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1 Indice Introduzione..................................pag 3 Capitolo 1 "Panoramica sulle attuali tipologie di trattori utilizzati in vigneto e frutteto" 1.1 Caratteristiche generali..........................................pag 4 1.2 Trattori gommati specializzati derivati da versioni compatte da campo aperto.........pag 7 1.3 Trattori cingolati specializzati...................................pag 12 1.4 Trattori isodiametrici.....................pag 16 Capitolo 2 Normativa di riferimento........................................pag 19 Capitolo 3 Intro "sistemi di sicurezza passiva: ROPS e cinture di sicurezza"....................pag 23 3.1 Strutture di sicurezza adottate su trattori impiegati in vigneto e frutteto............. pag 24 3.2 Sistemi di ritenzione del conducente: cinture di sicurezza................. pag 27 Capitolo 4 Telai abbattibili per trattori da vigneto: problematiche rilevate........................pag 28 Capitolo 5 Intro "Installazione ROPS e cinture su trattori originariamente sprovvisti".........pag 30 5.1 Dimensionamento strutture ROPS.........................pag 31 5.2 Installazione del sistema di ritenzione...........................pag 35

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Indice

Introduzione..................................pag 3

Capitolo 1 "Panoramica sulle attuali tipologie di trattori utilizzati in vigneto e frutteto"

1.1 Caratteristiche generali..........................................pag 4

1.2 Trattori gommati specializzati derivati da versioni compatte da campo aperto.........pag 7

1.3 Trattori cingolati specializzati...................................pag 12

1.4 Trattori isodiametrici.....................pag 16

Capitolo 2

Normativa di riferimento........................................pag 19

Capitolo 3

Intro "sistemi di sicurezza passiva: ROPS e cinture di sicurezza"....................pag 23

3.1 Strutture di sicurezza adottate su trattori impiegati in vigneto e frutteto.............pag 24

3.2 Sistemi di ritenzione del conducente: cinture di sicurezza.................pag 27

Capitolo 4

Telai abbattibili per trattori da vigneto: problematiche rilevate........................pag 28

Capitolo 5

Intro "Installazione ROPS e cinture su trattori originariamente sprovvisti".........pag 30

5.1 Dimensionamento strutture ROPS.........................pag 31

5.2 Installazione del sistema di ritenzione...........................pag 35

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Capitolo 6

Intro "Ulteriori proposte in tema di ROPS".............................................pag 36

6.1 Dispositivo elettroidraulico con accumulatori di azoto per il rapido innalzamento in

automatico del telaio a due montanti anteriore abbattibile......................pag 36

6.2 Barre di bloccaggio del rotolamento continuo ad attivazione automatica............pag 38

6.3 Roll-bar ad espulsione verticale automatica......................pag 39

6.4 Barra orizzontale basale ad espulsione automatica.......................pag 41

6.5 Asse posteriore (ed eventualmente anteriore) disassato........................pag 42

6.6 Telaio integrale oscillante su trattori isodiametrici.................pag 43

6.7 Sistema innovativo α-trak...................pag 44

6.8 Criticità alla diffusione dei vari sistemi............................................................pag 44

Capitolo 7

Analisi e commento dei dati statistici riguardanti decessi dovuti al ribaltamento del trattore

agricolo......................................pag 45

Conclusioni..........................................................pag 56

Bibliografia........................................................................................pag 57

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Introduzione

La questione della sicurezza sul lavoro, quanto mai attuale in tutti i settori, in agricoltura viene

purtroppo spesso sottovalutata; i motivi di questa mancata considerazione sono molteplici: le norme

sulla sicurezza vengono spesso viste come inutili orpelli ad un’attività per sua natura molto concreta

e diretta, e il fatto che molti addetti del settore primario abbiano età relativamente elevate e scarse

nozioni in materia di antinfortunistica sicuramente incide in maniera sensibile sulla sottovalutazione

dei rischi e sull’attuazione delle contromisure per prevenirli. Vi sono poi anche motivazioni di

carattere squisitamente tecnologico: ogni comparto del settore agricolo ha le proprie esigenze in

termini di operazioni, tecniche e macchinari e queste peculiarità rendono difficile una

standardizzazione delle misure di prevenzione degli infortuni, ed ovviamente la meccanizzazione

agricola non è esente da queste problematiche.

Lo scopo dell’elaborato è quello di presentare un’ analisi sull’attuale situazione della sicurezza

degli operatori che si trovano ad utilizzare macchine agricole, focalizzandosi sui comparti viticolo e

frutticolo. In particolare, si è voluta prendere in esame quella che è stata appurata essere una delle

maggiori cause di decesso in incidenti che vedano coinvolte macchine agricole: il ribaltamento del

trattore. Nonostante la legislazione preveda ormai da più di trent’anni l’obbligo di installazione a

bordo dei trattori di strutture che proteggano l’operatore in caso di ribaltamento, cioè di dispositivi

ROPS (Roll Over Protective Structrure), e più recentemente anche sistemi di ritenzione del

conducente, i dati parlano chiaro: in Italia ogni anno più di 100 persone muoiono a seguito del

ribaltamento del trattore che stavano conducendo durante lavorazioni in campo o trasferimento su

strada pubblica. Purtroppo queste silenziose “morti verdi”, rimangono spesso materiale da cronaca

locale o poco più, e vengono ritenute da molti addetti del settore agricolo come tragiche fatalità, e

non come eventi inaccettabili ed evitabili. Proprio dagli articoli di edizioni on-line di quotidiani

locali e nazionali è partita la paziente ricerca del Dott. Davide Facchinetti, ricercatore presso il

Dipartimento di Ingegneria Agraria dell’Università di Milano, che dal gennaio 2008 ha raccolto e

catalogato articoli pubblicati su siti web di informazione locale, riviste di settore e pubblicazioni di

Enti pubblici e ministeriali che riportano decessi avvenuti in seguito al ribaltamento del trattore,

riportando il maggior numero di informazioni possibili riguardo la tipologia di trattore coinvolto,

presenza e tipologia di strutture ROPS, luogo e situazione dell’incidente e all’età delle vittime.

Questo elaborato, ha portato a delineare le peculiarità della meccanizzazione nei comparti viticolo e

frutticolo, evidenziando gli aspetti relativi alla non capillare diffusione e alle criticità dei sistemi di

protezione in caso di ribaltamento del trattore. Tutto ciò nonostante esistano ormai precise norme e

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linee guida che consentono una semplice applicazione di ROPS a trattori che ne siano sprovvisti, sia

perché al momento dell’immissione sul mercato del modello non era in vigore l’obbligo relativo, sia

perché per vicende diverse il dispositivo ROPS non è più presente.

Non è stato trascurato l’aspetto dell’innovazione tecnologica riguardante questi dispositivi,

prendendo in esame le ultime proposte in merito, sviluppate ex-novo oppure recuperando soluzioni

che in passato non avevano avuto riscontro, ma ritenute ancora valide se coniugate con le moderne

tecnologie.

La breve analisi dei dati statistici offre un quadro complessivamente negativo della situazione, ma

suggerisce anche quali possano essere le strategie da intraprendere per ridurre il tragico computo

delle “morti verdi”, in primis sicuramente la formazione e la responsabilizzazione degli addetti.

Capitolo 1

Panoramica sulle attuali tipologie di trattori utilizzati in vigneto e frutteto

1.1 Caratteristiche generali

A un trattore da vigneto, oltre alle normali prestazioni in fatto di trazione e di varietà di prese di

potenza (è sempre presente la presa di potenza a 540 min-1 e talvolta la 540 ECO, mentre raramente

è presente la 1000 min-1; può inoltre essere richiesta la pdp sincronizzata, utile per l’accoppiamento

a rimorchi con assali trazionati) è anche richiesta la possibilità di avere impianti idraulici con

elevata capacità e sono inoltre richieste delle peculiari caratteristiche dimensionali ed ergonomiche

legate alle particolari applicazioni in campo. La viticoltura moderna prevede l’utilizzo di questi

mezzi in filari talvolta molto stretti e spesso in condizioni di forte pendenza con spazi di manovra

angusti, rendendo obbligatorio il rispetto da parte dei costruttori di precisi vincoli dimensionali:

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· le larghezze sono ridotte al minimo per agevolare il passaggio in interfile molto strette (che

possono ridursi tipicamente fino a 1,40 m). Le larghezze variano indicativamente da 900

mm a 1600 mm. Occorre considerare che quando questi trattori vengono derivati da modelli

da pieno campo restringendone semplicemente la carreggiata, essi diventano più instabili e

quindi poco adatti ad operare su pendenze elevate;

· passo ridotto: rispetto ai normali trattori, quelli da vigneto hanno un passo corto per

agevolare le manovre negli spazi stretti e limitati in cui debbono operare riducendo i tempi

di lavoro. Diminuendo il passo di queste trattrici se ne riduce il raggio di sterzata, che è un

parametro molto importante in quanto consente di eseguire più agevolmente le manovre in

capezzagna, contemporaneamente si riduce l’attitudine ad effettuare le lavorazioni “di tiro”.

Il passo varia tipicamente tra i 1900 mm e i 2500 mm per i trattori gommati, e tra i 1300 mm

e i 1700 mm per i cingolati;

· baricentro basso: indispensabile per mantenere stabilità e sicurezza adeguate anche durante

la lavorazione di terreni in forte pendenza; è dato dall' altezza limitata: i trattori da vigneto

hanno altezze molto ridotte per agevolare il passaggio in ogni tipo di campo e con ogni

coltura, anche in serra se necessario. Le altezze variano tra i 1700 mm e i 2400 mm per i

gommati, e tra i 1900 mm e i 2300 mm per i cingolati.

· linee morbide: tali trattori devono avere carrozzeria arrotondata e parafanghi il più possibile

privi di asperità e appigli per evitare che rami e frutti possano essere danneggiati durante il

passaggio. Le ferite derivanti dal danneggiamento dei tralci da parte del trattore possono

predisporre l’insorgenza di infezioni da parte di virus, batteri e funghi.

· ergonomicità e comfort di utilizzo del mezzo sono altri fattori di fondamentale importanza,

che devono essere conciliati con le dimensioni ridotte che la specificità dell’utilizzo impone.

