TOTEM NOVEMBRE 2012

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Organo Ufficiale Cooperativa Soc. Onlus Agorà - Squinzano distribuzione gratuita Anno I - N. 6 - Novembre 2012 Iscritto al numero 22/2012 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce Direttore Responsabile: VINCENZO PATICCHIO Direttore Editoriale: ELEANNA BELLO seguici su Totem Giornale Invia commenti e proposte a: [email protected] La collaborazione a TOTEM è aperta a tutti, ed è sempre da intendersi a titolo gratuito. I lavori pubblicati, alla pari delle foto, riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le respon- sabilità di fronte alla legge. E’ vietata la riproduzione anche parziale dei conte- nuti, se non autorizzata. / EDITORIALE / “D onne siete pronte per la storia?”. Ellen Johnson Sirleaf, Nobel per la pace 2011, lo gridava dal palco con tono deciso, sostenendo che “le donne al comando hanno una marcia in più rispetto agli uomini perché quasi tutte tendono a portare nel loro lavoro una quota extra di sensibilità per il fatto di essere madri”. In questi giorni non si fa altro che parlare di quote rosa e nello scenario politico locale, già abbastanza travagliato, è iniziata la “caccia alle donne” che dovrebbero correre per il nuovo consiglio comunale. Voi siete pronte donne squinzanesi? Attenzione però, la meritocrazia non ha trovato finora applicazione nella politica e nella pubblica amministrazione. C’è il rischio che qualcuno chiederà solo fedeltà, appartenenza, disponibilità al compromesso, e non ci sarà spazio per il merito, la capacità, la competenza, la qualità. Non saranno le quote rosa che miglioreranno la qualità della classe politica squinzanese, ma la forza e la volontà di noi donne a riaffermare un primato etico nella vita del paese, a scrivere un nuovo alfabeto per Squinzano, a liberarci dai rami secchi, ad avere il coraggio di seminare per generare buoni frutti, insieme, con uomini altrettanto determinati, al loro fianco. La strada da percorrere deve essere identica per gli uomini e per le donne, pena un invariabile destino mediocre per il futuro della nostra città. Le quote rosa nelle prossime liste elettorali dovranno rappresentare un ascensore sociale utile a valorizzare il prezioso contributo delle donne nella vita pubblica come già fanno in altri ambiti. Colgo l’occasione per augurare a tutti, lettrici e lettori, un sereno Natale e porgere un sincero ringraziamento al Direttore Responsabile Vincenzo Paticchio per la costanza e l’impegno profuso nel seguire i primi passi di questo nostro progetto editoriale e a tutta la redazione di Totem che con tanta passione sta contribuendo al successo del nostro mensile. Eleanna Bello NOI CANDIDATE PERCHÈ CAPACI “Tutti per uno, uno per tutti”. Era il motto che il buon Dumas aveva messo sulla bocca dei tre protagonisti del suo romanzo. M come moschettieri. M come Maniglio, M come Marra, M come Miccoli. Ma i tre moschettieri squinzanesi, di Dumas, non vogliono sentir parlare. Preferiscono quell’altro proverbio: “Ognun per sé...”. Perché ciascuno ha un suo personale obiettivo che può raggiungere soltanto nei cortili della politica e può assicurarsi soltanto se l’altro moschettiere soccombe, perde, sparisce. È un gioco al massacro: ciascuno sa quello che vuole. E vuole ottenerlo sacrificando sul proprio altare cittadini generosi che credono nel bene comune e accettano di metterci la faccia pur di salvare il proprio moschettiere. Il grillo l’ha detto... E il grillo difficilmente si sbaglia. IL GRILLO PARLANTE TRE MOSCHETTIERI SQUINZANESI DA SQUINZANO AL MONDO NEL NOME DEL SANTO PADRE MONS. GINETTO PEZZUTO L’ARCIVESCOVO È STATO PROMOSSO NUNZIO APOSTOLICO IN BOSNIA ED ERZEGOVINA E IN MONTENEGRO

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Il giornale del Nord Salento

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Page 1: TOTEM NOVEMBRE 2012

Organo UfficialeCooperativa Soc. Onlus Agorà - Squinzano

distribuzione gratuita

Anno I - N. 6 - Novembre 2012 Iscritto al numero 22/2012del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce

Direttore Responsabile: Vincenzo Paticchio Direttore Editoriale: eleanna Bello

seguici su Totem Giornale

Invia commenti e proposte a: [email protected]

La collaborazione a TOTEM è aperta a tutti,ed è sempre da intendersi a titolo gratuito. I lavori pubblicati, alla pari delle foto, riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le respon-sabilità di fronte alla legge. E’ vietata la riproduzione anche parziale dei conte-nuti, se non autorizzata.

/ EDITORIALE /

“Donne siete pronte per la storia?”. Ellen Johnson Sirleaf, Nobel per la

pace 2011, lo gridava dal palco con tono deciso, sostenendo che “le donne al comando hanno una marcia in più rispetto agli uomini perché quasi tutte tendono a portare nel loro lavoro una quota extra di sensibilità per il fatto di essere madri”. In questi giorni non si fa altro che parlare di quote rosa e nello scenario politico locale, già abbastanza travagliato, è iniziata la “caccia alle donne” che dovrebbero correre per il nuovo consiglio comunale. Voi siete pronte donne squinzanesi? Attenzione però, la meritocrazia non ha trovato finora applicazione nella politica e nella pubblica amministrazione. C’è il rischio che qualcuno chiederà solo fedeltà, appartenenza, disponibilità al compromesso, e non ci sarà spazio per il merito, la capacità, la competenza, la qualità. Non saranno le quote rosa che miglioreranno la qualità della classe politica squinzanese, ma la forza e la volontà di noi donne a riaffermare un primato etico nella vita del paese, a scrivere un nuovo alfabeto per Squinzano, a liberarci dai rami secchi, ad avere il coraggio di seminare per generare buoni frutti, insieme, con uomini altrettanto determinati, al loro fianco. La strada da percorrere deve essere identica per gli uomini e per le donne, pena un invariabile destino mediocre per il futuro della nostra città. Le quote rosa nelle prossime liste elettorali dovranno rappresentare un ascensore sociale utile a valorizzare il prezioso contributo delle donne nella vita pubblica come già fanno in altri ambiti.

Colgo l’occasione per augurare a tutti, lettrici e lettori, un sereno Natale e porgere un sincero ringraziamento al Direttore Responsabile Vincenzo Paticchio per la costanza e l’impegno profuso nel seguire i primi passi di questo nostro progetto editoriale e a tutta la redazione di Totem che con tanta passione sta contribuendo al successo del nostro mensile.

Eleanna Bello

NOI CANDIDATEPERCHÈ CAPACI

“Tutti per uno, uno per tutti”. Era il motto che il buon Dumas aveva messo sulla bocca dei tre protagonisti del suo romanzo. M come moschettieri. M come Maniglio, M come Marra, M come Miccoli. Ma i tre moschettieri squinzanesi, di Dumas, non vogliono sentir

parlare. Preferiscono quell’altro proverbio: “Ognun per sé...”. Perché ciascuno ha un suo personale obiettivo che può raggiungere soltanto nei cortili della politica e può assicurarsi soltanto se l’altro moschettiere soccombe, perde, sparisce. È un gioco al massacro: ciascuno

sa quello che vuole. E vuole ottenerlo sacrificando sul proprio altare cittadini generosi che credono nel bene comune e accettano di metterci la faccia pur di salvare il proprio moschettiere. Il grillo l’ha detto... E il grillo difficilmente si sbaglia.

Il GrIllo Parlante TRE MOSCHETTIERI SQUINZANESI

DA SQUINZANO AL MONDO NEL NOME DEL SANTO PADRE

MONS. GINETTO PEZZUTOL’ARCIVESCOVO È STATO PROMOSSO NUNZIO APOSTOLICOIN BOSNIA ED ERZEGOVINA E IN MONTENEGRO

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PRIMO PIANO 3Anno I - N. 6 - Novembre 2012

Cosimo Rollo

Una giornata luminosa insieme al sorriso e al canto dei

bambini hanno costituito la cornice e il contenuto di una visita pastorale speciale, vissuta con grande partecipazione e commozione sabato 17 novembre scorso. Un pastore, anzi un Padre, come ama definirsi il nostro arcivescovo, circondato dalla

L’ARCIVESCOVO A SCUOLALA VISITA PASTORALE / IL RACCONTO DI UNA GIORNATA SPECIALE TRA I BAMBINI

Mons. Domenico D’Ambrosio visibilmente emozionato ha “regalato” un messaggio di speranzaGià fin dall’arrivo, si è notato qualcosa di straordinariamente diverso. Accompagnato dall’arciprete, Don Nicola Macculi, ma soprattutto da un sorriso e una dolcezza insuperabili , è entrato subito nel cuore dei bambini, fin dal suo ingresso a scuola. Una presenza di grande spiritualità ma, soprattutto, di umanità che ha trasformato una giornata, anche se nella sua cornice di ordinaria visita pastorale, in un incontro

straordinario, che ha lasciato profonde tracce nell’animo di chi lo ha vissuto. Nei bambini, nei docenti, nel personale ausiliario della scuola e nel suo Dirigente Scolastico. Ma, soprattutto, nello stesso Pastore, che non ha saputo, ma anche

