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Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico

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Terzo Pilastro di Basilea 2

Informativa al pubblico

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

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Indice

Introduzione ............................................................................................................................... 5

Tavola 1 – Requisito informativo generale ................................................................................ 9

Tavola 2 – Ambito di applicazione........................................................................................... 24

Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ............................................................. 43

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale ..................................................................................... 45

Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche ..................... 48

Tavola 6 - Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo

standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale

nell’ambito dei metodi IRB ................................................................................... 59

Tavola 7 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB...... 62

Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)........................................................ 102

Tavola 9 – Rischio di controparte .......................................................................................... 106

Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione ......................................................................... 113

Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli

interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di

posizione in merci (IMA)..................................................................................... 119

Tavola 12 – Rischio operativo ............................................................................................... 127

Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel

portafoglio bancario............................................................................................ 128

Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario.... 130

Glossario / Abbreviazioni ....................................................................................................... 132

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Introduzione

La disciplina di Basilea 2 è un’iniziativa internazionale ed ha lo scopo di sviluppare, all’interno delle banche, strutture

più sensibili ai rischi ed alla loro valutazione a fini del calcolo del patrimonio di vigilanza e del requisito minimo

patrimoniale che una istituzione di credito deve detenere. Ulteriore scopo è quello di rendere omogenei a livello

europeo gli attuali metodi di valutazione dei rischi. La direttiva contiene inoltre un dettagliato insieme di requisiti

minimi per assicurare la solidità concettuale della valutazione interna.

A partire dal 1° gennaio 2008 sono entrate in vigore le “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche”

(Circolare n. 263 di Banca d’Italia del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti), che recepiscono gli ordinamenti

in materia di Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali (direttive UE n.

2006/48 e 2006/49 - Capital Requirements Directive – CRD), nuova disciplina prudenziale per le banche e gruppi

bancari “Basilea 2”; tale disciplina si articola sui cosiddetti tre “pilastri”:

Primo pilastro – definisce la metodologia di calcolo del requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici

dell’attività bancaria e finanziaria;

Secondo pilastro – richiede alle banche di dotarsi di strategie e processi di controllo volti ad assicurare

l’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica;

Terzo pilastro: introduce obblighi di informativa al pubblico riguardanti da un lato, l’adeguatezza patrimoniale,

l’esposizione ai rischi delle banche e dei gruppi bancari, e dall’altro le caratteristiche generali dei relativi sistemi di

gestione e controllo.

La direttiva definisce l’applicazione graduale delle nuove norme, finalizzate a limitare l’eventuale riduzione dei

requisiti patrimoniali. Essa arriverà alla piena efficacia successivamente al periodo di transizione (Gennaio 2010).

Primo PilastroLa nuova direttiva non modifica il coefficiente minimo patrimoniale dell’8% previsto dalla precedente

regolamentazione (Basilea I); le modifiche sono relative alla definizione e al calcolo delle attività di rischio ponderate;

l’esposizione al rischio di un gruppo bancario si misura tramite il requisito patrimoniale di vigilanza, che è calcolato

con la seguente formula:

Patrimonio di vigilanza

Requisito minimo patrimoniale =

Attività di rischio ponderate

Il coefficiente risultante dovrà essere ≥ 8%.

Infatti, le attività di rischio ponderate devono essere calcolate utilizzando metodologie più sofisticate e sensibili al

rischio rispetto a quelle precedenti. Oltre al rischio di credito ed al rischio di mercato (già presenti in Basilea I), con la

nuova direttiva viene introdotto un nuovo elemento di rischio, il rischio operativo.

La tavola 1 descrive le possibili metodologie utilizzabili per il calcolo de requisiti patrimoniali a fronte vari tipi di rischio

secondo la disciplina di Basilea II.

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Tavola 1: Metodologie previste dalla CRD

Metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali

Rischio di Credito Rischi di Mercato Rischio Operativo

(1) Metodo Standardizzato (1) Metodologia

Standardizzata

(1) Metodo Base (BIA)

(2) Metodo Internal Rating

Based di base (FIRB)

(2) Metodologia dei Modelli

Interni (IMA)

(2) Metodo

Standardizzato(TSA)

(3) Metodo Internal Rating

Based Avanzato (AIRB)

(3) Metodi Avanzati (AMA)

Ai fini della misurazione del rischio di credito, il gruppo UniCredit utilizza sia l’approccio standardizzato che

l’approccio IRB avanzato (AIRB). L’approccio standardizzato per il calcolo del rischio di credito è funzionalmente

molto simile alla precedente regolamentazione Basilea I, a parte la possibilità di utilizzare rating assegnati alle

controparti da agenzie autorizzate ed un più ampio uso delle garanzie finanziarie.

Nella metodologia standardizzata per il calcolo del rischio di credito le attività di rischio sono ponderate in funzione

della classe di esposizione (“portafoglio”) assegnata alla controparte o alle caratteristiche del rapporto; a questa

classificazione può essere connessa la valutazione del merito creditizio assegnata da un soggetto terzo riconosciuto

dalla Banca d’Italia (società di rating).

Sei banche del gruppo UniCredit sono state autorizzate dai rispettivi organi di vigilanza (quando insediate all’estero)

e comunque tutte dalla Banca d’Italia ad applicare la metodologia IRB Avanzata (AIRB). Secondo tale metodo le

ponderazioni di rischio delle attività sono determinate in funzione delle valutazioni interne che le banche effettuano

sui debitori (o, in taluni casi, sulle operazioni); il metodo AIRB prevede che tutti i parametri previsti dal calcolo, di

seguito elencati, siano calcolati internamente:

EAD esposizione al momento del default (Exposure At Default);

PD probabilità di default (Probability of Default);

LGD tasso di perdita in caso di default (Loss Given Default), che viene calcolato tenendo conto del

valore atteso (eventualmente condizionato da scenari avversi) del rapporto espresso in termini percentuali

della perdita a causa del default e dell’importo dell’esposizione al momento del default (EAD);

CCF fattore di conversione creditizia (Credit Conversion Factor);

M scadenza (Maturity);

Il calcolo effettuato con questa metodologia permette di definire attività di rischio ponderate più corrispondenti alle

caratteristiche della controparte. In tempi successivi è prevista l’estensione di questa metodologia ad altre banche e

società finanziarie del gruppo.

Il requisito per rischio di mercato nel gruppo UniCredit è calcolato applicando entrambi gli approcci previsti: i modelli

interni e la metodologia standardizzata. L’utilizzo di modelli interni per il calcolo del requisito patrimoniale per il rischio

di mercato è subordinato all’approvazione dell’organo di vigilanza.

Novità della regolamentazione Basilea II è il calcolo del requisito patrimoniale per il rischio operativo. Il gruppo

UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati alle società in base alle loro dimensioni ed

all’attività esercitata. E’ in corso, al pari delle metodologie IRB per il rischio di credito, l’estensione della metodologia

AMA ad altre entità del gruppo.

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Al fine di evitare consistenti impatti sui requisiti patrimoniali, nella prima fase di applicazione sono state introdotte

delle norme transitorie (comunemente conosciute come “floor”) che riguardano tutte le banche o gruppi bancari che

applicano l’approccio IRB (sia base che avanzato), per il calcolo del requisito del rischio di credito e/o l’approccio

AMA per il calcolo del rischio operativo. Queste norme transitorie, applicate a partire dal 2007 e fino a tutto il 2009,

definiscono un limite minimo di capitale calcolato sulla base della precedente normativa (Basilea I).

Secondo PilastroIl secondo pilastro o processo di controllo prudenziale (Supervisory Review Process - SRP), include i seguenti due

processi:

processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment

Process - ICAAP) tramite il confronto tra la misurazione del profilo di rischio ed il capitale disponibile;

processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process - SREP).

L’ICAAP implica la misurazione dei rischi tramite metodologie interne ed il loro inserimento all’interno dei processi.

Ciò comporta la necessità di rivedere la politica di gestione dei rischi e la posizione patrimoniale in relazione ai rischi

assunti.

Il Gruppo si è dotato di un approccio che riguarda tre principali aree:

misurazione rischi;

pianificazione del capitale, che include la definizione della propensione al rischio;

governance dei rischi.

A tale fine la valutazione è principalmente a livello aggregato e poi a livelli divisionali e di singola società così come a

livello di sotto-gruppo.

Lo SRP è volto ad assicurare che la banca o il gruppo bancario identifichino i loro rischi e provvedano ad allocare un

adeguato capitale a fronte degli stessi, istituendo appropriati processi manageriali finalizzati a sostenere tali rischi. Lo

SRP inoltre incoraggia le banche ed i gruppi bancari a sviluppare ed utilizzare sempre migliori tecniche di gestione

per il monitoraggio e la misurazione dei rischi di credito, di mercato e operativo in aggiunta a quanto già previsto dalla

circolare BI n. 263.

Terzo PilastroNella Circolare BI n. 263 è inoltre stabilito come e quando le banche o i gruppi bancari devono fornire una informativa

pubblica relativamente al patrimonio e al risk management. L’informativa deve essere redatta in conformità alle

disposizioni della citata circolare, che riprende in toto quanto previsto dal XII allegato della Direttiva UE n. 2006/48.

L’informativa al pubblico è un documento su base consolidata che deve essere pubblicato con cadenza annuale in

concomitanza con il bilancio d’esercizio. Per i gruppi che applichino in almeno una delle loro controllate l’approccio

IRB e/o AMA sono previsti ulteriori obblighi di pubblicazione.

In sintesi:

31 dicembre: pubblicazione completa della parte qualitativa e della parte quantitativa (obbligo per tutti i

gruppi bancari, indipendentemente dalle metodologie adottate);

30 giugno: aggiornamento della parte quantitativa (gruppi che hanno adottato approcci IRB e/o AMA);

31 marzo/30 settembre: aggiornamento delle informazioni relative al patrimonio e all’adeguatezza

patrimoniale (gruppi che hanno adottato approcci IRB e/o AMA).

Il presente documento ha richiesto la compilazione di tutte le sue parti, in quanto è pubblicato per la prima volta al 30

giugno 2008, sulla base della normativa regolamentare.

Esso fornisce una completa informazione dei tipi di rischio a cui il Gruppo UniCredit è soggetto (rischi “per cassa” e

“di firma”), della loro gestione e del patrimonio di vigilanza previsto dalla normativa del terzo pilastro.

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Il presente documento è strutturato come segue:

Descrizione della struttura del gruppo bancario UnCredit con le differenze fra l’area di consolidamento

utilizzata rispetto a quella del bilancio consolidato: va evidenziato che il la diversità tra i due ambiti può

generare differenze tra dati di analogo significato presenti nel bilancio e nel terzo pilastro;

Struttura del patrimonio di vigilanza e relativa adeguatezza patrimoniale;

Rischio di credito con informazioni dello stesso negli approcci standard e AIRB, dettaglio delle esposizioni

con le relative attività di rischio ponderate e perdite su crediti;

Tecniche di attenuazione del rischio di credito;

Rischio di mercato;

Rischio operativo;

Operazioni fuori bilancio, contratti derivati inclusi;

Cartolarizzazioni secondo i requisiti del terzo pilastro con l’integrazione delle informazioni sugli strumenti finanziari

strutturati secondo le indicazioni del Financial Stability Forum (FSF);

Il terzo pilastro sarà pubblicato - oltre che da UniCredit - dalle capogruppo dei sottogruppi Bank Austria AG e Pekao

S.A. per i loro rispettivi gruppi bancari.

Le informazioni relative al patrimonio di vigilanza ed agli assorbimenti patrimoniali sono pubblicate anche nella parte

F della nota integrativa di bilancio, secondo lo schema previsto dalla Banca d’Italia; ulteriori informazioni relative ai

vari tipi di rischi sono riportate nella parte E della nota integrativa del bilancio.

Note:1. Tutti gli importi, se non specificamente indicato sono da intendere in migliaia di Euro;

2. Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale.

3. Il presente documento costituisce una prima applicazione della normativa: non sono pertanto esposti

dati storici, che saranno presenti a partire dalla prossima pubblicazione riferita al 31 dicembre 2008.

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Tavola 1 – Requisito informativo generale

Informativa qualitativa

Rischio di credito

Il presidio dei rischi a livello di Gruppo (principalmente rischio di credito, di mercato, operativo ed integrazione degli

stessi) è assicurato dalla funzione Risk Management (CRO) di Capogruppo, cui è attribuita la responsabilità:

di ottimizzare la qualità dell’attivo minimizzando il costo dei correlati rischi, coerentemente con gli obiettivi

di rischio / redditività assegnati alle aree di business;

della definizione di linee guida, politiche e metodologie volte alla misurazione ed al controllo dei predetti

rischi, in conformità alle disposizioni normative e regolamentari di riferimento, interne ed esterne.

In tale ambito, un ruolo fondamentale è ricoperto dal Comitato Rischi - presieduto dall’Amministratore Delegato e

composto, tra gli altri, dai Deputy CEO, dal CRO, dal CFO e dal CSO - che si riunisce con funzioni consultive e

propositive per gli organi superiori o deliberanti (in funzione delle competenze) in merito alle linee guida strategiche,

agli indirizzi relativi alle politiche finanziarie, alle politiche di Gruppo ed alle metodologie di misurazione riferite a tutte

le tipologie di rischio.

Allo scopo di assicurare il miglior presidio dei rischi, garantendo al contempo una sempre maggiore attenzione alle

esigenze di business, la funzione Risk Management è articolata al suo interno in uno Strategic Risk Management &

Control department - che concentra le attività di governo, controllo, gestione e reporting del rischio complessivo di

Gruppo attraverso la definizione di metodologie, strategie, linee guida, policy a carattere generale o relative a

tematiche di rischio interdivisionali, al fine di garantire omogeneità e coerenza complessiva di approccio su tematiche

“Group-wide” - ed in tre strutture, denominate Divisional Risk Officers (“DRO”), cui è demandata la responsabilità di

controllo, gestione e reporting del rischio a livello delle pertinenti Divisioni di Business (Corporate / Private Banking,

Retail e Market & Investment Banking (MIB) attraverso la definizione di linee guida divisionali, policy specifiche,

coordinamento, supporto e diretta interfaccia con le Entità nella propria area di competenza.

La responsabilità dei processi organizzativi a presidio del rischio di credito e di mercato è in capo a strutture dedicate

all’interno della funzione Organizzazione.

La gestione del completamento del progetto Basilea 2 è affidata ad una struttura di progetto dedicata, a diretto riporto

del Deputy CEO, responsabile delle funzioni organizzative e di servizio, in co-leadership con lo Strategic Risk

Management & Control department.

Con particolare riferimento all'obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi nei confronti delle

controparti rispetto al patrimonio di vigilanza, è altresì contemplato l'intervento della Capogruppo mediante il rilascio

di pareri in ordine alle esposizioni rilevanti (c.d. “Grandi Fidi”).

I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da specifici

documenti di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione, supporto e controllo, in

particolare nelle seguenti aree di attività:

politiche creditizie, assicurando l’adozione e l'osservanza di principi creditizi, di norme e di processi comuni

in termini di concessione, monitoraggio / gestione e recupero dei crediti, nel rispetto delle specificità locali

di ciascun Paese;

strategie creditizie, garantendo l’adeguata composizione del portafoglio creditizio di Gruppo allo scopo di

ottimizzare la creazione di valore;

modelli, garantendo la coerenza e l'omogeneità tra i sistemi di valutazione e misurazione del rischio di

credito di Gruppo, a livello sia di singola controparte, sia di portafoglio;

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rischio di concentrazione creditizia, mediante la realizzazione dell'accentramento in Capogruppo del

processo di assunzione di rischi creditizi nei confronti di banche e Stati Sovrani, nonché dell'analogo

processo connesso alla valutazione, misurazione e controllo di quelli relativi alle maggiori esposizioni

creditizie a livello di Gruppo;

prodotti creditizi, prevedendo linee guida per il loro rilascio e monitoraggio;

monitoraggio del rischio creditizio di portafoglio, consentendo agli Organi competenti di essere

periodicamente e tempestivamente informati sull’evoluzione di tale aggregato a livello di ciascuna Entità

del Gruppo.

In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla funzione CRO,

sono state emanate le “General Group Credit Policies”, disposizioni generali relative allo svolgimento dell'attività

creditizia a livello di Gruppo, che dettano le regole ed i principi che devono indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare

la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i principi e la best practice di Gruppo.

Tali disposizioni generali sono integrate da normative specifiche che regolano l’attività creditizia verso determinate

controparti (es. Banche e Stati Sovrani), fasi del processo (es. classificazione e gestione delle posizioni rischiose

nonché processo di recupero crediti e gestione degli accantonamenti generici con l’applicazione della metodologia

"IBNR") e segmenti di attività (tra cui la “Commercial Real Estate Financing” Policy, che fornisce standard e metodi

comuni nonché specifici parametri da adottare nei diversi contesti geografici in cui opera il Gruppo e la “Bridge

Equity” Policy, che fornisce linee guida in materia di finanziamenti ed investimenti di capitale).

Nell’ambito dei compiti di presidio del rischio di credito, alla funzione CRO della Capogruppo è attribuito quello della

gestione e della misurazione dello stesso, attraverso la creazione e l’utilizzo di apposite metodologie. Tale compito

comporta anche il costante aggiornamento delle metodologie sviluppate, assicurando, in collaborazione con la

funzione Organizzazione, responsabile dei pertinenti processi, l’implementazione delle stesse in conformità agli

standard di "Basilea 2" ed in ottemperanza ai requisiti indicati da Banca d’Italia.

Come sopra evidenziato, la misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte, sia a

livello di portafoglio complessivo. Per quanto riguarda il rischio a livello di singolo soggetto affidato, le logiche e gli

strumenti a supporto dell’attività creditizia, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, sono

differenziati per tipologia di clientela.

La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della domanda di affidamento, scaturisce dal

processo di analisi di dati economici / finanziari / patrimoniali e qualitativi (relativamente al posizionamento

competitivo dell'azienda, alla sua struttura societaria ed organizzativa, ecc., limitatamente alla clientela imprese del

segmento corporate), delle caratteristiche geo-settoriali (limitatamente alla clientela imprese del segmento corporate)

e comportamentali a livello di banca e di sistema (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'attribuzione di un

rating, da intendersi quale definizione della probabilità di default (PD) della controparte medesima, con un orizzonte

temporale di un anno.

Il merito di credito della controparte viene rivisto su base annuale, sulla base alle nuove informazioni acquisite

durante l’anno. La controparte è ovviamente valutata anche nell’ambito dell'eventuale gruppo economico di

appartenenza, considerando pertanto il potenziale rischio massimo dell’intero Gruppo UniCredit nei confronti del

medesimo.

L’attività di monitoraggio è articolata in due distinte fasi, caratterizzate dall'uso di differenti strumenti e fonti

informative: il monitoraggio giornaliero delle anomalie ha luogo sulla scorta delle informazioni rivenienti dalla gestione

della relazione con il cliente, mentre la sorveglianza sistematica adotta sistemi automatizzati, aventi l’obiettivo di

individuare tempestivamente le posizioni che evidenziano sintomi di deterioramento del profilo di rischio al fine di

poterle poi gestire coerentemente.

La sorveglianza sistematica (su base mensile) è incentrata sulla cosiddetta gestione andamentale che, elaborando

tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio (“scoring”) che rappresenta una

valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto tramite una funzione

statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di variabili rivelatesi significative

nell’individuare, con un anticipo di dodici mesi, l’evento del default.

Gli strumenti ed i processi concernenti l’attività di erogazione e di monitoraggio, fermo il rispetto dei principi a

carattere generale di seguito accennati, presentano opportuni adattamenti in funzione delle peculiari caratteristiche

dei differenti segmenti di clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia.

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Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione quantitativi e

qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli scoring gestionali sopra descritti.

Il rating interno e, quindi, il livello di rischiosità assegnato alla controparte, viene preso in considerazione in sede di

calcolo dei livelli deliberativi, vale a dire che, a parità di importi di fido da deliberare, le deleghe di poteri conferite per

l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti organi si riducono progressivamente, in funzione dell'accentuarsi del

profilo di rischio del cliente.

Il modello organizzativo adottato prevede l’esistenza di un rating desk (e di un Comitato Rating per le pratiche di più

rilevante entità), indipendente dalle funzioni di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l’eventuale

modifica del giudizio automatico espresso dal modello, mediante l’attuazione di un processo cosiddetto di override.

Presso diverse Entità sono stati avviati progetti finalizzati ad omogeneizzare i processi creditizi, sulla base della best

practice di Gruppo, sopra descritta.

Le differenti Entità sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo apposito parere anteriormente alla

concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti / gruppi economici, qualora le medesime

linee eccedano predeterminate soglie quantitative, opportunamente modulate in funzione di parametri oggettivi.

La funzione CRO di Capogruppo attua sistematicamente il monitoraggio del portafoglio caratterizzato da rischio di

credito, producendo a livello di Gruppo la relativa reportistica, sia ricorrente sia specifica, con l’obiettivo di analizzare

le principali componenti di tale rischio e di seguirne l'evoluzione nel tempo, onde poter cogliere tempestivamente

eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune iniziative correttive. L’andamento del

portafoglio di rischio di credito viene analizzato con riferimento ai suoi principali driver - quali la crescita e gli indicatori

dei parametri di rischio, ai diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all’andamento

del portafoglio in default ed alla relativa copertura.

L’attività di monitoraggio e reporting del portafoglio al livello “Group-Wide” viene realizzata in stretta collaborazione

con i Divisional Risk Officers (“DRO”) che, nei rispettivi perimetri divisionali, implementano proprie specifiche attività

di reporting e di monitoraggio sulle posizioni soggette a rischio di credito.

La gestione avanzata del rischio di credito, a livello dell’intero portafoglio crediti, è parte del processo di elaborazione

delle strategie creditizie di Gruppo.

L'obiettivo di elaborazione delle strategie creditizie è triplice:

definire l’ottimale composizione dei portafogli creditizi in coerenza con l’obiettivo della sostenibile creazione

di valore, partendo da un condiviso livello di propensione al rischio, conformemente ai criteri ed al quadro

di riferimento di Gruppo in tema di allocazione del capitale e di creazione di valore;

assicurare supporto alle competenti funzioni / Divisioni della Capogruppo ed alle Entità del Gruppo, per

l'adozione di iniziative finalizzate al raggiungimento di una composizione ottimale del portafoglio, attraverso

azioni e piani di strategie commerciali;

fornire un insieme delle linee guida ed azioni di supporto necessarie allo svolgimento del processo di

budget commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica della Capogruppo.

L’attuazione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio di credito. In

particolare le evidenze di un modello “credit VaR” garantiscono una corretta e prudenziale gestione del rischio di

portafoglio, attraverso l’applicazione di metodologie e strumenti avanzati.

Relativamente a tali applicazioni, nell'ambito delle strategie creditizie vengono sviluppate le attività concernenti le

analisi di vulnerabilità e quelle di supporto alla Capital Adequacy, attraverso il presidio e la gestione degli stress test

riferiti al rischio di credito. Per quanto attiene specificatamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare

rilevanza è attribuita a quello di concentrazione creditizia, considerata l'importanza dello stesso rispetto al totale delle

attività creditizie.

Tale rischio, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa di "Basilea 2", si configura verso qualsiasi

controparte o gruppo economico che presenti il potenziale per produrre perdite ritenute sufficientemente rilevanti da

compromettere, per il Gruppo, la capacità di prosecuzione della normale operatività. Al fine di identificare, gestire,

misurare e monitorare il rischio di concentrazione, la funzione preposta in Capogruppo svolge l’attività di credit limit

setting, attraverso diverse modalità operative volte a coprire due differenti forme del suddetto rischio, relative ad

esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di controparti

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economicamente correlate (bulk risk), oppure ad esposizioni creditizie di controparti accomunate dallo stesso settore

di attività economica.

Per quanto concerne le politiche di copertura e di attenuazione del rischio, si faccia riferimento alla Tavola 8

“Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”.

Sistemi di gestione, misurazione e controllo

Nell’ambito dei compiti di presidio del rischio di credito, alla funzione CRO della Capogruppo è attribuito quello della

gestione e della misurazione del medesimo, attraverso la creazione e l’utilizzo di apposite metodologie. Tale compito

comporta anche l’aggiornamento delle metodologie sviluppate assicurando, in collaborazione con la funzione “Global

banking services”, responsabile dei processi organizzativi, l’implementazione delle stesse in conformità agli standard

di "Basilea II" ed in ottemperanza ai requisiti indicati da Banca d’Italia.

La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello individuale di singola controparte, sia a livello

dell’intero portafoglio. Per quanto riguarda la componente individuale del rischio, ossia quella associata alle singole

relazioni, le logiche e gli strumenti a supporto dell’attività creditizia tanto nella fase di erogazione quanto in quella di

monitoraggio, passano attraverso un processo di valutazione del merito creditizio ad alto valore aggiunto e

differenziato per tipologia di clientela.

La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della domanda di affidamento, scaturisce dal

processo di analisi dei seguenti dati:

economici / finanziari / patrimoniali,

qualitativi, relativamente al posizionamento competitivo dell'azienda, alla sua struttura societaria ed

organizzativa ecc. (limitatamente alla clientela imprese del segmento "corporate"),

caratteristiche geo-settoriali (limitatamente alla clientela imprese del segmento "corporate"),

comportamentali a livello di banca e di sistema (ad es. Centrale dei rischi),al fine di pervenire

all'attribuzione di un rating, da intendersi quale definizione della “probabilità di default” (PD) della

controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno.

Il merito di credito della controparte viene rivisto su base annuale, sulla base delle nuove informazioni pervenute

durante l’anno. La controparte è valutata nell’ambito anche dell'eventuale gruppo economico di appartenenza,

considerando il teorico rischio massimo dell’intero Gruppo.

L’attività di monitoraggio è gestita da sistemi automatizzati che hanno l’obiettivo di identificare tempestivamente e

gestire coerentemente quelle posizioni che evidenziano sintomi di deterioramento del profilo di rischio, sulla base dei

modelli originariamente posti in essere a beneficio delle Entità italiane del Gruppo.

Il monitoraggio sistematico (su base mensile) è incentrato sulla cosiddetta “gestione andamentale” che, sulla base di

tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio (“scoring”) che rappresenta una

valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto tramite una funzione

statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di variabili rivelatesi significative

nell’individuare, con un anticipo di dodici mesi, l’evento del “default”.

Gli strumenti ed i processi concernenti l’attività di erogazione e monitoraggio, fermo il rispetto dei più sotto accennati

principi a carattere generale, presentano opportuni adattamenti in funzione delle peculiari caratteristiche dei differenti

segmenti di clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia.

Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione quantitativi e

qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli “scoring” gestionali sopra

descritti.

Il rating interno, e quindi la rischiosità assegnata alla controparte, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire

che, a parità di importi da erogare, le deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti

organi si riducono progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente. Il modello organizzativo

adottato prevede l’esistenza di un "rating desk", indipendente dalle funzioni di erogazione, cui è assegnata la

responsabilità di gestire l’eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello, mediante l’attuazione

di un processo cosiddetto di “override”.

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Presso diverse Entità sono stati avviati progetti finalizzati ad omogeneizzare i processi creditizi, sulla base della “best

practice” di Gruppo, sopra descritta.

Le differenti Entità sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo, apposito parere anteriormente alla

concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti / gruppi economici, qualora le medesime

linee eccedano predeterminate soglie quantitative, opportunamente modulate in funzione di parametri oggettivi.

Relativamente all’applicazione della normativa Basilea 2, UniCredit ha ottenuto dalla Banca d’Italia l’autorizzazione

ad adottare i metodi avanzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito. In questa

prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane, nonché da

HypoVereinsbank (HVB AG) e da Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente, saranno applicate dalle altre

società del Gruppo secondo un piano di estensione progressiva comunicato all’Autorità di Vigilanza.

I modelli di rating sopra menzionati vengono utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli

obblighi di Primo Pilastro ma rappresentano soprattutto una componente fondamentale dei processi decisionali e di

governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo dei sistemi di rating interni sono le seguenti:

i processi creditizi, nelle diverse fasi:

- concessione / rinnovo. L’assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale

nel processo di valutazione del merito di credito della controparte / transazione e costituisce la

fase preliminare per la concessione / rinnovo delle linee di credito. Il rating, assegnato prima

della delibera, viene reso disponibile nell’ambito del processo di erogazione, integrato, in

maniera sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating

rappresenta un fattore fondamentale, con l’ammontare delle esposizioni creditizie, per definire

l’Organo competente per la delibera;

- monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire

tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente,

consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all’effettivo stato di default (quando

cioè esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano

principalmente sul controllo andamentale dell’esposizione, fino a giungere, laddove necessario,

al totale disimpegno nei confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di

EAD, la fase di monitoraggio consente l’ottimizzazione delle condizioni per una eventuale

successiva fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione

della LGD;

- recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a

default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto

Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa.

In presenza di strategie di recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso

valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre la base per il pricing da attribuire al passaggio dei

crediti non performing ad Aspra Finance;

le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stato adottata la metodologia delle perdite

“sostenute” ma non “riportate” (“Incurred but not reported losses”, IBNR), che utilizza i valori della perdita

Attesa mediante il parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le

controparti classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio

dell’esposizione e della LGD;

la gestione e allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al

processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di

rating vengono integrati, a livello di Capogruppo con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei

processi volti alla misurazione del capitale (sia regolamentare che economico) ed alla gestione del

medesimo, da un lato; nei processi volti alla determinazione delle misure “risk adjusted performance” e

del conto economico rettificato a fini di pianificazione strategica;

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 14

la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della

pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell’RWA, delle rettifiche

nette di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale;

la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l’Alta Direzione a livello consolidato / divisionale/

regionale e per singola Entità, che mostrano l’andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo

informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di

clientela, in accordo con i sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella

definizione del pricing e degli MBO da assegnare ai Gestori, nonché nell’identificazione dei clienti con

EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate.

Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, UniCredit Group ha effettuato specifiche

attività finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l’applicazione delle tecniche di Credit Risk

Mitigation (CRM). Si è infatti proceduto alla:

emissione di policies che rappresentano il recepimento, l’interpretazione e l’interiorizzazione dei requisiti

normativi della CRM all’interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione - per la quale si è

fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006” e successivi

aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza

internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di

regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito diversi obiettivi volti

ad incoraggiare l’ottimizzazione della gestione delle garanzie ed a definire le regole di ammissibilità,

valutazione, monitoraggio e gestione delle garanzie personali e reali in linea con i requisiti generali e

specifici;

definizione di nuovi processi che rappresentano l’applicazione delle policies nella gestione delle garanzie

all’interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l’”as-is” ed il modello target si è proceduto a

implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con quanto previsto dalla

normativa Banca d’Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella valutazione delle tecniche di CRM

UniCredit Group enfatizza l’importanza del requisito della certezza legale, particolare importanza è stata

prestata nell’implementazione dei processi necessari al suo soddisfacimento;

implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle garanzie.

In particolare, Unicredit Group ha sviluppato un solido ed efficace sistema per l’applicazione delle

tecniche di CRM a partire dalla valutazione ed acquisizione delle garanzie, fino al monitoraggio ed

all’escussione delle stesse. L’implementazione del sistema informativo, ha permesso di gestire,

raccogliere ed archiviare i dati necessari alla verifica del soddisfacimento dei requisiti richiesti per

l’ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio. Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie

sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per applicare opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla

normativa di Basilea 2 (per la valutazione della volatilità, sono stati definiti scarti stimati internamente

basati sulla metodologia Value at Risk).

Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al

nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di

convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento

alla revisione dei sistemi stessi.

Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità

predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative, in

particolare mediante:

valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai

criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio;

valutazione dell’accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di

performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking;

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accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione;

analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture

informatiche connesse con i sistemi di rating.

I risultati dell’attività di convalida interna, svolta in coerenza con gli standard di validazione, e la cui profondità di

analisi differisce in funzione della tipologia (groupwide o locale) o localizzazione (Italia o estero) del sistema di rating,

sono riportati ad un unico modello di rappresentazione (framework) con l’obiettivo di ricondurre ad unità l’analisi

relativa alle diverse componenti del sistema di rating.

Il framework adottato consiste in una riconduzione schematica di tutti i requisiti minimi quantitativi ed organizzativi di

dettaglio previsti da Banca d’Italia a specifici principi chiave, riferibili a diverse aree tematiche di analisi del sistema di

rating (disegno del modello, componenti di rischio, utilizzo interno e reporting, IT e qualità dei dati e governo

societario), ed è funzionale alla valutazione del posizionamento di dettaglio dei sistemi di rating rispetto alla

normativa di Vigilanza.

Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del modello (model

design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario

(governance).

Obiettivo invece dell’attività di revisione interna dei sistemi di rating interni da parte dell’Internal Audit è la verifica

della funzionalità del complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel:

verificare la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi;

verificare l’utilizzo gestionale dei sistemi di rating;

verificare l’adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating.

In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo, allo scopo di supportare le Entità sulla qualità dei Sistemi

dei Controlli Interni e curare l’evoluzione delle metodologie di revisione in coerenza con i mutamenti degli scenari di

riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per l’effettuazione delle attività di revisione.

Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del

rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei

sistemi interni di misurazione e controllo del rischio.

Rischio di mercato

In generale, i rischi di mercato per una banca derivano dagli effetti delle variazioni dei prezzi o degli altri fattori di

rischio di mercato sul valore delle posizioni scritte nei propri libri, sia nel caso in cui queste siano detenute nel

portafoglio di negoziazione (trading book) che, alternativamente, risultino rivenienti dall’operatività commerciale e

dalle scelte di investimento strategiche (banking book). La gestione dei rischi di mercato nel Gruppo UniCredit

ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della struttura patrimoniale,

nella Capogruppo come nelle singole società che compongono il gruppo stesso.

La Capogruppo monitora le posizioni di rischio a livello di Gruppo. Le singole società componenti il Gruppo,

nell’ambito delle loro specifiche responsabilità, controllano le proprie posizioni di rischio in coerenza con le politiche

di supervisione del Gruppo UniCredit. I risultati delle attività di monitoraggio svolte dalle singole società vengono

comunque condivisi con la Capogruppo.

Le singole società componenti il Gruppo producono giornalmente rapporti dettagliati sull’andamento della loro attività

e sulla rischiosità connessa, inviando la documentazione sui rischi di mercato alla Capogruppo.

La responsabilità di aggregare tali informazioni e produrre la documentazione informativa sui rischi di mercato

complessivi è in carico all’unità Group Market Risk della Capogruppo.

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AL 30 GIUGNO 2008 16

Struttura organizzativa

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo stabilisce le linee guida strategiche per l’assunzione dei rischi di

mercato definendo, in funzione della propensione al rischio e degli obiettivi di creazione di valore in rapporto ai rischi

assunti, l’allocazione del capitale per la Capogruppo stessa e per le società controllate.

Il Comitato Rischi della Capogruppo ha funzione consultiva e propositiva circa le decisioni dell’Amministratore

Delegato e nella definizione di proposte dell’Amministratore Delegato al Consiglio di Amministrazione sui seguenti

temi:

definizione delle linee guida metodologiche per la creazione dei modelli per la misurazione ed il controllo

dei rischi di Gruppo;

definizione delle politiche di rischio di Gruppo (identificazione dei rischi, analisi del livello di propensione al

rischio, definizione degli obiettivi di allocazione del capitale e della struttura dei limiti per tipologia di rischio,

allocazione delle relative responsabilità funzionali sulle Direzioni e Divisioni competenti);

definizione di azioni correttive volte a riequilibrare le posizioni di rischio del Gruppo.

Il Comitato Rischi è composto dai seguenti membri: Amministratore Delegato (Presidente del Comitato), i Deputy

CEOs, Chief Risk Officer (presiede il Comitato in assenza dell’Amministratore Delegato), Chief Financial Officer. Il

Responsabile della Direzione Internal Audit di Capogruppo partecipa inoltre al Comitato Rischi in qualità di uditore

senza diritto di voto.

