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Il 28 ed il 31 ottobre 2016 sono due date che non saranno mai di- menticate dagli italiani, special- mente dagli abitanti delle zone colpite dal terremoto. Lo sciame sismico che, in quei giorni, ha raggiunto anche il picco di ma- gnitudo 6,5 della scala Richter, ha radicalmente cambiato la vita di centinaia di persone, costrette a rifugiarsi in tendopoli od ospi- tate in alberghi. Di certo, non è il primo episodio di terremoto nella nostra penisola: l’Italia è notoria- mente una zona ad alto rischio si- smico, in quanto posizionata nella zona di convergenza... Cuoco-Esposito-Liguori pagg. 2 e 3 Architetto eclettico dalla straordinaria per- sonalità, capace come pochi di interpretare il rapporto tra progetto e luogo, Carlo Scarpa è stato uno dei più geniali maestri di ogni tempo. La sua architettura combina in modo singolare espressioni, materiali e forme ed è sempre un’opera aperta... Palumbo a pag.11 Ambiente & salute Il vero detox che si fa a tavola Disintossicare l’organismo e congedare le sen- sazioni di pesantezza e gonfiore che spesso ci creano fastidi durante il giorno è possibile, consumando cibi dalle spiccate proprietà de- purative e aiutandoci con delle piante che hanno proprietà purificanti. In concreto a ta- vola è bene preferire sempre frutta e verdura che rispettino la stagionalità... Funaro a pag.13 Martelli a pag.15 I borghi campani meraviglie da visitare La nostra terra è stata segnata, da circa tremila anni, da uomini e donne che l’hanno resa grande. Storia, tea- tro, pittura, scultura, musica, architet- tura, letteratura… I settori nei quali Napoletani e Campani sono diventati famosi e hanno rese famose Napoli... De Crescenzo-Lanza a pag.14 Il filosofo Zenone di Elea Uno dei principali rappresentanti della scuola eleatica Il Sistema di Gestione per la Qualità, operativo in seno al- l’Agenzia, ha l’obiettivo di organizzare, disciplinare e tenere sotto controllo l’insieme di tutte le attività che influenzano la qualità dei “prodotti” e dei servizi forniti. Uccello-Carotenuto a pag.6 I laboratori di Arpa Campania e il loro accreditamento L’architettura organica del maestro Carlo Scarpa AMBIENTE & TRADIZIONE AUTUNNO IN CAMPANIA Terremoto nel centro Italia: cause, conseguenze e paure ARPAC Terra che brucia, clima che cambia NATUR@MENTE “La globalizzazione ci co- stringe a reinventare la Terra” sostiene Franco Farinelli in: “L’invenzione della Terra”. Che idea avevano della forma della Terra gli antichi, gli uo- mini del Medioevo e poi i mo- derni? Come se la immagi- navano? E perché se la imma- ginavano proprio in quella maniera? La questione non è semplice, perché decidere tra le due forme, la piatta o la sfe- rica, è l’atto originario dell’in- tera riflessione occidentale, nel senso che è proprio intorno a questo problema che la ri- flessione dell’Occidente sul mondo si struttura. Tafuro a pag.19 ISTITUZIONI AMBIENTE & DIRITTO De Capua a pag.18 Il diritto di accesso, quale fon- damentale strumento di traspa- renza ed effettività della tutela giurisdizionale, trova una disci- plina speciale nel settore degli appalti pubblici, dove emerge l’esigenza di ottemperareai principi di imparzialità e buon andamento. Invero l’art. 53 del nuovo Codice dei contratti pub- blici (d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50)intitolato “Accesso agli atti e riservatezza” riproduce sostan- zialmente i contenuti... Gli appalti e il diritto di accesso agli atti Le specie vegetali di interesse comunitario Spesso quando si parla di “qualità dell’aria” si fa riferi- mento all’ambiente esterno trascurando le potenziali sorgenti inquinanti negli edi- fici in cui si svolgono le nor- mali attività umane non industriali. Tuttavia, in am- bienti indoor, tante sono le possibili fonti di inquina- mento ed il grado di esposi- zione può anche essere alto. Se a questi due aspetti si as- socia il fatto che i bambini... Morlando a pag.4 CNR Quando l’unione fa la forza! Da tempo sentiamo annun- ciare dai mass media infor- mazioni allarmanti riguar- danti l’inquinamento atmo- sferico del nostro pianeta e le relative conseguenze sui cambiamenti climatici. L’ul- tima notizia è stata fornita, ad ottobre 2016, dall’Orga- nizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) delle Na- zioni Unite. In base ai dati pubblicati è risultato che nel 2015, per la prima volta, la concentrazione mondiale di anidride carbonica (CO 2 ) nell’atmosfera ha superato stabilmente la soglia di 400ppm. Patrizio a pag.9 Ne abbiamo parlato con Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vulcanologico Vesuviano

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Page 1: Terremoto nel centro Italia: cause, conseguenze e paure...Terremoto nel centro Italia: cause, conseguenze e paure Le scosse di terremoto del 28 e del 31 ottobre, che hanno di-strutto

Il 28 ed il 31 ottobre 2016 sonodue date che non saranno mai di-menticate dagli italiani, special-mente dagli abitanti delle zonecolpite dal terremoto. Lo sciamesismico che, in quei giorni, haraggiunto anche il picco di ma-gnitudo 6,5 della scala Richter,ha radicalmente cambiato la vitadi centinaia di persone, costrettea rifugiarsi in tendopoli od ospi-tate in alberghi. Di certo, non è ilprimo episodio di terremoto nellanostra penisola: l’Italia è notoria-mente una zona ad alto rischio si-smico, in quanto posizionatanella zona di convergenza...

Cuoco-Esposito-Liguori pagg. 2 e 3

Architetto eclettico dalla straordinaria per-sonalità, capace come pochi di interpretareil rapporto tra progetto e luogo, CarloScarpa è stato uno dei più geniali maestridi ogni tempo. La sua architettura combinain modo singolare espressioni, materiali eforme ed è sempre un’opera aperta...

Palumbo a pag.11

Ambiente & saluteIl vero detox che si fa a tavola

Disintossicare l’organismo e congedare le sen-sazioni di pesantezza e gonfiore che spesso cicreano fastidi durante il giorno è possibile,consumando cibi dalle spiccate proprietà de-purative e aiutandoci con delle piante chehanno proprietà purificanti. In concreto a ta-vola è bene preferire sempre frutta e verdurache rispettino la stagionalità...

Funaro a pag.13

Martelli a pag.15

I borghi campanimeraviglie da visitare

La nostra terra è stata segnata, dacirca tremila anni, da uomini e donneche l’hanno resa grande. Storia, tea-tro, pittura, scultura, musica, architet-tura, letteratura… I settori nei quali Napoletani e Campanisono diventati famosi e hanno rese famose Napoli...

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Il filosofo Zenone di EleaUno dei principali rappresentanti della scuola eleatica

Il Sistema di Gestione per la Qualità, operativo in seno al-l’Agenzia, ha l’obiettivo di organizzare, disciplinare e teneresotto controllo l’insieme di tutte le attività che influenzanola qualità dei “prodotti” e dei servizi forniti.

Uccello-Carotenuto a pag.6

I laboratori di Arpa Campania e il loro accreditamento

L’architettura organica del maestro Carlo Scarpa

AMBIENTE & TRADIZIONE AUTUNNO IN CAMPANIA

Terremoto nel centro Italia: cause, conseguenze e paure

ARPAC

Terra che brucia, clima che cambia

NATUR@MENTE

“La globalizzazione ci co-stringe a reinventare la Terra”sostiene Franco Farinelli in:“L’invenzione della Terra”.Che idea avevano della formadella Terra gli antichi, gli uo-mini del Medioevo e poi i mo-derni? Come se la immagi-navano? E perché se la imma-ginavano proprio in quellamaniera? La questione non èsemplice, perché decidere trale due forme, la piatta o la sfe-rica, è l’atto originario dell’in-tera riflessione occidentale,nel senso che è proprio intornoa questo problema che la ri-flessione dell’Occidente sulmondo si struttura.

Tafuro a pag.19

ISTITUZIONI AMBIENTE & DIRITTO

De Capua a pag.18

Il diritto di accesso, quale fon-damentale strumento di traspa-renza ed effettività della tutelagiurisdizionale, trova una disci-plina speciale nel settore degliappalti pubblici, dove emergel’esigenza di ottemperareaiprincipi di imparzialità e buonandamento. Invero l’art. 53 delnuovo Codice dei contratti pub-blici (d.lgs. 18 aprile 2016, n.50)intitolato “Accesso agli atti eriservatezza” riproduce sostan-zialmente i contenuti...

Gli appalti e il dirittodi accesso agli atti

Le specie vegetali di interesse comunitario

Spesso quando si parla di“qualità dell’aria” si fa riferi-mento all’ambiente esternotrascurando le potenzialisorgenti inquinanti negli edi-fici in cui si svolgono le nor-mali attività umane nonindustriali. Tuttavia, in am-bienti indoor, tante sono lepossibili fonti di inquina-mento ed il grado di esposi-zione può anche essere alto.Se a questi due aspetti si as-socia il fatto che i bambini...

Morlando a pag.4

CNR

Quando l’unionefa la forza!

Da tempo sentiamo annun-ciare dai mass media infor-mazioni allarmanti riguar-danti l’inquinamento atmo-sferico del nostro pianeta e lerelative conseguenze suicambiamenti climatici. L’ul-tima notizia è stata fornita,ad ottobre 2016, dall’Orga-nizzazione MeteorologicaMondiale (OMM) delle Na-zioni Unite. In base ai datipubblicati è risultato che nel2015, per la prima volta, laconcentrazione mondiale dianidride carbonica (CO2)nell’atmosfera ha superatostabilmente la soglia di400ppm.

Patrizio a pag.9

Ne abbiamo parlato con Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vulcanologico Vesuviano

Page 2: Terremoto nel centro Italia: cause, conseguenze e paure...Terremoto nel centro Italia: cause, conseguenze e paure Le scosse di terremoto del 28 e del 31 ottobre, che hanno di-strutto

Fabio Cuoco

Il 28 ed il 31 ottobre 2016 sonodue date che non saranno maidimenticate dagli italiani, spe-cialmente dagli abitanti dellezone colpite dal terremoto. Losciame sismico che, in queigiorni, ha raggiunto anche ilpicco di magnitudo 6,5 dellascala Richter, ha radicalmentecambiato la vita di centinaiadi persone, costrette a rifu-giarsi in tendopoli od ospitatein alberghi. Di certo, non è ilprimo episodio di terremotonella nostra penisola: l’Italia ènotoriamente una zona ad altorischio sismico, in quanto po-sizionata nella zona di conver-genza tra la “zolla africana” ela “zolla eurasiatica” ed è,quindi, sottoposta a fortispinte compressive, che cau-sano l’accavallamento dei bloc-chi rocciosi. In 2500 anni,infatti, la nostra penisola èstata interessata da più ditrentamila terremoti di mediae forte intensità e da circa 560eventi sismici di alta intensità.In particolare, nel XX secolo,ben 7 terremoti hanno rag-giunto una magnitudo ugualeo superiore a quella del sismadel 31 ottobre, vale a dire 6,5della scala Richter. Alcuni eventi sismici rilevantisi sono verificati nella zonameridionale dello stivale,come, ad esempio, lo storico

terremoto del 1980 in Irpinia,quando la terra tremò rag-giungendo il decimo gradodella scala Mercalli, ma è ladorsale appenninica del centroItalia quella che risente mag-giormente delle forti spintedelle due zolle: non sono stati,infatti, questi delle ultime set-timane, gli unici eventi sismicidella zona centrale, basti pen-sare al terremoto de L’Aquila,con eventi cominciati nel di-cembre del 2008 e sfociati poinella scossa principale del 6aprile 2009 di magnitudo 6,3.Ad ogni modo, le scosse delmese di ottobre fanno da ecoall’evento sismico che avevagià mobilitato le popolazioni alconfine tra Lazio, Abruzzo,Umbria e Marche verso le finedi agosto: tale vicinanza tra i

due terremoti, ha fatto sì chele scosse delle ultime setti-mane non abbiano arrecatogrossi danni agli abitanti dellezone interessate, visto chequesti avevano già abbando-nato le proprie case a rischiodi crollo oppure già distruttedalle scosse estive. Secondo igeologi, però, sembra che taleemergenza sia lungi dal ces-sare, infatti, la catena appen-ninica è in continuomovimento. In particolare, gli ultimi terre-moti, sono generati da faglierelativamente piccole, chehanno creato una sorta di ef-fetto domino: ad ogni scossa, sisono create altre piccole frat-ture che a loro volta generanoaltri fenomeni sismici, più omeno rilevanti.

