Tesi di progetto - Corsi di laurea in Design -...

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Tesi di progetto Marco Fabbri

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Tesi di progettoMarco Fabbri

Università degli Studi della Repubblica di San MarinoUniversità Iuav di VeneziaCorso di laurea in Disegno industriale, a.a. 2014–15Marco FabbriVisual Food 2.0.Piattaforma open source di graphic design e biodiversità visiva

Stampato in QuadricromiaA5

Font:ITC Franklin GothicSimplon BP Mono

Totale Pagine:104

Presentato in aula in data:28/01/2015

A Te, che ovunque ero, mi hai sempre accompagnato,A mia Mamma e a mio Papà, A mio Fratello ed Alessandra, A tutti i miei parenti,Ai miei amici.

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Indice

Bio data & index consumiPagina 10

Gruppo Acquisto SolidalePagina 13 (inserto)

La mimesi dei beniPagina 14

Il medium del mediumPagina 21

Marian BantjesPagina 23 (inserto)

La neuroscienza nel consumoPagina 28

I processi del cervello creativoPagina 32

Fashion food & food stylePagina 36

Re-image & brand heritagePagina 42

Il codice visivo del ciboPagina 46

Il sapore visivoPagina 50

Le frontiere del self Pagina 53 (inserto)

ConceptPagina 56

Obiettivipagina 57

MediumPagina 58

Target:Pagina 59

DistribuzionePagina 59

Visual Food 2.0Pagina 62

FormatPagina 64

WebsitePagina 68

LibroPagina 84

BibliografiaPagina 55

GlossarioPagina 98

Riferimenti di progettoPagina 99

15=20=60=0

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biodata&indexconsumi

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Nell’ultimo decennio si è delineata una forte tendenza alla produzio-ne di prodotti bio e “a chilometro zero”. Come si può notare secondo lo studio condotto da Mipaaf (Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), i consumi nel mercato italiano del biologico sono cresciuti del 17,3 per cento nei primi cinque mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta dell’aumento di consumi nel comparto più elevato dal 2002.

In questo panorama vediamo in particolare la filiera agroalimentare, che partecipa atti-vamente alla ricostruzione di valori territoria-li e tradizionali legati spesso ad una forte consapevolezza ambientale e alla riscoperta dei gusti che molti prodotti trasmettono al consumatore moderno.

17,3%

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L’aumento delle vendite è affiancato da un’aumento esponenziale degli operatori, secondo il rapporto Bio-Bank 2014 il primato lo detengono i gruppi d’acquisto solidali (GAS) vede l’incremento del 508 per cento 2004 al 2013 (da 15 del 1998 a 146 nel 2004 agli 887 del 2013), a seguire il trend relativo ad Aziende con vendita diretta aumentato del 140 per cento (dai 1.184 spacci rilevati nel 2004 si è passati ai 2.837 censiti del 2013) mentre per i siti di e-commerce di prodotti biologici vie-ne riportato un’incremento del 123 per cento dal 2004 al 2013 (66 siti censiti nel 2004 alla quota di 147 nel 2013), più contenuti sono i mercatini (33 per cento) in-sieme ad i negozi (24 per cento).

AUMenTo Delle VenDITe RAPPoRTo BIoBAnk 2014 - DATI DI InCReMenTo DA 2004 Al 2013

+508%

GAS

+140%

AzIenDA VenDITA

DIReTTA

+123%

e-CoMMeRCe

+24%

neGozI

+33%

MeRCATInI

Il Gruppo d’Acquisto Solidale (GAS) è un canale in cui si aggregano famiglie o singoli per fare acquisti collettivi, ed incontrare alcuni pro-duttori. Ogni gruppo è autonomo nella scelta dei prodotti, dei produt-tori e delle metodologie organizzative. Di seguito alcuni punti chiave per comprendere la filosofia del servizio:

gruppoacquistosolidaleCompra menoCompra più giustoCompra leggeroCompra vicino

Compra sinceroCompra sanoCompra durevole

* www.retegas.org

PRoPoRzIone DI InCReMenTo

2004-2013

AzIenDA VenDITA DIReTTA

2004

2013

2004

2013

GAS

2004

2013

e-CoMMeRCe

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lamimesideibeni

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In questo contesto fertile, fatto di simboli e valori dati dal-la freschezza e dalla tipicità del prodotto ed inteso come terreno nato per favorire mercati locali, agricoltori e piccole aziende, le multinazionali tentano di richiamare a dovere l’attenzione dei consumatori incline ad un mercato rievo-cante la tipicità dei prodotti e le tradizioni.

Le strategie iconografiche dell’industria (relative alla comu-nicazione visiva) tendono a presentarsi autentiche espres-sioni di tradizioni ri-localizzate e contestualizzate, quali causali di un’immaginario simbolico illusorio. Le piccole aziende e gli agricoltori si ritrovano consapevoli della natura del conflitto che li oppone alla pretesa di monopolio dell’in-dustria. Così dicendo, la memoria, i simboli, l’immaginario legati alle pratiche agroalimentari tradizionali svaniscono nella fasulla pretesa dell’ industria.Al fine di ricreare un legame credibile con la tradizione tenta di accaparrarsi un patrimonio lessicale ed iconografico ap-propriato elaborando una vera e propria strategia di brand heritage. La mimesi del prodotto diviene quindi un proble-ma riguardante la riconoscibilità e la distinzione della mer-ce diventando così un mezzo comunicativo per incentivare il consumatore a comprare un verde commodificato per ra-gioni puramente speculative al fine di vendita.

Il marchio Mulino Bianco cognato a Parma nel 1974 è diventato ormai un simbolo di ricerca esasperata dei vecchi valori italiani ora-mai molto lontani.

Di seguito riporterò in pa-rallelo alla mia fase di analisi alcune immagini raffiguranti i valori imma-ginari su cui la pubblicità ha sempre fatto leva.

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Il prodotto bio, tipico e tradizionale è messo in mercato da chi non ne ha il diritto e la divergenza visiva tra i piccoli enti e le grandi multinazionali è sempre meno ri-conoscibile. In italia vengono contate circa un milione di truffe non solo da parte di grandi aziende ma anche da produttori di piccoli dimensioni, esistono infatti quintali di prodotti che vengono scambiati per delizie biologiche sottoposti a severi controlli ma che invece aggirano ogni norma falsificando le etichette e utilizzando, pericolosi pesticidi, liquidi non commestibili o persino sostanze de-stinate all’alimentazione zootecnica.

Nel 2013 il Nucleo Antifrode dei Carabinieri ha seque-strato in tutta italia due milioni di finte etichette biologi-che e confezioni fittizie insieme a 77 mila prodotti agro-alimentari. La Guardia di Finanza invece, ne ha ritirati quasi un milione in un anno. (l’Espresso, Falso bio, un milione di truffe, 16 Ottobre 2013, Arianna Giunti).