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È diventato sacerdote il 29 Giu-gno 1976 e da allora è un in-stancabile e fedele ministro di Dio e portavoce del Suo messaggio. L’uomo in questione è Don Domenico Fiore, tornato

nel suo paese natio dopo ben trent’anni. Entra presto in seminario; dopo i primi due anni di propedeutica a Noci, completa il suo corso di studi a Molfetta, e l’arcivescovo Minerva lo ordina sacerdote. È vice parroco della Parroc-chia Matrice per sette anni con Mons. Caricato; è stato Cappellano dell’ospedale “N. Melli” di S.Pietro V.co e dell’ospedale “V.Fazzi” di Lecce; è stato parroco di Torre dell’Orso nel periodo estivo, nonché assistente ecclesia-stico A.G.E.S.C.I. (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) e assistente regionale E.G. (Esploratori e Guide Cattoliche Italiane). Dopo essere stato per dieci anni parroco a S. Pietro in L., il 12 Settembre scorso è tornato a Squinzano, e oggi è amministratore della Parrocchia Madonna di Fatima. I nuovi parrocchiani sono stati feli-cissimi di ritrovarlo dopo così tanto tempo- anche se un po’ più invecchiato, dice lui sorridendo- ed è stato accolto con simpatia ed entusiasmo, anche da chi non lo conosce-va ancora. Parlando del quartiere Madonna di Fatima, che è forse uno dei più difficili del nostro paese, lui è assolu-tamente ottimista, spera che presto molti giovani si avvi-cinino a Dio e alla Chiesa; è stata aperta a tal proposito la Casa Canonica proprio per accogliere questi giovani e farli trascorrere in maniera costruttiva un po’ di tempo insieme; si è già pensato anche di realizzare un campo di calcetto, per formare ed educare i ragazzi anche e so-prattutto attraverso il gioco e il divertimento. - “Io butto l’amo, ci provo…inizio a dissodare la terra per seminare e vedere di raccogliere qualcosa.” - dice Don Domenico, fiducioso. Egli ,attraverso il nostro giornale, vuole esorta-re i giovani a darsi da fare, a rimboccarsi le maniche per cercare un lavoro, nonostante il periodo di crisi economi-ca e di sfiducia per il futuro che stiamo vivendo. Invoglia a fare anche i lavori più umili, come andare in campagna a raccogliere le olive, perché se lo si vuole davvero, se c’è la volontà e l’impegno, si può riuscire a trovare un modo per sbarcare il lunario. – “ So che è difficile – dice – ma non impossibile! La speranza è una virtù che dobbiamo sempre e costantemente mantenere viva!”.

NELLA PARROCCHIA MADONNA DI FATIMA

È TORNATO DON MIMMI

simpatia e dalla carica umana di centinaia di bambini che hanno avvertito subito, come sanno fare più e meglio degli adulti, le sensazioni ed emozioni spontanee vissute nel cuore antico della nostra Scuola Primaria “E. De Amicis” per oltre un’ora.

non voluto, nascondere la propria commozione. Circondato costantemente dai bambini e dalle loro ingenue e spontanee domande, ha saputo dare senso e ricevere consenso attraverso parole sagge ma, soprattutto, permeate di sincera convinzione, anche con aneddoti e ricordi personali. L’attesa è ora per martedì 27 novembre prossimo. Ritornerà da noi, nel nostro Istituto Comprensivo Polo 1, ma ad incontrarlo, questa volta,

saranno i nostri “pulcini” della Scuola dell’Infanzia “S. Elia” e i “grandi” della Scuola secondaria “G. Carducci”. Un’attesa che si ricarica di emozioni e simpatia, le stesse che ha saputo regalare al nobile e vecchio cuore della nostra scuola “De Amicis”.

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RICORDANDO MELISSA

PROGETTO SCUOLA 4Anno I - N. 6 - Novembre 2012

I DIRITTI DELL’INFANZIA ANCORA VIOLATI NONOSTANTE LA CONVENZIONE INTERNAZIONALE

Mariachiara Longo*

Oggi è il 20 novembre, giorno in cui venne approvata la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia nel 1989. Essa ha lo scopo di dare delle garanzie ad ogni bambino e

ragazzo, partendo dalla nascita fino alla maggiore età. Ma purtroppo non è ancora così dappertutto. Il diritto più importante è sicuramente quello alla vita. Ma non viene a pieno tutelato se, per esempio, viene applicata la legge sull’aborto, che non permetterà al bimbo di nascere: la sua esistenza sarà stroncata prima che egli venga al mondo. I bambini non sono proprietà dei genitori, abitano la casa del futuro ed a nessuno dovrebbe appartenere il diritto di non far gustare il sapore unico ed irripetibile della vita agli uomini del domani. Altri ragazzi volano fra le stelle con lo stesso fragore di una bomba, come quella che il 19 maggio scorso ha fatto perdere la vita a Melissa Bassi. Altri ancora sono vittime di violenze, abusi, sfruttamento e, forse, muoiono anche se in vita...Un altro importante diritto è quello all’eguaglianza senza distinzione di etnia, sesso, religione... Che razza di idea è l’idea della razza?Facciamo tutti parte di quella umana e se tutti i ragazzi sono uguali perchè non dovrebbero esserlo i loro diritti?Eppure in molti Stati del mondo i ragazzi devono ancora lottare per far trionfare i Diritti dichiarati dalla Convenzione. Il 9 ottobre 2012, una ragazza pakistana, Malala, è stata colpita da uno sparo alla testa ed uno alla spalla da alcuni talebani, perchè difendeva i diritti dell’infanzia, in particolare quello dello studio anche per le ragazze. È sopravvissuta grazie all’operazione chirurgica che ha permesso la rimozione dei proiettili ma è ancora minacciata dai talebani. La storia ha tante storie e quella di Malala si intreccia a quella dei tanti bambini e ragazzi che difendono le proprie idee, la propria vita, i propri diritti. Le nostre vite sono segnate da chi ci ama ma anche da chi non ci ama ed è forse per questo che i diritti dei bambini devono urlare nel silenzio per sovrastare le voci di chi vuole rubare i sogni dei più deboli. I diritti sono la luce del futuro e sostenerli è nostro dovere!

* 2^ A Scuola secondaria di I grado “G. Abbate” Squinzano - Consigliera Consiglio Comunale dei Ragazzi di Squinzano

Malala, in Pakistan, qualche settimana fa colpita alla testa da un attentato talebano

Roberta Giordano*

Il 16 novembre scorso nella Sala Consiliare del palazzo dei Celestini, a Lecce, si è svolto il 4° Raduno provinciale dei Consigli Comunali dei Ragazzi, organizzato dal comitato provinciale per

l’UNICEF in collaborazione con la Provincia di Lecce. In questa manifestazione si è verificato il lavoro svolto, si è presentato il progetto UNICEF “IO come TU” e si è parlato delle nuove proposte discusse nelle tre Commissioni costituite da Sindaci e Consiglieri CCR.Il tema principale della mattinata è stato il 23° anniversario della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.Dopo l’arrivo di tutti i partecipanti, ha iniziato a parlare la Presidente del Comitato Provinciale UNICEF Dott.ssa Giovanna Perrella, che ha detto che il CCR è una grande arena dove si possono fare molte esperienze, si possono esprimere le proprie idee e condividerle con gli altri, inoltre si incontrano i modelli di ciò che veramente riempie la vita e non uccide l’anima di noi giovani.

Ha proseguito l’intervento il Presidente della Provincia Antonio Gabellone, che ha definito l’UNICEF una grande rete di abbondante pesca.Infine ha parlato l’avvocatessa Tessitore, che ha detto che per comprendere le idee dei più piccoli bisogna essere molto grandi e, a proposito di “IO come TU”, ha affermato che i pregiudizi non vengono dai bambini ma dagli adulti ed il compito dell’UNICEF è quello di lavorare su chi influenza il pensiero dei più giovani, per far sì che vivano in un ambiente di collaborazione e concretezza.Dopodiché i presenti sono stati intrattenuti da un video sulle Olimpiadi dell’amicizia 2012 avvenute nei comuni di Lecce, Campi Salentina, Corigliano d’Otranto, Poggiardo ed Uggiano la Chiesa tra sport, giochi, musica, grafica e scrittura creativa.Al video ha fatto seguito lo scambio delle Pigotte fra i comuni che hanno organizzato le Olimpiadi dell’amicizia e quelli che le organizzeranno.Infine sono intervenuti sindaci e consiglieri che hanno partecipato alle Commissioni raccontando la loro esperienza e relazionando proposte per i regolamenti e per le varie iniziative future.* 2^ A Scuola secondaria di I grado “G.Abbate”

A LECCE IL RADUNO PROVINCIALE DEI CONSIGLI COMUNALI DEI RAGAZZI

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ORIZZONTI 5Anno I - N. 6 - Novembre 2012

Daniela Pastore

Presidente Schipa, dopo 15 anni di impegno alla guida del Circolo Pro Fe-ste San Nicola, questo è il sesto anno da quando si festeggia il Patrono a dicembre. Vuol fare un bi-lancio di questi ultimi sei anni?