Nell’aprile 2008 il Consiglio di Amministrazione ha approvato le linee guida per la riorganizzazione del modello Group

Market Risks, con l’obiettivo di riunire tutte le funzioni di Market Risk sotto un’unica responsabilità, creando così il

nuovo Group Market Risk Department all’interno del MIB Divisional Risk Office and Group Market Risks Dept.

In particolare, ciò comporta:

la concentrazione delle responsabilità per il Market Risk Management (misurazione, valutazione,

monitoraggio e controllo) sotto il nuovo “Group Market Risks” department, responsabile del presidio dei

rischi del portafoglio di negoziazione e bancario a livello di Gruppo, nonché di assicurare la coerenza delle

politiche, metodologie e pratiche relative ai rischi di mercato tra le Divisioni e le Entità;

l’introduzione, all’interno del nuovo department, di due team specializzati per il Trading e il Treasury Risk

Management, inclusa:

- l’introduzione del ruolo di trading risk manager, responsabile del presidio del rischio di mercato

riferito alle specifiche business line a livello di Gruppo;

- l’introduzione del ruolo di treasury risk manager, responsabile del presidio del rischio di liquidità

riferito agli specifici banking book a livello di Gruppo;

la costituzione di presidi unitari per l’architettura e le metodologie del Market Risk incluse le responsabilità

riguardanti Risk Technologies, Risk Methods, Model Testing e Group-wide New Products Process, ma con

l’esclusione del Front Office Risk Modelling;

la coerente riallocazione delle responsabilità tra la Capogruppo e le Legal Entities: in particolare, le Legal

Entities/filiali si concentreranno sull’implementazione del Local New Products Process (NPP),

l’implementazione delle infrastrutture, la P&L validation e il Desk Control

il mantenimento della complessiva responsabilità del CRO sui rischi di mercato di Gruppo e sui rischi di

mercato e di credito della MIB attraverso attività di indirizzo e monitoraggio da realizzare anche all’interno

del Comitato Rischi (organo competente per l’approvazione/condivisione delle proposte del DRO

riguardanti strategie, politiche, modelli e limiti di rischio nonché attività/iniziative di monitoraggio), di cui il

CRO è membro.

Di conseguenza, in data 1 agosto, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la nuova Market Risk Governance,

che definisce il framework della funzione Market Risks di Capogruppo relativamente al ruolo di indirizzo, supporto e

controllo delle corrispondenti funzioni delle Legal Entities, coerentemente con il ruolo di Capogruppo svolto da

UniCredit SpA.

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La Capogruppo, infine, propone i limiti e le investment policy per il Gruppo e per le sue entità in sintonia con il

processo di allocazione del capitale in sede di elaborazione del budget annuale.

L’unità di Asset and Liability Management della Capogruppo, in coordinamento con gli altri centri di liquidità regionali,

svolge l’attività di gestione dell’ALM strategico ed operativo, con l’obiettivo di assicurare l’equilibrio degli assetti

patrimoniali e la sostenibilità economica e finanziaria delle politiche di crescita del Gruppo nel mercato dei prestiti,

ottimizzando il profilo di rischio di cambio, tasso e liquidità del Gruppo.

Rischio operativo

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione dei rischi operativi

Definizione di rischio operativo

Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da processi

interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e di compliance, ma

esclude quello strategico e reputazionale.

Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di impiego e

sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni derivanti da violazioni

normative, danni ai beni patrimoniali dell’azienda, interruzioni dell’operatività e disfunzione dei sistemi, gestione dei

processi.

Framework di Gruppo per la gestione dei rischi operativi

Il Gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l’insieme di politiche e procedure per il

controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle entità controllate.

Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le entità del Gruppo, sono principi comuni che stabiliscono il ruolo

degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con le altre funzioni coinvolte nel

processo.

La Capogruppo coordina le entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel manuale di

controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (comitato rischi, alco, comitato rischi operativi) sono costituiti per

monitorare l’esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di misurazione e di controllo.

Le metodologie di classificazione e completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di rischio, reporting e

misurazione del capitale di rischio sono responsabilità della funzione di operational risk management di Capogruppo

e vanno applicate dalle entità del Gruppo. Elemento cardine del sistema di controllo è l’applicativo informativo a

supporto per la raccolta dei dati, il controllo dei rischi e la misurazione del capitale.

Le metodologie di controllo dei rischi operativi sono state estese alle società rilevanti del Gruppo Capitalia acquisite

nel corso del 2007 e inserite nel piano di roll out AMA di Gruppo.

UniCredit Group ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l’autorizzazione all’utilizzo del modello AMA per il calcolo del

capitale a fronte dei rischi operativi. L’utilizzo di tale metodo verrà nel tempo esteso alle principali società del Gruppo

in base ad un piano di roll out.

Struttura organizzativa

L’Alta direzione è responsabile per l’approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di gruppo dei rischi

operativi, per la verifica dell’adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata regolarmente circa

variazioni del profilo di rischio e l’esposizione ai rischi operativi.

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AL 30 GIUGNO 2008 18

Il Comitato Rischi riveste funzioni consultive e di proposta per la definizione delle linee guida e delle politiche di

gestione delle varie tipologie di rischio, in particolare delibera in materia di metodologie di misurazione e controllo e

relativi manuali.

Il Comitato Rischi Operativi, presieduto dal Chief Risk Officer di Gruppo, riunisce le funzioni di controllo dei rischi

operativi delle principali entità del Gruppo e altre funzioni rilevanti della Capogruppo. Il Comitato viene aggiornato

sull’esposizione ai rischi operativi e sulle azioni di gestione e mitigazione dei rischi intraprese.

L’unità Operational Risk Management della Capogruppo, nell’ambito dell’area Risk Control & Policies – Direzione

Risk Management, definisce il modello di calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo e le linee guida per il

controllo dei rischi operativi, ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni Orm delle società

per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi e delle metodologie di controllo.

Le funzioni di operational risk management nelle entità controllate forniscono formazione specifica sui rischi operativi

al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e sono responsabili per la

corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. Un regolare aggiornamento degli aspetti sia normativi

che gestionali sui rischi operativi è predisposto dalla funzione Operational Risk Management di UniCredit e inviato

alle funzioni responsabili del controllo e gestione dei rischi operativi.

Sistema di misurazione e allocazione del capitale

UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale. Questo è calcolato tenendo

conto dei dati di perdita interni, dei dati di perdita esterni (consortili e pubblici), dei dati di perdita generati tramite

analisi di scenario e degli indicatori di rischio.

Il calcolo viene effettuato utilizzando come classi le tipologie di evento operativo. Per ogni classe di rischio, la

severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente per arrivare alla distribuzione delle perdite annue

tramite simulazione, tenendo conto della copertura assicurativa. La distribuzione di severità viene stimata su dati

interni, dati esterni e dati generati tramite analisi di scenario, mentre la frequenza è stimata sui soli dati interni. Per

ognuna delle classi, si applica una correzione in funzione degli indicatori di rischio operativo. Le distribuzioni di

perdita annua, ottenute per ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite funzioni copula. Il capitale di rischio è

quindi calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un livello di confidenza del 99,9% a fini regolamentari e

ad un livello del 99,97% a fini di capitale economico.

Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle entità, riflettendo l’esposizione e l’efficacia

del processo di gestione dei rischi operativi.

L’approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte delle Autorità competenti per un perimetro di società del

Gruppo che al 30 giugno u.s. copre circa il 62% dell’indicatore rilevante (i.e. margine di intermediazione). Il piano di

roll out prevede l’estensione di tale metodo a tutte le società rilevanti del Gruppo e si concluderà entro il 2012. Le

società non ancora autorizzate all’utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito patrimoniale consolidato

sulla base del metodo standard o base.

Reporting

Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l’alta direzione e gli organi di controllo

interno in merito all’esposizione ai rischi operativi del Gruppo ed alle azioni intraprese per mitigarli.

In particolare, con periodicità trimestrale vengono forniti aggiornamenti sull’andamento delle perdite operative, la

stima del capitale a rischio, eventi esterni rilevanti e le principali iniziative intraprese per la mitigazione dei rischi

operativi nelle varie Divisioni di business. Una sintesi sull’andamento degli indicatori di rischio più significativi viene

elaborata con cadenza mensile.

Al Comitato Rischi Operativi di Gruppo vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di scenario svolte e

livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese.

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Gestione e mitigazione del rischio

La gestione del rischio consiste nella revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati, con la possibilità di

procedere all’esternalizzazione di alcune attività, e nella gestione delle politiche assicurative per coprire i rischi

operativi, con l’identificazione di idonee franchigie e limiti.

Inoltre, la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei casi di

interruzione dei principali servizi.

Il Comitato rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi rilevati dalle

funzioni di operational risk delle entità, con il supporto delle funzioni interessate, e verifica le iniziative di mitigazione.

Altri rischi

Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non esauriscono il

novero di tutte quelle esistenti.

Il Gruppo ha provveduto ad individuare e ridelineare le fattispecie analizzate ampliandone il range, al fine di pervenire

ad una più accurata misurazione dei rischi assunti. Parallelamente, sono state definite modalità di aggregazione per

giungere alla misurazione della rischiosità complessiva, integrando le singole tipologie tramite la determinazione del

capitale interno.

Questi sforzi sono volti al conseguimento di due obiettivi: il principale è il miglioramento della comprensione dei

“value driver” all’interno di ciascuna linea di business, in modo che la funzione Risk Management possa svolgere un

efficace ruolo di supporto nei processi decisionali.

Il secondo obiettivo è rappresentato dall’affinamento dei sistemi di controllo interno, di cui la funzione Risk

Management è uno dei principali attori.

L’attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio individuate, che si intende presidiare

nell'ambito del Gruppo, viene svolta in due fasi.

Nella prima fase si è provvede alla ricognizione dei rischi impliciti nelle proprie posizioni - attive o passive - e nelle

attività svolte, nella seconda alla definizione delle modalità di misurazione.

Relativamente alla prima fase, il Gruppo ha individuato le seguenti tipologie di rischio:

rischio di business (“business risk”);

rischio immobiliare (“real estate risk”);

rischio degli investimenti azionari (“financial investment risk”);

rischio strategico;

rischio reputazionale.

Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi.

Rischio di business

Deriva da una contrazione dei margini non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma da variazioni

del contesto competitivo o del comportamento dei clienti.

Le linee guida per il business risk presentano una metodologia standard per il calcolo del rischio derivante dalle

fluttuazioni degli utili. Le società denominate come medie e grandi sono tenute a implementare integralmente il

modello, mentre quelle piccole ne sono esentate poiché il rischio verrà calcolato con una procedura semplificata.

La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla scorta dei contenuti di un format, pre-determinato

dalla Capogruppo ed aggiornato dalle Entità relativamente alle voci di bilancio che determinano il livello di costi e

ricavi da inserire nel modello. Tali voci sono scelte in modo tale da garantire la non sovrapposizione con altri tipi di

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rischio. Le serie storiche per la calibrazione di volatilità e correlazioni vengono costruite a partire dal bilancio mensile

e raggruppate per clusters divisionali, mentre i valori di mercato annuali, per i quali esse vengono moltiplicate, sono

estratti dal bilancio trimestrale.

Il calcolo prevede l’utilizzo di una distribuzione normale, a partire dalla quale viene calcolato un EaR con intervallo di

confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno (metodo varianza-covarianza). Il VaR relativo viene poi

calcolato moltiplicando l’EaR per un fattore, funzione dell’orizzonte temporale di tre anni e del tasso d’interesse. Esso

è misurato a livello Gruppo, Divisione, Sottogruppo ed Entità, sia in termini di capitale di rischio stand-alone, sia

diversificato; nel secondo caso il beneficio di diversificazione intra-rischio viene successivamente riallocato alle

singole Entità proporzionalmente al rapporto tra VaR di Gruppo e somma degli stand-alone di tutte le Entità. Il

capitale intra-diversificato marginale di ciascuna Entità esiste solo in funzione di quello di Gruppo, rappresentando

uno degli elementi preliminari per il calcolo del capitale economico aggregato.

A scopo di monitoraggio, il business risk a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni, è calcolato trimestralmente o ogni

volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting,

esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione capitale in quanto rientrante tra le

misure di rischio da aggregare.

Rischio immobiliare (“real estate risk”)

Consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà

del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a “special-purpose vehicle”, mentre sono ovviamente esclusi

gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie.

Solo le società denominate come medie e grandi sono tenute a implementare integralmente il modello;le restanti

piccole ne sono esentate poiché il rischio verrà calcolato con una procedura semplificata.

Il calcolo del real estate risk prevede inoltre l’esclusione delle proprietà immobiliari come assunte in garanzia e

includendo invece le proprietà delle società strumentali e controllate.

La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla scorta dei contenuti di un format, pre-determinato

dalla Capogruppo, ove le Entità sono tenute a fornire alcune informazioni di carattere generale sugli immobili, il

relativo valore di mercato e di bilancio. Ai fini del calcolo del rischio immobiliare, qualora il valore di mercato non

possa essere fornito, esso viene temporaneamente sostituito con il valore di bilancio. A ciascuna Entità è inoltre

richiesto di associare le proprietà ad indici di settore, per area geografica o città, necessari per il calcolo di volatità e

correlazioni nel modello.

Il calcolo prevede l’utilizzo di una distribuzione normale, a partire dalla quale viene calcolato un VaR con intervallo di

confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno (metodo varianza-covarianza). Il VaR risultante è misurato a

livello Gruppo, Divisione, Sottogruppo ed Entità, sia in termini di capitale di rischio stand-alone sia diversificato; nel

secondo caso il beneficio di diversificazione intra-rischio viene successivamente riallocato alle singole Entità sulla

base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato.

Il capitale intra-diversificato marginale di ciascuna Entità esiste solo in funzione di quello di Gruppo, rappresentando

uno degli elementi preliminari per il calcolo del capitale economico aggregato.

A scopo di monitoraggio, il real estate risk a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni è calcolato trimestralmente o ogni

qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting,

esso viene calcolato in ottica prospetticaper supportare il processo di allocazione capitale in quanto rientrante tra le

misure di rischio da aggregare.

Rischio di investimenti azionari (“financial investment risk”)

Rappresenta le potenziali perdite di valore rivenienti da investimenti finanziari non speculativi in società esterne al

Gruppo, intendendo per tale il perimetro valido ai fini di consolidamento contabile. Non sono quindi considerate le

posizioni appartenenti al cd. trading book.

Le società denominate come medie e grandi sono tenute a implementare integralmente il modello; le restanti piccole

ne sono esentate poiché il rischio verrà calcolato con una procedura semplificata.

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Il calcolo del financial investment risk prevede l’esclusione delle partecipazioni in società non appartenenti al Gruppo

o al trading book, può includere invece: azioni (quotate e non quotate), derivati sull’equity, private equity e

partecipazioni in fondi (comuni, hedge e private equity).

La valutazione del rischio viene effettuata con due distinte metodologie: una incentrata su un approccio market-

based; ossia impostato su valori di mercato, per le partecipazioni quotate ed un approccio PD/LGD su base IRB che

considera il valore contabile, per le non quotate, inclusi gli investimenti in private equity. In mancanza di PD, anche di

matrice locale, è stata prevista una mappatura attraverso indici di mercato o l’utilizzo di pesi standard.

La raccolta dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla scorta dei contenuti di un format, pre-determinato dalla

Capogruppo, ed aggiornato dalle Entità. Per calcolare volatilità e correlazioni necessarie al modello vengono utilizzati

indici di prezzo specifici per le società quotate ed indici geografici/settoriali per le società non quotate, fin quando per

queste ultime non sarà elaborato un modello interno di rating.

Una volta definito il database, il calcolo prevede l’utilizzo di una distribuzione log-normale, a partire dalla quale viene

calcolato un VaR con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno (metodo varianza-

covarianza). Il VaR risultante è misurato a livello Gruppo, Divisione, Sottogruppo ed Entità, sia in termini di capitale di

rischio stand-alone sia diversificato; nel secondo caso il beneficio di diversificazione intra-rischio viene

successivamente riallocato alle singole Entità sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo

da queste apportato. Il capitale intra-diversificato marginale di ciascuna Entità esiste solo in funzione di quello di

Gruppo, rappresentando uno degli elementi preliminari per il calcolo del capitale economico aggregato.

A scopo di monitoraggio, il financial investment risk a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni è calcolato

trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di

riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione

capitale in quanto rientrante tra le misure di rischio da aggregare.

Rischio strategico

Dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in atto nel

settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Ciò può portare a decisioni devianti per

il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo e che possono risultare difficilmente reversibili.

Rischio reputazionale

È il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale, derivante da una percezione negativa

dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o da parte dell’Autorità di

Vigilanza. Nella seconda fase dell’attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio da

presidiare a livello di Gruppo, si è provveduto ad individuare il miglior metodo di analisi: alcune tipologie di rischio,

infatti, si prestano ad un’analisi quantitativa tramite metodologie statistiche mentre altre vengono approcciate in modo

qualitativo, ad esempio con analisi di scenario.

Modalità di misurazione rischi

I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti azionari sono misurati in maniera

quantitativa tramite:

stima del capitale economico;

stress test.

Il Gruppo ha deciso di misurare i rischi di business, immobiliare e degli investimenti azionari tramite un modello

quantitativo, poiché l’ammontare di capitale così determinato serve a fronteggiare le potenziali perdite. Al contrario, il

rischio strategico viene analizzato tramite analisi di scenario che comunque permettono una stima delle perdite

potenziali in determinati contesti, senza però essere incluso nella stima del profilo di rischio aggregato, perché in tale

contesto il capitale detenuto risulta inefficace nei confronti di errori strategici.

La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico un’analisi di

stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere l’impatto delle determinanti

delle stesse.Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di rischio, sia alla loro aggregazione,

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 22

tramite la simulazione di cambiamenti congiunti dei fattori di rischio, in modo da supportare coerentemente la stima

del capitale economico aggregato.

Capitale Economico e Capitale Interno

Il Capitale Economico Aggregato rappresenta la massima perdita potenziale dovuto all’effetto congiunto delle diverse

tipologie di rischio sull’orizzonte temporale di un anno e con un livello di confidenza coerente con la propensione al

rischio (Risk Appetite) di gruppo. In particolare sono considerati i rischi di credito, mercato, operativo, di business,

immobiliare e degli investimenti azionarie e la struttura di dipendenza tra di loro, sia in termini di diversificazione

all’interno della singola tipologia di rischio (intra-diversificazione) e tra tipologie di rischio (inter-rischio)

Coerentemente con il “Basel 2 Project Rulebook”, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo della metodologia,

della misurazione a livello di Gruppo e Divisioni, della definizione e dell’implementazione dei processi per la

misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno al Gruppo. Ciascuna Entità, inoltre, è responsabile dello

sviluppo dei relativi processi al fine della misurazione del rischio in conformità a quanto stabilito dalla Capogruppo.

Il Capitale Interno, in linea con la propensione al rischio del Gruppo, viene calcolato aggiungendo al Capitale

Economico Aggregato un buffer che tiene conto dei risultati dello stress test e di altri rischi non quantificabili ma

ritenuti rilevanti per il Gruppo.

Il Capitale Economico è un elemento fondamentale nel processo di valutazione dell’Adeguatezza del Capitale di

Gruppo.

A scopo di monitoraggio, il Capitale Economico a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni viene calcolato

trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di

riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione

capitale.

Il Capitale Economico Aggregato ed il Capitale Interno risultante, costituiscono una parte significativa del flusso di

informazioni sul profilo di rischio della Banca, da sottoporre agli organi interni della Entità (ad esempio, Comitato

rischi, Consiglio di Amministrazione, ecc.).

Inoltre, il Gruppo intende considerare gli effetti di “disaster scenario”, ossia le perdite derivanti da situazioni estreme

con impatti su tutte le variabili di rischio, come ad esempio le pandemie.

L’affinamento del profilo di rischio è in totale sintonia con i dettami del “secondo Pilastro” della nuova normativa di

Vigilanza.

Infatti, l’approccio di Gruppo all’adeguatezza patrimoniale prevede cinque fasi:

identificazione rischi;

misurazione profilo di rischio;

pianificazione ed allocazione del capitale;

monitoraggio;

risk governance.

Le attività descritte riguardano in particolare le prime due fasi, ossia quella di identificazione dei rischi e quella di

misurazione, sia a livello individuale, sia aggregato.

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Reporting

L’attività di Reporting and Monitoring nell’ambito della funzione CRO del Gruppo fornisce la reportistica e gestisce il

monitoraggio del portafoglio soggetto a rischio di credito attraverso i vari report sia ricorrenti che specifici con

cadenze mensili e trimestrali. Il suo scopo fondamentale è quello di analizzare i principali drivers e parametri del

rischio di credito (esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazione, costo del rischio ecc.) al fine di

adottare tempestivamente eventuali contromisure sui portafogli soggetti a tale rischio.

Inoltre, a livello di ogni singola divisione (Retail, Corporate, Private Banking e Market & Investment Banking)

agiscono Unità di reporting con la funzione di monitorare le posizioni a rischio di credito nel proprio perimetro

divisionale.

Nella prima metà del 2008 le attività di Reporting and Monitoring si sono notevolmente evolute grazie al progressivo

perfezionamento della qualità dei dati e dei processi attraverso i quali vengono elaborati i vari reports (“CRO Flash

Report”,” Quarterly Risk Report”, “Risk Summary” ecc.).

In supporto alla produzione dei suddetti reports, le Unità di reporting a livello divisionale usufruiscono del “Credit

Tableau de Board”, strumento trimestrale che contiene informazioni più specifiche a livello divisionale.

Nei primi sei mesi del 2008, la funzione CRO del Gruppo ha continuato ad essere intensamente coinvolta nelle

attività di integrazione con il Gruppo Capitalia attraverso analisi dei processi e delle metodologie di gestione del

rischio.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 24

Tavola 2 – Ambito di applicazione

Informativa qualitativa

In questo paragrafo del terzo pilastro è esposta l’area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit, in questo

ambito, denominato “Gruppo Bancario” sono incluse società controllate che presentano le seguenti caratteristiche:

società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo ed a

cui si applica il metodo di consolidamento integrale;

Società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente in misura pari o

superiore al 20%, quando esse siano controllate congiuntamente con altri soggetti, a queste si applica il

metodo del consolidamento proporzionale.

Ulteriori trattamenti prudenziali previsti sono la deduzione dal patrimonio di vigilanza del valore della società

controllata e la somma del valore della partecipazione alle attività di rischio ponderate.

Si precisa che l’area di consolidamento prudenziale è costruita secondo la normativa prudenziale precedentemente

citata e che la stessa differisce dall’area di consolidamento del bilancio d’esercizio, che si riferisce allo standard

IAS/IFRS; questa situazione può generare disallineamenti tra insiemi di dati omogenei presenti in questo documento

e nel bilancio d’esercizio.

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SOCIETA' CONSOLIDATE

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prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

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Banche

UNICREDIT SPA ROMA ITALIA X X

AS UNICREDIT BANK RIGA LETTONIA X X

ASSET MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X X

ATF BANK KYRGYZSTAN OJSC BISHKEK KIRGHIZISTAN X X

BANCO DI SICILIA S.P.A. PALERMO ITALIA X X

BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA CREDITANSTALT WOHNBAUBANK AG VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BANK BPH SA CRACOVIA POLONIA X X

BANK PEKAO SA VARSAVIA POLONIA X X

BANKHAUS NEELMEYER AG BREMA GERMANIA X X

BANKPRIVAT AG VIENNA AUSTRIA X X

BAYERISCHE HYPO- UND VEREINSBANK AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

BIPOP CARIRE S.P.A. BRESCIA ITALIA X X

BPH BANK HIPOTECZNY S.A. VARSAVIA POLONIA X X

CAPITALIA LUXEMBOURG S.A. LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

CARD COMPLETE SERVICE BANK AG VIENNA AUSTRIA X X

CJSC BANK SIBIR OMSK CITY RUSSIA X X

DAB BANK AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

DIREKTANLAGE.AT AG SALISBURGO AUSTRIA X X

FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT VIENNA AUSTRIA X X

FINECOBANK SPA MILANO ITALIA X X

FONDO SIGMA ROMA ITALIA X X

HVB BANQUE LUXEMBOURG SOCIETE ANONYME LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

HVB INVESTITIONSBANK GMBH AMBURGO GERMANIA X X

IRFIS - MEDIOCREDITO DELLA SICILIA S.P.A. PALERMO ITALIA X XJOINT STOCK COMMERCIAL BANK FOR SOCIAL DEVELOPMENTUKRSOTSBANK KIEV UCRAINA X X

JSC ATF BANK ALMATY CITY KAZAKISTAN X X

LEASFINANZ BANK GMBH VIENNA AUSTRIA X X

MCC - MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. ROMA ITALIA X X

PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH VIENNA AUSTRIA X X

PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB ZAGABRIA CROAZIA X X

SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT VIENNA AUSTRIA X X

SOHIBKORBANK OJSC KHUJAND CITY TAGIKISTAN X X

UNICREDIT (SUISSE) BANK SA LUGANO SVIZZERA X X

UNICREDIT BANCA DI ROMA S.P.A. ROMA ITALIA X X

UNICREDIT BANCA PER LA CASA SPA MILANO ITALIA X X

UNICREDIT BANCA SPA BOLOGNA ITALIA X X

UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA BANJA LUKA BOSNIA ERZEGOVINA X X

UNICREDIT BANK CAYMAN ISLANDS LTD. GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 26

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Banche

UNICREDIT BANK DD MOSTAR BOSNIA ERZEGOVINA X X

UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT BANK IRELAND PLC DUBLINO IRLANDA X X

UNICREDIT BANK LTD LUCK UCRAINA X X

UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT BANK SRBIJA JSC BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. LJUBLJANA SLOVENIA X X

UNICREDIT BULBANK AD SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT CAIB AG VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT CONSUMER FINANCING BANK SPA MILANO ITALIA X X

UNICREDIT CORPORATE BANKING SPA VERONA ITALIA X X

UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA VERONA ITALIA X X

UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT PRIVATE BANKING SPA TORINO ITALIA X X

UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT XELION BANCA SPA MILANO ITALIA X X

VEREINSBANK VICTORIA BAUSPAR AKTIENGESELLSCHAFT MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

YAPI KREDI AZERBAIJAN BAKU AZERBAIJAN X X

YAPI KREDI BANK NEDERLAND NV AMSTERDAM OLANDA X X

YAPI KREDI MOSCOW MOSCA RUSSIA X X

YAPI VE KREDI BANKASI AS ISTANBUL TURCHIA X X

ZAGREBACKA BANKA DD ZAGABRIA CROAZIA X X

ZAO UNICREDIT BANK MOSCA RUSSIA X X

Società Finanziarie

AI BETEILIGUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. BAD HOMBURG GERMANIA X X

ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ALLIB LEASING S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ZAGABRIA CROAZIA X X

ALLIB ROM S.R.L. BUCAREST ROMANIA X X

ALMS LEASING GMBH. SALISBURGO AUSTRIA X X

ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ANI LEASING IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X

ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ARTEMUS MACRO FUND SPC LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

ARUNA IMMOBILIENVERMIETUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

ASPRA FINANCE SPA MILANO ITALIA X X

ATF CAPITAL B.V. ROTTERDAM OLANDA X X

AUSTRIA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X XAUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

BA- ALPINE HOLDINGS, INC. WILMINGTON U.S.A. X X

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SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Finanziarie

BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH BAD HOMBURG GERMANIA X X

BA CA SECUND LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA CREDITANSTALT BULUS EOOD SOFIA BULGARIA X X

BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAC FIDUCIARIA SPA DOGANA SAN MARINO X X

BA-CA ADAGIO LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA ANDANTE LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA BARBUS LEASING DOO LJUBLJANA SLOVENIA X X

BACA BAUCIS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA CHEOPS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA CONSTRUCTION LEASING OOO SAN PIETROBURGO RUSSIA X X

BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

BACA GIOCONDO NEKRETNINE D.O.O., SARAJEVO SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X

BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

BACA KOMMUNALLEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA LEASING ALFA S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

BACA LEASING CARMEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA LEASING GAMA S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING MODERATO D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X

BACA LEASING NEKRETNINE DRUSTVO SA OGRANICENOM BANJA LUKA BOSNIA ERZEGOVINA X X

BA-CA LEASING POLO, LEASING D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X

BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH (EXCALG 434 GRUNDSTUCKVER VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA MINERVA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA MINOS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA MOBILIEN UND LKW LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA PRESTO LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BACA ROMUS IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X

BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ZAGABRIA CROAZIA X XBACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJENEKRETNINAMA ZAGABRIA CROAZIA X XBACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING HERKULES INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASA BUDAPEST UNGHERIA X XBACA-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XBACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 28

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Finanziarie

BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X

BA-CREDITANSTALT LEASING DELTA SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X

BA-CREDITANSTALT LEASING ECOS SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X

BA-CREDITANSTALT LEASING POLUS SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X

BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A. BORGO MAGGIORE SAN MARINO X X

BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING BAUTRAGER GMBH VIENNA AUSTRIA X XBANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASINGIMMOBILIENANLAGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X XBANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLTFELELOSSEGU TSRSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X XBANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG VIENNA AUSTRIA X X

BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD DUBLINO IRLANDA X X

BETEILIGUNGS-UND HANDELSGESELLSCHAFT IN HAMBURGMIT BESCHRANKTER HAFTUNG AMBURGO GERMANIA X X

BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT DER BANKAUSTRIA CREDITANSTALT LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BLUE CAPITAL EQUITY GMBH AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL FONDS GMBH AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL GMBH AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL TREUHAND GMBH AMBURGO GERMANIA X XBORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

BREAKEVEN SRL VERONA ITALIA X X

BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

BULBANK LEASING EAD SOFIA BULGARIA X X

CA IB CORPORATE FINANCE D.D. LJUBLJANA SLOVENIA X X

CA IB INVEST D.O.O ZAGABRIA CROAZIA X X

CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFT VIENNA AUSTRIA X X

CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

CAC REAL ESTATE, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CAC-IMMO SRO CESKE BUDEJOVICE REPUBBLICA CECA X XCA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

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SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Finanziarie

CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XCA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XCA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING EURO, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X XCA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XCA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XCA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

CA-LEASING OVUS S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CA-LEASING PRAHA S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X XCA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XCA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG ANLAGEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG ANLAGEN LEASING GMBH & COGRUNDSTUCKVERMIETUNG UND -VERWALTUNG KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X XCALG HOTELGRUNDSTUCKVERWALTUNG GRUNDUNG 1986GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X XCAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

CAPITALIA MERCHANT S.P.A. ROMA ITALIA X X

CAPITALIA PARTECIPAZIONI S.P.A. ROMA ITALIA X X

CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA VARSAVIA POLONIA X X

CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

CHEFREN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XCOMMUNA - LEASINGGRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

CORDUSIO SOCIETA' FIDUCIARIA PER AZIONI MILANO ITALIA X XCUKOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGUTARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

DEBO LEASING IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X

DLB LEASING, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ENTASI SRL ROMA ITALIA X X

EUROFINANCE 2000 SRL ROMA ITALIA X XEUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

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Società Finanziarie

EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XEUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XEUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XEUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESIALAPKEZELO RT) BUDAPEST UNGHERIA X X

EUROPEAN TRUST S.P.A. BRESCIA ITALIA X X

EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

FIDES IMMOBILIEN TREUHAND GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

FINANSE PLC. LONDRA REGNO UNITO X X

FINECO CREDIT S.P.A. MILANO ITALIA X X

FINECO LEASING S.P.A. BRESCIA ITALIA X X

FINECO PRESTITI S.P.A. MILANO ITALIA X X

FINECO VERWALTUNG AGFRANCOFORTE SULMENO GERMANIA X X

FM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GMBH & CO. KG BAD HOMBURG GERMANIA X XFMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X

FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XG.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XGEBAUDELEASINGGRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XGEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNGGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBH VIENNA AUSTRIA X XGRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. & CO.KG. BREGENZ AUSTRIA X X

H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

HVB - LEASING PLUTO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC NEW YORK U.S.A. X X

HVB ALTERNATIVE FINANCIAL PRODUCTS AG VIENNA AUSTRIA X X

HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB AUTO LEASING EOOD SOFIA BULGARIA X X

HVB CAPITAL ASIA LIMITED HONG KONG GIAPPONE X X

HVB CAPITAL LLC WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC II WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC III WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC VI WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC VIII WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL PARTNERS AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB CESAR D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X

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SedeTrattamento nelle segnalazioni

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Società Finanziarie

HVB FIERO LEASING OOD SOFIA BULGARIA X X

HVB FONDSFINANCE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB FUNDING TRUST II WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST VIII WILMINGTON U.S.A. X X

HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P. NEW YORK U.S.A. X X

HVB HONG KONG LIMITED HONG KONG CINA X X

HVB IMMOBILIEN AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED CAYMAN ISLANDS CAYMAN ISLANDS X X

HVB LEASING CPB D.O.O. SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X

HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

HVB LEASING GMBH AMBURGO GERMANIA X XHVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB LEASING OOD SOFIA BULGARIA X X

HVB LEASING SLOVAKIA S.R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

HVB PROJEKT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB SUPER LEASING EOOD SOFIA BULGARIA X X

HVB TECTA GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB U.S. FINANCE INC. NEW YORK U.S.A. X X

HVB VERWA 4 GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB VERWA 4.4 GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X XHVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING GARO KFT BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING JUPITER KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING NANO KFT BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING RUBIN KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING SMARAGD KFT. BUDAPEST UNGHERIA X XHVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOTFEOEOASSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING ZAFIR KFT. BUDAPEST UNGHERIA X XIMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

INPROX CHOMUTOV, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

INPROX KARLOVY VARY, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

INPROX KLADNO, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

INPROX SR I., SPOL. S R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

Page 32: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

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Società Finanziarie

INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

KAMILLE SENIORENRESIDENZ IMMOBILIEN G.M.B.H. & CO. KEG VIENNA AUSTRIA X X

KOC FINANSAL HIZMETLER AS ISTANBUL TURCHIA X X

KUNSTHAUS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LAGERMAX LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LEASFINANZ GMBH VIENNA AUSTRIA X X

LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LF BETEILIGUNGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X

LFL LUFTFAHRZEUG LEASING GMBH AMBURGO GERMANIA X X

LINO HOTEL-LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LOCAT CROATIA DOO ZAGABRIA CROAZIA X X

LOCAT SPA BOLOGNA ITALIA X XM. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH &CO.OHG. VIENNA AUSTRIA X X

MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XMENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XMIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGUTARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X XMIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGUTARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X

MOBILITY CONCEPT GMBH UNTERHACHING GERMANIA X X

MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XNO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XNORDINVEST NORDDEUTSCHE INVESTMENT-GESELLSCHAFTMBH AMBURGO GERMANIA X X

OBI-2 INGATLANKZELO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

OBI-3 INGATLANKZELO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

OBI-4 INGATLANKZELO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H VIENNA AUSTRIA X XOLG HANDELS- UNDBETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

OLG INDUSTRIEGUTER LEASING GMBH & CO. KG. VIENNA AUSTRIA X X

OOO IMB LEASING COMPANY MOSCA RUSSIA X X

OPEN SAVING PENSIOON FUND OTAN JSC ALMATY CITY KAZAKISTAN X X

ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED HAMILTON BERMUDA X X

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SedeTrattamento nelle segnalazioni

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Società Finanziarie

ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X XPARZHOF-ERRICHTUNGS- UNDVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XPAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLTFELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X

PEKAO AUTO FINANSE SA VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO FAKTORING SP. ZOO LUBLIN POLONIA X X

PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO LEASING HOLDING S.A. VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO LEASING I FINANSE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO LEASING SP ZO.O. VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO PIONEER P.T.E. SA VARSAVIA POLONIA X X

PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X

PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XPIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT(BERMUDA) LIMITED HAMILTON BERMUDA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA MILANO ITALIA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD TEL AVIV ISRAELE X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD DOVER U.S.A. X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT AS PRAGA REPUBBLICA CECA X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A. BUCAREST ROMANIA X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT SA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

