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N Editore: Agenzia CreativaMente Direttore Responsabile: Diego Bianchi Redazione, progetto grafico, impaginazione e pubblici- tà: Agenzia CreativaMente, via Pirandello 20 - Casteggio; tel. 0383.804175; fax 0383.803007; [email protected] Stampa: Tipografia Maserati di Piacenza Iscritto al n° 175 del Registro Periodici del Tribunale di Voghera in data 19.07.2007 Hanno colla- borato: Alessandra Calvani, Elisabetta Faggioli, Melania Ricotti, Riccardo Vicini, Rosita Viola Il Consiglio Nazionale ha ritenuto di trovare a Porana quei caratteri del territorio lombardo, ma soprattutto di un piccolo borgo incontaminato che conserva ancora i caratteri rurali e culturali e le tradizioni del nostro terri- torio. Quindi, a giusta ragione, Porana è da oggi parte di questa rete dei Borghi più Belli d'Italia, un sistema che si appresta a diventare non solo sullo scenario nazionale, ma anche europeo e internazionale, un esempio di eccellenza in cui ritrova- re, proprio in questi piccoli comuni, i caratteri della nostra storia, della nostra cultura italiana, che è cono- sciuta in tutto il mondo. La provincia di Pavia ha la fortuna di avere ancora tantissimi piccoli borghi ben conservati. Abbiamo Fortunago, Zavattarello, il castello di Oramala ed altri che possono avere le stesse caratteristiche. L'Oltrepò è un territo- rio che comunque mantiene integre le sue caratteristiche, l'armonia sociale, territoriale e ambientale. C'è un turismo comunque che è molto vivace attorno a questi Borghi: si pensi che la guida, che è arrivata alla quinta edizione, ha raggiunto il mezzo milione di copie vendute in edicola e sul sito www.borghitalia.it abbiamo avuto 12 milioni di contatti da tutto il mondo. Ad inizio Settembre si è tenuto a Castiglione del Lago il Festival nazionale dei Borghi a cui han preso parte anche stand di giapponesi, cinesi, belgi e francesi. Questo fa capire che la dimensione sta prendendo quota e sta facendo prendere quota anche ai nostri piccoli paesi. E devo dire che questo è un ottimo sistema per farli conoscere e farli apprezzare: credo che in futuro in molti vorranno conoscerli meglio, amarli e soprattut- to aiutarli a vivere. Il saluto ai Borghi Pierachille Lanfranchi Coordinatore Lombardo N on è il solito turismo di massa, ma è una realtà in crescita, fatta di cittadini che hanno a cuore tante piccole località sparse su e già per lo stivale, che vogliono conserva- re intatte le tradizioni, tutelare il pro- prio territorio dal deturpamento urba- no. Nel club dei Borghi più Belli d'Italia ora entra anche la piccola comunità di Porana di Pizzale: per l'occasione Agenzia CreativaMente, che da tempo dedica spazio alla valorizzazione del ricco patrimonio storico, artistico, culturale ed enoga- stronomico della provincia di Pavia e di quelle limitrofe (www.agenziacrea- tivamente.it), amplia i suoi orizzonti ed abbraccia i borghi lombardi. E' solo l'inizio di un lungo dialogo che vorremmo estendere a tutti i borghi d'Italia, nella consapevolezza che ComuniChiamo possa davvero diventare la voce di questi autentici gioiellini del nostro paese, da portare alla ribalta facendo conoscere le loro sagre, i loro stili di vita, personag- gi e prodotti tipici. Proprio come fac- ciamo da anni con il borgo di Porana, curandone comunicazione ed immagine, valorizzando l'associa- zione Porana Eventi e tutte le manife- stazioni ad essa legate, compresi concorsi di fama internazionale come Porana Lirica o Giovani Talenti. Una associazione che può contare su 140 soci, alcuni di fama mondiale, come il baritono pavese Ambrogio Maestri. E tra questi soci c'è anche il sindaco di Pizzale Sabina Rossi, uno dei primi cittadini più giovani d'Italia, fa parte anche della consulta giova- nile dell'ANCI: "Sono molto felice di aver raggiunto questo traguardo; ora speriamo, in vista dell'Expo 2015, di riuscire a rientrare tra i borghi che saranno beneficiari di contributi parti- colari e di tante iniziative per la pro- mozione del nostro territorio - che è l'Oltrepò Pavese - e speriamo anche di riuscire a rilanciare Porana e Pizzale. E' un'iniziativa di cui siamo sicuramente orgogliosi perché c'è stato un grande lavoro dietro, che ha portato ad un traguardo elitario: siamo entrati a far parte di una rete di eccellenza, non sarà una cosa che ci sconvolgerà, ma che ci conferirà un pregio in più rispetto agli altri. Sono convinta che la promozione tra i Borghi più Belli d'Italia ci aiuterà ancora di più verso la tutela del nostro paesaggio e del territorio". Territori da valorizzare insieme

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Editore: Agenzia CreativaMente Direttore Responsabile: Diego Bianchi Redazione, progetto grafico, impaginazione e pubblici-tà: Agenzia CreativaMente, via Pirandello 20 - Casteggio; tel. 0383.804175; fax 0383.803007; [email protected] Stampa:Tipografia Maserati di Piacenza Iscritto al n° 175 del Registro Periodici del Tribunale di Voghera in data 19.07.2007 Hanno colla-borato: Alessandra Calvani, Elisabetta Faggioli, Melania Ricotti, RiccardoVicini, Rosita Viola

Il Consiglio Nazionale ha ritenuto ditrovare a Porana quei caratteri delterritorio lombardo, ma soprattutto diun piccolo borgo incontaminato checonserva ancora i caratteri rurali eculturali e le tradizioni del nostro terri-torio. Quindi, a giusta ragione,Porana è da oggi parte di questarete dei Borghi più Belli d'Italia, unsistema che si appresta a diventarenon solo sullo scenario nazionale, maanche europeo e internazionale, unesempio di eccellenza in cui ritrova-re, proprio in questi piccoli comuni, icaratteri della nostra storia, dellanostra cultura italiana, che è cono-sciuta in tutto il mondo. La provincia di Pavia ha la fortuna diavere ancora tantissimi piccoli borghiben conservati. Abbiamo Fortunago,Zavattarello, il castello di Oramalaed altri che possono avere le stessecaratteristiche. L'Oltrepò è un territo-rio che comunque mantiene integrele sue caratteristiche, l'armoniasociale, territoriale e ambientale.C'è un turismo comunque che èmolto vivace attorno a questi Borghi:si pensi che la guida, che è arrivataalla quinta edizione, ha raggiunto ilmezzo milione di copie vendute inedicola e sul sito www.borghitalia.itabbiamo avuto 12 milioni di contattida tutto il mondo. Ad inizioSettembre si è tenuto a Castiglionedel Lago il Festival nazionale deiBorghi a cui han preso parte anchestand di giapponesi, cinesi, belgi efrancesi. Questo fa capire che ladimensione sta prendendo quota esta facendo prendere quota ancheai nostri piccoli paesi. E devo direche questo è un ottimo sistema perfarli conoscere e farli apprezzare:credo che in futuro in molti vorrannoconoscerli meglio, amarli e soprattut-to aiutarli a vivere.

