TRATTATO SUL FUOCO COSMICO - Alice Bailey · INTRODUZIONE La storia dei molti anni di lavoro di...

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COLLEZIONE “LUCIS” ------------------------------------- 20 --------------------------------------- TRATTATO SUL FUOCO COSMICO di ALICE A. BAILEY EDITRICE NUOVA ERA ROMA Titolo originale: A TREATISE ON COSMIC FIRE Copyright 1962 by LUCIS TRUST, New York. © Copyright 1992 by LUCIS TRUST, Ginevra. Prima Edizione Inglese 1925 Prima edizione italiana: 1980 Prima ristampa: 1993 Seconda ristampa: 1999 ISBN 8886408293 Editrice NUOVA ERA Via Antagora, 10 00124 Roma NOTA La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A. Bailey. Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita in modo da assicurarne una successiva edizione. La pubblicazione di questo libro dell’Editrice Nuova Era è un atto di Servizio: i proventi delle vendite ne assicurano le successive edizioni. La Lucis Press è un’organizzazione che non ha scopo di lucro ed appartiene al Lucis Trust. Per questo libro non si reclamano diritti d’Autore. Il lavoro di tutti i collaboratori viene svolto su base volontaria ed è offerto come contribu- to al progresso delle coscienze. 1

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  • C O L L E Z I O N E “ L U C I S ”

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    TRATTATO SUL FUOCO COSMICO

    di

    ALICE A. BAILEY

    EDITRICE NUOVA ERA

    ROMA

    Titolo originale:

    A TREATISE ON COSMIC FIRE

    Copyright 1962 by LUCIS TRUST, New York. © Copyright 1992 by LUCIS TRUST, Ginevra.

    Prima Edizione Inglese 1925 Prima edizione italiana: 1980

    Prima ristampa: 1993 Seconda ristampa: 1999

    ISBN 8886408293

    Editrice NUOVA ERA

    Via Antagora, 10 00124 Roma

    N O T A La pubblicazione di questo libro è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un fondo

    che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A. Bailey. Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita

    in modo da assicurarne una successiva edizione. La pubblicazione di questo libro dell’Editrice Nuova Era è un atto di Servizio: i proventi

    delle vendite ne assicurano le successive edizioni. La Lucis Press è un’organizzazione che non ha scopo di lucro ed appartiene al Lucis Trust. Per questo libro non si reclamano diritti d’Autore. Il lavoro di tutti i collaboratori viene svolto su base volontaria ed è offerto come contribu-

    to al progresso delle coscienze.

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  • LA GRANDE INVOCAZIONE

    Dal punto di Luce entro la Mente di Dio Affluisca luce nelle me nti degli uomini.

    Scenda Luce sulla Terra.

    Dal punto di Amore entro il Cuore di Dio Affluisca amore nei cuori degli uomini.

    Possa il Cristo tornare sulla Terra.

    Dal centro ove il Volere di Dio è conosciuto Il proposito guidi i piccoli voleri degli uomini;

    Il proposito che i Maestri conoscono e servono.

    Dal centro che vien detto il genere umano Si svolga il Piano di Amore e di Luce.

    E possa sbarrare la porta dietro cui il male risiede.

    Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano il Piano sulla Terra. Questa Invocazione o Preghiera non appartiene ad alcuno né ad alcun gruppo, ma a tutta

    l’Umanità. La bellezza e la forza di essa stanno nella sua semplicità, e nel suo esprimere certe verità centrali che tutti gli uomini accettano, in modo innato e normale, la verità che esiste un’Intelligenza fondamentale cui, vagamente, diamo il nome di Dio; la verità che, dietro ogni apparenza esterna, il potere motivante dell’Universo è Amore; la verità che una grande Indi-vidualità, dai Cristiani chiamata il Cristo, venne sulla Terra, e incorporò quell’amore perché potessimo comprendere; la verità che sia amore che intelligenza sono effetti di quel che vien detto il Volere di Dio; e infine l’evidente verità che solo per mezzo dell’umanità stessa il Piano divino troverà attuazione.

    ALICE A. BAILEY

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  • ESTRATTO DA UNA DICHIARAZIONE DEL TIBETANO

    (pubblicata nell’agosto del 1934)

    ... basti dire che sono un discepolo Tibetano di un certo grado, cosa questa che a voi dice ben poco, poiché tutti siamo discepoli, dal più umile aspirante fino al Cristo medesimo e ol-tre. Io vivo in un corpo fisico come gli altri uomini, ai confini del Tibet, ed in certi periodi, dal punto di vista exoterico, e quando altri miei doveri me lo consentono, presiedo un vasto gruppo di Lama tibetani. Questo è il fatto in base al quale è stato detto che sono un Abate di quella particolare Lamaseria. Coloro che collaborano con me all’opera della Gerarchia (e tut-ti i veri discepoli vi partecipano) mi conoscono anche sotto un altro nome e per un altro Offi-cio. A.A.B. sa chi io sono, e mi riconosce sotto entrambi i nomi.

    Sono un vostro fratello che ha viaggiato un poco più a lungo sul Sentiero e ha perciò con-tratto maggiori responsabilità. Sono uno che ha lottato e si è aperta la via fino a trovare una luce maggiore di quella che possono avere gli aspiranti che leggono queste pagine, e devo perciò agire quale trasmettitore della Luce, a qualunque costo. Non sono vecchio, secondo il modo consueto di considerare l’età dei maestri, pure non sono giovane, né privo di esperien-za. L’opera mia consiste nell’insegnare e nel diffondere, e sto facendolo da molti anni. Cerco anche di aiutare il Maestro M. e il Maestro K.H. ogni volta che se ne offre l’opportunità, poi-ché sono stato per lungo tempo in rapporto con Loro e con il Loro lavoro.

    In tutto quanto precede, vi ho detto molto, ma nulla che possa indurvi ad offrirmi quella cieca obbedienza e quella vana devozione che gli aspiranti emotivi offrono al Guru, o al Ma-estro, con il quale sono ancora incapaci di entrare in rapporto. Essi non potranno stabilire quell’auspicato contatto fino a quando non abbiano trasmutato la devozione emotiva in servi-zio non egoistico all’Umanità, non al Maestro.

    Le opere che ho scritto sono offerte al pubblico senza alcuna pretesa che vengano accetta-te. Esse possono essere, o non essere, corrette, vere e utili. Sta a voi accertarne la verità con la retta pratica e l’esercizio dell’intuizione. Né a me né ad A.A.B. interessa minimamente che vengano accolte come ispirate, né che tutti ne parlino concitatamente come di scritti di uno dei Maestri. Se esse presentano la Verità in modo tale da costituire una continuazione degli insegnamenti già dati al mondo; se le informazioni impartite elevano l’aspirazione e la volon-tà di servire dal piano delle emozioni a quello della mente (il piano ove i Maestri possono es-sere trovati), allora avranno servito al loro scopo.

    Se un insegnamento suscita una risposta della mente illuminata e fa brillare un lampo d’intuizione, può essere accettato, ma non altrimenti. Se quanto vi si afferma finirà per essere corroborato, e apparire vero alla luce della Legge di Corrispondenza, sarà bene, ma se ciò non avverrà, lo studioso non accetti quanto vi si dice.

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  • “Al Dio che è nel FUOCO e nelle acque;

    Al Dio che pervade di Sé il mondo intero;

    Al Dio che è nel cuore delle piante estive e nei signori della foresta;

    A quel Dio sia adorazione, adorazione”.

    Sh’vetastatara Upanisad, II. 17.

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  • AVVERTENZA DEL TRADUTTORE In questo libro, i vocaboli indiani vanno letti secondo le regole della pronuncia italiana,

    salvo le seguenti eccezioni. La C e la combinazione SC devono esser pronunciati come in ce-na e scena rispettivamente, anche davanti a consonante, compresa la H. (Quando occorra il suono duro della c davanti a i o e, si è usata sempre la k). Inoltre la H è sempre fortemente aspirata.

    Ho anche cercato di tradurre adeguatamente certe locuzioni per le quali è invalso l’uso

    nella letteratura esoterica di tradurle dall’inglese letteralmente. Quindi, invece di “anello-non-passa”, che non è di lingua italiana, si troverà “anello invalicabile”, che è la traduzione corretta dall’inglese ring-pass-not. E group soul è reso con “anima di gruppo” e non con “anima gruppo” (così come tutti traducono group consciousness con “coscienza di gruppo” e non “coscienza gruppo”).

    Nelle note a piè di pagina, le citazioni da La Dottrina Segreta di H.P.Blavatsky sono con-

    trassegnate dalle iniziali S.D., secondo l’ordine delle parole del titolo inglese (Secret Doctri-ne), per ricordare che le indicazioni del volume e delle pagine si riferiscono appunto alla ter-za edizione inglese dell’opera.

    Desidero infine dichiarare, che ho preferito sacrificare la purezza dello stile (e troppo

    spesso forse anche la sintassi!) al timore di travisare il pensiero esoterico dell’Autore. I numeri di pagina del testo inglese sono riportati al margine sinistro del testo italiano. L’indice riporta i numeri di pagina del testo inglese.

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  • INTRODUZIONE

    La storia dei molti anni di lavoro di Alice A. Bailey col Maestro Tibetano è rivelata nella sua Autobiografia incompiuta, pubblicata nel 1951. Essa include le circostanze del suo primo contatto col Maestro sul piano fisico, che avvenne in California nel novembre del 1919. Fu progettato un lavoro trentennale. Quando questo fu compiuto, la Signora Bailey ottenne, nei trenta giorni successivi, la liberazione dalle limitazioni del veicolo fisico.

    L’Autobiografia contiene anche delle dichiarazioni del Tibetano relative al suo lavoro e qualche informazione circa la ragione per cui fu intrapreso. Negli stadi iniziali richiese molta attenzione riguardo alle condizioni del piano fisico che potevano favorire meglio il processo telepatico. Ma durante gli ultimi anni la tecnica era così perfezionata, ed il meccanismo eteri-co di A.A.B. intonato e adattato tanto abilmente, che tutto il processo avveniva praticamente senza sforzo, dimostrando in grado eccezionale la realtà e l’utilità dell’interazione telepatica.

    Le verità spirituali trattate richiedevano molte volte di esprimere con la mente concreta inferiore (sovente con le limitazioni insuperabili della lingua inglese) delle idee astratte e dei concetti di realtà spirituali fino ad allora sconosciuti. L’attenzione dei lettori di libri ottenuti in questo modo è stata richiamata frequentemente su quest’inevitabile limitazione della veri-tà, ma troppo spesso è dimenticata. Ricordarla costantemente diventerà negli anni venturi un fattore principale per impedire che la cristallizzazione dell’insegnamento produca ancora un altro culto settario.

    Il presente volume, Un Trattato sul Fuoco Cosmico, pubblicato per la prima volta nel 1925, è il terzo dei libri scritti in questo modo, e porta in sé la prova che resterà la parte più rilevante e di maggior portata dell’insegnamento trentennale, nonostante la profondità e l’utilità dei volumi pubblicati nella serie intitolata Trattato dei Sette Raggi, e di tutti gli altri libri.

