Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda metà del ...

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- 1 - Carlos Gilly Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda metà del Cinquecento INDICE DEL VOLUME Premessa Prolegomena Capitolo I. Capitolo II Capitolo III Capitolo IV Capitolo V Capitolo VI Capitolo VII Capitolo I Capitolo II Capitolo III Capitolo IV Capitolo V Capitolo VI Capitolo VII Appendice I Appendice II Appendice III Parte I BASILEA E IL DIBATTITO EUROPEO INTORNO A PARACELSO IL PARACELSISMO E IL PROGRAMMA EDITORIALE DI PIETRO PERNA THEODOR ZWINGER E PARACELSO IL METODO D'IPPOCRATE. LA STORIA COME EMPIRIA E IL RECUPERO SCIENTIFICO DI PARACELSO ZWINGER MAESTRO E GUIDA «IN PARACELSICIS» ZWINGER E LA MEDICINA ALCHEMICA IL «PARACELSISMO» DI ZWINGER Parte II LA FILOSOFIA DI ZWINGER: FRA FILOSOFIA ARISTOTELICA E FILOSOFIA PLATONICA IL PROBLEMA DEL METODO SCIENTIFICO. CONOSCENZA E AZIONE. LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE. STORIA E TEORIA. LA STORIA SINONIMO DI EMPIRIA. LIBERALIZZAZIONE E PROGRESSO DELLE SCIENZE MAGIA E SCIENZA INCERTEZZA DELLA TEORIA E CERTEZZA DELL'AZIONE. LO SCETTICISMO DI ZWINGER LA RELIGIONE DI ZWINGER: LIBERTAS CHRISTIANA. SCETTICISMO CRISTIANO, E CRISTIANO AGIRE. CONCLUSIONE CURRICULUM VITAE OVVERO BIOGRAFIA SOMMARIA DI ZWINGER IN NOME DEL TIPOGRAFO: LA PREFAZIONE DI ZWINGER A UN'OPERA DI PARACELSO. INTRODUZIONE, TRASCRIZIONE E TRADUZIONE. CONTRO PARACELSO E I SUOI SEGUACI. LA LETTERA DI ZWINGER A MARSTALLER DEL 1564. INTRODUZIONE, TRASCRIZIONE E TRADUZIONE. Indice dei nomi pag. 3 9 21 38 47 60 70 86 102 118 140 152 159 175 185 196 198 204 217 328

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    Carlos Gilly

    Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda met del Cinquecento

    INDICE DEL VOLUME

    Premessa

    Prolegomena

    Capitolo I.

    Capitolo II

    Capitolo III

    Capitolo IV

    Capitolo V

    Capitolo VI

    Capitolo VII

    Capitolo I

    Capitolo II

    Capitolo III

    Capitolo IV

    Capitolo V

    Capitolo VI

    Capitolo VII

    Appendice I

    Appendice II

    Appendice III

    Parte I

    BASILEA E IL DIBATTITO EUROPEO INTORNO A PARACELSO

    IL PARACELSISMO E IL PROGRAMMA EDITORIALE DI PIETRO

    PERNA

    THEODOR ZWINGER E PARACELSO

    IL METODO D'IPPOCRATE. LA STORIA COME EMPIRIA E IL

    RECUPERO SCIENTIFICO DI PARACELSO

    ZWINGER MAESTRO E GUIDA IN PARACELSICIS

    ZWINGER E LA MEDICINA ALCHEMICA

    IL PARACELSISMO DI ZWINGER

    Parte II

    LA FILOSOFIA DI ZWINGER: FRA FILOSOFIA ARISTOTELICA E

    FILOSOFIA PLATONICA

    IL PROBLEMA DEL METODO SCIENTIFICO. CONOSCENZA E

    AZIONE.

    LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE. STORIA E TEORIA. LA

    STORIA SINONIMO DI EMPIRIA.

    LIBERALIZZAZIONE E PROGRESSO DELLE SCIENZE

    MAGIA E SCIENZA

    INCERTEZZA DELLA TEORIA E CERTEZZA DELL'AZIONE. LO

    SCETTICISMO DI ZWINGER

    LA RELIGIONE DI ZWINGER: LIBERTAS CHRISTIANA.

    SCETTICISMO CRISTIANO, E CRISTIANO AGIRE.

    CONCLUSIONE

    CURRICULUM VITAE OVVERO BIOGRAFIA SOMMARIA DI

    ZWINGER

    IN NOME DEL TIPOGRAFO: LA PREFAZIONE DI ZWINGER A

    UN'OPERA DI PARACELSO. INTRODUZIONE, TRASCRIZIONE E

    TRADUZIONE.

    CONTRO PARACELSO E I SUOI SEGUACI. LA LETTERA DI

    ZWINGER A MARSTALLER DEL 1564. INTRODUZIONE,

    TRASCRIZIONE E TRADUZIONE.

    Indice dei nomi

    pag.

    3

    9

    21

    38

    47

    60

    70

    86

    102

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    140

    152

    159

    175

    185

    196

    198

    204

    217

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    Theodor Zwinger e la crisi culturale della seconda met del

    Cinquecento

    Prolegomena

    una delle tante ironie della sorte: in tutta la storia della cultura quanto pi

    voluminose sono le opere, tanto pi velocemente esse sono destinate a

    cadere nelloblo. Nel caso di opere a carattere compilatorio, accade inoltre

    che queste vengano s lette voracemente e saccheggiate, ma quasi mai citate,

    poich pochi sono disposti a riconoscere di derivare le proprie conoscenze

    da fonti che non siano la lettura diretta dei testi. questo il quadro che, con

    singolare perspicacia, era riuscito a prevedere lo storico francese Jacques

    Auguste de Thou1 nel caso di Theodor Zwinger. Zwinger aveva sicuramente

    reso grandi servigi alla medicina, ma la sua notoriet era legata

    essenzialmente al suo monumentale Theatrum Vitae Humanae. Durante il

    mio soggiorno a Basilea racconta de Thou ebbi pi volte il grande piacere

    di intrattenermi con Zwinger, uomo certo di estrema erudizione, di grande

    intelligenza, eccellente oratore, che avrebbe tuttavia potuto raggiungere

    risultati e fama maggiori se avesse pensato di pi al suo buon nome e avesse

    intrapreso un lavoro pi adeguato alle sue immense capacit di scrittore.

    Invece, secondo de Thou, Zwinger dedic troppo tempo al completamento e

    alla pubblicazione di testi scritti da altri, portandoli a dimensioni

    spropositate, secondo luso dei basileesi, che sembrano trovare grande

    soddisfazione nel produrre libri di ingente mole (qui spissae molis librorum

    congerie fere gaudent).

    Le osservazioni dello storico francese si rivelarono presto profetiche.

    Le mille e mille pagine, in formato grande e medio, di cui si compongono

    gli scritti e le compilazioni del filosofo e medico basileese rendono

    particolarmente difficile il tentativo di ricostruire il suo pensiero originale e

    di caratterizzare le sue posizioni specifiche. Se aggiungiamo a questo la sua

    riluttanza a dare in pasto le proprie idee a un pubblico che oltrepassasse i

    confini della ristretta cerchia di amici e discepoli, la scelta dellanonimato

    nel caso delledizione di opere controverse, la volontaria rinuncia a

    pubblicare i propri scritti di chimica e teologia, e, soprattutto, il desiderio

    pi volte espresso di non porsi al centro dellattenzione (et cum latere

    maxime cupiam, nescio tamen quo Reipublicae iuuandae studio in mediam

    hominum lucem vel laruatus interdum praeter institutum efferar),2 non pu

    meravigliarci il fatto che per due degli autori che in realt erano

    culturalmente pi vicini al mondo dellumanista basileese, Zwinger non

    1 JACQUES-AUGUSTE DE THOU, Historiarum svi temporis Continuatio siue pars quarta (liber 89,

    ad annum 1588), ed. cit. Frankfurt, Egenolff Emel per Petrus Kopff, 1621, p. 405: Vierium

    secutus est Theodorus Zuingerus Basileae natus, & in patria mortus VI Eid[us] Martii, longe eo

    iunior, quippe tantum quinquagesimum quartum annum egressus, eadem professione clarus,

    quam et editis compluribus monumentis illustrauit, sed maiorem illi famam conciliauit ingens

    opus, cui Vitae humanae theatro titulum fecit. Cuius dulci conuictu et colloquio cum mihi

    postea Basileae magna cum animi voluptate frui contigisset, animaduerti, virum summa doctrina

    et rara ingenii elegantia ac candore praeditum in digniore se opere industriam exercere potuisse,

    si non maiorem nominis soceri et popularium suorum, qui spissae molis librorum congerie fere

    gaudent, quam propriae laudis rationem habuisset. Per la traduzione francese cfr. IDEM,

    Histoire universelle, La Haye 1740, vol. 7, pp. 154. 2 Lettera di Zwinger a Petrus Monavius del 18. 8. 1578, in: LAURENTIUS SCHOLZIUS, Epistolarvm Philosophicarvm, Medicinalivm, ac Chymicarvm a Summis nostrae Aetatis

    Philosophis ac Medicis Exaratarum, Hanau, Wechel-Aubry, 1610, c. 470.

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    fosse che celui qui a faict le Theatrum (Montaigne)3 o il vir magnae

    diligentiae (Grotius).4

    In effetti le opere di Zwinger vennero tenute in considerazione fino

    al XVIII secolo, tanto che il suo nome riaffiora in innumerevoli lessici,

    bibliografie e storie della letteratura. per molto raro che ci si prenda la

    briga di spingere la ricerca al di l delle notizie fornite dal suo primo

    biografo, Felix Platter,5 o dai continuatori di Conrad Gessner nella

    Bibliotheca Universalis.6 Perfino a Basilea, sua citt natale, la fama legata al

    nome di Zwinger si sempre pi affievolita.

    Non c dubbio che ai suoi tempi Zwinger costituisse un indiscusso

    punto di riferimento nella vita culturale di una citt in cui attivit editoriale

    ed universit avevano risonanza europea. Dopo la morte di Zwinger, in

    occasione della laurea del figlio Jacob, Felix Platter elogi linflusso

    esercitato dal padre a Basilea e fuori, il grande richiamo che i suoi scritti e le

    sue lezioni avevano costituito per luniversit, le sue straordinarie doti, di

    cui non solo la citt e luniversit, ma anche gli amici, i concittadini, gli

    ospiti stranieri e i visitatori avevano potuto godere ampliamente.7

    Nellelogio funebre, lantistite di Basilea Johann Jacob Grynaeus descrisse

    lenorme perdita che la morte di Zwinger veniva a significare per la citt:

    Nun trawre du, werde vnnd lobreiche Statt Basel: dann dir ist entzuckt ein solcher

    lieber Mann, der warlich ein gemeines Gut vnd ein zierlich Kleinot war. Klage dich vnd

    weine, du liebe vnnd lbliche Vniversitet, dann dir ist au deinem Krantz entzogen der

    allerwolriechsten Rosen eine, deren Gottseligkeit, Weiheit, Kunst, Gutwilligkeit vnd

    wilferiger trewer Diensten, lieblicher vnnd krefftiger Geruch, in Teutschen vnnd andern

    Landen angenm, nutzlich, trostlich, ehrlich viel jar hero gewesen.8

    (Guarda al tuo lutto, nobile e onorata citt di Basilea: poich ti stato tolto un

    uomo cos caro da costituire un bene comune e un gioiello prezioso. Lamentati e piangi, tu

    amata e lodevole universit, perch dalla tua corona stata strappata la rosa pi bella, la cui

    piet, saggezza, arte, buona volont, docile e fedele servizio, cara e portentosa fama nei

    paesi tedeschi cos come in altri paesi ti sono stati per lunghi anni piacevoli, utili, di

    conforto e sinceri).

