TESI MASTER MEDIAZIONE BOBBIO · 2020. 2. 18. · Dott.ssa Alessia Bobbio 1 A Claudio, per gli...

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Associazione Me.Dia.Re. Mediazione Dialogo Relazione Corso in Mediazione Familiare Edizione XIV Maggio 2018 – Dicembre 2019 IL BENESSERE PSICOEDUCATIVO DEI FIGLI: LA FUNZIONE TRAS-FORMATIVA DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE NEL PROCESSO DI RI-FORMAZIONE DELLA FUNZIONE GENITORIALE Dott.ssa Alessia Bobbio

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Associazione Me.Dia.Re.

Mediazione Dialogo Relazione

CorsoinMediazioneFamiliare

EdizioneXIV

Maggio2018–Dicembre2019

ILBENESSEREPSICOEDUCATIVODEIFIGLI:

LAFUNZIONETRAS-FORMATIVADELLAMEDIAZIONEFAMILIARE

NELPROCESSODIRI-FORMAZIONEDELLAFUNZIONEGENITORIALE

Dott.ssaAlessiaBobbio

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AClaudio,

pergliequilibrimantenutineltempo,

perglisguardirivoltinellastessadirezione,

perl’Amore.

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Indice

Introduzione Pag.3

Capitolo1:STORIAEGEOGRAFIADELLAFAMIGLIA 5

1.1 Comesiformaunacoppia 7

1.2 Lacrisidicoppia 8

1.3Coppieconfigli:risonanzedellaseparazionesuifigli 11

Capitolo2:QUANDOLACOPPIACHIEDEAIUTO 16

2.1 Lafasediconsultazione 18

2.2 Ildisegnodellafamiglia 21

2.3 Quandosiproponelamediazione 22

Capitolo3:LAMEDIAZIONEFAMILIARE

3.1 Guardareilconflittoattraversoilsuoriflesso 23

3.2 Lacassettadegliattrezzidelmediatore 25

3.2.1 L’ascoltoattivoedempatico 26

3.3 Riconoscimentoeritornodellacomunicazione/relazione 30

Conclusioni 33

Appendice–L’alfabetodeisentiti 34

Bibliografia 38

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INTRODUZIONE

Interrogandodiversidizionariedenciclopediesull’etimologiadellaparola

“conflitto” possiamo estrapolare definizioni che riguardano l’ambito militare

(guerra, scontro di eserciti, combattimento), quello figurativo (contrasto,

opposizione), sociologico (relazione antagonistica fra soggetti individuali o

collettiviincompetizionefraloro…)psicologico(statoditensioneosquilibrioin

cui l’individuoviene a trovarsi quandoè sottoposto allapressionedi tendenze,

bisogni emotivazioni fra loro contrastanti). Potremmo continuare con l’ambito

giuridico,politico,relazionale,equindipotremmoarrivareadirecheilconflitto

appartiene alla natura umana fin dalla nascita: sia questa pensata in termini

religiosi (non è stato forse un conflitto/peccato di Adamo ed Eva contro Dio a

bandirel’uomodalgiardinodell’Edeneadareoriginealladiscendenzaumana?)

cheinterminiscientifici(ilBigBangèavvenutoaseguitodell’oscillazionediforze

tralorocontrastantichehaprovocatounsurriscaldamentononpiùcontenuto).

Ineffettiesistonotantissimedefinizioniindiversedisciplinee,seaprissimo

unadiscussionesulleimmaginicheciascunodinoiassociaallaparola“conflitto”,

potremmoosservareunventagliodiparole,traloroancheopposte,cherichiama

l’ampiezza di elementi ad esso connessi: aggressività, ambivalenza,

incomprensione, muro, sofferenza, nero, coppia, gruppo, oppositività, silenzio,

scontro, sano, patologico, cecità, mediazione, arricchimento, trasformazione,

necessario, paura, confronto, livelli, guerra, ecc. 1 . Come possiamo osservare

parlarediconflittoaprediverseporteinterpretativee,ineffetti,sipotrebberofare

tantissimeanalogiecondiversediscipline,tuttavia,vorreisoffermarmisuquella

cheèpiùvicinaallamiaprofessioneovverolapedagogia.

La pedagogia, come “scienza della formazione dell’uomo” afferma come

assuntoepistemologicochel’uomoinizialapropriaformazionealmomentodella

nascitaelaterminaalmomentodellamorte.

Ogni evento che accompagna la nostra esistenza agisce sia in termini

formativi che trasformativi, «comeannunciaGoethe,Bildung istUmbildung – la

1Attivitàdibrainstormingsullaparola“conflitto”effettuatadurantelaprimalezionedelmasterin“MediazioneFamiliare”,il18/5/2018

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formazioneètrasformazione»(Sola,2003:10).E,comeèirripetibilel’unicitàdella

persona,cosìloèuneventoformativo.Gliattimipedagogicinasconodaisoggettie

dallaloroirripetibilità.Inpedagogiaclinicainparticolaresiparladide-formazione

odis-educazionequandounsoggettosubisceglieffettinegatividieventualifattori

endogeni(intrinsecialsoggettostesso)oesogeni(legatiallasocietàealsuoessere

nelmondo)odalla lorocombinazione. Inquestitermini ilsoggettovieneinteso

comeun“Bildungswelt”,ovverocomeunmondodellaformazioneeloscopodella

pedagogiaclinicaèquellodicomprendere,attraversoprocessididestrutturazione,

l’eventode-formativoe,attraversomodalitàinterpretative,riportareilsoggettoad

essere protagonista della propria formazione. Se volessimo leggere questa

modalità inchiavepsicologicaparleremmodi traumaedeventi traumatici (non

elaborati) del paziente e di capacità rielaborativa dello stesso con il proprio

psicoterapeuta.

Riflettendosulfattochetraumaoeventode-formativorichiamanoadun

concetto di blocco ho pensato a quanto spesso mi trovo di fronte, nel mio

quotidianolavorativo,abambinioadolescentichesubisconounostopevolutivo,

in terminidi capacitàdiespressioneedelaborazionedelleproprieemozioni,di

difficoltà scolastiche, comportamentali, relazionali e a quanto frequentemente

molti di loro sono immersi in un conflitto familiare, più omenomanifesto, e a

situazionidiseparazionetragenitori.

Hopensatoquindidiutilizzarequestatesicomeopportunitàdiriflessione

inmeritoasituazioniattualiepregressechehoincontratonelmiostudio,cercando

dianalizzarecomeilconflittosiaentratonelprofondodelprocessoformativodi

questisoggetti(bambinieadolescentichehannodifficoltàdiapprendimento)edi

comeunapprocciomediativopossaintervenirefavorevolmentenellaripresadella

propriaformazione.

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1.STORIAEGEOGRAFIADELLAFAMIGLIA

Interminisociologiciepsicologicidueindividuidecidonodistareinsieme

comecoppiaquandobisognieattesepiùomenoesplicitatevengonosoddisfatti.

Allabasediquestasoddisfazionec’èlacostruzionedellanostraidentità:quando

usciamodallanostrafamigliad’origineciapprocciamoall’altroandandounpo’alla

soddisfazione di questi bisogni sulla base di quello che è stato costruito o no

all’internodelnucleodacuiproveniamo.

Lafamigliaelacoppiaogginonsonoquellediventiocinquant’annifa.Il

passaggiodalla famiglia nucleare alla famigliamoderna, duratomenodimezzo

secolo,èstatoprodottodagliinnumerevolicambiamentichehannoattraversatola

storiaanchea livellodicostumi,organizzazionideirapportisocialiedeltipodi

condizionidivita.

Tali cambiamenti hanno investito inmaniera preponderante anche la famiglia,

intesacomeassettoefunzionamento,organizzazioneinternaedesternadeisuoi

differentipersonaggi.Imutamentideglistilidivitaedell’assettosocietariohanno

rivoluzionatononsoloilconcettostessodifamigliamaancheiprincipisucuisi

poggiaalivelloistituzionale.

Oggituttoèfamiglia.Accantoallefamiglienucleariedallargateemergono

nuovetipologieesistenti(Cigoli):

• allargata,cioècompostadapiùgenerazioni;

• nucleare;

• conconiugi,senzafigli;

• difatto;

• mono-genitoriale;

• ricomposta;

• multietnica;

• immigrata;

• adottiva-affidataria;

• omosessuale;

• unipersonale.

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PerDonati(2011)lafamigliadioggiassumeformedifferentiorganizzandosie

strutturandosi in diversimodi funzionali alle attuali emolteplici sfide sociali e

culturali.Nonesistepiùunmeroconcettodifamigliamaèpreferibileparlaredi

“famiglie”.

Eppure,parlaredifamigliacreadibattito,avolteancheconflitto.Ciascunodinoi,a

partiredallanostraculturaedallanostrastoria,siècreatodelleproprieideedi

famiglia.

Peresseremediatorioccorrenonavereun’ideadifamigliafissa.Inmediazionenon

esisteunconcettodifamigliadefinito.Nonserveaverlo.Ilrischiosarebbequello

dipretenderedisaperedipiùdichicistadifronteodicrearedeipreconcettiche

possanointerferireconl’ascoltoattivochesiamochiamatiapraticare.Ciòcheci

importaèsaperechelorosiconsideranofamigliaecheall’internodelloronucleo

qualcosasièrotto.