Diventa sempre più difficile riconoscere le vere proprietà di un’alimento e di conseguenza diventa anche difficile comunicare visivamente senza mescolarsi all’intensa sfumatura di merci “artificiali” per i motivi sopra citati. Ciò che distingue un bene da un altro, in un mercato vario e globalizzato come questo, è la diversità visiva presente sulle confezioni ed è un elemento indispensa-bile per favorire una chiara e corretta informazione al consumatore che necessità di un bene il meno possibile ingannatorio. Essa si presta ottimamente sia come ele-mento capace di diversificarsi tra le brand di successo sia come fattore di mimetizzazione tra i marchi locali che offrono prodotti genuini e di qualità ricercata. Questo di-venta un campanello d’allarme che mette a rischio spe-cialmente gli agricoltori e produttori rurali che tentano di richiamare la memoria, i simboli di un’imaginario leggete alle pratiche agroalimentari tradizionali. R

udolf KolleR kühe UnD WäSCheRIn AM BACh, 1800-1900

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coca cola ad, 1939

19Rudolf KolleR - MITTAGSMAhl AUF DeM FelDe, 1869

GINo BoccaSIle PeR GINo TaNZI

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ilmediumdelmedium

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and

La comunicazione pubblicitaria orien-ta generalmente il proprio messaggio sui due registri, iconico e testua-le: così come le immagini, anche le espressioni testuali sono costituite da segni e compongono un senso complessivo che il messaggio veico-la canalizzandolo verso l’interpreta-zione progettata.

Marian Bantjes (Canada, 23 marzo 1963)Graphic designer e disegnatrice di caratteri tipografici canadese.

« Marian arriva ai suoi capolavori viaggiando per una vasta gamma di strade tipografiche, dal tradizionalismo calligrafico ai lavori a pattern dell’ Art Decò, dalle offerte dei tem-pli balinesi ai mosaici del Medio Oriente. Il-luminazioni medioevali, iniziali Rococò, sca-rabocchi domestici, romanticismo e pop… tutti danno forma al suo lavoro senza mai apparire nostalgici. I risultati sono sempre

di adesso. »

Stefan Sagmeister,prefazione ad I Wonder di Marian Bantjes 2010

marian bantjes

MaRIaN BaNTjIeS, nIke

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IMMAGIne

fRaNceSco HayeZ, Il BACIo, 1859

l’immagine a volte è più eloquente del testo, mentre questo, ridotto a una o due parole, com-menta l’immagine. Si va quindi da un estremo, in cui lo spazio pubblicitario è affidato total-mente o quasi all’immagine, all’altro, in cui domina la parola e l’immagine non è strettamente necessaria o addiritura non compare.

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il bacio

IMMAGInePARolA

dMITRy VRuBel, FRATeRnAl kISS, 1990

le due immagini pre-se in esame riguardano il dipinto di Francesco hayez e il dipinto rea-lizzato sul muro di Ber-lino da Dmitri Vrubel, entrambe raffiguranoti “il bacio”.

Il bacio è un importante fonte di contatto fisi-co fra due persone ed è per questo che assume diverse caratteristiche e significati a seconda del contesto, pertanto le due immagini colgo-no lo stesso gesto che a sua volta può esse-re distorto dalla cul-tura di un popolo, da avvenimenti accaduti in passato o più semplice-mente dal messaggio.

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Paula Scher è una graphic de-signer americana, nei suoi la-vori utilizzamolto il signifi-cato delle parole per generare composizioni tipografiche im-pattanti sia in 2d che in 3d.

Paula ScHeR, PoSTeR FoR PUBlIC TheATRe, 1995,1996

Paula ScHeR, njPAC, 2001

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Si va quindi da un estremo, in cui lo spazio pubblicitario è affidato totalmente o qua-si all’immagine, all’altro, in cui domina la parola e l’immagine non è strettamente necessaria o addiritura non compare.

Nel primo caso i percorsi di senso avven-gono unicamente a livello figurativo, nel secondo caso essi sono strettamente af-fidati al tema e il percorso interpretativo è tracciato dalla parola.

Oltre a questi casi, in cui l’interpretazio-ne di un messaggio può essere affidata prevalentemente all’immagine oppure alla parola, sono molteplici i casi in cui codice visivo e testuale interagiscono nel-lo stesso messaggio: è in termini di con-figurazione globale che i singoli elementi testuali e iconici compongono un campo, un contesto in cui il messaggio esprime la sua capacita comunicativa.

james Victore è un artista, designer e autore, lavora al MoMa e i suoi lavori sono permanenti in molti musei di fama mondiale. i suoi lavori sono un esempio per studenti che studiano le forme in-terpretative della parola attraverso la calligrafia e la tipografia.

jaMeS VIcToRe, RACISM PoSTeR, 1993

jaMeS VIcToRe, neW yoRk TIMeS MAGAzIne

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la neuro-scienzanelconsumo

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Secondo lo studio condotto dalla Cornell University si specifica che i bambini “[…]sono più attratti dai piatti con sette differenti oggetti e sei differenti colori. Gli adulti, d’altra parte, preferiscono solamente 3 oggetti e 3 colori.”:

“[…]The childrens are most attracted to food plates with seven different items and six different colors. Adults, on the other hand, tend to prefer only three items and three colors, reports a new Cornell study.”. (http://ow.ly/HvvuF)

Infatti, Wansink e i coautori Kevin Kniffin e Mitsuru Shimizu, Asso-ciati alla ricerca post-dottorale Cornell, e Francesca Zampollo della London Metropolitan University presentano a 23 bambini preadole-scienziali e 46 adulti, 48 foto in scala di differenti combinazioni di cibo nel piatto che varia da numero di oggetti, piazzamento in tavola e organizzazione del cibo.

Le analisi presentate nel libro de “Scegliere, comprare, Dinamiche di acquisto in psicologia e neuroscienza” a cura di Michela Balconi e Alessandro Antonietti, dichiarano la presenza di due sistemi che influenzano il consumatore durante la fase d’acquisto: il Sistema 1 e 2 ovvero riguardanti i processi impliciti ed espliciti, di intuizione e ragionamento.

BAMBIno ADUlTo

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Per descrivere brevemente entrambi i sistemi si fa riferimento alla Nobel Lecture del 2002 di Daniel Kahneman nel quale spiega come Il sistema 1 sia un processo percettivo/intuitivo che tende a genera-re impressioni non consapevoli e implicite, mentre il Sistema 2 sia caratterizzato da processi cognitivi sempre espliciti e intenzionali che generano giudizi consapevoli e intenzionali, anche quando non esplicitamente espressi. “[…]

pro-gettomedium

I modelli sulla pubblicità hanno fornito spiegazio-ni sull’impatto del messaggio principalmente sulla base di valutazioni esplicite, mentre ancora poco di può dire dell’impatto su quelle implicite. Nella fase di progettazione del messaggio il progettista imprime all’immagine vincoli percettivi in modo da orientare il processo di lettura, il fruitore d’altra parte ha la possibilità di interpretare l’immagine, quindi: “il signi-ficato di un’immagine viene sinergicamente ricreato ogni volta dall’incontro del’intenzione comunicativa di colui che l’ha prodotta con l’interpretazione del fruitore, che vi sovrappone una propria architettura di significati”. Il fruitore quindi partecipa attivamente alla modifica di tale messaggio e all’interpretazione dell’artefatto applicando le proprie competenze co-gnitive.

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Si precisa che “la lettura di un’immagine dipende pertanto dalla complessità e dall’articolazione di quest’ultima, ma anche dall’intenzione esplorativa di chi la osserva”. Ovviamente la struttura del mes-saggio concorre influisce sulle modalità di lettura e interpretazione del fruitore. Il diverso posizionamento di parole e immagini eterna la lettura finale, tanto che format uguali con all’interno testi e immagini differen-ti sembrano sempre avere una linea di senso uguale e variazioni del format comportano variazioni anche del significato del messaggio in esso contenuto.

fruitore

SISTeMa 1IMPReSSIonI non ConSAPeVolI& IMPlICITe

SISTeMa 2PRoCeSSI eSPlICITIInTenzIonAlI

cReaZIoNe

coMPReNSIoNe

TRaduZIoNe

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iprocessidelcervellocreativo

GaNGlI alla BaSe.Gruppo di nuclei sottocorticali localizzati alla base di entrambi gli emisferi cerebrali e densamen-te interconnessi con la corteccia cerebrale, il talamo e il tronco dell’encefalo, ma non con il midol-lo spinale.

