Trantran N°2/2009

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Aldo Baglio (Aldo, Giovanni e Giacomo) Intervista Mondo gatto Animali Teatro amatoriale Spettacolo Kenya Viaggi Quindicinale - 8 Dicembre 2009 - Nr. 2 Anno 1 - DISTRIBUZIONE GRATUITA col patrocinio di

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Questa rivista, a distribuzione gratuita, nasce dalla mente di tre giovani redattrici, adottate in tenera età dalla Brianza.

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Aldo Baglio (Aldo, Giovanni e Giacomo)

Intervista

Mondo gattoAnimali

Teatro amatorialeSpettacolo

KenyaViaggi

Quindicinale - 8 Dicembre 2009 - Nr. 2Anno 1 - DISTRIBUZIONE GRATUITA

col patrocinio di

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Quel genio, non solo comico, di Totò ha inventato anche frasi che sono rimaste nel vocabolario di tutti gli italiani. Una è “Quisquilie e pinzillacchere” e si utilizza quando si vuole evidenziare che qualcosa che ci sta intorno o che abbiamo fra le mani vale nulla o poco più. E noi di Trantran di “quisquilie e pinzillacchere” ne abbiamo tra le mani: tanti complimenti dopo il primo numero, migliaia di visite al nostro sito internet, decine di mail divertenti (alcune delle quali trovate su questo numero). Ecco, queste potrebbero essere considerate quisquilie e pinzillacchere. Dagli altri: per noi della redazione sono regali di grandissima importanza, perché mettono in risalto che quel filo rosso che volevamo legasse Trantran con quelli per cui Trantran è nato (voi, lettori, voi, inserzionisti, voi, che abitate Monza e la sua provincia) sta già consolidandosi. Altro che quisquilie e pinzillacchere, quindi!Passiamo ad altro. Ho scoperto un sito Internet dedicato agli animali che abbiamo in casa e ho deciso di iscrivermi. Ovviamente c’è un modulo con i propri dati da compilare: niente di particolarmente complicato, tutto facile e tutto semplice. Fino a quando sono arrivato alla casella in cui indicare la città in cui abito. Ma… quando sono arrivato alla casella dove indicare la provincia della mia città è

apparsa una schermata elettronica in cui, in stretto ordine alfabetico, sono scritte tutte le province italiane, partendo da Agrigento fino a Viterbo. Peccato che, alla lettera M, dopo Milano, ci sia correttamente Modena, poi si passi alla N come Napoli. Insomma, della provincia corretta, quella che andrebbe messa, Monza-Brianza, non c’è traccia. E la stessa cosa mi è capitata sul sito della Tim, della Telecom, dell’Enel ecc ecc. E non tre anni fa, quando della provincia Monza-Brianza si parlava e basta, ma poche settimane fa. Quisquilie e pinzillacchere? Forse. Qualcuno potrebbe ipotizzare che si sta cercando in questo modo di far “sparire” un’istituzione, come sono le province. Che tanti sostengono andrebbero abolite, per rendere la politica più snella e meno cara. Non ho sufficienti conoscenze, e tanto meno titoli, per dire la mia su questa questione. Quello che vorrei evidenziare è: se ci sono, e per adesso le province ci sono, signora Tim, signor Enel, e tutti gli altri a ruota, tenetene conto: se abito a Monza e volete anche la provincia, visto che non vi basta il codice di avviamento postale, mettetecela la provincia che devo scegliere. Quando le aboliranno, se le aboliranno mai, toglietele. Tutte insieme. Saran quisquilie e pinzillacchere, per voi. Ma per noi che qui ci abitiamo non è così.Sentitamente ringrazio, a nome mio personale e della cittadinanza tutta.

Il direttoreAlfredo Rossi

FondatriciMarta Migliardi, Adriana Colombo,

Elena Gorla

DirettoreAlfredo Rossi

RedazioneMarta, Elena, Adriana, Gabry, Claudio,

Fabio, Guido, CostaProgetto grafico Alessandro Maianti

Si ringraziano per questo numeroComune di Vimercate, Omar Zanellati,

Paolo Ornaghi

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EditorialeQuisquilie e pinzillacchere?

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Editoriale - Quisquilie e pinzillacchere?Dalla ProvinciaClochart - Intervista a AldoAltrove - KenyaNonsoloMonza - SeregnoVerdissimo - AgrifoglioBachecaBis! - Teatro amatoriale I segreti dello chefBrigantia - OrenoRaccontiamoci - RossoL’angolo del pendolareIn cuccia - Mondo gattoDi tutto un po’RealityDal Comune...Le sciure

Sommario

Foto di copertinaScorcio del Ponte dei Leoni, Monza

Anno I numero 2 - 8 Dicembre 2009Distribuzione gratuita - Editore: Trantran Editore S.r.l.

Viale Cesare Battisti 121 Vedano al LambroC.F./P.I./RIMB 06774520966 REA MB1864900

Stampa: Ciemme SpA Cinisello Balsamo (MI)

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Dalla Provincia...La nuova Provincia MB in campo contro la crisi

Presentato il 1° rapporto informativo dell’Osservatorio Mercato del Lavoro MB

Il 70% delle assunzioni in Brianza è con contratto flessibileSaldo negativo di 2000 unità tra assunzioni e cessazioni

Sono stati presentati a Monza, presso la sede della Provincia MB, i primi dati raccolti dall’Osser-vatorio Mercato del Lavoro della nuova Provincia, che raccoglie e analizza i dati di flusso - tra cui le assunzioni e le cessazioni - derivanti dalle comunicazioni obbligatorie effettuate dalle aziende della Provincia di Monza e Brianza. Per quanto riguarda più da vicino le conseguenze della crisi economica in Brianza, dai dati emerge una sostanziale diminuzione delle opportunità lavorative, pari a circa 2000 unità, tanto che gli avviamenti risultano inferiori del 21% rispetto allo stesso periodo del 2008.Se i saldi netti del periodo sono un indicatore quantitativo dell’impatto della crisi, l’andamento nei nove mesi mostra segnali interessanti di ripresa: il picco di negatività si riscontra, in marzo per l’industria e in giugno per il commercio e servizi, ma nell’ultimo trimestre il saldo tra assunzioni e cessazioni torna ad essere positivo, dopo mesi di negatività. Anche il Presidente della Provincia MB,

Dario Allevi, ha commentato i segnali di ripresa che emergono dai dati dell’ultimo trimestre, definendo il lavoro del nuovo Osservatorio MB “un’opportunità preziosa per pubblico e privato per analizzare il trend, orientare l’offerta, anche organizzare i settori della formazione e della produzione, riuscendo ad anticipare – se possibile – le evoluzioni socio-economiche del territorio”.

Altri cinque cassintegrati assunti presso il Tribunale di Monza

La Provincia MB stanzia 35.000 Euro per estendere l’intesa con il Tribunale

La Giunta Provinciale ha approvato il 12 novembre 2009 la delibera proposta dall’Assessore al Lavoro Giuliana Colombo che consentirà ad altri cinque lavoratori in cassa integrazione o in mobilità di lavorare negli uffici del Tribunale di Monza.

Il provvedimento integra l’accordo già sottoscritto con il Tribunale lo scorso mese di ottobre, grazie al quale sono già stati inseriti 15 lavoratori in possesso di competenze di tipo amministrativo negli uffici dell’Amministrazione Giudiziaria di Monza e di Desio.“Abbiamo la possibilità di aiutare altre cinque famiglie e di dare una mano in più al Tribunale sotto organico – spiega il Presidente Dario Allevi – per questo la delibera è immediatamente eseguibile, in modo da comprimere il più possibile i tempi”.Tecnicamente la Provincia prenderà in carico i lavoratori socialmente utili e retribuirà loro la differenza tra il trattamento di cassa integrazione e lo stipendio dell’equivalente mansione giudiziaria svolta. Per questo è stato stanziato un fondo di 35.000 Euro per le 5 nuove assunzioni che si aggiungono ai 100.000 Euro già impegnati al fine di coprire le integrazioni al reddito.

70.000 Euro per riqualificare i lavoratori in difficoltà occupazionale

al via il 1° bando provinciale per la formazione professionale riservato ai lavoratori colpiti dalla crisi

Monza, 20 novembre 2009. La Giunta Provinciale ha approvato all’unanimità - su proposta di Enrico Elli, Assessore alla Formazione Professionale - una delibera che prevede lo stanziamento di 70.000 Euro da destinare a percorsi formativi ad hoc, riservati ai lavoratori colpiti dagli effetti della crisi economica.

Il bando, che partirà il prossimo 1 dicembre 2009, è destinato agli Enti di Formazione Professionale accreditati presso la Regione – circa 80 in Brianza – che sperimentino percorsi formativi mirati destinati “ad innalzare le competenze dei lavoratori interessati da interventi di ammortizzatori sociali o in stato di disoccupazione”.

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Clochart interviste a volti notiin giro per la Brianza

ALDO vs NADAL Intervista ad Aldo Baglio (Aldo, Giovanni & Giacomo) di Marta Migliardi

S iamo nella sede dell’Associazione Tennis Concorezzo, in una giornata autunna-le che ci regala ancora un sole caldo e una luminosità vivace. Aldo sta facen-

do lezione e noi, per non sembrare invadenti, ci appostiamo sui tavolini all’aperto non lontani dai campi. Finalmente arriva Aldo Baglio in compa-gnia del suo maestro, Pier Andrea Migliardi. E’ strano vederlo arrivare senza avere al suo seguito Giovanni e Giacomo. Avevo letto da qualche parte che i comici sono spesso molto timidi. Certo non dobbiamo immagi-narceli come quando sono in scena, rapiti dai loro personaggi stravaganti, ma Aldo più che timido lo definirei molto garbato e gentile. Infatti, ancora sudato dopo la sua ora di tennis, non ci fa neanche aspettare il tempo di una doccia e si presta con innata cortesia a rispondere alla nostre domande. Il maestro assiste all’intervista, con un aria orgo-gliosa e divertita. E così, grazie al suo istruttore di tennis, scopriamo anche le doti sportive di Aldo, attenzione: Rafael Nadal (numero 2 del mondo nella classifica Atp di tennis) ha i giorni contati!

Sei di origini palermitane e ti sei trasfe-rito in tenera età a Milano, però ora vivi a Monza: che cosa ti ha spinto a trasfe-rirti da Milano a Monza? Mia moglie. Anche lei è siciliana però ha frequentato l’università a Padova e, chia-ramente, le dimensioni di Padova davano un senso di ambientazione immediato. Io abitavo a Milano e le ho chiesto di veni-

re a vivere con me, ma Milano non era a misura sua… Io mi trovavo bene, ma lei è refrattaria alla grandi città. E’ successo quindi che alcuni cugini di mia moglie ci hanno invitato a vedere delle case a Monza e ci è piaciuta come città perché ha il par-co che è una ricchezza! E così qui abbiamo cresciuto i nostri figli, che hanno instaurato le loro amicizie, per cui ora come ora non riuscirei a vederci in un’altra realtà: adesso siamo davvero ambientati. Con il parco e con tutto il resto che c’è attorno.

Ora che ti senti monzese, cosa ti porti delle tue origini siciliane?Io sento sempre di essere legato alla Sici-lia, infatti tutti gli anni scendo e mi ritrovo a parlare in dialetto: ho un appuntamento annuale! Per cui il legame con la mia terra esiste ed esisterà sempre. I miei figli invece, anche se hanno in Sicilia i nonni, si sentono completamente monzesi: parlano siciliano più per caricatura mia.

La collaborazione con Giovanni e Gia-como dura da parecchi anni, ma insie-me vi divertite ancora?Io credo che sia una collaborazione che prima o poi finirà perché non è che posso sopportarli ancora a lungo! (ride). A parte gli scherzi, sostanzialmente le nostre vite fa-migliari sono divise, ognuno ha la sua vita. Siamo contenti quando ci vediamo perché non dividiamo quotidianamente le nostre giornate come una volta. Credo che questo

sia fondamentale. Sono dei collaboratori ma soprattutto degli amici che rimarranno tali anche se le nostre carriere dovessero dividersi. Credo che oramai conosciamo i nostri pregi e i nostri difetti, al di là di quel-lo che succederà nel futuro.

Ogni sabato avete un appuntamento con Fazio, a Che tempo che fa…Sinceramente non volevamo ritornare in televisione ma Fazio ha insistito tanto. E’ già dai tempi di Sanremo che ci fa il filo, ma noi non ce la siamo sentita di andare al festival perché è un palcoscenico in cui ci si mette un po’ troppo in discussione, e poi perché, francamente, non ne abbiamo bi-sogno. Alla fine siamo arrivati ad un incon-tro e abbiamo trovato dei suoi collaboratori con cui ci troviamo molto bene, come Mar-co Posani e Michele Serra. Loro ci hanno condito un po’ su… alla fine siamo entrati nella “sua trappola” e gli abbiamo detto di sì, perché è una delle poche trasmissioni in cui potevamo apparire, sinceramente non

Aldo Giovanni e Giacomo nello spot Wind

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ne vedo altre. E poi era da tanto tempo che eravamo lontani da quella scatola fornita di telecomando...

State lavorando anche a un film..Sì, stiamo anche lavorando al film che usci-rà nel 2010, anche perché Medusa (la casa di produzione con cui sono sotto contratto n.d.r.) ci farebbe pagare la penale (ride): per cui dobbiamo per forza farlo…

Rimanendo sul cinema, hai fatto un ca-meo in Baarìa di Tornatore (candidato agli Oscar): com’è stata questa espe-rienza in un film “serio”, nel senso di “non comico”?C’è anche la comicità nel modo di girare le cose di Tornatore, magari vorrebbe, se-condo me, mettercene anche di più. Lui, sì, è un regista profondo ma secondo me ama molto la comicità e tende sempre a metterla anche se poi prevale di più l’aspet-to drammatico. Lavorare con Giuseppe è stato una specie di sogno realizzato, anche se ho fatto una piccola parte, mi piaceva l’idea di far parte di un grande set. Per me è stato semplicemente fantastico. Lui mi ha detto:” Ho 3 /4 parti da farti fare, scegli tu!”. Lui ci teneva molto ad avermi. Per cui alla fine ho scelto questa parte proprio per-

ché è fuori da quello che faccio solitamente e quindi mi sono ritrovato in un ruolo da cattivo… Rivedendolo sono soddisfatto. Anzi, potrei anche fare il cattivo in un film, mi piacerebbe!

