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Francesco Sibilio

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indice- laurea in viaggiare- un po' del passato:i. la tortaii. il bullismoiii. la sfidaiv. nonnandv. la repubblica popolare cinesevi. taralli e frisellevii. la repubblica popolare cinese (capitolo secondo)-la mappa del viaggio- le americhe:i. emozioni e argentinaii. il pollo sudiii. colleghi di viaggioiv. il brasile sconosciutov. pepe e palomovi. la pubblicit della bountyvii. pizze nightsviii.riflessioni da Caymanix. evitando i mojitix. diario della Groenlandia- un mio pensieroLAUREA IN VIAGGIAREQuesto il coronamento di un progetto che IO, Francesco Sibilio, chiamo laureain viaggiare.Questo libro rappresenta per me la tesi di questa laurea.Ho lasciato casa poco prima di compiere i diciotto anni e dopo diversi anni diesperienze, avventure, viaggetti, lavoretti vari all'estero ho messo in pratica lamia "qualifica" fatta su misura.E stato un "viaggio" importante dove costanza, studio e sacrificio sono statielementi essenziali per proseguire il cammino proprio come fosse un percorso distudio universitario.Ventidue mesi o pi precisamente 671 giorni, 32 paesi toccati, in 24 dei qualiho trascorso da un minimo di due, tre giorni a un massimo di otto settimane,non considerando lo stopover per il lavoro sulle isole Cayman.Questa in numeri la mia laurea in viaggiare, pianificata in tre anni dipreparazione e studio della vita, on the road*.Il primo maggio del 2005 la data della partenza ufficiale, vera e propria, delsaluto a casa, all'Italia e alla bella compagnia.Il mondo mi aspettava, mi chiamava ed io accorsi...di fretta.In questo libro ho voluto raccogliere i ricordi importanti di quei tre anni e diquesto mio viaggio, con lobiettivo di condividerli con chiunque lo vorr.La mia visita in Groenlandia ha segnato il mio cinquantesimo paese visitato,nonostante preferisco non contarli smaniosamente.Ma giacch ci troviamo a parlare di numeri, orgoglioso affermo che 63,10 ilgrado di latitudine sud toccato con il viaggio in crociera in Antartica, vicinoDeception Island, mentre 70,45 stato quello nord dove ho visitato laGroenlandia, precisamente Nerlerit Inaat o se volete Constable Point, nelloScoresby Sund, nel mezzo una 40 mila chilometri all'incirca via terra e una 20mila all'incirca via mare e area, ma sono numeri contati a mente.Di 29.4 metri invece, la profondit in mare toccata in un'immersione conbombole nel mare caraibico honduregno, e di 82 metri su terra nella valle dellamorte in California dove toccai anche la temperatura di 52 centigradi, mentre aPotosi in Bolivia a 4090 metri di altitudine stato il punto pi alto.Oltre cento letti cambiati nell'arco del viaggio, per la maggior parte ostelli, conun congruo numero di amici, conoscenti o couchsurfers*, non considerando buse treni una trentina di notti circa, una ventina in tenda ed una decina traaeroporti, macchine ed amache varie ed infine una in camper!E stato un viaggio completo! Cos lho sognato e voluto e mi piace!Io che amo predicare che vorrei provare tutto nella vita fuorch due cose: ledroghe e gli uomini!Un viaggio complesso e completo: un abuso, una violenza alla mia spalla, al miocollo, alla mia colonna vertebrale e al mio corpo in generale, ma strategicamenteavvenuti ad un'et dove fortunatamente forza fisica e mentale non sono mancatia darmi sostegno.Avevo infatti 24 anni e 2 mesi quando sono partito per questo progetto, ero pivicino ai 20 che ai 30, considerato piccolo sulla carta d'identit.Oggi ho 26 anni e un po, sono pi vicino ai 30 che ai 20, ed ho raggiuntol'obiettivo finale, sono piccolo ancora o almeno non guardo pi la cartad'identit.Sono io quello che marinava la scuola quando mamma ci lavorava nella stessa,io che chiamavo con la voce rauca all'ufficio postale, dove lavoravo, perinformare che non potevo essere a lavoro per problemi di salute e poi partivo inbus a vedere trasferte, io che di stare seduto nel mio banco ad ascoltare