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SEMINARIO INTERNAZIONALE DI PATTINAGGIO ARTISTICO ROCCARASO 2010 TRIPLO LUTZ Considerazioni tecniche sullo studio preliminare biomeccanico del triplo lutz a cura di Sara Locandro S.I.P.A.R. Scuola Italiana Pattinaggio Artistico a Rotelle

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SEMINARIO INTERNAZIONALE DI

PATTINAGGIO ARTISTICO

ROCCARASO 2010

TRIPLO LUTZConsiderazioni tecniche sullo studio preliminare biomeccanico del

triplo lutz

a cura di Sara Locandro

S.I.P.A.R. Scuola Italiana Pattinaggio Artistico a Rotelle

INTRODUZIONE

Verificando che sono cos pochi gli studi presenti in letteratura riguardanti l'analisi biomeccanica nel pattinaggio artistico ghiaccio e rotelle, viene spontaneo chiedersi come mai ci sia questa carenza; molti sono i motivi, innanzitutto questi studi richiedono tanto tempo per essere realizzati, attrezzature tecnologiche molto costose e persone che abbiano capacit e passione, non ultimo poi il problema dei costi.Altro problema la rilevazione dei dati e la loro interpretazione, anche questo richiede molto tempo e molta attenzione, sbagliare una rilevazione o interpretare male un risultato vuol dire trarre delle conclusioni sbagliate.Nonostante ci ci siamo voluti cimentare nuovamente nello studio biomeccanico dei salti, e abbiamo filmato cinque tra i migliori atleti del momento e perch no, del mondo, che si sono prestati con estrema pazienza e buona volont, approfittando della disponibilit dello staff dell'Universit di Scienze Motorie di Bologna guidato dal Professor Merni, della Federazione Italiana Pattinaggio e dello staff della Nazionale.I salti filmati sono stati numerosi, dal lutz al rittberger, sia doppi che tripli, ma si potuto fare solo uno studio preliminare sul triplo lutz per il momento, lasciando per il futuro altri approfondimenti.Nella speranza che si possa procedere per questa strada difficile ma proficua per il nostro sport, iniziamo questo cammino ringraziando tutti coloro che hanno collaborato con professionalit e passione.

SI RINGRAZIANO

Lo staff della facolt di Scienze MotorieFranco Merni, docente Teoria e Metodologia dellallenamento e Valutazione motoriaSilvia Fantozzi, docente Biomeccanica applicata e Bioingegneria Laura Querin, laureata in Scienze Motorie.Andrea Giovanardi, ingegnere del Laboratorio di Biomeccanica Facolt di Scienze MotorieAnna Ziccarelli, laureanda in Bioingegneria

Per la loro disponibilit gli atleti della nazionale italiana Roberto Riva, Andrea Barbieri, Tanja Romano, Dario Betti, Andrea Aracu, Andrea Girotto

Il Commissario Tecnico Antonio Merloil Preparatore Atletico Andrea Bientinesi Tutto lo staff degli allenatori della Nazionale Italiana di pattinaggio

Le riprese sono state effettuate presso la tensostruttura coperta di via Garibaldi, a Ozzano dell'Emilia (Bologna)Si ringrazia anche la societ Magic Roller e il presidente Giancarlo Gasperini per la disponibilit

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Considerazioni tecniche sullo studio biomeccanico preliminare del triplo lutz Queste considerazioni fanno riferimento allo studio biomeccanico del triplo lutz dello staff dell'Universit di Scienze Motorie di Bologna del Prof. Merni, i dati sono stati parzialmente riportati per essere presi in esame da un punto di vista tecnico.In questo studio stata fatta un'analisi biomeccanica del triplo lutz, in riferimento alla puntata-allo stacco del piede sinistro di scorrimento, allo stacco del piede destro, al volo e all'arrivo del salto.

Si fatta prima un'analisi temporale, poi sono state inoltre prese in esame le distanze, gli angoli e le velocit riferite alle varie esecuzioni dei tripli lutz ed alle varie parti del corpo.

Le braccia

Degli atleti testati (nessuno mancino) si hanno i risultati delle prestazioni di forza esplosiva degli arti inferiori senza pattini, con l'uso delle braccia e senza, precisamente con i seguenti risultati:squat jamp : valore medio 45,4countermovement jump: valore medio 51,1countermovement jump con le braccia:valore medio 57,7

Questi valori non vengono rispecchiati con i pattini dove il contributo delle braccia non migliora il salto per quello che riguarda l'elevazione, infatti, considerando che durante il triplo Lutz in media il centroide del bacino si eleva di 50.5 cm dallo stacco alla massima altezza in volo, si potrebbe paragonare la spinta effettuata pi al countermovement jump (51,1 cm) piuttosto che al countermovement jump con le braccia (57,7).