Botta e risposta: un aggettivo per definirtiDistratto. Sono fantasioso, non vivo molto la realtà, la realtà mi sfugge, anche la con-centrazione nell’ascoltare le persone. E’ un gene che ho trasmesso a mio figlio, il ma-schio, mia figlia per fortuna, è diversa. Mi rendo conto che è un pregio e un difetto. Un pregio perché mi sono realizzato grazie a questo, ma se non mi fossi realizzato sa-rebbe stato un difetto che mi sarei portato dietro tutta la vita.

Visto che siamo in un circolo tennis, la domanda è d’obbligo: Federer o Nadal?Ti dirò, Federer ha sempre fatto paura, Na-dal è sempre stato dietro, però io preferisco Nadal: sono più Nadal che Federer.

Essere o avere?Essere, sicuramente

La donna più bella del mondo?Ci sono delle persone che mi hanno sem-pre comunicato qualcosa pur rimanendo

nella normalità, Giovanna Mezzogiorno, ad esempio, mi piace molto. La più bella del mondo comunque non è mai apparsa nello schermo, ma è quella che si vede per le strade!

Hai animali?Sì un cane, Lola!

Uno che stimi?Io stimo tante persone: è più facile dire chi non stimo, anche se non te lo dirò mai. Ficarra e Picone sono due persone che mi porto dietro da quando sono cuccioli, li stimo molto perché li ho visti crescere e so cosa hanno dato e cosa possono dare ancora… e poi sono un po’ campanilista da questo punto di vista, sono “terroni” come me…

Ultimo libro letto?La voce degli angeli dello scrittore inglese Roger J. Ellory, che sa mescolare sapiente-mente romanzo storico, poliziesco e thril-ler.

Adesso approfittiamo del tuo maestro di tennis Pier Andrea Migliardi che è qui con noi per fargli una domandina sui tuoi progressi sportivi.

Aldo Baglio sul campo da tennis con il suo maestro Pier Andrea

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Come se la cava Aldo sul campo?Confermo quello che ha detto prima lui: la sua dote migliore è sicuramente la reattività e la mobilità, la peggiore che non è sempre concentrato. Però direi che Nadal non ha i giorni, neppure i mesi, ma di certo ha gli anni contati!!

Aldo saluta i nostri lettori brianzoli con una frase in dialetto…Veilà vurrea di a tutti voi altr cercate di la-vurar men (anche se avete fatto una pro-vincia ricca per il vostro assiduo interesse al lavoro, prendetevi più spazio, e cercate di non avere ma di essere!)Ciao a tutti e alla prossima!!!

Scena dal film Tre uomini e una gamba

Il trio durante la presenzatione del film Il cosmo sul comò

Aldo, Giovanni & Giacomo è il nome d’arte di un popolare trio comico di attori e registi teatrali, televisivi e cinematografici italiani.Il trio è formato da Cataldo Baglio (meglio conosciuto come Aldo), Giovanni Storti e Giacomo Poretti.Dopo anni di apprendistato, il trio, ribattezzatosi Aldo, Giovanni e Giacomo, recita in teatro insieme a Marina Massironi (allora moglie di Giacomo) sin dal 1991, in spettacoli quali Lampi d’estate (1992) diretto da Paola Galassi, Ritorno al Gerundio con Flavio Oreglio e Antonio Cornacchione, Aria di tempesta (1993) diretto da Giancarlo Bozzo, I corti (1996) per la regia di Arturo Brachetti e Il circo di Paolo Rossi(1996) per la regia di Giampiero Solari e interpretato da Paolo Rossi. Nel 2006 recitano, insieme a Silvana Fallisi (moglie di Aldo), nello spettacolo Anplagghed per la regia di Arturo Brachetti.In televisione fanno la loro prima apparizione nell’estate del 1992 accanto al duo comico Zuzzurro e Gaspare nel TG delle vacanze; nello stesso anno partecipano a Su la testa! di Paolo Rossi.Nel 1993 partecipano a Cielito lindo con Claudio Bisio e nel triennio 1995-1997 in Mai dire Gol,

trasmissione della Gialappa’s Band.Nel 1999 i tre inscenano lo spettacolo Tel chi el telùn che viene ripreso e trasmesso su Canale 5, per la regia di Egidio Romio. Nel 2003 tornano accanto alla Gialappa’s Band a proporre sketch nella trasmissione Mai dire domenica. Molto importante anche la loro filmografia, a partire dal 1997 con Tre uomini e una gamba, La leggenda di Al, John & Jack del 2002 in cui Marina Massironi non partecipa e nel 2004 girano il film, con Paola Cortellesi come protagonista, Tu la conosci Claudia?. Ultimo film nel 2008 Il cosmo sul Comò.Attualmente sono impegnati ogni sabato su Raitre nella trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa.

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Altrove racconti e consigli di viaggio

Non credevo che esistesse davvero il mal d’Africa. Pensavo si trattasse della solita leggenda metropolitana. Ho

dovuto ricredermi quando sono stata in Kenya la prima volta. Ad accogliermi, appena sbarcata dall’aereo, un caldo umido che toglie il respiro. Tutto era grande e brillante, la vegetazione lussureggiante e le nuvole intense e spumose anche se c’era il sole. Il tragitto tra l’aeroporto internazionale di Mombasa e la località turistica di Malindi mi regalava già immagini e spaccati di vita indimenticabili. La strada è la vita, tutto avviene sulla strada. Le capanne, i piccoli baracchini che vendono banane, ananas giganti (niente a che vedere con quelli asfittici che troviamo nei nostri supermercati), le donne che trasportano taniche di acqua portandole sulla testa, gli uomini che oziano e i bambini che corrono, galline che scorazzano, buoi e mucche che mangiano erba: il tutto si svolge ai bordi della strada. La guida è all’inglese, e già questo mi preoccupava molto, perché mi sembrava sempre che il pulmino dovesse scontrarsi contro qualsivoglia cosa. Non so come siamo giunti illesi nella piccola cittadina di Malindi, senza aver investito nessuno perché, inutile negarlo, non vi sono regole di viabilità e di attraversamento molto sicure: tutto si muove e tutto è nella strada.

A Malindi vedo per la prima volta il tuk tuk, una sorta di Ape Piaggio,

colorata e trasformata in un pittoresco taxi a tre ruote. I colori dell’Africa sono davvero sorprendenti. L’ abbigliamento tradizionale, specialmente delle donne, presenta colori vivaci e allegri. Malindi è una località ben nota agli italiani. Quando negli anni 80 scoppiò il caso Tangentopoli, molti indagati si rifugiarono proprio lì e così cominciò una sorta di sviluppo turistico che portò alla costruzioni di alberghi, locali notturni, case private e anche un Casinò, che, specialmente la sera, diventa il vero e proprio punto d’incontro di tutti gli europei.E’ una vera città cosmopolita: vi convivono infatti arabi, indiani ed europei senza grandi problemi di integrazione. Malindi offre già delle spiagge molto belle caratterizzate dalla sabbia bianchissima e circondate da

palme ad alto fusto, ma la vera meraviglia naturalistica si trova a Watamu, a soli 30 km da Malindi: nel 1986 è stata istituita dal governo la Riserva Naturale di Malindi-Watamu, un tratto di barriera di 16 chilometri parallelo alla costa. La spiaggia è lunga diversi chilometri e sempre molto ventilata: passeggiare sotto il sole o addirittura fare jogging non comporta un grandissimo dispendio di energie: col vento il caldo diventa sopportabile, ma bisogna stare molto attenti a non scottarsi. Durante il giorno (soprattutto la mattina) si possono fare diversi incontri lungo la costa: turisti, pescatori, curiosi vari e beach boy, che cercheranno di vendervi safari ed escursioni a basso costo, ma siate sempre prudenti: non sempre ciò che viene proposto corrisponde a ciò che realmente sarà. Anche in Kenya, ovviamente, è presente il fenomeno delle maree, ma sono regolari e quindi è semplicissimo organizzare un’uscita in barca: basta chiedere informazioni agli hotel che sono normalmente provvisti delle tavole delle maree. Come clima, essendo una regione monsonica, Dicembre e Gennaio sono i mesi migliori per far visita a questo paese, anche perché, trovandosi al di sotto dell’equatore, il nostro inverno corrisponde in pieno all’estate kenyota e normalmente è una stagione secca. Il monsone delle grandi

piogge arriva solo verso la fine di Marzo. In Kenya è possibile fare molte escursioni e Safari avventurosi, alla scoperta della ricchissima fauna composta da leoni, elefanti, zebre e antilopi.

Da provare assolutamente almeno uno dei tanti safari proposti, come quello

che porta al Parco nazionale dello Tsavo, che già nel tragitto per raggiungerlo vi offrirà i bellissimi paesaggi della campagna africana composti da piccole fattorie e villaggi Ghiriama; oppure il Maasai Mara (una riserva confinante con il Parco del Serengeti in Tanzania, con il quale forma un unico ecosistema) che è considerato uno dei parchi più belli del Kenya famoso per la sua altissima densità di fauna e residenza della ancor più famosa popolazione Masai.Le ricchezze naturalistiche del Kenya, dal mare ai parchi naturali, sono immense, ma la cosa che mi ha colpito di più è l’atmosfera che si respira ovunque. Un connubio di sorrisi, occhi che brillano, canzoni e voci, colori e odori che si diffondono nell’aria, fino a entrare nell’anima. Siamo in Africa, nel cuore del continente Nero, in una dimensione che ti fa dimenticare, per un attimo almeno, la vita cittadina come la intendiamo noi. I parametri di ragionamento mutano, tutto è relativo. Ed è forse anche per questo che la povertà di questa popolazione appare meno

KENYA: AKUNA MATATA, piccola incursione nell’Africa Nera

Il trio durante la presenzatione del film Il cosmo sul comò

Aldo, Giovanni & Giacomo è il nome d’arte di un popolare trio comico di attori e registi teatrali, televisivi e cinematografici italiani.Il trio è formato da Cataldo Baglio (meglio conosciuto come Aldo), Giovanni Storti e Giacomo Poretti.Dopo anni di apprendistato, il trio, ribattezzatosi Aldo, Giovanni e Giacomo, recita in teatro insieme a Marina Massironi (allora moglie di Giacomo) sin dal 1991, in spettacoli quali Lampi d’estate (1992) diretto da Paola Galassi, Ritorno al Gerundio con Flavio Oreglio e Antonio Cornacchione, Aria di tempesta (1993) diretto da Giancarlo Bozzo, I corti (1996) per la regia di Arturo Brachetti e Il circo di Paolo Rossi(1996) per la regia di Giampiero Solari e interpretato da Paolo Rossi. Nel 2006 recitano, insieme a Silvana Fallisi (moglie di Aldo), nello spettacolo Anplagghed per la regia di Arturo Brachetti.In televisione fanno la loro prima apparizione nell’estate del 1992 accanto al duo comico Zuzzurro e Gaspare nel TG delle vacanze; nello stesso anno partecipano a Su la testa! di Paolo Rossi.Nel 1993 partecipano a Cielito lindo con Claudio Bisio e nel triennio 1995-1997 in Mai dire Gol,

trasmissione della Gialappa’s Band.Nel 1999 i tre inscenano lo spettacolo Tel chi el telùn che viene ripreso e trasmesso su Canale 5, per la regia di Egidio Romio. Nel 2003 tornano accanto alla Gialappa’s Band a proporre sketch nella trasmissione Mai dire domenica. Molto importante anche la loro filmografia, a partire dal 1997 con Tre uomini e una gamba, La leggenda di Al, John & Jack del 2002 in cui Marina Massironi non partecipa e nel 2004 girano il film, con Paola Cortellesi come protagonista, Tu la conosci Claudia?. Ultimo film nel 2008 Il cosmo sul Comò.Attualmente sono impegnati ogni sabato su Raitre nella trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa.

Esibizione musicale all’interno di un tipico negozio di Malindi

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sconfortante, perché nei loro occhi c’è la vita, la voglia di vivere e di essere allegri.Non a caso il loro motto è akuna matata, ovvero “non c’è problema”.Il senso della vita sfugge alle nostre regole industrializzate, e il rendersene conto regala una sensazione liberatoria. Libertà di spazi e vedute immense.

Un giorno ho parlato con Samir, un giovane pescatore di Malindi. Avrà

avuto forse 15 anni, calzoni rotti, maglietta di 4 taglie più grande, niente scarpe. Parlava un po’ d’italiano, perché ogni tanto accompagnava i turisti a pescare sul suo dhow (imbarcazione tipica). .Samir mi ha detto: “ Noi siamo molto poveri qui a Malindi, ma di fame non moriamo mai, perché se ho fame, io raccolgo una banana sull’albero e me la mangio”.La dignità di questa gente è meravigliosa e disarmante.Dopo qualche giorno, quando oramai ero tornata in Italia, mi sono trovata incolonnata nel traffico. Pioveva e il nervosismo della gente si palesava con fastidiose strombazzate di clacson. Mentre un’auto mi sorpassava e il conducente inveiva contro di me con rabbia, allora mi sono tornate in mente le parole di Samir: touché. Sì, la vera libertà è poter raccogliere una banana sull’albero e mangiarsela.

