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tre bicchieri IL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO COMUNICARE IL VINO OGGI? ECCO I 5 TRENDING TOPIC SU CUI PUNTARE anno 10 - n. 41 - 17 ottobre 2019 BREXIT Arriva l'intesa tra Ue e Uk: evitato il no-deal. Ora il vino può tirare un sospiro di sollievo CONSORZI Colline Teramane annuncia il lancio della sua anteprima. Bene la versione giovane nel nuovo disciplinare IMPRESE Dopo 16 anni l'addio di Ettore Nicoletto a Santa Margherita. Futuro in Franciacorta? ESTERI Wine Paris e Vinexpo insieme aprono ai produttori internazionali. E allargano l'offerta bio DENOMINAZIONI Quotazioni low cost e posizionamento da rivedere. Per il Pinot Grigio la lezione viene dai mercati

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trebicchieriIl settImanale economIco del Gambero rosso

comunicare il vino oggi? ecco i 5 trending topic

su cui puntare

anno 10 - n. 41 - 17 ottobre 2019

BREXIT Arriva l'intesa tra Ue e Uk: evitato il no-deal. Ora il vino può tirare un sospiro di sollievo

CONSORZI Colline Teramane annuncia il lancio della sua anteprima. Bene la versione giovane nel nuovo disciplinare

IMPRESE Dopo 16 anni l'addio di Ettore Nicoletto a Santa Margherita. Futuro in Franciacorta?

ESTERI Wine Paris e Vinexpo insieme aprono ai produttori internazionali. E allargano l'offerta bio

DENOMINAZIONI Quotazioni low cost e posizionamento da rivedere. Per il Pinot Grigio la lezione viene dai mercati

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LA FOTOnOTiziA

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Mondiali di degustazione alla cieca: italia ultima e Francia prima… Giochiamo in campionati diversi? Ai mondiali di Francia, i padroni di casa sono arrivati primi, l'Italia ultima. Non parliamo della nazio-nale di calcio, ma di quella dei de-gustatori di vino alle prese con la prova alla cieca: l'identificazione di 12 vini, sei bianchi e sei rossi, pro-venienti da tutto il mondo, di cui i concorrenti (suddivisi in squadre da quattro degustatori) dovevano riconoscere vitigno, Paese d'origi-ne, denominazione, annata e, pos-sibilmente, il produttore.

All'evento, organizzato al castello di Chambord dalla celebre Revue du vin de France, hanno partecipa-to 27 formazioni, grazie all'esordio di Ucraina, Romania, Estonia, Por-togallo e Kazakistan. I transalpi-ni hanno trionfato con 112 punti (dopo 5 anni dalla prima vittoria), mettendo in fila la Cina (campione nel 2016 con 103 punti) e Taiwan (95 punti). E l'Italia? La “naziona-le azzurra”, guidata per l'occasione da un coach francese, con 17 punti non è andata oltre l'ultimo posto.

La débâcle apre ad una più ampia riflessione. E se non fosse nel Dna del degustatore italiano riconosce-re un vino alla cieca? O se le sue papille gustative, così arrovellate sul gusto nazionale, non fossero allenate a quello internazionale? Si spiegherebbe, in questo modo, anche perché non ci sia ancora nes-sun Master of Wine italiano, visto che anche lì la prova alla cieca è una delle più temute. Come direbbero gli inglesi, semplicemente: “It's not my cup of tea”.

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AGRICOLTURA. Con cambiamenti climatici danni per oltre 30 milioni l'anno. Lo studio EneaScenari più difficili per l'agricoltura nei prossimi decenni. Siccità, allu-vioni, erosioni del suolo sono tutti elementi che rischiano di far perdere l'1% della produzione agricola, con danni per oltre 30 milioni di euro l'anno per l'Italia. Lo studio è dell'Enea ed è stato illustrato a Cagliari durante la presentazione del progetto Med Gold, dedicato di servizi cli-matici specializzati. Tra 2021 e 2050, secondo i ricercatori, ci si aspetta una riduzione intorno al 10% delle piogge estive e un possibile aumento tra il 10 e il 20% delle precipitazioni durante l'inverno, rispetto al perio-do 1961-1990. La temperatura media è prevista in rialzo di 2 gradi. Re-lativamente ai prodotti, il vino rischia sotto il profilo qualitativo; l'ulivo, da qui al 2050, osserverà un incremento fino al 20% del tasso di infestazione da mosca delle olive; per il grano duro si stima una riduzione della resa superiore al 10% in alcune aree del Mediterra-neo (fra 5-10% in Sardegna), con un aumento dei prezzi.

SOSTENIBILITÀ. Il Mipaaf guarda al modello Equalitas. Il 25 appuntamento a Roma“Dobbiamo fare molta attenzione a non svendere il concetto di sostenibili-tà oggi tanto abusato. Per questo occorrono regole comuni e armonizzate che salvaguardino tutti, dunque sia le imprese che si impegnano responsa-bilmente in questo senso, sia i consumatori”, è quanto ha ribadito il capo dipartimento Dipeisr del Ministero delle Politiche Agricole, Giuseppe Blasi, durante l’incontro ‘Sustainable Wine: Going Glocal’ promosso da Equalitas, che si è svolto alla Milano Wine Week. Il dirigente ha anche annunciato che il Ministero sta lavorando ad un modello unico nazio-nale, prendendo tra i modelli virtuosi anche quello di Equalitas.

Il prossimo appuntamento con l'ente di normazione (controllato da Federdoc con Gambero Rosso, Valoritalia, Csqa e 3A Vino) è per il 25 ottobre a Roma all'interno di Roma Wine Weeks, quando la Gambero Rosso Academy ospiterà una tavola rotonda su Vino, sostenibilità, inter-nazionalizzazione, a cui prenderanno parte il vicepresidente di Federdoc Francesco Liantonio e il direttore di Equalitas Stefano Stefanucci, in-sieme ad un panel di giornalisti internazionali che spiegheranno in che modo quello della sostenibilità sia ormai un requisito imprescindibile.

I 10 record green del made in Italy secondo ColdirettiL'agricoltura italiana rappresenta già un si-stema sostenibile. Parola di Coldiretti che, in occasione del Forum internazionale dell’a-gricoltura di Cernobbio, ha presentato il rapporto sul Made in Italy, in collaborazione con Symbola, in riferimento al Green New Deal della manovra economica del Governo con gli interventi salva clima.

Il rapporto mostra come l’agricoltura italiana rappresenti appena il 7,2% di tutte le emis-sioni a livello nazionale con un trend in calo del -1% dal 2012, rispetto alla crescita regi-strata invece in Francia (+0,85%) Germania (+2,11%), Regno Unito (+2,29%) e con il re-cord negativo della Spagna (+10,55%). Inol-tre, tra i cinque Paesi europei più importanti dal punto di vista agricolo, l'Italia è quello con il minor numero di prodotti con residui chimici oltre i limiti di legge, con appena lo 0,8% del totale contro l’1,3% della media Ue o il 5,5% dei prodotti extracomunitari. Infi-ne, il Belpaese si conferma anche ai ver-tici mondiali per aree coltivate a biolo-gico con 1,95 milioni di ettari nel 2018 pari al 15,5% della superficie agricola.

Coldiretti ha anche stilato la lista dei 10 pri-mati green del Made in Italy: dalla sostenibi-lità alla qualità, dalla sicurezza al boom del bio fino a quello del turismo sostenibile.

1 Italia prima nell’economia circolare

2 Italia leader nelle energie rinnovabili

3 Robotica: primi per crescita di robot installati

4 Legno arredo: primi in europa per saldo commerciale

5 Moda: primi in europa per quote di mercato

6 Agroalimentare: i prodotti italiani conquistano il mondo

7 Italia campione del biologico

8 Italia prima per spesa turistica enogastronomica

9 Agricoltura italiana leader in Europa per sostenibilità

10 Agroalimentare italiano leader in qualità e sicurezza

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BREXIT. L'intesa Ue/Uk evita il no-deal. Il vino tira un sospiro di sollievoCommissione europea e Regno Unito hanno appena trova-to l'intesa sull'uscita dei britannici dall'Ue con un accordo commerciale. L'annuncio del portavoce della Commissione europea arriva dopo ore di trattative con Boris Johnson, premier britannico, che ha parlato di “un grande nuovo accor-do che ci restituirà il controllo" del Paese. L'intesa andrà votata dal Parlamento britannico (sabato 19 ottobre) sia, in segui-to, dal Consiglio dell'Ue e dal Parlamento Ue. Se tutto filerà liscio, Europa e Regno Unito avranno un anno e mezzo di tempo per definire le modalità della Brexit. Borse e sterlina in ripresa.

“Per il vino è un segnale positivo” commenta a caldo il segre-tario generale dell'Unione italiana vini, Paolo Castelletti “ma dobbiamo essere cauti perché ci sarà bisogno di ratificare la de-cisione. E abbiamo visto cosa è successo con l'accordo firmato da Teresa May”. Anche la filiera degli importatori ed esportatori inglesi (Wsta) tira un sospiro di sollievo: “Hanno sempre au-spicato un approccio pragmatico e chiesto di evitare un no-deal” ricorda l'esponente di Uiv, guardando al futuro delle im-prese italiane: “Avremo più tempo per definire tutti i quei temi legati alla protezione delle denominazioni, all'etichettatura, ai documenti per l'export, alle pratiche enologiche”. "Nel periodo transitorio, che scadrà a fine 2020, il Regno Unito continuerà a partecipare al mercato unico europeo e all’unione doganale. Non ci saranno, quindi, turbative negli scambi commerciali. E per l’I-talia saranno riconosciute e tutelate tutte le Ig e di qualità”, rile-va il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Il Regno Unito è, per i vini italiani, il terzo mercato di de-stinazione dopo Stati Uniti e Germania, con 827 milioni di euro nel 2018. Per gli spumanti è il primo mercato a volume (1,1 milioni di ettolitri) e a valore (434 milioni di euro nel 2018, +6%). – G. A.

