Tonale 19 - dicembre 2012

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UN PACCHETTO DI SIGARETTE IN REGALO PER FARCI SENTIRE “GRANDI” Nella Scuola Salesiana Don Bosco di Milano abbiamo ricevuto formazione religiosa, umana, culturale e profes- sionale. Una formazione che ha inciso nella nostra vita, influenzandola nel modo di pensare, scegliere, decidere: nelle situazioni personali, familiari, lavorative e sociali. Dobbiamo essere contenti di quanto i nostri educatori ci hanno trasmesso, dedicando a Dio e a noi la loro vita religiosa. E noi dovremmo avvertire forte il senso di rico- noscenza. Per favorire l’emersione di tale sentimento, il Consiglio dell’Unione Ex Allievi dell’Istituto Don Bosco di Milano lancia l’iniziativa “Esprimere riconoscenza ai nostri Educatori Salesiani”: ogni anno, quindi, propor- rà il nome dell’Educatore o degli Educatori cui esprime- re il nostro “Grazie”. Per l’anno 2013 il Consiglio indica come destinatari dell’iniziativa Don Mario Bassi, nostro Direttore e Ispettore per tanti anni, e il Signor Umberto Callegaro, insegnante della Scuola Grafica per alcune generazioni di allievi. Il modo più semplice, e facilmen- N on mi succede spesso, ma questa volta è capitato di nuovo. Ho dimenticato a casa gli occhiali e me ne sono ac- corto solo quando oramai non avevo più voglia di tor- nare indietro a prenderli. Non ricordavo più come fosse fastidioso vedere la realtà alte- rata. Vedo bene fino a un paio di metri circa. Oltre quella misura mi appare tutto sfocato e ogni dettaglio si dila- ta in un profilo sguaiato adiacente a un alone fumoso che ne rende eva- nescenti i contorni. Non parliamo poi di guardare una stella che brilli in cielo. In questo caso, a conferma del pro- verbiale detto, mi trovo a vedere “lucciole per lanterne”. Quel definito e acutissimo punto lu- minoso diventa uno sgargiante lume che lancia barbagli in ogni direzione, quasi fosse la cometa che guidò i Magi a Betlemme. Una piccola stella mi appare dilatata come quelle dipinte da Van Gogh in “Notte stellata” a Saint-Rémy, in Pro- venza. Forse è così la nostra vita all’ap- prossimarsi del Santo Natale: una passeggiata di sera, sotto un cielo stellato, avendo dimenticato a casa gli occhiali. Vediamo poco e poco lontano. Ve- diamo solo il nostro “villaggio” e non vediamo quello degli innumerevoli bambini di tutti i Paesi poveri del mondo. Il futuro ci ap- pare fosco perché non è nelle nostre vicinanze. La vita quotidiana, sfocata e priva di contrasto, ci pare non avere senso, e i suoi contorni ingigantiti ci an- gosciano. Stringiamo le palpebre per contrastare la smodata dilatazione dell’iride e sopperire alla scomposta forma del nostro cristallino che ci im- pedisce di mettere a fuoco quei det- tagli tanto belli e tanto semplici. Ma della realtà cogliamo solo una brutta bozza approssimativa: un provino a bassa risoluzione di quello che è un fotogramma nitido, saturo di colori e luminosissimo. Forse è per questo che ogni anno si sente il bisogno del Natale, come di quel paio d’occhiali che questa sera ho dimenticato a casa. Un Natale che ci ridoni la vista. Che ci ridia la capacità di vedere la ricchez- za che è racchiusa in ogni semplicità. Che tolga dai nostri occhi tutti quei fronzoli e quei bagliori accecanti che distorcono la visione della vita. Un Natale che ci restituisca la capacità di vedere l’amore del Creatore in ogni alito di vita che ci circonda. Buon Natale e Buon Anno di cuore a tutti. Nazzareno Pampado (Presidente Ex Allievi - Tonale 19) Nuove famiglie di ex allievi 30/06/2012 Davide Del Bel Belluz ed Eleonora Mauri sposi. 1965/1966. Buzzoni Roberto con il sig. Amerio, insegnante di falegnameria. È una finta! 1965/1966. Da sinistra, sig. Amerio, Raisoni Stefano, Co- lombo Luigi, Buzzoni Roberto . 