Trizzino Navi e Poltrone

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La storia racconto attraverso i libriI testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati 34

Prima parte Navi e poltroneAntonino Trizzino Longanesi & C. 1a edizione gennaio 1953

From the Ashes of Disgrace, di Franco Maugeri (ammiraglio) e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock, New York 1948: "L'inverno del '42-'43 trov molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura, amara, dolorosa verit: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco pi avanti esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Pi uno amava il suo Paese, pi doveva pregare per la sua sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo".

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Trizzino, nato a Bivona nel 1899 fu pilota fino alla fine degli anni 30. Nel 1938 Trizzino fu costretto ad abbandonare laviazione ed entr nel campo del giornalismo, divenendo critico militare durante il II conflitto in vari giornali tra cui Il Tevere ed Il tempo. Recensione ufficiale: Durante la seconda guerra mondiale, l'Italia aveva un esercito fiaccato dall'emorragia di mezzi causata dalle guerre di Etiopia e di Spagna, ma aveva ancora una marina militare in efficienza, che invece rimase quasi sempre ferma nei porti, magari a farsi bombardare passivamente come avvenne a Taranto. Poco dopo la fine della guerra, il libro di un ex ufficiale dell'aviazione, Antonino Trizzino, "Navi e poltrone", document la connivenza con la Gran Bretagna del Ministero della Marina Militare italiana dell'epoca (che allora si faceva chiamare pomposamente Supermarina). Antonino Trizzino fu anche assolto in un processo intentatogli per calunnia a causa delle sue accuse. Successivamente venuta alla luce l'appartenenza di molti ammiragli alle logge massoniche anglofile. Il tema del libro viene trattato in 6 capitoli di indagine indiziaria di cui tre fuori dalla sezione ma raggiungibili dal link. Cap. 4 La notte di Taranto Cap. e 5 Cap. la 6, beffa nelle di Genova nei la schede, in Storia sentenza Franco Maugeri personaggi

http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm

http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm

I brani tratti dal libro sono in verde

Da Gran Loggia regolare dItalia Unica Obbedienza Massonica Italiana Riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra:Storicamente non si pu certo dire che la Massoneria italiana abbia ostacolato la nascita del fenomeno fascista, anzi, non pochi storici asseriscono il suo ruolo determinante nella presa di potere da parte del fascismo. I rapporti tra il Fascismo e la Massoneria quindi, almeno inizialmente furono tuttaltro che conflittuali. Quando i vertici della Massoneria si riunirono a Palazzo Giustiniani per linstallazione del Gran Maestro Domizio Torrigiani, che succedeva ad Ernesto Nathan, la simpatia manifestata dai presenti nei confronti del movimento fascista fu evidentissima. Solo successivamente, nel percorso che porter dal Fascismo Movimento al Fascismo Regime, si determiner, oltre ad una interessante evoluzione nellapproccio al materiale mitologico, nellutilizzazione dei

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simboli e nella realizzazione dei rituali fascisti, quella inevitabile degenerazione dei rapporti con la Massoneria, che ne determin la successiva persecuzione.. I rapporti di Mussolini con la Massoneria furono contraddittori. Inizialmente, egli tenta di diventare massone e chiede liscrizione alla Loggia Romagnosi di Milano, che fu rifiutata. Erano gli anni della prima guerra mondiale: pareva che gi nel 1905, a Lugo di Romagna, Mussolini avesse invano presentato domanda alla Loggia Rinancini, e poco dopo, Losanna, sempre con lo stesso risultato. Lostilit di Mussolini nei confronti della Massoneria comincia a delinearsi gi nel 1914 quando, ancora socialista, al Congresso di Ancona del partito si scagli contro la Massoneria, facendo votare un ordine del giorno che diceva: Pu darsi che il massonismo tenda allumanitarismo. Ma tempo di reagire contro questa infiltrazione. Anzi il solo e unico problema. Non possiamo confondere il nostro umanitarismo con laltro umanitarismo, elastico, vacuo, illogico, propugnato dalla Massoneria. Dopo che la commissione dei Quindici, nominata per far luce sulle logge e presieduta da Giovanni Gentile, aveva emesso un giudizio perentoriamente sfavorevole nei confronti della Massoneria, con un voto a scrutinio segreto, il 19 Maggio 1925, veniva approvato dalla Camera il disegno di legge presentato il 12 Gennaio 1925, e successivamente, il 22 novembre 1925 esso divenne legge. Conseguentemente divenne obbligatorio, per i dipendenti dello Stato, dichiarare non solo se appartenevano ma anche se avessero mai fatto parte di associazioni segrete. Di certo lallontanamento di funzionari pubblici legati alle Logge costituiva un passaggio obbligato nellinstaurazione del regime fascista. Con questo atto, la Massoneria era virtualmente fuori legge. Il 22 novembre Torrigiani emise mestamente un comunicato dove si rendeva noto lo scioglimento di tutte le Logge.

Di Badoglio massone cos parlava Cadorna.Fu proprio il suo Corpo d'armata (27) che fu sfondato di fronte a Tolmino, perdendo in un sol giorno tre fortissime linee di difesa e ci sebbene il giorno prima (23 ottobre 1917) avesse espresso proprio a me la pi completa fiducia nella resistenza, confermandomi ci che gi aveva annunciato il 19 ottobre al colonnello Calcagno, da me inviatogli per assumere informazioni sulle sue truppe e sui suoi bisogni. La rotta di questo Corpo fu quella che determin la rottura del fronte dell'intero Esercito a Caporetto. E il Badoglio la passa liscia! Qui c'entra evidentemente la massoneria e probabilmente altre influenze, visto gli onori che gli hanno elargito in seguito. E mi pare che basti per ora!". (Le altre influenze erano della monarchia). (Ib. pag. 133).

Prima di addentrarci in ulteriori spiegazioni sul caso Trizzino-ammiragli, (vedi terza parte), bene chiarire il significato e la valenza di alcuni termini della vicenda e del libro che nelle pagine finali riporta il famoso attacco a Supermarina e S.I.S (servizio informazioni militari della Marina), definite quinte colonne allinterno della difesa italiana dell'epoca. Il libro parimenti contiene tantissime (la prevalenza) pagine dedicate al sacrificio degli equipaggi e alla professionalit, ma anche accuse alla inettitudine, al disonore e all'ambivalenza dei comandi che furono la vera causa della incriminazione e del rinvio a giudizio di Trizzino. Mi colp, scrive lammiraglio Andrew Cunningham, il fatto che mentre gli italiani nel complesso 3

dimostravano poco spirito di iniziativa (comune) sul mare, riuscissero tanto bene in azioni individuali. Certamente essi avevano uomini capaci delle imprese pi ardite. Trizzino venne condannato e solo in appello parzialmente assolto dalla motivazione della sentenza. Il fatto che non scontasse la pena gli derivava dall'ennesima amnistia. Che in Italia esistessero dei traditori era comunque cosa nota e logica. Non esistevano solo da noi, cerano in Germania, in Francia, in Inghilterra etc.. Laccordo armistiziale del settembre '43 e il successivo trattato di pace definiva queste posizioni. art. 16: L'Italia non incriminer n altrimenti perseguir alcun cittadino italiano, specialmente gli appartenenti alle forze armate, per avere tra il 10 giugno 1940 e la data dell'entrata in vigore del presente trattato, espresso la loro simpatia per la causa delle Potenze Alleate o aver condotto un'azione a favore di detta causa.Supermarina era lorgano che allo scoppio della guerra sovrintendeva a tutte le operazioni navali, una specie di sala dei bottoni in cui si concentravano tutte le informazioni. Stava a Roma sul lungotevere Flaminio ed aveva a disposizione dei bunker sotterranei in caso di incursione aerea. Si trasfer alla stazione radiotelegrafica sotterranea della Marina, in localit Santa Rosa sulla via Cassia (20 km fuori Roma) alla dichiarazione di Roma citt aperta (e smilitarizzata). Rimase in funzione fino al 12 settembre 1943 e venne riattivata a Brindisi dove si era trasferito il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio De Courten, con il governo Badoglio. Chi ne era a capo? Gerarchicamente, toccava al CSM della marina, nel 1940 l'ammiraglio Domenico Cavagnari. Ma poich egli era anche sottosegretario (e in pratica il ministro della Marina, perch il titolare era Mussolini superimpegnato), capo di Supermarina era in effetti il sottocapo di SM. Negli ultimi due anni di guerra, allorch a capo della flotta in mare fu prima l'ammiraglio Angelo lachina e poi l'ammiraglio Carlo Bergamini, divenne sottocapo di SM l'ammiraglio Luigi Sansonetti.

Ora, nel 1953, quando si dette inizio alla causa, il titolo di spia era un punto di merito sancito dalle leggi e sicura patente di antifascismo. A Trizzino al massimo poteva andare la medaglia del pamphlet da panegirico adulatorio. Diverso il caso di tutti gli altri tirati in ballo almeno (senza prove come del resto tutto il libro che allepoca era unopera indiziaria) con letichetta di incapaci e pusillanimi*. Questi naturalmente reagirono e reagirono male anche perch erano ancora in servizio attivo in uno dei pilastri della Nato, la diga anticomunista che si avvaleva ora di molte delle ex menti dei passati regimi. Cosa spingesse lo stato italiano a tenere comunque in servizio degli incapaci non dato a sapere, ma non era o sar la prima volta. Chi non reag, lo era per un motivo molto semplice: era inabissato (incoscio) con le navi tradite. Le accuse di Trizzino nel tempo vennero s stemperate ma anche comprovate da nuovi autori. Aggiungiamo noi che all'epoca (1952) non si conosceva l'esistenza della macchina Ultra che decodificava la tedesca Enigma, ma anche delle intercettazioni tedesche che rovesciavano la situazione e non si considerava quella miriade di canali informativi o disinformativi tipici del

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costume italiano e le spie vere e proprie con tanto di patente che non assursero mai agli onori della cronaca.

