Testo di - Fondazione Valle delle Cartiere · Sul lago esiste oggi una moderna cartiera, di pr...

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GENNAIO 2017 21 GENNAIO 2017 20 Foto di FABRIZIO ANNIBALI LOMBARDIA Testo di ANTONIO ARMANO CARTA CANTA Viaggio in bicicletta tra i segreti del lago di Garda. Dalla remota valle delle Cartiere di ieri e di oggi alle opere d’arte contemporanea nel parco del Vittoriale “firmato” da D’Annunzio

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GENNAIO 2017

21GENNAIO 2017

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Foto di F A B R I Z I O A N N I B A L I

LOMBARDIA

Testo di A N T O N I O A R M A N O

CARTA CANTA

Viaggio in bicicletta tra i segreti del lago di Garda. Dalla remota valle delle Cartiere di ieri e di oggi alle opere d’arte contemporanea

nel parco del Vittoriale “firmato” da D’Annunzio

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SECONDO UN’ANTICA LEGGENDA, la produzione di carta nellavalle delle Cartiere ha avuto origine da un naufragio. Macerandonel Garda, la vela di una barca affondata ha prodotto un impastoche sotto al sole – dopo il recupero del relitto – si è trasformatoin qualcosa di simile alla pasta della carta.La valle delle Cartiere è un paesaggio scavato dal fiume Toscolanoin una gola dove per sei secoli – esattamente dal 1381 al 1962 –si è prodotta carta di qualità per la Repubblica di Venezia e poiper l’Italia. I resti di antiche architetture industriali, riportate inalcuni casi alla luce da recenti scavi archeologici, emergono inmezzo a una vegetazione selvaggia che ha preso il posto di ter-razzamenti coltivati, in un paesaggio quasi gotico, con toponimi

come Lupo, a indicare la presen-za di animali predatori scesi dallemontagne, le vie impervie e i pe-rigli della cultura.La storia del naufragio e della ve-la è affascinante quanto confinatanella leggenda. Il viaggio chedobbiamo fare per risalire all’in-venzione della carta è più lungoed esotico. Passa per la via dellaseta. Perché la via della seta è sta-ta anche la via della carta e la car- >>

Il Vittoriale degliitaliani è lasintesi perfettatra architettura eletteratura. Un romanzo per immagini

LA CASAROMANZATA

Nelle pagineprecedenti, i caniscolpiti di Velasco Vitalial Vittoriale. Qui èsepolto D’Annunzio.Nella foto, il parco dellavilla. Nella pagina afianco, dall’alto: lostudio del Vate,l’anfiteatro e l’aereoAnsaldo Sva col quale il poeta volò su Vienna nel 1918.

TRA MITO E LEGGENDA

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voravano nelle cartiere e morivano per trasformare stracci in libri.L’impervia natura della gola del fiume Toscolano non ha favoritole condizioni lavorative e neanche la conversione industriale neisecoli a venire e il distretto ha avuto un lento declino.Sul lago esiste oggi una moderna cartiera, di proprietà del gruppoBurgo. I Maffizzoli l’hanno impiantata cedendo l’intera valle delleCartiere al comune. I dipendenti Burgo in pensione hanno datovita a un’associazione e animano il Centro di Eccellenza della Car-tiera di Maina Inferiore. È la cartiera della valle chiusa per ultima.Ha smesso di funzionare nel ’62, ma esisteva dal medioevo. Ci siarriva percorrendo il sentiero che alla fine dell’Ottocento è statocostruito per rendere meno difficili i trasporti. Si può percorrerein auto o in bici (un tunnel impedisce l’afflusso di pullman turistici)o a piedi. I cipressi della macchia mediterranea, vegetazioneinsolita qui, dovuta all’influsso temperato del lago, svettano accantoall’ultima ciminiera della valle. Oggi le antiche volte di pietra ospi-tano un museo dove si può assistere al processo di produzionema anche il laboratorio di Toscolano 1381, che realmente sforna

