Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda metà del ...
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Carlos Gilly
Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda met del Cinquecento
INDICE DEL VOLUME
Premessa
Prolegomena
Capitolo I.
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Appendice I
Appendice II
Appendice III
Parte I
BASILEA E IL DIBATTITO EUROPEO INTORNO A PARACELSO
IL PARACELSISMO E IL PROGRAMMA EDITORIALE DI PIETRO
PERNA
THEODOR ZWINGER E PARACELSO
IL METODO D'IPPOCRATE. LA STORIA COME EMPIRIA E IL
RECUPERO SCIENTIFICO DI PARACELSO
ZWINGER MAESTRO E GUIDA IN PARACELSICIS
ZWINGER E LA MEDICINA ALCHEMICA
IL PARACELSISMO DI ZWINGER
Parte II
LA FILOSOFIA DI ZWINGER: FRA FILOSOFIA ARISTOTELICA E
FILOSOFIA PLATONICA
IL PROBLEMA DEL METODO SCIENTIFICO. CONOSCENZA E
AZIONE.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE. STORIA E TEORIA. LA
STORIA SINONIMO DI EMPIRIA.
LIBERALIZZAZIONE E PROGRESSO DELLE SCIENZE
MAGIA E SCIENZA
INCERTEZZA DELLA TEORIA E CERTEZZA DELL'AZIONE. LO
SCETTICISMO DI ZWINGER
LA RELIGIONE DI ZWINGER: LIBERTAS CHRISTIANA.
SCETTICISMO CRISTIANO, E CRISTIANO AGIRE.
CONCLUSIONE
CURRICULUM VITAE OVVERO BIOGRAFIA SOMMARIA DI
ZWINGER
IN NOME DEL TIPOGRAFO: LA PREFAZIONE DI ZWINGER A
UN'OPERA DI PARACELSO. INTRODUZIONE, TRASCRIZIONE E
TRADUZIONE.
CONTRO PARACELSO E I SUOI SEGUACI. LA LETTERA DI
ZWINGER A MARSTALLER DEL 1564. INTRODUZIONE,
TRASCRIZIONE E TRADUZIONE.
Indice dei nomi
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Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda met del
Cinquecento
Prolegomena
una delle tante ironie della sorte: in tutta la storia della cultura quanto pi
voluminose sono le opere, tanto pi velocemente esse sono destinate a
cadere nelloblo. Nel caso di opere a carattere compilatorio, accade inoltre
che queste vengano s lette voracemente e saccheggiate, ma quasi mai citate,
poich pochi sono disposti a riconoscere di derivare le proprie conoscenze
da fonti che non siano la lettura diretta dei testi. questo il quadro che, con
singolare perspicacia, era riuscito a prevedere lo storico francese Jacques
Auguste de Thou1 nel caso di Theodor Zwinger. Zwinger aveva sicuramente
reso grandi servigi alla medicina, ma la sua notoriet era legata
essenzialmente al suo monumentale Theatrum Vitae Humanae. Durante il
mio soggiorno a Basilea racconta de Thou ebbi pi volte il grande piacere
di intrattenermi con Zwinger, uomo certo di estrema erudizione, di grande
intelligenza, eccellente oratore, che avrebbe tuttavia potuto raggiungere
risultati e fama maggiori se avesse pensato di pi al suo buon nome e avesse
intrapreso un lavoro pi adeguato alle sue immense capacit di scrittore.
Invece, secondo de Thou, Zwinger dedic troppo tempo al completamento e
alla pubblicazione di testi scritti da altri, portandoli a dimensioni
spropositate, secondo luso dei basileesi, che sembrano trovare grande
soddisfazione nel produrre libri di ingente mole (qui spissae molis librorum
congerie fere gaudent).
Le osservazioni dello storico francese si rivelarono presto profetiche.
Le mille e mille pagine, in formato grande e medio, di cui si compongono
gli scritti e le compilazioni del filosofo e medico basileese rendono
particolarmente difficile il tentativo di ricostruire il suo pensiero originale e
di caratterizzare le sue posizioni specifiche. Se aggiungiamo a questo la sua
riluttanza a dare in pasto le proprie idee a un pubblico che oltrepassasse i
confini della ristretta cerchia di amici e discepoli, la scelta dellanonimato
nel caso delledizione di opere controverse, la volontaria rinuncia a
pubblicare i propri scritti di chimica e teologia, e, soprattutto, il desiderio
pi volte espresso di non porsi al centro dellattenzione (et cum latere
maxime cupiam, nescio tamen quo Reipublicae iuuandae studio in mediam
hominum lucem vel laruatus interdum praeter institutum efferar),2 non pu
meravigliarci il fatto che per due degli autori che in realt erano
culturalmente pi vicini al mondo dellumanista basileese, Zwinger non
1 JACQUES-AUGUSTE DE THOU, Historiarum svi temporis Continuatio siue pars quarta (liber 89,
ad annum 1588), ed. cit. Frankfurt, Egenolff Emel per Petrus Kopff, 1621, p. 405: Vierium
secutus est Theodorus Zuingerus Basileae natus, & in patria mortus VI Eid[us] Martii, longe eo
iunior, quippe tantum quinquagesimum quartum annum egressus, eadem professione clarus,
quam et editis compluribus monumentis illustrauit, sed maiorem illi famam conciliauit ingens
opus, cui Vitae humanae theatro titulum fecit. Cuius dulci conuictu et colloquio cum mihi
postea Basileae magna cum animi voluptate frui contigisset, animaduerti, virum summa doctrina
et rara ingenii elegantia ac candore praeditum in digniore se opere industriam exercere potuisse,
si non maiorem nominis soceri et popularium suorum, qui spissae molis librorum congerie fere
gaudent, quam propriae laudis rationem habuisset. Per la traduzione francese cfr. IDEM,
Histoire universelle, La Haye 1740, vol. 7, pp. 154. 2 Lettera di Zwinger a Petrus Monavius del 18. 8. 1578, in: LAURENTIUS SCHOLZIUS, Epistolarvm Philosophicarvm, Medicinalivm, ac Chymicarvm a Summis nostrae Aetatis
Philosophis ac Medicis Exaratarum, Hanau, Wechel-Aubry, 1610, c. 470.
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fosse che celui qui a faict le Theatrum (Montaigne)3 o il vir magnae
diligentiae (Grotius).4
In effetti le opere di Zwinger vennero tenute in considerazione fino
al XVIII secolo, tanto che il suo nome riaffiora in innumerevoli lessici,
bibliografie e storie della letteratura. per molto raro che ci si prenda la
briga di spingere la ricerca al di l delle notizie fornite dal suo primo
biografo, Felix Platter,5 o dai continuatori di Conrad Gessner nella
Bibliotheca Universalis.6 Perfino a Basilea, sua citt natale, la fama legata al
nome di Zwinger si sempre pi affievolita.
Non c dubbio che ai suoi tempi Zwinger costituisse un indiscusso
punto di riferimento nella vita culturale di una citt in cui attivit editoriale
ed universit avevano risonanza europea. Dopo la morte di Zwinger, in
occasione della laurea del figlio Jacob, Felix Platter elogi linflusso
esercitato dal padre a Basilea e fuori, il grande richiamo che i suoi scritti e le
sue lezioni avevano costituito per luniversit, le sue straordinarie doti, di
cui non solo la citt e luniversit, ma anche gli amici, i concittadini, gli
ospiti stranieri e i visitatori avevano potuto godere ampliamente.7
Nellelogio funebre, lantistite di Basilea Johann Jacob Grynaeus descrisse
lenorme perdita che la morte di Zwinger veniva a significare per la citt:
Nun trawre du, werde vnnd lobreiche Statt Basel: dann dir ist entzuckt ein solcher
lieber Mann, der warlich ein gemeines Gut vnd ein zierlich Kleinot war. Klage dich vnd
weine, du liebe vnnd lbliche Vniversitet, dann dir ist au deinem Krantz entzogen der
allerwolriechsten Rosen eine, deren Gottseligkeit, Weiheit, Kunst, Gutwilligkeit vnd
wilferiger trewer Diensten, lieblicher vnnd krefftiger Geruch, in Teutschen vnnd andern
Landen angenm, nutzlich, trostlich, ehrlich viel jar hero gewesen.8
(Guarda al tuo lutto, nobile e onorata citt di Basilea: poich ti stato tolto un
uomo cos caro da costituire un bene comune e un gioiello prezioso. Lamentati e piangi, tu
amata e lodevole universit, perch dalla tua corona stata strappata la rosa pi bella, la cui
piet, saggezza, arte, buona volont, docile e fedele servizio, cara e portentosa fama nei
paesi tedeschi cos come in altri paesi ti sono stati per lunghi anni piacevoli, utili, di
conforto e sinceri).
Negli anni che seguono linteresse e lo stesso ricordo dellopera di Zwinger
si affievoliscono significativamente, concedendo al massimo il lustro di una
gloria locale. il caso del profilo che di Zwinger fornisce nel 1660 Jakob
Rdin nelle sue Vitae Professorum Basiliensium, e, centanni pi tardi,
3 Journal du voyage de Michel de Montaigne en Italie par la Suisse et l'Allemagne en 1580 et
1581, ed. Alessandro dAncona, Citt di Castello, S. Lapi, 1889, p. 29; ma vedi ora FAUSTA
GARAVINI, Montaigne et le Theatrum vitae humanae, in CLAUDE-GILBERT DUBOIS, Montaigne
et l'Europe, Mont-de-Marsan 1992, pp. 31-45; EADEM, Montaigne rencontre Theodor Zwinger
Ble. Deux esprits parents, in Montaigne Studies. An Interdisciplinary Forum, V (1993), pp.
192-205. 4 HUGO GROTIUS, De veritate religionis christianae, in IDEM, Opervm Theologicorvm tomvs
tertivs continens opuscvla diversa, Amsterdam, Joh. Blaeu, 1699, vol. III, p. 39. 5 La Vita Theodori Zwingeri, letta dal Platter il 9 ottobre 1594 nellaula dellUniversit in
occasione della laurea di Jacob Zwinger venne stampata da questultimo come introduzione alla
quarta edizione del Theatrum Humanae Vitae, Basilea, S. Henricpetri, 1604, ff. ):(3v-4v. 6 Bibliotheca institvta et collecta , primvm a Conrado Gesnero: Deinde in Epitomen redacta, et
nouorum Librorum accessione locupletata, tertio recognita, et in duplum post priores editiones
aucta, per Iosiam Simlerum: Iam vero postremo aliquot mille, cum priorum , tum nouorum
authorum opusculis, ex instructissima Viennensi Austriae Imperatoria Bibliotheca per
Iohannem Iacobum Frisium Tigurinum, Zrich, C. Froschauer, 1583, pp. 784-785. 7 FELIX PLATTER, Vita Theodori Zwingeri (cit. nota 4).
8 JOHANN JACOBUS GRYNAEUS, Ein Christliche Leichpredig, die gehalten worden, bey der
Begrebnus des Ehrnvesten, Hochgelehrten und weit berhmpten Herren Doctoris Theodori
Zuinggeri; Medici, Philosophi, et Polyhsitoris: zu Basel in S. Peters Pfarrkirchen den 12.
Martij, im jar [...] M.D.LXXXVIII [...], Basel, Seb. Henricpetri, [1588], p. ij.