Perciò sono da tenere in forte considerazione l’isolamento acustico e dalle intemperie, la

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climatizzazione, lo smorzamento delle vibrazioni e la protezione dai prodotti chimici che

vengono distribuiti con macchine portate o trainate dal trattore.

· versatilità :presenza di distributori idraulici laterali o ventrali che consente l’utilizzo di

macchine operatrici portate lateralmente, come prepotatrici, cimatrici, sfogliatrici.

Landini Rex 90

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1.2 Trattori gommati specializzati derivati da versioni compatte da campo aperto

In viticoltura è oggi prevalente l’utilizzo di trattori gommati, nella stragrande maggioranza dei casi

a trazione integrale, derivati e adattati da modelli compatti utilizzati in pieno campo. Questa

derivazione ha obbligato all’adozione di soluzioni che permettessero una fruizione e un utilizzo

completo ed efficiente dei mezzi. Si è trattato perciò di “miniaturizzare” i trattori da pieno campo,

riducendone passo, restringendone la carreggiata e abbassandone il baricentro, consentendo così

l’utilizzo di tali mezzi anche in vigneti caratterizzati da sesto di impianto relativamente stretto.

In generale comunque, sui trattori specialistici la propulsione viene generalmente affidata a motori

con tre o quattro cilindri, da 2200-45000 cm3 di cilindrata, aspirati o turbocompressi, eroganti

potenze tra i 35 e i 110 CV (26 – 81 kW), dove i motori maggiormente prestanti possono rendersi

necessari per far fronte all’utilizzo di attrezzature richiedenti impieghi di potenza sempre maggiori.

Talvolta infatti si fa ricorso, per i trattamenti fitosanitari, ad atomizzatori a polverizzazione

pneumatica, che possono arrivare a richiedere alla p.d.p. anche più di 70 CV.

La trasmissione, analogamente a quanto avviene con i trattori da campo aperto, presenta spesso un

elevato numero di rapporti (12, 20, 24, 36 o 45) ed è normalmente abbinata alla presenza di un

inversore meccanico; più rara è la presenza dell’inversore idraulico o elettroidraulico.

L’inversore meccanico può essere non sincronizzato (molto raro e poco comodo poiché talvolta

richiede lo spegnimento del trattore per essere azionato), o più frequentemente sincronizzato.

Quest'ultima è la tipologia di inversore più diffusa sui trattori in allestimento base, e richiede

l’azionamento della frizione e una manovra sulla leva di inserimento da eseguirsi a trattore

praticamente fermo .

L’inversore elettroidraulico è un’evoluzione dell’inversore meccanico sincronizzato: l’inserimento

dell’ingranaggio che innesta il rapporto e la modulazione della frizione sono svolti da una centralina

elettronica. Questo consente all’operatore di invertire il moto semplicemente spostando una leva e

senza dover premere la frizione; l’inversione è possibile solamente a basse velocità, al massimo 10-

12 km/h. Una recentissima evoluzione dello stesso presentata dal gruppo BCS prevede che la

centralina elettronica di controllo possa agire anche sui freni, modulando la frenata, affinché la leva

di inversione possa essere manovrata anche a velocità più elevata.

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L’inversore idraulico prevede invece l’utilizzo di una doppia frizione, che permette l’inversione di

marcia anche a velocità maggiori rispetto all’inversore elettroidraulico; l’utilizzo della doppia

frizione però comporta un peggiore rendimento meccanico ed un conseguente aumento dei

consumi. E' un optional costoso, e la sua applicazione è consigliabile solo dove il trattore viene

utilizzato come fork lift o abbinato a pale spalaneve o altri accessori che richiedano frequenti

inversioni di marcia. E' inoltre opportuno considerare che la doppia frizione in uso all’inversore

idraulico è sempre del tipo a bagno d’olio (il che comporta una elevata durata delle sue componenti)

e se la sua installazione avviene a discapito di una comune frizione a secco ciò genererà indubbi

benefici sulle successive manutenzioni.

I trattori da vigneto sono dotati sempre più frequentemente di potenti sistemi idraulici poiché molte

attrezzature richiedono l’impiego di uno o più distributori idraulici che si trovano posteriormente,

lateralmente o frontalmente al trattore stesso. E’ perciò importante disporre di portate d’olio

sufficienti per il funzionamento simultaneo del sollevatore, dei motori idraulici, delle attrezzature

(anche più d’una contemporaneamente) e dello sterzo. Sulla maggior parte dei trattori specializzati

il circuito idraulico è a centro aperto, sui modelli basilari prevede una singola pompa con valvola

prioritaria che garantisce sempre una determinata quantità di flusso dedicato all’idroguida;

sui modelli a partire dai 50 - 60 CV è generalmente installata una doppia pompa, di cui una dedicata

all’idroguida e alle funzioni secondarie (come ad esempio inserimento della doppia trazione) e una

al sollevatore e ai distributori posteriori (sino a un massimo di 6). Talvolta come optional è

possibile installare una terza pompa dedicata a 2 o 3 ulteriori distributori posti lateralmente.

L’impianto idraulico più sofisticato è oggi proposto dalla Fendt, che sulla serie 209 offre un circuito

idraulico a centro chiuso, con tre pompe Load Sensing e portata complessiva che arriva fino a 110

L/min. L’adozione di questa tipologia di circuito comporta un prezzo d’acquisto maggiore, ma

consente un migliore impiego energetico e un minore consumo di carburante, in quanto le pompe

vengono attivate solo quando il sollevatore o il distributore vengono attivati.

L’attacco a tre punti posteriore dei trattori specialistici derivati dai trattori da pieno campo, prevede

quasi sempre anche il controllo di sforzo e misto sforzo-posizione, mentre nelle versioni più

economiche e per la maggior parte dei trattori isodiametrici è spesso offerto solo con controllo di

posizione e modalità flottante. In alcuni casi l’attacco a tre punti può essere di tipo oscillante

(lateralmente), e ciò è di notevole utilità quando si affrontano pendenze trasversali. Questa tipologia

consta di due martinetti idraulici che spostano lateralmente i bracci inferiori per allineare

l’attrezzatura (coltivatore, zappatrice, trinciasarmenti, ecc.) ai filari e adattarla alle irregolarità del

terreno.

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La tendenza attualmente è quella di dotare i trattori specializzati anche del sollevatore frontale,

anche se l’effettiva utilità di tale dispositivo non è scontata, infatti numerose operazioni che

vengono effettuate con attrezzi posti frontalmente richiedono il fissaggio ad apposite flange e non al

sollevatore.

I trattori da vigneto moderni hanno una distribuzione dei pesi che classicamente va dal 50%

anteriore 50% posteriore, fino ad arrivare ad un 40% anteriore 60% posteriore; quest’ultima

combinazione rende necessaria l’applicazione di zavorre anteriori in caso di lavorazioni su terreni

fortemente in pendenza o in caso di accoppiamento ad operatrici caratterizzate da un elevato peso.

Pur con le contenute dimensioni trasversali (1-1,30 m), anche sui trattori da vigneto è possibile

l’installazione della cabina che, pur rispettando i limiti di larghezza imposti, offre un sufficiente

spazio all’operatore, un migliore comfort, una buona visibilità e protezione anche da intemperie,

polvere e, se corredata da filtri a carboni attivi anche dai prodotti chimici.

Caratteristiche salienti dei trattori gommati da vigneto derivati da versioni compatte da campo

aperto

Motore

Cilindri: 3-4 ad aspirazione naturale o turbocompresso

Cilindrata: 2200-4500 cm3

Potenza massima: 26-81 kW (35-110 CV)

Potenza specifica: 12-18 kW/L (16-24 CV/L)

Trasmissione

Cambio: 8 + 8, 12 + 8, 20 + 20, 24 + 24, 36+ 36, 48 + 48, fino a 72 +72

rapporti,

con superriduttore, inversore meccanico

o elettroidraulico

Velocità min-max: 0,2-40 km/ora

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Sterzo

Angolo di sterzo: 50, 58, 76°

Raggio minimo di volta: 2,5-3,7 m

Sollevatore idraulico

Meccanico con controllo di posizione,

oppure con controllo di sforzo o misto sforzo-posizione, fino ad arrivare

a versioni con sollevatore controllato elettronicamente

Portata pompe: 35 L/min, 48 L/min + 36 L/min, 52 L/min + 30 L/min,

fino a 110 L/min con circuito load sensing.

Capacità massima di sollevamento espressa alle rotule: 600-3000 kg

Capacità specifica di sollevamento: 39-57 kg/kW

Distributori idraulici

Posteriori minimo 2, massimo 6 a semplice, doppio effetto e ritorno

libero

Laterali massimo 6

Possibilità sui top di gamma di installare distributori a controllo

elettronico, con controllo di flusso e temporizzazione

Posto di guida

Piattaforma rigida o sospesa su silent-block

Telaio a due montanti (ROPS) abbattibile o cabina

Pdp

Posteriore 540 e 750 min -1

Opzionale anche 1.000 min -1

Anteriore, se presente 1.000 min -1

Pdp sincronizzata

Dimensioni e massa

Lunghezza massima: 2370-4100 mm

Larghezza: : 870-1300 mm

Carreggiata: 980-1600 mm

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Passo: 1900-2430 mm

Altezza cabina: 1750-2400 mm

Luce libera al suolo: 190-390 mm

Massa: 2000 - 3000 kg

Rapporto massa/potenza: 40-64 kg/kW

Distribuzione pesi Dal 50% anteriore – 50 % posteriore al 40% anteriore – 60% posteriore

Fendt 209 V dotato di sollevatore frontale

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1.3 Trattori cingolati specializzati

I trattori cingolati vengono solitamente considerati come trattori specialistici legati a lavorazioni su

pendenze particolarmente elevate. Diversi costruttori italiani propongono versioni da vigneto,

compatti e a basso profilo, adatti a vigneti collinari e pedemontani. Dotati di propulsori analoghi a

quelli dei trattori gommati, si differenziano per la modalità di trasmissione a terra della potenza del

motore, che avviene tramite cingoli, tradizionalmente in acciaio ma più recentemente proposti

anche in gomma. Ciascun sistema cingolato tradizionale è costituito da un carrello portacingolo

comprendente una ruota motrice (posteriore), una ruota di rinvio (anteriore), rulli portanti, rulli di

sostegno, un telaio di collegamento e il cingolo vero e proprio. Il cingolo in acciaio è costituito da

una catena a maglie in acciaio stampato, all’esterno di ciascuna delle quali è fissato un pattino

profilato in acciaio, dotato di costole di aderenza. Nel caso di un sistema cingolato in gomma, al

posto della catena troviamo un nastro senza fine in tela gommata, portante su entrambe i lati

opportuni risalti che fungono da organi aggrappanti al terreno sulla faccia esterna e da denti di presa

nei confronti della ruota motrice sulla faccia interna. Le ruote motrici e di rinvio possono essere in

gomma piena dotate di controdentatura in rilievo, oppure pneumatici ad alta pressione a superficie

liscia.