    Nel lungo periodo del lavoro, le menti del Tibetano e di A.A.B. divennero intonate tanto intimamente, da formare effettivamente, per quanto riguarda la produzione di buona parte dell’insegnamento, un unico meccanismo congiunto di proiezione. Anche alla fine, A.A.B. parlava sovente della sua meraviglia per l’ampiezza di vedute che le veniva dal contatto con la mente del Tibetano, dei panorami illimitati di verità spirituali, con cui non sarebbe potuta venire altrimenti in contatto, e ch’erano sovente di una qualità che ella non poteva esprimere. Questa esperienza fu la base della sua affermazione, proclamata spesso, ma sovente poco ca-pita, che tutti gli insegnamenti pubblicati col suo aiuto erano in realtà solo l’abbiccì della co-noscenza esoterica, e che nel futuro avrebbe tralasciato volentieri di dare tanta importanza a quest’insegnamento, qualora avesse potuto valersi di un insegnamento migliore e più profon-damente esoterico. Per quanto chiaro e profondo sia in realtà l’insegnamento dei libri pubbli-cati col suo nome, le verità comunicate sono talmente parziali e soggette a revisione ed am-pliamenti ulteriori, che questo fatto, se tenuto costantemente presente, ci darà una seconda salvaguardia tanto necessaria rispetto a quella qualità della mente concreta che tende costan-temente a produrre settarismo.

    Proprio all’inizio del lavoro in collaborazione e dopo attenta considerazione, il Tibetano (D.K.) ed A.A.B. decisero che ella, quale discepolo operante sul piano esterno, dovesse ac-collarsi il più possibile della responsabilità karmica su detto piano, e che l’insegnamento do-vesse andare al pubblico sotto il suo nome. Questo implicò l’onere della guida nel campo e-soterico, e precipitò attacchi e condanne da parte di persone ed organizzazioni, le cui posi-zioni ed attività erano più autoritarie e caratterizzate dall’era dei Pesci.

    L’intera base su cui poggia oggi l’insegnamento esoterico di fronte al pubblico è stata li-berata dalle limitazioni e dal mistero, dall’annebbiamento emotivo, dalle pretese e dalla man-canza di praticità, grazie alle posizioni prese dal Tibetano e da A.A.B. La posizione assunta

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  • contro le affermazioni dogmatiche ha aiutato ad instaurare un’era nuova di libertà mentale per chi studia la rivelazione con progressivo sviluppo della Saggezza Eterna.

    Il vecchio metodo di giungere alla verità col processo di accettare nuove autorità e di confrontarle con le dottrine stabilite in precedenza, pur essendo indubbiamente utile per ad-destrare la mente, viene gradatamente trasceso. In suo luogo emerge in entrambi i mondi del-la scienza e della religione una capacità nuova di assumere una posizione più scientifica. Sempre più l’insegnamento spirituale sarà accettato come un’ipotesi da dimostrare non tanto con la letteratura, con ragioni storiche e con l’autorità, quanto per i risultati o effetti sulla vita vissuta, e per la sua utilità pratica nel risolvere i problemi dell’umanità.

    Prima d’ora l’insegnamento esoterico avanzato si poteva ottenere quasi invariabilmente solo con l’accettazione da parte dello studente dell’autorità dell’insegnante, con vari gradi d’obbedienza personale all’istruttore e con impegno di segretezza. Col progredire della di-spensazione dell’Acquario, queste limitazioni scompariranno. La relazione personale tra di-scepolo e Maestro resterà, ma già è stata tentata l’istruzione dei discepoli in formazione di gruppo. Il resoconto di un esperimento di questo genere con l’uso di questo metodo dell’Era Nuova è stato reso pubblico nel libro intitolato Il Discepolato nella Nuova Era, contenente le istruzioni personali indirizzate dal Tibetano ad un gruppo scelto.

    Nel Trattato sul Fuoco Cosmico, il Tibetano ci ha dato quello che H.P.B. aveva profetiz-zato, ossia la chiave psicologica della Creazione Cosmica. H.P.B. affermò che nel XX° seco-lo sarebbe venuto un discepolo che avrebbe data la chiave psicologica della sua opera mo-numentale, La Dottrina Segreta, trattato al quale il Tibetano aveva lavorato con lei; Alice A. Bailey lavorò con piena conoscenza del suo compito nella successione dell’opera.

    FOSTER BAILEY

    Tunbridge Wells Dicembre 1950

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  • DEDICATO CON GRATITUDINE

    A

    HELENA PETROVNA BLAVATSKY,

    IL GRANDE DISCEPOLO CHE ACCESE

    LA SUA FIACCOLA IN ORIENTE E

    PORTÒ LA LUCE ALL’EUROPA E ALL’AMERICA NEL 1875.

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  • PREFAZIONE Questo “Trattato sul Fuoco Cosmico” si propone uno scopo quintuplice. Primo: provvedere un consistente abbozzo di uno schema di cosmologia, di filosofia e di

    psicologia, che forse potrà essere usato per un’intera generazione come testo d’insegnamento e di consultazione, e potrà servire da impalcatura su cui più tardi potranno essere inserite del-le istruzioni più dettagliate, man mano che fluirà la grande onda dell’insegnamento evolutivo.

    Secondo: esprimere in termini comprensibili quello che è soggettivo, ed indicare il passo ulteriore nella comprensione della vera psicologia. È una delucidazione del rapporto esistente tra Spirito e Materia, rapporto che si manifesta come coscienza. Si troverà che il Trattato si occupa soprattutto dell’aspetto mentale, della coscienza, e della psicologia superiore, e meno della materia quale è conosciuta sul piano fisico. Il pericolo insito nel dare informazioni rela-tive alle varie energie della materia atomica è troppo grande, e l’umanità è ancora troppo e-goista per poterle affidare queste potenti energie. L’uomo, grazie al lavoro capace degli scienziati, acquisisce già con rapidità sufficiente la necessaria conoscenza. In questo libro si darà maggiore importanza alle forze dalle quali dipende la manifestazione oggettiva di un Logos Solare e dell’uomo; solo nella prima sezione si daranno delle indicazioni sulla natura delle energie strettamente confinate al piano fisico

    Terzo: dimostrare il coerente sviluppo di tutto ciò che si trova in un sistema solare; prova-re che tutto ciò che esiste (dalla forma più bassa e più densa di vita, fino alla manifestazione più elevata e sottile) si evolve, e che tutte le forme non sono altro che l’espressione di una prodigiosa Esistenza divina. Questa espressione è prodotta dalla fusione di due aspetti divini mediante l’influenza di un terzo, e produce quella manifestazione che noi chiamiamo forma, avviandola nel suo ciclo evolutivo nel tempo e nello spazio. Così la forma viene portata al punto in cui diviene mezzo adeguato per manifestare la natura di quello che chiamiamo Dio.

    Quarto: dare delle cognizioni pratiche circa quei punti focali d’energia che si trovano nel corpo eterico del Logos Solare, o macrocosmo, ed in quello dell’uomo, o microcosmo. Quando il substrato eterico, che è la vera sostanza che sottostà ad ogni forma tangibile, sarà compreso, avverranno certe grandi rivoluzioni nel dominio della scienza, della medicina e della chimica. Per esempio, lo studio della medicina sarà infine intrapreso da un nuovo punto di vista, e la sua pratica si fonderà sulla comprensione delle leggi d’irradiazione, delle corren-ti magnetiche, dei centri di forza esistenti nei corpi degli uomini, e del loro rapporto con i centri di forza e le correnti del sistema solare.

    Quinto: dare talune cognizioni, finora non impartite exotericamente, circa il luogo e l’opera delle miriadi di vite senzienti che formano l’essenza dell’oggettività; indicare la natu-ra delle Gerarchie di Esistenze che formano con la propria sostanza tutto ciò che si vede e si conosce, e sono esse stesse Fuoco e la causa del calore, della vita e del moto nell’Universo. Si parlerà dell’azione del Fuoco sull’Acqua, del Calore nella Materia, considerata sia dal punto di vista del macrocosmo che del microcosmo, gettando così un po’ di luce sulla legge di Causa ed Effetto (la Legge del Karma) e sul suo significato nel sistema solare.

    Riassumendo: l’insegnamento di questo libro dovrebbe condurre ad un’espansione di co-scienza, e produrre il riconoscimento di quanto sia adeguata, come base di lavoro per la scienza e per la religione, quell’interpretazione dei processi della natura che è stata formulata per noi dalle Menti Maestre di tutti i tempi. Dovrebbe suscitare una reazione in favore di un sistema di filosofia che unisce lo Spirito e la Materia, e dimostrare l’unità essenziale dell’idea scientifica e di quella religiosa. Attualmente queste due sono piuttosto separate, e noi comin-ciamo appena a farci strada a tentoni fuori dagli abissi dell’interpretazione materialistica. Non si deve però dimenticare che secondo la legge d’Azione e Reazione il lungo periodo di

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  • pensiero materialistico è stato necessario all’umanità, poiché il misticismo del Medioevo ci aveva portati troppo lontano nella direzione opposta. Si tende ora ad una visione più equili-brata, ed è da sperare che questo trattato abbia a far parte del processo per cui si giungerà all’equilibrio.

    Nello studio di questo trattato viene richiesto allo studioso di tener presente che: a. Nella trattazione di questi soggetti ci occupiamo dell’essenza di ciò che è oggetti-

    vo, del lato soggettivo della manifestazione, della forza e dell’energia. È pressoché impossi-bile ridurre questi concetti in formule concrete ed esprimerli in modo da essere facilmente in-tesi dall’uomo medio.

    b. Poiché usiamo parole, termini ed espressioni delle lingue moderne, l’intero sogget-to viene necessariamente limitato e ridotto, così che una gran parte della verità va perduta.

    c. Tutto ciò che è contenuto in questo trattato viene offerto senza spirito dogmatico, ma semplicemente come contributo al patrimonio di idee e concetti noti sul soggetto delle o-rigini del mondo, ed ai dati già raccolti circa la natura dell’uomo. Il meglio che l’uomo possa offrire come soluzione del problema mondiale prende necessariamente una forma duale, ma-nifestandosi con una vita di servizio attivo tendente a migliorare le condizioni ambientali, e con la formulazione di uno schema cosmologico che cerchi di spiegare, per quanto possibile, le condizioni esistenti. Continuando col sistema attuale, partendo cioè solo da ciò che è noto e dimostrato, e trascurando quelle cause profondamente celate dalle quali presumibilmente è prodotto tutto ciò che si vede e si conosce, sarà impossibile pervenire a una soluzione.

    d. Ogni tentativo di formulare con parole quello che deve essere sentito e vissuto per essere veramente compreso, si dimostrerà necessariamente inadeguato in modo desolante. Tutto quel che si potrà dire non sarà dopo tutto che una parziale esposizione della grande Ve-rità velata, e deve essere offerta al lettore ed allo studioso semplicemente come ipotesi di la-voro da elaborare, e come suggerimento. Allo studioso di mente aperta, e a colui che tiene presente che la verità viene rivelata per gradi apparirà chiaro che l’espressione più alta possi-bile della verità in qualsiasi tempo, si riconoscerà più tardi non esser altro che un frammento di un tutto; più tardi ancora si troverà che è soltanto parte di un fatto e quindi, in sé stessa, una distorsione del reale.