ilprofessore di turno non ne volevo proprio sapere.Questo viaggio mi ha permesso di conoscere meglio me stesso, ritengo chequesti due anni siano stati per me di meditazione e progresso, calma fisica (oquasi) e mentale, un percorso vissuto attraverso situazioni, avvenimenti, vite dialtri mischiarsi con la mia.Con me solo uno zaino, che il mio mondo, il mio armadio, i miei possedimenti,tutto quello che ho da trasportare.Il mio ambizioso progetto si trasformato in un epica scelta dove i numeri, lagente ed i posti si sono alternati rendendo il viaggio, se cos lo vogliamochiamare, memorabile e superlativo.Io non vivo una vita normale e che si sappia e l'ho deciso io!Sono pi che sicuro che sia facile volare col pensiero, sognare, desiderare, mavivere quel volo, quel pensiero, quel sogno, quel desiderio un'altra cosa,garantito!Io non vivo una vita normale, non sono in vacanza da una vita e non lo sonomai stato!Ho voluto semplicemente costruire la mia immagine sulle mie esperienze e mieconoscenze e lo faccio a modo mio, cos come mi passa per la testa, sfidandomie affrontandomi, senza educatori o professori, se non rispettando rigidamente, oquasi, l'esempio educativo dei miei genitori, unici educatori e professori dellamia crescita come persona.Ho scelto questo percorso e questo tipo di vita preferendola ai libri e alledidattiche, agli insegnamenti e ai moralismi, ho preferito una strada senzafermate obbligatorie e senza ostacoli evitabili; ho scelto una vita dove io e mestesso decidavamo insieme dove andare, dove io e me stesso spendavamo lamaggior parte del tempo insieme e ci organizzavamo ben bene scegliendo quelloche era giusto, logico e dovuto, almeno per me e me stesso.Ho scelto self education*, vivere la vita e mi sono scontrato col sistema ed erainevitabile, che a volte ho provato ad evitare e scansare, altre magari riuscivo adassecondarlo ed inserirmi in esso, ma non per molto, a volte mi domando sesar mai capace di accettare quel sistema.Mi sono creato la libert di volare coi miei pensieri e sogni e ci mi ha portato avivere diverse situazioni e esperienze, esperienze che vorrei poter esporre,regalare e tramandare, ma non so come.Quando intrapresi il mio primo viaggio libero e indipendente, o meglio il mioritorno in Inghilterra appena dopo ottenuta la maturit, mi promisi che volevoviaggiare, conoscere e scoprire fino ai trentanni e fare esperienza cos da averestorie per i miei figli, non per farli addormentare, ma per farli sognare s.Agli occhi altrui sembro un viaggiatore pazzo, coraggioso, vagabondo,senzatetto, sognatore, sfaticato, un cazzeggiatore, un fortunato, unvacanziere, un asociale, un libero, un dritto, un poliglotta e cosmopolita.La vita on the road mi ha reso un p di tutto ci, forse io escluderei senzatetto esfaticato, ma mi ha aiutato a costruire un muro immaginario; quel muroimmaginario che mi riporta ad aprire una nuvoletta sul mio passato, nella qualenon so perch vedo la casa di villeggiatura che i miei affittavano a Laureto o peresser pi precisi la discesa di strada battuta che portava non so dove.Non so spiegarmi perch proprio quel posto, quella ubicazione, quella stradache mi era sempre stata inibita perch pericolosa.Ho sempre accompagnato la mia vita alla costruzione di un muro immaginario,dove ogni esperienza un mattone, ogni cosa positiva e non, sono fondamentaliper la costruzione di quel muro.Un muro che forse non ha un senso vero e proprio, magari per fungere daprotezione, da filtro o nascondiglio, ma che nel mio inconscio sono certo ricopreun ruolo importantissimo, un muro che vedo alzarsi forte e alto, mi chiedo cosane far di quel muro, non so che tipo di messaggio vuole mandarmi, ma sonocerto del fatto che mi rende pi maturo, pi protetto, pi contento e sicuro inme stesso e gratificato.E un immagine che porto con me, come fosse una raccomandazione di mammae pap scritta su un pezzo di carta, come fosse un compito che devo eseguire, una sorta di metafora alla vita, chiss perch rappresentata