Consigli di soggiorno Per il vostro soggiorno in Kenya vi consigliamo il Garoda Resort, che inaugurerà il 20 Dicembre 2009. Il resort è situato all’interno del Parco Marino di Watamu, zona protetta, dove da Gennaio ad Aprile molte specie di tartarughe marine

vengono a depositare le uova, e si affaccia su uno dei tratti di mare e di spiaggia più belli della zona. In pratica il resort si trova leggermente sopraelevato rispetto all’oceano verso il quale digrada tra rocce nere, giardino e dune. La costa è larga e bianchissima ed è meta di molte escursioni, visto lo scenario regalato dalle maree. Con la bassa marea proprio davanti all’albergo si creano delle lingue di sabbia bianchissima, dove poter passeggiare o sdraiarsi per farsi coccolare dal sole. Le rocce nere di natura vulcanica, erose dal vento e dalla salsedine, interrompono con eleganza la vastità della spiaggia. Questa è composta da una parte iniziale di prato con letti in stile africano e da due calette dove poter prendere il sole anche con l’alta marea. La gestione è italiana.

Per chi ama gli hotel boutique, segnaliamo AfricanHouse, splendida villa in stile

coloniale, successivamente trasformata in un esclusivo resort immerso in due ettari di parco e giardini tropicali. Consigliato a chi

predilige sentirsi coccolato e accolto come a casa di amici ed essere protagonista della propria vacanza, nel rispetto della più totale privacy e del massimo comfort. La gestione italiana della villa, curata dalla proprietaria residente in Africa dal 1970, si distingue per la cura nei dettagli e per l’amore per l’Africa, senza dimenticare il gusto e la tradizione per la cucina italiana.

Sempre per gli amanti della privacy e della vacanza in stile famigliare, consigliamo

KenyanHouse, un piccolo albergo, a gestione italiana, posto in una tranquilla zona residenziale di Malindi. Si tratta di un resort elegante, ricco di fascino, estremamente rilassante ma capace di grandi attenzioni per il cliente. Lo charme della struttura è esaltato dalla presenza di Silvana, italianissima proprietaria della KenyanHouse e grande conoscitrice del Kenya, che sa proporre una gestione discreta e raffinata con un’importante cura dei particolari, dall’arredamento, al cibo, al servizio. Marta Migliardi

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NonsoloMonza...

Appuntamenti a Seregno

SeregnoIl nome della località sembra derivare

dalla figura di Serena, nipote dell’imperatore Teodosio I e moglie del generale Stilicone (V sec. D.C.).

In effetti è plausibile ipotizzare l’esistenza di un centro abitato di epoca romana, tesi avvalorata anche dal contesto ambientale in cui Seregno sorge: la fascia pre collinare della Brianza.Si tratta, infatti, di una zona che per la presenza di fiumi e di contrade di primaria importanza che collegavano Milano ai valichi alpini, passando per Como, è di antichissimo insediamento. Intorno a Seregno, inoltre, sorgono numerosi centri (Desio, Seveso, Agliate, Mariano), dove sono stati trovati resti archeologici di età tardo-antica.Di fatto, il primo documento che cita il nome di Seregno risale al secolo XI ed è una pergamena del marzo 1087, contenente l’atto con il quale Pietro da Seregno cede parte dei beni da lui posseduti, in loco et fundo

Seregnio, alla canonica di Sant’Ambrogio di Milano, da cui si attendeva aiuto e protezione. Tale richiesta di protezione porta a supporre l’esistenza di un’identità del villaggio che ha i suoi punti di riferimento da una parte in un’economia agraria e dall’altra in una dimensione religiosa che non sarebbe possibile senza la presenza

di un edificio sacro. Nell’alto Medioevo, infatti, la chiesa del villaggio consentiva agli abitanti di sentirsi parte integrante di una realtà più ampia e la cui influenza andava ben oltre la sfera propriamente religiosa.

Risale invece al 12 ottobre 1206 la pergamena che attesta, per la prima

volta, Seregno con la qualifica di borgo. Ciò significa che Seregno si era ampliato: si era cioè avviato a diventare un centro rurale più importante dal punto di vista demografico, sociale ed economico. Proprio la presenza di un ceto di piccoli imprenditori (mercanti, artigiani, piccoli proprietari terrieri) aveva favorito la crescita demografica del villaggio originario e con essa il passaggio da villaggio a borgo. Per quanto riguarda il suo assetto urbanistico, pur restando inalterato nei tratti fondamentali, in quest’epoca si amplia in nuove contrade, come quella del Pomirolo o quella del Paradiso, nei pressi di S. Ambrogio. Soprattutto sono presenti nuovi elementi: il fossato che cingeva l’abitato e la porta della Serbugia, che permetteva l’accesso al borgo da Est e lascia supporre l’esistenza di una cerchia

muraria, con la presenza di altre porte in corrispondenza delle contrade.

In realtà, il vero cambiamento ambientale deriva da un altro elemento insediativo,

completamente nuovo ed assente sino al termine dell’epoca medioevale: la cascina. Questi abitati rurali piccolissimi, spesso costituiti da un solo edificio, compaiono proprio tra il Quattrocento e Cinquecento lungo i margini meridionali più esterni

del circondario di Seregno. In esse si deve scorgere l’origine delle attuali frazioni e, dunque, dell’assetto moderno del suo territorio. In epoca comunale sono, dunque, già tratteggiate le borgate ancora oggi ravvisabili nella struttura cittadina: Pomiroeu l’area che anticamente ospitava le carceri;

Burghesàn; Serbugia ,Puzuràn dove si trovava il pozzo più antico di Seregno, ancora visibile nei pressi dei resti dell’antica chiesa di San Vittore; Vignoeu (Vignoli), che ospitava una vasta vigna i cui rami sono ancora custoditi fra le mura della scuola materna più antica di Seregno, la “Santino De Nova”, che lì sorge.

La via Vincenzo da Seregno all’imbocco del Pomirolo

L’inbocco di Corso del Popolo da Piazza Roma

Presepi in Mostradal 5 Dicembre al 6 GennaioPresso la galleria civica Ezio Mariani, via Cavour 26, saranno ospitati i presepi provenienti dalle collezioni di privati ed associazioni. Orari: dalle 10:00 alle 12.30 (giorni festivi) e dalle 16.30 alle 19.00 (sia feriali che festivi)

Mercatino di Nataledomenica 13 e domenica 20 DicembreNel piazzale che ospita abitualmente il mercato (piazza Linate), bancarelle natalizie ed esposizione dei presepi realizzati dai ragazzi delle scuole elementari e medie di Seregno.Orari: dalle 13.00 alle 18.00

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Verdissimo curiosità, proprietà e usi delle piante intorno a noi

Nome scientificoIlex Aquifolium

Famiglia

Aquifoliaceae.

OrigineEuropa, bacino del Mediterraneo

Nomi popolariIn spagnolo si chiama acebo, in tedesco è detto steckpalme, in Francia lo chiamano houx, nei paesi anglosassoni il suo nome si rifà alla sua forte simbologia natalizia, è,

infatti, detto holly.

L’agrifoglio comune è un arbusto sempreverde, con foglie coriacee dal contorno spinoso (caratteristica che le piante

tendono a perdere nei rami più vecchi) ed è una pianta molto resistente e molto diffusa, anche in virtù della sua notevole capacità di adattamento alle diverse situazioni ambientali. Attenzione però: l’agrifoglio è una specie protetta e, quindi, non può affatto essere raccolta.Nei nostri boschi cresce allo stato spontaneo ed è in grado di raggiungere anche grosse dimensioni (oltre i 10 metri), benché possa senza dubbio essere classificata come un arbusto a crescita lenta. La lentezza nella crescita si accompagna, infatti, ad un’estrema longevità, che permette a queste piante (quando incontrano condizioni ottimali) di prosperare attraverso i secoli.E’ una pianta dioica, ciò significa che ne esistono esemplari maschili ed esemplari femminili. I fiori sbocciano su entrambe le piante nella tarda primavera ma è solo sulle piante femminili, dai fiori fecondati, che nascono le bacche rosse, velenose, ma molto decorative in quanto persistono per tutto l’inverno. Pertanto per avere le bacche, è necessario, quindi, avere nelle vicinanze anche un esemplare maschile (il sesso delle piante si può riconoscere durante la fioritura: i fiori maschili sono bianchi con

i margini rossastri mentre quelli femminili sono bianchi con l’ovario verde).

Per quanto riguarda le sue esigenze ambientali l’agrifoglio predilige

terreni non calcarei, preferibilmente argillosi, umidi ma ben drenati. Può essere collocato sia in posizione ombreggiata (ma al riparo dai venti) che in mezz’ombra e sole (preferibile per le varietà a foglia variegata che in mancanza di luce diretta possono perdere la variegatura), purché esposte in modo da non prendere il sole nelle ore più calde della giornata (ideale è l’esposizione ad est).Piante coltivate in vaso: nella nostra zona il rinvaso si può effettuare in ottobre o all’inizio della primavera. Soprattutto per i rinvasi primaverili, una volta effettuata la messa a dimora, bisogna provvedere, con l’avanzare della bella stagione, ad abbondanti annaffiature (per evitare la caduta delle foglie). Se la pianta da rinvasare è già adulta è preferibile effettuare l’operazione in autunno. Annaffiature: le piante in terra, una volta ben attecchite non necessitano di particolari attenzioni, è sufficiente provvedere nei casi di siccità prolungata durante i mesi estivi Viceversa se la pianta è in vaso le annaffiature devono essere abbondanti nei mesi estivi (facendo attenzione ad evitare dannosi ristagni d’acqua nel sottovaso) e molto diradate nei mesi invernali (soprattutto

Agrifoglio

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nei giorni di freddo intenso quando sono possibili le gelate).

Quest’arbusto tipicamente invernale, è uno dei classici simboli natalizi,

ma è una pianta considerata magica ben da prima dell’avvento del Natale cristiano, ad esso sono, infatti, legate molte ed antiche simbologie e credenze popolari. Inizialmente, furono le sue proprietà terapeutiche a imporlo all’attenzione degli uomini che , solo in seguito, legarono alla pianta anche simbologie dettate dal suo alto valore decorativo. I romani usavano regalarlo agli sposi novelli per augurare al matrimonio fecondità e la stessa longevità e freschezza della pianta (appunto sempreverde e molto longeva). Quando invasero la Britannia scoprirono che l’agrifoglio era considerato una pianta sacra. I Druidi, infatti, credevano che l’agrifoglio proteggesse dai malanni invernali e che un grosso ramo di questa pianta, scagliato contro una belva in procinto di assalire l’uomo, avesse il potere di ammansirla, così come aveva il potere di rendere docile un cane rabbioso. In epoca cristiana si riteneva che proteggesse dai demoni: si credeva che le foglie acuminate e pungenti come armi di difesa avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni.

Proprietà Fitoterapiche: dell’agrifoglio si utilizzano principalmente le foglie

(la varietà IIex paraguayensis, detta semplicemente matè, è alla base della

omonima bevanda preparata con le sue foglie, una delle bevande più diffuse nell’America meridionale in virtù delle sue incredibili proprietà stimolanti: contiene, infatti, caffeina in quantità nettamente superiore a quella del caffè).ALCUNI CONSIGLIGli infusi ottenuti dalla macerazione delle foglie della varietà comune (Ilex Aquifolium) sono un ottimo aiuto contro la cattiva digestione. Le bacche, se ingerite, sono tossiche ma

macerate nell’acqua per una decina di minuti (circa 15 bacche per litro) offrono un rimedio contro la febbre e l’ipertermia. Fra i fiori di Bach Holly è il n° 15. E’ indicato per chi soffre di invidia, ma anche per le persone eccessivamente gelose e sospettose, per i vendicativi e per chi vive costantemente preda di pensieri negativi. Agisce riportando a galla l’amore di sé e l’autostima, indebolisce i pensieri negativi ed aiuta ad accettarci per quello che siamo.

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Bacheca vendo, cerco, offroVENDO

Bambola originale americanain porcellana della mitica Marilyn Mon-roe (realizzata negli Anni 90 da Franklin Mint, il “mago” statunitense in materia di bambole). Altezza circa 60 centimetri, in scatola originale di cartone (la scatola un po’ scassata). Ottima idea regalo per chi ama il cinema o le... bionde. Richiesta € 200 – 039 380605 (dalle ore 9 fino alle 21, chiedere di Tinì)

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Per le inserzioni sulla nostra Bacheca scrivete a: [email protected] redazione di trantran non si ritiene responsabile degli annunci ricevuti e pubblicati.

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MADE IN BRIANZA a cura di Fabio Paolo Costanza

Temporali e Rivoluzioni il nuovo album di Giuliano Dottori Temporali e Rivoluzioni è il secondo disco da solista di questo cantautore meneghino uscito a inizio del mese per l’etichetta indipendente Via Audio Records, di Cesano Maderno. Prodotto da Giovanni Ferrario, (musicista e produttore che vanta collaborazioni con artisti del calibro di John Parish, P.J. Harvey e Morgan) l’album richiama un approccio di tipo inglese, che strizza l’occhio agli anni sessanta ma ha i piedi ben saldi nel terzo millennio. Gli arrangiamenti sono curatissimi e molto più sofisticati di quello che può apparire al primo ascolto. Le chitarre, i cori, l’hammond, l’elettronica, il pianoforte, sono sempre perfettamente

funzionali al testo e alla voce. Al centro, infatti, rimane sempre la canzone, con testi amari e a tratti disincantati che toccano l’Io e il sempre più difficile mondo che sta fuori. “Temporali e Rivoluzioni” è un disco morbido e reattivo al tempo stesso, decisamente più aperto e maturo dell’esordio, un disco sulle crisi contemporanee, interiori e intimiste (“Chiudi l’emergenza nello specchio”) ma anche sociali (“Inno nazionale del mio Isolato”) e sulla ricerca di un rinnovamento che sembra impossibile trovare. Questo disco è uno splendido segnale per l’emergente fenomeno dell’industria discografica indipendente made in Brianza.