PIONEER CZECH FINANCIAL COMPANY SRO PRAGA REPUBBLICA CECA X X

PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC BOSTON U.S.A. X X

PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA MILANO ITALIA X X

PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD HAMILTON BERMUDA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED MELBOURNE AUSTRALIA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED HONG KONG CINA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD. TAIPEI TAIWAN X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT COMPANY AS PRAGA REPUBBLICA CECA X X

PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED BUDAPEST UNGHERIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC MOSCA RUSSIA X XPIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDERSERVICES INC. BOSTON U.S.A. X XPIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DELRISPARMIO PER AZ MILANO ITALIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC. WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENTS AG BERNA SVIZZERA X X

PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISHNAME: PIONEER PEKAO TFI SA) VARSAVIA POLONIA X X

PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA VARSAVIA POLONIA X X

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Società Finanziarie

POLIMAR 13 SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSCIA VARSAVIA POLONIA X X

POLIMAR 6 SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSCIA VARSAVIA POLONIA X X

POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XPRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XPRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADEINTERNATIONAL KIEV UCRAINA X XPROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

QUERCIA FUNDING SRL VERONA ITALIA X X

QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H VIENNA AUSTRIA X X

REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X XREAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ROMAFIDES - FIDUCIARIA E SERVIZI S.P.A. ROMA ITALIA X X

RONDO LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XRWF REAL - WERTGRUNDSTUCKSVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. & CO.OBJEKT VIENNA AUSTRIA X X

S+R INVESTIMENTI E GESTIONI (S.G.R.) SPA MILANO ITALIA X X

SAVKA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XSENIORENWOHNHEIM TROFAIACH GESELLSCHAFT MBH & COKEG LOEBEN AUSTRIA X X

SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H VIENNA AUSTRIA X XSHOPPING CENTER GYOR ERRICHTUNGS- UNDBETRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H BUDAPEST UNGHERIA X X

SHS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

SIA UNICREDIT LEASING RIGA LETTONIA X X

SIGMA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

SOFIPA SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A. ROMA ITALIA X X

SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH &CO. SIRIUS BETEILIGUNGS KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XSPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

SRQ FINANZPARTNER AG BERLINO GERMANIA X X

STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

STICHTING CUSTODY SERVICES KBN AMSTERDAM OLANDA X X

STRUCTURED LEASE GMBH GRUNWALD GERMANIA X X

TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

TIME TRUCKS LASTWAGEN- UND AUFLIEGER VERMIETUNGS-UND LEASINGGES.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

TREVI FINANCE N. 2 S.P.A. CONEGLIANO VENETO ITALIA X X

TREVI FINANCE N. 3 S.R.L. CONEGLIANO VENETO ITALIA X X

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SedeTrattamento nelle segnalazioni

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Società Finanziarie

TREVI FINANCE S.P.A. CONEGLIANO VENETO ITALIA X X

UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT ATON INTERNATIONAL LIMITED NICOSIA CIPRO X X

UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D. SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT BROKER D.O.O ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT CA IB BETEILIGUNGS AG VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT CAIB POLAND S.A. VARSAVIA POLONIA X X

UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD. LONDRA REGNO UNITO X X

UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT DELAWARE INC DOVER U.S.A. X X

UNICREDIT FACTORING EAD SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT FACTORING SPA MILANO ITALIA X X

UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH VIENNA AUSTRIA X XUNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENTGMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASING SPA MILANO ITALIA X X

UNICREDIT INFRASTRUTTURE SPA TORINO ITALIA X X

UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT IRELAND FINANCIAL SERVICES PLC DUBLINO IRLANDA X X

UNICREDIT KFZ LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING AD SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZA LEASING ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT LEASING CZ, A.S. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT LEASING D.O.O. SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X

UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L. BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT LEASING ROMANIA IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT LEASING TOB KIEV UCRAINA X X

UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X

UNICREDIT LUNA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

Page 36: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

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SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

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Società Finanziarie

UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST I NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST II NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC I DOVER U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC II DOVER U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III DELAWARE U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV DELAWARE U.S.A. X X

VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC NEW YORK U.S.A. X X

VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO VARSAVIA POLONIA X X

YAPI KREDI FAKTORING AS ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI HOLDING BV AMSTERDAM OLANDA X X

YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS BARBAROS TURCHIA X X

YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER AS ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI YATIRIM ORTAKLIGI AS ISTANBUL TURCHIA X X

Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING KSI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

Page 37: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

37

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Finanziarie

Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X XZ LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

ZAO LOCAT LEASING RUSSIA MOSCA RUSSIA X X

ZAO UNICREDIT ATON MOSCA RUSSIA X X

Società Strumentali

BA-CA ADMINISTRATION SERVICES GMBH VIENNA AUSTRIA X X

BALEA SOFT GMBH & CO. KG AMBURGO GERMANIA X X

BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH AMBURGO GERMANIA X X

EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD. BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVB INFORMATION SERVICES GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

HYPERION IMMOBILIENVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

HYPOVEREINSFINANCE N.V. AMSTERDAM OLANDA X X

IMMOBILIARE PIEMONTE S.P.A ROMA ITALIA X X

KYNESTE S.P.A. ROMA ITALIA X X

LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UNDVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

LOCALMIND SPA MILANO ITALIA X X

POMINVEST DD SPLIT CROAZIA X XPORTIA GRUNDSTUCKS-VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH &CO. OBJEKT KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

QUERCIA SOFTWARE SPA VERONA ITALIA X X

REIMMOBILIARE S.P.A. ROMA ITALIA X X

SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO.OHG VERWALTUNGSZENTRUM MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE PARIGI FRANCIA X XTELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENTGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X

TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFT MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X

TRIVIMM SRL VERONA ITALIA X X

UNI IT SRL LAVIS ITALIA X X

UNICREDIT AUDIT SPA MILANO ITALIA X XUNICREDIT BANCASSURANCE MANAGEMENT &ADMINISTRATION SRL MILANO ITALIA X X

UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SPA MILANO ITALIA X X

UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X XUNICREDIT PROCESSES & ADMINISTRATION SOCIETA PERAZIONI COLOGNO MONZESE ITALIA X X

UNICREDIT REAL ESTATE SPA GENOVA ITALIA X X

UNIMANAGEMENT SRL TORINO ITALIA X X

WAVE SOLUTIONS INFORMATION TECHNOLOGY GMBH VIENNA AUSTRIA X X

Page 38: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 38

SOCIETA' DEDOTTE DAL PATRIMONIO

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Banche

BANK AUSTRIA CREDITANSTALT REAL INVEST IMMOBILIEN-KAPITALANLAGE GM BH VIENNA AUSTRIA XBANK ROZWOJU ENERGETYKI I OCHRONY SWODOWISKA S.A.MEGABANK IN LIQUIDATION VARSAVIA POLONIA X

HVB BANCA PENTRU LOCUINTE S.A. BUCAREST ROMANIA X

MEZZANIN FINANZIERUNGS AG VIENNA AUSTRIA X

Società Finanziarie

AB IMMOBILIENVERWALTUNGS - GMBH & CO XENOR KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

ACTIVE BOND PORTFOLIO MANAGEMENT GMBH GRUNWALD GERMANIA X

ARANY PENZUGYI LIZING ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X

ATF FINANCE JSC ALMATY CITY KAZAKISTAN X

BACA EXPORT FINANCE LIMITED LONDRA REGNO UNITO XBANK AUSTRIA AKTIENGESELLSCHAFT & CO EDV LEASINGOHG VIENNA AUSTRIA X

BANK AUSTRIA FINANZSERVICE GMBH VIENNA AUSTRIA X

BANK AUSTRIA-CEE BETEILIGUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X

BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD MUMBAI INDIA X

BIL BETEILIGUNGSTREUHAND GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

BIL LEASING-FONDS GMBH & CO VELUM KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

BIL V & V VERMIETUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

BLUE CAPITAL STIFTUNGSTREUHAND GMBH AMBURGO GERMANIA X

BV FINANCE PRAHA S.R.O. (IN LIQUIDATION) PRAGA REPUBBLICA CECA X

BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS-GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X

CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH & CO. OEG VIENNA AUSTRIA X

CARDS & SYSTEMS EDV-DIENSTLEISTUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X

CDT ADVISOR S.A., LUXEMBURG LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X

CENTRAL POLAND FUND LLC DELAWARE U.S.A. X

CO.RI.T. S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X

COFIRI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X

DINERS CLUB CEE HOLDING AG VIENNA AUSTRIA X

EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG VIENNA AUSTRIA X

EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENT GESMBH VIENNA AUSTRIA X

FAMILY TRUST MANAGEMENT EUROPE S. A. LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X

FINANZBERATUNG F.4.5 GMBH I.L. MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

FINECO FINANCE LTD DUBLINO IRLANDA XGE.S.E.T.T. - GESTIONE SERVIZI ESAZIONE TRIBUTI ETESORERIE S.P.A. IN LIQUIDAZIONE NAPOLI ITALIA X

GUS CONSULTING GMBH VIENNA AUSTRIA X

HVB ASIA LIMITED WILMINGTON SINGAPORE X

HVB CONSULT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB EXPORT LEASING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB GLOBAL ASSETS COMPANY (GP), LLC NEW YORK U.S.A. X

HVB INTERNATIONAL ASSET LEASING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB LEASING INTERNATIONAL GMBH & CO. KG AMBURGO GERMANIA X

HVB LEASING LIMITED PARTNERSHIP WILMINGTON U.S.A. X

HVB LONDON INVESTMENTS (AVON) LIMITED LONDRA REGNO UNITO X

Page 39: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

39

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Finanziarie

HVB LONDON INVESTMENTS (CAM) LIMITED LONDRA REGNO UNITO X

HVB LONDON TRADING LTD. LONDRA REGNO UNITO X

HVB PRINCIPAL EQUITY GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB RATING ADVISORY GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB VERWA 1 GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVBFF BETEILIGUNGSTREUHAND GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVBFF INTERNATIONALE LEASING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVBFF OBJEKT BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVBFF PRODUKTIONSHALLE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVBFF VERWALTUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

III-INVESTMENTS LUXEMBOURG S.A. LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X

KERES FINANCE S.R.L. CONEGLIANO VENETO ITALIA X

LB FONDS BERATUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

LENG LOI LIMITED HONG KONG CINA X

LIFE MANAGEMENT ERSTE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

LIFE MANAGEMENT ZWEITE GMBH GRUNWALD GERMANIA X

LLC AI LINE MOSCA RUSSIA X

LTD SI&C AMC UKRSOTS REAL ESTATE KIEV UCRAINA X

M.A.I.L. FINANZBERATUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

MCC - SOFIPA INTERNATIONAL S.A. EN LIQUIDATION BRUXELLES BELGIO X

MOVIE MARKET BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

PAYTRIA UNTERNEHMENSBETEILIGUNGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X

REAL INVEST VERMOGENSBERATUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X

SCHOELLERBANK INVEST AG SALISBURGO AUSTRIA X

SERIT S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X

SPAGET S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X

STATUS VERMOGENSVERWALTUNG GMBH AMBURGO GERMANIA X

STRUCTURED INVEST SOCIETE ANONYME LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X

TAI TAM LIMITED LONDRA REGNO UNITO X

TERRONDA DEVELOPMENT B.V. AMSTERDAM OLANDA XTRINITRADE VERMOGENSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT MITBESCHRANKTER HAFTUNG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

TRIPLE A RATING ADVISORS BERATUNG GES.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

UKRSOTSFINANCE JSC LIMITED KIEV UCRAINA X

UNICREDIT (SUISSE) TRUST SA LUGANO SVIZZERA X

UNICREDIT (U.K.) TRUST SERVICES LTD LONDRA REGNO UNITO X

UNICREDIT BEIJING CONSULTANTS COMPANY LTD PECHINO CINA X

UNICREDIT CA IB BULGARIA EOOD SOFIA BULGARIA X

UNICREDIT CA IB SECURITIES ROMANIA S.A. BUCAREST ROMANIA X

UNICREDIT CAPITAL MARKETS INC. NEW YORK U.S.A. X

UNICREDIT CHINA CAPITAL LTD HONG KONG CINA X

UNICREDIT FACTORING PENZUGYI SZOLGALTATO ZRT BUDAPEST UNGHERIA X

UNICREDIT FACTORING S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X

US PROPERTY INVESTMENTS INC. DALLAS U.S.A. X

VERBA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

VEREINWEST OVERSEAS FINANCE (JERSEY) LIMITED ST. HELIER JERSEY X

Page 40: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 40

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Finanziarie

VINTNERS LONDON INVESTMENTS (NILE) LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS XVVB GESELLSCHAFT ZUR VERMITTLUNG VONFINANZDIENSTLEISTUNGEN MBH I.L. MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

Società Strumentate

AB IMMOBILIENVERWALTUNGS-GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

ATF INKASSATSIYA LTD ALMATY CITY KAZAKISTAN X

BA CREDITANSTALT ALPHA D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X

BA-CA BETRIEBSOBJEKTE GMBH VIENNA AUSTRIA X

BA-CA PRIVATE EQUITY GMBH VIENNA AUSTRIA X

BA-CA-GVG-HOLDING GMBH VIENNA AUSTRIA X

BANKING TRANSACTION SERVICES S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X

BASICA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE POTENZA ITALIA X

BAVARIA SERVICOS DE REPRESENTACAO COMERCIAL LTDA. SAO PAULO BRASILE X

BIL LEASING-FONDS VERWALTUNGS-GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA XBLUE CAPITAL INITIATOREN GMBH (EX AD ACTA 642.VERMOGENSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH) AMBURGO GERMANIA X

BPH REAL ESTATE SA VARSAVIA POLONIA X

CAE PRAHA A.S. PRAGA REPUBBLICA CECA XCENTRUM BANKOWOSCI BEZPOSREDNIEJ SPOLKA ZOGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSC CRACOVIA POLONIA X

CENTRUM USLUG KSIEGOWYCH SPOLKA Z O.O. CRACOVIA POLONIA X

DOMUS BISTRO GMBH VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X XDUSSELDORF-MUNCHENER BETEILIGUNGSGESELLSCHAFTMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

FINANCIAL RISK MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X

FOOD & MORE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

GANYMED IMMOBILIENVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA XGRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKTHAFTENDE KOMMANDITGESELLSCHAF MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HUMAN RESOURCES SERVICE AND DEVELOPMENT GMBH VIENNA AUSTRIA XHVB DIREKT GESELLSCHAFT FUR DIREKTSERVICE UNDDIREKTVERTRIEB MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB FINANCE LONDON LIMITED LONDRA REGNO UNITO X

HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB REALITY CZ, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X

HVB SECUR GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HVB SERVICES SOUTH AFRICA (PROPRIETARY) LIMITED JOHANNESBURGREPUBBLICASUDAFRICANA X

HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD SOFIA BULGARIA X X

IMMOBILIEN RATING GMBH VIENNA AUSTRIA X

KLEA ZS-IMMOBILIENVERMIETUNG G.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

KLEA ZS-LIEGENSCHAFTSVERMIETUNG G.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE MOSCA RUSSIA X X

MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO ZAGABRIA CROAZIA X XMERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MITBESCHRANKTER HAFTUNG AMBURGO GERMANIA X

MY DREI HANDELS GMBH VIENNA AUSTRIA X

NADINION VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X

Page 41: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

41

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Società Strumentate

PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OEG VIENNA AUSTRIA XPORTIA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT MITBESCHRANKTER HAFTUNG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

PROPERTY SP. Z.O.O. (IN LIQUIDAZIONE) VARSAVIA POLONIA X

SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA XSALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO.OHG SAARLAND MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

SAS-REAL KFT. BUDAPEST UNGHERIA XSOCIETA' AMMINISTRAZIONE IMMOBILI - S.A.IM. S.P.A. INLIQUIDAZIONE ROMA ITALIA XSOCIETA' ITALIANA GESTIONE ED INCASSO CREDITI S.P.A. INLIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X

TC-QUINTA PROJEKTVERWALTUNGSGESELLCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

UNICREDIT AUDIT (IRELAND) LTD DUBLINO IRLANDA X

UPI POSLOVNI SISTEM DOO SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X

VERWALTUNGSGESELLSCHAFT KATHARINENHOF MBH AMBURGO GERMANIA XWEILBURG GRUNDSTUCKVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X

ZAGREB NEKRETNINE DOO ZAGABRIA CROAZIA X X

ZANE BH DOO SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X

Page 42: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 42

SOCIETA' SOMMATE ALLE ATTIVITA' DI RISCHIO PONDERATE

SedeTrattamento nelle segnalazioni

prudenziali

Trattamento nelbilancioIAS/IFRS

Ragione sociale

Città Stato

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Banche

HVB SINGAPORE LIMITED SINGAPORE SINGAPORE X

Società Finanziarie

B.I. INTERNATIONAL LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X

CA IB CORPORATE FINANCE OOO MOSCA RUSSIA X X X

CA IB D.D. ZAGABRIA CROAZIA X X

CA IB SECURITIES (UKRAINE) AT KIEV UCRAINA X X

CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC TAGUIG FILIPPINE X

CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC. TAGUIG FILIPPINE X

CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC) , INC TAGUIG FILIPPINE X

COBB BETEILIGUNGEN UND LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X

DINERS CLUB CZECH REPUBLIC S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X

DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O. VARSAVIA POLONIA X

DINERS CLUB SLOVAKIA S.R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X

FM BETEILIGUNGS-GMBH VIENNA AUSTRIA X

GRUNDERFONDS GMBH & CO KEG VIENNA AUSTRIA X

HVB ASIA ADVISERS SDN. BHD. KUALA LAMPUR MALAYSIA X

HVB ASSET LEASING LIMITED LONDRA REGNO UNITO X

HVB ASSET MANAGEMENT ASIA LTD. SINGAPORE SINGAPORE X

HVB AUSTRALIA PTY LTD. SYDNEY AUSTRALIA X

HVB CAPE BLANC LLC WILMINGTON U.S.A. X

HVB REALTY CAPITAL INC. NEW YORK U.S.A. X

HVBFF INTERNATIONAL GREECE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X

LB HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X

REAL INVEST IMMOBILIEN GMBH VIENNA AUSTRIA X

SFS FINANCIAL SERVICES GMBH VIENNA AUSTRIA X

UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X X

UNICREDIT CAIB UK LTD. LONDRA REGNO UNITO X X

UNICREDIT LEASING AUTO BULGARIA EOOD SOFIA BULGARIA X X

ZAO IMB-LEASING MOSCA RUSSIA X X

ZB INVEST DOO ZAGABRIA CROAZIA X X

Società Strumentate

BA-CA BETRIEBSOBJEKTE AG & CO BETA VERMIETUNGS OEG VIENNA AUSTRIA X

BA-CA BETRIEBSOBJEKTE PRAHA SPOL.S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X

HVB FINANCNE SLUZBY S.R.O. BRATISLAVAREPUBBLICASLOVACCA X

MILARIS S.A. EN LIQUIDATION PARIGI FRANCIA XVEREINSBANK LEASING INTERNATIONALVERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH AMBURGO GERMANIA XWAVE SOLUTIONS HUNGARY BANK ES PENZUGYTECHNIKAITANACSADA KFT. BUDAPEST UNGHERIA X

Page 43: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al ... - UniCredit · Tavola 2 – Ambito di applicazione ... UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati

43

Tavola 3 – Composizione del patrimonio divigilanza

Informativa qualitativa

Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello (Tier 1)

Dati riferiti al 30 giugno 2008 – (migliaia di €)

tasso di

interesse

data

scadenza

Decorrenza

della facoltà

di rimborso

anticipato

importo

computato nel

patrimonio di

vigilanza

(Eur/migliaia)

step-up

possibilità di non

corrispondere gli

interessi

emissione

tramite società

veicolo

controllata

8,05% perpetual ott-10 EUR 540 540.000 sì sì sì

9,20% perpetual ott-10 USD 450 285.460 sì sì sì

4,03% perpetual ott-15 EUR 750 750.000 sì sì sì

5,40% perpetual ott-15 GBP 300 378.668 sì sì sì

8,59% 31-dic-50 giu-18 GBP 350 442.140 sì sì sì

7,055% perpetual mar-12 EUR 600 600.000 sì no sì

12m L + 1,25% 7-giu-11 (°) EUR 300 290.000 no no no

12m L + 1,25% 7-giu-11 (°) EUR 200 200.000 no no no

8,741% 30-giu-31 giu-29 USD 300 190.110 no sì sì

7,76% 13-ott-36 ott-34 GBP 100 126.230 no sì sì

9,00% 22-ott-31 ott-29 USD 200 126.740 no sì sì

3,50% 31-dic-31 dic-29 JPY 25.000 150.150 no sì sì

10y CMS (°°) +0,10%,

cap 8,00 %perpetual ott-11 EUR 245 248.800 no no no

10y CMS (°°) +0,15%,

cap 8,00 %perpetual mar-12 EUR 147 149.756 no no no

(°°°) perpetual dic-11 EUR 10 10.778 no no sì

TOTALE 4.488.832

(°) non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del prestito

(°°) Constant Maturity Swap

(°°°) La remunerazione del titolo è legata ai risultati economici della società

importo in

valuta

originaria

(milioni)

Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumenti ibridi dicapitalizzazione di importo superiore al 10% del totale degli stessi:

Dati riferiti al 30 giugno 2008 – (migliaia di €)

tasso di

interesse

data

scadenza

Decorrenza della

facoltà di

rimborso

anticipato

importo

computato nel

patrimonio di

vigilanza

(Eur/migliaia)

step-up

possibilità di non

corrispondere gli

interessi

3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR 900 897.452 non applicabile Sì (°)

5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP 450 567.153 non applicabile Sì (°)

6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR 1.000 998.232 non applicabile Sì (°)

6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR 500 489.860 non applicabile Sì (°)

(°) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest)

-- in caso si registrano perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista

da Banca d'Italia per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni

vengono ridotti proporzionalmente.

importo in

valuta

originaria

(milioni)

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 44

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Composizione del patrimonio di vigilanza

PATRIMONIO DI VIGILANZA 30/06/2008

A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

A.1 Elementi positivi del patrimonio di base:

A.1.1 - Capitale 7.323.240

A.1.2 - Sovrapprezzi di emissione 35.576.021

A.1.3 - Riserve 15.517.447

A.1.4 - Strumenti non innovativi di capitale 1.492.564

A.1.5 - Strumenti innovativi di capitale 2.996.268

A.1.6 - Utile del periodo 1.445.842

A.2 Elementi negativi:

A.2.1 - Azioni o quote proprie -880.754

A.2.2 - Avviamento -21.268.274

A.2.3 - Altre immobilizzazioni immateriali -4.208.770

A.2.4 - Perdita del periodo

A.2.5 - Altri elementi negativi:

* Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione aifini di vigilanza

* Altri

B. Filtri prudenziali del patrimonio di base

B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+)

B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -459.751

C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 37.533.833

D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base -1.903.740

E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 35.630.093

F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare:

F.1.1 - Riserve da valutazione di attività materiali

F.1.2 - Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita 401.306

F.1.3 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base

F.1.4 - Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base

F.1.5 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 4.266.025

F.1.6 - Passività subordinate di 2° livello 18.766.916

F.1.7 - Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese

F.1.8 - Plusvalenze nette su partecipazioni

F.1.9 - Altri elementi positivi 277.495

F.2 Elementi negativi:

F.2.1 - Minusvalenze nette su partecipazioni

F.2.2 - Crediti

F.2.3 - Altri elementi negativi

G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare

G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+)

G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -200.653

H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 23.511.089

I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare -1.903.740

L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 21.607.349

M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare -980.751

N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 56.256.691

O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) 640.778

P Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 56.897.469

La differenza negativa tra le perdite attese e le relative rettifiche di valore ammonta a 638.715 migliaia di €.

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45

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa

Il Gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all’allocazione del capitale

(regolamentare ed interno) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell’operatività del Gruppo in ottica di

creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di pianificazione e controllo del Gruppo e,

in particolare:

nei processi di piano e budget:

- formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di patrimonializzazione;

- analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di attività e

business unit;

- assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio;

- analisi dell’impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti;

- elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy;

nei processi di monitoraggio:

- analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione dei dati

gestionali per uso interno ed esterno;

- analisi e controllo dei limiti;

- analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali.

Il Gruppo, infatti, si pone l’obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (cost of

equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti in termini di dividendi e

capital gain (total shareholder return) attraverso l’allocazione del capitale alle differenti linee di attività e business unit

in funzione degli specifici profili di rischio e l’adozione di una metodologia basata sulla misurazione delle performance

aggiustate per il rischio (Rapm) che predispone, a supporto dei processi di pianificazione e controllo, una serie di

indicatori in grado di unire e sintetizzare tra loro le variabili economiche, patrimoniali e di rischio da considerare.

Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un’importanza rilevante nella definizione delle strategie perché

esso rappresenta l’oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel Gruppo e perché è

una risorsa su cui insistono anche limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza.

Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono:

capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale impiegato),

che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell’equity);

capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che ha fronteggia (a preventivo – capitale allocato) o ha

fronteggiato (a consuntivo – capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli obiettivi di creazione di

valore.

Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione obiettivo definito

anche in funzione del merito creditizio del Gruppo.

Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è definito come

capitale interno, dall’altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito come capitale regolamentare.

In particolare:

il capitale interno è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli probabilistici

secondo un determinato intervallo di confidenza;

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 46

il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata dal

patrimonio netto (core equity o core tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di vigilanza.

Il capitale interno ed il capitale regolamentare differiscono tra loro per definizione e per copertura delle categorie di

rischio. Il primo discende dall’effettiva misurazione dell’esposizione assunta, il secondo da schemi definiti nella

normativa di vigilanza.

La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in relazione al

merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default pari allo 0,03%.

Pertanto il capitale interno è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di probabilità (intervallo di confidenza)

gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in base ad un core tier 1 ratio target in linea con i

principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il rating obiettivo.

Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del “doppio binario”, ossia considerando come allocato il

massimo tra il capitale interno ed il capitale regolamentare (core tier 1) sia a livello consolidato sia a livello di linea di

attività/business unit.

Tale approccio consente nel caso di capitale interno superiore di allocare l’effettivo capitale a rischio che la vigilanza

non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di allocare un capitale in linea con

la normativa.

Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo.

La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Allocation della Direzione Pianificazione Finanza e

Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo e le sue società nel

rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio.

Nella gestione dinamica del capitale, l’unità operativa Capital Allocation elabora il piano finanziario ed effettua su

base mensile il monitoraggio dei ratios patrimoniali di Vigilanza anticipando gli opportuni interventi necessari

all’ottenimento degli obiettivi.

Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di vigilanza (core tier

1, tier 1, lower e upper tier 2 e tier 3 capital) e dall’altro alla pianificazione e all’andamento dei “risk weighted asset”

(Rwa).

La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di approvvigionamento del

capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al conseguimento degli obiettivi. In caso di

deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di “capital generation” misurandone il costo e l’efficacia

attraverso la metodologia di Rapm. In tale contesto l’analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità

operativa Capital Allocation per gli aspetti regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management ecc. e delle

loro evoluzioni normative, in modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni

della Capogruppo o società chiamate a realizzare le azioni.

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47

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Adeguatezza patrimoniale

Categorie/Valori RWA Requisiti

A. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

A.1 Rischio di credito e di controparte 485.054.586 38.804.367

1. Metodologia standardizzata 317.482.031 25.398.563

2. Metodologia basata sui rating interni

2.1 Base

2.2 Avanzata 162.642.222 13.011.378

3. Cartolarizzazioni 4.930.334 394.427

A.2 Rischi di mercato 1.732.806

1. Metodologia standard 948.711

2. Modelli interni 784.095

A.3 Rischio operativo 3.392.185

1. Metodo base 392.416

2. Metodo standardizzato 1.229.461

3. Metodo avanzato 1.770.308

A.4 Altri requisiti prudenziali -

A.5 Totale requisiti prudenziali (A.1+A.2+A.3+A.4) 43.929.358

B. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

B.1 Attività di rischio ponderate 549.116.974

B.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (TIER 1 capital ratio) 6,49%

B.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 10,36%

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 48

Tavola 5 – Rischio di credito: informazionigenerali riguardanti tutte le banche

Informativa qualitativa

Definizioni di esposizioni deteriorate

Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:

sofferenze - individuano l’area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall’esposizione verso clienti

che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni equiparabili. La

valutazione avviene generalmente su basa analitica ovvero, in caso di importi non significativi

singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee;

incagli - definiscono l’area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in temporanea

difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo: sono valutati

prevalentemente in modo forfetario su basi storico/statistiche, analiticamente quando particolari elementi lo

consiglino;

esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati

conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la

contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte

dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutati analiticamente, ricomprendendo

nelle svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori

al costo previsto della relativa raccolta.

esposizioni scadute - rappresentano l’intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da quelle

classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti scaduti o sconfinanti

da oltre 180 giorni. L’esposizione complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento:

- la quota scaduta e/o sconfinante,

oppure:

- la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell’ultimo trimestre

precedente, sia pari o superiore al 5% dell’esposizione stessa.

Tali esposizioni sono valutate in modo forfetario su basi storico/ statistiche.

La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati singolarmente

elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anche tenendo conto dei fattori di rischio

utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea II.

Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore

I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti fissi o

determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di sottoscrizione del

contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte.

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49

Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche.

Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei costi e ricavi

di transazione che sono direttamente attribuibili all’acquisizione o all’erogazione dell’attività finanziaria (ancorché non

ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell’interesse effettivo,

eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/ riprese di valore risultanti dal processo di valutazione.

Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico:

quando l’attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) “Utili (perdite) da cessione”;

ovvero:

quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) “Rettifiche di valore nette per

deterioramento”.

Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono iscritti in

base al principio della competenza temporale.

Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell’eventuale incasso.

Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di recuperarne l’intero

ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore equivalente.

I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull’attualizzazione dei flussi

finanziari attesi per capitale ed interessi al netto degli oneri di recupero e di eventuali anticipi ricevuti; ai fini della

determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli

incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare.

L’importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate sofferenze, incagli e ristrutturate, secondo le

categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di iscrizione e il valore attuale degli stimati

flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell’attività finanziaria.

Nei casi in cui il tasso di interesse originario dell’attività finanziaria, oggetto di attualizzazione per la prima volta

nell’esercizio di passaggio all’applicazione degli IAS/IFRS, non sia stato reperibile, oppure il suo reperimento sarebbe

stato eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulle posizioni non deteriorate nell’anno in cui si

era verificato il deterioramento originario dell’attività. Tale tasso è stato mantenuto costante anche negli esercizi

successivi. I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con i

debitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull’esperienza storica dei recuperi osservati per

classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazione geografica, della tipologia di

garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti.

I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi

dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali crediti problematici sono

rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all’anno. Ogni cambiamento successivo nell’importo o nelle

scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la

rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per

deterioramento”.

Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero tempestivo

del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di

conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato che si sarebbe avuto in assenza di

precedenti svalutazioni.