1964. Da sinistra, Buzzoni Roberto e Galli, seduti sulle famose sedie rosse, fatte da noi falegnami, e che ci hanno fruttato l’insolito encomio da parte del direttore Don Angelo Viganò. Ricevo a casa, per posta, il “Tonale 19”: giornalino degli ex allievi del- le Scuole Professionali don Bosco di Milano. Lo apro, lo sfoglio, e in ultima pagina leggo la notizia della scomparsa di don Angelo Viganò, che fa riaffiora- re, nella mia mente un vecchio ricor- do oramai assopito. Don Viganò era stato diretto- re dell’Istituto Salesiano di Milano negli anni ’60 dello scorso secolo, anni in cui io mi trovavo in collegio e frequentavo le scuole professiona- li (allora, gli istituti di via Copernico e quello di via Tonale, erano sotto un’unica direzione). Mi rammento di lui come di una per- sona seria, anzi, troppo seria, fino al punto d’incutermi una certa sogge- zione. Non faceva parte del corpo docen- te dei nostri insegnanti, poiché la funzione di direttore lo assorbiva totalmente, e in seguito fu anche nominato Ispettore (incarico che gli attribuiva responsabilità al disopra dei direttori di più istituti regionali). Il motivo per il quale ve ne voglio parlare è legato alla professione che stavo apprendendo, o meglio, che stavo perfezionando (visto che io sono “nato” falegname). Nell’anno scolastico 1964-65 fre- quentavo la scuola professionale per “mobilieri”; mio maestro era il signor Amerio, coadiutore salesiano laico. Noi, allievi di quell’anno, eravamo in cinque: io, Luigi Silvestri di Livigno, Luigi Colombo di Briosco e due cugi- ni brianzoli che di cognome faceva- no Galli. Quell’anno, in laboratorio, avevamo costruito tavolini e sedie, per arreda- re i vari uffici del collegio. Ricordo benissimo che avevano la seduta imbottita e rivestita di stof- fa di colore rosso. Di questo lavoro conservo ancora le fotografie scat- tate dal signor Amerio, come ricono- scimento alla nostra bravura. Alcuni giorni dopo aver terminato quel lavoro, il nostro gruppetto di cinque mobilieri, fu chiamato a rap- porto nell’ufficio del direttore, che si trovava presso il fabbricato situato in via Copernico: quell’ala dell’istitu- to, destinata all’insegnamento delle scuole Medie e del Liceo, era inter- detta a noi studenti delle Scuole Pro- fessionali. Il direttore, don Angelo Viganò, ci fece accomodare ed ebbe, per noi, parole di elogio che ora non ram- di Buzzoni Roberto mento nel dettaglio, ma ricordo benissimo che regalò a ciascuno un pacchetto di sigarette “Turmac”. Si trattava di un’elegante scatolet- ta bianca, rigida, piatta, con scritte sbalzate color oro. Conteneva ben dodici sigarette pressate in modo da risultare leggermente appiatti- te: sigarette di lusso, a quei tem- pi! Rimanemmo a dir poco meraviglia- ti, soprattutto perché, in collegio, allora, era assolutamente proibito fumare. Io ho conservato quel pacchetto come una reliquia, per molti anni e mai ho dimenticato quel gesto di don Angelo Viganò che, con- travvenendo le stesse regole da lui impartite, volle in quel modo significarci il suo riconoscimento concreto alla nostra abilità profes- sionale e, nello stesso tempo, dirci che nonostante i nostri quattordici anni, eravamo “grandi”. Buzzoni Roberto (Classe 1950- Barzio - Lecco ) GLI OCCHIALI DIMENTICATI www.exallievimilanodb.org 1963. Le classi seconde B, grafici e falegnami, durante una gita a Mal- pensa (oggi terminale 2). Nostri ac- compagnatori erano, Don Monta- gnoli, don Gianni Cascardo. Io sono quello davanti a Don Montagnoli. Buzzoni Roberto. Nazzareno Pampado. EX ALLIEVI E RICONOSCENZA IN CARTOLINA te attuabibile, è di scrivere loro una cartolina con un bel pensiero, magari in coincidenza con le festività natalizie o pasquali. Molto gradita potrebbe essere una lettera che, presi dai cassetti della memoria, possa far rivivere gli anni vissuti al “Don Bosco”. Diamo dunque stura ai nostri sentimenti di riconoscen- za… infinita! Questi gli indirizzi: Don Mario Bassi, Istituto Salesiano, Via Copernico 9, 20125 Milano. Signor Umberto Callegaro, Istituto Salesiano, Via Coper- nico 9, 20125 Milano. Umberto Callegaro Don Mario Bassi Il sito dell’Unione Ex Alievi Don Bosco vuole essere elemento di comunicazione e sviluppo di at- tività, notizie ed eventi con l’in- vio di newsletter periodiche. È stato realizzato una minuziosa raccolta di indirizzi email degli ex allievi e di amici dell’Unione di Milano. A breve riceverete una newsletter dall’Unione. Vi chie- diamo di confermare la Vostra adesione. La newsletter diven- terà lo strumento principale per comunicare in futuro con Tutti Voi. Comunque, non dimenti- chiamoci che l’Unione Ex Allievi è presente, con molto successo, su Facebook: https://www.facebook.com/pages/ Unione-Ex-Allievie-Don-Bosco-To- nale-19-Milano/310430138973693 Per proporre nuove iniziative inviate email a: [email protected]. Per sostenere economicamente inviate email a: [email protected]. AGGIORNAMENTI DAL SITO INTERNET Tonale 19_dicembre 2012.indd 1-3 16/11/2012 21.59.29