DAZI USA. Al via la tassa al 25%. I francesi si appellano a BruxellesIl 18 ottobre (ore: 00.01 eastern time) resterà nella storia come il giorno dell'entrata in vigore dei dazi Usa sui prodot-ti europei. L'Italia guarda, quindi , ai prossimi mesi con ap-prensione, considerato che, sul mercato Usa il Made in Italy era cresciuto fino ad ora più del doppio rispetto al mercato mondiale: in particolare, secondo le rielaborazioni Coldi-retti, l'agroalimentare da gennaio ad agosto 2019 aveva registrato un boom del 13%, dopo aver messo a segno nel 2018 il record dei 4,2 miliardi di euro. In allarme anche la viticoltura francese, che dovrà vedersela con l'applicazione della tassa americana al 25% sui suoi vini. Secondo gli im-prenditori, il vino francese, seconda voce dell'export, viene “sacrificato sull'altare dei negoziati aeronautici e del conflitto commerciale tra Airbus e Boeing”. Occorre, quindi, agire rapi-damente con atteggiamento “all'altezza della sfida”.

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Lo sapevo io che si trattavadi olio di Nocellara del Belice*.Ecco perché questa pastaalla Norma è un capolavoro!

In occasione della Fiera Internazionale del TartufoBianco d’Alba, Ismea e Ministero delle politiche agricole,in collaborazione con il Gambero Rosso, danno vitaa una serie di eventi nell’ambito della campagna di comunicazione sul settore olivicolo-oleario “OLIOSU TAVOLA”, progettata per promuovere una maggiore conoscenza presso il pubblico italiano, della grande varietàdi extravergine di qualità presenti nel nostro Paese,e delle oltre 600 cultivar che danno vita a un patrimoniodi gusto e cultura unico e inimitabile.

Gli italiani, infatti, hanno bisogno di maggiori e più dettagliate informazioni sull’olio extravergine d’oliva. Da un’indagine condotta dall’Ismea è emersa l’importanza di puntare su fattori quali l’origine del prodotto e la tracciabilità (dalle olive alla bottiglia), che hanno totalizzato rispettivamente il 52%e il 43% delle preferenze all’interno del campione intervistato. A seguire, si trovano le caratteristiche sensoriali, il marchio di qualità e gli aspetti nutrizionali, mentre marca e sostenibilità sono indicatori che hanno un peso minore sulla disponibilità dei connazionali a spendere di più per l’olio Evo.

PER PRENOTARSI CLICCA QUI

OLIO SU TAVOLA - CAPOLAVORI DI GUSTO:una campagna per valorizzare gli extravergine d’oliva.

EVO TASTING EXPERIENCE Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba: il calendario degli appuntamenti

Stefano Polacchi (ita): “La favola della leggerezza. I campioni del nord”

Giulio Scatolini (ita): “Il gioco dei profumi. Variazioni tra carciofo e pomodoro”

Indra Galbo (ita-eng): “L’equilibrio e l’armonia… Questioni di stile”

Michela Becchi (ita-eng): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”

PROGRAMMA DI OTT. / NOV. Sala Beppe Fenoglio – Cortile della Maddalena

Domenica 17 novembre

Domenica 10 novembre

Domenica 3 novembre

Domenica 27 ottobre 17:30

17:30

17:30

17:30

*UNA DELLE CULTIVAR PRINCIPALI DELLA SICILIA.

Nel nostro Paese ci sono più di 600 cultivar di olive che danno vita a extravergine unici e straordinari. Porta in tavola tutta la loro ricchezza.campagneistituzionali.it/oliosutavola

OLIOsu tavol a

i capolavori dell’extravergine.

Giulio Scatolini (ita): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”Domenica 24 novembre 17:30

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cOnsOrzi

COLLINE TERAMANE. La Docg cambiail disciplinare e annuncia l'anteprimaa cura di Gianluca Atzeni

Con 500 mila bottiglie, la Docg Colline Teramane è una valida nicchia nel pa-norama vitivinicolo. La

Dop, tra Gran Sasso e mare Adriati-co, ha in serbo delle novità per le 41 aziende associate e per gli esperti del settore. Dal prossimo anno, il CdA ha deciso di inaugurare un'anteprima dei vini, che offra agli operatori un quadro esaustivo della gamma dei prodotti. La data non è ancora fissa-ta, ma cadrà nei mesi invernali, per non sovrapporsi ad altre anteprime italiane, in primis Toscana e Umbria. “Sarà la nostra prima edizione” afferma il presidente Enrico Cerulli Irelli “e il nostro obiettivo è fare dell'evento un appuntamento periodico”.IL DISCIPLINARE. Le vendite della Docg Colline Teramane si concentra-no in Italia (60%-65%), mentre all'ex-port prevalgono Stati Uniti (dove si investirà anche nel 2020) e Germa-nia. Sembra avere dato i frutti sperati la modifica al disciplinare di qualche anno fa, con cui è stata introdotta una tipologia giovane, eliminan-do l'obbligo del passaggio in legno per un anno e consentendo la messa in commercio a 12 mesi dalla raccolta. “Le imprese hanno potuto proporre un vino fresco e a prezzi più contenuti. Una mossa” spiega Cerulli “arrivata in un momento di generale contrazione che ci ha consentito di aprirci a nuovi mercati e consolidare quelli maturi”. L'esordio della nuova versione base non ha,

tuttavia, soppiantato la tipologia con due anni di affinamento. Il risultato è che oggi il Colline Teramane ha tre categorie (base a 1 anno senza legno, superiore a 2 anni e riserva a 3 anni entrambi con legno). Uno status quo che un'ulteriore modifica al discipli-nare sta per cristallizzare inviando la richiesta alla Regione Abruzzo e poi al Mipaaf.SOSTENIBLITÀ. L'aumento del va-lore è tra gli obiettivi. Con quotazio-ni medie franco cantina sui 4-5 euro a bottiglia, la Docg dovrà migliorare perché “i costi di produzione sono alti per aziende spesso piccole, familiari, che lavorano in modo tradizionale”, dice Cerulli. I fondi Psr e Ocm sono stati impegnati per ospitare giornalisti, operatori ed educatori del vino come la Wine scholar guild. Ma il valore ag-giunto potrebbe essere la sostenibili-tà: “Le aziende possiedono le basi. Già

oggi, il 60% adotta una viticoltura soste-nibile, ma c'è bisogno di regole più chiare dalle istituzioni”.L'ENOTURISMO. L'enogastronomia teramana non ha nulla da invidiare ad altre zone. Ma l'offerta vino/cibo deve essere meglio integrata, così come l'accoglienza e la comunicazione del (e sul) territorio. Insufficiente, per il Consorzio, la presenza della Docg nel-le carte vini dei ristoranti: “In 15 anni la qualità media è cresciuta e lo provano i riconoscimenti. Pertanto, c'è una buona scelta per quei ristoranti che aspirano a una lista di qualità”, sottolinea Cerulli, il cui sogno nel cassetto è trovare nei ristoranti carte vini coi prodotti abruz-zesi, distinti per zone d'origine “e con una categoria ad hoc per la Docg Colli-ne teramane, come avviene per Barolo, Amarone e altri. Non ci meritiamo tale trattamento. O c'è mancanza di attenzio-ne” conclude “o di preparazione”.

Docg Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo

fonte: Consorzio di tutela Colline Teramane

Vino prodotto (hl)Superficie rivendicata (ha)Uva raccolta (q)

20158.815,91

148,41 12.782,27

20167.458,09

133,48 10.784,38

20178.625,83

149,76 12.353,47

20189.833,79

171,94 14.195,55

media8.683,41

150,90 12.528,92

Lo sapevo io che si trattavadi olio di Nocellara del Belice*.Ecco perché questa pastaalla Norma è un capolavoro!

In occasione della Fiera Internazionale del TartufoBianco d’Alba, Ismea e Ministero delle politiche agricole,in collaborazione con il Gambero Rosso, danno vitaa una serie di eventi nell’ambito della campagna di comunicazione sul settore olivicolo-oleario “OLIOSU TAVOLA”, progettata per promuovere una maggiore conoscenza presso il pubblico italiano, della grande varietàdi extravergine di qualità presenti nel nostro Paese,e delle oltre 600 cultivar che danno vita a un patrimoniodi gusto e cultura unico e inimitabile.

Gli italiani, infatti, hanno bisogno di maggiori e più dettagliate informazioni sull’olio extravergine d’oliva. Da un’indagine condotta dall’Ismea è emersa l’importanza di puntare su fattori quali l’origine del prodotto e la tracciabilità (dalle olive alla bottiglia), che hanno totalizzato rispettivamente il 52%e il 43% delle preferenze all’interno del campione intervistato. A seguire, si trovano le caratteristiche sensoriali, il marchio di qualità e gli aspetti nutrizionali, mentre marca e sostenibilità sono indicatori che hanno un peso minore sulla disponibilità dei connazionali a spendere di più per l’olio Evo.

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Michela Becchi (ita-eng): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”

PROGRAMMA DI OTT. / NOV. Sala Beppe Fenoglio – Cortile della Maddalena

Domenica 17 novembre

Domenica 10 novembre

Domenica 3 novembre

Domenica 27 ottobre 17:30

17:30

17:30

17:30

*UNA DELLE CULTIVAR PRINCIPALI DELLA SICILIA.

Nel nostro Paese ci sono più di 600 cultivar di olive che danno vita a extravergine unici e straordinari. Porta in tavola tutta la loro ricchezza.campagneistituzionali.it/oliosutavola

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i capolavori dell’extravergine.