    Negli anni che seguono linteresse e lo stesso ricordo dellopera di Zwinger

    si affievoliscono significativamente, concedendo al massimo il lustro di una

    gloria locale. il caso del profilo che di Zwinger fornisce nel 1660 Jakob

    Rdin nelle sue Vitae Professorum Basiliensium, e, centanni pi tardi,

    3 Journal du voyage de Michel de Montaigne en Italie par la Suisse et l'Allemagne en 1580 et

    1581, ed. Alessandro dAncona, Citt di Castello, S. Lapi, 1889, p. 29; ma vedi ora FAUSTA

    GARAVINI, Montaigne et le Theatrum vitae humanae, in CLAUDE-GILBERT DUBOIS, Montaigne

    et l'Europe, Mont-de-Marsan 1992, pp. 31-45; EADEM, Montaigne rencontre Theodor Zwinger

    Ble. Deux esprits parents, in Montaigne Studies. An Interdisciplinary Forum, V (1993), pp.

    192-205. 4 HUGO GROTIUS, De veritate religionis christianae, in IDEM, Opervm Theologicorvm tomvs

    tertivs continens opuscvla diversa, Amsterdam, Joh. Blaeu, 1699, vol. III, p. 39. 5 La Vita Theodori Zwingeri, letta dal Platter il 9 ottobre 1594 nellaula dellUniversit in

    occasione della laurea di Jacob Zwinger venne stampata da questultimo come introduzione alla

    quarta edizione del Theatrum Humanae Vitae, Basilea, S. Henricpetri, 1604, ff. ):(3v-4v. 6 Bibliotheca institvta et collecta , primvm a Conrado Gesnero: Deinde in Epitomen redacta, et

    nouorum Librorum accessione locupletata, tertio recognita, et in duplum post priores editiones

    aucta, per Iosiam Simlerum: Iam vero postremo aliquot mille, cum priorum , tum nouorum

    authorum opusculis, ex instructissima Viennensi Austriae Imperatoria Bibliotheca per

    Iohannem Iacobum Frisium Tigurinum, Zrich, C. Froschauer, 1583, pp. 784-785. 7 FELIX PLATTER, Vita Theodori Zwingeri (cit. nota 4).

    8 JOHANN JACOBUS GRYNAEUS, Ein Christliche Leichpredig, die gehalten worden, bey der

    Begrebnus des Ehrnvesten, Hochgelehrten und weit berhmpten Herren Doctoris Theodori

    Zuinggeri; Medici, Philosophi, et Polyhsitoris: zu Basel in S. Peters Pfarrkirchen den 12.

    Martij, im jar [...] M.D.LXXXVIII [...], Basel, Seb. Henricpetri, [1588], p. ij.

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    Jakob Christoph Beck nel Gelehrtes Basel. Entrambi i testi rimasero inediti,

    per comparire solo parzialmente nellAthenae Rauricae, 1777.9

    Lo stesso accade nelle poche pagine che a Zwinger dedica il

    Thommen nella sua Geschichte der Basler Universitt,10

    o nel contributo di

    M. L. Portmann per le Basler Nachrichten del 10.9.1965, in occasione del

    quarto centenario della pubblicazione della prima edizione del Theatrum

    Vitae Humanae.11

    Per altro verso la figura Zwinger stata circoscritta allambito della

    storia della medicina. Anche in questo caso nellunica monografia su di lui

    che possediamo, si preferito riempire almeno tre quarti del libro con

    indicazioni generali sui suoi contemporanei.12

    Pi utile resta ancora lattenta

    presentazione di A. Burckhardt nella sua Geschichte der Basler

    Medizinischen Fakultt.13

    Avendo alle spalle questo tipo di storiografia non possiamo stupirci

    che in un contributo moderno di storiografia basileese Zwinger venga

    presentato meramente come a typical representative of post-Erasmian

    Basle: friendly to refugees and flattered by the esteem of noted scholars

    abroad, deliberate perhaps even courageous in his non-committal

    attitude to the ideological and professional controversies of the day, but for

    the same reason failing to make a historical impact. In some ways he seems

    to prefigure the comfortable bourgeoisie of a subsequent age.14

    Levidente sproporzione tra linteresse relativamente scarso nutrito

    dagli storici recenti e, al contrario, il ruolo di grande rilevanza ricoperto ai

    suoi tempi dal medico e umanista basileese stata ora finalmente

    individuata e messa in risalto grazie a un contributo della storiografia

    italiana.

    Nello splendido studio su Pietro Perna e la vita culturale e religiosa

    di Basilea fra il 1570 e il 1580,15

    Antonio Rotond, ci ha indicato il

    percorso metodologico per cogliere lenigmatica personalit di Zwinger.

    Egli ci ha insegnato allo stesso tempo come muoversi nellintricata foresta

    delle opere del naturalista basileese, finora inaccessibile ai ricercatori, senza

    correre il pericolo di dover tornare a mani vuote. La nuova chiave daccesso

    9 JACOB RUDIN, Vitae professorum Basiliensium, Basilea, Universittsbibliothek, ms. Frey-

    Gryn. VII 8. IDEM, Theatrum Academicum Basiliense, ivi, ms. Frey-Gryn. I 26, fasc. 30; JACOB

    CHRISTOPH BECK, Gelehrtes Basel oder Gesammelte Nachrichten zu der Kirchen- und

    Gelehrtengeschichte von Basel, ivi, ms. Frey-Gryn. VII 4d. JOHANN WERNER HERZOG, Athenae

    Rauricae. Sive Catalogus Professorum Academiae Basiliensis ab A. MCCCCLX. ad A.

    MDCCLXXVIII cum brevi singulorum biographia, Basel, C.A. Serin, 1778, pp. 208-211. 10

    RUDOLF THOMMEN, Geschichte der Universitt Basel 1532-1632, Basel 1889. 11

    MARIE-LOUISE PORTMANN, Theodor Zwinger (1533-1588) und sein Theatrum Vitae

    Humanae von 1565, in Basler Nachrichten, 1965, Nr. 384; ma vedi ora EADEM, Paracelsus

    im Urteil von Theodor Zwinger, in Nova Acta Paracelsica, n.s., II, 1987, pp. 15-32; EADEM,

    Theodor Zwinger [1533-1588], ein Basler Humanistenarzt, in Praxis. Schweizerische

    Rundschau fr Medizin, LXXVII, 1988, pp. 1110-1113; vedi ora anche il capitolo

    Humanisme et sciences. Theodor Zwinger, l'nigmatique, in ALFRED BERCHTHOLD, Ble et

    l'Europe. Une histoire culturelle, Lausanne, Payot, 1990, vol. II, pp. 655-680;

    12 JOHANNES KARCHER, Theodor Zwinger und seine Zeitgenossen. Episode aus dem Ringen der

    Basler Aertze um die Grundlehren der Medizin im Zeitalter des Barocks (Studien zur

    Geschichte der Wissenschaften in Basel, 3), Basel, Helbing & Liechtehahn, 1956. 13

    ALBRECHT BURCKHARDT, Geschichte der Medizinischen Fakultt zu Basel 1460-1900, Basel,

    F. Reinhardt, 1917, pp. 32, 89-95, 135, 144, 354-385. 14

    PETER G. BIETENHOLZ, Basle and France in the sixteenth Century: The Basle Humanists and

    Printers in their Contacts with Francophone Culture (Travaux d'Humanisme et Renaissance,

    112), Genve, Droz, 1971, p. 70. 15

    ANTONIO ROTOND, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea fra il 1570 e il

    1580, in Studi e Ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento (Pubblicazioni dell'Istituto

    di Scienze Politiche dell'Universit di Torino 31), Torino, Giappichelli, 1974, pp. 273-391;

    IDEM, Luso non dommatico della ragione: Agostino Doni, ivi, 393-470.

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    costituita dal minuzioso esame della corrispondenza di Zwinger:

    Limmagine delluomo nel suo immenso carteggio, tuttora inedito, uno

    dei pi vasti e vari della seconda met del Cinquecento. Certo gi solo

    orientarsi nella sua imponente corrispondenza non impresa da poco: il

    fondo FreyGrynaeus della Universittsbibliothek di Basilea conserva

    infatti migliaia di lettere a Zwinger da parte di quasi cinquecento diversi

    corrispondenti. La maggior parte delle lettere di Zwinger invece

    disseminata per le biblioteche di tutta Europa, dalla Polonia allInghilterra,

    dallItalia alla Scandinavia. Solo un numero trascurabile di lettere

    accessibile a stampa in opere antiche o moderne. Rotond tuttavia riuscito

    a mettere in luce alcuni degli aspetti pi significativi della vita di Zwinger.

    Da queste nuove ricerche scaturisce un quadro di Zwinger che

    potremmo riassumere in questi termini: Zwinger era un convinto sostenitore

    della tolleranza religiosa, cos come laveva intesa Castellione. La sua

    illimitata disponibilit ad aiutare i perseguitati di ogni Chiesa ufficiale e ad

    aprire un dialogo con rappresentanti delle pi svariate confessioni

    corrispondeva pienamente alla sua mancanza di pregiudizi e alla sua sincera

    apertura nei confronti di ogni nuova esperienza intellettuale. La prudenza e

    la moderazione di alcune delle sue affermazioni non impedirono a lui,

    difensore della libera ricerca scientifica - come aveva imparato alla scuola di

    Petrus Ramus -, di contribuire significativamente al rinnovamento delle

    scienze, muovendo in direzioni che a molti dei suoi amici e corrispondenti

    europei e basileesi dovevano apparire molto controverse e pericolose.

    Incurante delle accese polemiche del suo tempo su questioni di filosofia

    naturale, Zwinger riusc a combinare unequilibrata critica ad Aristotele e

    Galeno con il riconoscimento della validit di alcuni dei grandi postulati di

    Paracelso. Nellesigere la pi grande libert di ricerca nello studio della

    natura, egli relativizza lautorit dei giuristi, considerandoli meri interpreti

    di una realt imposta dal potere. In tal modo egli intendeva innanzi tutto

    opporsi allintransigenza e al predominio dei teologi, che, col pretesto della

    religione, miravano in realt a esercitare un incondizionato controllo sulle

    debolezze degli uomini.

    Zwinger era scettico sulla possibilit delluomo di chiarire una volta

    per tutte su questa terra le verit religiose, e propugnava per questo una

    riforma che, come per Castellione, muovesse verso una estrema

    semplificazione del cristianesimo e una esaltazione della pratica cristiana.

    Esaminando gli scambi epistolari di Zwinger con i pi illustri tra i

    suoi contemporanei, e, daltra parte, lattivit editoriale dello stampatore

    italiano Pietro Perna, di cui Zwinger era strettissimo amico, difensore e

    consulente, Rotond ha potuto ricostruire al tempo stesso la crisi religiosa e

    culturale del tempo, che vedeva andare definitivamente in frantumi il

    tradizionale edificio della filosofia e della scienza, tutto fondato su

    Aristotele e Galeno. Rotond sceglie di fornire non sfilze di citazioni

    bibliografiche, ma puntigliose analisi di opere e prefazioni, di lettere e

    documenti editi e non, capaci da un lato di chiarire la convergenza di motivi

    culturali e religiosi, che, nonostante le reiterate proteste ed accuse del

    mondo accademico e del mondo ecclesiastico, fecero di Perna limpegnato

    editore di Castellione, Machiavelli e Paracelso; dallaltro di gettare nuova

    luce su opinioni, rapporti, collaborazioni e solidariet allinterno di un

    gruppo di uomini che fecero di Basilea un crocevia europeo di idee aperte in

    campo scientifico e religioso.

    Il contributo di Rotond ci illustra dallinterno la vita movimentata e

    multiforme della citt renana, in unepoca in cui la censura religiosa veniva

    esercitata in forma sempre pi severa, e il controllo su uomini e idee si

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    faceva sistematico e rigoroso; la storia di uno stampatore anonimo e locale,

    di correnti di pensiero sotterranee, di scopi e prese di posizione proclamate a

    mezza voce, ricche di ambiguit, silenzi e mezze verit. Colpisce ancora di

    pi in questo contesto la volont tenace e irremovibile degli uomini riuniti

    intorno a Perna di lottare per la libert di coscienza in campo religioso e di

    ricerca in campo scientifico.

    Se la figura centrale nello studio di Rotond Pietro Perna, il lettore

    resta tuttavia impressionato soprattutto da un personaggio di prima statura

    che resta nellombra, colui che con la sua influenza, il suo consiglio e la sua

    collaborazione sostenne e rese possibile a Basilea gran parte dellimpegnato

    programma editoriale dello stampatore italiano: Theodor Zwinger.