Bis! teatro, musica ed eventia Monza & Brianza

In occasione della XVI rassegna del Teatro Amatoriale che vede protagoniste della manifestazione sette compagnie teatrali della Brianza, abbiamo incontrato Vito Adone, il presidente dell’Associazione Teatrale Besana in Brianza, che da anni cura e promuove l’evento.

Com’è nata l’idea di una rassegna dedicata alle compagnie teatrali amatoriali brianzole?In realtà, quando quasi vent’anni fa, è nata quasi per caso la nostra associazione teatrale, sul solo territorio di Besana erano attive ben sei o sette compagnie teatrali amatoriali ed è stato naturale organizzarci per la creazione di una rassegna teatrale. Poi, negli anni molte di queste compagnie si sono sciolte: oggi a Besana ci siamo noi e la Compagnia Instabile di Montesiro, e la manifestazione è stata estesa ad altre compagnie teatrali brianzole, venendo così ad ampliarsi ed arricchirsi. Ci sono molte valide compagnie amatoriali sul territorio: anche se per noi il teatro è un hobby, non di meno l’impegno nella preparazione di uno spettacolo è assolutamente serio e continuativo. La nostra compagnia, per esempio, è iscritta alla UILT, Unione Italiana Libero Teatro, e l’adesione a questa organizzazione nazionale ci ha dato parecchie occasioni di scambio con altre compagnie teatrali al di fuori del nostro ambito territoriale (per esempio, nel giugno 2010 ospiteremo la compagnia teatrale di Putignano (BA) mentre noi saremo loro

ospiti nell’autunno) e ci ha dato modo di partecipare a progetti che ci hanno portato a calcare palchi importanti come quello del Teatro San Babila di Milano.

In questo numero noi abbiamo pubblicato un’intervista ad Aldo Baglio, l’Aldo del celebre trio comico (formato con Giovanni Storti e Giacomo Poretti), un rappresentante del lato professionale del teatro in Italia che della comicità ha fatto il proprio strumento comunicativo. Questa scelta in favore della comicità sembra caratterizzare sia la vostra compagnia sia buona parte della rassegna da voi promossa: questo significa che “il comico” è oggi il carattere trainate del teatro italiano?Senza dubbio il teatro comico piace sempre…in questo periodo mi sembra di notare un ritorno di interesse anche verso il teatro classico ma una commedia brillante, uno spettacolo di cabaret sono sempre molto apprezzati perché offrono un momento di reale svago, l’occasione per due risate. All’interno della rassegna, il 23 gennaio 2010, noi presenteremo una commedia di Ray Cooney (attore e commediografo londinese ) intitolata Ora no, tesoro! Una farsa in cui equivoci, tradimenti e scambi di persona ruotano attorno a una fantomatica pelliccia di visone… è un opera frizzante, di sicura presa sul pubblico… che spero parteciperà numeroso!

Brianza alla ribalta di Elena Gorla

Le date brianzole della rassegna

23 Dicembre 2009Tambourine, Seregno

09 Gennaio 2010Arci Pintupi, Verderio Inferiore

23 Gennaio 2010Il Circolo, Mariano Comense

27 Febbraio 2010Arci Acropolis, Vimercate

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Produzione artistica: Giovanni Ferrario

VAR 005 - S.I.A.E.2009 CGiuliano Dottori - PViaAudio RecordsRiservati tutti i diritti del produttore fonografico e del proprietario dell’opera. Sono vietate la duplicazione, la locazione e l’utilizzo di questo supporto fonografico per pubblica esecuzione e radiodiffusione. Stampato in Italia.

www.viaaudio.it

01 Chiudi l’emergenza nello specchio

02 Amuleto

03 Non fa mai male la verità

04 La tua casa è piena

05 Tenerti stretto un ricordo

06 Inno nazionale del mio isolato

07 Catene e gioie fragili

08 Partenze coincidenze

09 Sirene e vampiri

10 Le cose semplici

DIGIPAK DOTTORI.indd 1 28-07-2009 14:37:34

Città diBesana in Brianza

Associazione TeatraleBesana in Brianza

SedicesimaRassegna

TeatroAmatoriale2009-2010

CineTeatro EdelweissPiazza Cuzzi - Besana in Brianza

AssociazioneTEAT RALE

Besana in Brianz

a

Copertina dell’album

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Monza, 26 novembre 2009 – Vuoi dedicare parte del tuo tempo libero al volontariato? Entra a far parte del corpo delle Infermiere Volontarie.

“Un volontariato che è storia, dal 1908 ai giorni nostri, le Infermie-re Volontarie sono sempre presenti laddove c’è una richiesta di aiu-to in ambito locale, nazionale ed internazionale – spiega Elisabetta Spezia ispettrice delle infermiere Volontarie del Comitato locale di Monza della Croce Rossa - Il nostro motto ‘Ama, Conforta, Lavora, Salva’, garantisce non solo un volontariato preparato e specializza-to, ma anche un’attività di supporto a chi ha bisogno. E’ un servizio fatto con il ‘cuore’ che, proprio per questo, ci ‘arricchisce’ di giorno in giorno in ogni attività quotidiana”.

È l’appello della sede monzese di una delle più antiche organizza-zioni internazionali che nelle prossime settimane darà il via al Cor-so per Infermiere Volontarie della Croce Rossa, meglio conosciute come Crocerossine.

Il Corso si articola su due livelli, con lezioni teoriche e pratiche; al termine del secondo livello viene rilasciato il diploma di Infermiera Volontaria, equivalente all’Attestato di Operatore Socio Sanitario Specializzato.Le lezioni teoriche sono serali con cadenza bisettimanale mentre il tirocinio si realizza presso strutture ospedaliere con modalità diffe-renziate in relazione alle esigenze di ciascuna iscritta.

Il Corso si svolge a Monza presso la sede CRI; e per accedervi è necessario avere la maggiore età ed essere in possesso del diploma di Scuola Superiore.

Le attività che si possono svolgere dopo il diploma sono molteplici ed interessano diversi settori: ospedali, ambulatori CRI, Forze Ar-mate, Protezione Civile, centri di assistenza, Educazione Sanitaria, soccorso aereo, missioni umanitarie e missioni di pace all’estero.Aggiornamenti e corsi di specializzazione completano la prepara-zione dell’Infermiera Volontaria, al fine di rendere il suo operato sempre più qualificato e proficuo per svolgere al meglio il suo servi-zio a favore dei più deboli e sofferenti in ambito locale, nazionale ed internazionale.

Per ulteriori informazioni telefonare alle responsabili della scuola: Daniela Carzaniga 0392304017 (ore serali) Adriana Bollo 3406002313 E-mail: [email protected]

Croce Rossa Italiana – Comitato di MonzaVia Piave, 11 - 20052 MonzaTel: +39 039 204591Fax: +39 039 20459317web: www.crimonza.it e-mail: [email protected]

CROCE ROSSA ITALIANACROCE ROSSA, via al CORSO PER INFERMIERE VOLONTARIE

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Per il secondo appuntamento con la scuola di cucina di Trantran…intorno a Monza & Brianza ci troviamo in una sede un po’ speciale: siamo infatti ospiti dell’Asso-ciazione Cuochi Brianza (riconosciuta dalla Federazio-

ne Italiana Cuochi), che ha sede nell’Istituto Alberghiero del Col-legio Ballerini di Seregno. Lo chef Giovanni Guadagno, infatti, oltre ad essere il presidente dell’associazione è anche un docente dell’Istituto Alberghiero…non solo, quindi, un professionista della cucina ma anche del suo insegnamento. Oggi più che mai ci sarà molto da imparare, la ricetta che ci presenta è, infatti, tratta dal suo libro Cucinare con Metodo parte della collana (quattro volumi dedicati sia ai professionisti della ristorazione sia agli appassionati sperimentatori) ABCuoco e ci viene, quindi, offerta corredata di chiarissime illustrazioni e di glossario tecnico.Il presidente dell’associazione che ci guiderà nella realizzazione del piatto, ha scelto di presentarci la quaglia con polenta alle verdure: questo volatile, infatti, è un ingrediente tipico della tradi-zione gastronomica brianzola (la valorizzazione del legame con il territorio è un elemento caratterizzante dell’attività dell’associazio-ne) che ben si presta alla realizzazione di piatti unici particolarmen-te adatti nei mesi invernali.Metodo1. Pulire le quaglie, lavarle, asciugarle. Tagliarle in quarti proceden-do con la tecnica utilizzata per il pollo (vedi figura). Con gli scarti di lavorazione, e gli altri ingredienti sopra indicati, preparare un fondo di quaglia lasciandolo ridurre del 50%.2. Salare, pepare e cospargere i quarti di quaglia con la farina di riso. Rosolarle nel burro spumeggiante, con pancetta e timo in una padella antiaderente e fiamma viva. 3. Sfumare con vino bianco, unire fondo di quaglia e cuocere 15’ i petti e 20’ le cosce.4. Servire con risotto piemontese/polenta/purea.

I segreti degli ChefTradizione d’eccellenza: la quaglia in padella

Quaglia in padella: ingredienti e dosi per 10 persone 20 quaglie (3 kg)100 g di pancetta tesa30 g di timo frescoUna punta di sale fine e di pepe30 g di farina di riso 50 g di burro¼ di litro di vino bianco300 g di fondo di quaglia

Per il fondo di quaglia3 grani di pepe100 g carota200 g cipolla grossa100 g di sedanoUn mazzetto guarnito (timo, alloro, rosmarino)200 g vino bianco1 litro d’acqua

PRODUZIONE E VENDITA AL DETTAGLIOBIRRA ARTIGIANALE CRUDA

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Guarda lo chef Guadagno all’opera nella video ricetta sul sito: www.trantran.net/category/segreti-dello-chef/

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CUCINARE

d’AMORE e

d’ACCORDO

CUCINARE

d’AMORE e

d’ACCORDO

Giovanni Guadagno

d’ d’Giovanni

Guadagno

CUCINAREd’AMOREed’ACCORDO

d’

Il primo passo per andare d’amore e d’accordo, in

cucina come nella vita, è evitare di creare complicazioni

rimuovendo gli ostacoli di tipo tecnico e materiale che si

possono generare affrontando le più disparate pratiche

quotidiane.

Il pregio di questo libro è quello di concentrare in poche

pagine l’essenza della tecnica e dell’arte della cucina.

Le ricette sono al tempo stesso raffinate e semplici,

tutte rigorosamente sperimentate.

Questo manuale può permettervi quindi di affrontare

con spensieratezza l’argomento cucina.

EDIZIONI URBANEDIZIONIURBAN

ISBN 888620551-1

9 788886 205511

E 18,00

COOP A 17-12-2008 7:40 Pagina 1

Giovanni GuadagnoEDIZIONI URBANPer informazioni:[email protected]

GLOSSARIOSpumeggianteSi dice del burro che posto al fuoco, dopo essersi sciolto, genera la tipica schiuma dovuta all’inizio dell’evapo-razione dell’acqua contenuta. Il fenomeno indica il raggiungimento della temperatura superiore ai 100° adatta ad iniziare la cottura.Fondo di cucina, fond de cuisinePreparazione semiliquida ottenuta dalla cottura prolungata di elementi diversi (aromatici, liquidi e nutritivi) a cui segue la concentrazione voluta. In altre parole il fondo di cucina è un estratto di nutrienti dell’alimento in lavorazione (carni diverse, pesce, crostacei o verdure). Le due tipolo-gie principali di fondi sono: bianco e bruno (a loro volta caratterizzati dalla carne impiegata per la preparazione). Inoltre si possono preparare fondi di pesce (fumet de poisson), crostacei (bisque), di verdura e di funghi.Deglassare, déglacerBagnare un fondo di cottura con bro-do, vino o altro liquido facendo sì che il fondo stesso si stemperi.

Per info e adesioni Associazione Cuochi Brianza:[email protected]

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Brigantia storia, leggende ed escursioninella nostra verde terra

Oggi voglio accompagnarvi alla scoperta di Oreno (frazione di Vimercate), un piccolo borgo di origine medievale

in cui, camminando tra le strette viuzze del centro, ci si sente sospesi nel tempo.Riaffiorano reminescenze liceali: correva l’anno 1480, quando, in questa cittadina nel cuore della Brianza, veniva alla luce Gin Giacomo Caprotti, noto ai più con il nome di Salaino o, nella lingua locale, Salaij: il diavolo. Sembra che questo soprannome gli venne attribuito dal suo grande maestro, Leonardo Da Vinci, nella cui bottega milanese entrò a soli dieci anni, età nella quale l’indole indomita di questo piccolo diavolo era già ben manifesta, stando a quanto lo stesso Leonardo annotò più volte fra le pagine dei suoi quaderni: “ ladro, bugiardo, ostinato e ghiotto……gli feci tagliare due camicie, un paro di calze e un giubbone, e quando mi posi i dinari a lato per pagare dette cose lui mi rubò detti dinari della scarsella, e mai fu possibile farglielo confessare, bench’io n’avessi vera certezza…”.Voci di corridoio insinuano che negli anni successivi i rapporti tra il maestro e l’allievo avessero assunto una natura più intima e che questo fosse il motivo per cui, nonostante tutte le diavolerie del Caprotti, Leonardo non lo cacciò mai dalle sue dipendenze. Questa ipotesi sembra prendere ancora più consistenza dal raffronto tra il presunto ritratto del Salaino (Collezione della Fondazione Alois, Liechtenstein) e la più nota Gioconda Nuda ( Monna Vanna, Svizzera) da cui si evince una spiccata somiglianza tra i due: la Gioconda Nuda sarebbe quindi un uomo, l’amante di Leonardo.

