione della forma apiciana plato, lesito di un prestito bizantino che ha seguito la

    trafila pl atwn, pl atwnij > * pl atwnion > pl atoni (o)n, pl atuni (o)n > plattune,

    33I casi veneti di -atto sembrano ormai residui fossili, anche se numerosi, ad es. i gi citati levorato, sordato, arnato,dindiato,ocato, fincato, rainato, poi selegato (nella frase fissa cavare i selegati rispetto alla morfologizzazione ora piregolare slega > seleghta passerotto), bigato 'crisalide (la base bga esiste solo nel veronese), beloato var. berloatoCalandrella sp. (< alauda + -atto, cfr. veron. sarlda), bosegato maiale, -ino nel polesano-chioggiotto, con qualche caso nonanimale, cfr. sca > scoato scopino, (crrclum >) curjo canale di scolo delle stalle > curijtolo tombino; canaletto discolo, uca > ucato, ucatlo zucca pi piccola, lunga Lagenaria sp. Ser. (diverso da uclo zucchina Cucurbita pepocucurbitella L.), casi arcaici (Trecento) quali bro > beroato culetto, come l'unico caso di -uto (bauto < bo), mentre quelliproduttivi in veneto sono ora in n (pecio > peocn, spade > spadine Iris sp. ecc.: per insetti e piante), pi spesso in -to -a(animali, pesci ed uccelli: cvara > cavarta, musso > mussto, can > cagnto, psse > pessto -a, magasso > magassto,

    slega > seleghta, con estensione a limacidi ed insetti come in bvolo > bovolto, vrme > vermto, bo > bato ecc.). Taleformante -ato altra, ovviamente, rispetto a quella aggettivale -ato (molegato ecc.).

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    prattune ecc. Resta ancora fuori dal nostro schema la voce rapezzu ancora irrisolta. Loschema originale sarebbe dovuto risultare come nella tab. 3

    Tab. 3

    Gruppo Lepre 1 Lepre 2 LeprottoArea Lausberg NON MARCATO MARCATO per (1) (1)Piccolezza, (2) Habitat;(3) Velocit.

    MARCATO perPICCOLEZZA

    Calabria settentrionale NON MARCATO MARCATO per (1)Piccolezza, (2) Habitat;(3) Colore.

    MARCATO perPICCOLEZZA

    Calabria mediana MARCATO PERGRANDEZZA

    (a) NON MARCATO;(b) MARCATO per (1)Piccolezza, (2)Velocit

    MARCATO perPICCOLEZZA

    Calabria meridionale NON MARCATO MARCATO per

    PICCOLEZZA

    MARCATO per

    PICCOLEZZA

    3.Ci sono due cose da rimarcare: (1) la categoria dell'irreale, o meglio dell'immaginario, vieneusata ai fini della classificazione (la classificazione come gioco sociale, come fine a s stesso,e non principalmente per mettere ordine tra gli esseri, relandoli all'uomo), (2) vengonostabilite delle opposizioni con altra funzionalit oltre a quella della pura classificazione - sistabilisce un rapporto mediatore tra l'uomo BASSO e il suo ALTO tramite un qualche animaleche possiede una funzione mediatrice. Questo, insieme all'antropomorfizzazione dell'animale(zu Filippu), ci riporta forse alla societ pre-agricola, dei cacciatori e raccoglitori, con

    relazioni speciali tra l'uomo e gli animali cui dava la caccia. Un terzo punto, non menoimportante, quello di avere dei jolly irreali nelle peoprie etnoclassificazioni; penso inparticolare al ruolo che ha il camaleonte nei bestiari latini e volgari del Medio Evo34. In questila scelta di tratti o categorie dettata dai quattro elementi primari: ACQUA - ARIA - TERRA- FUOCO: trova ragione d'essere, ad esempio, nell'etimologia remota di pesce come (1)acquatico/ quello dell'acqua, (2) quello con le pinne, (3) quello che a forma dibacchetta, (4) pene, conseguenza di (3), e via di seguito. Nei bestiari il camaleonte orauccello, ora pesce, ora rettile, talvolta si pu confondere con la salamandra, perci anche ilfuoco. E' un vero e proprio jolly delletnoclassificazione che permette a qualsiasi sistema difunzionare, anche qualora si giungesse a casi imbarazzanti, i nostri ornitorinchi reali odimmaginari. Per i Greci questanimale, che ricevette la massima attenzione, era ora (a)UCCELLO (Aristotele Hist. Anim. 503a15 - 503b2, cfr.exei dekaionuxia epitoutwn omoia toij twn gamy wnuxwn - il confronto confalchi e predatori), ora (b) PESCE (Aristotele Hist. Anim. 503a15-503b2 tadepl eura...... kaqaper toij ixqus i ...; Eliano Nat. Anim.II. 13-17 lo tratta in una sezione dedicataai pesci), ora (c) RETTILE (Aristotele Hist. Anim. 503a15-503b2 O dexamail ewn......exei to sxhma sauroeidej ...; Timoteo di Gaza, De Animalibus 47, v. Haupt p. 26,16-12: catalogato con askal abwtai , gal ewtai , sauroi ed ofeij , id. 55 (Haupt p. 28,30) ...... metaof ewn wj kaioxamail ewn... ecc.).

    34Gi Servio (ad neid. II. 116) suggeriva che una realt simulata, virtuale, non per s fisicamente reale, acquisisse una suarealt tramite i riti umani e la funzione mitologica stessa.

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    Come animale il camaleonte ha una serie di caratteristiche peculiari che lo contraddistinguonosecondo il pensiero greco, cio

    a. quella di poter cambiare colore a piacere (Teognide, Elegie 215-216; Aristotele Hist.Anim. 503a15-503b2, Partes Anim. 692a20-25, Pseudo-Aristotele De Mirabilibus832b14-15; Eliano Nat. Anim. II. 3-4; Plutarco, De Sollertia Animalium 978E1-10;Timoteo di Gaza, De Animalibus 47oti oxamail ewn estin ol egomenoj f us ignaqoj .esti deisomegeqhj t%krokodeil %,kurtoj kaieij ocul eptoj .oti metabal l ei thn xroian proj touj i diouj topouj wj opol upouj oqal ass ioj . -nonostante l'esagerazione del confronto con il cocodrillo; Stefano Bizantino 202, 34"kaiqauma: ogar xamail ewn kaiopol upouj thn xroan metabal l ei), dimolti altri autori fino al lessicografo Sudas del 1000, X69 Xamail ewn. Z%n,ei panta thn xroian metatrepwn pl hn l eukourispetto alla totale mancanza didettagli in Esichio X . 133 xamail ewn. zwon wotokon kaipezon), o File, DeAnimalibus LVIII (ed. Dbner 1862), r. 1220

    eij poikil a xrwmata thn trixa trepei ;b. quella di essere l'epitome della vigliaccheria, della vilt, della codardia, come in

    Aristotele, Partes Anim. 692a20-25, Generatio Anim. 750a12-15: questa estensione

    predomina tra gli scrittori bizantini fino a oltre il 100035;c. quella, nonostante tratto (b), di non aver paura degli ofidi (Eliano Nat. Anim. II. 33);d. di continuare di vivere per un breve periodo anche qualora decapitato o privato del suo

    pericardio36;e. di essere utile alla medicina antica per alcune terapie, come in Oribasio, Collect. Med.

    XIV. 56, XIV. 58. 2, 5-7 per l'uso del xamail ewn animale (parti trattate) contro lastipsi.

    Non vorrei appesantire qui i miei commenti con troppe citazioni, per cui ometto altre fonti chesi limitano a ripetere queste identificazioni e caratteristiche di base. Comunque, la plurivalenzadel camaleonte classico non mi sembra completamente dovuta all sua estraneit all'ambientefisico greco, visto che il termine in origine il calco di un termine semitico (GEW II. 1071).