IIll ssaalluuttoo aaii BBoorrgghhii

PierachilleLanfranchiCoordinatore Lombardo

Non è il solito turismodi massa, ma è unarealtà in crescita,fatta di cittadini chehanno a cuore

tante piccole località sparse su e giàper lo stivale, che vogliono conserva-re intatte le tradizioni, tutelare il pro-prio territorio dal deturpamento urba-no. Nel club dei Borghi più Bellid'Italia ora entra anche la piccolacomunità di Porana di Pizzale: perl'occasione Agenzia CreativaMente,che da tempo dedica spazio allavalorizzazione del ricco patrimoniostorico, artistico, culturale ed enoga-stronomico della provincia di Pavia edi quelle limitrofe (www.agenziacrea-tivamente.it), amplia i suoi orizzontied abbraccia i borghi lombardi. E'solo l'inizio di un lungo dialogo chevorremmo estendere a tutti i borghid'Italia, nella consapevolezza cheComuniChiamo possa davverodiventare la voce di questi autenticigioiellini del nostro paese, da portarealla ribalta facendo conoscere leloro sagre, i loro stili di vita, personag-gi e prodotti tipici. Proprio come fac-ciamo da anni con il borgo diPorana, curandone comunicazioneed immagine, valorizzando l'associa-

zione Porana Eventi e tutte le manife-stazioni ad essa legate, compresiconcorsi di fama internazionalecome Porana Lirica o Giovani Talenti.Una associazione che può contare su140 soci, alcuni di fama mondiale,come il baritono pavese AmbrogioMaestri. E tra questi soci c'è anche ilsindaco di Pizzale Sabina Rossi, unodei primi cittadini più giovani d'Italia,fa parte anche della consulta giova-nile dell'ANCI: "Sono molto felice diaver raggiunto questo traguardo; orasperiamo, in vista dell'Expo 2015, diriuscire a rientrare tra i borghi chesaranno beneficiari di contributi parti-colari e di tante iniziative per la pro-mozione del nostro territorio - che èl'Oltrepò Pavese - e speriamo anchedi riuscire a rilanciare Porana ePizzale. E' un'iniziativa di cui siamosicuramente orgogliosi perché c'èstato un grande lavoro dietro, che haportato ad un traguardo elitario:siamo entrati a far parte di una retedi eccellenza, non sarà una cosa checi sconvolgerà, ma che ci conferiràun pregio in più rispetto agli altri. Sonoconvinta che la promozione tra iBorghi più Belli d'Italia ci aiuteràancora di più verso la tutela delnostro paesaggio e del territorio".

Territori da valorizzare insieme

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Il Club de I Borghi più Bellid'Italia è nato nel Marzo2001, su impulso dellaConsulta del Turismodell' Associazione dei

Comuni Italiani (ANCI). Una iniziativache, come spiega il presidenteFiorello Primi, "è sorta dall'esigenzadi valorizzare il grande patrimonio distoria, arte, cultura, ambiente e tra-dizioni presente nei piccoli centri ita-liani, per la maggior parte emargi-nati dai flussi dei visitatori e dei turisti.Sono infatti centinaia i piccoli borghid'Italia che rischiano lo spopola-mento ed il conseguente degradoa causa di una situazione di margi-nalità rispetto agli interessi economi-

Per tutti coloro chedesiderano vivereancora più intensa-mente i Borghi più Bellid'Italia, approfittando

di svariate offerte di carattereeconomico e di prezzi vantaggiosi,arriva la "Borghi Card" , rilasciatadirettamente dal Club dopo avercompilato un apposito modulo,all'indirizzo internet www.borghi-card.it. Si tratta di una tesseraannuale che, al costo di 25 euro,permette di usufruire di sconti pres-so i negozi, le botteghe e tutte leattività ricettive dei Borghi più Bellid'Italia. Le riduzioni riguardano, inparticolare, gli esercizi commercia-li convenzionati, i servizi pubblicidei Borghi e la visita ai rispettivimonumenti e beni culturali; inaggiunta, grazie alla "Borghi Card",è possibile ricevere la Guida, ilCatalogo degli esercenti conven-zionati, messaggi promozionali dalClub, informazioni, news e l'elencodei nuovi commercianti aderenti.Ma i vantaggi della "Borghi Card"non si fermano qui: gli associatipossono contare anche su unaserie di convenzioni a livello nazio-nale con grandi realtà legate aisettori del turismo e dei viaggi,come la compagnia aerea AirOne (sconto del 5% su tutte le clas-

si disponibili alm o m e n t odella prenota-zione) ed Hertz,per il noleggio dia u t o v e i c o l i(sconti dal 5 al10% sui prezzi dilistino). Ovviamenteanche gli esercenti che intendonoaffiliarsi alla "Borghi Card" avrannodiritto ad una serie di offerte van-taggiose. Tra le altre, la vetrofania"Accetta Borghi Card" da apporrenell'esercizio; la segnalazione sulsito internet del Club di tutti i dati ei recapiti dell'attività; una paginaweb dedicata che può essereaggiornata autonomamente suwww.borghitalia.it e www.borghi-card.it; la segnalazione con il logo"Accetta Borghi Card" sulla Guidadei Borghi; il pacchetto BorghiCard + Guida ad un prezzo scon-tato; un lotto di Guide ai Borghi aprezzo scontato; sconti su tutti i ser-vizi di visibilità sui siti www.borghita-lia.it e www.borghicard.it . Peraderire, anche in questo caso, èsufficiente compilare il form pre-sente all'indirizzo internet www.bor-ghicard.it, inserendo tutti i propridati, compreso lo sconto (in per-centuale) che si intende applicareai possessori della Card.

Ai Borghi più Bellid'Italia è stata dedi-cata una Guida,suddivisa in quattroparti: nella prima,

contraddistinta da una bandacolorata verticale a destra nellapagina iniziale di ciascun borgo,sono riportate le notizie di"accesso", ossia i dati generalidel Comune. Nella secondaparte, invece, chiamata "Lo spi-rito del luogo", viene delineatoun ritratto del borgo a partire daciò che più gli appartiene e locaratterizza: la descrizione deltoponimo e l'illustrazione dellostemma; le date più significativedella sua storia, quasi sempremillenaria; il "genius loci", cioèl'essenza più intima del luogo; ilracconto di coloro che lo hannovissuto ed amato o il personag-gio che più di ogni altro halasciato la propria impronta nelborgo. La terza parte, intitolata"Da vedere", descrive quindi inmodo sintetico le bellezze archi-tettoniche più significative all'in-terno del borgo e nelle imme-diate vicinanze: chiese, rocche,palazzi, strade, piazze e panora-mi. Infine la quarta parte, daltitolo "Piaceri e sapori", cerca diidentificare quanto di "bello ebuono" c'è nel borgo, dal pro-dotto al piatto tipico. E ancora:gli eventi principali, i musei etutto ciò che bisognerebbeconoscere prima di dedicarsiagli acquisti o alla gastronomia.Le stesse notizie si trovanoanche sul sito www.borghitalia.it

ci che gravitano intorno al movi-mento turistico e commerciale". "Per essere ammessi al nostro Club -prosegue Primi - occorre risponderead una serie di requisiti di caratterestrutturale, come l'armonia architet-tonica del tessuto urbano e la quali-tà del patrimonio edilizio pubblico eprivato, oltre che di tipo generale,legati alla vivibilità del borgo in ter-mini di attività e di servizi al cittadino.E' necessario poi impegnarsi permigliorare continuamente quellecaratteristiche, in quanto l'ingressonel Club non ne garantisce la per-manenza se non viene riscontratauna volontà, attraverso azioni con-crete, di accrescerne le qualità".

LLaa GGuuiiddaa aaii BBoorrgghhii

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NNel cuore dell'OltrepòPavese, a pochi chilome-tri da Voghera, sorgePorana, piccola frazionedel Comune di Pizzale.