    Questo “Trattato” viene pubblicato con la speranza che possa essere utile a tutti i ricerca-tori della verità che abbiano mente aperta, ed agli investigatori della Sorgente soggettiva di tutto ciò che è tangibilmente oggettivo. Il suo scopo è di presentare un piano ragionevolmen-te logico dell’evoluzione sistemica, e di indicare all’uomo la parte che egli deve assolvere come unità atomica di un grande Tutto. Questo frammento della Dottrina Segreta viene dato al mondo, nel volgersi della ruota evolutiva, senza alcuna pretesa circa la sua origine, la sua infallibilità o la correttezza dei dettagli delle sue affermazioni.

    Nessun libro ha nulla da guadagnare da pretese o dichiarazioni dogmatiche circa il valore d’autorità della sua fonte ispiratrice. Deve reggersi o cadere solo per il suo valore intrinseco, per la saggezza dei suggerimenti dati, e per il potere di alimentare la vita spirituale e la com-prensione intellettuale del lettore. Se questo “Trattato” contiene alcunché di verità e di realtà, raggiungerà inevitabilmente il suo scopo e porterà il suo messaggio, raggiungendo il cuore e la mente dei sinceri ricercatori. Se non ha alcun valore, se non si fonda sulla realtà, scompari-rà e morirà, ben giustamente. Tutto quello che si richiede a chi studia questo “Trattato” è di accostarvisi con simpatia, disposto a prendere in considerazione i punti di vista esposti, con quell’onestà e sincerità di pensiero che tendono allo sviluppo dell’intuizione, della diagnosi spirituale, e alla discriminazione che insegna a respingere il falso ed apprezzare il Vero.

    Le parole del Buddha giungono qui a proposito, come una conclusione adeguata di queste osservazioni preliminari.

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  • IL SIGNORE BUDDHA HA DETTO “Non dobbiamo credere che una cosa sia vera, semplicemente perché è stata detta; né alla

    tradizione, perché ci è pervenuta dall’antichità; né alle opinioni in quanto tali; né agli scritti dei saggi, solo perché sono stati scritti da essi; né alle immaginazioni che si suppongono ispi-rate da un Deva (ossia presunte ispirazioni spirituali); né alle deduzioni tratte da qualche as-sunzione fatta a caso; né a quel che sembra una necessità analogica; né per la pura autorità dei nostri istruttori o maestri.

    Ma dobbiamo credere quando lo scritto, la dottrina o il detto sono corroborati dalla no-stra ragione e dalla nostra coscienza. “Per questo”, Egli disse concludendo, “vi ho insegnato a non credere semplicemente perché avete udito, ma quando credete per coscienza propria, allora agite in conformità e senza riserve”.

    (vedi Kalama Sutra dell’Anguttara Nikaya e Maha Paranirvana Sutra, N.d.T. )

    La Dottrina Segreta, III, pag. 401 (testo inglese) Possa esser questo l’atteggiamento di ogni lettore di questo “Trattato sul Fuoco Cosmi-

    co”.

    ALICE A. BAILEY

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  • IL FUOCO

    “Che cosa dice l’insegnamento esoterico riguardo al Fuoco”? Il Fuoco è il riflesso più perfetto e più puro, in cielo come in terra, della Fiamma Unica. È vita e morte, origine e fine di ogni cosa materiale. È Sostanza divina.

    Dottrina Segreta. I, 146. La nostra Terra e l’uomo (sono) il prodotto dei Tre Fuochi.

    Dottrina Segreta. II, 258. Il Fuoco e la fiamma distruggono il corpo di un Arhat; la loro essenza lo rende immortale.

    Dottrina Segreta. I, 35.

    I TRE FUOCHI I. Il Fuoco interno o Fuoco d’attrito. “In ogni atomo c’è calore interno e calore esterno, il respiro del Padre (Spirito) ed il respi-

    ro (o calore) della Madre (materia)”. Dottrina Segreta. I, 112.

    II. Il Fuoco della Mente o Fuoco Solare. “Il Fuoco della Conoscenza consuma ogni azione sul piano dell’illusione; perciò coloro

    che l’hanno ottenuto e sono liberati sono chiamati “Fuochi”. Dottrina Segreta. I, 114.

    III. Il Fuoco dello Spirito o Fuoco elettrico. “Alza la testa, o Lanu; vedi tu una o innumerevoli luci al di sopra di te ardere nel cielo

    oscuro della notte?”. “Io percepisco una Fiamma sola, o Gurudeva, e vedo innumerevoli scin-tille non separate che in essa risplendono”.

    Dottrina Segreta, I, 145.

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  • INDICE SOMMARIO

    SEZIONE PRIMA. I FUOCHI INTERNI - FUOCO PER ATTRITO Osservazioni preliminari Divisione A. Gli involucri macrocosmici e microcosmici. Divisione B. Il Raggio della Personalità ed il primo fuoco. Divisione C. Il prana ed il corpo eterico. Divisione D. Kundalini e la spina dorsale. Divisione E. Il moto sui piani fisico ed astrale

    1. Negli involucri 2. Nei centri

    Divisione F. La legge di Economia.

    SEZIONE SECONDA. IL FUOCO DELLA MENTE - FUOCO SOLARE Domande introduttive Divisione A. La natura del Manas o Mente Divisione B. Manas come fattore cosmico, sistemico ed umano. Divisione C. Il Raggio Egoico ed il Fuoco Solare. Divisione D. Gli elementali del pensiero e gli elementali del fuoco. Divisione E. Moto sul piano mentale. Divisione F. La legge di Attrazione.

    SEZIONE TERZA. IL FUOCO DELLO SPIRITO - FUOCO ELETTRICO

    Divisione A. Alcuni principi fondamentali Divisione B. La natura dei Sette Sentieri cosmici Divisione C. Sette Stanze esoteriche

    Questa tabella dei soggetti trattati in questo libro è veramente assai importante, perché

    forma la base di ciò che tratteremo. La totale mancanza di una coscienza più ampia di quella individuale e personale agisce da ostacolo alla giusta comprensione delle cose macrocosmi-che; ma se, aderendo al metodo occulto, si studierà la Legge delle corrispondenze, e il nostro ragionare si eleverà sempre dal microcosmo verso il Grande Tutto, allora si potranno intuire vasti campi di realizzazione, e si apriranno innanzi a noi prospettive di espansione spirituale finora insospettate.

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  • INDICE DETTAGLIATO

    POSTULATI INTRODUTTIVI . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 3 STANZE DI DZYAN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11

    SEZIONE PRIMA I FUOCHI INTERNI - IL FUOCO PER ATTRITO

    OSSERVAZIONI INTRODUTTIVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37 I. IL FUOCO NEL MACROCOSMO . . . . . . . . . . . . . . . » 37 II. IL FUOCO NEL MICROCOSMO . . . . . . . . . . . . . . . » 45 III. IL FUOCO NELLA MANIFESTAZIONE . . . . . . . . . . . . . . » 48

    DIVISIONE A. I FUOCHI INTERNI DEGLI INVOLUCRI . . . . . . . . . . » 55 I. I tre canali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55 II. Gli elementali e i Deva del Fuoco . . . . . . . . . . . . . » 65

    DIVISIONE B. IL RAGGIO DELLA PERSONALITÀ E IL SUO RAPPORTO CON IL PRIMO FUOCO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 69

    I. Il lavoro dei tre Raggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 69 II. Il Raggio della Personalità e gli atomi permanenti . . . . . . . . » 71 III. Il Raggio della Personalità e la legge del karma . . . . . . . . . » 73

    DIVISIONE C. IL CORPO ETERICO E IL PRANA . . . . . . . . . . . . » 77 I. La natura del corpo eterico . . . . . . . . . . . . . . . . » 77 1. Suo scopo e sua natura . . . . . . . . . . . . . . . . . » 78 2. Otto affermazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 81 II. La natura del prana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 87 1. Il prana solare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 90 2. Il prana planetario . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 91 3. Il prana delle forme . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93 III. La funzione del corpo eterico . . . . . . . . . . . . . . . » 97 1. È il ricevitore del prana . . . . . . . . . . . . . . . . » 97 2. È l’assimilatore del prana . . . . . . . . . . . . . . . » 99 3. È il trasmettitore del prana . . . . . . . . . . . . . . . » 101 4. I disordini del corpo eterico . . . . . . . . . . . . . . . » 104 IV. Gli eteri macrocosmici e microcosmici . . . . . . . . . . . . » 111 l. Il Logos Planetario e gli eteri . . . . . . . . . . . . . . . » 111 2. Gli eteri cosmici e sistemici . . . . . . . . . . . . . . . » 116 3. Funzione protettiva del corpo eterico . . . . . . . . . . . . » 122 V. La morte e il corpo eterico . . . . . . . . . . . . . . . . » 128

    DIVISIONE D. KUNDALINI E LA SPINA DORSALE . . . . . . . . . . . » 134 I. Kundalini e i tre triangoli . . . . . . . . . . . . . . . . . » 135 l. Nella testa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 135 2. Nel corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 135 3. Alla base della spina dorsale . . . . . . . . . . . . . . . » 135 II. Il risveglio di Kundalini . . . . . . . . . . . . . . . . . » 139

    DIVISIONE E. IL MOTO SUI PIANI FISICO E ASTRALE . . . . . . . . . » 141 I. Osservazioni preliminari . . . . . . . . . . . . . . . . . » 141 II. Gli effetti del moto rotatorio . . . . . . . . . . . . . . . . » 152

    14

  • III. Le qualità del moto rotatorio . . . . . . . . . . . . . . . » 157 IV. Il moto rotatorio e il simbolismo . . . . . . . . . . . . . . » 159 V. Il moto e i centri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 161 1. La natura dei centri . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 163 2. I centri e i Raggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 173 3. I centri e kundalini . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 183 4. I centri e i sensi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 185 5. I centri e l’iniziazione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 207

    DIVISIONE F. LA LEGGE DI ECONOMIA . . . . . . . . . . . . . . » 214 I. Il suo effetto sulla materia . . . . . . . . . . . . . . . . » 214 II. Le sue leggi sussidiarie . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219 1. La legge di vibrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219 2. La legge di adattamento . . . . . . . . . . . . . . . . » 219 3. La legge di repulsione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219 4. La legge di attrito . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 219

