tratto dal n. 5/10 di na ra - Sentieri e Cascine notte.pdftenimento e pulizia dei boschi attraverso...
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ANIMALI
Più che a vederli, siamo abituati a sentirliquando, avvolti nell’oscurità, emettono
i loro malinconici richiami. Sono i rapacinotturni, che per vivere e cacciare nel
buio si sono inventati di tutto, dalleparabole per sentire meglio al silenziatoreper sorprendere le prede. E pensare che
c’è ancora chi crede portino sventura
TESTI E FOTO DI FRANCESCO GRAZIOLI
NOTTURNO
italiano
BARBAGIANNIInconfondibileper via del suo
piumaggiopallido e il
disco faccialea cuore,
frequenta lezone di aperta
campagna.
NATURA • 43
tratto dal n. 5/10 di
© Edinat,
Milano
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GUFO DI PALUDERispetto alla maggiorparte dei suoi simili,il gufo di palude(Asio flammeus)caccia anche digiorno. Qui lovediamo inperlustrazione acaccia di arvicole nelsettore più orientaledella PianuraPadana. Il volo, che ricordaquello planato ealtalenante dellealbanelle, a tratti èinterrotto darepentine eacrobatiche picchiateal suolo. Maestoso ed
elegante, il gufodi palude è presentecon 9 sottospeciein Nord America,Asia e soprattuttoin Europa, dovevivono le popolazionipiù consistenti. Il suo ambienteriproduttivo preferitoè caratterizzato da torbiere e praterie.In inverno compievere e propriemigrazioni dal nordEuropa verso paesi dal clima piùfavorevole, Italia compresa,scatenando veri e propri radunidi birdwatcher.
SI FA COSÌ A PAG. 104
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F igli della notte, i rapaci notturni da mil-lenni alimentano con miti e leggende leintime paure umane. Stereotipi di fune-rei presagi o, addirittura, tramite con
l’aldilà, gufi e civette già a partire dalla Preisto-ria hanno destato l’attenzione dell’uomo, comedimostra la splendida effige di un gufo reale, ri-salente a 30mila anni fa, che adorna il soffitto del-la caverna francese di Chauvet. Diffusi in tutti icontinenti con ben 198 specie, di cui 10 solo inItalia, questi “temibili” predatori affascinanoanche per le loro particolari abitudini. Prevalen-temente notturni, compensano l’incredibile silen-ziosità durante il volo con chiassosi e sinistrivocalizzi attraverso cui rivendicano il territorio difronte ai consimili. Se a questo si aggiunge unadieta costituita principalmente da roditori e pic-coli insettivori, catturati furtivamente nell’oscu-rità, e l’abitudine a frequentare luoghi tranquillie ricchi di prede come i cimiteri e gli accessi al-le cavità ipogee, vien presto spiegata la diffi-denza ancestrale che gli è rivolta. Lo stesso trat-tamento riservato ad altri animali della notte, co-me pipistrelli, lupi e rospi, i principali ispiratoridei “bestiari” medioevali. Ma non ci sono solo esempi negativi. I grandi oc-chi frontali spalancati nell’oscurità, conferisconoa civette e simili un aspetto meditativo, quasi scru-tassero le tenebre carichi di saggezza. Non a casonella mitologia greca la dea Atena veniva rap-presentata proprio da una civetta (da qui l’originedel nome scientifico della specie, Athene noctua),mentre ai giorni nostri, nella saga di Harry Potterquesti predatori si trasformano in veri e propri be-niamini per le nuove generazioni.
VIAGGIO NEL BEL PAESESe ai falsi miti popolari che li vedono protago-nisti aggiungiamo una cattiva gestione del ter-ritorio, si comprende come la vita per questi uc-celli sia tutt’altro che semplice. Fra i principaliproblemi che devono fronteggiare troviamo laricerca del cibo. Questa spinge ogni invernocentinaia di individui a migrare da ogni partedell’Europa verso l’Italia, dove sussistono con-dizioni alimentari migliori. Qui danno vita adormitori comuni, i “roost”, composti da pochiindividui fino a oltre settanta unità, solitamen-te collocati lungo filari di vegetazione, nei piop-peti o sugli alberi dei giardini, anche privati. �
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GUFOCOMUNE
Con un po’ di fortuna,
è possibilesentire il suo
richiamo, unaserie di
uhuh..., anchein prossimità
dei centriabitati,
rigorosamentedi notte,
quando questouccello è attivo.