Terremoto nel centro Italia:cause, conseguenze e paure

Le scosse di terremoto del 28e del 31 ottobre, che hanno di-strutto interi paesi del centroItalia, sono state avvertite inmolte zone di Napoli e provin-cia: a tanti partenopei questiepisodi hanno ricordato da vi-cino il tristemente noto terre-moto dell’80 in Irpinia.Ma, al di là dello spavento do-vuto agli eventi sismici, il po-polo napoletano comincia adinterrogarsi sull’attività deivulcani che caratterizzano ilpaesaggio ed il territorio delcapoluogo campano: alle lucedei tanti movimenti della

terra di queste settimane, lapaura di un “risveglio” deivulcani cresce. D’altra parte,proprio di recente i CampiFlegrei sono stati indicaticome uno dei tre vulcani piùpericolosi del mondo, insiemecon Yellowstone negli Stati

Uniti d’America e Lago Tobain Indonesia. Gli studiosidell’osservatorio vesuvianohanno escluso la possibilitàche il Vesuvio possa tornarein attività dopo le scosse dellescorse settimane. D’altronde,ciò non è accaduto neppurecon il terremoto dell’80,quando le scosse erano moltopiù vicine al vulcano. Al con-tempo, però, gli stessi studiosihanno evidenziato come, in-vece, i Campi Flegrei debbanoessere monitorati, perché po-tenzialmente a rischio eru-zione. La zona vulcanica,

situata nei pressi del golfo diPozzuoli, infatti, ha fatto regi-strare un sollevamento moltolento, che i geologi identifi-cano come “bradisismo”,stanno monitorando conmolta attenzione.Inoltre, proprio in vista diuna possibile eruzione dellazona vulcanica, l’osservatorioha messo a punto un piano dievacuazione per tutta la zonache potrebbe essere coinvolta,comprendente diverse muni-cipalità di Napoli molto vicinealla zona flegrea, come quelladi Fuorigrotta-Bagnoli, oltre

alle province di Pozzuoli, Ba-coli, Monte di Procida,Quarto, Marano e Giuglianoin Campania. Insomma, seb-bene il grado di rischio del-l’eruzione dei Campi Flegrei è2 su 4, è bene, però, che gli os-servatori monitorino attenta-mente l’andamento del suoloe del vulcano, al fine di potermettere a punto, nel caso cene fosse davvero bisogno, ilpiano di evacuazione neitempi utili, anche se, franca-mente, ci auguriamo che taleemergenza non diventi mairealtà. Fa.Cu.

Tanti, troppi i danni del terremoto che ha colpito ripetutamentel’Italia Centrale. La Coldiretti fa il conto di quelli che interessanoil comparto agricolo, fondamentale per l’economia dell’area, e de-nuncia che ammontano a milioni di euro. È quanto emerso dal-l’incontro degli agricoltori, pastori e allevatori organizzatoinsieme all’Unità di crisi della Coldiretti avvenuto nell'aziendaAngeli di Pieve Torina in provincia di Macerata e a Norcia, in cuic’è stata la prima consegna dei camper per consentire agli alle-vatori di rimanere vicino ai propri animali.“Sono circa 50mila gli ettari a rischio per le semine autunnali dicereali se non verranno garantite le scorte di frumento, orzo,avena e farro necessarie. In gioco c’è una produzione di cereali,stimata in 200 milioni di chili, che alimenta una filiera di pane,pasta, biscotti, specializzata di altissima qualità.” E non solo.“L'arrivo del gelo minaccia circa 100mila animali che sono statiin molti casi sfollati dalle stalle crollate o rese inagibili, che oltrea soffrire il freddo e lo stress delle scosse, rischiano anche di es-sere preda di animali selvatici, lupi o sciacalli".Sostenere il comparto vuol dire sostenere l’intera economia diquesta fetta di Paese: è proprio il primo settore a trainare e ge-nerare un indotto economico fondamentale grazie alla genera-zioni di flussi turistici interessati all’enogastronomia. “In pericoloci sono anche specialità conservate da secoli, dalla lenticchia diCastelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp allapatata rossa di Colfiorito, dal ciauscolo al prosciutto di NorciaIgp”, veri e propri simboli della cultura del nostro Bel Paese fe-rito.Dall’unione di più realtà è nata la caciotta della solidarietà, ot-tenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate da Amatricea Norcia che si può acquistare sul sito www.campagnamica.it peraiutare, ognuno nel proprio piccolo, la ricostruzione. A.E.

Danni all’agricoltura:un’economia in ginocchio

Il sisma terrorizza anche i cittadini di Napoli

Le forti scosse sismiche di ottobre non sembrano essere un caso isolato

Il popolo partenopeo teme un “risveglio” del Vesuvio e dei Campi Flegrei

Coldiretti: sostenere il comparto per salvare l’Italia

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Fabiana Liguori

In poco più di due mesi, quat-tro regioni del Centro Italia(Abruzzo, Umbria, Marche eLazio) sono state sconvolte dauna forte sequenza sismicache ha tolto la vita a 298 per-sone e distrutto paesi interi.Ad Accumoli (RI) e Norcia(PG) gli apici (rispettivamentedi magnitudo 6.0 e 6.5). Adoggi, la terra continua a tre-mare. La popolazione temealtri eventi. Abbiamo incon-trato la dottoressa FrancescaBianco, direttrice dell’Osser-vatorio vulcano- logico vesu-viano, che con estremadelicatezza e professionalitàha fornito importanti spuntidi studio e riflessione. Dottoressa Bianco, checosa è successo nel CentroItalia in questi mesi? Nel centro Italia si è attivatauna sequenza sismica piutto-sto importante, il 24 agostoabbiamo registrato un eventosismico di magnitudo 6.0 cheha fatto moltissimi danni epurtroppo anche vittime. Atale evento si sono susseguitialtri che non hanno mai supe-rato magnitudo 5. Fino al 26ottobre, giorno in cui abbiamoregistrato un primo evento dimagnitudo 5.4 e qualche oradopo un magnitudo 5.9. Que-sti due eventi hanno impattatoin maniera seria, sul già fra-gile patrimonio edilizio dan-neggiato nell’area, anche seper fortuna non hanno fattovittime. La sequenza è culmi-nata il 30 ottobre quando ab-biamo registrato l’evento piùforte in assoluto: di magni-tudo 6.5. I cui ingenti danniprocurati ai diversi paesinidell’area interessata sono pur-troppo tuttora visibili a tutti.Perché questo tipo di sismicitànel Centro Italia? Quell’area èsoggetta a una dinamica tetto-nica di tipo estensionale cheovviamente può portare all’at-tivazione di alcune faglie. Talefenomeno, così improvviso eimprevedibile, determina ilterremoto. Per tale ragionel’Appennino centrale è poten-zialmente considerato unazona ad alto rischio sismico. Se si esclude il 63enne diTolentino morto per in-farto cardiaco, sono 298 le

persone che hanno persola vita e più di 400 mila glisfollati. Esiste una realepossibilità di “prevedere”o “domare” tali eventisenza che procurino cosìtanto dolore e distruzione? Gli Osservatori, gli IstitutiNazionali che si occupano disismologia non esistono perfermare il terremoto, questosarebbe “antifisico”, ma perstudiare questo avvenimentied imparare sempre di più.Allo stato attuale delle cono-scenze, nessuno al mondo è ca-pace di prevedere quando unterremoto si verificherà, quelloche sappiamo sicuramente èche esistono delle porzioni diterritorio più “sensibili” pur-troppo a tali fenomeni. Cono-sciamo le zone, perché esisteuna classificazione sismicanazionale, c’è una mappa delrischio, c’è una mappa sismicanazionale, ci sono una serie diinformazioni e dati che ci di-cono quali sono le probabilità

che in una determinata area cipossano essere sismi. Questemappe sono importantissimeperché, se recepite poi da chi sioccupa di infrastrutture, per-mettono nelle aree a maggiorrischio di costruire in sicu-rezza nuovi edifici e di metterein sicurezza quelli eventual-mente già esistenti. Ma questaè, prima di tutto, una sceltapolitica che non ha nulla a chefare con le nostre attività diricerca. In Giappone, ad esem-pio, sismi della stessa entità diquello verificatosi nel centroItalia non creano nemmenouna crepa negli edifici. Quelloche si è fatto negli ultimi anniè stato proprio investire sullamessa in sicurezza di tutto ilpatrimonio immobiliare. Ma, purtroppo, in Italiatroppo spesso si sente par-lare di costruzioni antisi-smiche, di messa insicurezza e la realtà chevien fuori in determinatecircostanze è tutt’altra…

E questo è un vero problema.Ma, come già ho detto, un pro-blema politico. Vero è che sonogli ingegneri a dover operarein modo diverso, ma loro pos-sono farlo solo su indicazionidi tipo politico. È una que-stione di approccio. Il Paese sideve confrontare con questaemergenza, imparando cheoccorre prevenire e mettere insicurezza il patrimonio edili-zio. Questa è l’unica cosa dafare.Dopo quanto accaduto, sista diffondendo, in ma-niera forte e capillare lapaura tra la popolazione,di possibili altri disastri.In primis in Campania.Esistono ad oggi delle fon-date preoccupazioni in ri-guardo? Il terremoto ha colpito le areedell’Appennino Centrale. LaCampania è regione dell’Ap-pennino Meridionale. La zonadell’epicentro è ben lontana,diverse centinaia di chilome-tri. Noi abbiamo sicuramenterisentito delle scosse di mag-giore energia, abbiamo avver-tito lo scuotimento legato aquegli eventi, alla propaga-zione delle onde sismiche al-l’interno della terra. Tutto qui.Si pensi che i nostri sistemi dimonitoraggio registrano quo-tidianamente terremoti cheprovengono dal Cile, dal Giap-pone, dalla Cina… e così via.Ma, noi di tali eventi non av-vertiamo nulla, dato che il ter-remoto man mano che sipropaga all’interno della terraperde energia e perdendo ener-gia, quando arriva a migliaia

di chilometri di distanzadall’epicentro, viene registratosolo da alcune strumentazionie non dall’uomo. Quindi, ri-peto, il fatto che alcuni abi-tanti della Campania abbianoavvertito quanto accaduto nelCentro Italia è un fenomenonaturale, che non deve far pre-occupare. La Campania e i suoi vul-cani. Esiste una reale cor-relazione tra la presenzadi aree vulcaniche attiveed eventi sismici? Oggi non abbiamo elementiper potere dire che un even-tuale anomalia del rischio si-smico in Campania, unariattivazione delle faglie in Ir-pinia o comunque nell’Appen-nino Meridionale, possainnescare altri meccanismi dinatura vulcanologica al Vesu-vio o ai Campi Flegrei. D’altrocanto, l’eventuale variazionedell’attuale dinamica vulca-nica, al Vesuvio, ai CampiFlegrei o a Ischia potrebbe si-curamente comportare unamaggiore attività sismica. Pertale motivo, nella nostra re-gione, il rischio sismico è unfenomeno complesso perchénon solo determinato dallastruttura tettonica dell’Appen-nino ma anche dall’ eventualevariazione dinamica vulca-nica. Pensate che Vesuvio eCampi Flegrei determinanoogni giorno piccoli “terremoti”,tutti di magnitudo estrema-mente bassa. Noi registriamoal Vesuvio diverse centinaia dieventi l’anno e sono tutti ri-guardanti l’area del cratere enon raggiungono mai 3 di ma-gnitudo. Si tratta di micro si-smicità. Per i Flegrei è lostesso. La differenza tra le due atti-vità sismiche è che mentre alVesuvio abbiamo una conti-nuità di eventi, ai Campi Fle-grei no. Molte meno piccolescosse. A Ischia la situazione èdavvero tranquillissima. Pen-sate che negli ultimi due anni,abbiamo registrato solo 4eventi sismici. Questa “quoti-dianità” o quello che è successonel Centro Italia non devonoessere motivo di allarmismi opaure. Quello che accadrà do-mani è imprevedibile, quelloche si può fare oggi, ripeto, ècostruire con coscienza.