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Jakob Christoph Beck nel Gelehrtes Basel. Entrambi i testi rimasero inediti,
per comparire solo parzialmente nellAthenae Rauricae, 1777.9
Lo stesso accade nelle poche pagine che a Zwinger dedica il
Thommen nella sua Geschichte der Basler Universitt,10
o nel contributo di
M. L. Portmann per le Basler Nachrichten del 10.9.1965, in occasione del
quarto centenario della pubblicazione della prima edizione del Theatrum
Vitae Humanae.11
Per altro verso la figura Zwinger stata circoscritta allambito della
storia della medicina. Anche in questo caso nellunica monografia su di lui
che possediamo, si preferito riempire almeno tre quarti del libro con
indicazioni generali sui suoi contemporanei.12
Pi utile resta ancora lattenta
presentazione di A. Burckhardt nella sua Geschichte der Basler
Medizinischen Fakultt.13
Avendo alle spalle questo tipo di storiografia non possiamo stupirci
che in un contributo moderno di storiografia basileese Zwinger venga
presentato meramente come a typical representative of post-Erasmian
Basle: friendly to refugees and flattered by the esteem of noted scholars
abroad, deliberate perhaps even courageous in his non-committal
attitude to the ideological and professional controversies of the day, but for
the same reason failing to make a historical impact. In some ways he seems
to prefigure the comfortable bourgeoisie of a subsequent age.14
Levidente sproporzione tra linteresse relativamente scarso nutrito
dagli storici recenti e, al contrario, il ruolo di grande rilevanza ricoperto ai
suoi tempi dal medico e umanista basileese stata ora finalmente
individuata e messa in risalto grazie a un contributo della storiografia
italiana.
Nello splendido studio su Pietro Perna e la vita culturale e religiosa
di Basilea fra il 1570 e il 1580,15
Antonio Rotond, ci ha indicato il
percorso metodologico per cogliere lenigmatica personalit di Zwinger.
Egli ci ha insegnato allo stesso tempo come muoversi nellintricata foresta
delle opere del naturalista basileese, finora inaccessibile ai ricercatori, senza
correre il pericolo di dover tornare a mani vuote. La nuova chiave daccesso
9 JACOB RUDIN, Vitae professorum Basiliensium, Basilea, Universittsbibliothek, ms. Frey-
Gryn. VII 8. IDEM, Theatrum Academicum Basiliense, ivi, ms. Frey-Gryn. I 26, fasc. 30; JACOB
CHRISTOPH BECK, Gelehrtes Basel oder Gesammelte Nachrichten zu der Kirchen- und
Gelehrtengeschichte von Basel, ivi, ms. Frey-Gryn. VII 4d. JOHANN WERNER HERZOG, Athenae
Rauricae. Sive Catalogus Professorum Academiae Basiliensis ab A. MCCCCLX. ad A.
MDCCLXXVIII cum brevi singulorum biographia, Basel, C.A. Serin, 1778, pp. 208-211. 10
RUDOLF THOMMEN, Geschichte der Universitt Basel 1532-1632, Basel 1889. 11
MARIE-LOUISE PORTMANN, Theodor Zwinger (1533-1588) und sein Theatrum Vitae
Humanae von 1565, in Basler Nachrichten, 1965, Nr. 384; ma vedi ora EADEM, Paracelsus
im Urteil von Theodor Zwinger, in Nova Acta Paracelsica, n.s., II, 1987, pp. 15-32; EADEM,
Theodor Zwinger [1533-1588], ein Basler Humanistenarzt, in Praxis. Schweizerische
Rundschau fr Medizin, LXXVII, 1988, pp. 1110-1113; vedi ora anche il capitolo
Humanisme et sciences. Theodor Zwinger, l'nigmatique, in ALFRED BERCHTHOLD, Ble et
l'Europe. Une histoire culturelle, Lausanne, Payot, 1990, vol. II, pp. 655-680;
12 JOHANNES KARCHER, Theodor Zwinger und seine Zeitgenossen. Episode aus dem Ringen der
Basler Aertze um die Grundlehren der Medizin im Zeitalter des Barocks (Studien zur
Geschichte der Wissenschaften in Basel, 3), Basel, Helbing & Liechtehahn, 1956. 13
ALBRECHT BURCKHARDT, Geschichte der Medizinischen Fakultt zu Basel 1460-1900, Basel,
F. Reinhardt, 1917, pp. 32, 89-95, 135, 144, 354-385. 14
PETER G. BIETENHOLZ, Basle and France in the sixteenth Century: The Basle Humanists and
Printers in their Contacts with Francophone Culture (Travaux d'Humanisme et Renaissance,
112), Genve, Droz, 1971, p. 70. 15
ANTONIO ROTOND, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea fra il 1570 e il
1580, in Studi e Ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento (Pubblicazioni dell'Istituto
di Scienze Politiche dell'Universit di Torino 31), Torino, Giappichelli, 1974, pp. 273-391;
IDEM, Luso non dommatico della ragione: Agostino Doni, ivi, 393-470.
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costituita dal minuzioso esame della corrispondenza di Zwinger:
Limmagine delluomo nel suo immenso carteggio, tuttora inedito, uno
dei pi vasti e vari della seconda met del Cinquecento. Certo gi solo
orientarsi nella sua imponente corrispondenza non impresa da poco: il
fondo FreyGrynaeus della Universittsbibliothek di Basilea conserva
infatti migliaia di lettere a Zwinger da parte di quasi cinquecento diversi
corrispondenti. La maggior parte delle lettere di Zwinger invece
disseminata per le biblioteche di tutta Europa, dalla Polonia allInghilterra,
dallItalia alla Scandinavia. Solo un numero trascurabile di lettere
accessibile a stampa in opere antiche o moderne. Rotond tuttavia riuscito
a mettere in luce alcuni degli aspetti pi significativi della vita di Zwinger.
Da queste nuove ricerche scaturisce un quadro di Zwinger che
potremmo riassumere in questi termini: Zwinger era un convinto sostenitore
della tolleranza religiosa, cos come laveva intesa Castellione. La sua
illimitata disponibilit ad aiutare i perseguitati di ogni Chiesa ufficiale e ad
aprire un dialogo con rappresentanti delle pi svariate confessioni
corrispondeva pienamente alla sua mancanza di pregiudizi e alla sua sincera
apertura nei confronti di ogni nuova esperienza intellettuale. La prudenza e
la moderazione di alcune delle sue affermazioni non impedirono a lui,
difensore della libera ricerca scientifica - come aveva imparato alla scuola di
Petrus Ramus -, di contribuire significativamente al rinnovamento delle
scienze, muovendo in direzioni che a molti dei suoi amici e corrispondenti
europei e basileesi dovevano apparire molto controverse e pericolose.
Incurante delle accese polemiche del suo tempo su questioni di filosofia
naturale, Zwinger riusc a combinare unequilibrata critica ad Aristotele e
Galeno con il riconoscimento della validit di alcuni dei grandi postulati di
Paracelso. Nellesigere la pi grande libert di ricerca nello studio della
natura, egli relativizza lautorit dei giuristi, considerandoli meri interpreti
di una realt imposta dal potere. In tal modo egli intendeva innanzi tutto
opporsi allintransigenza e al predominio dei teologi, che, col pretesto della
religione, miravano in realt a esercitare un incondizionato controllo sulle
debolezze degli uomini.
Zwinger era scettico sulla possibilit delluomo di chiarire una volta
per tutte su questa terra le verit religiose, e propugnava per questo una
riforma che, come per Castellione, muovesse verso una estrema
semplificazione del cristianesimo e una esaltazione della pratica cristiana.
Esaminando gli scambi epistolari di Zwinger con i pi illustri tra i
suoi contemporanei, e, daltra parte, lattivit editoriale dello stampatore
italiano Pietro Perna, di cui Zwinger era strettissimo amico, difensore e
consulente, Rotond ha potuto ricostruire al tempo stesso la crisi religiosa e
culturale del tempo, che vedeva andare definitivamente in frantumi il
tradizionale edificio della filosofia e della scienza, tutto fondato su
Aristotele e Galeno. Rotond sceglie di fornire non sfilze di citazioni
bibliografiche, ma puntigliose analisi di opere e prefazioni, di lettere e
documenti editi e non, capaci da un lato di chiarire la convergenza di motivi
culturali e religiosi, che, nonostante le reiterate proteste ed accuse del
mondo accademico e del mondo ecclesiastico, fecero di Perna limpegnato
editore di Castellione, Machiavelli e Paracelso; dallaltro di gettare nuova
luce su opinioni, rapporti, collaborazioni e solidariet allinterno di un
gruppo di uomini che fecero di Basilea un crocevia europeo di idee aperte in
campo scientifico e religioso.
Il contributo di Rotond ci illustra dallinterno la vita movimentata e
multiforme della citt renana, in unepoca in cui la censura religiosa veniva
esercitata in forma sempre pi severa, e il controllo su uomini e idee si
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faceva sistematico e rigoroso; la storia di uno stampatore anonimo e locale,
di correnti di pensiero sotterranee, di scopi e prese di posizione proclamate a
mezza voce, ricche di ambiguit, silenzi e mezze verit. Colpisce ancora di
pi in questo contesto la volont tenace e irremovibile degli uomini riuniti
intorno a Perna di lottare per la libert di coscienza in campo religioso e di
ricerca in campo scientifico.
Se la figura centrale nello studio di Rotond Pietro Perna, il lettore
resta tuttavia impressionato soprattutto da un personaggio di prima statura
che resta nellombra, colui che con la sua influenza, il suo consiglio e la sua
collaborazione sostenne e rese possibile a Basilea gran parte dellimpegnato
programma editoriale dello stampatore italiano: Theodor Zwinger.
Soffermandosi sulla figura dellenigmatico studioso basileese, le
pagine che seguono vogliono contribuire alla continuazione dei lavori di
Rotond sulla vita religiosa e culturale di Basilea e, da Basilea, sulla vita
religiosa e culturale europea ai primordi della scienza moderna e
dellinasprimento delle ortodossie confessionali. Esse vogliono costituire il
tentativo di tracciare il ritratto culturale di un uomo, il cui nome riaffiora
continuamente a proposito dei testi pi controversi pubblicati in quegli anni
a Basilea, si tratti di Machiavelli, Castellione, Postel, Petrus Ramus,
Wierius, Dudith o Paracelso, si tratti di alchimia, cabbala, magia e
ermetismo, filosofia o medicina. Vogliono inoltre tentare di chiarire il vero
punto di vista religioso e filosofico di un uomo in cui molti contemporanei e
quasi tutti i corrispondenti credevano di riconoscere un interlocutore
intellettualmente affine fossero essi calvinisti, luterani, cattolici o
dissidenti, aristotelici, platonici o ramisti, alchimisti, paracelsisti o
antiparacelsisti. Esse vogliono infine tentare di misurare il significato e
linfluenza di un uomo che corrispondeva con i pi remoti angoli dEuropa
per rispondere a quesiti e offrire consigli sulle pi delicate e difficili
questioni nei pi svariati campi del sapere.