L’adozione di un sistema di cingolatura in gomma rispetto a quello in acciaio comporta una

riduzione delle vibrazioni e del rumore, dei consumi energetici per la minore resistenza

all’avanzamento con qualche limite di capacità di trazione su terreni scivolosi e a scarsa aderenza.

Nelle migliori condizioni d’aderenza i cingolati possono esercitare una forza di trazione pari alla

loro massa; la distribuzione dei pesi, tipicamente del 55% all’anteriore e 45% al posteriore,

favorisce l’aderenza sui terreni in pendenza.

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Altre caratteristiche sono:

· basse pressioni esercitate sul terreno (0,3-0,4 bar) in virtù della loro ampia superficie di

appoggio;

· elevata stabilità trasversale grazie al loro baricentro basso;

· ingombro limitato rispetto a un trattore a ruote di pari potenza;

· raggio di sterzata molto ridotto (può fare perno su un cingolo azionando le frizioni e i freni

di sterzo)

· durata dei cingoli 1,5 – 2 volte maggiore rispetto agli pneumatici dei gommati.

I cingolati classici sono meno confortevoli dei gommati a causa di: elevata rumorosità e vibrazioni

in marcia del mezzo dovute alla staticità dei cingoli, lentezza nei trasferimenti, dovuta alla bassa

velocità massima consentita dal Codice della strada (15 km/h) e necessità di montare le soprassuole

per evitare danni alla pavimentazione stradale, che viene profondamente incisa e danneggiata dai

cingoli metallici. L’impossibilità di installare una cabina efficiente è un’altra grande limitazione dei

trattori cingolati, anche se recentemente New Holland ha proposto un proprio modello dotato di

cabina pressurizzata di serie, la cui efficacia è ancora da verificare; sta inoltre lavorando a cingolati

dotati di sospensioni.

Le versioni più recenti possono presentare piattaforma di guida sospesa su silent block (un sedile

sospeso meccanicamente) e pavimentazione opportunamente rivestita per isolare l’operatore dal

calore, dai rumori e dalle vibrazioni, che sono tra le principali cause di malattie professionali;

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la lubrificazione permanente dei cingoli riduce la rumorosità e aumenta la durata delle catenarie.

Un’ altra problematica di ordine ergonomico riguarda lo sterzo, generalmente a doppia leva, che

costringe l’operatore ad impiegare entrambe le mani nelle svolte e nelle manovre; ciò rende molto

difficile o addirittura impossibile la movimentazione del sollevatore o il controllo dei distributori

idraulici mentre si manovra la macchina. Sono però attualmente in produzione anche cingolati

dotati di una singola leva di sterzo, che consentono all’operatore di agire su sollevatore e

distributori anche durante una manovra.

Caratteristiche dei trattori cingolati da vigneto

Motore

Cilindri: 3-4 ad aspirazione naturale o turbocompresso

Cilindrata: 2000-4000 cm3

Potenza massima: 35-81 kW (48-110 CV)

Potenza specifica: 17-20 kW/L (23-28 CV/L)

Trasmissione

Cambio: 8 + 8, 12+ 8, 16 + 8, 16 + 16 rapporti,

con superriduttore e inversore meccanico sincronizzato

Velocità min-max: 1-15 km/h

Frizioni e frizioni di

sterzo

Frizioni monodisco o multidisco a secco

o in bagno d’olio e freni a nastro a secco

o multidisco in bagno d’olio

Sterzo

Con doppia leva destra-sinistra, leva unica o volante (New Holland e

Goldoni)

Sollevatore idraulico

Meccanico con controllo di posizione, sforzo e misto

Portata pompa: 32-45 L/min

Capacità massima di sollevamento: 2000-4000 kg

Capacità specifica di sollevamento: 51-57 kg/kW

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Distributori idraulici

Posteriori massimi 3-4 a semplice e doppio effetto

Modulo di guida

Piattaforma rigida o sospesa su silent-block, panchetta o sedile sospeso

meccanicamente

Telaio a due montanti (ROPS) abbattibile

Telaio a quattro montanti (ROPS) fisso

Recentemente anche cabina di serie

Cingolatura Numero rulli inferiori di guida: 4-5

Numero rulli di sospensione: 1

Larghezza suole: 250-360 mm

Superficie totale di appoggio: 7.500-11300 cm2

Pressione specifica al suolo: 0,280-0,380 bar

Pdp

540 e 750 min -1

, opzionale anche 1000 min -1

Dimensioni e massa

Lunghezza massima: 2370-3500 mm

Larghezza massima: 870-1300 mm

Carreggiata: 1150-1400 mm

Passo: 1282-1650 mm

Altezza piano sedile: 880-1000 mm

Altezza al telaio o alla cabina: 2000-2400 mm

Luce libera al suolo: 170-320 mm

Massa: 2260-4250 kg

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New Holland TK 4000

1.4 Trattori isodiametrici

I trattori isodiamterici a 4 ruote motrici sono apparsi sul mercato piuttosto recentemente e da circa

20 anni erodono quote di mercato sempre maggiori ai cingolati. Questi mezzi possono essere

realizzati con telaio snodato (telaio integrale oscillante) per consentire lo sdoppiamento della massa

totale del trattore con un’ampia oscillazione trasversale (±15°) tra i due corpi, per permettere la

massima aderenza e trazione dei pneumatici a terra, oppure con una configurazione più classica che

prevede un “corpo macchina” fisso e il classico assale anteriore sterzante e oscillante. La

ripartizione del peso dei trattori a 4 ruote motrici isodiametrici, che presentano il motore a sbalzo

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anteriore, è sicuramente interessante e tipicamente riconducibile ad un 60% gravante sull’assale

anteriore e il restante 40% su quello posteriore, questo consente di avere una ripartizione più

uniforme dei carichi (vicina al 50% anteriore e 50% posteriore) anche con piccole attrezzature

portate al posteriore e senza necessità di effettuare zavorrature ulteriori.

Per l’effettuazione della sterzata possono presentare l’assale anteriore oscillante con le ruote

anteriori sterzanti oppure un telaio articolato con ruote anteriori fisse oppure ancora un telaio

articolato con anche le ruote anteriori sterzanti (si tratta del doppio sistema di sterzo messo a punto

dal gruppo BCS e commercializzato come Dual Steer). Con la sterzata articolata si ha il vantaggio

di avere un raggio di svolta completamente svincolato dal diametro delle ruote (ovvero non è

necessaria una limitazione dell’angolo massimo di sterzo anche montando le gommature più grandi

previste a lisitino). Esse sono rigidamente collegate agli assali e la sterzata è realizzata con due

martinetti idraulici agenti sullo snodo centrale tra i due corpi. Nella soluzione a doppio sistema di

sterzo, la manovrabilità diviene molto elevata: angolo di sterzata prossimo ai 70° e raggio di volta

dell’ordine di 2,2-2,3 m.

Particolare dello snodo

Il posto di guida degli isodiametrici è spesso reversibile e montato su di una piattaforma rotante

(torretta) che supporta volante, cruscotto, sedile, leve del cambio, pedali di frizione e freni. La

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reversibilità del posto di guida in questi casi è totale, molto agevole ed effettuabile in una manciata

di secondi. La posizione retroversa di guida è particolarmente utile in alcune lavorazioni come

l’utilizzo del fork lift (muletto), del trinciaerba, delle falciatrici.

Isodiametrico Valpadana: guida retroversa e telaio anteriore a due montanti, accoppiato ad una trincia

Sugli isodiametrici più grandi, come per i trattori da campo aperto, è a volte disponibile il

sollevatore anteriore con relativo attacco a tre punti, la cui capacità di sollevamento è comunque

piuttosto limitata e dell’ordine di 800-900 kg.

Di particolare importanza è il già ricordato impianto idraulico, che deve disporre di numerosi

distributori a semplice e a doppio effetto, per l’azionamento delle operatrici i cui organi sono

azionati da motori idraulici. La particolare distribuzione dei pesi dei trattori isodiametrici e la

presenza del motore posto a sbalzo anteriormente, se da un lato li rende molto efficaci in termini di

aderenza e trazione in campo, dall’altro li caratterizza per una pericolosa tendenza all'impuntamento

e al sollevamento del retrotreno in frenata su strada, anche a velocità moderata. Questa pericolosa

reazione potrebbe essere ridotta conducendo su strada il trattore in posizione retroversa, con il peso

maggiormente ripartito al posteriore, in modo da avere una frenata più efficace e stabile, ma

purtroppo il Codice della Strada non consente la guida retroversa su strada pubblica.

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Capitolo 2

Normativa di riferimento

La principale normativa di riferimento per i trattori agricoli o forestali che risulta di interesse è, in

ordine cronologico di emanazione, la seguente:

1. legge 547/1955 fu il primo testo, completo, italiano di antinfortunistica (sostituì il Regio Decreto

18 giugno 1899, n. 230). E’ tuttora valido per le macchine costruite prima del

recepimento (1996) della Direttiva Macchine (1989). Il D.P.R. 547/1955 contiene gli art. 159-

160-161-162-163, che sono specifici per le trebbiatrici. Per il resto le norme sono

generali, applicabili a qualsiasi tipo di macchina. Teoricamente doveva essere seguito da

un regolamento, che non vide mai la luce. La genericità delle norme ne ha provocato

applicazioni discordanti tra regione e regione, e spesso tra città e città. Nel complesso ha

però smosso le acque, provocando una prima messa a norma delle attrezzature, agricole e

non;

2. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 26 gennaio 1973, n. 201

Prevenzione infortuni - Cabine o telai di protezione nei trattori agricoli;

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3. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 29 settembre 1973, n. 209

Prevenzione infortuni - Cabine o telai di protezione nei trattori agricoli - Seguito alla circolare

n. 201;

4. direttiva 74/150/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative

all’omologazione dei trattori agricoli o forestali a ruote. Tale direttiva è stata recepita

nell’ordinamento italiano dalla Legge n. 572/1977 – G.U. n° 231 del 25 agosto 1977. La direttiva

74/150/CE è stata modificata dalle direttive 79/694/CEE, 82/890/CEE, 88/297/CEE, 97/54/CE e

2000/25/CE e adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 2001/3/CE. La direttiva 74/150/CEE è

stata abrogata dalla direttiva 2003/37 con decorrenza dal 1° luglio 2005;

5. direttiva 77/536/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative

ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote.

Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 212 del 10 febbraio 1981 –

supplemento n° 24 alla G.U. n° 133 del 16 maggio 1981. La direttiva 77/536/CEE è stata

modificata dalle direttive 87/354/CEE e 89/680/CEE e adeguata al progresso tecnico con

direttiva 1999/55/CE;

6. direttiva 79/622/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative

ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote

(prove statiche). Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento italiano dal DPR n° 296 del 18

marzo 1983 – supplemento n° 36 alla G.U. n° 169 del 22 giugno 1983. La direttiva 79/622/CEE

è stata modificata dalla direttiva 87/354/CEE e adeguata al progresso tecnico dalle direttive

82/953/CEE, 88/413/CEE e 1999/40/CE;

7. circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 19 maggio 1981, n. 49

Prevenzione infortuni - Cabina e telaio di protezione di trattrici agricole a ruote;

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8. direttiva 86/298/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative

ai dispositivi di protezione, del tipo a due montanti posteriori, in caso di capovolgimento dei

trattori agricoli o forestali a ruote a carreggiata stretta. Tale direttiva è stata recepita

nell’ordinamento italiano dal D.M. del 18 maggio 1989 – supplemento n° 72 alla G.U. n° 217

del 16 settembre 1989. La direttiva 86/298/CEE è stata modificata dalla direttiva 89/682/CEE,

adeguata al progresso tecnico dalla direttiva 2000/19/CE e modificata da ultimo dalla direttiva

2005/67/CE;

9. direttiva 87/402/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative

ai dispositivi di protezione in caso di capovolgimento dei trattori agricoli o forestali a ruote, a

carreggiata stretta, montati anteriormente. Tale direttiva è stata recepita nell’ordinamento

italiano dal D.M. del 5 agosto 1991 – supplemento n° 8 alla G.U. n° 12 del 16 gennaio 1992. La

direttiva 87/402/CEE è stata modificata dalla direttiva 89/681/CEE, adeguata al progresso

tecnico dalla direttiva 2000/22/CE e modificata da ultimo dalla d irettiva 2005/67/CE;

10. codice 8 OCSE - Prove ufficiali dei dispositivi di protezione dei trattori agricoli o forestali a

cingoli;

11. D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 - Nuovo codice della strada – supplemento ordinario alla G.U. n°

114 del 18 maggio 1992 e successive modifiche;

12. DPR 16 dicembre 1992, n. 495 - Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice

della strada - supplemento ordinario alla G.U. n° 303 del 28 dicembre 1992 e successive

modifiche;

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13. direttiva 2003/37/CE relativa all’omologazione dei trattori agricoli o forestali, dei loro rimorchi

e delle loro macchine intercambiabili trainate, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche

di tali veicoli, che abroga la direttiva 74/150/CEE. Tale direttiva è stata recepita

nell’ordinamento italiano dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 19

novembre 2004 – supplemento ordinario della G.U. – serie generale n° 88 del 16 aprile 2005. La

direttiva 2003/37/CE è stata modificata dalla direttiva 2005/67/CE;

14. circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 16 marzo 2005, n. 11. Requisiti

di sicurezza dei trattori agricoli rispetto al rischio di ribaltamento.

15. circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 28 febbraio 2007, n. 03. Requisiti

di sicurezza dei trattori agricoli o forestali - Applicazione di dispositivi di protezione per il

conducente in caso di ribaltamento;

16. D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto, n. 123 in materia di

tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Attualmente è il punto di riferimento in

tema di sicurezza sul lavoro

17 . La Direttiva 2006/42/CE del 17 maggio 2006 (detta nuova direttiva macchine) è recepita ed

attuata per l'Italia mediante il Decreto Legislativo 27 gennaio 2010 , n. 17 (pubblicazione del

19-2-2010 Supplemento ordinario n. 36/L alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 41)

e sostituisce la direttiva 98/37/CE del Parlamento europeo (detta direttiva macchine), pubblicata

sulla Gazzetta Ufficiale L 331 del 07.12.1998, che si riferiva a tutti i tipi di macchinario e ai

loro componenti di sicurezza messi isolatamente sul mercato (e a sua volta modificava la

direttiva 89/392/CEE del Consiglio, del 14 giugno 1989). Tale direttiva è entrata in vigore in

tutta Europa il 29 dicembre 2009. Si applica al trattore agricolo per tutti quegli ambiti non

contemplati da normative specificatamente riferite ad esso.

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Capitolo 3

Sistemi di protezione passiva: ROPS (Roll Over Protective Structures) e cinture di sicurezza

Allo stato delle conoscenze attuali i principali sistemi di prevenzione per il pericolo di ribaltamento

utilizzati nei trattori agricoli o forestali possono essere ricondotti essenzialmente a dispositivi di

prevenzione di tipo passivo, ossia interventi finalizzati ad evitare o comunque a ridurre la possibilità

che il verificarsi di un ribaltamento del trattore comporti conseguenze per l'incolumità del

conducente: per proteggere l’operatore in caso di capovolgimento del trattore, si monta una struttura

detta ROPS avente essenzialmente lo scopo di evitare o limitare i rischi per il conducente in caso di

capovolgimento del trattore abbinato ad un dispositivo di ritenzione dell'operatore al posto di guida

(cintura di sicurezza).

Da più di 40 anni in Italia è obbligatorio il montaggio di queste strutture di protezione, ROPS sta a

significare Roll Over Protective Structure.

Pertanto, prima della loro immissione sul mercato, per tutti i trattori deve essere predisposto uno o

più ROPS, la cui idoneità (in pratica una sufficiente robustezza) viene verificata attraverso delle

prove di resistenza, stabilite da norme specifiche (UE, OCSE, ISO, SAE, ecc.), che vengono

applicate su un esemplare prototipo della serie che si vuole commercializzare.

Le prove previste per l’omologazione possono essere dinamiche o statiche, anche se ormai la

maggior parte dei laboratori accreditati alla loro effettuazione sono attrezzati soltanto per

l’esecuzione delle prove statiche. Ad ogni modo, tali prove di omologazione simulano le possibili

sollecitazioni cui è soggetto un ROPS nei casi più comuni di ribaltamento laterale, posteriore e,

anche se più raramente, anteriore.

Le prove “statiche” attualmente eseguite ad esempio secondo la ISO 3471 sono prove distruttive

che richiedono un’applicazione sulla struttura di una sequenza di carichi “quasi – statico” fino al

raggiungimento di limiti prefissati in termini di forza applicata ed energia assorbita, evitando

cedimenti strutturali e possibili interferenze con il volume destinato alla protezione dell’operatore, il

VdS.

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Tale procedura, applicata da tempo ormai in parecchi Paesi a livello mondiale, ha permesso di

ridurre in maniera decisiva il numero di decessi dovuti al ribaltamento del trattore.

Infatti i sistemi di protezione passiva per i conducenti dei trattori si basano sul principio di trattenere

l’operatore all’interno di un “volume di sicurezza” (VdS). In caso di ribaltamento, il rischio per

l'operatore di rimanere schiacciato tra le parti costituenti il trattore ed il suolo può essere

drasticamente ridotto se questo resta sul sedile o, comunque, entro il volume costituito dalla

struttura di protezione.

Pertanto, ai fini della protezione del conducente di trattori agricoli o forestali da eventuali danni

determinati dal ribaltamento del trattore, è indispensabile la contemporanea presenza di ROPS e

cintura di sicurezza.

3.1 Strutture di sicurezza adottate su trattori impiegati in vigneto e frutteto

Le principali tipologie di trattori (trattori standard, a carreggiata stretta e a cingoli) sono state

indagate in relazione alla loro possibile suddivisione in classi di massa ed in relazione alle differenti

tipologie di telai di protezione che ad esse possono essere applicati (quattro montanti, due montanti

anteriori o posteriori sia fissi che abbattibili). Da un’analisi dell’attuale stato delle conoscenze

tecnologiche in materia di prevenzione del rischio da ribaltamento e sulla base dei dati di

omologazione messi a disposizione dai principali costruttori nazionali di trattori, sono state

individuate le classi di massa ed i relativi possibili telai di protezione riportati in tabella. Ai fini

degli adeguamenti previsti, la scelta fra le diverse conformazioni dei telai di protezione (a due

montanti anteriore o posteriore, abbattibile o meno, o a quattro montanti), sempre nell’ambito della

classificazione, di cui alla tabella, deve essere effettuata anche in relazione alla disponibilità di

idonei punti di ancoraggio.

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Mentre per trattori gommati a carreggiata standard è obbligatorio installare strutture ROPS dal 1

Gennaio 1974, solo successivamente lo è divenuto per i cingolati e per i cosiddetti trattori a

carreggiata stretta ( inferiore a 1150 mm). Questo ha comportato, specie per i cingolati, un ritardo

nell’evoluzione delle strutture di protezione, che soffrono ancora una certa “rusticità” nei confronti

delle strutture dedicate ai trattori da pieno campo. Inoltre, anche in questo caso riferendosi per lo

più ai cingolati, in Italia ci si trova di fronte ad un parco macchine piuttosto datato e in larga parte

sprovvisto di strutture di sicurezza, per cui, vista la diffusione consistente, l’adeguamento alla

normativa vigente è fondamentale.

Sui trattori gommati da vigneto generalmente possono essere installate sia direttamente dal

produttore che con soluzioni "after-market" delle cabine omologate, aventi sia la funzione di

strutture di sicurezza che quella di isolare l’operatore ed insonorizzare l’ambiente di lavoro e se il

livello di pressurizzazione è sufficiente ed è prevista la possibilità installare filtri a carboni attivi, la

cabina può garantire anche la protezione da agenti chimici.

