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1 1 Trasduttori Argomenti: Discussione di alcune tipologie di trasduttori: spostamento; accelerazione; deformazione; pressione; forza; 2 L’interesse del presente capitolo è rivolto alle caratteristiche generali di alcuni strumenti largamente impiegati nell’ambito sperimentale. L’analisi verrà condotta per tipologia di grandezza fisica investigata: non ci sono né la necessità né la possibilità di esaminare tutti i possibili trasduttori disponibili al giorno d’oggi. Trasduttori tipici per misure strutturali sono: potenziometri, LVDT, encoder; estensimetri elettrici; celle di carico; accelerometri. Di alcuni verranno meglio approfonditi i dettagli di funzionamento ma di fondamentale importanza resta la comprensione dei criteri generali per la selezione e l’utilizzo di un generico strumento atto ad una specifica applicazione. Generalità

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    1

    Trasduttori

    Argomenti:

    Discussione di alcune tipologie di trasduttori:

    spostamento;

    accelerazione;

    deformazione;

    pressione;

    forza;

    2

    L’interesse del presente capitolo è rivolto alle caratteristiche generali di

    alcuni strumenti largamente impiegati nell’ambito sperimentale.

    L’analisi verrà condotta per tipologia di grandezza fisica investigata: non

    ci sono né la necessità né la possibilità di esaminare tutti i possibili

    trasduttori disponibili al giorno d’oggi.

    Trasduttori tipici per misure strutturali sono:

    � potenziometri, LVDT, encoder;

    � estensimetri elettrici;

    � celle di carico;

    � accelerometri.

    Di alcuni verranno meglio approfonditi i dettagli di funzionamento ma di

    fondamentale importanza resta la comprensione dei criteri generali per la

    selezione e l’utilizzo di un generico strumento atto ad una specifica

    applicazione.

    Generalità

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    Misure di spostamento

    4

    Gli strumenti utilizzati per le misure di spostamento o posizione si

    possono dividere in due macro classi.

    � A contatto (misura di movimento relativo tra due parti del

    sensore, di cui una è resa solidale con l’oggetto della misura).

    Es. Potenziometri lineari e angolari, LVDT, RVDT.

    � Non a contatto (misura del movimento relativo tra il sensore e

    l’oggetto della misura).

    Es. Trasduttori capacitivi, magnetici, laser, ultrasuoni.

    Misure di spostamento

  • 3

    5

    Potenziometro

    6

    Abbiamo precedentemente visto che il potenziometro è un trasduttore di movimento basato sulla variazione di resistenza dovuta al movimento di un cursore mobile.

    Comportamento ideale perfettamente lineare: tensione nulla ad un estremo (x=0) e di alimentazione, VS, all’estremo opposto (x=L).

    Potenziometro

    Eq. di misura Funz. di trasferimento

    O SV V

    x L=O

    S

    Lx V

    V

    =

    x

    L

    R x

    R L=

    Eq. di funzionamento

    O Sx

    x SL

    RV = R i = V

    1V

    L= x

    R

    Eq. di partizione

    0 0i =

    S L i = V / R

    Più pratico effettuare misure di tensione utilizzando il potenziometro come partitore di una tensione di alimentazione applicata agli estremi

  • 4

    7

    Equazione di misura:

    LINEARE ANGOLARE

    Allineamento dello zero-strumento con lo zero-spostamento è

    praticamente impossibile: ricorso a misure differenziali

    Uscita solo positiva, quindi per spostamenti bidirezionali necessario

    definire un riferimento per misure differenziali

    Il modello presentato è tipico dello strumento ideale ma ci possono

    essere comportamenti difformi dovuti alla realizzazione.

    Potenziometro

    α

    m i =0

    = = = PotS S

    O O OL

    SW

    x V VV

    VV

    α

    WL

    8

    Esistono vari tipi di potenziometri in commercio che differiscono

    sostanzialmente per la corsa che possono effettuare.