Di fronte allampiezza dellopera e della corrispondenza di Zwinger, questo
tentativo non pretende certo di essere esaustivo. Sono tre in particolare gli
aspetti della complessa personalit di Zwinger che verranno presi in esame:
a) la posizione di Zwinger nei confronti di Paracelso, tenendo conto
del fatto che egli comment Galeno e Ippocrate e, nel 1564, fece espellere
dalla facolt di medicina delluniversit il paracelsista Bodenstein facendosi
autore, nello stesso tempo, della prima confutazione sistematica della
medicina di Paracelso; ma tenendo anche presente, daltra parte, che dopo
un cambio radicale di attitudine a partire dal 1576 egli si mostrava convinto
che non fossero i galenisti i veri continuatori di Ippocrate, ma, al contrario, i
paracelsisti; che scrisse a nome di Perna la prefazione programmatica a
unopera di Paracelso e, infine, che lo stesso Johann Huser, editore della
prima edizione complessiva degli scritti di Paracelso, in dieci volumi,
progettava di farsi affiancare da lui nella supervisione dellallestimento e
della stampa dellopera;
b) il posto che Zwinger occupa nel contesto filosofico del suo tempo,
essendo stato allievo di Ramus e commentatore di Aristotele, ma avendo
anche grande dimestichezza con i testi della cabbala e con il Corpus
Hermeticum, che egli cita continuamente, e avendo inoltre scritto, a
propositodi Ficino e dei neoplatonici fiorentini, che grazie a loro e alla
loro opera che lui e i suoi contemporanei potevano finalmente filosofare con
libert e con eleganza;
c) lesatta posizione di Zwinger in materia religiosa, essendo stato
denunciato in vita quale amicissimus et advocatus della setta dei seguaci
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di Castellione a Basilea, ma essendo oggetto, in morte, di un epitafio uscito
dallambiente ginevrino e dalla penna di Theodor de Bze, in cui Zwinger
viene elogiato per la sua religiosit e luniversalit del suo sapere,
quasi fosse un novello Varrone del suo secolo.
Lultima parola va naturalmente riservata allopera monumentale di
tutta una vita, al Theatrum Vitae Humanae, che si dimostra in realt essere
tuttaltro che la mera raccolta di esempi, di aneddoti e di singoli ritratti
provenienti dalla letteratura, dalla storia o dal circolo delle conoscenze di
Zwinger, che in essa ha voluto riconoscere la critica moderna; in effetti si
tratta piuttosto di una enciclopedia del sapere e dellagire umano, che, a
partire dalla prima edizione del 1565 fino alla terza, e definitiva, del 1586
viene continuamente rielaborata, anche nella struttura, ed ampliata con
sempre nuove aggiunte e riflessioni, fino a trasformarsi in un vero e proprio
novum Organum delle scienze.
Ma ritorniamo al contesto culturale e religioso da cui questi quesiti
traggono la loro dimensione storica, quello stesso contesto che, pi tardi, ci
permetter di dar loro una risposta pi precisa.
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I Il dibattito intorno a Paracelso.
Basilea, la citt dalle cui stamperie Castellione e i suoi amici avevano
lanciato la prima sfida in difesa della tolleranza religiosa in Europa, era
tornata ad essere, dopo pochi anni, il principale centro di irraggiamento di
un nuovo dibattito, anchesso di dimensioni europee: quello intorno alla
figura e allopera di Paracelso. Si trattava di una disputa di cui la
discussione intorno alla nuova medicina paracelsiana costituiva solo una
parte, seppur la pi eclatante, quella da cui essa prende nome e che per
decenni costitu senza dubbio il comune punto di riferimento. Alla base
della discussione stavano due risposte diametralmente opposte alla
domanda intorno ai limiti della rivelazione e della scienza, e, di
conseguenza, due metodi di lavoro completamente diversi. La polemica
verteva su concetti come esperienza e autorit, ragione e lumen
naturale, e, soprattutto, sul concetto stesso di Natura. I pi profondi
motivi del Rinascimento italiano, platonismo e neoplatonismo, filosofia
ermetica, cabbala e magia tornavano alla ribalta con ancor maggiore vigore
per intrecciarsi, sotto i torchi delle stamperie basileesi, con la medicina,
lalchimia e la filosofia naturale del Trismegistus Germanus Paracelsus, con
una densit mai vista prima.
Le Enneades di Plotino vennero pubblicate dal Perna nella
traduzione e con il commento di Marsilio Ficino nel 1559 e, di nuovo, nel
1580, questa volta insieme alleditio princeps del testo greco e con una
prefazione di Theodor Zwinger. LOpera Omnia di Giovanni Pico della
Mirandola apparve per i tipi di Henricpetri nel 1557, nel 1572/73 e nel
1601; lOpera Omnia dello stesso Ficino usc, sempre presso Henricpetri,
nel 1561 e nel 1576. Nel 1563 Zwinger cur per Perna e Henricpetri la
raccolta complessiva delle opere di Francesco Cattani da Diacceto, e fu su
suo consiglio che Perna pubblic nel 1581 le Discussiones Peripateticae
del Patrizi, e Froben, due anni dopo, il De natura hominis di Agostino
Doni. Nel 1579 apparve a Basilea, seppur con la falsa indicazione Lugduni
apud Beringos Fratres la prima raccolta di tutti gli scritti di Agrippa di
Nettesheim;16
nel 1587 fu la volta del primo volume della raccolta Artis
16
Delle cinque diverse edizioni di HENRICUS CORNELIUS AGRIPPA AB NETTESHEYM, Opera,
quaecumque hactenus vel in lucem prodierunt, vel inveniri potuerunt omnia, in duos tomos
concinne digesta, senza data di stampa e con la falsa indicazione tipografica Lugduni, apud
Beringos fratres, la prima e pi completa, in corsivo, di 16 ff. e 779 pp. per il primo volume e
12 ff. e 1139 pp. per il secondo, fu stampata infatti nel 1579, come si legge nel Catalogo della
fiera autunnale di Francoforte di Georg Willer (cfr. BERNHARD FABIAN, Die Messkataloge des
sechzehnten Jahrhunderts, 5 voll., Hildesheim, Olms, 1972-2001, vol. III, p. 400), bench
leditore della Bibliotheca Universalis di Gessner del 1583 segnali 1580, e appunto a Basilea,
come indicava I. C. PRAETORIUS nel catalogo della sua Biblioteca (Stockolm, KB, ms. U 375, f.
3r: cum primo Tomo operum Cornelii Agrippae Basileae editorum), e pi precisamente nella
stamperia di Thomas Guarin, come era gi noto nel XVII secolo al bibliofilo basileese REMIGIUS
FSCH, che nella sua collectanea della vita degli uomini illustri, rimasta manoscritta, annotava
alla voce Agrippa: Opera Corn. Agrippae omnia duobus Tomis prodierunt Lugduni apud
Beringos fratres in 8. Sed fictum est hoc typographi nomen. Excusa namque opera haec
Basileae apud Tom. Guarinum, uti apparet ex Typo, si conferatur cum Typo et literis
Guarinianis (Basilea, Universittsbibliothek, ms. O I 4, 178). Questa edizione con testo in
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cabalisticae scriptores, che contiene opere di Paolo Ricci, Reuchlin,
Arcangelo da Borgonovo, Leone Ebreo, insieme allo Sepher Jezira. Il
secondo volume, che avrebbe dovuto contenere lOpera Omnia di
Francesco Giorgio Veneto, non venne mai stampato.17
Delle circa settanta
stampe basileesi di Paracelso in quegli stessi anni dopo il 1603 Paracelso
non venne mai pi stampato a Basilea pi di sessanta uscirono per i tipi di
Perna o di suo genero e suo successore Conrad Waldkirch. Tra questi,
nel 1575, i due volumi della raccolta completa delle opere latine, progettata
dal Perna, e, nel 1589, presso Waldkirch, la prima grande raccolta in dieci
volumi dei Bcher und Schrifften Paracelsi, curati da Johann Huser.18
Ad
corsivo, gi segnalata da DAVID CLEMENT (Bibliothque curieuse, historique et critique ou
catalogue raisonn des livres difficiles trouver, Gttingen 1750, I, 94-96) come la migliore e la
pi bella (haec editio optima habetur), corrisponde a quella riprodotta in facsimile da R.H.
POPKIN nel 1970-1973 presso lOlms Verlag di Hildesheim, senza sapere che, casualmente, si
trattava delleditio princeps dellOpera: nel volume si legge infatti Lyon, ma probabilmente in
Germania, s.t. 1600? . Le altre quattro ristampe esistenti dellOpera di Agrippa, una con
lindicazione Lugduni, per Beringos fratres, 1600 e le altre tre con il falso luogo di stampa
Lugduni, per Beringos fratres, ma senza indicazione di anno [ca. 1605-ca. 1630], provengono
tutte dalla casa editrice di Lazarus Zetzner, cfr. Catalogvs Librorvm Francofurti in Taberna
Lazari Zetzneri Bibliopolae Argentinensis publice prostantivm. anno Millesimo sexcentesimo
sexto, esemplare dellAmbrosiana di Milano riprodotto in CH. COPPENS, Five unrecorded
german Booksellers Catalogues, in Archiv fr Geschichte des Buchwesens, LIV, 2001, pp.
157-169 (Cornelii Agrippae opera, 8; Catalogvs librorvm Francofvrti in taberna Lazari
Zetzneri Bibliopolae Argentinensis publice prostantivm anno millesimo sexcentisimo vndecimo
(Corneli Agrippae opera in 8); vedi anche Catalogvs Librorvm, qvos Lazarus Zetznerus
Bibliopola Argentinensis p[iae] m[emoriae] et post eum, Haeredes eius, hactenus aut propriis
sumptibus imprimi curarunt Aut aliunde sibi compararunt [...] ad Annum M.DC.XXVI,
Argentorati, Conrad Sher, [1626], esemplare di Uppsala BU, a4r: Henrici Cornelii Agrippae.
opera omnia, in 8.; Catalogus librorum , quos Georgius Andreas Dolhopfius et Johan.
Eberhardus Zetznerus Bibliopolae Argentinenses socii Tam a cohaeredibus, quam aliund
comptos, suis sumptibus imprimi curarunt [], Argentorati 1662, f. B2r: Agrippae (Henrici
Cornelii) Opera, duobus tomis, in 8. Per lelenco delle edizioni fantasma delle opere complete
di Agrippa ,1510, 1531, 1550, cfr. Magia, alchimia, scienza dal 400 al 700: linflusso
di Ermete Trismegisto / Magic, Alchemy and Science 15th-18th Centuries: The Influence of
Hermes Trismegistus (Biblioteca Nazionale Marciana Bibliotheca Philosophica Hermetica), a
cura di C. GILLY e CIS VAN HEERTUM, 2 voll., Firenze, Centro Di, 2002, vol. I, pp. 199, 205. Per
i precedenti tentativi di fissare data e luogo della prima stampa della raccolta, cfr. PAOLA
ZAMBELLI, Cornelio Agrippa nelle fonti e negli studi recenti, in Rinascimento, 2 ser., VIII,
1968, pp. 182-183; EADEM, Cornelio Agrippa, Sisto da Siena e gli inquisitori, in Memorie
domenicane, n.s. III, 1972, pp. 149-150. 17
Lettera di Johannes Pistorius a Heinrich Petri del 10. 4. 1578 (Basilea, Universittsbibliothek,
ms. G2 I 20bl, Nr. 74): Ordo observandus in excudendis Cabalae scriptoribus [] Secundus
tomus contineret omnia opera Georgii Veneti: cuius viri nunquam satis laudatos labores, miror
cur non excudas. Le opere di Francesco Giorgio non vennero per stampate nellArtis
Cabalisticae: hoc est reconditae Theologiae et Philosophiae, scriptorvm: Tomus I, Basileae,
Sebastian Henricpetri, (1587), di PISTORIUS, anche se nel XVIII secolo DANIEL G. MORHOF pu
affermare nel suo Polyhistor literarius philosophicus et practicus maximam partem opus
posthumum, accurate revisum, emendatum, ex autoris annotationibus [] suppletum,
illustratum a JOHANNE MOLLERO, Lbeck, Bckmann, 1714, vol. I, p. 17: Franciscus Georgius
Venetus (in libro), qui et seorsim prodiit, et junctim cum omnibus Scriptoribus Cabalisticis,
editis Basileae anno 1587 in fol. aliquot tomis. 18
KARL SUDHOFF, Versuch einer Kritik der Echtheit der Paracelsischen Schriften, I. Theil.