Costruire in sicurezza è un dovereed è l’unica vera difesa possibile

Intervista alla direttrice dell’Osservatorio vulcanologico vesuviano, Francesca Bianco

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Rossella Femiano

Spesso quando si parla di“qualità dell’aria” si fa riferi-mento all’ambiente esternotrascurando le potenziali sor-genti inquinanti negli edificiin cui si svolgono le normaliattività umane non indu-striali.Tuttavia, in ambienti indoor,tante sono le possibili fonti diinquinamento ed il grado diesposizione può anche esserealto. Se a questi due aspetti siassocia il fatto che i bambinisono l’indicatore più sensibiledelle relazioni tra fattori di ri-schio ambientale e salutedelle popolazioni, ecco la ne-cessità di approfondire lo stu-dio della IAQ (Indoor AirQuality) negli ambienti scola-stici.È in quest’ottica che si inqua-dra il corso di formazione am-bientale “Qualità dell’ariaindoor nelle scuole, rischi eprevenzione” promosso e svi-luppato dal Ministero dellaSalute e dall’Istituto Supe-riore per la Protezione e la Ri-cerca Ambientale.Il corso diffonde l’importanzadi preservare la salute intesaproprio nella sua accezione

più ampia di “stato di com-pleto benessere fisico, men-tale e sociale” (come dadefinizione dell’Organizza-zione Mondiale della Sanità)dei bambini che trascorrono ascuola dalle 4 alle 8 ore algiorno per 10 anni.La presenza di una cattivaqualità dell’aria e di condi-zioni microclimatiche nonsoddisfacenti possono deri-vare da: interazioni con l’am-biente esterno (localizzazionedell’edificio: clima dell’area,urbanizzazione, distanza dacentri industriali e/o arti-giani; configurazione dell’edi-ficio rispetto al clima:aperture, soleggiamento, ven-tilazione…); materiali da co-struzioni e arredo; impiantied attrezzature; gestione/ma-nutenzione dell’edificio (ser-vizi di pulizia). In particolare, gli inquinantipossono essere fisici (Radon,fibre quali asbesto, campielettromagnetici), chimici(composti organici volatili, os-sidi di azoto, carbonio e zolfo,pesticidi, particolato, mi-scele), biologici (batteri, fun-ghi, virus e allergeni qualipollini ed acari). Diverse le iniziative appro-

vate dalla Commissione Eu-ropea ed implementate anchein Italia come, ad esempio, ilSinphonie (Schools IndoorPollution and Health: Obser-vatory Network in Europe), ilSearch (School Environmentand RespiratoryHealth ofChildren) con tre progetti ol’Hese (HealthEffects of Scho-ols Environment) dai quali èrisultato “uno stato dell’arte”critico nelle scuole: nel 2003,ilivelli di CO2 e PM10 eranosuperiori ai livelli minimi rac-comandati, rispettivamente,nel 66% e nel 78% dei casi;ivalori più alti, in concentra-zione, di formaldeide sonostati riscontrati in Italia.Gli strumenti per controver-tere questa situazione cisono…basterebbe partire daqueste tre evidenze:- l’indoor è parte integrantedella sicurezza nelle scuole;- è possibile prevenire fonti diinquinanti biologici e chimici(prestando attenzione alleprocedure di pulizia e ristrut-turazione);- il green public procurement(GPP) è obbligatorio così comeil rispetto dei CAM (criteriminimi ambientali) in appaltied acquisti.

La qualità dell’arianegli ambienti scolastici

Angelo Morlando

Il manuale n. 140/2016 era molto atteso, soprattuttodagli uffici preposti di tutte le regioni italiane, perché inesso sono contenute indicazioni e prescrizioni estrema-mente importanti per le misure di conservazione deiSIC/ZCS. Il manuale descritto riguarda solo le specie ve-getali, a breve saranno pubblicati anche quelli sull’habi-tat e sulle specie animali, quindi, di fatto, sono tremanuali che costituiscono un unicum. Il lavoro, nel suocomplesso, è stato sviluppato tra il 2015 ed il 2016 in col-laborazione con la Società Botanica Italiana onlus (SBI)con lo scopo di elaborare le metodiche e i protocolli ope-

rativi per il monitoraggio incampo, al fine di attuare lasorveglianza del loro stato diconservazione e di rispon-dere adeguatamente agli ob-blighi di rendicontazione. Si cita la finalità del lavoro:“Il manuale fornisce meto-dologie specie-specifiche, siaal fine di migliorare la coe-renza dei dati raccolti sulcampo con quanto richiestodal sistema europeo di re-porting, sia per poter in fu-turo organizzare e ottimiz-zare le attività di monitorag-

gio e raccolta dati a livello nazionale, garantendo un mi-gliore coordinamento fra gli attori coinvolti e una piùefficace comparazione dei risultati”.Tralasciando la sintesi al quadro normativo di riferi-mento, il manuale si compone principalmente di defini-zioni dei protocolli di monitoraggio, allegando,successivamente, le schede per il monitoraggio delle spe-cie (licheni, briofite e piante vascolari). Sono state pro-poste anche delle delle simulazioni di procedure incampo.Un’ulteriore buona notizia, riguarda la nostra RegioneCampania, infatti, con Decreto Dirigenziale n. 51 del26.10.2016 il Dipartimento 52 - Direzione Generale 5 -U.O.D. 8, ha emanato le “Misure di conservazione deiSIC per la designazione delle ZSC della rete Natura2000”. L’allegato del decreto definisce le misure di con-servazione generali, valide per tutti i SIC/ZCS, le misuredi conservazione specifiche per ognuno dei SIC/ZCS e ilrelativo piano di monitoraggio. Proprio quest’ultimo èstato tenuto in stand-by perché doveva essere pubblicatoil manuale di cui abbiamo proposto la presente sintesi.Sarà, quindi, necessario un ulteriore aggiornamento neiprossimi mesi.

Le specie vegetali di interesse comunitario

Tante le possibili fonti di inquinamento e alto il grado di esposizione

Il nuovo manuale Ispra sul monitoraggio

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Tina Pollice

Domenica 30 ottobre è stato fir-mato il CETA, accordo com-merciale Canada - UE cheelimina le restrizioni ed apre imercati al libero scambio dibeni e servizi. Secondo le stimedella Commissione UE l'elimi-nazione delle barriere commer-ciali creerà un aumento delvolume d'affari sino a 12 mi-liardi di euro l'anno, con l'ab-battimento dei costi diesportazione sino a 500 milionidi euro l'anno. Nelle previsioniquest’ accordo darà origine anuovi posti di lavoro. Ma qualisono i benefici che la UE otterràda questo trattato? Il più rile-vante, sarà, la tutela dei mar-chi di indicazione geograficaper i prodotti alimentari chepermetteranno la sparizione,dal mercato, delle contraffa-zioni alimentari canadesi, temaparticolarmente caro all'Italia.Infatti il CETA prevede il rico-noscimento a 145 produzionidell’ indicazione geografica pro-tetta, di questi 125 godranno dipiena tutela, fortemente richie-sta dagli agricoltori europei eche ha costituito la parte più di-battuta e difficile del negoziato.Sono 41 i prodotti italiani tute-lati tra i quali il Prosciutto diParma, il San Daniele, il Pro-sciutto Toscano e il Parmigiano

Reggiano. Quest'ultimo dovràcontinuare a vedersela coi con-traffatti Parmesan, ma l'indica-zione geografica lo premierà.Restano fermi gli standard am-bientali e di sicurezza alimen-tare, infatti i cibi canadesidistribuiti nel mercato unicodovranno rispettare i vincoli co-munitari sugli OGM e gli or-moni della crescita. Il CETApermette all'UE di entrare nelmercato unico nordamericano,

istituito attraverso gli accordiNAFTA per il libero commer-cio, che raggruppa Canada,Stati Uniti e Messico. Ed an-cora, oltre all'abbattimentodelle tariffe doganali tra Ca-nada e UE il trattato consentealle imprese europee di parteci-pare alle gare per gli appaltipubblici in Canada e viceversa;stabilisce il reciproco riconosci-mento di titoli professionali enuove regole per proteggere il

diritto d'autore e i brevetti in-dustriali. Il Trattato sarà ese-cutivo non appena saràratificato da tutti i 28 Parla-menti europei e solo allora saràvincolante. Nel frattempo ilCETA sarà in vigore in viaprovvisoria, dopo che i 28 mini-stri UE daranno il loro assensoe dopo che lo avrà dato la Ple-naria del Parlamento Europeoche si riunirà nella sessione del16 -19 gennaio. Una parte

molto controversa del Trattatoha riguardato gli ISDS (Investi-tor State Dispute Settlement)vale a dire le clausole per la ri-soluzione delle controversie trainvestitore e stato. Sono clau-sole che consentono di farecausa a uno stato davanti a unarbitrato internazionale, nelcaso in cui un investitore ri-tenga di essere stato ingiusta-mente danneggiato. Gli ISDSsono spesso molto criticati daONG e società civile soprat-tutto in Europa. Secondo i cri-tici, è sbagliato dare lapossibilità alle società privatedi fare causa agli stati. Bastipensare che oggi l'Italia si trovacoinvolta in sei procedimenti incui imprese estere hanno invo-cato l'arbitrato internazionale eanalogamente le imprese ita-liane sono impegnate in 30cause dello stesso tipo in altripaesi. Solo con la forte reazionedella Vallonia (stato federaledel Belgio) si è riusciti ad otte-nere la creazione di un tribu-nale permanente con giudiciscelti da Canada ed UE, tra iquali saranno sorteggiati quelliche si occuperanno dei singolicasi; ottenendo anche la possi-bilità di procedere ad una valu-tazione, su intervalli regolaridegli impatti socio - economici eambientali dell'applicazioneprovvisoria del CETA.