Questo risultato pone il problema di trovare un sistema migliore per rendere pi funzionale l'uso delle braccia nei pattinatori, nella fase di stacco.

Molto spesso alle braccia non viene data l'importanza che hanno, e sono spesso passive nei confronti dei movimenti delle gambe, le braccia subiscono la spinta delle gambe e spesso con gesti non coordinati, ostacolano il movimento stesso delle altre parti del corpo.

Il potenziamento delle braccia non deve essere considerato una perdita di tempo nella fase a secco e di preparazione atletica, o direttamente in pista con i pattini nell'apprendimento del gesto tecnico.

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Con l'aiuto delle braccia si pu andare pi in alto se si esegue un movimento ampio, potente, coordinato, rapido, ma tutte queste azioni devono essere studiate, insegnate, provate e si deve avere sempre chiaro l'obiettivo.Si pu decidere di fare ad esempio, un gesto preciso e con energia per andare pi in alto oppure chiudere pi rapidamente o pi vicino al corpo per girare pi rapidamente, o allontanarle con determinazione e controllo per definire un arrivo ma tutto deve essere tranne che un'azione esclusivamente spontanea.

Le braccia possono farci fare il salto di qualit se usate bene.

Il fatto che si sia verificato che gli atleti usano le braccia tutti in modi diversi, e comunque, ritengo, solo parzialmente efficaci, dimostra che molta strada si deve ancora fare in questa direzione perch evidentemente non si hanno chiare le dinamiche pi funzionali per il miglioramento dei salti o comunque non vengono totalmente applicate le tecniche migliori a tal proposito.

Le fasi del salto: La puntata Per ci che riguarda le fasi del salto, la prima cosa presa in esame stata la puntata.

La gamba libera (destra) prima della puntata risulta in modo non omogeneo; in alcuni atleti flessa,in altri quasi completamente tesa, ma al momento della puntata la gamba decisamente piegata (media 60 ).

Quale sistema sia migliore non provato;alcuni allenatori sostengono che avvicinandosi alla puntata,durante l'allungamento, con la gamba libera flessa o decontratta, si ha una maggiore percezione dell'asse corporeo togliendo il peso dalla gamba libera per posizionarsi al meglio sul piede portante migliorando lo stacco. Contrariamente, altri allenatori ritengono che con la gamba libera tesa i movimenti stessi della gamba e specifici del salto, possono essere controllati meglio.

Ma evidente che la gamba libera destra al momento del caricamento, dovr avere un carico adeguato per eseguire lo stacco, e su questo siamo tutti d'accordo.

Gli atleti sono inclinati sempre nella direzione da cui provengono, massimamente nella fase di puntata ma anche seppure meno, nelle altre fasi.

Questo riferito all'angolo del tronco, rispetto all'asse verticale del suolo e ci fa riflettere sul fatto che da una giusta angolazione si passa, dopo la puntata, ad una estensione del corpo verso l'alto, ma sempre con una leggera inclinazione in avanti.

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Per quanto riguarda la gamba sinistra alla puntata, il ginocchio e la caviglia sinistra sono decisamente piegati, allo stacco la gamba si estende, (un'atleta la flette di nuovo per effettuare uno slancio verso l'alto) e comunque subito dopo si flette ancora per prepararsi alla posizione di incrocio avanti (vite) Nel caso dell'atleta che slancia la gamba flessa verso l'alto in maniera pi consistente, lo stesso la riporta poi verso il basso per effettuare la vite.Il prof Merni sostiene che biomeccanicamente pi corretto sfruttare questo slancio, perch latleta raggiunger una maggiore altezza in volo, comunque la forza di gravit lo aiuter a posizionare la gamba in massima chiusura in breve tempo.

All'atto della puntata la distanza tra i due piedi nel senso della lunghezza di media di 26,2 centimetri (distanza della puntata), mentre la distanza media laterale dei due piedi di 29,4 centimetri.