Sospettato n 1: La massoneria di osservanza inglese da Angelo Martelli "Una sigaretta sotto il temporale" 1988:........ Un episodio riconduce, se pur attraverso una ricostruzione congetturale, allintervento massonico nella vita pubblica e politica italiana. Omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti: La Corte dAppello di Roma stabil che i mandanti furono Cesare Rossi, Giovanni Marinelli, Filippo Filippelli, e che gli esecutori furono Amerigo Dumini, Albino Volpi, Amleto Poveromo Augusto Malacria e Giuseppe Viola. Lelemento dal quale non si pu prescindere per restare in un minimo di chiarezza, che il delitto Matteotti non fu premeditato; sono troppi e banali gli errori in cui gli autori sono incorsi per farsi scoprire e individuare. Si doveva trattare di un avvertimento odi una lezione, molto in voga a quei tempi con o senza olio di ricino, ma la reazione del deputato Matteotti ha portato, quelli che poi sono divenuti i sicari, ad un agire incontrollato che ha appesantito la mano sino ad ucciderlo. Laspetto massonico della vicenda abbastanza pesante e vistoso posto che le due massonerie italiane, quella di Palazzo Giustiniani e di Piazza del Ges, si accusarono a vicenda di partecipazione al delitto. Occorre, a questo punto, considerare che i mandanti del sequestro Matteotti, cos come furono indicati dallaccusa durante il processo, erano Rossi, Marinelli e Filippelli, tre massoni di Piazza del Ges; il capo della banda, Amerigo Dumini, che aveva assolto al collegamento tra mandanti e sicari, apparteneva anchesso alla massoneria. Egli, dopo ladesione alla loggia giustinianea di Firenze e dopo esser servito da gorilla, nelle elezioni del 1921, al Gran Maestro aggiunto di Palazzo Giustiniani, Giuseppe Meoni, candidatosi nel Blocco Nazionale, era passato alla massoneria di Piazza del Ges. La congettura o lipotesi della presenza massonica nel delitto Matteotti, oltre a validi moventi fra cui quello destabilizzante del nuovo regime politico fascista, venne riproposta da una lettera anonima spedita da Torino direttamente a Mussolini: La morte, anzi la soppressione di Matteotti scriveva lignoto estensore fu decretata a Palazzo Giustiniani; vuoi le prove? Fa frugare sotto un falso piano di un tavolo e troverai i documenti relativi: il tavolo trovasi in una piccola camera trascurata a destra entrando. Bisognerebbe fare presto perch sabato sera di notte fu discusso della distruzione dei documenti o del loro invio al Grande Oriente di Francia per ottenere il rimborso del pattuito delitto. la lettera di un maniaco? Non si sa; sta di fatto che anche su questo oscuro episodio vi lombra della massoneria che avrebbe potuto trarre vantaggio dal malumore nazionale e dal momento di sbandamento della credibilit popolare in Mussolini. La massoneria, di origine anglosassone e non si pu escludere a priori che gli amici sui quali lammiragliato inglese poteva contare, presso il nostro Supermarina e di cui parl lo stesso Maugeri nel suo libro (From the ashes of disgrace fu pubblicato solo in America), fossero legati proprio dal cordone massonico. In realt con il pluralismo confessionale delle logge, la massoneria prescindeva dalle singole religioni e dalle nazionalit per cui in certo qual modo si poneva al di sopra di esse per costruire la cosiddetta Cattedrale laica della fraternit. Non si tratta, tuttavia, di una fraternit disinteressata e pastorale posto che si impone dove esiste lo stato di necessit e dove il potere pubblico controllato da affiliati. .. Ma la legge di Mussolini del 25 voleva si conoscessero nomi e indirizzi degli affiliati e un bel giorno lelenco con 916

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nomi, indirizzi e verbali di giuramenti, oltre a rubriche e altro, fin nel carteggio riservato della segreteria del Duce. Fra questi nomi vi erano anche quelli di Farinacci, lon. Edoardo Torre di Alessandria, lon. Alessandro Groppali di Cremona, il generale dei bersaglieri Sante Ceccherini, lon. Arrivabene di Mantova, Terzaghi di Milano, lon. Ernesto Tartusio, il gen. Ugo Clerici, il presidente Raimondi, il prefetto di Trapani, Giuseppe Gallicano, Giuseppe Lanza principe di Scalea gi sottosegretario alla guerra nel V Ministero Giolitti, il conte Luigi Lusignani di Parma, il generale Emilio Giampietro, lon. Umberto Gabbi e tanti altri. Di Roma facevano spicco nellelenco i nomi di Edmondo Rossoni, Alessandro Melchiorri, Giuseppe Mosconi console della milizia, e di Tommaso Tittoni presidente del Senato. Il 3 gennaio 1925 nell'assemblea dei gran capi massonici, il generale Luigi Capello (comandante della II armata diretto superiore di Badoglio al XXVII C.d.A. quello o quelli con la massima responsabilit a Caporetto ) condannava i Fratelli che avevano tradito i loro ideali di libert, aderendo al Fascismo. Il generale era molto attivo nelle relazioni massoniche internazionali che abbinava ad una notevole attivit antifascista, tanto da essere considerato come il capo ideale di eventuali iniziative militari contro il regime. Ebbe molti incontri con gli oppositori di Mussolini e, tra questi, come accert la polizia, parecchi con lex capitano degli Alpini, Tito Zaniboni. Questi, il 4 novembre 1925, veniva arrestato mentre si apprestava a sparare a Mussolini. Il Tribunale Speciale fascista condann a trentanni Tito Zaniboni, il generale Capello e altri a pene minori.

E' enorme, disse Mussolini, che funzionari di altissimo grado frequentino le logge, informino le logge, prendano ordini dalle logge. Non v' dubbio che le istituzioni pi gelose dello Stato, quelle che amministrano la Giustizia, quelle che educano le nuove generazioni e quelle che rappresentano le forze armate, che devono essere ad ogni momento pronte alla difesa della Patria, hanno subito e subiscono con alterna vicenda, linfluenza della massoneria. Ci inammissibile, ci deve finire.

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Al posto della massoneria nacquero i Rotary, a cui il re prest la presidenza onoraria. Ci che egli aveva cercato di cacciare dalla porta, gli rientrava dalla finestra. Gramsci, .. una massoneria senza i piccoli borghesi e senza la mentalit piccolo borghese, dove lelemento arcaico e ritualistico stato superato nel nome di un efficientismo di elite rivolto alla produzione. Di qui ladesione di agrari, industriali e del potere pubblico. Molti dei 20.000 massoni italiani degli Anni Venti entrarono nei Rotary. Alla fine del fascismo, quando Mussolini si ritir nella repubblichina di Sal e cercava una spiegazione sulla sua ingloriosa fine, dalle carte del controspionaggio repubblichino usc fuori quella che fu considerata la prova schiacciante che dimostrava come la sua rovina venisse proprio da quelle forze (ebrei e massoni) che era convinto di aver distrutto. Si trattava di una lettera firmata da Badoglio, anchesso grande massone, in cui sbrigativamente era stato scritto: In ogni modo, nel caso che i tedeschi estendano in Italia la loro occupazione militare, resta fissata la realizzazione delle ultime direttive impartiteci dal Grande Oriente di Londra. Provveder io stesso a stabilire i contatti con tutti i fratelli che verranno smistati nei rispettivi posti (25 luglio). Peccato, scrive il Mola nella sua Storia della Massoneria Italiana, che quella prova clamorosa, quel documento inequivocabile del tradimento di Badoglio, sia poi risultata clamorosamente falsa!. Non si pu affermare che il tradimento degli alti comandi, ai danni di chi navigava e del Paese, fosse di matrice massonica perch non se ne conoscono prove concrete, ma nessuno pu negare lesistenza di un movente pi che valido. Laltro movente, ispirato sempre alla sopravvivenza della massoneria, riconduce alla lotta contro la chiesa e in particolare contro la Curia Romana che ne era lespressione, ma sul piano pratico fu tenuta in serbo perch il governo fascista, ormai unico difensore del Cattolicesimo, avrebbe colpito duramente qualsiasi espressione massonica; questa lotta si evidenzi in tutta la sua spregiudicatezza solo nel 1945 quando, dopo la morte di Mussolini, e la Chiesa fu sullorlo della capitolazione. .. La massoneria non si attiene ad una dottrina sistematica e definita, n tanto meno ad una rigida regola filosofica, anche se dice di predicare la fratellanza, per cui la vita e lopera di un massone non si inquadra in una norma predeterminata n essa pu in alcun modo considerarsi limmagine, lidentit della massoneria stessa. Non potrebbe essere diversamente posto che il massone si regola di volta in volta secondo interesse proprio o dellorganizzazione e in modo quasi aristotelico, nel senso che pu trovare conveniente oggi quello che aveva giudicato sconveniente ieri. Leone XIII, 8 dicembre 1892 la massoneria (...) nemica ad un tempo di Dio, della Chiesa e della nostra patria. Antonio Gramsci alla Camera, maggio 1925 discussione del d.l. per la soppressione della massoneria la massoneria in Italia ha rappresentato l' ideologia e l' organizzazione reale della classe borghese capitalistica.

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67 alti ufficiali erano sposati con donne straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli -

Mario Farangola, alla guida dei sommergibili, e Vittorio Tur, titolare d'incarichi molto delicati - avevano mogli inglesi, mentre due capitani di vascello destinati a una folgorante carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati con un'inglese e un'americana.

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*Aver voluto preservare si legge ancora nelle motivazioni della sentenza dAppello del processo Trizzino-Ammiragli le navi dabattaglia per destinarle a compiti pi nobili e decisivi fu una inutile cautela perch mai, ad eccezione del breve scontro di Punta Stilo, i nostri massimi calibri si misurano con quelli nemici e gli incontri furono evitati per eccessiva prudenza anche quando la netta superiorit delle nostre forze avrebbe potuto assicurarci il successo. La flotta italiana non intervenne neppure quando la guerra invest il suolo della Patria e lunica occasione che le si present fu di consegnarsi due mesi dopo, a Malta. Tanto valeva buttarsi nella mischia e usarle una ultima volta quelle navi che poi dovevano finire in parte pignorate per insolvenze ministeriali, in parte vendute come ferro vecchio e in parte cedute al nemico in conto riparazioni.

Corriere della Sera - Sergio Romano - lettere al Corriere... Trizzino ha uno stile secco e incisivo, ha lavorato sulle fonti disponibili(ndr: all'epoca)

e, soprattutto,

non ha peli sulla lingua. Non sopravvaluta la potenza della flotta italiana e conosce i grandi meriti di quella britannica. Ma crede che il rapporto di forze rendesse possibile un migliore equilibrio e punta il dito contro il vertice della Marina. Alcuni ammiragli sono esplicitamente accusati di codardia. Ma il capo d'accusa pi grave spionaggio e tradimento. L'autore non pu fornire documenti e individuare precise responsabilit, ma appassionatamente convinto che soltanto informazioni provenienti da Supermarina abbiano consentito agli inglesi di mettere a segno alcune delle loro operazioni pi brillanti. E crede che soltanto l'ipotesi del tradimento possa spiegare la passivit e la lentezza della nostra flotta in circostanze in cui un rapido intervento avrebbe potuto contrastare efficacemente i piani del nemico. La prova indiretta, sempre secondo Trizzino, in un libro dell'ammiraglio Franco Maugeri, capo del Sis (Ufficio informazioni della Marina), apparso dopo la guerra. Nel libro si legge tra l'altro la frase riportata in testa a questa colonna

top secret

Sospettato n 2: Il siluro e la motobomba(sospetto la negativit che propizia la sconfitta in questo caso il contrario). Navi e poltrone Trizzino pag.10: Dopo la sconfitta, nel luglio del 1947, durante un processo militare a carico del generale Valle, venne alla luce un rapporto segreto presentato a Mussolini, nellaprile del 41, dal sottosegretario di stato allaeronautica del tempo, generale Pricolo. Questi spiegava che la mancanza di aerosiluranti era dovuta alla scarsa fiducia nella specialit, considerata meno efficace e di minor rendimento delle bombe . A questi argomenti se ne aggiungevano altri ancora. E il primo era che non cera convenienza ad acquistare siluri, perch con la stessa spesa si poteva avere un numero di bombe di gran lunga maggiore. Un siluro per aerei non potr costare certo meno di 150.000 lire, senza il costo dellesplosivo. La bomba da 500 kg, compreso lesplosivo, non costa che 4.000 lire. E mentre con 150.000 lire si portano 150 kg di esplosivo, con 4.000 lire se ne portano 240; ben 90 in pi. Quindi, invece di 100 siluri, che costerebbero 18.000.000, pi conveniente acquistare 30 velivoli da 500.000 lire