g
ALLOCCOGrazie alparticolarecolore delpiumaggio,bruno fulvo,macchiettato estriato, questorapacenotturno simimetizzaperfettamentenel bosco,dove apparedella stessatinta dellecortecciad’albero. Nidifica trafebbraio egiugno e nellecoppiel’individuo piùgrande è lafemmina.
l’alloccosi mimetizza
perfettamente nelbosco
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Gufi e civette presenti in Italia
BARBAGIANNI (Tyto alba)dimensioni: aperturaalare di 91-95 cm. peso: fino a 450 gabitudini: cosmopolitae notturno, evita iboschi e frequentaprincipalmenteecosistemi rurali dipianura, ma anchesuburbani e urbani finoai 500-600 m dialtitudine dieta: altamentespecializzata è stataoggetto di molteplicistudi, fra cui l’analisidelle borre, che hafornito importantiinformazioni sullepopolazioni dimicromammiferi localistatus: in declinorichiamo: chicriiiii...
ASSIOLO (Otus scops)dimensioni: è il piùpiccolo gufo europeodopo la civetta nana,con un’apertura alaredi 47-54 cmpeso: fino a 120 gabitudini: notturno,abita soprattutto lepianure e le colline conecosistemi rurali eradure frammiste adalberi sparsi e filari, maanche orti e giardini inaree suburbane eurbane; è un migratoretrans-sahariano etalvolta sverna in SudItalia e Nord Africadieta: quasiesclusivamenteinsettivora status: in declinorichiamo: kiùùù...
CIVETTA(Athene noctua)dimensioni: aperturaalare di 54-58 peso: fino a 215 g abitudini:tendenzialmenteterricola, un tempoutilizzava le cavitànaturali di alberi e filariper nidificare. Negliultimi decenni, essendovenuti sempre più amancare questi rifugi,ha colonizzato glianfratti presenti neiruderi e nei casolari dieta: è la più varia fra iquella dei nostri rapacinotturni e includemicromammiferi, piccoliuccelli, rettili, anfibi einvertebrati status: in declinorichiamo: guiièh...
CIVETTA NANA(Glucidium passerinum) dimensioni: aperturaalare di 34-36 cm peso: fino a 83 g abitudini: diffusaesclusivamente nellepeccete alpine di abeterosso o frammiste adabete bianco, nei settoriorientali e centrali,mentre è rara in quellioccidentali.Crepuscolare e talvoltadiurna, raramente èattiva di notte a causadella vista pocosviluppata, paragonabilea quella umana. Cacciaall’agguato e nonall’ascolto. dieta: micromammiferie piccoli uccelli status: sicurorichiamo: piì-pipi-piì...
CIVETTA CAPOGROSSO(Aegolius funereus)dimensioni: aperturaalare di 54-62 cm peso: fino a 215 g abitudini: notturna,caccia all’ascolto.L’habitat che frequentaè simile a quello dellacivetta nana, sebbeneabiti anche i boschi dilatifoglie interrotti daradure dieta: temibilepredatrice dimicromammiferiinsettivori e roditori,anche arboricoli comeil topo quercino e ilmoscardino, nondisdegna i piccoliuccellistatus: sicurorichiamo: cù cù cù...
ALLOCCO(Strix aluco)dimensioni: aperturaalare di 94-104 cmpeso: fino a 650 g abitudini: crepuscolaree notturno, cacciaall’ascolto. L’ambienteelettivo sono i boschimaturi collinari opedemontani ma sispinge anche inpianura e nelle areesuburbane dieta: molto adattabilee in strettacorrelazione con ladisponibilità trofica delterritorio; predilige itopi, ma non disdegnascoiattoli, ghiri,donnole, uccelli, anfibie anche invertebratistatus: in declinorichiamo: huUU-uu-uu...
ALLOCCO DEGLI URALI(Strix uralensis)dimensioni: aperturaalare di 124-134 cmpeso: fino a 1 kgabitudini: nidifica inItalia, nelle Alpi friulane, dal 2008.Condivide l’habitatcon l’allocco verso cuidimostra una forteaggressività.Notturno, cacciaall’ascolto grazie alpoderoso sistemauditivo con cuiindividua le predeanche sotto unospesso manto fogliareo nevoso dieta: micrommiferi euccelli di mediedimensioni status: sicurorichiamo: iuu-iu...