(Treccani, enciclopedia della Scien-za e della Tecnica (2008)

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Le attività cognitive si dividono in esplicite (che si verificano a livello prevalentemente conscio) e implicite (spesso eseguite in modo au-tomatico ed inconscio).

Le funzioni implicite sono basate su abilità e procedure, il loro con-tenuto non può essere espresso verbalmente ma solo attraverso le prestazioni in un determinato compito. Il sistema implicito dipende dalle strutture dei gangli della base e del cerveletto.

A creare collegamento tra i processi impliciti con quelli espliciti vi è il flusso (detto flow), ovvero un elevato livello di motivazione e di concentrazione mentale. Esso non coincide con la creatività ma con il perseguimento e la realizzazione di un’idea. Il flow dipende dai sistemi cognitivi impliciti ed accompagna una ridotta attività della corteccia perforate per facilitare la concentrazio-ne silenziando le funzione cognitive della corteccia perforate (memo-ria di lavoro, attenzione, scelte e decisioni).

coRTeccIa PRefRoNTale

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Di conseguenza, focalizzare l’attenzione su un compito specifico fa si che il siste-ma esecutivo implicito striatale (che re-agisce alla novità e genera un ventaglio di nuove risposte al fine di fronteggiare situazioni nuove) lo esegua al massimo livello di competenza ed efficienza. Suc-cessivamente è la corteccia prefrontale a selezionare e farsi carico dei comporta-menti acquisiti di recente.

I gangli della base (sistema implicito) quindi genera innovazione in tutte quelle situazioni che sono alle radici della crea-tività, come i comportamenti esplorativi, il gioco infantile o il pensiero analogico, mentre la corteccia perfrontale (sistema esplicito) è il meccanismo che seleziona e può trasformare le novità in comporta-menti creativi.

BuoNo

Fedor Dostoyevskiy scrive: “ogni uomo ha reminiscenze che non svelerebbe a nes-suno se non ai suoi amici. ha inoltre altre questioni nella sua mente che non direbbe neanche ai suoi amici, ma solo a se stesso, ed in segreto. Ma ci sono altre questioni che l’uomo ha paura di rivelare anche a se stesso, ed ogni uomo corretto conserva un buon numero di tali questioni nella sua mente.”

Questa citazione di Dostoyevskiy cattura due concetti che l’IAT ci aiuta ad indagare. Primo, possiamo non avere intenzione di condividere i nostri atteggiamen-ti privati con altre persone. Secondo, possiamo non essere consapevoli di alcuni dei nostri stessi atteg-giamenti. I suoi risultati all’IAT possono includere entrambe le componenti di controllo e consapevolezza.

Continua a pagina 43.

VaSIlIj PeRoV,RITRATTo DI FëDoR DoSToeVSkIj 1872

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Stimolando il processo implicito con forme astratte è possibile ottenere una conse-guente stimolazione del processo esplici-to, attivando così il processo creativo alla razionalizzazione di nuovi elaborati.

Le misurazioni implicite riguardano le componenti emotive non consapevoli, esse vengono rilevate in campo pubbli-citario tramite lo sviluppo di misurazioni specifiche.” Tra le diverse tecnologie la più popolare che sembra avere potenzia-lità per il futuro è la Implicit Association Test (IAT) “che sfrutta la misurazione del tempo di reazione per una valutazione sugli effetti impliciti ed è insieme molto semplice e affidabile (per avere una mag-giore idea è possibile verificarlo nel sito: http://ow.ly/HvW3C)

Il test si fonda sull’ipotesi che le risposte basate su associazioni emotive implici-te avvengano in tempi più brevi di quelle fondate su processi razionali; l’obiettivo è quello di verificare la presenza di asso-ciazioni presenti a livello implicito ma non dichiarate dall’individuo.

“Negli Stati Uniti l’associazione tra “ne-ro-cattivo” e “bianco-buono” misurata tramite IAT registra tempi di reazione mol-to più brevi di quella tra “nero-buono” e “bianco-cattivo”, nonostante la quasi to-talità del campione intervistato dichiari la sua neutralità alla questione razziale”.

caTTIVo

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fashionfood&food style

Il bisogno di risorse sempre nuove con cui placare l'incessante richie-sta di riconoscimento che proviene dalla debolezza delle nostre iden-tità. nel contesto culturale della postmodernità trovano infatti meno spazio valori riferibili al sosten-tamento fisico e alla sicurezza, men-tre si considerano più importanti l'appartenenza, l'auto espressione e la qualità di vita.ecco perché il cibo ora è diventato così affascinante, un fenomeno so-ciale che interessa i consumatori e rappresenta i propri lifestyle.

MaGlIoNe HoT-doG

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GIuSePPe aRcIMBoldo - VeRTUMnUS, RITRATTo Dell’IMPeRAToRe RoDolFo II

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L’alimentazione è in primo luogo un fatto sociopolitico e soltanto secondariamente un derivato dal rapporto terraterritorio-colture.” scrive R.Finzi in “il necessario e il superfluo”. Questo per indicare come le nostre abitudini sono radicalmente cambiate tramite le tecnologie industriali che hanno consentito la nostra società ad espandersi culinariamente.

Ovviamente questo ha portato anche ad una forte standardizzazione dei sapori: la tecnologia seriale infatti è sempre stata orientata alla massificazione della merce dando alla società estrema varietà deci-sionale ma una scarsa qualità bio-diversificata del sapore. Tutto questo è stato condito positivamente sin dai primi anni del ‘900 dagli stereotipi pubblicitari che venivano impressi sulla tela dei manifesti italiani. Le prime forme di comunicazione pubblicita-ria, adottate dalle aziende all’inizio degli anni Venti, sono pertanto messaggi pubbli-redazionali pubblicati soprattutto su riviste rivolte al consumo alimentare, il cui l’intento è quello di convincere i con-sumatori circa le qualità nutritive del bene prodotto. In tal senso è l’esordio nella comunicazione pubblicitaria di Ferrarese, tra il 1903 e il 1904, su riviste mediche e farmaceutiche specializzate e su riviste divulgative come “L’illustrazione italiana”, o “L’almanacco italiano”. Barilla, ad esempio, darà vita ad inserzioni a stampa ove l’accento viene posto all’immagine e sull’impiego metaforico delle figure delle scritte di Erberto Carboni che , ne “La pasta del buon appetito”, del 1952, tese proprio a valorizzare qualità genuinità e convenienza del prodotto.

Questo per introdurre come l’allusione alla salute è sempre stato buon vista dalle pubblicità italiane per attrarre nuovi compratori sin dalla cartellonista italiana nei primi del ’900 fino ai giorni nostri anni ove viene costruito uno scenario adulante il prodotto biologico, tipico, tradizionale o “a chilometro zero” è altamente abusato da multinazionali che recano solamente una forte indecisione inconscia nel consumatore, tale che, sia pur consapevole di fare un’acquisto informato ha la possibilità di diventare spesso indebito occasionale all’acquisto di un prodotto rispecchiante valori da lui non comprati.

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“Dalla massa si ritorna alla nicchia, i consumi si trasformano in solu-zioni ad personam e con essi, il messaggio pubblicitario trasmesso su uno specifico canale, si rivolge a fasce di pubblico sempre più definite e circoscritte” ed è appunto così che Maddalena Rinaldi de-finisce la pubblicità in “Mediazioni e riedizione nella comunicazione pubblicitaria”. Ed è così che il mercato sembra essere cambiato e le grandi aziende non fanno altro che sfruttare i piacere popolari al fine di assomigliare iconograficamente a piccoli venditori.