Un borgo il cui nome compare per la primavolta il 13 Giugno 1218 in un documentoscritto degli estimi del contado pavese. Piùincerta, invece, l'origine del termine"Porana" che, secondo un'ipotesi, risultereb-be dall'unione di "Po" (il Grande Fiume) e"rana", termine onomatopeico che derivadal gotico ran ed indica lo scorrere delleacque. Una seconda teoria farebbe inveceriferimento alla scarsità di rane presenti sulterritorio, in contrapposizione al confinantecomune di Lungavilla, anticamente notocome "Calcababbio", in cui invece erano par-ticolarmente abbondanti i rospi (in dialetto"babi"). Arrivando a Porana non si può non

notare la Chiesa Parrocchiale, dedicata aSan Crispino, Vescovo di Pavia, eloquenteesempio dello stile neogotico lombardo. Lafacciata è suddivisa in tre scomparti da duelesene: nel settore centrale vi è il portaled'accesso, sopra il quale è stata posta, nelPrimo Dopoguerra, una lapide marmorea aforma di pergamena in memoria dei pora-nesi caduti in guerra. L'interno della chiesadi San Crispino è maestoso e ricorda lo stilebasilicale, con archi gotici e volte a crocierasapientemente decorati; degno di nota è ilpulpito, completamente ligneo, che permet-te di accedere alla sacrestia tramite unascaletta. Proprio di fianco alla Chiesa sorgeVilla Meroni, immersa in un grande parco diquerce e ippocastani secolari e provvista diun bel giardino all'italiana. Risotto con ipeperoni, trippa, ragò e torta di zucche, ipiatti tipici del territorio.

Un giro in bicicletta tra lecascine ormai disabitateche costellano la campa-gna, immersi in un silenziod'altri tempi, interrotto solo

dall'eco lontano del rumore dei trattori; unapasseggiata lungo i sentieri tra i campi digrano accarezzati dal vento che porta i pro-fumi di un mondo ormai quasi dimenticato;una sosta alle vecchie case coloniche, conla stalle e il granaio che ancora risuona dellegrida dei bambini che andavano a prendereil latte appena munto. E, di fronte all'aia

grande, lo sguardo viene catturato dallachiesa e dalla villa, che appaiono inatteseed improvvise, quasi scivolate di soppiattoad interrompere la monotonia del paesaggiocampestre. Per mantenere vive questeatmosfere da ormai diversi anni si è costi-tuita l'Associazione Porana Eventi, con loscopo di organizzare manifestazioni utili nonsolo a valorizzare il territorio, ma anche araccogliere fondi indispensabili al restaurodella chiesa e fare solidarietà. Qui si dannoappuntamento tutto l’anno appassionati dimusica ed estimatori della buona tavola.

P O R A N A - P V

Un locale elegante, moderno,aperto tutti i giorni dalle 6 del matti-no alle 2 di notte. La Caffetteriadella Piazza è stata inaugurata direcente, proprio di fronte alMunicipio di Pizzale, e può contaresu un ambiente climatizzato, dotatodi ampie vetrate, saletta fumatori,schermi al plasma con collegamen-to a Sky per seguire in diretta i gran-di eventi sportivi. Ma c’è anchel’angolo gelateria e pasticceria arti-gianale, la paninoteca e la stuzzi-cheria, con happy hour tutte le seredalle 18 alle 21, aperitivi ed ampiobuffet.

Via Ferraris 29 - PIZZALE (PV)Tel. 0383.364752Chiuso il Martedì pomeriggio

caffetteria della piazza

La Chiesa è visitabile previa tele-fonata (0383.76936); la villa ed ilparco, esendo privati, sono aper-ti al pubblico solo in occasione diparticolari avvenimenti.Info: www.porana.it; 0383.804175;0383.364775 (Comune di Pizzale)

INFORMAZIONI

0385.950006 (sede di Verrua Po)www.lazootecnica.com

I Concorsi Porana Lirica e GiovaniTalenti portano il nome della picco-la frazione di Pizzale in tutto ilmondo. E questo grazie anche alsostegno che arriva ogni anno daZootecnica Group S.p.A., che com-mercializza e distribuisce farmaciveterinari e prodotti affini negli alle-vamenti, negli ambulatori e clinicheveterinarie, nelle farmacie e ai gros-sisti. La distribuzione investe anchel'alimentazione e gli accessori peranimali da compagnia. Quattro i siticommerciali: Verrua Po (PV), qualifi-cato per prodotti per allevatori, SanDonato Milanese, Corbetta (MI) eFiesco (CR); le sedi sono supportateda un petshop a Stradella (PV).

la zootecnica

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F O R T U N A G O - P VA

Fortunago meritano anzi-tutto una visita i due princi-pali edifici, entrambi nellapiazza del paese: il palazzo

municipale e la Chiesa di SanGiorgio, risalente alla secondametà del Cinquecento e che sicaratterizza per il vistoso campanileromanico, ai piedi di un'alturaboscosa. Tra gli elementi più signifi-cativi dell’edificio sacro, due porti-chetti: quello antistante l'ingressodella facciata principale risale al1600 e riporta, sopra il portale, unalunetta affrescata che rappresenta"L'Annunciazione"; l'altro, invece, inprossimità del campanile, conservastralci di affreschi raffiguranti una"Madonna in trono", risalente al XVsecolo. L'interno della Chiesa, a trenavate, si contraddistingue per lapresenza di pregevoli suppellettilisacre e per una pala d'altare moltoben lavorata.Sulla piazzetta all'ingresso delpaese, invece, si trova l'Oratoriosecentesco di S. Antonio Abate.Ma è soprattutto il centro delborgo, con le tipiche case basse inpietra locale e in cotto, a rappre-sentare la vera "perla" di Fortunago.Nei dintorni, poi, in particolare allefrazioni Costa Cavalieri, VillaCavalieri e Ponticelli, sono presentitracce di edifici tipicamente medie-vali, mentre a Sant'Eusebio si trovaun piccolo edificio di culto dell'e-poca, che, purtroppo, a causa deisuccessivi restauri, non conserva piùl'aspetto originario. Tra le altrenumerose frazioni del territorio diFortunago sono da ricordare ancheCappelletta, che giace in fondo aduna fresca e tranquilla vallata, insie-me a Gravanago, Casareggio e LaBoatta, ricche di agriturismi e divigneti. Da non perdere, infine, ilParco locale, collocato su un alto-piano a circa 600 metri .

Lungo l’Oltrepò Pavese col-linare, all'incrocio di diver-si torrenti che scorronolungo le valli Schizzola,Ghiaia di Montalto e

Ardivestra, si trova Fortunago. Un borgopopolato sin dall'antichità, visto che i primiinsediamenti sono attribuiti addirittura aiCelti, che invasero la Pianura Padana e lazona degli Appennini tra il VI ed il III secoloa.C. Le sue origini, per così dire "straniere",si rivelano già a partire dal nome:Fortunacus ha desinenza -aco, che è con-trazione di "mag", a significare "casa pressoun'acqua": il paese ospita infatti una sor-gente di acqua minerale naturale e anche"frizzante" che fu fatta scaturire da SanPonzo, rifugiatosi proprio qui durante le per-secuzioni cristiane. Secondo altri, invece,Fortunago deve il proprio nome alla presen-za di un tempio pagano dedicato alla deaFortuna. Nel 950 il paese entra a far partedel Comitato di Tortona, sottoposto a ObertoI, marchese della Liguria Orientale e ante-nato del nobile casato dei Malaspina, a cuiFortunago venne successivamente riasse-gnato da Federico Barbarossa nel 1164. Ilpaese fu poi al centro degli scontri fra iVisconti e i Marchesi del Monferrato, dove iprimi ebbero la meglio. In epoca sforzesca ilborgo, che nel 1362 era stato acquistato daLuchino dal Verme durante un'asta, fu asse-gnato a Gerolamo Riario, signore di Forlì e

Imola, fino al 1546, quando venne nuova-mente venduto ai Malaspina, rimanendovisino all'estinzione del feudalesimo. Il titolo di"Borgo più bello d'Italia", Fortunago lo deveall' "attento e funzionale recupero delleatmosfere del passato". Il paese infatti sicaratterizza per la presenza di elementiarchitettonici e paesaggistici che rimandanoad un mondo antico, ormai non più esisten-te, ma che, recandosi in paese, è possibilerivivere: dalle facciate delle costruzioni inpietra a vista ai serramenti ed alle panchinedi legno in tinta naturale, passando per lapavimentazione in mattonelle di porfido, l'il-luminazione soffusa e i cestini in ghisa, oltreall'estrema cura nel verde pubblico. Iltempo, dunque, a Fortunago, sembra esser-si fermato, sotto tutti i punti di vista: anchela cucina sa di tradizione, con i classici mal-fatti, il piatto tipico della zona, preparati conerbette, pane grattugiato, formaggi e uova;da provare anche il brasato in umido, aro-matizzato con spezie e vino Bonarda. Il pro-dotto "simbolo" è invece rappresentato dalsalame di Varzi, tutelato dal marchio D.O.P.