    Lineari Angolari

    Potenziometro

  • 5

    9

    Come già noto uno strumento reale ha un comportamento che, in

    generale, si discosta da quello rappresentato dal modello.

    E’ necessario sapere se vi sono ipotesi adottate nel modello, e quali

    sono, che nel caso reale vengono a cadere. La loro conoscenza e la

    sensibilità dello strumento a queste scostamenti dall’idealità forniscono

    informazioni utili per valutare la qualità della misura che stiamo

    effettuando.

    Alcune discrepanze tra il caso reale e quello ideale, tipiche di un

    potenziometro sono:

    � nel risolvere l’equazione del circuito elettrico abbiamo ipotizzato

    assorbimento nullo in uscita;

    � il cursore ha un movimento limitato da una qualche forma di

    finecorsa meccanico che deve essere regolato;

    � la proporzionalità tra ingresso ed uscita potrebbe differire, magari

    anche solo localmente, dalla costante determinata semplicemente a

    partire dai valori globali di RL e L.

    Potenziometro

    10

    Con un misuratore reale della tensione in uscita dal potenziometro, V0,

    avente impedenza di ingresso finita , l’assunzione di assorbimento

    nullo, i0=0, cessa di valere: il bilancio delle correnti nel circuito si modifica

    e la tensione misurata cambia.

    Potenziometro

    Cursore

    SO

    VV x

    L

    =

    Questa intrusività del voltmetro prende il nome di effetto di carico e per

    minimizzarlo è necessaria una elevata impedenza (RM) dello strumento di

    misura della tensione.

    m i 0≠

    MR

    In genere comunque i voltmetri sono realizzati con impedenza di ingresso

    abbastanza alta da scongiurare questa possibilità di interferenza con la

    misura

    MR

    Potenziometro

    ideale

    SO

    VV x

    L

    Potenziometro

    reale

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    Nella realtà la linearità può non essere garantita agli estremi a causa della regolazione dei finecorsa meccanici e quindi la pendenza è corretta solo nella zona centrale.

    Lo zero meccanico potrebbe inoltre non coincidere con lo zero elettrico:

    � la tensione può quindi non arrivare a 0 o a alle estremità se i finecorsa intervengono troppo presto;

    � La tensione raggiunge i valori 0 e dentro l’intervallo di misura e non cambia più se i fine corsa entrano in azione tardi.

    SV

    Per il potenziometro ideale la tensione in uscita varia linearmente con la posizione.

    Misure di spostamento: potenziometro

    SV

    Cursore

    xR

    SO

    VV x

    L

    =

    SV

    0 L

    SV

    00 L

    IdealeMisurata

    PotL

    Re sL

    12

    Esistono sostanzialmente due tipologie realizzative della resistenza

    elettrica variabile all’interno di un potenziometro:

    Potenziometro

    A strato resistivo

    Risoluzione finita (numero di spire) Risoluzione infinita (virtualmente)

    Filo a spirale (aumenta la

    resistenza riducendo i problemi di

    potenza)

  • 7

    13

    Potenziometro

    E’ possibile eseguire misure lineari per grandi e grandissimi

    spostamenti con un potenziometri angolari che hanno dimensioni

    contenute: potenziometro a filo (wire potentiometer).

    Il filo :

    • collega il sensore e l’oggetto di misura nella direzione del movimento;

    • disaccoppia il movimento nella direzione perpendicolare al filo (ma

    richiede un corretto allineamento).

    14

    Potenziometro

    VALORI TIPICI Lineare Angolare Portata 2 ÷ 2000 mm 1 ÷ 60 giro/i Risoluzione infinita ? (a strato) infinita ? (a strato) 0,1% ÷ 1% f.s. (a spire) 0,05% ÷ 1% f.s. (a spire) Linearità ± 0,1% ÷ 0,3% ± 0,1% ÷ 0,5% Resistenza 5 ÷ 10 kΩ 5 ÷ 20 kΩ Vita a fatica 108 cicli 108 cicli

    Velocità massima 1 m/s 3000 °/s

    Potenziometro a filo.