    I Latini continuano questa tradizione, sottraendo qualche tratto, aggiungendovene altri. Nelladefinizione, il camaleonte non viene pi annoverato tra i PESCI, ma , comunque,ambiguamente etichettato come

    (a) UCCELLO (Seneca, Naturales Qustiones I. 5. 7, li collega con gli uccelli per natura: Nonminus nubes diuersam naturam speculis habent quam aues quas rettuli [codd. retuli] etchamleontes..., con echi nei bestiari tardomedioevali, ad es. il Libro della Natura degliAnimali XVIII [il calameon rappresenta laire], Cecco dAscoli nell'Acerba VII [gamalion= aire] ecc.)37;

    35Tipico l'uso in Michele Psello, cfr. Contra il Sabbaita (ed. Romano p. 208, 181)wkanqarij , bdel l ion hxamail eon, pi tardi si veda anche l'uso di xamail eontikoj in Mazaris (Viaggioall'Inferno, Romano 544, 126-127) = f aul otatoj = apistoj ecc. Cfr. prima anche File, De Animalibus LVIII. 1221ton as taton ga r kaipal imbol on bion.36Cfr. Alessandro Afridisiense, Commentaria, Bruns p. 100, 9-12koinai gar eis in proj amf otera wj gar kardiaj exairesqeishj enia z%a diamenei zwnta pl eion xronon, wj xel wnh kaixamail ewn, outwj ka ikefal hj af airesqeishj tinwn z%wn epipol utol oipon s wma z$.

    37Ci viene confermato dalle equiparazioni tra i vari bestiari delle quattro rappresentazioni dei quattro elementi TERRA -ARIA - ACQUA - FUOCO, per la maggior parte rappresentati in ordine da TALPA - CAMALEONTE - RANA o PESCE -

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    (b) RETTILE, come in Seneca, Naturales Qustiones I. 5. 7; Plinio Naturalis Historia X. LII(chamleontes, lacert et qu diximus inter serpentes), XXVIII. XXIX (classificato tra irettili e confrontato con il cocodrillo); Aulo Gellio, Noctes Attic X. XII. 11; Itala (LeviticoXI. 30 singula iuxta genus suum, mygale, et chamleon, et stellio, et lacerta ...); Cassiodoro,Vari V. XXXIV (Merito chamleonti besti conferendus, qu paruorum serpentiumform consimilis, aureo tantum capite, et reliquis membris subalbentis prasini coloredistinguitur), Historia Tripartita (P.L. LXIX col. 905A); Anon., Gloss in SacramScripturam, Levitico XI (Chamleon. Similis lacert, et sub aspectu mutat colores); CGLV. 8 (Liber Glossarum di Placido: Chamleon, lacerta que missa in ignem non ardet), CGLV. 564, 10 (Cod. Cassinensis 90: Camelean similis lacerte sub aspectu enim mutat colores);Papias CAM 13 (Chamaleon quasi lacerta; est quadrupes. Missa in ignem non ardet, diuersicoloris chamaleon similis lacerte est quadrupes sub aspectu mutat colorem).

    Per quanto riguarda le caratteristiche di quest'animale mezzo reale mezzo irreale nelle fontitroviamo:

    a. il cambiamento di colore come tratto primigenio, cfr. Seneca N. Q. I. 5 gi citato, Plinio N. H.XXVIII. XXIX ut supra, Ausonio, Epistola XVII. 11-14 (Hoc me uelut arius bratte fucusaut picta nebula non longius quam dum uidetur oblectat, chamleontis bestiol uice, qu desubiectis sumit colorem), Tertulliano, De Pallio III (Tamen et chamleon mutare totus necalius ualet), Ambrogio, Exameron Dies V [Serm. VIII] cap. XXIII. 77 (Chamleon quoquediuersas species fertur uario colore mentiri), Agostino, De Trinitate XI. II. 5 (Licet uiderecorpusculum chamleontis ad colores quos uidet facillima conuersione uariari), Girolamo,Commentaria in Sophoniam prophetam (P.L. XXV col. 1371B et chamleontes qui nonhabent unum colorem), Isidoro, Origenes XII. ii. 18 (Chamleon non habet unum colorem,sed diuersa est uarietate consparsus, ut pardus. Dictus autem ita Huius chamleontiscorpusculum ad colores quos uidet facillima conuersione uariatur, quod aliorum animalium

    non est ad conuersionem facilis corpulentia, con evidente richiamo di Agostino)38;b. un insieme di propriet negative quali la vilt, la vigliaccheria, la superbia ecc. come

    estensione a chi versipellis, come in Tertulliano, De Anima 32 (Cur non magis et pepo, taminsulsus, et chamleon, tam inflatus? - commenti su Empedocle, gonfio di superbia quantoun camaleonte), Pseudo-Tertulliano, Appendix de Pnitentia (P.L.II col. 1235A: Non iamcapite, sed toto etiam corpore, eiusdem profundis influxionibus, a semetipso diminuti, acchamleontum instar captand populi ari inhiantes), Ambrogio, Exameron (Dies V [Serm.VIII] cap. XXIII. 77: menzognero) ecc.;

    c. di utilit nelle cure mediche, come in Plinio, N. H. XXVIII. XLV, Aulo Gellio, Noctes AtticX. XII. III, Girolamo, Adversus Iovinianum II. 6 (l'uso di parti del camaleonte de medelacorporum), Marcello Empirico, De Medicamentis VIII. 67-68 (Chamleontis fel tantam uimhabere creditur, ut ypocheses intra triduum in unctionibus sanet, con chiaro riferimento allecure menzionate in Plinio, N.H. XXVIII ut supra) ecc.

    Oltre a queste caratteristiche, nel Liber Glossarum e molto pi tardi in Papias (CAM 13 giriferito) si riscontra unequiparazione inattesa tra camaleonte e salamandra, per cui le supposte

    SALAMANDRA, che il Bestiaire dAmours di Richart de Fornival fornisce come taupe [TALPA] - ploviers [PIVIERE] -herens [ARINGA] - salamandre [SALAMANDRA]. L'equivalenza , dunque, tra CAMALEONTE e PIVIERE, notouccello.38Si trova questa propriet ripetuta da un numero enorme di compilatori di commentari e glossari e di lessicografi lungo tuttoil Medio Evo, ad es. Anon., Gloss in Sacram Scriptura (Lev. XI) Similis lacert, et sub aspectu mutat colores, nel periodo700-800 in Seward, Vita S. Carilefi (P.L. LXXIV col. 1259A ... ut tantopere me uidere exoptet diutinis chamleontiscoloribus incultum ...), Incmar di Rheims, De Prdestinatione XII (... Sicut de chamleonte refertur, qui in omnes quosuiderit mox se colores conuertit ...) ecc., pi tardi in Haymo di Halberstadt (Enarratio in XII prophetas minores, P.L. CXVII,In Sophoniam prophetam cap. II: Septuaginta pro onocrotalo chamleontem posuerunt, quod est animal diuersos mutans per

    momenta colores ...), Cod. Cassinensis 90 (CGL V. 564, 10 gi citato), infine nel grande lessicografo Papias nel 1020 (CAM13 citato) e nellEpistola Mathildis, regina Francorum del 1027-1028 cap. XXIV (P.L. CDI).

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    propriet della salamandra si trasferiscono al camaleonte, specialmente il fatto, supposto vero,che ambedue questi animali sopravvivessero al fuoco39.