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Notiziario dell'Associazione ex allievi delle Scuole Professionali Don Bosco di Milano

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UN PACCHETTO DI SIGARETTE IN REGALO PER FARCI SENTIRE “GRANDI”

Nella Scuola Salesiana Don Bosco di Milano abbiamo ricevuto formazione religiosa, umana, culturale e profes-sionale. Una formazione che ha inciso nella nostra vita, in� uenzandola nel modo di pensare, scegliere, decidere: nelle situazioni personali, familiari, lavorative e sociali.Dobbiamo essere contenti di quanto i nostri educatori ci hanno trasmesso, dedicando a Dio e a noi la loro vita religiosa. E noi dovremmo avvertire forte il senso di rico-noscenza. Per favorire l’emersione di tale sentimento, il

Consiglio dell’Unione Ex Allievi dell’Istituto Don Bosco di Milano lancia l’iniziativa “Esprimere riconoscenza ai nostri Educatori Salesiani”: ogni anno, quindi, propor-rà il nome dell’Educatore o degli Educatori cui esprime-re il nostro “Grazie”. Per l’anno 2013 il Consiglio indica come destinatari dell’iniziativa Don Mario Bassi, nostro Direttore e Ispettore per tanti anni, e il Signor Umberto Callegaro, insegnante della Scuola Gra� ca per alcune generazioni di allievi. Il modo più semplice, e facilmen-

Non mi succede spesso, ma questa volta è capitato di

nuovo.Ho dimenticato a casa gli occhiali e me ne sono ac-corto solo quando oramai non avevo più voglia di tor-nare indietro a prenderli.Non ricordavo più come fosse fastidioso vedere la realtà alte-rata.Vedo bene � no a un paio di metri circa. Oltre quella misura mi appare tutto sfocato e ogni dettaglio si dila-ta in un pro� lo sguaiato adiacente a un alone fumoso che ne rende eva-nescenti i contorni.Non parliamo poi di guardare una stella che brilli in cielo.In questo caso, a conferma del pro-verbiale detto, mi trovo a vedere “lucciole per lanterne”.Quel de� nito e acutissimo punto lu-minoso diventa uno sgargiante lume che lancia barbagli in ogni direzione, quasi fosse la cometa che guidò i Magi a Betlemme.Una piccola stella mi appare dilatata come quelle dipinte da Van Gogh in “Notte stellata” a Saint-Rémy, in Pro-venza. Forse è così la nostra vita all’ap-prossimarsi del Santo Natale: una passeggiata di sera, sotto un cielo stellato, avendo dimenticato a casa gli occhiali. Vediamo poco e poco lontano. Ve-diamo solo il nostro “villaggio” e non