Giulio Scatolini (ita): “La forza del sole. Carattere ed eleganza”Domenica 24 novembre 17:30

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FRODI 1. Dal Chianti in polvere a quello al mirtillo rosso. Rimosse 10mila violazioni del marchioQuando si parla di imitazioni dei marchi italiani non si può prescindere dal termine Chianti. Il consorzio della Docg, presieduto da Giovanni Busi, conosce bene i rischi e si è affidato da due anni al lavoro di Griffeshield, agenzia con sede in Veneto che scova le minacce in rete per i marchi tutelati. Tra gennaio e set-tembre 2019, i “cacciatori” hanno individua-to 15.600 minacce rimuovendone 10.700. Nel complesso, considerati i quasi due anni di attività, la situazione è migliorata nettamente: “Le violazioni 2019 sono state un terzo rispetto all'an-no scorso. Un netto calo, segno che il lavoro funziona”, ha commentato Busi.

La forma principale di frode è rappresentata dai wine kit, preparati chimi-ci in polvere per fare il vino in casa, a un euro a bottiglia: ne sono state rimosse 6 mila. Seguono oltre 3 mila casi di concorrenza sleale (Chianti falso spacciato per vero) e poco meno di 2 mila violazioni del marchio attraverso la commer-cializzazione di etichette contraffatte, come quelle al mirtillo rosso. Principale luogo di frode sono i siti web dedicati: Italian Chianti style, Original Chianti, Vintners Reserve Chianti e World Vineyard Italian Chianti, seguiti dai principali marketplaces, come e-Bay e Amazon.

Dagli Usa provengono i casi più difficili da disinnescare, per la scarsa volontà di colla-borare (78% di tasso di successo). Nel Regno Unito, mercato dei wine kit, i truffatori tendono a scaricare la responsabilità sui fornitori e il tasso di successo delle richieste di rimozione si ferma al 91%. In Cina, il tasso di successo è del 100%: tutti gli inviti a interrompere i comportamenti scorretti vanno a buon fine.

FRODI 2. Sequestrate patatine Pringles al Prosecco. Bellanova: “No ai furti d'identità” Il nome di una Dop protetta e tutelata non può essere utilizzato per fare promozione a degli snack. Un furto di identità che ha portato al sequestro amministrativo di centinaia di confezioni di “patatine al Prosecco”, a marchio Pringles (noto brand di Kellogg company), in vendita in una cate-na di supermercati veneta che, a sua volta, aveva acquistato il pro-dotto da una società olandese. Tra gli ingredienti, secondo quanto accertato dagli ispettori dell'Icqrf, una non meglio precisata pol-vere di Prosecco.Per la ministra delle Politiche Agri-cole, Teresa Bellanova, il sequestro testimonia “l'impegno di Mipaaft e Icqrf nella lotta alle frodi e la tutela della qualità. Azione che avviene sia in Italia, dove esiste una legislazio-ne organica a tutela delle indicazioni geografiche, sia all’estero e sul web”.

PROSECCO. Richieste bio a +35% in 9 mesi. Sbloccati 10 mila hlSbloccata la quota bio della riserva vendemmiale del Prosecco Doc. La decisione del Consorzio arri-va a seguito di una vendemmia con rese produt-tive per ettaro inferiori alle aspettative e dopo l'analisi dei numeri relativi ai nove mesi del 2019, con imbottigliamenti complessivi a +6,4% rispetto allo stesso periodo del 2018 e, soprattut-to, con un forte aumento della frazione “bio”. Au-mento che, secondo le prime stime del Consorzio sulla base dei dati delle aziende, si aggira intorno al 35%.

Da qui, la scelta unanime dei vertici consortili di presentare l'istanza alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia per lo sblocco della riserva vendem-miale Prosecco Doc biologico 2018, pari a 10.380 ettolitri (equivalenti a 1,384 milioni di bottiglie), con l'obiettivo perseguire l’equilibrio di mercato. Le aziende potranno procedere allo sblocco solo dopo la pubblicazione dei provvedimenti regiona-li. Per il 2020, la previsione di crescita della frazio-ne biologica è di un ulteriore 20%.

Contraffazione. Nelle Ig vale 4,3 mld di euro. Un seminario Csqa a Bologna A livello mondiale, la contraf-fazione commerciale raggiun-ge un valore di 338 miliardi di euro. E coinvolge molte-plici settori: agroalimentare, medicinali, cosmetici, tessile, elettronica. Nel caso specifico delle Indicazioni geografiche europee, arriva a valere 4,3 miliardi, rappresentando quasi il 10% della produzione legale. L'agroalimentare è tra i settori più sensibili ma esistono stru-menti a difesa. Il tema gene-rale della compliance, la rela-zione fra standard volontari e obblighi di legge, sarà affron-tato al seminario “Autenticità e frodi”, organizzato da Csqa (organismo di certificazione) il 24 ottobre a Bologna. L'obiet-tivo è supportare le imprese nell'individuazione degli stru-menti di prevenzione.

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tre bicchieri9gambero rosso

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TECNOLOGIA. Arriva l'app che consente di misurare l'ossigeno del vino in tempo realeAdesso l'ossigeno nel vino si può controllare an-che tramite app. Il nuovo strumento, lanciato da Wine Quality Solutions, si chiama NomaSen-se™ Oxymeter e consente di misurare con preci-sione l'ossigeno disciolto del vino in tutte le fasi della sua produzione. Basato sulla tecnologia della luminescenza, lo strumento si avvale di una sonda che può essere immersa in qualsia-si tipo di contenitore, comprese le bottiglie di vino, e di un sensore di temperatura. Infine, il collegamento, tramite Bluetooth, a un'applica-zione per smartphone permette al produttore di controllare le misurazioni e gestire i dati.

“In questo modo” spiega Romain Thomas, brand manager di Wine Quality Solutions “possono es-sere monitorate operazioni delicate della cantina, come filtrazione e refrigerazione, nonché tutti i tra-sferimenti di vino. Questo controllo può, soprattut-to, consentire ai produttori di prendere le decisioni appropriate a seconda della fase della vinificazione e dell'arricchimento dell'ossigeno rilevato nel vino, ma anche di migliorare le pratiche di cantina”.

L'esperTO rispOnde

Quando la normativa prevede l'uso del termine “millesimato”? Si applica solo agli spumanti?

Si premette che il termine “millesimato” si riferisce al “millesimo” ovvero all’annata di produzione delle uve che sono alla base del relativo vino. La ricerca della fonte normativa di tale definizio-ne e delle condizioni di relativo utilizzo non conduce, però, ad

oggi a specifiche norme di utilizzo. Infatti, la vigente normativa in materia di etichettatura e presentazione dei vini dell’Unione eu-

ropea non prevede disposizioni concernenti la definizione e l’uso del termine «millesimato». Anche con riferimento al panorama nazionale si rileva la mancanza di una definizione chiara del termine. Infatti, gli unici riferimenti a “millesimato” sono contenuti nell’art. 31, comma 12, della legge n. 238/16, che precisa che l’indi-cazione dell’annata di produzione delle uve è facoltativa per i vini spumanti, purché non si tratti di vini spumanti millesimati, e in alcuni disciplinari di vini DO spumanti che prevedono in positivo l’uso di detto termine. Si auspica una puntuale disciplina di definizione del termine e del relativo uso con lo specifico decreto applicativo della legge n. 238/16. In attesa dell’emana-zione del citato decreto, il Mipaaf con circolare del 9 maggio 2017 (protocollo n. 36652) ha chiarito che il termine «millesimato» può essere utilizzato nell’eti-chettatura e presentazione non solo dei vini spumanti ma anche di altre cate-gorie di prodotti vitivinicoli, purché siano comunque designati con la relativa annata di produzione delle uve, al fine di non trarre in inganno il consumatore medio, che è portato ad associare detto termine con l’annata di produzione del relativo vino.

– a cura del Servizio Giuridico dell’Unione Italiana Vini Per porre domande al Servizio Giuridico Uiv, scrivete a [email protected]

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SANTA MARGHERITA. Finisce il sodalizio tra Ettore Nicoletto e la famiglia Marzotto. Incerto il futuro dell'adEttore Nicoletto e la famiglia Marzotto - proprietaria del Gruppo Santa Margherita - si lasciano di “comune accordo e in armonia”, come recita la nota ufficiale. Un sodalizio durato 16 anni che si interromperà con l'approvazione del bilancio di esercizio del 2019, quindi tra qualche mese. Per l'attuale ceo, classe '63, che ha contribuito a trasformare e internazionalizzare il gruppo, si aprirà presto una nuova fase. C'è chi lo segnala in Franciacorta, mentre altri smentiscono. Per ora non c'è nulla di definito. Fino a quel momento, Nicoletto resterà in carica con gli stessi poteri nell'azienda che lo accol-se a 41 anni, dopo l'esperienza alla Casa Vinicola Zonin. Sono stati anni in cui Santa Margherita è cresciuta ampliando i possedimenti, come i recenti acquisti nel territorio del Lugana (Ca' Maiol), a Conegliano Valdobbiadene o in Sardegna (Mesa). Ma soprat-tutto con la creazione della controllata statunitense (operazione da 100 milioni di dol-lari), che ha fatto la fortuna dei bilanci record del gruppo di Fossalta di Portogruaro, consentendole lo sviluppo nel più grande mercato al mondo. Il manager, attuale presi-dente del Consorzio Lugana e vice del gruppo vino in Federvini, sottolinea come siano stati “anni estremamente gratificanti”. A parlare sono i risultati (177 milioni di euro di ricavi nel 2018, decima società italiana per Mediobanca, con ottima redditività) ma anche “l’orgoglio di avere creato una community di 400 dipendenti ai quali devo il succes-so e la qualità del mio lavoro”. Gaetano Marzotto, presidente di Santa Margherita, ha ringraziato Nicoletto “per l’impegno profuso e per gli eccellenti risultati ottenuti. Abbiamo realizzato una gestione operativa organizzata, efficiente e in perfetta salute”.