Quandoparliamodiminoriefamigliadobbiamotenerepresenteche,per

un bambino, la famiglia è il primo luogo con cui si viene in contatto, lo spazio

primarionelqualeciascunindividuoinmodoattivocostruisceecambialapropria

identità e il proprio Sé, cresce e muta nel tempo. È il luogo dove si impara a

relazionarsi con l’altro, dove, attraverso un processo di scambio e di

rispecchiamento, si conosce chi è diverso da sé, costruendosi un paradigma di

prevedibilitàrispettoaicomportamentidell’altro.È importante tenerepresente

questoancheapartiredalnostroruolodimediatoriperchéquestaprevedibilitàsi

trasformeràincostruzionedigiudizio.Ingenerale,anchenellanostravitaprivata

cicomportiamosecondounoschemadiprevedibilità:cosìcomeilbambinopiange

esachelamammaarriva,l’adultosa,secondoisuoiprocessidimentalizzazione,

che determinati suoi comportamenti sono condizionati da ciò che prevede che

accadaaseguitodellamessainattodiqueldeterminatocomportamento.

Sullabasediciòsifondanoitreprincipisecondoiqualiunacoppiaesiste:

• parità;

• reciprocità;

• intimità.

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Una coppia entra in crisi quando questi principi vengonomeno o vengono

messi in discussione, ovvero quando le aspettative verso l’altro, o la relazione,

diventano troppo alte, aumenta il bisogno di autorealizzazione o si crea uno

sbilanciamentodellarelazione.

1.1Comesiformaunacoppia

Le diverse teorie psicologiche spiegano la coppia utilizzando diverse fasi di

formazione e trasformazione della stessa. In generale la prima fase può essere

definita come simbioticao anchedell’innamoramento:questo è lo stadio anche

della “non consapevolezza” che si fonda su proprie esperienze individuali e

familiari (Dicks, 1967). È il momento della scelta tra i partner che si fonda

sull’idealizzazionediséedell’altrosentendosiattrattidaalcunequalitàpositive

dell’altro tantoda idealizzarlonella sua integrità. Inquestomomento la coppia

bastaaséstessa;nonvisonorichiesteparticolaritraipartner,c’èlatendenzaa

mostrareilmegliodiséeapretendereilmenopossibiledall’altro,lachimicafisica

el’attrazionesessualehannoilsopravventosullarazionalitàevièunasensazione

diappagamentodeipropribisognipraticamentecompleta.

Durantelasecondafase,prendeilsopravventolaconsapevolezza:aseguito

dellafiduciaedellasperanzanatedallafaseinizialedell’innamoramentoquesta

enfasi iniziale si affievolisce con il trascorreredel tempo. Inquestomomento il

partner non corrisponde alla propria idealizzazione e ciò può comportare una

rottura o un salto qualitativo (dall’innamoramento all’amore e alla scelta

consapevole-“Mipiacietiscelgocosìcomesei,nonperquellochevorreichefossi”).

Laconcretizzazionediquestoperiodoèlasceltadiconvivenzaoilmatrimonio.

Lo stadio successivo riguarda la condivisione e distribuzione dei compiti

all’interno della coppia. Infatti, una volta costituita, la relazione richiede anche

l’elaborazionediunospaziomentalenuovoincuioccorreintegrarediversimodelli

dicoppiaecrearneunocheidentifichileduepersoneinsieme.Dal“tu”ed“io”si

passaal“noi”:sicreanopiùomenoconsapevolmenteaccordireciprocisuruolie

funzionalità;sicreaunlinguaggiocomuneattraversocuisicomunicaesicontratta

permezzodiunaconoscenzareciprocaeilriconoscimentodeireciprocibisogni;

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si legittima l’altro; si gestisce il conflitto; si elabora un progetto di coppia

guardandoinsiemenellastessadirezione.

Unavoltacheicompitisonodefinitisipassaallivellodiintegrazionedei

proprimondipersonali.Aduncertopunto,infatti,ènecessariomettereinsiemela

storia delle proprie storie familiari e questo può avvenire attraversomodalità

integrative,oppositiveodidisconoscimento,odirigidità.Inquestiultimiduecasi

citroviamodifronteaduemodalitàdisfunzionaliperchéprevedonolaperditadi

una delle due identità della coppia e questo comporterebbe inevitabilmente il

fallimento della coppia stessa. Se invece avviene un’integrazione della propria

famiglia d’origine all’interno di quella attuale, sarà necessario stabilire confini

chiariepermeabilialfinedisalvaguardarel’identitàdicoppiasenzadisconoscere

lastoriaindividuale.

Dallacondivisionedeipropriuniversifamiliarisipassaallacostruzionee

condivisionedelleretisocialideiconiugiealladefinizionediconfinitracoppiae

realtàsociale(parentaleeamicale).Altermineditaleprocessoleduepersonesono

un’entità sola, seppure formata da due elementi con caratteristiche simili o

differentimaciascunoconlapropriaunicità.

1.2.Lacrisidicoppia

Potremmoconcluderequindicon la frase:“…evissero felici e contenti!”, tuttavia

sappiamoche lavitadiunacoppianonsiesauriscequiperchéciascunacoppia

vieneattraversatadurantelapropriastoriadadiversesollecitazionichepossono

dareluogoadundisfacimentodegliequilibrimessiinattofinoaqueldeterminato

momento,oalcontrario,alconsolidamentodellastessa.

Traquestesollecitazionitroviamo:

- lutti,traumiomalattie;

- nascita/ricercadifigli;

- cambiamentilavorativiodivitaingenerale(itraslochi,adesempiosonola

terza causa di stress psicologico e disorientamento esistenziale – Selye,

1984);

- l’intromissionediunterzonellegame(nuovopartnerofamiglied’origine).

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Hillhaformulatonel1949ilconcettodi«eventocritico»proprioasignificareun

accadimento, sufficientemente intenso, da provocare cambiamenti nel sistema

familiare, costituendo quindi un punto di svolta per la stessa. Come si può

comprenderequindi, per evento critico, non si intende esclusivamenteun fatto

negativo(comeinfattinonsarebbeunfigliodesiderato)mainognicasositrattadi

unqualcosachecreadisorganizzazionenell’equilibriostabilitofinoadalloraeper

superarlooccorreessereingradodirivederecompitisiadinaturamentale,che

relazionale,checomportamentaleall’internodellacoppia.

Quindi i partner sono chiamati a confrontarsi per affrontare questa nuova fase

della propria vita insieme e, quando non ci riescono, arrivano ad allontanarsi

passandospessoattraversofasidiattaccoallegamestesso,quali:

- critichecontinue,frasididisprezzo,ostruzionismo;

- solitudinericercataeritirodallacoppia;

- tentatividiricondurrel’altroacomeloavevamoconosciutoeamato;

- comunicazionesemprepiùassenteodisfunzionale.

Prima di una separazione fisica vera e propria i partner vivono una

separazioneemotiva,ovvero,unaoentrambelepersoneall’internodellacoppia

iniziano a stare male e creano delle distanze. Tutto ciò comporta una

destrutturazione della personalità perché si torna alla ricerca di una propria

identità,sicreaunadistanzaaffettivadall’altroconlaconseguentesensazionedi

fallimentopernonessersisentiticapacidisalvaguardareilpattodicoppia.

Nella maggior parte dei casi queste fasi separative non vengono vissute in

contemporanea dai partner. Uno dei due può aver già affrontato ed elaborato

questi processi e l’altro, in qualche modo, tende a subirli, spesso sentendosi

impreparato.L’esperienzacheviveilpartnerche“subisce”laseparazioneèmolto

simileaquelladelluttodescrittadaBowlby(1979)esuddivisainquattrofasi.

1) Fasedellanegazione:inquestomomentoisoggettitendonoamanifestare

unostatodiapparentecalmadovutoadunachiusuraemozionale,datada

negazione della realta e soppressione delle emozioni. Durante questo

periodo,ilconiugechevienelasciatotendearifiutarelarealtàcercandonei

fatti di recuperare la relazione interrotta inviando messaggi di

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riappacificazione e tentativi di ritornare insieme. I sentimenti emergenti

sonoquellidiangosciaecollerachepossonoessereseguitidadesideridi

punizione e vendetta. L’odio permane come sentimento che lega i due

partner,spessoinegualmisuraall’amorecheliavevatenutiinsieme.

2) Fasedellaresistenza:inquestostadioBowlbyponealcentrodellareazione

dilutto/separazionelaricercadell’oggettoperduto.Talericercasibasasia

suunprincipioconcretoedifisicitàpercuiilsoggettoagiscesperandoche

lapersonaamataeperdutapossaritornare,siasuunprincipiopsicologico,

ovvero si ripensano nel dettaglio gli eventi che hanno condotto alla

separazioneinunaspeciedi“replaycompulsivo”,conlasperanzaditrovare

eventuali erroriperpoterdareallavicendaunesitodiverso.Superate le

spinte di desiderio e ricerca, subentra un sentimento di rabbia che per

Bowlbyèvistacomeelementofondamentaleperlaristrutturazioneinterna

dellapersonachehasubitol’abbandono.L’odioelarabbiasonoisentimenti

prevalenti e vengono riversati sull’altro attraverso la messa in atto di

scontri, conflitti, ripicche ecc. Seppure spesso distruttiva, questa collera

deveessereinterpretatacomeunacondizionemiranteallacuradiséstessi

esibasasullasegretasperanzache,attaccandoedistruggendoil“cattivo”,

siapossibiletornareastarebene.

3) Ilraggiungimentodellaconsapevolezzadellafinedellastoriaapreleporte

alla fase depressiva. In questo momento la persona prende atto della

perdita e sta male. La presa di coscienza della perdita viene vissuta

soprattutto come mancanza di quella base sicura cui la persona

abbandonata aveva fatto riferimento fino a poco tempo prima. Questa

condizioneprovocaunostatodidisorganizzazioneedisperazione,percuiil

soggettosisenteframmentato,svuotato,senzapiùconfinisicuri.