L’eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è stralciato nella

sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a) “Rettifiche/ Riprese di valore nette per

deterioramento” di conto economico e sono rilevate in riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o

di interi importi precedentemente svalutati sono iscritti alla medesima voce.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 50

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Rischio di credito e controparte

CONSISTENZE AL 30/06/2008

IMPORTI NON

PONDERATI

IMPORTI

PONDERATIREQUISITO

A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE

A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO 696.161.921 317.482.031 25.398.563

A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e

banche centrali 61.980.475 5.323.233 425.859

A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali 35.535.373 2.010.023 160.802

A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti

del settore pubblico 14.630.416 3.658.817 292.705

A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo 522.630 3.423 274

A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali 96.861 1.332 107

A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 69.164.309 11.875.749 950.060

A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese 296.836.139 182.816.542 14.625.324

A.1.8. Esposizioni al dettaglio 106.067.418 49.643.886 3.971.511

A.1.9. Esposizioni garantite da immobili 62.464.467 26.099.756 2.087.980

A.1.10. Esposizioni scadute 8.492.226 9.232.377 738.590

A.1.11. Esposizioni ad alto rischio 1.709.463 1.808.995 144.720

A.1.12. Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 2.784.569 271.838 21.747

A.1.13. Esposizioni a breve termine verso imprese 1.587.268 571.077 45.686

A.1.14. Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del

risparmio (OICR) 2.028.429 1.317.756 105.420

A.1.15. Altre esposizioni 32.261.878 22.847.227 1.827.778

A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI

RISCHIO 534.587.162 159.867.119 12.789.370

A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e

banche centrali 5.703.572 199.513 15.961

A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e

territoriali e altri soggetti 143.538.637 18.775.358 1.502.029

A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese 221.354.024 98.888.188 7.911.055

A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali 75.677.250 18.567.087 1.485.367

A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate 7.765.986 2.104.195 168.336

A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio 42.405.466 17.134.821 1.370.786

A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione 0 0 0

A.2.8. Altre attività 34.261.864 1.114.570 89.166

A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria 3.819.314 3.022.338 241.787

A.2.10. Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari 0 0 0

A.2.11. Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con

fattori di ponderazione regolamentari 61.049 61.049 4.884

A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN

STRUMENTI DI CAPITALE 2.457.553 2.775.103 222.008

A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio 18.669 41.289 3.303

A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio

- Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente

diversificata 251.407 477.673 38.214

- Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 24.531 71.141 5.691

- Altri strumenti di capitale 2.162.946 2.185.000 174.800

A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio 0 0 0

RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE

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51

(migliaia di €)

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 0 0 0 0 0 0 0 0 115.225 133.879 0 4

b) Incagli 0 0 0 0 0 0 0 0 31.862 33.264 0 0

c) Esposizioni ristrutturate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 8.331 0 0

d) Esposizioni scadute 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

e) Rischio Paese 0 0 0 0 0 0 0 0 107.764 117.899 0 0

f) Altre attività 47.799.487 53.349.800 4.707.334 8.927.506 7.706.457 7.539.798 2.150.827 1.389.243 120.710.902 106.851.777 150.145 468.795

Totale A 47.799.487 53.349.800 4.707.334 8.927.506 7.706.457 7.539.798 2.150.827 1.389.243 120.965.753 107.145.150 150.145 468.799

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Deteriorate 88.098 90.656

b) Altre 150.345.731 146.352.845

Totale B 150.433.829 146.443.501

TOTALE A+B 47.799.487 53.349.800 4.707.334 8.927.506 7.706.457 7.539.798 2.150.827 1.389.243 120.965.753 107.145.150 150.145 468.799 150.433.829 146.443.501

Crediti verso bancheAttività finanziarie di

negoziazione

Attività finanziarie valutate al

fair value

Attività finanziarie

disponibili per la vendita

Attività finanziarie detenute

fino alla scadenza

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Tipologia di esposizione/Portafoglio

contabile

Esposizioni fuori bilancio

Esposizione

mediaEsposizione lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

mediaEsposizione lorda

Attività non correnti e

gruppi di attività in via di

dismissione

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Consistenze al: 30/06/2008

Esposizioni per cassa

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 52

(migliaia di €)

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 0 632 0 0 108.570 86.535 0 0 27.018.643 24.257.240 71.593 97.676

b) Incagli 0 0 0 0 0 0 0 0 6.427.190 5.625.545 13.180 19.481

c) Esposizioni ristrutturate 0 0 0 0 0 0 16.793 21.322 1.429.527 2.008.393 23 2.033

d) Esposizioni scadute 19.546 13.286 0 0 26.583 11.026 0 0 2.253.011 1.674.936 12.248 5.681

e) Rischio Paese 176 98 2.723 1.661 6.092 4.641 0 0 21.777 23.696 0 0

f) Altre attività 76.972.457 82.267.364 10.588.777 6.329.089 25.728.523 24.880.716 9.312.307 9.569.267 585.137.696 530.284.223 3.024.034 2.770.003

Totale A 76.992.179 82.281.380 10.591.500 6.330.750 25.869.768 24.982.918 9.329.100 9.590.588 622.287.844 563.874.034 3.121.078 2.894.875

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Deteriorate 1.508.849 1.764.081

b) Altre 227.374.821 210.141.032

Totale B 228.883.670 211.905.113

TOTALE A+B 76.992.179 82.281.380 10.591.500 6.330.750 25.869.768 24.982.918 9.329.100 9.590.588 622.287.844 563.874.034 3.121.078 2.894.875 228.883.670 211.905.113

Tipologia di esposizione/Portafoglio

contabile

Esposizioni fuori bilancio

Esposizione

mediaEsposizione lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

mediaEsposizione lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Consistenze al: 30/06/2008

Esposizioni per cassa

Crediti verso clientelaAttività finanziarie di

negoziazione

Attività finanziarie valutate al

fair value

Attività finanziarie disponibili

per la vendita

Attività finanziarie detenute

fino alla scadenza

Attività non correnti e gruppi

di attività in via di

dismissione

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53

(migliaia di €)

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 919 918 50.735 4.254 62.419 0 1.109 12 43 0

b) Incagli 0 0 12.309 9.380 8.279 8.279 0 0 11.274 11.274

c) Esposizioni ristrutturate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

d) Esposizioni scadute 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

e) Altre esposizioni 24.435.677 24.432.297 145.498.433 145.497.620 5.664.060 5.654.879 4.084.349 4.083.722 3.650.397 3.641.469

Totale A 24.436.596 24.433.215 145.561.477 145.511.254 5.734.758 5.663.158 4.085.458 4.083.734 3.661.714 3.652.743

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 0 0 275 275 27.599 16.947 0 0 0 0

b) Incagli 59.392 59.392 0 0 0 0 0 0 0 0

c) Altre attività deteriorate 832 832 0 0 0 0 0 0 0 0

d) Altre esposizioni 12.929.657 12.925.556 115.825.557 115.809.501 17.143.611 17.142.155 3.253.816 3.252.574 1.193.090 1.192.135

Totale B 12.989.881 12.985.780 115.825.832 115.809.776 17.171.210 17.159.102 3.253.816 3.252.574 1.193.090 1.192.135

Totale A+B 37.426.477 37.418.995 261.387.309 261.321.030 22.905.968 22.822.260 7.339.274 7.336.308 4.854.804 4.844.878

Tipologia di esposizione/Aree

geografiche

Asia Resto del mondo

Consistenze al: 30/06/2008

Italia Altri Paesi Europei America

(migliaia di €)

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 15.227.050 5.693.885 11.487.344 3.620.090 251.157 125.902 220.976 68.823 12.280 5.640

b) Incagli 4.059.010 2.663.816 2.185.145 1.345.245 32.623 22.908 162.559 125.585 1.033 778

c) Esposizioni ristrutturate 635.393 586.462 798.824 432.660 6.210 3.743 65 65 5.851 5.851

d) Esposizioni scadute 1.698.662 1.493.109 608.672 520.563 3.978 3.850 24 16 52 41

e) Altre esposizioni 293.469.670 292.177.648 381.185.184 379.859.453 20.731.630 20.675.814 10.553.353 10.495.840 4.854.725 4.844.301

Totale A 315.089.785 302.614.920 396.265.169 385.778.011 21.025.598 20.832.217 10.936.977 10.690.329 4.873.941 4.856.611

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 366.447 334.786 464.445 303.815 182.758 154.521 5.742 2.210 0 0

b) Incagli 125.021 118.993 61.420 40.851 75 60 93 76 0 0

c) Altre attività deteriorate 132.059 131.289 170.738 107.260 50 50 1 0 0 0

d) Altre esposizioni 45.207.188 44.858.386 161.086.111 160.981.490 14.569.890 14.569.811 4.889.497 4.889.113 1.622.135 1.621.644

Totale B 45.830.715 45.443.454 161.782.714 161.433.416 14.756.273 14.724.442 4.891.833 4.891.399 1.622.135 1.621.644

Totale A+B 360.920.500 348.058.374 558.047.883 547.211.427 35.781.871 35.556.659 15.828.810 15.581.728 6.496.076 6.478.255

Resto del mondoTipologia di esposizione/Aree

geografiche

Italia Altri Paesi Europei America Asia

Consistenze al: 30/06/2008

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 54

(migliaia di €)

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Governi Altri Enti Pubblici Società finanziarie

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 7.357 1.461 5.896 41.081 24.791 16.290 467.603 344.135 123.468

b) Incagli 0 0 0 132.986 41.967 91.019 37.546 12.293 25.253

c) Esposizioni ristrutturate0 0 0 0 0 0 26.386 216 26.170

d) Esposizioni scadute8.281 0 8.281 6.207 490 5.717 14.728 1.472 13.256

e) Altre esposizioni54.093.058 48.839 54.044.219 19.061.082 14.314 19.046.768 64.275.235 132.435 64.142.800

Totale A 54.108.696 50.300 54.058.396 19.241.356 81.562 19.159.794 64.821.498 490.551 64.330.947

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 1.062 856 206 0 0 0 190.355 1.765 188.590

b) Incagli 0 0 0 24.387 1.706 22.681 5.177 75 5.102

c) Altre attività deteriorate0 0 0 989 0 989 10.199 85 10.114

d) Altre esposizioni2.661.777 470 2.661.307 2.579.442 2.256 2.577.186 39.372.273 322.569 39.049.704

Totale B 2.662.839 1.326 2.661.513 2.604.818 3.962 2.600.856 39.578.004 324.494 39.253.510

TOTALE A+B 56.771.535 51.626 56.719.909 21.846.174 85.524 21.760.650 104.399.502 815.045 103.584.457

Rettifiche di

valore

complessive

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Rettifiche di

valore

complessive

Tipologia di esposizione/Aree

controparti

Consistenze al: 30/06/2008

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

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55

(migliaia di €)

segue: Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 57.350 31.174 26.176 17.998.569 12.052.882 5.945.687 8.626.847 5.230.024 3.396.823

b) Incagli 2.795 792 2.003 3.797.318 1.449.673 2.347.645 2.469.725 777.314 1.692.411

c) Esposizioni ristrutturate26.511 136 26.375 1.271.179 399.188 871.991 122.267 18.022 104.245

d) Esposizioni scadute143 46 97 1.462.097 136.994 1.325.103 819.932 154.807 665.125

e) Altre esposizioni5.175.248 5.047 5.170.201 371.245.464 1.611.537 369.633.927 196.944.475 929.336 196.015.139

Totale A 5.262.047 37.195 5.224.852 395.774.627 15.650.274 380.124.353 208.983.246 7.109.503 201.873.743

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 634 67 567 650.688 192.324 458.364 176.653 29.048 147.605

b) Incagli 0 0 0 151.400 24.325 127.075 5.645 523 5.122

c) Altre attività deteriorate19 2 17 270.770 49.524 221.246 20.871 14.638 6.233

d) Altre esposizioni2.571.622 1.051 2.570.571 159.223.609 115.278 159.108.331 20.966.098 12.754 20.953.344

Totale B 2.572.275 1.120 2.571.155 160.296.467 381.451 159.915.016 21.169.267 56.963 21.112.304

TOTALE A+B 7.834.322 38.315 7.796.007 556.071.094 16.031.725 540.039.369 230.152.513 7.166.466 222.986.047

Rettifiche di

valore

complessive

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Tipologia di esposizione/Aree

controparti Rettifiche di

valore

complessive

Consistenze al: 30/06/2008

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Esposizione

netta

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 56

(migliaia di €)

Distribuzione dei finanziamenti verso imprese non finanziarie e famiglie produttrici

Consistenze al: 30/06/2008 Residenti Non residenti Totale

Prodotti dell'agricoltura - silvicoltura - pesca 3.898.349 1.751.015 5.649.364

Prodotti energetici 7.011.321 13.276.812 20.288.133

Minerali, metalli ferrosi e non ferrosi (esclusi quelli fissili e fertili) 2.164.474 4.203.883 6.368.357

Minerali e prodotti a base di minerali non metallici 3.616.862 2.896.798 6.513.660

Prodotti chimici 2.159.551 7.239.853 9.399.404

Prodotti in metallo esclusi le macchine e i mezzi di trasporto 6.532.801 4.634.565 11.167.366

Macchine agricole e industriali 5.634.453 4.324.358 9.958.811

Macchine per ufficio, macchine per l'elaborazione dei dati, strumenti di

precisione, d'ottica e similari 1.367.383 2.474.733 3.842.116

Materiale e forniture elettriche 3.464.109 1.456.794 4.920.903

Mezzi di trasporto 2.555.142 5.783.384 8.338.526

Prodotti alimentari, bevande e prodotti a base di tabacco 5.072.451 6.483.453 11.555.904

Prodotti tessili, cuoio e calzature, abbigliamento 4.929.990 1.590.451 6.520.441

Carta, articoli di carta, prodotti della stampa ed editoria 2.762.865 4.894.767 7.657.632

Prodotti in gomma e in plastica 2.280.518 1.926.707 4.207.225

Altri prodotti industriali 3.979.031 3.991.629 7.970.660

Edilizia e opere pubbliche 20.114.088 6.631.403 26.745.491

Servizi del commercio, recuperi e riparazioni 27.890.470 28.854.431 56.744.901

Servizi degli alberghi e pubblici esercizi 4.497.918 3.295.313 7.793.231

Servizi dei trasporti interni 4.003.335 3.582.911 7.586.246

Servizi dei trasporti marittimi e aerei 1.854.011 6.604.421 8.458.432

Servizi connessi ai trasporti 2.471.072 3.349.520 5.820.592

Servizi delle comunicazioni 1.130.138 2.233.593 3.363.731

Altri servizi destinabili alla vendita 53.213.634 102.190.877 155.404.511

Totale 172.603.966 223.671.671 396.275.637

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57

(migliaia di €)

Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie

Consistenze al: 30/06/2008

A vista

Da oltre 1

giorno a 7

giorni

Da oltre 7

giorni a 15

giorni

Da oltre 15

giorni a 1

mese

Da oltre 1

mese a 3

mesi

Da oltre 3

mesi a 6

mesi

Da oltre 6

mesi fino a

1 anno

Da oltre 1

anno fino a

5 anni

Oltre 5 anni

Attività per cassa

a) Titoli di stato 875.330 117.142 800.232 137.541 780.297 227.555 4.762.747 8.380.238 8.996.653

b) Titoli di debito quotati 169.098 232.818 229.857 914.971 4.692.628 7.886.534 9.796.392 41.242.256 29.680.749

c) Altri titoli di debito 1.602.314 5.822 9.303 235.732 487.781 1.883.570 264.475 763.020 4.843.444

d) Quote O.I.C.R. 52.083 0 0 0 0 0 0 0 8.918.559

e) Finanziamenti

- Banche 46.171.377 7.024.134 3.547.755 34.276.219 16.421.642 13.900.947 13.241.635 6.359.838 5.102.040

- Clientela 77.886.320 6.662.681 3.190.915 25.746.758 37.746.448 30.145.412 31.473.713 129.410.377 218.389.573

Operazioni fuori bilancio

a) Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe 13.883.134 14.626.601 6.608.851 12.828.227 30.898.479 20.244.541 8.741.586 13.624.207 3.459.861

- posizioni corte 15.302.509 10.757.143 8.284.692 13.793.162 28.648.879 20.592.343 8.126.036 10.401.085 1.455.310

b) Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe3.077.234 4.074.268 0 0 46.165 95.590 2.180.349 16.000.000 14.537.379

- posizioni corte 3.399.064 1.718.781 263.527 264.358 325.831 1.304.310 2.482.996 16.002.120 14.250.000

c) Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- posizioni lunghe 8.849.184 1.843.399 1.250.824 1.283.433 6.407.303 10.073.593 12.310.576 55.186.551 19.704.685

- posizioni corte 24.337.096 2.138.533 1.229.168 158.718 6.203.142 7.339.498 11.108.232 37.635.212 13.245.109

Categorie/Scaglioni temporali

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 58

(migliaia di €)

Esposizone per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Sofferenze IncagliEsposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scaduteRischio Paese Totale Sofferenze Incagli

Esposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scaduteRischio Paese Totale

A. Rettifiche complessive iniziali 114.907 4.461 0 0 17.077 136.445 17.936.825 1.833.574 479.846 187.653 12.209 20.450.107

B. Variazioni in aumento 6.608 197 0 0 2.288 9.093 6.450.414 1.193.958 58.128 245.634 682 7.948.816

B.1 Rettifiche di valore 25 0 0 0 1.736 1.761 1.924.545 629.530 30.069 165.128 648 2.749.920

B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 0 0 0 0 0 0 374.438 74.978 10.528 5.340 0 465.284

B.3 Altre variazioni in aumento 6.583 197 0 0 552 7.332 4.151.431 489.450 17.531 75.166 34 4.733.612

C. Variazioni in diminuzione 11.474 1.729 0 0 2.015 15.218 6.702.772 745.493 120.412 139.478 793 7.708.948

C.1 Riprese di valore da valutazione 29 1.729 0 0 418 2.176 256.962 99.092 17.310 14.373 555 388.292

C.2 Riprese di valore da incasso 4.966 0 0 0 244 5.210 779.173 110.627 6.276 17.638 99 913.813

C.3 Cancellazioni 0 0 0 0 0 0 944.376 73.623 11.253 653 0 1.029.905

C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 0 0 0 0 0 0 15.859 326.773 65.970 56.679 0 465.281

C.5 Altre variazioni in diminuzione 6.479 0 0 0 1.353 7.832 4.706.402 135.378 19.603 50.135 139 4.911.657

D. Rettifiche complessive finali 110.041 2.929 0 0 17.350 130.320 17.684.467 2.282.039 417.562 293.809 12.098 20.689.975

di cui:

- rettifiche specifiche 110.041 0 0 0 0 110.041 17.673.974 2.192.393 417.493 208.221 0 20.492.081

- rettifiche di portafoglio 0 2.929 0 0 17.350 20.279 10.493 89.646 69 85.588 12.098 197.894

E. Rettifiche di valore imputate a P/L 1.761 2.749.920

Causali/Categorie

Esposizioni verso banche Esposizioni verso clientela

Consistenze al: 30/06/2008

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Tavola 6 - Rischio di credito: informazionirelative ai portafogli assoggettati al metodostandardizzato e alle esposizioni creditiziespecializzate e in strumenti di capitalenell’ambito dei metodi IRB

Informativa qualitativa

Rischio di credito – metodologia standardizzata

Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit Assessment Institution) ed

ECA (Agenzia per il credito all’esportazione - Export Credit Agency) utilizzate nella metodologia standardizzata e dei

portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse.

Rischio di credito

Portafogli ECA / ECAICaratteristiche

(1)

del rating

Esposizioni versoamministrazioni centrali ebanche centrali

Esposizioni versoorganizzazioniinternazionaliEsposizioni verso banchemultilaterali di sviluppo

Esposizioni verso impreseed altri soggetti

Esposizioni verso organismidi investimento collettivodel risparmio (OICR)

- Fitch Ratings;- Moody's Investor Services;- Standard and Poor's Rating

Services

Solicited e unsolicited

(1) — solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati aisolicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited rating dallamedesima ECAI;

— unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 60

Cartolarizzazioni

Portafogli ECA / ECAI

Posizioni verso lecartolarizzazioni aventi unrating a breve termine

PosizIoni verso lecartolarizzazioni diverse daquelle aventi un rating abreve termine

- Fitch Ratings;- Moody's Investor Services;- Standard and Poor's Rating

Services

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Finanziamenti specializzati

Valore dell' esposizione al 30/06/2008

1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default

Durata residua inferiore a 2,5 anni 199.288 552.632 8.154 492

Durata residua pari o superiore a 2,5 anni 637.015 2.183.376 179.125 46.588 12.644

Totale finanziamenti specializzati 836.303 2.736.008 187.279 47.080 12.644

Categorie regolamentariDurata residua/Giudizio

(migliaia di €)

Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice

Categorie Ponderazioni

Valore

dell'esposizione al

30/06/2008

Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% 251.407

Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% 24.531

Altri strumenti di capitale 370% 2.162.946

Totale strumenti di capitale 2.438.884

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61

(migliaia di €)

Metodologia standardizzata delle attività di rischio

Consistenze al 30/06/2008

Garanzia reale Garanzia personale Derivati su crediti

Esposizioni verso o garantite da

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 52.425 10.933.011 0 0

- classe di merito creditizio 1 52.843.303

- classe di merito creditizio 2 1.481.839

- classe di merito creditizio 3 4.083.664

- classi di merito creditizio 4 e 5 3.571.669

- classe di merito creditizio 6 0

Esposizioni verso o garantite da Enti

territoriali 49.268 4.808.963 46.870 0

- classe di merito creditizio 1 32.085.982

- classe di merito creditizio 2 2.685.210

- classe di merito creditizio 3 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 764.183

- classe di merito creditizio 6 0

Esposizioni verso o garantite da Enti senza

scopo di lucro ed Enti del settore pubblico 613.054 629.831 0 0

- classe di merito creditizio 1 7.521.641

- classe di merito creditizio 2 1.858.077

- classe di merito creditizio 3 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 5.250.028

- classe di merito creditizio 6 672

Esposizioni verso o garantite da Banche

multilaterali di sviluppo 525 3.237 0 0

- classe di merito creditizio 1 522.630

- classe di merito creditizio 2 0

- classe di merito creditizio 3 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 0

- classe di merito creditizio 6 0

Esposizioni verso o garantite da

Organizzazioni internazionali 96.861 0 0 0 0

Esposizioni verso o garantite da

Intermediari vigilati 629.905 1.136.191 4.191.966 0

- classe di merito creditizio 1 57.681.471

- classe di merito creditizio 2 6.458.567

- classe di merito creditizio 3 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 3.593.618

- classe di merito creditizio 6 1.430.654

Esposizioni verso o garantite da Imprese 14.497.147 5.264.155 467.028 0

- classe di merito creditizio 1 10.077.093

- classe di merito creditizio 2 8.687.592

- classi di merito creditizio 3 e 4 277.241.116

- classi di merito creditizio 5 e 6 830.338

Esposizioni al dettaglio 106.067.417 16.366.486 186.096 0 0

Esposizioni garantite da immobili 62.464.469 4.011.951 486 0 0

Esposizioni scadute 8.492.224 20.061 24.679 0 0

Esposizioni ad alto rischio 1.709.463 0 0 0 0

Esposizioni sotto forma di obbligazioni

bancarie garantite 2.784.569 0 285.000 0 0

Esposizioni a breve termine verso imprese 0 52 0 0

- classe di merito creditizio 1 1.239.305

- classe di merito creditizio 2 54.425

- classe di merito creditizio 3 288.558

- classi di merito creditizio da 4 a 6 4.980

Esposizioni verso Organismi di

investimento collettivo del risparmio

(O.I.C.R.) 0 133.000 0 0

- classe di merito creditizio 1 588.248

- classe di merito creditizio 2 90.884

- classi di merito creditizio 3 e 4 1.304.424

- classi di merito creditizio 5 e 6 44.874

Altre esposizioni 32.261.878 0 21.462 0 0

Totale attività di rischio per cassa 444.688.360 9.869.727 21.502.891 1.977.831

Totale garanzie rilasciate e impegni a

erogare fondi 221.612.988 1.718.358 1.923.272 2.728.033

Totale contratti derivati 14.175.006 303.466 0 0

Totale operazioni SFT e operazioni con

regolamento a lungo termine 15.685.567 24.349.271 0 0

Compensazione tra prodotti diversi 0

Totale generale 696.161.921 36.240.822 23.426.163 4.705.864 0

Esposizioni dedotte

dal Patrimonio di

Vigilanza

PortafogliEsposizioni garantite

Valore dell'

esposizione

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 62

Tavola 7 – Rischio di credito: informativa suiportafogli cui si applicano gli approcci IRB

Informativa qualitativa

Rischio di credito – informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB

Il primo semestre 2008 è stato caratterizzato dall’entrata a regime delle “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le

Banche” (Circolare n. 263 di Banca d’Italia), che recepiscono gli ordinamenti in materia di Convergenza internazionale

della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali (Basilea 2). In tale ambito, UniCredit ha ottenuto dalla Banca

d’Italia l’autorizzazione ad adottare i metodi avanzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di

credito. In questa prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane,

nonché da HypoVereinsbank (HVB AG) e da Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente, saranno applicate dalle

altre società del Gruppo secondo un piano di estensione progressiva comunicato all’Autorità di Vigilanza.

In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo oggetto di autorizzazione, con

l’indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento.

Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività

Stati Sovrani UCI, HVB, BAAmministrazioni centrali

e banche centrali

Banche UCI, HVB, BA Intermediari Vigilati

Multinational UCCB, HVB Imprese

Global Project Finance (GPF) HVB Imprese

Rating Integrato Corporate (RIC) PD UCCB Imprese

RIC LGD UCCB Imprese

Mid Corporate (PD, LGD, EAD) HVB Imprese

Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD) HVB Imprese / Esposizioni al dettaglio

Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) HVB Imprese

Income Producing Real Estate (IPRE) Slotting Criteria HVB Imprese

Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD) HVB Imprese

Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese

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63

IPRE (PD, LGD, EAD) BA Imprese

Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese

Rating Integrato Small Business (RISB) PD UCB Esposizioni al dettaglio

RISB LGD UCB Esposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PD UCB Esposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD UCB Esposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PD UBCasa Esposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD UBCasa Esposizioni al dettaglio

Small Business (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio

Private Individuals (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio

Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio

Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio

Con particolare riferimento ai portafogli crediti di Gruppo, Soggetti Sovrani, Banche, Multinationals e Global Project

Finance), e per i portafogli creditizi locali delle banche italiane del Gruppo (mid-corporate e retail, con esclusione di quelle

facenti capo al perimetro ex Capitalia, per le quali si applica inizialmente l’approccio standardizzato), il Gruppo è stato

autorizzato ad utilizzare nel 2008 le stime interne dei parametri PD e LGD. Nell’anno in corso, relativamente ai suddetti

portafogli, sarà utilizzato il parametro EAD regolamentare, essendo prevista nel 2009 la richiesta di autorizzazione alla

Banca d’Italia all’utilizzo delle stime interne di tale parametro.

I modelli di rating sopra menzionati vengono utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli obblighi

di Primo Pilastro ma rappresentano soprattutto una componente fondamentale dei processi decisionali e di governance.

In particolare le aree di maggiore utilizzo dei sistemi di rating interni sono le seguenti:

i processi creditizi, nelle diverse fasi:

- concessione / rinnovo. L’assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale nel

processo di valutazione del merito di credito della controparte / transazione e costituisce la fase

preliminare per la concessione / rinnovo delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della

delibera, viene reso disponibile nell’ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera

sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta

un fattore fondamentale, con l’ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l’Organo

competente per la delibera;

- monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire

tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente,

consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all’effettivo stato di default (quando cioè

esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul

controllo andamentale dell’esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei

confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di monitoraggio

consente l’ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva fase di recupero, tramite

richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione della LGD;

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 64

recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a default,

condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto Attualizzato degli

importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di

recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre

la base per il pricing da attribuire al passaggio dei crediti non performing ad Aspra Finance;

le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stato adottata la metodologia delle perdite “sostenute”

ma non “riportate” (“Incurred but not reported losses”, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il

parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti classificate a

default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio dell’esposizione e della LGD;

la gestione e allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al processo di

quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di rating vengono

integrati, a livello di Capogruppo con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla

misurazione del capitale (sia regolamentare che economico) ed alla gestione del medesimo, da un lato; nei

processi volti alla determinazione delle misure “risk adjusted performance” e del conto economico rettificato a

fini di pianificazione strategica;

la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della

pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell’RWA, delle rettifiche nette

di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale;

la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l’Alta Direzione a livello consolidato / divisionale/ regionale e

per singola Entità, che mostrano l’andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla

Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i

sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da

assegnare ai Gestori, nonché nell’identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui vengono adottate azioni

mirate.

Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, UniCredit Group ha effettuato specifiche attività

finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l’applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM).

Si è infatti proceduto alla:

emissione di policies che rappresentano il recepimento, l’interpretazione e l’interiorizzazione dei requisiti

normativi della CRM all’interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione - per la quale si è fatto

riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006” e successivi aggiornamenti, alle

direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza internazionale della

misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di

Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito diversi obiettivi volti ad incoraggiare l’ottimizzazione della

gestione delle garanzie ed a definire le regole di ammissibilità, valutazione, monitoraggio e gestione delle

garanzie personali e reali in linea con i requisiti generali e specifici;

definizione di nuovi processi che rappresentano l’applicazione delle policies nella gestione delle garanzie

all’interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l’”as-is” ed il modello target si è proceduto a

implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con quanto previsto dalla normativa

Banca d’Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella valutazione delle tecniche di CRM UniCredit Group

enfatizza l’importanza del requisito della certezza legale, particolare importanza è stata prestata

nell’implementazione dei processi necessari al suo soddisfacimento;

implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle garanzie. In

particolare, Unicredit Group ha sviluppato un solido ed efficace sistema per l’applicazione delle tecniche di CRM

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65

a partire dalla valutazione ed acquisizione delle garanzie, fino al monitoraggio ed all’escussione delle stesse.

L’implementazione del sistema informativo, ha permesso di gestire, raccogliere ed archiviare i dati necessari

alla verifica del soddisfacimento dei requisiti richiesti per l’ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio.

Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per applicare

opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla normativa di Basilea 2 (per la valutazione della volatilità, sono

stati definiti scarti stimati internamente basati sulla metodologia Value at Risk)1.

Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al

nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di

convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla

revisione dei sistemi stessi.

Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità predittiva e

performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative, in particolare

mediante:

valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai criteri

metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio;

valutazione dell’accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di

performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking;

accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione;

analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture informatiche

connesse con i sistemi di rating.

Il processo di convalida istituito nell’ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra validazione iniziale e nel

tempo (on going).

La validazione iniziale ha l’obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in relazione ai requisiti

minimi regolamentari e alle linee guida e standard della Capogruppo inerenti metodologia, processi, qualità dei dati,

procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance interna ed ambiente tecnologico identificando eventuali

gap o criticità rispetto a tali requisiti.

La validazione ongoing ha invece l’obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del sistema di rating

in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e regolamentari.

In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti Sistemi

Groupwide e per quelli locali.

Per i Sistemi Groupwide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata alla Capogruppo,

mentre per i sistemi di rating locali la responsabilità compete alle singole Entità. Alla Capogruppo è tuttavia assegnato il

compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l’adeguato svolgimento delle attività di sviluppo e validazione

svolte localmente ed il corretto funzionamento del sistema di rating fornendo al contempo suggerimenti derivanti

dall’attività di benchmarking interno ed esterno e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell’ attività di

rivalidazione la Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali in fase

iniziale, preventivamente all’approvazione da parte degli organi competenti, e successivamente ogniqualvolta vengano

introdotte modifiche rilevanti.

L’Unità responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello sviluppo dei modelli,

anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l’esito della convalida.

1 Per maggiori dettagli sulla gestione del processo di riconoscimento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito si faccia riferimentoalla Tavola 8 “Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 66

Tale unità ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza verso modalità di

validazione comuni sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal modo una condivisione dei criteri di

valutazione dei risultati, anche mediante l’introduzione di valori soglia comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi

sistemi. L’utilizzo dei trigger consente la riconduzione dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono

associati a diversi livelli di gravità dei fenomeni rilevati.

Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei modelli, con

l’identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi risultati. Le tipologie di test si

dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative.

nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del modello, l’inclusione

di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di sviluppo;

nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al modello nel suo

complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori.

E’ stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in funzione sia della

specifica fase di validazione (iniziale, on going) o di monitoraggio continuativo che dei risultati ottenuti. Lo svolgimento di

taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nelle svolgimento delle analisi di ordine gerarchico

superiore.

I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di archiviazione

che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità di tutte le analisi effettuate.

Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare gli indicatori previsti dal Comitato di Basilea

nel Working Paper 14 “Studies on the validation of Internal Rating Systems” per la validazione dei modelli di rischio di

credito, è conforme ai requisiti IT di Banca d'Italia e si integra perfettamente con l’ambiente di laboratorio.

I risultati dell’attività di convalida interna, svolta in coerenza con gli standard di validazione, e la cui profondità di analisi

differisce in funzione della tipologia (groupwide o locale) o localizzazione (Italia o estero) del sistema di rating, sono

riportati ad un unico modello di rappresentazione (framework) con l’obiettivo di ricondurre ad unità l’analisi relativa alle

diverse componenti del sistema di rating.

Il framework adottato consiste in una riconduzione schematica di tutti i requisiti minimi quantitativi ed organizzativi di

dettaglio previsti da Banca d’Italia a specifici principi chiave, riferibili a diverse aree tematiche di analisi del sistema di

rating (disegno del modello, componenti di rischio, utilizzo interno e reporting, IT e qualità dei dati e governo societario),

ed è funzionale alla valutazione del posizionamento di dettaglio dei sistemi di rating rispetto alla normativa di Vigilanza.

Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del modello (model

design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario (governance).

Obiettivo invece dell’attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del complessivo

assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel:

verificare la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi;

verificare l’utilizzo gestionale dei sistemi di rating;

verificare l’adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating.

In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IAD), allo scopo di supportare le Entità sulla qualità

(funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l’evoluzione delle metodologie di internal audit in

coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per

l’effettuazione delle attività di audit.

Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del rischio

ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei sistemi interni di

misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella

progettazione/selezione del modello.

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In continuità con la propria mission UC IAD effettua attività di audit direttamente su UniCredit SpA, coordinando le attività

delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo.

In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella

pianificazione dell’attività di audit nell’ambito del Gruppo (processo di audit planning). Tali attività sono promosse da UC

IAD che ne condivide l’inserimento nel piano dei controlli delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IAD

provvede quindi al monitoraggio sull’effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente

attivandosi localmente in caso di scostamenti.

Inoltre, UC IAD informa periodicamente l’Internal Control & Risks Committee ed il Collegio Sindacale della CapoGruppo

sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi risultati.

In continuità con la propria mission la Direzione Internal Audit di Capogruppo effettua attività di audit direttamente sulla

Capogruppo, coordinando le attività degli Internal Auditor delle Entità del Gruppo.

La Direzione Internal Audit informa periodicamente sullo svolgimento delle proprie attività l’ “Internal Control & Risks

Committee” ed il Collegio Sindacale.

Inoltre le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella

programmazione dell’attività di audit nell’ambito del Gruppo (Audit plan). Tali attività sono promosse dalla Direzione

Internal Audit di Capogruppo che ne condivide l’inserimento nel piano dei controlli con i soggetti preposti. L’effettuazione

di tali verifiche viene monitorata da parte della funzione di Audit Monitoring che presidia lo svolgimento delle attività

pianificate, eventualmente attivandosi localmente in caso di scostamenti.

Descrizione dei Sistemi di Rating

Modelli Groupwide

Il modello di Rating per i Paesi

L’approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paesi è quello dello shadow rating, tramite il quale si vuole

replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori macroeconomici e qualitativi.

Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi:

Sample Selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione;

Analisi Univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo;

Analisi Multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise supportate

dall’esperienza degli analisti;

Combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi;

Calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive;

Test del Modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso.

Sono stati disegnati 2 modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati.

Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi di interesse, il

peso del sistema bancario, il GDP pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il modulo qualitativo include variabili

relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche, condizioni economiche.

Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul Gross Domestic

Product (GDP), il livello dell’indebitamento sull’estero, la rilevanza delle riserve in valuta, il livello degli investimenti diretti

esteri sul GDP, il costo del servizio del debito rispetto all’export, il tasso di inflazione e il GDP pro capite. Il modulo

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AL 30 GIUGNO 2008 68

qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle

condizioni socio-politiche, alle condizioni economiche ed al servizio del debito.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la definizione implicita di default, le caratteristiche quali-

quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei due gruppi (paesi sviluppati ed

emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di performance e stabilità. Naturalmente la tipologia

delle controparti e il basso numero di default nelle entità sovrane determina campioni di sviluppo e validazione limitati

nelle dimensioni.

Il modello di LGD per i Paesi

Sviluppato nel novembre 2006, il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli esperti, partendo da

una ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella versione finale. La variabile dipendente

(LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni es esterni. Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni

dirette verso controparti sovrane il modello fornisce la LGD per le sole esposizioni non secured.

Le variabili esplicative selezionate sono: peso del GDP sul totale mondiale, peso del debito estero sulle esportazioni,

indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI, volatilità dell’export, tasso di inflazione medio nel G7 e timing del

default (periodo precedente il default).

L’unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza nella definizione

di default, segmentazione e override, l’utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le stime dei costi e la metodologia

di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti conservativi per le fasi negative del ciclo economico.

Il modello di Rating per le banche

L’approccio usato per lo sviluppo del Rating Banche, definito come Shadow Rating, tenta di replicare la capacità di

ranking dei Rating Esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi.

Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per Banche residenti in Paesi sviluppati e uno per Banche in Mercati

Emergenti, in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per i due segmenti.

Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per considerare i

seguenti aspetti:

fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali;

supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per tenere in

considerazione il supporto fornito alle Banche da governi o da appositi Fondi di garanzia di categoria;

rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera

per sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale.

Il modello quantitativo finale per Banche residenti in Paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori: redditività, profilo di

rischio, dimensione e funding.

Similmente per le Banche nei Paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività, profilo di rischio,

dimensione, capitalizzazione e funding.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la definizione implicita di default, la selezione dei fattori e le

trasformazioni di variabili, l’analisi multivariata del modulo quantitativo e di quello qualitativo, la combinazione dei due

moduli e la calibrazione, gli aggiustamenti ambientalie e per il rischio di trasferimento ed ha condotto test di performance

e stabilità.

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Il modello LGD per le banche

Il modello sviluppato è di tipo esperienziale; la metodologia è attualmente applicata alle sole esposizioni in bonis del tipo

senior unsecured, che di gran lunga costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche.

L’estensione di metodologie avanzate anche ai casi di esposizioni in default o di tipo junior unsecured è prevista nel corso

del 2009.

Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un’analisi dei bilanci, simulando la scomposizione e la vendita

degli asset della banca dopo aver remunerato i creditori eventualmente con più elevato grado di priorità.

Per ottenere una valutazione realistica e conservative degli asset della banca sono stati definiti haircut per ogni tipologia

di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le differenze tra valore di mercato e di

libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita.

Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal contesto

legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che considerino il rischio legale.

Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una valutazione degli esperti

di workout. Poiché gli asset della banca prenditrice sono valorizzati in valuta locale ma il recupero finale deve essere

stimato nella divisa del creditore, agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per

considerare il rischio di deprezzamento.

L’unità di validazione ha verificato disegno e ambito di applicazione del modello, componenti, integrazioni esperienziali e

override. Ha condotto analisi di performance, verificato la metodologia di sconto dei flussi recuperati, il raggruppamento

per paesi, la stima di haircuts dovuti al rischio legale-istituzionale e ha analizzato le transazioni di distressed debt come

benchmark esterno.

Il modello di Rating per le imprese Multinational

Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi operativi, da bilancio

consolidato, maggiori di €500 milioni per almeno 2 anni consecutivi.

Seguendo la metodologia dello shadow rating, il modello è composto da una componente quantitativa ed una qualitativa;

la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali rapporti finanziari di patrimonio,

redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo modulo è una probabilità di default.

Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del management, la

struttura organizzativa, la quota di mercato ecc.

Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating quantitativo, la

variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti; il risultato dei due moduli subisce

successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette l’appartenenza della società ad un gruppo.

La selezione multivariata ha portato all’inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente trasformate; cash

flows ordinario sul valore della produzione, utili prima delle imposte sul valore della produzione, EBITDA sulle spese per

interessi, adjusted net worth su capital employed e valore della produzione. Queste variabili vengono regredite sul

logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da Standard & Poors.