La scelta di spostare la festa nella data liturgica del 6 dicembre è stata una mossa vincente. Quando più di cen-to anni fa fu istituita la festa d’agosto le abitudini degli squinzanesi erano diverse, col passare degli anni erano sempre maggiori gli sforzi per far tornare da Casalaba-te i nostri concittadini nel bel mezzo delle ferie estive. Il bilancio di questi sei anni è più che positivo e va oltre ogni più rosea aspettativa. La nostra festa è ormai pun-to di riferimento non solo per gli squinzanesi ma anche per tanti cittadini del Nord Salento e per tanti appassio-nati di fuochi d’artificio che giungono anche da fuori re-gione.

INTERVISTA / PARLA IL PRESIDENTE DEL CIRCOLO PRO FESTE SAN NICOLA DI SQUINZANO

“Il segreto del successo del circolo negli ultimi anni è dovuto al grande gioco di squadra”

per ringraziare gli 850 soci, per il loro sostegno e per il fatto che ogni volta che sono chiamati per una giusta causa fanno sempre fino in fondo la loro parte.

Sfogliando il programma della festa si intuisce che quest’anno sarà più so-bria, probabilmente a cau-sa della crisi economica. Ci vuol dire quali sono le novità di quest’anno?

Gli elementi di punta del programma non sono stati modificati. Mi riferisco alla Processione, all’uscita del Santo dalla Chiesa, che resta per me il momento più emo-

zionante di tutta la festa e alla esaltante Gara Pirotecnica. Una delle novità di quest’an-no è QUINZIO LIVE che darà spazio e risalto ai nostri artisti squinzanesi felici di esibirsi nella loro città tutti insieme. Poi abbiamo orga-nizzato il Primo PALIO DEI RIONI che si svolgerà dome-nica 2 dicembre nelle vie del centro.

In Chiesa quest’anno per chi saranno riservati i posti dove in passato se-devano gli amministratori locali?

Devo dire che molti vec-chi amministratori partecipa-vano alla festa e alle funzioni religiose solo per spirito di dovere o peggio ancora per puro esibizionismo. Dico questo perché oltre alla loro presenza passiva, alcuni di loro, non hanno mai dato il pur minimo contributo di idee o di incoraggiamento. A questo proposito voglio ringraziare Gianni Marra che invece ha creduto fin dall’i-nizio allo spostamento della

Nicola è il loro Santo protet-tore.

Cosa si aspetta e cosa suggerirebbe al prossimo Sindaco che avrà l’onore di donare le chiavi del-la Città a San Nicola nel 2013?

Io mi aspetto un Sindaco che viva tra la gente e per la gente. Gli squinzanesi, se messi nelle condizioni di poter scegliere il meglio, lo faranno di certo e sapranno individuare una persona che sappia ascoltarli e che ante-ponga alle proprie esigenze quelle di tutta la collettività.

Lei per molti è considerato quasi un simbolo di rinno-vamento per il Circolo San Nicola per essere stato capace di integrare tanti giovani in un contesto tra-dizionalmente appannag-gio dei più anziani. Altri invece la considerano un personaggio “scomodo” ed “esagitato”. Cosa ha da dire agli uni e agli altri?

Il segreto del successo

ti ragazzi coinvolti nell’or-ganizzazione ci hanno dato ulteriori stimoli per crescere e rafforzare la nostra passio-ne e la nostra fede. A chi mi considera scomodo ed esa-gitato dico che chi ama col profondo del cuore e ci met-te tutta la passione possibile a volte può anche eccedere nelle sue manifestazioni. Sono comunque orgoglioso di aver dato alla Festa di San Nicola e a Squinzano quello spirito di appartenenza e di unità che non guasterebbe anche in altri ambienti dove purtroppo si vive di egoismi ed esibizionismo.

In molti attendono la or-mai famosa gara pirotec-nica. Qualcuno contesta il grosso dispendio econo-mico. Non le sembra un po’ una contraddizione in questo periodo di profon-da crisi?

La Gara Pirotecnica ci ha dato la visibilità che ci mancava poi ogni festa è caratterizzata da qualcosa in particolare. Oggi le ditte di tutta Italia fanno a gara per

In paese circolava la voce secondo la quale quest’anno non ci sareb-bero stati i festeggiamenti in onore di San Nicola. A volte gli squinzanesi san-no essere bravi parolai. Lei cosa ne pensa?

Quella degli squinzanesi parolai non è né una novità né un mistero. Per fortuna non sono la maggioranza ma spesso sanno essere convin-centi, c’è da dire che poi la verità viene sempre a galla e quindi anche questa volta sono stati smentiti. La festa di San Nicola si farà sempre finchè ci sarà il Circolo San Nicola. Colgo l’occasione

festa a dicembre e ci ha in-coraggiato e sostenuto per l’organizzazione della Fiera giunta ormai alla sua sesta edizione. Mi piacerebbe che quest’anno in prima fila in chiesa, il giorno della festa, ci fossero tanti bambini an-che perché rappresentano il nostro futuro e sono la nostra speranza e poi perché San

del Circolo degli ultimi anni è dovuto al grande gioco di squadra che abbiamo espres-so ed alla impostazione nel-la gestione del sodalizio che abbiamo saputo dare dove non contano i ruoli ma ciò che ognuno da al gruppo per essere vincenti, dove nessuno è indispensabile e tutti sono protagonisti. I tan-

esibirsi a Squinzano perchè la ritengono una piazza im-portante. Se consideriamo il costo dell’investimento e lo dividiamo per il numero di persone che assistono allo spettacolo credo che la spesa procapite sia inferiore a tutti gli altri spettacoli in quanto sono in migliaia ad assistere alla gara.

LA FESTA ANCHE QUEST’ANNO

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CASALABATE 6Anno I - N. 6 - Novembre 2012

Franco SarInellI

ICI ed IMU sono acronimi di tasse sugli immobili tristemente noti a tutti per l’enorme peso con cui gravano sui bilanci familiari, già provati da altri

mille balzelli inaspriti e dalla crisi profonda che attanaglia il Paese intero e le aree più deboli del Mezzogiorno in particolare. Come se non bastasse già questo quadro a tinte fosche, il nostro Comune si ritrova ora a gestire il patrimonio immobiliare di Casala-bate. A dire il vero dal maggio scorso, quando è stata “ereditata” la marina, ad oggi non si è avvertita affatto l’e-norme portata dell’evento e, così, le attese pluridecennali dei cittadini sono

DALL’ICI ALL’IMU. DALLA PADELLA ALLA BRACE

L’IMPOSTA SEGUE ANCORA GLI ESTIMI CATASTALI DI LECCE

Sarebbe auspicabile una Class Action

siasi abitazione della nostra marina insistesse nel cuore del capoluogo. Perciò, cari concittadini, animo! A dicembre, anche se pagheremo tan-tissimi euro in più per l’IMU, senza avere alcun servizio che giustifichi la pretesa del Comune, in compenso ci sentiremo, senza esserlo davvero, più ricchi di prima, perché potremo van-tare un immobile nel centro di Lecce!E lor signori poi si stupiscono se crescono sfiducia, qualunquismo e rabbia. Per quanto tempo ancora do-vremo subire tante ingiustizie? Forse sarebbe ora di promuovere una class action.