    Soffermandosi sulla figura dellenigmatico studioso basileese, le

    pagine che seguono vogliono contribuire alla continuazione dei lavori di

    Rotond sulla vita religiosa e culturale di Basilea e, da Basilea, sulla vita

    religiosa e culturale europea ai primordi della scienza moderna e

    dellinasprimento delle ortodossie confessionali. Esse vogliono costituire il

    tentativo di tracciare il ritratto culturale di un uomo, il cui nome riaffiora

    continuamente a proposito dei testi pi controversi pubblicati in quegli anni

    a Basilea, si tratti di Machiavelli, Castellione, Postel, Petrus Ramus,

    Wierius, Dudith o Paracelso, si tratti di alchimia, cabbala, magia e

    ermetismo, filosofia o medicina. Vogliono inoltre tentare di chiarire il vero

    punto di vista religioso e filosofico di un uomo in cui molti contemporanei e

    quasi tutti i corrispondenti credevano di riconoscere un interlocutore

    intellettualmente affine fossero essi calvinisti, luterani, cattolici o

    dissidenti, aristotelici, platonici o ramisti, alchimisti, paracelsisti o

    antiparacelsisti. Esse vogliono infine tentare di misurare il significato e

    linfluenza di un uomo che corrispondeva con i pi remoti angoli dEuropa

    per rispondere a quesiti e offrire consigli sulle pi delicate e difficili

    questioni nei pi svariati campi del sapere.

    Di fronte allampiezza dellopera e della corrispondenza di Zwinger, questo

    tentativo non pretende certo di essere esaustivo. Sono tre in particolare gli

    aspetti della complessa personalit di Zwinger che verranno presi in esame:

    a) la posizione di Zwinger nei confronti di Paracelso, tenendo conto

    del fatto che egli comment Galeno e Ippocrate e, nel 1564, fece espellere

    dalla facolt di medicina delluniversit il paracelsista Bodenstein facendosi

    autore, nello stesso tempo, della prima confutazione sistematica della

    medicina di Paracelso; ma tenendo anche presente, daltra parte, che dopo

    un cambio radicale di attitudine a partire dal 1576 egli si mostrava convinto

    che non fossero i galenisti i veri continuatori di Ippocrate, ma, al contrario, i

    paracelsisti; che scrisse a nome di Perna la prefazione programmatica a

    unopera di Paracelso e, infine, che lo stesso Johann Huser, editore della

    prima edizione complessiva degli scritti di Paracelso, in dieci volumi,

    progettava di farsi affiancare da lui nella supervisione dellallestimento e

    della stampa dellopera;

    b) il posto che Zwinger occupa nel contesto filosofico del suo tempo,

    essendo stato allievo di Ramus e commentatore di Aristotele, ma avendo

    anche grande dimestichezza con i testi della cabbala e con il Corpus

    Hermeticum, che egli cita continuamente, e avendo inoltre scritto, a

    propositodi Ficino e dei neoplatonici fiorentini, che grazie a loro e alla

    loro opera che lui e i suoi contemporanei potevano finalmente filosofare con

    libert e con eleganza;

    c) lesatta posizione di Zwinger in materia religiosa, essendo stato

    denunciato in vita quale amicissimus et advocatus della setta dei seguaci

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    di Castellione a Basilea, ma essendo oggetto, in morte, di un epitafio uscito

    dallambiente ginevrino e dalla penna di Theodor de Bze, in cui Zwinger

    viene elogiato per la sua religiosit e luniversalit del suo sapere,

    quasi fosse un novello Varrone del suo secolo.

    Lultima parola va naturalmente riservata allopera monumentale di

    tutta una vita, al Theatrum Vitae Humanae, che si dimostra in realt essere

    tuttaltro che la mera raccolta di esempi, di aneddoti e di singoli ritratti

    provenienti dalla letteratura, dalla storia o dal circolo delle conoscenze di

    Zwinger, che in essa ha voluto riconoscere la critica moderna; in effetti si

    tratta piuttosto di una enciclopedia del sapere e dellagire umano, che, a

    partire dalla prima edizione del 1565 fino alla terza, e definitiva, del 1586

    viene continuamente rielaborata, anche nella struttura, ed ampliata con

    sempre nuove aggiunte e riflessioni, fino a trasformarsi in un vero e proprio

    novum Organum delle scienze.

    Ma ritorniamo al contesto culturale e religioso da cui questi quesiti

    traggono la loro dimensione storica, quello stesso contesto che, pi tardi, ci

    permetter di dar loro una risposta pi precisa.

  • - 8 -

    I Il dibattito intorno a Paracelso.

    Basilea, la citt dalle cui stamperie Castellione e i suoi amici avevano

    lanciato la prima sfida in difesa della tolleranza religiosa in Europa, era

    tornata ad essere, dopo pochi anni, il principale centro di irraggiamento di

    un nuovo dibattito, anchesso di dimensioni europee: quello intorno alla

    figura e allopera di Paracelso. Si trattava di una disputa di cui la

    discussione intorno alla nuova medicina paracelsiana costituiva solo una

    parte, seppur la pi eclatante, quella da cui essa prende nome e che per

    decenni costitu senza dubbio il comune punto di riferimento. Alla base

    della discussione stavano due risposte diametralmente opposte alla

    domanda intorno ai limiti della rivelazione e della scienza, e, di

    conseguenza, due metodi di lavoro completamente diversi. La polemica

    verteva su concetti come esperienza e autorit, ragione e lumen

    naturale, e, soprattutto, sul concetto stesso di Natura. I pi profondi

    motivi del Rinascimento italiano, platonismo e neoplatonismo, filosofia

    ermetica, cabbala e magia tornavano alla ribalta con ancor maggiore vigore

    per intrecciarsi, sotto i torchi delle stamperie basileesi, con la medicina,

    lalchimia e la filosofia naturale del Trismegistus Germanus Paracelsus, con

    una densit mai vista prima.

    Le Enneades di Plotino vennero pubblicate dal Perna nella

    traduzione e con il commento di Marsilio Ficino nel 1559 e, di nuovo, nel

    1580, questa volta insieme alleditio princeps del testo greco e con una

    prefazione di Theodor Zwinger. LOpera Omnia di Giovanni Pico della

    Mirandola apparve per i tipi di Henricpetri nel 1557, nel 1572/73 e nel

    1601; lOpera Omnia dello stesso Ficino usc, sempre presso Henricpetri,

    nel 1561 e nel 1576. Nel 1563 Zwinger cur per Perna e Henricpetri la

    raccolta complessiva delle opere di Francesco Cattani da Diacceto, e fu su

    suo consiglio che Perna pubblic nel 1581 le Discussiones Peripateticae

    del Patrizi, e Froben, due anni dopo, il De natura hominis di Agostino

    Doni. Nel 1579 apparve a Basilea, seppur con la falsa indicazione Lugduni

    apud Beringos Fratres la prima raccolta di tutti gli scritti di Agrippa di

    Nettesheim;16

    nel 1587 fu la volta del primo volume della raccolta Artis

    16

    Delle cinque diverse edizioni di HENRICUS CORNELIUS AGRIPPA AB NETTESHEYM, Opera,

    quaecumque hactenus vel in lucem prodierunt, vel inveniri potuerunt omnia, in duos tomos

    concinne digesta, senza data di stampa e con la falsa indicazione tipografica Lugduni, apud

    Beringos fratres, la prima e pi completa, in corsivo, di 16 ff. e 779 pp. per il primo volume e

    12 ff. e 1139 pp. per il secondo, fu stampata infatti nel 1579, come si legge nel Catalogo della

    fiera autunnale di Francoforte di Georg Willer (cfr. BERNHARD FABIAN, Die Messkataloge des

    sechzehnten Jahrhunderts, 5 voll., Hildesheim, Olms, 1972-2001, vol. III, p. 400), bench

    leditore della Bibliotheca Universalis di Gessner del 1583 segnali 1580, e appunto a Basilea,

    come indicava I. C. PRAETORIUS nel catalogo della sua Biblioteca (Stockolm, KB, ms. U 375, f.

    3r: cum primo Tomo operum Cornelii Agrippae Basileae editorum), e pi precisamente nella

    stamperia di Thomas Guarin, come era gi noto nel XVII secolo al bibliofilo basileese REMIGIUS

    FSCH, che nella sua collectanea della vita degli uomini illustri, rimasta manoscritta, annotava

    alla voce Agrippa: Opera Corn. Agrippae omnia duobus Tomis prodierunt Lugduni apud

    Beringos fratres in 8. Sed fictum est hoc typographi nomen. Excusa namque opera haec

    Basileae apud Tom. Guarinum, uti apparet ex Typo, si conferatur cum Typo et literis

    Guarinianis (Basilea, Universittsbibliothek, ms. O I 4, 178). Questa edizione con testo in

  • - 9 -

    cabalisticae scriptores, che contiene opere di Paolo Ricci, Reuchlin,

    Arcangelo da Borgonovo, Leone Ebreo, insieme allo Sepher Jezira. Il

    secondo volume, che avrebbe dovuto contenere lOpera Omnia di

    Francesco Giorgio Veneto, non venne mai stampato.17

    Delle circa settanta

    stampe basileesi di Paracelso in quegli stessi anni dopo il 1603 Paracelso

    non venne mai pi stampato a Basilea pi di sessanta uscirono per i tipi di

    Perna o di suo genero e suo successore Conrad Waldkirch. Tra questi,

    nel 1575, i due volumi della raccolta completa delle opere latine, progettata

    dal Perna, e, nel 1589, presso Waldkirch, la prima grande raccolta in dieci

    volumi dei Bcher und Schrifften Paracelsi, curati da Johann Huser.18

    Ad

    corsivo, gi segnalata da DAVID CLEMENT (Bibliothque curieuse, historique et critique ou

    catalogue raisonn des livres difficiles trouver, Gttingen 1750, I, 94-96) come la migliore e la

    pi bella (haec editio optima habetur), corrisponde a quella riprodotta in facsimile da R.H.

    POPKIN nel 1970-1973 presso lOlms Verlag di Hildesheim, senza sapere che, casualmente, si

    trattava delleditio princeps dellOpera: nel volume si legge infatti Lyon, ma probabilmente in

    Germania, s.t. 1600? . Le altre quattro ristampe esistenti dellOpera di Agrippa, una con

    lindicazione Lugduni, per Beringos fratres, 1600 e le altre tre con il falso luogo di stampa

    Lugduni, per Beringos fratres, ma senza indicazione di anno [ca. 1605-ca. 1630], provengono

    tutte dalla casa editrice di Lazarus Zetzner, cfr. Catalogvs Librorvm Francofurti in Taberna

    Lazari Zetzneri Bibliopolae Argentinensis publice prostantivm. anno Millesimo sexcentesimo

    sexto, esemplare dellAmbrosiana di Milano riprodotto in CH. COPPENS, Five unrecorded

    german Booksellers Catalogues, in Archiv fr Geschichte des Buchwesens, LIV, 2001, pp.

    157-169 (Cornelii Agrippae opera, 8; Catalogvs librorvm Francofvrti in taberna Lazari

    Zetzneri Bibliopolae Argentinensis publice prostantivm anno millesimo sexcentisimo vndecimo

    (Corneli Agrippae opera in 8); vedi anche Catalogvs Librorvm, qvos Lazarus Zetznerus

    Bibliopola Argentinensis p[iae] m[emoriae] et post eum, Haeredes eius, hactenus aut propriis

    sumptibus imprimi curarunt Aut aliunde sibi compararunt [...] ad Annum M.DC.XXVI,

    Argentorati, Conrad Sher, [1626], esemplare di Uppsala BU, a4r: Henrici Cornelii Agrippae.

    opera omnia, in 8.; Catalogus librorum , quos Georgius Andreas Dolhopfius et Johan.