Bibliographia Paracelsica. Besprechung der unter Theophrast von Hohenheims Namen 1527-
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essi vanno aggiunte le opere di paracelsisti come Suchten, Bodenstein,
Toxites, Dorn, Severinus, le raccolte medievali di trattati dalchimia, le
opere di Arnaldo di Villanova, curate anonimamente da Zwinger e
pubblicate nel 1585,19
e, ultimo ma non minimo, uno dei pi influenti e
dibattuti manuali di magia rinascimentale, lanonimo Arbatel, de magia
veterum, pubblicato da Perna nel 1575.
Proprio a questo libricino, mirum libellum Basileae publice editum
de magia, come ebbe a definirlo un basileese contemporaneo con una nota
sul frontespizio del suo esemplare, Rotond ha dedicato una grande parte
del suo studio, giudicando a ragione la pubblicazione dellArbatel come il
tentativo pi audace fatto dal Perna di dare ampia e provocatoria diffusione
a quei presupposti culturali e religiosi anche in questo caso suoi e di suoi
amici che sono alla base di tante sue edizioni del decennio del quale ci
stiamo occupando e in particolare alla base della sistematica ricerca e
pubblicazione delle opere di Paracelso.20
Rotond ha dimostrato come la denuncia della decadenza delle arti e
delle scienze e addirittura delle religioni di cui Perna si era fatto
portavoce al momento di pubblicare le opere di Paracelso e volumi come
lArbatel traesse il suo motivo dessere nella convergenza di due
polemiche: luna contro la pretesa della chiesa ufficiale di essere lunica
depositaria e amministratrice della retta conoscenza di Dio, laltra per la
rivendicazione della libera ricerca su base esperienziale di contro
allautorit di Aristotele e Galeno, tradizionalmente riconosciuti dalle
universit come incontestabili interpreti della Natura. Tutto ci secondo un
ben preciso piano di rinnovamento: una nuova riflessione critica su
religione e scienza alla luce della vera magia degli antichi, e cio del
raccordo tra la tradizione ermetica e la scienza sperimentale di Paracelso:
Hermes Trismegistus est secretorum pater cum Theophrasto Paracelso, et
in se omnes habent vires secretorum, come si legge nellaforisma XXVI
dellArbatel.
Parallelamente Rotond ha mostrato come sotto laccanita
opposizione alla rivoluzione propugnata da Paracelso in ambito medico e
sotto la strenua difesa delle dottrine di Aristotele e Galeno fin nei minimi
particolari, la scienza ortodossa non facesse altro che combattere il
1893 erschienenen Druckschriften, Berlin, G. Reimer, 1894. L'ultima edizione basileese di
Paracelso , secondo Sudhoff, la ristampa del terzo dei dieci volumi dell'edizione in-quarto di
Basilea, Waldkirch, 1589-1590. Da una lettera di Jacob Zwinger a Joachim Camerarius del 31
agosto 1603 risulta per che anche la celebre edizione delle Opera, Bcher vnd Schrifften di
Paracelso in due volumi in-folio, (Strassburg, Jn verlegung Lazari Zetzners Buchhndlers. Anno
M.DCIII), stata in realt stampata da Conrad Waldkirch a Basilea, cfr. Erlangen,
Universittsbibliothek, Briefsammlung Trew, sub voce Zwinger, Jacob, no. 32. Paternum
Theatrum sub praelo est, et magna sui parte iam perfectum: ut integrum sequentibus nundinis, ni
quid morae interuenerit, quod ex usu typographi neutiquam foret, simus prolaturi. []
Theophrasti opera, diligenter hic inde quaesita et praeter alias omnes editiones iam meliorata,
curante et imprimente Waldkirchio prodiere in lucem, duobus in folio tomis, sat grandibus.
Palaestra est in qua se exerceat lector, seligendis bonis, ab aliis quae mala sunt, plus quam
foecunda. 19
Vedi infra, nota 78 e 200. 20
ROTOND, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea (cit. nota 14), p. 342.
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radicale rovesciamento dei principi che sottostavano allinterpretazione
tradizionale delluomo e della Natura. Oggetto di questa reazione era in
particolare lidea che luomo, in quanto microcosmo, potesse penetrare e
comprendere la Natura o macrocosmo, fino ad interpretarne il corso,
correggerlo o, addirittura, ripristinarlo per mezzo del suo spirito (corpus
sydereum per Ficino, corpo astraleluce della Natura dentro luomo per
Paracelso, spirito di Dio dentro luomo per Suchten, oppure attraverso
lesperienza di uno spirito planetario esterno come insegna lArbatel). Era
questa in sostanza limmagine neoplatonica e magica del mondo che
serviva da cornice teorica alla ricerca sperimentale di Paracelso. Una tale
inversione di marcia minacciava naturalmente le norme che stavano alla
base della concezione teologica delle chiese ufficiali; per questo le accuse
di eresia contro Paracelso e i suoi seguaci presero presto piede, e non solo
da parte dei teologi, ma anche e soprattutto da parte di scienziati
ortodossi come Conrad Gessner, Johann Crato von Kraftheim e, in
particolare, Thomas Erastus, ben conscio del potenziale teologicamente
eversivo degli scritti paracelsiani e convinto, come riassume Rotond, che
una salvaguardia efficace di una posizione di pensiero accademicamente
ortodossa doveva cominciare dalla difesa del suo involucro teologico.
Si trattava di accuse ed incriminazioni che resteranno perfettamente
attuali anche quarantanni dopo: Se dobbiamo filosofare da cristiani,
seguendo i principi della fede e linsegnamento di Cristo, scrive il pi
eminente continuatore di Erastus, Andreas Libavius, non dobbiamo
appellarci a magia, cabbala, alchimia, astrologia e chiromanzia e,
soprattutto, non dobbiamo seguire lesempio di Paracelso e dei suoi
seguaci, poich nei libri dei profeti e degli apostoli non si trova nulla di
tutto ci; peggio ancora, molte delle opinioni paracelsiste possono scuotere
i fondamenti stessi delle sacre scritture, mentre al contrario la filosofia di
Aristotele, escludendo solo gli specifici articoli di fede, non contraddice in
nessun modo le scritture, tanto che, se vorremo filosofare con Cristo,
dovremo farlo seguendo la filosofia peripatetica, una filosofia che stata
senza dubbio illuminata dalla luce dello Spirito Santo.
Si Christian philosophandum est iuxta fundamentum fidei et autorem Christum,
non magic, non cabalistic, chymic, astrologic, chiromantic, etc. et omnino neque
Paracelsic, neque Crollic, Hartmannic, Scheunemannic, etc. quia in libris de Christo,
Propheticis et Apostolicis, nihil istarum rerum inuenitur, imo pleraque Paracelsica
principiis Scripturarum euerti possunt, cum contra Peripatetica disciplina, exceptis his quae
ad fidem pertinent, omnibus Philosophis extra Ecclesiam ignotam, minimum pugnet cum
scripturis, ita vt si philosophandum sit cum Christo, peripatetic sit philosophandum,
Philosophia nimirum luce Spiritus Sancti in sacris fulgente illuminata. 21
21
ANDREAS LIBAVIUS, Examen philosophiae novae, quae veteri abrogandae opponitvr, Jn quo
agitur de modo discendi nouo: De veterum autoritate: De Magia Paracelsi ex Crollio: De
Philosophia vivente ex Severino per Johannem Hartmannum: De Philosophia harmonica magica
Fraternitatis de Rosea Cruce, Frankfurt, Peter Kopff, 1615, p. 6. I termini con cui Libavius
definiva Aristotele profeta illuminato dallo spirito di Dio, andavano oltre la definizione di
Jacques Lefevre dtaples, divinus praeceptor incomparabilis, ed erano una sfida aperta contro
i paracelsisti e gli ermetici, spregiatori e schernitori del da loro chiamato heidnischer
Narristoteles. Il calvinista Keckermann espresse in questi termini la sua opionione circa l
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Quasi cinquantanni dopo la pubblicazione delle Disputationes di Erastus,
Libavius, attento osservatore della scena culturale nel mondo tedesco ai
primordi della mistificazione rosacrociana, era certo colui che meglio di
tutti gli altri poteva misurare i danni prodotti dalle lunghe polemiche
nellambito della teologia e della scienza tradizionali. Una gran parte della
sua monumentale opera (22 titoli per pi di 16000 pagine) era dedicata a
difendere laristotelismo, a ripulire lalchimia da ogni possibile eco di
theophrastia o della filosofia dellimpius et ethnicus Ermete
Trismegisto, ma, soprattutto, a combattere coloro che apertamente o in
forma latente (anche qui si parlava di nicodemiti)22 intendevano
ispirazione divina di Aristotele: Qua re nec Aristotelem absque peculiari Spiritus Sancti
instinctu tam praeclarum Philosophum existisse credibile est, vt maxime e numero electorum non
fuerit, cfr. B. KECKERMANN, Praecognitorvm philosophicorvm libri duo, Hanau 1608, pp. 38
sg.). Ricordiamo inoltre che per l Organon di Aristoteles fu coniato il termine Theopneustia,
cfr. JOH. HERMANN VON ELSWICH, De varia Aristotelis in Scholis Protestantivm Fortuna
Schediasma, Wittemberg, 1720, p. 82; per queste ed altre citazioni cfr. LUTZ DANNEBERG, Logik
und Hermeneutik im 17. Jahrhundert, in JAN SCHRDER (Hg.), Theorie der Interpretation vom
Humanismus zur Romantik Rechtwissenschaft, Philosophie, Theologie, Stuttgart, F. Steiner,
2001, pp. 75-131:93. Sulle diverse interpretazioni di Aristotele si veda ora anche CONSTANCE
BLACKWELL & SACHIKO KUSUKAWA (eds.), Philosophy in the Sixteenth and Seventeenth
Centuries. Conversations with Aristotle, Aldershot, Ashgate, 1999. Come contrasto riporto qui
lamara critica mossa dal politico e teosofo Johannes Angelius von Werdenhagen contro il
praeceptor Germaniae Filippo Melantone per reintrodurre la scolastica aristotelica nelle
universit tedesche: : Gegen solchen Umfug htte dann Gott laut Werdenhagen groe
Geister wie Paracelsus, Weigel, Arndt, Crollius, Khunrath, Tanckius, Sendivogius oder
Hartmann erweckt, um die alte, echte und grndliche Weisheit eines Hermes Trismegistus oder
Salomon wieder herstellen zu knnen, cfr. Werdenhagen, Appendix ad , in
Bhme, vera, Amsterdam, Jansson, 1632, pp. 497, 500, 549-55. Rientra il giudicio di
un tardivo lettore di Zwinger, Benito Jernimo Feijo, Teatro Crtico Universal. Discursos
varios en todo gnero de materias , para desengao de errores comunes, vol. I-VIII, Madrid, P.