vediamo quello degli innumerevoli bambini di tutti i Paesi poveri del mondo. Il futuro ci ap-pare fosco perché non è nelle nostre vicinanze. La vita quotidiana, sfocata e priva di contrasto, ci pare non avere senso, e i suoi contorni ingigantiti ci an-

gosciano. Stringiamo le palpebre per contrastare la smodata dilatazione dell’iride e sopperire alla scomposta forma del nostro cristallino che ci im-pedisce di mettere a fuoco quei det-tagli tanto belli e tanto semplici. Ma della realtà cogliamo solo una brutta bozza approssimativa: un provino a bassa risoluzione di quello che è un fotogramma nitido, saturo di colori e luminosissimo.Forse è per questo che ogni anno si sente il bisogno del Natale, come di quel paio d’occhiali che questa sera ho dimenticato a casa.Un Natale che ci ridoni la vista. Che ci ridia la capacità di vedere la ricchez-za che è racchiusa in ogni semplicità. Che tolga dai nostri occhi tutti quei fronzoli e quei bagliori accecanti che distorcono la visione della vita. Un Natale che ci restituisca la capacità di vedere l’amore del Creatore in ogni alito di vita che ci circonda.Buon Natale e Buon Anno di cuore a tutti.

Nazzareno Pampado(Presidente Ex Allievi - Tonale 19)

Nuove famigliedi ex allievi30/06/2012

Davide Del Bel Belluz ed Eleonora

Mauri sposi. „“

1965/1966. Buzzoni Roberto con il sig. Amerio, insegnante di falegnameria. È una fi nta!

1965/1966. Da sinistra, sig. Amerio, Raisoni Stefano, Co-lombo Luigi, Buzzoni Roberto .

1964. Da sinistra, Buzzoni Roberto e Galli, seduti sulle famose sedie rosse, fatte da noi falegnami, e che ci hanno fruttato l’insolito encomio da parte del direttore Don Angelo Viganò.

Ricevo a casa, per posta, il “Tonale 19”: giornalino degli ex allievi del-le Scuole Professionali don Bosco di Milano.Lo apro, lo sfoglio, e in ultima pagina leggo la notizia della scomparsa di don Angelo Viganò, che fa riaffiora-re, nella mia mente un vecchio ricor-do oramai assopito. Don Viganò era stato diret to -re dell’Istituto Salesiano di Milano negli anni ’60 dello scorso secolo, anni in cui io mi trovavo in collegio e frequentavo le scuole professiona-li (allora, gli istituti di via Copernico e quello di via Tonale, erano sotto un’unica direzione). Mi rammento di lui come di una per-sona seria, anzi, troppo seria, fino al punto d’incutermi una certa sogge-zione.Non faceva parte del corpo docen-te dei nostri insegnanti, poiché la funzione di direttore lo assorbiva totalmente, e in seguito fu anche nominato Ispettore (incarico che gli attribuiva responsabilità al disopra dei direttori di più istituti regionali). Il motivo per il quale ve ne voglio parlare è legato alla professione che stavo apprendendo, o meglio, che stavo perfezionando (visto che io