Qualora l’acquirente non desideri la cabina, dovrà optare per una differente struttura di sicurezza,

che può essere rappresentata da un telaio a due montanti, anteriore o posteriore, fisso, abbattibile o

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parzialmente abbattibile, oppure a quattro montanti fisso, in ogni caso omologati secondo la vigente

normativa.

Attualmente sui trattori cingolati l’adozione di cabine chiuse come quelle installate sui gommati è

piuttosto rara. Le poche soluzioni proposte “after-market” sono spesso realizzazioni artigianali

raramente omologate e di dubbia efficacia, specie perché possono soffrire di fenomeni di risonanza

tali da amplificare la rumorosità all’interno e perché quasi mai sono testate per garantire un'elevata

durata nel tempo anche in presenza dell’enorme livello vibrazionale generato dal cingolato. Solo in

tempi molto recenti è stata proposta da parte New Holland una cabina pressurizzata di serie su di un

trattore cingolato da vigneto-frutteto e dotata anche di omologazione ROPS. Le strutture

antiribaltamento solitamente adottate su questi tipo di macchine sono infatti telai a due montanti

anteriori, fissi o abbattibili, oppure telai a quattro montanti.

Per i trattori isodiametrici, viste le dimensioni ridotte e l’utilizzo di tali macchine in spazi angusti, le

strutture antiribaltamento offerte dai costruttori generalmente sono costituite da telai a due montanti

anteriori, fissi o abbattibili, sovente accoppiati ad un telaietto fisso posteriore. Alcuni costruttori

offrono anche la possibilità di installare una cabina, dotata anche di omologazione ROPS, mentre

sul mercato sono proposte anche delle cabine ribassate, quasi sempre sprovviste di omologazione

ROPS, che obbligano l’utilizzatore a mantenere il telaio di protezione alzato, cadendo in un

evidente controsenso. Si tratterebbe infatti di strutture “posticce” che in molti casi già invadono

quella “zona di sicurezza” che la struttura ROPS dovrebbe garantire a seguito di un ribaltamento.

Tutte le tipologie di trattori utilizzate in vigneto che vengono messe in commercio attualmente sono

equipaggiate, per legge di cinture di sicurezza e sedile omologati CE.

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3.2 Sistemi di ritenzione del conducente: cinture di sicurezza

Il sistema di ritenzione installato su di un trattore agricolo o forestale è costituito essenzialmente da

una cintura di sicurezza addominale a due punti di ancoraggio. Per cintura di sicurezza si intende

una cintura comprendente una fibbia, un regolatore di lunghezza, eventualmente un riavvolgitore e i

sistemi per fissarla ad un ancoraggio, che si allacci sulla zona pelvica e consenta la trattenuta

durante le condizioni di funzionamento e di ribaltamento. Da evidenziare il fatto che la cintura vada

indossata correttamente sia durante le lavorazioni in campo sia durante i trasferimenti stradali.

Tale cintura deve essere fissata saldamente a determinati punti di ancoraggio:

· sul sedile di guida nel caso di trattori dotati di sedile mobile, ossia realizzato in modo da

consentirne movimenti in senso longitudinale e/o verticale e/o rotazionale;

· sul sedile o su altre parti fisse e strutturali del trattore nel caso di mezzi dotati di sedile fisso.

Nel caso di attacco della cintura direttamente sul sedile, per l’efficacia del sistema è necessario che

il sedile sia predisposto con punti di ancoraggio per cinture di sicurezza e che sia adeguatamente

fissato al telaio del trattore tramite apposita piastra o struttura di ancoraggio.

Inoltre, nel caso di sedile mobile, è necessario che il “sistema cintura” ( punti di ancoraggio, cintura

e sistemi accessori) possa seguire in tutti i movimenti del sedile, tramite fissaggio alla parte mobile

dello stesso.

Per i trattori dotati di sedile fisso, cui si renda necessario il fissaggio della cintura ad altre parti fisse

del trattore, è necessario che queste ultime siano correttamente posizionate ed adeguatamente

resistenti agli sforzi di tensione cui siano sottoposte in caso di ribaltamento. In ogni caso anche gli

attacchi delle cinture di sicurezza devono essere sottoposti ad apposita prova di omologazione.

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Sistema sedile e cinture di sicurezza sottoposto a prove di omologazione

La tipologia di cintura più utilizzata è quella addominale a due punti di attacco, che a sua volta può

essere suddivisa in:

· cintura di sicurezza statica regolabile;

· cintura con arrotolatore a blocco comandato;

· cintura con arrotolatore a blocco automatico e sistema antirestringimento.

Capitolo 4

Telai abbattibili per trattori da vigneto: problematiche rilevate

Sui trattori a carreggiata stretta, per motivi di economicità, di facilitazione del rimessaggio e talvolta

anche di praticità durante le lavorazioni sottochioma è diffusa la tendenza ad adottare le versioni

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sprovviste di cabina, ma dotate di telai di protezione a due montanti, anteriori o posteriori. I telai a

due montanti anteriori risultano essere pressoché nella totalità dei casi, abbattibili onde favorire il

rimessaggio, mentre la stragrande maggioranza di quelli posteriori è solo parzialmente abbattibile,

avendo l’icernieramento più o meno a metà della loro altezza. In relazione a ciò si evidenzia che

ancor oggi l’abbattibilità di tali strutture è generalmente ottenuta sfilando un perno di fissaggio

senza l’ausilio di un apposito attrezzo contravvenendo ad un generale principio di sicurezza che

prevede che tutti i dispositivi di protezione possano essere rimossi solo utilizzando attrezzi specifici.

Inoltre nella pratica di campo è stato osservato che dopo che la struttura è stata abbattuta

generalmente non è riportata nella normale posizione di sicurezza anche qualora le condizioni di

lavoro lo consentano. Spesso il riposizionamento comporta sforzi di sollevamento gravosi, che

possono nei casi più estremi comportare la necessità di sollevare fino a 40 kg.

Numerosi sono gli infortuni mortali determinati dal capovolgimento del trattore e conseguente

schiacciamento dell’operatore a causa del mancato riposizionamento in configurazione di sicurezza

di detta struttura.

Un'ulteriore problematica è riscontrabile nei trattori dotati di struttura di protezione a due montanti

anteriori a causa della conformazione dello specifico volume di sicurezza. Difatti affinché

l’operatore in fase di capovolgimento rientri nel volume di sicurezza previsto dalla normativa

specifica per l’omologazione di strutture di sicurezza per trattori a carreggiata stretta è necessario

che pieghi volontariamente il busto in avanti fino a toccare i dispositivi di sterzo del trattore. Anche

in questo caso sono stati osservati numerosi infortuni mortali per capovolgimento di trattori dotati

di strutture a due montanti anteriori imputabili probabilmente al mancato spostamento in avanti del

busto da parte dell’operatore durante la fase di ribaltamento del trattore. La specifica procedura di

omologazione per le strutture ROPS da installarsi sui trattori a carreggiata stretta (Cod. OCSE 6 per

i telai anteriori e Cod. OCSE 7 per quelli posteriori) prevede inoltre che queste strutture siano da

considerarsi idonee a prevedere un ragionevole livello di sicurezza per il conducente solo in caso di

coricamento laterale e non in caso di ribaltamento continuo.

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Capitolo 5

Installazione ROPS e cinture su trattori originariamente sprovvisti

L’utilizzo di trattori in origine sprovvisti, di strutture di protezione e di ritenzione è ancora diffuso.

L’elevata incidenza di decessi dovuti al ribaltamento dei mezzi agricoli ha determinato, dopo anni

di incertezze e ritardi, un’accelerazione sul fronte della legislazione sulla sicurezza in ambito

meccanico - agricolo.

Il D.Lgs. 81/08 prevede inequivocabilmente che il posto di lavoro debba essere adeguatamente

protetto, da questo punto di vista è stato necessario perciò indicare in maniera chiara ed

incontrovertibile, quali fossero gli adeguamenti strutturali cui dovessero essere sottoposte le

macchine costruite ed immatricolate prima del 1 Gennaio 1974, nonché i trattori cingolati e i

cosiddetti trattori a carreggiata stretta (inferiore ai 1150 mm), che erano stati esclusi dalle circolari

del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale n. 201 del 26.01.73 e n. 209 del 29.09.73 e

successive integrazioni.

Gli aspetti tecnici connessi all’installazione delle strutture di protezione contro il rischio di

ribaltamento e delle cinture di sicurezza sono stati oggetto di trattazione di due specifiche linee

guida nazionali, redatte dall’ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del

Lavoro) e riconosciute valide dai competenti Ministeri. Tali linee guida si compongono di due

sezioni (l’installazione dei sistemi di ritenzione del conducente e l’installazione dei dispositivi di

protezione in caso di ribaltamento) nell’ambito delle quali sono fornite specifiche informazioni

tecniche ai fini dell’adeguamento di gran parte dei trattori circolanti e individuano tutti gli aspetti

procedurali connessi alla circolazione stradale. Le linee guida portano a compimento il complesso

percorso iniziato nel lontano 1981 con la circolare n° 49 del Ministero del Lavoro e della

Previdenza Sociale, mirato a fornire le informazioni tecniche necessarie per l’adeguamento del

parco trattori ai requisiti di sicurezza contro il rischio di ribaltamento. Dal punto di vista tecnico la

circolare ministeriale rimase però in pratica disattesa anche perché presentava delle problematiche

spesso insormontabili per quanto riguarda la reperibilità in piccole partite del materiale con il quale

dovevano essere costituite le strutture, inoltre non stabiliva nulla di preciso relativamente al

collegamento tra struttura di sicurezza e trattore.

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5.1 dimensionamento strutture ROPS

Per avere un'ottimale dimensionamento delle strutture di protezione sono stati individuati dei

parametri di sicurezza per tutte le classi dimensionali di trattori in utilizzo definite dalla tabella

redatta dall'ISPESL.

-Volume di Sicurezza

-Punto di Sicurezza

-Volume Utile di Collegamento

Volume di sicurezza

VdS struttura di protezione a quattro montanti: le dimensioni sono mutuate dal codice OCSE n°8.

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VdS struttura di protezione a due montanti posteriori: le dimensioni sono le medesime di quelle

riferite alla struttura a quattro montanti. La parte anteriore del VdS risulta però arrotondata.