4) Fasedell’accettazione:èl’ultimogradinoedecaratterizzatodaunpercorso

che porta alla riorganizzazione di se e della propria esistenza.

SecondoBowlby,l’opportunitadiscaricarsiemotivamenteeuningrediente

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essenziale per un lutto sano; essa diminuisce infatti la possibilita che il

soggettoutilizzimanovredifensive,cheinvecesonorichiestedallemanovre

inespresse e da tutto cio che resta non detto o addirittura negato

dall’ambiente.

In mediazione è possibile che anche durante la fase di accettazione

permanganosentimentidicolleraesensodicolpa.Ciòstarebbeasignificarechela

separazioneemotivanonèancoracompletaedè importante tenerepresente la

possibilitàchesialimentinodinamicheconflittualimoltogravi.Inquesticasiuno

deiduenonriesceadaccettareildistaccoeadelaborareildoloreconseguentealla

perditadellarelazioneeilsuccessivoabbandono.

Daquiilcorsoericorsoadattigiudiziarichevannoadinasprireilconflitto.

Conoscereeaiutarea riconosceredoveè ciascunmembrodella coppiaèmolto

importante inmediazione e rispecchiare i sentimenti che emergono durante la

mediazioneaiutadurantequestoprocesso.

È chiaro, che la dimensione elaborativa ha che fare soprattutto con

l’attraversamentodeiconflittitrapartiinterne,adesempiotraquantosostieneuna

negazioneequantosostienelapresadicoscienza.

1.3Coppieconfigli:risonanzedellaseparazionesuifigli

Quandounacoppiaconfiglisiseparaèsìundirittodeigenitoriquellodi

mantenereunrapportoquantitativamenteequalitativamentesignificativocon i

proprifigli,maèancorpiù,undirittodellaprolequellodiessereesentirsitutelati

inquestafasedicambiamento.

Sinoal2005l’affidamentoesclusivodeifigliminorennieraprevalenteverso

la figura dellamadre (dati ISTAT2011: 80,7% tra le separazioni e 82,7% tra i

divorziati).Con la legge2006n.54viene sancito ildiritto imprescindibilediun

figlioadavererapportistabiliconentrambiigenitoriedaccessoadentrambele

famiglied’origine,fattaeccezioneperlesituazionipregiudizievoli,ovviamente.

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Selacoppiasistafacendolaguerra,solitamentefafaticaaleggereibisogni

delproprio figlio.Tutto il conflittooccupa spazionellamentedell’adulto che, a

livellocerebrale(lodiconoancheleneuroscienze),nonriesceaguardareoltre.

Siinnescanocosìprocessifamiliaridisfunzionalieditriangolazionechepossono

metterearischiolosviluppopsicofisicoesocialedelminore.

Inpsicologiasiparladi traumae inpedagogiaclinicasiparladide-formazione

allorquandoifiglisubisconoilnegatoaccessoalloromondointeriore.Unbambino

chenonsisentepensato,difficilmenteriusciràapensareepensarsicomeessere

nelmondo.

Perapprocciarsiadunconflittodi coppia,dovesonocoinvoltidei figli, è

opportunoquindianalizzarediversifattoricheriguardano:

• l’etàdelfiglio;

• laquantitàequalitàdell’investimentoaffettivo;

• lefigurediriferimentoalternative;

• glielementicaratteriologicidelminore;

• lemodalitàdigestionedelconflittodapartedeiconiugi,

Cigolievidenzia(Lapsicologiadellaseparazioneedeldivorzio,cit.pag.29)che

«esistonodiversistudichedimostranochelaqualitàdellarelazionetraexconsorti

influisce sull’adattamento dei figli (parenting)». L’età dei figli è sicuramente il

fattorepiùdeterminanteancheinmeritoacomevienecondottalarelazione.

Ogni fase evolutiva comporta lamessa in attodidiverse strategie siada

partedelbambinochedelgenitore.Neiprimitreannidivita,ilbambinononha

alcuna consapevolezza del legame genitoriale; la sua fase evolutiva comporta

l’occuparsi di conoscere il mondo esterno. Siamo nella fase sensoriale, quindi

percepisceemozioninegativecheturbanol’ambientefamiliare,inparticolarecon

lamadreconcuièancorapresenteillegamesimbiotico.

Durantel’etàprescolare(dai3ai6anni),seilbambinovienecoinvoltonel

conflitto, inizia a manifestare atteggiamenti regressivi alla fase di sviluppo

precedente.Metteinattoquindicomportamentimiratiallaricercadiattenzione,

allariconquistadell’amoregenitorialeperduto.Solitamente,aquestaetà,sitende

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adattribuirelacolpadelvissutoabbandonicoalgenitorechehalasciatolacasa

d’origine,conilconseguentesentimentodivicinanzaversoquellorimasto.

Tra i 7 e i 9 anni inizia la scissionedel bambino tra il sentirsi vittima o

colpevole.Èfrequentel’alleanzaversochièpercepitocomecoluichehasubitoil

torto. Varia la situazione tra femmine emaschi: se è il padre a lasciare la casa

familiare,comespessoaccade,ilfigliomaschiovedevenirmenoilpropriomodello

sessuale di riferimento, con possibili difficoltà legate all’identificazione della

propriaidentità;mentrelafigliafemmina,havissutidisvalutazionepersonaleche

potranno comportare difficoltà relazionali nelle primissime esperienze

sentimentali.

Durante la fase preadolescenziale e adolescenziale, quando già sono

presentidiversicambiamentipsicofisiciesociali,lareazionevariaancoraunavolta

edipendeancoradipiùdal livellodiconflittomessoinattoedallacapacitàdei

genitoriditenereamenteleesigenzeeidesiderideifigli.

In generale,minore è il grado di comunicazione efficace tra genitori e figli nel

condividere spiegazioni e regole del nuovo assetto familiare, maggiore sarà la

messa inattodimeccanismididifesadapartedei figlinecessariacontenere lo

statodiangosciaearazionalizzarel’eventotraumatico.

Alcunedifesericorrentiriguardano:

- lascissione:modalitàdiorganizzazioneedecodificadell’esperienzaconla

finalità di assegnarle un valore esclusivamente buono o cattivo, senza

riuscireamantenere lostatodiambivalenzacheconnota ilnuovostatus

familiare.Obianco,onero…lesfumaturedigrigiononsonosostenibilidalla

menteinquestafase.

- La razionalizzazione:modalità cheprevede l’utilizzodiun ragionamento

logico e razionale per cercare di spiegare gli eventi riportandoli ad una

spiegazione sufficientemente accettabile per chi la vive. Un po’ come ha

fattolavolpediEsopoconl’uvachenonriuscivaamangiare.

- Ilcongelamentoemotivo:modalitàdigestionedeglistatiemotividolorosi

che vengono quindi congelati ovvero non riconosciuti; è un modo per

tenereseparatifattidaemozioniestatid’animo.

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- La somatizzazione: si tratta di una modalità di trasferimento di stati

dolorosiaparticorporee(malditesta,maldipancia,ecc.).

Sequestereazionisonoricorrentiunpo’ in tutte le fasidellacrescita,unmodo

molto frequente in adolescenza è quello di ricorrere al compimento di reati. A

questaetà,infatti,ègiàèpresentelacomponentetrasgressivaedimessaallaprova

delconcettodilimite(proprioealtrui),inoltresiinnescanoprocessidiricercadi

attenzione tali dal cercaredimettersi in situazioni che costringano l’intervento

simultaneodeigenitori,chesonoquindi“costretti”aritrovarsiperadempierealla

funzionegenitoriale.

Moffitt (1993) ha analizzato i comportamenti degli adolescenti vedendo

comeilcomportamentodelinquenzialesipossadividereinduecategorie:quelli

chehannouno sviluppo antisocialepersistentenel corsodella vita equelli che

hannounosviluppoantisocialelimitatonellafaseadolescenziale.Moffittstimala

prevalenza di antisociali persistenti nel corso della vita al 5%, sebbene

rappresentinounapercentualemoltomaggiorediattidelinquentiecriminalità.La

genesidiquestomodellodicomportamentoantisociale,oltrearisiedereneidifetti

neuropsicologici e nelQI inferiore, prende origine anchenel caso dimodelli di

scarsa genitorialità e di accesso all'emozionalità negativa e all'impulsività. Ciò

rappresentauncomportamentopatologico,èpermanenteepuòessereresistente

al trattamento.Al contrario, la delinquenza limitata all'adolescenza (lamaggior

partedegliadolescenti)nonèpatologicaepuòessereattribuitaall'apprendimento

(imitazione del corso della vita persistente) e al divario di maturità tra età

biologicaesociale.

Pensandoalledinamichechepossonoinnescarsinellefamigliechevivono

unaseparazionenongestitaadeguatamenteounconflitto,possiamoriscontrare

fenomenidi“triangolazione”,ovverodinamichefamiliaridisfunzionalichevedono

la strumentalizzazionedel figlio come terzo in campo, avente il compito (più o

meno consapevole) di diminuire o gestire lo stress. È frequente infatti che la

comunicazione tra i due ex partner sia così faticosa e insopportabile da essere

bypassata dal figlio che riporta quindi comunicazioni a un genitore da parte

dell’altro.Inquesticasiancheilfigliopuògiocareunapartedaprotagonistaperché

miègiàcapitatodiincontrareragazzieragazzeche,purdinonmettereigenitori

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nellecondizionidiparlarsi,perilterroredieventuali litigi,monopolizzasserole

comunicazioni proprio per salvaguardare eventuali equilibri familiari ristabiliti

dopolaseparazione.