Anna Paparo

L’oscurità non è più un tabù.Anzi, durante il tenebrosobuio e il tagliente freddo dell’in-verno polare i fondali del-l’Oceano Artico “si illumi-neranno d’immenso” grazie adelle lampadine veramentespeciali, ma soprattutto com-pletamente naturali. Se qual-cuno sta pensando a dei led, èdecisamente fuori strada. Nonsono comuni sistemi di illumi-nazione, ma supera di granlunga la fantasia. Si tratta diorganismi marini fluorescentiche formano vere e proprie co-lonne di luce e aiutano anche ipesci nel trovare cibo. A sco-prirli sono stati i ricercatori del-l'università del Delaware, chesono stati guidati e coadiuvatida Jonathan Cohen e il cui stu-

dio è stato pubblicato sulla ri-vista “Scientific Reports”. Inpratica, il team di studiosi hascoperto che a trenta metrisotto la superficie marina laluce atmosferica all’interno del-l’acqua diminuisce gradual-mente e la bioluminescenza diquesti organismi marini di-venta la fonte di luce domi-nante, o meglio l’unica. Inoltre,è venuto fuori che cambia

anche la composizione deglistessi organismi. Una conclu-sione, cui sono arrivati dopoaver studiato come la vita ma-rina affronta il buio invernalenelle isole Svalbard in Norve-gia, contro la teoria prevalentesecondo cui vi sia una rete dicibo “dormiente” durante lenotti polari. Secondo i ricerca-tori, la bioluminescenza po-trebbe, quindi, spiegare comealcuni organismi si nutrono e simantengono in attività nell'in-verno artico. Man mano che laprofondità aumenta, la biolu-minescenza nella colonna d'ac-qua diventa, infatti, più intensae cambia la composizione dellozooplankton. Quest’ultimo èuna delle tre tipologie di plan-cton, con il fitoplancton e il bat-terioplancton, ed è composto daorganismi animali non auto-

nomi nel movimento su largascala, ma che si lasciano tra-sportare dalla corrente. Se-condo il Dottor Cohen, che haguidato il team nella ricercacon risultati eccellenti, «più siva giù e più diminuiscono lealghe dino-flagellate; mentreaumentano copepodi e krill(crostacei) e ctenofori, chedanno più luce». Un cambiamento che non è as-sociato a nessuna condizione fi-sica dell'acqua e che, secondo irisultati raggiunti, è collegatoinvece al punto di transizionein cui la luce atmosferica dimi-nuisce nell'acqua per essere so-stituita da quella biolumi-nescente. La bioluminescenzaè un ottimo rimedio contro ipredatori: infatti, aiuta gli or-ganismi marini a sfuggire aipericoli e alle insidie e, di con-

seguenza, a trovare un nascon-diglio sicuro. Allo stesso tempokrill e pesci usano la luce extradei copepodi per trovare cibonell'oscurità. Il prossimo passosarà verificare l'impatto delloscioglimento dei ghiacci marini,innescato dal cambiamento cli-matico, che potrebbe antici-pare la 'fioritura' delle alghe efitoplancton che danno l'avvioalla primavera. Insomma, en-nesimo colpo di scena tuttomade by nature. Madre naturanon smette mai di stupire, re-galandoci spettacoli meravi-gliosi, atti unici ed irripetibili,tutti da ammirare ma soprat-tutto da preservare. Ai giochi diluci, ombre e colori che si sus-seguiranno in cielo, risponderàa tono l’oceano con le sue lam-padine naturali, cento percento green.

Firmato il CETA, accordo di libero scambiotra il Canada e l’Unione Europea

L'oceano Artico in inverno si illumina d’immenso

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Laboratori Arpac accreditati: esperienze ed eccellenzeCristina UccelloGennaro Carotenuto

La Direzione Generale del-l’Arpa Campania, consape-vole dell’importanza e dellanecessità di dimostrare e do-cumentare ai propri utentila capacità dell’Agenzia difornire con continuità pro-dotti e servizi conformi alle“specifiche” -, ha ritenuto op-portuno istituire un Sistemadi Gestione per la Qualità sututta la rete organica cen-trale e dipartimentale (Na-poli, Avellino, Benevento,Caserta, Salerno, “Siti conta-minati”). Il Sistema ha avuto e tuttoraha l’obiettivo di organizzare,disciplinare e tenere sottocontrollo l’insieme di tutte leattività che influenzano laqualità dei “prodotti” e deiservizi forniti.La Direzione si è impegnata

affinché siano garantiti l’im-plementazione, l’attuazioneed il miglioramento continuodel Servizio con lo scopo dimettere in atto un sistemaefficace ed efficiente neltempo in grado di interpre-tare continuamente le esi-genze dei clienti e assicurarela Qualità del servizio of-ferto: a tal uopo, ha adottatoper il Settore il relativoPiano delle Attività coerentecon la Politica della Qualità,a sua volta in linea con il Bi-lancio Previsionale al fine digarantire e mantenere, in si-nergia con “il Territorio”, unsistema non statico, nonchiuso; ma dinamico, aperto,in grado di sostenere le ne-cessarie e dovute migliorie inspecie di fronte al repentinocambiamento delle norme diinteresse. L' Arpac è certificata dal2005 secondo la norma UNI

EN ISO 9001:2008 per le Di-rezioni Centrali ed i Diparti-menti Provinciali secondo ilseguente campo di applica-zione: Progettazione ed ero-gazione dei servizi diconsulenza tecnico-scienti-fica alle amministrazionipubbliche nel campo di tu-tela dell'ambiente, del terri-torio, degli alimenti e dellasalute pubblica. Erogazionedi servizi di prove chimiche,biologiche e fisiche su ma-trici alimentari ed ambien-tali in stazioni fisse (SettoreEA: 36-35).In accordo con il Regola-mento (CE) n. 765/2008 delParlamento Europeo e delConsiglio del 9 luglio 2008 edil D.M. 22 dicembre 2009, n.30125, nel 2008 è iniziato ilpercorso che ha portato al-l'accreditamento dei metodidi prova dei Laboratori se-condo la norma UNI CEI EN

ISO/IEC 17025:2005, daparte dell'Ente Italiano diAccreditamento Accredia, ac-creditamento conseguito il17 febbraio 2011.L’obiettivo prefisso in asso-luto è estendere l’accredita-mento a tutti i possibilimetodi di prova dei Labora-tori di Arpac. E i dati indicatinella Tabella 1 ne sono laprova.L’Ente partecipa con co-stanza, a livello dipartimen-

tale, ai circuiti interlaborato-rio garantendo la qualità deirisultati.Tra le esperienze portateavanti all’interno dell’Agen-zia, ce ne è sicuramente unache è doveroso citare. Arpac,quale Ente strumentaledella Regione Campania, haistituito presso l'Area Anali-tica del Dipartimento diAvellino il Laboratorio Re-gionale Ogm che è dedicatoal controllo della presenza diOgm negli alimenti destinatial consumo umano, per la ve-rifica della conformità allenorme comunitarie e nazio-nali. Tra le altre funzioni delLaboratorio, ilmonitoraggiodella diffusione di Ogm nel-l'ambiente. Tale struttura consentirà siadi fornire risposte concretealla domanda normativa aalle crescenti aspettative so-ciali in relazione alla tuteladella salute, che di pervenirealla definizione di un quadroconoscitivo sulla presenza esui meccanismi di diffusionedegli Ogm nell'ambiente, inmodo tale da supportareanche i sistemi decisionali alivello regionale e locale. IlDipartimento di Avellino,nelle persone dei referenticoinvolti, è impegnata, nonda ultimo, ad allacciare con-venzioni con Regioni interes-sate proprio a tale eccellenzadella Campania ed in parti-colare dell’ArpacCi si riserva, nelle prossimeedizioni del periodico istitu-zionale, di dare notizia dialtre esperienze altrettantorilevanti, condotte in seno al-l’Arpa Campania. Nella “Po-licy”, l’Agenzia haespressamente manifestatola volontà che la Qualitàdelle attività di Arpac fossepatrimonio comune di tutti,lì dove ha espressamenteprevisto che «tutto il perso-nale di Arpac contribuisceapplicando le procedure delSistema di Qualità»: dunqueil personale di ARPAC tuttoquotidianamente contribui-sce a tale mission.

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Anna Gaudioso

Quest’anno una nuova scuola, quelladi Sant’Egidio del Monte Albino, loca-lità ai piedi dei monti Lattari, aderi-sce al nostro percorso di informazioneambientale. Incontriamo il professoreAngelo De Maio, laureato in Pedago-gia, dirigente scolastico dell’Istitutocomprensivo “Eduardo De Filippo”che include ben sei sedi scolastiche diordine e grado diverso, situate in dueComuni, Sant’Egidio del Monte Al-bino e Corbara. L’istituto ospita com-plessivamente 1400 alunni: quandone parla, il prof. De Maio immagina illoro futuro da cittadini consapevoli. Ilpreside parla con convinzione dell’in-clusività, per sottolineare che nessunodeve rimanere indietro: tutti meritanole stese opportunità. Insieme alla pro-fessoressa Pina Sabatino abbiamo vi-sitato la scuola media di San Lorenzo,che si presenta come una bella scuola,ordinata, pulita e funzionante, conbelle strutture laboratoriali.Professor De Maio, da quantianni fa il dirigente scolastico?«Da appena due anni. Prima sonostato insegnante di scuola primaria

per quasi venti anni».Esprime con fierezza il suo pas-sato di insegnante di scuola pri-maria. Cosa l’ha spinta a sceglierequesta professione?«La passione, l’entusiasmo e la vo-lontà di mettere a disposizione le com-petenze acquisite in anni di lavoro adisposizione degli alunni per il suc-cesso formativo.Tendiamo a costruire un percorso for-mativo di qualità, attento allo sviluppoe alla valorizzazione individuale diogni studente».Ritiene che partire dalla scuolasia fondamentale per educareall’ambiente?«Sì, partire dalla scuola è irrinuncia-bile per arrivare al benessere che siconcretizza nel piacere di vivere in unambiente sano».L’informazione e la formazionesono fondamentali per la cono-scenza e utili per decidere se es-sere o no un soggetto inequilibrio con l’ecosistema. Leicosa ne pensa?«Sono decisamente d’accordo. Dob-biamo trasmettere ai più giovani il ri-spetto per l’ambiente in cui viviamo.Ho fatto parte del mondo dello scouti-smo dove si impara a essere responsa-bili, a rispettare gli altri, a fare dellescelte, a confrontarsi, a lavorare ingruppo. Il fondatore dello scoutismo,Robert Baden-Powell, diceva che ilvero modo di essere felici è quello diprocurare la felicità agli altri». Cosa si aspetta dal rapporto conun ente ambientale come l’Arpac?«Mi aspetto un valore aggiunto, e chei ragazzi possano capire il valore dellasostenibilità ambientale».Come gestisce i vari plessi? «Con l’aiuto di collaboratori delegatidal dirigente scolastico, come gli inse-gnanti Benedetta Zaccardo, Pina Sa-batino, Nicoletta Pepe, Maddalena DiPalma, Michele Siniscalchi (ne cito

solo alcuni)». Come sono stati questi anni in cuiè stato dirigente?«Due anni sono pochi per fare un bi-lancio. Oggi un dirigente scolasticodeve avere anche competenze ammi-nistrative. Con l’autonomia scolasticadeve realizzare gli obiettivi autono-mamente ma secondo le indicazioninazionali e nel miglior modo possibile.E inoltre, saper creare una rete di in-teressi tra le scuole e sinergie conaltre realtà presenti sul territorio».Quali miglioramenti si sono veri-ficati durante la sua presidenza?«Noto una grande volontà da parte ditutto il collegio dei docenti. Io insistosull’inclusività: bisogna stare attentia i ritmi di ogni bambino. Tra i mieiprossimi impegni penso ad un orto di-

dattico a Corbara».Il ministero dell’Ambiente, in ac-cordo con il ministero dell’Istru-zione, ha elaborato un piano perinserire nelle scuole la materiaambientale adattandola ai varigradi scolastici. Cosa ne pensa? «Ritengo positiva questa attenzioneministeriale in linea con le nuove ten-denze di una scuola che si apre sem-pre di più al territorio».Secondo le attuali indicazioni mi-nisteriali, i temi dell’educazionealla sostenibilità saranno inseritinell’ambito delle varie materiegià presenti nei programmi scola-stici. Ritiene, invece, giusto chel’educazione ambientale sia in-quadrata come materia auto-noma?«Certamente sì. Accoglierei positiva-mente l’educazione ambientale comemateria autonoma»,Infine, quale consiglio si sente didare ai ragazzi della sua scuola,affinché continuino a crescerecome cittadini consapevoli e ri-spettosi dell’ambiente, quando la-sceranno la scuola media?«Ai ragazzi augurerei innanzitutto diessere felici, di vivere in un ambientesano, di apprezzare tutto ciò che c’è in-torno a noi. Gli consiglierei menotempo sui social e più tempo per il re-cupero delle tradizioni che fannoparte della nostra storia, ma spesso iragazzi si rifugiano nei social mediaperché non riescono a comunicare leloro difficoltà e fragilità. Per questo liesorterei ad aprire gli occhi e guar-darsi intorno».