Casalabate vanta tra i suoi tristi primati anche quello di avere una rete di distribuzione dell’energia elettrica in-

sufficiente, ben al di sotto delle sue necessità. Negli anni, la domanda, soprattutto quella ad uso privato, è senz’altro cresciuta, se è vero come è vero che nei mesi estivi, quando si registrano le maggiori presenze e il fabbisogno raggiunge il massimo della domanda, l’illuminazione pubblica e privata si riduce al lu-micino, mettendo a rischio anche le attività commerciali. Presso la Lega Navale Italiana, ad esempio, nei mesi di luglio ed agosto sono stati misurati al contatore valori di tensione pari a 190 V, a fronte dei 230 V contrattualmente previsti. La circostanza ha messo in seria difficoltà i servizi, così che l’im-pianto di illuminazione interno e le utenze dei servizi hanno subito forti limitazioni. Con i fari e le lampade al neon diventate luci fioche e in-termittenti e con gli utilizzatori che non riuscivano a dispensare il refri-gerio richiesto. In particolare sono risultate a rischio tutte le operazioni connesse con lo scalo di varo e alaggio dei natanti, rese difficili dalla scarsissima illuminazione del-le zone interessate, benché le stesse risultino servite da numerosi punti luce (fari) posizionati su adeguati pali di sostegno. Il disservizio ha provocato nelle ore serali e nottur-ne inconvenienti di ogni genere e messo a dura prova il personale e le centinaia di soci impegnati nelle manovre di varo e alaggio dei na-tanti, oltre a compromettere la vigi-lanza delle aree di pertinenza della Sezione. Abbiamo citato un caso di scuola importante per descrivere il disagio che i cittadini vivono su tut-to il territorio della marina. Eppure tutto ciò avviene nonostante a breve

CASALABATE A CORRENTE ALTERNA NONOSTANTE IL MOSTRO DI CERANO

/ IL DISAGIO DELL’ENERGIA /

andate finora deluse. In compenso ab-biamo appreso che i proprietari (non residenti) di fabbricati ricadenti nella zona nord di competenza di Squin-zano, che nel frattempo non hanno ricevuto dal Municipio alcuna comu-nicazione in merito, oggi si ritrovano a dover pagare il 10,10 per mille per i 7/12 del 2012, una tariffa del tutto spropositata, soprattutto se rappor-tata ai servizi pressoché inesistenti. Insomma siamo rimasti in Piazza Mazzini come prima, quando la giu-risdizione apparteneva al Comune di Lecce. Ma non solo. Se si interroga l’archivio dell’Agenzia del Territorio

si scoprirà che i terreni e i fabbricati della marina interessati dalla permuta di feudo, ricadono ancora nel feudo di Lecce con i relativi fogli e particelle di sempre. E, dulcis in fundo, che le abitazioni conservano le classificazio-ni e le rendite già attribuite sulle quali si dovrà calcolare l’imposta. Ora, bisogna sapere che gli estimi catastali del Comune di Lecce sono assai più elevati di quelli che si applicano ai Comuni di Squinzano e di Trepuzzi, e lo sono tanto più perché il territorio del capoluogo è suddiviso in 2 zone censuarie, con valori differenti tra loro legati a determinate zone della città. E le marine di Lecce, manco a dirlo, sono ricomprese nella zona più costosa: per intenderci come se qual-

E intanto i cittadini pagano e si ammalano

distanza brilli la sagoma della cen-trale elettrica di Cerano che incom-be e deturpa il paesaggio, avvele-nandone l’aria e il mare circostante. Viene da chiedersi dove vada a fi-nire tanta energia elettrica prodotta a “caro prezzo” per le popolazioni limitrofe. Sicuramente altrove, lasciando ai residenti a sud dell’e-comostro solo i suoi malefici effetti. Ivi compreso quello di tenere lon-tani i turisti. E’ quanto mai calzante il detto che al danno segue la beffa! Né va sottaciuta la presenza, nelle vicinanze, di un importante parco eolico in ulteriore crescita, che pure produrrà qualche megawatt energia. Come ciò possa avvenire nel silen-zio (rassegnazione?) più totale resta davvero inspiegabile. Soprattutto quello delle Amministrazioni locali (fino a poco tempo fa di quella di Lecce) da cui ci attendevamo, dopo il passaggio di competenza a quelle di Squinzano e di Trepuzzi, l’esercizio molto più incisivodella giurisdizione. E intanto le malattie proliferano,e crescono i disagi per i cittadini. Ci chiediamo ora: sarà nostro buon diritto attenderci un in-tervento risolutore dai gestori della distribuzione affinché ottemperino agli obblighi assunti (che probabil-mente non verrà) o, piuttosto, dai Comuni che reggono le sorti della marina? Eppure almeno il diritto all’energia, per giunta pagata a carissimo prezzo in ogni senso, do-vrebbe essere garantito, non fosse altro per contratto. . (F. S.)

NEI MESI ESTIVI PREOCCUPANTI CALI DI TENSIONE

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Giuseppe Bello Roma

Anche quest’an-no il Panath-lon Club Lecce ha assegnato il premio “Fair

Play ” a due salentini che si sono distinti per l’impegno e la passione profusa in lunghi anni di attività per promuo-vere lo sport e i suoi valori. Per il 2012 hanno ricevuto il riconoscimento “Premio alla Promozione dello Sport” Carlo Mugo, da oltre 30 anni impegnato nel calcio giovanile e il “Premio alla carriera nello sport” è sta-to consegnato a Bruno Pel-legrino, squinzanese, per la quarantennale attività di ap-passionato e dirigente nella pallavolo salentina. La ma-nifestazione organizzata dal Panathlon con il patrocinio e la collaborazione della Pro-vincia di Lecce, si è svolta il 10 novembre nella sala con-siliare di Palazzo dei Cele-stini ed è stata presieduta dal presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone. Hanno partecipato all’even-to il vice prefetto vicario Matilde Pirrera, l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Lecce Alessan-dro Delli Noci, il presidente del Coni Provinciale Anto-nio Pascali, l’on. Ugo Lisi ed altre autorità civili, politi-che, militari e sportive. Pre-senti anche alcuni esponenti di spicco del giornalismo leccese come Elio Donno e Umberto Verri e alcuni ra-gazzi delle scuole di Lecce.

7Anno I - N. 6 - Novembre 2012

IL FAIR PLAY A PELLEGRINOCUORE E PASSIONE VOLLEY

ASSEGNATO AL DIRIGENTE IL PREMIO DEL PANATHLON CLUB

“Il mio tempo libero alla promozione dello sport per il sociale”

Alla fine della cerimonia ci siamo complimentati con il nostro concittadino al quale abbiamo rivolto qualche do-manda.

Dottor Pellegrino qual è stata la molla che l’ha spin-ta a credere tanto nell’utili-tà di fare attività sportiva?

Il convincimento che la pratica sportiva contribu-isce grandemente alla cre-scita delle persone a partire dall’età scolare, sia in senso fisico, sia, conseguentemente, sul piano morale e del ca-rattere. Perciò, con piena e convinta consapevolezza, ho destinato gran parte del mio tempo libero alla promozione di un’attività di riconosciuta valenza sociale e mi sento compiutamente gratificato per aver riempito di questi valori e contenuti la mia esi-stenza.

Che cosa l’ha indotta a scegliere uno sport di gruppo?

Rita Cretì

I colori. La loro energia che t’invade. Chi visita la mostra di Celeste D’Anna non può non rimanere avvolto da

questa vitalità. Il suo amore per il colore e per la pittura nasce, praticamente, con lei e cresce negli anni, facendo ancora più suo, se possibile il proprio pensiero: “Nei mo-menti di crisi bisogna trovare le risorse dentro se stessi e cercare quelle valvole di sfo-go che possono incanalare le proprie energie per poterle trasformare in energie posi-tive”. L’incontro con il maestro Oronzo De Matteis, il pit-tore degli oceani, che ha creduto in lei come pittrice, nominandola “pittrice dei fiori”, ha portato Celeste ad avere la “sicurezza del pennello” – come lei stessa dice - e ad esprimere con esplosioni di colori la gioia di vivere e la bellezza della vita.Assistente sociale per professione, pittrice per grande passione. Espone in numerose mostre e parteci-pa ai vari Festival artistici. Nel 2009 al Festival dell’Ar-te Sacra e/o paesaggi rurali di Martina Franca con un pa-esaggio, nel 2010 al Festival dell’Arte Maternità di Mar-tina Franca con un dipinto dedicato alla nipotina Giulia che era ancora in grembo, dal 28 dicembre 2011 al 4 gen-naio 2012 espone anche in-sieme al maestro De Matteis.

CELESTE, FIORI E COLORI SU TELA

ASSISTENTE SOCIALE E PITTRICE

Due trofei alla Biennale di S. MarzanoA queste, solo per citarne alcune, ne sono seguite altre. Ed il successo di pubblico è stato immediato. Il 23 settembre la nostra concittadina è stata premiata con 2 trofei alla Biennale Nazionale d’Arte di San Marzano (Ta), con premio della critica e 11° premio della giuria con il dipinto “Mondo a colori”. Un quadro che esprime pienamente il suo modo di essere. Si parla di lei come una donna diver-tente, spiritosa, “autoironica come poche”… e molto mol-to umile. Una caratteristica che si coglie subito, basta

parlare con lei per pochi minuti. Quasi stupita del suo successo come artista eppure, al tempo stesso, entusiasta e soddisfatta di quello che è arrivata ad ottenere facendo ciò che più la rende felice. E rende contenti anche noi, con un’iniezione di allegria che in periodi così grigi non fa che bene! Brava Celeste.

Un’innata predisposizio-ne alla mediazione e alle lo-giche di lavoro di gruppo mi ha convinto sempre più che i risultati, quando puoi con-tare su buoni collaboratori, sono sempre il frutto di uno sforzo collegiale. Del resto il gradito riconoscimento di cui mi ha considerato meritevole il Panathlon, mi premurerò di estenderlo a tutti gli at-leti che hanno indossato la maglia della società che ho avuto il piacere e l’onore di rappresentare e ai dirigenti che hanno collaborato col sottoscritto nel lungo percor-so sportivo che insieme ab-biamo compiuto. Appuntamento quindi alla prossima edizione del Premio Fair Play, divenuto ormai una occasione importante che permette di offrire ai nostri giovani esempi positivi di atleti, dirigenti e tecnici che contribuiscono a far crescere una coscienza morale e spor-tiva fondamentale per la for-mazione di cittadini onesti e leali.