GUFO REALE(Bubo bubo)dimensioni: aperturaalare di 160-188 cmpeso: fino a 4,2 kgabitudini: notturno,diffuso irregolarmentelungo la penisola italiana, con preferenzaper cave, attive e non,falesie e zoneaccidentate con buoniterritori antistanti adattiper cacciare dieta: vanta unospettro alimentaremolto vasto: daicuccioli di ungulati evolpi, a cani, gatti,mustelidi, altri rapaci euccelli in genere,purché della giustadimensionestatus: vulnerabilerichiamo: UU’HU...
GUFO COMUNE(Asio otus)dimensioni: aperturaalare di 90-100 cmpeso: fino a 420 g abitudini: notturno, èsolito praticare lacaccia attivasorvolando il territorioin ascolto per scovarele prede. Frequentaecosistemi silvestri,rurali e suburbani. Ininverno può compierevere e propriemigrazioni e gliesemplari del NordEuropa si uniscono ainostri per dar vita adormitori comuni dieta: rettili, uccelli einsetti, ma soprattuttomicromammiferistatus: sicurorichiamo: huu, huu...
GUFO DI PALUDE(Asio flammeus)dimensioni: aperturaalare di 95-110 cmpeso: fino a 500 g abitudini: diurno ecrepuscolare, cacciaall’ascolto durante ilvolo. Ha vita solitaria,ma d’inverno siappollaia sui rami ingruppo per nondisperdere calore dieta: è un predatorestenofago, cioè chepuò nutrirsi di unalimitata quantità dialimenti, solitamentearvicole e altri roditori,ma all’occorrenzamangia anche piccoliuccelli, conigli e altrivertebrati. status: vulnerabilerichiamo: dU, dU, dU...
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N
Emblematico il caso dell’asilo di Ostellato, inprovincia di Ferrara, nel quale regolarmentesvernano decine di esemplari, inizialmente scac-ciati e oggi, grazie alla mobilitazione di appas-sionati e Associazioni, in pacifica convivenzacon l’uomo. Qualcosa, dunque, sta cambiando.E a interessarsi di loro non è solo la scienza, conmonitoraggi per l’analisi quantitativa e qualita-tiva delle popolazioni presenti sul territorio na-zionale. In loro onore, nascono, infatti, iniziati-ve interessanti. Fra queste il progetto della Lipu“Troviamo casa al Barbagianni” (http://trovia-mocasaalbarbagianni.iobloggo.com/), finalizza-to ad aiutare la specie tramite posizionamentodiffuso di nidi artificiali, ma anche i seminari dibio-edilizia e il Festival dei Gufi (www.festival-dei gufi.com), in programma a inizio ottobre nelCastello di Corticelli (PC), che mostra al gran-de pubblico il controverso mondo dei rapaci not-turni con mostre tematiche, iniziative sul cam-po e convegni scientifici.
IN MONTAGNA STANNO MEGLIO Se molte specie italiane godono di un buono sta-to di salute, come il barbagianni, la civetta e ilpiccolo assiolo, altre – le più legate agli ambien-ti antropizzati – rischiano di scomparire dalle no-stre campagne e dalle periferie delle città. A mi-nacciarle sono le ristrutturazioni dei casolari, l’ab-battimento dei vecchi gelsi cavitati e un’agrono-mia sempre più aggressiva, che causa una dimi-nuzione del numero di prede e di rifugi naturali.Per non parlare della viabilità sempre più esaspe-rata che ogni anno restringe l’habitat idoneo aospitare questi delicati uccelli. Al contrario, le po-polazioni di civetta nana e civetta capogrosso, le-gate ad ambienti alpini, e quelle di allocco, tipi-co della fascia boscata collinare e di bassa mon-tagna (tutti ecosistemi dominati da un scarsa e po-co impattante agricoltura e da una blanda antro-pizzazione) stanno vivendo un buon periodo. An-zi, alcuni studi hanno evidenziato una sottostimadelle popolazioni, ben più diffuse e in salute diquanto non si pensasse. L’unica loro minaccia èrappresentata dalla selvicoltura (la pratica di man-tenimento e pulizia dei boschi attraverso il taglioperiodico degli alberi, ndr) in quanto la civetta ca-pogrosso e la civetta nana hanno l’abitudine diutilizzare le vecchie cavità abbandonate dal pic-chio nero e dal picchio verde.