sono “nato” falegname).Nell’anno scolastico 1964-65 fre-quentavo la scuola professionale per “mobilieri”; mio maestro era il signor Amerio, coadiutore salesiano laico.Noi, allievi di quell’anno, eravamo in cinque: io, Luigi Silvestri di Livigno, Luigi Colombo di Briosco e due cugi-ni brianzoli che di cognome faceva-no Galli.Quell’anno, in laboratorio, avevamo costruito tavolini e sedie, per arreda-re i vari uffici del collegio.Ricordo benissimo che avevano la seduta imbottita e rivestita di stof-fa di colore rosso. Di questo lavoro conservo ancora le fotografie scat-tate dal signor Amerio, come ricono-scimento alla nostra bravura.Alcuni giorni dopo aver terminato quel lavoro, il nostro gruppetto di cinque mobilieri, fu chiamato a rap-porto nell’ufficio del direttore, che si trovava presso il fabbricato situato in via Copernico: quell’ala dell’istitu-to, destinata all’insegnamento delle scuole Medie e del Liceo, era inter-detta a noi studenti delle Scuole Pro-fessionali.Il direttore, don Angelo Viganò, ci fece accomodare ed ebbe, per noi, parole di elogio che ora non ram-

di Buzzoni Roberto

mento nel dettaglio, ma ricordo benissimo che regalò a ciascuno un pacchetto di sigarette “Turmac”. Si trattava di un’elegante scatolet-ta bianca, rigida, piatta, con scritte sbalzate color oro. Conteneva ben dodici sigarette pressate in modo da risultare leggermente appiatti-te: sigarette di lusso, a quei tem-pi!Rimanemmo a dir poco meraviglia-ti, soprattutto perché, in collegio, allora, era assolutamente proibito fumare.Io ho conservato quel pacchetto

come una reliquia, per molti anni e mai ho dimenticato quel gesto di don Angelo Viganò che, con-travvenendo le stesse regole da lui impartite, volle in quel modo significarci il suo riconoscimento concreto alla nostra abilità profes-sionale e, nello stesso tempo, dirci che nonostante i nostri quattordici anni, eravamo “grandi”.

Buzzoni Roberto (Classe 1950- Barzio - Lecco )

GLI OCCHIALI DIMENTICATI www.exallievimilanodb.org

1963. Le classi seconde B, grafi ci e falegnami, durante una gita a Mal-pensa (oggi terminale 2). Nostri ac-compagnatori erano, Don Monta-gnoli, don Gianni Cascardo. Io sono quello davanti a Don Montagnoli.

Buzzoni Roberto.

Nazzareno Pampado.

EX ALLIEVI E RICONOSCENZA IN CARTOLINA te attuabibile, è di scrivere loro una cartolina con un bel pensiero, magari in coincidenza con le festività natalizie o pasquali. Molto gradita potrebbe essere una lettera che, presi dai cassetti della memoria, possa far rivivere gli anni vissuti al “Don Bosco”.Diamo dunque stura ai nostri sentimenti di riconoscen-za… in� nita! Questi gli indirizzi:Don Mario Bassi, Istituto Salesiano, Via Copernico 9, 20125 Milano.Signor Umberto Callegaro, Istituto Salesiano, Via Coper-nico 9, 20125 Milano. Umberto Callegaro

www.exallievimilanodb.org

www.exallievimilanodb.orgDon Mario Bassi

Il sito dell’Unione Ex Alievi Don Bosco vuole essere elemento di comunicazione e sviluppo di at-tività, notizie ed eventi con l’in-vio di newsletter periodiche.È stato realizzato una minuziosa raccolta di indirizzi email degli ex allievi e di amici dell’Unione di Milano. A breve riceverete una

newsletter dall’Unione. Vi chie-diamo di confermare la Vostra adesione. La newsletter diven-terà lo strumento principale per comunicare in futuro con Tutti Voi. Comunque, non dimenti-chiamoci che l’Unione Ex Allievi è presente, con molto successo, su Facebook:

https://www.facebook.com/pages/Unione-Ex-Allievie-Don-Bosco-To-nale-19-Milano/310430138973693Per proporre nuove iniziative inviate email a: [email protected]. Per sostenere economicamente inviate email a: [email protected].

AGGIORNAMENTI DAL SITO INTERNET

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7 april

e 2013

Festa a

nnuale

Ex all

ievi/e

di Don

Bosco

Prenotazione a mezzo e-mail [email protected] oppure telefonando a Nazzareno Pampado, 348.4028821 indican-do: cognome, nome, numero di persone che si fermeran-

no a pranzo durante il raduno del 7 aprile 2013.