    Eberhardus Zetznerus Bibliopolae Argentinenses socii Tam a cohaeredibus, quam aliund

    comptos, suis sumptibus imprimi curarunt [], Argentorati 1662, f. B2r: Agrippae (Henrici

    Cornelii) Opera, duobus tomis, in 8. Per lelenco delle edizioni fantasma delle opere complete

    di Agrippa ,1510, 1531, 1550, cfr. Magia, alchimia, scienza dal 400 al 700: linflusso

    di Ermete Trismegisto / Magic, Alchemy and Science 15th-18th Centuries: The Influence of

    Hermes Trismegistus (Biblioteca Nazionale Marciana Bibliotheca Philosophica Hermetica), a

    cura di C. GILLY e CIS VAN HEERTUM, 2 voll., Firenze, Centro Di, 2002, vol. I, pp. 199, 205. Per

    i precedenti tentativi di fissare data e luogo della prima stampa della raccolta, cfr. PAOLA

    ZAMBELLI, Cornelio Agrippa nelle fonti e negli studi recenti, in Rinascimento, 2 ser., VIII,

    1968, pp. 182-183; EADEM, Cornelio Agrippa, Sisto da Siena e gli inquisitori, in Memorie

    domenicane, n.s. III, 1972, pp. 149-150. 17

    Lettera di Johannes Pistorius a Heinrich Petri del 10. 4. 1578 (Basilea, Universittsbibliothek,

    ms. G2 I 20bl, Nr. 74): Ordo observandus in excudendis Cabalae scriptoribus [] Secundus

    tomus contineret omnia opera Georgii Veneti: cuius viri nunquam satis laudatos labores, miror

    cur non excudas. Le opere di Francesco Giorgio non vennero per stampate nellArtis

    Cabalisticae: hoc est reconditae Theologiae et Philosophiae, scriptorvm: Tomus I, Basileae,

    Sebastian Henricpetri, (1587), di PISTORIUS, anche se nel XVIII secolo DANIEL G. MORHOF pu

    affermare nel suo Polyhistor literarius philosophicus et practicus maximam partem opus

    posthumum, accurate revisum, emendatum, ex autoris annotationibus [] suppletum,

    illustratum a JOHANNE MOLLERO, Lbeck, Bckmann, 1714, vol. I, p. 17: Franciscus Georgius

    Venetus (in libro), qui et seorsim prodiit, et junctim cum omnibus Scriptoribus Cabalisticis,

    editis Basileae anno 1587 in fol. aliquot tomis. 18

    KARL SUDHOFF, Versuch einer Kritik der Echtheit der Paracelsischen Schriften, I. Theil.

    Bibliographia Paracelsica. Besprechung der unter Theophrast von Hohenheims Namen 1527-

  • - 10 -

    essi vanno aggiunte le opere di paracelsisti come Suchten, Bodenstein,

    Toxites, Dorn, Severinus, le raccolte medievali di trattati dalchimia, le

    opere di Arnaldo di Villanova, curate anonimamente da Zwinger e

    pubblicate nel 1585,19

    e, ultimo ma non minimo, uno dei pi influenti e

    dibattuti manuali di magia rinascimentale, lanonimo Arbatel, de magia

    veterum, pubblicato da Perna nel 1575.

    Proprio a questo libricino, mirum libellum Basileae publice editum

    de magia, come ebbe a definirlo un basileese contemporaneo con una nota

    sul frontespizio del suo esemplare, Rotond ha dedicato una grande parte

    del suo studio, giudicando a ragione la pubblicazione dellArbatel come il

    tentativo pi audace fatto dal Perna di dare ampia e provocatoria diffusione

    a quei presupposti culturali e religiosi anche in questo caso suoi e di suoi

    amici che sono alla base di tante sue edizioni del decennio del quale ci

    stiamo occupando e in particolare alla base della sistematica ricerca e

    pubblicazione delle opere di Paracelso.20

    Rotond ha dimostrato come la denuncia della decadenza delle arti e

    delle scienze e addirittura delle religioni di cui Perna si era fatto

    portavoce al momento di pubblicare le opere di Paracelso e volumi come

    lArbatel traesse il suo motivo dessere nella convergenza di due

    polemiche: luna contro la pretesa della chiesa ufficiale di essere lunica

    depositaria e amministratrice della retta conoscenza di Dio, laltra per la

    rivendicazione della libera ricerca su base esperienziale di contro

    allautorit di Aristotele e Galeno, tradizionalmente riconosciuti dalle

    universit come incontestabili interpreti della Natura. Tutto ci secondo un

    ben preciso piano di rinnovamento: una nuova riflessione critica su

    religione e scienza alla luce della vera magia degli antichi, e cio del

    raccordo tra la tradizione ermetica e la scienza sperimentale di Paracelso:

    Hermes Trismegistus est secretorum pater cum Theophrasto Paracelso, et

    in se omnes habent vires secretorum, come si legge nellaforisma XXVI

    dellArbatel.

    Parallelamente Rotond ha mostrato come sotto laccanita

    opposizione alla rivoluzione propugnata da Paracelso in ambito medico e

    sotto la strenua difesa delle dottrine di Aristotele e Galeno fin nei minimi

    particolari, la scienza ortodossa non facesse altro che combattere il

    1893 erschienenen Druckschriften, Berlin, G. Reimer, 1894. L'ultima edizione basileese di

    Paracelso , secondo Sudhoff, la ristampa del terzo dei dieci volumi dell'edizione in-quarto di

    Basilea, Waldkirch, 1589-1590. Da una lettera di Jacob Zwinger a Joachim Camerarius del 31

    agosto 1603 risulta per che anche la celebre edizione delle Opera, Bcher vnd Schrifften di

    Paracelso in due volumi in-folio, (Strassburg, Jn verlegung Lazari Zetzners Buchhndlers. Anno

    M.DCIII), stata in realt stampata da Conrad Waldkirch a Basilea, cfr. Erlangen,

    Universittsbibliothek, Briefsammlung Trew, sub voce Zwinger, Jacob, no. 32. Paternum

    Theatrum sub praelo est, et magna sui parte iam perfectum: ut integrum sequentibus nundinis, ni

    quid morae interuenerit, quod ex usu typographi neutiquam foret, simus prolaturi. []

    Theophrasti opera, diligenter hic inde quaesita et praeter alias omnes editiones iam meliorata,

    curante et imprimente Waldkirchio prodiere in lucem, duobus in folio tomis, sat grandibus.

    Palaestra est in qua se exerceat lector, seligendis bonis, ab aliis quae mala sunt, plus quam

    foecunda. 19

    Vedi infra, nota 78 e 200. 20

    ROTOND, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea (cit. nota 14), p. 342.

  • - 11 -

    radicale rovesciamento dei principi che sottostavano allinterpretazione

    tradizionale delluomo e della Natura. Oggetto di questa reazione era in

    particolare lidea che luomo, in quanto microcosmo, potesse penetrare e

    comprendere la Natura o macrocosmo, fino ad interpretarne il corso,

    correggerlo o, addirittura, ripristinarlo per mezzo del suo spirito (corpus

    sydereum per Ficino, corpo astraleluce della Natura dentro luomo per

    Paracelso, spirito di Dio dentro luomo per Suchten, oppure attraverso

    lesperienza di uno spirito planetario esterno come insegna lArbatel). Era

    questa in sostanza limmagine neoplatonica e magica del mondo che

    serviva da cornice teorica alla ricerca sperimentale di Paracelso. Una tale

    inversione di marcia minacciava naturalmente le norme che stavano alla

    base della concezione teologica delle chiese ufficiali; per questo le accuse

    di eresia contro Paracelso e i suoi seguaci presero presto piede, e non solo

    da parte dei teologi, ma anche e soprattutto da parte di scienziati

    ortodossi come Conrad Gessner, Johann Crato von Kraftheim e, in

    particolare, Thomas Erastus, ben conscio del potenziale teologicamente

    eversivo degli scritti paracelsiani e convinto, come riassume Rotond, che

    una salvaguardia efficace di una posizione di pensiero accademicamente

    ortodossa doveva cominciare dalla difesa del suo involucro teologico.

    Si trattava di accuse ed incriminazioni che resteranno perfettamente

    attuali anche quarantanni dopo: Se dobbiamo filosofare da cristiani,

    seguendo i principi della fede e linsegnamento di Cristo, scrive il pi

    eminente continuatore di Erastus, Andreas Libavius, non dobbiamo

    appellarci a magia, cabbala, alchimia, astrologia e chiromanzia e,

    soprattutto, non dobbiamo seguire lesempio di Paracelso e dei suoi

    seguaci, poich nei libri dei profeti e degli apostoli non si trova nulla di

    tutto ci; peggio ancora, molte delle opinioni paracelsiste possono scuotere

    i fondamenti stessi delle sacre scritture, mentre al contrario la filosofia di

    Aristotele, escludendo solo gli specifici articoli di fede, non contraddice in

    nessun modo le scritture, tanto che, se vorremo filosofare con Cristo,

    dovremo farlo seguendo la filosofia peripatetica, una filosofia che stata

    senza dubbio illuminata dalla luce dello Spirito Santo.

    Si Christian philosophandum est iuxta fundamentum fidei et autorem Christum,

    non magic, non cabalistic, chymic, astrologic, chiromantic, etc. et omnino neque

    Paracelsic, neque Crollic, Hartmannic, Scheunemannic, etc. quia in libris de Christo,

    Propheticis et Apostolicis, nihil istarum rerum inuenitur, imo pleraque Paracelsica

    principiis Scripturarum euerti possunt, cum contra Peripatetica disciplina, exceptis his quae

    ad fidem pertinent, omnibus Philosophis extra Ecclesiam ignotam, minimum pugnet cum

    scripturis, ita vt si philosophandum sit cum Christo, peripatetic sit philosophandum,

    Philosophia nimirum luce Spiritus Sancti in sacris fulgente illuminata. 21

    21

    ANDREAS LIBAVIUS, Examen philosophiae novae, quae veteri abrogandae opponitvr, Jn quo

    agitur de modo discendi nouo: De veterum autoritate: De Magia Paracelsi ex Crollio: De

    Philosophia vivente ex Severino per Johannem Hartmannum: De Philosophia harmonica magica

    Fraternitatis de Rosea Cruce, Frankfurt, Peter Kopff, 1615, p. 6. I termini con cui Libavius

    definiva Aristotele profeta illuminato dallo spirito di Dio, andavano oltre la definizione di

    Jacques Lefevre dtaples, divinus praeceptor incomparabilis, ed erano una sfida aperta contro

    i paracelsisti e gli ermetici, spregiatori e schernitori del da loro chiamato heidnischer

    Narristoteles. Il calvinista Keckermann espresse in questi termini la sua opionione circa l

  • - 12 -

    Quasi cinquantanni dopo la pubblicazione delle Disputationes di Erastus,

    Libavius, attento osservatore della scena culturale nel mondo tedesco ai

    primordi della mistificazione rosacrociana, era certo colui che meglio di

    tutti gli altri poteva misurare i danni prodotti dalle lunghe polemiche

    nellambito della teologia e della scienza tradizionali. Una gran parte della

    sua monumentale opera (22 titoli per pi di 16000 pagine) era dedicata a

    difendere laristotelismo, a ripulire lalchimia da ogni possibile eco di

    theophrastia o della filosofia dellimpius et ethnicus Ermete

    Trismegisto, ma, soprattutto, a combattere coloro che apertamente o in

    forma latente (anche qui si parlava di nicodemiti)22 intendevano

    ispirazione divina di Aristotele: Qua re nec Aristotelem absque peculiari Spiritus Sancti

    instinctu tam praeclarum Philosophum existisse credibile est, vt maxime e numero electorum non

    fuerit, cfr. B. KECKERMANN, Praecognitorvm philosophicorvm libri duo, Hanau 1608, pp. 38

    sg.). Ricordiamo inoltre che per l Organon di Aristoteles fu coniato il termine Theopneustia,

    cfr. JOH. HERMANN VON ELSWICH, De varia Aristotelis in Scholis Protestantivm Fortuna

    Schediasma, Wittemberg, 1720, p. 82; per queste ed altre citazioni cfr. LUTZ DANNEBERG, Logik

    und Hermeneutik im 17. Jahrhundert, in JAN SCHRDER (Hg.), Theorie der Interpretation vom

    Humanismus zur Romantik Rechtwissenschaft, Philosophie, Theologie, Stuttgart, F. Steiner,

    2001, pp. 75-131:93. Sulle diverse interpretazioni di Aristotele si veda ora anche CONSTANCE

    BLACKWELL & SACHIKO KUSUKAWA (eds.), Philosophy in the Sixteenth and Seventeenth

    Centuries. Conversations with Aristotle, Aldershot, Ashgate, 1999. Come contrasto riporto qui

    lamara critica mossa dal politico e teosofo Johannes Angelius von Werdenhagen contro il

    praeceptor Germaniae Filippo Melantone per reintrodurre la scolastica aristotelica nelle

    universit tedesche: : Gegen solchen Umfug htte dann Gott laut Werdenhagen groe

    Geister wie Paracelsus, Weigel, Arndt, Crollius, Khunrath, Tanckius, Sendivogius oder

    Hartmann erweckt, um die alte, echte und grndliche Weisheit eines Hermes Trismegistus oder

    Salomon wieder herstellen zu knnen, cfr. Werdenhagen, Appendix ad , in

    Bhme, vera, Amsterdam, Jansson, 1632, pp. 497, 500, 549-55. Rientra il giudicio di

    un tardivo lettore di Zwinger, Benito Jernimo Feijo, Teatro Crtico Universal. Discursos

    varios en todo gnero de materias , para desengao de errores comunes, vol. I-VIII, Madrid, P.