proprio da un murodi mattoni marroni sul belvedere di Laureto.Questo il mio libro che potr avere un linguaggio elementare e semplice, pocoprofessionale e sofisticato.Onestamente se potessi evitare la grammatica e le sintassi lo farei, se potessievitare la logica lo farei o magari ci sono pure riuscito indirettamente osbadatamente, in quel caso significherebbe che ho preferito seguire quelpercorso del mio subconscio che mi suggerisce di fare quel che mi pare.Se ci trovate errori vuol dire che ho fatto le cose di fretta o non sono statoattento e che sono un ignorante, fatevi una risata e pensatela giusta tra voi evoi, magari con una matita segnatevela al lato e quando mi incontratesfottetemi, ma sappiate e che sia chiaro, non intendo apportare educazione.Quello che vorrei far vivere a chi legge questo libro, un viaggio mentale econoscermi meglio.Sinceramente avrei preferito un libro pi simpatico e da ridere, magari che mirispecchi un p o magari facile, easy, da leggere con un sorriso o magari un podi passione e coinvolgimento, da leggere su un treno o con un bicchiere di vinoin campagna, o uno di quei pomeriggi in cui ti senti curioso e scopritore, mipermetto di chiedervi di non leggerlo in bagno.In questo libro leggerete storie, aneddoti di vita, la mia, e non sempre facile enon vi sempre da ridere, qui racchiusa tutta la mia verit e vorrei che siaper lo meno apprezzata, vi ringrazio.Questo libro pu rappresentare un modo per riavvicinarmi al mondo, quelloordinario, quello del s signore, quello del sistema, delle regole che poco come il mio, mi domando e annuisco a me stesso quasi sconsolato, che nonpotr essere cos per sempre.Questo libro vuole anche avvicinare coloro che, di quel mondo ordinario sonostanchi e che magari una stranezza la farebbero volentieri; oppure questo libro per coloro che solo vogliono assaporare quel mio mondo, standosene esentendosi troppo caldi e al sicuro nella loro ovatta e bambagia.Guarda un po questo libro potrebbe informare qualcuno che non tutta cozzegratinate e Vernaccia di San Gimignano, birre e spiagge, stampe sui passaportie foto da ricordo con la statua della Libert o MachuPicchu.Vorrei raccontare che di birre ne bevo s alcune, ma ne rifiuto tante, vi voglioraccontare che mi manca la pasta coi piselli che mi prepara mamma e che allostesso tempo amo addormentarmi augurando la buonanotte a uno sconosciutoche molto probabilmente il giorno dopo non rivedr pi.*on the road: per strada, sulla strada, in giro*couchsurfers: letteralmente il surfare un divano, una comunit online che offreun servizio di ospitalit gratuita*self education: autoeducazioneun po' del passato:LA TORTANon molta gente sa come sia cominciata; a me viene facile contare i mesi che hovissuto fuori, quelli che ho vissuto viaggiando, e quelli spesi su bus, treni eaerei. Sicuramente a non molti interessa e molto pi sicuramente non c' unalogica, di sicuro tra i pochi interessati e conoscenti nessuno sa come si sianosviluppati, e soprattutto evoluti e da dove siano arrivati quei primi pruriti alfondoschiena che mi allontaneranno dalla madre terra e Fasano.In poche parole come mi venuto di prendere e lasciarePer la gente che ancora pensa che vivo a Londra o per coloro che non sappianoche esista, la torta ricopre una fase strategica del mio essere viaggiatore.La storiella della torta il riassunto di come e dove stava nascendo quel piccoloembrione fecondato da chiss chi, ma che crescer solo e indipendente, testardoe arrogante, astuto e onesto e a volte disonesto.Avevo deciso che volevo imparare l'inglese ed ero cos naive* da credere che tremesi sarebbero stati sufficienti. Avevo appena compiuto diciassette anni edancora rifiutavo la pasta "San Giovanni" se un cappero fosse finitoaccidentalmente o no nel mio piatto!Un'et particolare, dove molti credono che di l a pochi mesi diventeranno supereroi o che di l a pochi mesi potranno guidare e quindi automaticamenteabbordare e credersi adulti, come se ci fosse una data ben precisa