    SEZIONE SECONDA

    IL FUOCO SOLARE – IL FUOCO DELLA MENTE

    DOMANDE INTRODUTTIVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 223 I. Qual è la relazione del Figlio col Sole? . . . . . . . . . . . . » 225 II. Che cosa è l’evoluzione e come procede? . . . . . . . . . . . » 231 III. Perché il sistema solare evolve lungo la linea della dualità? . . . . . » 237 IV. Che cosa è la coscienza e qual è il suo posto nello schema? . . . . . » 243 V. C’è un’analogia diretta tra un sistema, un pianeta, l’uomo e un atomo? . . » 245 VI. Che cosa è l’aspetto mente? Chi sono i Figli della mente? . . . . . . » 259 VII. Perché il progresso dell’evoluzione è ciclico? . . . . . . . . . . » 273 VIII. Perché il sapere è tanto exoterico che esoterico? . . . . . . . . . » 285 IX. Qual è la relazione tra:

    a. I dieci schemi; b. i sette pianeti sacri; c. le sette catene di uno schema; d. i sette globi di una catena; e. le sette ronde di un globo; f. le sette razze radice e le sottorazze . . . . . . . . . . . . » 288

    DIVISIONE A. LA NATURA DEL MANAS O DELLA MENTE . . . . . . . . » 308 I. Tre manifestazioni della mente . . . . . . . . . . . . . . . » 308 II. Alcune definizioni del manas o della mente . . . . . . . . . . . » 309 1. Il manas è il quinto principio . . . . . . . . . . . . . . . » 309 2. Il manas è elettricità . . . . . . . . . . . . . . . . . » 310 3. Il manas è ciò che produce coesione . . . . . . . . . . . . » 332 4. Il manas è la chiave del quinto regno della natura . . . . . . . . » 334 5. Il manas è la sintesi di cinque Raggi . . . . . . . . . . . . » 336 6. Il manas è il volere o proposito intelligente di un’Esistenza . . . . » 337

    DIVISIONE B. IL MANAS FATTORE COSMICO, SISTEMICO ED UMANO . . . . » 342 I. L’origine del manas o della mente . . . . . . . . . . . . . . » 343

    1. Il manas cosmico . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 343 a. Il processo di individualizzazione. . . . . . . . . . . . » 343 b. Il metodo di iniziazione . . . . . . . . . . . . . . . » 348

    15

  • 2. Il manas planetario . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 350 a. Coscienza ed esistenza . . . . . . . . . . . . . . . » 350 b. La volontà e il proposito ordinato . . . . . . . . . . . » 353 3. Il manas umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 355 a. L’uomo e il Logos Planetario . . . . . . . . . . . . . » 356 b. Il Logos dello schema della Terra . . . . . . . . . . . . » 360 c. Venere e la catena della Terra . . . . . . . . . . . . . » 367 4. Il Manas e la catena della Terra . . . . . . . . . . . . . . » 378 a. La catena della Terra e le monadi che s’incarnano . . . . . . » 379 b. Il quarto regno e la Gerarchia planetaria . . . . . . . . . » 386 c. Una profezia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 389 d. Riepilogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 393

    II. La posizione del manas . . . . . . . . . . . . . . . . . » 395 1. Il manas e il karma . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 395

    2. Il manas e il proposito karmico. . . . . . . . . . . . . . » 397 III. Lo stadio attuale dello sviluppo manasico. . . . . . . . . . . » 401

    1. Nei pianeti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 402 2. Nel sistema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 408 3. Sulla Terra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 412

    IV. Il futuro del manas . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 417 1. Le caratteristiche del manas o della mente . . . . . . . . . . » 418 a. Discriminazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 418 b. Attività ordinata . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 421 c. Adattabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 423 2. Lo sviluppo della mente umana . . . . . . . . . . . . . . » 424 a. Gli effetti dei Raggi . . . . . . . . . . . . . . . . » 427 b. Gli animali, gli uomini ed i Raggi . . . . . . . . . . . . » 457 c. I tipi di karma . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 469 3. Il manas nelle ronde finali . . . . . . . . . . . . . . . » 475 a. Il processo trasmutativo . . . . . . . . . . . . . . . » 475 b. La sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 498

    DIVISIONE C. IL RAGGIO EGOICO ED IL FUOCO SOLARE . . . . . . . . » 504 I. La natura del corpo egoico o causale . . . . . . . . . . . . . » 505 l. Formato dal contatto di due fuochi . . . . . . . . . . . . . » 505 2. Prodotto all’individualizzazione . . . . . . . . . . . . . » 506

    II. La natura degli atomi permanenti . . . . . . . . . . . . . . » 507 l. Il loro scopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 507 2. Il loro posto nel corpo egoico . . . . . . . . . . . . . . » 510 a. L’atomo permanente astrale . . . . . . . . . . . . . . » 510 b. Il triangolo atomico . . . . . . . . . . . . . . . . » 513 3. Le spirille ed il Raggio egoico . . . . . . . . . . . . . . » 515 a. La composizione dell’atomo permanente . . . . . . . . . » 515 b. I piani e l’energia ignea . . . . . . . . . . . . . . . » 518 c. I tre fuochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 522 4. Riassunto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 530 III. Il loto egoico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 536 l. Le ruote o centri d’energia . . . . . . . . . . . . . . . » 537 a. Centri di forza . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 537 b. Il corpo causale . . . . . . . . . . . . . . . . . » 538 2. Il loto dai dodici petali . . . . . . . . . . . . . . . . . » 538

    16

  • a. I tre petali della conoscenza . . . . . . . . . . . . . . » 539 b. I tre petali dell’amore . . . . . . . . . . . . . . . . » 540 c. I tre petali del sacrificio . . . . . . . . . . . . . . . » 541 3. Riassunto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 544

    DIVISIONE D. ELEMENTALI DEL PENSIERO E ELEMENTALI DEL FUOCO . . . » 550 I. Le forme pensiero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 551 1. La loro funzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 551 a. Rispondere alla vibrazione . . . . . . . . . . . . . . » 552 b. Procurare i veicoli alle idee . . . . . . . . . . . . . . » 556 c. Realizzare uno scopo specifico . . . . . . . . . . . . . » 560 2. Le leggi del pensiero . . . . . . . . . . . . . . . . . » 567 a. Tre leggi cosmiche . . . . . . . . . . . . . . . . . » 567 b. Sette leggi sistemiche . . . . . . . . . . . . . . . . » 569

    II. Elementali del pensiero e deva . . . . . . . . . . . . . . . » 601 1. Il governatore del fuoco, Agni . . . . . . . . . . . . . . » 601

    a. Agni ed il Logos Solare . . . . . . . . . . . . . . . » 601 b. Agni ed il piano mentale . . . . . . . . . . . . . . . » 604 c. Agni ed i tre Fuochi . . . . . . . . . . . . . . . . » 606

    2. I deva del fuoco, i Costruttori Maggiori . . . . . . . . . . . » 612 a. Osservazioni introduttive . . . . . . . . . . . . . . . » 612 b. Le funzioni dei deva . . . . . . . . . . . . . . . . » 620 c. I deva e i piani . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 627

    3. Gli Angeli Solari, gli Agnishvatta . . . . . . . . . . . . . » 679 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 679 a. Del quinto principio . . . . . . . . . . . . . . . . » 689 (a) Considerato cosmicamente . . . . . . . . . . . . » 689 (b) Considerato ilozoisticamente . . . . . . . . . . . . » 693 (c) L’Angelo Solare ed il quinto principio . . . . . . . . . » 698

    b. Dell’individualizzazione . . . . . . . . . . . . . . . » 707 (a) Il lavoro dell’Angelo Solare . . . . . . . . . . . . » 707 (b) L’individualizzazione e le razze . . . . . . . . . . . » 714 (c) I metodi d’individualizzazione . . . . . . . . . . . » 717 (d) Gli Avatar, la Loro natura ed il Loro lavoro . . . . . . . » 721 (e) L’individualizzazione, una forma d’iniziazione . . . . . . » 729

    c. Dell’incarnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 732 (a) Incarnazione cosmica, planetaria ed umana . . . . . . . » 732 (b) La natura del pralaya . . . . . . . . . . . . . . » 734 (c) I tipi di rinascita umana . . . . . . . . . . . . . . » 744 (d) La prossima venuta dell’Avatar . . . . . . . . . . . » 747 (e) Impulso ed incarnazione . . . . . . . . . . . . . » 760 (f) L’attività dei Pitri . . . . . . . . . . . . . . . . » 773 (g) Il lavoro di costruzione delle forme . . . . . . . . . » 783 (h) Incarnazione e karma . . . . . . . . . . . . . . » 791

    d. La costruzione del corpo causale . . . . . . . . . . . . » 807 (a) Osservazioni introduttive . . . . . . . . . . . . . » 807 (b) L’evoluzione dei petali . . . . . . . . . . . . . . » 816 (c) I nomi dei loti egoici . . . . . . . . . . . . . . . » 840 (d) I petali e i centri eterici . . . . . . . . . . . . . . » 857 (e) L’iniziazione e i petali . . . . . . . . . . . . . . » 868 4. Gli elementali del fuoco, i costruttori minori . . . . . . . . . » 887 a. Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 887

    17

  • b. Gli elementali del piano fisico . . . . . . . . . . . . . » 889 c. Gli elementali e gli eteri . . . . . . . . . . . . . . . » 910 d. Gli elementali e il microcosmo . . . . . . . . . . . . . » 936 III. L’uomo, un creatore nella materia mentale . . . . . . . . . . » 947 l. La creazione delle forme-pensiero . . . . . . . . . . . . . » 947 2. La costruzione delle forme pensiero nei tre mondi . . . . . . . » 958 IV. L’uomo e gli spiriti del fuoco . . . . . . . . . . . . . . . » 963 l. L’aspetto volontà e la creazione . . . . . . . . . . . . . . » 963 a. La condizione del mago . . . . . . . . . . . . . . . » 964 b. La costruzione delle forme pensiero . . . . . . . . . . » 968 c. Il significato occulto della parola . . . . . . . . . . . . » 977 2. La natura della magia . . . . . . . . . . . . . . . . . » 982 a. Maghi bianchi e neri . . . . . . . . . . . . . . . . » 984 b. La fonte della magia nera . . . . . . . . . . . . . . » 989 c. Le condizioni della magia bianca . . . . . . . . . . . . » 993 3. Quindici regole di magia . . . . . . . . . . . . . . . . » 996 a. Sei regole per il piano mentale . . . . . . . . . . . . . » 997 b. Cinque regole per il piano astrale . . . . . . . . . . . . » 1008 c. Quattro regole per il piano fisico . . . . . . . . . . . . » 1021