    Alcune delle osservazioni fatte a proposito del camaleonte nelle fonti studiate fanno pensare

    ad un animal fictum compositum quale la Chimra, di fama classica, che, pur denotandoinizialmente, come sappiamo dal suo etimo, una qualche specie di capra40, diventa poi animalecomposito, immaginario e mitico (Iliade VI. 179-181; Iliade XVI. 328-329; Esiodo, Teogonia319-325; Pindaro, Olimpiche XIII. 90-91 ecc., con spiegazione della figura mitologica inApollodoro, Biblioteca II. 3)41. Comunque, gi Aristotele aveva affrontato il problemadell'esistenza di esseri di cui si poteva discutere, che potevano essere pensati, concludendo afavore della loro reale esistenza nel discorso, nel pensiero, cfr. De Sophisticis Elenchis167a1 (oion) eitomhon es ti docas ton, oti tomhon esti. Il problema ripropostoda Plutarco (990A-991A, P eritoutaal oga l og% xrhsqai))), poi da Porfirio (Isagoge I.10-11), che conclude che esseri quali i generi classificatri, ad esempio, hanno esistenzaunicamente come prodotti del pensiero42. Sesto Empirico (Adversus Mathematicos III. 40-74)

    discute, prima del 200 d. C., se gli di, non frutto di reale esperienza, possono essereconsiderati esseri reali: la loro realt epinoia come per Porfirio. Una lunga discussione dedicata all'argomento in Ebbesen 1997. Queste nostre prime considerazioni vertono sullanon-necessit di giungere a qualche decisione sull'esistenza o meno di simili animali o classi:essi hanno una funzione spesso mitologica, appartengono alla sfera del mito, la loro funzione spesso classificatria, esistono, cio, come categorie jolly per risolvere problemi di difficileclassificazione o per dare nome a categorie fuzzy o sfumate o indeterminate difficilmentevalutabili. In questo senso sia il xxxxamai l eamai l eamai l eamai l ewnwnwnwndi un certo tipo di pensiero naturalista greco emedioevale, sia la lepre prattunidella cultura calabrese popolare, sia la grive chifflantedeicacciatori francesi: (1) appartengono all'immaginario collettivo, ne sono i prodotti, e non sono

    39I Greci avevano postulato questa propriet unicamente della salamandra, cfr. Timoteo di Gaza, De Animalibus 54 (Hauptp.28, 5-6) oti hsal amandra wj saura es tikaidierxomenh topur y uxei kai sbennusin auto.40 Ximaira nei composti esiste gi come capra dal 3 sec. a. C., in Leonida di Taranto (Antologia Palatina VI. 300, 8: ...deco xi mairoquthn - accolga uno che sacrifica capre), il maschile derivato (caprone) ximaroj in Getulico nel I sec. a.C. (Antologia Palatina VI. 190, 10: ... dwsw pi al eon xi maron - ti dar un caprone grasso), punto di partenza per lo

    zmmarucaprone dei dialetti dell'Italia del Sud. E' evidente che la struttura i.-e. di base *g h[e]im-r-i< *g heimo-inverno, cio animale che ha gi un inverno [si veda Frisk, GEW II. 1100-1101: i tardi lessicografi greci avevano capitobene l'origine del termine, come Esichio ximaira: hen xeimwnitexqeisa, oion ena xeimwna exous a], del tuttosimile concettualmente all animale di un anno che alla base del lat. v tlus (> dimin. vtllus). Ci sono ovvie equivalenzeformali con ximaira, ximaroj nelle lingue germaniche (scandin. gymbr, gimber, gimmer ecc., da dove passa nei dialetti

    gaelici della Scozia).41Come animale compositumsi veda anche Ermia in Diels 652, 12-14 ...otan deemaut on idw, f oboumai toswma kaiouk oida opwj autokal esw, anqrwpon hkuna hl ukon htauron hornin hof in hdrakonta hximairan:. La Chimra si vendica nel Settecento tramite i Naturalisti chedanno il suo nome ad un pesce degli abissi, la nota Chimra monstruosa di Linneo. Resta vero, comunque, che le lingue ed idialetti d'Europa non danno alcun nome n fantasioso n mitico-mostruoso a questo pesce, cfr. calabrese moderno: tipo (a)Alto Tirreno (Praia - Diamante) sric i funn, Medio Ionio (Rossano - Cariati - Cir) src e funn, sric i funnli, BassoIonio (da Catanzaro Lido fino a Bovalino) sric e hundla, sric i fundli, tipo (b) Alto Ionio (Trebisacce, Schiavonea,Corigliano) piscgtt i funn , Medio Tirreno (Nicotera) pisci gtta i fundu. L'ultimo riferimento sar al pesce gatto e allafamiglia del siluro.42Cioautika peritwn genwn te kaiei dwn tomen eite uf es thken eite kaien monaij y i l aij epinoiaij keitaieite uf esthkota swmata es tin haswmata . Il punto principale che tali esseri o classi (come i generi e le specie

    della classificazione) sono delle epi noiai , prodotti del nostro pensiero ma come tali non meno reali dei referenti del mondoreale.

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    per ci meno reali di altri animali, (2) sono immediatamente disponibili per risolvere difficiliproblemi di asimmetria nelle classificazioni43.

    4.La mediazione tra l'uomo e il suo POLO ALTO, divino o altro, almeno l'insieme di cose chel'uomo stenta a comprendere, spesso compiuta, come dicevo, da figure animali e in questosenso si pu capire l'origine della zagarogna calabrese. Anche la zagargna, con lo stessoriferimento del gurgulju, ma di diversa distribuzione geolinguistica (nord-calabrese, silana),sembra un doppio accenno sia a predatori notturni che ad esseri umani, anche nelle sue originistoriche, ch il riferimento storico originale alle streghe pi che ai gufi44. Thompson

    19662: 104 registra il tipo zaganoj dell' Orneosophium di Michele Ducas (= Michele VII,1071-1078, Imperatore d'Oriente) ma senza commento tranne per la glossa auis uenaticgenus, come anche verso il 1340 troviamo zaganoj per qualche tipo di falco nel Sinassariodell'Asino (ed. Romano 628, 35 wj zaganoi kaistaurahtoi, ci f qerogureutadej :trattasi di sparvieri ed altri falchi: nel primo caso piuttosto che aquila o falco si potrebbepensare ad un gufo reale, anglice eagle owl, nelle sue dimensioni per nulla inferiore aigrossi predatori diurni). Pare si debba cominciare dalle forme alternanti bizantine zagarion=zaganoj (= accipiter, avis uenatic species anche nel Du Cange greco ( Glossarium adScriptores Medi et Infim Grcitatis): talora viene equiparato, come nell'OrneosophiumdiMichele Ducas, con lo tzourakion45, predatore diurno, altrove predatore notturno; in altreparole, zagar - (= zagan-) + -wnia > cal. zagargna. Che vi sia stata commistione dei duetemi evidente dal commento ducangiano alla voce zagarion: Canis venaticus, Hispanicus,Accipitrarius, qui cum accipitre venatur, dato che Accipiter gi glossa di zaganoj ,

    zaganoj , zakanoj . Un secolo dopo Ducas troviamo nel De Arte uenandi cum auibus diFederico II: III. 102 Quid faciunt traynam leporinam suis sacris, zacanis et layneris, in cuil'uccello zacanus nominato tra i falchi, cfr. anche ibid. ... faciunt traynam leporinam suissacris zacanis et suis layneriis hoc modo: postquam sui zaccani et laynerii sciunt iam uolare ad