Pro Loco: 0383.875213, ore 8.30-14www.prolocodifortunago.itwww.fortunagoinarte.it

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ZZAVAT TAR E L LO - P V

Zavattarello si trova arrocca-to nell'Oltrepò Pavese mon-tano, in corrispondenzadell'Alta Val Tidone, dovel'Appennino Ligure digrada

verso il Po. Il nome deriva dal latino volgare"savattarellum", che, letteralmente, significa"luogo dove si confezionano le savatte o cia-batte", per indicare una delle attività econo-miche prevalenti nel passato in paese, doveesistevano appunto numerose botteghe diciabattini. Ci troviamo di fronte ad uno deiluoghi forse più ricchi di storia dell'intero ter-ritorio della provincia di Pavia, per i numero-si scontri armati che lo hanno coinvolto nel-l'antichità, tutti legati al Castello, attorno alquale si sviluppò il borgo già a partire dallaseconda metà del XIII secolo. Ma"Zavattarellum" appare citato molto tempoprima: alcuni documenti di Ottone I, risalen-ti al 971-72, ne testimoniano l'infeudazioneal monastero di Bobbio, importante centrodi vita religiosa e culturale, dotato di uno deipiù cospicui patrimoni immobiliari deltempo. Tutto questo sino al 1169, quando,dopo essere stato lungamente conteso traPavia e Piacenza, il paese cadde in mano aquest'ultima. Nel 1264, poi, il vescovo diBobbio infeudò Zavattarello al nobile pia-

centino Ubertino de' Landi, che elesse ilCastello a sua dimora rendendolo inespu-gnabile, ma, al contempo, diventò il terroredella regione a causa delle continue razzienei paesi e castelli vicini. Nel 1327Zavattarello passò quindi a Manfredo Landi,cui rimase legato sino al 1385, quando ilvescovo di Bobbio cedette la rocca a JacopoDal Verme, famoso capitano di ventura. Lafamiglia riuscì a mantenere il controllo sulfeudo quasi ininterrottamente: nel 1975donò al Comune il Castello, gravementedanneggiato da un incendio nel 1944; l'o-pera di restauro conservativo della rocca,uno dei "simboli" del paese, ha preso il vianel 1987. Dal punto di vista dei prodotti tipi-ci della zona, non può mancare un assaggioal salame crudo ed alla pancetta di maialenostrani, così come al gustoso risotto ai fun-ghi porcini, ai ravioli di brasato e, in partico-lare durante la stagione invernale, allapolenta con selvaggina.

Se si ha occasione di raggiungereZavattarello, non si può non visi-tare il Castello, interamente

costruito in pietra, con uno spessoremurario di oltre quattro metri e carat-terizzato da una forma irregolare.Insieme alla Chiesa di San Paolodomina maestoso le colline sotto cuiscorrono i torrenti Morcione e Tidonee dai suoi terrazzi e dalla torre si puògodere di un panorama mozzafiatosul territorio circostante. Oltre al ricet-to fortificato, le scuderie e gli spalti, èancora visibile nel cortile interno, acui si accede da un alto ponte leva-toio, un caratteristico pozzo.Secondo alcune leggende locali ilmaniero risulta collegato alle roccheed ai castelli vicini di MontaltoPavese, Romagnese, Valverde ePietragavina attraverso cunicolinascosti nei sotterranei, mentre all'in-terno, insieme alle sue 40 stanze, ospi-ta un Museo di Arte Contempo-ranea. A Zavattarello le attrattive turi-stiche non si limitano al solo Castello:molto suggestive sono ad esempio leabitazioni in pietra che, come untempo, sorgono intorno al maniero eche testimoniano, ancora oggi, l'an-tico aspetto medievale di roccafortedel paese, grazie alla presenza difinestrelle da cui era possibile difen-dersi. In passato abitate dai dipen-denti del signore, forse rappresenta-no oggi la componente più affasci-nante del borgo, che, in parte, èancora circondato da mura edattraversato da una via stretta esinuosa, oltre che da numerosi pas-saggi costruiti a raggiera verso larocca sovrastante. Contrapposta aquest'ultima, dall'altro lato delpaese, si trova la pieve parrocchialedi San Paolo, dalla struttura romani-ca: all'interno, oltre ad un notevolealtare ligneo, si notano pale e teleantiche sia nella navata centrale sianelle cappelle laterali, una dellequali espone reliquie di santi in cofa-netti pregiati. Infine merita una visitaanche l'oratorio dedicato a SanRocco, al centro di Zavattarello, tre-centesco, come testimoniano gliaffreschi che lo decorano; all'internopresenta un bellissimo altare ligneodel Quattrocento.

Municipio: 0383.589132, ore 8-14Castello: 0383.586005www.zavattarello.org

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O R A M A L A - P VQuesto paese fa parte del ter-

ritorio culturalmente omoge-neo delle Quattro province

(Alessandria, Genova, Pavia,Piacenza), caratterizzato da usi ecostumi comuni e da un importanterepertorio di musiche e balli moltoantichi. Strumento principe di questazona è il piffero appenninico cheaccompagnato dalla fisarmonica, eun tempo dalla müsa (cornamusaappenninica), guida le danze eanima le feste. Recarsi ad Oramalasignifica, anzitutto, visitare il Castello,che, dall'alto del colle su cui sitrova, domina l'intera vallata. Ilmaniero presenta una muratura inpietra locale spessa quasi 2,5 metri,in cui si aprono feritoie per l'artiglie-ria e finestre strombate tipiche dellerocche fortilizie. Inoltre si caratterizzaper il gigantesco torrione dalla strut-tura semicircolare, che lo differenziarispetto a molte altre costruzioni diquesto tipo, spesso più squadrate.Tutti aspetti, questi, che ricordano i"dettami" dell'arte militare di fineMedioevo. Il meticoloso restauro hariportato poi in vita anche altri ele-menti tipici dell'epoca, come lasaracinesca a maglia, azionata daun arcaico ingranaggio, che con-sente l'ingresso al maniero; sale esalette, piuttosto essenziali, sonostate ricavate nelle antiche scude-rie, nelle prigioni e, su tre piani diver-si, nella torre stessa. Torre che, anco-ra oggi, funge da "vedetta": da qui,infatti, lo sguardo si perde sull'interaValle Staffora e sui vignetidell'Oltrepò Pavese. Per quantoriguarda invece il Comune di Val diNizza, di cui Oramala fa parte, meri-ta una visita la Chiesa di S. PaoloApostolo, ricostruita nel 1700, chepresenta all'interno un ricco taber-nacolo in legno scolpito e dorato.Passando infine all'altra principalefrazione del paese, Sant'Albano, sipuò ammirare l'antica Pieve, ripor-tata in vita nel 1400 utilizzandomateriali di recupero ricavati dalCastello, di cui rimangono oggipochi ed irriconoscibili resti.