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luno, 1.000 bombe da 250 kg (2.500 lire luna) pi 123 bombe da 500 kg (a lire 4.000 luna). Questultima fu la tesi-base esposta nel numero di marzo 1934 della Rivista Aeronautica da uno dei pi alti rappresentanti dellaviazione, che si celava sotto lo pseudonimo di Vultur. A questa tesi se ne aggiungevano altre che consideravano avvilente luso dellaereo in marina. Era una vecchia ruggine ancor buona della incomunicabilit e cooperazione interforze. Non cambier quasi nulla fino alla fine della guerra. LItalia gi dal '34 aveva dei siluri perfezionati che altri anche a conflitto iniziato non ebbero. Le spie fecero di tutto per avere notizie e il nostro alleato tedesco ne ordin 300. Sempre Valle: Avevo, dopo lunghi anni di esperienze, condotte a Guidonia e a Fiume (siluruficio aeronavale Whitehead) dal 35 al 38, creato un siluro aereo, che era riuscito a funzionare anche lanciato da ottanta metri (gli inglesi dovevano scendere a toccare lacqua e lanciavano da pi lontano) . Un lancio da ottanta metri, un fatto che basta da solo a convincere dellefficacia della nuova arma qualsiasi persona competente. Le autorit aeronautiche avevano la costante preoccupazione che Io sviluppo dei reparti aerosiluranti, tanto appoggiato dalla marina, portasse, dato il mezzo in cui essi dovevano agire, alla dipendenza dalle forze navali . In parole povere, poich gli aerosiluranti erano destinati a compiere lavori similari a quelli dei mezzi navali, si temeva che passassero agli ordini degli ammiragli. Nel suo rapporto del 1940, Pricolo lamenta che gli studi e le esperienze dellaerosilurante siano stati da tempo abbandonati; ma non dice che nessun capo dellaviazione, a cominciare da lui, spese una sola parola contro quellabbandono. Le bombe pesanti presupponevano di avere squadriglie di bombardieri e obiettivi da bombardare. Noi a Londra non saremmo mai arrivati e il bombardamento in mare da certe altezze a confronto era pi impreciso e improbabile di una vincita al Superenalotto. 1) Tutti gli oggetti lanciati con paracadute sono da prendere sotto il fuoco delle mitragliere delle navi . 2) Sulle navi debbono essere approntati gruppi di fucilieri 3) Approntare reti per il recupero dei siluri che, a causa del cattivo funzionamento, rimangono in superficie... 4) Ancorare barconi ed imbarcazioni intorno alle navi per protezione [...].

la piovra massonica9

I silurifici operanti in Italia nel 1940 erano tre: Silurificio Whitehead di Fiume dal 1860 Silurificio Italiano di Baia-Napoli in attivit dal 1915 Silurificio Motofides a Livorno dipendenza di Fiume dal 1937. Complessivamente, dal 10.6.1940 all'1.9.1943, furono impiegati 546 siluri nel 1940, 1,185 ne1 1941, 1,600 nel l942, 350 nel 1943 L'utilizzo di siluri su idrovolanti (Cant. Z 506) visse il lasso di tempo di notoriet che questi ebbero dopo le trasvolate.

Verso la met degli anni trenta sia la Societ Whitehead di Fiume che il Silurificio Italiano erano riusciti a mettere a punto siluri navali da 533 mm (tipo nuovo) capaci di sviluppare 50 nodi per la corsa da 4,000 metri e siluri da 450 con velocit di 42 nodi sulla corsa di 3,000 metri. Gli acciarini di cui erano dotati tutti i siluri italiani erano del

LA MOTOBOMBA:Cos gli inglesi la descrivevano dopo i primi impieghi (considerati deludenti dagli italiani che non avevano quasi ricognizione per controllarne gli effetti) del giugno 1941 e lultimo dellagosto del 42 (Spartivento) in una direttiva

top

secret

ai

comandi

marittimi

della

Cirenaica,

dellEgitto

e

del

Mar

Rosso:

Descrizione delle bombe - Il nemico impiega piccoli siluri con moto rotatorio contro navi nei porti. Essi vengono lanciati con paracadute da una altezza di circa 180 metri [...] Il siluro si muove o sulla superficie o al di sotto di questa con spostamento automatico del timone di direzione ogni 4 minuti . due spolette e dispositivo per lautoaffondamento al termine della corsa. Misure precauzionali: vedi a fianco

Le operazioni navali che si svolsero nel Mediterraneo dimostrarono abbastanza presto che gli scontri tra unit di superficie, sebbene spettacolari, raramente avevano effetti decisivi e che il controllo del mare veniva assunto da chi era in grado di imporre la propria supremazia aerea. Tutto ci fece si che il peso della lotta gravasse sempre pi sulla Regia Aeronautica. Il 27 Agosto 1940 il Ten. Buscaglia esegu la prima azione aerea con il siluro contro unit nemiche in navigazione e da quel momento i reparti aerosiluranti (stranieri e italiani) divennero il pi temibile mezzo di offesa. Intanto il Reparto Sperimentale Aerosiluranti, costituito a Gorizia allinizio del 40, venne equipaggiato con il Savoia Marchetti SM.79, il "Gobbo Maledetto", che pur non essendo espressamente studiato per limpiego aerosilurante, era un aereo robusto, veloce e maneggevole, un vero gioiello della tecnica. Lanno dopo and un po meglio (9 centri pieni) ma 14 perdite. Alla fine della guerra le statistiche diranno che ogni equipaggio compiva in media tre missioni prima di essere abbattuto dalla contraerea. Il lancio avveniva, di norma, ad una velocit di 300 km/h alla quota di 30-40 m, in queste condizioni il siluro entrava in acqua con una inclinazione di 30 e dopo essere sceso 10 m sotto la profondit di regolazione si stabilizzava in 160 m sul percorso subacqueo stabilito. da regiamarina: Adattato da "Le Armi delle Navi Italiane Nella Seconda Guerra Mondiale" di Erminio Bagnasco Edizioni Ermanno Albertelli -

La storia racconto attraverso i libriI testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati

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Seconda parte

Navi e poltroneAntonino Trizzino edizione genn. 1953MUSSOLINI NELLA STANZA DEI BOTTONI: Trizzino giudic moltoseveramente gli alti comandi e lo stesso Mussolini, che si fece improvvisamente nominare comandante supremo delle forze armate come se ci bastasse per impedire i tradimenti. Esso esercit infatti un potere pi apparente che reale, ma certamente assai dannoso per le tre armi. Med. d'oro al comandante Antonino Toscano Comandante di divisione di incrociatori leggeri, incaricata di una missione di guerra eccezionalmente delicata e rischiosa, accoglieva con perfetta serenit il compito affidatogli, e ne dirigeva i preparativi con estrema cura di ogni particolare. Conscio che solo una fortunata evasione da ogni mezzo di scoperta e di offesa nemica poteva permettere alle sue navi di compiere incolumi la loro missione, preparava fortemente l'animo suo e quello dei suoi alla suprema offerta alla Patria. Scontratosi ad alta velocit con un gruppo di unit nemiche che defilava di controbordo, reag con tutti i mezzi bellici all'azione nemica fortissima e di breve durata. Ferito gravemente fra i primi, continuava imperterrito a dirigere il combattimento, infondendo rabbiosa energia in tutti i suoi dipendenti: esempio di salde ed eroiche virt militari. Colpita duramente pi volte la nave che batteva la sua insegna, rimaneva al suo posto di comando e di combattimento e, in una suprema dedizione alla Patria e alla Marina, deciso a condividere la sorte dell'unit che si inabissava in un alone di gloria, con essa eroicamente scompariva, additando alle schiere dei suoi dipendenti la via del dovere e del sacrificio. Mediterraneo Centrale, 13 dicembre 1941 da Angelo Martelli Trizzino sub un processo a Milano e con sentenza 5 dicembre 1953 fu dichiarato colpevole di vilipendio delle Forze Armate dello Stato e condannato a otto mesi di reclusione. Alla denuncia del Ministero della Difesa cui, appunto, fece seguito la sentenza, seguirono le querele degli ammiragli Bruno Brivonesi, Gino Pavesi e Priamo Leonardi. Anche questo processo si concluse con la condanna del Trizzino a due anni e 4 mesi di reclusione, ad una multa, e al riconoscimento dei danni morali verso i tre querelanti, la confisca del libro e la pubblicazione della sentenza sul Corriere della Sera, sul Giornale dItalia e sul Mattino. Segu, da parte del condannato, il ricorso in appello e nel frattempo intervenne il decreto di amnistia del dicembre 1953 che estinse il delitto di diffamazione continuata, ma lappello rimase per il delitto di vilipendio delle FFAA. dello Stato. Sentenza della Corte dAppello milanese. Il prestigio di una istituzione si afferma dopo una lunga premessa e disamina riposa anche sul prestigio personale dei suoi maggiori esponenti, ma non si identifica n si esaurisce in esso. Per le Forze Armate, in particolare, il patrimonio spirituale che le innalza nella pubblica stima, attinge a molteplici fonti; alla tradizione, alle

Longanesi & C. 1a

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virt guerriere della stirpe, alla storia delle imprese onorevolmente compiute, agli esempi di eroismo individuale e collettivo che illuminano il ricordo dei fatti darme nella buona e nella cattiva sorte. I motivi della prima sentenza vengono ribattuti uno per uno ed il libro Navi e Poltrone viene letto ed interpretato per quello che realmente vuoi dire, cio lesaltazione del valore dei protagonisti in mare. Un valore tradito, si potr dire, ma che non cessa di essere tale, e chi lo riconosce e lo esalta, non pu essere accusato di denigrazione. Il motivo della decisione della Corte dAppello ha negato, nel complesso, lelemento obbiettivo del reato; poteva cos considerarsi soddisfatta lesigenza formale del giudizio, ma per compiutezza di indagine e per la gravit delle proposizioni che hanno legato il Trizzino ad un addebito di mendacio e di mala fede, la Corte ha ritenuto doveroso e utile affrontare anche il problema dellelemento psicologico. Utilit che si rivelata di estrema importanza posto che il magistrato ha preso in esame e confutato la sentenza di primo grado e dimostrato linesistenza, nellautore Trizzino, di una precisa volont di offendere e villipendere la Marina Italiana.

Sospettato n 3: Supermarina e Mussolini.

Navi

e

poltrone

Trizzino

CAPITOLO

XV

pag.

213

e

segg.