Inquesticasi,comunque,larelazionediventasempredisfunzionale,anche

perchéalteraledifferenzetragenerazioni,comportandosiaunaperditadipotere

del ruolo genitoriale sia una iper-responsabilizzazione dei figli che si vedono

costretti a crescere troppo in fretta perdendo la possibilità di compiere tappe

evolutivefondamentaliperilpropriosviluppopsicoeducativo.

Sempre pensando a dinamiche disfunzionali, Gardner (1985) parla

addiritturadiSindromediAlienazioneParentale(PAS)quandoifigli,inassenzadi

elementi di abuso o violenza, rifiutano o esprimono forti resistenze alla

frequentazione con il genitore non convivente. Di fatto nel DSM5 (Manuale

DiagnosticoeStatisticodeiDisturbiMentaliversioneitaliana2014)noncompare

lameradefinizionedisindromePASma,traiproblemicorrelatiall’allevamento

dei figli, si legge che «problemi cognitivi possono comprendere attribuzioni

negative alle intenzioni altrui, ostilità verso gli altri o, rendere gli altri, capro

espiatorio, e sentimenti non giustificati di alienazione». Ora, che si parli di

triangolazioneodialienazionegenitoriale,citroviamopursempreinunterreno

poco fertile per una crescita serena dei figli che, come abbiamo visto, non

rimangonomaipassiviaquellochesuccedeinfamiglia.

Abbiamo quindi evidenziato che, in base a come la coppia gestisce la

separazioneeilconflitto,esistonomodalitàpiùomenofunzionaliallasalvaguardia

delbenesseredeifigli.

Sicuramente la qualità e la quantità di tempo trascorso con il proprio figlio è

fondamentale,siaperilbambinocheperl’adolescente.Sequestononavviene,nel

bambino c’è il rischio che si instaurino vissuti di abbandono e sintomi di

alienazione genitoriale, quali perdita di contatto con la realtà degli affetti ed

esibizione di astio e disprezzo ingiustificati e continui verso un particolare

genitore, nell’adolescente invece, possono scattare vere e proprie dinamiche

simbioticheconunodeiduegenitorioatteggiamentidiribellione.

Questosiriflettesullacapacitàfuturadiaffrontareegestirelerelazioniamorose

daadultielacreazionedinucleifamiliaripropri.

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Parentieamicisonounarisorsapreziosaalprocessodielaborazionedel

lutto del figlio di genitori separati in quanto forniscono modelli affettivi di

riferimento,adultichepossonosostituirelecarenzediquelligenitoriali.Inquesto

casoèmoltoutilela“Cartadeidirittideifiglinellaseparazionedeigenitori”che,al

primopunto,enunciail«…dirittodiconservareintattiiloroaffetti,direstareuniti

ai fratelli, di mantenere inalterata la relazione con i nonni, di continuare a

frequentareiparentidientrambiiramigenitorialiegliamici».

2.QUANDOLACOPPIACHIEDEAIUTO

Parlare di coppia in conflitto non dovrebbe essere di per sé un’accezione

prettamente negativa. Il conflitto è comunque un fenomeno fisiologico e

inevitabile,cheattraversalequotidianeinterazionie,sebengestito,permettedi

generarecambiamentipositivi.D’altrocantoqualsiasitipodiostilitàconservala

potenzialità di innescare ancheaspetti estremamente distruttivi, che, in alcuni

frangenti,emergonointuttalaloroforzaeprepotenza.

Nellamiaesperienzaprofessionaleilprimomotivodidivergenzatragenitoriresta

ancorailrancoreelarabbiatraidueconiugicheinnescaacatenaunaseriediagiti

sicuramente disfunzionali alla risoluzione del conflitto che possono anche

riguardareifigli.Questiultimi,inquestafase,nonsonovisti.L’ideachemisono

fattaècheleemozionilegateallaseparazionesianotalmentepreponderantiche

nonvisiaspazionellamentedeigenitorinépertenereintestaifigli,nétantomeno

illororuolodigenitori.

Capitadi frequente infatti che,a seguitodiunaconsultazionepedagogicasuun

periododiinsuccessiscolasticiodioppositivitàcomportamentale,iomitroviafar

riflettere i genitori, chemagari sono in fase di separazione o già divorziati da

tempo,sullapossibilitàchelagestionedelconflittopiùomenomanifesto,possa

influirenelquiedoranelprocessoformativodelfiglio.

Spessomitrovoadirecheifiglifannounpo’daantifurtoodacassadirisonanza

alleparetidomestiche.C’èqualcosachenonvaelorourlano.Lofannoconleloro

modalità, quelle che abbiamo elencato sulla base della fase di crescita in cui si

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trovano e, in effetti, raggiungono il loro scopo, perché i genitori si ritrovano lì,

davantiame,aparlarediloroe,inevitabilmente,apensarli.

Vissuti di vulnerabilità e senso di colpa sono frequenti, così come tentativi di

colpevolizzazionetraleparti.

Nell’ultimoannomisonotrovataspessoaconsigliarelamediazionefamiliarecome

luogoperrecuperarelospaziodimentalizzazionedellefunzionimaterneepaterne

nellarelazioneconifigli.

Occorre quindi aiutare i genitori ad attivare la funzione riflessiva intesa

come«funzionementalecheorganizzailnostroealtruicomportamentointermini

dicostruttidellostatomentale.(…)Riguardalaconoscenzadellanaturadiquelle

esperienze che danno origine a certe credenze ed emozioni, dei possibili

comportamentichepermettonodiconoscerecredenzeedesideridellerelazioni

prevedibilitracredenzeedemozioniedeisentimenticaratteristicidiparticolari

fasidellosviluppoorelazioni»(Fonagy,Target,2001,pag.103).

Quindi, parliamo di funzione riflessiva, come capacità di riflessione dello stato

mentaledell’altro,siaquestovistodalpuntodivistatragenitori,siatragenitorie

figli,siatramediatoreeconfliggenti.

Attribuendostatiemotivisirestituiscesignificatoall’altroequestopuòinnescare

la capacità di riacquistare una visionemeno offuscata dei bisogni dell’altro, in

questocasodeifigli.

Quando i genitori non riescono a riflettere l’esperienza delmondo interno del

bambino, negano al bambino la conoscenza e l’accesso ai propri stati interni e

conseguentementelanegazionedellasuaidentità.

Comestannoifigli,cheall’internodiunconflittogenitorialenonsonopiùascoltati?

Selafunzioneriflessivadiventacarente,questasinegafortementealfallimento

della funzione riflessiva genitoriale e alla disfunzione del sistema relazionale

familiare (Boldoni, 2008) e questo potrebbe comportare la messa in atto di

comportamentiaggressiviedievitamentodapartedelbambino.

Quindi,possiamo trovarcidi fronteadunmomentopiùomeno traumaticoche

ferma, paralizza gli aspetti formativi in termini di crescita emotiva, sociale,

relazionale,psichica,ecc.

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Il conflitto cristallizzato, a mio parere, è uno dei tanti aspetti deformativi che

possono stoppare l’aspetto evolutivo in termini pedagogici e, così come questa

crescitacoinvolgediversilivelli,ancheilconflitto,ineffetti,puòriguardareaspetti:

• interni(emotivoaffettivo);

• cognitivi(delpensierocosciente);

• comportamentali;

• contestuali.

Pensandoaquellocheèattualmenteilmioruolo,quandounacoppiachiedeaiuto,

e,comehogiàdettolofaattraversol’antifurtodicasachesièmessoasuonare,

ovveroilfiglio,nellamiaposizione,colcappellodapedagogista,èquellodicapire

innanzitutto quale sia il reale problema (è un effettivo disturbo

dell’apprendimento? È un problema emotivo del figlio slegato dal contesto

familiare?Èunproblemadidinamichefamiliaridisfunzionali?Èunconflittomal

gestito?)e,successivamente,proporreilpercorsopiùadeguatoadaffrontarlo:

- untrattamentoabilitativoeriabilitativoeducativo/pedagogico;

- unpercorsodipotenziamentodelleabilitàscolastiche;

- unsostegnopsicologicoounpercorsopsicoterapeutico;

- unaterapiafamiliare;

- unamediazionefamiliare.

2.1Lafasediconsultazione

Quando arriva una famiglia, preoccupata per l’andamento scolastico del

propriofiglioodellapropriafiglia, l’approcciocheattualmenteadottoechequi

cercodidescrivere,tienecontodidiversifattoriche,guardacaso,hannoachefare

conledisciplinescolastiche:

a. “lastoriaelageografia”diquellafamiglia:chisono?Dovesono?Qualetipodi

tragitto hanno compiuto per arrivare fino a qui? Quanto è stato difficile e

tortuoso? Conoscere approfonditamente la storia e la geografia del nucleo

familiare che si rivolge a noi come professionisti ed “esperti” ci aiuta a

comunicare con loro così come un’insegnante che conosce gli alunni della

propria classe sa come impostare un modello didattico di apprendimento

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personalizzato;

b. la matematica: cosa conta per questa famiglia e cosa no? Chi conta?