    43Quanto detto non cozza necessariamente con l'ipotesi di Ortalli 1997: 41-42 che un degrado dell'ecosistema ed unacontemporanea perdita di controllo sull'ambiente naturale producono una successiva perdita di conoscenza della natura daparte dell'uomo ed un rapporto pi sfumato tra categorie reali ed irreali [p. 41: I confini del mondo animale, dunque, si fannopi labili per lo meno sottodue angolazioni: da un lato la bestia fantastica tende a confondersi in modo pi inquietante conquella reale; d'altro lato lo stacco tra essere umano ed essere bestiale si sfuma ecc.]. Ritengo che lo sviluppo dell'irreale o delreale divenuto irreale sia pi complesso e dipenda anche da altri fattori quali quelli menzionati, ad es. la necessit di elementiimmaginari e mitopoietici della collettivit oppure la necessit di categorie che possano prendere qualsiasi posto sullascacchiera degli schemi classificatri di qualsiasi cultura. Comunque, ci che sempre indiscutibile il drastico cambio

    medioevale di opinione rispetto al lupo, Ortalli id. 11 ...il medioevo ne costruisce un modello stereotipo diverso; il lupodiventa una realt spaventosa ... addirittura divoratore di uomini. Come Ortalli cit. p. 41 sottolinea, l'immaginario collettivosi sovrappone sul reale, l'uomo si stacca sempre di pi dal mondo animale: ci sembra succedere pi rapidamente in occidenteche non nell'Europa orientale, perch verso il 1100 troviamo ancora Teodoro Prodromo che dichiara in maniera esplicita chel'uomo fa parte del mondo animale (ed. Romano 1999 p.310, 9-11cunqeton gar ek pl eonwn tozwon, kaizwon oanqrwpoj , kan t%doimen apl %einai, toutou pol uproteron apos keuasaimeqa thn zwothta).44Rohlfs (Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria) fornisce il tipo lessicale, chiosandolo sp. di gufo, allocco,barbagianni, senza soluzione etimologica. Innanzitutto il referente la sottoclasse Asio otus otus L. + Strix aluco aluco L. deinotturni. Alessio, Lexicon Etymologicum, non cerca di etimologizzare il tipo: in lavori successivi propone un arabismo, lostesso che d il falco detto il sacro in italiano.45 L'etimologia di tzourakionfalco (forse Tinnunculus sp.) sar da cercare in quella del mediogrecotzourizein, tzourl einglossato Circumvolvere nel Du Cange (greco): qui si tratter di prefisso za- o dia- sul verbo

    ouriowecc. spiegare al vento < ouroj vento (favorevole) [discussione in Frisk, GEW II. 448] presente gi nei testiomerici, con lo stesso significato del comune fottivento, cio chi plana sfruttando il vento favorevole.

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    pellem leporinam, sicut diximus, ............ et hunc modum [ad lepores] habeant pro zaccanis etlayneriis, quoniam non sunt tantum audaces, quantum girofalci..., passi in cui molticommentatori traducono falco sacro, vista l'associazione molto stretta, quasi apposizione,proponendo implicitamente un'origine arabo del termine, sulla falsariga di sacer,

    latinizzazione di voce araba. Il termine sembra ambiguo, data la grafia variabile zacanus ~zaccanus, nonch l'associazione nei brani successivi tra falchi quali il sacro e il girifalco e iloro nemici naturali, gufi reali, gufi, allocchi e civette, predatori notturni (id. III. 106). Cisembra ci sia un rapporto manifesto tra lo zacanus di Federico e lo zagarion= zaganoj diMichele Ducas, quasi di derivazione, vista la precedenza del greco, che antedata il terminefedericiano di un secolo.

    Si propone di riportare il bizantino zaganoj , -h alla forma oraziana s gna, che ritroviamoancora in qualche testo medioevale46, con uno sviluppo lineare sga > sgna > * saganh,-oj > zaganoj . Questa ci riporta alla sga preveggente dell'antichit, nota per (a) vecchiaia(Cicerone, De Divinatione I. XXXI), (b) garrulit (Marziale, Epigr. XI. XLIX), (c) per esserebrutta e scarmigliata (Orazio, op. cit.). La preveggenza, la conoscenza e la sagacit sonosottolineate nelle opere etimologiche antiche47 quali i Fragmenti di Festo da Verrio Flacco, gliExcerpta di Paolo Diacono da Festo48 oppure in alcuni frammenti di Lucilio 49, in certi brani diCicerone50, mentre il lato superstizioso e negativo della magia invece enfatizzato nello stessoCicerone51 o in Apuleio (Apologia XXXI). La strada percorsa esattamente contraria a quelladi strix che da uccello notturno passa alla strega tardomedievale 52. La nostra terminologiapercorre la strada maestra di strix: da uccelli di magia e di malagaurio, di una certa ottusit,perch vedono male di giorno, si passa agli stereotipi calabresi delle Commedie Napoletane,Giangurgolo ed altro, Gianni (= Zanni) il Gufo, a partire dal nordcal. gurgulu, grecismo,

    46 Orazio: Epod. V. 25-28 (At expedita sagana per totam domum / spargens auernalis aquas / horret capillis ut marinusasperis / echinus aut laureus aper), che sviluppa la bruttezza della nocturna strix di qualche verso prima, Serm. I. 8, 23-25(uidi egomet nigra succinctam uadere palla / canidiam, pedibus nudis passoque capillo, / cum sagana maiore ululantem, ...),riecheggiata nella strega che urla ed ulula per tutto il Medio Evo, cfr. per il lemma Rabano Mauro, Excerptio de ArteGrammatica Prisciani, De mediis syllabis: Fiscina corripit penultimam, quomodo fuscina, mutina, pagina; et hoc ideo quianon deriuatiua sunt, sed primitiua: sic et sagana; sagan enim et saga idem significant.47La vera etimologia in senso indo-europeo sembra essere la base *SAHG- (IEW 876 *s g-) cercare, ricercare ecc., conesiti greco (hgeomai), latino (sgre), celtici (irl. saighim, cimr. haeddu, cyrraedd, cyrhaeddaf), germanici (ted. suchen, ing.seek ecc.), nonch ittita AK[K]-. Alla base di sgus, sga (> sgna) ci sar, dunque, l'idea chiave di cercare il futuro,cercare la verit ecc. Nelle grammatiche medioevali, comunque, la sgna non viene pi collegata n con la sga n conderivati di sgi(> s gx), cfr. a mo desempio Papia Ars 1. 7, 11 nam Mutina, sagana, pagina non uidentur deriuata,mentre sgx viene fatto derivare normalmente da sgre (id. 1. 7, 102).48Festo ex Verrio Flacco, ed. Lindsay 232, 35 / 302, 1 rispetto a 303, 2 Prsagitatio dicta est quod prsagire est acute

    sentire: unde et sag anus dict, qu multa sciunt / 426, 14 sagus sapiens.49C. Lucilio, Saturarum Reliqui, Lib. VII, Fr. 271 (ed. Terzaghi): tatem et faciem, ut saga et bona conciliatrix.50De Diuinatione I. XXXI Sagire enim sentire acute est; ex quo sag anus, quia multa scire uolunt, et sagaces dicti canes.51De Diuinatione II. LXIII Vtrum philosophia dignius, sagarum superstitione ista interpretari an explicatione natur?.52Per l'origine e la storia di strix cfr. F. Capponi 1979: 466-468, pi probabilmente Tyto alba alba L., nonch per la suaconnessione con la magia. Che la strix sia donna (Stazio, Theb. I. 597 sgg.; Ausonio, Technopgnion X. 25-6 Nota inportentis Thebana tricorporibus. SPHINX./ Nota Caledoniis nuribus, muliebre secus. STRIX - notevole l'accostamento allaSfinge) ed anche malefica (Ovidio, Fasti VI. 135 sgg.: cfr. nel latino cristiano di Pietro Damiano, Epist. XXI Strix maleficaetiamsi alienum sanguinem fundit, suis tamen pignoribus parcit, con allusione ad Ovidio) costituisce un topos gi ab antiquo.L'ambiguit tra strixuccello notturno e strix strega adombrata in Isidoro, Origines XI. IV.2 [Sedet quidam adseruntstrigas ex hominibus fieri], anche se molti autori cristiani preferiscono ignorare le connotazioni magiche e parlano soltantodell'uccello, cfr. Beda,De OrthografiaSTRIGEM hanc, in significatione auis dicas, Sedulius Scottus, Collectaneummiscellaneum43: Nocturne que gemunt striges, et feralia bubo damna canit. Il passaggio predatore notturno > strega gi avvenuto dopo il VII sec., ad es. negli Atti del Sinodo di Patrizio, Ausilio e Issernino XVI Christianus qui crediderit esse

    lamiam in speculo, qu interpretatur striga, anathematizandus ..., molto pi tardi nelle Leggi di Stefano I d'Ungheria, LegesXXXI: Si qua striga inuenta, secundum judicialem legem ducatur ad ecclesiam ... ecc.