Abbiamo iniziato il secondo anno di preparazione

al bicentenario della nascita di Don Bosco. Per questo periodo, il Rettor Maggiore don Pascual Chavez ci ha affidato il compito di approfondire la peda-gogia di Don Bosco: guardiamo al nostro padre come educato-re e cerchiamo di imi-tarlo nella pratica del “sistema preventivo”.Come salesiani, non p o s s i a m o s e p a r a -re il tema dell’educa-zione da quello della gioia che, oltre tut-to, costituisce l’argo-mento della strenna di quest’anno.Don Bosco più vol-te fa riferimento alla sua esperienza edu-cativa fondata sul-la “gioia vera, quella che nasce dal cuore di chi si lascia guidare dal Signore”. Una gio-

ia lontana dal peccato, che “nasce dalla pace del cuore”; una gioia fiduciosa nella Provvi-denza di Dio: “era una delle tante lezioni di vita che avevo impa-rato da mia madre”.Tutto ciò si traduce in alcune caratteristi-che della sua azione coi ragazzi: li atten-deva la domenica mattina a Valdocco e ogni incontro era una festa; spesso ripeteva loro che era diventa-to prete per i ragazzi, per stare in mezzo ai giovani e che voleva il

loro unico bene: “Uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eter-nità”.N e l l ’esp e r i e n z a d i Don Bosco la gioia e l’allegria diventeran-no cammino di santi-tà e clima di famiglia condivisi con i ragaz-zi. L’aveva ben espres-so nel suo libro di preghiera scritto per i suoi oratoriani: “Ser-vite al Signore e state allegri”.La gioia di stare col Signore: che sia que-sta la testimonianza che ci chiede oggi il nostro tempo? Con l’augurio di ogni bene, di un santo Natale e felice 2013, vi giunga il ricordo nella preghiera della comu-nità salesiana.

Don Renato PrevitaliDirettore

tonalediciannove dicembre 2012

Ritrovarsi a tavola come

ai vecchi tempi, quando il cibo,

preparato da Suor Elisa, ci veniva

passato attraverso le “ruote”„

SOSTIENICI RINNOVANDO LA TUA ADESIONE ALL’ASSOCIAZIONE EX ALLIEVI DON BOSCO

22 apile 2012, Istituto Don Bosco di Milano. Eccoci tutti allineati per una foto ricordo prima di accomiatarci. È stato bello ritrovarci e scoprire, con meraviglia, che nonostante il passare degli anni riusciamo ancora a vedere, nei volti degli ex compagni di collegio, lo sguardo di quei ragazzini che eravamo un tempo.

22 aprile 2012, Festa degli ex allievi Don Bosco. Un momento dell’incontro tenutosi, dopo la S. Messa, nella sala mul-timediale. È stata una simpatica occasione per ravvivare vecchi ricordi degli anni di collegio, raccontarci quello che abbiamo combinato nella vita, e richiamare alla mente qualche marachella, combinata quando eravamo convittori.

In allegato al Notiziario trovi il consueto bollettino postale per il rinnovo della tua adesione all’Associazione ex allievi Don Bosco.La quota associativa di 20 Euro è indicativa. Di questi una parte è destinata alla Federazione Nazionale e per la rivista salesiana “Voci Fraterne” mentre il rimanente sarà utilizzato per sostenere la nostra Unione Ex Allievi. La donazione è libera. Coloro che possono donare di più lo facciano con generosità, ci aiuteranno a sopperire alle diffi-coltà di coloro che non possono. Che Maria e don Bosco vi guidino e vi proteggano.