Comprenderelascaladeivaloriedelleprioritàèimportanteperchénontutti

richiedono un aiuto per gli stessi motivi. Ci sono genitori seriamente

preoccupati per l’emotività dei propri figli, perché hanno iniziato a

somatizzareunproblema(siaquestoscolasticoofamiliare)edesideranocon

tutto il cuorepoter recuperareunpo’di serenità in casa.Esistonoaltri che

sonopiùpreoccupatiperloscarsorendimentoscolasticoecercanoscorciatoie

perbypassareleprovecheinevitabilmenteilpercorsoscolasticopone.Anche

questi genitori vanno ascoltati ma è chiaro che ci sarà da prevedere un

intervento diverso da quello richiesto. Come genitori. è importante “fare i

conti”conledifficoltàchesiincontranonellacrescitadeiproprifiglimaanche

conlepotenzialitàchecomunqueesistonoevannoincrementate.Equindiun

altrospettodavalutareèqualisonolepotenzialitàdiquellafamigliaprovando

adosservarlanonsoloapartiredaciòchenon funzionamasoprattuttoda

quellocheèfontedirisorsaeopportunità.

c. l’italianoelelinguestraniere:comunicaresignificaanchedeciderechetipodi

linguaggio utilizzare per potersi comprendere meglio. Avvicinarsi il più

possibile al linguaggio in uso comune del nostro interlocutore (adulti,

adolescenti, bambini) è certamente la via più corretta per sperare che il

messaggiochevogliamocomunicaregiungaadestinazioneevengacompreso.

d. l’educazione tecnica e artistica: sempre nell’ottica della comunicazione e

dell’ascoltodell’altro,ilprofessionistapuòavvalersideimezzipiùdiversiper

costruireundialogoefficace.Avolteundisegno,unametafora,unracconto

possonoaiutarelacomprensioneelacomunicazioneempatica.

Solitamente,quandogiàdallaprimatelefonatadirichiestadiaiuto,intuiscoche

l’assettofamiliarehaunruolocentralesulmalesseredelfiglio,nonconducolafase

di consultazione da sola ma vi avvalgo della collaborazione di una psicologa

psicoterapeuta. Incontriamo insieme la coppia genitoriale, nel primo incontro,

dovesiraccolgonotuttiidatianamnesticirelativiallastoriadelbambinopartendo

peròdaquandosisonoconosciutigliadulti,dalladecisionediunirsicomecoppia

di fatto o matrimoniale, sino ad arrivare alla nascita del figlio (desiderata o

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improvvisa).

I successivi dati che raccogliamo, trattandosi ancora questo di un approccio

psicoeducativoriguardano:

- lafasedellagravidanza,ilpartoel’allattamento;

- ilrapportoconeventualifratelliosorellemaggioriominori;

- l’acquisizioneelosviluppodellinguaggio;

- leprassie;

- l’alimentazione;

- ilritmosonno-veglia;

- letappedellosviluppo;

- letappescolastiche;

- leattivitàsportiveeglihobbyattualiepregressi;

- lerisorseelepotenzialitàdelminore;

- le difficoltà significative che riscontrano i genitori (nella relazione, in

ambitoscolastico,sociale,ecc.).

Sulla base degli aspetti che emergono durante questo primo colloquio, che

definiamopsicoeducativo,vienepresaunadecisionecondivisaevieneproposto

allafamigliacomecontinuarelafasediconsultazione,chericordiamo,haloscopo

di inquadrare il problema, dare una restituzione ai genitori e alminore stesso

(adeguatainbaseall’età)efareunapropostariabilitativaoterapeutica.

Il percorso di valutazione può quindi proseguire attraverso una valutazione

esclusivamentepsicologica,ounicamentepedagogica,oppurecondivisa,sullabase

diquellechesonoleproblematicheemergenti.Questafaseduradisolitoquattroo

cinqueincontri.Alterminediquestoperiodovienefattaunarestituzioneprimaai

genitoriepoial/lafiglio/a.Lacurael’attenzioneneiconfrontidiquestomomento

didialogoeconfrontocon igenitori, inprimis,econ ilminorepoi,sono lebasi

sicureperpoterprocedere.Nonsipuòpensaredicostruireunareteselemaglie

dellastessanonsonostatefilateconcurafindalprincipio.

Siccome,inquesticasi,dovelafamiglianonarrivaconunarichiestaesplicitadi

unamediazionefamiliare,vuoiperchénonsirendecontodiquantoilconflittostia

contaminando la crescita del figlio, vuoi perchénon voglia rendersene conto, è

necessariopartiredalpuntodivistadelminore,equindidarglivoceinunospazio

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euntempobendefiniti. Ovviamentel’etàinfluenzerànotevolmentelemodalità

con cuidecideremodi approcciarci. In taluni casipotràessercidi aiuto il gioco

comemomentoesplorativodeivissutiemotivicheloattraversano,maanchecome

mezzo comunicativo per fare passare un nostro messaggio di accoglienza e

supporto.

2.2Ildisegnodellafamiglia

Unodeglistrumentiutiliacomprenderecomestailfiglioecomestanelrapporto

conetragenitorièquellodel“disegnodellafamiglia”,chiamatoanche“disegno

congiuntodellafamiglia”(Cigoli,GalimbertieMombelli).Questostrumentoviene

utilizzato indiversi setting siapsicoterapeutici cheeducativi chedimediazione

familiare(inbasealtipodiapproccioutilizzato)econtribuisceafornireimportanti

informazioniinmeritoadinamiche,emozioni,ruoli,vissutinelquieora.

Cipossonoessereduemodalitàche,amioparere,sipossonoproporre.

Laprima,unavariantedeltestdiCorman(1967),riguardalarichiestachesifaa

ciascunmembrodella famiglia, riunito inun incontrocondiviso,didisegnare la

propria famiglia. Perciò viene dato a ciascun partecipante un foglio bianco in

formato A4, penne o matite colorate a piacimento. Questo mezzo espressivo

consenteall’individuodiesprimere,attraversouncanalesimbolico,lasuavisione

dellafamigliainqueldatomomento.Lemodalitàdiinterpretazionevarianosulla

basedelsetting.Inunafasediconsultazionediquestogenereèutilechiedereai

partecipanti cosa vedono nei rispettivi disegni dei propri familiari per far

emergere analogie, differenze e offrire uno spazio di comunicazione tra i

partecipanti.

L’altra modalità (Bing, 1970 e Mazzei, 2002), più di stampo mediativo,

prevedelaseguenteconsegnasiaaigenitoricheaifigli:“Fateundisegnoinsieme,

rappresentatevicosìcomesieteora,mentrestatefacendoqualcosa.Ognunodivoi

può disegnare se stesso o gli altri, come preferisce. Può disegnare le persone in

qualsiasiposizionedelfoglio,conl’unicalimitazioneditenerelostessopennarello

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per tutta la durata della prova, inmodo da potervi successivamente identificare

attraversoilcoloreidisegni.”

Questatecnica,seutilizzataproprioinmediazione,inrealtàprevedequattrofasi

(Mazzei,2002):

1)preparazionedell’incontro:finalitàedesigenze,modalitàdell’incontro,

condividerecosadireaibambini;

2) l’appuntamento con tutta la famiglia: colloquio con i bambini,

realizzazionedeldisegnocongiunto,brevecommento;

3)l’analisiconigenitori;

4) laconclusione:alterminedellamediazione, inunsecondomomento, i

genitoricomunicanolelorodecisioniaifigli.

Questaprovaconsentediosservaresiailcontenutosimbolicodeldisegnosiacome

i partecipanti hanno interagito tra di loro durante le fasi di realizzazione del

compito.Talemodalitàpuòprevedereancheunavideoregistrazione.

Questostrumentorisultaesseremoltosignificativoperimembridiunafamiglia

chestavivendounconflittoperchéglisichiede,ancheseperunbrevemomento,

dicostruirequalcosainsieme,potenzialitàchespessovienevissutacomeperduta

daimembri.

L’osservazione, anche in questo caso, deve servire soprattutto ai genitori per

interrogarsisueventualibisogniedesigenzedeifigli,quindinonèilprofessionista

cheeffettuaun’analisioun’interpretazione.

2.3Quandosiproponelamediazione

Al termine della fase di consultazione si raccolgono i pezzi e si prova a

comporreilpuzzle.Comehogiàdetto,inquesticasidiesperienzaprofessionale

personaleèquasisempreilbambinocheceliportaesolitamenteilnostrocompito

diventa quello di fare da contenitori significanti di quel carico che per loro è

diventatotroppoonerosodasopportare.

Una volta salvaguardato il benessere del bambino, o attraverso un percorso

educativoopiùdicaratterepsicologicoepsicoterapeutico,inbaseallenecessità,è

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opportuno condividere con i genitori se e a cosapossa servireunamediazione

famigliare.

Inunacoppiachesi separacipossonoessereconflitti esistentio latenti.

Sonolatentiquandolepartinonmanifestanocomportamentivisibilierilevabilidi

unaincompatibilità,ma,spessoifiglinerespiranoleparticellenell’aria.

Quindi,perchégestireunconflitto,anchequandomagariènascosto?

Sappiamocheilconflittoinséèunfatto,ofenomeno,avalenzaneutramachepuò

essere costruttivoodistruttivo inbasea comevienegestito. Si interviene sulla

gestione,elasiconsiglia,perché,sièpreoccupatisullasuaintrinsecapotenzialità

distruttiva e autodistruttiva e si offrono strumenti affinché ci siano valenze

positive di trasformazione e di cambiamento. Quindi l’intervento deve essere

finalizzatoatrasformareun’attualitàcostruttiva.

Ritengoche l’approccio trasformativodellamediazione familiaresiamoltoutile

per offrire quel contenitore utile alla presa di contatto con le proprie e altrui

problematiche emotive, perciò, se riteniamo che anche per i genitori ci sai un

eccessivo carico da sopportare penso che la mediazione si possa prospettare

effettivamente comeunapossibile soluzionealmomentodi crisi cheattraversa

nonsololacoppiamalafamigliastessa.

3.LAMEDIAZIONEFAMILIARE

3.1Guardareilconflittoattraversoilsuoriflesso

Pensandoalconflitto,alleangoscecheloalimentanoeallanecessitàdiintrodurre

un terzo, neutrale che se ne occupimi è venuto inmente ilmito diMedusa, il

famosomostroconicapellidiserpentielosguardopietrificante.Ilconflittononè

forsequalcosadipotenzialmentespaventosoepietrificante?