SOSTENIBILITÀ. Cantine Volpi investe un milione di euroGli investimenti nel segno della sostenibilità ambientale pro-seguono lungo tutto lo stivale. Con oltre un milione di euro a disposizione, Cantine Volpi, azienda fondata nel 1914 a Tor-tona (Alessandria), ha deciso di migliorare i processi produt-tivi, dall'uva alla bottiglia, dismettendo, dopo oltre 60 anni di attività, lo stabilimento di Vi-guzzolo. Un impianto di nuova generazione che consentirà di ottimizzare le risorse, rispar-miare energia e ridurre l'impatto ambientale. Come spiega Carlo Volpi, alla guida dell'azienda, sa-ranno tagliate 8 tonnellate l'an-no di anidride carbonica e sarà azzerato il consumo d'acqua nel processo di refrigerazione. La potenzialità produttiva passa da 150 a 400 quintali di uva lavora-ta all'ora.

INTERNAZIONALIZZAZIONE. Per IWB piano di espansione in Messico e BrasileAvventura sudamericana per Italian Wine Brands, società quotata al listino Aim di Borsa Italiana, che ha chiuso il primo se-mestre 2019 a quasi 75 milioni di euro di fatturato. Tramite la controllata Pro-vinco Italia, il consiglio di amministrazione ha deciso di allargare la propria zona di in-fluenza ad America Latina e Paesi Caraibici. Sarà Alejandro Panighini il resident mana-ger designato: proviene dal settore vitivini-colo e avrà il compito di sviluppare le attività di business. Si tratta di un'area geografica ri-tenuta dal gruppo molto promettente per il vino italiano, in particolare i mercati di Bra-sile e Messico.

Secondo l'amministratore delegato, Alessan-dro Mutinelli, interpellato da Tre Bicchieri, il piano di espansione prevede un fatturato di 2 milioni di euro nell'arco dei prossimi cin-que anni. Saranno due le linee commercia-lizzate: Grande Alberone per i vini fermi (da dicembre) e Oroperla per i vini spumanti. E saranno in distribuzione su Evino, uno dei più importanti siti di e-commerce. – G. A.

Accordo tra Banca Mps e Agri Service Italia per favorire l'accesso al credito È stato siglato l'accordo tra Agri Service Italia (per con-to di Cia) e Banca Monte dei Paschi di Siena per favorire l'accesso al credito delle im-prese agricole. La convenzio-ne include delle condizioni agevolate per quasi un milio-ni di imprese del settore, fra cui i finanziamenti dedicati all’impianto e reimpianto delle colture arboree con am-mortamenti estesi nel tem-po, in modo da supportare gli imprenditori stabilmente, dall’impianto alla trasforma-zione, fino alla commercializ-zazione del prodotto finito. L’offerta prevede, inoltre, anche un pacchetto dedica-to a biologico, certificazioni di qualità ed energie rinno-vabili, nella lotta costante ai cambiamenti climatici.

“Occorre agevolare le aziende” è il commento del presidente Cia Dino Scanavino “per il ri-lancio degli investimenti e il su-peramento degli ostacoli all’avvio di nuove imprese e nel ricambio generazionale (l’agricoltura im-pegna solo il 20% dei giovani), senza contare le difficoltà ogget-tive di un Paese fragile alle prese con maltempo, calamità naturali e dissesto idrogeologico”.

“Questo accordo” evidenzia Fabiano Fossali, responsabile della Direzione Corporate di Banca Mps “ribadisce la no-stra storica vicinanza al settore agricolo e agroalimentare e il forte impegno a diventare part-ner delle imprese agricole che vogliono investire per innovarsi e competere sul mercato”.

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ore 20.00lunedì 28 ottobre 2018

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RISTORANTI d’italia 2020

CENA IN PUNTA DI

TRE FORCHETTE(fuori dagli schemi)

per festeggiare la guida

in collaborazione con

RomaWineWeekS14-28 ottobre 2019

SHerAton roMe Hotel And ConFerenCe Center | Salone delle Signorieviale del Pattinaggio 100 - roma

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tre bicchieri13gambero rosso

lE BrEVi

LIBRI 1. Le origini del Franciacorta nel Rinascimento italiano nel volume del Consorzio

LIBRI 2. La storia vitivinicola del Friuli e di Trieste in 700 pagine

Nuova luce sull'estremo nord est viticolo. Con Storia della vite e del vino in Friuli e a Trieste il panorama nazionale si arricchi-sce di un altro interessante, e meno noto, spaccato su uno dei territori più vocati per il vino. Il volume, uscito per Forum editrice, è curato da Enos Costantini e promosso dall’Accademia italiana della vite e del vino, e pubblicato col sostegno dell’ex Provincia di Udine, dell’Ersa Fvg

e della Fondazione Friuli. Oltre 700 pagine corredate da foto, in cui vengono passati in rassegna duemila anni di storia della viti-coltura dall'epoca preromana fino al Novecento, attraverso i saggi di esperti del settore. Per la prima volta, si parla della storia vitivinicola di Trieste grazie a un apposito saggio sul Carso e sul mare triestino. “Centovent’anni fa le viti si arrampicavano su-gli alberi: nulla era cambiato dai tempi di Roma. Sessant’anni fa la viti-coltura promiscua era ancora prevalente rispetto a quella specializzata. Il vino era in buona parte autoconsumato o commerciato su mercati a breve raggio. Ma i cambiamenti dell'attività vitivinicola degli ultimi de-cenni” avverte Costantini “non devono certo far perdere la memoria: un vino senza radici è senz’anima e senza fascino”.

GUIDE 1. Ristoranti d'Italia festeggia i 30 anni "In punta di Tre Forchette"

Dalle prime radici che affondano nel Medioevo fino ai giorni nostri. L'affasci-nante storia del vino nell'a-rea della Franciacorta trova posto in un libro curato per il Consorzio di tutela dal professor Gabriele Archetti, ordinario di Storia medie-vale all'Università Cattolica del Sacro cuore.

Voluto dall'attuale presiden-te del Consorzio, Silvano Brescianini, il volume (disponibile gra-tis su franciacorta.net) ripercorre una

genesi che comincia coi possedimenti claustrali e con le curtes francae benedet-

tine di abbazie come Santa Giulia di Brescia e i distacca-menti Timoline, Borgonato, Iseo e Cellatica, toponimi che ricorrono tuttora nella regione della Franciacorta. “Le testimonianze, in parti-colare del Gallo e del Confor-ti, datano al Cinquecento il 'brindar Mordace' in uso nelle

nobili famiglie bresciane, ma dallo stesso testo” ricorda Brescianini “apprendiamo

quanto fosse rilevante la produzione di vino in età Longobarda e di come il vescovo di Brescia classificasse per villaggio i vini che riceveva con le decime”.

Un recente studio sul catasto napole-onico ha ricostruito le colture presenti al 1809, certificando l'esistenza ben radicata di quasi 1.000 ettari in Fran-ciacorta destinati in varia forma alla vi-ticoltura. Per il professor Archetti sono poche le regioni che “possono vantare nel contesto europeo una continuità colturale, specializzata e di qualità, come quella fran-ciacortina”. – G. A.

Succede solo una volta all’anno e succede solo al Gambero Rosso: per una sera – il prossimo 28 ottobre (ore 20) allo Sheraton Rome Hotel and Conference Center - alcuni dei migliori cuochi italiani si ritrovano fianco a fianco per dar vita a un percorso di degustazione uni-co e festeggiare tutti insieme i 30 anni della guida Ristoranti d'Italia. La cena In punta di Tre Forchette

prevede piatti d’autore da assaggiare in assoluta libertà senza schemi prefissati. Chi ci sarà ai fornelli? Per ora solo un piccolo assaggio: scenderanno in pista ben undici Tre Forchette, tra cui Beck, Cracco, Pascucci, Cerea… Presenti anche alcuni dei migliori vini premiati con i Tre Bicchieri della guida Vini d'Italia. Per la lista completa delle 40 etichette in degustazione clicca qui

I biglietti per partecipare alla cena sono acquistabili solo ed esclusivamente sullo store online del Gambero Rosso

2682 INDIRIZZI PER MANGIARE E BERE 215 NOVITÀ

PREMI SPECIALI: LA NOVITÀ

DELL'ANNO IL CUOCOEMERGENTE I 30 MIGLIORIUNDER 30

IL RISTORATORE DELL'ANNO IL PASTRY CHEF DELL'ANNO

IL MIGLIOR SERVIZIO DI SALA

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LE

RISTORANTId’ITALIA

Gambero Rosso

2020

GUIDE 2. In Piemonte nasce il vademecum delle cantine da visitare Il Piemonte aggiunge un altro tassello alla sua strategia enoturistica. Nasce la guida alle cantine, firmata “Made in Piedmont”, l’associazione che riunisce 80 aziende della regione. I territori coinvolti sono Langhe, Roero, Monferrato e Gavi. Non tanto una guida ai vini del territorio, con giudizi sulle etichette degustate, ma una guida del territorio, dei luoghi da visitare, delle persone da incon-trare per vivere un’esperienza differente e più completa. Protagonisti sono i viticoltori e i ser-vizi messi a disposizione (dormire tra i filari, mangiare tra le botti, fare trekking o passeggiare per le vigne, ammirare opere d’arte). Verrà distribuita nei principali luoghi di interesse turistico della regione: Atl e uffici turistici, Enoteche regionali, ristoranti e alberghi, strutture ricettive, che comprende 31 comuni e 56 produttori, raccontati attraverso schede che simulano la visita in cantina. L’associazione ha dato vita anche a un portale (guidaallecantine.com).