Questo apre una parentesi importante: la distanza della puntata va controllata dalla prima impostazione del lutz di una rotazione, una puntata troppo vicina genera problemi di spostamento dell'asse notevoli con conseguenti cadute e una puntata troppo lontana pu determinare frequenti rinunce nella fase di stacco.Perdere un po' di tempo in pi nell'impostazione determiner un automatismo che sar poi prezioso nei lutz di maggior rotazione e non sar quindi tempo sprecato.

Per quanto riguarda poi la distanza laterale dei piedi nella puntata, si intuisce che una puntata non esageratamente larga, permetter di far scorrere il piede sinistro in maniera pi o meno rettilinea, evitando disegni di strane curve di esso prima dello stacco.

Il tempo che trascorre dalla fase di discesa del bacino durante la puntata, di 0,04 secondi che corrispondono a 14 millimetri,e trattandosi di misure abbastanza irrisorie, potrebbero essere collegati alla fase di ammortizzamento della caviglia, pi che ad un caricamento che avviene dopo la puntata.

Calcolando che il piegamento del ginocchio destro non aumenta in maniera determinante durante la puntata (da 60 a 66), per poi arrivare a 16 con la distensione, sar utile utilizzare questa informazione per migliorare i ritmi di stacco dei salti.

La fase totale di puntata - scorrimento - stacco dura solo 0,18 secondi, di cui lo scorrimento 0,12 secondi e quindi la spinta sull'arto destro solo 0,06 secondi.Anche questo dato ci deve dare il senso della rapidit del movimento anche in riferimento ai tempi di contatto della puntata.

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Stacco

Trattandosi di tempi cos brevi, appare evidente che ritmo e coordinazione sono fondamentali per staccare un salto correttamente e non avere brutte sorprese all'arrivo, il corpo deve essere preparato allo stacco con le giuste tensioni di alcune parti del corpo, mentre altre parti del corpo affronteranno il salto con la dovuta scioltezza e precisione del movimento.

La caviglia che alla puntata in posizione neutra (2), esegue allo stacco, a differenza del ginocchio, una escursione tibio-tarsica evidente (41).

Per quanto riguarda gli anticipi del busto, nella torsione del tronco, gli atleti esaminati trovano strategie diverse e ritmi diversi di torsione, segno evidente che se non c' una regola precisa tutto lasciato al caso e quindi manca una precisa direttiva di utilizzo delle rotazioni del corpo e dei suoi tempi di esecuzione, prima dello stacco a livello di quantit di rotazione e ritmi di esecuzioni.

Volo

La fase di volo dura di media 0,64 secondi, egualmente divisa tra ascesa e discesa.Allo stacco gli arti inferiori risultano stesi, all'arrivo leggermente flessi forse per prepararsi ad ammortizzare il salto.

La distanza percorsa va da un minimo di 163 centimetri ad un massimo di 259 centimetri.

L'altezza media della parabola di volo risulta di 50,5 centimetri (mentre senza pattini si raggiungevano altezze superiori con l'uso delle braccia) come gi fatto notare.

Altro dato interessante che l'incrocio massimo delle caviglie (distanza minima dei piedi tra loro in diagonale: 21,8 centimetri) si raggiunge dopo 0,21 secondi che corrisponde circa ad un giro di rotazione, ma in alcuni soggetti anche prima (0,10 secondi).

Questo vuol dire che la vite (stiamo parlando di quella bassa in questo caso), applicata da tutti gli atleti subito dopo lo stacco che avvenga o no con lo slancio verso l'alto della gamba sinistra, e che la fase di volo caratterizzata da questa posizione relativamente nuova, infatti non da moltissimi anni che abbiamo convinto tutti gli atleti e gli allenatori ad adottare questo tipo di tecnica, che in volo estremamente funzionale ed esteticamente corretta.

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Velocit

Per quanto riguarda la velocit alcuni atleti si presentano pi veloci di altri ma non trasformano del tutto la velocit orizzontale in verticale, altri al contrario vanno molto in alto pur arrivando al salto con una velocit orizzontale pi ridotta. L'ideale sarebbe che le due velocit fossero proporzionate in un rapporto ottimale in modo che, come dice lo studio di biomeccanica l'angolo della velocit risultante si avr quando la velocit orizzontale sar uguale a quella verticale, quindi sar di 45

In conclusione si osservato che gi atleti testati sono pi simili tra loro nel gesto tecnico per quanto riguarda gli arti inferiori, mentre per la parte alta del busto si notano molte diversit e questo ci stimoler a lavorare ancora sulla tecnica per ottimizzarla cercando di ottenere la strategia ottimale al fine di conseguire salti ancora migliori.

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