    DIVISIONE E. IL MOTO SUL PIANO DELLA MENTE . . . . . . . . . . » 1027 I. Osservazioni introduttive . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1027 II. La natura di questo moto . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1032 III. Risultati della sua attività . . . . . . . . . . . . . . . . » 1039 l. La Legge di Espansione . . . . . . . . . . . . . . . . » 1040 2. La Legge del Ritorno monadico . . . . . . . . . . . . . » 1046 3. La Legge dell’Evoluzione solare . . . . . . . . . . . . . » 1054 4. La Legge di Irradiazione . . . . . . . . . . . . . . . . » 1060 IV. Il girare della ruota . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1083 V. Il moto e l’aspetto costruzione della forma . . . . . . . . . . . » 1097 1. Il moto e l’involucro mentale . . . . . . . . . . . . . . » 1097 2. Il moto nel corpo causale . . . . . . . . . . . . . . . . » 1109 VI Gli effetti del moto sintetico . . . . . . . . . . . . . . . . » 1128 l. Osservazioni introduttive . . . . . . . . . . . . . . . . » 1128 2. La causa della manifestazione periodica . . . . . . . . . . . » 1132 3. Produce il collegamento triangolare . . . . . . . . . . . . » 1152 4. Produce un rapporto fra i tre centri . . . . . . . . . . . . . » 1155

    DIVISIONE F. LA LEGGE DI ATTRAZIONE . . . . . . . . . . . . . » 1166 I. Le leggi sussidiarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1168 1. La legge di affinità chimica . . . . . . . . . . . . . . . » 1168 2. La legge del progresso . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1168 3. La legge del sesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1168 4. La legge del magnetismo . . . . . . . . . . . . . . . . » 1169 5. La legge di irradiazione . . . . . . . . . . . . . . . . » 1170 6. La legge del loto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1171 7. La legge del colore . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1171 8. La legge di gravitazione . . . . . . . . . . . . . . . . » 1172 9. La legge di affinità planetaria . . . . . . . . . . . . . . » 1172 10. La legge di unione solare . . . . . . . . . . . . . . . » 1173 11. La legge delle scuole . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1173

    18

  • II. I suoi effetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1185 1. L’associazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1185 2. La costruzione delle forme . . . . . . . . . . . . . . . » 1186 3. L’adattamento delle forme alla vita . . . . . . . . . . . . » 1188 4. L’unità di gruppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1211 III. I rapporti di gruppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1213 1. Tre rapporti atomici . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1215 2. Sette leggi del lavoro di gruppo . . . . . . . . . . . . . . » 1216 3. Ventidue metodi di azione reciproca . . . . . . . . . . . . » 1222

    SEZIONE TERZA

    IL FUOCO ELETTRICO DELLO SPIRITO DIVISIONE A. ALCUNI PRINCIPI FONDAMENTALI . . . . . . . . . . » 1229

    DIVISIONE B. LA NATURA DEI SETTE SENTIERI COSMICI . . . . . . . . » 1241

    DIVISIONE C. SETTE STANZE ESOTERICHE . . . . . . . . . . . . » 1267

    INDICE ANALITICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1285

    DIAGRAMMI

    I. L’evoluzione della materia . . . . . . . . . . . . . . . . . » 56 II. Il Logos di un sistema solare . . . . . . . . . . . . . . . . . » 94 III. La costituzione dell’uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . » 117 IV. Il Pleroma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 226 V. L’evoluzione di un Logos solare . . . . . . . . . . . . . . . » 344 VI. Diagramma solare settenario . . . . . . . . . . . . . . . . . » 373 VII. Lo Schema della Terra . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 385 VIII. Il loto egoico ed i centri . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 817 IX. Il loto egoico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 823 X. La scienza della meditazione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 961 XI. L’atomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1181 XII. Parabrahm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1230 XIII. Le Gerarchie solari e planetarie . . . . . . . . . . . . . . . » 1238

    TABELLE A PIENA PAGINA

    I. Il Fuoco e gli Aspetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 42 II. L’evoluzione nell’universo . . . . . . . . . . . . . . . . . » 293 III. Gli aspetti e l’evoluzione . . . . . . . . . . . . . . . . . » 444 IV. Le Entità costruttrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 565 V. Agni, Signore del Fuoco . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 607 VI. Le Vite ed il loro scopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 844 VII. Le energie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1187 I numeri di pagina del testo inglese sono riportati al margine sinistro del testo italiano L’indice riporta i numeri di pagina del testo inglese.

    19

  • POSTULATI INTRODUTTIVI

    3 L’insegnamento dato in questo Trattato sul Fuoco Cosmico può essere formulato nei termini seguenti. Questi postulati sono semplici ampliamenti delle tre affermazioni fonda-mentali che si trovano nel Proemio del primo volume della Dottrina Segreta di H.P. Bla-vatsky3. Si consiglia di studiarli attentamente, perché in tal modo la comprensione di questo trattato sarà assai facilitata.

    I. Vi è un Principio Illimitato ed Immutabile, una sola Realtà Assoluta antecedente ogni

    Essere manifesto, condizionato. Essa è al di là dei limiti e delle possibilità del pensiero e dell’espressione umani.

    L’Universo manifesto è contenuto in questa Realtà Assoluta, e ne è un simbolo condizio-nato. Nella totalità di quest’Universo manifesto si devono concepire tre aspetti. 1. Il Primo Logos Cosmico, impersonale e non manifesto, precursore del manifesto. 2. Il Secondo Logos Cosmico, Spirito-Materia, Vita, lo Spirito dell’Universo. 3. Il Terzo Logos Cosmico, Ideazione Cosmica, l’Anima del Mondo, l’Anima Universa-

    le. Da questi tre principi creativi fondamentali, in gradazione successiva, derivano in ordina-

    ta sequenza gli innumerevoli universi che contengono un numero incalcolabile di stelle e si-stemi solari manifestati.

    Ogni sistema solare è la manifestazione della Vita e dell’Energia di una grande Esistenza Cosmica che, in mancanza di un termine migliore, chiamiamo Logos Solare.

    Il Logos Solare s’incarna, o viene in manifestazione, per mezzo di un sistema solare. Tale sistema solare è il corpo o la forma di quella Vita Cosmica, ed è esso stesso triplice. Questo triplice sistema solare può essere descritto in termini di tre Aspetti o (secondo la terminologia cristiana) di tre Persone.

    4

    FUOCO ELETTRICO, O SPIRITO

    1ª Persona… Padre. Vita. Volontà. Proposito. Energia positiva.

    FUOCO SOLARE, O ANIMA 2ª Persona… Figlio. Coscienza. Amore-Saggezza Energia equilibrata.

    FUOCO PER ATTRITO, O CORPO, O MATERIA 3ª Persona… Spirito Santo. Forma. Intelligenza Attiva. Energia negativa. Ciascuno di questi tre aspetti è a sua volta triplice nella sua manifestazione, formando

    quindi: a. Le nove Potenze o Emanazioni; b. I nove Sephiroth; c. Le nove Cause di Iniziazione.

    Questi, insieme alla totalità della manifestazione o il Tutto, producono il dieci (10) della manifestazione perfetta, ossia l’UOMO perfetto.

    Questi tre aspetti del Tutto sono presenti in ogni forma. a. Il sistema solare è triplice, manifestandosi mediante i tre aspetti suddetti.

    3 S.D., I, 42-44.

    20

  • b. Un essere umano è parimenti triplice, manifestandosi come Spirito, Anima e Cor-po, o Monade, Ego e Personalità.

    c. L’atomo degli scienziati è anche triplice, essendo composto di un nucleo positivo, di elettroni negativi e della totalità della manifestazione esterna, risultante dal rap-porto fra gli altri due.

    5

    I tre aspetti di ogni forma hanno rapporti reciproci e sono suscettibili di scambi, perché: a. L’energia è in moto e circola. b. Tutte le forme del sistema solare fanno parte del Tutto, e non sono unità isolate. c. Questa è la base della fratellanza, della comunione dei santi e dell’astrologia.

    Questi tre aspetti di Dio, il Logos Solare, l’Energia o Forza Centrale (poiché questi termi-ni sono occultamente sinonimi) si manifestano tramite sette centri di forza, tre maggiori e quattro minori. Questi sette centri di Forza Logoica costituiscono essi stessi delle Entità. Esse sono conosciute come:

    a. I sette Logos Planetari. b. I sette Spiriti davanti al Trono. c. I sette Raggi. d. I sette Uomini Celesti. I sette Logos incorporano sette tipi di forza differenziata, ed in questo trattato sono indi-

    cati col nome di Signori dei Raggi. I nomi dei Raggi sono:

    I Raggio…… Raggio di Volontà o Potere………… 1° Aspetto II Raggio…… Raggio di Amore-Saggezza………… 2° Aspetto III Raggio….. Raggio di Intelligenza Attiva……….. 3° Aspetto Questi sono i tre Raggi maggiori (o di aspetto).

    IV Raggio….. Raggio di Armonia, Bellezza e Arte V Raggio…… Raggio di Conoscenza Concreta o Scienza VI Raggio….. Raggio di Devozione o Idealismo Astratto VII Raggio…. Raggio di Ordine o Magia Cerimoniale.

    Questi sono i Raggi di Attributo.

    II. Vi è una legge fondamentale chiamata Legge di Periodicità .

    l. Questa legge governa ogni manifestazione, sia che si tratti della manifestazione di un Lo-gos Solare per mezzo di un sistema solare, che della manifestazione di un essere umano per mezzo di una forma. Questa legge governa ugualmente in tutti regni della natura.

    6

    2. Nel sistema vi sono altre leggi collegate con questa. Eccone alcune: a. Legge di Economia…. Legge che governa la materia, il terzo Aspetto. b. Legge di Attrazione…. Legge che governa l’Anima, il secondo Aspetto. c. Legge di Sintesi. ……. Legge che governa lo Spirito, il primo Aspetto.

    3. Queste tre sono leggi cosmiche. Vi sono poi sette leggi sistemiche che governano la ma-nifestazione del nostro Logos Solare.

    a. Legge di Vibrazione. b. Legge di Coesione. c. Legge di Disintegrazione. d. Legge del Dominio Magnetico. e. Legge di Fissazione. f. Legge dell’Amore. g. Legge del Sacrificio e della Morte.

    21

  • 4. Ciascuna di queste leggi si manifesta precipuamente sull’uno o sull’altro dei sette piani del sistema solare.

    5. Ciascuna legge viene periodicamente in attività, ed ogni piano ha i suoi periodi di manife-stazione e di oscuramento.

    6. Ogni vita manifesta ha i suoi tre grandi cicli. Nascita……………..Vita……….…… Morte. Apparizione……….. Crescita……….. Scomparsa. Involuzione……….. Evoluzione……. Oscuramento. 7 Inerzia…………….. Attività………… Moto ritmico. Vita tamasica……… Vita rajasica…… Vita sattvica.

    7. La conoscenza dei cicli implica la conoscenza del numero, del suono e del colore.

    8. La piena conoscenza del mistero dei cicli è posseduta solo dall’Adepto perfetto.

    III. Tutte le anime sono identiche alla Superanima.

    1. Il Logos del sistema solare è il Macrocosmo; l’Uomo è il Microcosmo. 2. L’anima è un aspetto di ogni forma di vita, dal Logos all’atomo. 3. La relazione fra tutte le anime e la Superanima costituisce la base della conoscenza scien-

    tifica della fratellanza. La fratellanza è un fatto di natura, non un ideale.