ta è stata inventata in Cina. Prima si usava il papiro, la pergamenae la pelle di pecora. Per comporre un libro bisognava sterminareun gregge, più sangue che inchiostro. Cai Lun, eunuco alla corteHan, nel II secolo ha escogitato il metodo di produzione daglistracci. Per secoli la carta è stata dunque prodotta sminuzzandoe facendo macerare tessuti usati: vecchi vestiti, cordame di bestiee barche, anche vele esauste. Il sapere umano, il sale della terra,è stato tramandato così. Sfruttando l’invenzione stracciona di uneunuco, portata in Europa dagli arabi dopo la conquista di Sa-marcanda. Difficile immaginare tutta questa ingegnosità oggiche possiamo scaricare migliaia di libri in un lettore e-book.

POTEVA MANCARE LA PESTE? Nel periodo d’oro la valle delleCartiere dava lavoro a 500 persone. Durante la pestilenza man-zoniana del 1630 la valle andò in rovina. E le cartiere diventaronoluogo di morte per diversi secoli. I vestiti – dunque gli stracci –erano il veicolo di contagio principale del batterio Yersinia pestis,pieni com’erano di pulci infette. Anche i bambini e le donne la-

D’Annunzio era uno scenografo anche in casa. Gli esterni egli interni della villa portano tutti la sua firma

SEMPRE I N SCENA

Ancora due immaginidel parco della villa delVittoriale a Gardone

Riviera (Bs). Nelgiardino si trovano

molte sculture di artisticontemporanei tra gli

ulivi che prestoricominceranno a

produrre olio come aitempi del Vate.

OLIO IN GIARDINO

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telefonino), sbucando sulla gola del fiume. Dall’altro si può pro-seguire percorrendo lo stretto camminamento, appeso a stra-piombo sulla roccia.

A GARDONE RIVIERA (BANDIERA ARANCIONE DEL TCI), POCODISTANTE DA TOSCOLANO, si trova un altro luogo unico, il Vit-toriale. Il nome è preso da un libro del 1436, El Victorial, che rac-conta le imprese dell’hidalgo Pero Niño, corsaro al servizio di En-rico III El Doliente e sposato con donna Costanza de Guevara.D’Annunzio lo ha letto durante l’esilio francese. Il Vittoriale èun’opera letteraria più che architettonica. È un casa romanzata,o un romanzo architettonico. Il regno di un personaggio per metà

dandy e metà cavaliere, combat-tente ed eroe. Agli interni dellaPrioria, ombrosi, fitti di tappeti,statue, quadri, libri, un décordensissimo, si contrappongonogli esterni classici, monumentaliper la celebrazione delle impresedi Fiume e della Grande Guerra.Ormai gli occhi di milioni di vi-sitatori sono passati per la stanzadelle reliquie, con il volante delmotoscafo spezzato da un in-

carta di qualità e fornisce clienti come il Vittoriale, la Banca d’Italia,il Vaticano. Il processo produttivo in mostra a Maina è diversoda quello di Toscolano 1381 ma non troppo. Si vede la lama conla quale si tagliavano gli stracci per ridurli a coriandoli di stoffa,il maglio di legno che li schiacciava, dopo la macerazione nell’acquafacendo un rumore profondo e potente, i setacci che servivanoper tirare su dall’acqua la pasta della carta, la pressa per eliminarel’acqua, i feltri per assorbire l’umidità residua mentre i fogli ve-nivano stesi come panni, la colla per ricoprirli per ridurne la po-rosità. Oggi si usa pasta di cellulosa, proveniente dalla pianta delcotone, non più stracci.