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gambero rosso 14tre bicchieri

lE BrEVi

supervisione editorialeMassimiliano Tonellicoordinamento contenutiLoredana Sottile [email protected] collaboratoGianluca Atzeni, Servizio Giuridico Uivprogetto graficoChiara Buosi, Maria Victoria Santiago

[email protected] - 06.55112201pubblicitàdirettore commerciale Francesco Dammicco - 06.55112356 [email protected]. pubblicità Paola Persi - 06.55112393 [email protected]

fino al 20 ottobre la Vendemmia di roma eventi e degustazioni centro storico di roma e aeroporto di Fiumicino lavendemmiaroma.it

18 ottobre festa dell'UVa merano (bolzano) fino al 20 ottobre

18 ottobre scale del GUsto ragusa ibla fino al 20 ottobre scaledelgusto.it

18 ottobre terre di Pisa food & wine festiVal stazione Leopolda Piazza guerrazzi, Pisa fino al 20 ottobre pisafoodwinefestival.it

19 ottobre terre di Gaiole gaiole in chianti (siena) ex cantine – Via marconi

21 ottobre la Prima dell'alta lanGa Palazzo serbelloni milano

22 ottobre ein Prosit tarvisio e Udine fino al 28 ottobre einprosit.org

22 ottobre the best sParklinG winesGambero rosso Palazzo Fiano piazza san Lorenzo in Lucina, roma ore 19-22

23 ottobre Un mercoledì da ViGnaioli in 47 Punti di affezione FiVi dislocati in 12 regioni mercatodeivini.it/ un-mercoledi-vignaioli

26 ottobre life of wine hotel radisson blu es roma

27 ottobre deGUstazione tre bicchieri della GUidaVini d'italia 2020 sheraton rome hotel via del Pattinaggio, 100 roma ore 16

28 ottobre cena in PUnta di tre forchettedalla GUida ristoranti d'italia 2020 sheraton rome hotel via del Pattinaggio, 100 roma ore 20

8 noVembre merano wine festiVal fino al 12 novembre

17 noVembre back to the wine Fiera Faenza viale risorgimento, 3 domenica 10-20 lunedì 11-19 fino al 18 novembre 2018 backtothewine.it

19 noVembre simei 2019 Fiera milano-rho milano fino al 22 novembre

24 noVembre dUrello and Friends Palazzo della gran guardia Verona fino al 25 novembre

EVENTO. In Friuli Venezia Giulia la 21esima edizione di Ein PrositManifestazione navigata quella di Ein Prosit, che quest'anno celebra la 21ma edizione. Tarvisio, in anteprima, e Udine, come location principale della mostra-assaggio, saranno i cuori dell'even-to che durerà una settimana (22-28 ottobre). Ol-tre 200 produttori di vino e aziende enogastro-nomiche che troveranno spazio nella Chiesa di San Francesco, nel Castello di Udine e nel Mu-seo di arte moderna Casa Cavazzini (visitabile gratuitamente a chi sceglierà di partecipare alla manifestazione). Ogni produttore presenterà quattro etichette, mentre nella sezione dedicata alla gastronomia si potranno provare le speciali-tà degli espositori. Novità di questa edizione, la sezione dedicata alle aziende della Borgogna, in collaborazione con Club excellence. Degustazioni guidate a Palazzo Daronco da esperti sommelier (da Luca Gardini a Gae Saccoccio), laboratori dei sapori a Palazzo Morpurgo, itinerari del gusto, food truck, musica ed eventi completano l'of-ferta. La kermesse enogastronomica, curata dal Consorzio di promozione turistica del Tarvisia-no, prevede un'anteprima nei ristoranti (e anche nelle case private, su idea di Emanuele Scarello) nel territorio del Tarvisiano (22 e 23 ottobre) con importanti cuochi italiani e internaziona-li, di scena anche nelle cene. Tra questi: Crippa, Alajmo, Baiocco, Hardiquest, Hasegawa. Info: einprosit.org

enO MeMOrAnduM

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Wine&Dinner Experience

RISTORANTE CIBREO Via del Verrocchio, 8r - Firenze

GIOVEDÌ 24 OTTOBRE 2019 ore 20:30

INFO E PRENOTAZIONI: J055 2341100

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gambero rosso 16tre bicchieri

DAl MONDO

Che il mondo vitivinicolo sia ormai globale lo si capisce dalle strategie messe in campo dalle più

importanti fiere di settore inter-nazionali. Se Vinitaly ha appena annunciato l'apertura ai produttori esteri più vicini (da Austria, Slo-venia, Croazia) Wine Paris e Vi-nexpo Paris – che si svolgeranno in contemporanea a Parigi dal 10 al 12 febbraio – hanno annunciato la creazione di uno spazio comune che ospiterà i produttori interna-zionali. All'interno della hall 7 del Paris Expo Porte de Versailles, sarà racchiusa l'offerta di 20 Paesi, rap-presentativi di 60 regioni viticole del mondo intero, tra cui Argentina, Austria, Georigia, Germania,Gran Bretagna, Grecia, Nuova Zelanda, Portogallo, Romania, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera, Turchia e naturalmente l'Italia. L'obiettivo? Sviluppare, in maniera condivisa, la dimensione internazionale. Per il Belpaese hanno già aderito all'area internazionale i consorzi del Cone-

gliano Valdobbiadene Prosecco Su-periore, del Prosecco Doc e dell'A-solo Montello, il Chianti Classico, l'Enoteca dell'Emilia Romagna, l'Ita (ItalianTradeAgency) e Piemotne Land of Perfection.Complessivamente per il debutto a

due a Parigi sono attesi 2800 espo-sitori e 30mila professionisti, di cui il 35% internazionali. PROPOSTA BIO. Tra le novità di Wine Paris (che a sua volta è nato dall’unione di ViniSud e Vino Vision Paris) è previsto il lancio di Wonder-ful (che prende il nome dalla volontà di "rendere meraviglioso il futuro"), un'iniziativa che consentirà di iden-tificare e comprendere meglio le cer-tificazioni e le etichette bio e soste-nibili. In particolare, sarà l'occasione per i produttori green di farsi cono-scere e per gli acquirenti, siano essi enoteche, sommelier o ristoratori, di comprendere meglio questo seg-mento di mercato in rapida crescita e sviluppare il proprio business capita-lizzando questa tendenza. Nel nuovo format rientra il percorso Wonderful Discoveries, per incontrare facilmen-te gli espositori bio, biodinamici o con certificazione ambientale e il Wonderful Day (martedì, 11 febbra-io), una giornata dedicata al dibat-tito, con tavole rotonde e workshop sempre in ottica ambientale. ‒ L. S.

fiere. Wine Paris e Vinexpo aprono alla produzione estera e bio

WINE PARISIl rendez-vous internaziona-le dei professionisti del vino a Parigi, nato dall'unione tra Vinisud e Vinovision Paris. La prima edizione si è tenuta dal 11 al 13 Febbraio 2019

VINEXPOfondata nel 1981 su iniziativa della Camera di Commercio e dell’Industria di Bordeaux-Gironde, Vinexpo da 38 anni è legata all'evento organizzato a Bordeaux, a cui si sono ag-giunti, negli anni, gli appun-tamenti di Hong Kong e New York e a breve anche quelli di Shanghai e Parigi

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ON TOUR

Wine & Dinner Experience

mercoledì 13 novembre 2019

Al TramviaChef: Alessandro Gamberini

CASALECCHIO DI RENO (BO) - Via Marconi 31 J051 575044

martedì 22 ottobre 2019

L’AlchimiaChef: Davide Puleio

MILANO - Viale Premuda, 34 J02 82870704

I prossimi appuntamenti:

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GamberoRossoInternational

Worldtour 20192020

CALENDAR

Sponsor

OCTOBER

27 ROMA - Italy Top Italian Wines Roadshow

27 ST. PETERSBURG - Russia Top Italian Wines Roadshow

25 MOSCOW - Russia trebicchieri

NOVEMBER 04 SEOUL - Korea trebicchieri

19-26 WINE&SEA - II EDITION

28 MUNICH - Germany trebicchieri

05 COPENHAGEN - Denmark

08 VANCOUVER - Canada Top Italian Wines Roadshow

22 HO CHI MINH - Vietnam Top Italian Wines Roadshow

FEBRUARY

03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

trebicchieri

trebicchieri

14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

30 BERLIN - Germany Vini d'Italia

01 BEIJING - China trebicchieri

APRIL

DUBAI - UAE

19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

MAY

27 HONG KONG - China trebicchieri VINEXPO Special

2019

2020

trebicchieri30 TOKYO - Japan

08 CHENGDU - China Top Italian Wines Roadshow

trebicchieri

06 CALGARY - Canada Top Italian Wines Roadshow

04 MONTREAL - Canada

JUNE

30 SALZBURG - Austria trebicchieri

26 CHICAGO - USA trebicchieri

28 NEW YORK - USA trebicchieri

Top Italian Wines Roadshow

24 MIAMI - USA Top Italian Wines Roadshow

21 MEXICO CITY - Mexico

trebicchieri06 SHANGHAI - China

Notte Italiana - Best of Italy

01 ZURICH - Switzerland Vini d'Italia

MARCH

02 LOS ANGELES - USA

04 SAN DIEGO - USA

05 SAN FRANCISCO - USA

Vini d'Italia

13 LONDON - UK trebicchieri

06 NAPA VALLEY - USA trebicchieri Special Edition

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tre bicchieri19gambero rosso

DAl MONDO

1 Quale è la percentuale di export sul totale aziendale?

38%, siamo molto in crescita, la concentrazione è nei merca-ti asiatici e statunitensi

2 Dove si vende meglio e dove peggio. E perché?

Certamente meglio nei mer-cati storici, come Stati Uniti, Germania, Svizzera, Giappo-ne, perché sono mercati che vengono seguiti con molta at-tenzione, dove abbiamo crea-to un brand importante. Peg-gio in Uk, un mercato molto sensibile e adesso con la Bre-xit una economia incerta.

3 Com'è cambiata la percezione del vino italiano da parte dei consumatori stranieri?

I vini italiani nei mercati sto-rici hanno un valore molto alto, il consumatore apprezza la qualità, il cibo italiano, la nostra storia, l’arte del nostro Paese. E il brand “Made in Ita-lia” fa il suo.