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    probabilmente dorigine onomatopeica (gourgoul aj ). La mediazione e la preveggenza orapassano nel teatro come il proprio contrario, simbolo e prototipo dell'ottusit.

    5.La funzione mediatrice dellanimale tra il mondo degli uomini e il mondo altro, talvolta traterra e cielo, talvolta tra terra e sottoterra, in cui cielo e sottoterra indicano lacollocazione di forze misteriose, divine, sottolineata negli studi di Alinei e, per quantoriguarda la donnola, in Poli 1986, dove si evidenzia in modo chiaro, a partire dai testi classiciche onnipresente nella donnola il tratto ambivalente di animale del suolo e del sottosuolo,caratterizzazione che pone la donnola nella condizione di mediare fra i due mondi53. Lamediazione effettuata dall'animale pu avvenire anche tramite luso di tratti caratterizzanti. Untratto caratterizzante pu successivamente sostituire il lemma originale dellanimale oratabuizzato in quanto mediatore tra il divino e il non divino. Ad esempio, alla luce di questipresupposti Alinei 1986 costruisce una serie di tipi nominali per trasformare zoonimi;

    pensiamo in particolare a quelli che operano sulla classe naturale dei mustelidi: tipocaratterizzante quale bello, cane, ratto, bianco. Al primo tipo bello assegna letrasformazioni romanze per la donnola: fr. bellette, ballotte, mil. blura, friul. bilte, venetosettent. blora, belra, forse il pavano Bilora, titolo della commedia ruzzantiana (cfr. ed. L.Zorzi n. 1 p. 1379)54, nonch il lucchese bllora, calabrese mediano veddula, vellula, nonchvajttula assieme al calabrese meridionale baddttula. Per il celtico, oltre al vicino di casa,dove ad es. lo studioso argomenta che termini quali irl. easg, neas, gael. easag, nos vicino> 'donnola' sono da ritenersi termini di parentela, con una successiva trasformazione infunzione di successive modificazioni della societ agricola55, egli postula un incrocio del tipocane con bianco, lessicalizzato poi nel cimrico come gwenci , che appare negli Atlanti

    53In base a questa dualit tra mondo della terra e mondo della spiritualit Poli 1986 individua per la prima volta (cfr.Frisk, GEW I.284-5 , : Die zugrunde liegende Wortform bleibt unsicher; Chantraine DELG riferiscesoltanto un possibile riavvicinamento a gls, senza commento risolutivo) il probabile etimo di nellebraico hled= donnola (LXX ) di Levitico 11, 29, ripetuto in forma aramaica come nome personale di una veggente o profetessa H ldah in 2 Re 22, 14 e 2 Cron. 34, 22 (la funzione appropriata alla donna- donnola). Lallotropo gl)di , allotropo senza vocalizzazione nei testi rabbinici, spiegher la forma del prestito greco.54Il soprannome si associa con l'altro d'origine animale, cio Martorelo nella commedia ruzantiana Moscheta. Trattasisempre di mustelide. Va pur ricordato che Bilra ancora cognome padovano, essendovi 7 esempi nell'Elenco Telefonicodella provincia di Padova, di cui ben 5 a Campo S. Martino. E' anche possibile che il cognome Bellorini (Selvazzano, PD: 1caso) sia della stessa origine. Lo stesso dicasi di Martorelo(lo zoonimo ora martarlo): nella provincia di Padova(Elenco Telefonico) vi sono 1 caso di Martorelli, 11 casi di Martarello, 12 casi in tutto, di cui 9 nei comuni dei Colli Euganei(Montegrotto, Rovolon, Teolo, V Euganeo). Tali cognomi sembrano, cio, concentrarsi geograficamente, Bilra a Campo S.Martino (PD nord), Martarello sui Colli Euganei. Vi era, dunque, una realt a cui si ispirava Angelo Beolco, basata suirapporti tra uomo e bestie, esplicita anche nei connotati animali del soprannome ambiguo stesso di Ruzante!55Alinei p. 173 "... "marriages" or rituals of godparenthood with animals can be considered transformations of ancienttotemic practices, transformed by a farming context". Comunque, da notare che: (1) ness/ neas, easg sostituisce i terminipi antichi irlandesi, ad es. [a] blthnait in Amra Choluimb Chille ed altri testi, passato poi a nome di donna (Thesaurus ii.334. 40-41, 43 come nome della cuoca di Santa Brigida, Book of Leinster 22503-4, 24970, Acallamh na Senrach 663 inIrische Texte iv1.19 ecc.), [b] aru, ar, arg, iara, che troviamo nelle versioni pi antiche del Tin B Cailgne, ad es. TBC1301-2 Is de diat in t-ainm fair mar fhandaill no mar araind imthet muir [ = Libro di Leinster 8683-4 Is de dia t in t-ainm fair. mar fhandaill l mar arann imthit muir, il suo nome va davanti a lui in viaggio sul mare come un rondine o comeuna martora; Windisch traduce Wiesel, mentre nella versione di Stowe 1171 As de ata in t-ainm sin fair, mar aindli no mariarainn imthighes uisce Cecile O Reilly proponeva scoiattolo: la differenza tra martora o faina e scoiattolo, ad es. su unalbero a grande distanza, risulta difficile da percepire da chi non conosce gli animali], nel Tochmarch Ferbe [b aru arathlaimi- era una martora per agilit, Book of Leinster 2556 = Irische Texte iii. 486. 312], negli Irische Texte di Stokes-Windisch (cfr. Acallamh na Senrach: note a r. 6047 n mar fainle n mar iarainn n mar soighid a bogha) ecc. , (2) ladonnola come tale non presente in Irlanda, tutti gli altri membri della famiglia dei mustelidi s, fatti sottovalutati o ignoratida Alinei. Va detto per completezza anche per una corretta valutazione della trasformazione. La trasformazione per tab

    doveva essere successa nel periodo antico irlandese, visto che troviamo ness = mustela gi nelle Glosse di S. Gallo aPrisciano, cfr. Thesaurus ii. 90.21 De mustelino, mustela. i. ness ms longa mustellinus, che sono del ca. 850 d. C.

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    regionali. Basta qualche esempio dell'incomprensione creata e delle conclusioni improprie chesi possono trarre dalla mancanza di controllo delle fonti; proponiamo, dunque, di studiare pida vicino le conclusioni su donnolain Alinei 1986, basato su spunti tratti dagli atlanti regionalidell'Europa Tutti gli zoonimi europei sono stati l esaminati in dettaglio, creando una

    tassonomia popolare di mustelidi, in origine animali tabuizzati, come avviene talvolta per inomi di parentela56.

    Una certa confusione generata dai fatti: (1) ci = cane nel cimrico, (2) in alcuni dialetticimrici la donnola ed altri mustelidi si chiamano bronwen57, forse con riferimento al mantoinvernale bianco di questi animali, ma non necessariamente. Comunque, il comune gwencinon ha nulla a che fare con canidi bianchi:gwyn + ci avrebbe dato *gwyngi per le usualiregole morfonologiche di composizione nel cimrico; il lemma rappresenta, invece, lacomposizione di gwanc artiglio + ci cane> *gwencgi (normale Umlaut di /a/) > gwenci(per assimilazione di tensione e semplificazione), come viene correttamente proposto nelGeiriadur Prifysgol Cymru (voce gwenci). Vi un'associazione negativa in celtico gi ab

    antiquo tra castori, donnole ed ermellini58

    alla quale andava aggiunta sul piano linguistico laconsiderazione delle regole di composizione morfonologica celtica, nonch i dati di Atlantimoderni, perch da soli i punti di un Atlante metodologicamente datato si dimostranoinadeguati per uno studio simile, proprio per alcune imprecisioni sull'interpretazionemorfologica. Comunque, vi da aggiungere che l'interpretazione di abhac / afanc come esitidella base *ab- acqua classica, dovuta in origine a Vendrys, mentre le ipotesi pi recentipreferiscono riportare questi esiti per castoro alla base *abon- fiume con formanteaggettivale, cio *abon-ko- fluviale; acquatico (Hamp 1987).