Come abbiamo visto, le navi italiane erano dirette e comandate da Roma, dal ministero della marina, dove si concepivano i piani di guerra, si redigevano gli ordini di operazione si sceglie vano le unit che dovevano prendere parte a ogni azione, si stabilivano persino le ore di partenza, le rotte e le velocit per raggiungere il nemico, senza nemmeno consultare o interpellare, nello studio delle situazioni che a volta a volta si presentavano e nellapprontamento dei mezzi pi idonei ad affrontarle, i comandanti in mare. Si tratt di unorganizzazione sui generis dellalto comando navale, non solo senza precedenti ma senza alcun riscontro nella storia delle altre marine. Non parliamo, poi, dellammiragliato britannico, che, rispettoso della tradizione nelsoniana, si guardava bene dallinterferire nellindipendenza e nellautonomia di coloro che avevano la responsabilit sul mare, verso i quali dimostr la massima discrezione, anche in casi in cui palesemente erano fuori strada. E i risultati furono quelli che sappiamo. A giustificazione del grave insuccesso riportato nel pomeriggio del 22 marzo 42 al largo del golfo della Sirte, lammiraglio Jachino scrive: "il comandante in capo italiano non intervenne nellapprezzamento della situazione, n nello studio sulle possibilit di azione del nemico; inoltre, non intervenne nella scelta delle unit da destinare alloperazione, n nel dare gli ordini di approntamento delle unit da lui dipendenti . E per avere unidea della cupidigia ministeriale di comando basti sapere che le ore di uscita, le rotte da seguire nelle prime dodici ore e tutti i particolari esecutivi per la prima parte delloperazione, furono decisi e ordinati da Supermarina . Come abbiamo visto, forze navali nemiche di gran lunga inferiori riuscirono quella volta a tenere in iscacco le nostre navi, che dovettero ritirarsi. Fu il trionfo delle poltrone: e con esse delle irresolutezze, delle vilt ed in conseguenza delle perfidie. Un altro episodio lo conferma: la fine raccapricciante degli incrociatori Da Barbiano e Di Giussano, avvenuta nella notte del 13 dicembre 41. Essi erano partiti da Palermo nel pomeriggio del giorno prima, carichi di viveri e di fusti di benzina, insieme con la torpediniera Cigno, dirigendo su Tripoli. Tutto fu regolare fino a capo Bon. Le tre unit, in linea di fila con la Cigno in testa, ne avvistarono il faro di prua alle 2,56 a circa 7 km di distanza, e lo aggirarono continuando la navigazione vicinissimo alle coste orientali della Tunisia. Ma alle 3,20 esse invertirono improvvisamente la rotta. Che cosa vide, sent o seppe lammiraglio Toscano per decidersi di virare? Sembra da escludere che egli tornasse indietro perch era stato avvistato da un aereo inglese, che alle 2,45 aveva sorvolato le sue navi. Non si sa

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nemmeno, giacch lammiraglio morto, se egli avesse in animo di rientrare alla base o se linversione di rotta fosse semplicemente una tattica momentanea, per rimettersi poi sulla via di Tripoli. Sta di fatto che le nostre navi non avevano ancora completato laccostata, quando videro apparire sulla sinistra quattro cacciatorpediniere nemici, che, sbucando da dietro capo Bon e correndo a grande velocit in senso quasi normale alla loro rotta, aprirono il fuoco e lanciarono contemporaneamente una sventagliata di siluri: fatto il colpo, si allontanarono. Si trattava di una vera imboscata. Perch essendo noti i movimenti delle 4 navi nemiche i due incrociatori furono fatti ugualmente partire. Rapporto Supermarina. Dopo aver ricordato un primo tentativo di partenza fatto dal Da Barbiano e dal Di Giussano il giorno 9, interrotto per ragioni di prudenza, Supermarina scrive: " Alle 17,30 del 12 partirono nuovamente, insieme con la torpediniera Cigno, con ordine di fare un largo giro a nord e ad ovest delle Egadi e quindi puntare su capo Bon, allo scopo di evitare la zona a sud di Marittimo, sulla quale era stata constatata pi intensa la vigilanza aerea nemica". Dei quattro cacciatorpediniere nemici avvistati alle 15,40 dello stesso giorno 12, il rapporto dice "Queste unit solo aumentando molto di velocit avrebbero potuto raggiungere capo Bon nella notte, ma certo in ogni caso non prima delle tre. Poich i due Da Barbiano alle tre avrebbero dovuto essere gi passati da unora, non si ritenne il caso di interrompere la missione, che era urgentissima". Innanzi tutto non si trattava di interrompere la missione, come afferma Supermarina: si interrompe una cosa gi incominciata, ma quando le navi nemiche furono avvistate il Da Barbiano, il Di Giussano e la Cigno erano ormeggiati a Palermo e non avevano, quindi, ancora iniziato il loro viaggio. In secondo luogo, unora sola dintervallo tra i previsti passaggi delle nostre navi e di quelle nemiche nella stessa zona era troppo poco, ai fini di garantirsi da un possibile incontro. Senza dire del ritardo che qualche sommergibile avrebbe potuto causargli. Ma c di peggio. Quellora di intervallo non esisteva, perch i nostri incrociatori, contrariamente a quanto affermato da Supermarina non partirono da Palermo alle 17,30, ma alle 18,10 e questo si sapeva bene. Supermarina infatti, aveva ricevuto dal comando marittimo di Palermo, per la storia, il radiotelegramma numero 13467 che diceva: Da Barbiano - Di Giussano - Cigno - mare 18.10.12. Non esistendo, quindi lora di intervallo, lincontro diventava sicuro. Gli incrociatori, pertanto, avrebbero dovuto essere richiamati subito dopo la partenza ma ci non avvenne; si doveva richiamarli durante la notte, prima che si avvicinassero a capo Bon e invece li si lasci proseguire. Supermarina si preoccup di cose futili e telegraf alla 1,30: Probabile incontro con piroscafi nemici usciti da Malta, di nazionalit francese, sulla rotta , ma nessun cenno agli inglesi.

Sospettato n 4: LIMPREPARAZIONE.

Navi e poltrone -Trizzino: Mussolini nella stanza dei bottoni: CAPITOLO XIII pag. 173 segg.Nel tirare le somme degli errori che portarono a tanti disastri non possibile ignorare la responsabilit di chi accentr nelle sue mani la preparazione militare del paese: cio di Mussolini, che dopo essere stato per una quindicina danni ministro allo stesso tempo della guerra, della marina e dellaviazione, pretese di essere anche il supremo comandante in guerra. Il potere di Mussolini sulle forze armate si riduceva alle apparenze e cio ai servizievoli offici che gli professavano i capi dellaviazione, della marina e dellesercito, i quali, avidi di comando e insofferenti di condividerlo con chicchessia, accumulavano nelle loro mani le supreme prerogative politiche

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oltre a quelle militari, essendo insieme sottosegretari di stato e capi di stato maggiore. Allatto pratico, dopo avere ottemperato ai doveri della adulazione, poco si curavano del dio che fingevano di adorare e ognuno faceva quel che voleva. Gelosi, puntigliosi, invidiosi luno dellaltro e tra di loro estranei. Abbiamo visto come questioni di vitale importanza sottoposte alle decisioni di Mussolini e delle quali egli pure intravide, talvolta, la giusta soluzione, finissero poi con larenarsi. Perch? La risposta facile: un po per incompetenza e un po per gioco. Posto tra due alternative, di fronte a difficili problemi, per i quali non possedeva la minima preparazione, il minimo talento, egli tentennava tra gli opposti pareri, incapace di dar torto alluno e ragione allaltro, cos che, alla fine, tutti avevano ragione: poi, lultimo a parlargli lo convinceva. Lasciar disputare tra loro i suoi uomini, era uno dei pi singolari ingredienti della cucina di governo di Mussolini. (MI RICORDA QUALCOSA?!) Il peggio fu quando Mussolini cominci a piccarsi di comandare, dal suo ufficio di palazzo Venezia, le navi, gli aeroplani e i soldati. Le prime manifestazioni di questo suo volersi occupare di una materia che conosceva poco, si ebbero durante la campagna in Africa orientale. Oltre a fissare le grandi linee dellazione militare, egli pretese di occuparsi anche dei dettagli, stabilendo come conquistare il terreno e come fortificarlo: Intensifica , egli telegrafa al comandante superiore, le sistemazioni difensive sulla linea Adigrat-Axum-Adua, allargandoti a destra . In un altro telegramma, Mussolini spieg meglio ci che intendeva dire con la frase allargandoti a destra in questo modo: Occupazione tipo macchia dolio... . Quindi ordina di anticipare al 5 novembre unazione gi fissata per il 10 e poi telegrafa allimprovviso: "Ti ordino di riprendere lazione obiettivo MacallTacazz la mattina del 3 novembre", senza curarsi di sapere se per quellora di quel giorno fossero pronti i mezzi e la preparazione indispensabili allavanzata. Non esita a dare direttive di ordine tattico: Facendo perno su Macall, che dovr essere fortemente presidiato e immediatamente munito, le altre truppe avanzeranno regolarmente su tutto il rimanente settore . Ed ecco, finalmente, un ultimo documento che lascia seriamente pensierosi; un altro telegramma di Mussolini al comandante superiore in Africa orientale, in cui detto: Sulla destra fai attestare il corpo darmata Maravigna al Tacazz e con le divisioni indigene marcia su Amba Alagi senza indugio, mentre le divisioni nazionali sosteranno a Macall-Scelicot . Il comandante superiore non lo fece e ne spieg i motivi, ai quali dovette arrendersi il capo del governo. Ma a costui rimase ugualmente la presunzione di saper muovere corpi darmata e divisioni stando a diecimila chilometri di distanza, solo guardando una carta geografica e ignorando completamente lo stato delle unit da muovere, le difficolt da superare, le condizioni dei rifornimenti, la fisionomia dello scacchiere, i movimenti del nemico ed ogni altro problema contingente.

Supermarina

e

l'inutilit

di

una

flotta

Riassunto da Lattrito nella strategia bellica: Royal Navy e Regia Marina a confronto di Giovanni Cambi MRI .... Nel giugno 1940 in Libia erano presenti circa 240.000 militari italiani che, secondo le intenzioni di Mussolini, avrebbero dovuto attaccare lEgitto per colpire le forze britanniche l stanziate. .. La mancanza di qualsiasi risorsa necessaria a condurre la guerra contro gli inglesi, dal munizionamento ai viveri, dalle uniformi ai cannoni, obblig

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il governo fascista ad allestire numerosi convogli per trasportare il tutto sulla quarta sponda. Uno dei primi convogli ad uscire, con navi dalle stive mezze vuote, fu scortato direttamente dal comandante superiore in mare, ammiraglio Inigo Campioni. Uscito da Taranto insieme al convoglio il 7 giugno (leggi 7 luglio perch la dichiarazione di guerra del 10 giugno)1940 Campioni comandava una forza notevole: 2 corazzate, 6 incrociatori pesanti, 31 cacciatorpediniere. Un tale spiegamento di navi avrebbe potuto essere adatto e giustificato da una sortita diretta contro il nerbo della flotta britannica del Mediterraneo ..che non ci fu dopo aver consumato migliaia di tonnellate di preziosa nafta....Verso le 17.00, a scontro terminato, le navi di Campioni erano in rotta verso Messina e verso Taranto ed in questo momento la Regia Aeronautica inizi a bombardare tutto (! quello che galleggiava). Infatti gli avieri, non essendo stati correttamente addestrati a riconoscere le navi italiane, bombardarono le imbarcazioni italiane e non soltanto quelle inglesi. Le bombe di cui erano dotati gli aerei italiani erano (per) troppo leggere e non perforanti. Gli inglesi infatti le soprannominarono merde di vacca per la loro inutilit. Cunningham, quando usciva in mare, non doveva rendere conto sul momento a nessuno delle sue azioni e delle sue decisioni e disponeva della copertura aerea direttamente mentre Campioni, era costretto a tenersi in continuo contatto con Roma per ricevere istruzioni anche sugli aspetti pi banali della navigazione (via cifrario con un'ora di tempo per la decrittatura nei due sensi: gli inglesi facevano in tempo a finire la guerra).... Campioni alle 14.50 dell8 luglio, quando inizi ad avvistare in lontananza il fumo della flotta inglese, cominci la lunga trafila per ottenere la copertura della Regia Aereonautica. Egli si dovette infatti rivolgere, in questo caso, alla base della marina di Messina, che avrebbe chiamato Supermarina, che avrebbe telefonato a Superaereo, il quale avrebbe provveduto ad allertare la giusta base aereonautica per competenza territoriale. Si capisce come mai i primi apparecchi italiani giunsero sulle navi di Campioni verso le ore 17, circa due ore dopo la prima sollecitazione....Trasponendo le parole di Clausewitz al caso italiano si potrebbe dire che: Campioni sarebbe riuscito a muoversi nellambiente che resiste ma aveva le mani legate da Supermarina. Supermarina non avrebbe potuto vincere la frizione perch non vedeva personalmente n la battaglia n la guerra. PUNTA STILO http://sites.google.com/site/mezeviris/battleofcalabria