Oreno è veramente un borgo ricco di storia e di cultura e, durante la

mia passeggiata mi imbatto in moltissimi gioielli architettonici ( si veda riquadro informativo) ma la mia curiosità viene risvegliata soprattutto dalla vista di uno strano gruppetto di persone che segue un frate cappuccino all’interno di un maestoso edificio: il convento di S. Francesco D’Assisi. Scopro così che presso il convento, ancora oggi, è possibile soggiornare per meditare e ritrovare la tranquillità, in ambienti sobri ma ricchi di atmosfera e storia, che aiutano il raccoglimento. Quale miglior soluzione per riprendersi

dallo stress del nostro vivere frenetico che rifugiarsi in un’oasi di pace a due passi da casa?Dopo tanto camminare inizio ad avvertire un certo languorino e, dato che sono ad Oreno, mi voglio deliziare gustando la squisita patata locale. Infatti qui la patata è il più famoso prodotto tipico, coltivata in modo biologico come nei tempi antichi quando fu importata dal Nord Europa in questo angolo di Brianza dall’ abate Muller e ora nel paniere dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Lombardia. Mi reco quindi all’azienda agricola Agrifoppa

dove incontro il titolare Giuliano Fumagalli: “ E’ proprio il momento giusto per gustare la nostra famosa patata! Infatti vendiamo questo prodotto Made in Brianza solo da ottobre fino a gennaio/ febbraio a seconda dei raccolti. Verso la fine della raccolta, a Settembre, c’è però l’evento biennale più importante ed atteso: la Sagra della Patata. La patata di Oreno è il simbolo di un lavoro di rete che mira a valorizzare e conservare un territorio, quello della Brianza, ricco di storia e di tradizioni, ormai deturpato dall’eccessiva urbanizzazione, ma che oggi deve essere tutelato”.

Oreno

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Dovrò invece aspettare la prossima primavera per la raccolta fai da te,

un originale metodo di vendita dell’azienda Agrifoppa: “la raccolta in campo viene effettuata da maggio fino a metà novembre. Ogni persona viene fornita di un coltello e una cesta e può raccogliere tutti gli ortaggi disponibili in quel periodo al prezzo di un euro al kg. Invece, per chi non ha voglia di abbassare la schiena, c’è a disposizione uno spaccio dove acquistare i nostri prodotti. Nella nostra azienda gli ortaggi vengono coltivati con sistema a lotta integrata e in più, l’anno scorso, abbiamo ottenuto il marchio di qualità per la produzione della patata di Oreno. In poche parole prodotti di qualità a chilometri zero”.

Sono comunque molto soddisfatta perché mi sono comprata allo spaccio un bel

po’ di verdure di stagione: coste, finocchi, cardi ma soprattutto la verza… ho proprio voglia di provare la ricetta della casoeula dello chef Luca (vedi www.trantran.net). Non c’è che dire: nella botte piccola c’è il vino buono! La piccola Oreno, in una sola giornata, mi ha dischiuso tanti tesori storici, architettonici e gastronomici. La giornata sta finendo, ma la magia di questo borgo non sembra svanire con l’arrivo della notte. Camminerò ancora un po’ tra le vie incantate di Oreno, in questa atmosfera un po’ sospesa che mi fa sentire come una dama in abiti del 500 che passeggia tra carretti tirati da cavalli osservando il fumo che sale dai camini.

Oreno da vedereVilla Gallarati Scotti (XVIII secolo)Villa Borromeo (XVII secolo)Casino di caccia Borromeo (XV secolo)Convento di S. Francesco D’Assisi(XVI secolo)Palazzo Foppa (XVII secolo)Chiesa di S. Michele Arcangelo (XIX secolo)Cascina Cavallera (XVI secolo)

Convento di S. Francesco, Oreno - Nella pagina precedente: Villa Gallarati ScottiFoto di Max Spinolo

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Rosso di Elena Gorla

Raccontiamoci scritturacreativa

Rosso. Quella fu l’ultima cosa che Veronica vide. Rosso sulle sue mani; rosso nel riflesso di quegli occhi sgranati che la fissavano;

rosso sul pavimento bianco che la accoglie-va sdraiarsi nel suo caldo rosso.Rosso. Era il suo primo ricordo. Era tutto ciò che restava della sua infanzia: il rosso e il suo gatto spalmato sull’asfal-to. E in seguito molti altri ricordi, ricordi rossi: incerte finestre spalancate su di un rosso passato. Di ogni epoca della sua vita conservava solo poche e sconnesse imma-gini, inesorabilmente contraddistinte dalla irritante presenza del colore rosso.

Odiava il rosso perché era il solo ele-mento nel quale potesse riconoscer-

si, irritante e sempre uguale, ma lo odiava soprattutto perché sapeva che senza rosso lui non poteva vivere. Come si può, infatti, essere vivi se non se ne ha memoria?La sua repulsione per il rosso era tale che, fin da molto giovane, aveva capito che po-teva servirsene come filo conduttore della propria vita. Gli era sufficiente inserire un piccolo ele-mento di questo colore e subito i luoghi prendevano a essergli più famigliari, i vol-ti che lo circondavano meno estranei. Era sufficiente che si legasse a un polso un pic-colo nastro colorato perché, ripensando a se stesso e al rosso in un luogo o al fianco di una persona, anche quel luogo e quella persona gli si fissassero indelebilmente nel-la memoria, cessando, così, di essere sem-plici sogni o fantasmi.

Con questo trucco, con questo assur-do segreto, era riuscito a crescere nel

mondo delle cose, mischiandosi nell’indif-ferenza delle persone, in modo da organiz-zarsi un universo finalmente stabile.In fondo, però, organizzarsi una realtà esterna era stato relativamente facile; il vero problema era stato quello di conferire un’identità al flusso dei suoi pensieri. Senza quest’identità, infatti, non poteva pensare, non riusciva a volere. Era solo. Era un bagliore nel nulla e poi più nulla. Un attimo dopo e non era più lui, era solo un nuovo e isolato bagliore. Era più che solo perché non riusciva neppure a sentirsi presente a se stesso.Fino a quel giorno non avrebbe certo potu-to dire di amare quel piccolo gatto. Era riuscito a renderlo una presenza stabi-

le, alla stregua di tutti gli oggetti della casa in cui viveva con sua madre, non si stupiva più nel vederlo spuntare da sotto un divano ma, cosa per lui molto strana, a ogni nuova apparizione quel gattino lo colpiva, c’era nel suo aspetto qualcosa che lo spingeva a nutrire verso di lui un interesse più acceso.Il piccolo gatto era bello. Era questo che pensava ogni volta che lo vedeva compa-rire.

Ciò che però non riusciva a compren-dere era perché la vista di quel cuccio-

lo gli provocasse ogni volta una specie di tremore, una morsa che gli faceva salire le lacrime agli occhi ma che subito, appena il gattino tornava a nascondersi, spariva con lui. si arrampicò sulle sue gambe e si sdraiò in braccio a lui. Era bello, e gli si gonfiarono gli occhi di pianto. Sapeva che quel suo uni-co amico da lì a poco sarebbe scomparso nelle paludi della sua instabile memoria.Fu rapido, la finestra era già spalancata.

Con un balzo si affacciò stringendo tra le mani il gattino che si agitava. Sette piani e un letto di asfalto. Un tonfo sordo e quel musino nero che si stagliava in una pozza rossa. Ora capiva. Sapeva finalmente di amare quella creatura di cui sarebbe riuscito a trat-tenere il ricordo. Era felice. Ora che poteva amare qualcuno, pianger-ne la mancanza, ricordarne lo sguardo, si sentiva veramente, per la prima volta, vivo, pieno e presente a se stesso: una persona normale.

Visse di quella pienezza fino al giorno in cui incontrò il primo amore.

La ragazzina aveva le trecce. Due trecce lunghe e scure che ornavano il suo collo sottile e ricadevano sulla cartellina di ver-nice rossa.La incontrava ogni mattina.Dalla fermata dell’autobus all’ingresso del-la scuola non riusciva a staccarle gli occhi

di dosso. Non ne conosceva neppure la voce, camminava da sola e in silenzio, ma la sua bellezza era tale che lui non riusciva a smettere di pensarla. Pensava a lei appena sveglio, pensava a lei scivolando nel son-no, pensava a lei in ogni attimo della sua giornata. Pensava a lei, certo, ma riusciva sempre e solo a ricordarne le trecce e la cartellina. Il suo volto gli sfuggiva. I suoi occhi resta-vano per lui inaccessibili. Non avrebbe mai potuto possederne un vero ricordo, non avrebbe potuto venerare la sua immagine, non avrebbe mai potuto, insomma, arrivare ad amarla davvero. Ma un modo c’era, lui lo sapeva. Capì an-che che lo voleva. Il suo primo amore, in-delebile scritta rossa nella sua memoria…Dopo molti anni venne Veronica. Con lei era tutto diverso. Veronica possedeva un suo posto preciso nella realtà di ogni gior-no, quella che con tanta fatica egli cercava da anni di organizzare stabilmente.

Veronica lavorava con lui, persino gli parla-va, ogni tanto.

Cosa fare di Veronica, la bellissima Veronica che di giorno era lì, al suo

fianco, ma che ogni giorno spariva senza lasciare più segni nei suoi ricordi? Ricorda-re lei avrebbe significato sgretolare la sua quotidianità, strappandone con violenza un elemento indispensabile. Doveva scegliere fra lei ed il mondo. Scelse.Scelse di morire per amore. Perché, infat-ti, lo presero, seduto nel rosso accanto al corpo di Veronica, mentre, con garbo, le scostava i capelli dagli occhi dicendole che era bella.Lo sbatterono in una cella grigia e gli disse-ro che avrebbe vissuto lì, fino alla fine dei suoi giorni. Non capivano che per lui, senza rosso, non esistevano giorni, non esisteva vita. Aveva scelto di barattare la realtà con quell’eterna contemplazione di Veronica, nel rosso indelebile della sua memoria.

“... Era un bagliore nel nulla e poi più nulla. Un attimo dopo e non era più lui, era solo un nuovo e

isolato bagliore. Era più che solo perché non riusciva neppure a sentirsi presente a se stesso....”

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Raccontiamoci scritturacreativa

Angolo poesie

Poesia tratta dal libro “Il vizio delle parole”di Paolo Ornaghi

IL VIZIO DELLE PAROLE Ora è notte e mi ritrovo a far caprioleCon il vizio delle parole,a cercare ispirazione che dia sensoalla dormiente insonnia che mi rugge dentro.Come capriolo carpiato mi tuffo nella noia e nello sbuffoMentre temo la morte ma la chiamo vicinaCome unica sorte perché adoro la vitaE ho un sesso senso di gioia infinitaChe mi spinge a ridere e cercareDi rime un incastro per schivare il disastro.Ora non so se bermi un chupito di cicutaO tapparti con la mano la bocca per fartiFinalmente star muta.Ma si fotta tutto!C’è un albero albino che non da più fruttoCome il seme mio schiantato e distruttoCome l’animo mio ferito che non ha più un nomeCome sta penna che scrive e descrive personeE le chiama per nomeCome il mio ego che non ha più proleMa solo e soltanto Lo stupido vizio delle parole.

AVEVO SPERANZE DA DARTIdi Rita M.

Avrei voluto...Strade lunghestrade separate

Se t’avessi incontrato...Il cammino di tuttiè cieco, senza mete

Avevo speranze da dartiSeminiamo la vitadi ideali sparenti

Ero fragile e vibrantedi vita sofferente

Ci ritroviamo adulticiottoli franti e rifranti

La mia luce superbaera un astro di cristallo

Le nostre notti:tutte senza luna

Ora mi trovo dentro solo curiosità

per dolori più profondi

AUTUNNOdi Rita M.

T’amo, autunno di città,ché m’assomigli

Perché sei allegro fuorie dentro lentamente muori

SENSAZIONEdi Rita M.

Or ridodel raggio iridescente sull’asfalto

or piangoper l’argento lunarerotto dai lampioni.

GIORNOdi Rita M.

L’acquas’accendedi lampi.

Scoppi di luceferiscono il verde.

Lo spazioè un trionfo di voli.

Stasera tuttomorirà col Sole.

Per inviarci i vostri racconti o le vostre poesie scriveteci a: [email protected]

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Page 29: Trantran N°2/2009

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L’angolo del pendolare

Sul primo numero di Trantran, nella nostra rubrica dedicata alle ansie, alle preoccupazione e ai... piaceri dei pendolari, abbiamo pubblicato

una poesia intitolata “ Che bello!...” che descrive, in maniera simpatica ma anche molto realistica, alcune delle fasi della dura vita quotidiana dei pendolari. La poesia, per chi (sciagurato!) si fosse perso il primo numero della nostra rivista, è reperibile su internet presso il sito www.trantran.net. Adesso invece vogliamo far parlare voi, citando le vostre mail, telefonate o quant’altro, così che possiate accorgervi di quanti punti in comune o meno possano avere le diverse esperienze da pendolare. Il primo che citiamo è Juri. “Ho preso al volo Trantran, di cui aspettavo con ansia l’uscita, e poi ho fatto una corsa per salire sul mitico treno delle 8.05. Lì però ero strapigiato e non potevo leggere. Ho dovuto aspettare di arrivare in ufficio per leggere con calma”. Grazie per l’entusiasmo che ci hai trasmesso con la tua mail, Juri. Per gli altri, l’invito, è rileggere quella parte della poesia dove si ironizza su quanto sia bello viaggiare in piedi e insieme a tante altre persone. È incredibile quanto sia facile notare che in tantissimi, ogni giorno, condividiamo lo stesso trantran, appunto, in questo caso la ressa da viaggio. Ora invece presentiamo la classificazione dei pendolari proposta da Giulia 75 (a proposito, grazie a te e a Juri).