Sappiamo però che Medusa non è sempre stata una creatura perfida e

malvagia, anzi, inizialmente era una splendida fanciulla che aveva sviluppato

l’abilità di sedurre gli uomini semplicemente con il suo sguardo, tanto da far

invaghire di sé addirittura il dio delmare, Poseidone. Già questo ci conduce a

rifletteresull’assonanzasimbolicacheattraversa lacoppiadalla fase idealizzata

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meravigliosaallafaseconflittualepercepitacomemostruosa.Laleggendaracconta

cheMedusafutramutatainmostrodaAtena,operchéavrebbevolutopunirlaper

essere stata conPoseidoneoperché la stessaavevaosato competere con lei in

bellezza.Unavoltatrasformatalacreaturafurelegatainun’isolaoltreoceanoefu

il rediSefiro,Polidette,che inviòPerseoaucciderla.Quest’ultimoriuscìa farlo

utilizzandoilproprioscudoperpoterlaosservaresenzarimanernepietrificatoe,

cosìfacendo,letagliòlatesta.

Ora,nonstoadaddentrarminelmito,maamioparere,lamediazioneeilmediatore

non sono altro che lo scudo attraverso cui riuscire a guardare il conflitto. In

particolare,l’approcciotrasformativo,chenonsiaddentraneifatti,neiparticolari

dellastoria,amenochenonsianoiconfliggentiaportarla,siponeinquestaottica

distrumentoattraversocuiosservarequalcosadipotenzialmentedistruttivoper

arrivareaneutralizzarneglieffetti.

Forseèancheperquestoche,ingenerale,quandocisioccupadiconflitto,sidice

chelosideveapprocciareinmanieraneutra.

Quandounapersonaviveunconflittoeinizialamediazioneèpossibilecheporti

deivissutidiinsofferenzaemalesserericorrenti,soprattuttorispettoalfattocheè

luiesololuiasubireilconflitto,nonpercolpasuamaperl’altroe,perchistanel

conflitto,ènaturalepensarechelaragionesiasolodallasuaparte.

Ciascunodeisoggettiinconflittosirappresentaindeterminatevesti,unpo’come

Medusa.Lacontropartevienedisolitoraccontatainduemodalità:unaidealizzante

e una demonizzante. Sarà frequente che entrambe le parti portino esempi a

sostegnodelleproprietesiechecerchinodicondurciversoilloropuntodivista.

Di fronte aduna situazione conflittuale, in termini controtransferali, quello che

provanoimediatorièspessounsentimentodidisagio.Leemozionicheemergono

dairaccontihannospessodeipunticomuniinterminidivissutidirabbia,tristezza,

delusione, sensazione di fallimento ecc. In termini bioniani la funzione che

abbiamo in quel momento è proprio quella di farsi contenitori e quello che è

significativoèchequestospaziodiconfrontosipongasuunregistrorelazionale.

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3.2Lacassettadegliattrezzidelmediatorefamiliare

Diversi sono gli strumenti che il mediatore familiare ha a disposizione. Questi

variano in base alle diverse tipologie di approccio esistenti, tuttavia credo che

l’ascolto,ildialogoelarelazionesianoquellicheaccomunanotuttigliindirizzi.

Inprimis,credosiaimportanteavereintestailproprioruoloelapropriacornice

di riferimento generale. Sappiamo che le tre fasi dellamediazione diMarineau

sono:

1. la tesi/antitesi: che corrispondono alla fase conflittuale vera e propria,

quandovengonoespressiifattichehannoportatoalconflittoedemergono

ivissutiadessoconnessi;

2. la catarsi: la fase in cui le parti scoprono le loro reciproche verità e si

confrontanosuquelle;

3. la sintesi: le due parti scoprono che ci può essere una terza verità che

accomunaleduepartiechequindirisolveilconflitto.

La funzionedelmediatore non è quella di svelare l’accadimentodella catarsi o

dichiararelaragionedapartedientrambeleparti,suggerendoneunaterzachele

accomuni.Ilmediatoreèloscudopermezzodelqualequestosiriflettesullacoppia

stessa.È il facilitatorediquestoprocesso.L’elementodella sintesi,nonavviene

quindipermezzodirettodelmediatoremaperchéleparticiarrivanotradiloro.

Comeciòaccade?Attraversol’utilizzodidiversistrumentivoltiafacilitarequesto

processo.Tra le tecnicheutilizzate abbiamo il genogramma,«ilreframing(nelle

sue forme di riassunto, parafrasi, perifrasi, traduzione, specchio, restituzione

elooping), l’uso della domanda, la reciprocizzazione, il futurocentrismo, la

normalizzazione,ladissonanzacognitiva,leinversionidiruolo,lasimbolizzazione

(o tecniche simboliche), i sentiti emozionali, la razionalizzazione

cognitiva, l’ascoltoempaticoattivo, l’analisidelladomanda, il brainstorming, la

negoziazione ragionata, l’uso dei paradossi, e diverse altre. Nel caso fosse

necessario,inquantolacoppiahaunvissutodiviolenzaodiabusocheimpedisce

aigenitoridicollaborarenellacuraenell’educazionedeifigli,vienecondottaanche

unasedutasecondoilmodellocatartico.

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Possono essere eventualmente invitati a partecipare i figli o esserepresenti gli

avvocati delle parti, come sarà possibile osservare, così come possono essere

condotti incontri individuali, tuttavia,nonesisteunaprocedurapredeterminata,

verràdecisoinbaseadognisingolocaso»(Buzzi).

3.2.1L’ascoltoattivooempatico

Ingenerale,“ascoltare”significa«udireconattenzione»(AA.VV.,1987:144).Vuol

dire,quindi,sospenderelenostreattività,perdedicarciadaltro, inmanierapiù

attentae“partecipata”.Sisottolineailfattochesiamocoinvolti,chec’èunimpegno

dapartenostra,altrimentipotremmosolamentesentire,comesefossimodistratti

daunrumoredisottofondo.Siintende,anche,checiinteressatuttociòcheviene

detto,che,primaditutto,esistel'attodiascoltareechequestononprevede,diper

sé, l'espressione dell'interpretazione, o del giudizio e nessuna azione verso chi

parla,diversadall'ascoltare.

Considerando i luoghi idoneiall’ascolto,potremmodireche,perporsi in

unaposizionediascolto,quindi,nondovremmosubireildisturbodialcunaltro

elemento esterno. La stanza che ci accoglie dovrebbe essere ben tutelata

dall’essereoggettodiinterferenzeestrinsecheche,inqualchemodo,potrebbero

distogliercidall’esseresufficientementeattentiallanostrafontediinteresse.Per

uncolloquiodiascoltoindividualesarebbepreferibilenonutilizzarescrivanieo

tavolitral’interlocutoreeilmediatoree,credosiaimportantechel’ambientesia

neutro nei colori e nelle sollecitazioni esattemente così come sarà il ruolo del

mediatore.

Rispetto a come si ascolta ritengo fondamentale la necessità di formarsi

all’ascoltoperchécredoche,al giornod’oggi, sianopoche lepersonechesanno

ascoltare veramente, ascoltare anche con gli occhi e le mani, non solo con le

orecchie.

Ilpercorsodiformazioneperdiventaremediatorifamiliarièeffettivamente

un’opportunità per “formarsi all’ascolto” che, successivamente, conduce a

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riflettere con pensiero critico al fine di porsi come attenti osservatori delle

poliedricitàdellavitacosìcomedellepersone.

Èimportantetenereamentecheesistonodiversicanalicomunicativi,cheè

impossibilenoncomunicare,chelacomunicazionedipendedallapunteggiaturae

quindidalpuntodivistadichiparlaedichiascolta,chelarelazioneoilvissuto

personalepossonoinfluenzarel’ascolto,chediversirapportidisimmetriapossono

influenzarelacomunicazione.

Farsentirel’altrocompresoeaccoltoèsicuramenteilprimopassoperfavorirela

comprensioneel’accoglienzatradueparticheconfliggono.

Per fare ciò, non solo bisogna ascoltare, ma bisogna anche ascoltare

empaticamente,ovverocercaredicapirecosastannoprovandolepersoneconle

qualièincorsounamediazione.

Quindièfondamentaleastenersida:

- proporresoluzioni;

- proporreinterpretazioni;

- comunicareun’intenzionalitàesploratoriaeindagativa.

Bisogna ascoltare i fatti e ascoltare i vissuti esplicitandoli, dando l’idea di

un’accettazione incondizionata della persona. Da qui la regola che ilmediatore

deveessere:

- terzo;

- neutrale;

- imparziale.

Ascoltareinmodoempaticosignificaessereapertiversol’altro,cercaredimettersi

neisuoipanni,prestandoattenzionea tutti i segnalicomunicativiverbalienon

verbali,checilancia,mantenendosiinunaposizionenongiudicante.

Tuttiimodellidimediazionesibasanosull’ascoltoattivoempatico,alcunitramite

isentitiemozionali,altritramiteilrispecchiamento.

Lo strumento utilizzato nella mediazione trasformativa, finalizzato proprio a

questapratica,è l’utilizzodeicosiddetti “sentiti”. I “sentiti”sonorestituzionidi

vissutichepercepiamonelraccontodelnostrointerlocutorechevengonorestituiti

sottoformadifrasiaffermative(ades.“Lasentoarrabbiato/a”).Lalorofunzione

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principaleèquelladispostarelaconversazionedaunpianodellanarrazione(“…è

successoquestoequello…,miha fattoquestoepoi…”)adunpianopiù internoe

quindivannoalavoraresulriconoscimento.

