Tesi Elena Stellin

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Elena Stellin L’ACROPOLI DI PERGAMO I SUOI CONFINI E IL SUO CONTROLLO SUL TERRITORIO Master Itinerante in “Museografia, Architettura e Archeologia. Progettazione Strategica e Gestione Innovativa del patrimonio archeologico Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia Onlus AA 2014/2015

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    Elena Stellin

    LACROPOLI DI PERGAMOI SUOI CONFINI E IL SUO CONTROLLO SUL TERRITORIO

    Master Itinerante in Museografia, Architettura e Archeologia. Progettazione Strategica e Gestione Innovativa del patrimonio archeologico Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia Onlus

    AA 2014/2015

  • Al cospetto di questi nuovi Dei, nel silenzio e in unatmosfera luminosa soffusa, sono ammessi gli eroi, i visitatori che sanno comprendere il rituale della pietra e che sono invitati ad entrare per vivere un rapporto privilegiato con il luogo.

  • A partire dal sec. III a. C., Pergamo fu uno dei maggiori centri culturali e artistici del mondo ellenistico, dotato di splendide costruzioni e monumenti dai sovrani Eumene I, Attalo I, Eumene II, Attalo II. Dopo il 1873 lIstituto Archeologico Ger-manico ha condotto a Pergamo imponenti scavi archeologici che hanno messo in luce limpianto urbanistico della citt, ispirato a criteri di scenografica monumen-talit e destinato a esercitare ampi influssi sulle citt imperiali romane. La citt el-lenistica, chiusa da una cinta di mura con torri, si apriva a ventaglio sul pendio del monte salendo, con successive terrazze, fino allacropoli. Entro le mura un primo gruppo di monumenti comprendeva lagor inferiore e abitazioni private. Segui-vano, su terrazze successive, tre ginnasi con palestre, lo stadio e lauditorio, so-vrastati dai santuari di Era e di Demetra. Sulla sommit del monte lacropoli, con i monumenti pi importanti, era divisa in due parti dalla strada; a destra sorgevano i palazzi reali, le caserme, i magazzini; a sinistra lagor superiore porticata cui seguiva il santuario di Zeus, che aveva al centro il grande altare di marmo (rico-struito presso gli Staatliche Museen di Berlino) eretto da Eumene II tra il 181 e il 159 a. C. Si trattava di una costruzione con portico colonnato ionico su alto podio a zoccolo decorato da un altorilievo con Gigantomachia, allusione simbolica alla vittoria della civilt (gli Attalidi) sulla barbarie (i Galati); anche il muro di fondo del cortile sopraelevato era ornato da un fregio continuo raffigurante scene della vita di Telefo, leroe fondatore di Pergamo. Al tempio di Zeus seguiva la terrazza del santuario di Atena Poliade, il cui tempio dorico era circondato da un portico a due piani con propileo di accesso. Nel santuario erano esposti i famosi gruppi scultorei celebranti le vittorie sui Galati. Sotto il santuario si apriva la cavea del teatro. Sulla terrazza pi alta dellacropoli era il Traianeo, tempio esastilocorinzio costruito in et adrianea. Ai piedi della collina si estese, in et romana, la citt bassa, della quale restano i ruderi di un teatro e di un grande santuario dedicato forse alle divinit orientali. Una strada porticata, in gran parte scavata, portava al celebre santuario di Asclepio, che conserva vari edifici del sec. II d. C. (propi-lei, tempio di Asclepio, edificio per le incubazioni durante le quali appariva il dio guaritore, teatro). Limportanza artistica di Pergamo non sta solo nella sua urba-nistica monumentale ma soprattutto nella sua scuola di scultura, cui affluirono artisti da ogni parte della Grecia, che diede luogo a quella corrente artistica detta appunto pergamena. I maggiori complessi di scultura, come i donari per le vittorie sui Galati (di cui si conoscono da copie il Galata morente dei Musei Capitolini e il Galata che si uccide con la moglie del Museo Nazionale Romano) e il fregio della Gigantomachia sullo zoccolo del celebre altare, sono caratterizzati da composi-zioni mosse e drammatiche, dai ritmi tortili e ascensionali delle figure, dal pathos intenso, dai forti contrasti chiaroscurali. Il fregio interno dellaltare, con episodi della vita di Telefo, rivela invece nuove tendenze verso un racconto pi disteso, continuo, ricco di elementi pittorici e paesistici. Allarte pergamena vanno ascritti anche altri gruppi, come quello celebre di Laocoonte, e il gruppo di Menelao e Patroclo, noto dalla copia fiorentina della Loggia dei Lanzi e del Pasquino. Della perduta pittura pergamena si pu trovare uneco in alcune pitture pompeiane con il mito di Telefo. Grande importanza artistico-culturale ha avuto la Bibliote-ca di Pergamo per la sua struttura e per la quantit di volumi che conteneva.