«La scuola deve educare alla sostenibilità»Intervista al prof. De Maio, dirigente scolastico che ha avviato una collaborazione con l’Arpac

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 novembre 2016 - Anno XII, N.21Edizione chiusa dalla redazione il 15 novembre 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOG. Carotenuto, F. Clemente, F. Cuoco, F. DeCapua, G. De Crescenzo, A. Esposito, R. Fa-nelli, R. Femiano, R. Funaro, R. Maisto, D. Ma-tania, B. Mercadante, A. Morlando, A.Palumbo, A. Paparo, S. Patrizio, T. Pollice, C.UccelloSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Rosario Maisto

Esistono confini invisibili al-l'occhio umano, che sfuggonoalle pagine degli atlanti: vul-cani e catene montuose sepoltinel ghiaccio, correnti marineche segregano regioni dioceano aperto. La vita in Antartide ha svilup-pato adattamenti inediti comeanimali dotati di scheletri leg-geri, sangue privo di emoglo-bina e proteine antigelo,queste mutazioni avvengonoperché sono costretti a con-frontarsi con le condizioniestreme che caratterizzanoquesti territori. Questa ricca efragile biodiversità che si èevoluta in migliaia di anni diisolamento geografico, mostraoggi alcuni cenni di cedimento,infatti negli ultimi anni sonoaumentate le segnalazioni dispecie “aliene” nelle acque enella terraferma antartica, ciònonostante non c’è un emer-genza ecologica perché moltedelle specie che riescono a rag-giungere l’Antartide non so-pravvivono a lungo, oltre aessere il più freddo, è in asso-luto il continente più arido delpianeta. Qui poche forme divita sono in grado di adattarsi,ad esempio, batteri, funghi eacari che sono quelli che hannomaggiore probabilità di riu-scita nonché i più difficili da

controllare ecco perché, tuttociò che viene introdotto in An-tartide è sottoposto a protocollidi bio-sicurezza molto restrit-tivi, di fatto i container e le at-trezzature sono esaminateattentamente alla ricerca diospiti indesiderati mentre ilpersonale tecnico e scientificominimizza l’impatto antropicouna volta giunti sul luogo. Il ri-schio di contaminazione nonproviene solamente dal-l’esterno ma anche da regionidiverse del continente stessoperché l’Antartide ospita co-

munità diversificate, evolutesiin ambienti isolati o lontani,tipo le Valli Secche diMcMurdo, in questi luoghi i ri-cercatori cercano di fare atten-zione negli spostamenti macosì non è per le escursioni tu-ristiche, infatti i visitatori sispostano da un luogo all’altrosenza applicare protocolli spe-cifici o curarsi di rimuoverel’eventuale terriccio intrappo-lato sotto le suole, quindi sonoun potenziale vettore di diffu-sione per numerosi microrga-nismi e spore. Le acque

dell'Antartide invece, sono trale più produttive del pianeta,superiori sia in termini di bio-massa sia di diversità a quelledel Mediterraneo, questa ric-chezza è custodita da due cor-renti marine opposte econcentriche che circondano ilcontinente, la Corrente Cir-cumpolare Antartica e la Cor-rente Polare. Per migliaia dianni la Corrente Circumpolareè stata una barriera naturaleche ha isolato la biodiversitàantartica da quella degli altrioceani, promuovendo adatta-

menti evolutivi singolari, ma ilcambiamento climatico in atto,potrebbe favorire l’ingresso dispecie esotiche, perché con l’in-debolimento della Corrente,aumenta il numero di propa-guli, che, se in grado di supe-rare questa barriera, insiemeall’aumento della tempera-tura, potrebbero espanderel’areale di animali periantar-tici. Ora, si deve preservarel’ultimo santuario del pianetaintatto da specie non native,dai cambiamenti climatici maanche dell’uomo “impiccione”!

Quando fa buio, le pianteusano i fitocromi, le molecolevegetali che rilevano la luce,per regolare il loro comporta-mento di crescita in funzionedella temperatura, questemolecole usate dalle pianteper rilevare la luce durante ilgiorno, al calare delle tenebrecambiano funzione per diven-tare termometri cellulari chemisurano la temperatura not-turna, infatti, agricoltori egiardinieri sanno da sempreche alcune piante sono moltosensibili alla temperatura eche gli inverni caldi le indu-cono a germogliare presto,altre sono maggiormente sen-sibili alla durata del giorno ealtre ancora sembrano dipen-dere da entrambi i fattori. Lemolecole sensibili alla luce, ofitocromi, sono note da molto

tempo, ma finora non erachiaro quali fossero i sensoriusati dalle piante per misu-rare le temperature, ora, i ri-cercatori hanno scoperto chequesto compito è assolto sem-pre dai fitocromi, perché dinotte subiscono un cambia-

mento di stato che interferi-sce con i geni che controllanola crescita. Durante il giorno, la luce delSole attiva queste molecole,alcune delle quali si legano alDNA rallentando la crescitadelle piante, dato che la velo-

cità di cambiamento di stato èdirettamente proporzionalealla temperatura, se unapianta è in ombra, i fitocromitornano rapidamente allostato inattivo consentendoledi crescere più velocemente eritrovare la luce del sole, in-fatti, questo è il meccanismocon cui le piante competonoper sfuggire all'ombra proiet-tata dalle piante vicine. Dinotte, quando le temperaturesi abbassano, le cose vannodiversamente, invece di su-bire una disattivazione ra-pida dopo il tramonto, lemolecole passano dallo statoattivo a quello inattivo gra-dualmente, questo è anche ilmotivo per cui le piante d'in-verno crescono più lenta-mente. La scoperta dellemolecole dalla doppia fun-

zione di sensori della luce edella temperatura può avereinteressanti ricadute incampo agricolo: si stima che irendimenti agricoli dovrannoraddoppiare entro il 2050, mail cambiamento climatico èuna grave minaccia al rag-giungimento di questi obiet-tivi perché alcune colturechiave come il grano e il risosono sensibili alle alte tempe-rature. Lo stress termico ri-duce i raccolti del 10% perogni grado di aumento dellatemperatura ed è per questoche la scoperta delle molecoleche consentono alle piante dirilevare la temperatura puòaccelerare la creazione di col-ture resistenti agli stress ter-mici e al cambiamentoclimatico che non si ferma.

R.M.

Le specie aliene conquistano l’Antartide!

I SENSORI DELLA TEMPERATURA NELLE PIANTE

Nonostante sia la porzione geografica più fredda e inospitale del Pianeta

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Salvatore Patrizio*

Da tempo sentiamo annun-ciare dai mass media informa-zioni allarmanti riguardantil’inquinamento atmosfericodel nostro pianeta e le relativeconseguenze sui cambiamenticlimatici. L’ultima notizia èstata fornita, ad ottobre 2016,dall’Organizzazione Meteoro-logica Mondiale (OMM) delleNazioni Unite. In base ai datipubblicati è risultato che nel2015, per la prima volta, laconcentrazione mondiale dianidride carbonica (CO2)nell’atmosfera ha superatostabilmente la soglia di400ppm. Inoltre, l’OMM pre-vede che le concentrazioni diCO2 resteranno al di sopra dei400 ppm per tutto il 2016 enon scenderanno al di sotto ditale soglia per molte genera-zioni a venire. Sappiamo chegran parte dell'inquinamentoatmosferico è causato dall'usodi fonti non rinnovabili, ovveroda combustibili fossili (car-bone, petrolio e gas naturali),la cui combustione sprigionagas nocivi come anidride car-bonica, ossidi di zolfo, ossidi diazoto, monossido di carbonio,idrocarburi incombusti, parti-colato e altro ancora. Molti diquesti inquinanti “antropici”provengono da luoghi facil-mente identificabili come adesempio le centrali termoelet-triche, le caldaie industriali egli autoveicoli alimentati abenzina o a gasolio ed i perico-losi effetti sulla salute umanasono ben noti a tutti: tumori,allergie, disturbi cardiocircola-tori e respiratori, problemi alsistema immunitario e tantoaltro ancora. Al fine di contrastare questeavversità molte Università edEnti di Ricerca nazionali edinternazionali stanno lavo-rando per trovare le migliorisoluzioni da adottare a livelloglobale. In tale contesto,presso l’Istituto Motori di Na-poli, organo del Consiglio Na-zionale delle Ricerche, deiricercatori, tra cui gli ingg. Ot-torino Veneri e Clemente Ca-passo, stanno lavorando persviluppare tecnologie “intelli-genti” da applicare a sistemi dipropulsione “ibridi” per otte-nere i massimi valori di effi-cienza. Tale studio si sta

concentrando principalmentesu veicoli elettrici ed ibridi ter-mico-elettrici. Per questi ul-timi il sistema di propulsionesi basa su un motore elettricoche lavora in sinergia conquello termico, con una conse-guente riduzione in emissioniinquinanti e consumi di com-bustibile rispetto ai veicoli do-tati di solo motore termico,soprattutto in ambito urbano.L’effettiva diffusione dei vei-coli a motorizzazione elettricao ibrida è, però, limitata per leridotte prestazioni dei sistemidi accumulo elettrochimico(ovvero le batterie, che rappre-

sentano il serbatoio energeticodel motore elettrico), per i lun-ghi tempi richiesti per la rica-rica e dal costo elevato di talidispositivi. Le attività di ricerca svolte neilaboratori dell’Istituto Motoririguardano principalmente losviluppo di tecnologie e meto-dologie innovative di ricaricarapida per veicoli elettrici e lagestione ottimale di architet-ture di propulsione di tipo ter-mico-elettrico. L’applicazione di tali innova-zioni è, quindi, finalizzata aduna riduzione di tutta unaserie di problematiche, soprat-

tutto ambientali, con specificoriferimento al trasporto siastradale che marittimo. Gra-zie al recente sviluppo dinuove tecnologie di accumulo,basate su composti del litio, lanuova generazione di propul-sori elettrici ed ibridi ha lapossibilità di garantire al-l'utente maggiori autonomiein modalità solo elettrica e lapossibilità di ricaricare ilpacco batteria di bordo me-diante connessione alla reteelettrica domestica e/o a sta-zioni di ricarica dedicate ali-mentate da fonti rinnovabili,come gli impianti fotovoltaici.

