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74 75 RENAULT TRUCKS “CAPE TO CAPE” eventi Si è conclusa all’inizio di luglio la straordinaria avventura “Cape to Cape”, organizzata dalla Renault Trucks e svoltasi nell’arco di quattro mesi da Capo Nord a Capetown lungo un itinerario di circa 44.000 chilometri. Autoruote 4x4 ha avuto il privilegio di essere l’unica rivista italiana invitata nella penultima tappa in Namibia, rivelatasi a detta degli stessi organizzatori la più spettacolare e avventurosa del massacrante raid realizzato a bordo dei camion Kerax 6x6 e dei fuoristrada Sherpa di Giorgio Rosato 75 74 NAMIB EFFETTUARE UN VIAGGIO in fuoristrada attraverso il deserto rega- la indubbiamente forti emozioni. Se poi il deserto in questione, come nel caso del Namib, lo sconfinato mare di sabbia finissima che si estende in Namibia, è famoso per le dune più alte del mondo, e i veicoli sono dei camion a sei ruote motrici e dei fuo- ristrada oversize dal peso di svariate tonnellate, le emozioni assumono la stessa vastità degli straordinari pae- saggi che si attraversano. Anche la distanza e la lunga trasferta necessa- ria per raggiungere la meta contribu- iscono senz’altro a far crescere le aspettative. Ci imbarchiamo all’aeroporto di Milano Malpensa per un breve tra- sferta alla volta di Francoforte, dove ci attende l’aero per la lunga trasvo- lata di circa 11 ore fino a Johan- nesburg, dove saltiamo al volo sul Boeing che ci porta a Windhoek, la capitale delle Namibia e capolinea di partenza della penultima tappa della spedizione “Cape to Cape” organiz- zata dalla Renault Trucks. Autoruote 4x4 è l’unica rivista italiana ad essere stata invitata in questo stage e segui- rà il raid per una settimana assieme ad altri otto giornalisti (provenienti da altri paesi europei) fino all’arrivo

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Si è conclusa all’inizio di luglio la straordinaria avventura “Cape to Cape”, organizzata dalla Renault Trucks e svoltasi nell’arco di quattro mesi da Capo Nord a Capetown lungo

un itinerario di circa 44.000 chilometri. Autoruote 4x4 ha avuto il privilegio di essere l’unica rivista italiana invitata nella penultima tappa in Namibia, rivelatasi a detta degli stessi organizzatori la più spettacolare e avventurosa del massacrante raid realizzato a bordo

dei camion Kerax 6x6 e dei fuoristrada Sherpa

di Giorgio Rosato

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NAMIBeffeTTuARe uN viAggio in

fuoristrada attraverso il deserto rega-la indubbiamente forti emozioni. Se poi il deserto in questione, come nel caso del Namib, lo sconfinato mare di sabbia finissima che si estende in Namibia, è famoso per le dune più alte del mondo, e i veicoli sono dei camion a sei ruote motrici e dei fuo-ristrada oversize dal peso di svariate tonnellate, le emozioni assumono la

stessa vastità degli straordinari pae-saggi che si attraversano. Anche la distanza e la lunga trasferta necessa-ria per raggiungere la meta contribu-iscono senz’altro a far crescere le aspettative.

Ci imbarchiamo all’aeroporto di Milano Malpensa per un breve tra-sferta alla volta di francoforte, dove ci attende l’aero per la lunga trasvo-lata di circa 11 ore fino a Johan-

nesburg, dove saltiamo al volo sul Boeing che ci porta a Windhoek, la capitale delle Namibia e capolinea di partenza della penultima tappa della spedizione “Cape to Cape” organiz-zata dalla Renault Trucks. Autoruote 4x4 è l’unica rivista italiana ad essere stata invitata in questo stage e segui-rà il raid per una settimana assieme ad altri otto giornalisti (provenienti da altri paesi europei) fino all’arrivo

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a Sossouvlei. una breve sosta al Wi-indhoek Country Club Resort, per rinfrancarsi dalle fatiche dei lunghi voli e conoscere lo staff della Renault Trucks e i componenti della spedizio-ne, e finalmente siamo pronti per la partenza.