L’unità di validazione ha verificato il disegno e la segmentazione del modello, i moduli quantitativo e qualitativo e la loro

composizione e calibrazione, i meccanismi di override e il ruolo dei warning signals. Ha analizzato la performance

aggregata e per area geografica, la definizione di gruppo economico utilizzata a fini di rating e la qualità di dei dati interni

ed esterni utilizzati per il rating ombra.

Il modello di LGD per le imprese Multinational

Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade; partendo da

queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende multinational (essendo un

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AL 30 GIUGNO 2008 70

portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato sull’approccio shadow rating, integrato

dall’apporto del giudizio degli esperti.

La costruzione del modello consiste di diverse fasi:

1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente rappresentano leintercette di un modello regressivo);

2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti;

3. eliminazione degli outliers;

4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) – Log(PD). Questorende confrontabili società con rating diversi;

5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante;

6. regressione multivariata, verifica degli impatti;

7. calibrazione e aggiustamento downturn;

8. Haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte.

Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo debito obbligazionario e come tale risulta

penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del debito, tipici dei prestiti bancari e

di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del portafoglio del Gruppo di UniCredit. Pertanto è stato

utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e

Germania); questo parametro permette di passare dalla cosiddetta bond LGD a una loan LGD.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la qualità, rappresentatività del campione basato su dati interni

ed esterni utilizzato per lo sviluppo, la perfornmance e conservatività delle stime. Ha inoltre condotto un’analisi di

benchmarking dei recuperi su dati esterni e di rating agencies, con riferimento alla crescente letteratura sull’argomento,

più ricca sugli attivi obbligazionari.

Il modello di rating per il Project Finance

Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un questionario in cui le

risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento che coprono i rischi di progetto. Lo

score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5 aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor

del progetto, rischio di esecuzione o completamento, rischio operativo, rischi esogeni (es. macroeconomici), rischio legato

ai cash flows.

Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell’origination; la specificità del project finance e

la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono affrontare solo con un grado elevato di

flessibilità, reso possibile dall’utilizzo di fenomeni di mitigazione del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure

con i weak link.

La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri:

Il progetto è sviluppato da un’entità giuridica separata dalla sponsor;

Vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di tempo tale

separazione può venir meno;

La decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow future prodotti dal progetto;

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La struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto;

C’é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento;

Assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori;

Dipartimenti specializzati di UCI HVB e BA-CA sono esclusivamente coinvolti;

Il volume del progetto è superiore a € 20 milioni;

Progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max €30 milioni) con garanzia di assicurazioni

sull’export esplicitamente escluse dal portafoglio.

La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i livelli di rating.

Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating assegnato si assegna un unico

valore di PD.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la performance a livello aggregato, di risk group e di singolo

fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e override, la conservatività delle stime ed

effettuato un’analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di rating esterni sia limitata.

Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF)

In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto. Il risultato

finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero scontato, a cui si aggiungono i

costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi.

Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per quelli in cui non vi

erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero nell’ambito del project finance da parte di

Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme

interno lo permettesse.

Utilizzando i dati di Standard & Poors a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn, prendendo come

riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, da quale è stato ricavato uno

specifico fattore di downturn.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la performance e la rappresentatività per area geografica e

settore del campione utilizzato per lo sviluppo -costruito impiegando dati interni ed esterni.

Modelli locali, perimetro Italia

Rating Integrato Corporate (RIC)

Il modello RIC fornisce il rating delle esposizioni verso la classe imprese di Unicredit Corporate Banking sul segmento

mid-corporate, ovvero per gli affidati con un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) fino a 250

milioni di Euro. Sviluppato in più fasi anche col supporto della società Centrale Bilanci, nella sua versione attuale prevede

l’integrazione a più livelli di diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score

CE.BI) si integra con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un secondo

livello, il rating precedente si integra con informazioni di carattere geo-settoriale-dimensionale; infine, ad un terzo livello,

informazioni di natura comportamentale (andamentale) si fondono per dare origine a un rating integrato corporate.

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AL 30 GIUGNO 2008 72

La prima fase del progetto, avviata operativamente a maggio 2003, si è conclusa con l’integrazione dei fattori di rischio

‘geo-settoriali’ al rating di impresa di primo livello (bilancio + qualitativo) già utilizzato dalla Banca: queste variabili

consentono di completare il profilo di rischio aziendale con gli elementi di rischiosità ‘sistematicamente’ riconducibile alla

collocazione settoriale, geografica e dimensionale e con il livello di rischio settoriale valutato in termini previsionali.

Allo scopo di incorporare nel rating i segnali provenienti dal monitoraggio andamentale si è stimato un modello utilizzando

come variabili esplicative gli score di impresa di secondo livello e lo score andamentale relativo a 13 mesi prima del

default.

L’analisi Kernel della distribuzione dello score RIC sul portafoglio di Unicredit Corporate Banking ha permesso di

individuare 9 classi di rating.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la tenuta (performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli

rilevanti) dei diversi moduli che lo compongono: score di bilancio, score qualitativo, componente geo-settoriale, score

andamentale ed ha esaminato le regole di override del modello. Ha inoltre analizzato la copertura per rapporti ed

esposizioni e la calibrazione per stato di monitoraggio delle controparti, anche a livello di segmento.

Il modello di rating del segmento Small Business Italia

Il modello RISB, Rating Integrato Small Business ha dotato Unicredit Banca (UCB) di un sistema di valutazione delle

controparti Small Business che integra le informazioni provenienti dalla fase di erogazione di primo o rinnovo fido (CRSB)

con quelle derivanti dal processo andamentale (SMR).

Le variabili analizzate per la costruzione delle griglie di erogazione sono riconducibili alle seguenti tipologie:

dati anagrafici del richiedente e dei collegati all’azienda;

informazioni economico / finanziarie provenienti dal bilancio o dai documenti di contabilità semplificata;

informazioni provenienti dal Credit Bureau Experian sul richiedente e sui collegati all’azienda;

informazioni di CR.

Il metodo di stima è articolato nelle seguenti fasi:

Modello Accettati/Rifiutati (analisi multivariata): Un primo modello statistico, basato sul confronto tra tutte le

pratiche Accettate (Buone, Indeterminate, Cattive) e le pratiche Rifiutate, consente di associare la probabilità di

rifiuto ad ogni controparte del campione;

Modello bad/good iniziale (analisi multivariata): Il modello, sviluppato solamente sulla popolazione accettata,

successivamente è stato applicato all’intero portafoglio comprensivo quindi anche delle controparti rifiutate;

Reject Inference: L’analisi degli output dei due modelli sviluppati (Accettati/Rifiutati e Buoni/Cattivi) permette di

assegnare una performance teorica anche ai Rifiutati attraverso la tecnica della Reject Inference;

Modello bad/good finale (analisi multivariata): dopo aver assegnato, tramite la Reject Inference, la

performance ad ogni controparte del campione, viene applicato un algoritmo di scoring.

L’integrazione delle componenti di erogazione ed andamentale è infine stata stimata attraverso una regressione logistica.

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Ai moduli quantitativo e andamentale si aggiunge un modulo qualitativo, basato su questionari previsti all’interno del

processo valutativo dell’impresa, segmentati per comparto di attività economica. La logica di assegnazione dei pesi si

basa su una relazione gerarchica in modo da rendere più ordinato e razionale il processo di ottimizzazione delle

ponderazioni e più chiaro il processo interpretativo dei risultati: i livelli di assegnazione dei pesi partono dalle modalità di

risposta alle domande, i pesi delle singole domande vengono poi definiti nell’ambito della sezione, infine viene attribuito il

peso della sezione sulla valutazione complessiva.

L’integrazione con il modulo quantitativo è di tipo lineare con ponderazione definita dagli esperti.

L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello e dei moduli che lo compongono: erogazione, andamentale e

qualitativo. Ha inoltre testato la loro tenuta in termini di performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti, con

particolare attenzione all’impatto dell’introduzione della definizione di default di Basilea 2. Ha infine analizzato la copertura

del portafoglio e la calibrazione del modello nel suo complesso.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari

Il Portafoglio Obiettivo del modello di Rating R.I.P. (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio per pool, è

costituito dall’insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in Unicredit Banca e Unicredit Banca per la Casa,

destinati all’acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali da parte della clientela privati e all’acquisto di

immobili per finalità legate all’attività economica svolta da parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle

Famiglie Produttrici.

Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del singolo prodotto ai fini

della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l’assegnazione di una probabilità di default potenzialmente

differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte, benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i

driver fondamentali per l’individuazione dei pool.

Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del modello R.I.P. si è

articolato in due fasi distinte: la prima consiste nell’individuazione dei Pool relativi al portafoglio in fase di erogazione; la

seconda, nell’individuazione dei Pool relativi al portafoglio in essere. Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i

pool sull’intero portafoglio. In seguito a tale processo si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le

“foglie” finali corrispondono ai pool individuati. La PD associata a ciascun pool viene quindi stimata attraverso il tasso di

default osservato sulle esposizioni ad esso ricondotte. I singoli pool sono stati successivamente aggregati, tramite Cluster

Analysis, in classi di rating.

Nel processo di assegnazione della probabilità di default la valutazione effettuata in sede di prima erogazione viene

mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di durata superiore al mese, mentre a

partire dal settimo mese viene ricalcolata l’attribuzione dell’operazione al pool corrispondente secondo l’albero definito per

il portafoglio in essere. All’aumentare dell’anzianità del mutuo acquisiscono maggiore rilevanza le variabili andamentali.

Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio di UBCasa, il modello

di rating, per quanto allineato nelle logiche di sviluppo e nell’impostazione complessiva di UniCredit Banca, presenta

alcune personalizzazioni, soprattutto con riferimento al portafoglio acquisito mediante il canale Abbey National.

Nell’analisi del portafoglio complessivo di Banca per la Casa sono stati definiti tre alberi di segmentazione la cui variabile

discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall’erogazione maggiore o minore di 6) e, per i mutui con

maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare:

albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell’attribuzione della probabilità di

default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi;

albero per il portafoglio “in essere” ex-ANBI da adottare per i mutui del perimetro ex-ANBI con anzianità

superiore a 6 mesi;

albero per il portafoglio “in essere“ ex-Adalya -Kiron realizzato per la stima della PD dei mutui ex-Adalya con

anzianità superiore a 6 mesi.

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AL 30 GIUGNO 2008 74

Elemento comune alle tre segmentazioni è l’assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che manifestino un

ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e del sottostante score di erogazione, la loro capacità

discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei

sottomodelli identificati dall’anzianità del mutuo e dal canale di provenienza. Infine sono state analizzate la copertura per

rapporti ed esposizioni e la calibrazione sia a livello complessivo che di sottoportafoglio.

LGD per i portafogli locali Italia

I modelli di LGD sono specifici per Unicredit Corporate Banking, Unicredit Banca e Unicredit Banca per la Casa a seconda

del perimetro di applicazione (prodotto e segmento), benché la metodologia di stima sia comune ossia di tipo regressivo.

La modalità scelta dal Gruppo per la misurazione della LGD è di tipo workout, in cui il tasso di perdita viene calcolato sul

recupero effettivo osservato sui dati storici, partendo dai flussi di cassa generati sullo specifico credito dall’ingresso a

default fino alla termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla stima, sono stati adottati modelli regressivi

distinti per le fasi di incaglio e sofferenza, mentre per la fase di past due è stata calcolata una variazione media delle

esposizioni per segmento della controparte e per macrotipologia di prodotto (rateali, non rateali). L’approccio a blocchi

determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD

complessiva. In particolare, è necessario definire due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo

ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi

legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia Unicredit questi ultimi vengono definiti

Danger Rates). Oltre ad alcune variabili di tipo anagrafico delle controparti, alla tipologia e alle caratteristiche dei rapporti,

assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura delle esposizioni. Unicredit Corporate Banking, Unicredit Banca e

Banca per la Casa hanno deciso di incorporare l’effetto delle diverse tipologie di garanzie nella LGD, anche qualora la

normativa prevedesse un’alternativa, come nel caso delle fideiussioni, per le quali è prevista la possibilità di sostituire PD

e LGD del cliente con i corrispondenti parametri del garante nella valutazione del rischio associata alla quota di

esposizione garantita. Non si considera dunque la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e

quella non garantita, ma viene calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e,

ove significativo, del loro valore.

Con particolare riferimento al segmento Privati si è scelto di sviluppare congiuntamente (Unicredit Banca e Banca per la

Casa) il modello per i mutui ipotecari. Per quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune forme di

rapporto si è optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase di

sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto riguarda la fase di

incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento, differenziando esposizioni rateali e non rateali.

Tale scelta è stata guidata dalla base dati utilizzata per il calcolo della LGD osservata, ovvero SISBA, in cui gli insoluti

derivanti da anticipi diventano a tutti gli effetti esposizioni di cassa e non sono quindi distinguibili dalle esposizioni di conto

corrente. Di conseguenza, l’unità di misura per la stima dei modelli per la fase di incaglio è il rapporto solo con riferimento

al modello per le esposizioni rateali, mentre è l’esposizione per controparte per l’insieme dei rapporti non rateali di uno

stesso cliente.

L’unità di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo

economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default. Ha

verificato la costruzione dei campioni di sviluppo, le migrazioni da uno stato all’altro e il trattamento di assets specifici

quali ad esempio derivati e crediti di firma. Ha infine effettuato test volti alla verifica dell’accuratezza e della calibrazione

dei modelli.

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Modelli Locali, perimetro Germania

Modello di rating “Mid corporate”

Il modello “Mittelstandsrating” si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di HVB con sede in

Germania e con fatturato compreso tra i 3 e i 500 milioni di Euro. Il modello è costituito da due componenti: un modulo

quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio risultante dall’analisi del bilancio, eventualmente corretto in funzione del suo

livello qualitativo, determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo qualitativo fornisce invece il

rating parziale relativo alla situazione dell’impresa. Il rating finale nasce dalla combinazione dei due rating parziali.

Il modulo quantitativo è costituito da 12+1 sotto-moduli statistici chiamati “Maschinelle Analyse von Jahresabschlüssen” (=

Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L’ambito di applicazione di ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal

settore di attività economica e dalla dimensione dell’azienda.

I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi statistiche che

interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi:

Struttura degli assets;

Situazione finanziaria;

Crescita produttiva / Margini.

Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a:

situazione finanziaria (non direttamente coperte dal modulo quantitativo) nell’ottica di valutare la capacità di

rimborso e la sostenibilità futura del debito;

settore / mercato / prodotto;

assetto manageriale/imprenditoriale;

fattori e comportamenti a rischio.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 76

Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive indichino che il

rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed è monitorata strettamente dalla

funzione di convalida interna.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei diversi moduli

che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua calibrazione. Ha inoltre analizzato il

processo di assegnazione del rating, le regole di attribuzione delle esposizioni al modello in questione e il processo di

override.

Modello di rating “Small Business”

Il modello di rating “HVB smallcorp” ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche (fino a 3 Milioni

utili netti o in contabilità semplificata) e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva principalmente dall’esercizio di

una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una SME di cui sono maggiori azionisti o proprietari.

L’applicazione del modello dipende da quanti soggetti collegati sono coinvolti nella pratica di fido: se non ci sono soggetti

collegati si usa il modulo “Scoring GK (small business)”; in presenza di soggetti collegati si usa il “Rating GK (small

business)” .

Il modulo “Scoring GK” calcola uno score unico che è successivamente mappato ad una PD. Lo score è ottenuto

attraverso due diverse scorecard a seconda che la controparte sia o no pienamente responsabile del passivo

dell’azienda/attività professionale.

In entrambi i casi sono usate le stesse informazioni:

I cosiddetti “MAJA Values”, veri e propri score di bilancio sviluppati statisticamente in analogia a quanto

utilizzato per il mid-corp;

Score settoriali interni;

Score andamentali.

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Nel caso in cui si tratti di un privato, il livello di indebitamento è utilizzato come fattore di rischio aggiuntivo.

Il modulo “Rating GK” è costituito da due moduli separati, uno per l’impresa ed uno per la/le persone fisiche collegate

(proprietari / maggiori azionisti). Lo score utilizzato per ciascuna persona fisica collegata segue le regole del modello

utilizzato per i privati, combinando elementi tipici della fase di erogazione e aspetti comportamentali. I rating di ogni

singola persona fisica collegata sono poi ricondotti ad un rating complessivo della parte “privati” sulla base delle

partecipazioni azionarie di questi nell’impresa/e.

Lo score della SME è calcolato in passi successivi:

1. Prima viene calcolato, per ciascuna impresa, un rating quantitativo combinando:

- “MAJA Values”;

- Score settoriali interni;

- Durata del rapporto con la banca.

Questo ad accezione del settore “costruzioni”, dove i “MAJA values” si combinano esclusivamente con il rating

“MORIX” relativo al mercato immobiliare e all’immobile oggetto del finanziamento.

2. Il rating finanziario viene combinato con il rating andamentale di ciascuna delle SME, creando un rating

d’impresa complessivo.

3. Un down-notching è previsto nel caso di informazioni finanziarie più vecchie di 18 mesi.

4. Il rating complessivo della parte “privati” viene combinato con il rating della parte “impresa” con differente

ponderazione a seconda che il prestito sia concesso all’impresa o a uno dei privati collegati.

5. Infine il rating può essere corretto al verificarsi di uno dei cosiddetti “criteri di cancellazione” (set di eventi pre-

definiti che richiedono un immediato downgrade della controparte) o sulla base di una valutazione esperta. In

quest’ultimo caso la correzione è ammessa in downgrade, mentre in upgrade è soggetta a specifica

approvazione ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli utenti. Ha inoltre

analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli (quantitativo, con i relativi sotto-

moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine esaminato il processo di assegnazione del

rating e il processo di override.

Modello di rating “Privati”

Il modello di rating “HVB private individuals” ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i liberi professionisti e i

lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato reddito riveniente dall’affitto di immobili,

che sono considerati parte del portafoglio “Commercial Real Estate” e valutati con il sistema di rating apposito.

Il modello di rating privati è costituito da 12 scorecard: 8 di erogazione, una per tipo di prodotto e 4 comportamentali. In

funzione della fase del ciclo di vita in cui si trova la transazione vengono combinati entrambi gli score o ne viene preso

solo uno dei due.

Una cosiddetta “logica integrativa” consente di combinare tra loro tutte le valutazioni disponibili su ciascun cliente (nel

caso in cui abbia più di un rapporto con la banca) per ottenere una probabilità di default complessiva sul singolo cliente.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 78

Tale logica prevede dapprima la determinazione, per ciascuna transazione, di una “PD di Rapporto”. Tutte le PD di

rapporto relative alla medesima tipologia di prodotto vengono poi combinate (attraverso una media pesata per

esposizione) in una “PD di Prodotto”. Tutte le PD di prodotto contribuiscono infine a determinare una “PD cliente”, sulla

base dell’esposizione, del “peso informativo”, che sintetizza come e con quale anticipo ciascun prodotto contribuisce a

fornire informazioni sul futuro default del cliente, e del “fattore di rischiosità nella combinazione dei prodotti”, che specifica

il diverso contributo di ciascuna combinazione dei prodotti sul tasso di default atteso.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la sua tenuta in termini di performance e calibrazione. Inoltre,

ha analizzato le performance dei diversi moduli sottostanti e la loro calibrazione anche considerando separatamente le

diverse possibili combinazioni di prodotti in capo ad uno stesso cliente.

Modello di rating per il “Commercial Real Estate Finance”

Il modello di rating per il Commercial Real Estate Finance (CRE) di HVB è utilizzato in Germania per valutare le

esposizioni verso:

Operatori Immobiliari: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dalla costruzione (o

acquisto) e dalla successiva vendita di stabili destinati ad abitazione o ad uso commerciale (uffici, negozi);

Investitori Immobiliari con bilancio: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente

dall’affitto di immobili di proprietà, siano essi immobili residenziali che commerciali;

Investitori Immobiliari senza bilancio: aziende senza bilancio o clienti privati con utili / reddito proveniente

principalmente dall’affitto di immobili di proprietà.

Tale modello prevede un modulo diverso per ciascuna delle tre categorie di controparti sopra indicate. Ogni modulo è

composto da tre sotto-moduli:

a) Un modulo qualitativo che si propone di valutare la qualità e l’affidabilità del management, le competenze del

team di gestione, la qualità della gestione organizzativa e l’esperienza della banca nella gestione dei rapporti

con l’azienda.

b) Un modulo qualitativo che si propone di valutare l’oggetto / progetto da finanziare o finanziato (non solo dalla

banca), ivi compresa la qualità e il rischio implicito nel portafoglio di immobili / progetti dell’azienda, la sua

capacità di pianificazione (dalla esperienza passata) e i flussi di cassa pianificati / previsti negli anni a venire.

c) Un modulo quantitativo finanziario, basato sul bilancio dell’azienda e completato da una valutazione

qualitativa sulla qualità, affidabilità e completezza del bilancio.

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I moduli a) e b) sono sistemi esperti in cui i fattori e i loro pesi sono stati definiti da un team di esperti e affinati nel tempo

alla luce dell’esperienza fatta, mentre il modulo c) è stato sviluppato statisticamente.

I risultati dei tre sotto-moduli sono poi combinati, sulla base dello score (Log-PD per il modulo quantitativo), con

ponderazione definita su basi esperte e lo score finale è calibrato statisticamente.

I tre moduli usano tutti gli stessi sotto-moduli; quello che cambia è la ponderazione con cui vengono combinati gli score

parziali nello score complessivo.

L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un questionario sottoposto

agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo compongono in termini di performance e

calibrazione e la stabilità della popolazione anche tramite matrici di transizione. Ha infine analizzato la copertura del

portafoglio, verificando in quanti casi esistono rating non validi a causa del mancato aggiornamento di alcune componenti

del modello, e le regole di overruling.

Modello di rating per le operazioni di “Acquisition and Leveraged Finance”

Il modello di rating “Acquisition and Leveraged Finance” (ALF) è destinato alla valutazione delle iniziative di finanziamento

/ rifinanziamento delle operazioni di acquisizione societarie nelle quali passività bancarie addizionali vengono aggiunte al

normale indebitamento operativo dell’azienda acquistata allo scopo di finanziare l’acquisizione stessa.

Il debito risultante dall’acquisizione viene rimborsato tramite i flussi di cassa futuri dell’azienda acquisita e, in alcuni casi,

(i.e. nel caso di acquisizioni che coinvolgono investitori strategici) anche dell’azienda acquirente.

Le operazioni di acquisizione e le loro implicazioni in tema societario e fiscale (spesso in diverse giurisdizioni) esigono

una expertise specifica in fase sindacale, richiedendo:

appropriate relazioni rischio/rendimento, oltre ad una struttura di finanziamento basata su un modello realistico

di simulazione dei cash flow;

l’adattamento (structuring) della struttura finanziaria e di rimborso del debito dell’azienda acquisita ai flussi di

cassa futuri;

l’uso combinato di strumenti di finanziamento altamente differenziati (senior debt, junior debt, mezzanine, ecc).

Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, l’”ALF-Rating” è sostanzialmente un rating finanziario che calcola la

probabilità di default dell’azienda acquisita sulla base dei ratio patrimoniali, finanziari ricavati dal bilancio e del conto

economico previsionale. Un modulo qualitativo non è stato previsto in considerazione del fatto che nella predisposizione

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AL 30 GIUGNO 2008 80

di un bilancio previsionale vengono già implicitamente presi in considerazione una grande quantità di informazioni

qualitative e basate su un giudizio esperto. La predisposizione del bilancio previsionale avviene anche con l’ausilio di

modelli di simulazione dei flussi di cassa futuri (INCAS, International financial model).

Anche in questo caso sono consentite delle correzioni manuali (override), sia dei singoli ratio finanziari sia del rating

finale, che devono essere approvate dalle funzioni preposte e che vengono strettamente monitorate dalla funzione di

convalida interna.

L’unità di validazione ha effettuato analisi sia qualitative che quantitative per la verifica della tenuta del modello. In

particolare, le analisi qualitative relative al disegno del modello si sono basate sui risultati di un questionario sottoposto

agli utenti. Da un punto di vista quantitativo si sono confrontati i risultati del modello con benchmark interni e esterni.

Modello di rating “Income Producine Real Estate” (IPRE)

Il modello IPRE –Slotting Criteria fornisce una valutazione ad una tipologia particolare di prestito specializzato collegata a

transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai flussi (cash flows) derivanti dalla

transazione.

Essendo il risultato di uno Slotting Criteria, il modello è stato ottenuto seguendo le modalità di determinazione della

valutazione del progetto contenute nella normativa prudenziale.

Nello specifico il modello utilizza fattori di rischio qualitativi e si avvali di un processo di scoring che determina uno score

complessivo sulla base del tipo di immobile o del numero di immobili da valutare. In funzione del tipo di proprietà/immobile

si distinguono differenti scorecard. I criteri di valutazione degli scorecard sono divisi in 5 categorie di rischio come indicato

all’interno delle disposizioni di vigilanza.

Ciascuna categoria di rischio è valutata sulla base di differenti fattori di rischio attraverso un questionario e a ciascuna

domanda è assegnato dall’utente un punteggio individuale su una scala da 1 a 5.

L’aggregazione dei diversi score determina la valutazione finale.

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Modello di rating per le operazioni di “Asset Backed Commercial Paper”

Il modello, sviluppato replicando l’approccio delle agenzie di rating, assegna un rating agli impegni che HVB ha nei

confronti dei veicoli che emettono gli “Asset Backed Commercial Paper” ed è utilizzato solo nei casi in cui la transazione è

idonea a ricevere una valutazione interna secondo quanto richiesto dall’Autorità di Vigilanza. Si distinguono tre tipologie di

esposizione:

Lettere di Credito;

Linee di liquidità;

“Swap agreements”.

Tale Sistema di Rating è costituito da differenti modelli che si applicano in funzione della tipologia di esposizione

sottostante l’operazione di cartolarizzazione. In particolare i modelli in oggetto sono 7:

1. “Trade receivables”;

2. “Mortgage warehousing” (al fine di coprire il segmento “residential mortgages”);

3. “Single rated securities”;

4. “Commercial mortgages” (al fine di coprire il segmento “commercial mortgages”);

5. “Loans and leases”;

6. “Rated securities and corporate loans”;

7. “Credit cards”.

Tutti i sopra menzionati modelli sono costituiti da un modulo quantitativo che fornisce una classe di rating ed un modulo

qualitativo il cui risultato influenza il modulo quantitativo attraverso degli spostamenti di notches in alto o in basso.

Per quanto riguarda il modulo quantitativo, sono state utilizzate due metodologie principali in funzione della tipologia di

esposizione sottostante e della vita residua degli asset all’interno dei veicoli:

Approccio “Reserve Based”: utilizzato per gli asset con breve vita residua (tipicamente inferiore ai 6 mesi)

all’interno del veicolo (e di conseguenza anche l’impegno ha una durata limitata). Per tali tipologie di transazioni

viene effettuata una valutazione “point in time” al fine di determinare, in modo statico, le riserve richieste per

coprire le perdite.

Approccio “Cash Flow Based”: utilizzato per gl iasset con una vita residua superiore. In questo caso anziché

effettuare una valutazione “point in time”, viene valutato l’evolversi degli assets all’interno del veicolo utilizzando

modelli che prendono in considerazione i flussi di cassa attesi al fine di determinare le riserve necessarie a

fronte delle perdite subite.

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AL 30 GIUGNO 2008 82

A parte la differenza sopra menzionata, in generale, la struttura del modello è molto simile come si può notare dal grafico

in basso:

General model structure – Reserve Based Model

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General model structure – Cash flow models

Tutti i moduli qualitative sono stati sviluppati utilizzando I feedback provenienti dagli esperti del settore.

L’unità di validazione ha valutato l’allineamento dell’approccio seguito da HVB con i criteri utilizzati dalle Agenzie di Rating

attestandone la conform,ità con i requisiti minimi previsti dalla normativa vigente.

Modello di LGD

La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata come percentuale

dell’esposizione a default. La LGD viene calcolata a livello di singola transazione e segue la logica che differenti tipologie

di default sono possibili:

Liquidation: liquidazione totale delle garanzie e recupero coatto dei debiti residuo. Il rapporto col in cliente viene

interrotto ed il cliente viene rimosso dal portafoglio;

Settlement: il cliente rientra nel portafoglio performing dopo aver fatto registrare alla banca una perdita rilevante

(>100€);

Cure: al termine del periodo di difficoltà il cliente rientra nel portafoglio performing senza aver fatto registrare

alla banca una perdita rilevante.

Nel caso CURE l’LGD è posta a 0, mentre negli altri due casi la stima della LGD segue un approccio work-out con la

stima separata dei recuperi provenienti dalle garanzie e di quelli provenienti dalla parte non garantita dell’esposizione. Le

garanzie personali non sono prese in considerazione all’interno del modelli in quanto per tali tipologie di garanzie si

utilizza l’approccio di sostituzione.

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AL 30 GIUGNO 2008 84

Ai fini della determinazione del valore finale di LGD vengono presi in considerazione i seguenti fattori:

valore minimo che la LGD può assumere sulla base di quanto stabilito in normativa (ad esempio 10% per i

mutui);

tasso stimato di casi non-cure;

valore atteso di recupero della garanzia al netto dei costi diretti;

tasso di perdita attesa della porzione non garantita della transazione, scontata ed al netto dei costi diretti;

la percentuale dei costi indiretti (al netto dei recuperi effettuati dopo la chiusura delle posizioni che non si è

riusciti a riattribuire alla singola posizione);

costi di rifinanziamento;

eventuale fattore di aggiustamento per tenere conto di un potenziale peggioramento del ciclo economico.

Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla base di un

campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzia:

real estate;

altre garanzie (fisiche);

altre garanzie (non fisiche).

Tale valore è stato poi scontato tenendo conto della duration osservata media dei default.

Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured” questa è stata effettuata separatamente per

diciassette categorie di clienti (le principali sono retail, small business, corporate, real estate developers, real estate

investors, real estate housing companies, etc ).

La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo

economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default.

Inoltre è stata verificata la calibrazione del modello e delle sue componenti.

Modello di EAD

Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. E’ stimata a livello di singola

transazione come somma di due componenti:

Dove il parametro che va stimato è ovviamente l’EAD (Off bilance).

Questo parametro può essere genericamente definito come la somma dei seguenti elementi:

Dove:

CEQ: Credit Equivalent Factor; è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la quota

dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzato;

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LEQ: Limit Equivalent Factor; è la percentuale dell’ammontare inutilizzato 12 mesi prima del default che ci si attende verrà

utilizzato al momento del default;

LOF: Limit Overdraft Factor;

BO: Base Overdraft;

BO e LOF: sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di utilizzo che al momento del default sarà superiore al limite

massimo allocato (ammontare di sconfino);in fase di applicazione, al fine di evitare un “double counting” per i casi in cui la

controparte è già in una situazione di sconfino, viene effettuata una correzione attraverso l’OCF (Overdraft correction

Factor);

Endorsement: ammontare di impegni rilasciati verso il cliente dalla banca;

Externl line: linea di credit irrevocabile;

Drawing: attuale utilizzo.

I parametri sopra definiti sono poi differenziati in funzione di macro-tipologie di prodotte definite all’interno del motore di

calcolo regolamentare.

Ai fini della stima del modello i parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento.

La funzione di validazione ha esaminato il model design con particolare riferimento alla coerenza dei parametri definiti,

alla necessità di includere un parametro di downturn e alla coerenza della definizione di default con quella adottata nei

modelli di PD e LGD. Inoltre è stata verificata la calibrazione del modello e delle sue componenti anche sui sottosegmenti

rilevanti.

Modelli Locali, perimetro Austria

Modello di rating “Mid corporate”

Il modello “Firmenkundenrating Inland” (=Midcorporate PD rating) si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la

classe imprese di Bank Austria (BA) con sede in Austria e con dimensione superiore a 1,5 mln di euro ed inferiore a 500

mln. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo.

La selezione dei fattori di rischio per il modulo quantitativo è avvenuta sulla base di criteri sia statistici che esperti.

I principali fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo coprono in generale le seguenti aree di analisi:

Dimensione;

Crescita;

Cost/Income;

ROI.

Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a:

situazione finanziaria (non direttamente coperte dal modulo quantitativo) nell’ottica di valutare la capacità di

rimborso e la sostenibilità futura del debito;

assetto manageriale/imprenditoriale;

fattori e comportamenti a rischio.

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AL 30 GIUGNO 2008 86

Il “rating qualitativo” ed il “rating finanziario finale” (= rating quantitativo dopo una verifica sulla possibilità di applicare un

“age restriction” e di effettuare un primo “override” sulla base delle informazioni a disposizione) sono integrati al fine di

ottenere il cosiddetto “Combined Customer Rating”.

A tale rating si applicano i “warning signals” ottenendo il “Modified Customer Rating”. Se tale rating è più vecchio di 15

mesi, viene effettuato un “age restriction”, che determina un downgrade del rating qualitativo e quantitativo. Inoltre è

possibile effettuare un override a tale rating che determina lo “Stand alone Customer Rating”. Se non vi sono situazioni di

default, o se la controparte non appartiene ad un Gruppo (che potrebbe determinare una modifica del rating), allora lo

“Stand alone Customer Rating” è anche l’“Approved Customer Rating”.

La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.

L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un questionario sottoposto

agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo compongono in termini di performance e

calibrazione. Ha infine effettuato analisi volte a individuare eventuali comportamenti distorsivi nell’uso del questionario

qualitativo, degli override e dei warning signal, analizzando anche la matrice di transizione tra rating finanziario e rating

finale.

Modello di rating “Small Business”

Il modello di rating ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende austriache (fino a 1,5 milioni di utile netto o

in contabilità semplificata) e i piccoli professionisti e le organizzazioni no profit.

Il disegno generale del modello differenzia tra “scorecard di applicazione” e “scorecard andamentale”.

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La scorecard di applicazione si applica principalmente nei seguenti casi:

nuovo cliente;

il cliente chiede un’ulteriore linea di fido tale per cui l’esposizione totale è maggiore di 50.000 euro o non vi è

uno score andamentale (indipendentemente dall’ammontare dell’esposizione);

sono disponibili le informazioni di bilancio aggiornate;

sono stati modificati/sono sopraggiunti “warning signals”.

La scorecard di applicazione contiene un modulo qualitativo ed uno quantitativo. Esistono due differenti scorecard

quantitativi in funzione del regime contabile della controparte, una per le piccole imprese e i professionisti che redigono

bilancio e per le organizzazioni no profit e una per le piccole imprese e i professionisti che hanno un regime di contabilità

semplificata.

I principali fattori di rischio inclusi nei moduli quantitativi coprono principalmente le seguenti aree di analisi:

Profittabilità;

Copertura del debito.

Esistono inoltre due scorecard qualitativi (uno per le piccole imprese ed uno per i professionisti). Alle organizzazioni no

profit si applica lo scorecard previsto per le piccole imprese.

Le scorecard qualitative coprono, tra le altre, le aree di analisi relative a:

Affidabilità del management;

Livello di disclosure verso la banca;

Qualità dei sistemi contabili.

Se la transazione del cliente ha un’anzianità superiore ai 6 mesi, la scorecard andamentale viene calcolata

automaticamente su base mensile.

La scorecard andamentale invece è identica per tutte le tipologie di controparti.

La selezione dei fattori di rischio per lo score andamentale è avvenuta attraverso un’analisi approfondita effettuata da un

team misto di esperti in statistica e di analisti del credito.

Le due scorecard (applicazione ed andamentale) sono integrati utilizzando differenti pesi in funzione dell’esposizione e

della anzianità dello score di applicazione al fine di ottenere la cosiddetta combined PD, che una volta mappata alla

master scale determina il “calculated rating”.

Il rating finale “valid rating” è ottenuto modificando il calculated rating sulla base di eventuali informazioni negative a

disposizione o in generale di “warning signals”.

La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 88

La funzione di validazione ha verificato l’adeguatezza del disegno del modello e effettuato analisi quantitative volte

principalmente a valutare il potere discriminante del modello stesso e delle sue componenti. Ha inoltre verificato la

stabilità della popolazione small business e la calibrazione del modello.