    La Storia

  • Osservando la pianta dellacropoli, si nota che manca un or-dine unitario ma questo non dovuto solo al fatto che la co-struzione dellacropoli avvenne in periodi di tempo diversi e che era pi difficile sfruttare la breve cresta rocciosa piegata a forme di arco. Predomina invece qui un altro principio ordi-natore: non pi la semplice struttura delle cittadelle greche, fondate su misure costanti, ma un nuovo ordine ottico in rela-zione alluomo grazie al quale viene conferito a ciascuna delle grandi zone lo sviluppo pi imponente e pi affascinante, e le varie parti vengono fuse insieme grazie ad assi ottiche e a giochi prospettici. In tutte le planimetrie ellenistiche le strade erano tracciate secondo un opportuno sistema ortogonale, ma solo ora questo sistema serve come base per assi ottiche di grande effetto, per grandi strade fiancheggiate di portici che terminano in porte fastose e che determinano laspetto del-la citt. Se una planimetria ortogonale viene a urtare, come in questo caso, in determinati ostacoli, vi si rinuncia come a qualcosa di indifferente a condizione per che si possa man-tenere quellordinamento ottico. Il collegamento esteriore dei vari edifici dellacropoli viene determinato da una strada che, partendo da sud, sale il monte, traversa un mercato fiancheg-giato di portici, raggiunge, passando una porta fortificata, la vera e propria spianata dellacropoli e segue infine lampio arco della cresta montuosa. Alla sua destra, verso oriente, si trovavano i palazzi degli Attalidi ancora stranamente mo-desti, raggruppati talvolta intorno a un peristilio, le caserme e i magazzini. A sinistra, su aree molto pi vaste, i santua-ri, grandioso autoritratto della potenza e dello splendore del giovane regno. Questi santuari impersonavano unidea poli-tica o, rovesciando i termini, il ritratto eroico della stirpe do-minante si identificava nei santuari. Ma tutto questo avver-tito sempre con sentimento ellenico. La potenza valida solo in quanto portatrice di qualcosa di spirituale che non pu e non vuole esprimersi nei fastosi palazzi o negli edifici pubbli-ci. Da questo deriva il livello superiore dellarte di Pergamo. Quattro grandi recinti quadrangolari si snodano a forma di ventaglio al margine occidentale della spianata e al tempo stesso ogni recinto da sud a nord ad un livello superiore rispetto a quello precedente: il mercato, la gigantesca terrazza dellaltare di Zeus, il santuario di Atena e il Trajaneum sotto al quale si pu supporre lesistenza di un temenos ellenistico. Tutti questi complessi si aprono verso occidente e lo sguardo spazia libero sullampia valle dominata dalle fortificazioni. La struttura rispecchia dunque in grande la forma di un teatro e proprio un teatro, adagiato come una gigantesca conchiglia sul pendio occidentale dellacropoli, forma effettivamente il centro.

    Il luogo

    Edifici e spazi pubblici

    Biblioteca e tempi privati

    Edifici residenziali privati e arsenale

    In nero, il tracciato della fortificazione

  • I terrazzamenti che caratterizzano lacropoli

    La spina principale del percorso con le ramificazioni secondarie. In

    nero, i vuoti delle corti.