La guerra inizi con solo 2 corazzate pronte al combattimento, il Conte di Cavour e il Giulio Cesare, le corazzate Littorio e Vittorio Veneto erano pronte ma ancora in fase di addestramento a cui seguiranno la Caio Duilio e Andrea Doria. Il resto della flotta includeva 7 incrociatori pesanti, 12 incrociatori leggeri, circa 100 cacciatorpediniere e torpediniere e pi di 100 sommergibili. Due dei vantaggi che avevano i Britannici erano: 1 - la disponibilit di portaerei (Eagle) 2- le tattiche basate sull'impiego della componente aerea in ricognizione e attacco che mancava agli italiani.Tutti gli aerei italiani venivano controllati dall'Aeronautica che impose di non realizzare mai una portaerei. Le navi italiane (sotto il comando dell'Ammiraglio Campioni ai primi di luglio del 1940 di ritorno dalla protezione convogli) erano la Giulio Cesare, la Cavour, 14 incrociatori pi numerosi caccia, le unit della Royal Navy erano le corazzate Warspite,

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Malaya, e Royal Sovereign,la portaerei Eagle, 5 incrociatori leggeri, e 14 caccia, comandate dall'Ammiraglio Cunningham.

I TRADIMENTI E I TRADITORI di PIERO SELLA da LUOMO LIBERO aprile 2003

Pag. 17: . Sposato con unamericana, laddetto navale italiano a Washington, capitano di vascello Alberto Lais, vende agli americani il cifrario della marina. Il generale Carboni, responsabile del servizio spionaggio nellesercito, figlio di unamericana dellAlabama, un esperto nella disinformazione. Oltre a gonfiare sistematicamente le forze del nemico, ha lopportunit di inserire elementi a lui graditi nella varie strutture militari. Ed ecco che a Tolone, nella delegazione della Commissione Armistiziale con la Francia, troviamo lammiraglio Vittorio Tur, di padre francese e sposato a uninglese, il quale, attraverso la resistenza francese, passa informazioni a Londra. In questo nido di traditori faceva da cerniera Enrico Paolo Tur, fratello dellammiraglio, gi compagno di accademia a Livorno dellammiraglio De Feo che capeggia la Commissione di Armistizio. Non pu essere un caso che, quando viene programmato lattacco a Malta, il comando delloperazioni sia affidato proprio allammiraglio Tur. Alle sue dipendenze, alla guida di una delle divisioni che dovranno sbarcare, la Friuli, c di nuovo il generale Carboni, il quale semina pessimismo e si muove per sabotare lazione. Dopo linvio sine die dello sbarco e loccupazione della Francia libera seguita allinvasione alleata del Nord Africa (novembre 42) troviamo il Tur al comando della piazzaforte di Tolone. In questa stessa citt, nel giugno 43, il fratello dellammiraglio viene finalmente colto con le mani nel sacco dal nostro controspionaggio. Il responsabile dei servizi, generale Am, si presenta con Senise, capo della polizia, al cospetto di Mussolini e gli mostra i documenti sequestrati al contatto francese di Enrico Paolo Tur. Visto che i traditori sono marinai, il Duce passa i documenti al controspionaggio della marina, senza sapere che l c il capobanda delle spie, lammiraglio Maugeri. ...Per le benemerenze che abbiamo ricordato, la spia Enrico Paolo Tur fu riammesso in servizio e gli fu concessa, nel dopoguerra, la pensione della marina militare (Libretto n. 397016) Non c da meravigliarsi che, con simili comandanti, la flotta italiana continuasse a ricevere ordini che il pi delle volte non le avrebbero concesso di confrontarsi col nemico.

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Terza parte>>>>>>

Esplora

La storia racconto attraverso i libriI testi che accompagnano la presentazione sono in genere quelli diffusi dall'editore, dalla libreria o da critici che vengono indicati

Terza parte

Navi e poltroneAntonino Trizzino - Longanesi & C. 1a edizione gennaio 1953

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Da controstoria: Il libro conobbe un successo straripante, la casa editrice Longanesi ne stamp 20 edizioni, Trizzino si concesse l'enorme soddisfazione di essere assolto in appello dall'accusa di aver vilipeso il ministero della Difesa e di aver diffamato gli ammiragli Leonardi, Pavesi e Brivonesi. E dire che Trizzino non disponeva delle prove prodotte 50 anni dopo da De Risio e Fabiani, aveva soltanto annusato l'aria e capito bene quale vento spirasse. A differenza dell'aeronautica, la marina era stata sempre permeata di sentimenti antigermanici. E di massoni era composto quasi l'intero vertice della nostra flotta. Di conseguenza sussisteva una generale propensione verso la gloriosa marina britannica. Su un simile comune sentimento pesavano poi altri fattori: 67 alti ufficiali erano sposati con donne straniere, quindi facilmente avvicinabili; due importanti ammiragli - Mario Farangola, alla guida dei sommergibili, e Vittorio Tur, titolare d'incarichi molto delicati - avevano mogli inglesi, mentre due capitani di vascello destinati a una folgorante carriera, Brivonesi e Alberto Lais, erano coniugati con un'inglese e un'americana, ma anche Carboni lo era.

http://www.regiamarina.net/engagements/tarigo/tarigo_it.htm

convoglio Tarigo

Sospettato n 5:loro dovere

Ultra-Fecero

tutti

il

RIVISTA MARITTIMA:Riflessioni su alcuni aspetti non chiariti della storia della Regia Marina nel corso del Secondo Conflitto Mondiale .... da Marina difesa: Nel corso dellattuale generazione, la storia navale italiana compresa nel periodo degli anni 30 e 40 ha subito pi di una rivisitazione critica grazie, in primo luogo, allavvenuta apertura di diversi importanti archivi stranieri, primi tra tutti quelli inglesi del Public Record Office (oggi ribattezzato TNA) di Kew Garden, nel Surrey. Il battistrada di questo nuovo filone di ricerca e confronto stato senzaltro lingegner Gino Jori, mediante una serie di lucidi interventi pubblicati dalla fine del 1974 in poi sul Giornale di Montanelli e sulla Rivista Marittima prendendo lo spunto dallappena uscito, discusso volume del Group Captain in pensione della RAF Frederick W. Winterbotham intitolato The Ultra Secret, salvo verificare, contemporaneamente, lo stato reale della documentazione messa improvvisamente a disposizione dagli archivi inglesi ( nota a pi pezzo). Sulla scia di Jori una pletora di giornalisti, di pretesi esperti autoreferenziali in materia di crittografia e trasmissioni radio-

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telegrafiche e anche di storici, italiani e stranieri, hanno almanaccato per anni in merito alle vicende di ULTRA ed ENIGMA, disdegnando il parere dei professionisti del ramo salvo mettere in piedi una sorta di cattedrale nel deserto destinata a fare delle decrittazioni in parola un nuovo tipo di apriscatole universale in grado di spiegare, da solo, qualsiasi vicenda verificatasi nel Mediterraneo, e non solo, durante lultima guerra mondiale. Nello stesso tempo il vecchio filone scandalistico dei presunti tradimenti e delle lamentate inefficienze messe in capo, indifferentemente, alla marina italiana e ai suoi uomini nel corso del secondo conflitto mondiale, ha fatto nuovamente capolino. da rilevare a questo proposito, che le opere redatte dalla seconda met degli anni 50 in poi dallUfficio Storico della Marina Militare sulla base della documentazione (necessariamente italiana per la maggior parte dei casi e, comunque, scientificamente valida) disponibile allepoca, sono state sprezzantemente e sveltamente liquidate come affette da deformazione e da confusione tra il genere storico e quello propagandistico. La storia, tuttavia, dinamica e giammai statica. Il conseguimento del ruolo, evidentemente ambito, di unici depositari e, soprattutto, di dispensatori della verit assoluta in materia navale, era stato apparentemente consolidato approfittando, da un lato, del fatto che la disciplina in questione era ristretta, apparentemente, a un limitato ambito di cultori della materia e, dallaltro, in virt della scomparsa, dettata dal calendario e dalla cronologica, dei precedenti testimoni e titolari dellUfficio Storico della Marina Militare, primi tra tutti gli ammiragli Giuseppe Fioravanzo e Aldo Cocchia. Non da sottacere, infine, un terzo, probabile elemento rappresentato dalla linea adottata dalla Marina in quel periodo allo scopo di smorzare le polemiche a seguito del processo Trizzino e di altri procedimenti pi o meno scandalistici . quindi comprensibile che la storiografia ufficiale della Marina abbia segnato il passo concedendo, inevitabilmente, spazio al migliore offerente...... (ndr After the war and after the book of Trizzino, the Navy had new reasons to reply to those charges of betrayal afetr the revelations about ULTRA) Note (nota 1) Una questione non piccola, infatti, quella del perch i britannici abbiano deciso di rivelare, nel 1971, quel segreto tra i segreti rappresentato dalle loro decrittazioni elettromeccaniche (e non elettroniche, come ancora oggi qualcuno si ostina a sostenere confondendo i generi) tenacemente difeso per oltre trentanni. Soltanto Franco Bandini (Un enigma dietro laltro, Il Giornale, 27 ottobre 1996) si posto per tempo questo fondamentale problema concludendo, alla fine, per la tesi della consueta lepre meccanica lanciata a bella posta a beneficio degli storici, allo scopo di coprire le peste di qualcosa di ben pi importante. Lopinione corrente degli studiosi statunitensi e inglesi propende, oggi, per la stessa interpretazione, tanto da aver individuato la ratio di quella decisione nel tentativo di mascherare, empiricamente, per la durata di unaltra generazione, il substrato di intese clandestine intercorse tra il 1938 e il 1945 tra la Gran Bretagna e gli ambienti nazisti legati ai tentativi di rovesciare Hitler e di stringere unintesa razziale tra il Reich e il Regno Unito diretta a un tempo contro i comuni rivali statunitensi e sovietici. Vedi, a questo proposito, di Sir John Keegan, Intelligence in War, ed. Vintage Books, New York, 2004. da Marina difesa.it: RIVISTA MARITTIMA

Sospettato n 6: GOLE PROFONDESi calcola che sulla perdita di 185 navi, 85 siano attribuibili a Ultra il computer decrittatore di Enigma di Bletchley Park (vedi nei personaggi Alan Turing). Il primo Enigma a cadere nel maggio 40 quello della