Notiziario dell’Associazione ex allievi delle Scuole Professionali Don BoscoVia Tonale, 19 - 20125 MilanoTel. 02.676272.1 - Fax. 02.67627396c.c.p. 537274 www.exallievimilanodb.org Direttore Responsabile: Giorgio Zanardini

Spedizione in abbonamento postalecomma 20, lett. c - art. 2 - legge 23/12/1996n.662 Filiale di MilanoAnno 64, numero 1, dicembre 2012.Registrazione Tribunale di Milanon.727 del 23.10.1948Stampa: Scuola Grafi ca Salesiana - Milano

Gli auguri del dirett ore

deva non poca abilità ed esperienza. Uno degli astanti segnava i punteggi dei singoli partecipanti. Non ricordo se mettevamo in palio qualche “pre-mio”. Che spasso!Quella volta, a tirare, toccava al Pieri-no Radaelli. Impugnata la pinza, por-ta la mano a lato del capo, all’altezza dell’orecchio, pronto per il lancio.Quel fetentone del “palo”, entusia-smato dalla tenzone, si era distratto dimenticandosi del suo delicato inca-rico. In quel frangente, con Pierino pronto a scoccare la sua pinza, sbuca dal corridoio il signor Marinelli Fran-co (direttore della tipogra� a), del qua-le avevamo tutti grande soggezione per via delle sue reazioni e punizioni.

Il Pierino, un attimo prima di scocca-re il colpo, si avvede della presenza del “capo” e con fare disinvolto � nge di accomodarsi la pinza sull’orecchio e di grattarsi la testa con la punta acuminata dell’arnese. Anche tutti gli altri, con una cer-ta “non chalance”, in men che non si dica, si disperdono furtivamente raggiungendo le proprie postazio-ni di lavoro.Pui� ! Scampato pericolo.Ma che strizza!Nonostante avessimo un gran timo-re dei capi… la voglia di trasgredire era sempre in agguato.

Enrico Redaelli

Per stare al passo con i tempi, inviarvi “Tonale 19” e informarvi delle iniziati-ve con più e� cacia, il con-siglio dell’associazione ex allievi Don Bosco vi chie-de di comunicarci il vostro indirizzo e-mail, scrivete a:[email protected] inserendo nell’oggetto il vostro nome e cognome.

RICHIESTA DI E-MAIL

Don Ermanno Montagnoli, il nostro indi-menticabile e amatissimo delegato Salesiano.

loro unico bene: “Uno solo è il mio desiderio,

LA PEDAGOGIA DELLA GIOIA

Il direttore dell’Istituto Salesiano di Milano, Don Renato Previtali.

TIRO A SEGNO IN TIPOGRAFIA

Allora ero studente dell’ultimo anno delle Scuole Professiona-li presso il laboratorio di tipo-

gra� a. Come ben sanno tutti quelli del mestiere, uno degli strumenti distintivi del tipografo (oltre al tipo-metro), che veniva esibito nel taschi-no del grembiule nero (la cosiddetta “Avaiana”), era la luccicante pinza in acciaio inox che, dal lato dell’impu-gnatura, terminava con un vistoso aculeo lungo quattro centimetri.Lo strumento serviva per estrarre le righe prodotte dalla Linotype o i sin-goli caratteri tipogra� ci in piombo, dai blocchi di composizione legati a � l di spago.Dopo la pausa pranzo, prima di rico-minciare il laboratorio pomeridia-no, ci si trovava in tipografia con qualche minuto di anticipo e con la compiacenza degli assistenti, e a volta anche con la loro partecipa-zione, s’imbastivano dei mini tor-nei di tiro a segno con le “pinze”.

Ricorderete che il pavimento dei reparti composizione (ad esclusione del corridoio centrale che era lastri-cato con mattonelle), era costituito da un vecchio parquet a doghe lun-ghe. Ricordo che oltre al sottoscrit-to, e altri della mia stessa classe, c’era anche il povero Pierino Radaelli (di Novate Milanese, scomparso un paio di anni fa), allora istruttore. Ebbene, incaricavamo un compagno a funge-re da palo per sorvegliare l’eventua-le arrivo dei superiori, in particolare del direttore della tipogra� a, poi si disegnava sul parquet un bersaglio a cerchi concentrici, proprio come si addice a un vero tiro a segno. Quin-di, da una distanza breve ma conven-zionale, a turno, stringendo la punta della pinza tipogra� ca tra il pollice e l’indice a mo’ di coltello, si lanciava, facendola roteare, per farla con� c-care sul parquet nella posizione più vicina al centro.Il gioco era entusiasmante e richie-

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