    Per tornare ai termini romanzi test discussi, pi che al tipo bello sembra che la serie possaessere associata al tipo celtico *bel- che si trova nell'irl balteine, ant.-med. irl. belltaine, gael.bealltuinn, in origine fuoco di Bel = giorno / festa di Bel59. Il primo ad ipotizzare unaderivazione delle voci romanze per donnola dal celtico stato Thurneysen(Keltoromanisches 1884: 90 a proposito dell'ant. fr. bele, mod. belette donnola: Cymr. beleMarder, Zobel steht ganz vereinsamt; Zusammenhang mit frz. belette Wiesel ist alsoimmerhin wahrscheinlich. Zur Herleitung von belette aus bellus vgl. auch bret. kaerell f.Wiesel von kaerschn, vielleicht mit Anlehnung aus das Franzsisch. 60), che poneva la

    56Op. cit. p. 160 ...it is forbidden to mention its name, the shaman calls it "mother" or "my old woman" etc.....57 Nel Cinquecento si ha, per esempio, nelle glosse di William Salesbury "gwenku ne vronwen, a wesell". Il riferimento adun manto bianco, in ogni modo, fa pensare alla donnola e non alla martora ed altre mustelidi.58Dal Trecento il cimrico presenta l'associazione llostlydan, beleu a charlwnc [castoro, donnola e ermellino] come animaliconsiderati negativi in tutti i sensi. Si suppone che tale associazione, esplicitata nei testi trecenteschi, sia molto pi antica.

    59Stokes 1862, Prefazione xxxv, sembrava rifiutare l'associazione tra Belenos e Bealltaine a favore di una connessione tra labase *bhel- bianco; splendente; grigio e la festa del fuoco (In the first part of this word some philologists have fancied thename of Belenos, the Gaulish Apollo. The -tene has been usually regarded as tene, gen. tened fire. In modern Irish, however,the word is Bealltaine ...... The root of Belt-aine (as I divide the word) is perhaps the same as that of the Lith. baltas, white,the -aine is a termination as in sechtmaine week.), anche se il rifiuto di una particolare spiegazione non esclude a vicenda

    l'altra. La lontana origine pu benissimo essere uno sviluppo particolare della base *bhel- che come bianco o grigiofornisce pure, per tab, la voce che sostituisce quella originale per lupo: questa, a sua volta, si sviluppa semanticamentecome la divinit Lupo (= Apollo adulto = Marte, Fauno) che d il suo nome alla festa in oggetto. La prima obiezione da farealle considerazioni ottocentesche di Stokes che l'associazione tra la divinit e la festa non di qualche filologo bens diCormac stesso in un periodo abbastanza antico (cfr. l'edizione di K. Meyer del Sanas Cormaic voce 153 Bil Bial.i. dadal,unde beltine.i. tene Bil n Beil). La seconda che -maine del genitivo irlandese antico (nom. sechtmon, gen. sechtmaine)non una formante indigena, ma, come insegna Thurneysen (Grammatica 918), mostra un adattamento morfologico tra illat. septimna e il numero indigeno secht.60Thurneysen ipotizza un'origine celtica simile a quella del cimr. bele, ma con l'influenza paradigmatica degli esiti di bellus,

    forse per una sorta di tab che viene estesa alla donnola. L'ulteriore passo di questa commistione, per tab, poi perparetimologia, l'influenza di bello kaersul lemma bretone per donnola.

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    derivazione non tanto in termini della divinit Belos quanto dal solo punto di vista del cimr.bele martora, seguito poi da altri, ipotesi negata da alcuni tra cui Schrader, che non riuscivaad ammettere che il ted. Bilch(maus) potesse essere d'origine celtica! Tutta la diatriba descritta a lungo in Bhringer 1935: 31-36, il quale, alla fine, opta anchegli per una soluzione

    semplicistica in termini di bello, cosa che, in sostanza, implica un ritorno alla soluzione, conla quale non concordiamo appunto perch eccessivamente semplicistica, fornita gi in Flechia1876, cio con derivazione diretta da blllus -a < bllus -a bello. Preferisco separare ilmorfo lessicale bilch- del Bilchmaus tedesco dagli esiti celtici di *bhel-ewo- e/o *bhel-ow-yo-,mantenendo l'ipotesi sull'origine celtica delle voci romanze, per i seguenti motivi che ritengotuttora validi, cio:

    a. Kluge EWDS Bilch ipotizza un prestito slavo (plch)61; ipotesi suggestiva ma difficileper diffusione areale, per sviluppo fonologico e forse per semantica62, ipotesi cherichiede ulteriore e lunga discussione;

    b. l'ipotesi d'origine celtica nel caso di Bilch- richiederebbe una struttura morfologica *bhel-

    ego- e non *bhel-ewo- o *bhel-ow-yo-, come nel caso degli esiti celtici di *bhel- con i

    quali si creano terionimi e fitonimi;c. si continua a sostenere l'ipotesi d'origine celtica delle voci romanze, per compatibilit

    corografica (per l'omogeneit della diffusione areale63.

    Poli 1986: 261-262 continua a rifiutare lassociazione tra cimr. bele(u) e le forme romanzebella, bellula, belletta, bellotta e associa, invece, la voce cimrica con il lat. mls, che vienepoi collegato con fls, ipotesi proposta sia da LEW I. 474 che da DELL4. 394, anche se,comunque, vi vedono dei prestiti da qualche lingua sconosciuta (LEW Entlehnung auseiner unbekannten Sprache , DELL4 suggre lide dun emprunt une langueinconnue). Prendo le mosse dallirlandese aru per mustelide (martora, faina) che mi sembradi poter relare allaggettivo cromatico ar scuro, commentato nel Cir Anmann (Irische Texte

    iii2), ad es. 23 p. 292 Lugaid ardonn. i. dbh donn robhi. Nam iarn. i. duibhe dicitur[Lugaid il castano scuro, cio che era nero-bruno. Perch iarn ci che si dice scuro], 196p. 368 Fedlimid Fer urglas no arghls.i. folt ghls bi fair. Is de isberar Feidhlimid Ferurghlas fris. ar. I. folt[era grigio scuro perch aveva capelli grigi ecc.], dove il chiosatore, perpoca attenzione, non solo chiosa correttamente ar come scuro ma anche erratamente comecapelli, 253 p. 394 Amhergein Iarghinnach.i. Amarghein Dubh, nam iarn duibe dicitur.arn. i. dubh[perch iarn scuro ecc.]. Non vi stata proposta etimologica fino ad ora, ma siipotizza che si abbia a che fare con un esito *ei-ro- del noto aggettivo di colore IEW 297 *ei-:*oi- rosso scuro64. Ricordiamo che donnole e ermellini (Mustela nivalis, Mustelaerminea) sono di colore chiaro, mentre martore, faine e puzzole (Martes martes, Martes