COSTUME E SOCIETÀ

Page 8: TOTEM NOVEMBRE 2012

IL PAGINONE

A TAVOLA LE TRADIZIONINATALE A SQUINZANO

NELLE FAMIGLIE E NEI LOCALI IL GUSTO DELL’ANTICO AFFIANCATO A PIETANZE INNOVATIVE

Vi è mai capitato di im-mergervi in tempi pas-sati grazie ai racconti e alle parole di qualcuno che quei tempi li ha

vissuti? E di immaginare, fantasti-care e magari capire che in fondo, nonostante le tante difficoltà, oggi è tutt’altra cosa? Parlo dei periodi in cui le guerre mondiali avevano gettato la popo-lazioni nella miseria. Tempi in cui i bambini, spesso orfani di padre, dovevano lavorare e dare una mano concreta alla famiglia. Anni in cui l’infanzia, perduta per

sempre, portava i bambini di al-

lora a sognare un manda-rino, un

biscotto o una caramella per Natale, a differenza di oggi, in cui ben volentieri si cade nell’onnipresente materialismo e si desiderano cose il più delle volte superflue.Erano periodi in cui si aspetta-va Sant’Antonio per disfare il presepe e poter mangiare i tan-to attesi frutti usati per ornare lo stesso. Siamo partiti proprio dal racconto di quegli anni con le sorelle Ro-sina e Maria Ippolito, che sin da piccole hanno passato il loro tempo nel forno di famiglia, e sono state liete di farci conoscere il Na-tale degli anni ’30 e ’40. Cosa caratterizzava il periodo di festa di quell’epoca e cosa c’entra-vano i forni? Potremmo dire che

Ingredienti per 4 persone350 gr. Di riso1 porro60 gr. Di burroUna melagrana media100 gr. Di vino rosato50 cl di olio d’olivaBrodo vegetale quanto bastaSale e pepe

PROCEDIMENTOSgranare la melagra-

na e passatene metà al passaverdura filtrando il succo. Tritate il por-ro e fatelo rosolare a fuoco moderato con l’olio. Unite il riso e lasciatelo tostare per un minuto, bagna-te col vino e lasciate evaporare. Aggiunge-re brodo caldo fino alla cottura. Poco prima del termine della cottura aggiun-gete il succo e i chicchi della melagrana. Alla fine mante-care con il burro e regolate di sale e pepe.

RISOTTO ALLA MELAGRANA

Ingredienti 950 gr. mandorle450 gr. zuccherocl. 320 acquabuccia grattugiata di un’arancia

PROCEDIMENTOImmergere le mandorle in acqua bollente per

circa 10 minuti e successivamente spellarle e la-sciarle raffreddare. Macinare le mandorle private della buccia e ridurle quasi in polvere. Mettere a cuocere in una pentola l’acqua e lo zucchero sino a quando quest’ultimo non cominci a filare. Unire il composto liquido dello zucchero cotto con la farina di mandorle, la buccia d’arancia e amal-gamare bene sino a quando il composto ha rag-giunto la consistenza ottimale. Lasciare l’impasto a freddare per circa due ore e successivamente lasciarlo riposare in frigo per circa un’ora. Tirarlo fuori dal frigo e realizzare a proprio piacere squi-siti dolcetti di pasta di mandorla e soprattutto le tipiche specialità natalizie salentine.

PASTA DI MANDORLA (PASTA REALE)

Ingredienti 1 kg farina100 gr vermut o vino bianco100 gr olio1 bustina di vanillina metà bustina di lievitobuccia di limonemarmellata (per il ripieno)

PROCEDIMENTOScaldare l’olio con la buccia di

limone. Creare l’impasto con i so-pracitati ingredienti aggiungendovi l’olio; dare forma alla sfoglia uti-lizzando la macchina della pasta. Con la sfoglia fare dei dischetti con lo stampo; mettere la marmellata un po’ dopo il centro del dischetto; prendere un altro dischetto, adagiar-lo sopra e chiudere bene. In questo modo si ricavano i cuscinetti, men-tre per le fragoline la marmellata va messa al centro; poi, con le dita di entrambe le mani si prende il lembo e si fanno dei “pizzicotti” vicini per creare una barriera per contenere la marmellata. I due dolci richiedono una cottura rapida.

FRAGOLINE E CUSCINETTI

di Veronica Notaro

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8-9Anno I - N. 4 - Giugno 2012

A TAVOLA LE TRADIZIONINATALE A SQUINZANO

NELLE FAMIGLIE E NEI LOCALI IL GUSTO DELL’ANTICO AFFIANCATO A PIETANZE INNOVATIVE

tutto, o quasi, ruotava intorno a un forno, dal momento che in casa non ce n’erano, e le don-ne dovevano necessariamente uscire, raggiungere uno dei forni del paese e cuocere ciò che serviva alla sussistenza-sopravvivenza della famiglia. In particolare per Natale si pre-paravano i taralli, in un turbinio di impasto e albumi sbattuti col

lo zucchero da metterci sopra. Prendevano forma le lasagne, le pucce, le pagnotte e le frise. I forni ospitavano anche le noccioline, le cornule, le mandorle e i fichi secchi. E spesso, dopo aver cotto ciò che si doveva, le donne lasciavano qualcosa per il fornaio, riponen-dola in un cesto o sul tavolo da

lavoro. Se una famiglia era in lutto, per Natale si portavano le creazioni del forno, sempre graditissime. Oggi i nostri banchetti di Natale e Capodanno sono ben diversi, più aperti al consumo forse, e meno alla tradizione.Ed è per questo che vi proponiamo una serie di ricette della tradizione, gentilmente concesse dalle signore Ippolito, da affiancare a pietanze magari più innovative, ma sempre legate agli usi e ai costumi culinari del Natale, presentate da alcune attività di Squinzano.

Ingredienti per 4 persone400gr funghi misti 200gr vongole veraci 8 scampi medi 1 bicchiere d’olio d’oliva”oevo” 100gr grana padano 1 mazzetto di rucola di campagna 2 spicchi d’aglio 1 bicchiere di vino bianco 300gr fettuccine fresche di ottima qualit

PROCEDIMENTOVersate l’olio in una padella antia-

derente preriscaldata, aggiungete i due spicchi d’aglio tritati finemente, appena ne sentite l’aroma salire, ag-giungete le vongole e bagnate con un po’ di vino bianco. Una volta schiuse le vongole, separatele dal liquido di cottura e ponetele da parte. Prendete le parti molli degli scampi, puliti precedentemente e uni-teli al liquido di cottura delle vongole. Scottate gli scampi e separateli dal composto ponendo anch’essi da parte. Prendete i fun-ghi, uniteli al com-posto ottenuto e saltateli nello stesso, aggiungendo un mestolo di fu-metto ottenuto dalle parti dure degli scampi puliti precedentemente

FETTUCCINE MARI E MONTI

(teste e gusci). Nel frattempo,”buttate” la pasta e fate cuocere per 3-4 min. a questo punto, unite le vongole e gli scampi al composto, aggiungendo un mestolo di acqua

Ingredienti 1 kg mandorle700 gr zucchero50 gr liquore Strega100 gr farinascorza di limone grattugiatatuorli (quanti ne richiede)il succo di un’aranciacotognata (per il ripieno)

PROCEDIMENTOUsare la mandorle macinate fine-

mente (pellicina scura inclusa)e dar vita all’impasto aggiungendo i vari ingredien-ti. Esso non deve essere troppo morbido. Col mattarello, aiutandosi con la farina, realizzare dei bastoncini lunghi e grossi quanto il manico di un coltello, schiac-ciati per la lunghezza. Adagiarvi la co-

tognata, coprire con altro impasto e dare una lieve passata di mattarello per ab-bassarla. Col coltello tagliare quanto ot-tenuto della misura e della forma deside-rate (è possibile creare rombi o quadrati). Mettere nel tegame, col piano rivestito di carta da forno. La cottura è breve; i dol-ci dal forno usciranno morbidi, una volta freddi si induriranno.

MARZAPANI

Ingredienti 1 kg farina200 gr anice200 gr olio 50 gr vermut biancobuccia di limone (da mettere nell’olio caldo)una presa di sale2 cucchiai di lievitomiele (dopo averle fritte)cannella e confettini (per guarnire)

PROCEDIMENTOUsare la mandorle macinate fine-mente (pellicina scura inclusa)e dar vita all’impasto aggiungendo i vari ingredienti. Esso non deve essere troppo morbido. Col matta-rello, aiutandosi con la farina, realizzare dei bastoncini lunghi e grossi quanto il manico di un coltello, schiacciati per la lunghezza. Adagiarvi la cotognata, coprire con altro impasto e dare una lieve passata di mattarello per abbassarla. Col coltello tagliare quanto ottenuto della mi-sura e della forma desiderate (è possibile creare rombi o quadrati). Mettere nel tegame, col piano rivestito di carta da forno. La cottura è breve; i dolci dal forno usciranno morbidi, una volta freddi si induriranno.