La flotta degli Sherpa e dei Kerax è già schierata nel parcheggio dell’al-bergo circondata, fin dalle prime ore del mattino, da una folla di curiosi armati di fotocamere digitali che scatta immagini da tutte le angola-zioni. La temperatura è molto rigida, sia perché ci troviamo nell’emisfero opposto del pianeta (dove è inver-no), sia per la quota della città che si trova a circa 1.800 metri sul livello

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prototipo realizzato soprattutto per un utilizzo di tipo militare, il com-fort di bordo è più che accettabile, ma la cosa che ci sorprende fin dai primi chilometri è la ridotta rumoro-sità che si avverte durante la marcia e la “dolcezza” assicurata dalle sospen-sioni a grande escursione (sia ante-riormente che nel retrotreno) abbi-nate ad ammortizzatori a gas.

il primo campo tendato viene alle-stito nei pressi del “Brandberg White Lady Lodge & Camping”, situato alle pendici del massiccio montuoso di

con trazione integrale permanente, marce ridotte e blocco del differen-ziale, è abbinata ad un cambio auto-matico e trasmissione Allison, men-tre l’impianto frenante comprende quattro freni a dischi e ABS. L’abita-colo, spartano ma estremamente funzionale, prevede quatto posti con sedili indipendenti (molto distanzia-ti sia anteriormente che sul retro); tutti i sedili inoltre, avvolgenti e in linea con le norme fiA, sono dotati di cinture di sicurezza a quattro pun-ti. Tenendo conto che si tratta di un

Brandberg, la catena montuosa più alta del Paese situata nella parte più settentrionale del deserto del Namib; l’intera area, che si eleva fino ai 2,600 metri di altezza, è famosa per gli im-portanti siti archeologici rinvenuti dove sono venuti alla luce graffiti ri-salenti ad oltre 2000 anni fa. Ripren-diamo la marcia alle prime luci dell’alba, dopo una notte in tenda sotto un cielo stellato che solo le zone a sud del tropico del Capricor-no riescono a mostrare cosi nitido, puntando ancora in direzione ovest.

del mare. La prima tappa prevede una percorrenza di 350 chilometri alla volta di Brandberg, attraverso un percorso asfaltato nella parte iniziale e un lungo tratto su sterrati molto polverosi che digradano lentamente verso il mare, con il paesaggio che diviene ben presto simile alla classica savana africana.

Ci troviamo a bordo del fuoristra-da Sherpa, un “gigante” dal peso a vuoto di 5,4 tonnellate ed equipag-giato con un motore diesel ad inie-zione common rail di 4.7 litri che sviluppa una potenza di 215 Cv e una strepitosa coppia di 800 Nm, di-sponibile già a partire dai 1.200 giri al minuto; il sistema di trasmissione,

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Sul navigatore di bordo vediamo co-stantemente diminuire la quota alti-metrica man mano che ci avvicinia-mo verso il mare e, nel primo pomeriggio, finalmente arriviamo sull’oceano Atlantico. un’occasione unica per effettuare diversi chilome-tri sulle lunghissime spiagge della Namibia. Più avanti il nostro arrivo, nei pressi della famosa “Baia delle otarie” è salutato da una colonia di migliaia di questi simpatici mammi-feri marini sdraiati placidamente su-gli scogli in riva al mare a godersi il tiepido sole invernale. oltrepassata Swakopmund, una cittadina costiera di circa 35.000 abitanti fondata dai tedeschi nel 1892 (due anni dopo aver avviato la costruzione di Win-dhoek) per avere un porto sull’Atlan-

tico, ci spingiamo sulla costa per altri 35 chilometri fino a raggiungere Wal-vis Bay- un’antica enclave britannica nota come la “baia delle balene”, dove trascorreremo la notte prima di iniziare la traversata del deserto del Namib. Al mattino dopo c’è la classi-ca atmosfera delle grandi occasioni. La parte più emozionante della gran-de avventura sta per iniziare e Pierre-Alain Brendel (Chief Project Manager Cape to Caper 2009) ha un gran da fare per verificare che tutto sia a po-sto. Nulla può essere lasciato al caso poiché ci attendono tre giorni di marcia nel nulla, con due bivacchi notturni tra le dune, prima dell’arri-vo a Sossouvlei. La difficoltà dell’im-presa è inoltre sottolineata dal fatto che per questo tratto della spedizio-

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ne, visto che si “navigherà” soprat-tutto a vista e in fuoripista, arrivano anche delle guide locali specializzate (a bordo di tre pick-up Toyota) per fare da apripista al convoglio nel cor-so della traversata nel deserto del Na-mib. usciti da Walvis Bay in direzio-ne nord, deviamo sulla destra per immetterci nel deserto e alle prime dune le nostre guide si fermano per abbassare la pressione dei pneumati-ci. operazione che sui mezzi della spedizione, sia sui Kerax che sugli scerpa, viene compiuta automatica-mente grazie dal dispositivo di gon-fiaggio e sgonfiaggio integrato in movimento che adegua, in ogni istante, la pressione delle ruote alle condizioni di aderenza del fondo.

un fondo che tuttavia, alle prime

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ore del mattino, è ancora duro e con-sistente a causa dell’umidità della notte e di una persistente nebbia che regala una nuova emozione anche a chi è abituato a viaggiare in fuoristra-da attraverso il deserto. Non ci era mai capitato infatti di attraversare delle dune immerse nella nebbia, in un’atmosfera magica e inquietante al tempo stesso, che sfuma i contorni della sabbia e rende a malapena visi-bili i veicoli che formano il convo-glio. Le nostre guide però ci rassicu-rano, affermando che in questa stagione la nebbia è una costante al mattino presto, per sparire poi entro al massimo le undici per lasciar po-sto al sole.