VdS struttura a due montanti anteriori: le dimensioni sono le medesime di quelle riferite alla

struttura a quattro montanti; il VdS risulta però ruotato di 15° in direzione senso di marcia.

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Punto di sicurezza:

Punto da cui partire per la determinazione del VdS, il punto S è individuato dall'intersezione dei

tre piani rappresentati in figura :

• piano orizzontale del sedile, tangente all’estremo superiore della seduta del sedile;

• piano verticale, longitudinale rispetto al trattore e passante per la linea di mezzeria del

sedile;

• piano verticale, trasversale rispetto al trattore e tangente al punto più interno dello

schienale del sedile.

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Volume utile di collegamento:

VUC, è il volume all’interno del quale il telaio di protezione deve essere collegato ai dispositivi di

attacco.

VUC (area ombreggiata) per telai di protezione a quattro montanti, vista laterale e posteriore

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Telaio posteriore a due montanti parzialmente abbattibile montato su di un SAME Corsaro, che

inizialmente ne era sprovvisto

5.2 installazione del sistema di ritenzione

Per quanto concerne l’installazione di cinture di sicurezza su trattori che originariamente ne erano

sprovvisti è possibile individuare tre casi ai fini degli adeguamenti previsti dalla legge:

· trattori dotati di sedile fisso o mobile predisposto con punti di ancoraggio per i sistemi di

ritenzione;

· trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per i sistemi di

ritenzione;

· trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per i sistemi di

ritenzione.

Nel primo caso è necessario, ai fini degli adempimenti previsti, installare adeguate cinture di

sicurezza, secondo quanto illustrato nel manuale di uso e manutenzione del trattore, se presente, e

soprattutto secondo quanto previsto dalle informazioni tecniche fornite dal costruttore del

dispositivo.

Nel caso di trattori dotati di sedile mobile non predisposto con punti di ancoraggio per i sistemi di

ritenzione, è necessario procedere alla sostituzione del sedile esistente con uno dotato di punti di

ancoraggio per cinture di sicurezza e riconosciuto idoneo dal costruttore del sedile per il modello di

trattore su cui andrà installato. Una volta effettuate le necessarie verifiche sarà possibile installare la

cintura di sicurezza, tenendo presenti le informazioni tecniche fornite dai costruttori di sedile e

cintura.

Nel caso di trattori dotati di sedile fisso non predisposto con punti di ancoraggio per i sistemi di

ritenzione (generalmente si tratta di trattori cingolati), è possibile intervenire in due modi per

adeguare la macchina alle prescrizioni di legge:

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· sostituire il sedile con uno dotato di sistemi di ancoraggio per cinture di sicurezza, e

procedere come nel caso di trattori dotati di sedile mobile;

· ancorare la cintura di sicurezza a parti fisse del trattore, con l’esclusione delle parti

costituenti il dispositivo di protezione in caso di ribaltamento.

Capitolo 6

Ulteriori proposte in tema di ROPS

Come si è visto i trattori a carreggiata stretta dotati di telaio di protezione a due montanti anteriore

abbattibile sono quelli che presentano le maggiori criticità in caso di ribaltamento. Il codice OCSE 6

prevede infatti che queste strutture presentino un ragionevole livello di sicurezza solo in caso di

coricamento laterale e non di rotolamento continuo. La diffusione di questi modelli è ancora

elevata, specialmente in comparti agricoli dove la maggioranza delle aziende è di piccole

dimensioni, come nella viticoltura italiana; ciò ha portato alla ricerca e allo sviluppo di sistemi che

rendano più efficaci i telai a due montanti anteriori.

6.1 Dispositivo elettroidraulico con accumulatori ad azoto per il rapido innalzamento in

automatico del telaio a due montanti anteriore abbattibile

Presentato all’EIMA nel 2008 da parte del costruttore abruzzese D’Eusanio, il dispositivo consente,

in condizioni di determinate pendenze trasversali o longitudinali, di innalzare automaticamente il

telaio a due montanti anteriore quando si trova nella posizione “abbattuta”. Tale operazione

normalmente è realizzata manualmente, e si completa con l'inserimento di appositi perni di

bloccaggio. Sono allo studio anche sistemi che prevedono l’utilizzo di cilindri oleodinamici dotati

di un comando manuale degli stessi.

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37

Una logica soluzione prevederebbe che il telaio rimanga sempre in posizione verticale, fatta salva la

possibilità di abbassarlo momentaneamente utilizzando un comando a uomo presente per passaggi

sottochioma laddove non sussista il rischio di ribaltamento o per il rimessaggio del trattore.

Il dispositivo elettroidraulico approntato da D’Eusanio per l’innalzamento automatico del telaio è

costituito da due cilindri idraulici, un inclinometro, una centralina elettroidraulica e un

accumulatore idraulico alimentato dall’impianto del trattore. Il sollevamento del ROPS avviene

grazie ai cilindri idraulici; esso può essere ottenuto manualmente tramite interruttore o

automaticamente dopo il superamento di un angolo di inclinazione, rilevato dall’inclinometro.

L'azionamento dei cilindri avviene tramite il rilascio di una riserva di energia da parte di un

accumulatore oleodinamico e dal relativo circuito di comando. Questo assicura che in qualunque

momento il sistema sia pronto ad intervenire. In caso di pericolo l'inclinometro segnala l'eccessiva

inclinazione del mezzo e il sistema provvede a posizionare verticalmente in maniera repentina il

telaio di protezione. Il posizionamento verticale dello stesso in modalità manuale è effettuabile

mediante un pulsante, ma avviene ad una velocità inferiore rispetto all’attivazione automatica.

Trattore Carraro dotato di dispositivo elettroidraulico per l’innalzamento automatico del ROPS

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Le principali criticità che possono venire rilevate riguardo questa tipologia di dispositivo sono

essenzialmente tre. Prima di tutto è da verificare il comportamento della struttura in caso di impatto

con ostacoli come palificazioni o opere di muratura. Urtando un palo di cemento, ad esempio, il

telaio potrebbe provocarne la rottura o causare la proiezione di schegge e frammenti anche di

dimensioni consistenti, mettendo a rischio l’incolumità del trattorista e/o di altri operatori che

potrebbero trovarsi nelle vicinanze, oppure potrebbe mettere a rischio la stabilità del trattore. In altri

casi, più banalmente, le piante colpite potrebbero venire danneggiate al punto di compromettere

parte della produzione. La seconda criticità riguarda l’omologazione che necessariamente deve

essere rifatta per ogni modello di telaio, poiché l’installazione dei cilindri idraulici, che esclude

l’utilizzo dei perni di fissaggio, fa variare in maniera considerevole la risposta del telaio alle

sollecitazioni, in particolar modo al carico laterale. Infine, l’applicazione di questo dispositivo causa

un sensibile aumento del prezzo finale del trattore, che difficilmente gli agricoltori sono disposti ad

affrontare.

6.2 Barre di bloccaggio del rotolamento continuo ad attivazione automatica

Il TAM di Ankara, Turchia, ha dato il via alla sperimentazione di un sistema di protezione attivo

per la protezione dal rotolamento continuo.

Si tratta di due barre di bloccaggio saldate in modo robusto alla sommità del telaio, che possono

essere espulse in modo automatico e selettivo (cioè solo la barra interessata dall’evento) in caso di

ribaltamento laterale del trattore. Come per il precedente dispositivo, permangono dubbi sugli effetti

che l’azionamento di una delle due barre potrebbe avere qualora il trattore si trovasse in vicinanza

di opere murarie o palificazioni; se ad esempio il trattore venisse utilizzato su terrazzamenti e il

ribaltamento avvenisse verso monte, l’espulsione del cilindro potrebbe far “rimbalzare” il trattore

contro i muri di contenimento, provocandone il repentino il rotolamento verso valle.

Un eventuale azionamento accidentale a causa di guasti del dispositivo potrebbe ferire anche

gravemente eventuali persone presenti nel raggio d’azione dello stesso.

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6.3 Roll-bar ad espulsione verticale automatica

Per mantenere la versatilità del telaio abbattibile in colture con sistemi a limitato sviluppo verticale

(tendoni, pergole) senza rinunciare alla sicurezza è stato proposto un innovativo sistema ad

espulsione verticale automatica.

Si tratta di un roll-bar telescopico (AutoROPS) che si estende automaticamente da una posizione

abbassata a quella sollevata di protezione, prima che il trattore, in fase di ribaltamento, tocchi il

terreno.

All’interno dei due montanti del telaio sono installati altrettanti cilindri idraulici a doppio effetto

che sono comandabili manualmente con una leva dal posto di guida, per estendere o ritrarre la parte

superiore del telaio. L’attivazione manuale consente un utilizzo normale della struttura, che può

venire ritratta qualora la forma di allevamento della coltura lo richieda.

La struttura è interamente costruita in tubolari di acciaio senza saldatura: la parte mobile si estende

per circa 590 mm. La particolarità significativamente innovativa del sistema è l’inserimento di

piccole cariche esplosive alla base di ogni montante, che ,se attivate, forniscono la forza necessaria

a disinserire le spine di rilascio, che mantengono la struttura nella posizione ritratta, permettendo

quindi istantaneamente l’estensione della parte mobile.

Si tratta quindi dello stesso principio di attivazione dell’air-bag automobilistico.

Il tempo totale necessario per l’estensione della parte mobile è sempre inferiore a 0,3 s (le prove

sperimentali hanno fornito valori tra 0,165 e 0,205 s) , contro una durata minima di 0,75 s per

l’accadimento di un ribaltamento reale (sono state compiute allo scopo numerose verifiche

sperimentali). La produzione della corrente che innesca il processo è controllata tramite 3

accelerometri disposti sui 3 assi, collegati ad un’opportuna centralina.

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40

Rappresentazione del sistema in posizione estesa e compressa

In realtà lo sviluppo di questo sistema è stato pressoché abbandonato, a causa dell’eccessivo livello

di complessità tecnologica che esso comportava e dell’elevato costo che l’industrializzazione e

l’applicazione del sistema avrebbe comportato, che sarebbe stato ripartito su di un numero esiguo di

esemplari. Inoltre va considerato che un eventuale azionamento accidentale a causa di guasti del

dispositivo potrebbe ferire anche gravemente eventuali persone presenti nel raggio d’azione dello

stesso.