    4. La Legge di Corrispondenza spiegherà i dettagli di questo rapporto. Questa legge di Cor-rispondenza, o d’Analogia, è la legge interpretativa del sistema: spiega Dio all’uomo.

    5. Come Dio è il Macrocosmo per tutti i regni della natura, così l’uomo è il Macrocosmo per tutti i regni subumani.

    6. La meta dell’evoluzione dell’atomo è l’autocoscienza, di cui si ha l’esempio nel regno umano. La meta dell’evoluzione umana è la coscienza di gruppo, di cui si ha l’esempio nel Logos planetario.4La meta del Logos Planetario è la coscienza divina, di cui si ha l’esempio nel Logos Sola-re.

    7. Il Logos Solare è la somma totale di tutti gli stati di coscienza entro il sistema solare. 5

    4 L’Antico dei Giorni. – Daniele VII, pp. 13, 22. 5 “Siamo tutti abituati a guardare l’universo come un vasto gruppo di corpi celesti isolati che hanno po-

    chissimi rapporti tra loro, mentre in realtà l’universo è uno nella sua essenza e molteplice nelle sue manife-stazioni, discendendo da una omogeneità sul piano più alto ad una sempre più marcata eterogeneità quando raggiunge i piani inferiori”. – Some Thoughts on the Gita, p. 54.

    22

  • S T A N Z E D I D Z Y A N

    STANZA I Il segreto del Fuoco si cela nella seconda lettera della Parola Sacra. Il mistero della Vita

    sta celato nel cuore. 11

    Quando il punto inferiore vibra, quando il triangolo sacro rifulge, quando il punto inferio-re, il centro e l’apice sono collegati e il Fuoco circola, quando similmente arde il triplice api-ce, allora i due triangoli, il maggiore e il minore, si fondono in un’unica fiamma che consuma il tutto.

    STANZA II 12 “AUM,” disse il Potente, e risuonò la Parola. Le settemplici onde della materia si separa-

    rono, e apparvero le forme. Ognuna prese il suo posto, ognuna nella sfera stabilita. Attesero che il sacro flusso venisse a penetrarle e a colmarle.

    I Costruttori risposero al sacro suono. In musicale collaborazione attesero al lavoro. Co-struirono molte sfere, cominciando dalla terza. Su quel piano ebbe inizio il loro lavoro. Co-struirono l’involucro di Atma e lo accordarono alla sua Origine Principiale.

    “AUM” disse il Potente. “Che il lavoro proceda. Che i Costruttori dell’aria procedano nell’esecuzione del piano”.

    Il Signore-Deva ed i Costruttori nel piano dell’aria lavorarono con le forme della sfera ad essi assegnata. Ognuno nel suo gruppo, lavorarono per l’unione. Sotto le loro mani le forme si moltiplicarono rapidamente.

    Il sacro piano di congiunzione, il quarto grande piano, divenne la sfera entro il circolo maggiore che segna la meta per l’Uomo.

    “AUM” disse il Potente, ed alitò sul quinto, che è il piano della terra ardente, il punto d’incontro del fuoco.

    Si udì questa volta una nota cosmica, oltre al suono particolare del sistema. Il fuoco inter-no e quello esterno incontrarono il fuoco ascendente. I custodi del fuoco cosmico, i deva del calore fohatico, sorvegliarono le forme ancora senza forma, attendendo il loro momento nel tempo.

    13 I Costruttori di grado minore, il quadruplice ordine di Deva che operano con la materia, lavorarono sulle forme. Sul triplice livello, nel vuoto silenzio, le forme vibrarono, risposero alla nota, ma erano tuttavia inutili e inabitate.

    “AUM” disse il Potente. “Che anche le acque intervengano”. I Costruttori della sfera acquea, che dimorano nell’umidità, produssero le forme che si

    muovono entro il regno di Varuna. Esse crebbero e si moltiplicarono con flusso costante. Ogni ondata del moto cosmico aumentava l’interminabile flusso. Si vedeva l’incresparsi delle forme.

    “AUM” disse il Potente. “Che i Costruttori trattino la materia”. Ciò che era fuso si solidi-ficò. Le forme solide furono costruite. La crosta si raffreddò. Le rocce si cristallizzarono. I Costruttori lavorarono tumultuosamente a produrre le forme di Maya.

    Quando gli strati rocciosi furono completati il lavoro fu compiuto. I Costruttori del grado inferiore annunziarono che il lavoro era finito.

    Dagli strati rocciosi emersero poi gli involucri. I Costruttori del secondo convennero che il lavoro era terminato. Quelli del primo e del secondo sulla via ascendente si presentarono in quadruplice forma. Il quinto interiore fu percepito da coloro che avevano la vista più pene-trante.

    23

  • “AUM” disse il Potente e raccolse il Suo Respiro. La scintilla entro il popoloso terzo inci-tava ad ulteriore crescita.

    I Costruttori delle forme inferiori, che manipolano la maya più densa, unirono la loro produzione alle forme prodotte dai Costruttori dell’acqua. La materia e l’acqua unite produs-sero il terzo in ordine di tempo. Così progredì l’ascesa.

    I Costruttori lavorarono uniti. Chiamarono i custodi della zona del fuoco. La materia e l’acqua mescolate col fuoco, l’interiore scintilla entro la forma, tutto si fuse insieme.

    14

    Il Potente, guardò in basso. Le forme ebbero la sua approvazione. Si udì il grido invocan-te maggior luce. Egli raccolse nuovamente il suono. Egli innalzò a più alti livelli la debole scintilla di luce. Si udì un altro suono, il suono del fuoco cosmico, celato nei Figli di Manas.

    Essi invocarono i loro Primari. I quattro inferiori, i tre superiori e il quinto cosmico si uni-rono in una grande inspirazione. Un altro involucro venne formato.

    STANZA III 15 La Grande Ruota girò su sé stessa. Tosto le sette ruote minori entrarono in manifestazio-

    ne. Esse roteavano come la loro Madre, intorno, verso l’interno e in avanti. Tutto ciò che esi-ste, fu.

    Diverse erano le ruote ma nell’insieme, esse sono Una. Con l’evolversi della Grande Ruo-ta divampò il fuoco interno. Il suo contatto diede la vita alla prima ruota. Essa girò. Sorsero un milione di fuochi. Si densificò la qualità della materia, ma la forma ancora non esisteva. I Figli di Dio sorsero, scrutarono la profondità della Fiamma. Dal suo stesso cuore trassero la sacra Pietra di Fuoco, e passarono alla seguente.

    Girando, la Grande Ruota emise la seconda. Di nuovo divampò la Fiamma, prese nel pro-prio cuore la Pietra, e continuò a girare. Nuovamente sorsero i Figli di Dio, e guardarono in-tensamente entro la fiamma. “La forma non è soddisfacente”, essi dissero. “Sia tolta dal fuo-co”.

    Più veloce ancora girò la Ruota Maggiore, azzurra e bianca emerse la fiamma. I Figli di Dio ridiscesero e una ruota minore incominciò il suo moto. Sette volte la rivoluzione, e sette volte più intenso il calore. La massa informe divenne più solida, e più profondamente affon-dava la Pietra. Nell’intimo del fuoco più interno discese la Pietra Sacra. Questa volta il lavo-ro era migliore, il risultato più perfetto. Alla settima rivoluzione la terza ruota restituì la Pie-tra. Triplice la forma, rosea la luce, e settemplice l’eterno principio.

    Dalla ruota più grande, entro la volta del cielo venne alla luce la ruota minore considerata la quarta. Gli eterni Lha guardarono in basso, e i Figli di Dio si fecero avanti. Nel più pro-fondo punto di morte Essi lanciarono la Sacra Pietra. Si alzò il plauso dei Chohan. Il lavoro aveva superato un punto di svolta. Dall’abisso delle tenebre esterne Essi trassero la Pietra ora trasparente e pura, di color rosa e azzurro.

    16

    Il girare della quinta ruota e la sua azione sulla Pietra la resero sempre più idonea. Giallo il colore della fusione, arancione il fuoco interno, finché giallo, rosa e azzurro fusero insieme le loro sottili sfumature. Le quattro ruote, insieme con la maggiore, lavorarono così sulla Pie-tra finché tutti i Figli di Dio esultarono e dissero: “Il lavoro è compiuto”.

    STANZA IV Con la quinta rivoluzione della Grande Ruota fu raggiunto il periodo stabilito. La ruota

    minore che rispondeva a quel quinto grande giro percorse il ciclo, ed entrò nella pace. 17

    Le ruote minori appaiono e fanno parimenti il loro lavoro. La Grande Ruota raccoglie le scintille che emanano. Le Cinque si occuparono del lavoro, le due minori lavorarono solo ai dettagli. La Pietra aveva radunato il fuoco: lambita dalle fiamme, splendeva. L’involucro e-sterno non fu adeguato finché non fu passato attraverso il fuoco della Sesta e della Settima Ruota.

    24

  • I Figli di Dio emersero dalla loro sorgente, osservarono il settemplice lavoro e dichiara-rono che era buono. La Pietra fu posta in disparte. In duplice rivoluzione girava la Ruota Maggiore. Il quarto Signore dei Dodici Grandi si occupò del lavoro del settemplice fuoco. “Non è idoneo”, Egli disse. “Immergete questa Pietra nella ruota che incomincia a girare”.

    I Signori dei Sette Maggiori immersero la Pietra entro la ruota in moto. I Signori del Quinto e del Sesto Maggiore immersero ugualmente la loro Pietra. Nel cuore del fuoco, pro-fondamente nella sfera più interna, mentre la Ruota Maggiore turbinava nello spazio portan-do seco le sette minori, le due vennero fuse. La Quarta, la Quinta e la Sesta si fusero amal-gamandosi.

    L’eone si chiuse, il lavoro era compiuto. Le stelle stettero immobili. Gli Esseri Eterni gri-darono dal più profondo dei cieli: “Appaia il lavoro. Si estraggano le Pietre”. Ed ecco, le Pie-tre furono Una.

    STANZA V 18 Il momento manvantarico atteso da tutte le Triadi, l’ora che segnava il punto solenne di

    congiunzione, giunse nel tempo ed, ecco, il lavoro fu compiuto. L’ora che i sette gruppi purushici, vibrante ognuno al risuonare della Parola, cercando una

    crescita di potere, avevano atteso durante i millenni, passò in un lampo ed ecco il lavoro fu compiuto.

    Il Primo Grado, ritenendo l’ora propizia, con potente acclamazione fece risuonare per tre volte la triplice nota. L’eco raggiunse la meta. Tre volte la nota fu emessa. La sfera azzurra, irrequieta, sentì la vibrazione, rispose svegliandosi, e si affrettò al richiamo.

    Il Secondo, con saggia insistenza, udendo il Primo emettere il suono, conoscendo che l’ora era venuta, fece eco al suono con una nota quadruplice. Questa quadruplice eco percor-se tutta la scala armonica delle sfere. Di nuovo la nota fu emessa. Tre volte la nota risuona echeggiando attraverso i cieli. Quando fu intonata per la terza volta venne la risposta all’appello. Vibrante come corda intonata, l’eterno Principio Primo rispose. L’azzurro rispose al denso, e corrispose alla necessità.