CARTELLATE

di cottura della pasta e fate bollire. scolate le fettuccine direttamente nel preparato, utilizzando delle pinze da cucina. Aggiungete un pizzico di pepe e una manciata di prezzemolo tritato e saltate. Una volta raggiunto il risultato voluto,mantecate a fuoco spento con un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva ,pepe e prezzemolo tritato. Impiattate e cospargete di ru-cola e scaglie di grana... il piatto è pronto... Buon appetito e buon natale a tutti da Salvatore & “Trattoria Marenuesciu”

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ZOOM 10Anno I - N. 6 - Novembre 2012

Federica Maggio

Ci sono casi in cui le ragioni dell’economia hanno la meglio sui diritti dell’individuo, in cui il denaro acquista più valore della giustizia. E’ quanto acca-

duto con l’emanazione dei decreti legisla-tivi 155 e 156 del 7 settembre 2012, che prevedono la soppressione di quasi mille Uffici Giudiziari. Inneggiando a ragioni di contenimento delle spese, il Governo, con un colpo di spugna, ha eliminato gli importantissimi presidi di giustizia rap-presentati dagli Uffici Giudiziari, la cui capillare diffusione sul territorio nazionale rappresenta garanzia di effettività della tu-tela delle ragioni dei cittadini. L’effetto che conseguirà all’applicazione dei decreti del 7 settembre scorso sarà quello di rendere difficoltoso l’accesso alla giustizia; ciò in contrasto con il diritto costituzionalmente garantito ad una tutela giurisdizionale piena ed effettiva. Inoltre, le decisioni as-sunte dal Governo non hanno tenuto conto dell’impossibilità, per gli Uffici Giudiziari “sopravvissuti” all’azione devastatrice dei

La Soppressione degli Uffici GiudiziariIL RIORDINO DELLE PROVINCIE COMPLICHERà LA SITUAZIONE

decreti, di accorpare gli Uffici soppressi. Chi è entrato anche solo una volta nella sede del Tribunale Civile di Lecce, in via Brenta, ha avuto modo di verificare l’irrea-lizzabilità della nuova geografia giudiziaria. Aule d’udienza di dimensioni assolutamente inidonee, archivi sovraccarichi, parcheggi insufficienti, personale che, pazientemente, si trova a dover affrontare un elevatissimo carico di lavoro. Cosa accadrà quando l’accorpamento degli altri Uffici Giudiziari siti nella Provincia troverà definitiva appli-cazione? Sarà necessaria la costruzione di una nuova sede, di dimensioni adeguate, con conseguente vanificazione del taglio di spesa, unico obiettivo di una decisione mio-pe ed affrettata. Ciò ancor più in una realtà territoriale come la Provincia di Lecce, con circa 815mila abitanti. Non è difficile ipo-tizzare quali saranno gli effetti delle decisio-ni del Governo: Lecce sarà oberata, anche in termini di viabilità, i cittadini e gli operatori di diritto saranno costretti a percorrere lun-ghissimi tragitti per raggiungere gli Uffici Giudiziari, i procedimenti subiranno inevi-tabili ritardi. E una giustizia ritardata, per dirla alla Montesquieu, è giustizia negata.

antonIo nIcola Pezzuto

Interessante interven-to del Procuratore Capo Cataldo Motta in occasione di un convegno sull’ usura

dal titolo “Usura. Nuoce gravemente alla società”, or-ganizzato dalla Provincia di Lecce e dal Comune di Tre-puzzi con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Sottoufficiali d’Italia sezio-ne di Trepuzzi. “Nel XVI secolo Gresham, un econo-mista inglese, aveva elabo-rato la teoria della moneta cattiva che scaccia quella buona. I sistemi monetari si basavano sulla moneta. (Il valore nominale delle mone-te era pari al loro contenuto in oro n.d.a.) Era molto dif-fusa la pratica di grattare le monete per ricavare metallo prezioso. Circolavano mone-te in pessime condizioni. Il valore effettivo era inferiore a quello nominale. Tutti con-servavano le monete buone e circolavano solo quelle cattive. Adesso i sistemi monetari sono cambiati ma le regole del mercato si alterano con capitali di provenienza illecita. Il mec-canismo dell’ impresa ma-fiosa comincia con l’ usura”. Inizia così il Procuratore. Un richiamo storico per dimo-strare come, in ogni tempo, ci siano state minacce per l’ economia sana. “Nell’ intero distretto della Corte d’ Ap-pello di Lecce, negli ultimi anni, - l’affondo del procu-ratore - le denunce per usura mafiosa sono pochissime. Quattro denunce e quattro procedimenti nel 2011-2012, due l’ anno precedente e due l’ anno precedente ancora. Le denunce riguardanti l’ usura non mafiosa, quella del vicino della porta accan-to, quella non caratterizzata dall’ appartenenza ad asso-ciazioni criminali di stampo mafioso, non sono molte di più, nel senso che, a Lecce, sono state 41 quest’ anno, 40 l’ anno scorso, 46 due anni fa”. Dati che non devono trarre in inganno e far pensa-re che siamo in presenza di un reato in estinzione. Tutt’ altro. L’ alto magistrato vuo-le sottolineare, invece, come ormai siano in pochissimi a denunciare. “Abbiamo potuto constatare che l’ alterazione delle rego-le del mercato comincia con l’ attività di usura. L’ usurato spesso non si ritiene vittima

L’USURA DIETRO L’ANGOLOLE NUOVE STRATEGIE DELLA SCU IN UNA RELAZIONE DI CATALDO MOTTA A TREPUZZI

e non considera l’ usuraio carnefice. Quando la vittima di usura è un imprenditore, soprattutto con la crisi eco-nomica, man mano che non riuscirà a pagare il suo debi-to aumentato degli interessi,

sarà costretto a piegarsi all’ usuraio che pretenderà di partecipare alla gestione dell’ azienda fino ad impos-sessarsene. Un’ impresa ge-stita dalla mafia ha, inoltre, un vantaggio competitivo

enorme sulle imprese che operano lecitamente perché potrà usufruire di capitali a costo zero provenienti da altre attività criminali. L’ impresa mafiosa non rispetta le regole del mercato, non

rispetta i contratti collettivi di lavoro, i dipendenti sono in nero, non ci sono conflitti sindacali e i controlli gover-nativi ne risentono. L’ im-presa criminale conseguirà così posizioni di monopolio sul mercato scacciando le imprese legali. Rifacendoci alla legge di Gresham, la moneta cattiva scaccia quel-la buona”. Un altro pericolo viene messo in evidenza dal Procuratore e riguarda il rap-porto tra le organizzazioni mafiose e le banche: “Grazie anche al potere dell’ intimi-dazione le organizzazioni criminali riescono ad intrat-tenere rapporti con il sistema bancario. L’ obiettivo è quel-lo di produrre documenta-zioni false per mascherare la provenienza illecita dei capi-tali. Questo complicherebbe il lavoro degli inquirenti che puntano a colpire i clan nelle loro ricchezze economiche perché, non dimentichiamo-lo, il mafioso non teme tanto il carcere ma di essere colpi-to economicamente”. “La Scu - ha proseguito Motta - ha elaborato una nuova strategia. Ha scelto l’inabissamento, la ricer-ca del consenso sociale. I cittadini hanno sempre più difficoltà a riconoscere i comportamenti mafiosi. La Scu sta tentando di cambiare pelle, di apparire come un’ associazione di beneficenza che dà fiducia, come testi-moniano diversi episodi. In questo momento di crisi c’è una tendenza del cittadino comune di rivolgersi alla Scu per richiedere il recu-pero crediti. Tutto questo può portare ad una modifica radicale dei rapporti”. Il Procuratore Motta chiude il suo intervento con un grido d’ allarme per quello che po-trebbe accadere nel Salento se non ci sarà una forte presa di coscienza da parte di tutti: “Questo nostro Salento non è terra di mafia intesa nell’ accezione sociologica. Non ci sono le condizioni presen-ti in altri contesti. Ma questa situazione non è detto che duri a lungo. Bisogna evitare il radicamento. Occorre una presa di coscienza da parte di tutti noi, il rifiuto totale di rapporti con gli ambienti criminali. Questo mi sembra non ci sia stato e quindi ci avviamo, se non proprio ver-so il consenso, verso un at-teggiamento di indifferenza che si trasforma in tolleran-za, vicinanza e contiguità”

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ECCELLENZE 11Anno I - N. 6 - Novembre 2012

VeronIca notaro

In questa intervista conosciamo Angelo Biscon-ti, il “papà” del Pasticciotto Obama, nonché titolare della Pasticceria Chèri di Campi Sa-lentina. Angelo, nel mondo della pasticceria dall’età di otto anni, ci racconta in che modo

è nato il pasticciotto che prende il nome del Presi-dente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, di recente rieletto.