Ciò comporta, nel complesso,una riduzione delle emissioniinquinanti allo scarico e deitempi e costi di rifornimento.In conclusione, lo studio e laprogettazione di sistemi per laproduzione, conversione e ac-cumulo di energia, così comeun maggior uso di risorse rin-novabili, nonché l’impiego disistemi di propulsione elet-trici, ibridi e elettro-chimicirappresentano attività fonda-mentali per realizzare nelmedio termine l’ambiziosoobiettivo di un trasporto sem-pre più sostenibile ed eco-com-patibile. *CNR Napoli

QUANDO L’UNIONE FA LA FORZA!Uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche per l’applicazione di smart technology su motori ibridi

Banco di laboratorio dinamico per sistemi di accumulo ibrido e sistemi di propulsione. Negli armadi batterie e super-condensatori

Dimostratore da laboratorio di architettura di potenza in correntecontinua per la ricarica rapida di veicoli elettrici/ibridi

Impianto fotovoltaico da 7 kW di picco basato su tecnologia HIT installato presso il CNR Istituto Motori

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Alessia Esposito

Consegnato il 10 novembre ilPremio Sviluppo Sostenibile2016. Tre le aziende pre-miate, ognuna nella propriacategoria: edilizia green,energia da fonti rinnovabili,startup della green economy.Alle altre 27 aziende segna-late in gara (9 per ogni cate-goria) è stata consegnata unatarga di riconoscimento.Il Premio Sviluppo Sosteni-bile, a cui è stata conferita laMedaglia del Presidente dellaRepubblica, viene assegnatoannualmente dalla Fonda-zione per lo Sviluppo Sosteni-bile e Rimini Fiera -Ecomondo, con il patrociniodel Ministero dell'Ambiente,alle imprese che fanno dellebuone pratiche nel settoreambientale una priorità e chesi distinguono per contenutoinnovativo e ricadute positivedi azioni green facilmente re-plicabili.Nella categoria “ediliziagreen” vince la Fondazioneper l’Istruzione agraria in Pe-rugia “per il recupero e la ri-

strutturazione delle scuderiesettecentesche della Roccamedievale di Sant’Apollinaredi Marsciano (Perugia) conun intervento di restauro ar-chitettonico, consolidamento

statico per adeguamento si-smico, efficienza energetica evalorizzazione”. Nella categoria “energia dafonti rinnovabili” il riconosci-mento è stato assegnato a Ve-

ritas Spa “per la realizza-zione del Green PropulsionLaboratory, piattaforma tec-nologica che ha realizzatodue impianti per la produ-zione di biocarburanti per la

riconversione industriale diPorto Marghera.”Nella categoria “Start updella green economy” si ag-giudica il premio Greenrailsrl che ha realizzato un’inno-vativa traversa ferroviaria

Basic “in calcestruzzo rive-stito con materiale composito,fatto con plastica riciclata egomma ricavata da pneuma-tici fuori uso, che riduce le vi-brazioni e il rumore, lospostamento e la polverizza-zione degli inerti e la produ-zione e la dispersione dipolveri.” Commenta il presidente dellaFondazione per lo SviluppoSostenibile, Edo Ronchi, che“La qualità delle nuove ini-ziative delle imprese dellagreen economy che parteci-pano a questo Premio sonouna chiara dimostrazione dicapacità di innovazione e dipotenzialità di sviluppo chenon hanno uguali in nessunaltro comparto della nostraeconomia”.

Premio Sviluppo Sostenibile 2016: le tre aziende italiane più green

Nasce Phylochip, un dispositivo che rileva l’inquinamento delle acque

“Tra le categorie

premiate ancheedilizia greened energie rinnovabili”

Registrare l’inquinamentodelle acque? Ora si può ebasta un semplice click.Nasce, infatti, un chip perrilevare l’inquinamento ac-quatico. Piccola e sottilecome una carta di credito, èriuscita a scovare ben ses-santa mila batteri presentiin un campione di acquaanalizzato. Inventato dalBerkeley National Labora-tory, negli USA, può avereanche applicazioni mediche.Nonostante le sue piccole esottili dimensioni, nascondeuna potenza tale da esserein grado di scovare nelleacque potenzialmente inqui-nate quasi tutte le tipologiebatteriologiche presenti inesse. A questo punto, i bat-teri non hanno più scampo!Con tutti i riflettori accesi epuntati su di lei, questa rivo-luzionaria invenzione, centoper cento made in Usa, è

stata, poi, protagonista di unapprofondito ed esaurientearticolo apparso su “In aBottle” (www.inabottle.it):con questo metodo, dicono gliesperti, sarà possibile rile-vare con più precisione l'in-quinamento dell'acqua e ilsuo profilo di sicurezza. In-somma, rappresenta unavera e propria vittoria control’inquinamento. Nello speci-fico, la ricerca con la conse-

guente costruzione del chip èstata guidata da Eric Dubin-sky e Gary Andersen, ecolo-gisti del Berkeley Lab,portando alla realizzazionedi questo particolare dispo-sitivo, battezzato col nome di“PhyloChip”. Come hannoben spiegato i suoi creatori,«con esso possiamo avere inuna sola notte un quadrocompleto e chiaro dei mi-crorganismi in un campione

d'acqua, rilevando la sua pre-senza grazie al loro DNA,che rappresenta una vera epropria impronta digitale».In particolare, in un testcompiuto nel Russian River,in California, il dispositivo èriuscito a individuare indica-tori fecali che con i tradizio-nali metodi non sarebberostati misurati. Ma non fini-sce qui. Lo stesso dispositivopuò essere utilizzato perscopi medici, agricoli, am-bientali compreso lo studiodell'inquinamento dell'aria el'ecologia delle barriere coral-line e delle condizioni di recu-pero del Golfo del Messicodopo la fuoriuscita del petro-lio di BP. Gli esperimentivengono effettuati già da unpo' di tempo, ma la ricerca hapermesso di iniziare ad avererisultati mai raggiunti sulmonitoraggio della qualitàdell'acqua. A.P.

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Antonio Palumbo

Architetto eclettico dalla stra-ordinaria personalità, capacecome pochi di interpretare ilrapporto tra progetto e luogo,Carlo Scarpa è stato uno deipiù geniali maestri di ognitempo. La sua architetturacombina in modo singolareespressioni, materiali e formeed è sempre un’opera aperta,pienamente integrata con ilcircostante, che lascia spazioall’imprevedibile, all’immagi-nazione, alla poesia della vita.Personalità controversa,Scarpa lavorò come architettosenza essersi mai laureato efu per questo più volte denun-ciato per “esercizio abusivodella professione”: solo tardi-vamente ricevette la laureahonoris causa in architettura,ponendo fine ad un’intermina-bile diatriba sulla legittimitàdel suo operato ed iniziando,nel contempo, la propria atti-vità didattica (che porteràavanti fino al 1977) pressol’Istituto Universitario di Ar-chitettura di Venezia - IUAV,ricoprendone anche la caricadi rettore. Dal 1948, con l’alle-stimento della mostra antolo-gica su Paul Klee, iniziò unalunga e prolifica collabora-zione con la Biennale di Vene-zia, sperimentando le proprieeccezionali qualità di allesti-tore di opere d’arte, per lequali, nel 1956, gli venne con-ferito il Premio Olivetti.Nelle sue realizzazioni archi-tettoniche - poche, per la ve-rità - il maestro venezianoprestò la massima attenzionealla cura del particolare, che,

in alcuni casi, divenne quasimaniacale: tale caratteristicasi fondò sulla sua formazioneculturale, sviluppatasi nel pe-riodo in cui il Neoclassicismosfociava nel Secessionismo enell’Art Nouveau, con l’unitàprogettuale, la continuità traesterno ed interno e la coe-renza stilistica. Tra le sueopere più significative, sullastrada che da Asolo porta aCastelfranco, merita senz’al-tro una visita il “Giardino-se-

polcro” costruito per la fami-glia Brion, realizzato daScarpa ad Altivole (TV) tra il1970 e il 1975: il complesso fu-nerario, commissionato daOnorina Brion per onorare lamemoria del marito Giuseppe,si estende su un’area di 2200mq di terreno, disposto ad “L”intorno al vecchio cimitero na-poleonico di S. Vito. Il com-plesso si snoda su un pianorialzato rispetto al livello dicampagna e Scarpa lo cir-conda con un alto muro incli-nato verso l’interno: questageniale soluzione esclude allavista dall’esterno lo spazio ci-miteriale e, allo stesso tempo,permette ai visitatori di ve-dere il paesaggio. II maestroarticola la composizione in-torno a una serie di oggetti ar-chitettonici: la chiesa, lasepoltura dei familiari, letombe dei coniugi Brion, il pa-diglione sull’acqua. Percor-rendo gli itinerari tracciati daScarpa all’interno dell’area se-polcrale risulta chiaro come laposizione di ogni elemento siacalibrata, anche visivamente,rispetto a quella degli altri. Lecostruzioni sono cariche disimbologie, tradotte in archi-tettura, legate ai temi del-

l’unione coniugale, della vita edella morte. Altra opera diScarpa che riteniamo di citareè la Villa Ottolenghi, realiz-zata nel 1974 nei pressi diBardolino (VR). Per questa residenza privatal’architetto veneziano elaboraun inconsueto schema plani-metrico in base al quale l’edi-ficio viene addossato alterrapieno e risulta impostatosu alcuni punti-cardine: i novemonumentali pilastri cilin-

drici, caratterizzati da ricorsidi calcestruzzo e pietra Tranie di Prun sbozzata; il bagnopadronale a pianta quasi cir-colare, con il camino bifronte,che suddivide la casa in duedistinte aree funzionali. Al-l’esterno, un piccolo specchiod’acqua su cui galleggianoninfee, posto in posizione ap-partata, è un chiaro richiamoalla cultura giapponese, cheaveva sempre suggestionatol’opera di Scarpa.

L’ARCHITETTURA ORGANICA DEL MAESTRO CARLO SCARPA

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Rosemary Fanelli

Sconfortante e scioccante. Po-trebbe essere riassunto così ilrapporto dell’Unicef “Clear theair for Children”, secondo cui lepolveri sottili presenti nell’ariasono responsabili della morte diseicentomila bambini l’anno.Non è un caso, quindi, che lostudio sia stato pubblicato in oc-casione della COP 22, la confe-renza delle Nazioni Unite sulclima, che si tiene in questigiorni a Marrakech, con l’obiet-tivo di definire le modalità ope-rative di attuazione dell’accordodi Parigi, entrato in vigore il 4novembre scorso. Il rapporto,disponibile online sul sito del-l’organizzazione, è frutto di unamappatura delle aree a rischio,realizzata mediante immaginisatellitari, che per la primavolta mettono in evidenza i luo-ghi nei quali i bambini sonomaggiormente esposti all’inqui-namento. Immagini disar-manti, che lasciano sbigottiti,perché, differentemente daquello che si possa pensare, ibambini sono a rischio non solonelle zone fortemente industria-lizzate e densamente abitate,quali Cina ed India, ma anchein zone poverissime, dove, persopperire alle necessità dome-stiche, viene effettuato unampio uso di carburanti fossili.

Nella fattispecie, almeno duemilioni di persone vivono in areenelle quali il livello di inquina-mento è tale da non garantireneppure il minimo dei livelliqualitativi dell’aria stabilitidall’Oms. Gli effetti di questaesposizione sono allarmanti,perché almeno seicentomilabambini al di sotto dei cinqueanni muoiono per problemi re-spiratori arrecati dalle polverisottili inalate. Esposti all’inqui-namento notte e giorno, abitanoin aree in cui si respira aria dipessima qualità, non solo per le

emissioni dei veicoli, ma ancheper l’uso indiscriminato di car-buranti fossili e per la combu-stione dei rifiuti. Tra le zone arischio primeggia l’Asia del sud,ove si trovano almeno 620 mi-lioni di bambini a rischio, controi 520 residenti in Africa e 450milioni nell’Asia dell’Est e delPacifico. In Europa sono almeno120 milioni i bambini sotto i 5anni che vivono in zone a ri-schio.La maglia nera tocca proprio al-l’Italia, che vede nella regionedella pianura padana la zona

più a rischio. Dall’analisi Clearthe Air for Children emerge,inoltre, tra gli agenti inquinantipiù pericolosi, il particolato ul-trafine, una polvere toracica ingrado di penetrare nei polmonidurante il semplice processo re-spiratorio. In realtà, gli agentiinquinanti provocano danni sindall’età embrionale: possonocompromettere lo sviluppo delfeto ed arrecare danni celebralipermanenti. Lo studio esaminapoi le conseguenze dell’inquina-mento presente tra le mura do-mestiche e causato dalla

combustione di carbone o legnada ardere, utilizzati nelle areerurali e tra le famiglie a bassoreddito. Anche in questo caso ibambini sono soggetti a malat-tie respiratorie, asma e polmo-nite, responsabili della morte di1 bambino su 10. La mortalità èinoltre correlata all’età, perchéal di sotto dei 5 anni i bambinihanno un sistema immunitarioancora poco sviluppato ed ina-lano, respirando più veloce-mente rispetto ad un adulto,una quantità maggiore di so-stanze inquinanti. L’Unicef sot-tolinea come il primo passo dacompiere sia quanto meno im-porre il rispetto dei limiti previ-sti dall’ OMS per la salubritàdell’aria, chiedendo ai governi diridurre le combustioni di carbu-ranti tossici e promuovendol’energia rinnovabile. Altra pre-rogativa è limitare l’esposizionealle sorgenti inquinanti, collo-cando, ad esempio, scuole e par-chi giochi lontano dai complessiindustriali e limitando la com-bustione. Ridurre l’inquina-mento atmosferico potrebbeaiutare a diminuire l’esposi-zione dei bambini. Ma è già datempo che se ne parla. Alla lucedi questi nuovi dati, viene dachiedersi se stavolta i diktat im-posti dall’industria sarannomeno imperativi della salute deinostri bimbi.