Marn, 1726-1739, VII, disc. 3: La obediencia, o servil o ciega, que por tanto tiempo lograron
Aristteles y Platn, mayor y ms prolongada el primero que el segundo, entre todos los
estudiosos de la filosofa, tuvieron en grillos al entendimiento humano y en tinieblas la
naturaleza. 22
OSWALD CROLL, Basilica Chymica, continens philosophicam propria laborum experientia
confirmatam descriptionem et usum remediorum Chymicorum selectissimorum e Lumine gratiae
et naturae desumptorum, Frankfurt, Claude de Marne e eredi di Jean Aubry [ma stampata a
Hanau, offic. Wecheliana], 1609, p. 8: Galenistorum vero pars syncerior et subtilior,
Nicomediana, ingenio mitiore, quae propter metum et excomunicationem Rabinorum quorundam
Atheniensium veritatem publice profiteri nondum ausa est.... E un anno prima il paraselsista
francese Israel Harvet aveva scritto: Ac licet ex tanto numero vix unus atque alter veritatis
lumine irradiatus resipiscat: vix tamen palam id profiteri audet, sed ex metu reliquorum
Phariseorum, hominum fanaticorum, cogitur tamquam alter Nicodemus noctu, hoc est, in occulto
sua artis negotia tractare, nisi velit audire haereticus, magnus exorcista, sophista, Ramista,
Paracelsista, Alchymista etc. ([Israel Harvet], Hermetis Trismegisti Tractatus vere Aureus, de
Lapidis Philosophici secreto, in capitula septem divisus: nunc vero a quodam Anonymo,
scholiistam exquisite et acute illustratus [], Leipzig, Valentinus am Ende, per Thomas
Schurer, 1610 (cito dalla ristampa contenuta in Theatrum Chemicum, praecipuos selectorum
Auctorum Tractatus de Chemiae et Lapidis Philosophici antiquitate, veritate, iure, praestantia et
operationibus, continens. In gratiam verae chemiae, et medicinae chemicae studiosorum (ut qui
uberrimam inde optimorum remediorum messem facere poterunt) congestum, et in sex partes seu
volumina digestum [], edd. JOHANNES JACOB HEILMANN et JOHANN FRIEDRICH BEZA, 6 voll.,
Strasburgo, eredi di Eberhard Zetzner, 1659-1661, vol. IV., p. 603).
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contrapporsi alla tradizione. Mentre faceva di Petrus Ramus un
fidissimum solertissimumque interpretem di Aristotele (Petri Rami
doctrina logica. Aristotelis medulla est. Peripatetica vocetur),23 Libavius
concentrava i suoi attacchi contro il sistema platonico nel suo complesso,
considerandolo fonte di quelli che egli definiva i due maggiori errori del
suo tempo, la magia e lo scetticismo:
Paracelsicos rectius voces Socraticos aut Platonicos, quorum monarca Platonis
placita, a Jamblico, Proclo, Marsilio, Pomponatio (!) et aliis egregie ampliata et illustrata
plurimum retinuit, atque inde superstitiosissimae Magiae professor euasit, quamquam
alicubi prae se ferat dissensum ab Agrippa, Trithemio, Apollonio, sagis etc. Sed re ipsa
nihil aliud doceat, quam pestilentissimam magiam in speciem nouo praetextu illustratam,
re vera autem iisdem fundamentis et praeceptis obseruati, sicut legere est in nona et decima
parte scriptorum paracelsicorum.24
Platone stesso, secondo Libavius, altro non era stato che un mago, un
onore che tra noi cristiani viene ripagato con il rogo e il patibolo.25 Come
era stato nelle Disputationes di Erastus, dove si proponeva la condanna a
morte di tutti i seguaci di Paracelso,26 anche nel caso delle accuse di
Libavius non si trattava di pura retorica: non autem ludo; seria loquor ex
historiarum et experientiae fide. Ed aggiungeva che erano da considerare
ormai maghi tutti coloro che si riconoscevano nella dottrina platonica:
Nostra aetate qui Platonicus est, magus et supersticiosus est, ut evidenter testantur
Jamblicus, Proclus, Agrippa, Paracelsus, Marsilius, Pomponatius et alii multi.27
Alla magia si era aggiunto, secondo il rettore dellAccademia di Coburgo,
lo scetticismo, che troverebbe il suo primo sostenitore in Socrate, per la sua
convinzione, contro a ogni evidenza, di non saper nulla e il suo aver messo
in dubbio ogni conoscenza.
Che fiducia puoi dare a chi nega la certezza della percezione sensitiva?
domandava Libavius a un paracelsista, Henning Scheunemann - Aborri i nuovi scettici, ma
che altro insegna il tuo Socrate nel Fedone di Platone? Condanni Porfirio, ma cosaltro era
egli stesso se non un platonico? Accusi di follia gli anabattisti, quando Socrate insegna le
stesse cose, sebbene in altro contesto. Il punto di vista di Socrate viene accettato tanto dai
Turchi che dagli eretici. O tu pensi forse che essi insegnino la vera conoscenza di Dio,
quella che iniziamo a possedere in questa vita e che dopo la morte porteremo a perfezione?
23
ANDREAS LIBAVIUS, Variarvm controversiarvm, earvmque etiam svbtiliorvm, inter mostri
temporis Philosophos et Medicos Peripateticos, Ramaeos, Hippocraticos, Paracelsicos, etc. in
Scholis et alis a Sophistis agitatarum Libri dvo schediastici,, Frankfurt, Romanus Beatus per
Petrus Kopff, 1600, p. 85-86. Rispetto alle posizioni antiaristoteliche radicali dei paracelsisti
come Suchten, Severinus, Arndt, Weigel, Syderocrates, Croll o della stessa Fama Fraternitatis
R.C., Libavius non sbagliava nel minimizzare le differenze fra ramisti ed aristotelici, in questo
contesto non cos sostanziali. 24
Ivi, p. 86. 25
Ivi, p. 290: [...] Daemonem ipsum habuit et Magus fuit, quae laus inter Christianos est cruce
et flammis digna. Non autem ludo: seria loquor ex historiarum et experientiae fide. 26
THOMAS ERASTUS, Dispvtationvm de medicina nova Philippi Paracelsi Pars Prima, Basilea,
Pietro Perna, [1571], p. 215: Dixi liberius et copiosius quid sentirem, vt simul indicarem atque
probarem, Paracelsum (itemque discipulos eius omnes, quotquot Magica ipsius probant et
imitantur, aliosque Magos dignos esse vel mortis poena ab impietate ista revocentur et
absterreantur. 27
ANDREAS LIBAVIUS, Variarvm controversiarvm (cit. nota 8), p. 460.
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Che ne sarebbe dellufficio della Chiesa, delluso visibile dei sacramenti e di tutto il resto,
che voluto e prescritto da Dio? Nel negare loggettivit della percezione sensibile Socrate
non nega forse anche la Chiesa visibile e lintera societ umana? A che specie animale
apparteneva dunque questo filosofo entusiasta e ottuso? Esiste anche un libro, chiamato
Arbatel, pieno oltre ogni misura della pi empia e scellerata magia. Quel libro insegna le
stesse opinioni platoniche. E di tali opinioni traboccano tutte le altre opere dei maghi. Nel
farti difensore di Socrate ti fai protettore e complice anche di tutti questi parti della
fantasia.28
Negazione della chiesa e di tutta la societ civile: questa laccusa contro i
dissidenti destinata a divenire una costante in bocca ai teologi e agli
scienziati ortodossi per tutto il XVII secolo. Unaccusa che si spinse fino al
clamoroso autodaf per ogni presunta o vera espressione di platonismo in
due opere della fine del secolo, Das PlatonischHermetisches Christentum
di Ehregott Daniel Colberg,29
e la raccolta di Johann Friedrich Corvinus
Anabaptisticum und Enthusiasticum Pantheon.30
Daccordo su accusa e
28
Ivi, p. 335: Quid potes illi tribuere, qui sensuum certitudinem negat? Academicos recentes
execraris. At illud ipsum est Socratis tui in Phedone dogma. Porphyrium quem damnas? At hic
ipse Platonicus fuit. Anabaptistas dementiae arguis. At idem Socrates hic docet, quamquam in
obiecto alio. Socratis sententiam nec Turca negat, nes quiuis forte haereticus. Tunc inde colligas,
veram Dei noticiam in hac vita inchoandam, in altera complendam ab eis tradi? Vbi ministerium
Ecclesiae et visibilis vsus sacramentorum et reliqua, quae Deus vult et sancit? Socrates cum
damnat sensus, at non visibilem Ecclesiam, et totam humanam societatem damnat. Quodnam
animal sit ille ecstaticus et stupidus philosophus? Est quidam liber, Arbatel dictus, extrem
impius et magicus. Hic eadem Platonica docet. Magorum volumina plena sunt iisdem. Si
patrocinaris Socrati: Simul omnium istiusmodi portentorum es defensor. Per una valutazione
critica del famoso chimico antiparacelsista vedi ora C. GILLY, La quinta colonna
dellermetismo: Andreas Libavius, in Magia, alchimia, scienza dal 400 al 700: linflusso di
Ermete Trismegisto (cit. nota 15), pp. 399-409; per una valutazione assai diversa di Libavius
come scienziato cfr. W. HUBICKI,Libavius Andreas, in CH. C. GUILLISPIE, Dictionary of
Scientific Biographie, 9, New York 1973, pp. 309-312; W.-D. MLLER-JAHNCKE, Andreas
Libavius im Lichte der Geschichte der Chemie. Zur kritischen Einordnung des Coburger
Universalgelehrte, in Jahrbuch der Coburger Landesstiftung, XVII, 1972, pp. 205-230; L.
SCHNURRER, Andreas Libavius (ca. 1558-1616), in Frnkische Lebensbilder, NF, 15,
Neustadt/Aisch, Degener, 1993, pp. 85-106. 29
EHREGOTT DANIEL COLBERG, Das Platonisch-Hermetisches Christenthum, Begreiffend die
Historische Erzehlung vom Ursprung und vielerley Secten der heutigen Fanatischen Theologie,
unterm Namen der Paracelsisten, Weigelianer, Rosencreutzer, Qucker, Bhmisten,
Wiedertuffer, Bourignisten, Labadisten, und Quietisten, Frankfurt Leipzig, Johann Khler per
Moritz Georg Weidmann, 16901691 (circa 1300 pp. in 8; seconda e ultima edizione, Leipzig,
Joh. Ludwig Gleditsch per M.G. Weidmann, 1710). 30
[JOHANN FRIEDRICH CORVINUS], Anabaptisticum et Enthusiasticum Pantheon Und Geistliches
Rst-Hausz Wider die alten Quacker, und neuen Frey-Geister, Welche die Kirche Gottes
zeithero verunruhiget, und bestrmet, auch treue Lehrer und Prediger Gttlichen Worts,
verachtet, verleumbdet,gestert und verfolget haben [], [Kthen und Frankfurt] 1701-1702.