Oramala è un piccolissimoborgo, costituito da pochecase (680 abitanti) attornoall'omonimo Castello, che faparte del territorio comunale

di Val di Nizza, sulle colline dell'OltrepòPavese: insieme a Sant'Albano, ne rappre-senta la principale frazione. Il suo nomepotrebbe nascondere una derivazione celti-ca, da "aura-mol", che significa "collinad'oro, sacra a Marte". "Nizza", invece, riman-derebbe per alcuni al latino "nities" (splen-dente), molto vicino, per significato, al termi-ni inglese "nice" ed al tedesco "niedlik" (gra-zioso); secondo altri, sarebbe legato allapresenza, lungo il torrente Nizza, della pian-ta dell'Ontano Nero: Val di Nizza corrispon-derebbe perciò alla "Valle degli Ontani". Sindal X secolo i Malaspina fecero di Oramalauno dei più potenti marchesati dell'Italia set-tentrionale; tuttavia risale al 1209 la primanotizia scritta sul Castello, che, per breviperiodi, fu dato in possesso ai Marchesid'Este e al Vescovo di Tortona, ma che, nel1164, Federico Barbarossa riconsegnò aiMalaspina, nella persona del marcheseObizzo I. Lo stesso Barbarossa pernottò nelCastello di Oramala, il più difeso nella zona,nel 1167, dopo essere stato bloccato, nellasua discesa verso Pavia, dalle truppe della

Lega Lombarda. Verso la fine del XII secolo ,con l'ascesa dei Malaspina e grazie all'ap-poggio dell'imperatore, il Castello diOramala visse il momento di maggior splen-dore, anche culturale, con la fioritura deiculti della gentilezza della poesia, che anda-rono progressivamente a sostituire le armiad opera dei trovatori provenzali, che pro-prio in quella solitaria e protetta dimora ini-ziarono a riunirsi, cantando i loro versi edando vita ad uno dei pochi cenacoli inzona. Purtroppo, però, non rimane nulla aricordo di quel periodo così importante. DalXIII secolo il casato dei Malaspina iniziò adindebolirsi e, con esso, anche il Castello diOramala, che rimase in suo possesso finoalla fine del 1700, per poi venire abbando-nato. Sono stati i fratelli Sergio e LuigiPanigazzi, gli attuali proprietari del maniero,ad iniziare, già dal 1985, l'imponente operadi ricostruzione delle parti crollate, con l'o-biettivo di riportare all'antico splendore que-sto "simbolo" dell'Oltrepò, che tanta impor-tanza ha avuto in passato, sia dal punto divista militare, sia per quanto riguarda l'artee la letteratura. Da ricordare, inoltre, l'aper-tura al pubblico, avvenuta nel 2005, del"Museo dell'Arte Contadina e degli Attrezzidel Ferro". Il piccolo borgo di Oramala, comesi potrà ben immaginare, basa l'intera eco-nomia sul turismo, che, specialmentedurante la stagione estiva, lo caratterizza.Piatto tipico, i ravioli fatti in casa con ripienodi stufato di manzo, conditi con sugo dicarne o di funghi porcini.

Comune di Val di Nizza:0383.578018; 0383.578201; ore 8.30 – 12

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AB O B B I O - P C

Antico piccolo paese dellaVal Trebbia, Bobbio sitrova ai piedi del MontePenice, sulla sponda sini-stra dell'omonimo fiume

e tra i torrenti Bobbio e Dorbida. Assiemea Piacenza è sede vescovile della Diocesidi Piacenza-Bobbio. Il suo nome viene dal"saltus Boielis" (Monte Penice), toponimoceltico-ligure. Di origine alto-medievale,Bobbio è un centro turistico noto per il suopassato culturale e i suoi monumenti.Segnaliamo, tra i luoghi da visitare, il com-plesso abbaziale di San Colombano, con ilsepolcro del Santo fondatore ed ilMosaico della cripta; il Museo dell'Abbaziae il Museo della Città; l'antica Cattedraledell'Assunta e Duomo di Bobbio, il PalazzoVescovile e l'Archivium Bobiense e, nellacripta, il sepolcro dei vescovi e la cappelladel Santo vescovo Antonio Maria Gianelli;la chiesa di San Lorenzo; la chiesa ed ilmonastero di San Francesco; il convento ela chiesa di San Nicola; il Santuario-Basilica della Madonnina dell'Aiuto (patro-na della Città), con la sottostante chieset-ta secentesca ed il tempietto con l'imma-gine della Vergine miracolosa; e poi ilCastello Malaspiniano dei Malaspina e deiDal Verme, con il parco e l'antico quartie-re Castellaro; il celebre Ponte Gobbo (o deldiavolo), simbolo della Città, a cui sonolegate diverse leggende; il convento diSanta Chiara e gli antichi Palazzi bobbiesi(Malaspina, Tamburelli, Olmi, Alcarini,Calvi), alcuni privati ed altri pubblici; lecontrade e le piazze storiche; i mulini dellacittadina, sino al complesso delle Terme diBobbio.Il paese e i suoi dintorni sono da sempre

studiati sotto aspetti molteplici: la buonaqualità delle acque del Trebbia, di tipo sul-fureo, usate in prevalenza per la produzio-ne del sale ed anche a scopi terapeutici,ma soprattutto proprio per la storia passa-ta, elementi che concorrono a renderlo unvero e proprio angolo di paradiso. Fondatointorno al IV secolo dai Romani, Bobbio sisviluppò grazie a San Colombano, agliabati ed ai monaci dell'ordine a partire dalVII secolo, rappresentando per tutto ilMedioevo un importante centro monasti-co. Il paese fu infatti sede di un feudo, chediventò poi Contea vescovile, con al centrola storica abbazia fondata da SanColombano nel 614, resa famosa anchedallo scriptorium, il cui catalogo, nel 980,comprendeva 700 codici e che ha conser-vato 25 dei 150 manoscritti più antichidella letteratura latina. Per quanto riguar-da la gastronomia, il paese occupa unruolo di rilievo nella cucina piacentina: dacitare i maccheroni con l'ago, i pinoli allaricotta, lasagne e stracotto alla bobbiese,le lumache in umido, le torte di mandorlee "la Sabbiosa", insieme alla focaccia diNatale. E' infine rinomato per i suoi salu-mi, rigorosamente D.O.P. , e per la mostar-da di frutta, a base di pere e mele.

Immerso nelle verdi colline dellamedia Val Trebbia, in posizionepanoramica, troviamo l'ALBERGORistorante FILIETTO. La famigliaRaschiani accoglie i suoi ospiti concalore e cortesia, in un ambientecaldo e curato, proponendo tortellicon la coda al burro e salvia, mac-cheroni alla bobbiese fatti con l'agoda calza ai porcini, medaglioni dizucca al forno, brasato di chianina,lumache alla bobbiese, selvagginain stagione, anatra al forno, vini loca-li, salumi di propria produzione,cro-state, semifreddi tutti curati personal-mente. E’ gradita la prenotazione.

loc. Costa di Mezzano Scotti - BOBBIOtel 0523.937104www.filietto.it; chiuso il martedi'

albergo ristorantefilietto

museo etnograficodella val trebbia

Il Museo Etnografico della ValTrebbia offre al visitatore una colle-zione di oltre 2000 oggetti: oltre aglistrumenti ed agli attrezzi di vita quoti-diana della gente della valle, puòcontare su un'area espositiva chespazia dalla pittura alla scultura, dal-l'arte concettuale a quella ambien-tale, dall'uso della fotografia allenuove tecnologie. E' possibile per-nottare con formula di BED & BREAK-FAST in alcune stanze adiacenti. Ilmuseo e il B&B sono inseriti nell'azien-da agricola Stefano Magistrati, pro-duttrice di vini tipici della Val Trebbia.