  • Il sistema antico dellacropoli ormai perduto nelle sue rovine e impercettibile al giorno doggi. Il progetto si propone di resti-tuire alla fortezza i suoi percorsi canonici, i suoi ingressi alle varie parti, private o pubbliche, la ridefinizione del suo recinto e laccessibilit di parti non visitabili. Lattuale ingresso allarea archeologica posta a met dellacropoli stessa. Questo di-sorienta il visitatore e non permette una facile lettura delle sue parti. scopo del progetto restituire tre importanti soglie, una allingresso dellarea antica, la seconda allentrata dellAgor e la terza allinizio dellacropoli. proprio qui che si sviluppa un edificio adibito ad accoglienza e museo con relativi servizi quali la biglietteria. oggetto di studio il percorso stesso che parte dal basso dellagor verso lalto, esso si snoda a spina di pesce addentrandosi nelle varie parti in modo differente. Verso est, in modo pi fitto, poich, di fatto, vi era una mag-giore densit architettonica, e verso ovest in modo pi ampio ma tale da percepire i vari livelli di terrazzamenti e cogliere lo splendore del paesaggio. Sempre sul lato est, si deciso di la-vorare sui vuoti prodotti dai cortili interni che caratterizzavano gli edifici antichi esistenti costruiti in questa zona. Per enfatiz-zare tale vuoto si deciso di estrudere strategicamente alcu-ne mura ad un altezza minima per capirne gli spazi. Inoltre, si deciso di adottare un sistema con passerelle che terminano frontali al muro fortificato per enfatizzare limportanza di questo muro di cinta e pertanto il tema della chiusura verso lesterno.

    Lavorando per coerenza sul tema del vuoto, il progetto pro-pone un primo padiglione espositivo, il quale volume sfrutta la differenza di spazio tra un cortile di unantica domus e la sagoma di una torre di controllo bizantina per enfatizzare il ricordo dellantica torre. La stessa torre che riproporzionata si sviluppa subito al di fuori delle mura della fortificazione, congiungendosi con unantica torretta di controllo parzial-mente ricostruita tramite un muro che funge anche da pa-rapetto per un nuovo terrazzamento, quello contemporaneo dedicato al nuovo paesaggio contemporaneo. Sfociati di-rettamente nellarsenale, nella sua estremit, sorge la ri-costruzione di uno stilobate, memore di un tempio antico. Il progetto si ripropone come una ridefinizione dei limiti, persi con il passare del tempo e lo sviluppo di un nuovo rappor-to, quello con il paesaggio, anchesso mutato nel tempo.

    Il progetto

  • Le spine secondarie che permet-tono al visitatore di osservare le

    giaciture estruse

  • Si presenta come un enorme sottoscala a scopo museale che ospita una serie di sale espositive, il suo tetto calpestabile e permette attraverso una scalinata il collegamento con la tor-re contemporanea al di l della cinta muraria. La scalinata scandita da area di sosta sui lati nord e ovest per permettere il visitatore di osservare le giaciture estruse per la lettura dei volumi antichi. La corte interna, che rappresenta la rievocazio-ne della antica torre di controllo funge da perno per le stanze espositive che si articolano lungo i quattro lati della struttu-ra. Si sviluppa secondo la linea conduttrice degli interventi, unarchitettura massiva scavata e plasmata per la creazione di nicchie e stanze. Il volume che occupa la differenza tra larea del cortile interno di unantica domus romana e il vo-lume che occupava la torre probabilmente di et Bizantina.

    La passerella un elemento architettonico ideato per collegare il padiglio-ne con la torre. Essa si appoggia direttamente sulle mura di cinta dellacropoli mettendo il visitatore a stretto contatto con linvolucro protettivo che una volta custodiva la citt alta per-mettendogli di cogliere la sua massa. Ma il suo scopo non solo quello di collegamento, essa si propone anche come mi-rador da cui poter osservare dallalto le rovine ritrovate e capi-re la composizione delle strutture antiche e leggerne i volumi.