L’effetto placebo non è altro cheuna sensibile riduzione del do-lore avvertita da un soggetto cu-rato attraverso una “falsa”terapia. Tale strategia vieneutilizzata soprattutto per i pa-zienti ipocondriaci o per coloro iquali non possono assumere far-maci potenzialmente pericolosio contrastanti con altre terapiein corso. Con tale rimedio, lostato di salute del paziente puòmigliorare, a patto che lo stessoriponga fiducia nello staff me-dico che lo ha in cura. In altreparole, il paziente deve trovarsiin uno stato mentale “positivo”,vale a dire che deve avere buoneaspettative di miglioramento aseguito della cura a cui dovràessere sottoposto. Appare evi-dente, dunque, che tale percorsoterapeutico è fortemente in-fluenzato dallo stato mentale, edunque, dal cervello del pa-

ziente: lo stesso, con il suo “otti-mismo”, va a stimolare determi-nate aree del cervello in gradodi fargli avvertire sollievo daldolore, malgrado non gli vengasomministrato alcun farmacospecifico. Alcuni studiosi dellaNorthwesternUniversity di Chi-cago hanno condotto una ricercaal fine di poter individuare pre-cisamente queste aree del cer-vello nelle quali si sviluppa

questa sensazione di benessere,ottenuta da sostanze prive diprincipi attivi specifici ma som-ministrate come se avesserodavvero proprietà farmacologi-che. Appare chiaro che, conoscendoesattamente la localizzazione diqueste aree, sarebbe necessariauna specifica stimolazione a faravvertire sollievo al paziente,ma, in realtà, la ricerca va oltre

questa semplice intuizione. Talescoperta potrebbe portare aduna nuova frontiera della medi-cina: l’obiettivo è migliorare itrattamenti per le persone sof-ferenti di dolori cronici, cosìcome dettagliatamente spiegatodal gruppo di studiosi chicagoa-ninel saggio pubblicato sulla ri-vista “PLoSBiology”. In particolare, la nuova terapiaconsisterebbe in un’innovativatipologia di risonanza magne-tica, denominata MRI, graziealla quale i medici potranno mo-nitorare le parti del cervello acui viene imputata tale funzionee controllarne l’attività duranteil dolore, al fine di scegliere ilfarmaco specifico.Secondo i ricercatori, artefici diquesto studio, i risultati di taliprocedure hanno il potenziale diprodurre innovazioni nel tratta-mento personalizzato del dolore,

basato fondamentalmente sucome il cervello del paziente ri-sponde ad un determinato far-maco. Dato l’enorme pesosociale del dolore cronico, dun-que, saper prevedere quali sog-getti rispondano al placebo,potrebbe essere di enorme aiutonella progettazione di una me-dicina personalizzata e, conse-guentemente, migliorare edaffinare le sperimentazioni cli-niche. Sebbene per decenni,gran parte degli studiosi abbiasottovalutato l’effetto placebo,evidenziandone la mancanza difondamento scientifico, dovutaanche al fatto che tale effettonon si verifichi in tutti i pa-zienti, tale scoperta appare po-tenzialmente rivoluzionaria, inquanto sarebbe in grado di se-gnare l’inizio di una nuovaepoca per lo ricerca medica.

Fa.Cu.

Il Rapporto UNICEF “Clear the Air for Children”

Nel cervello esistono aree dell’effetto placebo

Secondo lo studio almeno seicentomila bambini muoiono a causa delle polveri sottili

I ricercatori dell’Università di Chicago hanno individuato nuove zone cerebrali

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Rosa Funaro*

Disintossicare l’organismo econgedare le sensazioni di pe-santezza e gonfiore che spesso cicreano fastidi durante il giornoè possibile, consumando cibidalle spiccate proprietà depura-tive e aiutandoci con dellepiante che hanno proprietà pu-rificanti. In concreto a tavola èbene preferire sempre frutta everdura che rispettino la stagio-nalità, fondamentale al fine dinutrirsi di cibi freschi dalle pro-prietà nutritive non modificatee non prodotti artificialmentemediante serra. Per quel checoncerne le verdure di stagione,in grado di depurare e disintos-sicare il corpo, impossibile nonsegnalare il finocchio, saporito eleggero, ipocalorico, ricco anchedi fibre e di minerali come il po-tassio, il calcio, il la vitamina A,le vitamine B1, B2, B3, B5, B6 ela vitamina C. Contiene olio es-senziale al cui interno sono con-tenuti i principi attivi con leproprietà più rilevanti. Degna dinota la presenza di flavonoidicome l’ isoquercitrina, la querce-tina e la rutina. Un altro ottimoalleato di questa stagione è ilcarciofo che contiene moltoferro grazie a due sostanze: lacoloretina e la cinarina, pre-sente in concentrazione mas-sima durante la formazione delcapolino, che è poi la parte dellapianta che viene usata in cu-

cina. Queste sostanze sono ingrado di provocare un aumentodel flusso biliare e della diuresie in particolare la cinarina,svolge un ruolo importante poi-ché riesce ad abbassare il livellodel colesterolo. Da non sottova-lutare è anche la funzione epa-toprotettiva e antitossicadell’ortaggio e ciò si evidenziamaggiormente su diverse so-stanze tossiche, in particolaresull’alcol, la cui presenza nelsangue viene ridotta per l’effetto

diuretico. Gli studiosi hannoanche riscontrato proprietà ri-generatrici del parènchima epa-tico, oltre alla capacità dimigliorare le funzioni secretivee motorie del tubo digerente, fa-vorendo anche la peristalsi. Èpossibile potenziare gli effetti di-sintossicanti di un’alimenta-zione studiata appositamenteper le esigenze dell’individuocon delle sostanze fitoterapicheche possono essere di validosupporto alla terapia alimen-

tare personalizzata. È il caso delDesmodium, una pianta origi-naria dell’Africa che solita-mente cresce nelle aree umidedi Guinea, Sierra Leone, Sene-gal, Ghana e Liberia, dove è pos-sibile trovarla anche ai piedi divari alberi (come quelli del cacaoo le palme da olio). Il Desmo-dium viene utilizzato da temponella medicina tradizionale afri-cana come rimedio contro asmae infezioni epatiche infatti è uti-lissimo per ripristinare la cor-

retta funzionalità delle celluledel fegato che, grazie a questapianta, si rigenerano più veloce-mente. Un altro uso molto co-mune è quello legato alle sueproprietà antiossidanti che agi-scono contro l’acido arachido-nico, con la loro azioneantinfiammatoria. Un beneficiosia nei soggetti affetti da patolo-gia allergica, che per l’apparatovascolare e circolatorio.

*Biologa NutrizionistaGiornalista Pubblicista

Fabiana Clemente

Quando si parla di infertilità,spesso vediamo al banco degliimputati fumo, alcol, droghe eritardo della maternità. Il tassodi natalità in Italia è tra i piùbassi d’Europa, basti conside-rare che 1 coppia su 5 ha pro-blemi di fertilità. Tuttaviaanche altri fattori sono impli-cati in questo fenomeno. Oltre aquelli ambientali, vi sono anchefattori legati ad una scorrettaalimentazione. La FondazioneVeronesi ha evidenziato, perl’appunto, una relazione tracibo e fertilità. Un’alimenta-zione ad hoc potrebbe prevenirealcuni rischi e favorire la capa-cità di fecondare. Dello stesso

avviso è uno studio, su dieta efertilità femminile, condottodalla Harvard Medical Schooldi Boston. In definitiva, i sugge-rimenti elargiti da fonti autore-voli fanno luce su alcuni aspettidi una dieta ad hoc per aumen-tare la fertilità maschile. Nellafattispecie, sono privilegiati po-modori, carote e frutta secca. I

pomodori sono ricchi di lico-pene, sostanza antiossidantecapace di incrementare il nu-mero di spermatozoi del 70%.Le carote, anch’esse fonti pre-ziose di antiossidanti, agisconocontrastando i radicali liberi equindi aumentano la velocità ela reattività degli spermatozoi.La frutta secca per l’approvvi-

gionamento di Omega 3. Ri-guardo all’alimentazione fem-minile è opportuno osservarealcuni suggerimenti mirati.Evitare i grassi saturi che cau-sano problemi al cuore e alle ar-terie. Preferire, piuttosto, cibiricchi di grassi insaturi, qualisemi oleosi e pesce, per combat-tere l’infiammazione delle cel-lule. Preferire proteine vegetalia quelle animali, come legumi onoci. Sostituire prodotti a basedi farina bianca, con quelli abase di farina integrale. Incre-mentare l’apporto di vitaminein particolar modo l’acido folico.Privilegiare un consumo di ali-menti con alto contenuto diferro, cereali integrali, spinaci,fagioli, zucca, pomodori e barba-

bietole. Idratare costantementeil corpo, con acqua, frutta e ver-dure, evitando bevande gassatee succhi preconfezionati. Lastbut not least, praticare attivitàfisica regolare e monitorare ilproprio indice di massa corpo-rea – ovvero assicurarsi che siacompreso tra i 20 e i 24. Ovvia-mente questi pratici consiglinon garantiscono una gravi-danza, ma è senz’altro una va-lida strategia senza effetticollaterali e a disposizione ditutti. Nell’ottica della preven-zione, educare le nuove genera-zioni ad un’alimentazioneconsapevole, può sicuramenteridurre quei rischi di cui le ge-nerazioni attuali stanno pa-gando un costo troppo alto.