Edgar Morin, filosofo e sociologo francese afferma nell’opera “L’e-sprit du temps” pubblicata nel 1962 che “La stampa, la radio, la televisione, i film sono industrie ultraleggere.” (La presse, la radio, la télévision, le cinéma son des industries ultra-légères.”) in quanto “La cultura di massa è animata dal doppio movimento dell’immaginario mimante delle realtà, quale prende i veri colori della fantasia” (La culture de masse est anime par ce double mouvement de l’imagi-naire mimant le rèel, et du rèel prenant le couleurs de l’imaginaire.).

Nel caso delle multinazionali che tingono di verde la propria veste costruiscono un rapporto reale-immaginario che mantiene una sorta di tensione agonizzante tra il sogno e la vita; “I segreti immaginari dei miti”, in questo caso delle multinazionali, “possono essere un vero e proprio “modello di cultura”” (Edgard Morin, 1962).

Così, mentre l’individuo moderno si poteva definire come un “approv-vigionatore di beni”, quello postmoderno diventa un “collezionatore di piaceri” o meglio “cercatore di sensazioni”, e in questa sua nuova dimensione il corpo svolge una funzione centrale in quanto “recetto-re di sensazioni” (Bauman, 1999a,pp.III-3) da qui che nasce la ne-cessità da parte delle aziende di fornire al consumatore informazioni visive immaginarie al fine di stimolarlo alla vendita, in quanto esso verrà attratto da valori simbolici più coerenti alle sue scelte etiche. Dietro al consumo del cibo si nasconde infatti anche la costante ricerca di un segno di distinzione e di identificazione (Bourdieu).

MoScHINo, FAST FooD ColleCTIon

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re-image&brandheritage

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“Nei test sulle prestazioni dei beni di con-sumo immediato, effettuati su campioni rappresentativi di consumatori finali, si verificano spesso valutazioni molto diver-se del medesimo prodotto a seconda che sia presentato con o senza l’identificazio-ne di marca.Inoltre, elementi di differenziazione del tutto marginali, come, ad esempio, la va-riazione della forma o della colorazione del contenitore, determinano differenze statisticamente significative nelle valuta-zioni di specifiche prestazioni dello stes-so prodotto, specie quando esso è pre-sentato senza marca, anche nei test che comportano la sua prova diretta da parte dei consumatori.” (Sergio Vaccà, Trec-cani, Enciclopedia delle scienze sociali, 1992).”

Notiamo in questo caso come sia impor-tante un utilizzo corretto delle forme di co-municazione non solo nel rispetto del De-creto Legislativo n. 109 del 27 gennaio 1992 (oltre al DPR n. 322 del 18 maggio 1982 ) il quale fa riferimento a “tutte le disposizioni in materia di etichettatura, di presentazione e di pubblicità dei prodotti alimentari e relative modalità, diverse o incompatibili con quelle previste dal de-creto, ad eccezione di quelle contenute nei regolamenti comunitari e nelle norme di attuazione di direttive comunitarie rela-tive a singole categorie di prodotti”.) ma anche per una corretta descrizione visiva delle proprietà affini al bene di consumo.

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Tale capacità si abilita al fine di attrarre il consumatore all’acquisto, per tanto, un packaging di colore verde per una confezio-ne di pasta non sarà propriamente adeguato alle caratteristiche del prodotto in quanto ri-chiamerà simbologie relative alla tossicità o, specularmente, ad un prodotto biologico che in realtà però non è.

Il rischio del prodotto è l’incapacità comuni-cativa delle sue proprietà effettive nel ban-co di vendita, provocato da mal posti e mal utilizzati segni visivi durante la progettazione visiva del format di vendita. Una corretta co-municazione etica facilita di conseguenza il consumatore a differenziare tipologie di mar-ca da altre.

Il problema risale in molti agricoltori incapaci di differenziarsi nel mercato, in quanto le ca-pacità qualitative dei loro prodotti vengono malamente copiate nelle confezioni dei beni prodotti da grandi aziende che invece non hanno niente a che vedere con la coltivazio-ne nel campo. Tutto questo deriva da una necessita vendita di un valore immaginario legato a un mondo impossibile da ottenere e da un’incoerenza visiva causata dalla varietà dei mercati e dalla ormai insostenibile con-correnza delle grandi aziende che è sempre più orientata nel mimetismo forzato in picco-li mercati dove la genuinità e la freschezza biologica soddisfano maggiormente il biso-gno del cittadino postmoderno.

ToSSIco

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Ad incentivare tutto questo inoltre risiede l’a-bitudine: é vero che la familiarità accresce l’accettabilità: un alimento già ripetutamen-te incontrato ha spesso maggior possibilità di piacere che non un alimento del tutto sco-nosciuto.

Quindi se mangiamo certi alimenti, è sempli-cemente perché li abbiamo a disposizione. Ma questo non funziona nei mercati poco co-nosciuti in quanto i Super Market detengono maggiore visibilità l’acquisto dato l’elevato afflusso di merce.

La difficoltà dei piccoli venditori, mirano a vendite consapevoli al rispetto ambientale, e tentano così di saturare in un mercato globa-lizzato e sempre più immaginario dominato dalle multinazionali che ricorrono a strategie di re-imagining per impossessarsi di valori fortemente unici e inimitabili del contadino di paese. In tutto questo la comunicazione visiva svolge un ruolo fondamentale per il ri-sanamento delle pratiche di vendita dei pic-coli produttori al fine di diminuire la divergen-za tra i due poli che da sempre si trovano in un conflitto ideologico e iconografico.

BIo

l’esame IAT analizzato a pagina 32 ritorna ora utile per spiegare l’esempio sopra raffigurato. l’importanza di utilizzare un colore per fornire il giusto messaggio al consumatore è un’aspetto fondamentale per la comunicazione e per la vendi-ta. Il colore verde in questo caso, può avere due significati; in base al contesto, entrambi, possono risultare giusti o sbagliati: buoni o cattivi.

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ilcodice visivo delcibo

MaN Ray, BPAIn PeInT [PAInTeD BReAD] 1958

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texture

formacolore

l’insieme di questi tre varianti stimola il cervel-lo dell’individuo a identificare del soggetto e alla successiva categorizzazione in contenitori mentali creati dall’esperienza e la memoria.Il pane blu di Man Ray è un esempio calzante e pro-vocatorio a riguardo, poichè sfida il pragmatismo del quotidiano rendendo il soggetto per fino diffi-cilmente appettibile.

Ogni tipologia di alimento ha differenti proprietà visive che oltre a soddisfare necessità biologiche fungono da stimolatori di riconosci-mento. Le caratteristiche anatomiche di un’alimento permettono in-fatti la riconoscibilità e la categorizzazione del medesimo, in quanto una carota si distingue per essere una forma conica di colore aran-cione che si sviluppa intorno ad un asse centrale.

Il codice visivo alimentare quindi si può definire come le proprietà che indossa un alimento al fine di indurre al sistema riconoscitivo.Esso è ricavabile tramite diverse varianti che operano in tre contesti differenti ma estremamente collegati tra di loro:

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L’aspetto di un cibo è molto importante per noi. Esso ci aiuta a definire se un deter-minato alimento è scaduto o, viceversa, acerbo.