Loc. Callegari - BOBBIOTel. 0523.937705www.museoetnograficovaltrebbia.it

IAT – Comune di Bobbio:0523.96281;[email protected] Centro Culturale Polivalente:0523.962804; [email protected] www.comune.bobbio.pc.it

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C

CASTELL’ARQUATO-PC

Castell'Arquato è un suggesti-vo borgo di quasi 5000 abi-tanti tra Emilia Romagna eLombardia, tra PianuraPadana ed Appennino. Un

borgo affascinante, per le sue caratteristi-che tipicamente medievali, rimaste pres-soché intatte, soprattutto all'interno delcentro storico, che si sviluppa sulla rivasinistra del torrente Arda. Proprio per lasua unicità, oltre a far parte del Club deiBorghi più Belli d'Italia, Castell'Arquato haricevuto la certificazione TCI BandieraArancione, è protagonista del circuito deiCastelli del Ducato di Parma e Piacenza,della Strada dei Vini e dei Sapori dei ColliPiacentini ed è Città per la Pace. Il nomederiverebbe da Caio Torquato, il patrizioromano che secondo tradizione fondò quiil primo castrum o, più probabilmente, dacastrum quadratum, che nei documentitardo-medievali ne indica la pianta a

forma quadrangolare. A Castell'Arquato èda vedere anzitutto la Rocca Viscontea.Nella piazza spicca anche la Collegiata,una delle chiese più antiche del territorio.Sul lato nord c'è poi il Palazzo del Podestà,eretto nel 1292. Da visitare, nel quartieredi Monteguzzo, il Torrione Farnese. E poi laFontana del Duca, ancora in funzione efino al secolo scorso usata come lavatoiopubblico, insieme all'Ospedale di SantoSpirito, che attualmente ospita il MuseoGeologico. Il tutto attraverso i vicoli e lestradine tipiche, che rendono ancora piùpiacevole passeggiare per Castell'Arquato.Nei dintorni, infine, è d'obbligo una tappaalla frazione di Vigolo Marchese perammirare lo splendido complesso romani-co con la chiesa e il battistero di SanGiovanni, che proprio nel 2008 sta festeg-giando un compleanno molto importante,il millenario di fondazione. L'economia di Castell'Arquato è ancoraprevalentemente agricola, dedicata allacoltura della vite: esclusivo della zona è ilvino Monterosso Valdarda Doc ColliPiacentini. Per quanto riguarda invece lagastronomia, sono da provare gli anolini inbrodo: mentre nel resto del Piacentino sifanno con un ripieno di stracotto, qui ilripieno è di grana padano amalgamatocon pane grattato e odori, mentre il brodoè rigorosamente di gallina, manzo e vitel-lo. Il patrimonio gastronomico locale nonpuò prescindere dai salumi: tre quelli chehanno ricevuto la Dop, ossia la coppa, lapancetta e il salame piacentino.

I.A.T.: 0523.803091; [email protected], Ufficio Cultura:0523.804011, [email protected]

INFORMAZIONI

Un’antica casa in pietra nel centrostorico di uno dei Borghi più Bellid’Italia, immerso nella verdeggiantecornice dei colli piacentini. Regalatiuna vacanza in questo luogo incan-tato, perditi nei vicoli in acciottolatoe immagina la vita che li animavanel Medioevo. Lasciati condurre incima al mastio della Rocca da cui iVisconti dominavano la valle e godi-ti il panorama mozzafiato. Ca’ diCima ti offre un’accoglienza fami-gliare e piena di attenzioni, addolci-ta da torte e marmellate fatte incasa.

vic. degli Spalti - CASTELL’ARQUATOtel 0523.805286; 347.8796324www.cadicima.it; [email protected]

bed&breakfastca’ di cima

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VVigoleno è un raro esempio diborgo fortificato medievale,rimasto praticamente intat-to: si trova nel Comune diVernasca, al confine con la

provincia di Parma e conta 2500 abitanti(di cui 35 nel borgo). Le sue origini risal-gono all'epoca romana: il nome derivainfatti dalla forma latina "Vicus Lyaeo",luogo consacrato a Bacco per la squisitez-za dei vini. Completamente circondatodalla cinta muraria merlata interamentepercorribile sull'antico cammino di ronda,Vigoleno ha il proprio "cuore" nella piazzacon fontana centrale, su cui si affaccianoil mastio, la parte residenziale del castello,l'oratorio di Santa Maria e la cisterna. Il mastio, in particolare, presenta un impo-nente torrione di pianta quadrangolarecon feritoie, beccatelli e merli ghibellini edospita sale museali con documenti storicie fotografici. L'oratorio di Santa Maria è invece un pic-colo edificio settecentesco elegante esobrio con pianta a crociera, affacciatoalla piazzetta attraverso una gradinata.Oggi viene utilizzato per mostre e per pic-coli concerti, data l'acustica perfetta.Per chi si chiede invece che cosa sia lacisterna, si tratta della volta esterna abotte, in muratura, di un ampio vano sot-terraneo, collegato alle cantine del castel-lo ed utilizzato nei secoli passati per lenecessità di acqua degli abitanti.Il paese prosegue con un piccolo gruppo dicase strette intorno alla pieve di SanGiorgio, chiesa romanica del XII secolocaratterizzata da tre navate divise da quat-tro coppie di possenti pilastri rotondi concapitelli scolpiti con figure. Ha subitorimaneggiamenti rinascimentali e baroc-

chi, ma, grazie al restauro del 1963, sipresenta oggi con il suo aspetto originale,austero ed imponente. La facciata èimpreziosita da un portale scolpito concolonnine dai capitelli fogliati e, nellalunetta, presenta una scultura raffiguran-te San Giorgio. Poche le tracce di affresco:tra gli altri, quelli raffiguranti San Giorgionell'abside, del XV, secolo e SanBenedetto su un pilastro, datato 19 Luglio1427. Il campanile di pianta quadrangola-re, è sormontato da bifore.Sul lato orientale di Vigoleno, tra le abita-zioni e le mura, si trova poi un giardino. Davedere è infine la Meridiana, posta a suddi una torretta affacciata sulla piazza erisalente al 1746. Tra i prodotti tipici è da provare il vin santodi Vigoleno: a determinarne il particolareprofumo concorrono le caratteristiche delterreno, l'esposizione al sole e i vitigniimpiegati, esclusivamente bianchi nonaromatici. Il vino è un passito delicato pro-dotto secondo un'antica tradizione: vengo-no utilizzate soltanto le uve migliori, con-servate in botte per almeno cinque anni;la gradazione non può essere inferiore ai18 gradi. Servito fresco si accompagnabene ai formaggi piccanti. Ottimi, aVigoleno, sono poi gli antipasti a base dicoppe e salumi. Il borgo fa parte anche delcircuito dei "Castelli del ducato di Parma ePiacenza" ed è stato insignito dellaBandiera arancione del Touring ClubItaliano.

Centro culturale: 0523.891991www.castellodivigoleno.it

INFORMAZIONI

V I G O L E N O - P C

Immersa tra le dolci colline dellavalle dell'Ongina, nel retroversantedello Stirone, si trova una perla di arti-gianalità e di genuinità spontanea: il"Botteghino", è nato ed è gestito da40 anni dalla famiglia Eleuteri.All'ingresso del locale sono presentidue antiche affettatrici e deliziosisalumi venduti a peso ai clienti del-l'osteria che possono gustare i piattidella cucina casalinga la pasta fattain casa ed i primi piatti. Eccellenteanche la torta fritta e, in stagione, lacacciagione con polenta e la "maia-lata". Il tutto accompagnato da otti-mi vini di produzione propria.