    Marn, 1726-1739, VII, disc. 3: La obediencia, o servil o ciega, que por tanto tiempo lograron

    Aristteles y Platn, mayor y ms prolongada el primero que el segundo, entre todos los

    estudiosos de la filosofa, tuvieron en grillos al entendimiento humano y en tinieblas la

    naturaleza. 22

    OSWALD CROLL, Basilica Chymica, continens philosophicam propria laborum experientia

    confirmatam descriptionem et usum remediorum Chymicorum selectissimorum e Lumine gratiae

    et naturae desumptorum, Frankfurt, Claude de Marne e eredi di Jean Aubry [ma stampata a

    Hanau, offic. Wecheliana], 1609, p. 8: Galenistorum vero pars syncerior et subtilior,

    Nicomediana, ingenio mitiore, quae propter metum et excomunicationem Rabinorum quorundam

    Atheniensium veritatem publice profiteri nondum ausa est.... E un anno prima il paraselsista

    francese Israel Harvet aveva scritto: Ac licet ex tanto numero vix unus atque alter veritatis

    lumine irradiatus resipiscat: vix tamen palam id profiteri audet, sed ex metu reliquorum

    Phariseorum, hominum fanaticorum, cogitur tamquam alter Nicodemus noctu, hoc est, in occulto

    sua artis negotia tractare, nisi velit audire haereticus, magnus exorcista, sophista, Ramista,

    Paracelsista, Alchymista etc. ([Israel Harvet], Hermetis Trismegisti Tractatus vere Aureus, de

    Lapidis Philosophici secreto, in capitula septem divisus: nunc vero a quodam Anonymo,

    scholiistam exquisite et acute illustratus [], Leipzig, Valentinus am Ende, per Thomas

    Schurer, 1610 (cito dalla ristampa contenuta in Theatrum Chemicum, praecipuos selectorum

    Auctorum Tractatus de Chemiae et Lapidis Philosophici antiquitate, veritate, iure, praestantia et

    operationibus, continens. In gratiam verae chemiae, et medicinae chemicae studiosorum (ut qui

    uberrimam inde optimorum remediorum messem facere poterunt) congestum, et in sex partes seu

    volumina digestum [], edd. JOHANNES JACOB HEILMANN et JOHANN FRIEDRICH BEZA, 6 voll.,

    Strasburgo, eredi di Eberhard Zetzner, 1659-1661, vol. IV., p. 603).

  • - 13 -

    contrapporsi alla tradizione. Mentre faceva di Petrus Ramus un

    fidissimum solertissimumque interpretem di Aristotele (Petri Rami

    doctrina logica. Aristotelis medulla est. Peripatetica vocetur),23 Libavius

    concentrava i suoi attacchi contro il sistema platonico nel suo complesso,

    considerandolo fonte di quelli che egli definiva i due maggiori errori del

    suo tempo, la magia e lo scetticismo:

    Paracelsicos rectius voces Socraticos aut Platonicos, quorum monarca Platonis

    placita, a Jamblico, Proclo, Marsilio, Pomponatio (!) et aliis egregie ampliata et illustrata

    plurimum retinuit, atque inde superstitiosissimae Magiae professor euasit, quamquam

    alicubi prae se ferat dissensum ab Agrippa, Trithemio, Apollonio, sagis etc. Sed re ipsa

    nihil aliud doceat, quam pestilentissimam magiam in speciem nouo praetextu illustratam,

    re vera autem iisdem fundamentis et praeceptis obseruati, sicut legere est in nona et decima

    parte scriptorum paracelsicorum.24

    Platone stesso, secondo Libavius, altro non era stato che un mago, un

    onore che tra noi cristiani viene ripagato con il rogo e il patibolo.25 Come

    era stato nelle Disputationes di Erastus, dove si proponeva la condanna a

    morte di tutti i seguaci di Paracelso,26 anche nel caso delle accuse di

    Libavius non si trattava di pura retorica: non autem ludo; seria loquor ex

    historiarum et experientiae fide. Ed aggiungeva che erano da considerare

    ormai maghi tutti coloro che si riconoscevano nella dottrina platonica:

    Nostra aetate qui Platonicus est, magus et supersticiosus est, ut evidenter testantur

    Jamblicus, Proclus, Agrippa, Paracelsus, Marsilius, Pomponatius et alii multi.27

    Alla magia si era aggiunto, secondo il rettore dellAccademia di Coburgo,

    lo scetticismo, che troverebbe il suo primo sostenitore in Socrate, per la sua

    convinzione, contro a ogni evidenza, di non saper nulla e il suo aver messo

    in dubbio ogni conoscenza.

    Che fiducia puoi dare a chi nega la certezza della percezione sensitiva?

    domandava Libavius a un paracelsista, Henning Scheunemann - Aborri i nuovi scettici, ma

    che altro insegna il tuo Socrate nel Fedone di Platone? Condanni Porfirio, ma cosaltro era

    egli stesso se non un platonico? Accusi di follia gli anabattisti, quando Socrate insegna le

    stesse cose, sebbene in altro contesto. Il punto di vista di Socrate viene accettato tanto dai

    Turchi che dagli eretici. O tu pensi forse che essi insegnino la vera conoscenza di Dio,

    quella che iniziamo a possedere in questa vita e che dopo la morte porteremo a perfezione?

    23

    ANDREAS LIBAVIUS, Variarvm controversiarvm, earvmque etiam svbtiliorvm, inter mostri

    temporis Philosophos et Medicos Peripateticos, Ramaeos, Hippocraticos, Paracelsicos, etc. in

    Scholis et alis a Sophistis agitatarum Libri dvo schediastici,, Frankfurt, Romanus Beatus per

    Petrus Kopff, 1600, p. 85-86. Rispetto alle posizioni antiaristoteliche radicali dei paracelsisti

    come Suchten, Severinus, Arndt, Weigel, Syderocrates, Croll o della stessa Fama Fraternitatis

    R.C., Libavius non sbagliava nel minimizzare le differenze fra ramisti ed aristotelici, in questo

    contesto non cos sostanziali. 24

    Ivi, p. 86. 25

    Ivi, p. 290: [...] Daemonem ipsum habuit et Magus fuit, quae laus inter Christianos est cruce

    et flammis digna. Non autem ludo: seria loquor ex historiarum et experientiae fide. 26

    THOMAS ERASTUS, Dispvtationvm de medicina nova Philippi Paracelsi Pars Prima, Basilea,

    Pietro Perna, [1571], p. 215: Dixi liberius et copiosius quid sentirem, vt simul indicarem atque

    probarem, Paracelsum (itemque discipulos eius omnes, quotquot Magica ipsius probant et

    imitantur, aliosque Magos dignos esse vel mortis poena ab impietate ista revocentur et

    absterreantur. 27

    ANDREAS LIBAVIUS, Variarvm controversiarvm (cit. nota 8), p. 460.

  • - 14 -

    Che ne sarebbe dellufficio della Chiesa, delluso visibile dei sacramenti e di tutto il resto,

    che voluto e prescritto da Dio? Nel negare loggettivit della percezione sensibile Socrate

    non nega forse anche la Chiesa visibile e lintera societ umana? A che specie animale

    apparteneva dunque questo filosofo entusiasta e ottuso? Esiste anche un libro, chiamato

    Arbatel, pieno oltre ogni misura della pi empia e scellerata magia. Quel libro insegna le

    stesse opinioni platoniche. E di tali opinioni traboccano tutte le altre opere dei maghi. Nel

    farti difensore di Socrate ti fai protettore e complice anche di tutti questi parti della

    fantasia.28

    Negazione della chiesa e di tutta la societ civile: questa laccusa contro i

    dissidenti destinata a divenire una costante in bocca ai teologi e agli

    scienziati ortodossi per tutto il XVII secolo. Unaccusa che si spinse fino al

    clamoroso autodaf per ogni presunta o vera espressione di platonismo in

    due opere della fine del secolo, Das PlatonischHermetisches Christentum

    di Ehregott Daniel Colberg,29

    e la raccolta di Johann Friedrich Corvinus

    Anabaptisticum und Enthusiasticum Pantheon.30

    Daccordo su accusa e

    28

    Ivi, p. 335: Quid potes illi tribuere, qui sensuum certitudinem negat? Academicos recentes

    execraris. At illud ipsum est Socratis tui in Phedone dogma. Porphyrium quem damnas? At hic

    ipse Platonicus fuit. Anabaptistas dementiae arguis. At idem Socrates hic docet, quamquam in

    obiecto alio. Socratis sententiam nec Turca negat, nes quiuis forte haereticus. Tunc inde colligas,

    veram Dei noticiam in hac vita inchoandam, in altera complendam ab eis tradi? Vbi ministerium

    Ecclesiae et visibilis vsus sacramentorum et reliqua, quae Deus vult et sancit? Socrates cum

    damnat sensus, at non visibilem Ecclesiam, et totam humanam societatem damnat. Quodnam

    animal sit ille ecstaticus et stupidus philosophus? Est quidam liber, Arbatel dictus, extrem

    impius et magicus. Hic eadem Platonica docet. Magorum volumina plena sunt iisdem. Si

    patrocinaris Socrati: Simul omnium istiusmodi portentorum es defensor. Per una valutazione

    critica del famoso chimico antiparacelsista vedi ora C. GILLY, La quinta colonna

    dellermetismo: Andreas Libavius, in Magia, alchimia, scienza dal 400 al 700: linflusso di

    Ermete Trismegisto (cit. nota 15), pp. 399-409; per una valutazione assai diversa di Libavius

    come scienziato cfr. W. HUBICKI,Libavius Andreas, in CH. C. GUILLISPIE, Dictionary of

    Scientific Biographie, 9, New York 1973, pp. 309-312; W.-D. MLLER-JAHNCKE, Andreas

    Libavius im Lichte der Geschichte der Chemie. Zur kritischen Einordnung des Coburger

    Universalgelehrte, in Jahrbuch der Coburger Landesstiftung, XVII, 1972, pp. 205-230; L.

    SCHNURRER, Andreas Libavius (ca. 1558-1616), in Frnkische Lebensbilder, NF, 15,

    Neustadt/Aisch, Degener, 1993, pp. 85-106. 29

    EHREGOTT DANIEL COLBERG, Das Platonisch-Hermetisches Christenthum, Begreiffend die

    Historische Erzehlung vom Ursprung und vielerley Secten der heutigen Fanatischen Theologie,

    unterm Namen der Paracelsisten, Weigelianer, Rosencreutzer, Qucker, Bhmisten,

    Wiedertuffer, Bourignisten, Labadisten, und Quietisten, Frankfurt Leipzig, Johann Khler per

    Moritz Georg Weidmann, 16901691 (circa 1300 pp. in 8; seconda e ultima edizione, Leipzig,

    Joh. Ludwig Gleditsch per M.G. Weidmann, 1710). 30

    [JOHANN FRIEDRICH CORVINUS], Anabaptisticum et Enthusiasticum Pantheon Und Geistliches

    Rst-Hausz Wider die alten Quacker, und neuen Frey-Geister, Welche die Kirche Gottes

    zeithero verunruhiget, und bestrmet, auch treue Lehrer und Prediger Gttlichen Worts,

    verachtet, verleumbdet,gestert und verfolget haben [], [Kthen und Frankfurt] 1701-1702.