Anche il gufo reale (Bubo bubo) sull’Arco alpi-no non se la passa male. Il più imponente deglistrigidi italiani, con i suoi 4 kg di peso e 180 cmdi apertura alare è solito nidificare sulle inacces-sibili pareti rocciose, dove l’unico fattore di di-sturbo è rappresentato da qualche ardito escursio-nista. Meno rosea, invece, la situazione della spe-cie più a Sud, lungo la catena appenninica, a cau-sa della pressione antropica sempre più insisten-
te e della perdita di habitat favorevoli alla caccia,unico fattore veramente discriminante per l’inse-diarsi di coppie riproduttive. Quindi, se fino a po-chissimi anni fa era possibile udire in inverno ilraggelante canto territoriale del Bubo bubo anchesulle colline emiliano-romagnole, ora le poche se-gnalazioni della specie si riferiscono quasi unica-mente a individui solitari o in svernamento, eleg-gendo le poche coppie rimaste a degli “unicum”da proteggere con ogni mezzo. Sebbene siano delle infallibili macchine predato-rie, infatti, questi rapaci necessitano del nostroaiuto per sopravvivere e continuare a popolare lenotti di credenze e magie.
CIVETTACOMUNEQuesto rapacenotturno ècarnivoro. Cometutti gliStrigiformi, hal’abitudine diingoiare le predeintere dopo averleuccise.
Successivamente,le partiindigeribili, comepeli, piume, denti,ossa e il gusciocheratinizzatodegli insetti,vengonorigurgitate informa di borre.Cacciaprincipalmenteall’agguato,spesso perpetratoda terra.
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GUFO REALEL’imponente
Bubo bubo èdiffuso dalla
Penisola ibericafino all’Estremo
Oriente e dallaNorvegia
settentrionalefino all’Africa
sub-sahariana eall’India. Molto
adattabile asituazioni
ambientalidifferenti, bastache ci sia cibo
sufficiente evicino al nido,
spesso silocalizza su
paretiinaccessibili,cave, pendii
accidentati o inedifici
abbandonati. La principale
causa di morteper questi uccelli
sono gli impatticon i cavi
elettrici.
5 assi nella manica dei rapaci notturni
DISCO FACCIALEGli strigiformi hannosviluppato moltiadattamenti alla vitanotturna, fra cui unsuperudito in gradodi individuare leprede anchenell’oscurità, sotto lefoglie e la neve.Questo grazie aicerchi facciali che sipensa abbiano lafunzione di raccoglieree concentrare le ondesonore verso gliorecchi interni. Non acaso le parabole perla ricezione deisegnali ricordanoproprio il discofacciale.
SUPERVISTAGli strigiformipossono vedereperfettamente anchequando l’intensitàluminosa è moltoinferiore a quellanecessaria all’uomoper mettere a fuocoun oggetto, questograzie all’incredibilequantità dibastoncelli nellaretina e agli occhigrandi e telescopici.Inoltre, sebbene gliocchi siano immobili,gli uccelli sono ingrado di ruotare il capo anche di 270°per direzionare losguardo.
PIUMAGGIOLe filopiume presentisul becco hanno lafunzione di aiutare a“sentire” nel buioassoluto laconsistenza dellapreda primadell’ingestione,mentre i ciuffiauricolari di gufi edell’assiolo nonservono all’udito, maper comunicare con iconsimili. Perassicurarsi ilsilenziosissimo“effetto sorpresa”sulle prede, ilpiumaggio vienemantenuto semprepulito e ben ordinato.
TERZO DITOInsieme al beccocorto e ricurvo,l’artiglio è un’armafondamentale perimmobilizzare euccidere la preda inbreve tempo. Lezampe e le dita sonodi regola ricoperte dipiume e, inparticolare, glistrigiformi hanno ilterzo dito frontalemobile e opponibile,funzionale perstringere la preda inuna tenaglia letale.Essendo questo ditoposteriore reversibile,può essere girato inavanti se necessario.
SILENZIATORELa biomimetica,scienza che studia iprocessibiomeccanici in naturaper applicazioniumane, si stainteressando alpiumaggio deglistrigiformi, le cuiremiganti sonorivestite di unmicroscopico pettineche minimizza leturbolenze dell’aria involo e riduce il rumore.La struttura staispirando cinesi,giapponesi e americaninella progettazione divelivoli aerospaziali emilitari ultrasilenziosi.
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