    LIMITI Dispositivi normali Dispositivi speciali Campo di utilizzo 2 m 20 m Tensione cavo 2 ÷ 10 N 50 N Vel. max < 10 m/s 25 m/s Acc. Max

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    Misure di spostamento: potenziometro

    Facciamo il modello generalizzato del potenziometro …

    19

    L(R)VDT

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    20

    Il trasformatore differenziale lineare o LVDT (Linear Variable Differential

    Transformer) e DC-LVDT (Direct Current LVDT) è uno strumento che

    serve a misurare lo spostamento lineare.

    LVDT

    Lo strumento è composto da un circuito primario e due circuiti secondari simmetrici.

    All’interno è alloggiato un equipaggio mobile in materiale ferromagnetico.

    L’avvolgimento primario è alimentato in AC (1-10 kHz, 0.5-10 V).

    Il flusso magnetico prodotto si accoppia attraverso l’equipaggio mobile con gli avvolgimenti secondari: la mutua induttanza tra i circuiti esterni dipende dalla posizione del nucleo.

    21

    LVDT

    L’effetto della mutua induttanza è simmetrico grazie al disegno delle bobine.

    In una rete elettrica un collegamento in serie di due rami realizza la somma delle differenze di potenziale elettrico.

    Un collegamento in serie in opposizione (collego + con -) azzera l’effetto quando il cursore è al centro: E1 –E2

    Quando l’equipaggio mobile viene spostato dalla posizione centrale la differenza delle tensioni indotte è proporzionale al suo spostamento.

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    22

    LVDT

    Ricordando che il circuito primario è alimentato

    con una tensione alternata, ovvero sinusoidale:

    ne consegue che l’uscita del sensore è una

    sinusoide modulata in ampiezza.

    Per ricavare l’informazione sullo spostamento in

    uscita si può misurare l’inviluppo dell’ampiezza

    del segnale modulato.

    Così facendo si perde però l’informazione sul

    verso di movimento dell’equipaggio mobile e

    quindi sullo spostamento effettivo.

    E’ necessario riuscire a cambiare il segno

    dell’inviluppo quando l’equipaggio mobile si

    muove in direzione negativa.

    Lo strumento funziona grazie ad un circuito

    interno di condizionamento dei segnali

    23

    LVDT

    Ampiezza uscita AC

    differenziale

    Posizione del nucleo

    % del range-100 100

    Schema di un sistema di misura con LVDT:

    Necessario disegno accurato geometria circuiti per garantire la linearità.

    Circuito Primario

    Circuiti Secondari

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    25

    LVDT

    Esternamente un trasformatore differenziale ha un aspetto del tutto

    simile ad un potenziometro, sia fisicamente che in termini di cavi per

    alimetazione e misura.

    LVDT RVDT

    Vantaggi di un LVDT:

    � robustezza meccanica e ambientale;

    � basso attrito, quindi alta sensibilità e risoluzione;

    � vita a fatica virtualmente infinita (con adeguata manutenzione);

    � sensibilità incrociata praticamente nulla;

    � misura assoluta: un punto del campo ha uscita certamente nulla

    (non agevole l’allineamento dello zero, possibile dover

    ricorrere a una misura differenziale)

    � ripetibilità dello zero.

    26

    RVDT

    Basato sullo stesso principio degli LVDT ma con geometria più complessa.

    Campo di linearità limitato a 30°-40° (0.5%FSO).

    Riducendo la portata si aumenta la linearità (5° 0.1%FSO).

    L’RVDT (Rotary Variable Differential Transformer) è uno strumento che serve a misurare lo spostamento angolare.