«HO ASSUNTO UN MASTRO CARTAIO DOPO AVERE ORGANIZ-ZATO UN CORSO DI FORMAZIONE. Non potete immaginare lasoddisfazione di poter scrivere ‘mastro cartaio’ su un contratto,chissà da quanto tempo non succedeva più», dice Filippo Cantoni,28 anni, fondatore di Toscolano 1381. L’azienda che ha creato im-piega due giovani mastri cartai, uno a tempo pieno e l’altro parttime. Il primo faceva il contabile in un ufficio e si è dimesso perfrequentare il corso, senza garanzie di essere scelto tra i diversipartecipanti. Filippo si impegna con vulcanico dinamismo percreare una rete con altre realtà della zona che ricorda un po’ lafolle intraprendenza di Paganino Paganini. Originario del bre-sciano, Paganini impiantò bottega a Toscolano e pubblicò a Veneziail primo Corano stampato nel 1538. Un lavoro infinito per forgiarei caratteri mobili arabi che incontrò l’ostilità dei musulmani. Latrascrizione del libro sacro era considerata una forma di preghiera.C’è voluto del tempo prima che i musulmani si rassegnassero adabbandonare i Corani scritti a mano. Intanto della bottega deiPaganini, Paganino e il figlio Alessandro, si sono perse le tracce. Il cammino nella valle delle Cartiere può invece proseguire sulletracce del passato. Si incontrano i resti di un’antica cartiera, aMaina Superiore, modernizzata e rimasta in funzione fino all’Ot-tocento. Oggi è una rovina piranesiana. Si incrociano ciclisti, cam-minatori. Soprattutto tedeschi. Si passa davanti alla villa d’epocadei Maffizzoli, ormai chiusa da tempo. Un punto di arrivo puòessere Covoli, dove la strada si divide. Da un lato si attraversa unoscuro tunnel scavato nella roccia (occorre almeno la torcia del

A sinistra, dall’alto, la valle delle Cartiere. La zona,tra Cinquecento e Seicento, dava lavoro a 500

persone nel settore della carta. Tra le ultime cartierepresenti la Burgo, i cui pensionati animano il Centro

di eccellenza della Cartiera di Maina Inferiore(sotto). A destra, dall’alto, Filippo Cantoni fondatoredella cartiera Toscolano 1381; il museo della carta aToscolano Maderno; i resti archeologici di un’antica

manifattura dedicata alla carta ottenuta dagli stracci.

UNA STORIA LUNGA 500 ANNI

>>

Dagli stracci allacarta il processoè lungo ecomplesso. Epochi artigianiportano avantila tradizione

DALLA C INACON FURORE

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cidente mortale, sul carapace della Cheli, la tartaruga morta peruna indigestione di tuberose che in sala da pranzo invita gli ospitialla continenza, sulla testa scultorea della Duse, coperta da unvelo accanto alla scrivania nello studio, sul bagno blu con le ma-ioliche di Persia... D’Annunzio si trasferisce qui nel 1921. Habisogno di un luogo dove raccogliere i “relitti” dei suoi “naufragi”.Qui finisce di comporre forse il suo libro più bello, Notturno.Un’opera di frammenti, schegge di pensieri dolenti, dopo il feri-mento all’occhio durante un volo bellico e ambientati in una Ve-nezia livida e invernale. Il trauma provoca in lui un flusso di im-magini: «Sotto la benda il mio occhio fiammeggia come il miraggioestivo di Bocca d’Arno». Quando si esce dall’infinita sequenza distanze, il parco a picco sul lago colpisce ancora di più, nella suaripida luminosità. Quando l’ha visto per la prima volta D’Annunzio