Modello di rating “Privati”

Il modello di rating Privati ha come ambito di applicazione tutte le persone fisiche, esclusi i liberi professionisti e i

lavoratori indipendenti.

Il modello è costituito da 6 scorecard, 3 di erogazione e 3 andamentali differenziate per tipo di prodotto (mutui, conti

correnti e consumer loans), integrate statisticamente per ottenere una PD di controparte.

In un primo step, per ciascuna transazione viene applicata una delle sei scorecard sopra menzionate. Se l’anzianità della

transazione è inferiore a 6 mesi, vengono utilizzati gli score di applicazione; viceversa, se la transazione è più vecchia di

sei mesi, viene calcolato ed aggiornato mensilmente lo score andamentale.

In un secondo step, la cosiddetta logica integrativa consente di considerare per ciascuna transazione i possibili effetti

derivanti da eventuali altre tipologie di transazioni che il cliente ha nei confronti della banca. Il risultato di tale integrazione

determina l’“Account specific customer score” per ciascuna transazione.

Nel terzo step, si combinano con logica integrativa, tutte le PD così determinate relative ai prodotti dello stesso cliente al

fine di ottenere, attraverso l’utilizzo di una media geometrica, la “Customer PD”.

Nel quarto e definitivo step, le PD vengono mappate alle classi di rating utilizzando la Masterscale di BA.

Sia la PD di transazione che la PD di controparte possono essere modificate per effetto di “warning signals” o di

informazioni negative provenienti da credit bureau esterni.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli utenti. È stata inoltre

analizzata la tenuta (performance e stabilità) del modello e dei diversi moduli che lo compongono, oltre alla relativa

calibrazione. Infine, è stata effettuata un’analisi di copertura del portafoglio e un approfondimento relativo all’utilizzo dei

warning signals.

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Modello di rating “Non Profit Building Association”

Il modello “Non Profit Building Association” (NPBA) si applica alle esposizioni verso associazioni no profit create per la

costruzione di immobili.

E’ un modello di rating che si compone di una parte quantitativa (rating finanziario) e di una qualitativa.

Il rating finanziario si basa su tre tipologie di informazioni principali:

1. Adeguatezza del capitale a disposizione;

2. Profittabilità;

3. Liquidità disponibile.

Il rating qualitativo invece si basa su 6 componenti fondamentali:

1. Qualità del management;

2. Contabilità e reporting:

3. Organizzazione;

4. Posizione di mercato;

5. Comportamento andamentale;

6. Caratteristiche specifiche dell’NPBA.

Il rating quantitativo e quello qualitativo vengono combinati al fine di ottenere il “Combined Rating”; tale rating può subire

un overruling sulla base di informazioni a disposizione del gestore della transazione e l’output finale di tale attività è il

cosiddetto “Valid customer rating”.

Modello di rating “Income Producine Real Estate” (IPRE)

Il modello IPRE è un rating di transazione che si applica ad una tipologia particolare di prestito specializzato collegata a

transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai flussi (cash flows) derivanti dalla

transazione. In queste tipologie di transazioni la domanda fondamentale cui si cerca di dare risposta attraverso un’attenta

valutazione è proprio legata alla possibilità che i flussi di cassa derivanti dalla transazione siano in grado di ripagare la

banca. In aggiunta BA effettua anche una valutazione sull’investitore/costruttore.

Di conseguenza il modello IPRE è costituito da due parti:

1. rating di transazione;

2. rating di controparte.

Entrambi sono combinati al fine di ricevere il rating finale.

Il rating di transazione distingue tre differenti fasi in cui può avvenire il finanziamento:

a) costruzione dell’immobile;

b) vendita dell’immobile;

c) affitto dell’immobile.

Il rating di controparte è un “rating corporate” che differenzia tra “investitori immobiliari” e “costruttori immobiliari”. Per

entrambi, sono utilizzati sia un modulo quantitativo (facendo riferimento ai dati di bilancio) che un modulo qualitativo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 90

A seguito dell’integrazione del rating di transazione e di quello di controparte sono applicati ulteriori aggiustamenti per

tenere conto di warning signals, overruling (utilizzando tra le altre cose anche eventuali rating esterni disponibili) e “age

restriction” (in funzione dell’anzianità del rating).

La figura in basso mostra la struttura del modello:

Per verificare l’adeguatezza del modello la funzione di validazione ha effettuato un’analisi qualitativa sul disegno generale

del modello. Analisi quantitative hanno inoltre riguardato performance e calibrazione del modello.

Modello di LGD “Income Producine Real Estate” (IPRE)

In generale la LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata come

percentuale dell’esposizione a default.

Ai fini della determinazione della LGD finale per un IPRE si distinguono tre differenti situazioni:

“Cure”: nel caso in cui la controparte torna ad avere uno stato “performing” non determinando alcuna perdita da

parte della banca;

“Settlement”: nel caso in cui la controparte torna ad avere uno stato “performing” determinando tuttavia una

perdita economica da parte della banca;

“Liquidation”: in tutti gli altri casi.

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Per i casi in cui il cliente non determina alcuna perdita economica da parte della banca si assume una LGD pari a zero. Di

conseguenza, la LGD complessiva di una transazione IPRE diventa:

Di seguito si dettaglia nello specifico la modalità di determinazione della LGD relativa allo status “liquidation”. I restanti

parametri sono stato determinati, vista la natura della transazione, sulla base di valutazione esperte effettuate dagli

analisti del settore.

Ai fini della determinazione della LGD liquidation differenti informazioni vengono prese in considerazione. In particolare:

EAD;

Tasso di recupero;

Costi;

Fattore di attualizzazione;

Valore della garanzia;

Priorità nel rimborso del prestito.

Sia l’EAD che le garanzie assumono valori differenti in funzione delle differenti fasi della transazione (costruzione, vendita,

affitto).

Le garanzie che possono essere utilizzate in fase di liquidation e quindi considerate ai fini della determinazione della LGD

per l’IPRE sono:

l’oggetto principale della transazione (immobile);

oggetti addizionali della transazione (eventuali altri immobili);

denaro;

titoli.

Modello di LGD per le altre transazioni

La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata come percentuale

dell’esposizione a default; lo schema generale del modello di LGD in BA prevede la stima separata, secondo un approccio

work out, dei recuperi provenienti dalle garanzie e di quelli provenienti dalla parte non garantita dell’esposizione. Le

garanzie personali non sono prese in considerazione all’interno dei modelli in quanto per tali tipologie di garanzie si

utilizza l’approccio di sostituzione.

Ai fini della determinazione del valore finale di LGD vengono presi in considerazione i seguenti fattori:

valore minimo che la LGD può assumere sulla base di quanto stabilito in normativa (ad esempio 10% per i

mutui);

tasso di recupero atteso scontato della garanzia al netto dei costi diretti;

tasso di recupero atteso scontato della porzione non garantita della transazione al netto dei costi diretti;

valore della garanzia;

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 92

costi di rifinanziamento;

eventuale fattore di aggiustamento per tenere conto di un potenziale peggioramento del ciclo economico.

Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla base di un

campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzie:

residential real estate;

commercial real estate;

garanzie finanziarie;

polizze assicurazione vita;

altre.

Tale valore è stato poi scontato tenendo conto della duration osservata media dei default.

Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured” questa è stata effettuata separatamente per sette

categorie di clienti (le tre principali sono retail, small business e corporate).

In una prima fase è stato stimato (in maniera differente per il retail e rispetto alle altre categorie) il valore di recupero lordo

rispetto alla percentuale di esposizione non garantita; tale valore è stato quindi corretto per tenere in considerazione i

costi diretti. Infine tale valore è stato scontato tenendo conto della duration osservata media dei default (in analogia a

quanto fatto con riferimento al valore delle garanzie).

La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo

economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero e l’allocazione dei costi. Il disegno del modello è stato valutato

anche tramite discussioni mirate con gli esperti del settore. Dal punto di vista quantitativo, sono state effettuate analisi di

performance e calibrazione per tutti i sottoportafogli rilevanti.

Modello di EAD

Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. E’ stimata a livello di singola

transazione utilizzando le seguenti informazioni:

esposizione effettiva al momento della stima;

ammontare di garanzie/impegni rilasciato dalla banca alla controparte;

limite creditizio massimo allocato.

I parametri stimati sono i seguenti:

CEQ: è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca

che verrà utilizzata;

LEQ: è la percentuale dell’ammontare inutilizzato 12 mesi prima del default che ci si attende verrà utilizzato al momento

del default;

BO e LOF: sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di utilizzo che al momento del default sarà superiore al limite

massimo allocato (ammontare di sconfino);

COF: è rilevante solo so l’esposizione del cliente è, in fase di applicazione del modello, sopra il limite massimo allocato ed

è stimato come il rapporto tra l’ammontare di sconfino al momento del default rispetto all’ammontare di sconfino 12 mesi

prima.

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I parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento. La stima e la segmentazione sono state

effettuate separatamente per le transazioni che fanno riferimento ad un’unica tipologia di prodotto rispetto a quelle

transazioni che fanno riferimento a più prodotti.

Per la prima tipologia di transazioni, le osservazioni sono state segmentate in funzione del tipo di prodotto, del segmento

della controparte e del settore di attività economica mentre per la seconda tipologia di transazioni solo le ultime due

modalità di aggregazione sono state considerate.

Per entrambe le tipologie di transazioni i segmenti sono stati aggregati seguendo un algoritmo di clustering in 2 step:

nel primo step sono state aggregate le categorie che differivano soltanto per un criterio di segmentazione;

nel secondo step i cluster sono stati ulteriormente aggregati al fine di minimizzare la dispersione dei parametri

del modello.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 94

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Metodologia basata sui rating interni - attività di rischio

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e

Banche Centrali 0 0 5.703.572 199.513

Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti

pubblici e territoriali e altri soggetti:

- Intermediari vigilati 0 0 141.203.198 18.354.708

- Enti pubblici e territoriali 0 0 1.476.996 150.677

- Altri 0 0 858.444 269.971

Esposizioni verso o garantite da Imprese:

- Finanziamenti specializzati 0 0 7.576.954 3.205.633

- PMI 0 0 98.511.696 44.998.674

- Altre imprese 0 0 115.265.374 50.683.886

Esposizioni al dettaglio:

- Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI 11.086.199 3.554.222

- Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone

fisiche 64.591.051 15.012.865

- Esposizioni rotative al dettaglio qualificate 7.765.986 2.104.195

- Altre esposizioni al dettaglio: PMI 27.816.065 8.886.856

- Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche 14.589.402 8.247.965

Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione 0 0 0 0

Altre attività 34.261.864 1.114.570

Finanziamenti specializzati - slotting criteria 0 0 3.819.314 3.022.338

Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari 0 0

Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP

con fattori di ponderazione regolamentari 0 0 61.049 61.049

Totale attività di rischio per cassa 0 0 295.413.524 121.245.641

Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi 0 0 135.433.391 26.664.656

Totale contratti derivati 0 0 39.951.831 10.909.737

Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a

lungo termine 0 0 63.788.416 1.047.090

Compensazione tra prodotti diversi 0 0 0 0

Totale generale 0 0 534.587.162 159.867.124

PortafogliConsistenze al 30/06/2008

Metodo IRB AvanzatoMetodo IRB Base

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(migliaia di €)

Metodologia basata sui rating interni - Metodo avanzato

Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 7.837.593 522.936

PD - 0,00% 591.024 0

PD - 0,02% 3.130.006 174.038

PD - 0,03% 35.808 8.500

PD - 0,04% 13.589 0

PD - 0,08% 201.181 11.036

PD - 0,10% 21.119 16.866

PD - 0,14% 10.000 10.000

PD - 0,19% 2.981.448 75.051

PD - 0,26% 5.568 3.001

PD - 0,34% 40.000 0

PD - 0,36% 2.677 1.242

PD - 0,49% 5.860 5.150

PD - 0,61% 5.000 0

PD - 0,66% 10.303 10.001

PD - 0,90% 13.352 10.967

PD - 1,23% 175.572 164.519

PD - 1,68% 5.000 5.000

PD - 2,29% 551.048 0

PD - 3,12% 32.534 27.421

PD - 7,90% 187 76

PD - 20,00% 135 61

PD - 100,00% 6.182 7

Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti pubblici e territoriali, 186.040.697 9.803.462

e altri soggetti

PD - 0,02% 26.696.302 2.560.436

PD - 0,03% 101.854.180 1.381.498

PD - 0,04% 14.077.979 630.907

PD - 0,06% 3.628.709 934.365

PD - 0,08% 14.107.436 796.188

PD - 0,09% 123 62

PD - 0,10% 3.616.401 133.003

PD - 0,14% 3.681.121 375.684

PD - 0,19% 3.959.544 56.752

PD - 0,22% 11.476 0

PD - 0,26% 337.050 41.253

PD - 0,27% 553.530 36.302

PD - 0,36% 157.522 39.739

PD - 0,40% 19.375 4.361

PD - 0,43% 445.465 16.373

PD - 0,49% 1.627.552 211.535

PD - 0,52% 5.645 947

PD - 0,61% 6 0

PD - 0,66% 599.033 77.182

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 96

Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

PD - 0,70% 1.117.291 48.846

PD - 0,90% 462.185 139.134

PD - 0,96% 18.374 946

PD - 1,12% 3.225.216 1.369.131

PD - 1,23% 1.027.347 294.044

PD - 1,54% 70.757 22.719

PD - 1,64% 9.503 528

PD - 1,68% 421.817 150.889

PD - 1,89% 620.037 40.893

PD - 2,29% 1.477.166 61.792

PD - 2,60% 31.111 8.916

PD - 2,99% 11.055 4.656

PD - 3,00% 60 0

PD - 3,12% 308.275 50.116

PD - 3,19% 356.981 26.377

PD - 4,25% 98.729 16.371

PD - 4,87% 5.549 249

PD - 5,38% 216.182 10.724

PD - 5,80% 111.240 21.806

PD - 7,90% 200.936 111.623

PD - 10,77% 45.488 16.132

PD - 10,95% 4.190 0

PD - 12,06% 485.953 27.470

PD - 14,67% 22.601 9.402

PD - 20,00% 39.829 4.822

PD - 20,48% 1.511 123

PD - 25,00% 177.533 64.987

PD - 53,54% 262 0

PD - 100,00% 95.070 4.179

Esposizioni verso o garantite da Imprese 222.595.130 38.620.746

PD - 0,00% 51.957 0

PD - 0,02% 3.496.701 361.319

PD - 0,03% 7.817.999 1.834.473

PD - 0,04% 2.484.308 501.939

PD - 0,06% 4.163.593 888.992

PD - 0,08% 3.788.258 1.051.550

PD - 0,09% 8.157.008 615.018

PD - 0,10% 6.947.168 2.400.334

PD - 0,14% 4.122.906 1.817.729

PD - 0,15% 961.097 214.544

PD - 0,19% 7.900.939 2.816.188

PD - 0,22% 14.362.414 1.132.883

PD - 0,24% 1.623.531 408.360

PD - 0,26% 5.004.089 1.859.167

PD - 0,27% 10.521 0

PD - 0,36% 4.520.570 1.143.107

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Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

PD - 0,40% 3.140.933 356.673

PD - 0,49% 7.657.257 2.552.570

PD - 0,52% 24.543.108 2.146.912

PD - 0,65% 851.647 89.697

PD - 0,66% 5.211.021 1.148.602

PD - 0,90% 3.084.080 673.274

PD - 0,96% 17.605.436 1.169.166

PD - 1,07% 887.822 39.470

PD - 1,23% 11.036.533 3.034.215

PD - 1,54% 13.091.785 1.065.658

PD - 1,64% 1.114.534 158.279

PD - 1,68% 4.267.926 1.134.502

PD - 1,79% 411.172 69.034

PD - 1,89% 10.000 0

PD - 2,29% 3.259.054 793.301

PD - 2,60% 9.843.587 698.141

PD - 2,99% 1.662.130 188.647

PD - 3,12% 8.376.454 2.314.886

PD - 4,25% 5.735.368 1.098.146

PD - 4,87% 4.125.488 376.823

PD - 4,99% 112.047 2.567

PD - 5,38% 883.841 134.034

PD - 5,80% 2.446.921 542.544

PD - 7,90% 3.414.444 628.521

PD - 10,77% 1.589.566 183.867

PD - 10,95% 1.076.602 134.117

PD - 11,45% 7.555 75

PD - 14,67% 258.790 38.781

PD - 20,00% 968.045 204.472

PD - 20,48% 159.548 11.719

PD - 25,00% 58.805 0

PD - 31,85% 2.240.739 121.708

PD - 53,54% 72.577 2.217

PD - 100,00% 7.977.256 462.525

Esposizione in strumenti di capitale: metodo PD/LGD 18.669

PD - 0,02% 44 n/a

PD - 0,08% 1.136 n/a

PD - 0,19% 8.601 n/a

PD - 1,23% 1.343 n/a

PD - 3,12% 6.250 n/a

PD - 20,00% 1.295 n/a

Esposizione in strumenti di capitale: metodo della ponderazione semplice 2.438.884 n/a

Esposizione in strumenti di capitale: metodo dei modelli interni n/a n/a

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 98

(migliaia di €)

Metodologia basata sui rating interni - Metodo avanzato - Esposizioni aldettaglio

Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

ESPOSIZIONI AL DETTAGLIO 125.848.887 8.590.989

Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI 11.086.199 583.033

PD - 0,02% 37.474 0

PD - 0,08% 138.593 2.454

PD - 0,19% 2.100.536 37.402

PD - 0,40% 139.228 35.995

PD - 0,49% 3.896.765 60.360

PD - 0,96% 223.558 53.527

PD - 1,23% 1.887.285 28.303

PD - 1,64% 338.876 58.514

PD - 2,99% 535.174 115.879

PD - 3,12% 602.502 9.947

PD - 5,38% 426.655 95.256

PD - 7,90% 163.039 2.105

PD - 10,95% 261.320 55.788

PD - 20,00% 72.704 909

PD - 20,48% 78.041 17.960

PD - 53,54% 34.387 4.336

PD - 100,00% 150.062 4.298

Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone fisiche 64.591.051 222.649

PD - 0,06% 130.265 496

PD - 0,08% 3.295 0

PD - 0,10% 33.478 1.500

PD - 0,11% 1.581.852 627

PD - 0,14% 37.698 1.053

PD - 0,15% 10.403 0

PD - 0,18% 36.581 164

PD - 0,19% 158.267 3.309

PD - 0,24% 7.716.585 6.128

PD - 0,25% 20.413 0

PD - 0,26% 532.293 8.841

PD - 0,30% 6.820.863 4.061

PD - 0,34% 9.718 0

PD - 0,36% 424.776 4.729

PD - 0,37% 7.281.344 6.772

PD - 0,40% 474 0

PD - 0,45% 29.359 78

PD - 0,49% 1.124.134 8.328

PD - 0,52% 12.383 27

PD - 0,54% 4.445.662 13.210

PD - 0,65% 165 0

PD - 0,66% 2.736.626 28.426

PD - 0,67% 21.852 8

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99

Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

PD - 0,84% 2.941.708 8.533

PD - 0,90% 2.502.395 10.914

PD - 0,91% 10.445 0

PD - 0,96% 28 0

PD - 1,09% 22.907 15

PD - 1,12% 1.384.659 2.473

PD - 1,23% 7.312.513 39.980

PD - 1,54% 5.095 0

PD - 1,64% 79.014 370

PD - 1,68% 2.268.288 7.592

PD - 1,69% 61.058 221

PD - 1,79% 1.006.563 2.833

PD - 2,20% 661.765 3.088

PD - 2,29% 1.793.596 7.464

PD - 2,45% 27.872 216

PD - 2,99% 284.705 974

PD - 3,10% 6.060 14

PD - 3,11% 5.075 101

PD - 3,12% 1.915.067 16.722

PD - 3,19% 1.086 68

PD - 4,25% 1.051.015 5.391

PD - 4,30% 2.907 0

PD - 5,38% 157.299 151

PD - 5,80% 1.599.186 10.597

PD - 7,90% 516.631 1.595

PD - 10,77% 690.193 3.814

PD - 10,95% 282.281 7

PD - 13,78% 81 0

PD - 14,67% 544.147 3.302

PD - 20,00% 500.466 1.535

PD - 20,48% 122 0

PD - 31,85% 1.131.881 660

PD - 50,38% 508 0

PD - 50,69% 457 0

PD - 53,54% 40.603 0

PD - 100,00% 2.614.889 6.262

Esposizioni rotative al dettaglio qualificate 7.765.986 5.822.428

PD - 0,02% 114 21

PD - 0,03% 14 14

PD - 0,06% 97 59

PD - 0,08% 22.915 19.575

PD - 0,10% 695.852 682.456

PD - 0,14% 145.356 141.002

PD - 0,19% 662.883 592.488

PD - 0,26% 244.953 221.049

PD - 0,36% 106.097 91.623

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 100

Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

PD - 0,49% 2.200.922 1.961.211

PD - 0,66% 319.085 258.494

PD - 0,90% 139.422 106.540

PD - 1,23% 1.762.530 1.315.128

PD - 1,68% 84.006 46.009

PD - 2,29% 77.299 38.662

PD - 3,12% 495.848 166.482

PD - 4,25% 73.886 34.358

PD - 5,80% 186.261 61.832

PD - 7,90% 151.746 25.327

PD - 10,77% 23.145 8.442

PD - 14,67% 74.804 20.311

PD - 20,00% 141.951 25.733

PD - 100,00% 156.800 5.612

Altre esposizioni al dettaglio: PMI 27.816.249 843.389

PD - 0,02% 24.133 0

PD - 0,08% 1.212 127

PD - 0,10% 963 744

PD - 0,14% 359 293

PD - 0,19% 12.775 9.499

PD - 0,26% 8.483 6.659

PD - 0,36% 3.039 2.453

PD - 0,40% 5.154.094 127.833

PD - 0,49% 73.694 39.687

PD - 0,66% 48.863 37.191

PD - 0,90% 13.146 7.143

PD - 0,96% 4.444.544 71.776

PD - 1,23% 278.936 151.505

PD - 1,64% 3.709.047 47.530

PD - 1,68% 11.514 4.524

PD - 2,29% 13.923 5.195

PD - 2,99% 3.927.680 44.481

PD - 3,12% 321.660 114.582

PD - 4,25% 14.711 5.161

PD - 5,38% 3.436.495 33.511

PD - 5,80% 91.932 30.093

PD - 7,90% 191.628 34.639

PD - 10,77% 11.188 3.363

PD - 10,95% 2.506.782 24.787

PD - 14,67% 29.669 6.727

PD - 20,00% 72.722 7.773

PD - 20,48% 838.535 12.545

PD - 53,54% 488.326 4.467

PD - 100,00% 2.086.196 9.101

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101

Categorie/ValoriValore

dell'esposizionedi cui: firma

Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche 14.589.402 1.119.490

PD - 0,02% 97.388 0

PD - 0,06% 179 122

PD - 0,08% 99.187 12.709

PD - 0,10% 54.419 15.658

PD - 0,14% 21.553 4.038

PD - 0,19% 1.240.073 168.811

PD - 0,26% 171.022 22.722

PD - 0,36% 140.412 17.178

PD - 0,49% 2.554.622 287.698

PD - 0,66% 754.319 59.649

PD - 0,90% 472.835 28.862

PD - 1,23% 3.241.652 232.229

PD - 1,68% 604.166 27.797

PD - 2,29% 640.404 23.035

PD - 3,12% 1.366.777 88.979

PD - 4,25% 392.230 15.763

PD - 5,80% 579.657 25.412

PD - 7,90% 457.072 16.823

PD - 10,77% 278.762 35.083

PD - 14,67% 168.686 8.338

PD - 20,00% 270.973 8.513

PD - 100,00% 983.014 20.071

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 102

Tavola 8 – Tecniche di attenuazione delrischio (CRM)

Informativa qualitativa

Per il raggiungimento della compliance alla c.d normativa di “Basilea 2”, il Gruppo ha effettuato specifiche attività

finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari alla corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation

(CRM). In relazione ai differenti approcci adottati (Standardizzato, IRB di Base - F-IRB o IRB Avanzato - A-IRB) sono

infatti stati avviati specifici progetti volti all’implementazione della normativa interna di Gruppo, allo sviluppo dei processi e

dei Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le

implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di vigilanza dei Paesi di

appartenenza delle singole Entità.

In tale contesto, le Special Policies emanate in materia (linee guida per il Gruppo e per le Entità Italiane) rappresentano il

recepimento, l’interpretazione e l’internalizzazione dei requisiti normativi di CRM da parte del Gruppo. La produzione di

questa documentazione (per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006”

e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza

internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del

Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria) ha perseguito diversi obiettivi:

favorire la gestione ottimale delle garanzie;

massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default;

ottenere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le pratiche di CRM locali

rispettino i requisiti minimi richiesti da “Basilea 2”;

definire regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e

personali e dettagliare regole e requisiti specifici relativamente a determinate tipologie di garanzie.

Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non devono essere

intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale.

Per tale ragione, la loro valutazione deve essere ricompresa nella più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma

capacità di rimborso del debitore principale. Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare

rilevanza sia al requisito della “certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità

devono porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di:

assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano

giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile;

condurre sufficienti controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in tutte le

giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte.

Le Entità devono, se necessario, ripetere detti controlli al fine di assicurare in via continuativa l’opponibilità della garanzia

per l'intera durata dell’esposizione creditizia sottostante.

In linea generale le regole operative ed i relativi processi sono particolarmente rigorosi, al fine di assicurare la perfezione

formale e sostanziale della garanzia acquisita.

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103

D’altro canto, l’adeguatezza deve essere costantemente assicurata. Qualsiasi garanzia, a prescindere dalla tipologia, può

essere definita congrua qualora risulti adeguata rispetto all’entità ed all’articolazione dell’affidamento e, limitatamente alle

garanzie personali, non sussistano rilevanti rischi in capo al garante.

Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuori bilancio” conl’indicazione della misura in cui le Entità del Gruppo ricorrono alla compensazione.

In generale le compensazioni in bilancio di crediti reciproci tra l'ente creditizio e la sua controparte possono essere

riconosciute come garanzie ammissibili, qualora siano giuridicamente valide ed opponibili in tutte le giurisdizioni rilevanti,

anche nel caso di insolvenza o di fallimento della controparte. Nello specifico, gli accordi quadro di compensazione

devono soddisfare almeno le seguenti condizioni operative:

consentano la compensazione tra profitti e perdite sulle transazioni specificate nell’accordo quadro, così che vi

sia un unico ammontare netto dovuto da una parte all’altra;

soddisfino i requisiti minimi per il riconoscimento delle garanzie reali finanziarie (requisiti di valutazione e di

monitoraggio).

Le Entità del Gruppo possono utilizzare le compensazioni in bilancio solo se in grado di determinare in ogni momento il

valore netto della posizione (vale a dire quali attività e passività della controparte rientrino nell’accordo di compensazione)

monitorando e controllando debiti, crediti e valore netto.

Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali.

Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali al fine di assicurare un chiaro ed efficace processo di

valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a mitigare il rischio di credito.

La valutazione della garanzia reale è basata sul valore corrente mercato o sul prezzo al quale il bene sottostante può

essere ragionevolmente venduto (vale a dire il “valore equo” dello strumento finanziario acquisito in pegno o dell’immobile

posto a garanzia).

In particolare, per gli strumenti finanziari, i metodi di valutazione dipendono dalla loro tipologia:

titoli quotati su mercati di borsa ufficiali, sono valutati ai prezzi di mercato (nello specifico, si considera il prezzo

della più recente seduta di borsa);

titoli non quotati sui mercati di borsa ufficiali, sono valutati sulla base di stime coerenti del prezzo che tengano

conto dei dati del mercato;

quote di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), sono valutate al prezzo corrispondente al

valore giornaliero pubblicato dalla società di gestione per singola quota.

Il prezzo di mercato dei valori oggetto di pegno, deve essere rettificato, con applicazione di adeguati scarti, in funzione sia

della volatilità del mercato stesso sia di quella valutaria, in conformità a quanto disposto dai requisiti regolamentari di

Basilea 2.

In particolare, se la garanzia non è denominata nella valuta locale e/o se questa è diversa da quella del credito garantito

(disallineamento di valuta), deve essere applicato un ulteriore scarto.

Anche i disallineamenti di scadenza devono essere considerati nell’attività di valutazione della garanzia per tenere conto

del minor valore della copertura.

I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati. Un sistema di

scarti, a livello di singolo titolo, stimati internamente tramite la metodologia Value at Risk (VaR), ovvero rettifiche sulla

base della volatilità attesa, sono in uso o in fase di implementazione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 104

Le principali Entità sono state dotate di uno strumento informatico per la rivalutazione automatica al valore di mercato

degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un monitoraggio costante della garanzia.

Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, sono stati definiti ed implementati specifici processi e

procedure, al fine di assicurare la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente ad un valore non superiore

a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, le attività di monitoraggio e rivalutazione degli

immobili sono gestite tramite sistemi automatici basati su metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da

infoprovider esterni.

Altre tipologie di garanzie reali (quali ad esempio il pegno su merci) sono soggetti, in fase di valutazione, a specifici scarti

prudenziali. L’attività di monitoraggio dipende dalle caratteristiche della garanzia stessa; in generale, il pegno su merci

viene gestito con la dovuta cautela.

Descrizione delle principali tipologie di garanzie reali accettate dalle Entità del Gruppo.

La lista delle tipologie di garanzie reali acquisite da ciascuna Entità del Gruppo dipende strettamente dall’approccio

adottato (Standardizzato, IRB-F, IRB-A) e da quanto stabilito dall’ordinamento giuridico del Paese di appartenenza.

La Capogruppo fornisce specifiche linee guida per l’ammissibilità di ciascuna tipologia di garanzia e di conseguenza ogni

Entità è tenuta a definire la lista delle garanzie ammissibili, in conformità sia ai metodi ed alle procedure di Gruppo, sia

alla normativa di Vigilanza locale ed alle peculiarità del sistema giuridico in essere nel Paese in cui opera.

Le principali tipologie di garanzia reale sono rappresentate da immobili residenziali e commerciali, da strumenti finanziari

(che includono depositi di denaro, titoli di debito, azioni, quote di fondi comuni d’investimento) e da polizze assicurative.

Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizi ed il loromerito di credito.

In generale, per le garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner

societari/azionisti correlati al debitore (al caso anche i loro congiunti). Meno frequentemente il rischio di insolvenza è

coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente la casa madre o società appartenenti allo stesso

gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.

Fornitori di protezione, ove la garanzia è rappresentata da derivati creditizi, sono principalmente banche e controparti

istituzionali.

La fattispecie dei garanti ammissibili dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità. Per esempio,

nell’approccio Standardizzato esiste una lista ristretta di garanti ammissibili, di cui fanno parte Stati sovrani e banche

centrali, enti del settore pubblico ed enti territoriali, banche multilaterali di sviluppo, intermediari vigilati ed imprese non

finanziarie con rating esterno attribuito da un’ECAI riconosciuta associato ad una classe della scala di valutazione del

merito di credito non inferiore a 2. Le Entità che adottano il metodo IRB-A non sono soggette a particolari restrizioni; la

lista dei garanti ammissibili deve essere definita dalle locali Funzioni Risk Management e Strategic Risk Management

(laddove esistente) e approvata dall’Organo competente, in coordinamento con la Capogruppo.

Prima di acquisire una garanzia personale il garante/fornitore di protezione (o il venditore di protezione in caso di “credit

default swap”) deve essere valutato al fine di ponderarne la solvibilità ed il profilo di rischio. L’effetto di copertura delle

garanzie personali / derivati creditizi con finalità di garanzia dal rischio di credito dipende sostanzialmente dal merito

creditizio del garante e l’ammontare della concessione deve essere ragionevolmente commisurato alla sua capacità di

rimborso.

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105

Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di credito nell’ambito deglistrumenti di attenuazione del rischio di credito adottati.

Esiste rischio di concentrazione quando la maggior parte degli strumenti finanziari acquisiti a garanzia dal Gruppo (a

livello di portafoglio) è rappresentata da una ristretta tipologia di garanzie reali, di strumenti di protezione, ovvero quando

è prestata da una ristretta cerchia di specifici garanti (intesi sia come unico fornitore di protezione sia come settore di

appartenenza) o quando vi è sproporzione nei volumi di garanzie assunte.

Tale concentrazione viene monitorata e controllata dai seguenti processi / meccanismi:

in caso di garanzie personali / derivati creditizi è attribuito al garante / fornitore di protezione un debito

potenziale (in termini di rischio indiretto). Nella fase di istruttoria del credito, in capo al garante viene posta una

responsabilità aggiuntiva e sussidiaria il cui effetto si riflette sull’esposizione complessiva ad esso riferita,

calcolata e approvata in conformità alle sistema di deleghe interno a ciascuna Entità;

nel caso in cui il garante / fornitore di protezione, direttamente o indirettamente, sia una banca centrale o uno

Stato sovrano, deve essere attribuito uno specifico limite di credito. Se il garante è un soggetto estero, è

necessario valutare, al caso, la definizione di un limite per il Paese di appartenenza;

per tutte le tipologie di garanzie reali e personali, sia per il rischio di mercato sia per il rischio di concentrazione,

sono da implementare specifiche attività di monitoraggio e di reportistica a livello consolidato.

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Tecniche di attenuazione del rischio - approccio standardizzato

Consistenze al 30/06/2008

Garanzie reali

finanziarieAltre garanzie

Garanzie personali

e derivati su crediti

Amministrazioni centrali e banche centrali 52.425 0 10.933.011

Intermediari vigilati 629.905 279.200 5.048.957

Enti territoriali 49.268 101 4.855.732

Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 613.054 0 629.831

Banche multilterali di sviluppo 525 0 3.237

Organismi internazionali 0 0 0

Imprese 14.497.147 251.641 5.479.542

Esposizioni al dettaglio 16.366.486 6.242 179.854

Esposizioni a breve termine verso imprese 0 0 52

Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) 0 133.000 0

Esposizioni garantite da immobili 4.011.951 0 486

Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 0 0 285.000

Esposizioni scadute 20.061 643 24.036

Esposizioni ad alto rischio 0 0 0

Altre esposizioni 0 0 21.462

Totale 36.240.822 670.827 27.461.200

Esposizioni verso

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 106

Tavola 9 – Rischio di controparte

Informativa qualitativa

Rischio di controparte, informativa qualitativa

Ruolo della Capogruppo

Nell’ambito del processo di misurazione e monitoraggio del rischio di controparte, alla Capogruppo compete la

responsabilità di definire le metodologie per la misurazione e la gestione dei rischi, sviluppare il sistema di misurazione

dei rischi per la Holding, definire la griglia di limiti operativi per la Holding e le singole Entità ed assicurare il monitoraggio

del profilo di rischio complessivo del Gruppo.

Si riporta nel prosieguo una breve descrizione dei processi di misurazione e controllo dei rischi all’interno delle principali

legal entities del Gruppo.

HVB AG

L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità indipendente di

Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio simulativo di tipo Montecarlo.

Sulla base di tale modello viene stimata, al 99% di intervallo di confidenza, l’esposizione potenziale futura delle operazioni

in derivati OTC. Il modello tiene conto del beneficio di mitigazione dell’esposizione al rischio riveniente dagli accordi di

netting e collateral posti in essere con le diverse controparti.

Il monitoraggio delle posizioni a rischio avviene attraverso un sistema di limiti interni che distingue tra le seguenti tipologie

di rischio:

money market risk;

pre-settlement risk per le posizioni marginate attraverso collateral agreements;

pre-settlement risk per le posizioni non soggette a collateral agreements;

settlement risk.

La griglia dei limiti è definita per singola controparte, per gruppi significativi di controparte e per paese. Tale griglia di limiti

è parte integrante del processo di erogazione creditizia.

L’esposizione al rischio di controparte è monitorata in tempo reale; l’integrazione tra i sistemi di front office ed i sistemi

interni di misurazione dell’esposizione a rischio consente infatti il monitoraggio continuo delle variazioni di esposizione

creditizia riveniente dall’operatività in derivati.