Ciao Angelo, come è nata l’idea di dar vita al Pasticciotto Obama?

Nel 2008, scherzando con i miei collaboratori (Andrea e Federica) è nato il pasticciotto al cioc-colato. Solo dopo, tramite le tv, i giornali, dunque grazie ai media, il dolce in questione ha avuto tanto riscontro tra il pubblico ed è stato legato alla figura del Presidente Obama, quindi a un’immagine cele-bre e significativa.

Si aspettava un simile successo?No, non me lo aspettavo perché, come ho detto

prima, è nato tutto per gioco e per caso. Il successo è stata una piacevolissima sorpresa!

Come se lo spiega?Probabilmente mancava qualcosa di nuovo. Il

Pasticciotto Obama è stato visto come un’innova-

IL PASTICCIOTTO OBAMA NE HA FATTA DI STRADA!QUANDO DALLA PASSIONE (E DALLA CASUALITà) NASCONO DOLCI SUCCESSI

zione e una bella novità, anche per l’associazione al nome del conosciutissimo Presidente.

Il suo dolce ha avuto riscontro a livello locale e nazionale, ma non solo, vero?

Verissimo. Ne hanno parlato anche in America, dove siamo stati, soprattutto mediante la stampa. Basti pensare che il nostro pasticciotto è finito sulle pagine del New York Times e di America Oggi. Certamente ha colpito il fatto che un italiano avesse dedicato un dolce al loro Presidente.

Progetti futuri?A breve apriremo il nuovo locale alla zona in-

dustriale di Campi Salentina, in via Stati Uniti d’A-merica, nome dato dal Comune proprio in virtù del collegamento tra la nostra attività e il Presidente americano. Inoltre, all’interno della struttura sarà collocato il busto di Obama.

Per chiudere, chi viene a trovarvi cosa può assaporare oltre al famosissimo pasticciotto Obama? Quali altre varianti proponete?

Il Pistacchiotto caratterizzato da un mix di pi-stacchio e cocco, con ripieno di crema alla vaniglia, il pasticciotto con Amarena Fabbri in partnership con la celebre azienda e il pasticciotto al vino, vero omaggio al Salento, presentato in occasione della scorsa edizione di “Terre del Negramaro” svoltasi a Guagnano.

Insomma, non ci resta che scegliere… e gustare!

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CULTURA Anno I - N. 6 - Novembre 2012 12

DARIA E IL SUO DIARIOTRA PECCATO E SPERANZA ARCOBALENO SALENTINO

“L’odore di incen-so – il diario di Daria”,

nasce in esilio ma assume la sua forma definitiva, in quel-la Squinzano che nella trama resta fuori, ma lascia il suo segno tangibile nella con-traddizione che caratterizza l’intero romanzo. Non è tra le mura di Squinzano che si consuma il peggiore dei crimini che un essere uma-no possa compiere, peggio ancora se aggravato dalla sua posizione clericale; né tra le sue mura si rincorrono caotiche le storie molecolari che lo compongono, i per-sonaggi così lontani tra loro eppure tanto vicini. Ma nella mano dell’autore si percepi-sce il senso di appartenenza a un contesto spesso al limi-te. Malgrado i temi trattati: la pedofilia nella chiesa, la prevaricazione e la follia, siano spesso scorticanti, “L’odore di incenso – il dia-rio di Daria”, è soprattutto un atto d’amore nei confron-ti del Salento; quel Salento di cui la nostra Squinzano ne è la porta, nonché degna componente con il suo es-sere sempre al confine di tutto: di province che vanno sgretolandosi, di lecito e illecito; di amore e odio. Da-ria e il suo “diario”; narrano uno spaccato di cruda realtà spesso taciuto per quel per-benismo bigotto apportatore di danni e connivenze. In apparenza una ragazza come tante, vittima dell’ese-beranza adolescenziale, ma che in realtà è prigioniera di qualcosa che la sta stritolan-do. Vittima di pedofili, ma non solo; vittima anche di una madre consenziente e di un padre assente. Lentamen-

Punto Vendita e Frantoio:via per Torchiarolo, km. 1 - Squinzano (LE)

Tel/Fax +39 0832 787541 - [email protected]

te sprofonda nell’oblio, fino a scomparire perfino dalla trama, per riaffiorare solo a tratti aggrovigliata ora a uno ora a quell’altro dei protago-nisti che si susseguono senza soluzione di continuità.L’odore di incenso – il diario di Daria, nella sua costru-zione assomiglia molto a un gioco di specchi: piegato su se stesso esplode all’improv-viso in narrazioni serrate e traboccanti di sensazioni che possono essere: una pizzica purificatrice suonata al buio di un paesaggio ancestrale, piuttosto che nel cuore di una cittadina barocca nel colmo di una chiassosa festa patronale; una campagna sgretolata dall’abbandono di una società rurare destinata all’estinzione, piuttosto che la magnificente descrizione di uno scorcio di litoranea salentina, fulcro del roman-zo intero. Ma Daria non è soltanto il peccato, seppur abbominevole: Daria è an-che la speranza, la fievole luce dell’alba che affiora dalle giogaie albanesi, pun-tando il Salento, come Enea in fuga da Troia; un tenue arcobaleno che squarcia nu-vole nere tronfie di pioggia.Daria è soprattutto la vita!

(seconda parte)

Paolo SaBato

Il campanile, alto ot-tanta metri sul livello del mare e trentadue dal suolo, fu fatto co-struire per volere del

Sindaco dottor Annicchio. Come si legge da un’i-scrizione dove vi è scritto “A. S. MDCLVIII Antonio Tommasi”, fu edificato tra il 1620 e il 1658 da Antonio Tommasi che si attenne ai modelli architettonici dei campanili del Tarantino. Il Tommasi in più inserirà, sulla muratura del campa-nile, numerose iscrizioni e preghiere rivolte al Signore perché proteggesse la città. La più singolare è quella tratta dal Purgatorio di Dante che dice: “sta come torre ferma che non crolla giammai la cima offiar de’ venti”. Come molte chie-se del Regno di Napoli, anche la chiesa Matrice di Squinzano era “ricettizia in numerata”, perché accoglie tutti gli ecclesiastici nati o battezzati il loco. Era anche “sui iuris”, perciò di patrimonio di nessuno e con un regolamento pro-prio. Il Capitolo della chie-sa Matrice di Squinzano, cioè il collegio ecclesiastico che aveva l’incarico di attendere alla celebrazione delle sacre funzioni in una determinata chiesa, era rite-nuto ab antico, vale a dire “insigne collegiata” ed ha avuti una presenza numero-sa d’ecclesiatici. A capo vi era l’Arciprete e il Cantore e sedici porzionanti, in se-guito re Ferdinando II, per richiesta durante una visita

IL CAMPANILE DEL TOMMASIE IL CAPITOLO DELLA RICETTIZIA

IV CENTENARIO DELLA CHIESA MATRICE

Nel 1866 confiscati e messi all’asta i beni della chiesa

a Squinzano, lo accrebbe al numero di ventiquattro. All’Arciprete spettavano ol-tre alle offerte dei funerali, anniversari e messe votive, anche le rendite della par-rocchia. Il Cantore organiz-zava, attraverso una tabella, la partecipazione del clero alle funzioni religiose e sostituiva l’Arciprete se as-sente. Poi vi erano gli altri capitolari che esercitavano a turno e per elezione le cari-che amministrative di dura-ta annuale: l’ebdomadario, il procuratore che era il re-sponsabile annuale dei beni appartenenti al Capitolo, il razionale, gli assistenti ai conti, il cancelliere, il pun-tatore che predisponeva del-le scalette dei punti da attri-buire o sottrarre, l’addetto agli uffici funebri e il sacri-sta. Il Capitolo era formato prevalentemente, da espo-nenti delle famiglie nobili del paese, monopolizzatrici della “res parrochialis”, che dava loro lato prestigio e

potere. Le famiglie che, nella storia squinzanese, annovera più esponenti ecclesiastici sono: Man-ca, Serratì, Agostino, Bologna, Papa, Vecchio e Annicchio. Il prestigio di queste famiglie ac-crebbe nel momento in cui si diffusero nel Cin-quecento e nel Seicento i testamenti “ad pias cau-sas”, i lasciti, e gli altari “jiu-patronato” arricchiti da benefici come si evin-ce dalla Santa Visita Pa-storale degli Abati Oron-zo Polidoro Baglivo e Giacinto Pagliara del 1676. Tale risultato por-tò ad una crescita spro-

porzionata del numero degli ecclesiastici. Dal punto di vista economico il Capitolo aveva un ingente patrimo-nio, consistente in beni mobili ed immobili, censi annui e perpetui che serviva al suo sostentamento. Nel 1866, con la soppressione degli enti morali, anche i possedimenti del Capitolo si Squinzano, furono confi-scati e messi all’asta.