    Il padiglione

    A sinistra, sequenza della logica di progetto, il perimetro della torre di

    controllo antica diventa la corte del padiglione

  • Pianta della copertura del padiglione_1:200

  • Pianta del padiglione, la massa scavata_1:200

  • Prospetto ovest esterno del padiglione_1:200

    Prospetto ovest interno del padiglione_1:200

    Prospetto est esterno del padiglione_1:200

    Prospetto est interno del padiglione_1:200

  • Prospetto ovest interno del padiglione_1:200

    Prospetto nord interno del padiglione_1:200

    Prospetto sud esterno del padiglione_1:200

    Prospetto sud interno del padiglione_1:200

  • Ispirata ad antiche torri presenti nellacropoli, la torre rappresenta tra tutti gli elementi con-temporanei dellintervento, il tema della Potenza. Creato per essere un luogo di sosta per la didattica, essa si propone come un mirador verticale, da cui poter ammirare il vasto paesaggio circondante, che ospita tre piani dedicati allapprendimento attraverso ologrammi, statue e reperti archeologici trovati in loco, la composizioni del luogo, le sue stratificazioni ed i suoi cam-biamenti. In pianta, la torre composta da due involucri, uno interno ed uno esterno. Questulti-mo si presenta come un pesante blocco, la quale massa stata scavata e plasmata in modo plastico ed articolato per la creazione di aperture e nicchie espositive che arricchiscono la di-scesa o la salita della stessa. Tra linvolucro esterno e quello interno si sviluppa una scala che appunto segue il perimetro interno della torre e collega i vari piani. Linvolucro interno, invece, funge da guida per lesposizione interna, interropendosi ogni qual volta con delle aperture.La copertura presenta un taglio lungo il perimetro interno della torre per permettere lentrata di luce zenitale nel foyer e per, in qualche modo, ricordare la praticabilit dei tetti delle torri di controllo. La sua immagine esterna si rif alle canoniche feritoie presenti nelle torri di controllo (un esem-pio presente nel sito archeologico stesso in prossimit dellinizio dellarsenale), infatti i suoi prospetti sono caratterizzati da una lunga fascia verticale, una specie di lungo scuretto, sul quale si alternano le aperture, in prossimit delle piazzole di sosta che scandiscono la sca-linata interna. Questa scelta architettonica dovuta alla volont di esprimere unarchitettura chiusa, protettiva, aperta soltanto in piccole parti per permettere di osservare il territorio. Per quanto riguarda laspetto materico e per esprimere il linguaggio monolitico dellarchitettura, si pensato di utilizzare blocchi di cemento trattati cromaticamente, assemblati a secco per la costruzione di tutti i nuovi interventi. Questa decisione garantisce la reversibilit del progetto.

    La passerella un elemento architettonico ideato per collegare il padiglio-ne con la torre. Essa si appoggia direttamente sulle mura di cinta dellacropo-li mettendo il visitatore a stretto contatto con linvolucro protettivo che una volta cu-stodiva la citt alta permettendogli di cogliere la sua massa. Ma il suo scopo non solo quello di collegamento, essa si propone anche come mirador da cui poter osservare dallal-to le rovine ritrovate e capire la composizione delle strutture antiche e leggerne i volumi.

    LAcropoli di Pergamo caratterizzata da livelli di terrazzamenti sui quali si sviluppa la citt e che differenziano le varie zone pubbliche e private. Il muro vuole essere un nuovo terrazza-mento per far fronte al cambiamento del paesaggio ed al suo rapporto pi romantico con il luogo, quindi una sorta di belvedere che accompagna i visitatori nella loro passeggiata esterna lungo il confine delle mura. Questo scandito da tagli a distanza irregolare che permettono la visuale sul panorama ed anche questi sono una ripresa dellidea di feritoia. Inoltre, come spesso accade in molte cinta muraria che proteggono la citt, le torri sono raccordate le une con le altre da mura. Il muro infatti collega la nuova torre con una delle torri antiche, ricostruita parzialmente per percepirne il volume, mediante una lunga scalinata alla quale fine possibile ammirare una prospettiva interessante dellinfilata di torri di controllo Bizantine ancora parzial-mente intatte. Superata questa soglia ci si trova nellarea dellarsenale. Si deciso di estrude-re, ad altezza simbolica, le mura, oggi completamente inesistenti, che racchiudevano larse-nale, sul lato nord-ovest ed ovest per insistere sul tema del recinto come elemento protettivo.

    La torre

  • Pianta del secondo piano della torre, la massa plasmata_1:200

  • Pianta del primo piano della torre_1:200

  • Pianta del primo piano della torre_1:200

  • I prospetti della torre, da est a nord_1:200

  • Lacropoli di Pergamo. I suoi confini e il suo controllo sul territorio.

    La torre e il muro del terrazzamento_Prospetto est

    Prospetto della torre e del muro del terrazzamento da est

  • Sezione della torre e del padiglione

  • Dallalto verso il basso, templi In Antis come il Tesoro di Sicione a Olimpia, i templi peripteri

    presenti nellarea dellAcropoli, quali lAltare di Zeus, Tempio di Atena Polias Nikephoros.

    Sopra, il Tempio A di Agrigento, il cosiddetto Tempio di Eracle.