Fermo superiore

della molla

Coperchio

Anello di gomma

Pistone

Fermo inferiore

della molla Blocco di

rilascio

Disco

Camera d’aria

Spina di rilascio

Grilletto

Tubo inferiore

Tubo superiore

59.05 cm

Molla

( a ) estesa ( b ) compressa

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41

6.4 Barra orizzontale basale ad espulsione automatica

Si tratta di un’applicazione, già nota negli anni ’70, recentemente ripresa alla luce dei progressi

della tecnologia da uno studio tecnico del lodigiano, con la messa a punto di un prototipo.

Una robusta barra d’acciaio completata da un piattello alla sua estremità esterna viene

automaticamente espulsa in modo idraulico quando il trattore supera lateralmente una determinata

pendenza critica.

La soluzione teoricamente è idonea solo per condizioni operative relativamente statiche e non

severe (bassa velocità, coppie non elevate, terreno non cedevole, marcia rettilinea, ecc.). E’ inoltre

possibile che altri operatori che si trovino a piedi in campo vengano colpiti dal cilindro che viene

espulso; oppure, in caso di terreno cedevole, la barra potrebbe penetrare nel terreno e fungere da

perno, causando il ribaltamento del trattore. E’ inoltre da considerare anche l’inevitabile aggravio in

termini di costi che la presenza del dispositivo ha sul trattore finito.

Barra orizzontale basale ad espulsione automatica

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42

6.5 Asse posteriore (ed eventualmente anteriore) disassati

Soluzione già applicata alle mietitrebbiatrici dove si arriva a compensare pendenze fino al 40-45 %.

Per mezzo di martinetti idraulici si varia (auspicabilmente in automatico) la quota delle ruote di

destra rispetto a quelle di sinistra, mantenendo orizzontale il corpo della macchina.

Le criticità di questa soluzione sono di ordine economico, poiché l’applicazione dei martinetti

idraulici farebbe innalzare considerevolmente il costo della macchina, specie se si considerano le

enormi difficoltà ad approntare una trasmissione di tipo meccanico che segua tutta l’escursione

delle ruote; inoltre la possibilità di muoversi con il corpo del trattore in orizzontale anche in

pendenza comporta una sottovalutazione del grado di rischio da parte del conducente.

Asse posteriore ed anteriore disassati

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43

6.6 Telaio integrale oscillante su trattori isodiametrici

Alcuni produttori, ad esempio BCS, Ferrari e Pasquali hanno recentemente iniziato a dotare i propri

trattori isodiametrici di una tipologia di telaio oscillante, che tramite un giunto omocinetico, oltre

alla normale oscillazione trasversale consente anche un’oscillazione del retrotreno rispetto

all’avantreno di +15° sul piano verticale. Tale sistema comporta un vantaggio facilmente intuibile

in termini di stabilità e di sicurezza: lo snodo permette infatti al trattore di seguire le asperità e gli

avvallamenti del terreno, mantenendo il baricentro più basso ed il peso correttamente distribuito

sulle quattro ruote.

Isodiametrico BCS dotato di telaio integrale oscillante

Per contro questa tipologia costruttiva crea grossi problemi durante la marcia con la linea di

pendenza perpendicolare alla direzione di avanzamento, specie su terreni viscidi. In tale situazione

la tendenza della parte posteriore del trattore a scivolare verso valle crea frequenti problemi e risulta

difficilissima da controllare anche per i guidatori più esperti.

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6.7 Sistema innovativo α-trak

Due giovani studenti di Bolzano, Patrick Neuhauser e Martin Monsorno, hanno ideato un nuovo

sistema antiribaltamento: quando il baricentro esce dalla carreggiata, come rilevato da prove

sperimentali eseguite da appositi centri di studio, la ruota posteriore a monte tende a sollevarsi dal

terreno, fino al ribaltamento del trattore. Il sistema sviluppato dai due giovani studenti provvede a

contrastare la componente della forza che provoca il sollevamento della ruota posteriore a monte,

mediante la spinta di un pistone oleodinamico che agisce sull'assale anteriore.

La forza e le modalità dell'intervento del pistone sono gestite da una centralina elettronica che ha

come input i segnali provenienti da sensori che rilevano la differenza d'inclinazione tra l'asse

posteriore in fase di sollevamento e quello anteriore a terra. Un software appositamente sviluppato,

in base ai segnali provenienti dai sensori di inclinazione degli assali, fornisce all'operatore agricolo

su un apposito display posizionato in cabina, una serie di informazioni come l’angolo di

inclinazione e la soglia critica.

Inoltre in caso di ribaltamento il software invia al 118 una chiamata di soccorso con le coordinate

GPS. Il software è in grado di gestire il circuito oleodinamico di contrasto alla spinta di

ribaltamento. Il sistema può essere fornito a parte in un apposito kit da installare sul trattore.

6.8 Criticità alla diffusione dei vari sistemi

Il costo aggiuntivo di questi sistemi renderebbe meno concorrenziali sul mercato i trattori che ne

siano dotati rispetto a quelli sprovvisti, la loro installazione in un prodotto di serie è quindi allo

stato attuale da considerarsi come un deterrente alla diffusione degli stessi.

In alcuni casi va inoltre considerato che la loro funzionalità, in determinate condizioni critiche,

potrebbe addirittura creare ulteriore pericolo sia per l’operatore che per eventuali coadiuvanti posti

ad operare in zone limitrofe al trattore.

Nel caso invece del solo dispositivo elettroidraulico per l’innalzamento automatico del telaio a due

montanti anteriore si rende necessaria una riomologazione del telaio, che prevede che siano

effettuate ex novo tutte le prove distruttive previste dal codice OCSE 6, in quanto il montaggio del

cilindro idraulico va a modificare, in modo non trascurabile, la resistenza del telaio, specie

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considerando il carico laterale. Inoltre l’esclusione dei perni di fissaggio pone alcuni interrogativi

riguardo la tenuta del dispositivo nel suo complesso in caso di urto violento, che andrebbe verificata

sperimentalmente.

Questo comporta un notevole aggravio in termini di tempo, impegno di personale (soprattutto di

tipo intellettuale), sperimentazione, collaudi, che si traduce in un aggravio di tipo economico

notevole che spesso né costruttori né agricoltori sono disposti a sopportare. Va inoltre

indubbiamente considerato che risulterebbe “spalmato” su di un numero piuttosto esiguo di

esemplari prodotti e risulterebbe quindi piuttosto cospicuo.

E’ anche riscontrata diffusamente una motivazione di tipo culturale, e cioè l’ assenza di una vera

richiesta da parte degli utilizzatori. Forse è l’unica, vera ragione: tutte le difficoltà tecniche sono

superabili nell’introdurre una novità, se il mercato ne mostra l’esigenza. Ma l’operatore non ha

finora dimostrato un interesse generalizzato: ancora oggi da parte di molti operatori del settore

agricolo il telaio di sicurezza è visto come un fastidioso impedimento, e non, accoppiato alle cinture

di sicurezza, come una struttura di vitale importanza per l’incolumità sul posto di lavoro. Di fatto

neanche l'incentivo statale di questi anni del 65% a fondo perduto per la messa in sicurezza dei

trattori agricoli ha dato segni positivi; finchè non entrerà nella "nostra" cultura questa idea di

lavorare in sicurezza continueremo a sentire notizie di tragedie sul lavoro, ma questo sarà possibile

solo con un cambio generazionale.

Capitolo 7

Analisi e commento di dati statistici riguardanti decessi dovuti a ribaltamento

La principale fonte di dati utilizzata in questa analisi è costituita da un elenco di articoli di cronaca

giornalistica tratta soprattutto da portali web specializzati in cronaca locale. L’elenco utilizzato

copre un arco temporale che va dal gennaio 2008 al dicembre 2013 e rimane in continuo

aggiornamento.

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46

I dati si riferiscono esclusivamente a decessi avvenuti sul suolo italiano e causati dal solo

ribaltamento di trattori agricoli o forestali, è inoltre opportuno sottolineare che talvolta gli incidenti

presi in esame hanno causato gravi traumi non solo del conducente ma anche di un passeggero;

bisogna anche specificare che l'INAIL non conta così minuziosamente gli infortuni, lo si nota dalle

discrepanze tra quelli che vengono catalogati da noi e quelli che cataloga l'Ente come ribaltamenti e

che spesso sono schiacciamenti dovuti alla ripartenza improvvisa del mezzo dovuta ad una marcia

inserita o alla dimenticanza dell'inserimento del freno a mano (queste due cause hanno provocato

solo nel 2013 più di venti morti). Detto ciò ci si aspetterebbe che l'INAIL contasse più vittime del

lavoro, questa ricerca dimostra che avvengono parecchie morti invisibili, più precisamente sono

stati contati 395 ribaltamenti mortali dal 2011 al 2013 e l'INAIL ne avrebbe contati, tra ribaltati ,

schiacciati e malori improvvisi 307: "c'è qualcosa che non va, dove sono finite un centinaio di

persone?"

La causa di questa discrepanza di dati è probabilmente imputabile alla estromissione

dall’assicurazione obbligatoria, dal 1° giugno 1993, dei lavoratori autonomi per i quali l'attività

agricola non sia prevalente (in base alla legge n. 243 del 19 luglio 1993). Il provvedimento di cui

sopra, ha di fatto determinato il mancato conteggio da parte dell’INAIL di una consistente quota di

infortuni; non vengono cioè conteggiati i decessi e gli infortuni occorsi agli imprenditori agricoli a

titolo secondario, nonché ai cosiddetti “hobbisti” e agli agricoltori non professionisti (o pensionati),

che costituiscono forse la categoria più vulnerabile, in quanto spesso è evidente la carenza di

esperienza e di formazione in merito all’utilizzo prudente e coscienzioso dei mezzi agricoli.

Ribaltamenti mortali catalogo Facchinetti (2008-2013)

anno ribaltamenti mortali INAIL

2008 108

2009 131

2010 114

2011 143 101

2012 118 84

2013 134 122

totale 748

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47

I dati al momento disponibili (fonte banca dati INAIL) indicano un costante calo degli infortuni

negli ultimi anni, ma un preoccupante aumento dei morti sul lavoro in agricoltura.