Il chiacchierone: anche se sono le 7 del mattino e fa un freddo esagerato, anche se siamo tutti stipati come sardine, anche se

il treno è in ritardo e il nervosismo aleggia nell’aria, lui, il chiacchierone, non avrà pietà. In meno di mezz’ora vi racconterà tutta la sua vita e anche se farete finta di inviare un messaggio col telefonino, leggere avidamente un giornale o fissare intensamente il vuoto, niente potrà servire. Rassegnatevi perché per farlo smettere di parlare non potrete fare niente. Se poi farete l’errore di dargli corda, anche solo per cortesia, sarete completamente fregati: il chiacchierone vi domanderà con che treno rientrate e vi terrà anche il posto, accanto al suo, la mattina dopo.

Il provolone: normalmente il provolone si attiva sul treno del rientro, dalle 17 in poi per intenderci, perché di mattina è ancora troppo stordito dal sonno per cominciare la sua attività di corteggiamento. Il provolone, anche se ci sono molti posti liberi, sceglierà accuratamente dove sedersi, e state certe, se siete anche minimamente carine si metterà accanto a voi e comincerà a fissarvi con aria da ebete stando attentissimo a ogni movimento delle vostre pupille. Se, per sbaglio, incrociate il suo sguardo, lui si sentirà titolato a rivolgervi la parola, cominciando con una scusa qualsiasi. Dopo pochissimi preamboli vi chiederà subito il nome e cercherà di capire con quale frequenza prendete il suo stesso treno.

Il maleodorante: Il treno è stracolmo. Riuscite a malapena a reggervi in piedi perché non avete niente cui aggrapparvi. Dopo un po’ vi girate e vedete un posto libero. Pieni di gioia e di entusiasmo per la

felice scoperta non vi domanderete: perché quel posto è libero? Perché nessuno si è seduto prima di me? Questo sarà il vostro imperdonabile errore. Avete appena trovato un posto accanto al maleodorante. Adesso che avete finalmente capito perché proprio quel posto era libero, è troppo tardi. Per non mortificare il maleodorante non avrete il coraggio di alzarvi.

L’egocentrico: Lui non vuole interagire con nessuno, non vuole broccolarvi nè attaccare bottone: lui vuole solo far sapere al mondo che esiste. L’egocentrico è quello che è sempre al telefono (che siano le 7 del mattino o le 6 di sera), impegnato in conversazioni spesso privatissime, ma ha un tono di voce talmente alto che tutto il vagone, nell’arco del viaggio, sarà spettatore passivo delle sue vicende. A meno che non ci sia nei pressi il chiacchierone che approfitterà dell’occasione per dire la sua... Ci sono poi gli ingombranti, le scolaresche, i lettori muti, e tanti, tantissimi altri spaccati di umanità. Attendiamo con ansia altre vostre mail, in modo tale da poter istruire anche i pendolari meno navigati su tutte le insidie cui si va incontro mettendo piede sulla carrozza di un treno.

Volete raccontarci le vostre avventure da pendolari?Scriveteci a: [email protected]

Piazza V.Veneto, 10Seregno

Incontri ravvicinati

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8. Non voglio che ingrassi o che cambi il carattere E’ invece un luogo comune errato ritenere che il nostro gatto o cane sterilizzato ingrasserà per forza di cose o

non avrà più lo stesso carattere di prima (quante persone ancora oggi ingenuamente sostengono che il cane o il gatto sterilizzato “diventi stupido” !!!!!!): con una dieta equilibrata e un’adeguata quantità di esercizio - regolari passeggiate per i cani, un po’ di giochi e movimento per i gatti da appartamento - potrà rimanere in forma. La tendenza ad ingrassare non è necessariamente legata al fattore sterilizzazione quanto piuttosto al metabolismo di ciascun soggetto. Il cambiamento ormonale prodotto dalla sterilizzazione/castrazione potrebbe portare il cane o il gatto ad essere più tranquillo ed equilibrato: lievi variazioni, non sempre riscontrabili, che in ogni caso possono essere considerate positive anche per l’equilibrio stesso dell’animale

9. E’ contro natura, è una crudeltà. Per alcuni proprietari è dif�cile accettare l’idea della sterilizzazione perché “somatizzano” (quasi come se fossero

loro a dover essere sterilizzati!). E’ vero che noi non siamo nella testa dei nostri animali, verosimilmente però a loro manca tutta la componente

psicologica umana e agiscono e sentono i bisogni sessuali quando questi sono dettati dagli ormoni, prodotti dalle gonadi (testicoli e ovaie). Se questi vengono tolti non dovrebbero sentire più impulsi (anche se alcuni animali mantengono un comportamento sessuale dopo la sterilizzazione poiché sono soggetti particolarmente dominanti). La differenza psicologica tra noi e gli animali si vede ad esempio nel momento in cui un cucciolo ormai svezzato viene tolto dalla mamma, senza causare traumi.

Altra obiezione molto frequente è che bisognerebbe… “lasciare la natura fare il suo corso”. Se così fosse, allora ogni femmina dovrebbe partorire almeno 2 volte all’anno e provate ad immaginare quali sarebbero le conseguenze (anzi, a questo proposito, vi invitiamo a dare un’occhiata al nostro volantino “Da uno... a centomila”)

10. Non me lo posso permettere. Naturalmente la sterilizzazione è un intervento con un certo costo. Ma considerate che la spesa viene sostenuta

una sola volta nella vita dell’animale e che, a lungo termine e nella maggior parte dei casi, eviterà di dover sostenere spese veterinarie di altro genere, non solo più onerose ma che richiedono anche interventi d’urgenza o più rischiosi per la salute del vostro animale (complicazioni legate a dif�coltà di parto e spese per la successiva cura dei piccoli; ripetute gravidanze isteriche; insorgenza di malattie virali – nei gatti – che si trasmettono proprio per via sessuale; interventi e cure di pronto soccorso in caso di ferite riportate nelle zuffe o in seguito ad incidenti stradali; asportazione di tumori, cisti ovariche, noduli mammari o dell’utero a causa di grave infezione (piometra), che sono alcuni dei problemi di salute cui sono facilmente soggette col passere degli anni le femmine non sterilizzate in giovane età.

Infine, se possiamo darvi ancora qualche consiglio…

> diffidate dei veterinari che suggeriscono di fare partorire la cagna o la gatta almeno una volta, prima della sterilizzazione.

Al di là di qualsiasi considerazione scienti�ca sulla comprovata utilità/necessità o meno della “fatidica” prima cucciolata, chiedetevi poi cosa ne sarà dei cuccioli una volta nati.

Dif�cilmente sarà poi il veterinario a darvi una mano nel collocare i 4,5,6,8 o magari anche 10, teneri batuffoli….

> diffidate anche di quelli che vi dicono “se la tua cagna/gatta dovesse fare i cuccioli, uno lo prendo io!” perché, per esperienza, possiamo assicurarvi che quando il cucciolo sarà pronto per essere �nalmente adottato (dopo che ve lo sarete pazientemente cresciuto �no all’età di 2 mesi circa) nel 90% dei casi assisterete ad un clamoroso dietrofront da parte delle persone che vi sembravano tanto convinte e interessate!

> in ultimo, non cedete alla tentazione di far nascere gattini o cagnolini perché ritenete possa essere un’esperienza educativa ed entusiasmante per i vostri figli: anche in questo caso chi si dovrà poi accollare l’onere e l’impegno di allevare 4,5,6,8, o magari anche 10 cuccioli e di trovargli casa sarete solo e unicamente voi !

Sedevia Lecco, 164_20052 Monzatel. 039 388304 _fax 039 323924aperto tutti i pomeriggi_dalle 14.30 alle [email protected]_www.enpamonza.it

Canile/Gattilevia Buonarroti, 52_20052 Monza_tel. 039 835623aperto tutti i pomeriggi_dalle 14.30 alle 17.30esclusi mercoledì e giorni [email protected]

ENTE NAZIONALE PROTEZIONE ANIMALI onlus Sezione Provinciale di Monza e Brianza

8. Non voglio che ingrassi o che cambi il carattere E’ invece un luogo comune errato ritenere che il nostro gatto o cane sterilizzato ingrasserà per forza di cose o

non avrà più lo stesso carattere di prima (quante persone ancora oggi ingenuamente sostengono che il cane o il gatto sterilizzato “diventi stupido” !!!!!!): con una dieta equilibrata e un’adeguata quantità di esercizio - regolari passeggiate per i cani, un po’ di giochi e movimento per i gatti da appartamento - potrà rimanere in forma. La tendenza ad ingrassare non è necessariamente legata al fattore sterilizzazione quanto piuttosto al metabolismo di ciascun soggetto. Il cambiamento ormonale prodotto dalla sterilizzazione/castrazione potrebbe portare il cane o il gatto ad essere più tranquillo ed equilibrato: lievi variazioni, non sempre riscontrabili, che in ogni caso possono essere considerate positive anche per l’equilibrio stesso dell’animale

9. E’ contro natura, è una crudeltà. Per alcuni proprietari è dif�cile accettare l’idea della sterilizzazione perché “somatizzano” (quasi come se fossero

loro a dover essere sterilizzati!). E’ vero che noi non siamo nella testa dei nostri animali, verosimilmente però a loro manca tutta la componente

psicologica umana e agiscono e sentono i bisogni sessuali quando questi sono dettati dagli ormoni, prodotti dalle gonadi (testicoli e ovaie). Se questi vengono tolti non dovrebbero sentire più impulsi (anche se alcuni animali mantengono un comportamento sessuale dopo la sterilizzazione poiché sono soggetti particolarmente dominanti). La differenza psicologica tra noi e gli animali si vede ad esempio nel momento in cui un cucciolo ormai svezzato viene tolto dalla mamma, senza causare traumi.

Altra obiezione molto frequente è che bisognerebbe… “lasciare la natura fare il suo corso”. Se così fosse, allora ogni femmina dovrebbe partorire almeno 2 volte all’anno e provate ad immaginare quali sarebbero le conseguenze (anzi, a questo proposito, vi invitiamo a dare un’occhiata al nostro volantino “Da uno... a centomila”)

10. Non me lo posso permettere. Naturalmente la sterilizzazione è un intervento con un certo costo. Ma considerate che la spesa viene sostenuta

una sola volta nella vita dell’animale e che, a lungo termine e nella maggior parte dei casi, eviterà di dover sostenere spese veterinarie di altro genere, non solo più onerose ma che richiedono anche interventi d’urgenza o più rischiosi per la salute del vostro animale (complicazioni legate a dif�coltà di parto e spese per la successiva cura dei piccoli; ripetute gravidanze isteriche; insorgenza di malattie virali – nei gatti – che si trasmettono proprio per via sessuale; interventi e cure di pronto soccorso in caso di ferite riportate nelle zuffe o in seguito ad incidenti stradali; asportazione di tumori, cisti ovariche, noduli mammari o dell’utero a causa di grave infezione (piometra), che sono alcuni dei problemi di salute cui sono facilmente soggette col passere degli anni le femmine non sterilizzate in giovane età.

Infine, se possiamo darvi ancora qualche consiglio…

> diffidate dei veterinari che suggeriscono di fare partorire la cagna o la gatta almeno una volta, prima della sterilizzazione.

Al di là di qualsiasi considerazione scienti�ca sulla comprovata utilità/necessità o meno della “fatidica” prima cucciolata, chiedetevi poi cosa ne sarà dei cuccioli una volta nati.

Dif�cilmente sarà poi il veterinario a darvi una mano nel collocare i 4,5,6,8 o magari anche 10, teneri batuffoli….

> diffidate anche di quelli che vi dicono “se la tua cagna/gatta dovesse fare i cuccioli, uno lo prendo io!” perché, per esperienza, possiamo assicurarvi che quando il cucciolo sarà pronto per essere �nalmente adottato (dopo che ve lo sarete pazientemente cresciuto �no all’età di 2 mesi circa) nel 90% dei casi assisterete ad un clamoroso dietrofront da parte delle persone che vi sembravano tanto convinte e interessate!

> in ultimo, non cedete alla tentazione di far nascere gattini o cagnolini perché ritenete possa essere un’esperienza educativa ed entusiasmante per i vostri figli: anche in questo caso chi si dovrà poi accollare l’onere e l’impegno di allevare 4,5,6,8, o magari anche 10 cuccioli e di trovargli casa sarete solo e unicamente voi !