ha scritto: «Tutto è azzurro come un’ebbrezza improvvisa, comeun capo che si rovescia per ricevere un bacio profondo». Passeggiamo nel parco insieme all’attivissimo Giordano BrunoGuerri, presidente della Fondazione Vittoriale. Ci parla degli uliviche torneranno a produrre olio, come ai tempi in cui D’Annunzioviveva qui e prima di lui il proprietario tedesco, espropriato durantela guerra, Heinrich Thode, storico dell’arte. Il Vittoriale era solouna casa colonica, prima che arrivasse il Vate a trasfigurarla, cosache gli riusciva benissimo come scrittore e come scenografo do-mestico. Nelle nicchie, sparse tra gli ulivi, i roseti, il laghetto ipogeo,non ci sono più le amanti in posa, ma statue di scultori contem-poranei che hanno donato le loro opere al Vittoriale. Le più riuscitesono quelle dei cani, bianchi e metafisici, che si crogiolano nelsole tra le arche del mausoleo dove D’Annunzio è sepolto insiemea nove legionari dell’impresa di Fiume e all’architetto del Vittoriale,Maroni. «Sono quelle che hanno destato più polemiche», diceGuerri. Dei cani tra le tombe non potevano che irritare qualchebenpensante. Eppure non c’è niente di più dannunziano di questilevrieri, che in forma di scultura sono saliti dal cimitero dei cani,per tenere compagnia agli arditi. D’Annunzio amava molto i cani.Alla Capponcina, la sua prima reggia, ne aveva 37. Viene in mente un racconto, Cane come me, dove Curzio Malapartesogna di essere accolto nell’aldilà dal cane Febo. Chi non vorrebbeessere accolto nell’adilà dal proprio cane?

A sinistra, dall’alto, la villa del Vittoriale ha l’affacciodiretto sul Lago di Garda dove è possibilepasseggiare. Sotto e a destra, la cucina e la sale delristorante di villa Sostaga, un boutique hotel quattro stelle dotato anche di piscina con vista sul lago.In basso, un sentiero ciclopedonale nella valle delleCartiere. Tutta l’area è scavata in una gola del fiume Toscolano, che ne ha garantito un certoisolamento con conseguente tutela del paesaggio.

IL GUSTO DELLA NATURA

Boutique hotel e agriturismi: per un soggiorno all’insegna del relax

Ospitalità in salsa gardesana

DORMIRE______Villa Sostaga: nell’excasa di caccia dei contiFeltrinelli, boutique hotelquattro stelle. GabrieleSoresina viene dal mondodelle corseautomobilistiche. Dopoaver viaggiato e dormitoin migliaia d’alberghi, hadeciso di creare qualcosadove sentirsi a casa. Èanche un ritorno alleradici: la nonna era unacuoca di D’Annunzio.Ottimo il ristorante.Piscina e splendida vistasul lago (via Sostaga 17,Gargnano, 0365.791218;villasostaga.it). Cà dei Casai: b&b in uncascinale di famiglia.

Pietra e legno, atmosferaantica ingentilita dallacura dei dettagli. Ottimecolazioni (via FolinoCabiana 74/82, Gaino diToscolano, tel. 0365.541360; cadeicasai.eu).Villa Vittoria: casad’epoca a GardoneRiviera con terrazza sullago, proprio sotto alVittoriale, trasformata inb&b chic. Deliziose tortefresche preparate tutte lemattine (corso Zanardelli176, Gardone Riviera, tel.339.8698057).

DOVE MANG IARE ______Osteria H2O:menu da favola in tutti isensi dal titolo Bruma. La

lumaca incontra il luccio.Aperta da tre amici,prodotti del territorio (manon solo) rivisitaticreativamente (viaPergola 10, Moniga delGarda, tel. 0365.503225;losteria-moniga.it).L’Agriturismo delgusto: piccolo eartigianale. Cucina slow,curata e non banale. Peresempio da non perdere iravioli di coregone ezenzero e le sarde fritte

con panatura di nocciole(via Montemaderno, loc.Lintrì, ToscolanoMaderno, tel.331.3853817).

ALTRE I N FO______Ottimo punto dipartenza il sito internetdel Museo della cartache si trova a ToscolanoMaderno: www.valledellecartiere.it. Nello stessocomune si trova anche la

cartiera Toscolano 1381(via valle delle Cartiere57/59; tel. 0365.641882).La casa di GabrieleD’Annunzio, il Vittoriale, si trova invia del Vittoriale 12 aGardone Riviera (Bs), tel. 0365.296511;vittoriale.it. Per viaggiare essenzialela Guida VerdeLombardia (360 pag. +144 di info pratiche, 28euro. Sconto soci Tci).

PER PARTIRE

Visavì Sas