Questatecnicahadiversieffettisull’interlocutoreesulcolloquio:

- fasentirelapersonaascoltata;

- contribuisceall’instaurarsidelrapportodifiduciacolmediatore;

- aiutaaspostare ildiscorsosualtriargomentieadevitareche leparti si

avviluppinosempresuglistessidiscorsi;

- esercita quella che Bion definisce “funzione alpha”, ovvero assegna un

nomeallecose,cosìcome fa lamadreneiconfrontidelbambinoquando

lalleggiaeindicaunoggettoovuoleesprimereun’emozione,quindi,funge

dacontenimento.

Esprimereunsentitononèsemplice.Innanzituttodobbiamostaremoltoattenti

all’effettochepuòaveresudinoil’ascoltodiquellastoria.Infatti,quandocisono

vissutimoltodolorosi (ferita, paura, forte sofferenza…), il rischioèquello che i

mediatoririfugganoquestisentimentienonlirestituiscanointerminidisentiti.In

altre parole non riescono a sentirli e tantomeno a restituirli. Se abbiamo

l’impressione che certe emozioni non ci arrivino è perché siamo coinvolti e

tentiamodievitarleperchécifarebberostaremale.

Inoltre è opportunononusare sfumature come “sentounpo’ di rabbia”,meglio

restituirelarabbiasenzadefinirnelaquantità.

Cisonosentitiricorrentineicolloquidimediazione:rabbia,frustrazione,fastidio,

presa in giro, svalutazione, mancato riconoscimento, preoccupazione e,

personalmente,hoprovatoadampliareilmiovocabolarioannotandodivoltain

voltaleemozionicheemergevanodurantelesimulazionieffettuatenelpercorso

formativo,raccogliendoleinununico“alfabetodeisentiti”(vediappendice).

Altriaccorgimentidatenerepresenteriguardanoilfattodinonrestituiresentiti

“complessivi”,ovverocheriguardano l’unoo l’altrodeiconfliggentinellostesso

momento(es.“Visentoarrabbiati”).Èpreferibilerivolgersisempreaciascunoin

maniera individuale, casomai prima verso l’uno e poi all’altro: “Ti sento

arrabbiato”.

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Alivellodifeedbackcomunicativo,ciaccorgiamodell’esitopositivodelcolloquio

quandoavvieneunade-escalationdelconflittoequandoilconfliggentecirisponde

aggiustando qualcosa che abbiamo detto. Questo è spesso sinonimo di

concertazioneerelazione.Unvissutoemotivorestituitonelmodoonelmomento

sbagliatoinvecerischiadicrearel’effettooppostoeriaccendereglianimiperchési

rischiadiricreareladinamicadinonriconoscimentospessopresenteneiconflitti.

Inoltre,èutileutilizzareduranteilcolloquioancheun“riassuntoincorsod’opera”

cheservepermettereordinenelracconto,farsentirelepartiascoltateeverificare

seabbiamocapitoipuntidivistareciproci.Ingeneralecomunque,inqualsiasifase

dellamediazionel’ascoltoempaticononprevedemaiconsigli,soluzioni,giudiziin

meritoalleragionidelconflitto.

Quindi,ricapitolando:

- seilmediantefafaticaadesprimersinonbisognacercaredifarloparlarea

tuttiicosti,sarebbepiùutilepiuttostochiederglisehafattofaticaadessere

lìadincontrarciinquelmomento;

- sonoassolutamentevietaticonsigliesoluzioni;

- nonoccorrefaredomandeinterrogatorie;

- ènecessariotollerareisilenzi;

- occorrericordareericordarsichesiètenutialsegretoprofessionale(anche

conaltriservizicoinvolti).

- laprivacysulpercorsodimediazionevatutelata,quindiilmediatorenon

relazionamaiagliassistentisocialioalgiudice:puòsolodire,seloritiene

necessario,seilpercorsostaavvenendooppureno;

Ho trattato l’ascolto attivo empatico come strumento fondamentale della

mediazione perché ad oggi è sicuramente quello che sento più affine alle mie

potenzialitàeallamiapratica.Credofortementechequestosiautilesoprattutto

per ilmiglioramento delle capacità comunicative e di relazione, l’emersione, la

percezionee lapossibilitàdi soddisfazionedeibisogni interniedesterni,anche

nell’otticadell’empowermentdellaretefamiliare.

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3.3.Riconoscimentoeritornodellacomunicazione/relazione

Ilriconoscimentoèunadellecondizionifondamentalidell’essereumano.Quando

questacondizionevienesalvaguardata il conflittosubisceunade-escalation.Un

genitore che torna a comunicare è un adulto che riscopre la potenzialità di

generarecondizionieducativenellarelazione,diidentificarenuovesituazioniper

suscitare interrogativi non soloneipiùpiccolima in tutti i coloro chevogliano

vivereappienounmomentodicosìfortelegame.Ilrisultato,inunrapportocome

questo,simanifestasoprattuttoattraversolaquantitàdistimolazioneeducativa

che coinvolge, incessantemente, adulto e bambino in ugualemisura. L’adulto si

propone comeconduttore consapevoledelmomentodi gioco,ma si arricchisce

piacevolmentetramiteifeedbackprovenientidall’eventoeducativo.

Credosiaimportantecontinuareacoltivarelarelazioneelaritualitàche

talerapportocomporta.Credosidebbamantenerevivalacapacitàdileggereed

interpretarelarispostaalmessaggioeducativodapartediciascunessere,perché

lecapacitàdiascoltare,capireesaperleggerel’altrocostituisconoifondamentiper

unarelazioneveramenteempatica.

Nonavendoancorapotutosperimentarelostrumentodellamediazionein

famiglia,mifacomunquepiacerecondividereunesempiodiutilizzodell’ascolto

attivo empatico in un contesto scolastico dove il conflitto, in questo caso, era

esistentetragenitoriedinsegnantiedove,Claudio,erailbambinotiratoinmezzo

in questa relazione disfunzionale e, per tale motivo, quello che ha iniziato a

suonarecomel’antifurtodicasa.

Claudioeraunbambinodi8annichefrequentavalaclasseterzadellascuola

primaria.Inviatopressoilmiostudiodaunalogopedistadelserviziopubblicoperché

DSA(disortograficoedisgrafico)enecessitantediunpercorsodiabilitazioneagli

strumenti compensativi. La storia della sua famiglia comprende un matrimonio

fallito dalla parte dellamadre, rumena, con un figlio più grande che abita fuori

dall’Italiaedelqualenonvamoltofieraperviadiscelteantisocialieincapacitàdi

integrazionenelcontestoitalianoeunpadre,italiano,chesiriconoscenelfiglio,sia

perledifficoltàscolastiche,siaperlasuanegazioneperilcalciochelohaportatoa

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difficoltàdiintegrazionetrapari.Claudioballa.Èmoltobravonelcorsodihip-hop

nelqualeèinserito,amasentirsialcentrodell’attenzione,ma,ascuola,adettadei

genitori,nonsisentecapito.Parechegliinsegnantinonabbianolecompetenzeper

trasmetterglinozionieconcetti,néperinteressarloemotivarloaisuccessiscolastici

che,ahimè,sonosempremenofrequenti.Oltreadunarichiestadiaiutoperilfiglio,i

genitoridiClaudiomiportanoanchelafortepreoccupazionechequellascuolasia

effettivamenteadattaa lui e la richiesta di aiutarli a valutare la fattibilità di un

cambiamentodiistitutoscolasticoalterminedellaclasseterza.

AseguitodelperiododiconsultazioneconClaudioappareevidentelasua

scarsamotivazione(“intantosbagliosempre”e“prendosemprebruttivoti”).Capisco

cheilbambinononèassolutamenteconsapevoledelsuodisturbodiapprendimento

manemmenodellesuepotenzialità.Decidodiascoltareanchelemaestredellascuola

chemi riportanounagrossadifficoltàacoinvolgerlodurante ladidattica,a farlo

integrare in un gruppo che viene comunque definito “classe difficile e molto

competitiva”eunagrandefaticaatrovareunagiustaalleanzaconigenitori.Lenote

suldiario,dovesiinformalafamigliasulloscarsocomportamentodellostudentenon

trovano risposte di collaborazione, anzi sembrano innescare delle dinamiche

conflittuali edi triangolazione.Claudio vaa scuolaadirealle insegnanti “senon

prendoalmeno8lamammanonmiportadainonni”,enellostessotempovaacasa

eracconta“Giadamihapicchiatoelamaestranonl’hasgridata”.

Aldilàdegliaspettidifragilitàdelbambinomiapparechiarochelascarsa

comunicazioneefiduciaintercorsatramaestreegenitoriinnescadeicomportamenti

disfunzionaliall’apprendimentoperl’alunnocheevitailcompito,cercaalleanze,ha

unascarsaautostimadellepropriecapacità.

Decidopertantosimettereinsiemegliattoridiquestoquadropirandelliano

doveciascunohaindossatounamascheradifronteall’altrodifficiledamodificare.

Esplicitocontuttilanecessitàdiritrovarsipercondividereilprogettoeducativodi

Claudioenulladipiù.

Duranteilcolloquio,rigorosamenteincerchio,allapresenzadeigenitoridi

Claudioedellesueduemaestre,hochiestoaciascunodicondividereilpropriopunto

di vista rispetto alla situazione. Non negomomenti di tensione e imbarazzo. Era

evidenteunproblemadiriconoscimentodelleparti.Lemaestresisentivanoattaccate

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nel loro ruolodi insegnanti ed espertedell’apprendimento. I genitori si sentivano

giudicatiperleoppositivitàdelfiglioascuola.