[Dei quattordici trattati, di pi di 1100 pagine in folio con ritratti di David Joris, Fausto Sozzini,
Weigel, Bhme, Fludd, Descartes, Molinos, Spinoza, Hobbes, Sabbatai Zevi e Balthasar Bekker,
ci interessa qui in particolare quello stampato con il lunghissimo titolo di Der alten und neuen
Schwrmer Widerteufferischer Geist. Das ist, Glaubwrdiger und Historischer Bericht, Was
Jammer, Elend, Angst, Noth und Auffruhr die alten Schwrmer und Widertuffer gestifftet und
angerichtet haben. Daraus zu schlieen, was man von denen jetziger Zeit, aufs neue
einschleichenden Schwrmern als David Joristen, Weigelianern, Rosencreutzern, Pansophisten,
Bhmisten, Chiliasten, Enthusiasten, Quackern, Labadisten, Offenbarungs- und Frey-Geistern,
Quitisten, Trumern, Scheinheiligen, neuen falschen Propheten und Atheisten zugewarten habe,
weiln sie, wie erwiesen, einerley Lehre und Grundschtze fhren. Denen beygefget sind: Hoher
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condanna, gli ortodossi seguono una tradizione di difesa che riprende gli
schemi messi in luce da Rotond nella sua analisi delle reazioni di teologi e
scienziati di fronte alla pubblicazione dellArbatel e, pi in generale, di
fronte al programma editoriale del Perna nel suo complesso. Con parole
simili a quelle usate dal calvinista Girolamo Zanchi contro leccessivo
razionalismo degli antitrinitari,31
il teologo Colberg proclama centoventi
anni pi tardi tutte le sue riserve contro quegli scienziati che si arrogano il
diritto di scrivere in materia teologica:
Gli stessi grilli fanatici si nascondono nei libri di Helmont, e bisogna
perci riconoscere che, quando nei libri dei medici, e in particolare dei
chimici, si incontrano affermazioni che hanno a che fare con la teologia,
queste non devono essere accolte prima di averle sottoposte al dovuto
esame, soprattutto poich costoro ripongono troppa fiducia nella propria
ragione, e vogliono misurare con essa anche i misteri divini, come dimostra
non solo lesempio di Teofrasto [Paracelso] e dei suoi seguaci, ma anche
quello di Michele Serveto, Giorgio Biandrata e Girolamo Bolseco, iniziatori
e difensori della perniciosa ed empia dottrina dei Sociniani. Ma questo sia
detto senza voler offendere i medici dotti e timorati di Dio.32
Nello stesso anno in cui a Londra la critica filologica di Isaac Casaubon minava
alle fondamenta lintero edificio del platonismo rinascimentale, tentando di distruggere una
volta per tutte la leggenda di Ermete Trismegisto contemporaneo di Mos ed autore del
Poemander e dellAsclepius,33
il grande scienziato Libavius non sapeva far altro che
seguire ancora il vecchio metodo di Erastus e del pi rigido conservatorismo, scegliere
cio largomentazione teologica come larma pi efficace contro i principi di filosofia e di
scienza naturale messi in questione dai dissidenti. Nell Exercitatio paracelsica de
notandis ex scripto Fraternitatis de Rosea Cruce Libavius ammoniva i membri
dellinvisibile confraternita dei Rosacroce a eliminare dal loro programma tutti i parti
della fantasia paracelsiana poich non ce n uno tra essi che non vada contro la verit e
lonore di Dio, non ce n uno che non sovverta la scienza riconosciuta e utile al bene
comune:
Omnino totam Paracelsiam ad examen reuocabunt, et omnia ista portenta
eradicare conabuntur, quando nihil eorum est, quin veritatem Dei et gloriam
laedat, et vtiles, preaclarasque scientias euertat.34
Pu avere un effetto straniante sentir pronunciare queste parole da un uomo
che deve la sua notoriet, soprattutto nellambito della storia della chimica,
Potentaten, Scharffe und ernsthaffte Befehle, wider solche Ketzer und Schwrmer, Desgleichen
einige ber sie, ihreLehre und offenbahre Betrgereyen, Von Hoch-lblichen Universitten, als
Marburg, Strassburg, Jena, Helmstdt und Rintelen. Gestellte Bedencken und eingeholte Urtheile
[] Gedruckt im Jahr 1701. 31
GIROLAMO ZANCHI, Adversus blasphemias Petri Gonedzii libellum responsio, in IDEM,
Opervm Theologicorvm tomus octavus, Genve, Stephanis Gamonetus, 1613, 1617-1619, vol. 8,
p. 549: Observent autem lectores causam, cur et isti Tritheistae et Ariani omnes ac Servetiani,
doctrinam hanc, quam hactenus Ecclesia credidit et praedicavit de Deo Patre, Deo Filio, Deo
Spiritu Sancto uno eodemque Deo seu Jehova, oppugnent: Ea est, quia percipere intellectus sui
ratione hanc non possunt doctrinam. 32
E. D. COLBERG, Das Platonisch-Hermetisches Christenthum (cit. nota 28), pp. 204-205. 33
FRANCES A. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Bari, Laterza, 1969, p. 429. 34
A. LIBAVIUS, Exercitatio paracelsica nova de notandis ex scripto Fraternitatis de Rosea
Crvce, in IDEM, Examen philosophiae novae, quae veteri abrogandae opponitvr (cit. nota 20), p.
298.
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non ai suoi esperimenti, ma unicamente al diligente lavoro di compilazione
degli scritti di altri autori, in particolare di quelli che egli mirava ad
annientare con la durezza e lodio che i testi sopra citati dimostrano,
attaccandone limpostazione generale teorica e metodologica. Tale
atteggiamento tuttavia stupisce meno chi conosca la ristrettezza di vedute e
la stridente arroganza con cui egli andava proclamando ai quattro venti il
suo credo religioso e scientifico:
Ordo Dei est Philosophia quae docetur in Gymnasiis, Scholis et Academiis, vt et
Theologia syncera declarata Augustana Confessione: Dei donum est medicina dogmatica
et aliae artes scientiaeque.35
Rotond ci ha fornito la chiave per la piena comprensione di una
professione di fede di questo tenore. Storico delleresia e del ruolo che essa
occupa nella formazione di una nuova mentalit nellEuropa moderna,
Rotond ha ampliato le ricerche sulla dissidenza religiosa del suo maestro
Cantimori, abbracciando ambiti che a prima vista non sembrerebbero
appartenere alla storia delleresia. Si tratta in questo caso della complessa
problematica legata alla magia, elemento fondamentale e inalienabile non
solo della disputa intorno a Paracelso, ma anche del dibattito sulla scienza
della natura tra rinascimento e et moderna. La cosa pi sorprendente che
questampliamento di campo corrisponde al tempo stesso ad un ritorno
verso pi antiche forme di storiografia ereticale, come, in particolare, quella
della Unpartheyische Kirchen- und Ketzer-Historie di Gottfried Arnold, che
si occupava non solo di Paracelso, paracelsisti, teosofi e Rosacroce, ma
ristampava anche parzialmente lArbatel.36 Rotond non ha voluto seguire
lo sviluppo di questo dibattito nel XVII secolo. Ben conscio delle
conseguenze storiografiche che un ampliamento della storia ereticale oltre
gli ambiti classici dellantitrinitarismo e dellanabattismo comporta, egli ha
scelto di concentrarsi sullanalisi della critica alla tradizione religiosa e
culturale che porta Perna e la sua cerchia di amici e collaboratori a scegliere
di divulgare scritti paracelsisti e magici.
Questo tipo di critica pu certamente essere rinvenuta gi negli
scritti dei primi adepti rinascimentali dellermetismo, della cabbala e della
magia, basti fare il nome di Ficino, Pico, Lazzarelli, Tritemio, Lefbre
dEtaples, Reuchlin, Francesco Giorgio Veneto, Agrippa e Serveto. Va per
sottolineato che nessuno di questi autori, ad eccezione di Serveto e, pi
tardi, di Giordano Bruno ruppe apertamente con le chiese, n intraprese
una lotta diretta contro la tradizione teologica. Tutti preferivano
minimizzare la pericolosit delle proprie posizioni, dichiarandosi comunque
pronti a sottomettersi ai dettami della chiesa. Per il Perna, invece, la
letteratura da lui divulgata (grazie soprattutto al nuovo vigore assunto dal
pensiero di Paracelso) non si accontenta pi di riservare a ermetismo e
magia il ruolo di sentiero insolito (e per questo tollerato) nel cammino
verso la conoscenza della realt, un sentiero valido solo per un uso privato e
35
Ivi, p. 298. 36
GOTTFRIED ARNOLD, Unpartheyische Kirchen- und Ketzer-Historien Vom Anfang des Neuen
Testamets bisz auf das Jahr 1588, vols. IIII, Schaffhausen 174017424, vol. I, pp. 1521-1530.
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relegato al di fuori delle universit. Questa volta attraverso la concezione
magico-ermetica del mondo viene, al contrario, proclamata una nuova
scienza in aperta opposizione a quella ufficiale e, con la nuova scienza, una
nuova religiosit in accordo con essa. In questo consisteva leresia contro
cui si scagliarono teologi e scienziati ortodossi.
Che paracelsismo e magia contenessero un aspetto in aperto conflitto con le
posizioni della chiesa ufficiale certamente un fatto che non mai stato
trascurato n dagli studiosi di Paracelso Sudhoff, Peuckert, Pagel,
Goldammer n dagli specialisti di ermetismo e magia Thorndike, Garin,
Walker, Yates. A Rotond va per riconosciuto il merito di avere messo
questo motivo in primo piano, e di aver chiaramente dimostrato nel caso di
Perna e dei suoi amici basileesi quanto strettamente si intrecciassero fra
loro lo svuotamento e la sovversione della concezione tradizionale del
mondo portati dalla rivalutazione della magia e dalla diffusione della gnosi
paracelsiana da un lato, e la relativizzazione del valore dei dogmi dallaltro.
La battaglia per la restaurazione della scienza e quella per una radicale
riforma religiosa erano intimamente collegate tra loro: esisteva una
cosciente e mirata convergenza di sforzi nella lotta per la libert di ricerca e
per la tolleranza religiosa.
Naturalmente da entrambe le parti i fronti non erano monolitici,
tanto che non assolutamente possibile innalzare a norma comune
posizioni religiose e culturali antitetiche come quelle di un Perna o di un
Erastus (qui ortodossia, aristotelismo, galenismo; l paracelsismo,
ermetismo e eresia). Mentre nella Restitutio Christianismi di Serveto viene
fatto largo uso degli scritti ermetici,37
autori come Fausto Sozzini non
nascondevano affatto il proprio rifiuto nei confronti di Ermete Trismegisto,
da cui, riteneva Sozzini, derivava lintera ipotesi trinitaria.38
Per altro verso
vedremo come uno dei primi paracelsisti, Adam von Bodenstein, prendesse
le parti di Theodore de Bze nel presentare al consiglio cittadino basileese
le accuse del teologo ginevrino vlte a far condannare Castellione come
eretico,39
mentre lalchimista calvinista Guglielmo Grataroli giocava un
ruolo simile nella denuncia della dissidenza religiosa a Basilea. Fu daltra
parte un intransigente calvinista, il famoso giurista Franois Hotman, non
37
ROLAND H. BAINTON, Hunted Heretic. The Life and Death of Michael Servetus, Boston,
Bacon, 19642, pp. 131; 255; IDEM, Michel Servet, hrtique et martyr 1553-1953, Genve, Droz,
1953, pp. 78, 87; CLAUDIO MANZONI, Umanesimo ed Eresia: M. Serveto, Napoli, Guida, 1974,
pp. 83-114. 38
FAUSTO SOZZINI, Explicatio primae partis primi capitis Johannis, cfr. IDEM, Opera Omnia in
Duos Tomos distincta. Quorum prior continet ejus Opera Exegetica et didactica, posterior
Opera Polemica comprehendit, in Bibliotheca Fratrum Polonorum, Irenopoli (Amsterdam),
Irenicus Philalethius [Franciscus Kuyper], post 1656 [ca. 1668], vol. I. p. 83.Etenim valde illi
consentanei sunt ipsius Platonis, et eius sectatorum scripta, qualia sunt Jamblici et caeterorum;
qui tamen omnes a Mercurio illo Trismegisto haec hausisse videntur. Quod ita se habere
aliquorum scripta testantur, qui istorum auctoritate trinitatis opinionem confirmare non sunt
veriti. 39
FERDINAND BUISSON, Sbastien Castellion, sa vie et son ceuvre, Paris 1892, vol. II, pp. 483-
493; vedi ora anche HANS R. GUGGISBERG, Sebastian Castellio. Humanist und Verteidiger der
religisen Toleranz, Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1997, pp. 219-221.