  • 12

    27

    LVDT/RVDT

    LVDT

    Portata: sonda a molla ± 2,5 ÷ 7,5 mm

    sonda libera ± 1,25 ÷ 250 mm

    Sensibilità: (tipo ac - ac ): 3 ÷ 250 mV/V/mm

    (tipo dc -dc ): 0,04 ÷ 8 V/mm

    Linearità (FS): < ± 0,25%

    RVDT

    Portata: ± (30°÷ 40°)

    Sensibilità (tipo ac - ac ): 2 ÷ 3 mV/V°

    (tipo dc - dc ): 125 mV/°

    Linearità (FS): < ± 0,3%

    28

    Misure di spostamento: LVDT

    Facciamo il modello generalizzato dell’LVDT

  • 13

    31

    Trasduttori capacitivi

    32

    Trasduttori capacitivi: rilevano la capacità di un condensatore a seguito

    del movimento relativo delle armature. Possono essere impiegati sia per

    la trasduzione dello spostamento che della grandezza che lo determina

    (es. pressione).

    Trasduttori capacitivi

    Per misurare lo spostamento relativo tra il sensore e l’oggetto si utilizza

    quest’ultimo come seconda armatura del capacitore.

    Le due armature sono quindi posizionate una sul corpo mobile e una a

    terra.

    L’accoppiamento è solo elettrico e non meccanico e non si ha contatto tra

    lo strumento e l’oggetto da misurare.

    Affinché l’accoppiamento elettrico funzioni il trasduttore e il componente

    devono avere la terra in comune.

    AC K

    dε=

    C = capacità [pF]

    K = costante dielettrica dell’aria [pF/m]

    ε = costante diel. materiale frapposto [pF/m]A = area delle armature

    d = distanza tra le armature

  • 14

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    Nei trasduttori capacitivi per misure di spostamento un elettrodo è solidale

    con l’oggetto di cui è misurato lo spostamento mentre l’altro è fisso.

    La capacità del dielettrico tra i due elettrodi può essere fatta variare

    secondo due modalità:

    Trasduttori capacitivi

    x x α

    � modifica della distanza tra gli elettrodi;

    � modifica dell’area affacciata.

    Il dielettrico può non far parte dello strumento (es. liquido di un serbatoio).

    35

    Deviazioni dal comportamento ideale, tipiche di un trasduttore capacitivo

    di spostamento, sono dovute agli effetti di bordo:

    Trasduttori capacitivi

    Alimentazione

    Schermatura alimentazione

    Schermatura

    In queste zone le linee di

    campo magnetico sono a

    densità variabile: si produce un

    comportamento non lineare

    con la distanza.

    L’omogeneizzazione delle

    linee di campo nella zona di

    misura è possibile grazie

    all’impiego di opportune

    schermature; ciò porta alla

    partizione dell’elettrodo ed alla

    riduzione della superficie di

    misura.

  • 15

    36

    Esistono vari tipi di traduttori capacitivi di spostamento in commercio:

    Lineari Angolari

    Trasduttori capacitivi

    37

    Trasduttori capacitivi

    Vantaggi:

    � elevata sensibilità e stabilità;

    � poco sensibili alle variazioni di temperatura;

    Svantaggi:

    � Campi di misura ridotti per ottenere un comportamento lineare;

    � sensibili alle variazioni di capacità del cavo;

    � sensibili alle variazioni delle caratteristiche del dielettrico (acqua, olio,

    aria);

    � elevata impedenza.

    VALORI TIPICI:

    Portata: 0.05 ÷ 10 mm

    Sensibilità: 1 ÷ 200 V/mm

    Risoluzione: 0.02 % FS

    Linearità: > ± 0.2 % FS

  • 16

    39

    Misure di accelerazione

    40

    In funzione delle modalità realizzative quattro famiglie

    possono essere individuate:

    � accelerometri piezoelettrici;

    � accelerometri piezoresistivi (MEMS);

    � accelerometri capacitivi;

    � servo accelerometri.

    Accelerometri

    I sensori atti a misurare le accelerazioni sono detti accelerometri.

    Essi misurano o una sola componente di accelerazione lineare

    (monoassiali) o tutte e tre le componenti (triassiali).