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Luftwaffe (aeronautica), un anno dopo quello della Marina e nel settembre (41) la Wehrmacht. Si trattava di macchine leggermente modificate nell'Hardware (rotori). Nel 1942 si arriv a decrittare gi pi di 80.000 messaggi al mese !! ma non erano tutti, erano solo una parte. I comandanti italiani, come diceva Rommel che sospettava spie a Roma, cambiavano rotta in alto mare rispetto agli ordini ricevuti e gli andava anche bene. L'incrociatore Pola non aveva potuto cambiare rotta a Capo Matapan e il suo comandante, da prigioniero, aveva visto sulla plancia inglese le copie dei nostri dispacci dell'operazione del 28 marzo 1941. Quando nel 45 Il comandante Brengola di ritorno dalla prigionia lo rivel, non gli credette nessuno. Il segreto che circondava Enigma doveva durare ancora 30 anni, quello sui contenuti dei dispacci rester in piedi fino al 2015 !!. (ma anche l'Italia e i tedeschi violavano e intercettavano messaggi) la notte di Taranto in inglese

http://www.nwc.navy.mil/press/Review/2006/summer/art5-su06.htm

La Marina militare, in previsione di una guerra contro l'Inghilterra era riuscita a acquistare, negli anni precedenti allo scoppio del conflitto, ingenti quantit di nafta per caldaie fino a raggiungere i due milioni di tonnellate, ritenute sufficienti per circa un anno e mezzo di guerra. A queste riserve attinsero in vari periodi pi o meno forzatamente diverse strutture come il ministero delle Corporazioni e la Regia Aeronautica, le cui cisterne costruite nel 1939 con laminati di zinco, anzich in ferro, avevano rovinato gran parte del combustibile. Fino al gennaio del 1941 non ci furono limitazioni al consumo di nafta, ma in quel mese, quando si erano gi bruciate 671.560 t di carburanti, Supermarina fu costretta a ridurre l'attivit delle unit della Squadra. Fino a quel momento nessuna grande partita di nafta era stata acquistata per reintegrare quella consumata: infatti le circa 50.000 t che provenivano mensilmente dalla Romania erano destinate all'Esercito e ai consumi per usi civili, mentre l'Aeronautica beneficiava delle circa 200.000 t di nafta annue, di qualit appena accettabile, proveniente dai pozzi albanesi poi dal 42 dalla Germania (la marina dai tedeschi ebbe gli oli lubrificanti).

DAI DIARI DI ROMMEL

Navi e poltrone Trizzino capitolo XVI pag 224 segg. Ma

ritorniamo a quella fine di agosto del 42. Rommel si preparava a dare il colpo finale ad Alam Halfa (periferia, si fa per dire di El Alameim). Egli contava, soprattutto, sullarrivo della motonave cisterna Poza Rica carica di ben dodicimila tonnellate di carburante. Rommel attacc la sera del 30 agosto. Ma la Poza Rica era stata silurata pochi giorni prima. Tirata in costa, si riusc a travasare parte della benzina su unaltra petroliera, che fu fatta partire con la massima urgenza: ma anchessa fu silurata e affond. Rommel comunic che doveva desistere dopo ventiquattrore dallattacco perch i rifornimenti di carburante arrivano male . In settembre, la strage continu con ritmo angoscioso. Centinaia di carri armati, migliaia di automezzi, decine di migliaia di tonnellate di carburante e viveri continuavano a finire in fondo al mare. Un giorno di ottobre, precisamente il 9, lammiraglio Sansonetti, successore di Campioni nella carica di sottocapo di stato maggiore alla marina, tenne al maresciallo Cavallero un grave discorso. Gli disse che dovevano esistere delle spie bene informate, a giudicare dal modo con cui avvenivano gli affondamenti, e che queste spie non erano da ricercarsi nei porti da cui partivano e arrivavano i piroscafi, ma a Roma. Non chi non veda la seriet di tale rivelazione, fatta non da uno qualsiasi, ma dal sottocapo di stato maggiore della marina, che parlava in base a elementi sicuri. A chiunque non fosse sprovvisto di discernimento, non sarebbe sfuggita la gravit della notizia data dal Sansonetti al capo di stato maggiore generale, ma questi, con un candore impagabile, cos provvide: Ordino- egli disse -che non si telefoni pi in materia di traffico marittimo. A Roma non c il mare, quindi nessuno poteva sapere di arrivi e partenze di navi, ad eccezione di coloro che sedevano nei ministeri. Lammiraglio Jachino restringe ancor pi il

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campo delle indagini, scrivendo: Anche a Roma le notizie trapelavano con grande facilit e, durante il mio comando, ebbi pi volte loccasione di segnalare lavvenuta diffusione di una informazione che quasi certamente era trapelata per opera, sia pure involontaria, di elementi del ministero. Supermarina e lUfficio informazioni non hanno mai voluto ammettere che la loro organizzazione fosse difettosa per quanto riguarda la riservatezza e tendevano ad attribuire la colpa ad elementi periferici. Dunque: ministero, Supermarina, Ufficio informazioni. Era evidentemente in malafede lUfficio in formazioni quando rassicurava lammiraglio Jachino. Il suo capo, lammiraglio Maugeri, sapeva bene come stavano le cose: infatti, a guerra finita, nel suo libro di memorie pubblicato in lingua inglese From the Ashes of Disgrace, egli ha rivelato che lammiragliato britannico contava tra gli ammiragli italiani e nello stesso ministero della marina persone devotissime, sulle quali poteva fare il massimo assegnamento, non vedendo esse lora di finire comunque la guerra, per liberare lItalia dal fascismo. Cera anche lui nel numero di quelli che volevano la fine a tutti i costi e con qualsiasi mezzo? Non possiamo dirlo, ma certo che egli fu ricompensato con la decorazione americana della Legion of Meni, che porta sul petto, in riconoscimento dei meriti acquisiti appunto mentre era capo dellUfficio informazioni. Perch, ci si domanda, lammiraglio Sansonetti fece la sua rivelazione al maresciallo Cavallero e non allammiraglio Riccardi, suo superiore diretto? Questo un punto oscuro. Non cera che da attraversare un corridoio per recarsi nellufficio dellammiraglio Riccardi e dirgli: C del marcio! Lammiraglio Riccardi, che aveva nelle sue mani la suprema potest navale, essendo oltre che sottosegretario di stato anche capo di stato maggiore della marina, avrebbe potuto con un semplice trasferimento di uomini troncare in ventiquattrore la catena di informazioni al nemico. Ma lammiraglio Sansonetti non and da lui (come sarebbe stato suo preciso dovere, non solo in ossequio ai princpi gerarchici, ma anche perch la questione investiva specificamente la responsabilit del suo ministero); prefer, invece, parlarne fuori dei cancelli ministeriali e rivolgersi al capo di stato maggiore generale. Perch, dunque? Ed anche molto strano che il Riccardi non abbia mai avuto il minimo sentore di quanto invece risultava a Sansonetti; strano che non si sia mai insospettito di nulla; che non siano sembrati anche a lui misteriosi certi avvenimenti, certe coincidenze, che si ripetevano non per semplice caso; che gli siano apparsi naturali certi affondamenti sulla cui origine tenebrosa non potevano esistere dubbi; che abbia ritenuto logici e naturali fatti che, invece, si presentavano oscurissimi; che abbia fatto consumare come una candela la flotta mercantile nel modo com avvenuto; che abbia consentito allimpiego che stato fatto della nostra marina militare. In quegli anni avvenivano fatti fantastici. Le generazioni che verranno dopo di noi stenteranno a crederli veri. Primo fra tutti, il bombardamento di Genova del 9 febbraio 1941 e le circostanze sciagurate che lo resero non solo possibile, ma di unestrema facilit (vedi in storia). - estate 41. ... E' Necessario che il massimo segreto sia mantenuto sulla preparazione dell'offensiva: ho fondati motivi di ritenere che in Italia illusione il supporre di mantenere il riserbo sui propositi pi confidenziali: Comandanti e Capi parlano e chiacchierano e non conoscono riservatezza. Roma una specie di Shangai, un bazar levantino in cui le informazioni si scambiano, si vendono, si barattano, si regalano, si inventano. D. mi ha comunicato in 24 ore, pettegolezzi banali che riguardano, fatti in Africa e riferiti, dopo poche ore, sulle rive del Tevere: del resto gli inglesi sono informatissimi, al minuto delle partenze dei convogli dai porti italiani. Si deve alla machiavellica manovra degli ammiragli e dei Comandanti delle scorte - ormai duramente provati

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dall'esperienza - se le perdite non sono maggiori; infatti mi riferiscono che i comandanti italiani contravvengono regolarmente agli ordini di operazioni che vengono loro comunicati, sicuri come sono di trovare subito sulla rotta stessa, appuntamenti con sommergibili ed aerei inglesi. -14/11/42 - alla moglie (estratto): "Da Roma ci sono giunte preoccupanti notizie sulla situazione italiana. Al Comando Supremo italiano l'atmosfera oscillante, grigia e gravida di elettricit. Le ostilit contro di noi aumentano. Si teme, negli ambiente della Corte vi siano correnti che premono sul Re d'Italia perch prenda in mano la situazione interna italiana e limiti l'autorit del Primo Ministro (Mussolini). Voci darebbero sicuro al nostro servizio informazioni che la Principessa ereditaria, MARIA JOSE', abbia avuto, tramite una sua amica francese, dei contatti con diplomatici americani ed inglesi in Svizzera per una pace separata. Sarebbe mostruoso!" ...."Il Maresciallo Cavallero, capo del Comando Supremo italiano sarebbe stato silurato "per ordine del Re d'Italia" . "Non mi mandano rinforzi. Ma come potremo vincere questa guerra se perdiamo qui in Africa? ".

La bomba che colp la Roma era la FX o Fritz-X (Lungh. m 3.26, Diam. mm 560, velocit di picchiata ca. 300 ms (circa 1000 Km/h), capacit perforante ca. 12 cm di acciaio) missile aria-superficie agli esordi. Pesava 1570 kg e per la velocit e il peso perforava tranquillamente lastre di 12 cm (di cui era lastricato il ponte superiore (altre corazzature erano di maggior spessore come le verticali dello scafo e le artiglierie pesanti di 35 cm o art. secondarie e torre comando 28 cm, ma per i colpi laterali)). Il potere distruttivo della FX era per limitato al peso dellesplosivo di circa 320 kg e alla vulnerabilit degli ambienti interni della nave, colpiti (come nel nostro caso le cariche di lancio che scagliarono in alto la torretta da 381 del peso di 1500 tonn.. Era dotata di un piccolo motore a razzo con aletta, radiocomandata dal lanciatore, che poteva correggere la caduta (deviare di circa 400 m lateralmente e di 800 in avanti o indietro) guidandola a vista. Dopo soli 15 secondi dallo sgancio della bomba mediante un collimatore, era possibile mantenere lallineamento bomba/bersaglio attraverso impulsi radio trasmessi da una piccola cloche (joystik) alla trasmittente Telefunken FuG.203 Kehl. Da bordo aereo a FG 203 bomba. La maggior distanza di lancio (visibilit permettendo) permetteva al bombardiere di poter guidare meglio lordigno, dotato di una codetta fumogena luminosa, a mezzo del joystik fino allimpatto. Veniva di norma lanciata da una quota compresa tra 4 e 7 km inarrivabili per l'artiglieria imbarcata. Normalmente una bomba che cada liberamente raggiunge velocit dell'ordine dei 200m/sec cio

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circa 740 Km/h , ergo sganciando a 5000 m di quota, la bomba impiegher 25 secondi per arrivare al bersaglio. Nel frattempo una nave che fa 30Kts si spostata dalla posizione che aveva al momento del lancio di 375m in avanti e lateralmente di una certa quantit di metri che dipendono dall'angolo di barra eventualmente messo.