Dal grafico emerge che dai 71.379 casi di infortunio registrati nel 2003, si è passati ai 53.278 del

2008 e da questi ai 40.229 del 2013; ma purtroppo si registra un aumento degli infortuni mortali con

un raddoppio delle vittime dell'agricoltura probabilmente legato alla crisi economica che sta

riportando nei campi molte persone.

Infortuni totali in agricoltura (2003 – 2013, INAIL)

infortuni totali in agricoltura

anno n° infortuni

2003 71379

2004 69263

2005 66467

2006 63083

2007 57206

2008 53354

2009 52629

2010 50121

2011 46963

2012 42817

2013 40229

0

20

40

60

80

100

120

140

160

2008 2009 2010 2011 2012 2013

ribaltamenti mortali

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48

Infortuni mortali in agricoltura (2003-2013, INAIL)

anno n° decessi inail

2003 128

2004 175

2005 141

2006 124

2007 105

2008 125

2009 125

2010 112

2011 115

2012 179

2013 219

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

70000

80000

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

n° infortuni

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49

Si noti che i decessi causati dall'attività agricola sono nel 2011, secondo l'INAIL, 115 , mentre con

la nostra ricerca ne abbiamo contati ben 143 morti per il solo ribaltamento.

Momento dell'incidente

campo trasferimento ?

2008 61 28 18

2009 72 35 23

2010 59 33 22

2011 87 46 10

2012 58 32 27

2013 93 38 3

0

50

100

150

200

250

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

n° decessi inail

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50

Come è prevedibile la maggior parte degli incidenti avviene in campo durante le fasi di lavorazione,

ma tralasciando i casi non determinati possiamo notare che durante i trasferimenti o i trasporti

avvengono circa la metà degli incidenti rispetto al campo aperto, è evidente quindi che l’utilizzo di

ROPS e cinture di sicurezza non vada limitato alle situazioni di lavoro in campo, ma che sia

essenziale anche durante la normale circolazione stradale.

Età media (2008 - 2013)

anno età media

2008 60,99

2009 61,62

2010 61,5

2011 61,97

2012 62,53

2013 61,42

L'età media è in tendenziale aumento, visto che gli agricoltori mano a mano invecchiano.

La media delle età nei 6 anni è di circa 62 anni (61,7), ma la cosa sconvolgente è che in questa

media sono compresi casi di 3 anni, 5, 7 ecc... quindi la media reale è addirittura maggiore e come

già accennato sarà destinata ad alzarsi.

60

60,5

61

61,5

62

62,5

63

2008 2009 2010 2011 2012 2013

età media

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51

Distribuzione classi di età (2008 - 2013)

Classe d'età

distribuzione per

età

0/18 16

19/30 38

31/50 131

51/70 287

over 71 276

Questo dato potrebbe indicare che chi lavora da anni nel settore agricolo tende a sottovalutare i

pericoli alla guida di trattori, forte dell’esperienza acquisita nel tempo; questa sottovalutazione,

unita ad una fisiologica diminuzione dei riflessi e delle percezioni e ad una cronica mancanza di

formazione in ambito antinfortunistico, crea una combinazione spesso letale. Si consideri inoltre

che spesso, in età avanzata vi è una minor propensione all’aggiornamento tecnico dei macchinari

con una conseguente esposizione ai rischi.

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52

Tipologia del trattore (2008 - 2013)

tipologia

trattore

cingolato 48

indeterminato 335

gommato 363

Dal grafico risulta evidente che la maggiore diffusione dei trattori gommati in agricoltura trova

riscontro nella netta preponderanza del coinvolgimento di questa tipologia di mezzi in eventi

episodi di ribaltamento. Il coinvolgimento dei trattori cingolati in ribaltamenti è relativamente

ridotto anche in virtù delle caratteristiche di questi mezzi: il baricentro basso e la tipica

distribuzione dei pesi, favoriscono l’aderenza su terreni declivi e limitano, ma ovviamente non

annullano, il rischio di rovesciamento posteriore.

0

50

100

150

200

250

300

350

400

cingolato indeterminato gommato

tipologia trattore

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53

Strutture di protezione (2008 - 2013)

struttura di protezione

2 mont post 5

4 mont 10

cabina 31

2 mont ant 64

assente 152

indeterminato 484

I molti casi di indeterminazione sono dovuti alla mancanza di foto che documentino ogni incidente;

per quanto riguarda i casi documentati abbiamo un 20% di ribaltamenti mortali in cui non erano

presenti le strutture di sicurezza (percentuale che si alzerebbe se fossero noti i casi indeterminati), a

seguire l'8% era dotato di un due montanti anteriore e il 4% cabinato. Si nota così che i casi con il

due montanti posteriore sono un numero esiguo.

0

100

200

300

400

500

600

struttura di protezione

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54

Distribuzione degli incidenti su scala annuale (2008 - 2013)

Da questo grafico si vede bene che i mesi più a rischio, come ci si può immaginare, sono da aprile

ad agosto, mesi di massima attività del resto.

Giorno della settimana (2008 - 2013)

distribuzione

per giorno

lun 105

mar 116

mer 93

gio 113

ven 115

sab 116

dom 90

0

5

10

15

20

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gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

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distribuzione per giorno

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Come si può notare non vi è un giorno prevalentemente "nero", si può dire che la domenica sia

quello in cui si muore meno.

Sui 748 casi totali di morte per il ribaltamento del trattore abbiamo solo 13 decessi di donne, ciò fa

si che gli uomini siano il 99% .

Conformazione del terreno(2008 - 2013)

piano 70

pendenza 288

indeterminato 388

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La Toscana si rivela la regione più pericolosa con una media di 11 morti all'anno, seguita da

Veneto, Emilia, Campania e Abruzzo tutte molto vicine.

Conclusioni

Il nodo centrale della questione rimane la formazione e la responsabilizzazione degli operatori, che

troppo spesso sottovalutano i rischi, commettono imprudenze e tengono comportamenti

irresponsabili, oltre il limite del comune buonsenso, mettendo a rischio la propria incolumità e

quella di altri operatori o utenti della strada. Per migliorare la situazione occorre quindi fare di più;

occorre innanzitutto riproporre con forza e determinazione (anche legislativa) i metodi e gli

strumenti per un’applicazione generalizzata dei ROPS sui trattori, anche e soprattutto quelli a più

elevata anzianità, e da ritenersi sempre e comunque correlato all’installazione di idonei sistemi di

ritenzione del conducente (cinture di sicurezza). Le linee guida specifiche in tal senso dell’ISPESL

sono un’indicazione operativa importante, che sta prendendo piede e portando a qualche risultato

concreto. Dal punto di vista squisitamente tecnico-pratico è inaccettabile che trattori degli anni

0,00

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

Distribuzione regionale

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cinquanta, con dimensioni e pesi già ragguardevoli, possano tuttora circolare su strada senza essere

mai stati sottoposti ad alcuna revisione. Oltre alla (scontata) richiesta della rottamazione dei trattori

obsoleti, si potrebbe attuare il reale collocamento a riposo degli agricoltori più anziani a cui siamo

tutti molto grati. E' inoltre impensabile che per un trattore sia prevista la possibilità di conduzione

da parte di persone in possesso della sola patente B, anche perchè si tratta di macchine con pesi e

dimensioni particolari che richiedono particolare cautela nella loro conduzione e soprattutto che non

ci sia l’obbligo di visite di idoneità ravvicinate nel tempo (anche annuali) effettuate da un’apposita

commissione medica. A tal proposito, sarebbe opportuno rendere obbligatori brevi corsi di

formazione al corretto utilizzo delle più comuni macchine agricole e delle relative strutture di

protezione; i corsi potrebbero essere tenuti presso i concessionari di macchine agricole, allo scopo

di creare dei punti di riferimento facilmente accessibili e che abbiano la fiducia degli agricoltori.

Bibliografia

Capitolo 1

Riccardo Castaldi, “ Sicurezza in vigneto, le regole da conoscere”, L’Informatore Agrario n°

33/2008, p-p 53- 56, Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.

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Agrario n° 23/97, p-p 55- 56, Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.

Domenico Pessina “Rischi meccanici da trattore: strutture di protezione in caso di ribaltamento e

cinture di sicurezza, protezione degli alberi cardanici e delle relative prese di potenza”

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Workshop, Sommer, 13/2/2003.

Capitoli 2, 3, 4, 5

ISPESL, “Linea Guida – L’installazione dei sistemi di ritenzione del conducente nei trattori agricoli

e forestali” revisione n°4, Luglio 2009, in http://www.ispesl.it/ sitodts/Linee_guida/ LGadeguament

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ISPESL, “Linea Guida – L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei

trattori agricoli o forestali” revisione n°2, Dicembre 2008, in http://www.ispesl.it/ sitodts/

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V. Laurendi, L. Vita, “L’adeguamento dei trattori agricoli o forestali: aspetti legislativi e

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ISPESL del 6 ottobre 2000” Roma, ottobre 2002.

Ettore Gasparetto, “La normativa nazionale e comunitaria per le macchine agricole”, Relazione

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Capitolo 6

Domenico Pessina, “Soluzioni innovative in tema di ROPS per trattori e operatrici semoventi in uso

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J. R. Power, J.R. Harris, J.R. Etherton, K. A. Snyder, M. Ronaghi, B.H. Newbrough, “Performance

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www.provincia.bz.it, sostegno di Tommasini a due giovani inventori dell'I.P.I.A. “Galilei” di

Bolzano 05.04.2011

Capitolo 7

Elena Pisoni, “Calano gli infortuni ma non quelli mortali”, MAD (Macchine Agricole Domani) n°

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Alessandro Salvati, “Agricoltura tra qualità e criticità”, Dati INAIL, Andamento degli infortuni sul

lavoro n°3, Marzo 2010, Tipografia INAIL.

Andrea Bucciarelli, “Morti sul lavoro: uno su dieci è un agricoltore”, Dati INAIL, Andamento degli

infortuni sul lavoro n°3, Marzo 2010, Tipografia INAIL.

Maria Rosaria Fizzano, “Regole di prevenzione in Agricoltura”, Dati INAIL, Andamento degli

infortuni sul lavoro n°3, Marzo 2010, Tipografia INAIL.

S. Murolo, T. Scala, “INAIL Lombardia - Rapporto Annuale Regionale 2006”, Tipografia INAIL.