    [Dei quattordici trattati, di pi di 1100 pagine in folio con ritratti di David Joris, Fausto Sozzini,

    Weigel, Bhme, Fludd, Descartes, Molinos, Spinoza, Hobbes, Sabbatai Zevi e Balthasar Bekker,

    ci interessa qui in particolare quello stampato con il lunghissimo titolo di Der alten und neuen

    Schwrmer Widerteufferischer Geist. Das ist, Glaubwrdiger und Historischer Bericht, Was

    Jammer, Elend, Angst, Noth und Auffruhr die alten Schwrmer und Widertuffer gestifftet und

    angerichtet haben. Daraus zu schlieen, was man von denen jetziger Zeit, aufs neue

    einschleichenden Schwrmern als David Joristen, Weigelianern, Rosencreutzern, Pansophisten,

    Bhmisten, Chiliasten, Enthusiasten, Quackern, Labadisten, Offenbarungs- und Frey-Geistern,

    Quitisten, Trumern, Scheinheiligen, neuen falschen Propheten und Atheisten zugewarten habe,

    weiln sie, wie erwiesen, einerley Lehre und Grundschtze fhren. Denen beygefget sind: Hoher

  • - 15 -

    condanna, gli ortodossi seguono una tradizione di difesa che riprende gli

    schemi messi in luce da Rotond nella sua analisi delle reazioni di teologi e

    scienziati di fronte alla pubblicazione dellArbatel e, pi in generale, di

    fronte al programma editoriale del Perna nel suo complesso. Con parole

    simili a quelle usate dal calvinista Girolamo Zanchi contro leccessivo

    razionalismo degli antitrinitari,31

    il teologo Colberg proclama centoventi

    anni pi tardi tutte le sue riserve contro quegli scienziati che si arrogano il

    diritto di scrivere in materia teologica:

    Gli stessi grilli fanatici si nascondono nei libri di Helmont, e bisogna

    perci riconoscere che, quando nei libri dei medici, e in particolare dei

    chimici, si incontrano affermazioni che hanno a che fare con la teologia,

    queste non devono essere accolte prima di averle sottoposte al dovuto

    esame, soprattutto poich costoro ripongono troppa fiducia nella propria

    ragione, e vogliono misurare con essa anche i misteri divini, come dimostra

    non solo lesempio di Teofrasto [Paracelso] e dei suoi seguaci, ma anche

    quello di Michele Serveto, Giorgio Biandrata e Girolamo Bolseco, iniziatori

    e difensori della perniciosa ed empia dottrina dei Sociniani. Ma questo sia

    detto senza voler offendere i medici dotti e timorati di Dio.32

    Nello stesso anno in cui a Londra la critica filologica di Isaac Casaubon minava

    alle fondamenta lintero edificio del platonismo rinascimentale, tentando di distruggere una

    volta per tutte la leggenda di Ermete Trismegisto contemporaneo di Mos ed autore del

    Poemander e dellAsclepius,33

    il grande scienziato Libavius non sapeva far altro che

    seguire ancora il vecchio metodo di Erastus e del pi rigido conservatorismo, scegliere

    cio largomentazione teologica come larma pi efficace contro i principi di filosofia e di

    scienza naturale messi in questione dai dissidenti. Nell Exercitatio paracelsica de

    notandis ex scripto Fraternitatis de Rosea Cruce Libavius ammoniva i membri

    dellinvisibile confraternita dei Rosacroce a eliminare dal loro programma tutti i parti

    della fantasia paracelsiana poich non ce n uno tra essi che non vada contro la verit e

    lonore di Dio, non ce n uno che non sovverta la scienza riconosciuta e utile al bene

    comune:

    Omnino totam Paracelsiam ad examen reuocabunt, et omnia ista portenta

    eradicare conabuntur, quando nihil eorum est, quin veritatem Dei et gloriam

    laedat, et vtiles, preaclarasque scientias euertat.34

    Pu avere un effetto straniante sentir pronunciare queste parole da un uomo

    che deve la sua notoriet, soprattutto nellambito della storia della chimica,

    Potentaten, Scharffe und ernsthaffte Befehle, wider solche Ketzer und Schwrmer, Desgleichen

    einige ber sie, ihreLehre und offenbahre Betrgereyen, Von Hoch-lblichen Universitten, als

    Marburg, Strassburg, Jena, Helmstdt und Rintelen. Gestellte Bedencken und eingeholte Urtheile

    [] Gedruckt im Jahr 1701. 31

    GIROLAMO ZANCHI, Adversus blasphemias Petri Gonedzii libellum responsio, in IDEM,

    Opervm Theologicorvm tomus octavus, Genve, Stephanis Gamonetus, 1613, 1617-1619, vol. 8,

    p. 549: Observent autem lectores causam, cur et isti Tritheistae et Ariani omnes ac Servetiani,

    doctrinam hanc, quam hactenus Ecclesia credidit et praedicavit de Deo Patre, Deo Filio, Deo

    Spiritu Sancto uno eodemque Deo seu Jehova, oppugnent: Ea est, quia percipere intellectus sui

    ratione hanc non possunt doctrinam. 32

    E. D. COLBERG, Das Platonisch-Hermetisches Christenthum (cit. nota 28), pp. 204-205. 33

    FRANCES A. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Bari, Laterza, 1969, p. 429. 34

    A. LIBAVIUS, Exercitatio paracelsica nova de notandis ex scripto Fraternitatis de Rosea

    Crvce, in IDEM, Examen philosophiae novae, quae veteri abrogandae opponitvr (cit. nota 20), p.

    298.

  • - 16 -

    non ai suoi esperimenti, ma unicamente al diligente lavoro di compilazione

    degli scritti di altri autori, in particolare di quelli che egli mirava ad

    annientare con la durezza e lodio che i testi sopra citati dimostrano,

    attaccandone limpostazione generale teorica e metodologica. Tale

    atteggiamento tuttavia stupisce meno chi conosca la ristrettezza di vedute e

    la stridente arroganza con cui egli andava proclamando ai quattro venti il

    suo credo religioso e scientifico:

    Ordo Dei est Philosophia quae docetur in Gymnasiis, Scholis et Academiis, vt et

    Theologia syncera declarata Augustana Confessione: Dei donum est medicina dogmatica

    et aliae artes scientiaeque.35

    Rotond ci ha fornito la chiave per la piena comprensione di una

    professione di fede di questo tenore. Storico delleresia e del ruolo che essa

    occupa nella formazione di una nuova mentalit nellEuropa moderna,

    Rotond ha ampliato le ricerche sulla dissidenza religiosa del suo maestro

    Cantimori, abbracciando ambiti che a prima vista non sembrerebbero

    appartenere alla storia delleresia. Si tratta in questo caso della complessa

    problematica legata alla magia, elemento fondamentale e inalienabile non

    solo della disputa intorno a Paracelso, ma anche del dibattito sulla scienza

    della natura tra rinascimento e et moderna. La cosa pi sorprendente che

    questampliamento di campo corrisponde al tempo stesso ad un ritorno

    verso pi antiche forme di storiografia ereticale, come, in particolare, quella

    della Unpartheyische Kirchen- und Ketzer-Historie di Gottfried Arnold, che

    si occupava non solo di Paracelso, paracelsisti, teosofi e Rosacroce, ma

    ristampava anche parzialmente lArbatel.36 Rotond non ha voluto seguire

    lo sviluppo di questo dibattito nel XVII secolo. Ben conscio delle

    conseguenze storiografiche che un ampliamento della storia ereticale oltre

    gli ambiti classici dellantitrinitarismo e dellanabattismo comporta, egli ha

    scelto di concentrarsi sullanalisi della critica alla tradizione religiosa e

    culturale che porta Perna e la sua cerchia di amici e collaboratori a scegliere

    di divulgare scritti paracelsisti e magici.

    Questo tipo di critica pu certamente essere rinvenuta gi negli

    scritti dei primi adepti rinascimentali dellermetismo, della cabbala e della

    magia, basti fare il nome di Ficino, Pico, Lazzarelli, Tritemio, Lefbre

    dEtaples, Reuchlin, Francesco Giorgio Veneto, Agrippa e Serveto. Va per

    sottolineato che nessuno di questi autori, ad eccezione di Serveto e, pi

    tardi, di Giordano Bruno ruppe apertamente con le chiese, n intraprese

    una lotta diretta contro la tradizione teologica. Tutti preferivano

    minimizzare la pericolosit delle proprie posizioni, dichiarandosi comunque

    pronti a sottomettersi ai dettami della chiesa. Per il Perna, invece, la

    letteratura da lui divulgata (grazie soprattutto al nuovo vigore assunto dal

    pensiero di Paracelso) non si accontenta pi di riservare a ermetismo e

    magia il ruolo di sentiero insolito (e per questo tollerato) nel cammino

    verso la conoscenza della realt, un sentiero valido solo per un uso privato e

    35

    Ivi, p. 298. 36

    GOTTFRIED ARNOLD, Unpartheyische Kirchen- und Ketzer-Historien Vom Anfang des Neuen

    Testamets bisz auf das Jahr 1588, vols. IIII, Schaffhausen 174017424, vol. I, pp. 1521-1530.

  • - 17 -

    relegato al di fuori delle universit. Questa volta attraverso la concezione

    magico-ermetica del mondo viene, al contrario, proclamata una nuova

    scienza in aperta opposizione a quella ufficiale e, con la nuova scienza, una

    nuova religiosit in accordo con essa. In questo consisteva leresia contro

    cui si scagliarono teologi e scienziati ortodossi.

    Che paracelsismo e magia contenessero un aspetto in aperto conflitto con le

    posizioni della chiesa ufficiale certamente un fatto che non mai stato

    trascurato n dagli studiosi di Paracelso Sudhoff, Peuckert, Pagel,

    Goldammer n dagli specialisti di ermetismo e magia Thorndike, Garin,

    Walker, Yates. A Rotond va per riconosciuto il merito di avere messo

    questo motivo in primo piano, e di aver chiaramente dimostrato nel caso di

    Perna e dei suoi amici basileesi quanto strettamente si intrecciassero fra

    loro lo svuotamento e la sovversione della concezione tradizionale del

    mondo portati dalla rivalutazione della magia e dalla diffusione della gnosi

    paracelsiana da un lato, e la relativizzazione del valore dei dogmi dallaltro.

    La battaglia per la restaurazione della scienza e quella per una radicale

    riforma religiosa erano intimamente collegate tra loro: esisteva una

    cosciente e mirata convergenza di sforzi nella lotta per la libert di ricerca e

    per la tolleranza religiosa.

    Naturalmente da entrambe le parti i fronti non erano monolitici,

    tanto che non assolutamente possibile innalzare a norma comune

    posizioni religiose e culturali antitetiche come quelle di un Perna o di un

    Erastus (qui ortodossia, aristotelismo, galenismo; l paracelsismo,

    ermetismo e eresia). Mentre nella Restitutio Christianismi di Serveto viene

    fatto largo uso degli scritti ermetici,37

    autori come Fausto Sozzini non

    nascondevano affatto il proprio rifiuto nei confronti di Ermete Trismegisto,

    da cui, riteneva Sozzini, derivava lintera ipotesi trinitaria.38

    Per altro verso

    vedremo come uno dei primi paracelsisti, Adam von Bodenstein, prendesse

    le parti di Theodore de Bze nel presentare al consiglio cittadino basileese

    le accuse del teologo ginevrino vlte a far condannare Castellione come

    eretico,39

    mentre lalchimista calvinista Guglielmo Grataroli giocava un

    ruolo simile nella denuncia della dissidenza religiosa a Basilea. Fu daltra

    parte un intransigente calvinista, il famoso giurista Franois Hotman, non

    37

    ROLAND H. BAINTON, Hunted Heretic. The Life and Death of Michael Servetus, Boston,

    Bacon, 19642, pp. 131; 255; IDEM, Michel Servet, hrtique et martyr 1553-1953, Genve, Droz,

    1953, pp. 78, 87; CLAUDIO MANZONI, Umanesimo ed Eresia: M. Serveto, Napoli, Guida, 1974,

    pp. 83-114. 38

    FAUSTO SOZZINI, Explicatio primae partis primi capitis Johannis, cfr. IDEM, Opera Omnia in

    Duos Tomos distincta. Quorum prior continet ejus Opera Exegetica et didactica, posterior

    Opera Polemica comprehendit, in Bibliotheca Fratrum Polonorum, Irenopoli (Amsterdam),

    Irenicus Philalethius [Franciscus Kuyper], post 1656 [ca. 1668], vol. I. p. 83.Etenim valde illi

    consentanei sunt ipsius Platonis, et eius sectatorum scripta, qualia sunt Jamblici et caeterorum;

    qui tamen omnes a Mercurio illo Trismegisto haec hausisse videntur. Quod ita se habere

    aliquorum scripta testantur, qui istorum auctoritate trinitatis opinionem confirmare non sunt

    veriti. 39

    FERDINAND BUISSON, Sbastien Castellion, sa vie et son ceuvre, Paris 1892, vol. II, pp. 483-

    493; vedi ora anche HANS R. GUGGISBERG, Sebastian Castellio. Humanist und Verteidiger der

    religisen Toleranz, Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1997, pp. 219-221.