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Gatti & cani: perché sterilizzarli?Ecco il nostro decalogoLa sterilizzazione è una scelta etica e respon-sabile, un atto di rispetto verso gli animali, ver-so chi li accudisce e versola società. In dieci punti chiave spieghiamo perché.1. La sterilizzazione è l’unico modo per controllare le nascite e per combattere l’abbandono, il randa-gismo e tutte le tristi conseguenze che ne deriva-no: dall’intolleranza nei confronti delle colonie feline fino ai canili e rifugi lager dove i cani, e talvolta anche i gatti, vivono in condizioni di assoluto degrado, arricchendo gestori senza scrupoli che non hanno alcun interesse né ad affidarli né a spendere i soldi ricevuti dai co-muni per farli vivere se non bene, almeno in condizioni accettabili.2. Per proteggerli dai tumori: moltissimi veteri-nari sono concordi sul fatto che la sterilizza-zione precoce delle femmine (entro il primo calore) abbassi l’incidenza di tumori mammari del 98%; anche dopo il terzo o quarto calore previene la piometra (infezione dell’utero molto pericolosa). La castrazione nei maschi (entro i sei-otto mesi) previene patologie della prosta-ta e dei testicoli.3. Per proteggere i gatti da gravi malattie infettive come la FIV (virus dell’immunodeficienza fe-lina), la FeLV (leucemia virale felina) e la FIP (peritonite infettiva felina). I gatti non steriliz-zati hanno più probabilità di contrarre queste malattie sia attraverso l’accoppiamento sia a causa delle lotte tra maschi per la conquista delle femmine. In certi casi possono essere trasmesse anche dalla madre gravida ai cuc-cioli. In ogni caso, anche qualora per fortuna non siano veicolo di queste malattie infettive, le ferite procurate durante i combattimenti sono comunque pericolose in quanto possono infettarsi e causare ascessi o altre complica-zioni anche gravi.4. Per evitare le “fughe d’amore”, che troppo spesso finiscono in tragedia. Ogni anno nume-rosissimi gatti e cani si allontanano o scappa-no durante il periodo del calore. Tanti finiscono i loro giorni sull’asfalto, investiti, e nel peggiore dei casi trascorrono anche diverse ore o ad-dirittura giorni in agonia prima che subentri la morte; altri hanno la fortuna di essere soccorsi per tempo ma non verranno mai più trovati dai propri padroni; altri ancora provocano inciden-ti stradali con conseguenze più o meno gravi anche per le persone.5. Per risolvere alcuni problemi comportamentali come l’aggressività: in numerosi casi la manca-ta sterilizzazione porta ad un’elevata aggres-sività e ad una convivenza difficile e talvolta impossibile tra animali dello stesso sesso, con

conseguenze spesso gravi per il più piccolo o sottomesso dei due; talvolta ne derivano anche conseguenze di natura legale. Purtrop-po con una certa frequenza, il cane o il gatto protagonista di qualche episodio di aggres-sività o di eccessivo nervosismo – vittima co-munque dell’ignoranza delle persone – finisce ingiustamente dietro le sbarre di un canile o di un gattile mentre questo drastico epilogo si sarebbe potuto evitare o comunque contenere magari proprio con la tempestiva sterilizzazio-ne dell’animale.6. Per la vostra tranquillità, e per conservare buoni rapporti con il vicinato. Perché nei gatti maschi la castrazione elimina lo sgradevole problema dell’urina maleodorante spruzza-ta un po’ ovunque per demarcare il territorio, frequente causa di disagi o di litigi tra vicini di casa; nelle gatte la sterilizzazione previene i fortissimi miagolii insistenti (anche nottur-ni!) tipici del periodo del calore e le evita la frustrazione di essere tenuta segregata, oltre all’ansia dei proprietari che cercano di non far-la scappare.

Pregiudizi & luoghi comuni da sfatare Veniamo ora alle più frequenti obiezioni, molto spesso frutto di veri e propri pregiudizi e luoghi comuni, di chi non è ancora convinto che ste-rilizzare il proprio animale di casa sia la scelta da compiere il prima possibile (attorno ai 6/7 mesi per le femmine; 7/8 mesi per i maschi, naturalmente consultandosi con il proprio ve-terinario di fiducia).

7. Ma io so già a chi dare i cuccioli della mia ca-gnetta (o della mia gatta), li ho sempre dati via tut-ti e comunque non li abbandonerei mai io, guai!Ci mancherebbe: è anche reato, punito dalla Legge! Ma potete davvero garantire che an-che chi prende i vostri cuccioli non abbando-nerà i successivi cuccioli di questi?E tutte le generazioni future? Se è così facile trovare chi è disposto ad adottare cuccioli e gattini, come mai ogni anno vengono gettate nei bidoni o nei fiumi, o abbandonate in strade deserte, in campagna, o nei parcheggi dei su-permercati, in scatole di cartone o in sacchetti di plastica migliaia e migliaia di cuccioli, con-dannati a una fine orribile?E come mai i canili e rifugi di tutta Italia sono strapieni e scoppiano di animali indesiderati? In Italia si calcolano 150.000 nuovi cani ab-bandonati ogni anno; nessuno sa quanti sono i gatti, ma probabilmente almeno tre volte tanto (450.000).8. Non voglio che ingrassi o che cambi il carattere E’ invece un luogo comune errato ritenere che il nostro gatto o cane sterilizzato ingrasserà per forza di cose o non avrà più lo stesso ca-r a t - t e re di prima (quante persone ancora

oggi ingenuamente sostengono che il cane o il gatto sterilizzato

“diventi stupido” !!!!!!): con una dieta equili-brata e un’adeguata quantità di esercizio - re-golari passeggiate per i cani, un po’ di giochi e movimento per i gatti da appartamento - potrà rimanere in forma. La tendenza ad ingrassare non è necessariamente legata al fattore steri-lizzazione quanto piuttosto al metabolismo di ciascun soggetto. Il cambiamento ormonale prodotto dalla sterilizzazione/castrazione po-trebbe portare il cane o il gatto ad essere più tranquillo ed equilibrato: lievi variazioni, non sempre riscontrabili, che in ogni caso possono essere considerate positive anche per l’equili-brio stesso dell’animale9. E’ contro natura, è una crudeltà.Per alcuni proprietari è difficile accettare l’idea della sterilizzazione perché “somatizzano” (quasi come se fossero loro a dover essere sterilizzati!).E’ vero che noi non siamo nella testa dei no-stri animali, verosimilmente però a loro man-ca tutta la componente psicologica umana e agiscono e sentono i bisogni sessuali quando questi sono dettati dagli ormoni, prodotti dalle gonadi (testicoli e ovaie). Se questi vengono tolti non dovrebbero sentire più impulsi (anche se alcuni animali mantengono un comporta-mento sessuale dopo la sterilizzazione poiché sono soggetti particolarmente dominanti).La differenza psicologica tra noi e gli animali si vede ad esempio nel momento in cui un cuc-ciolo ormai svezzato viene tolto dalla mamma, senza causare traumi.Altra obiezione molto frequente è che bisogne-rebbe… “lasciare la natura fare il suo corso”. Se così fosse, allora ogni femmina dovrebbe partorire almeno 2 volte all’anno e provate ad immaginare quali sarebbero le conseguenze (anzi, a questo proposito, vi invitiamo a dare un’occhiata al nostro volantino “Da uno... a centomila”)10. Non me lo posso permettere.Naturalmente la sterilizzazione è un interven-to con un certo costo. Ma considerate che la spesa viene sostenuta una sola volta nel-la vita dell’animale e che, a lungo termine e nella maggior parte dei casi, eviterà di dover sostenere spese veterinarie di altro genere, non solo più onerose ma che richiedono an-che interventi d’urgenza o più rischiosi per la salute del vostro animale (complicazioni legate a difficoltà di parto e spese per la successiva cura dei piccoli; ripetute gravidanze isteriche; insorgenza di malattie virali – nei gatti – che si trasmettono proprio per via sessuale; interven-ti e cure di pronto soccorso in caso di ferite riportate nelle zuffe o in seguito ad incidenti stradali; asportazione di tumori, cisti ovariche, noduli mammari o dell’utero a causa di grave infezione (piometra), che sono alcuni dei pro-blemi di salute cui sono facilmente soggette col passere degli anni le femmine non steriliz-zate in giovane età.

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due chiacchierea quattro zampeIn cucciaIn cuccia due chiacchierea quattro zampe

La gatta che amava la pizza a cura di Gabriella

Ero molto dubbiosa quando mi hanno portata in quella casa. Inizialmente osservavo na-scosta sotto un mobile i futuri

coinquilini per capire i presagi di buona o cattiva sorte. Mi sembrava un luogo pro-gettato male, senza prati verdi. Le voci di richiamo nei miei confronti erano insisten-ti ma, al momento, il mio umore non mi permetteva di socializzare con quegli strani personaggi. Non avevo mai frequentato es-seri umani, dato che abitavo con altri gatti randagi vicino ad una pizzeria, tra scatole e bidoni ed altre cianfrusaglie. Però c’era di buono che ogni tanto riuscivo ad addenta-re qualche avanzo e, se non visto dai miei simili, gustarmelo in santa pace. Mi piaceva molto la pizza, soprattutto quella al tonno.Dalla mia postazione sotto il mobile, in

quella nuova casa, guardavo con interesse una poltrona fuori moda. Dovevo riuscire a raggiungerla per provare le mie unghie, la comodità e la morbidezza. Gli esseri umani mi chiamavano insisten-temente “Rudy, Rudy” (diminutivo di Ro-dolfa) e un profumino allettante arrivava da una parte della casa e il languorino che sen-tivo mi spinse, piano piano, a mettere fuori dalla mia tana prima le zampucce e poi la testoilina. Un passo, due, tre finalmente la prova che la provvidenza mi aveva manda-to: una ciotola piena di piccoli bocconcini di pesce saporito.Forse mi conveniva imparare a convivere con quei signori ed essere anche un po’ carina.Mi piaceva molto la pizza, ma adesso tutti i giorni ho una pappa deliziosa e una ciotola d’acqua fresca. La casa è mia. E la sera ri-

cevo anche tanti grattini sulla testa che mi fanno fare le fuse. L’altra sera la mia padroncina è tornata a casa con la pizza. Io mi sono messa a mia-golare e ne ho addentato un pezzettino, per abitudine. Tutti loro si sono messi a ridere e quindi, sono diventata famosa come Ro-dolfa, la gatta che ama la pizza. Decisi di rimanere lì e non scappare.

Consigli per dare al proprio gatto un nome appropriato. Scegliere per

il proprio gatto un nome non è facile, ma studiando bene il carattere si può tentare:Rudy: gatta morbida, intrigante e libera.Rebecca: maliziosa e un po’ vendicativaRosa: pasticciona e imbranataAttila: battaglieroGerry: geloso della sua privacyGuappy: ficcanaso e spione

BUD, deve averne fatte di zuffe quando era giovane…SCHEDA N°:18832 ETA’: 7 anni circaSESSO: maschio, sterilizzato da noiIN CANILE DA: 6 luglio 2009GENERALITA’: è un gattone grosso con un bel testone e sul corpo porta i segni di vecchi scontri per la disputa delle femmine e del territorio. Quando era giovane doveva essere il temibile boss della zona, ma ora che è diventato maturo non fa più paura a nessuno e ci ha rivelato l’aspetto più nascosto e anche tenero del suo carattere di micio solitario e schivo. Purtroppo i combattimenti in età giovanile hanno lasciato anche un altro segno, abbastanza frequente nei gatti maschi non sterilizzati che si azzuffano tra loro: è infatti risultato positivo alla Fiv (immunodeficienza felina). Per ora sta bene, e si è ripreso senza problemi dall’intervento necessario della sterilizzazione. CARATTERE: in gattile fa tenerezza in quanto è un gattone grande e grosso ma molto mite e mansueto, non miagola mai, non si fa

mai notare, se ne sta tristemente rintanato nella sua “nanna” (nel nostro gergo = cuccia dove dorme).ADOZIONE IDEALE: la sua positività alla Fiv limita ulteriormente le sue possibilità di adozione in quanto può essere affidato a chi non intende avere altri gatti in casa oppure a chi ha già un altro micio che presenta il suo stesso problema; in questo caso lo vediamo meglio in compagnia di una bella micia tranquilla, piuttosto che di un altro gatto maschio. In poche parole, possiamo iscrivere a pieno titolo Bud nella categoria degli attuali SfiGatti nostri ospiti.

BELGIO e GUENDA non si possono separareSCHEDA N°:15587 (Belgio), 15633 (Guenda) ETA’: Nati marzo 2007SESSO: maschio (Belgio) e femmina (Guenda), entrambi sterilizzati. IN CANILE DA: primo ingresso giugno 2007, affidati insieme settembre 2007, rientrati il 9 ottobre 2009GENERALITA’: due fratelli col mantello

bianco e nero. Belgio è il classico gatto tipo Felix, con il pelo corto molto lucido, e gli occhi verdi-gialli. La sorellina Guenda è semplicemente stupenda, con il pelo lungo e morbido. CARATTERE: Sono spaventati, Belgio in particolare. Al primo approccio, Guenda inizialmente è titubante, poi a furia di accarezzarla e grattarla si lascia andare alle fusa, viene fuori dal trasportino e si posiziona per farsi coccolare meglio. Ancora non si fida di essere presa in braccio, ma siamo sicuri che sotto sotto è una gran coccolona e darà un sacco di soddisfazioni. Il fratello Belgio è molto timoroso. Inizialmente soffia quando cerchi di toccarlo, ma assolutamente senza graffiare o mordere, né altro segno di aggressività: è solo tanta paura ADOZIONE IDEALE: assolutamente insieme: Belgio ha un enorme bisogno della sorella che gli dà coraggio e un senso di sicurezza. Per loro ci vuole una persona o famiglia molto tranquilla, senza bambini piccoli, disposta ad adottarli entrambi per evitargli il trauma della separazione. Chi deciderà di adottare Belgio e Guenda dovrà inizialmente tenerli in un singolo locale (come un bagnetto), con tutto il necessario (la cuccia, cibo, acqua, cassetta) e senza possibilità di scappare.

PER INFO CONTATTARE: Per maggiori info su questi gatti, scrivere a [email protected]. Solo nel caso in cui la vostra mail vi dovesse tornare indietro o non riceviate risposta entro un paio di giorni, potete scrivere anche all’indirizzo [email protected]

Questa settimana l’ENPA ci segnala

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Di tutto un po’ svagogiochi

curiosità

2 6 1 5 71 9 7 5 8 4

44 9

2 6 3 7 88 1 5

65 7 3 2 1 66 4 8 2 3

Le perle di Omar:“È vero! Gli amici si vedono

sempre nel momento del bisogno... il loro!”

Matteo Rivamontaggio arredipiccoli traslochi

20045 Besana Brianza MIvia IV Novembre, 29

[email protected]. 3347184777

P.IVA 06054970964 C.F. RVIMTT73T12F704I

Alessandro Manzoni, quando scris-se Fermo e Lucia, volutamente (voci non accreditate dicono che avesse ricevuto la misteriosa visita di uomini in abito nero ed occhiali scuri) omise di citare “la chitarra magica della monaca di Monza”, strumento musicale dietro il quale si celano torbidi miste-ri e forze di inaudita potenza. Giovanni Brezzi, attempato aspirante musicista, la ritrova nella soffitta di una villa abbandonata di Sovico.