Previsioni ben presto confermate quando, poco prima di mezzogior-no, ci troviamo a “scalare” le prime dune impegnative che mettono a dura prova i Kerax. Qualcuno resta insabbiato e qualcun altro è costret-to a ricorrere a ripetuti tentativi per superare l’ostacolo, ma alla fine l’in-tera carovana riesce a rimettersi in marcia. Le Toyota delle nostre guide si spostano intanto veloci come gaz-zelle, dalla cima del gruppo ai veicoli delle retrovie, alla continua ricerca dei passaggi migliori tracciando la pista sulla superficie incontaminata delle gigantesche dune del Namib. Purtroppo i continui insabbiamenti

rallentano sensibilmente la tabella di marcia e il campo notturno viene allestito con anticipo rispetto al pre-visto, ma la bellezza dei luoghi e i paesaggi straordinari che si aprono a 360° ad ogni chilometro che avan-ziamo, dissolvono in un attimo qualsiasi problema. A rasserenare gli animi contribuisce inoltre anche l’abilità dei cuochi del camion-cuci-na che, a tempo di record, dopo l’ar-rivo, riescono a preparare delle otti-me cene, con tanta birra fresca alla spina servita nell’angolo bar apposi-tamente allestito vicino alla grande tavolata che accoglie i componenti della spedizione.

La seconda tappa attraverso il Na-mib scorre decisamente più fluida e veloce rispetto al primo giorno. i driver dei truck iniziano a prendere dimestichezza con la sabbia e le so-ste si fanno meno frequenti e, come nella fase iniziale, coinvolgono qua-si sempre i Kerax. Del resto non è un’impresa semplice guidare sulla sabbia un camion a sei ruote, soprat-tutto (come nel caso della spedizio-ne “Cape to Cape”) se i driver (pro-venienti direttamente dal personale dell’Azienda) sono tutti alle prime armi nella guida off-road e sulla sab-bia. Questa è stata una scelta precisa della Renault Trucks proprio per av-vicinare il più possibile i suoi dipen-

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pendenza da brivido. Tutti i veicoli, uno alla volta, avanzano in prima ri-dotta e radio-assistiti dalle guide sparse lungo il percorso. La tensione è palpabile quasi come la sabbia che mastichiamo (non solo metaforica-

mente) da giorni e che ha bloccato gli obiettivi della maggior parte delle macchine fotografiche.

e quando è il momento dei Kerax tutti sono col fiato sospeso, ma an-cora una volta tutto scorre tranquil-

denti al prodotto. una scelta indub-biamente coraggiosa e impegnativa, ma che alla fine si è rivelata un’idea vincente.

Le sorprese non sono ancora finite per i partecipanti al raid poiché il terzo giorno la carovana si trova ad affrontare uno dei tratti più spetta-colari del deserto del Namib. Per raggiungere il letto di un oued pro-sciugato, al cui interno ci si muove-rà per diversi chilometri alla volta della pista per Sossouvlei, bisogna letteralmente tuffarsi lungo un cri-nale sabbioso in discesa con una

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lo e sempre all’insegna della massi-ma sicurezza. Superato questo difficile passaggio, il deserto del Na-mib è ormai alle spalle e ci attendo-no solo 250 chilometri di una larga e veloce pista sterrata per raggiunge-re Sossouvlei, dove arriviamo al tra-monto dopo aver superato il mitico Tropico del Capricorno. una cena speciale a base di bistecche di anti-lope saluta la conclusione del nostro viaggio. Al mattino successivo un piccolo aereo mono-elica da turismo verrà a prelevarci per portarci a Win-dohek da dove rientreremo in italia via Johannesburg.

il resto della carovana “Cape to Cape” proseguirà invece la sua mara-tona per effettuare l’ultima tappa del viaggio alla volta di Capetown, L’ar-rivo trionfale presso il Capo di Buona Speranza avviene, come da program-ma, lunedì 6 luglio e per la cerimo-nia di benvenuto arriva in Sudafrica anche Stefano Chmielewski, Ceo di Renault Trucks.

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