In caso di superamento dei limiti, in automatico viene inviata un’opportuna informativa a tutti i referenti interessati.

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107

BA-CA AG

L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità indipendente di

Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio Montecarlo che stima l’esposizione potenziale

futura fornendo indicatori di esposizione al rischio con cadenza giornaliera a livello di singola controparte e singolo

portafoglio. Si riportano di seguito le principali misure di rischio prodotte:

Esposizione corrente: costo di sostituzione che la banca dovrebbe sostenere in caso di default della controparte

ed è pari al valore positivo del Mark-to-Market delle transazioni in derivati;

Potential Future exposure: costo di sostituzione futuro derivante da possibili incrementi dell’esposizione

corrente causati da variazioni inattese dei fattori di rischio a cui la banca è esposta (tassi di interesse, cambi,

corsi azionari), tale componente è stimata attraverso due metodologie distinte: approccio Montecarlo e metodo

degli Add on.

L’approccio Montecarlo è utilizzato per la stima dell’esposizione potenziale delle principali categorie di prodotto in

posizione: derivati su cambi, su tassi di interesse, su equity e credit derivatives; mentre per i derivati su commodity e

repurchase agreements l’esposizione futura è stimata mediante l’utilizzo di add-on differenziati per maturity del contratto.

La metodologia Montecarlo utilizzata prevede la full revaluation di ogni singola transazione a bucket temporali pre definiti.

Il modello interno sviluppato è in grado di cogliere i benefici di mitigazione derivanti da accordi di netting e collateral e di

fornire misure interne di effective maturity in coerenza con quanto previsto nell’ambito di Basilea II.

Il monitoraggio del rischio di controparte avviene attraverso un sistema di limiti definito per singola controparte e per

gruppo di prodotti (Spot, Derivative, Money Markets, Securities e Repo).

L’esposizione al rischio di controparti e le informazioni relative all’utilizzo delle linee di credito per l’operatività in derivati

viene resa disponibile on line dal sistema di tesoreria centrale.

UniCredit Banca d’Impresa

Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera creditizia che fissa i

limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne.

Il monitoraggio del profilo di rischio si articola come segue.

Controllo delle posizioni con mark-to-market superiore al fido deliberato

Il Gestore della relazione monitora gli eventuali scostamenti fra l’equivalente creditizio - calcolato applicando al valore

nozionale dell’operazione il coefficiente di ponderazione – e il mark-to-market, provvedendo, ove lo scostamento sia

significativo, al riesame della posizione.

Per agevolare tale attività, il Presidio Operativo Finanza rileva, con periodicità mensile, gli sconfinamenti significativi

(almeno il 10%) tra il valore del mark-to-market ed il valore del fido. Tali evidenze vengono inviate al Responsabile della

Filiale affinché gli affidamenti della controparte vengano tempestivamente riesaminati. L'esame si conclude positivamente

nel caso in cui il cliente riduca il mark-to-market nei limiti del fido concesso ovvero provveda alla costituzione di una

garanzia reale per la somma eccedente, o, altrimenti, venga deliberato l'adeguamento del fido relativo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 108

Controllo delle posizioni con mark-to-market gravoso

Un processo particolare di monitoraggio viene svolto per la clientela avente mark-to-market negativo superiore a euro

500.000.

Il Comitato Derivati viene infatti informato dalla funzione di business circa le posizioni potenzialmente critiche che

presentano una situazione di incoerenza e/o gravosità.

Tali posizioni vengono comunicate dalla Direzione Derivati all’unità organizzativa Monitoraggio Gestione Rischi della

Direzione Crediti; quest’ultima funzione dirama ai Direttori Regionali l’elenco delle posizioni critiche al fine di porre in

essere un’attenta gestione del rapporto. Le strutture di Monitoraggio gestione Rischi locali verificano l’effettiva

applicazione delle disposizioni impartite centralmente.

Il Comitato Derivati, tra le varie attività, esegue regolarmente il monitoraggio quantitativo e qualitativo del mark-to-market

dei prodotti derivati, con riferimento alla sua distribuzione per categoria di prodotto (con focus particolare sui prodotti ad

alta complessità) e per fasce di nozionale. Riguardo ai derivati di tasso, i quali rappresentano la tipologia maggiormente

utilizzata nei rapporti con società non finanziarie, è inoltre analizzata la sensitività del portafoglio rispetto a diverse ipotesi

di shock dei tassi d’interesse.

Pioneer Global Asset Management

Per la conclusione di un derivato OTC è richiesta la stipula di un ‘International Swap and Derivatives Association Master

Agreement’ (ISDA), le Global Policies prevedono che le controparti utilizzate per la negoziazione dei contratti over-the-

counter siano soltanto quelle con elevato standing, ovvero con:

a) rating esterno Long Term>= A secondo la scala S&P (oppure A2 secondo la scala Moody’s) ;

b) ratio patrimoniali superiori ad una soglia definita internamente (i ratio patrimoniali oggetto d’analisi sono:

patrimonio netto, patrimonio netto (al netto delle attività immateriali)/totale attivo; attività liquide/finanziamenti a

breve; ROE; Costi/Ricavi; Tier 1 ratio).

La funzione risk management verifica su base continuativa la permanenza dei suddetti standard.

Per i fondi di diritto italiano il Comitato Esecutivo e il CdA hanno inoltre provveduto alla definizione di limiti quantitativi che

i Gestori possono utilizzare nelle operazioni di compravendita di strumenti finanziari derivati. La facoltà di operare in

derivati è riservata esclusivamente alle risorse in possesso di comprovata esperienza ed elevata seniority (Responsabile

Investimenti, Responsabile del Trading Desk e Senior Portfolio Managers).

Per i fondi lussemburghesi gestiti da PIM Ltd è previsto un limite controparte per le posizioni di acquisto di protezione dei

CDS.

Apposita reportistica relativa al rischio controparte sia sull’operatività standard che specifica sull’operatività in derivati

viene presentata dal Risk Management al Credit Committee di PIM Ltd, e regolarmente inviata al Risk Management di

PGAM.

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109

Capogruppo e altre Entità controllate

La suddivisione delle attività all’interno del Gruppo e il ruolo stesso della Capogruppo fanno sì che in capo a quest’ultima

si ritrovino principalmente contratti derivati stipulati con controparti istituzionali.

Al fine di contenere e controllare il profilo di rischio controparte, la Holding ha definito una struttura di limiti basata sul

concetto di equivalente creditizio dell’esposizione, calcolato come somma pesata dei nominali delle operazioni riferibili ad

una singola controparte. I pesi vengono determinati per tenere conto della rischiosità specifica degli strumenti.

L’operatività in derivati OTC svolta dalla Capogruppo si appoggia su una contrattualistica riconosciuta internazionalmente

(basata sul Master Agreement dell’ISDA) e prevede accordi di netting tra le controparti coinvolte, limitando quindi l’uso

della linea di fido in presenza di posizioni lunghe e corte con una stessa controparte.

Dal punto di vista delle risorse tecnologiche, dal luglio 2006 la Holding ha adottato il sistema Murex relativamente agli

strumenti finanziari del mercato monetario e dal febbraio 2007 il sistema è stato sviluppato anche per la parte relativa agli

strumenti derivati. Tale sistema permette la gestione del rischio di controparte coerentemente con l’operatività aziendale.

Nell’ambito di tale inquadramento normativo e procedurale, la Holding opera utilizzando le linee di credito valutate ed

autorizzate per competenza rispettivamente dal Global Financial Services Department e dal Risk Management

Department. L’ammontare degli affidamenti e l’eventuale loro utilizzo sono disponibili all’interno del sistema di front office

Murex. avviene automaticamente mediante lo scarico dei dati tra la procedura Fidi e Garanzie ed il sistema di front office,

senza alcun intervento da parte degli operativi.

La struttura dei controlli prevede:

un preventivo controllo della disponibilità della linea di credito da parte degli addetti di front office (controllo di

linea);

un controllo in tempo reale ed ex-post da parte degli addetti delle funzioni autorizzanti l’affidamento (controlli di

linea);

un controllo da parte del middle e back office (controlli di linea) circa l’aggiornamento di nuovi

affidamenti/rinnovi.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 110

Informativa quantitativa

(migliaia di €)

Rischio di controparte - garanzie reali detenute

VALORE EAD AL

30/06/2008

Approccio standardizzato

- contratti derivati 303.466

- operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine 24.349.271

RISCHIO DI CONTROPARTE - GARANZIE REALI DETENUTE

(migliaia di €)

Rischio di controparte

VALORE EAD AL

30/06/2008

Aproccio standardizzato

- contratti derivati 14.175.006

- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 15.685.567

Approcci IRB

- contratti derivati 39.951.831

- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 63.788.416

RISCHIO DI CONTROPARTE

(migliaia di €)

Rischio di controparte - contratti derivati su crediti

Consistenze al 30/06/2008

Acquisti di

protezione

(Vendite del

Rischio)

Vendite di

protezione

(Acquisti del

Rischio)

Portafoglio di negoziazione di vigilanza 202.849.997 224.692.725

- Credit Default Swap 201.140.997 220.472.725

- Credit Default Option 0 0

- Credit Spread Option 0 0

- Credit Spread Swap 0 0

- Credit Linked Note 1.294.000 4.220.000

- Total Rate of Return Swap 415.000 0

- Altri derivati su crediti 0 0

Portafoglio Bancario 5.686.590 1.287.483

- Credit Default Swap 4.250.552 752.483

- Credit Default Option 88.810 0

- Credit Spread Option 0 0

- Credit Spread Swap 0 0

- Credit Linked Note 533.418 535.000

- Total Rate of Return Swap 813.810 0

- Altri derivati su crediti 0 0

Contratti derivati su crediti

(Valore Nozionale)

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111

(migliaia di €)

Derivati finanziari "over the counter": fair value positivo - rischio di controparte

Effetti degli

accordi di

compensazione

Lo

rdo

no

nco

mp

en

sa

to

Lo

rdo

co

mp

en

sato

Lo

rdo

no

nco

mp

en

sa

to

Lo

rdo

co

mp

en

sato

Lo

rdo

no

nco

mp

en

sa

to

Lo

rdo

co

mp

en

sato

Lo

rdo

no

nco

mp

en

sa

to

Lo

rdo

co

mp

en

sato

Co

mp

en

sato

Lo

rdo

no

nco

mp

en

sa

to

Lo

rdo

co

mp

en

sato

A.1 Governi e banche centrali 9.394 3.302 0 0 65.515 12.486 0 0 0 74.909 0

A.2 Enti pubblici 666.252 8.324 5.000 0 39.839 675 0 0 3.797 711.091 3.797

A.3 Banche 3.820.853 37.247.049 331.016 5.113.511 1.857.839 7.642.242 83.434 79.557 6.190.274 6.093.142 6.190.274

A.4 Società finanziarie 612.059 3.989.268 3.608.586 1.816.824 260.546 659.273 120.993 102.813 1.606.911 4.602.184 1.606.911

A.5 Assicurazioni 69.417 60.520 3.983 4.037 747 3.000 0 0 29.000 74.147 29.000

A.6 Imprese non finanziarie 991.052 374.687 107.573 972 1.072.305 1.358.474 285.045 88.876 1.225.576 2.455.975 1.225.576

A.7 Altri soggetti 33.134 23.000 43.519 0 66.764 133.246 511 0 144.000 143.928 144.000

Totale 6.202.161 41.706.150 4.099.677 6.935.344 3.363.555 9.809.396 489.983 271.246 9.199.558 14.155.376 9.199.558

Controparti/Sottostanti

Consistenze al 30/06/2008

Totale esposizione dopo gli

accordi di compensazione

Titoli di debito e tassi di

interesseTitoli di capitale e indici azionari Tassi di cambio e oro Altri valori

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 112

(migliaia di €)

Derivati creditizi: fair value positivo - rischio di controparte

Consistenze al: 30/06/2008

Valore nozionale Fair value positivo Esposizione futura

A. PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA 211.400.385 7.390.029 15.988.838

A.1 Acquisti di protezione con controparti 174.325.845 6.138.645 13.437.788

1. Governi e banche centrali 0 0 0

2. Enti pubblici 28.997 3.652 2.000

3. Banche 142.024.076 4.836.610 10.988.060

4. Società finanziarie 32.218.778 1.298.323 2.444.728

5. Imprese di assicurazione 11.999 60 0

6. Imprese non finanziarie 41.995 0 3.000

7. Altri soggetti 0 0 0

A.2 Vendite di protezione con controparti 37.074.540 1.251.384 2.551.050

1. Governi e banche centrali 0 0 0

2. Enti pubblici 58.000 1.826 4.000

3. Banche 28.996.319 1.127.343 1.941.521

4. Società finanziarie 8.015.221 121.302 604.529

5. Imprese di assicurazione 0 0 0

6. Imprese non finanziarie 5.000 913 1.000

7. Altri soggetti 0 0 0

B. PORTAFOGLIO BANCARIO 4.500.363 15.521 325.125

B.1 Acquisti di protezione con controparti 3.762.880 13.695 299.125

1. Governi e banche centrali 0 0 0

2. Enti pubblici 143.000 1.826 7.000

3. Banche 1.567.853 0 140.148

4. Società finanziarie 1.308.407 1.826 100.215

5. Imprese di assicurazione 10.000 0 1.000

6. Imprese non finanziarie 556.000 10.043 33.000

7. Altri soggetti 177.620 0 17.762

B.2 Vendite di protezione con controparti 737.483 1.826 26.000

1. Governi e banche centrali 0 0 0

2. Enti pubblici 50.000 0 3.000

3. Banche 459.000 1.826 23.000

4. Società finanziarie 218.483 0 0

5. Imprese di assicurazione 0 0 0

6. Imprese non finanziarie 10.000 0 0

7. Altri soggetti 0 0 0

Totale 215.900.748 7.405.550 16.313.963

Tipologia di operazione

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113

Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione

Informativa qualitativa

Nell’ambito delle attività di cartolarizzazione il Gruppo opera sia come “originator” (cedente), sia come “sponsor”

(promotore) e investitore secondo le definizioni previste da Basilea II e recepite dalla circ. 263 della Banca d’Italia “Nuove

disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” del 27 dicembre 2006.

L’attività del Gruppo come originator prevede la cessione di portafogli di crediti iscritti nello stato patrimoniale a società

veicolo costitute nella forma di “società per la cartolarizzazione di crediti” ex lege 130/1999 oppure secondo analoghe

strutture di diritto estero.

La società cessionaria finanzia l’acquisto dei portafogli attraverso l’emissione di titoli differenziati in termini di

subordinazione (seniority) retrocedendo al Gruppo l’ammontare incassato.

Il rendimento, nonché il rimborso, dei titoli emessi dalla società cessionaria è quindi dipendente, in via principale, dai flussi

di cassa del portafoglio oggetto di cessione.

A ulteriore garanzia dei sottoscrittori le transazioni possono prevedere particolari forme di supporto creditizio, quali

finanziamenti a esigibilità limitata, garanzie finanziarie, lettere di credito, overcollateralisation ecc.

Gli obiettivi per i quali il Gruppo effettua tali transazioni sono in generale i seguenti:

liberazione del capitale economico/regolamentare attraverso la realizzazione di operazioni che, riducendo il

livello di rischio di credito sostenuto, consentono di ridurre i requisiti patrimoniali calcolati in base alle regole

vigenti;

riduzione del costo del funding connesso alla possibilità di emettere titoli dotati di rating superiori e, quindi, ad

un tasso inferiore rispetto alle ordinarie emissioni senior.

In particolare, il Gruppo pone in essere sia operazioni di cartolarizzazione tradizionale, che prevedono l’effettiva cessione

del portafoglio crediti alla società veicolo, sia operazioni di cartolarizzazione sintetica che prevedono, attraverso la stipula

di contratti di credit default swap, l’acquisto di protezione su tutto o parte del rischio di credito sottostante al portafoglio

crediti.

Il ricorso a queste tipologie di operazioni è comunque limitato. In proposito si segnala che l’ammontare di finanziamenti

oggetto di cartolarizzazione2 è pari a circa il 7,56% del portafoglio crediti del Gruppo.

Nel caso delle operazioni di cartolarizzazione tradizionale, il Gruppo mantiene sempre la “prima perdita” sotto forma di

titolo junior o di esposizione analoga, fornendo in alcuni casi ulteriori forme di supporto creditizio, come sopra specificato.

Tale operatività consente al Gruppo di beneficiare della parte del rendimento del portafoglio crediti ceduto che eccede

quanto corrisposto ai sottoscrittori dei titoli “senior” e “mezzanine”.

Il mantenimento in capo al Gruppo del rischio di prima perdita e dell’associato rendimento, determina la ritenzione della

maggior parte dei rischi e dei rendimenti del portafoglio ceduto. Conseguentemente dette operazioni sono rappresentate

in bilancio come operazioni di finanziamento senza procedere né alla rilevazione di utili da cessione né alla cancellazione

del portafoglio crediti ceduto.

Eccezione a questa regola generale è costituita da quelle per le quali il Gruppo, pur mantenendo la maggior parte dei

rischi e rendimenti del portafoglio sottostante, ha proceduto alla cancellazione dal bilancio poiché antecedenti al 1

gennaio 2002. Infatti, in sede di prima applicazione dei principi contabili internazionali (IAS/IFRS), si è, per le stesse,

2 Ci si riferisce all’ammontare di crediti oggetto di cessione, anche sintetica, ma non cancellati dall’attivo di bilancio.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 114

utilizzata la facoltà del principio contabile IFRS 1 che consente di non reiscrivere le attività cedute antecedentemente al 1

Gennaio 2004, indipendentemente dalla misura di rischi e rendimenti mantenuti.

Il Gruppo è inoltre attivo come sponsor di società veicolo che emettono commercial paper (cosiddetti Asset Backed

Commercial Paper Conduits) costituiti sia al fine di consentire alla clientela l’accesso al mercato delle cartolarizzazioni

(Multi seller Customer conduits) sia per finalità di arbitraggio (Arbitrage conduits).

A partire dal dicembre 2007 tali società veicolo, pur non rientranti nel gruppo bancario, sono oggetto di consolidamento.

L’operatività in Customer conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo bankruptcy remote, ossia

indipendenti da eventuali difficoltà finanziarie dell’originator, che acquistano in via diretta o indiretta portafogli crediti

originati da società terze esterne al Gruppo.

I portafogli crediti sottostanti le transazioni non sono acquistati direttamente dai conduits costituiti dal Gruppo bensì da

Società veicolo di secondo livello (c.d. purchase companies) a loro volta integralmente finanziate dai conduits attraverso

l’emissione di commercial papers e Medium Term Notes (MTN).

Le transazioni descritte sono poste in essere principalmente al fine di consentire alla clientela l’accesso al mercato delle

cartolarizzazioni e, quindi, di beneficiare di un costo del funding inferiore a quello da essi conseguibile mediante raccolta

diretta.

L’operatività in Arbitrage conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo che acquistano corporate bonds

ad elevato rating, Asset backed securities e portafogli creditizi.

L’obiettivo è quello di acquisire un profitto derivante dalla differenza di rendimento fra le attività in portafoglio, di norma

aventi durata a medio/lungo termine, e i titoli a breve/medio termine emessi.

L’acquisto delle attività da parte dei conduits è finanziato attraverso l’emissione di commercial paper di breve periodo e di

titoli a medio termine (MTN).

Il pagamento delle cedole nonché il rimborso dei titoli emessi dal conduit è quindi dipendente sia dai flussi di cassa del

portafoglio di attività acquisite (rischio credito), sia dalla capacità del conduits di rinnovare la provvista sul mercato alla

scadenza dei titoli emessi (rischio liquidità).

Al fine di garantire il tempestivo rimborso dei titoli emessi dal conduit, le transazioni in oggetto sono assistite da lettere di

credito concesse per coprire il rischio di default sia di specifici attivi sia del programma nel suo complesso.

I sottoscrittori sono ulteriormente garantiti da specifiche linee di liquidità che il conduit può utilizzare qualora si trovi nelle

condizioni di non riuscire a collocare nuovi commercial paper per rimborsare quelli in scadenza, ad esempio per effetto di

periodi di crisi dei mercati.

Le linee di liquidità concesse, tuttavia, non possono essere utilizzate per garantire il rimborso dei titoli emessi dal conduit

in caso di default delle attività sottostanti.

Nell’ambito del suo ruolo di sponsor, il Gruppo svolge attività di selezione dei portafogli di attivi acquistati dai conduits o

dalle purchase companies, così come attività di amministrazione e fornisce sia lettere di credito sia linee di liquidità.

A fronte dell’attività descritta, il Gruppo incassa un flusso commissionale, oltre a beneficiare delle differenze di rendimento

fra gli attivi acquistati dal veicolo ed i titoli emessi.

Nell’attuale periodo di turbolenza dei mercati finanziari si è determinata una significativa contrazione della domanda dei

titoli emessi dai conduits in esame da parte degli investitori, in conseguenza della quale il Gruppo ha proceduto ad

acquistare direttamente le commercial paper outstanding.

Per effetto dell’attività svolta, il Gruppo sostiene la maggior parte dei rischi e beneficia dei rendimenti associati all’attività

di conduits avendo altresì potere di governo degli stessi.

Conseguentemente, in applicazione del principio contabile internazionale IAS 27 e dell’associata interpretazione SIC 12,

si è proceduto al consolidamento dei veicoli citati.

Rientrano nel perimetro di consolidamento gli ABCP conduits e non i veicoli di secondo livello diretti acquirenti degli attivi,

come illustrato precedentemente.

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115

Ciò comporta l’iscrizione nel bilancio consolidato dei finanziamenti degli ABCP conduits nei confronti delle sottostanti

Purchase companies.

Poichè, tuttavia, le Purchase companies sono integralmente finanziate dai conduits oggetto di consolidamento, il bilancio

consolidato rappresenta nella sostanza le attività iscritte nei libri delle Purchase companies.

Accanto alle attività di originator e di sponsor, il Gruppo svolge anche quella di investitore in strumenti strutturati di credito.

Tali esposizioni sono detenute principalmente dalla Divisione Markets and Investment Banking (MIB) e da UCI Ireland

prevalentemente con finalità di negoziazione.

Informativa quantitativa

Le seguenti tavole riportano la composizione del portafoglio crediti cartolarizzato non oggetto di cancellazione da parte del

Gruppo suddiviso per area geografica e qualità degli attivi, distinto tra cartolarizzazioni tradizionali e sintetiche.

(milioni di €)

Tradizionali Italia Germania Austria Resto del mondo Totale

Attività cedute non cancellate

- Mutui ipotecari residenziali 13.068 0 0 0 13.068

- Operazioni di leasing 8.873 0 385 0 9.258

- Crediti al consumo 73 0 0 0 73

- Crediti a piccole medie imprese 63 0 0 0 63

- Crediti a imprese corporate 0 5.402 0 0 5.402

- Altro 0 0 0 0

Totale 22.077 5.402 385 0 27.864

consistenze al 30.6.2008

(milioni di €)

Sintetiche Italia Germania Austria Altri Paesi UE

Altri Paesi

europei (non

UE)

AmericaResto del

mondoTotale

Operazioni sintetiche

- Mutui ipotecari residenziali 0 13.709 0 0 0 0 0 13.709

- Mutui ipotecari commerciali 0 2.009 7 2 4 0 0 2.022

- Crediti a piccole medie imprese 0 3.183 1.835 15 92 0 0 5.125

- Crediti a imprese corporate 993 1.125 1.660 965 511 464 1 5.719

- Altro 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 993 20.026 3.502 982 607 464 1 26.575

consistenze al 30.6.2008

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 116

(milioni di €)

TradizionaliAltre attività

(in bonis)Attività deteriorate Totale

Attività cedute non cancellate

- Mutui ipotecari residenziali 12.980 88 13.068

- Operazioni di leasing 9.109 149 9.258

- Crediti al consumo 72 1 73

- Crediti a piccole medie imprese 63 0 63

- Crediti a imprese corporate 5.383 19 5.402

- Altro 0 0 0

Totale 27.607 257 27.864

consistenze al 30.6.2008

(milioni di €)

SinteticheAltre attività

(in bonis)Attività deteriorate Totale

Operazioni sintetiche

- Mutui ipotecari residenziali 13.525 184 13.709

- Mutui ipotecari commerciali 2.015 7 2.022

- Crediti a piccole medie imprese 5.091 34 5.125

- Crediti a imprese corporate 5.719 0 5.719

- Altro 0 0 0

Totale 26.350 225 26.575

consistenze al 30.6.2008

Come rilevato, le tavole inerenti alle operazioni di cartolarizzazione tradizionali riportano l’ammontare delle attività cedute

ma non oggetto di cancellazione dal bilancio per effetto del mantenimento in capo al Gruppo della maggior parte dei rischi

e rendimenti.

Accanto a queste esistono ulteriori esposizioni per 1.392 milioni, costituite per la quasi totalità da attività deteriorate che

sono state cancellate dal bilancio perché antecendenti al 1 gennaio 2002, secondo quanto richiamato nel precedente

capitolo.

L’ammontare complessivo delle esposizioni cartolarizzate da parte del Gruppo nell’ambito di operazioni di

cartolarizzazione tradizionale è quindi pari a 29.256 milioni.

Le operazioni di cartolarizzazione tradizionali poste in essere dal Gruppo hanno per oggetto principalmente mutui

ipotecari residenziali e operazioni di leasing originate in Italia.

Le operazioni originate in Germania, che rappresentano comunque una quota significativa, hanno per sottostanti

Corporate Loans.

Le operazioni di cartolarizzazione sintetica hanno per oggetto principalmente mutui residenziali ipotecari e finanziamenti a

Small Medium Entities aventi controparti tedesche.

Sia nel caso di operazioni di cartolarizzazione tradizionali sia in quello di operazioni sintetiche, la qualità del portafoglio

sottostante è, nella quasi totalità, costituito da attività in bonis.

In proposito si precisa inoltre che il Gruppo non ha originato cartolarizzazioni aventi come sottostante mutui residenziali

US Subprime o Alt-A.

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117

Si segnala che nel corso del primo semestre è stata realizzata un’unica operazione di cartolarizzazione di crediti

performing, nascenti da contratti di leasing aventi per oggetto il godimento di autoveicoli, di beni strumentali ed immobiliari

di ammontare nominale pari a 2.489 milioni.

La cessione delle attività non ha dato origine ad utili o perdite ed il Gruppo ha sottoscritto integralmente i titoli emessi dalla

società veicolo.

La seguente tavola riporta l’ammontare delle posizioni inerenti a cartolarizzazioni proprie o di terzi ripartito in base al ruolo

svolto dal Gruppo nonché alla tipologia di esposizione.

Nel caso delle esposizioni relativamente alle quali il Gruppo svolge il ruolo di investitore la tabella espone le sole posizioni

detenute nel portafoglio bancario. Il portafoglio di negoziazione comprende ulteriori posizioni per 11.485 milioni.

Per maggiori dettagli sull’esposizione complessiva del Gruppo in prodotti strutturati di credito si rimanda altresì alla

specifica informativa ed al glossario della terminologia tecnica e degli acronimi utilizzati, pubblicati nella Relazione

Finanziaria Semestrale Consolidata 2008.

(milioni di €)

Investimenti in cartolarizzazioni Senior Mezzanine Junior Totale

Investimenti in cartolarizzazioni di proprie attività

Esposizioni per cassa oggetto di

integrale cancellazione dal bilancio 122 428 574 1.124

- CLO/CBO 112 0 69 181

- CLO / CBO altri 112 0 69 181

- Altre tipologie 10 428 505 943

Garanzie rilasciate 267 0 0 267

Linee di credito 0 721 0 721

Esposizioni per cassa non cancellate

dal bilancio 3.959 425 897 5.281

- RMBS 1.109 154 290 1.553

- Prime 1.109 154 290 1.553

- CLO/CBO 485 31 99 615

- CLO SME 480 16 23 519

- CLO / CBO altri 5 15 76 96

- Crediti al consumo 3 1 10 14

- Leasing 2.362 238 498 3.098

- Altre tipologie 0 1 0 1

Garanzie rilasciate 0 0 0 0

Linee di credito 0 0 45 45

Operazioni sintetiche 6.456 504 26 6.986

- RMBS 4.242 265 26 4.533

- Prime 4.242 265 26 4.533

- CLO/CBO 2.214 239 0 2.453

- CLO SME 80 133 0 213

- CLO arbitrage/balance sheet 140 35 0 175

- CLO / CBO altri 1.994 71 0 2.065

Garanzie rilasciate 0 0 67 67

Linee di credito 0 0 0 0

Conduit consolidati in cui il Gruppo riveste il ruolo di Sponsor

Esposizioni per cassa 0 5.384 0 5.384

- ABCP 0 5.384 0 5.384

Garanzie rilasciate 0 0 0 0

Linee di credito 1.828 0 0 1.828

Investimenti in cartolarizzazioni di terzi

Esposizioni per cassa 770 793 93 1.656

- RMBS 268 0 0 268

- Prime 268 0 0 268

- CMBS 92 1 0 93

- CDO 232 14 0 246

- CDO altri 232 14 0 246

- CLO/CBO 27 49 56 132

- CLO SME 27 4 1 32

- CLO arbitrage/balance sheet 0 12 3 15

- CLO / CBO altri 0 33 52 85

- Crediti al consumo 17 0 0 17

- Carte di credito 27 0 0 27

- Leasing 43 5 0 48

- Altre tipologie 53 1 37 91

- Warehouse Financing 11 723 0 734

Garanzie rilasciate 0 0 38 38

Linee di credito 892 74 0 966

consistenze al 30.6.2008

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 118

(migliaia di €)

Metodologia standardizzata posizioni verso la cartolarizzazione

Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica

Ponderazione 20% 570.990 0 4.686.372 106.738 0 0 0 0

Ponderazione 50% 0 0 21.881 33.321 0 0 0 0

Ponderazione 100% 0 0 37.125 22.545 0 0 0 0

Ponderazione 350% 0 0 15.131 12.411 0 0 0 0

Ponderazione 1250% - con rating 0 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250% - privo di rating 0 0 9.561 0 0 0 0 0

Look-through - second loss in ABCP 0 0 0 0 0 0 0 0

Look-through - altro 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 570.990 0 4.770.070 175.015 0 0 0 0 0 0

Clausole di rimborso

anticipato

Cartolarizzazioni proprie

Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni proprie

Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione

Consistenze al 30/06/2008

FASCE DI PONDERAZIONE DEL

RISCHIO

Attività di rischio per cassa Attività di rischio fuori bilancio

Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terziCartolarizzazioni di terzi

(migliaia di €)

Metodologia basata sui rating interni: posizioni verso la cartolarizzazione

Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica

Ponderazione 6-10% 0 10.735.391 442.409 0 0 0 350.487 0

Ponderazione 12-18% 0 356.026 164.913 100 0 0 5.619 0

Ponderazione 20-35% 0 116.600 410.312 100 0 0 160.418 0

Ponderazione 50-75% 0 101.922 380.932 0 0 0 83.990 0

Ponderazione 100% 0 0 49.309 0 0 0 95.873 0

Ponderazione 250% 0 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 425% 0 35.873 4.201 0 0 0 0 0

Ponderazione 650% 0 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250% - con rating 0 0 0 0 0 0 0 0

Ponderazione 1250% - privo di rating 0 0 0 0 0 0 0 0

Non classificabile 0 963.491 40.889 98.651 0 1.223 7.886.120 0 0 0

Totale 0 12.309.303 1.492.965 98.851 0 1.223 8.582.507 0 0 0

Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni proprie Cartolarizzazioni di terziCartolarizzazioni di terzi Cartolarizzazioni proprieFASCE DI PONDERAZIONE DEL

RISCHIO

Attività di rischio per cassa Attività di rischio fuori bilancio

Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazioneTipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni proprie

Consistenze al 30/06/2008

Clausole di rimborso

anticipato

Dal patrimonio di vigilanza sono state dedotte attività cartolarizzate per un totale di 827.067 migliaia di €.

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Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioniper le banche che utilizzano il metodo deimodelli interni per il rischio di posizione, peril rischio di cambio e per il rischio diposizione in merci (IMA)

Informativa qualitativa

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione

Aspetti generali

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio di negoziazione di vigilanza deriva da posizioni finanziarie assunte dai

centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie assegnati.

A seguito dell’incorporazione per acquisizione del gruppo Capitalia, avvenuta nell’ottobre 2007, le posizioni di rischio

presenti nei libri di negoziazione di quest’ultimo sono state inizialmente gestite e controllate dalle strutture competenti pre-

esistenti. Le posizioni di Capitalia sono quindi state trasferite presso HVB-Milan Branch, mentre le esposizioni di rischio

sono state gradualmente ridotte.

Nello svolgimento delle funzioni di tesoreria, ovvero nella gestione integrata della liquidità del Gruppo, il rischio di tasso di

interesse risulta fortemente connesso all’attività di market maker sui prodotti del mercato monetario e dei relativi derivati.

La partecipazione attiva alle aste dei titoli di stato dei principali paesi europei - in veste di primary dealer piuttosto che di

market maker - è anch’essa fonte di tale rischio, alimentato inoltre sia dalle posizioni direzionali in titoli a reddito fisso

prese sul portafoglio di proprietà che da strategie di relative value perseguite dai singoli desk. Il rischio di tasso di

interesse viene gestito tramite il ricorso a derivati trattati su mercati regolamentati o, in loro assenza, con prodotti anche

innovativi e complessi negoziati over-the-counter con le singole controparti.

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse

All’interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal Gruppo UniCredit nell’ambito del

market risk management - e quindi, specificatamente, nella gestione del rischio di tasso - è finalizzata ad una progressiva

adozione ed utilizzo di principi, regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo

dei modelli, pricing e disamina dei modelli di rischio. La funzione Group Market Risk ha il compito precipuo di garantire

che tali principi, regole e processi siano in linea con le best practice del settore e coerenti con le norme e gli usi dei diversi

paesi in cui vengono applicati.

Il principale strumento utilizzato dal Gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle posizioni di trading è

il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l’approccio della simulazione storica. In questa fase di convergenza, tuttavia,

alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio simulativo di tipo Monte Carlo.

Il metodo della simulazione storica prevede la rivalutazione giornaliera delle posizioni sulla base dell’andamento dei prezzi

di mercato su di un opportuno intervallo temporale di osservazione. La distribuzione empirica di utili/perdite che ne deriva

viene analizzata per determinare l’effetto di movimenti estremi del mercato sui portafogli. Il valore della distribuzione al

percentile corrispondente all’intervallo di confidenza fissato, rappresenta la misura di VaR. I parametri utilizzati per il

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 120

calcolo del VaR sono i seguenti: intervallo di confidenza del 99%; orizzonte temporale di 1 giorno; aggiornamento

giornaliero delle serie storiche, la cui estensione copra almeno un anno. L’utilizzo di un orizzonte temporale di 1 giorno

consente un confronto immediato tra gli utili e le perdite realizzati.

Per ciò che riguarda le politiche e le procedure interne di analisi di scenario (c.d. “stress testing”), si è deciso di affidare

alle singole legal entity le modalità con cui effettuare tali prove di stress. A livello complessivo, tuttavia, è stato individuato

un set di scenari, comuni a tutte le realtà appartenenti al Gruppo, da applicare congiuntamente alla totalità delle posizioni,

per verificare mensilmente l’impatto potenziale che tali scenari potrebbero avere sul portafoglio di negoziazione globale.

Nell’aggregare i vari profili di rischio delle diverse unità di risk taking che compongono il Gruppo, nel calcolo della

rischiosità complessiva è stata trascurata - per ragioni di tipo prudenziale - la diversificazione riveniente dalle posizioni di

società appartenenti al Gruppo le quali adottano differenti modelli interni.

L’armonizzazione delle metodologie VaR e la definizione di un quadro normativo coerente e adeguato per il calcolo del

VaR di Gruppo rappresenta uno degli obiettivi principali della riorganizzazione della funzione Market Risk a livello di

Gruppo.

Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Aspetti generali

In analogia con quanto già descritto nel precedente paragrafo “Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione”,

la rischiosità di prezzo riferita ad equity, commodity, OICR e relativi prodotti derivati presenti nel portafoglio di

negoziazione di vigilanza origina da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del

Gruppo entro i limiti e le autonomie assegnati.

Il rischio di prezzo derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con strategie sia direzionali

che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati regolamentati e OTC e il ricorso al security

lending; strategie di trading di volatilità sono perseguite utilizzando opzioni e derivati complessi.

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo

Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che l’illustrazione delle

metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità si rimanda a quanto già esposto nel paragrafo “Rischio di tasso di

interesse – Portafoglio di negoziazione” riguardo ai modelli interni.

Rischio di prezzo – Portafoglio bancario

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo

Il rischio di prezzo del portafoglio bancario origina principalmente dalle partecipazioni detenute dalla Capogruppo e dalle

sue controllate con finalità di stabile investimento, nonché dalle quote di OICR non comprese nel portafoglio di

negoziazione di vigilanza in quanto detenute anch’esse con finalità di stabile investimento.

Limitatamente a questi ultimi strumenti, i processi interni di gestione e misurazione del rischio di prezzo riproducono

quanto descritto in precedenza relativamente al portafoglio di negoziazione di vigilanza.

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Rischio di cambio

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

Come già scritto nel paragrafo “Rischio di tasso di interesse – Portafoglio di negoziazione”, anche il rischio di cambio

origina da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le

autonomie assegnati.

Il rischio di cambio origina da attività di trading in valuta, svolta mediante la negoziazione di vari strumenti di mercato, e

viene costantemente monitorato e misurato utilizzando i modelli interni sviluppati dalle società che compongono il gruppo.

Tali modelli vengono inoltre utilizzati nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato a fronte dell’esposizione a

tale tipologia di rischio.

Attività di copertura del rischio di cambio

La Capogruppo attua una politica di copertura economica degli utili in formazione delle controllate polacche del Gruppo (le

quali costituiscono le principali controllate non appartenenti all’area Euro), nonché dei dividendi relativi all’anno

precedente, attuata quest’ultima nel periodo intercorrente tra la chiusura dell’esercizio e il pagamento degli stessi. Tale

politica di copertura si attua mediante prodotti derivati in cambi finalizzati all’immunizzazione delle fluttuazioni del tasso di

cambio Euro/Zloty.

Modello interno per il rischio di prezzo, di tasso di interesse e di cambio delportafoglio di negoziazione di vigilanza

Nelle funzioni di calcolo del capitale e monitoraggio dei rischi, UniCredit si avvale dei modelli interni realizzati dall’ex-UBM

(ora HVB Milano), HVB AG e BA-CA AG e approvati dalle rispettive autorità di vigilanza nazionali. Ai fini del calcolo dei

requisiti patrimoniali, il metodo del modello interno ha ricevuto una piena autorizzazione al suo utilizzo per quanto riguarda

HVB AG e BA-CA AG, mentre nel caso di HVB Milano la copertura modellistica ai fini di vigilanza non include i prodotti

creditizi strutturati. Non si fa, invece, ricorso al modello interno per il calcolo dei requisiti patrimoniali relativi alle posizioni

di negoziazione riferibili alla Capogruppo, ad UCI Ireland e a Bank Pekao. Il metodo standardizzato è inoltre applicato al

calcolo del capitale necessario per la copertura del rischio legato all’esposizione del portafoglio bancario a valute estere

per le società controllate che non svolgono attività di negoziazione.

Di seguito si riportano le caratteristiche dei vari modelli interni:

Ex-UBM (ora HVB – Milan Branch): simulazione storica basata su un periodo di osservazione di un anno,

calcolando il VaR come la perdita attesa a un giorno con un intervallo di confidenza double tail del 99%. La

stima del rischio associato alle opzioni avviene utilizzando un’approssimazione delta-gamma-vega.

HVB AG: simulazione Monte Carlo con piena valutazione delle singole posizioni in opzioni, calcolando il VaR

come la perdita attesa a un giorno con un intervallo di confidenza del 99%. La simulazione Monte Carlo si basa

una matrice varianza-covarianza calcolata su un periodo di osservazione di un anno, senza ricorrere a uno

schema di ponderazione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 122

BA-CA AG: Simulazione storica “declustered”3 basata su un periodo di osservazione di due anni, calcolando il

VaR come la perdita attesa a un giorno con un intervallo di confidenza del 99%, con piena valutazione delle

singole posizioni in opzioni.

I portafogli di negoziazione sono soggetti a stress test con l’applicazione di un’ampia gamma di scenari di reporting

gestionale descritti al paragrafo “Processo di verifica indipendente del prezzo”. Ai sensi delle normative locali, alcuni

scenari sono oggetto anche di segnalazione di vigilanza su base trimestrale. Inoltre, alcuni parametri di rischio, quali

sensitivity, determinati scenari di stress o l’indicazione di importi nominali, vengono considerati e inclusi nelle segnalazioni

di vigilanza per la stima dei rischi non coperti dalla simulazione del VaR del modello interno di HVB.

I modelli interni, oltre ad essere utilizzati per il calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, vengono applicati a

tutte le posizioni comprese nel portafoglio di negoziazione per una verifica a posteriori dei risultati che questi producono

rispetto a quanto effettivamente realizzatosi (c.d. back-testing), mediante un costante raffronto tra i VaR giornalieri della

banca e le perdite o gli utili giornalieri. Tale verifica consiste nel raffrontare la perdita attesa stimata con i dati di clean

P&L, ossia le variazioni simulate del valore del portafoglio che si manifesterebbero se le posizioni di fine giornata

restassero invariate.

Stress Testing

Gli stress test integrano l’analisi della sensitivity e i risultati del VaR al fine di valutare i rischi potenziali secondo una

modalità diversa. L’attività di stress test si concretizza nella valutazione di un portafoglio utilizzando scenari semplici

(ipotizzando la variazione di singoli fattori di rischio) o complessi (ipotizzando la variazione simultanea di una serie di

fattori di rischio).

I risultati degli scenari semplici, nonché i principali valori di sensitivity, vengono comunicati al Top Management con

cadenza settimanale. Tali scenari considerano i seguenti shock:

Tassi di interesse: movimenti paralleli (parallel shifts) delle curve di tasso, nonchè variazioni della relativa

inclinazione; aumento/diminuzione della volatilità dei tassi;

Mercati del credito: movimenti paralleli delle curve dei credit spread (variazioni assolute e relative); sensitivity

alla correlazione di base, degli emittenti e ai tassi di recupero;

Tassi di cambio: apprezzamento/deprezzamento di ciascuna valuta; aumento/diminuzione delle volatilità dei

cambi;

Corsi azionari: aumento/diminuzione dei prezzi spot; aumento/diminuzione della volatilità dei corsi azionari;

sensitivity alla correlazione implicita;

Prezzi delle commodities: aumento/diminuzione dei prezzi spot.

Per quanto riguarda gli scenari complessi, al momento vengono applicati settimanalmente all’intero portafoglio della

divisione MIB due scenari di recessione, che si distinguono per il rispettivo grado di severità. I relativi risultati vengono

comunicati al Top Management.

3Per ciascun fattore di rischio i rendimenti storici vengono ponderati in base al rapporto tra la volatilità corrente e quella

storica.

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123

Scenario “Recessionary Fears”

Questo scenario ipotizza il dilagare di timori di recessione che a partire dagli Stati Uniti potrebbero estendersi al resto del

mondo con un “effetto contagio”.

In termini di variabili macroeconomiche, si ipotizza:

un rallentamento (caduta) dei mercati azionari associato a un aumento della volatilità;

un generale decremento dei tassi di interesse (vari fattori di stress in funzione delle diverse scadenze), in

particolar modo di breve periodo, con uno scenario di stress ancor più grave negli USA (anche in questo caso si

applicano vari fattori di stress in funzione delle diverse scadenze). Tale scenario ipotizza anche un incremento

dei tassi di interesse;

un ampliamento notevole e generalizzato dei credit spread differenziato a seconda della classe di rating e del

settore economico.

Scenario “Full US Recession”

Tale scenario ipotizza una grave recessione negli USA con effetti di ”contagio” verso il resto del mondo. In termini di

variabili macroeconomiche, si ipotizza:

una sensibile riduzione dei corsi e degli indici azionari statunitensi o meno, a cui si associa un aumento della

volatilità delle azioni;

una significativa diminuzione dei tassi di interesse sia statunitensi (vari fattori di stress in funzione delle diverse

scadenze) sia non statunitensi (vari fattori di stress in funzione delle diverse scadenze e dell’area geografica) a

cui si associa un incremento della volatilità dei tassi;

un ampliamento notevole e generalizzato dei credit spread differenziato a seconda della classe di rating e del

settore economico.

Processo di verifica indipendente del prezzo (Independent Price VerificationProcess)

In seguito alla crisi dei mercati finanziari determinata dal crollo dei mutui sub-prime e dalle relative incertezze nella

valutazione della maggior parte dei prodotti strutturati di credito, la funzione Group Market Risk della Capogruppo, di

concerto con le funzioni di controllo del rischio delle Legal Entity, ha definito di agire come segue:

1. centralizzare il Processo di verifica indipendente del prezzo per i prodotti per i quali la funzione di controllo del

rischio di HVB London Branch è stata designata “Competence Center” di Gruppo (per la valutazione dei prodotti

strutturati di credito complessi: ABS, CDO, CLO, CDO di ABS, ecc);

2. armonizzare la metodologia IPV a livello di Gruppo, definendo un approccio coerente basato sul ranking di

ciascuna posizione in base alla disponibilità e affidabilità relativa delle fonti per la determinazione del prezzo. Di

conseguenza, tutte le posizioni sono state trattate e valutate in modo uniforme a livello di gruppo, includendo

anche Bank of Austria Creditanstalt e UCI Ireland;

3. definire e sviluppare una metodologia adeguata per l’applicazione di rettifiche specifiche del valore di vigilanza

(Fair Value Adjustments) a tali valutazioni. L’approccio scelto si basa essenzialmente sul ranking delle fonti di

prezzo e definisce stress test specifici per le valutazioni di mercato. All’ampliarsi del ranking diminuisce anche

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 124

la sua affidabilità, mediante l’osservazione della rispettiva sensitività ad un one-notch downgrade;

4. il processo è condiviso e sviluppato nell’ambito del modello di cooperazione in essere tra tutte le funzioni CRO

(Chief Risk Officer), sia a livello di Capogruppo sia di Legal Entity, e la sfera di competenza del CFO (Chief

Financial Officer), a livello di Capogruppo e di singole Legal Entities, che è responsabile del trattamento

contabile di tali valutazioni e rettifiche.

Rischio di liquidità

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Definizione e fonti del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità è l’eventualità che una banca non sia nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento per

cassa o per consegna previsti o imprevisti, pregiudicando l’operatività quotidiana o la situazione finanziaria della banca

stessa.

All’interno del Gruppo UniCredit valgono le seguenti definizioni per le componenti del rischio di liquidità:

1. liquidity mismatch risk, ossia il rischio di non conformità tra gli importi e/o le tempistiche dei flussi in entrata e

in uscita;

2. liquidity contingency risk, ossia il rischio che eventi futuri inattesi possano richiedere un ammontare di

liquidità maggiore di quello previsto. Tale rischio può essere generato da eventi quali il mancato rimborso di

finanziamenti, la necessità di finanziare nuove attività, la difficoltà di vendere attività liquide o di ottenere

liquidità in caso di crisi;

3. market liquidity risk, ossia il rischio che la banca sia in grado di liquidare le attività incorrendo in perdite a

causa delle condizioni di mercato. Tale rischio è gestito dalle persone responsabili dei diversi portafogli di

trading e, di conseguenza, è misurato e monitorato secondo le metriche relative alla gestione dei rischi di

mercato;

4. operational liquidity risk, ossia il rischio di inadempimento agli impegni di pagamento per errori, violazioni,

interruzioni o danni dovuti a processi interni, persone, sistemi o eventi esterni, pur rimanendo solvente;

5. funding risk, che rappresenta il rischio del potenziale aumento del costo del finanziamento a causa del

cambiamento del rating (fattore interno) e/o dell’allargamento dei credit spread (fattore di mercato);

6. margin calls liquidity risk, che si riferisce ad una situazione in cui la banca sia contrattualmente obbligata a

integrare le garanzie e/o i margini a fronte di posizioni in strumenti finanziari.

I principi fondamentali del modello di gestione del rischio di liquidità e la struttura organizzativapreposta

Obiettivo del Gruppo è di finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di tasso in normali circostanze operative e di

rimanere nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento in caso di crisi di liquidità.

I principi fondamentali a cui si ispira la gestione della liquidità all’interno del Gruppo sono:

1. accentrare la gestione della liquidità;

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125

2. diversificare le fonti di funding in termini geografici, di controparti, di valuta e di strumenti di raccolta;

3. gestire la liquidità a breve nel rispetto dei framework regolamentari presenti nei vari paesi del Gruppo;

4. emettere strumenti finanziari al fine di mantenere target prudenziali di capital ratio.

Il framework metodologico ed operativo è stato definito all’interno della Group Liquidity Policy, definito dall’Area Finanza di

Capogruppo di concerto con la funzione Group Market Risk di Capogruppo recepita da tutte le entità .Le regole della

gestione del rischio di liquidità di Gruppo si basano su due principi:

1. gestione di liquidità di breve termine, il cui obiettivo è garantire la capacità di far fronte agli impegni di

pagamento per cassa previsti e imprevisti tramite il mantenimento di un rapporto sostenibile tra i flussi di

liquidità in entrata e in uscita. Tale gestione costituisce la condizione essenziale per la normale continuità

operativa dell’attività bancaria;

2. gestione della liquidità strutturale, il cui obiettivo è mantenere un adeguato rapporto tra passività

complessive e attività a medio/ lungo termine finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a

breve termine.

La gestione del rischio di liquidità di Gruppo è allocata presso l’Area Finanza della Capogruppo, che agisce sotto la

responsabilità del Chief Financial Officer di Gruppo (CFO). La definizione e il monitoraggio dei limiti operativi compete

invece alla funzione Market Risk Management presso il Chief Risk Officer di Gruppo (CRO).

La Capogruppo è responsabile del governo della liquidità di Gruppo sia per quanto riguarda il rispetto dei limiti consolidati

che per quanto riguarda le strategie di funding tattico e strutturale. Nel caso di crisi di liquidità in una qualsiasi delle

banche/società del Gruppo, la Holding è inoltre responsabile dell’attivazione, della gestione e del coordinamento del

Liquidity Contingency Plan di Gruppo.

Nello svolgimento di tali funzioni, la Holding si avvale di Regional Liquidity Centers, che la Liquidity Policy individua in:

Liquidity Center Italia – Milano; Liquidity Center Germania – Monaco; Liquidity Center Austria/ banche CEE – Vienna;

Liquidity Center Polonia – Varsavia. I Regional Liquidity Centers sono responsabili a livello locale delle banche/società

incluse nel proprio perimetro svolgendo attività di sub-holding per il processo di gestione e concentrazione dei flussi

finanziari. Essi sono responsabili, oltre al rispetto delle policy di liquidità locale e dei vincoli normativi imposti dalle autorità

di Vigilanza, dell’ottimizzazione del funding effettuato sui propri mercati e clienti secondo un principio di specializzazione

funzionale.

I flussi netti di liquidità rivenienti dai Regional Liquidity Centers del Gruppo sono concentrati e gestiti a livello di Holding

che realizza nel proprio ambito un sistema di gestione accentrata dei flussi di liquidità.

Tale approccio centralizzato della gestione del rischio di liquidità è finalizzato a:

1. ridurre i bisogni complessivi di finanziamento da parte di controparti esterne al Gruppo;

2. ottimizzare l’accesso ai mercati della liquidità, sfruttando il merito di credito del Gruppo e minimizzando il costo

della raccolta.

Metodologie e metriche

Ai fini della misurazione del rischio di liquidità a breve termine, sono prodotti, a livello di Regional Liquidity Center, report

giornalieri sul cash flow che vengono confrontati con le riserve disponibili di liquidità, composte prevalentemente dai titoli

disponibili maggiormente liquidi. Inoltre, vengono simulati degli scenari di stress basati sui profili di liquidità.

La gestione della liquidità strutturale di Gruppo mira ad assicurare l’equilibrio finanziario della struttura per scadenze con

orizzonte temporale superiore all’anno. Le tipiche azioni svolte a tal fine sono:

1. allungare il profilo di scadenze delle passività per ridurre le fonti di raccolta meno stabili ottimizzando

contestualmente il costo del funding (gestione integrata della liquidità strategica e tattica);

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 126

2. conciliare il fabbisogno di raccolta wholesale a medio/lungo termine con la necessità di minimizzarne il costo,

diversificando le fonti, i mercati nazionali, le divise di emissione e gli strumenti utilizzati (realizzazione del

Funding plan).

Basandosi sulla policy di liquidità strutturale, il Gruppo ha mantenuto come principio guida quello di una moderata

trasformazione delle scadenze.

Monitoraggio dei rischi e pianificazione finanziaria

Il monitoraggio della situazione di liquidità è stato affidato, secondo le relative competenze e funzioni, alle Tesorerie, alle

unità di Asset Liability Management e di Market Risk Management all’interno di ciascuna entità del Gruppo e a livello di

Holding.

Esso avviene a livello di Gruppo e consiste nell’analisi, classificazione e gestione dei cash flow gap per tutte le scadenze

e nella verifica del rispetto dei limiti secondo le metodologie e la frequenza temporale proprie del livello di analisi

(giornaliera per la liquidità a breve e mensile per quella strutturale).

La liquidità a breve è monitorata attraverso una maturity ladder che evidenzia i cash flows con scadenza temporale

giornaliera partendo dall’overnight fino a un anno. La liquidità strutturale è monitorata incorporando, in un’ottica dinamica,

la previsione delle crescite commerciali di impieghi e di raccolta con la clientela. A tale riguardo, viene annualmente

elaborato il piano finanziario di Gruppo attraverso un processo di pianificazione finanziaria coerente con l’elaborazione

degli obiettivi di Budget e i limiti imposti.

Liquidity Stress Test

II liquidity stress test è la tecnica utilizzata per valutare i possibili effetti di un evento specifico e/o della variazione di una

serie di variabili finanziarie sulle condizioni finanziarie di un’istituzione. Il liquidity stress test, essendo un sistema

predittivo, diagnostica il rischio di liquidità di un’istituzione. I risultati dei liquidity stress test sono utilizzati per: 1) valutare

l’adeguatezza dei limiti di liquidità; 2) pianificare e implementare operazioni alternative di raccolta; 3) strutturare o

modificare il profilo di liquidità degli attivi del Gruppo; 4) definire criteri aggiuntivi con l’obiettivo di determinare l’adeguata

struttura e composizione degli attivi del Gruppo; 5) fornire supporto allo sviluppo e all’aggiornamento del liquidity

contingency plan.

Al fine di armonizzare gli stress test eseguiti dai diversi Liquidity Center, il Gruppo ha adottato un approccio di stress test

centralizzato, chiedendo a tutti i Regional Liquidity Center di applicare lo stesso scenario definito in coordinamento con il

CRO di Gruppo, mediante l’attivazione di procedure locali. Gli scenari di liquidity stress fanno riferimento a crisi di mercato

o legate a una singola controparte.

Il Gruppo gestisce non solo scenari di liquidità, ma anche analisi di sensitività che valutano l’impatto della variazione di un

particolare fattore di rischio sulle condizioni finanziarie di un’istituzione, senza identificare la causa scatenante dello

shock, mentre i test di scenario tendono a considerare l’impatto derivante dalla contemporanea variazione di più fattori di

rischio, una volta ben identificato l’evento di stress.

Liquidity Contingency Plan

L’obiettivo del Liquidity Contingency Plan (LCP) è quello di tutelare gli attivi del Gruppo da perdite o da rischi derivanti da

una crisi di liquidità. Qualora si verifichi una vera e propria crisi, il LCP mira ad assicurare un intervento efficace fin dalle

prime fasi di difficoltà, attraverso una chiara identificazione dei soggetti, delle facoltà, delle responsabilità e delle possibili

azioni da intraprendere, al fine di accrescere in misura significativa la probabilità di superare con successo la situazione di

emergenza.

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127

Tavola 12 – Rischio operativo

Informativa qualitativa

UniCredit Group ha ottenuto l’approvazione da parte della Banca d’Italia per l’utilizzo dei metodi avanzati (AMA) per il

calcolo requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi.

L’approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte delle Autorità competenti per un perimetro di società del

Gruppo che al 30 giugno u.s. copre circa il 62% dell’indicatore rilevante (i.e. margine di intermediazione) , ed il piano di

roll out prevede l’estensione di tale metodo a tutte le società rilevanti del Gruppo e si concluderà entro il 2012. Le società

non ancora autorizzate all’utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito patrimoniale consolidato sulla base del

metodo TSA o BIA.

UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale per le entità del Gruppo che

rispettano i requisiti di idoneità per i metodi avanzati (AMA). Il profilo di rischio operativo di UniCredit Group è valutato in

base all’analisi dei dati interni di perdita. I dati esterni (consortili e pubblici) catturano in maniera efficace gli effetti di eventi

estremi che sono generalmente non presenti nei dati interni di perdita. L’inclusione dei dati generati tramite le analisi di

scenario e dell’andamento degli indicatori di rischio forniscono un elemento forward-looking nel modello di calcolo del

capitale a rischio.

Il calcolo viene effettuato utilizzando come classi di rischio le tipologie di evento operativo. Per ogni classe di rischio, la

severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente per arrivare alla distribuzione delle perdite annue tramite

simulazione. In base all’analisi delle perdite interne e alla valutazione degli esperti viene stimata la probabilità di copertura

assicurativa, il limite e la franchigia a livello aggregato e per singolo evento. La possibilità di ottenere recuperi assicurativi

è quindi considerata nella simulazione Montecarlo delle perdite annuali cumulate.

La distribuzione di severità viene stimata su dati interni, dati esterni e dati generati tramite analisi di scenario, mentre la

frequenza è stimata sui soli dati interni. Per ognuna delle classi, si applica una correzione in funzione degli indicatori di

rischio operativo.

La dipendenza stocastica tra le diverse classi di rischio è ottenuta sulla base dei dati interni di perdita.

Le distribuzioni di perdita annua, ottenute per ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite funzioni copula con il

metodo t-Student. Il capitale di rischio è quindi calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un livello di

confidenza del 99,9% a fini regolamentari e ad un livello del 99,97% a fini di capitale economico.

Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle entità, riflettendo l’esposizione e l’efficacia del

processo di gestione dei rischi operativi.

La funzione Rischi Operativi è coinvolta nell’analisi del processo decisionale per le polizze assicurative, supportandolo

con analisi riguardante l’esposizione ai rischi operativi, efficienza delle franchigie e dei limiti di polizza. Permangono

differenze locali anche se una serie di coperture sono state raggruppate a livello delle sub-holding, in base al paese

residente oppure a livello di Gruppo. I rischi più comunemente assicurati sono quelli sugli assets fisici, frode,

responsabilità. Maggiori massimi di polizza sono preferibili al posto di franchigie modeste, anche se interpretazione locale

da parte delle società minori del Gruppo è tollerata.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 128

Tavola 13 – Esposizioni in strumenti dicapitale: informazioni sulle posizioni inclusenel portafoglio bancario

Informativa qualitativa

Descrizione delle tecniche di contabilizzazione e delle metodologie di valutazione

Attività finanziarie disponibili per la vendita

I titoli di capitale contabilizzati tra attività finanziarie disponibili per la vendita sono inizialmente rilevati al fair value, che

normalmente corrisponde al costo dell’operazione comprensivo dei costi e ricavi di transazione direttamente attribuibili

allo strumento stesso ed al netto delle commissioni.

Dette attività sono successivamente valutate al fair value con la rilevazione a conto economico del valore corrispondente

al costo ammortizzato. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair value sono rilevati nella voce 140. “Riserve da

valutazione” del patrimonio netto - ad eccezione delle perdite per riduzione di valore (impairment) che sono esposte alla

voce 80. “Risultato netto dell’attività di negoziazione” - fino a quando l’attività finanziaria non è alienata, momento in cui gli

utili e le perdite cumulati sono iscritti nel conto economico alla voce 100.b) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di

attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Gli strumenti rappresentativi di capitale (titoli azionari) non quotati in un mercato attivo e il cui fair value non può essere

determinato in modo attendibile sono valutati al costo.

Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione di valore (impairment), la perdita

cumulata, che è stata rilevata direttamente nella voce 140. del patrimonio netto “Riserve da valutazione”, viene trasferita a

conto economico alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento”.

L’importo trasferito è pari alla differenza tra il valore di carico (costo di acquisizione al netto delle eventuali perdite per

riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto economico) e il fair value corrente.

Le perdite per riduzione di valore di titoli azionari, rilevate a conto economico, non sono successivamente ripristinate con

effetto a conto economico ma a patrimonio netto, anche qualora non sussistano più le motivazioni che hanno condotto ad

appostare la svalutazione.

Attività finanziarie valutate al fair value

I titoli di capitale ricompresi nel portafoglio delle attività finanziarie hanno un trattamento contabile analogo a quello delle

“Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, con registrazione però dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla

voce 110. “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.

In questo portafoglio non possono essere contabilizzati degli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale per i quali

non siano rilevabili prezzi in mercati attivi ed il cui fair value non sia determinabile in modo attendibile; • degli strumenti

derivati.

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(migliaia di €)

Portafoglio bancario: esposizioni per cassa in titoli di capitale e O.I.C.R.

Valore di mercato

Quotati Non quotati Quotati Non quotati Quotati Uitili Perdite Plusvalenze Minusvalenze Plusvalenze Minusvalenze

A. Titoli di capitale

A.1 Azioni 695.064 2.002.374 677.613 1.824.212 677.613 25.623 -219 15.316 -586 1.582.481 -1.624.343

A.2 Strumenti innovativi di capitale 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

A.3 Altri titoli di capitale 155 1.158.039 155 1.229.692 155 13.325 -103 483 -1.093 0 0

B. O.I.C.R.

B.1 Di diritto italiano 27.310 228.371 27.310 228.371 27.310 0 0 3.230 -1.408 0 0

- armonizzati aperti 2.348 0 2.348 0 2.348 0 0 0 -158 0 0

- non armonizzati aperti 0 2.107 0 2.107 0 0 0 0 0 0 0

- chiusi 24.962 201.770 24.962 201.770 24.962 0 0 2.723 -1.250 0 0

- riservati 0 6.415 0 6.415 0 0 0 0 0 0 0

- speculativi 0 18.079 0 18.079 0 0 0 507 0 0 0

B.2 Di altri Stati UE 363.098 2.017.244 363.092 2.017.299 363.092 2.144 -1.366 3.385 -1.032 0 0

- armonizzati 319.175 73.188 319.169 73.243 319.169 830 -1.366 2.972 -903 0 0

- non armonizzati aperti 43.923 1.887.542 43.923 1.887.542 43.923 1.314 0 413 -129 0 0

- non armonizzati chiusi 0 56.514 0 56.514 0 0 0 0 0 0 0

B.3 Di Stati non UE 61.424 224.524 61.424 222.409 61.424 86 -85 1.029 -2.455 0 0

- aperti 61.078 224.524 61.078 222.409 61.078 86 -85 1.029 -2.455 0 0

- chiusi 346 0 346 0 346 0 0 0 0 0 0

Totale 1.147.051 5.630.552 1.129.594 5.521.983 1.129.594 41.178 -1.773 23.443 -6.574 1.582.481 -1.624.343

Voci

Consistenze al 30/06/2008

Valori di bilancio Fair value Uitili/Perdite realizzatePlusvalenze/Minusvalenze non

realizzate

Plusvalenze/minusvalenze non

realizzate incluse nel Patrimonio di

Base/Supplementare

CategorieValori di bilancio al

30/06/2008

Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente diversificata 3.035.850

Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 423.058

Altri strumenti di capitale 3.318.688

Totale Strumenti di capitale 6.777.603

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 130

Tavola 14 – Rischio di tasso di interessesulle posizioni incluse nel portafogliobancario

Informativa qualitativa

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio bancario

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso diinteresse

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono:

sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow risk);

sul valore attuale netto di attività e passività, influenzando il valore attuale dei cash flow futuri (fair value risk).

Il Gruppo misura e monitora tale rischio su base giornaliera, nell’ambito della propria policy di rischio di tasso sul

portafoglio bancario, che definisce metodologie, limiti o soglie di attenzione della sensitivity al margine di interesse e del

valore economico del Gruppo.

Il rischio di tasso di interesse riguarda tutte le posizioni di proprietà rivenienti dall’operatività commerciale e dalle scelte di

investimento strategiche (portafoglio bancario).

Le fonti principali del rischio di tasso si possono classificare come segue:

repricing risk – rischio derivante da mismatch temporali di scadenza e dalla rideterminazione del valore di

attività e passività della banca; i principali aspetti che caratterizzano tale tipologia di rischio sono:

- yield curve risk – rischio derivante dall’esposizione delle posizioni della banca a variazioni

dell’inclinazione e della forma della curva dei rendimenti;

- basis risk – rischio derivante dall’imperfetta correlazione delle variazioni dei tassi di interesse attivi e

passivi di diversi strumenti che possono anche presentare caratteristiche simili di repricing;

optionality risk – rischio derivante da opzioni implicite o esplicite presenti nel portafoglio bancario del Gruppo.

All’interno del contesto organizzativo già descritto, sono stati stabiliti dei limiti che riflettono una propensione al rischio in

linea con le linee guida strategiche fissate dal Consiglio di Amministrazione. Tali limiti sono definiti in termini di VaR,

Sensitivity o Gap Repricing per le diverse banche/società del Gruppo in relazione al loro specifico livello di complessità

operativa. Ciascuna banca/società del Gruppo si assume la responsabilità di gestire l’esposizione al rischio di tasso entro

i limiti assegnati. A tale fine vengono poste in essere operazioni di copertura specifica e generica.

A livello consolidato l’unità di Asset Liability Management della Capogruppo provvede:

ad effettuare un’analisi di sensitività finalizzata alla misurazione di eventuali variazioni del valore del patrimonio

netto sulla base di shock paralleli dei livelli dei tassi su tutti i bucket temporali della curva;

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ad effettuare, attraverso una static gap analysis (assumendo cioè che le posizioni siano costanti nel corso del

periodo), una simulazione dell’impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso, considerando differenti

ipotesi sull’elasticità delle poste a vista;

ad effettuare analisi sul margine di interesse, ricorrendo a simulazioni dinamiche di shock dei livelli dei tassi di

mercato;

allo sviluppo di metodologie e modelli per una migliore rappresentazione del rischio di tasso di interesse sulle

poste prive di scadenza contrattuale (poste a vista) o con possibilità di rimborso anticipato.

La funzione Market Risk Management, in coordinamento con la funzione ALM di Gruppo e con la Tesoreria, definisce i

limiti di rischio di tasso attraverso la metodologia VaR e ne verifica giornalmente il rispetto.

Attività di copertura del fair value

Le strategie di copertura finalizzate al rispetto dei limiti di rischio del tasso di interesse per il portafoglio bancario vengono

attuate ricorrendo a contratti derivati, sia quotati che non quotati – questi ultimi, tipicamente interest rate swap,

rappresentano la famiglia di strumenti prevalentemente utilizzata.

Le coperture adottate sono normalmente di tipo generico, ovvero connesse a disponibilità monetarie contenute in

portafogli di attività o passività. In talune circostanze si riconoscono gli effetti di coperture contabili specifiche connesse a

titoli in circolazione o singole attività finanziarie (in particolare laddove classificate tra le attività disponibili per la vendita).

Attività di copertura dei flussi finanziari

In alcuni casi si ricorre anche a strategie di copertura dei flussi finanziari in alternativa a quelle di copertura del fair value

al fine di stabilizzare i risultati di conto economico nell’esercizio in corso e in quelli successivi. In genere si ricorre a

strategie di copertura generica, che nella maggir parte dei casi si riferiscono al rischio di tasso di interesse per la

componente “a vista” delle attività finanziarie.

In conformità alla normativa italiana di vigilanza (Circolare Banca d’Italia 263 del 2006, Titolo IV, Tavola 14 – b), UniCredit

Group segnala l’impatto sul portafoglio bancario di uno shock inatteso dei tassi di interesse (verso l’alto o verso il basso),

ripartito per le principali valute, nel rispetto della strategia e delle ipotesi formulate dal management.

Al 30 giugno 2008(milioni di €)

-150pb +200pbTotale 775 -1.042

AUD 2 -2CHF -19 25CZK -4 5EUR 324 -440GBP -13 17HRK 24 -31HUF 8 -11JPY -1 1PLN 238 -317RON 5 -7RUB 2 -3SKK -3 3TRY 26 -35USD 180 -240Altri 5 -7

Stress Test sul rischio di tasso di interesse a

livello di Gruppo

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 30 GIUGNO 2008 132

Glossario / Abbreviazioni

ABCP Commercial paper garantita da attività (Asset-backed commercial paper)

ABS Titoli garantiti da attività (Asset-Backed Securities)

AMA (Advanced Measurement Approach), applicando questa metodologia l’ammontare del requisito di rischio

operativo è determinato per mezzo di modelli di calcolo basati su dati di perdita operativa ed altri elementi di

valutazione raccolti ed elaborati dalla banca. Soglie di accesso e specifici requisiti di idoneità sono previsti per

l’utilizzo dei metodi Standardizzato e Avanzati. Per i sistemi AMA i requisiti riguardano, oltre che il sistema di

gestione, anche quello di misurazione

BMS Banca multilaterale di sviluppo

CRD Capital Requirement Directive, direttive UE n. 2006/48 e 2006/49, recepite dalla Banca d’Italia con sua circolare

n. 364/2006 del 27 dicembre 2006

CRM Attenuazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation)

EAD Esposizione al momento dell’inadempienza (Exposure at default)

ECA Agenzia per il credito all’esportazione (Export credit agency)

ECAI Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito (External credit assessment institution)

EL Perdite attese (Expected losses)

FCC Fattore di conversione del credito

IAA Metodo della valutazione interna (Internal assessment approach)

ICAAP La disciplina del “Secondo Pilastro” (Titolo III) richiede alle banche di dotarsi di processi e strumenti (Internal

Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a

fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi da quelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo

(“Primo Pilastro”), nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle

strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento

IMA Metodo dei modelli interni (Internal models approach), Rischi di mercato

IRB Sistema basato sui rating interni (Internal ratings-based approach)

LGD Perdita in caso di inadempienza (Loss given default)

M Scadenza effettiva (Effective maturity)

OICR Organismi di investimento collettivo del risparmio

OICVM Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari

OTC Over-the-counter

PD Probabilità di inadempienza (Probability of default)

PMI Piccole e medie imprese

RBA Metodo basato sui rating (Ratings-based approach)

RUF Revolving underwriting facility

SF Formula regolamentare (Supervisory formula)

SL Credito specializzato (Specialised lending)

SPV Società veicolo (Special Purpose Vehicle)

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SREP All’Autorità di vigilanza spetta, invece, il compito di riesaminare l’ICAAP, verificarne la coerenza dei risultati,

formulare un giudizio complessivo sulla banca e attivare, ove necessario, le opportune misure correttive

(Supervisory Review and Evaluation Process, SREP). Tale processo si svolge attraverso il confronto con gli

intermediari e l’utilizzo del sistema di analisi e di valutazione dei soggetti vigilati adottato dall’Autorità di

Vigilanza. Il confronto tra Vigilanza e banche consente alla prima di acquisire una conoscenza più approfondita

del processo ICAAP e delle ipotesi metodologiche ad esso sottostanti, agli intermediari di illustrare le

motivazioni a sostegno delle proprie valutazioni in tema di adeguatezza patrimoniale. L’Autorità di vigilanza, ove

necessario, adotta le opportune misure correttive, di carattere organizzativo e patrimoniale, individuando tra i

vari strumenti a disposizione quelli più appropriati in relazione al caso specifico

UL Perdite inattese (Unexpected losses)

VaR Valore a rischio (Value at risk)