  • - 18 -

    solo a pubblicare presso Perna, anagrammando il proprio nome in Thomas

    Arfoncinus, una difesa dellalchimia,40

    ma a fare in prima persona

    esperimenti alchemici, fino alla morte, avvenuta proprio a Basilea. Del

    resto lo stesso Theodore de Bze nel 1575 non aveva avuto nulla in

    contrario a inserire un proprio componimento in versi nello Sclopetarius del

    paracelsista francese Quercetanus,41

    ci che gli cost versi satirici da

    Basilea, e la compiaciuta derisione di Erastus, suo nemico personale, che

    rimprover a Bze dessere protettore dellinsania alchemica, e con gran

    piacere si perit di ripetere ovunque questo distico:

    Non satis est una foedari peste Genevam / Nunc etiam nutrix dicitur Alchimiae.42

    Nel 1590 tuttavia troviamo Bze impetrare di fronte al consiglio ginevrino

    misure per la proibizione dellalchimia, que tout cest art nest que piperie,

    que luy mesmes y a est tromp, que Monsieur Hotomans sy est

    consum.43 Proviene peraltro dallo stesso Bze la pi dura protesta - e

    certamente la pi pericolosa per Perna - contro la pubblicazione sul suolo

    evangelico dellArbatel, con i suoi segni satanici.44

    40

    THOM. ARFONCINI I. V. Doctoris de iure alchimiae responsum, in JOHANNES CHRYSIPPUS

    FANIANUS, De arte metallicae metamorphoseos liber singularis [] Item de Iure Artis

    Alchemiae veterum auctorum et praesertim Iurisconsultorum Iudicia et responsa ad

    quaestionem, An Alchemia sit ars legitima, Basilea, P. Perna, 1576, pp. 103-118. Il Responsum

    venne ristampato in quasi ogni raccolta di scritti alchemici. Lautografo originale di Hotman si

    conserva presso la Biblioteca Universitaria di Basilea, ms. C VIa 47, pp. 829-837. Che Hotman

    ne sia stato lautore e non solo un copista provato da due lettere di Hotman stesso a Basilius

    Amerbach dellottobre e del novembre 1575, Basilea, Universittsbibliothek, ms. G II 19, ff. 169

    e 176. Un altro testo manoscritto, questa volta con il nome di Hotman, An Alchemia in bene

    morata civitate toleranda sit (Bologna BU, ms. Lat. 270 (Lat. 457, XXI-3), stato pubblicato da

    Franois Secret, Un document oubli sur Franois Hotman et l'alchimie, in Bibliothque

    d'Humanisme et Renaissance, XLII, 1980, pp. 435-446. Secret stato il primo a vedere che il

    falso nome di Thomas Arfoncinus non altro che lanagramma di Francis. Hotomanus. Vedi ora

    anche DIDIER KAHN, Paracelsisme et alchimie en France la fin de la Renaissance (1567-

    1625), (Thse, Paris IV 1998), p. 225, 227 sg. 41

    JOSEPH DUCHESNE (QUERCETANUS), Sclopetarivs, sive de curandis vvlneribus, quae

    Sclopetorum et similium tormentorum ictibus acciderunt, liber. Eivsdem antidotarivm

    spagiricvm aduersus eosdem ictus, Lyon, Jean Lertout, 1576. 42

    Lettera di Erasto a J. J. Grynaeus del 15. 8. 1576, Basilea, Universittsbibliothek, ms. G II 4, f.

    198: Valde uelim scire cur Geneuates Fenotum in custodia tenuerint, id est, quibus rationibus

    factum suum uelarint. Non dubito enim eos fauere uelis et remis Chemicis, cum patronum

    habeant insaniae suae Bezam. Quam saepe occurrit animo dystichon: non satis [...] dicitur

    Alchimiae. Autore del distico era Bonaventura Vulcanius; sulla polemica di Fenotus e

    Duchesne vedi ora DIDIER KAHN, Paracelsisme et alchimie en France (cit. nota 25), pp. 230-

    237. 43

    LEON GAUTIER, La mdicine Genve jusqu la fin du XVIIIe sicle, in Mmoires et

    documents publis par la Socit dhistoire et darchologie de Geneve, s. 2, vol. 10, Genve

    1906, pp. 200-201. 44

    A. ROTOND, Pietro Perna e la vita culturale e religiosa di Basilea (cit. nota 14), p. 383. Vedi

    ora la lettera corrispondente in Correspondance de Thodore de Bze, vol. XVI, Genve, Droz,

    1993, p. 266, con la fuorviante osservazione: Remarquons que ni Bze, ni Grynaeus, ni leurs

    contemporains ne savaient que lArbatel tait dAgrippa de Nettesheim (sic), bien que ce texte

    ait dj t publi en 1531 (resic), Lyon, par les frres Godeffroy et Marcellin Beringer, dans

    les oeuvres en 2 vols. in-8, dAgrippa.

  • - 19 -

    Sicuramente esisteva un buon numero di paracelsisti che restavano allo

    stesso tempo convinti luterani, calvinisti o cattolici; tra gli amanti della

    prisca theologia si trovavano del resto seguaci di tutte le confessioni,

    riuniti certo da una chiara inclinazione verso lirenismo, come ha gi

    dimostrato Walker nel suo studio The Prisca Theologia in France.45 Quegli

    ermetici e quei paracelsisti che si spinsero a riconsiderare i fondamenti

    stessi della loro filosofia, si trovarono tuttavia ad imboccare strade che li

    portarono a confrontarsi apertamente con le chiese ufficiali, e, anzi, a

    provocare un confronto con esse.46

    (?????) Su Giordano Bruno, colui che defin Cristo un mago e defin

    religione la magia divina degli Egizi, la buona religione, che fu relegata

    nelle tenebre quando il Cristianesimo la distrusse, la proib con le sue leggi

    e sostitu con il culto di cose morte, riti assurdi, cattiva condotta morale e

    guerre continue.47

    Quanto a Valentin Weigel, vogliamo qui ricordarne solo

    il breve testo che porta il titolo di Ein kurtze ausfhrliche Erweisung, das zu

    diesen Zeiten, in ganz Europa bey nahe kein einiger Stul sey in allen

    Kirchen und Schulen, darauf nicht ein Pseudopropheta, ein Pseudo

    Christus, ein Verfhrer des Volkes, ein falscher Ausleger der Schrifft stehe,

    und der nicht in die Zahl der Blinden Leyter gehre, das ist, der nicht deren

    einer sey, von welchen uns Christus gewarnt hat, und der da nicht an ihm

    habe die Notas, Characteres, signa et fructus falsorum Prophetarum:

    (Breve e completa dimostrazione del fatto che oggigiorno in tutta Europa

    quasi non c seggio nelle chiese o nelle scuole, su cui non sieda uno

    pseudoprofeta, uno pseudo-Cristo, un seduttore dei popoli, un falso

    interprete delle scritture, che non appartenga al numero dei ciechi, cio che

    non sia uno di quelli dai quali Cristo ci ha detto di guardarci, e che non

    rechi su di s notas, characteres, signa et fructus falsorum prophetarum).

    Qui si pu leggere una delle critiche pi feroci contro entrambi i mondi,

    l'accademico e lecclesiastico:

    Di religiosi e di dotti [...] esistono tante variet, tanti diversi gruppi, fazioni e

    sette, divise e frazionate, come quella papista, quella luterana, quella zwingliana, quella

    calvinista, quella flaciana, quella anabattista, etc. e tante simili, una dopo laltra, nessuna

    esclusa; e ogni gruppo ha un suo proprio tempio, una sua chiesa, una sua scuola, in cui

    ciascuno predica, insegna, profetizza, interpreta, glossa e commenta Cristo e la sua parola;

    e ciascun gruppo dice ai suoi uditori, cio a coloro che non appartengono allo stato

    ecclesiastico e sono quindi loro sudditi: Seguiteci, la ragione dalla nostra parte, noi

    siamo stati mandati Dio, da Cristo, noi solo possediamo lo Spirito Santo, siamo qui per

    rappresentare Dio in terra, dovete apprendere il vostro credo da noi. Gli altri giacciono

    nellerrore, solo noi siamo nel giusto, perch (dico io) il loro numero talmente alto, e

    45

    D. P. WALKER, The Prisca Theologia in France, in Journal of the Warburg and Courtauld

    Institutes, XVII, 1954, pp. 204-259:258. 46

    Vedi ora C. GILLY, Theophrastia sancta. Der Paracelsismus als Religion im Streit mit den

    offiziellen Kirchen, in J. TELLE ed., Analecta Paracelsica. Studien zum Nachleben Theophrast

    von Hohenheims im deutschen Kulturgebiet der frhen Neuzeit (Heidelberger Studien zur

    Naturkunde der frhen Neuzeit, 4), Stuttgart, Steiner, 1994, pp. 425488; IDEM, Theophrastia

    Sancta Paracelsianism as a Religion in Conflict with the Established Churches, in O.P.

    GRELL ed., Paracelsus. The Man and His Reputation, His Ideas and Their Transformation

    [Studies in the History of Christian Thought 85], Leiden, Brill, 1998, pp. 151185. 47

    F. A. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica (cit. nota 18), pp. 238 e 384.

  • - 20 -

    ognuno di loro ci giura, e mille volte ci giura, di avere ragione, e che tutti gli altri

    sbagliano. Ma Cristo mi ha messo in mano le prove, cio di conoscerli dai loro frutti

    (cognitionem ex fructibus), per non rimettermi nella mani di nessuno, e questa prova

    voglio conservarla e farne uso, perch vivo, e loro non possono dunque ingannarmi, ed

    essa ha reso i miei occhi cos acuti, che nessuno davanti a me pu nascondersi, e Dio mi

    assiste nel provare, se qualcuno appartiene alla schiera degli pseudoprofeti o no.

    Nel cristianesimo attuale del Nuovo Testamento ci soni i papisti, i luterani, i

    calvinisti e tutte le sette sono divise e in polemica tra loro, ciascuno vuole avere Cristo solo

    per s. Ma se Cristo venisse, come accadde a suo tempo, nessuno di loro lo prenderebbe

    dalla sua parte, e cos tutti sarebbero contro di lui, e si affretterebbero a mandarlo allo

    forca, per quale motivo, resta ancora ignoto. Sarebbero, insomma, tutti daccordo su ogni

    punto, e da entrambe le parti non sono che chiassosi e indemoniati nemici di Dio,

    bestemmiatori della Verit, il genere pi orribile e maledetto che sia mai esistito sulla terra.