Un determinato cibo può su-bire trasformazioni di forma per essere utilizzato in cuci-na come condimento oppure un frutto può ridursi in liqui-do per servire un frullato: la nostra capacità riconoscitiva considera il colore del frullato come elemento identificativo. Se il colore sarà rosso lo de-codifico come un frullato alla fragola se sarà verde potreb-be essere alla menta e così via.

Il sapore visivo diventa un punto chiave su cui ragionare per comprendere l’importan-za nascosta riposta nel cor-retto uso del colore, della for-ma e della texture, sopratutto in campo creativo.

Composizione creata come bozza iniziale per spiegare

il concetto di sapore visivo, relativo al capitolo

“Il codice visivo del cibo”.

Qui l’interpretazione del pane dipinto di Man Ray.

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ilsaporevisivo

“l’uomo degusta il mondo, sente il gu-sto del mondo, l’introduce nel proprio corpo, ne fa parte di sé”

Michail Bakhtin, l’opera di Franc(c strana accentata bassa) Rabelais e la cultura popolare nel Medioevo e nel Rinascimento 1965.”

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Il mangiatore del XX Secolo é un Homo Sapiens con incertezze derivate dalla scelta degli alimenti, e questa si può de-finire come una condizione radicata del nostro essere biologico “Onnivoro”.

Ci nutriamo di nutrimenti ma anche di immaginario: la sostanza nutritiva si tra-duce quindi in sostanza immaginaria sia prima che dopo l’ingerimento.

La sostanza immaginaria crea un tessu-to di evocazioni, connotazioni e significati che influenza le nostre decisioni.Gli oggetti commestibili (e non) sono in-fatti portatori di significati, carichi d’im-maginario e sono in parte acquisiti per queste loro caratteristiche.

Il sapore visivo, riguarda quindi la fase di analisi antecedente alla decisione di in-corporazione dell’alimento e può portare serie modifiche al gusto effettivo del piat-to. Non sono soltanto la vita e la salute del soggetto che mangia a essere in gio-co ogni qual volta viene presa e attuata la decisione d’incorporazione, ma anche il suo equilibrio simbolico. E quando qualcosa s’oppone all’incorpo-razione, spesso lo fa attraverso una ma-nifestazione di disgusto.

L’alimentazione umana presenta tre tipi di dimensioni

ImmaginariaSimbolicaSociale

52

Consideriamo dal punto di vista dell’etologo il comportamento del mangiatore in certe situazioni alimentari: egli esamina nei minimi particolari l’a-limento candidato all’incorporazione; lo fiuta, l’an-nusa ancor prima di toccarlo. Solo dopo quest’esa-me, con la punta della forchetta o del coltello, può sollevarlo, girarlo, scegliere fra gli elementi che lo compongono, saggiare la struttura e la consisten-za. Se quest’esame si rivela soddisfacente l’ali-mento viene messo in bocca e sottoposto a una nuova analisi sensoriale. Se questa è a sua volta favorevole, viene ingurgitato.

Questi sono elementi particolarmente specifici del-la “neofobia”, vediamo quindi che le manifestazioni biologiche e comportamentali del disgusto posso-no essere intese come “dispositivi di protezione” dell’organismo.Il disgusto sembra generalmente legato a un disor-dine in questi processi di classificazione e d’orga-nizzazione mentale, a un’incompatibilità o a una dissonanza fra categorie, oppure a una difficoltà d’identificazione

Rozzi ha proposto una classificazione molto appro-priata delle diverse forme di rifiuti alimentari. La prima classe da lui proposta è quella di distaste (in italiano è stato tradotto come disgusto senso-riale). Si tratta di un tipo di rifiuto puramente sen-soriale, prodotto dall’esperienza di uno stimolo sensoriale - visivo, olfattivo - che è percepito come sgradevole dal soggetto.

Gli oggetti commestibili e non sono infatti portatori di significati, carichi d’immaginario e sono in parte acquisiti per queste loro caratteristiche.

le frontiere del self

le frontiere del self

aPPReZZaMeNTo

+ faMIlIaRITà

+ acceTTaBIlITà

dISGuSTo

occhimaniboccanaso

coNTaTTo

Self

alIMeNTo

gustovistatattoolfattoudito

coloretextureforma

immaginariosimbolicosociale

“familiarità accresce l’accettabilità: un ali-mento già ripetutamente incontrato ha spesso maggior possibilità di piacere che non un ali-mento del tutto sconosciuto” e che “è dimostrato sperimentalmente che gli alimenti possono avere effetti post-ingestivi che tendono a modificare i nostri gusti e i nostri disgusti e dunque di conseguenza la nostre abitudini alimentari.”

53

54

Può la pubblicità abituarci ad accettare un cer-to tipo di qualità visiva per farci mangiare determinati tipi di alimenti?.

la mia risposta è si ed è per questo che ho de-ciso di compiere uno studio progettuale stret-tamente legato alle rappresentazioni figurative degli alimenti per fornire nuovi spunti nella ricerca di nuove forme di comunicazione contro la globalizzazione dell’immaginario.

55

Bibliografia:

Claude FishlerOnnivoro, Il piacere di mangiare nella storia e nella scienzaA. Mondadori, Milano,1992.

Deborah LuptonFood, the Body and the Self, Sage,Londra, 1996.&Risk and Sociocultural Theory: New Directions and Perspectives,Cambridge University Press, Cambridge 1999.

Carole CounihanThe Anthropology of Food and Body, Psychology Press, 1999.

David E. SuttonRemembrance of Repa-sts: An Anthropology of Food and Memory, September 1, 2001.

Marvin HarrisGood to Eat: Riddles of Food and Culture, 1998.

Marco VimercatiSimboli: le forme della Forza, Le mani, 2010.

Progetto Grafico, N°8, Estate 2006n°24, Autunno 2013N°23, Primavera 2013AIAPBeppe Fassi (a cura di)Progetto cibo, le forme del gusto, Mondadori Electa, catalogo mostra.

Bruno Munari, Fantasia, Editori Laterza, 2009.

L’Italia del Miracolo, AA.VV.,Arte, Design e Pubblicità 1948 - 1968, Catalogo mostra.

Federico Neresini e Valentina Rettore (a cura di)Cibo, cultura, identità, Carocci, 2008.

Spollo kitchen, AA.VV., Corraini, 2014.

Le forme della CartaFedrigoni.

Achille Mingozzi e Rosa Maria BertinoTutto Bio 2013, The Italian Organic Yearbook, Egaf Edizioni, 2013.

Marco Ancora (a cura di)Loghi D’italia, Storia dell’arte di eccellere, Innovarte srl, 2008.Balconi MichelaAntonietti Alessandro(a cura di)Dinamiche di acquisto in psicologia e neuroscienze Springer, 2009

Michele Corti, Allegre pastorellepascoli fioriti e barbuti casari:L’universo simbolico della comunicazione commerciale lattierocasearia tra idillio e conflitto sociale.

Patrizia Fazzini(a cura di)Il valore simbolicoletterario del “cibo”.

Mostre:

L’Italia del Miracolo,Arte, Design e Pubblicità 1948 - 1968, Ottobre 2014.

Spollo KitchenMilan, Ottobre 2014

56

Concept

Considerando le notevoli difficoltà delle piccole imprese a differenziarsi in un mercato

globalizzato, alla base del mio concept di tesi si pre-disposiziona la necessità di analizzare

l’anatomia degli alimenti descritti sotto forma grafica con il principale scopo di ricercare

una soluzione visiva per ogni attributo relativo ad un prodotto in vendita.