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solo a pubblicare presso Perna, anagrammando il proprio nome in Thomas
Arfoncinus, una difesa dellalchimia,40
ma a fare in prima persona
esperimenti alchemici, fino alla morte, avvenuta proprio a Basilea. Del
resto lo stesso Theodore de Bze nel 1575 non aveva avuto nulla in
contrario a inserire un proprio componimento in versi nello Sclopetarius del
paracelsista francese Quercetanus,41
ci che gli cost versi satirici da
Basilea, e la compiaciuta derisione di Erastus, suo nemico personale, che
rimprover a Bze dessere protettore dellinsania alchemica, e con gran
piacere si perit di ripetere ovunque questo distico:
Non satis est una foedari peste Genevam / Nunc etiam nutrix dicitur Alchimiae.42
Nel 1590 tuttavia troviamo Bze impetrare di fronte al consiglio ginevrino
misure per la proibizione dellalchimia, que tout cest art nest que piperie,
que luy mesmes y a est tromp, que Monsieur Hotomans sy est
consum.43 Proviene peraltro dallo stesso Bze la pi dura protesta - e
certamente la pi pericolosa per Perna - contro la pubblicazione sul suolo
evangelico dellArbatel, con i suoi segni satanici.44
40
THOM. ARFONCINI I. V. Doctoris de iure alchimiae responsum, in JOHANNES CHRYSIPPUS
FANIANUS, De arte metallicae metamorphoseos liber singularis [] Item de Iure Artis
Alchemiae veterum auctorum et praesertim Iurisconsultorum Iudicia et responsa ad
quaestionem, An Alchemia sit ars legitima, Basilea, P. Perna, 1576, pp. 103-118. Il Responsum
venne ristampato in quasi ogni raccolta di scritti alchemici. Lautografo originale di Hotman si
conserva presso la Biblioteca Universitaria di Basilea, ms. C VIa 47, pp. 829-837. Che Hotman
ne sia stato lautore e non solo un copista provato da due lettere di Hotman stesso a Basilius
Amerbach dellottobre e del novembre 1575, Basilea, Universittsbibliothek, ms. G II 19, ff. 169
e 176. Un altro testo manoscritto, questa volta con il nome di Hotman, An Alchemia in bene
morata civitate toleranda sit (Bologna BU, ms. Lat. 270 (Lat. 457, XXI-3), stato pubblicato da
Franois Secret, Un document oubli sur Franois Hotman et l'alchimie, in Bibliothque
d'Humanisme et Renaissance, XLII, 1980, pp. 435-446. Secret stato il primo a vedere che il
falso nome di Thomas Arfoncinus non altro che lanagramma di Francis. Hotomanus. Vedi ora
anche DIDIER KAHN, Paracelsisme et alchimie en France la fin de la Renaissance (1567-
1625), (Thse, Paris IV 1998), p. 225, 227 sg. 41
JOSEPH DUCHESNE (QUERCETANUS), Sclopetarivs, sive de curandis vvlneribus, quae
Sclopetorum et similium tormentorum ictibus acciderunt, liber. Eivsdem antidotarivm
spagiricvm aduersus eosdem ictus, Lyon, Jean Lertout, 1576. 42
Lettera di Erasto a J. J. Grynaeus del 15. 8. 1576, Basilea, Universittsbibliothek, ms. G II 4, f.
198: Valde uelim scire cur Geneuates Fenotum in custodia tenuerint, id est, quibus rationibus
factum suum uelarint. Non dubito enim eos fauere uelis et remis Chemicis, cum patronum
habeant insaniae suae Bezam. Quam saepe occurrit animo dystichon: non satis [...] dicitur
Alchimiae. Autore del distico era Bonaventura Vulcanius; sulla polemica di Fenotus e
Duchesne vedi ora DIDIER KAHN, Paracelsisme et alchimie en France (cit. nota 25), pp. 230-
237. 43
LEON GAUTIER, La mdicine Genve jusqu la fin du XVIIIe sicle, in Mmoires et
documents publis par la Socit dhistoire et darchologie de Geneve, s. 2, vol. 10, Genve
1906, pp. 200-201. 44
A. ROTOND, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea (cit. nota 14), p. 383. Vedi
ora la lettera corrispondente in Correspondance de Thodore de Bze, vol. XVI, Genve, Droz,
1993, p. 266, con la fuorviante osservazione: Remarquons que ni Bze, ni Grynaeus, ni leurs
contemporains ne savaient que lArbatel tait dAgrippa de Nettesheim (sic), bien que ce texte
ait dj t publi en 1531 (resic), Lyon, par les frres Godeffroy et Marcellin Beringer, dans
les oeuvres en 2 vols. in-8, dAgrippa.
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Sicuramente esisteva un buon numero di paracelsisti che restavano allo
stesso tempo convinti luterani, calvinisti o cattolici; tra gli amanti della
prisca theologia si trovavano del resto seguaci di tutte le confessioni,
riuniti certo da una chiara inclinazione verso lirenismo, come ha gi
dimostrato Walker nel suo studio The Prisca Theologia in France.45 Quegli
ermetici e quei paracelsisti che si spinsero a riconsiderare i fondamenti
stessi della loro filosofia, si trovarono tuttavia ad imboccare strade che li
portarono a confrontarsi apertamente con le chiese ufficiali, e, anzi, a
provocare un confronto con esse.46
(?????) Su Giordano Bruno, colui che defin Cristo un mago e defin
religione la magia divina degli Egizi, la buona religione, che fu relegata
nelle tenebre quando il Cristianesimo la distrusse, la proib con le sue leggi
e sostitu con il culto di cose morte, riti assurdi, cattiva condotta morale e
guerre continue.47
Quanto a Valentin Weigel, vogliamo qui ricordarne solo
il breve testo che porta il titolo di Ein kurtze ausfhrliche Erweisung, das zu
diesen Zeiten, in ganz Europa bey nahe kein einiger Stul sey in allen
Kirchen und Schulen, darauf nicht ein Pseudopropheta, ein Pseudo
Christus, ein Verfhrer des Volkes, ein falscher Ausleger der Schrifft stehe,
und der nicht in die Zahl der Blinden Leyter gehre, das ist, der nicht deren
einer sey, von welchen uns Christus gewarnt hat, und der da nicht an ihm
habe die Notas, Characteres, signa et fructus falsorum Prophetarum:
(Breve e completa dimostrazione del fatto che oggigiorno in tutta Europa
quasi non c seggio nelle chiese o nelle scuole, su cui non sieda uno
pseudoprofeta, uno pseudo-Cristo, un seduttore dei popoli, un falso
interprete delle scritture, che non appartenga al numero dei ciechi, cio che
non sia uno di quelli dai quali Cristo ci ha detto di guardarci, e che non
rechi su di s notas, characteres, signa et fructus falsorum prophetarum).
Qui si pu leggere una delle critiche pi feroci contro entrambi i mondi,
l'accademico e lecclesiastico:
Di religiosi e di dotti [...] esistono tante variet, tanti diversi gruppi, fazioni e
sette, divise e frazionate, come quella papista, quella luterana, quella zwingliana, quella
calvinista, quella flaciana, quella anabattista, etc. e tante simili, una dopo laltra, nessuna
esclusa; e ogni gruppo ha un suo proprio tempio, una sua chiesa, una sua scuola, in cui
ciascuno predica, insegna, profetizza, interpreta, glossa e commenta Cristo e la sua parola;
e ciascun gruppo dice ai suoi uditori, cio a coloro che non appartengono allo stato
ecclesiastico e sono quindi loro sudditi: Seguiteci, la ragione dalla nostra parte, noi
siamo stati mandati Dio, da Cristo, noi solo possediamo lo Spirito Santo, siamo qui per
rappresentare Dio in terra, dovete apprendere il vostro credo da noi. Gli altri giacciono
nellerrore, solo noi siamo nel giusto, perch (dico io) il loro numero talmente alto, e
45
D. P. WALKER, The Prisca Theologia in France, in Journal of the Warburg and Courtauld
Institutes, XVII, 1954, pp. 204-259:258. 46
Vedi ora C. GILLY, Theophrastia sancta. Der Paracelsismus als Religion im Streit mit den
offiziellen Kirchen, in J. TELLE ed., Analecta Paracelsica. Studien zum Nachleben Theophrast
von Hohenheims im deutschen Kulturgebiet der frhen Neuzeit (Heidelberger Studien zur
Naturkunde der frhen Neuzeit, 4), Stuttgart, Steiner, 1994, pp. 425488; IDEM, Theophrastia
Sancta Paracelsianism as a Religion in Conflict with the Established Churches, in O.P.
GRELL ed., Paracelsus. The Man and His Reputation, His Ideas and Their Transformation
[Studies in the History of Christian Thought 85], Leiden, Brill, 1998, pp. 151185. 47
F. A. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica (cit. nota 18), pp. 238 e 384.
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ognuno di loro ci giura, e mille volte ci giura, di avere ragione, e che tutti gli altri
sbagliano. Ma Cristo mi ha messo in mano le prove, cio di conoscerli dai loro frutti
(cognitionem ex fructibus), per non rimettermi nella mani di nessuno, e questa prova
voglio conservarla e farne uso, perch vivo, e loro non possono dunque ingannarmi, ed
essa ha reso i miei occhi cos acuti, che nessuno davanti a me pu nascondersi, e Dio mi
assiste nel provare, se qualcuno appartiene alla schiera degli pseudoprofeti o no.
Nel cristianesimo attuale del Nuovo Testamento ci soni i papisti, i luterani, i
calvinisti e tutte le sette sono divise e in polemica tra loro, ciascuno vuole avere Cristo solo
per s. Ma se Cristo venisse, come accadde a suo tempo, nessuno di loro lo prenderebbe
dalla sua parte, e cos tutti sarebbero contro di lui, e si affretterebbero a mandarlo allo
forca, per quale motivo, resta ancora ignoto. Sarebbero, insomma, tutti daccordo su ogni
punto, e da entrambe le parti non sono che chiassosi e indemoniati nemici di Dio,
bestemmiatori della Verit, il genere pi orribile e maledetto che sia mai esistito sulla terra.
Io credo davvero che se ora come ora dovesse venire tra noi qualcuno mandato da Dio, e
dovesse parlare e predicare degli articoli di fede con la forza dello Spirito Santo, n i
papisti, n i luterani, n i calvinisti, lo accoglierebbero tra loro, e cos nessuno delle altre
sette; tutti prenderebbero ad urlare contro di lui, non riuscirebbero a mettersi daccordo su
nessun punto, bench minimo, ma direbbero tutti che un visionario, un eretico, un
fanatico, un falso profeta, uno posseduto dal diavolo, un corruttore del mondo, nessuna
universit in tuttEuropa lo prenderebbe, perch tutti sono convinti di avere gi in mano la
verit e di essere i pi vicini a Dio.48
48
VALENTIN WEIGEL, Zwey schne Bchlein, Das Erste, Von dem Leben Christi ... Das Ander,
Eine kurzliche aufhrliche Erweisung, Das zu diesen Zeiten [] vbersehen vnd in Druck
verfertiget, durch HULDREICH MEIRSBACH VON REGNBRUN [JOHANNES SIEBMACHER VON
NRNBERG], Neustadt (Frankfurt?), s.t. (Lucas Jennis?), 1618, pp. 104-139: 118 e 123-124.