loc. Franchini - VERNASCAtel 0523.895136www.trattoriabotteghino.it

trattoriabotteghino

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UUn borgo di campagna,dalla chiara improntamedievale, ma, al con-tempo, testimone di unimportante periodo stori-

co, l'Ottocento, grazie ad uno dei pittori piùsignificativi di quell'epoca, Pellizza daVolpedo, cui ha dato i natali. Sono questele ragioni che hanno portato il centro ales-sandrino, che si trova sulle estreme pro-paggini dei colli tortonesi proprio allosbocco in pianura del torrente Curone, adessere inserito tra i "Borghi più Bellid'Italia". Già il significato del nome rivela latipica vocazione agricola del paese:Volpedo deriva infatti dal latino vicus (vil-laggio) ed è attestato nel X secolo comevico piccolo, ossia "piccolo villaggio", e poi,nel XII secolo, come Vicus Pecudis, cioè"villaggio degli armenti" (da pecus, pecora,bestiame). Chi arriva in paese può seguireun suggestivo itinerario tra arte e paesag-gio lungo i luoghi pellizziani. Si parte dalloStudio, fatto costruire da Pellizza nel1888, dove i luoghi del pittore rivivonoattraverso le riproduzioni, in grande for-mato, di dieci opere, in una sorta di"museo all'aria aperta": tra queste, il cele-berrimo Quarto Stato. Continuando per viadel Torraglio, dove le case hanno conser-

vato l'originaria pietra nuda, si giunge allevecchie mura d'impianto cinquecentesco.Riprendendo a ritroso via Cavour, si passadavanti alla sede dell'ex Società operaia dimutuo soccorso, di cui il pittore caldeggiòla costruzione, sino ad arrivare alla mille-naria Pieve, gioiello romanico della ValCurone. Volpedo è un paese dalle origini moltoantiche, riconducibili addirittura alle popo-lazioni liguri, che si erano insediate nellaparte di Oltrepò Pavese compreso tra labassa Valle Scrivia e l'odierna Casteggio, edi cui si hanno le prime notizie a partiredal I secolo d.C., grazie ad una stele sepol-crale e ad altri reperti che testimoniano lasuccessiva presenza romana. Al X secolorisale invece la costruzione della pieveromanica, dove sorse il "castrum", l'areafortificata con il primitivo villaggio. Inseguito la storia del borgo si intrecceràcon le vicende di Tortona. Nel XIX secolo, infine, Volpedo conobbeuna notevole espansione urbanistica, gra-zie al passaggio ai Malaspina nel 1849.Nel 1835 venne costruita la chiesa par-rocchiale e, insieme, furono abbattute lemura medievali, ad eccezione di unaparte, rimasta intatta. Tra i prodotti tipici diVolpedo sono da ricordare pesche e frago-le, con gli annessi derivati, ma anche cilie-gie, uva ed albicocche. Per quanto riguar-da invece i piatti da provare, ci sono glignocchi di patate quarantine con tartufo,la terrina di coniglio o di lepre e, per i piùgolosi, la bavarese alle pesche gialle susalsa di fragole... tutto di Volpedo.

Comune: 0131.80141Associazione Pellizza daVolpedo: 0131.806497 – 80495www.comune.volpedo.al.itwww.pellizza.it

INFORMAZIONI

La ceramica è una lavorazione anti-ca e molto diffusa in aree anchemolto distanti tra loro. Chi di noi nonha in casa un vaso o una statuinadecorativa con cui abbellire il salottoo la cucina? Ma sappiamo quantolavoro c’è dietro a questi oggetti?Non vi ha mai attirato l’idea di crear-li voi stessi? A Volpedo si può : esisteinfatti un laboratorio artigianale in cuila manualità diventa arte. FabioLugano, il titolare, organizza anchecorsi per tramandare le principalitecniche di lavorazione e decorazio-ne. Presso il laboratorio si effettuanoanche cotture per terzi.

via san Bartolomeo 12, VOLPEDOTel. 0383.371048; [email protected]

a scuola di ceramica

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BORGH I LOMBARD I

BBienno (BS)

Bienno è ilpaese delferro. Graziealla ricchezzadi boschi che

fornivano il combustibile eall’abbondanza d’acqua dallaquale si generava la forzamotrice, in questo comune dicirca 3600 abitanti in ValCamonica, si è sviluppata unafiorente attività economicalegata alla lavorazione ed alcommercio dei manufatti diferro. Tra i numerosi edificireligiosi da visitare che carat-terizzano il paese, il gioielloarchitettonico è rappresenta-to dalla piccola chiesa gotica di Santa Maria Annunziata,nella parte bassa del centro storico. Ad una sola navata, pre-senta affreschi di notevole valore, realizzati nel corso del XVIsecolo da diversi artisti, fra cui Giovanni Pietro da Cemmo e,soprattutto, Girolamo di Romano, detto il Romanino. Duesono i principali itinerari di visita del borgo: il primo ripercor-re la storia industriale dell’antico borgo dei magli, il secondosi sviluppa invece nel centro storico dove è possibile ammi-rare chiese, palazzi e torri medievali. Piatti tipici del borgosono i casoncelli, una specie di ravioli di notevole dimensio-ne ripieni di carne e conditi con il burro fuso e formaggio, ela spongada, una soffice focaccia di farina, uova, burro, zuc-chero, sale, latte, lievito.

CCastellaro Lagusello (MN)

Castellaro Lagusello nasce nell'XI secolo come sem-plice "castelliere", cioè come cinta muraria ancorasenza case all'interno: un temporaneo rifugio affac-ciato su un "lagusello", un piccolo lago. Lago eCastello danno dunque il nome a questo borgo forti-

ficato che si trova nel Comune di Monzambano, in provincia diMantova e i cui primi insediamenti risalgono addirittura all'Età delBronzo. Si entra nel piccolo borgo dal lato settentrionale, attra-verso un'ampia porta che era dotata in passato di un ponte leva-toio. Fra le case rustiche si incontra la chiesa barocca dedicata aS. Nicola, in cui è custodita una Madonna in legno delQuattrocento. Attraverso i vicoletti laterali, si arriva alla piazzettaterminale, su cui si affaccia l'ottocentesca Villa Arrighi, trasforma-zione del preesistente castellofeudale: oggi di proprietà deiconti Tacoli, è visitabile solo surichiesta ed incorpora la chie-setta gentilizia di S. Giuseppe,con dipinti del Seicento. Daprovare i vini Doc Tocai (bian-co) e Merlot (chiaretto e rosso),oltre al salame artigianale,noto per la particolare concia(con una purea di aglio e spe-zie) e celebrato con una Sagra.Piatto tipico, i "capunsei", unaspecie di gnocchetti il cuiimpasto di pangrattato, granae brodo bollente un tempoveniva inserito nel cappone, dacui il nome.

CCornello dei Tasso (BG)

Cornello dei Tassosi trova nellaValle Brembanaed è una dellelocalità bergama-

sche dove meglio si è conser-vata la struttura urbanistica edarchitettonica medioevale. Ilpaese è dominato dall'altodalla Chiesa, il cui campanile,con finestre a bifore, è tra ipochi esempi di stile romanicoin zona. L'aspetto più interes-sante riportato alla luce dailavori di restauro è il grandiosociclo di affreschi che ricopronole pareti interne della cappellanobiliare dei Tasso, che risal-gono ai secoli XV e XVI, tra i piùpregevoli in Val Brembana. Il "Formai de mut" dell'Alta ValBrembana è il prodotto tipico della zona: gode del marchio Dop eviene prodotto nei territori di 21 Comuni. Se ne distinguono duevarietà: una estiva, ottenuta con il latte degli animali al pascolo,più limitata e dunque più ricercata, e una invernale, provenientedalle latterie e dalle aziende agricole di fondovalle. Piatti tradizio-nali sono invece i casonséi, grossi ravioli fatti in casa con ripienoa base di pangrattato, formaggio, uovo, aglio e prezzemolo, con-diti con burro e salvia; la polenta cunsada, servita appena cotta,a bocconcini, ricoperti di taleggio fresco e conditi con panna eburro fritto con salvia, e il chisöl, involtino di polenta fresca abbru-stolito sulla brace o sulla stufa.