    All’atto pratico quest’ultima tipologia di sensore può essere schematizzata

    come tre accelerometri monoassiali montati secondo assi mutualmente

    ortogonali: possibile la presenza di una sensibilità incrociata

    Gli accelerometri angolari sono praticamente inutilizzati.

  • 17

    41

    Gli accelerometri piezoelettrici sfruttano la proprietà dei materiali piezo di

    generare una carica elettrica quando sono sottoposti ad una forza

    variabile nel tempo.

    Accelerometri: piezoelettrici

    L’accelerazione del corpo investigato si trasferisce all’accelerometro che è

    collegato solidale ad esso.

    La massa sismica all’interno del sensore è soggetta ad una forza d’inerzia

    che comprime il materiale piezo facendogli generare carica elettrica.

    Gli accelerometri piezoelettrici non sono in grado di rilevare le componenti

    statiche dell’accelerazione come la gravità

    42

    Accelerometri: piezoelettrici

    p pq K f K ma= = O q q p vV K q K K ma S a= = =

    q: carica, f: forza , Kp: cost. piezoelettrica (coeff. piezo e dimensioni),

    Kq: guadagno carica-tensione q-V, Sv: sensibilità accelerometro.

    Compressione: costante piezo 33

    La tensione in uscita è direttamente proporzionale alla forza d’inerzia

    applicata al piezo e quindi all’accelerazione, nota la massa sismica.

    Esistono due modalità di realizzazione: una basata sulla compressione del

    cristallo piezoelettrico e un’altra che sfrutta le forze di taglio.

    13F τ⇒3F σ⇒

    Taglio: costante piezo 51

  • 18

    43

    Fluido smorzante

    Trave a sbalzo

    Corpo accelerato

    Accelerazione

    Gli accelerometri piezoresistivi sfruttano l’abilità di questa classe di

    materiali di cambiare la propria resistività elettrica quando sono soggetti

    ad una pressione.

    Analogamente ai piezoelettrici la forza viene applicata grazie ad una

    massa sismica che per effetto dell’accelerazione che si misura applica

    delle forze d’inerzia al materiale.

    Accelerometri: piezoresistivi

    L’effetto piezoresistivo viene sfruttato

    anche applicando due strati piezoresistivi

    sulle facce superiori ed inferiori di un

    elemento deformabile, caricato a flessione,

    e collegati ad un ponte di Wheatstone.

    Esso si comporta come un estensimetro e

    genera una variazione della tensione

    proporzionale alla forza d’inerzia generata

    dall’accelerazione.

    Massa sismica

    I materiali piezoresistivi sono idonei per la misura

    sia di accelerazioni statiche che variabili.

    44

    Una tipologia di capacitivi in forte

    espansione è quella dei MEMS

    (Micro Electro Mechanical

    System) che prodotta

    dall’industria elettronica combina

    basso costo a ridottissimo

    ingombro.

    Il movimento del corpo mobile determina la variazione della capacità letta

    fra le armature; si ha di conseguenza la generazione di una tensione in

    uscita proporzionale all’accelerazione.

    Accelerometri: capacitivi

    Accelerazione impostaColleg.

    elettrico

    Armature

    condensatore

    Elettronica

    Elemento

    sensibileMolla di

    reazione

  • 19

    45

    I servo accelerometri differiscono da tutti gli altri modelli poiché hanno una

    modalità di lavoro per azzeramento.

    L’uscita di misura è proporzionale all’intervento necessario per eliminare il

    movimento della massa sismica indotto dall’accelerazione.

    Accelerometri: servoaccelerometri

    Questo strumento è molto più

    complesso dal punto di vista

    realizzativo poiché necessita di:

    � sensori / attuatori / sistema di

    retroazione;

    � logica di retroazione rapida.

    46

    Accelerometri: servoaccelerometri

    CONTROLLER

    Rispetto ad un trasduttore di altra natura:

    � costo verosimilmente più elevato;

    � precisione verosimilmente più alta;

    � risposta dinamica in genere assai

    limitata;

    � maggiori dimensioni e peso.