In quella circostanzaho restituitodiversi sentiti emozionali in termini di

fatica,pauradigiudizio,preoccupazione,paura, rabbia, frustrazione, cercandodi

bilanciaregliinterventiversotuttiequattroipartecipanti.Èstatocatarticovedere

come, ad un certo momento le insegnanti siano riuscite ad ammettere la loro

incompetenza, proprio in termini di formazione e preparazione, nel cercare di

comprendereledifficoltàdellorostudenteeigenitoridiammetterelapropriapaura

di sentirsigiudicati e richiamati tutte levolte cheapparivano lenote suldiarioo

venivanofermatifuoridascuola.

Questomomentodichiarificazioneeconfrontohapermessolacondivisione

dibuoneprassichesonostatefornitealle insegnantirispettoacomeapprocciarsi

didatticamenteaClaudioedinuoveregolecomunicativetrascuola-famigliaalfine

di non far sentire in difetto i genitori dello studente ma di consentire una

comunicazionefunzionale.Oggi,adistanzadiunanno,questanuovacomunicazione

fattadi telefonatealpostodi richiami suldiarioo richiestedi confronto fuorida

scuola(cheimbarazzavanoigenitoriperchésisentivanodiversidallealtrefamiglie),

funziona ancora. Claudio è finalmente motivato ad andare a scuola. Ottiene

riconoscimenti adeguati al suo impegno e partecipa maggiormente al dialogo

educativo e al confronto didattico. Inoltre le insegnanti hanno previsto a scuola

momentidivisionedi filmsulladiversitàe l’accettazionedell’altro lavorandonon

soloperClaudiomaancheperluielaclassestessa.

Inquestacircostanza,ilsentitodiinadeguatezza,condivisotralepartima,finoad

allora,vissutocome inaccettabileedifficiledaguardare,ha funzionatocomeda

sblocco rispetto alla possibilità di attivare delle competenze fino ad allora non

utilizzate.

Credooffradiversispintidiriflessionepropriorispettoallacapacitàtras-formativa

dellamediazionepropriorispettoallari-appropriazionedeiruolitraadulti.

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CONCLUSIONI

Lafinediunviaggioportasemprelamentealricordodiciòchesièvisto,

fatto, pensato. Nello scorrere di queste immagini non si può non notare una

trasformazioneintimaepersonale,nelmododiessere,pensare,interrogarsi.

Quando si inizia un nuovo percorso ci si trova inizialmente smarriti,

apparentemente disorientati. Successivamente si esce da questo alone di

turbamentotrovandodentroséstessilaforzaeuristicadisperimentarsi,mettersi

allaprova,ricercarsineltrovarelaviagiustadapercorrere.

Lapartenzaèquasisempredifficile.Bisognapossederesufficientecuriosità

pedagogicaperalimentareildesideriodivivereun’esperienzapersonalee,come

tale, unica. Durante questa percorrenza sono fondamentali gli incontri: libri,

persone, oggetti possono modificare un itinerario già programmato e fare

imboccare trattidistrada totalmentedifferenti.L’indicegenerale, chedovrebbe

serviredamappadiriferimento,puòmutaredrasticamente ilpercorsoverso la

metada raggiungere, andando così adarricchireulteriormente la singolaritàdi

questaspedizione.

Nell’avventurarsisitoccanoledimensionipersonali.BildungistUmbildung.

La formazione è trasformazione, è un cambiamento stupefacente che pone il

soggettoalcentroditalericercacomeveroautoredelsuccesso(odell’insuccesso)

delsuopercorso.

Ad oggi,mi sento di essere ancora dentro a questo camminoma con la

consapevolezza che qualcosa si siamesso inmovimento consentendomi già di

ripensareilmiolavoroinunamanieranuova.Ilmioauspicioèquellodiproseguire

inquestaformazioneeportareunesempiodimediazionefamiliareveraepropria

aconclusionedituttoilpercorso.

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APPENDICE

ALFABETO DEI SENTITI

Abbandono Abilità Accettazione Accoglienza Accoramento Accortezza Accudimento Accusa Acerbità Acutezza Adorazione Affanno Affermazione Affetto Affezione Afflizione Aggressione Aggressività Agiatezza Agilità Agitazione Aiuto Algidità Allarme Alleggerimento Allegria Altruismo Amarezza Ambivalenza Ammissione Ammutolimento Amore Amorevolezza Angoscia Angustia Animosità

Annichilimento Ansia Antipatia Apprensione Ardore Argutezza Arguzia Armonia Arroganza Ascolto Asprezza Assenso Astensione Astrattezza Astrazione Astuzia Attaccamento Attenuazione Attenzione Attesa Audacia Autenticità Autocontrollo Autoflagellazione Autorevolezza Autoritarismo Beneficio Benessere Benevolenza Benignità Bisogno Bisogno di attenzione Bisogno di sentirsi capito Bisogno di sminuire Bonarietà Bontà

Brio Brutalità Bullismo Burla Calma Calore Capacità Carità Chiarezza Chiusura Clemenza Codardia Coercizione Coerenza Collera Colpa Comodità Compianto Complicazione Comprensione Concentrazione Conciliabilità Concitazione Concordia Concretezza Conferma Conflittualità Contatto Contesa Contraddizione Contrarietà Contrasto Coraggio Cordoglio Costrizione Crepacuore

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Crudezza Dannazione Danno Debolezza Delicatezza Delusione Demotivazione Depressione Deriva Desiderio Desiderio di riscatto Dettagliatezza Difesa Difficoltà Dimenticanza Dimestichezza Diniego Diplomazia Disaffezione Disagio Disapprovazione Disarmo Disciplina Disconferma Discordia Disgusto Disinvoltura Disperazione Dispiacere Dispiacere Disprezzo Dissenso Distrazione Divertimento Doglia Dolcezza Dolore Dubbio Durezza Eccitazione Effervescenza

Egoismo Esagerazione Esasperazione Esperienza Esplosione Esuberanza Euforia Facilità Fallimento Familiarità Fardello Fastidio Fatica Fede Ferita Fermento Fervore Fiducia Fierezza Fifa Flemma Flessibilità Fobia Forza Fragilità Fraternità Freddezza Frustrazione Fuga Furia Furore Gelo Generosità Gentilezza Gioco Gioia Giovamento Giudizio Goffaggine Gradimento Gravosità

Idolatria Imbarazzo Immobilità Impaccio Impasse Impedimento Impermeabilità Imperturbabilità Incazzatura Inclemenza Incoerenza Incompletezza Incomprensione Incredulità Indeterminatezza Indifferenza Indignazione Indispettito Indisposizione Indulgenza Inefficienza Infelicità Inflessibilità Ingiustizia Inimicizia Inquietudine Insoddisfazione Intensità Interesse Interrogazione Intolleranza Intoppo Intralcio Intuito Inutilità Invasione Invischiamento Ipocrisia Ira Irrequietezza Irritazione

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Isolamento Liberazione Limpidezza Livore Lotta Lutto Maestria Malagevolezza Malevolenza Mancanza Mancanza di strumenti Mancato riconoscimento Masochismo Materialità Maternità Maturità Meraviglia Meschinità metterci la faccia Mobilità Moderazione Mollezza Narcisismo Necessità Noia Oblio Onere Opacità Operosità Opposizione Oppressione Orgoglio Orrore Oscurità Ostacolo Ostilità Ottimismo Pacatezza Pace Palpitazione Panico

Passione Passività Paternità Patimento Paura Pedanteria Pena Pensiero, pensieroso/a Perdita di tempo Perfidia Permalosità Permeabilità Permissivismo Perplessità Perturbazione Peso Piacere Pienezza Pietà Pignoleria Plagio Positività Possessione Potere Precisione Preconcetto Pregiudizio Preoccupazione Presa in giro Presunzione Prevaricazione Problematicità Professionalità Profondità Prontezza Propensione Protezione Provocazione Pudore Quiete Rabbia

Rabbia trattenuta Raccapriccio Rassegnazione Rassicurazione Realismo Recessione Resilienza Resistenza Richiesta di risarcimento Rifiuto Rigidità Rigore Rilassatezza Rimorso Rimpianto Rinforzo Rinuncia Riscatto Risentimento Risolutezza Ritegno Ritiro Saggezza Sbigottimento Scatto Schiettezza Scioltezza Sconfitta Sconforto Sconvolgimento Scoraggiamento Scoramento Scrupolosità Scuotimento Sdegno Seduzione Semplicità Senso del dovere Senso di fierezza Senso di realtà Senso di responsabilità

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Senso materno Senso paterno Serenità Severità Sfacciataggine Sforzo Sgomento Sicurezza Simpatia Sofferenza Soggezione Solidità Solitudine Sollievo Sonnolenza Sopraffazione Sorpresa Sospetto Sostegno Sottomissione Spasimo

Spavalderia Spirito d'iniziativa Stanchezza Stasi Stento Stizza Strazio Stupore Successo Superficialità Superstizione Svago Svalutazione Temerarietà Tenerezza Tensione Terrore Timidezza Timore Tolleranza Tormento

Tranquillità Trasparenza Travaglio Trepidazione Tribolazione Turbamento Turbolenza Umanità Valore Venerazione Vergogna Verve Vicinanza Viltà Violazione Violenza Vitalità Vittoria Viva apprensione Vivacità

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2003 Umbildung. La “trasformazione”nella formazionedell’uomo,

Bompiani,Milano

2008 Introduzioneallapedagogiaclinica,IlMelangolo,Genova

TOSCANIOliviero

2001 Nonsonoobiettivo,Feltrinelli,Milano

ZANATTAAnnaLaura

1997 Lenuovefamiglie,IlMulino,Bologna

ZIGLIOCorrado-BOCCALONRenato

1996 «Lei vede ma non osserva…» Introduzione all’attività

osservativaineducazione,UTETLibreria,Torino,2002