Attribuito comunemente al collaboratore di Weigel, Benedikt Biedermann; per la tradizione del
testo cfr. VALENTIN WEIGEL, Smtliche Schriften, ed. HORST PFEFFERL, vol. 7, Stuttgart-Bad-
Cannstatt, Frommann-Holzboog, 2002, pp. xxvi-xxx. Sull'accanita opposizione da parte di molti
paracelsisti contro chiese e universit rimando ai miei saggi Das Sprichwort Die Gelehrten die
Verkehrten oder der Verrat der Intellektuellen im Zeitalter der Glaubensspaltung, in A.
ROTOND ed., Forme e destinazione del messagio religioso. Aspetti della propaganda religiosa
nel cinquecento, Firenze 1991, 229375; e 'Theophrastia sancta' (cit., nota OOO). Le ricerche
ora tanto in voga sul confessionalismo e sul disciplinamento sociale nella seconda met del
Cinquecento tralasciano di solito i gruppi e gli individui irriducibili che, dappertutto in Europa,
sfuggivano al controllo confessionale, vedi PETER A. DYKEMA (ed.), Anticlericalism in late
medieval ans early modern Europe (Studies in medieval and Reformation thought, 51), Leiden,
Brill, 1993; CATHERINE DEJEUMONT, Schwrmer, Geist, Tufer, Ketzer: de lalli au criminel
(1522-1550), in Bulletin de la Socit de lHistoire du Protestantisme Franais, 148, 2002, pp.
21-46; THOMAS KAUFMANN, Nahe Fremde Aspekte der Wahrnehmung der Schwrmer im
frhneuzeitlichen Luthertum, in K. VON GREYERZ et alii (edd.), Interkonfessionalitt
Transkonfessionalitt binnenkonfessionelle Pluralitt. Neue Forschungen zur
Konfessionalisierunsthese (Schriften des Vereins fr Reformationsgeschichte, 201),
Gtersloh, Gtersloher Verlag, 2003, pp. 179-241.
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II Il Paracelsismo e il programma editoriale di Pietro
Perna
Meritano qui un analisi pi approfondita le opere di altri due paracelsisti,
Israel Harvet e Alexander von Suchten, poich entrambi vissero per un
certo tempo a Basilea. Il primo anche da annoverare tra i maggiori
estimatori di Zwinger oltre ad esserne uno degli allievi pi significativi.49 Il
secondo appartiene al gruppo di autori pubblicati da Perna.
Negli scolia al Tractatus Aureus de lapydis physici secreti
pubblicati anonimi, Harvet paragonava il vero oro alla vera chiesa. Come il
vero oro dei filosofi o pietra filosofale non materiale, ma spirituale, cos
afferma Harvet accade per la vera religione universale: la chiesa non
costituita da gruppi visibili di persone, bens dallinvisibile consenso di tutti
coloro che credono in Cristo e vivono secondo il suo esempio. Chi non
faccia cos e si riconosca in una chiesa speciale, gi di per s uno
scismatico, un eretico, un seguace di sette. Non bisogna riconoscersi in una
specifica chiesa esteriore, come molti oggi fanno continua Harvet
ritenendo ingenuamente di non essere pi, in tal modo, soggetti allerrore e
di appartenere agli eletti, solo per il fatto di appartenere a questa o quella
setta. Ognuno di essi ritiene che solo la chiesa cui egli stesso appartiene sia
la chiesa vera ed infallibile. Di qui derivano tutte le lotte religiose, in cui si
disputa solo della supremazia della propria opinione. Di qui deriva anche la
condanna di eresia che essi estendono a tutto il resto del mondo, di qui
derivano tutte le persecuzioni. C solo una cosa afferma ancora Harvet
che tutti costoro dimenticano: di vivere ed operare secondo gli
insegnamenti della Bibbia e la parola di Dio. Alla domanda su dove si
trovino i veri cristiani, coloro che sono rimasti immuni dal veleno delle
sette, Harvet risponde che essi non sono da cercare n in Samaria, n a
Gerusalemme, n a Roma, n a Ginevra, n a Lipsia, n a Cracovia, n a
Praga o n a Olmtz. Essi sono disseminati per tutto il mondo: si possono
49
[ISRAEL HARVET], Hermetis Trismegisti Tractatus vere Aureus, de Lapidis Philosophici
secreto, in capitula septem divisus: nunc vero a quodam Anonymo, scholiis tam exquisite et
acute illustratus [], Leipzig, Valentinus am Ende, per Thomas Schurer, 1610 (cito per la
ristampa in: Theatrum Chemicum (cit. nota 21), vol. IV, pp. 587-717. La dedica del libro a Jacob
Alstein dimostra che lanonimo autore degli scholia il paracelsista di Orlans Israel Harvet: vi
compare infatti come luogo Orlans, e la data 1608; con un gioco di parole lanonimo indica
anche il suo nome, Israel, e descrive il cognome evocando una sostanza lenta a sciogliersi (Hart-
Harz?); si fa allusione al suo soggiorno basileese idem mihi aliquando contigit in Helvetia,
Augustae Rauracorum ... (p. 638); a Zwinger lo descrive come magnum illud Germaniae
lumen (p. 650); in altre opere di HARVET si allude di nuovo a Zwinger, come nella
Demonstratio veritatis doctrinae Chymicae. Aduersus Ioan. Riolani comparationem veteris
Medicinae cum noua, Hippocraticae cum Hermetica, Dogmaticae cum Spagyrica, Hanau, typis
Wechelianis per Claude de Marne e eredi di Jean Aubry, 1605, p. 15: Nosti fortasse quantus
vir fuerit Zuingerus. Ipse multo aliter quam tu de Vulcanio sentit, e nella ISRAELIS HARVETI
Medici Avrelianensis Defensio Chymiae aduersus Apologiam, et Censuram Scholae Medicorum
Parisiensium, et in easdem GVLIELMI BAVCINETI Medici item Aurelianensis Notationes, Paris,
Guillaume Auvray, [1695], p. 73: Hoc loco subit animum recordatio Theodori Zuingeri,
praeceptoris mei meritissimi, cuius et quanti viri!. Il nome di Harvet non registrato tra le
matricole dellUniversit di Basilea. Baucinet, al contrario, apparteneva con Moffett alla cerchia
pi intima degli studenti di Zwinger; su Harvet vedi anche WALTER PAGEL, The Smiling Spleen.
Paracelsianism in Storm and Stress, Basel-New York, Karger, 1984, pp. 21, 114, 189; DIDIER
KAHN, Paracelsisme et alchimie en France (cit. nota 25), pp. 298-300, 919-922.
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trovare in Turchia, in Persia, in Italia come in Francia, in Germania, in
Polonia, in Boemia, in Moravia o in Inghilterra, e perfino in America, tra
gli indiani pi selvaggi.50 Di fronte a queste posizioni di Harvet,
sbiadiscono perfino le parole del rosacrociano Robert Fludd, riportate da
F. A. Yates, il quale dichiarava irreali le suddivisioni dei cristiani in
cattolici, luterani e calvinisti, visto che tutti mirano allo stesso scopo.51
Di Alexander von Suchten, il primo grande paracelsista, colui che
viene ricordato nella storia della chimica per essere stato il primo a
dimostrare in base a unanalisi quantitativa limpossibilit di una
trasmutazione dei metalli in oro,52 Perna aveva stampato nel 1575 il De
secretis Antimonii. Nello stesso anno egli sceglieva di stampare lElegia ad
Carolum Salisburgensem in apertura al secondo volume delledizione latina
delle opere di Paracelso,53 tralasciando tuttavia di segnalare il nome
dellautore insieme a questa glossa, di sapore evidentemente troppo
trinitario per lantitrinitario Perna: La scienza medica, in cui si distinsero Podalirio, Macaone, Apollo e Ippocrate, non si deve
studiare sui libri di Galeno, Avicenna, Mesue e autori simili, ma si deve apprendere dalla
magia. Chi conoscer fino in fondo e in modo corretto la magia sar in grado di guarire
ogni sorta di malattia. La magia ha infatti tre libri, la teologia, la medicina e lastronomia,
da cui il mago riconosce e adora la trinit, aiutando gli altri esseri umani con il potere che
ha ricevuto da Dio. Tutti gli altri, siano essi teologi, astronomi, o medici, che non sono in
grado di provare con le opere ci che la loro lingua apertamente vanta come loro campo
specifico, sono caco-maghi e pseudoprofeti. Li riconoscerete dai loro frutti.54
Sulle orme di Paracelso e quarantanni prima che Francis Bacon
postulasse la necessit dellesperimento come unica possibile base per un
sapere obiettivo Et quod in religione verissime requiritur, ut fidem quis
ex operibus monstret, idem in naturali philosophia competere, ut scientia
similiter ex operibus monstretur55 Suchten aveva fatto suo lo stesso
50
[ISRAEL HARVET], Hermetis Trismegisti Tractatus vere Aureus (cit. nota 1), pp. 699 sg. 51
F. A. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica (cit., cap. I, nota 18), p. 444. 52
WLODZIMIERZ HUBICKI, Alexander von Suchten, in Sudhoffs Archiv fr die Geschichte der
Medizin und der Naturwissenschaften, XLIV, 1960, pp. 60 sg.. A proposito di Suchten v.
anche: KARL SUDHOFF, Ein Beitrag zur Bibliographie der Paracelsisten im 16. Jahrhundert, in
Centralblatt fr Bibliothekswesen, X, 1893, pp. 391-400; W. HABERLING, Alexander von
Suchten, ein Danziger Arzt und Dichter, in Zeitschrift des Westpreuischen
Geschichtsvereins, LXIX, 1929, pp. 177-228; KARL SCHOTTENLOHER, Pfalzgraf Ottheinrich
und Alexander von Suchten, in Zeitschrift fr die Geschichte des Oberrheins, n.s. XLI, 1927,
pp. 602-604; JULIUS RUSKA, Tabula Smaragdina, Ein Beitrag zur Geschichte der Hermetischen
Literatur, Heidelberger Akten der Von-Portheim-Stiftung, 16, Heidelberg 1926, p. 211 sg.;
Corpus Paracelsisticum, Bd. I. Der Frhparacelsismus. Erster Teil, herausgegeben und erlutert
von WILHELM KHLMANN und JOACHIM TELLE, Tbingen, Niemeyer, 2001, pp. 545-584. Per la
tradizione manoscritta delle opere del Suchten vedi anche, C. GILLY, Un bel trattato ermetico del
paracelsismo, in Magia, alchimia, scienza dal 400 al 700 (cit. nota 15), vol. I, 185-198. 53
THEOPHRASTI PARACELSI Operum latine redditorum Tomus II, Basileae, P. Perna, 1575, f.
(?)5r; IDEM, Medici Libelli, Kln, Arnold Birckmann, 1567, f. ***3v-4v, dove, oltre allelegia, si
pu leggere anche largomento. Cito da ALEXANDER VON SUCHTEN, Chymische Schrifften Alle,
Frankfurt Joachim Grlin per Georg Wolff, 1680, pp. 458: Carminis sequentis argumenum:
Medicandi Scientia, qua Podalirius []: habet autem Magia l