    61 Bilchmaus wird in den Ostalpen entliehen u. ergibt ahd. bilih, mhd. bilch(m s). Als slav. Lehnwort steht Bilch in einerReihe mit Gobel. Da slav. Wort ist verwandt mit lit. peleMaus, dies (nach lit. peleti schimmeln, pelesiai Schimmel)urspr. das graue Tier ...62E' troppo, troppo semplicistica l'ipotesi basata sul 'animale grigio, perch non solo i topi sono grigi (giustificazione dellevoci baltiche), ma molti altri animaletti, mentre ghiri del genere Muscardinus avellanarius [Bilchmaus = Haselmaus, ingl.hazelmouse] e donnole non lo sono di certo, faine s. Bilchmaus non entra in questa categoria.63Che gli esiti dell'Italia meridionale siano prestiti dell'ant. francese o provenzale ipotesi sostenuta da quasi tutti.64Che sia in origine un aggettivo di colore sembrerebbe confermato dalla presenza della voce arnu, arnde, arre percerbiatto, -a nellantico irlandese, ad es. Auraicept 5842-3 (gli ogam dei cervi: Osogam.i. dam ar aicme beithi, elit ar aicmeh, iarnu ar aicme m, ), Tripartite Life of Patrick I. 46, 31 ocus iarnde innandegaid ocus gaile for agalaind [e dietro aloro un cerbiatto ed un fagotto sulle sue spalle], II. 381, 14 aige alta ocus iarre inandaid [daini con un cerbiatto dietro aloro], Inno di S. Patrizio, Thesaurus ii. 354, 9 aige alta 7 iarre ina ndiaid ecc. Letimologia sembra rossiccio scuro

    [ar] + essere [de], piuttosto che ar + damh (cerva, daina) o ar + ags. d (il periodo stesso fa pensare che nonsia probabile un prestito anglosassone).

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    foina, Mustela putorius) sono di colore scuro65. Laggettivo per scuro adeguatasostituzione cromatica per gli ultimi tre mustelidi. Per quanto riguarda il lat. mls, in originemartora, poi tasso, prendo le mosse dalla vecchia spiegazione per il lat. mlus di Ribrezzoriproposta in Andr 1967: 104-566 e difesa in Capponi 1979: 338-342, cio che si tratti di esito

    particolare del tema IEW 720-1 *mel- nero; scuro > *mel-[s]wo- > miluus, anche se ci sonodifficolt nel vocalismo rispetto al gr. mel aj ma presenti anche nel gr.mil toj . Si supponecome prima ipotesi, ancora da approfondire, uno sviluppo *mel- > *mel-H-, in cui, conmetatesi, si avrebbe *mel-H- > *meHl- che spiegherebbe la vocale lunga di ml-(s). Credoche la spiegazione, come epiteto cromatico per la martora, debba cominciare da unipotesisimile allinterno dellindo-europeo. Separerei completamente da questa base il lat. fls (1.donnola, 2. gatto domestico), il cui punto di partenza dovrebbe essere la base IEW 118 sgg.*bhel-, da riscrivere per molte lingue i. e. IEW 104 sgg. *bhaH-, bheH- splendere, brillare >aggettivo *bhH-lo-. Nel caso del lat. fls, come anche dei derivati slavi, si dovr supporre*bheH-lo- con vocalismo pieno. In questo modo sia mls che fls trovano il loro punto dipartenza allinterno dellindo-europeo, mls come derivato della base per di colore scuro,

    fls della base per di colore chiaro, brillante. importante sottolineare, in questultimocaso, insieme a Poli 1986, che la deriva referenziale donnola [Mustela nivalis] o furetto[Mustela putorius furetto] > gatto, con sostituzione socio-funzionale del gatto alla donnolacome strumento per evitare la proliferazione dannosa dei topi. La rilevanza dei colori per ladeterminazione di termini sostitutivi per animali mediatori fra il livello spirituale, divino, e illivello ctonio oppure quello fisico delle malattie enfatizzata in Trumper, Pisa 2001: 217-220e verr ri-iterata in questa sede.

    Comunque, per tornare agli esempi dal celtico, ho gi ipotizzato con dovizia di argomentazioni(Trumper Pisa 2001, Ce Fastu? 2002) che vi sia una relazione particolare e molto stretta tracimr. belau, bela (a) lupo, (b) donnola, bela/bela du giusquiamo e la divinit Lupo

    dellantico Panteon celtico, con una trasposizione del tipo IEW 1. 1178-1179 wlkw

    o- lupo >goidelico olc- cattivo; negativo, accompagnata dalla sostituzione bH-lo- > celtico Bel(* bH-l-eH-no- > Blnos > cimr. felin, welin, cio *Cuno- blno-, *Lugo-blno-)ecc., cio bianco, grigio-bianco (cromatico, epiteto della livrea invernale del lupo) > lupo,con estensione seriore anche al mondo delle piante, in modo del tutto simile allestensioneosservata nel latino (herba luparia). Holder I. 335 aveva additato BALAVO- per spiegarealcuni casi difficili di toponomastica gallica e francese, senza riportarlo a BELENOS, ma lostesso Holder I. 370-373 aveva anche ricondotto BELENOS / BELINOS non ad una possibilebase lupo ma ad un i.-e. *gwele- hell sein, glhen67. Resta, comunque, da spiegare lasostituzione della base i.-e. per LUPO nelle lingue celtiche, nonch i successivi usi edestensioni del termine adoperato per la sostituzione. La base *WLKw- lupo (IEW I. 1178-

    1179) lascia esiti nel celtico, ad es. irl. ant., medio e mod. olc cattivo; malvagio68

    . Parimenti

    65La martora porta una striscia gialla sulla gola e sul ventre, la faina una striscia bianca, mentre la puzzola di colore scuroin tutte le sue parti. Sulla schiena tutti e tre questi mustelidi sono di colore scuro.66Cfr. Andr 1967: 105 On a bien limpression que mlus a d tre lorigine un qualificatif, et on soriente naturellementvers la srie des adjectifs chromatiques en wos: flauus, fuluus, furuus, giluus.67Anche Maier 1997: 33-34 non va oltre ad un'equiparenza con Apollo, derivando il nome pi correttamente da *b helo-bianco; splendente, ma senza ulteriori commenti che non quelli sulla diffusione continentale ed aquileiese in particolaredel culto.68Vi pure nell'ant. irl. una voce bil malvagio che si associa ad olc di ugual significato, cfr. nel Glossario di ODavoren206 BIL.i. olc ut est atcota biltenga brath. no bil.i. slan ut est each da boin bil fotach.i. slan cen fotach, con riferimento abiltenga l'offesa per malvagit orale che ritroviamo nel Sanas Cormaic (ed. K. Meyer) voce 174 Biltengthach.i. abellingis (Meyer pensa a a beluis linguis), da collegare semanticamente con l'offesa detta gveli tauavd gi presente nelle

    Leges Ecclesiastic di Hywel Dda 2 (ca. 940-948 d.C.). Tra l'aggettivo malvagio e l'animale lupo vi una continuaassociazione, anche nel caso del termine sostitutivo; pi difficile spiegare il rapporto tra bil malvagio e bil buono che

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    si trovano esiti nell'onomastica ogamica, ad es. ULCCAGNI (ant. irl. tra il V e VI sec. d. C.:qui al genitivo) > ant./ medio irl. Olcn, nonch nellonomastica celtoligure ULKOS,nell'onomastica britannica antica, ad es. ULCAGNUS. Jackson 19945: 171 discute laricorrenza di VLCAGNI dell'iscrizione CIIC 472, id. 179 dell'ogamico ULCAGNI e

    dell'iscrizione latina C IACIT VLCAGNI in CIIC 467; a p. 508 nota 1 egli commenta ilnome VLCAGNVS SENOMAGLI dell'iscrizione CIIC 370. Le iscrizioni sono tuttebritanniche del periodo 400-500 d. C. Il nome VLCAGNOS sembrerebbe un probabile prestitogoidelico nel britannico, ormai nel 5 sec. accettato come onomastica integratabritannicamente, visto che il nome del padre nell'ultimo caso SENOMAGLOS, -VS, tipiconome autentico britannico69. Per una lunga discussione di residui della base originale perlupo nel celtico e le associazioni non solo con laggettivo negativo cattivo; malvagio maanche con lonomastica e con letnonimo Volc si veda Guyonvarch 1969. Comunque, evidente che il termine originale per lupo stato tabuizzato nelle lingue celtiche ab origine,essendo diventato l'epiteto per antonomasia della malvagit.