  • Il Tempio, la rievocazione del suo basamento Giunti allestremo nord del luogo, attraversando gli antichi giardini della Regina, riadattati in arsenale, ci simbatte in uno stilobate, memore di un tempio. Secondo gli studi tede-schi effettuati in pi fasi a partire dal 1881, prima di diven-tare arsenale, la porzione di territorio che si sviluppa come apparente appendice oltre le torri di controllo del muro Bizan-tino, era dedicata, come gi preannunciato, ai giardini della regina allinterno dei quali vi era un tempio apparentemente addossato ad una roccia. Lintervento si propone come una sorta di ricostruzione per anastilosi dello stilobate del presun-to tempio, prendendo in considerazione due importanti fat-tori: la sagoma del suo perimetro tracciata dagli archeologi tedeschi e la presenza dellenorme masso. Si pensa, infatti, che il tempio appoggiasse sullo sperone di rocce e pertanto ne impediva lentrata sul lato rivolto a nord-est. Inoltre, svi-luppando il suo stilobate con il perimetro dato, la cella inter-na risulta essere troppo stretta, incoerente con i canoni e le proporzioni classiche. Sono stati, pertanto, studiati modelli di templi greci per ipotizzare lo sviluppo del tempio, dai templi In Antis come il Tesoro di Sicione a Olimpia, a templi prostili, come i templi peripteri presenti nella stessa area, quali lAl-tare di Zeus, Tempio di Atena Polias Nikephoros e il Tempio di Dioniso che fatalit, hanno tutti un unico accesso frontale. Pertanto lo stilobate, rappresentativo del tempio ormai scom-parso e di cui non conosciamo lordine architettonico, si svi-luppa in coerenza con gli altri templi presenti nellacropoli, ovvero con un accesso frontale, risolvendo cos il problema della presenza del masso. Per la modellazione dello stere-obate/crepidoma del memoriale stato preso come model-lo il Tempio A di Agrigento, il cosiddetto Tempio di Eracle. Secondo ed ultimo elemento deducibile dalle poche infor-mazioni pervenute, la presenza della cella interna, pre-sente in ogni tempio classico. Si deciso di trattare tale elemento come una sorta di negazione, di vuoto, per rap-presentare la sua assenza e pertanto la sua memoria. Lintervento vuole essere una sorta di rievocazione dellan-tico ma, essendo il paesaggio mutato rispetto allantichi-t si offre anche come luogo di sosta e di contemplazione.

    Il tempio, la rievocazione del suo basamento

    Piante di Pergamo con testimonianza del Tempio

  • Foto dellArsenale durante gli scavi tedeschi

  • Lanalisi della forma.La presenza della roccia e le dimensioni traccia-te dagli studi tedeschi portano a dedurre che il tempio avesse unentrata frontale.

    La rievocazione del Tempio secondo le analisi dedotte

  • Lacropoli di Pergamo. I suoi confini e il suo controllo sul territorio.

    Vista del padiglione da sud-ovest

    Vista del padiglione da sud-ovest

  • Vista del padiglione da nord

    Lacropoli di Pergamo. I suoi confini e il suo controllo sul territorio.

    Vista del padiglione da nord

  • Gli interventi da nord-est

    Lacropoli di Pergamo. I suoi confini e il suo controllo sul territorio.

    Vista dellinsieme degli interventi

  • Lacropoli di Pergamo. I suoi confini e il suo controllo sul territorio.

    Vista da nord

    Vista da nord dellintervento

  • BIBLIOGRAFIATesti sullacropoli di Pergamo, larchitettura e lallestimento:

    H. Berve, I templi greci, edizione Sansoni, Firenze 1962.

    e. Boringer, Alterumer von Pergamon, vol.10, Die Hellenistischen Arsenale, W. de Gruyter & Co., Berlino 1937.

    g. Kawerau, Alterumer von Pergamon, vol.5.1, Die Palaste der Hochburg, W. de Gruyter & Co., Berlino 1937.

    H. Stiller, Alterumer von Pergamon, vol.5.2, Das Traianeum, W. de Gruyter & Co., Berlino 1937.

    w. radt, Pergamon, Primus Verlag, Darmstadt 1999.

    r. alBiero, Joo Lus Carrilho da Graa. Monografia. Edizione Electa 2003.

    Book A3_2Nuove