    Io credo davvero che se ora come ora dovesse venire tra noi qualcuno mandato da Dio, e

    dovesse parlare e predicare degli articoli di fede con la forza dello Spirito Santo, n i

    papisti, n i luterani, n i calvinisti, lo accoglierebbero tra loro, e cos nessuno delle altre

    sette; tutti prenderebbero ad urlare contro di lui, non riuscirebbero a mettersi daccordo su

    nessun punto, bench minimo, ma direbbero tutti che un visionario, un eretico, un

    fanatico, un falso profeta, uno posseduto dal diavolo, un corruttore del mondo, nessuna

    universit in tuttEuropa lo prenderebbe, perch tutti sono convinti di avere gi in mano la

    verit e di essere i pi vicini a Dio.48

    48

    VALENTIN WEIGEL, Zwey schne Bchlein, Das Erste, Von dem Leben Christi ... Das Ander,

    Eine kurzliche aufhrliche Erweisung, Das zu diesen Zeiten [] vbersehen vnd in Druck

    verfertiget, durch HULDREICH MEIRSBACH VON REGNBRUN [JOHANNES SIEBMACHER VON

    NRNBERG], Neustadt (Frankfurt?), s.t. (Lucas Jennis?), 1618, pp. 104-139: 118 e 123-124.

    Attribuito comunemente al collaboratore di Weigel, Benedikt Biedermann; per la tradizione del

    testo cfr. VALENTIN WEIGEL, Smtliche Schriften, ed. HORST PFEFFERL, vol. 7, Stuttgart-Bad-

    Cannstatt, Frommann-Holzboog, 2002, pp. xxvi-xxx. Sull'accanita opposizione da parte di molti

    paracelsisti contro chiese e universit rimando ai miei saggi Das Sprichwort Die Gelehrten die

    Verkehrten oder der Verrat der Intellektuellen im Zeitalter der Glaubensspaltung, in A.

    ROTOND ed., Forme e destinazione del messagio religioso. Aspetti della propaganda religiosa

    nel cinquecento, Firenze 1991, 229375; e 'Theophrastia sancta' (cit., nota OOO). Le ricerche

    ora tanto in voga sul confessionalismo e sul disciplinamento sociale nella seconda met del

    Cinquecento tralasciano di solito i gruppi e gli individui irriducibili che, dappertutto in Europa,

    sfuggivano al controllo confessionale, vedi PETER A. DYKEMA (ed.), Anticlericalism in late

    medieval ans early modern Europe (Studies in medieval and Reformation thought, 51), Leiden,

    Brill, 1993; CATHERINE DEJEUMONT, Schwrmer, Geist, Tufer, Ketzer: de lalli au criminel

    (1522-1550), in Bulletin de la Socit de lHistoire du Protestantisme Franais, 148, 2002, pp.

    21-46; THOMAS KAUFMANN, Nahe Fremde Aspekte der Wahrnehmung der Schwrmer im

    frhneuzeitlichen Luthertum, in K. VON GREYERZ et alii (edd.), Interkonfessionalitt

    Transkonfessionalitt binnenkonfessionelle Pluralitt. Neue Forschungen zur

    Konfessionalisierunsthese (Schriften des Vereins fr Reformationsgeschichte, 201),

    Gtersloh, Gtersloher Verlag, 2003, pp. 179-241.

  • - 21 -

    II Il Paracelsismo e il programma editoriale di Pietro

    Perna

    Meritano qui un analisi pi approfondita le opere di altri due paracelsisti,

    Israel Harvet e Alexander von Suchten, poich entrambi vissero per un

    certo tempo a Basilea. Il primo anche da annoverare tra i maggiori

    estimatori di Zwinger oltre ad esserne uno degli allievi pi significativi.49 Il

    secondo appartiene al gruppo di autori pubblicati da Perna.

    Negli scolia al Tractatus Aureus de lapydis physici secreti

    pubblicati anonimi, Harvet paragonava il vero oro alla vera chiesa. Come il

    vero oro dei filosofi o pietra filosofale non materiale, ma spirituale, cos

    afferma Harvet accade per la vera religione universale: la chiesa non

    costituita da gruppi visibili di persone, bens dallinvisibile consenso di tutti

    coloro che credono in Cristo e vivono secondo il suo esempio. Chi non

    faccia cos e si riconosca in una chiesa speciale, gi di per s uno

    scismatico, un eretico, un seguace di sette. Non bisogna riconoscersi in una

    specifica chiesa esteriore, come molti oggi fanno continua Harvet

    ritenendo ingenuamente di non essere pi, in tal modo, soggetti allerrore e

    di appartenere agli eletti, solo per il fatto di appartenere a questa o quella

    setta. Ognuno di essi ritiene che solo la chiesa cui egli stesso appartiene sia

    la chiesa vera ed infallibile. Di qui derivano tutte le lotte religiose, in cui si

    disputa solo della supremazia della propria opinione. Di qui deriva anche la

    condanna di eresia che essi estendono a tutto il resto del mondo, di qui

    derivano tutte le persecuzioni. C solo una cosa afferma ancora Harvet

    che tutti costoro dimenticano: di vivere ed operare secondo gli

    insegnamenti della Bibbia e la parola di Dio. Alla domanda su dove si

    trovino i veri cristiani, coloro che sono rimasti immuni dal veleno delle

    sette, Harvet risponde che essi non sono da cercare n in Samaria, n a

    Gerusalemme, n a Roma, n a Ginevra, n a Lipsia, n a Cracovia, n a

    Praga o n a Olmtz. Essi sono disseminati per tutto il mondo: si possono

    49

    [ISRAEL HARVET], Hermetis Trismegisti Tractatus vere Aureus, de Lapidis Philosophici

    secreto, in capitula septem divisus: nunc vero a quodam Anonymo, scholiis tam exquisite et

    acute illustratus [], Leipzig, Valentinus am Ende, per Thomas Schurer, 1610 (cito per la

    ristampa in: Theatrum Chemicum (cit. nota 21), vol. IV, pp. 587-717. La dedica del libro a Jacob

    Alstein dimostra che lanonimo autore degli scholia il paracelsista di Orlans Israel Harvet: vi

    compare infatti come luogo Orlans, e la data 1608; con un gioco di parole lanonimo indica

    anche il suo nome, Israel, e descrive il cognome evocando una sostanza lenta a sciogliersi (Hart-

    Harz?); si fa allusione al suo soggiorno basileese idem mihi aliquando contigit in Helvetia,

    Augustae Rauracorum ... (p. 638); a Zwinger lo descrive come magnum illud Germaniae

    lumen (p. 650); in altre opere di HARVET si allude di nuovo a Zwinger, come nella

    Demonstratio veritatis doctrinae Chymicae. Aduersus Ioan. Riolani comparationem veteris

    Medicinae cum noua, Hippocraticae cum Hermetica, Dogmaticae cum Spagyrica, Hanau, typis

    Wechelianis per Claude de Marne e eredi di Jean Aubry, 1605, p. 15: Nosti fortasse quantus

    vir fuerit Zuingerus. Ipse multo aliter quam tu de Vulcanio sentit, e nella ISRAELIS HARVETI

    Medici Avrelianensis Defensio Chymiae aduersus Apologiam, et Censuram Scholae Medicorum

    Parisiensium, et in easdem GVLIELMI BAVCINETI Medici item Aurelianensis Notationes, Paris,

    Guillaume Auvray, [1695], p. 73: Hoc loco subit animum recordatio Theodori Zuingeri,

    praeceptoris mei meritissimi, cuius et quanti viri!. Il nome di Harvet non registrato tra le

    matricole dellUniversit di Basilea. Baucinet, al contrario, apparteneva con Moffett alla cerchia

    pi intima degli studenti di Zwinger; su Harvet vedi anche WALTER PAGEL, The Smiling Spleen.

    Paracelsianism in Storm and Stress, Basel-New York, Karger, 1984, pp. 21, 114, 189; DIDIER

    KAHN, Paracelsisme et alchimie en France (cit. nota 25), pp. 298-300, 919-922.

  • - 22 -

    trovare in Turchia, in Persia, in Italia come in Francia, in Germania, in

    Polonia, in Boemia, in Moravia o in Inghilterra, e perfino in America, tra

    gli indiani pi selvaggi.50 Di fronte a queste posizioni di Harvet,

    sbiadiscono perfino le parole del rosacrociano Robert Fludd, riportate da

    F. A. Yates, il quale dichiarava irreali le suddivisioni dei cristiani in

    cattolici, luterani e calvinisti, visto che tutti mirano allo stesso scopo.51

    Di Alexander von Suchten, il primo grande paracelsista, colui che

    viene ricordato nella storia della chimica per essere stato il primo a

    dimostrare in base a unanalisi quantitativa limpossibilit di una

    trasmutazione dei metalli in oro,52 Perna aveva stampato nel 1575 il De

    secretis Antimonii. Nello stesso anno egli sceglieva di stampare lElegia ad

    Carolum Salisburgensem in apertura al secondo volume delledizione latina

    delle opere di Paracelso,53 tralasciando tuttavia di segnalare il nome

    dellautore insieme a questa glossa, di sapore evidentemente troppo

    trinitario per lantitrinitario Perna: La scienza medica, in cui si distinsero Podalirio, Macaone, Apollo e Ippocrate, non si deve

    studiare sui libri di Galeno, Avicenna, Mesue e autori simili, ma si deve apprendere dalla

    magia. Chi conoscer fino in fondo e in modo corretto la magia sar in grado di guarire

    ogni sorta di malattia. La magia ha infatti tre libri, la teologia, la medicina e lastronomia,

    da cui il mago riconosce e adora la trinit, aiutando gli altri esseri umani con il potere che

    ha ricevuto da Dio. Tutti gli altri, siano essi teologi, astronomi, o medici, che non sono in

    grado di provare con le opere ci che la loro lingua apertamente vanta come loro campo

    specifico, sono caco-maghi e pseudoprofeti. Li riconoscerete dai loro frutti.54

    Sulle orme di Paracelso e quarantanni prima che Francis Bacon

    postulasse la necessit dellesperimento come unica possibile base per un

    sapere obiettivo Et quod in religione verissime requiritur, ut fidem quis

    ex operibus monstret, idem in naturali philosophia competere, ut scientia

    similiter ex operibus monstretur55 Suchten aveva fatto suo lo stesso

    50

    [ISRAEL HARVET], Hermetis Trismegisti Tractatus vere Aureus (cit. nota 1), pp. 699 sg. 51

    F. A. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica (cit., cap. I, nota 18), p. 444. 52

    WLODZIMIERZ HUBICKI, Alexander von Suchten, in Sudhoffs Archiv fr die Geschichte der

    Medizin und der Naturwissenschaften, XLIV, 1960, pp. 60 sg.. A proposito di Suchten v.

    anche: KARL SUDHOFF, Ein Beitrag zur Bibliographie der Paracelsisten im 16. Jahrhundert, in

    Centralblatt fr Bibliothekswesen, X, 1893, pp. 391-400; W. HABERLING, Alexander von

    Suchten, ein Danziger Arzt und Dichter, in Zeitschrift des Westpreuischen

    Geschichtsvereins, LXIX, 1929, pp. 177-228; KARL SCHOTTENLOHER, Pfalzgraf Ottheinrich

    und Alexander von Suchten, in Zeitschrift fr die Geschichte des Oberrheins, n.s. XLI, 1927,

    pp. 602-604; JULIUS RUSKA, Tabula Smaragdina, Ein Beitrag zur Geschichte der Hermetischen

    Literatur, Heidelberger Akten der Von-Portheim-Stiftung, 16, Heidelberg 1926, p. 211 sg.;

    Corpus Paracelsisticum, Bd. I. Der Frhparacelsismus. Erster Teil, herausgegeben und erlutert

    von WILHELM KHLMANN und JOACHIM TELLE, Tbingen, Niemeyer, 2001, pp. 545-584. Per la

    tradizione manoscritta delle opere del Suchten vedi anche, C. GILLY, Un bel trattato ermetico del

    paracelsismo, in Magia, alchimia, scienza dal 400 al 700 (cit. nota 15), vol. I, 185-198. 53

    THEOPHRASTI PARACELSI Operum latine redditorum Tomus II, Basileae, P. Perna, 1575, f.

    (?)5r; IDEM, Medici Libelli, Kln, Arnold Birckmann, 1567, f. ***3v-4v, dove, oltre allelegia, si

    pu leggere anche largomento. Cito da ALEXANDER VON SUCHTEN, Chymische Schrifften Alle,

    Frankfurt Joachim Grlin per Georg Wolff, 1680, pp. 458: Carminis sequentis argumenum:

    Medicandi Scientia, qua Podalirius []: habet autem Magia l