    Anche se nellantichit pagana il lupo poteva essere considerato animale con valenzapositiva come exemplum dellanimale sociale, ergo dello stesso processo di socializzazione, imotivi per cui il lupo assume una nuova valenza negativa in un primo periodo medioevalesono quelli dellidentit nel mondo pagano tra il gruppo sociale e lanimale totemico. In unsimile ordine pagano le associazioni guerriere venivano dedicate al Dio-Lupo o al Dio-Orso, siidentificavano con il lupo o con lorso, portavano la pelle di lupo come segno esteriore diquesta identit e partecipavano in atti rituali di uccisione comunitaria. In un nuovo ordinecristiano non si potevano attribuire vittorie in battaglia ad una divinit animale totemica, sidoveva attribuire la gloria solo a Dio ed ai suoi Santi. Inoltre, associazioni guerriere segnatedallidentit tra il guerriero e lanimale totemico del gruppo sociale, caratterizzate da atti diuccisione rituale dei nemici, dal diritto di depredare come premio per la difesa militare del

    gruppo, prendono in una societ cristianizzata, cio diversamente ordinata, le associazioni econnotazioni negative del brigante, del predone, del gratuitamente violento, addirittura delguerriero impazzito, preda di raptusmalsano, caratterizzato dalla possessione diabolica. Nelmondo germanico, ad es., assistiamo ad una deriva semantica evidenziata nellanord. lfheinn(vestito di pelle di lupo, il guerriero-lupo) > ufr malvagio ( = ant. alto ted. ubil > bel, =ags. yvel > ingl. evil diabolico), anord. berserkr (vestito di pelle di orso, il guerriero orso) >ingl., sved. berserk impazzito, violento in modo irrazionale. In origine gli lfheinn eberserkr erano guerrieri che si identificavano rispettivamente nel lupo e nellorso, come ciinsegna Tacito. Nel secondo caso la forza dinamica di berserkr tabuizza nel germanico la baseantica per orso (IEW 875 *rkto-), causando la sostituzione con un termine di colore, come alsolito, cio i derivati di IEW 137 sgg. *bher- hellbraun (> bhru-no-: ted. Br, ingl. bear, bruinecc.). Ci non succede nel caso germanico del lupo. Si deve, comunque, supporre una similesostituzione nel celtico, argomento trattato con dovizia di particolari in Sharpe 1979,Campanile 1979, e McCone 1985, 1987.

    Nellantico irlandese il luchthond, originariamente il guerriero-lupo, il preciso equivalenteceltico dell anord. lfheinn, ags. uulues-heuede, slavo volkodlak, diviene il brigante bandito

    reperiamo nel Glossario di ODavoren 205 BIL.i. maith no soinmech ut est bit secht mba bil (anche OClerybil.i.maith: si veda la voce nel DIL). Lane 1933: 262 continuava, come Pokorny IEW I. 159, ad associare l'irl. olc con l'ant.nordico illr ( > ingl. ill), anche se ammetteva root connection uncertain, mentre ritengo sia, invece, da riportare alla base perLUPO: solo questo collegamento sembra spiegare l'onomastica.69Nonostante Vendrys O-21 dica che gli accostamenti sia alla base *alg- far male che quello di Pokorny ai nomi del lupo

    (base *wlkw-) sono rapprochements ... assez hasards, qui accetto l'ipotesi di Pokorny in mancanza di qualsiasi alternativaragionevole.

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    dal consesso sociale, il c-glas70. Il luchthond cessa di esistere come tale, diviene, invece, ilc-glas, il c allaid, felch71(lett. cane grigio, cane selvatico, cane-che-ulula). Luccisione ela depredazione rituale in nome di una divinit totemica, lupo o orso che sia, diventano cosnegative ed anomale nella nuova societ cristiana da non esser pi comprese, come daltronde

    anche i suoi stessi riferimenti lessicali, provocando successive complicazione per icommentatori. Ad es., Windisch 1880 (Irische Texte i. 671b9), non accorgendosi del pesoculturale, ergo del significato profondo, dellepiteto luchthond nella sua edizione del FledBricrend (luchthond lmderg Loegaire Lugar pelle-di-lupodalla mano rossa IrischeTexte i. 262, 2; i. 276, 22), commenta: luch-dond knnte maus-grau sein, und luchthondknnte tond Fell, Haut enthalten?, come se luch-thond fosse stato errore per luch-dhonn(grigio-bruno topo). Lerrore consiste nel valutare il primo elemento del composto come luchtopo e non luch-/ olc lupo. I guerrieri predoni, ora diventati briganti, sono definitiluchthond, con luch- < *wlkwo- IEW 1178-9 lupo+ tond (medioirl. tonn, medio cimr. tonn)pelle < *tom-do- < *tomo-: *tem-1 IEW 1062-3 tagliare. Sono anche definiti i figli dellamorte72, vengono organizzati come fann associazione: questo sembra essere il significato

    pi antico dellirl. fann, come nella stretta associazione tra coin altai lupi e oaic fnnigiovani del fann che camminano assieme lungo le montagne nella poesia anonima delCodex S. Pauli del ca. 800 d. C. (cfr. Thesaurus ii. 293 rothcaither ropat choin altai 7 ois 7imthecht slebe 7 oaic fn[n]e adcear). Simili caratterizzazioni del fann si trovano nel TogailBruidne D Derga (Stokes, RC xxii. 5412-3, ed. Knott 19753: 505-6), nel Beth Colmin (94.8)ecc. Il fann unassociazione dei figli dei lupi/ del lupo e come tale strettamente connessocon luccisione rituale dei nemici del gruppo, come nella Vita Tripartita di S. Patrizio73; ilverbo relato alle sue attivit feladh, forse impropriamente tradotto come comportarsi dalupi mannari nelledizione di Stokes del Togail Bruidne D Derga, quando, invece, sitratterebbe in realt di fare da lupi, identificarsi ritualmente con il lupo74. Questa stessaorganizzazione di fann viene associata, in termini di una societ ormai cristiana, con le operediaboliche e con il druidismo pagano (Cogadh Gaedhel 114, 28-29 ag fianaidh no ag

    70Campanile 1979: 245-6 wolf designates either the stranger or the man banished from his people.71In alcuni testi viene specificato soltanto c cane = lupo, come, ad es., nellAmra Choluimb Chille RC xx.52, 32 Niaigther coin n duini, in cui lunica possibile traduzione Non avere paura n di lupo n di uomo.72Annals of Ulster a. 847.3 Toghal Innsi Locha Muinn remair la Mael Sechnaill for fian(n) lach mar di maccaib bais Luigne7 Galenga ro batar oc indriudh na tuath more gentilium [lisola di Loch Muinremor fu presa da Mael Sechnaill contro unassociazione numerosa dei figli della morte di Luigni e Galenga che depredavano le trib nellamaniera dei pagani].73Vita Tripartita ii. 324 Ego sum macc maicc Cais maic Glais, qui fuit subulcus rg Lugir rg Hirot. Iugulauit me fanmaic Maicc Con [mi ha ucciso il fann del figlio del figlio del lupo = onomasticamente Mac Con]. Cfr. v. l. in Thesaurusii. 267, 38-39.74BDD 20 (RC xxii. 29): gabsat diberg co maccaib flaithi fer n-Erenn impu. Tri choecait fear doib. Intan badar oc

    faelad i crich Connacht occa munud [ed. critica di Knott, BDD2

    : 205-7, p. 7 gabsat dberg co maccaib flaithi fer nrennimpu. Tr. lll. Fear doib in tan bdar oc faelad i Crch Conacht (occa mnud)]. Giustamente osserva la Knott [nota, p. 76,a (occa mnud)] this seems corrupt One is tempted to suggest oc Laignech Faelad A less drastic emendation wouldbe to take (occa mnud) as a gloss on oc faelad which had become incorporated in the text. Cf. f