"L'inverno del '42-'43 trov molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura, amara, dolorosa verit: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco pi avanti nel libro From the Ashes ofDisgrace Reynal & Hitchcock, New York 1948 Franco Maugeri esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Pi uno amava il suo Paese, pi doveva pregare per la sua sconfitta nel

campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costoLammiraglio Rffaele de Courten , neo ministro e csm della marina del governo Badoglio, narra nelle sue memorie che il 10 agosto 1943 gli si present Maugeri (capo del Sis, il Servizio informazioni della Marina) con una memoria riservata concernente lo spostamento della flotta da la Spezia alla Sardegna. Lipotesi, in vista di un conflitto coi tedeschi e nellottica di salvare il naviglio sia da parte di operazioni armate del Reich o di fraintendimenti degli alleati. Per gli alleati garantiva lui che tutto si sarebbe svolto sotto un ombrello protettivo (fino a quando e dove?). De Courten inform Ambrosio (capo di stato maggiore generale) e ne convennero che, in mancanza di un armistizio o di un qualsiasi capovolgimento di fronte che per il momento non era previsto (quello che gli italiani pensavano il giorno dopo i tedeschi lo sapevano) si procedesse alla distruzione della memoria. Maugeri non era stato incaricato come ennesimo intavolatore di trattative. Non si occupasse pi di questioni del genere, che esorbitavano le sue attribuzioni, le quali rientravano esclusivamente nella responsabilit dei supremi organi. I supremi organi avevano detto che la guerra continuava ed ogni azione contraria non faceva che peggiorare il conto da pagare ai tedeschi. Nessuno sente pi parlare di Maugeri fino a quando nel dopoguerra (1946) viene nominato capo di S.M in sostituzione di De Courten e scavalcando altri pi anziani. L11 giugno 1948 il segretario di Stato alla Marina degli Usa confer a Maugeri la Legion of Merit per gli eccezionali servizi resi alle forze navali militari alleate. Gli Usa poi minimizzeranno sia sul valore della decorazione che sulla motivazione, definita standard dal tempo di George Washington. Nello stesso tempo era uscito il libro intervista in inglese che qualcuno si perit di tradurre. A pagina 76, per esempio, si legge che la Marina italiana non aveva piani per una guerra contro lInghilterra. .Tutti i nostri calcoli ed il lavoro dello Stato maggiore era basato sul presupposto che in ogni futuro conflitto non avremmo mai combattuto contro la Marina britannica e quando inizi la guerra non avevamo alcun piano di operazione contro Malta. Altri spezzoni sono gi scritti, ma il monocorde assolo di Maugeri non cambia. Sorprendente, per esempio, il ricordo di un episodio del 17 agosto 1942: . Questa mattina alla

riunione di Supermarina sono stato solo io a protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco di cambiare le rotte dei nostri convogli in mare. Si trattava dei convogli verso lAfrica, i cui frequenti disastripreoccupavano da tempo lAlto comando italiano e i tedeschi che non erano tonti: appariva incomprensibile come lavversario riuscisse a individuarne il pi delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente informato. I sospetti di talpe annidate nella capitale tormentarono a lungo lammiraglio Luigi Sansonetti, sottocapo di stato maggiore della Marina, tanto da indurlo a riferire al supremo vertice militare italiano, Ugo Cavallero. Difficile per muoversi con efficacia fra i corridoi su un argomento cos delicato. Tatto e prudenza suggerirono a Sansonetti di parlarne nella consueta riunione sui trasporti, ma solo quando fosse stato assente il suo diretto superiore e vertice della Marina, Riccardi. Annota Cavallero nel suo diario il 9 ottobre 1942: Nella riunione sui trasporti lammiraglio Sansonetti afferma che le navi che partono dimprovviso non vengono attaccate, il che fa pensare allo spionaggio. Esclude che le notizie partano dai porti ed afferma che partono invece da Roma. Ordino che non si telefoni pi in materia di traffico.. Il cerchio si chiude quando Taylor, in segreto accompagnato da Maugeri, sbarca a Roma la vigilia dell8 settembre 1943. Maugeri lo accompagna segretamente a Roma per un colloquio con Badoglio e il generale Carboni teso a predisporre laviolancio sulla capitale di una divisione aerotrasportata americana.

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Taylor chiese a Maugeri: - Mi dica della Marina ammiraglio, si pu avere fiducia che essa obbedir agli ordini, quali

che siano e in tutte le circostanze? - Maugeri - Lei parla in caso di resa se ho ben capito?, e alla conferma di Taylor,ribatt sicuro: La Marina obbedir senza fallo in qualsiasi circostanza, generale. Di questo pu esserne

assolutamente sicuro. Sicuro tanto da far dire a entrambi La Marina italiana stata lunica fra le varie forze armate che ha condotto le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati e Per la prima volta intre anni la bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un brivido di piacere mi percorse, anche se io sapevo che ci significava la nostra resa e disfatta. Decio Romano Storia e dossier 107

Carlo Bergamini: motivazione della medaglia doro: Comandante in capo delle Forze navali da battaglia, sorpreso dallarmistizio in piena efficienza materiale e morale, trascin con la autorit e con lesempio tutte le sue navi ad affrontare ogni rischio pur di obbedire, per fedelt al Re e per il bene della Patria, al pi amaro degli ordini. E nelladempimento del dovere scomparve in mare con la sua nave ammiraglia colpita a morte dopo accanita difesa dal nuovo nemico, scrivendo nella storia della Marina una pagina incancellabile di dedizione e di onore. Acque dellAsinara, 9 settembre 1943.

Delle 5 corazzate, 15 incrociatori (7 ausiliari), 23 sommergibili, una settantina di MAS e 37 cacciatorpediniere e torpediniere, alla fonda nei porti della Liguria e di Taranto, lunica ad andare perduta, col suo comandante Carlo Bergamini, la Roma. Dopo un colloquio telefonico tra Bergamini, comandante la squadra, e il capo di S.M. della marina, ammiraglio De Courten, la mattina del 9 settembre la squadra navale, prende il mare alla volta dellIsola della Maddalena. Nelle primissime ore del pomeriggio la squadra in procinto d'entrare nellestuario dellisola quando giunge allammiraglio Bergamini un messaggio urgente di Supermarina (Maugeri) con lordine di invertire la rotta e di puntare in direzione di Bona, in Algeria. E' successo che in mattinata i tedeschi hanno occupato la Maddalena e predisposto un piano per impadronirsi delle unit italiane. Sfuggita la preda si passa ai siluri. Poco dopo le 15 una formazione di Junker attacca la squadra navale senza risultati. Verso le 16 un altro gruppo di bombardieri DO-217 sulle unit italiane. Lattacco questa volta ha successo, e ne fa le spese proprio lammiraglia, la corazzata Roma che, colpita da due bombe-razzo teleguidate alle 15,52. Cola a picco in 28 minuti. Dei 1849 uomini dellequipaggio, 1253 perdono la vita: tra questi il comandante Carlo Bergamini e tutto lo stato maggiore. La

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squadra fa rotta in direzione sud e nella mattinata del 10 settembre entra nel porto della Valletta a Malta.

Bagnasco:Ultra fu soggetto a forti alti e bassi nella curva della sua efficacia, derivante innanzitutto dai tempi variabili nella capacit di decrittazione che potevano andare da qualche ora, nel migliore dei casi, a molte decine di giorni, perdendo di conseguenza validit operativa. In questa chiave, persino le istintive, ma non provate, accuse di tradimenti o di onnipresenza di barbe finte del buon Trizzino trovarono infine, quasi tutte, una loro spiegazione".Tutto quanto avete letto fino ad ora su Maugeri, sui tradimenti, sui convogli che arrivavano sani quando cambiavano rotta, viene sconfessato dallo storico di regime Mimmo Franzinelli che in una trasmissione su La 7 del 4 gennaio 2008 bolla come fantasia il tradimento degli ammiragli. Un motivo ci sar pure!. Sono gli ammiragli eroi della Repubblica degli onesti, del magistrato Scalfaro, di un paese fiero che anche sotto il fascismo stoicamente non apriva bocca e non cedeva se non per le macchine superteconlogiche che non hanno anima e partito. http://www.cestra.eu/franco/ffnnbb_capitolo3.htm7/9/1943 Riunione al Ministero dei vertici della Regia Marina

per

saperne

di

pi

http://www.regiamarina.net/people/admirals/bergamini_it.htm

http://www.google.it/search?hl=it&q=bomba+fx+teleguidata&btnG=Cerca+con+Google&meta

l'argomento Navi e Poltrone Trizzino viene trattato in 6 capitoli tre qui in libri (ora sei nel terzo) 1 nei capitoli di storia la notte di Tarantohttp://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm

1 Maugeri nei personaggi http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/maugeri.htm 1 nelle schede il processo http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm

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AMMIRAGLIO MAUGERI(1898(5?) - 1978)

FRANCO

Cap. 5 Navi e Poltrone di Antonino Trizzino

"From New

the

Ashes York

of

Disgrace", 1948:

di

Franco

Maugeri e Victor Rosen - Reynal & Hitchcock,"L'inverno del '42-'43 trov molti di noi, che speravano in un'Italia libera, di fronte a questa dura, amara e dolorosa verit: non ci saremmo mai potuti liberare delle nostre catene, se l'Asse fosse stato vittorioso". E poco pi avanti esplicita in maniera definitiva tale concetto: "Pi uno amava il suo Paese, pi doveva pregare per la sua sconfitta nel campo di battaglia... Finire la guerra, non importa come, a qualsiasi costo".

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4 Medaglie d'Argento al Valor Militare, 4 Medaglie di Bronzo al Valor Militare, due Croci al Merito di Guerra e le insegne di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia, Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Grand'ufficiale della Corona d'Italia. Per i servizi resi alla V Armata americana , venne anche insignito della Legion of Merit. motivazione della decorazione americana "Legion of merit"- per la condotta eccezionalmente meritevole nel compimento di superiori servizi resi al governo degli Stati Uniti, in qualit di capo del servizio informazioni navali, come comandante della base navale di La Spezia e come capo di stato maggiore della marina militare italiana durante e dopo la seconda guerra mondiale .. ecc.

Maugeri, nato a Gela, era uno dei pi

giovani guardiamarina italiani: a soli 19 anni nel 1915 comandava una squadriglia di idrovolanti (11 macchine): Promosso tenente di vascello, nel 1918, venne decorato per le azioni compiute con due argenti e un bronzo. Ufficiale superiore a partire dal 1927, Maugeri venne promosso capitano di fregata nel '32 e capitano di vascello nel '37. La sua carriera in Marina, rapida e brillante lo port nel '39 al comando dell'incrociatore Bande Nere, nave ammiraglia della Scuola Navale e nel 41 al delicatissimo incarico di capo del reparto informazioni dello Stato Maggiore della Marina, il SIS. Maugeri aveva preso parte, sul Bande Nere anche alla sfortunata battaglia di Capo Matapan del 27/28-marzo 1941 e coll'incrociatore Bolzano a Capo Teulada. Successivamente a questi incarichi Maugeri viene quindi "sbarcato" per assumere l'incarico di capo dei servizi segreti della marina, incarico che tiene fino all'8 settembre 1943. La storia della marineria di questo periodo costellata da una infinit d'insuccessi, escluse le azioni dei sabotatori, che mise in allarme durante il periodo bellico i tedeschi e nel post conflitto tutti gli organi di informazione e scrittori di cose belliche.