IL ROMANZO DI ROBERTO PATI

Foto di Tonio Bello

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Page 13: TOTEM NOVEMBRE 2012

Un’ex distilleria che ha conservato tutto il fascino dell’antica struttura, il cui restauro ne ha risaltato

lo splendore delle imponenti volte a stella e gli ammattonati, accoglie il Felix di Trepuzzi, pizza & grill, dal febbraio 2007 punto di riferimento per la movida del Nord Salento. Pennellate arancioni, grandi lampadari rosso fuoco sospesi al centro, un arredo sobrio e al tempo stesso confortevole e moderno, danno quel tocco di

vivacità ed energia all’ambiente, rendendolo accogliente e piacevole per una serata in compagnia. Tante e assortite le pietanze in menù, che spaziano dai primi piatti come trofie ai gamberetti , orecchiette salsiccia e rucola, sino alle tagliate di angus e gli arrosti vari, senza tralasciare le pizze (realizzate con un impasto che segue i dettami di un’antica ricetta barese) e i dessert rigorosamente artigianali, come la ‘Nutellata Felix’, assolutamente da scoprire e trionfo di piacere per il palato.

SPORT 13Anno I - N. 6 - Novembre 2012

ASSEGNATA LA PIZZA D’ORO 2012/ AL PIZZA & GRILL FELIX DI TREPUZZI /

ValentIna PolImeno

All’interno del decreto Salva Italia l’attuale governo ha inserito un provvedimento per liberalizzare gli

orari di apertura degli esercizi commerciali anche la domenica. Creata come deterrente contro la crisi e per incentivare i consumi di coloro che, lavorando durante la settimana, non hanno il tempo di fare acquisti, l’iniziativa non ha purtroppo ottenuto dei buoni risultati nei suoi primi 10 mesi di vita. Nonostante i buoni propositi, si è venuta a creare una forte situazione di disagio in cui a farne le spese sono le piccole imprese a conduzione familiare che, non potendo usufruire della turnazione dei dipendenti come accade invece per i grandi centri commerciali, si trovano strozzate all’interno di una concorrenza senza pari che non permette loro neanche di riposare. Dati alla mano, il Presidente di Confeser-centi Marco Venturi ha precisa-to che “Negli ultimi anni in Italia sono state chiuse 100mila impre-se. A queste, si prevede, ne an-

LIBERA LA DOMENICA E LA FAMIGLIALA CAMPAGNA LANCIATA DAI VESCOVI ITALIANI E DALLA CONFESERCENTI

Una raccolta di firme per chiedere al Parlamento di abolire la liberalizzazione delle aperture festivedranno aggiunte altre 81mila che chiuderanno nei prossimi 5 anni, con la scomparsa di 202mila posti di lavoro. Nel dettaglio, secondo la proie-zione, sparirebbero 16mila negozi di abbigliamento, più di 5mila di calzature, quasi 7mila di mobili ed elettrodomestici, 1.500 panet-terie, oltre 2mila negozi di fiori”. Paragonandoci all’Europa, da mesi descritta da più parti come il faro guida per il nostro paese, in Germania, Francia, Spagna, Belgio, Olanda le saracinesche la domenica restano abbassate quasi sempre. “Con la deregolamenta-zione non si liberalizza il mercato né si rilanciano l’economia e i consumi” ha dichiarato Antonio Schipa, Direttore di Confeser-centi, “come è dimostrato da tutti i dati. La liberalizzazione selvaggia rischia di far chiudere i negozi e bruciare posti di lavoro perché fa crescere i costi delle aziende e non le vendite. Non è un caso che la stragrande maggioranza dei commercianti è contraria alle aperture indiscriminate. I provvedimenti adottati dal Go-verno Monti in questa materia finiscono per favorire pochi e for-

ti soggetti economici a discapito di tante piccolissime imprese, la cui chiusura sarebbe un grave danno non solo economico ma anche sociale”. Partendo da tut-te queste considerazioni Cei e Confesercenti hanno lanciato la campagna «Libera la domenica», una raccolta firme per inviare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare che abolisca la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commer-ciali restituendo alle Regioni il potere di disciplinare i calendari di apertura in base alle esigenze territoriali. La Cei, domenica 25 novembre farà sua la campagna proponendo la raccolta firme sui sagrati delle Chiese. La domenica è un giorno di riposo, di raccoglimento, un mo-mento da passare in famiglia, è il giorno del Signore in cui gli uo-mini curano lo Spirito, essenziale alla vita umana quanto la cura del corpo e delle esigenze materiali. Non potersi dedicare alla famiglia in maniera totale almeno un gior-no alla settimana, significa cal-pestare uno dei valori fondanti di questo paese, calpestare il nucleo sociale per eccellenza.

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Cosa spinge un numero sempre maggiore di persone, di tutte le età ed estrazioni sociali, a cimentarsi nell’arte della recitazione? Lo potremo scoprire nel prossimo spettacolo della squinzanese Compagnia Ghèfiura, Teatro del Salento, che dopo lo spettacolo in collaborazione con Umberto Sardella da Mudù, ritorna il 9 dicembre al Politeama Greco di Lecce con la commedia “Tutti pazzi per il teatro”. Un famoso sketch di Dino Verde, parodia di un grande classico d’autore, reso popolare dall’insuperabile Gigi Proietti, fa da canovaccio al nuovo esilarante copione di Alessandro Garofalo. Con la chiave di lettura del metateatro, scopriremo cosa accade dietro le quinte durante la preparazione di una commedia. Tra tante difficoltà, esilaranti intrighi, equivoci amorosi e gelosie, riusciranno, i nostri impavidi eroi, a portare in scena la loro opera e a partorire dopo nove mesi di interminabili prove, il frutto delle loro fatiche? Il 9 dicembre non perdetevi la vicenda dei nostri eroi quotidiani, capaci di mille peripezie pur di respirare “la polvere del palcoscenico” che porta attori e spettatori, ad essere Tutti pazzi per il teatro. Info 3473633558 - 3283113473

TUTTI PAZZI PER IL TEATRO

L’ultimo ambito riconoscimento è arrivato il 6 novembre scorso quando la giuria della Nazionale Italiana Pizzaioli ha selezionato e premiato un giovanissimo pizzaiolo salentino, Stefano Foggetti, appunto pizzaiolo del Felix, con un riconoscimento speciale che è il Premio pizza d’oro 2012. Ma i successi del famoso locale sono soprattutto merito del proprietario Antonio Ranieri che ha saputo coniugare al meglio cordialità, genuinità, vivacità e tanta professionalità.

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Buon compleanno campione da

mamma, papà, Alessandra, Simona

e dalla tua nipotina Giorgia. Ti

vogliamo bene.

09/12/2012 ClaudIo naPPI 07/12/2012 lIna

Buon compleanno nonna Lina mia. Dal tuo Luca

06/12/2012 nICola SChIPa

Un nome,un giorno da non dimenticare. Buon onomastico amore da mammae papà.

Non contare i tuoi anni aggiungendo giorni ai giorni... ma contando gli amici che il tempo ti ha donato. Buon compleanno da Irene,Emanuela, Laura, Simona, Gioia, Francesca, Paolo, Stefania, Federico,Lory, Andrea e Davide.

15/12/2012 MarCo Bello

06/12/ 2012 MaIla orSInI

Alla nipotina più bella del mondo, auguri per i tuoi 3 anni. Ti vogliamo tanto bene zio Stefano e zia Veronica.

Cara Maria Rita

TANTI AUGURI PER I TUOI 20 ANNI

da mamma Maria, papà Cosimo, dalla tua

sorellina Giulia e da tutti i tuoi amici e parenti

20/11/2012

MarIa rIta

Ora ricambio io… buon compleanno tesoro!!! Ilaria

13/11/2012 SaBrIna PaGlIara

Tantissimi auguriMaria, Francesca e Carlo

14/11/2012 CoSIMo PalMa

Non te l’aspettavi, eh???

Buon compleanno sorellina..

ti voglio bene, Dany

24 /11/ 2012 Sara PaStore

Auguri Eva per la tua

Cresima dalle tue cuginette

Norma, Alice e Virginia.

07/12/2012

eva Pezzuto

Buon compleanno da

Raffaella e Roberta.

27/11/2012

SelenIa InGroSSo

16/11/2012 CrIStIan roMano

Credo che l’amicizia è quello che si da e che negli anni ti porti dentro ... auguri di buon compleanno ... dal tuo amico GIUSEPPE

Tantissimi auguri per i tuoi 3

anni da mamma Rosaria e papà Franco al dono più

grande della nostra vita.

30/11/2012 MIno SPalluto

Alla nostra principessa che di anno in anno è sempre più

bella, dolcissimi auguri da mamma Simona, papà Luca e

da Francesca.

06/12/2012 GIulIa PIerrI

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Buone Feste