    Tremando, la sfera udì il Terzo riprendere la nota facendola riecheggiare in un accordo pieno che percosse l’orecchio dei Custodi della Fiamma.

    I Signori della Fiamma sorsero e si tennero pronti. Era l’ora della decisione. I sette Signo-ri delle sette sfere osservavano il risultato, trattenendo il respiro. Il grande Signore della quar-ta sfera attendeva ciò che doveva venire.

    19

    L’inferiore era preparato. Il superiore arreso. Il grande Cinque attendeva il punto equidi-stante dell’unione. La nota fondamentale si eleva. Il profondo rispose al profondo. L’accordo quintuplice attese la risposta da Coloro, la cui ora era venuta.

    Oscuro divenne lo spazio tra le sfere. Due globi divennero radianti. Il triplice trentacin-que, trovando giusta la distanza, lampeggiò come un sottile strato di fiamma intermittente ed ecco il lavoro fu compiuto. Il grande Cinque incontrò il Tre ed il Quattro. Il punto intermedio era realizzato. L’ora del sacrificio, il sacrificio della Fiamma, era giunta, e durerà per eoni. Coloro che erano fuori del tempo entrarono nel Tempo. Coloro che vegliano cominciarono la Loro opera, ed ecco, il lavoro procede.

    STANZA VI Entro la caverna oscura, il quadruplice brancolava cercando espansione e maggior luce.

    Nessuna luce dall’alto, e tutto intorno era avvolto dalla fitta oscurità. Nera e profonda era la tenebra che lo circondava. Fino al più profondo del cuore palpitante, senza il tepore della Lu-ce, penetrava il freddo gelido della tenebra estrema.

    20

    Sopra alla caverna tenebrosa splendeva tutta la luce del giorno; tuttavia il quadruplice non la vedeva, poiché la luce non penetrava.

    La distruzione della caverna precede la luce del giorno.

    25

  • Grande allora sarà la rovina. Nessun aiuto trovasi nella grotta, nessun barlume di luce ce-lata. Attorno a colui che è quadruplice sta la volta di pietra; sotto di lui la radice stessa delle tenebre della densità totale, lo minaccia; null’altro vi è attorno o al di sopra di lui.

    I triplici Guardiani sanno e vedono. Il quadruplice ora è pronto: il lavoro della densità è compiuto, il veicolo è preparato.

    Risuona lo squillo di tromba, segnale dello schianto. Accecante è la potenza della Fiam-ma che sopravviene. Il mistico terremoto squassa la caverna; le Fiamme ardono e disintegra-no maya, ed ecco, il lavoro è compiuto.

    Svanito è l’orrore delle tenebre; squarciato è il tetto della caverna. Dentro splende la Luce della vita; il calore aleggia. I Signori che osservano vedono il lavoro che comincia.

    21 Il quadruplice diventa il settemplice. Il canto di coloro che ardono sale verso l’intera cre-azione. L’ora del compimento è giunta.

    Il lavoro riprende e continua. La Creazione procede il suo cammino, mentre nella caverna cresce la luce.

    STANZA VII Emerge la grotta di rara bellezza, iridescente. Rilucono le pareti azzurre, immerse in una

    luce rosa. L’unificante azzurro irradia su tutto, e tutto è fuso in un ritmico splendore. 22

    Entro la grotta iridescente, dentro gli archi suoi, sta il Quintuplice, che chiede maggior lu-ce. Lotta per espandersi, per ottenere il giorno. Il Cinque invoca, ricorre ai maggiori, il Sesto e il Settimo. La bellezza circostante non basta alla richiesta. Il calore interno è appena suffi-ciente ad alimentare l’aspirazione di ottenere il FUOCO.

    I Signori della Fiamma osservano, e cantano a voce alta: “Il tempo è venuto, il tempo da noi atteso. Che la Fiamma diventi FUOCO, e la Luce risplenda”.

    Lo sforzo della Fiamma entro la grotta di cristallo diviene sempre maggiore. Prorompe l’invocazione di aiuto dalle altre Anime ardenti. E la risposta giunge.

    Il Signore della Fiamma, l’Antico, il Potente Signore del Fuoco, il Punto Azzurro entro il diamante celato, il Giovane dagli innumerevoli Eoni presenzia all’opera. La luce interiore che arde e il Fuoco in attesa all’esterno, insieme con la Verga s’incontrano sulla sfera di cri-stallo, ed ecco, il lavoro è compiuto. Il cristallo vibra e si schianta.

    Sette volte ricomincia il lavoro. Sette sono gli sforzi fatti. Sette le applicazioni della Ver-ga tenuta da un Signore della Fiamma. Tre sono i tocchi minori; quattro comportano l’assistenza divina.

    Alla quarta finale il lavoro è compiuto, e la grotta intera si squarcia. La Fiamma interiore luminosa si espande oltre le pareti squarciate. Essa risale alla sua Sorgente. Un altro fuoco è unificato, un altro punto azzurro si reintegra entro il diadema Logoico.

    23

    STANZA VIII 24 Le Tre maggiori, ciascuna con le sue sette ruote minori, roteano in evoluzione a spirale

    entro l’Eterno Presente, muovendosi come una sola. I Signori cosmici, dal Loro luogo eccel-so, vedono il passato, governano il presente e meditano sul “Giorno sii con noi”.

    I Lha dell’eterno Suono, prodotto del tempo che fu, trascendono la settemplice manifesta-zione. Entro l’anello invalicabile risuona la Parola di Amore.

    I Signori settemplici procedono con giusta vibrazione nel Loro lavoro. Ognuno di Essi fa risuonare una nota del profondo accordo logoico. Ciascuno rende conto al Suo Signore Mag-giore. Nella solenne espirazione le forme vengono costruite, i colori giustamente distribuiti, e la Fiamma interiore si rivela con luce sempre crescente.

    Il Signore dell’Azzurro, che tutto raccoglie entro l’arco di Buddhi, emette la sua nota. Gli altri sei ritornano alla Loro sorgente, fondendo i Loro diversi colori entro il Loro Primario.

    L’azzurro si aggiunge al verde, e rapido appare il risultato. La vibrazione del terzo si ag-giunge all’uno. L’azzurro si mescola con l’arancione, e nella loro saggia mescolanza si vede

    26

  • lo schema stabile. Al giallo e al rosso, al porpora ed all’ultimo, si armonizza la vibrazione del settimo come Primario.

    I sette Signori, entro i Loro sette schemi, adattati al secondo ciclo karmico, fondono le Loro sfere migranti, e le Loro miriadi di atomi.

    25

    Le forme mediante le quali Essi operano, i milioni di sfere inferiori causa di separatività e maledizione degli Asura, si frantumano, quando, a un dato momento, risuona la Parola Sacra.

    Sorge la vita logoica. Le correnti di colore si fondono insieme. Le forme sono abbandona-te, e Parabrahma è completo. Il signore del Terzo cosmico pronuncia una Parola sconosciuta. La settemplice Parola minore fa parte del più ampio accordo.

    Il presente diventa il passato. L’eone si dissolve nello spazio. La Parola del Moto è stata udita. La Parola di Amore Le succede. Il Passato governava la forma. Il Presente evolve la vita. Il Giorno che deve venire risuonerà la Parola di Potere.

    La perfezione della forma e l’evoluzione della vita sono il terzo segreto della Ruota Mag-giore. È il mistero celato del moto vitale. Il mistero, perduto nel Presente, ma noto al Signore della Volontà Cosmica.

    STANZA IX 26 I trentamila milioni di Coloro che vigilano rifiutarono di rispondere all’appello. “Non en-

    treremo nelle forme”, dissero, “fino al settimo eone”. I due volte trentamila milioni ascolta-rono attentamente l’appello, e presero le forme designate.

    I ribelli risero entro di sé e cercarono la pace pralayica fino al settimo eone. Ma i sette grandi Signori si appellarono ai Chohan, ed iniziarono il dibattito con gli eterni Lha del terzo ciclo cosmico.

    Quindi fu promulgata la sentenza. I ritardatari della sfera più alta ne udirono l’eco attra-verso tutto il creato. “Non fino al settimo eone, ma al quattordicesimo settimo, tornerà ancora l’opportunità. I primi saranno gli ultimi, ed eoni di tempo saranno perduti”.

    Gli obbedienti Figli della Mente si collegarono con i Figli del Cuore, e l’evoluzione pro-seguì il suo cammino a spirale. I Figli del Potere stettero ai posti designati, sebbene il Karma cosmico ne obbligasse un piccolo gruppo ad unirsi ai Figli del Cuore.

    Al quattordicesimo settimo eone i Figli della Mente e del Cuore, assorbiti nella Fiamma infinita, si uniranno ai Figli della Volontà nella manifestazione manvantarica. Tre volte girerà la ruota.

    Al centro stanno i Buddha di Attività, aiutati dai Signori dell’Amore, e dopo il loro dupli-ce lavoro verranno i radiosi Signori del Potere.

    I Buddha della Creazione sono un prodotto del passato. Si stanno ora radunando i Buddha dell’Amore. I Buddha della Volontà si manifesteranno come la folgore improvvisa nel giro finale della Terza ruota maggiore. Allora la meta sarà raggiunta.

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    STANZA X 28 La Quinta progredì, e con i residui della Quarta si riprodusse e si moltiplicò. Le acque si

    sollevarono. Tutto affondò e fu sommerso. I resti sacri, nel luogo destinato, emersero in un tempo successivo entro la zona di sicurezza.

    Le acque si ritirarono. Il terreno solido emerse in certi luoghi designati. La Quinta invase la Terra Sacra, e nel suo quintuplice gruppo sviluppò la Quinta inferiore.

    Essi passarono di stadio in stadio. I Signori vigilanti, riconoscendo le forme costruite, fe-cero segno alla Quarta che circolava; ed essa accelerò il cammino. Quando la Quinta minore ebbe oltrepassato il punto di mezzo, e tutte e quattro le inferiori popolavano la Terra, sorsero i Signori dell’Intento Tenebroso. E dissero: “Non così deve procedere la forza. Le forme ed i rupa della terza e della quarta, entro la Quinta corrispondente, si avvicinano troppo all’archetipo. Il lavoro è troppo buono”.

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  • Essi costruirono altre forme. Evocarono il fuoco cosmico. I sette abissi profondi dell’inferno eruttarono le ombre animatrici. Il successivo settimo ridusse conformemente in ordine tutte le forme, le bianche, le nere, le rosse e quelle di color bruno.

    Il periodo della distruzione si estese, lontano in ogni direzione. Il lavoro fu gravemente guastato. I Chohan del più alto piano osservavano in silenzio. Gli Asura ed i Chaitan, i Figli del Male Cosmico, ed i Rishi delle più oscure costellazioni riunirono i loro eserciti inferiori, la più tenebrosa progenie dell’inferno. Essi oscurarono tutto lo spazio. 29

    * * * * * * * * Con l’arrivo di Colui che era mandato dal Cielo, la pace venne sulla terra. Il pianeta vacil-

    lò ed eruttò fuoco. Una parte si sollevò. Una sprofondò. La forma fu cambiata. Milioni di es-seri presero altre forme o ascesero al luogo d’attesa designato. Aspettarono che l’ora del pro-gresso risuonasse nuovamente per loro.