4 Come promuoverete il vostro vino nei mercati internazionali? 

Presenza alle fiere importante, come Vinitaly, ProWine, Vinexpo Hong Kong; Roadshow con il Gambero Rosso; Grand Tour di WineSpectator e tanti wine tasting con i nostri importatori durante l’anno.

5 Ci racconti un aneddoto legato alle sue esperienze all'estero. 

Grazie al primo Roadshow con il Gambero Rosso, 12 anni, fa ho incontrato un partner in Asia. E tutt'ora lavoriamo molto bene insieme: i vini vengono piazzati nei posti giusti, mi copre una grande parte dell’Asia e siamo in crescita con le vendite. Non sempre, però, incontri le persone giuste. Ad un altro tasting Tre Bicchieri, a Sydney, ho trovato un importatore per l'Australia: mi ha comprato 3 container in 2 anni, ma poi ha deciso di non continuare. Meno male che aveva pagato in anticipo!

Nals Margreid - Nalles - Bolzano - kellerei.itnel prossimo numero

NITTARDI

iL MiO expOrTGottfried Pollinger – Nals Margreid

GamberoRossoInternational

Worldtour 20192020

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OCTOBER

27 ROMA - Italy Top Italian Wines Roadshow

27 ST. PETERSBURG - Russia Top Italian Wines Roadshow

25 MOSCOW - Russia trebicchieri

NOVEMBER 04 SEOUL - Korea trebicchieri

19-26 WINE&SEA - II EDITION

28 MUNICH - Germany trebicchieri

05 COPENHAGEN - Denmark

08 VANCOUVER - Canada Top Italian Wines Roadshow

22 HO CHI MINH - Vietnam Top Italian Wines Roadshow

FEBRUARY

03 STOCKHOLM - Sweden trebicchieri

Vini d'Italia

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trebicchieri

14 DUSSELDORF - Germany trebicchieri PROWEIN Special

11 PARIS - France trebicchieri Vinexpo Special

JANUARY

30 BERLIN - Germany Vini d'Italia

01 BEIJING - China trebicchieri

APRIL

DUBAI - UAE

19 VERONA - Italy trebicchieri VINITALY Special

MAY

27 HONG KONG - China trebicchieri VINEXPO Special

2019

2020

trebicchieri30 TOKYO - Japan

08 CHENGDU - China Top Italian Wines Roadshow

trebicchieri

06 CALGARY - Canada Top Italian Wines Roadshow

04 MONTREAL - Canada

JUNE

30 SALZBURG - Austria trebicchieri

26 CHICAGO - USA trebicchieri

28 NEW YORK - USA trebicchieri

Top Italian Wines Roadshow

24 MIAMI - USA Top Italian Wines Roadshow

21 MEXICO CITY - Mexico

trebicchieri06 SHANGHAI - China

Notte Italiana - Best of Italy

01 ZURICH - Switzerland Vini d'Italia

MARCH

02 LOS ANGELES - USA

04 SAN DIEGO - USA

05 SAN FRANCISCO - USA

Vini d'Italia

13 LONDON - UK trebicchieri

06 NAPA VALLEY - USA trebicchieri Special Edition

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gambero rosso20tre bicchieri

lE STOriE

Pinot grigio.La Lezione dei mercati

a cura di gianluca atzeni

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Togli un po' di Gran Bretagna, aggiungi ancora Stati Uniti e Canada, solo un pizzico di Cina (facoltativo) e molta più Italia. La ricetta per il futuro del Pinot grigio delle Venezie è servita.

Il piatto è stato presentato nella (troppo affollata) città lagunare, durante il primo convegno internazionale de-dicato a I valori del Pinot grigio delle Venezie Doc. Per la super denominazione del Triveneto, dopo la costituzio-ne del Consorzio nell'aprile 2017, è venuto il momento di entrare nel vivo delle azioni di mercato. È finito il duro lavoro di assemblaggio delle anime e degli inte-ressi territoriali, coordinato dall'instancabile Albino Armani, primo presidente che in pochi anni è riuscito a mettere assieme grandi brand, piccole imprese e mon-do cooperativo. Ora, ci sono oltre 200 milioni di bot-tiglie da riposizionare, da valorizzare, da comunicare, da distribuire e da spiegare a un mondo (consumatori e

trade) che guar-da al Pinot gri-gio non come Dop ma come brand a sé stan-te collegato al vitigno, poco o per nulla consa-pevole del fatto che esista una macro area a denominazione d'origine e, so-prattutto, uno “stile italiano”. Il compito degli

imprenditori di Veneto, Friuli e Trentino non è affat-to semplice, ma si parte con un vantaggio: le azioni di promozione, di fatto, non sono ancora cominciate e di Pinot grigio italiano si parla da qualche tempo. Oggi, questa Doc somiglia a una grande torta di nozze appena assemblata dal maestro pasticcere, ma ancora da deco-rare e presentare a sposi e commensali.

LA SfERzATA MADE IN UkI produttori avevano bisogno di stimoli che, puntuali e anche molto forti, sono arrivati dalle relazioni presenta-te a Venezia, in oltre tre ore di intenso convegno, coordi-nato dal direttore di Civiltà del bere, Alessandro Torco-li. Il quadro inizialmente disegnato da Emma Dawson, master of wine e buyer per Berkmann wine cellars (quar-to distributore di vini britannico), ha spiazzato la platea. La Gran Bretagna è un mercato dal futuro molto incer-to, in cui il trend del consumo occasionale di vino è in flessione, con un off-trade (dati Nielsen al I trimestre) in contrazione nei volumi, in tenuta nei valori, e un

La super Doc da 200 milioni di bottiglie a confronto a Venezia col trade e coi piani futuri. Dal mercato Uk al Nord america, dalla germania alla cina, tra quotazioni low cost, differenziazione e necessità di un nuovo posizionamento, affronta la sfida dell'innalzamento del valore. anche in italia

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Pinot grigioDoc delle Venezie

forbice dei prezzi

0,40/0,50UVe (euro/kg)

0,85/0,95Vino (euro/l)

fonte: Borsa merci - Camera commercio Verona - quotazioni al 14 ottobre

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gambero rosso22tre bicchieri

lE STOriE

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on-trade buono per gli spumanti e meno per i fer-mi. In tale contesto, il Pinot grigio si vende meno, perde popolarità, nel momento in cui il gusto dei consumato-ri risulta più orientato verso vini fruttati, come i Sau-vignon della Nuova Zelanda. I dati scorporati della sola Berkmann wine cellars hanno detto, al contrario, che il Pinot grigio italiano cresce di un +4,6% in una fascia di prezzo sotto 10 sterline. Gli esperti della società inglese lo ritengono, da un lato, importante nel canale ristora-zione (a prezzi tra 25/30 sterline e 35/45 sterline) ma ricordano, dall'altro, che il suo co-sto resta la prima leva d'acquisto. Cosa cercano i clienti? Espressività, freschezza e vivacità, non più quel-lo stile piatto (“quasi senza sapore”) che lo ha reso popolare. Il mercato londinese sarebbe disposto a pagare per una tipologia premium, men-tre fuori dalla city è percepito come vino entry level (massimo 5/6 euro). La Doc delle Venezie, nata nel 2017, non è, quindi, ancora riconosciuta sul mercato. Ma, pur in un contesto molto complesso in cui i listini di anno in anno rispondono alla logica del “cut” (taglio), potrebbe sfruttare un potenziale. Dalle slide di Emma Dawson sono, quindi, uscite cinque indicazioni generali, rapidamente finite nel taccuino o nella fotogal-lery di molti presenti: costruire una reputazione basata su qualità e stile unico; evitare di (s)vendere la tipo-logia come mera commodity e come referenza più bassa; lavorare sui buyer perché inseriscano la tipolo-

gia premium tra le referenze; investire in sostenibilità e biologico; raccontare i diversi stili del Pinot grigio tra i consumatori e coinvolgerli a scoprire la Doc.

NEGLI USA UN BLASONE DA SfRUTTARE MEGLIOIl blasone del Pinot grigio italiano oltreoceano è ben altra cosa rispetto al Regno Unito. Terza varietà più consuma-ta e settima uva più coltivata. Un fenomeno “born in the Usa”, come lo ha definito Christy Canterbury, master of wine e giornalista che, nel suo intervento, ha ricor-

dato come assieme al Prosecco, il Pi-not grigio rappresenti il vino con cui i consumatori a stelle e strisce hanno nettamente più familiarità. Anche qui c'è un rallentamento, rispetto a cinque e dieci anni fa, a favore del Moscato (vedi tabella in basso). Lo ha ricordato anche Ettore Nicolet-to, amministratore delegato di Santa Margherita (alla fine della sua espe-rienza col gruppo Marzotto), che ha spronato il distretto del Pinot grigio a fare meglio, forte di un 2019 “che ha già registrato l’esaurimento delle scorte ed una crescita a doppia cifra nei primi otto mesi. Oggi, ci viene chiesto di an-dare oltre a tutto questo e di provare ad immaginare un nuovo scenario”. Intan-to, il mercato statunitense, come ha sottolineato Canterbury, è per ora fo-calizzato su altre tendenze: “Vini dol-ci, rosati, con una crescente sensibilità verso i prodotti a più basso contenuto di alcol”. E il Pinot grigio sta affrontan-do la concorrenza dei “Pinot gris” da California (Sonoma o Monterey),

Consumo per tipo di vino in Uk

Chardonnay

Pinot Grigio/Gris

Sauvignon Blanc

Rosé amabili

Moscato/Muscat

Riesling

Dry rosé

Blend bianchi

Gewurztraminer

Consumatori frequentiConsumatori occasionali

*Bevitori regolari (una volta al mese) o qualche volta in un anno

fonte: WMC - ORC Segmentation Survey Giugno/Luglio 2018

Super Doc

26.456 ettari

1,7 mln di ettolitri

85% della produzione italiana di Pinot grigio

200 mln di bottiglie

324 soci

10 mila viticoltori

39 cantine cooperative

fonte: Consorzio Doc delle Venezie

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›› da Oregon o dallo stato di Washington, da dove ar-rivano prodotti “di qualità molto alta per i quali i consu-matori sono disposti a spendere di più”. Nella ristorazione d'alta gamma, tranne pochi grandi marchi Made in Italy, i Pinot gris sono preferiti al Pinot grigio, che rimane ottimamente posizionato e popolare, anche se spesso è considerato una commodity: “Una macchina per fare soldi sicuri”. Gli altri concorrenti arrivano da Australia, Nuova Zelanda, Alsazia (coi Gruner Veltliner).