e che semprecade nel giorno del tuo diciottesimo compleanno.Non sono mai stato un fan, n amico di ricorrenze, sorrisi e regaletti o dellaventicinque euro della nonna, anzi abbastanza cocciuto e testardo, almeno finoal momento in cui gli occhi di mio padre si soffermavano infuocati dalle mieparti.I miei mesi di ricerca in internet avevano portato al nulla, i contatti di amici diamici o di una entusiasta professoressa di inglese rimanevano campati in aria,lasciandomi poche speranze. Un desiderio taciturno, segreto che avevocondiviso silenziosamente e ovviamente senza eccessiva euforia.L'anno scolastico era finito e potevo praticamente aprirmi alla mia volont,ovvero la libert di andare in Inghilterra, fermarmi tre mesi dove lavorare,studiare ed imparare l'inglese fluentemente.Un gioco da ragazzi, che con le mie trecento euro nel comodino non era poi cosimpossibile: l'ignoranza del sognatore naive!La motivazione che mi spingeva era sicuramente pi forte della realt e dellalogica.La festa patronale del mio paese si avvicinava e quindi anche il mese di luglio.Non potr mai dimenticare quella sera trascorsa ai Portici, quando mi venneofferta la concreta possibilit di partire e quando, senza pensarci ma soprattuttosenza chiedere a nessuno conferme o consigli, accettai, aprendo leggermente lamia finestra sul mondo.Mamma lo seppe ancora prima che io me ne rendessi conto e un leggerotremolio scosse l'ambiente familiare e sociale, il mio entusiasmo era cos elevatoche io quel leggero tremolio sotto di me non lo sentivo, o magari lo sentivo e loleggevo come fossi su una giostra, magari come fossi sul Tagada.Il giorno successivo mi trovai di fronte alle spiegazioni, alle motivazioni e alleresponsabilit, ufficialmente l'offerta fattami era di prendere il posto di un'altrapersona che si era tirata indietro o che aveva avuto dei dubbi a tre giorni dallapartenza!Pensai che a questa persona forse la motivazione non aveva raggiunto i mieilivelli, ma alla sua famiglia si, ed l che dovetti armarmi di un pizzico disicurezza in me stesso, una manciata di testardaggine, un po di arroganza pertenere la presa ben forte.Ricordo che l'entrata dell'asilo dove mia madre in quel periodo lavorava sitrasform nell'inaspettata venue, di un imbarazzante e complicata, ma pacatadiscussione.Mia madre viveva da terza incomoda, ma per me pedina fondamentalenonostante le sue emozioni erano evidentemente spaccate. Cercava di nonmancare di rispetto da una parte e nel mentre provare a non chiudere quellafinestra che mi entusiasmava dall'altra.Mi sempre piaciuta la storiella di Chichibio e la gru del Decameron diBoccaccio e mi piace accomunare quella situazione con la battuta del simpaticocuoco. Le due situazioni in verit non hanno molto in comune, ma entrambecon una battuta chiudono in qualche modo un contesto imbarazzante.La conversazione non riusciva a scostarmi dall'idea che dovevo ri-cambiare ilnome sul biglietto aereo a mio discapito e quindi ,stizzito e infantile, miallontanai dall'improvvisato meeting lasciando nel silenzio le altre due particoncludendo che per me era come avere tra le mani l'ultimo pezzo di una torta,come quella torta al cioccolato che mia madre era solita prepararmi. Per qualemotivo avrei dovuto consegnarla a qualcuno che con molta probabilit nonlavrebbe mangiata volentieri?Sono sicuro che mia madre in quel momento avrebbe voluto sciogliersi comequel cioccolato sulla torta fuori dal frigo, nel sole di fine giugno, rinnegandoquindi la sua passione per la pasticceria. Di certo in quellistante cap di chepasta ero io fatto e avrebbe preferito non trovarsi in quella situazione nellaquale l'avevo indirettamente accompagnata.Educata e moderata come suo solito ha provato a farmi cambiare idea.Credo in quel momento di essermi impossessato di quella finestra, delle chiavi edella posizione e da quella posizione non mi sono pi mosso.Tre giorni dopo ero in Inghilterra, seduto sorridente nel parco cittadino! mentreoggi..naive*: ingenuo, credulone