JGradella (CR)

Il borgo di Gradella si trova nel Comune di Pandino, inprovincia di Cremona, e si caratterizza per un sugge-stivo centro storico, con le tipiche case dipinte di gial-lo, in mattoni rossi e con le corti comunicanti. I porti-ci, i mattoni a vista e il legno come materiale costrut-

tivo che si accompagna al laterizio, fanno di questo borgo un pic-colo mondo incontaminato della Val Padana. Da vedere VillaMaggi e la Chiesa Parrocchiale costruita a partire dal 1895 ededicata alla Santissima Trinità e a San Bassiano. Importante èpoi il Castello Visconteo di Pandino, il meglio conservato tra quellicostruiti dal casato nel XIV secolo. Pandino ospita anche la Chiesadi Santa Marta, eretta probabilmente nella seconda metà del XVsecolo, con interessanti affreschi votivi databili tra '400 e '500, ela Parrocchiale di SantaMargherita, riedificata in formeneoclassiche nel corso degli ulti-mi anni del '700, dopo che lachiesa originaria era andatadistrutta. Nei dintorni, invece,merita una visita il sito di PalazzoPignano, con la pieve protoroma-nica di San Martino costruitasopra i resti di una basilica paleo-cristiana del V secolo; dietro lachiesa sono visibili i resti di unavilla romana. Da provare il pana-rone, un formaggio locale dalcaratteristico gusto amarognolo,il salame nostrano e i prelibaticremaschi, preparati con amaret-ti, spezie ed erbe aromatiche.

I n fo : 0364.300307 (Pro Loco) In fo : 0376.800502 (Comune)

In fo : 0345.43543 (Comune) In fo : 0373.920410 (Uff ic io IAT)

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SLovere (BG)

Sulla sponda nord-occi-dentale del Lago d'Iseo,in provincia di Bergamosorge questo borgo dioltre 5000 abitanti della

Valle Camonica. A caratterizzarlosono palazzi costruiti con buongusto e senso architettonico, chefanno da secoli da corona alla piaz-za del porto, o Piazza 13 Martiri,una delle più belle del lago d'Iseo.Salendo verso il centro storico siarriva in piazza Vittorio Emanuele,dove l'orologio della vecchia torrecivica scandisce il passare deltempo e in cui confluiscono tutte levie piccole e strette del borgomedievale. Si sale ancora e si arrivaalla chiesa di S. Giorgio. Sul lungolago c'è poi il palazzo Tadini,sede dell'Accademia di Belle Arti, mentre più su si trova l'impo-nente Basilica di S. Maria: l'opera di maggior pregio è costituitadalle grandi ante dell'organo, collocate originariamente nel DuomoVecchio di Brescia, dipinte, all'esterno, dal Ferramola conl'Annunciazione e, all'interno, da Antonio Bonvicino detto "ilMoretto", con i ritratti equestri dei Santi Patroni di Brescia. Per chiama, infine, le passeggiate in montagna, a pochi minuti di cammi-no, c'è il castelliere, un insediamento gallico nei boschi a nord-ovest di Lovere. Da provare, a Lovere, oltre ai formaggi, i salumi,come la salciccia di castrato, la soppressa e il musetto. E poi cisono la polenta, i casunsei (ravioli tipici) e, per i più golosi, il doni-zetti, friabile e leggero.

PMazzo di Valtellina (SO)

Poco più di mille abitanti formano il borgo di Mazzo diValtellina, in provincia di Sondrio: il nome deriva daMATSCH, antica famiglia originaria della ValleVenosta, e nei secoli ha rappresentato il centro politi-co, culturale, sociale ed economico di un vasto terri-

torio lungo la Valle dell’Adda da Sernio a Sondalo. Il paese si carat-terizza per la presenza di numerose bellezze artistiche e monu-mentali, sia di epoca medievale che rinascimentale. Tra le altre,sono da segnalare la Chiesa di Santa Maria, risalente al XV secolo,ed il Battistero di San Giovanni Battista, unico esempio di edificiobattesimale medievale in Valtellina, oltre all'Oratorio dei Santi Carloe Ambrogio. E poi ci sono Casa Venosta, di cui si può visitare il cor-tile, la Collegiata di Santo Stefano e la Chiesa dedicata al Santo,che presenta affreschi in sagrestia e sul portale maggiore, mentreil campanile è decorato con graffiti. Da vedere anche CasaLavizzari, con graffiti cinquecenteschi e ornamenti barocchi,Palazzo Quadrio-Venosta, la Contrada fortificata di Pedenale ed ilCastello di Bellaguardia di Tovo Sant'Agata, la Chiesa diSant'Abbondio a Vion e quella dei Santi Matteo e Filippo Neri fon-data nel 1667.I prodotti tipicidel borgo sonorappresentatidai formaggicasera e bitto,insieme a bre-saola, mieleb i o l o g i c h e ,miele, piccolifrutti e marmel-late.

MMonte Isola (BS)

Monte Isola occupa interamente il territorio dellapiù estesa isola lacustre d'Europa, chiamataproprio Monte Isola e posta al centro del Lagod'Iseo. Si tratta di una vera e propria oasi dipace lacustre, dove la circolazione è consentita

unicamente ai motocicli dei residenti (poco più di 1700) e dove èproibito trasportare veicoli a motore. Anche la vegetazione èestremamente interessante: comprende gli ulivi e le specie arbo-ree tipiche delle Alpi, che caratterizzano le parti più elevate delsuo monte. In cima sorge il Santuario della Ceriola, che offre unpanorama suggestivo su tutto il Sebino e parte dellaValcamonica. Fino agli anni '70, Monte Isola deteneva un altrorecord: si trattava infatti di uno dei principali produttori mondialidi reti da pesca, ma successivamente ha subito la schiaccianteconcorrenza dei fabbricanti industriali giapponesi; ancora oggi,tuttavia, è possibile vedere quanto resta di quella nobile tradizio-ne artigianale, soprattutto nella frazione di Peschiera Maraglio.

Altra caratteristica ècostituita dagli archidi legno, sui qualivengono stesi a sec-care al sole i pescipersici e le alborelle,che verranno poi ser-viti da ristoranti etrattorie locali. Nellefrazioni collinari (inparticolare a Massee Cure) si produceun ottimo salame agrana grossa.

TTremezzo (CO)

Tremezzo sorge al centro della sponda occidentaledel Lario, in un'area panoramica di fronte al pro-montorio di Bellagio. La sua posizione riparata hapermesso per secoli la coltivazione degli ulivi e laproduzione di un olio locale famoso fin dall'antichi-

tà, insieme alla vite ed agli agrumi, in particolare i limoni."Gioiellino" architettonico del borgo è Villa Carlotta, edificataintorno al 1690 per conto del marchese Giorgio II Clerici, impor-tante mercante di seta, che la decorò all'interno con soffitti instile barocco lombardo e all'esterno con un giardino all'italiana; fupoi venduta nel 1801 a Gian Battista Sommariva, avvocato e poli-tico lodigiano, che arricchì la villa con un parco all'inglese e conpreziose opere d'arte. Dopo la sua morte (avvenuta nel 1826), glieredi decisero di vendere tutta la proprietà con la sua raccoltad'arte alla Principessa Marianna di Nassau, moglie del PrincipeAlberto di Prussia, che la donò a sua volta alla figlia Carlotta dallaquale la villa prese il nome attuale. Tra i prodotti tipici, oltre all'o-lio, sono da ricordare gli asparagi, il missoltino (pesce di lagoessiccato, salato earomatizzato conalloro) e lo zincarlino,un formaggio stagio-nato. Piatto fortedella tradizione è ilrisotto al pesce per-sico. Tra i dolci ilparadell, frittellarotonda, grande,ripiena di mele, ser-vita con zuccherospolverizzato.

BORGH I LOMBARD IInfo: 035.962178 (Uff ic io IAT) In fo : 0342.862039 (Ardes ia Soc . Coop. )

In fo : 030.9825088 (Uff ic io tur i s t ico) In fo : 0344.40493 (Uff ic io tur i s t ico)