I DRIVER SU CUI INVESTIREDalla palude Grigio/Gris nel mercato Usa si esce in diver-si modi: “Raccontando la storia, la provenienza. Lavorando sul packaging, sui tappi a vite, sui grandi formati come i ma-

gnum che sono molto popolari nelle occasioni conviviali. C'è un lusso accessibile” ha spiegato Canterbury “che il consu-matore cerca nell'off premise e nell'on premise”. Uno spazio e una grande opportunità, compresa tra 10 e 25 dollari, che il Pinot grigio deve assolutamente sfruttare. Anche con la versatilità che caratterizza il prodotto: “In un mon-do di food lover” ha osservato Nicoletto “un vino immedia-to, anche sexy, come il Pinot grigio è capace di adattarsi fa-cilmente a qualsiasi piatto”, dall'Europa fino alla Cina, uno dei possibili mercati target delle azioni di promozione.

LE STRATEGIE DEL CONSORzIOPrima di affrontare nuove destinazioni, una Doc che vuole essere un vanto del Made in Italy dovrà lavorare

Il fenomeno Pinot grigio negli UsaIl cosiddetto fenomeno Pinot grigio nacque negli anni Sessanta con l'imprenditore tessile Gaetano Mar-zotto (Santa Margherita), alla ricerca di un prodotto fresco ed elegante, capace di rompere gli schemi legati ai tradizionali ritmi del lavoro, facile e adatto a un pubblico femminile. Scelse quindi di vinificare in bianco le uve rosate. I suoi frequenti viaggi negli Usa gli consentirono poi di capire che il consumo di vino nel dopoguerra stava cambiando e diventando un fenomeno di massa. L'incontro con l'importatore Anthony Terlato fece il resto. E la partnership si rivelò decisiva per la conquista del mercato Usa, dove l'attività pio-nieristica di Santa Margherita si rivelò utile a tante altre imprese del made in Italy.

L'export parla anglosassone

37%Usa 27%

Uk15%

altri mercati

10%

Germania7%

Canada5%

italia

fonte: Consorzio Doc delle Venezie

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DENOMiNAziONi

sull'Italia, dove oggi arrivano appena cinque botti-glie su cento. Albino Armani, alla guida del consorzio, ha definito quella attuale una fase intermedia e ha descritto così la situazione economica: “Premesso che stiamo regi-strando già dei successi sul fronte della comunicazione, pur senza una promozione specifica, le nostre vendite crescono in doppia cifra, intorno al 40% in nove mesi sul 2018. Siamo ai primi posti per incremento tra le Dop italiane”. C'è molto da fare sulla definizione di stile italiano, sulle caratte-ristiche sensoriali. Le oltre 50 commissioni di assaggio mensili lavorano proprio per definire i canoni della Doc espressi nel disciplinare. L'attività promozionale, pertanto, non escluderà i mer-cati storici e consolidati ma potrebbe dare spazio, come ha suggerito il direttore commerciale di Veronafiere, flavio Innocenzi, anche all'Oriente, con la Cina in par-ticolare, dove bisognerà far camminare assieme “difesa legale e attività promozionale”. Tuttavia, prima di guar-dare a Est occorrerà concentrarsi in casa: “Non c'è alcun motivo per cui il Pinot grigio non sia nel cuore degli italia-ni. È chiaro” ha ricordato Armani “che il prodotto veniva rubato, tra virgolette, all'Italia perché in passato aveva un grande successo all'estero. Ora dobbiamo cambiare linguag-gio, conquistare i palati nazionali, innanzitutto attraverso la ristorazione, che deve rivedere completamente la propria visione di questo vino come commodity. Perché, di fatto, non lo è. Altrimenti non avremmo avuto alcun motivo a istituire cinquanta commissioni di degustazione per dire cosa è buono e cosa non lo è”.

LE 19 AREE DELLA DOCIl racconto e la tutela di 19 macro aree, che vanno da Ve-rona e Trento fino al Collio, rappresentano una grande sfida per i produttori, che detengono il 43% della super-ficie mondiale a Pinot grigio: “Le zone in cui cresce questo vitigno unico e non banale, di difficile coltivazione” ha sotto-lineato Alberto Marchisio, direttore generale di Vitevis “gli consentono di esprimersi in tante sfaccettature, che ora vanno raccontate al consumatore. È uno degli elementi su cui dobbiamo lavorare per farlo passare da commodity a vino di territorio”. Guarda al futuro anche Sandro Sartor, am-ministratore delegato di Ruffino, che invita a puntare sui

consumatori giovani, auspicando che “i grandi brand inve-stano risorse sul Pinot grigio, per dare valore a una denomi-nazione che dovrà differenziarsi dagli altri Pinot sul mercato e, allo stesso tempo, essere tutelata al meglio”. Sarà crucia-le, all'interno del progetto, il ruolo delle coop vitivinico-le: “Se il consorzio sarà capace di fare buona informazione, buona comunicazione, dando risalto agli aspetti qualitativi del vino” è il parere di Ruenza Santandrea, responsabile vino di Alleanza cooperative “l'obiettivo di far crescere il valore della Doc è alla portata. Siamo ben consapevoli che non si possano vendere 200 milioni di bottiglie in fascia premium. Sono numeri che il mercato non potrebbe assorbire ma, cer-tamente, si può lavorare sull'orgoglio dei produttori italiani, in modo che il Pinot grigio sia correttamente valorizzato. E la cooperazione è pronta a fare la sua parte”.

››

Imbottigliamenti

120 mln bottiglie (gen/set 2018)

170 mln bottiglie (gen/set 2019)

dati Triveneta Certificazioni

+41%

I protagonisti

ettore nicoletto

Flavio innocenzi

Alberto Marchisio

Sandro Sartor

Albino Armani

Alessandro Torcoli

emma Dawson

Christy Canterbury

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lE STOriE

La nuova narrazionedeL vino? errori da evitare e trending toPic su cui Puntare

a cura di Loredana sottile

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A chi non è capitato di vagare per la corsia dei vini di un normale supermercato senza sapere a cosa appigliarsi per fare la scelta giusta? Cosa cer-chiamo in quei casi? Qual è quel valore aggiunto

che ci spinge in una o in un'altra direzione? Sono queste le domande che devono porsi, non tanto i consumatori, quan-to le aziende vitivinicole nel momento in cui costruiscono la loro narrazione e la loro immagine. Conviene virare sulla denominazione o scommettere tutto sul proprio brand? Far leva sul vitigno o sul territorio di provenienza?Ne abbiamo parlato con francesco Buschi, strategy direc-tor di FutureBrand, il network che riunisce esperti di strate-gie, desing e brand experience (che da ultimo si è occupato anche della tanto discussa operazione Terregiunte Masi-Vespa). Dal Country Index 2019 della compagnia emerge l'importanza del “made in”, ovvero della dimensione terri-toriale, accompagnata dalla costruzione di un codice fami-liare e facilmente riconoscibile. Senza dimenticare le parole d'ordine che oggi caratterizzano il mercato: salute, fitness, sostenibilità, artigianalità.

Se, come dicono le statistiche, i consu-mi di alcool sono destinati a ridursi

ulteriormente nei prossimi anni, come deve cambiare la narrazione del vino per adattarsi alle nuove

esigenze gourmande? Oggi piccolo è bello. Se negli anni '80-'90

si era attratti dai grandi marchi industriali, la cosiddetta “buona industria”, adesso il consumatore è at-tratto dalle nicchie, dall'artigianalità. Per cui, se vuoi avere successo, devi dimostrare di essere “piccolo” ed empatico.

In che modo? Attraverso la rappresentazione. Facciamo un esempio, trat-to da un altro campo del beverage. Nespresso è passato dall'immagine di boutique trendy, con George Clooney in primo piano ad evocare uno status symbol a cui avresti

in un mercato che cambiavelocemente e dove salute e territorio rappresentano le maggiori leve di acquisto, anche il vino deve trovare nuove forme comunicative per rispondere alle istanze dei nuovi consumatori. il country index 2019 della società di consulenza Future brand e la case history terregiunte

››

Future Brand. La schedaFutureBrand è una Creative Future Company, che da 20 anni sviluppa brand orientati al futuro per le aziende di diversi settori, aiutandole a crescere soprattutto quando i tempi cambiano. Con oltre 20 sedi tra Europa (tra cui la sede italiana di Milano), Asia, Oceania, America e America Latina, è una co-munità globale diversificata di esperti di branding creativi e imprenditoriali. Tra i clienti annovera alcuni dei brand più celebri al mondo come, per esempio, American Airlines, Barilla, Merck, Nestlé, Danone, Bentley e Nespresso. FutureBrand fa parte di Interpublic Group (IPG).

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lE STOriE

avuto accesso bevendo quel prodotto, ad una immagine che, invece, esalta gli aromi e la loro territorialità (con le master origin Colombia, Nicaragua, Indonesia, e così via). Cosa ci dice questo? Che oggi non serve più far capire come puoi sentirti dopo aver bevuto quel caffè o quel vino, ma serve capire cosa c'è dietro: la famiglia, il lavoro, il territo-rio. In poche parole la storia.