Le filiere che adottano strategie di heritage marketing si fanno carico di valori unici che vengono

riportati sulle confezioni dei prodotti finali, quali hanno il compito di rispondere all’esigenza

di indirizzare il consumatore moderno ad un’acquisto identitario ed iconografico che valorizza la naturalità

del prodotto (“dall’orto alla tavola”).

La filiera agroalimentare sostenibile partecipa attivamente da decenni alla ricostruzione

di valori connessi alla tradizione del territorio. La genuinità e la freschezza del prodotto, da decenni,

hanno influenzato correnti di consumatori che lottano per il diritto di qualità.

57

Obiettivi

Stimolare, l’analisi visiva, esercitare il gusto dell’occhio per definire e ricercare i canoni responsabili

all’identificazione di un determinato alimento. Il grafico è lo chef dei creativi.

Imparare a mangiare simbologie, forme, texture, significa impossessarsi di un linguaggio sempre ed in costante movimento, capace di influenzare

non solo le menti umane, ma anche il consumismo globale.

L’obiettivo primario che il mio progetto è proporre un nuovo concetto di sapore che deve essere

strettamente collegato alla privazione del gusto proveniente dalle papille gustative della lingua.

Il secondo obiettivo che mi pongo è di esercitare la capacità di individuare la falsità pubblicitaria

al fine di evitare scelte errate al momento dell’acquisto. L’individuazione di una discreta

competenza nell’identificare una corretta e veritiera rappresentazione visiva

rivestito suqualsiasi mezzo comunicativo può aiutare le scelte e la consapevolezza.

Nel periodo contemporaneo, la battaglia tra virtuale e reale è sempre più agguerrita, dove la tendenza

di mercato sfocia nel mondo digitale e nel cartaceo, ritengo quindi necessario entrambi mezzi, ricercando

una costante armonia reciproca e dipendente per proporre un servizio completo e pertinente

alle esigenze di una persona media.

Medium

Questi due capi saldi sono indispensabili per lo sviluppo del mio progetto, è utile individuare un terzo mezzo di canalizzazione di informazione che si presta come elemento comune ai due punti

principali sopra elencati: la condivisione.Esso diventa parte fondamentale del mio progetto, in quanto è parte fondante del processo distributivo

e comunicativo dell’idea progettuale.

Poiché l’analisi visuale dell’anatomia e degli attributi fisici di uno specifico alimento è prettamente

personale, il sistema non può basarsi su una sola valenza artistica per tanto dovrà essere implementato

dagli utenti stessi e dalle loro interpretazioni.

Il progetto si presenterà su tre tipi di livelli:Online, offline, Sharing & Online&Offline

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Target

Distribuzione

Il progetto è rivolto a creativi che ricercano ispirazioni per la progettazione di artefatti dedicati

al vasto campo dell’alimentazione o che semplicemente vogliono contribuire ad approfondire il concetto di sapore visivo pubblicando all’interno della piattaforma

le proprie interpretazioni con relative descrizioni dei metodi di rappresentazione che possono

essere condivise, commentate, scaricate ed utilizzate dalla comunità.

Il progetto è internazionale, la lingua utilizzata per il progetto sarà l’inglese, ovvero la lingua più parlata

al mondo. Tale da comunicare con il maggior numero possibile di persone quando il progetto sarà attivato

definitivamente. Tuttavia, predispongo la comunicazione di/con immagini sopra l’utilizzo della tipografia. Parlando di ricerca visiva del linguaggio del cibo,

è d’obbligo dare spazio ad esso.

59

61

Il mercato è pervaso da simboli e valori distor-ti, ormai sono tanto pieni di significato quanto vuoti. Questo è il risultato ottenuto dalla in-capacità comunicativa diversificata: la bellezza delle arti è stata rimpiazzata dall’omologazio-ne ripetitiva delle forme di commercializzazio-ne. Per tanto è impossibile identificare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma vale solo ciò che è bello e ciò che piace. Il mio obiettivo si pone sopra questi punti e tenta di illumi-nare un’aspetto problematico per chi necessità del giusto. la raffinatezza dei piatti serviti nei ristoranti gourmet, è una prova essenziale per comprendere l’importanza di questa chiave comunicativa.

visualfood 2.0Di seguito sono descritti i medium utilizzati per la realizzazione di questo progetto.

62

Una piattaforma web open source utilizzata per la gestione dei documenti, immagini, descrizio-ni, file relative alle rappre-sentazioni artistiche dei par-tecipanti che necessitano di uno spazio illimitato, aperto ed accessibile a tutti per la condivisione del materiale pub-blicato e trovato.

Un sistema di raccolta cartacea col-legato ai servizi affiliati della piattaforma online, ha l’obiettivo di garantire la diffusione del materiale di interesse trovato sul sito inter-net con la particolarità di disporre di un codice IBAn conferito gratis all’autore attraverso il sito inter-net lulu.com. la struttura cartacea definisce un archivio facilmente repe-ribile tramite il sito internet ed ha la capacità di presentarsi come una raccolta di metodi di rappresentazio-ne del cibo personalizzata a piaci-mento dalla persona competente.

Visual = comunicazione visiva

food = cibo

2.0 = piattaforma di condivisione

63

64

formatTipogramma:

Tipogramma perché possiede solamente caratteristiche visive tipografiche privo di logo accompagnante, se fosse presente tale sarebbe chiamato logotipo.

la scelta stilistica-progettuale deriva dal volere di rimanere privo di caratteristiche identificatorie, poi-ché il tema trattato riguarda il linguaggio del cibo e per tanto lo scheletro grafico deve lasciare spazio ai vari contenuti.

nonostante questa premessa, la tipografia presta co-munque una proprietà estetica derivata dalla caratte-ristica monospaziata della font. “Simplon Bp Mono” è la scelta più consona da un punto di vista strategico, quale si presenta come una font “anonima” che ricorda i caratteri delle vecchie macchine da scrivere ma an-che i codici binari utilizzati nella programmazione. in entrambi i casi infatti l’autore usa una scrittura pragmatica o standard conferita dalla macchina. Questo possiamo considerarlo come un “linguaggio fred-do”, che viene riscaldato solamente dal suo contenuto.

In questo, la font sopra citata, diventa un punto di forza, le sue caratteristiche visive sono facilmente identificabili anche se “anonime” ed esso si presta come un contenitore vuoto disposto al riempimento.

65

VISUAL FOOD 2.0

V.1 - websiteSimplon BP Mono Book

V.2 - book coverSimplon BP Mono Medium

V.3 - book coverSimplon BP Mono Medium V. Stencil

VISual food 2.0

66

corporate image:

la realizzazione grafica del sito in-ternet è stata progettata per rima-nere il più anonima possibile, quale non dispone di un logo con pittogram-mi che possano influenzare le carat-teristiche visive di alimenti presi in esame. la scelta di non avere un logogramma si ripone nel rifiuto di creare preferenze o allusione a spe-cifici sistemi di rappresentazione di uno o più alimenti o all’utilizzo di particolari segni grafici.

l’immagine del sito sarà creata in-teramente dagli utenti. Sarà il suo contenuto a fornirle il colore.

colori:

Metodo colore RGB

Icone +Menù di servizionero 80%

Menù di navigazionenero 100%

Sfondonero 5%

font:

le font utilizzate sono il caratte-re monospaziato “Simplon Bp Mono”, usato nel tipogramma “Visual Food 2.0” per sottolineare l’assenza di preferenze stilistiche e nelle ri-cerche con le parole chiavi o nel-la digitazione della mail durante la registrazione, e la WebFont Family ITC Franklin Gothic per il resto dei testi, in quanto fin dagli inizi del 1900 è sempre stata una delle più usate font sans serif.