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un estratto del contenuto a http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri71.htm

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agosto 1942: .Questa mattina alla riunione di Supermarina sono stato solo io (Maugeri) a protestare, e violentemente, contro la pretesa del comando aereo tedesco di cambiare le rotte dei nostri convogli in mare. (Nota: Si trattava dei convogli verso lAfrica, i cui frequenti disastri preoccupavano datempo lalto comando italiano e i tedeschi che non erano tonti: appariva incomprensibile come lavversario riuscisse a individuarne il pi delle volte il percorso quasi ne fosse precedentemente informato. Si salvava chi cambiava rotta all'ultimo momento (Rommel) Le vicende complessive di quel periodo non sono ricordate in questa pagina ma in quelle di Antonino Trizzino ai link del libro

"Navi e Poltrone" viene trattato in 6capitoli: tre in libri

http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri34.htm

1 nei capitoli di storia la notte di Taranto http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/40/taranto.htm 1 nelle schede il processo http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/trizzino.htm

Ma prima di occuparci delle vicende postbelliche vediamo quanto accadde in quell'estate del '43 che vide protagonista il nostro personaggio a partire dalla caduta del fascismo. Da Mussolini mi ha detto falso di Romersa (non credo all'originalit di tale testo che fa il verso a quello scritto proprio da Maugeri nell'autunno del 1944, qui a fianco, e che qualifica Romersa per quello che e che stato raccontato dal sito in altra sezione) Giunti a Gaeta, sul molo, Mussolini e Polito(i) trovarono 30

l'ammiraglio Maugeri capo dei servizi segreti della Marina; l'imbarco sulla corvetta "Persefone" che doveva trasferire il prigioniero su un'isola avvenne di sera, presenti il colonnello dei Carabinieri Pelaghi e un gruppo di militi in funzione di scorta. Il battello salp all'alba per Ventotene dove giunse alle 5 circa del mattino, ma sia Polito che Pelaghi, dopo una verifica a terra, decisero di proseguire per Ponza, dove, a loro giudizio, sarebbe stato pi facile sistemare il "prigioniero". Durante il viaggio, Mussolini parl a lungo con l'ammiraglio Maugeri e, fra l'altro, gli confess il suo disappunto per l'insistenza con la quale Rommel volle inseguire gli inglesi fino a El Alamein pur sapendo di non disporre dei mezzi per poter proseguire l'avanzata. Ponza, secondo Polito, era la sede idonea. Fu scelta una casa verdastra a due piani. Nonostante si parlasse sempre di "trasferimenti compiuti nella massima segretezza", sull'isola tutti sapevano dell'arrivo del Duce e la gente vi assistette, infatti, dai balconi e dalle finestre che si affacciavano sul porto. La mattina del 28 agosto Mussolini era gi su un idrovolante per Vigna di Valle sul lago di Bracciano... Ma se Maugeri era cos ansioso di liberarsi e di liberare il paese perch non gli ha sparato in una delle tante occasioni da imbarcato che gli stava a fianco ?. (direbbe qualcuno) Fifa ?. Mussolini era quindi stato in quei 20 giorni in balia diretta o di intelligence di Maugeri e Brivonesi senza che questi ne potessero informare gli alleati per un "prelievo" via mare con kommandos ? o come diceva Gueli sotto quattro cannonate. Le ipotesi del mancato sequestro possono essere tre e non tutte necessariamente a discolpa. 1) Gli alleati non volevano un Mussolini (con le sue "simpatie" inglesi e l'arresto era comunque previsto dall'armistizio) fra i piedi per lasciare poi il paese in mano ai duri di fede Nazista come Farinacci, Pavolini etc.. Conseguenze di questo: occupazione tedesca pi dura, pi resistenza, pi morti, sacrificio di sangue di alcuni Savoia, ma lasciapassare per la loro continuit voluta dagli inglesi. 2) Gli alleati volevano Mussolini per poterlo usare con proclami all'unit del paese contro i tedeschi, ma il rischio di una sua rinascita politica, di un incidente alla liberazione valeva la candela ?. Il fatto che ce lo "dimenticassimo" sul Gran Sasso non ci venne mai rinfacciato. 3) Maugeri non disponeva dell' autorit sufficiente (e il suo ruolo in tutta la vicenda spionistica sarebbe marginale) per neutralizzare gli 80 carabinieri pi i marinai, quando le acque del Tirreno erano ancora in mano ad italiani osservanti e non a Inglesi debordanti.

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(dalla pagina delle schede "liberazione di Mussolini" -Racconta il tenente Faiola: "Il giorno 9 agosto 1943, fui introdotto dal Comandante generale, Eccellenza Cerica, il quale, personalmente, mi comunic di avermi designato comandante del distaccamento carabinieri ed agenti preposti alla vigilanza di villa Weber, nell'isola della Maddalena. Gli ordini erano nella eventualit di attacco da parte di malintenzionati o di agenti nemici: difesa ad oltranza, chiedendo rinforzi al Comando Marina... poi uccidere Mussolini se..."). Si accettano altre ipotesi e congetture.. Quando Mussolini raggiunse la casa che doveva essere la sua prigione, e in effetti lo fu, a chi lo scortava disse che era stanco e avrebbe desiderato un letto per riposare. Lo condussero allora in una stanza squallida e semivuota dove c'era soltanto una rete senza materasso e senza lenzuola. Lo sgomento assal il prigioniero il quale, dopo uno scatto di ribellione e un inutile "basta!", pronunciato a denti stretti, altro non pot fare che sedere in terra e, con sgomento, prendersi la testa fra le palme delle mani. Mussolinisubir un ulteriore trasferimento a Villa Weber alla Maddalena e sempre Maugeri si occupa del Trasporto poi ....

Nella notte fra il 6 e il 7 agosto Mussolini lasci Ponza, diretto alla Maddalena. La

partenza avvenne poco dopo la mezzanotte del giorno 6 con un caccia, a bordo del quale c'erano il solito Maugeri e 80 carabinieri di scorta. Il mare grosso, rese il viaggio da Ponza alla Maddalena, oltremodo penoso. Nonostante lo sballottamento della nave, per, Mussolini e l'ammiraglio Maugeri, che fungeva da "accompagnatore", parlarono a lungo della guerra, della discutibile resa di Pantelleria e di Augusta, dell'invasione della Sicilia e del funzionamento dello Stato Maggiore, dove i contrasti, tra gli alti gradi, erano all'ordine del giorno. I rapporti con i tedeschi, intanto, si trascinavano in un'atmosfera di ambiguit e di diffidenze. A Tarvisio, il 6 agosto 1943 si riunirono il Ministro degli Esteri Guariglia, il Capo di S.M. Generale, gen. Ambrosio, Von Ribbentrop e il maresciallo Keitel. Da parte tedesca, lo scopo di quel convegno era di sondare le intenzioni dei governanti di Roma, mentre per gli italiani si tratt di un'altra occasione per ingannare l'alleato, simulando, con frasi di circostanza, la continuazione del conflitto e l'identit di obiettivi delle due nazioni (si stava gi trattando larmistizio). Durante la discussione a Tarvisio, i due capi di S.M. si urtarono violentemente e Keitel, resosi conto di quanto stava preparando Ambrosio, interruppe il colloquio e con il suo aiutante si rec oltre confine per telefonare, non intercettato, al Fuhrer e avvertirlo che occorreva dar corso al piano, gi predisposto, per l'invio di altre truppe perch, disse: "Sono certo che gli italiani sono gi pronti a tradirci" . Quanto alla nave che portava Mussolini, s'accost nel porto della Maddalena un motoscafo con a bordo l'ammiraglio Brivonesi, comandante della Piazza, il quale prese in "consegna" il Duce a cui era stata destinata, come residenza Villa Weber, una costruzione in mezzo a un giardino di pini, sorvegliata da numerosi carabinieri di Luigi Romersa 32

IL TRAVAGLIO DELLARMISTIZIO. ma anche questa sede non era sicura: i tedeschi l'avevano individuata e, caso strano due caccia inglesi, avevano abbattuto il velivolo di Skorzeny incaricato del blitz (ma in quel momento era in volo di ricognizione). Nella caduta in mare, Skorzeny perdette conoscenza e si ruppe tre costole, per si riprese quasi subito e con un battello di gomma, insieme con gli altri che si trovavano a bordo dell'Heinkel, riusc a raggiungere uno scoglio, da cui vennero raccolti da una nave tedesca di passaggio. La cosa strana che nell'isola la cosa venne saputa subito e si decise l'ulteriore trasferimento al Gran Sasso ma questa volta l'incarico venne affidato a Gueli. Ispettore di Polizia

Gueli, Ispettore Generale. "Allorch mi convoc, il capo della Polizia mi chiar che si trattava di salvaguardare la persona di Mussolini e di impedire, in tutti i modi, che i tedeschi lo rapissero. In tal caso, bisognava far fuoco sul prigioniero e far trovare un cadavere. Risposi che ero un uomo di battaglia non un assassino e allora lui mi disse che della bisogna erano stati incaricati i Carabinieri. Badoglio, volle conoscermi e a presentarmi al Capo del Governo provvide Senise. Il Maresciallo ripet a me la consegna gi data a Polito(i) e io, come Polito, assicurai che l'avrei fedelmente e, occorrendo, personalmente eseguita. Nella notte, trascorsa insonne, per, presi la mia decisione: poich la sorte, fra milioni d'Italiani restati fedeli al Duce, dava a me l'occasione favorevole, dovevo fare di tutto per salvarlo. L'indomani, mi recai in Sardegna e constatai che, per clima e per sicurezza Mussolini si trovava molto male. Se gli inglesi avessero avuto notizia della sua presenza alla Maddalena, avrebbero potuto facilmente impadronirsene o seppellirlo sotto le macerie della villa con quattro cannonate delle loro navi". Fu il fedelissimo Gueli che stabil quindi il trasferimento di Mussolini al Gran Sasso preludio della sua liberazione - ... I canali informativi di Skorzeny presso lo S.M. italiano gli passavano molte notizie, anche da verificare, facendolo arrivare sempre tardi sulla dislocazione. Quando ebbe quella della Maddalena, Mussolini era ancora li ma la sfortuna ci mise lo zampino come abbiamo visto.

8 SETTEMBRE 1943.. Il cerchio si chiude quando Maxwell Taylor, ambasciatore straordinario dell'Armistizio, in segreto, accompagnato da Maugeri, sbarca a Roma la vigilia dell8 settembre 1943. Maugeri lo accompagna segretamente da Gaeta a Roma per un colloquio con Badoglio e il generale 33

Carboni teso a predisporre laviolancio sulla capitale di una divisione aerotrasportata americana. Taylor chiese a Maugeri: - Mi dica della Marina ammiraglio, si pu avere fiducia che essa obbedir agli ordini, quali che siano e in tutte le circostanze? - Maugeri - Lei parla in caso di resa se ho ben capito?, e alla conferma di Taylor, ribatt sicuro: La Marina obbedir senza fallo in qualsiasi circostanza, generale. Di questo pu esserne assolutamente sicuro. Sicuro tanto da far dire a entrambi La Marina italiana stata lunica fra le varie forze armate che ha condotto le trattative di resa nel modo e nei tempi da noi prescritti e da noi progettati e per la prima volta in tre anni la bandiera Inglese e quella Italiana sventolavano fianco a fianco. Un brivido di piacere mi percors