Il plurinominato storytelling di cui ormai nessuno può fare a meno. Il vino a che punto è con la sua narrazione? Il vino ha tutte le carte in regola per affrontare questo tipo di comunicazione, in quanto è già di per sé un'espressione del territorio. Adesso, quindi, deve solo riuscire a fare il pas-so in avanti: saper raccontare quello che è già.

Lo fanno meglio gli altri settori? Diciamo, più che altro, che tutti gli altri prodotti si stanno, in un certo senso, “vinizzando”. Un esempio su tutti è quel-lo della birra, che ha creato le versione territoriali e punta sempre più sul concetto di artigianalità. Il vino, quindi, par-te già avvantaggiato ...

Eppure, davanti ad uno scaffale pieno di etichette è sempre più complicato emergere …Se in enoteca o al ristorante c'è chi consiglia e guida la ven-dita, al supermercato – che oggi rappresenta il maggior ca-nale di vendita del vino - il consumatore è da solo davanti allo scaffale. Inoltre, la customer journey del vino è molto diversa da quella di un classico prodotto consumer. Se per la birra il percorso è molto più semplificato - si fa di-retti alla marca conosciuta - per il vino c'è tutto un approc-cio graduale. Non a caso i tempi di scelta sono differenti: pochi secondi per la prima, quasi tre minuti per il vino. Al-lora il produttore deve chiedersi su cos'è che deve investire per essere più appetibile: marca, territorio, vitigno?

La risposta? Basta osservare il consumatore davanti allo scaffale. Il suo percorso di solito è il seguente: parte dalla regione (che, poi, di solito è la classificazione più utilizzata anche dallo stesso re-tail; ndr), per poi scendere al territorio, alla denominazione, al vitigno e, solo alla fine, alla cantina.

Insomma, meno brand più territorio ...Chiamiamolo brand territoriale. In generale bisognerebbe fare sistema: più l'immaginario è omogeneo, più crei una forza attorno a quel sistema e a quel territorio che giove-rà anche ai singoli marchi. Se lavori solo sulla tua cantina, rimani un caso isolato. Se insisti sul territorio, hai più pos-sibilità di portare l'attenzione anche sulla singola cantina. Per fare questo lavoro, però, c'è bisogno di una forte identi-ficazione, un marchio collettivo riconoscibile, uno storytel-ling territoriale.

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i 5 PiLastriDeLLa NUoVa comUNicaZioNe

1 HEriTAGE 2.0Dare un'immagine

artigianale ed empatica Il vino in Italia è qualcosa di familiare, di talmen-te atavico che fa parte delle radici. Ed è quelle che bisogna raccontare: la storia di famiglia, le origini. Non importa la dimensione aziendale reale, ma il modo in cui la si narra.

2 MODErATiONComunicare l'attenzione alla salute

e all'ambienteLe tendenze salutistiche hanno portato a bere meno ma meglio e a cercare il prodotto che fa bene: vini biologici e biodinamici, con meno solfiti e meno alcol. Nella convinzione che "I am what I drink". La comunicazione deve tener conto di queste nuove istanze.

3 EXPEriENCEImplementare l'offerta multi-sensoriale

Bisogna spostarsi dal momento del consumo a quello delle nuove esperienze del brand, che passano dal coinvolgimento personale alla con-divisone.Come? Attraverso la classica esperienza di vi-sita enoturistica in cantina e il più futuristico abbinamento di un'etichetta ad una canzone su Spotify.

4 MUlTiCHANNEl

Integrare il prodotto con un servizioDall'esperienza personale del brand si passa al momento dell'acquisto. Tramite le nuove tec-nologie (app o canali social), oggi diventa molto più facile poter garantire servizi di e-commerce o delivery, a cui si aggiungono le condivisioni di informazioni tramite community.

5 rATiONAlizATiONRiorganizzare le informazioni e dotarsi di codici e segni che aiutino a narrarle

Mentre gli altri prodotti hanno bisogno di seg-mentare l'offerta (vedi il caso delle birre regio-nali o delle edizioni limitate), il vino ha già in sé forti elementi di differenziazione: denomina-zioni, cru, uvaggi in purezza, annate e così via. Bisogna, quindi, mettere a sistema questi ele-menti, semplificarli e imparare a narrarli.

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L'operazione Terregiunte Vespa-Masi. Un azzardo o un nuovo trend?Esaltato, criticato, studiato e perfino denunciato il lancio di Terregiunte-Vino d'Italia - la nuova etichetta frutto dell'in-contro tra Masi, Vespa, Cotarella e Dal Cin - non è di certo passato inosservato. Lo scorso agosto, infatti, è stata presen-ta l'anteprima del vino, nato dall'unione tra due terre lontane - Manduria e Valpolicella - che sarà lanciato sul mercato proprio nel mese di novembre. A scaldare gli animi è stata la comunicazione che ne è derivata – l'assemblaggio tra Amarone e Primitivo di Manduria – e che ha fatto sussultare i due consor-zi di tutela. In realtà, comunicazione a parte (subito corretta), non c'è traccia di questo blend nell'etichetta del nuovo vino, dove si parla genericamente di Vino d'Italia Masi-Vespa. Un'o-perazione azzardata o una nuova frontiera da sdoganare? Lo abbiamo chiesto a FutureBrand che si è occupata proprio dell'etichetta del nuovo prodotto (dove campeggiano due territori e due soli capovolti, che illuminano rispettivamente la cupola di Marano di Valpolicella e la Torre Burraco di Manduria). “A volte sperimentare può essere interessante anche per un settore così tradizionalista come quello del vino, che rischia di restare ingabbiato nei suoi standard” spie-ga Francesco Buschi “L'operazione Terregiunte gioca un po' a sovvertire le regole, senza però superarle. È una sperimentazione. Abbiamo, quindi, ibridizzato il territorio. Non bisogna aver paura di osare. Ovviamente, però, parliamo di casi eccezionali, che può fare solo chi sa farlo”.

tre bicchieri29gambero rosso

MArkETiNG

E qui torniamo alla scuola francese che ha da sem-pre applicato con successo questa strategia: Champa-gne, Borgona, Bordeaux. Ma c'è qualche esempio vir-tuoso anche in Italia? Anche più di uno. Penso al Chianti Classico e a come ha sa-puto brandizzare il territorio, grazie all'introduzione di un segno iconico come il Gallo Nero, ormai riconoscibilissimo al primo sguardo. Potrebbe, invece fare di più il Prosecco, che dovrebbe sfruttare meglio la sua immagine trendy e la sua stagione fortunata. E qui bisogna fare i vari distinguo. Nel caso della Doc è difficile identificarsi con un territorio perché è una denominazione che ha lavorato in modo trop-po parcellizzato e che, quindi, fa fatica difendere sé stessa nel rapporto col suo territorio. Bene, rispetto all'identità, sta facendo la Docg che insiste molto di più sul rapporto con la sua zona di origine (il riconoscimento Unesco ne è la prova; ndr), ma dovrebbe decidersi in modo univoco sul proprio nome tenendo, però, presente che Prosecco Supe-riore Conegliano Valdobbiadene Docg è così lungo da non entrare neppure in etichetta. Se scendiamo nei singoli mar-chi, senz'altro Donnafugata ha una bellissima narrazione di marca: di impatto, identificabile e territoriale.

Se etichetta e brand territoriale sono così importanti, una precisazione, però, va fatta: non si può delegare tutto al momento della scelta allo scaffale. Esatto. È fondamentale che il lavoro inizi a monte: dal rac-conto del territorio, da una narrazione collettiva, dalle vi-site in cantina rivolte non solo agli addetti ai lavori, ma ai consumatori. E, poi, bisogna considerare una condizione che oggi è cambiata: il consumatore non è più passivo e questo è senz'altro un “vantaggio” che le cantine dovreb-bero sfruttare meglio a loro favore.

Spieghiamo come.Se una volta era la cantina a dover mandare degli spot spe-

rando di essere notata, oggi è il consumatore che vuol co-noscere. È lui che, device in mano, cerca informazioni, che visita i siti internet delle cantine, le loro pagine social o che si rivolge alle app che raccontano un determinato vino. Ed è anche lì che bisogna lavorare, con un linguaggio semplifica-to e una razionalizzazione delle informazioni. Al consuma-tore non interessa più vedere quanto sei fico bevendo quel vino là (ritorna l'esempio di Clooney e della Nespresso), ma quali siano le sue caratteristiche: meno immagini di life-style, quindi, e più informazioni utili.

Oltre a provenienza, vitigno, caratteristiche, abbinamen-to, cos'altro interessa la consumatore contemporaneo?Un prodotto sano. E questo è un trend in continua cresci-ta che abbraccia ogni segmento del food&beverage. Fateci caso: fino a qualche anno fa i prodotti erano tutti con “più proteine”, “più gusto”, “più malto”. Oggi si lavora per sot-trazione o, come direbbero gli inglesi, per free from: “senza allergeni”, “senza olio di palma”, “senza conservanti”, “con meno grassi”, “con meno solfiti”, “con meno zucchero”. E la lista potrebbe continuare.

Come si traduce questo per il vino e quali potrebbero essere i trend futuri? Prima di tutto, nella moderazione: si beve meno, ma si beve meglio. In secondo luogo, si cercano vini che fanno meno male, quindi, più naturali e meno lavorati, con meno alcol e meno solfiti. Si pensi, ad esempio, all'operazione Prosecco zero (senza zucchero aggiunto). D'altronde si consideri che da una parte la ricerca del salutismo e del fitness, dall'altra le restrizioni di legge, ormai tutto spinge in questa direzio-ne: il vino diventa amplificatore di un'esperienza culinaria e momento di convivialità. Si beve, quindi, per stare meglio, non per ubriacarsi. È un'istanza dei consumatori a cui an-che il mondo produttivo inizia a dare delle risposte. L'im-portante, anche in questo caso, è sapergliele comunicare.

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