67

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZabcdefghijklmnopqrstuvwxyz1234567890

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZabcdefghijklmnopqrstuvwxyz1234567890

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZabcdefghijklmnopqrstuvwxyz1234567890

Regular

Book

Medium

68

websiteIl sito internet è una piattaforma ideale per condividere e pubblicare immagini con semplici-tà, inoltre, è un sistema che non ha limiti di spazio tali come quelli fisici. Per tanto ho de-ciso di progettare una pagina che sia facilmente esplorabile e che pone il partecipante al centro dell’usabilità del prodotto.

caratteristiche generali:

In particolare, la grafica utilizzata dispo-ne di accortezze visive quali permettono la corretta funzionalità del sito, quali per esempio, il menù filtrante, che estende o contrae i sub-dati per fornire informazioni solamente a richiesta dell’utente. le imma-gini prendono il sopravvento sui paragrafi di testo, poiché il servizio ha l’obiettivo di ricreare un percorso sensoriale visivo in grado di immergere completamente l’utente all’interno della piattaforma.

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VISUAL FOOD 2.0

AboutSign upContact us

x Vegetables

¶ Artichoke

¶ Broccoli

¶ Carrot

¶ Fennel

¶ Garlic

x Mushroom

¶ Onion

¶ Pepper

¶ Pumpkin

¶ Radicchio

¶ Salad

¶ Squash

¶ Fruit¶ Pasta

x Art

¶ Brush

¶ Collage

x Adobe Ai

¶ Photoshop

¶ DIYx Photography¶ Color¶ Season¶ Country

70

VISUAL FOOD 2.0

¶ Vegetables

¶ Fruit

¶ Pasta

¶ Art

¶ DIY

¶ Photography

¶ Color

¶ Season

¶ Country

AboutSign upContact us

71

LoginSearch

72

la dinamica delle pagine:

Il sito è sviluppato con AjAX , una tecnica di sviluppo software per la realizzazione di applicazioni web interattive, per incentiva-re l’utente alla navigazione.

la piattaforma dispone di un menù a colonna che fornisce una ricerca a livelli la quale gestisce in tempo reale i contenuti.

HTMl

clIeNT

cSS

ajax

HTMl

SeRVeR

jaVa

73

nella prima pagina l’utente ha la possibilità di esplorare nel dettaglio le immagini sia attraverso una ricerca fil-trata data dal menu a sinistra oppure direttamente sulla sezione centrale che espone in ordine temporale le immagini caricate da altri utenti, inoltre può effettuare l’accesso diretto al suo profilo personale (se l’utente è registrato) oppure può accedere al servizio laterale di stampa tramite un editore online che riceve direttamente i file facilmente selezionati sul sito dal fruitore grazie anche alla gestione e catalogazione delle immagini preferite.

Catherines KateBoca Raton, FL

Print your album

VISUAL FOOD 2.0

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x Vegetables

¶ Artichoke

¶ Broccoli

¶ Carrot

¶ Fennel

¶ Garlic

x Mushroom

¶ Onion

¶ Pepper

¶ Pumpkin

¶ Radicchio

¶ Salad

¶ Squash

¶ Fruit¶ Pasta

x Art

¶ Brush

¶ Collage

x Adobe Ai

¶ Photoshop

¶ DIYx Photography¶ Color¶ Season¶ Country

74Black circleSwartz Rolf

SSwartz RolfLondon

Description:

Adobe Ai CS6Lines & Circle1700 viewers

280 favorite340 download

Cliccando su una singola im-magine nella pagine principa-le è possibile visualizzare i dati relativi ai metodi della sua realizzazione (es.: pennel-lo, olio su tela, Illustrator CS6, fotografia, ecc.) aggiun-ti dall’utente durante o post upload, le immagini simili re-lative alla ricerca effettuata, il nome e l’avatar dell’artista che ha creato la composizione con la possibilità di approfon-dire spostandosi verso la sua pagina profilo, infine l’utente ha la possibilità di salvare l’interpretazioni da lui prefe-rite in album, oltre a poterle condividere o scaricarle.

Black circleSwartz Rolf

S

1700 viewers280 favorite340 download

Search

< Back

75Description:

Adobe Ai CS6Lines & Circle

nella pagina profilo di ogni cliente è possi-bile visualizzare: la biografia, i dati per-sonali, i dati relativi alle attività (numero di visualizzazioni, numero di preferiti) ge-stite con un infografica semplice, gli album creati ed i file caricati, con la possibilità di poter modificare ed eliminare qualsiasi pannello. la pagina è totalmente persona-lizzabile dal punto di vista gestionale. Il servizio di stampa viene reso qui presente, a differenza della pagina principale, come voce all’inizio dei pannelli relativi agli album e agli uploads.

Upload Edit Print

Upload Edit PrintYOUR PROFILE

Williams KateBoca Raton, FL

Biography:

Hi!I was born in Taipei, Taiwan and studied graphic design at the School of Visual Arts in New York City, where i received my BFA with Honors in 2002. I have worked at Base Design as a senior designer on fashion and brand identity projects, at 2×4, Inc. as an art director leading large-scale branding, exhibition, environmental and editorial projects, and at Stone Yamashita Partners as creative director.

Your data:

34728068020127

Uploads:

1 days ago

Albums:

¶ Photography2014¶ MyLove¶ Vegetables¶ Print¶ Lesson

¶ MyKitchen¶ Pasta!!!¶ Istanbul

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VISUAL FOOD 2.0

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x Vegetables

¶ Artichoke

¶ Broccoli

¶ Carrot

¶ Fennel

¶ Garlic

x Mushroom

¶ Onion

¶ Pepper

¶ Pumpkin

¶ Radicchio

¶ Salad

¶ Squash

¶ Fruit¶ Pasta

x Art

¶ Brush

¶ Collage

x Adobe Ai

¶ Photoshop

¶ DIYx Photography¶ Color¶ Season¶ Country¶ Book

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x Vegetables

¶ Artichoke

¶ Broccoli

¶ Carrot

¶ Fennel

¶ Garlic

x Mushroom

¶ Onion

¶ Pepper

¶ Pumpkin

¶ Radicchio

¶ Salad

¶ Squash

¶ Fruit¶ Pasta

x Art

¶ Brush

¶ Collage

x Adobe Ai

¶ Photoshop

¶ DIYx Photography¶ Color¶ Season¶ Country¶ Book

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Black circleSwartz Rolf

SSwartz RolfLondon

Description:

Adobe Ai CS6Lines & Circle1700 viewers

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See other:

SearchWilliams KateBoca Raton, FL

TOMATSearch anytime by typing

Esc to close

Ricerca avanzata

la ricerca come spiegato in precedenza, ha la funzionalità di aggiornare in tempo reale le scelte dell’utente compiute nel menù a colonna. esso si predispone inizialmente come un indi-ce di voci che riguardano i le macro catego-rie relative al mondo dell’alimentazione e del-le tecniche artistiche, questa caratteristica consente di compiere ricerche incrociate tra tipologie di cibo (es.: Vegetables/Mushroom) e insieme di metodi rappresentativi (es.: Art/Collage). Inoltre, il cliente ha anche la possi-bilità di digitare direttamente una o più paro-le chiave per compiere una ricerca più mirata.

79

dokney@gmail

VISUAL FOOD 2.0Join in the community and start eating with eyes! Explores the shapes of food & nature!