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Reality venti domandeper vedere la brianza

con gli occhi dei brianzoli

NomeFabrizio

Età48

Dove vivi?Biassono

Che lavoro fai?Barista

Vivi solo/a o in famiglia?Famiglia

Quante persone?Cinque

Destra o sinistra?Sinistra

Cosa ti piace di Monza e Brianza?Il paesaggio

E cosa non ti piace?Il Caos

Quante volte vai al parco di Monza?Un paio di volte

Associazione di idee, se ti dico verde…Lega

Liceo?Dehon, il liceo classico

Autodromo?Macchine, la Ferrari

Preferisci il matrimonio o la convivenza?Il matrimonio

Chi è Dario Allevi?Il presidente della Provincia di Monza e Brianza

Dai un voto da 1 a 10 a come è gestita Monza e la Brianza…8

Dai un voto da 1 a 10 ai trasporti…4

Al commercio…6

Se non vivessi in Brianza dove ti piacerebbe vivere?A Milano Marittima, dove vado in vacanza tutte le estati.

Esprimi un desiderio…Vorrei fare 6 al superenalotto.

Favorevole o contrario alla metropolitana che arrivi da Milano fino a Monza?Favorevole.

Di una parola o un proverbio in brianzolo per salutare i nostri lettori…Ven a cà prest che prend sus

. .

via leonardo da vinci, 30 - 20038 seregno (mb) - [email protected]

Ogni occasione è buona per farsi contaminare dal :non solo recupero creativo ma una reale filosofia di lavoro e di vita

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CADOMCentro Aiuto Donne Maltrattate

NON ESISTECHI PICCHIAPER AMORE

C.A.DO.M. Monza e Brianzavia Mentana, 43 - 20052 MONZATel. 039/2840006 - Fax 039/2844515

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Dal comune...FESTIVITÀ NATALIZIE 2009/2010MONZA ON ICE – 2^ edizione

PISTA DI PATTINAGGIO SU GHIACCIO

Piazza Trento e Trieste5 Dicembre 2009 - 10 Gennaio 2010

aperta tutti i giornidalle ore 10.00 alle 24.00

Bigliettiingresso singolo 4 €noleggio pattini 3 €

Convenzioni e riduzioniPacchetto famiglia

famiglie fino a 4 persone: 15 € compreso noleggio pattini

famiglie con più di 4 persone: 20 € compreso noleggio pattini

Offerta bambinibambini sotto 1 m di altezza (da 3 a 5

anni): INGRESSO GRATUITO bambini sotto 1,20 di altezza ( da 6 a 9

anni): INGRESSO RIDOTTOGruppi

almeno 10 persone: 5 € cad. compreso noleggio pattini

Scuolein orario scolastico – 5 € cad. compreso noleggio pattini e

insegnanteAssociati biblioteche

con tessera di appartenenza: 1 € di sconto sull’ingresso

Aziendein pausa pranzo (12.00 – 14.00) – 4 €

cad. compreso noleggio pattini

Eventi 5 Dicembre 2009, ore 15.30

Spettacolo di pattinaggio con coppia di pattinatori dello spettacolo televisivo “Notti sul ghiaccio”.

25 dicembre 2009Animazione in compagnia di Babbo

Natale.31 dicembre 2009

DJ SET San Silvestro.6 gennaio 2010 - Befana sui pattini.Pomeriggi di animazione e corsi di

pattinaggio.Info: 328.1727963

BIMBO’ SOTTO L’ALBERO Piazza San Paolo

da sabato 5 Dicembre a mercoledì 23 Dicembre 2009

Tutti i giorni: 15.00 – 19.00Sabato, domenica, martedì 8 e

mercoledì 23Orari 10.00-12.30 e 15.00-19.00

Un vero e proprio Villaggio di Natale dedicato ai bambini che ospiterà tutti i giorni laboratori, giochi e animazioni a

tema natalizio.INGRESSO LIBERO

Info: 339.5364265

TRENINO DI NATALE Centro storico

(partenza e arrivo in Piazza Roma)5, 6, 8, 12, 13, 19, 20, 26, 27 Dicembre 2009

3, 6 Gennaio 2010Sabato: dalle 14.30 alle 18.30

Domenica e festivi:dalle 10.00 alle 12.30

e dalle 14.30 alle 18.30ACCESSO GRATUITO

Trenino di Natale per bambini per le vie del centro cittadino.

Percorso mattino P.zza Roma, via C. Alberto, Piazza Citterio, via Appiani, via Manzoni,

via Passerini, via degli Zavattari, l.go XXV Aprile, P.zza Carducci, l.go IV

Novembre, P.zza Roma.

Percorso pomeriggioP.zza Roma, l.go IV Novembre, p.zza Carducci, via Crispi, via dei Mille, via Appiani, via Manzoni, via Passerini, via degli Zavattari, l.go XXV Aprile, p.zza Carducci, l.go IV Novembre,

p.zza Roma.

NATALE ON THE ROADVie del centro cittadino, Piazza San Paolo

Sabato 19 dicembre 2009Dalle ore 15.00

Parata di Harley-Davidson per le vie del centro cittadino con motociclisti vestiti da Babbo Natale, seguita da

raduno ed intrattenimento in Piazza San Paolo.

VIN BRULÈ CON GLI ALPINI Piazza Duomo

Giovedì 24 dicembre 2009Al termine della S. Messa di mezzanotte

Gli auguri dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con

l’Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Monza.

FESTA DI CAPODANNO PALAIPER Viale Stucchi

Giovedì 31 dicembre 2009Dalle ore 21.30

Festeggiamo insieme il Capodanno con Enrico Ruggeri in concerto.

Brindisi di mezzanotte con spumante e panettone per tutti.

Musica e danze con Orchestra di Radio Zeta.

INGRESSO LIBERO

Info: Ufficio Turismo e Spettacolo del

Comune di Monza039.2372222

[email protected]

Assessorato al Turismo e Spettacolo

NATALESUL GHIACCIO

INFO: 328.1727963Ufficio Turismo e Spettacolo del Comune di Monza tel. 039.2372222

www.comune.monza.it

Monza on IcePista di pattinaggio su ghiaccio

Piazza Trento e Triestedal 5 dicembre ‘09 al 10 gennaio ’10Tutti i giorni dalle 10.00 alle 24.00

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Le sciurela redazione risponde

Care Sciure, ho letto con gioia la vostra intervista a Andy dei Bluvertigo! Sono di Monza e ho vissuto tutto quel periodo e sono ancora una loro grande fan. Infatti mi è dispiaciuto constatare che Andy definisce il progetto Bluvertigo “incancrenito”. Ma avete intenzione di intervistare anche Morgan? Sarebbe bello avere un raffronto tra i due. Un bacio. Cinzia76Cara Cinzia, in effetti Morgan, quale monzese doc, non potrà mancare tra i nostri intervistati d’eccezione. Stiamo cercando di organizzare un incontro anche con lui ma, dati i suoi numerosi impegni, ancora non sappiamo darti una data precisa. Però ti garantiamo una cosa: la nostra sarà un’intervista molto originale, infatti conosciamo Marco ( in arte Morgan) dai tempi del liceo, quindi sarà nostra gioia porgli delle domande stuzzicanti e non banali. Vi faremo sapere quanto prima quando sarà pubblicata.

Care Sciure, la vostra rivista mi ha tenuto compagnia durante il mio viaggio quotidiano verso Milano. Ho 19 anni e sono pazzamente innamorata di un ragazzo. Finalmente circa un mesetto fa, mi ha invitata ad uscire. La serata, secondo me, è andata molto bene, nel senso che abbiamo parlato,

riso e ci siamo scambiati anche un bacio. Quando mi ha riaccompagnata a casa mi ha detto che ci saremmo sentiti presto ed io mi aspettavo una telefonata non dico il giorno dopo, ma adesso è passato più di un mese e non si è fatto vivo. Io gli ho mandato un messaggio e lui ha risposto che gli faceva davvero piacere sentirmi, che gli mancavo ma che era molto impegnato con gli esami universitari. Cosa devo fare? Chiamarlo io? SabrinaF.Cara, carissima Sabrina. La tua storia ci ha fatto subito pensare ad un film, una commedia brillante, uscito lo scorso anno, che si intitolava: “La verità è che non gli piaci abbastanza”. Tratto dal popolare bestseller degli sceneggiatori di “Sex and the City”, Greg Behrendt e Liz Tuccillo, “La verità è che non gli piaci abbastanza” racconta la storia di un gruppo di ventenni-trentenni di Baltimora e delle loro peripezie sentimentali, incentrate su fraintendimenti ed equivoci tra i protagonisti in cerca di segnali dal sesso opposto… Se siete seduti accanto al telefono chiedendovi perché ha detto che vi avrebbe chiamato e invece non lo ha fatto, oppure non capite perché non vuole più venire a letto con voi, o ancora perché il vostro rapporto è statico… la verità è che non gli piaci abbastanza. E’ tutto molto più semplice

di quello che si creda: ognuno impiega il proprio tempo e le proprie attenzioni verso ciò a cui da valore. Pertanto se lui non ti chiama, per noi significa semplicemente che non è abbastanza interessato a te se no, credici ( abbiamo 90 anni in 3) ti avrebbe già contattata, esami o non esami.Gli uomini non usano molte metafore. Non sono arzigogolati come noi donne, sempre pronte a buttare un doppio senso o a lanciare difficilissime frasi da decodificare. Consiglio delle Sciure: Fa balà l’occ. (traduzione: guardati intorno!).

Ma se vi mando un mio racconto è sicuro che lo pubblicate? Andrea di Lissone.Carissimo Andrea, noi riceviamo molti racconti e in più siamo in contatto perpetuo con la scuola di scrittura creativa di Monza che ci manda sempre ottimi racconti dei suoi allievi. Però noi, questo te lo assicuro, leggiamo sempre tutto quello che ci arriva e quindi, se dovessimo ricevere un tuo racconto, di certo lo leggeremo e se lo riterremo valido, sarà nostra premura contattarti per poi poterlo pubblicare sia sulla rivista che sul sito. Ricordati solo di mettere un tuo recapito telefonico o una mail. Un bacio. Le sciure.

20032 CORMANO (MI)- VIA L.CADORNA 40/42- TELEFONO 02 6102389 FAX 02 66503767

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Ci vediamo fra 15 giorni!

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SCRIVETECI A: [email protected]@[email protected]

Il prossimo numero uscirà martedì 22 Dicembre 2009

Stazione di Monza Stazione di SeregnoStazione di DesioStazione di SevesoStazione di MedaMM Cologno Monzese/BrugherioVimercate convoglio autobus

..nelle stazioni la distribuzione avverrà la mattina del giorno d’uscita tramite hostess

Edicola Sira, via Solferino, davanti all’Ospedale Vecchio, Monza Edicola Canzi, via Vittorio veneto angolo cavallotti, Monza Bar Boulevard viale Cesare Battisti 121, Vedano al Lambro Ottica Mottadelli, via Preda 13, Verano Brianza Bar Zapin, via IV Novembre, Vergo Zoccorino (Besana Brianza) Tennis Concorezzo, via Libertà 1, ConcorezzoTamburine, via Carlo Tenca 16, SeregnoComune di Vedano al Lambro (info point) Comune di Monza (info point) Enoteca Brambilla, via Cattaneo 57, LissoneTennis di Vedano al Lambro, Via Alfieri 32, Vedano al Lambro

Flu-on laboratorio, S. Rocco Monza Pier Caffè Via ballerini 6, Seregno Speedy Bar,Via Appiani 22 Monza Studiofluido via Leonardo da Vinci 30, Seregno Osteria dei Vitelloni, via Garibaldi n.25, Seregno Bar Tabacchi Ambrosini, Monza Baby College - Oxford Group, via Verdi 83, SeregnoBiblioteche comunali di MonzaBiblioteca di LissoneBiblioteca di CarateBiblioteca di MuggiòBiblioteca di SeregnoBiblioteca di AlbiateBiblioteca di BiassonoBiblioteca di VillasantaBiblioteca di DesioBiblioteca di GiussanoBiblioteca di Verano BrianzaBiblioteca di TriuggioBar la Piazzetta, via S.Bernardo, Carate Brianza Lista in fase di aggiornamento...

NUMERI UTILICarabinieri 112Centro antiveleni (Ospedale Niguarda) 02 66101029Croce Rossa Italiana 039 322384-32365Emergenza sanitaria 118Guardia medica 840 500092Guardia Igienico Veterinaria 039 2323501Guasti acqua e gas 039 23851Guasti illuminazione strade 800 901050Guasti ENEL 800 023421Polizia di Stato 039 24101Polizia Municipale Monza 039 28161Polizia stradale Arcore: 039 617333

Seregno: 0362 239077Protezione civile 039 28161Soccorso stradale 116Vigili del fuoco 115

DOVE TROVARE LA RIVISTA

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L’Associazione Tennis Concorezzo e’ in via Libertà, 1 a Concorezzo (MI). Per informazioni potete chiamare il numero 039-6040594 (fax 039-6886938 oppure 039-6907029) ai seguenti orari: dal lunedi al venerdi dalle ore 9 alle ore 23, il sabato e la domenica dalle ore 9 alle ore 19. In alternativa scriveteci all’indirizzo email [email protected] Maestro Federale Pier Andrea Migliardi organizza corsi collettivi per adulti e ragazzi, lezioni individuali e video analisi. Possibilità di utilizzare moderne apparecchiature, macchina lancia palle e radar per misurare la velocità.

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