    * * * * * * * * La prima parte della Terza produsse dei mostri: grandi belve e forme malefiche striscia-

    vano sulla superficie della sfera. La Quarta acquea produsse entro la sfera liquida rettili e progenie deformi, frutto del Suo

    Karma. Vennero le acque e spazzarono via i Progenitori di quella progenie malefica. La Quinta separativa costruì nella sfera rupa le forme concrete del pensiero. Le diffuse

    dovunque. Esse popolarono i quattro inferiori, schermando come nube nera e funesta la luce del giorno. I tre superiori erano celati.

    * * * * * * * * La guerra sul pianeta era scatenata. Entrambe le parti discesero all’inferno. Allora venne

    il Conquistatore della Forma. Attinse al Fuoco Sacro e purificò i livelli rupa. Il Fuoco di-strusse le terre nei giorni della sesta minore.

    Quando la Sesta apparve, il suolo era cambiato. La superficie del globo cominciò un altro ciclo. Gli uomini della Quinta superiore dominarono i tre inferiori. Il lavoro fu trasferito sul piano dove sta il Pellegrino. Il triangolo minore entro l’uovo aurico inferiore divenne il cen-tro della dissonanza cosmica.

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    STANZA XI La ruota della vita gira all’interno della ruota della forma esterna. 31 La sostanza di Fohat circola, ed il suo fuoco cristallizza tutte le forme. La ruota che non si

    vede si muove in rapida rivoluzione entro il più lento involucro esterno fino a quando essa consuma la forma.

    I quarantanove fuochi ardono nel centro interiore. I trentacinque vortici ignei circolanti si estendono lungo il cerchio della periferia. Tra i due passano in ordinata sequenza le fiamme variamente colorate.

    I grandi Triangoli nella loro giusta posizione tengono celato il segreto della ruota della vi-ta. Il fuoco cosmico irradia diretto dalla seconda sfera, governata dal Reggitore del Raggio che fonde. Le coorti della terza sfera in diversi gradi contrassegnano i tre minori.

    La ruota della vita si muove sempre entro la forma. I deva del Quarto si collegano con i trentacinque e li fondono con i quarantanove centrali. Essi lavorano dall’alto cercando di fondere il tutto. Questi, con le loro miriadi di forme roteanti entro le ruote di grandezza mino-re, si sforzano di elevarsi. Il tutto è uno, tuttavia nelle sfere inferiori appaiono solo le forme. Con le loro divisioni, sembrano troppo numerose per essere affrontate o comprese.

    Questa moltitudine circola. Le forme sono costruite, diventano troppo solide, sono infran-te dalla vita, e circolano nuovamente. Una piccola parte rotea mantenendo i molti nel calore del moto. L’uno abbraccia il tutto e porta il tutto da grande attività al cuore della pace cosmi-ca.

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  • STANZA XII Gli Esseri Benedetti celano la Loro triplice natura, ma rivelano la Loro triplice essenza

    per mezzo dei tre grandi gruppi di atomi. Tre sono gli atomi, e triplice è l’irradiazione. 32

    Il cuore del Fuoco si cela, ed è conosciuto solo per la sua irradiazione, e attraverso ciò che irradia. È solo dopo che la Fiamma è spenta ed il calore è svanito, che il Fuoco può esser co-nosciuto.

    STANZA XIII Attraverso la fascia violetta che circonda i Cieli, passa il globo di porpora oscura. Passa e

    non ritorna. Viene assorbito nell’azzurro. Tre volte l’azzurro lo avvolge, e quando il ciclo è completo il porpora si attenua, si fonde nel rosa, ed il sentiero è attraversato di nuovo.

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    Tre, i grandi colori nel ciclo che è considerato il quarto: violetto, azzurro e rosa, con il co-lor porpora fondamentale in rotazione.

    Quattro sono i colori secondari nel ciclo della discriminazione in cui ha luogo la rivolu-zione. Esso è gia percorso fino al punto di mezzo che è un po’ oltrepassato. Gialla è la fascia che segue, arancione la nube che cela; il verde è per la vivificazione. Tuttavia, non è ancora giunto il momento.

    Molti i fuochi che roteano; molte le ronde che rivolvono; ma solo quando i colori com-plementari riconosceranno la loro sorgente, ed il tutto sarà armonizzato ai sette, si vedrà il compimento. Si vedrà allora ogni colore al suo giusto posto, e la cessazione della rotazione.

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  • S E Z I O N E P R I M A

    IL FUOCO PER ATTRITO 35 Il fuoco della materia

    Osservazioni preliminari . . . . . . . . . Pag. 37

    Divisione A. I Fuochi interni degli involucri . . . . . . ” 55

    ” B . Il Raggio della Personalità ed il suo rapporto col Fuoco. . ” 69 ” C. Il corpo eterico ed il prana. . . . . . . ” 77 ” D. Kundalini e la spina dorsale. . . . . . . ” 134 ” E. Il moto sui piani fisico ed astrale. . . . . . ” 141 ” F. La Legge di Economia. . . . . . . . ” 214

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  • S E Z I O N E P R I M A

    OSSERVAZIONI INTRODUTTIVE I. Il Fuoco nel Macrocosmo II. Il Fuoco nel Microcosmo III. Il Fuoco nella Manifestazione

    37 In queste poche osservazioni introduttive ci proponiamo di porre le basi per un “Trattato

    sul Fuoco Cosmico”, e di considerare l’argomento del Fuoco tanto macrocosmicamente che microcosmicamente, trattandolo così dal punto di vista del sistema solare e da quello dell’essere umano. Questo richiederà alcuni preliminari tecnici che a prima vista potranno sembrare piuttosto astrusi e complicati, ma che quando siano meditati e studiati si dimostre-ranno infine illuminanti e inoltre, quando la mente si sarà familiarizzata con alcuni dettagli, si potrà giungere ad ammettere che offrono un’ipotesi logica circa la natura e l’origine dell’energia. Abbiamo in parte trattato questa materia in un libro precedente, ma desideriamo riassumere e al tempo stesso ampliare, per porre così un’ampia base su cui poter sviluppare il soggetto, e offrire uno schema generale che serva a segnare i limiti della nostra discussione.

    Consideriamo dunque il soggetto dal punto di vista macrocosmico, e rintracciamo poi la corrispondenza nel microcosmo o essere umano.

    I. IL FUOCO NEL MACROCOSMO

    Nella sua natura essenziale il Fuoco è triplice, ma nella manifestazione appare quintupli-

    ce e si può definire come segue. 38 1. Il Fuoco per Attrito, o Fuoco vitalizzante interno. Questi fuochi animano e vitalizzano

    il sistema solare oggettivo. Sono la somma totale del Kundalini Logoico quando è in piena attività sistemica.

    2. Il Fuoco Solare, o Fuoco mentale cosmico. È quella parte del piano mentale cosmico che anima il corpo mentale del Logos. Questo Fuoco può essere considerato come la somma totale delle scintille della mente, i Fuochi dei corpi mentali e il principio che anima le unità in evoluzione della razza umana nei tre mondi.

    3. Il Fuoco Elettrico, o la divina Fiamma Logoica. Questa Fiamma è la nota distintiva del nostro Logos, ed è ciò che lo differenzia da tutti gli altri Logoi, è la Sua caratteri-stica dominante ed il segno del Suo posto nell’evoluzione cosmica.

    Questo triplice Fuoco può essere espresso in termini di raggi come segue. Abbiamo in primo luogo i Fuochi animatori del Sistema solare, che sono i fuochi del rag-

    gio primordiale della materia intelligente e attiva; essi costituiscono l’energia di Brahma, il terzo aspetto del Logos. Vi sono poi i fuochi del Raggio divino, dell’Amore-Saggezza, il raggio dell’Amore intelligente che costituisce l’energia dell’aspetto Vishnu, il secondo aspet-to logoico . 4

    4 “Quello in cui tutto penetra vishanti, è Vishnu; colui che copre, avviluppa, circonda, intraprende tutto,

    è Brahma; colui che dorme e sta celato, in ogni cosa è Shiva. Shiva dorme, si cela in tutto e in ogni cosa come nesso, vincolo, ed è la natura del desiderio. Vrinite significa l’avviluppare, il rivestire di un involucro, segnare i limiti o la periferia, e così modellare o creare (tutte le forme); a quest’azione sovrintende Brahma. Vishanti sarvani indica che tutte le cose penetrano in Esso ed Esso penetra in tutto; tale è il Sé connesso alla conoscenza e a Vishnu. L’insieme o totalità di tutto ciò è Maha-Vishnu.

    Maha-Vishnu, il signore supremo di tutto il sistema dei mondi, è descritto come Ishvara, di color bian-co, con quattro Braccia, adornato con la conchiglia, il disco, la mazza, il loto, la ghirlanda e la gemma kau-stubha; splendente, vestito di blu e giallo, senza fine e imperituro nella forma, senza attributi, e tuttavia ani-

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  • 39 Infine vi sono i Fuochi del piano mentale cosmico, che sono i fuochi del raggio cosmico della volontà. Si possono definire come i raggi della volontà intelligente, e sono la manifesta-zione del primo aspetto logoico, l’aspetto Mahadeva5. Pertanto sono tre i raggi cosmici in manifestazione.

    Il Raggio dell’attività intelligente. È questo un raggio di splendore molto evidente, giunto ad un punto di sviluppo maggiore degli altri due raggi, essendo il prodotto di un mahakalpa, o sistema solare, precedente40 6. Incarna la vibrazione fondamentale del nostro sistema solare, è il grande fuoco interno che anima e vitalizza il tutto, muovendo dal centro alla periferia. È la causa del moto rotatorio, e quindi della forma sferoidale di tutto ciò che esiste.

    Il Raggio dell’amore intelligente. Questo raggio incarna la vibrazione più elevata di cui il nostro Logos solare o Divinità è capace nel presente sistema solare. Non vibra ancora ade-guatamente, né ha raggiunto il culmine della sua attività. È la base del movimento ciclico a

    mante tutti gli attributi e ad essi sottostante. Qui, il nome Ishvara indica il governo; le quattro braccia, le quattro attività conoscitive ecc.; lo splendore bianco è l’illuminazione di tutte le cose; lo shiancha o conchi-glia indica tutti i suoni, e il chakra, la ruota o disco, tutto il tempo, poiché vi è una connessione tra i due; ga-da, la mazza (roteante) è il metodo di processione a spirale del mondo, ed il fiore di loto è la totalità di tale processione; il vana-mala, la ghirlanda di fiori della foresta, indica che tutte le cose sono collegate nell’unità e nella necessità; il nila-pit-ambara, le