Esc to close

la registrazione

Per effettuare la registrazione al sito è necessario digitare la propria mail una volta cliccato la voce “Sign Up”. l’utente sarà portato in una nuova pagi-na dove è accompagnato dalla facilità di completare la registrazione che è priva di click e funziona solamente digitan-do la mail e premendo il tasto enter. Una volta ricevuta la mail di conferma è possibile accedere subito al profilo ed iniziare la personalizzazione di esso ca-ricando la foto.

HoMePaGe, MAC BOOK PRO RETINA, 15”

80

PaGINa PRofIlo, MAC Book PRo ReTInA 15”

81

PaGINa PRofIlo, APPle IPhone 6, 1334 ×750, 326 PPI

82

RIceRca, APPle IPAD AIR, 2048X1536, 264 PPI

83

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libroInterpretazione personale & Simulazione utente campione

Come mezzo cartaceo presento una simulazione di un utente campione che utilizza il servizio fornito da lulu.com per stampare i propri lavori o le raccolte composte da lavori altrui.

a5148X210 mm

5TH6”X9”(2:3)

85

Struttura libro

Il libro ha un formato di pagina di 6”x9” (152,4 mm x 228,6 mm; proporzione = 2:3) una proporzione di pagina ricavata dal quinto intervallo musicale e che rientra nelle dimen-sioni cartecee non metriche tradizionali usate in nord Ame-rica. la scelta di questo formato specifico rientra esclusi-vamente nella ricerca di una continua armonia tra le forme interne ed esterne al libro.

essendo un formato specialmente utilizzato in America ho deciso di creare un formato anche per la stampa italiana che fosse più favorevole al risparmio di carta e quindi al rispetto ambientale. la seconda versione che propongo è un formato A5 (formato DIn).ho voluto inoltre presentare queste due copie avente due formati consoni a due continenti differenti per incentivare il mio progetto a promuoversi anche all’estero.

Il formato A5 e 6”x9” possono essere stampati entrambi sul sito dell’editore online lulu.com, con una sostanziale dif-ferenza di prezzo, la versione più economica per la produ-zione di serie in europa resta ovviamente il formato A5. lulu.com conferisce in automatico il codice ISBn al libro che rende il prodotto idoneo alle attività di vendita e di distribuzione.

PeRfecT fIfTH2:3

PeRfecT fouRTH3:4

InTeRVAllI MUSICAlI ARMonICI

86

12

10

fotografie

composizionigrafiche

intro

6

6

12

10 1 16

120

1cad.

ortaggi

87

12

la struttura interna è composta da un totale di 184 pagine di cui 120 imma-gini sono stampate in bianco e nero interamente realizzate da me: la mia interpretazione riguarda la ricerca delle infinite forme dell’immagina-rio appartenenti a 10 famiglie di ortaggi differenti. Vengono esposte 12 immagini per verdura: 6 immagini fotografiche e 6 composizioni grafi-che riprodotte tramite Illustrator e After effect CS6. Per ogni verdura ho scelto 1 tipo di cartoncino colo-rato differente, esso mi permette di dividere i contenuti e approfondire la sensazione tattile e cromatica.

184

chiusura

24

160

88

le immagini rappresentate si ispirano interamente alle pro-prietà fisiche dell’alimento e si offre chiaramente ad una pura e semplice osservazione della forma e del concetto di sapore visivo, per tale motivo, o deciso di comporre il mio libro solamente con immagini in bianco e nero, lasciando che la vista venga affascinata dalle sagome della natura.

Per ogni ortaggio ho riportato inoltre il suo nome scien-tifico e non quello tradotto in italiano all’inizio di ogni capitolo. Quest’ultime e la parte introduttiva del libro sono le uniche pagine dove viene riportata la tipografia tralasciando la copertina. Gli elementi tipografici sono realizzati con la font “Simplon Bp Mono Light” in maiusco-lo per i titoli e in minuscolo per il testo corrente, per garantire una corretta lettura gerarchica.

89

90

cIPolla:fINoccHIo: BRoccolo:caRcIofo: caRoTa:INSalaTa:PoModoRo:fuNGo:ZuccHINa:RadIccHIo:

caRTa INTeRNa

Imitlin Parma eR55 AidaBianco eR51 FiandraImitlin Pistacchio eR55 AidaImitlin Bordeaux eR51 FiandraImitlin Arancio eR05 TelaWoodstock PistacchioWoodstock rossonettuno Tabacconettuno foresta Freelife merida scarlet

oikos

Il dorso invece è rilegato a filo refe al vivo, di conseguenza i cartonci-ni utilizzati per dividere le pagine diventano un’elemento decorativo per l’immagine del libro a cui viene do-nata una spiccata armonia cromatica derivata dalle sfumature di colore. non sarebbe pubblicabile ad alte ti-rature se non con costi molto eleva-ti data la neccessità di manualità che rende il lavoro molto elaborato.

91

la coperta si presenta molto sofisticata dal punto di vista produttivo in quanto la composizione tipografica del tipo-gramma soprastante è stampata a laser e rifinita con una carta tessile nera;

92

93

94

95

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97

98

BioDal grego «che vive».

Biodiversità: In ecologia è la variabilità tra gli organismi viventi all’interno di una singola specie, fra specie diverse e tra ecosistemi. Il ruolo che riveste è nel mantenere l’equilibrio dinamico della biosfera.

Bio-AziendaIl neologismo cognato nel 2008 si riferiscealle aziende coltivatrici che commercializzano prodotti alimentari biologici. In questi ultimi anni le bio-aziende hanno fatto registrare una crescita numerica e di qualità notevole: l’Italia si è portata ai primi posti in Europa per produzioni bio.

Alimento biologicoProdotto ricavato dall’agricoltura biologica, la quale non utilizza sostanze chimiche di sintesi come concimi, diserbanti, insetticidi, pesticidi in genere, né organismi OGM.

In etichetta e pubblicità, diciture come “biologico” o simili termini derivati, abbreviazioni, possono essere utilizzate solo per i prodotti rispettantila normativa europea in materia di produzioni biologiche.

Agricoltura biologicaAttività che utilizza tecniche agronomiche appropriate attraverso la rotazione delle colture, la piantumazione di siepi, la consociazione (ovvero la coltivazione contemporanea di piante diverse). Per la difesa di colture si interviene con sostanze naturali: estratti di piante, insetti predatori di parassiti, farina di roccia.

Progetto chilometro zeroOperazione lanciata da Coldiretti Veneto attraverso la quale si vogliono convincere gestori pubbliche mense, chef e grande distribuzione a proporre ai consumatori preferibilmente prodotti stagionali del territorio.

FilieraÈ suddivisa in industrialeagro-alimentare, e tecnologica, con essa s’intende l’insieme degli agenti operano indirettamente o direttamente lungo tutto l’itinerario economico di un prodotto dallo stadio iniziale della produzione a quello finale dell’utilizzazione.

Prodotto tipicoBene che ha un forte legame con l’area geografica in cui nasce con caratteristiche qualitative molto specifiche, dovute a clima, terreno, erbe spontanee, acqua, ecc. La tipicità è conferita anche da tecniche colturali e abilità uniche, dall’aggiunta di determinati ingredienti soggettivi e trasmessi da padre in figlio, da processi artigianali di lavorazione tramandati da generazioni sottraendosi ad ogni tentativo di omologazione e standardizzazione.

Glossario dei termini:

Progetti di riferimento:

CTS grafica & Zup AssociatiSpollo Kitchen2014

Los ItalianosHuaman Studio

Jessica Dance & Davis Sikes Wolly Comfort food

Pawel PiotroskiSandwich book

VITRA Bastard bread2012

David Schwenfood art pairings

Karsten WegenerPhotography

Isabella VacchiMonocromie in cucina

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