    I servo accelerometri sono in grado di

    rilevare la componente statica

    dell’accelerazione.

  • 20

    47

    Materiale integrativo

    48

    Elementi sugli accelerometri

  • 21

    49

    • Configurazioni interne di accelerometri piezoelettrici

    Misure di accelerazione (3)

    Compressione

    Compressione

    inversa

    Compressione

    Isolata

    A taglio

    64

    Sensori digitali (ENCODER)

  • 22

    65

    Gli encoder sono pseudo-trasduttori utili per la misura del movimento di

    corpi: pseudo- perchè l’uscita non è proporzionale alla grandezza rilevata

    Un encoder angolare è un trasduttore utile per la misura dell’angolo di

    rotazione di un albero ed è il tipo di encoder più diffuso.

    Un encoder lineare misura invece lo spostamento di un corpo

    sostituendo al disco una lamina lineare.

    Encoder

    Normalmente un encoder usa una

    tecnologia ottica: un elemento

    presenta delle zone trasparenti alla

    luce (es la corona esterna di un disco

    calettato sull’albero rotante).

    Un fascio luminoso puntato sull’

    elemento viene intercettato da un

    apposito sensore solo al passaggio

    delle aree trasparenti.

    Quando ciò accade il sensore genera

    un segnale elettrico, es una tensione di

    5 V altrimenti la tensione è nulla.

    66

    L’encoder è un trasduttore digitale: la sua uscita in tensione contiene un

    numero di eventi proporzionale al movimento subito, non è quindi in

    analogia con l’ingresso

    Gli eventi devono essere contati per risalire alla misura cercata: lo

    strumento di misura è quindi il contatore di impulsi.

    Il conteggio deve essere rapportato al campo di misura del trasduttore

    giro/lunghezza (N = numero di incisioni trasparenti presenti sul supporto)

    Può essere usato solo in modalità differenziale per misurare un movimento

    relativo: non dispone di uno zero e non è identificabile la posizione iniziale.

    Non è in grado inoltre di capire il verso del movimento poiché il conteggio

    aumenta sempre.

    Encoder

    Tempo

    Uscita

    [V]

    Il segnale di uscita dal sensore ottico è

    costituito da una successione di onde

    quadre: la tensione è nulla o ha un

    valore caratteristico (es 1 o 5 V).

    360Lettura

    Giro

    NN

    α°

    =Lettura

    Lunghezza

    Ld N

    N=

  • 23

    67

    Esistono vari tipi di encoder in commercio.

    Lineari (barre ottiche) Angolari

    Encoder

    68

    Esistono vari tipi di encoder angolare che ovviano ad uno o entrambi i

    problemi presentati precedentemente.

    Encoder monodirezionale: presenta due piste (A e Z) sulla corona

    circolare del disco e due foto rilevatori.

    Uscita A: N impulsi per giro.

    Uscita Z: 1 impulso per giro.

    Necessità di due contatori uno per A e uno per Z.

    L’aggiunta dell’uscita Z definisce lo zero del trasduttore: il contatore A

    viene azzerato all’incremento di Z. L’impossibilità comunque di allineare

    lo strumento ad una posizione iniziale ancora non permette misure

    assolute di rotazione/spostamento.

    Il canale Z aiuta a tenere conteggi elevati: numero di giri rilevati (nZ) e

    numero di impulsi rilevati nel giro (nA) danno la rotazione totale.

    Non consente di capire il verso di rotazione dell’albero.

    Encoder

  • 24

    69

    Encoder bidirezionale: tre uscite (A,B e Z) sulla corona circolare del

    disco e tre foto rilevatori.

    Rotazione oraria: A

    A in anticipo su B B

    Z

    Rotazione antioraria:

    B in anticipo su A A

    B

    Z

    Il verso di rotazione viene ottenuto dalla misura di sfasamento tra i

    segnali A e B.

    Misure di spostamento

    70

    Il numero massimo di incisioni trasparenti dipende dalle dimensioni del

    disco (1-9000).

    La risoluzione angolare è determinata dal numero di incisioni sul disco

    (N). Siccome ogni rotazione è pari a 360°si ha che la risoluzione di un

    encoder è ∆θ = 360°/N.

    Per uno strumento che non presenti la pista Z il conteggio degli impulsi

    fornisce la rotazione θ = n 360°/N. Per conteggi elevati si può avere il

    problema della saturazione del contatore (Roll-over ).

    Gli encoder possono essere utilizzati anche per determinare la velocità

    angolare di un albero. Esistono due modalità: o misurando il ∆t tra due eventi o contando gli impulsi su una base temporale fissa.

    Encoder

    ω = ∆θ / ∆t Tempo

    ∆t

    TBase

  • 25

    72

    Encoder assoluto

    Disco codificato con n piste (bit)

    ciascuna divisa in N settori angolari

    oscurati o trasparenti. Nel caso

    riportato si ha N = 2n.

    In una stazione di lettura le piste

    vengono lette simultaneamente da n

    fotorilevatori indipendenti.

    La batteria di fotorilevatori fornisce

    un’uscita in codice binario di n bit.

    Per ogni settore angolare si ha un

    codice differente a seguito del

    mascheramento selettivo delle piste.

    Encoder

    Fotorilevatori

    Sorgente

    luminosa

    Disco

    Albero

    Collimatore

    73

    Vantaggi: tra due settori adiacenti cambia un solo bit quindi i problemi

    derivanti da possibili differenze nella velocità di commutazione dei sensori

    ottici non comporta una discontinuità dell’uscita.

    Svantaggi: necessità di una decodifica della sequenza di 0 ed 1 ottenuta per

    risalire al valore corretto.

    Encoder

    Encoder assoluto:

    la codifica binaria è semplice ma può dare

    una falsa lettura quando un rilevatore è a

    cavallo della transizione (si veda il box

    rosso nella slide precedente).

    La codifica Gray permette di ridurre li errori

    di lettura attraverso un riordino delle

    posizioni dei valori di 0 e 1 nei settori

    dell’encoder.

  • 26

    74

    Encoder

    Schemi delle piste di encoder assoluti angolare e lineare

    Nell’encoder angolare assoluto la collocazione

    delle tacche più corte sulla corona esterna consente

    una risoluzione maggiore a parità di tecnologia di

    incisione in quanto lo sviluppo della corona è

    maggiore: dato il numero di incisione necessarie la

    loro lunghezza sarà maggiore

    75

    In linea teorica la risoluzione di un encoder è legata essenzialmente al

    numero di tacche che si riescono fisicamente ad incidere sul disco, alla

    velocità del sensore ottico di generare onde quadre e alla rapidità del

    contatore.

    In realtà sono presenti altre limitazioni dettate dalle caratteristiche

    fisiche dei cavi. La capacità del cavo limita la frequenza massima del

    segnale che lo percorre in quanto, funzionando da condensatore, e

    dovendo effettuare cicli di carica e scarica, nell’uscita le onde quadre

    risultano distorte e difficilmente interpretabili dal contatore.

    Misure di spostamento

  • 27

    76

    Misure di velocità

    77

    Come abbiamo già visto un encoder è in grado,

    acquisendo anche i tempi, di generare

    informazioni relative alla velocità di

    rotazione/spostamento.

    Un sensore analogo che sfrutta un principio

    magnetico al posto che ottico è il pick up

    magnetico. Per questo sensore vi è in genere

    separazione tra il sensore e le incisioni (tacche)

    che sono riportate sull’oggetto in misura o calettate

    ad esso.

    Il pick-up magnetico è abbinato ad un

    frequenzimetro che effettua il conteggio degli

    impulsi su base temporale assegnata e calcola la

    velocità per mezzo di differenze finite.

    Questi trasduttori grazie all’economicità ed alla

    discreta risoluzione trovano ampio impiego

    (sistema di frenata ABS).

    Pick up magnetico