Il vero detox che si fa a tavola

Nutrizione e fertilità: l’importanzadi una sana e corretta alimentazione

Come depurare l’organismo dagli eccessi alimentari e dagli inquinanti ambientali ai quali siamo esposti ogni giorno

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni,da uomini e donne che l’hannoresa grande. Storia, teatro,pittura, scultura, musica, ar-chitettura, letteratura… I set-tori nei quali Napoletani eCampani sono diventati fa-mosi e hanno rese famose Na-poli e la Campania sononumerosissimi. Continuiamoil nostro piccolo viaggio traNapoletani e Campani famosi. Zenóne di Elea fu un filosofogreco del V sec. a. C. Allievo diParmenide, fu uno dei princi-pali rappresentanti della fa-mosissima scuola eleatica, unodei pilastri dell’intera culturaoccidentale. Di lui scrisseroPlatone e Apollodoro che locolloca, nel pieno della sua at-tività, intorno al 460 a. C. (siconsideri che i Greci arriva-rono in Campania intornoall’VIII sec. a. C. e proprio nelV sec. a. C. avrebbero fondato“Neapolis”). Poco o nulla si sadella nascita e della stessavita: qualche notizia in più cel’abbiamo in riferimento allasua morte che sarebbe avve-nuta (tra tormenti affrontatieroicamente) per la sua oppo-sizione ad un tiranno. Platone,nel suo “Parmenide” riferiscedi una sua opera realizzata “insostegno” delle tesi del suomaestro Parmenide. Affronta,in particolare (arrivando allestesse conclusioni del maestroma attraverso un percorsospeculativo diverso), il temadell’unica realtà priva di con-traddizioni che è “ciò che è” (il“monismo” parmenideo) incontrasto con le molteplicitàfenomeniche e le molteplicitàlegate al movimento. Al centro degli studi filosoficisuccessivi, il frammento n. 3,unico frammento “integrale”nella sua opera che dovette es-sere, invece, complessa, artico-lata e di certo non “esigua”:“Se molte sono le cose, è neces-sario che siano tante quantesono, e né più né meno ditante. Ma se sono tantequante sono, sono finite di nu-mero. Se le cose sono molte,sono infinite: infatti in mezzoa esse ce ne sono sempre altre,e ancora altre in mezzo a que-ste. Così le cose sono infinite”.Di qui l’esempio della strut-tura del pensiero zenoniano: la“reductio ad absurdum” (la

possibilità di trarre due con-clusioni anche contrastanti traloro da un solo argomentotrattato e anche in contrastocon la stessa premessa di quel-l’argomento). Sull’idea zeno-niana del moto, a ulterioredimostrazione dell’importanzadel suo pensiero, possiamo de-durre qualche tratto daglistudi che di essa fa Aristotelequando affronta i temi della fi-sica (in testa la questionedetta “della dicotomia”: la pro-gressiva “bipartizione” delledistanze). Per alcuni studiosidella matematica, poi, le tesizenoniane avevano come fina-lità principale quella di met-tere in luce le contraddizioninelle quali si può caderequando si vuole comporre unagrandezza continua comesomma di particelle infinita-mente piccole in numero infi-nito. Famosi i “paradossi diZenone”: essi dimostravanol’impossibilità della moltepli-cità e del moto, nonostante leapparenze della vita quoti-

diana. Quei paradossi costitui-scono forse i primi esempi delmetodo di dimostrazione notocome “dimostrazione per as-surdo”. Sono anche conside-rate un primo esempio delmetodo dialettico, usato solo inseguito dai sofisti e da Socratee misero in difficoltà l'ambi-zione dei pitagorici di ridurretutta la realtà in numeri. Trai più famosi quello di Achille:se Achille (detto “pie' veloce”)venisse sfidato da una tarta-ruga nella corsa e concedessealla tartaruga una certa mi-sura di vantaggio, Achille nonriuscirebbe mai a raggiun-gerla, costretto prima a rag-giungere la posizione occupataprecedentemente dalla tarta-ruga che, nel frattempo, saràavanzata raggiungendo unanuova posizione che la farà re-stare ancora in vantaggio; inquesto modo la distanza traAchille e la tartaruga, pur ri-ducendosi verso l’infinita-mente piccolo, non riusciràmai ad essere pari a zero.

Il filosofo Zenone di EleaUno dei principali rappresentanti della scuola eleatica

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Mercatini di Natale al Ca-stello di Limatola dal 12 no-vembre all’8 dicembre

Santa Claus Village dal 19novembre al 26 dicembre aNapoli (NA)

Gustus dal 20 al 22 novem-bre alla Mostra d’Oltremaredi Napoli

Domeniche dell’olio il 20 e27 novembre a Cerreto San-nita (BN)

Ulisse:il viaggio nell'Ade il26 novembre a Pertosa (SA)Info e prenotazione: Grotte diPertosa-Auletta 0975 397037

Piazze della Lumaca 26 e27 novembre a Piana diMonte Verna (CE) Info:0823861130 - 3921511447

Mercatino di Natale alCentro Storico IV Edizione

26 e 27 novembre a Concadella Campania (CE)

Sagra dell'olio d'oliva il 4dicembre a Albanella (SA)

Festa del torrone e delcroccantino 8-11 e 17-18 di-cembre a San Marco Dei Ca-voti (BN)

Notte re la Focalenzia2016 dal 7 al 9 Dicembre aCastelfranci (AV)

Pomodoreide a Città dellaScienza (NA) 2-3 dicembre

Zibaldone di Natale a Cittàdella Scienza (NA) dall’8 all’11dicembre

AGEROLAGASTRONOMIA E NATURAIn provincia di Napoli si puòammirare un piccolo paese fa-moso per la sua posizione, i suoipanorami, ed in particolarmodo per il suo oro bianco: ilfior di latte. Stiamo parlando diAgerola, sobborgo situato ametà strada tra la costiera sor-rentina e quella amalfitana, emeta perciò di molti turisti chenon vogliono perdere la bellezzadi queste terre, ma preferisconoevitare il caos delle città. Age-rola è anche famosa per Il sen-tiero Degli Dei, una lungacamminata che collega la cittàdi Bomerano con Positano. Ilsentiero è davvero molto lungo,ma è immerso nella natura, edurante la sua attraversata sipuò contemplare un panoramamozzafiato, che permette diammirare al contempo tutta lacostiera amalfitana e sorren-tina.

LETINO CASTELLI, SANTUARI E GROTTE CARSICHEPiccolo borgo montano bandieraarancione del Touring Club ri-cadente all'interno del Parco re-gionale del Matese, Letinoprende il nome dal celeberrimo"fiume dell'oblio" della mitolo-gia greca e romana, il Lete. Ilpaese è raccolto su un lungosperone di roccia del versantemeridionale del Matese, in uncontesto paesaggistico inconta-

minato e in posizione centrale epanoramica tra il lago di Galloe il lago di Letino. Quest'ultimobacino è nato dallo sbarra-mento artificiale del fiume Lete,che si inabissa nel sottosuolo eforma una grotta carsica esplo-rata dagli speleologi a partiredagli anni '20 del secolo scorso,la Grotta del Cauto, un grandetraforo naturale ricco di forma-zioni stalattitiche e stalagmiti-che, che sul lato opposto si aprecon uno spettacolare affacciosulla vallata. Nel paese soprav-vive un particolare e originalecostume tradizionale femmi-nile, sfoggiato dalle donne inparticolare durante le manife-stazioni folkloristiche e reli-giose. Tra i prodotti tipici dadegustare sul territorio, la pa-tata di Letino, una varietàmontana qui coltivata fin dal1820, e gli ottimi formaggi delMatese, tra cui il pecorino, la ri-cotta di pecora, la scamorza e ilcaciocavallo.

FRIGENTOLA TERRAZZA D’IRPINIAAd una quindicina di Km dal-l’uscita di Grottaminarda del-l’A16 c’è uno dei borghi piùantichi e affascinanti del terri-torio: Frigento. Con poco più di4000 abitanti, si trova sullasommità di un ampio colle al-l’altezza di 911 metri. L’abitatosi sviluppa su tre alture che sialternano sul singolare massic-cio collinare che caratterizza ilterritorio del comune. Tre colliche sono raffigurati anche sullostemma comunale. Di sicuro illuogo fu abitato dai Sanniti, di-venne colonia di Roma e fu ab-bellita dal punto di vistaarchitettonico con nuove mura,portici, il foro e le famose ci-sterne da visitare assoluta-mente. Oltre al centro storiconon può mancare una passeg-giata in via dei “Limiti”, sitratta di una terrazza naturaleda cui si gode di un vasto ed ec-cezionale panorama: la vista

spazia a 360° fino a compren-dere ben 5 regioni e 11 pro-vince! Frigento è anche squisitagastronomia, piatti tipicamenteinvernali perché belli sostan-ziosi sono: la “menesta mari-tata co’ la coteca e fasuli”, lapizza ionna (fatta con farinagialla) e pasta e cicerchie.

MORIGERATI PAESE AMBIENTEIl comune di Morigerati e la suafrazione Sicilì, sono situati inuna zona collinare nel Cilento,ad una decina di km dalle costedel Golfo di Policastro. Il co-mune è noto per l'Oasi WWFche, creata nel 1985, ha un'estenzione di 607 ettari ed è in-serita nella lista mondiale deigeoparchi poiché custodisce unrilevante fenomeno carsico. Ilfiume Bussento, che nasce dalversante meridionale del MonteCervati, in prossimità di Ca-selle in Pittari si inabissa in uncolossale inghiottitoio, per riap-parire, pochi chilometri più asud, sotto l'abitato di Morige-rati. Il fondo della gola del Bus-

sento, offre un habitat idealeper la flora e la fauna fluvialetra cui si annoverano specierare e protette. Questo borgo èil primo paese ad offrire ospita-lità diffusa nel Parco Nazionaledel Cilento, Vallo di Diano e Al-burni, le porte delle case delcentro storico, infatti, sonoaperte agli ospiti per offrireun’accoglienza familiare ed au-tentica.

SANT’AGATA DEI GOTIL’ARTE E LA STORIAOltre a far parte dei borghi piùbelli d’Italia, Sant’Agata deiGoti è bandiera arancione delTouring Club Italiano. La citta-dina della provincia di Bene-vento nasce alle falde del monteTaburno, dalle cui sorgenti sialimenta l’acquedotto carolinodi Luigi Vanvitelli, ed è arroc-cata su una terrazza tufacea tradue affluenti del fiume Isclero.Da questo luogo silenzioso, ilresto del mondo appare lontanoe caotico. Sant’Agata dei Gotibrilla per gli esempi di auten-tica eccellenza normanna delDuomo e della chiesa di San-t’Angelo de Munculanis. Meritauna visita il castello ducale, lachiesa della Madonna del Car-mine, la chiesa trecentesca diSan Francesco di Assisi, con gliaffreschi del pittore Giaquintodell’inizio del Settecento e ilmaestoso Palazzo Vescovile,oltre a numerosi reperti diepoca romana.

Cinque borghi campani da visitare in autunno

Le allesse sono una ricetta ti-pica della cucina napoletanapiù povera. Si tratta di casta-gne sbucciate e lessate con fo-glie di alloro ed un pizzico disale, consumate prevalente-mente per la prima colazione evendute per strada. Così ci ri-corda la Serao, quando de-scrive il mangiare popolare aNapoli nel suo tempo: “Per unsoldo una vecchia dà nove ca-stagne allesse, denudate dellaprima buccia e nuotanti in unsucco rossastro”. Trecento anni prima GiacomoCastelvetro nel suo BrieveRacconto di tutte le radici e leerbe e di tutti i frutti che crudio cotti in Italia si mangianodice: “Di castagne se ne cuo-cono poi in acqua sola, e queste

chiamasi lesse, le quali ven-gono più dai fanciulli e dallabassa plebe, che dagli uominicivili e maturi, mangiate”. Leallesse non vanno confuse coni palluòtte, o palluòttole, chesono castagne sì lessate, macon tutta la buccia, che talvolta

si usava aggiungere in unapentola di allesse. Il terminecuoppo allesse (cartoccio di al-lesse), o anche solamentecuoppo, in napoletano vieneusato in senso dispregiativoverso una persona, in partico-lare ad una donna sgraziata.

Lo street-food autunnale made in Campania

Eventi, sagre e feste

a cura di Giulia Martelli

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La “Carta degli Intenti” giàpresentata dal Presidente delParco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni, Dott.Tommaso Pellegrino, in occa-sione del suo insediamento, èstata approvata lo scorso 27 ot-tobre dal Consiglio Direttivodell’Ente.Essa rappresenta non solo unapresa d’atto delle “ecceziona-lità” presenti nel Parco ben ri-conosciute dalla comunitàmondiale (“Riserva di Biosfera”del programma MAB dell’Une-sco, “PaesaggioCulturale di ri-levanza mondiale” della WorldHeritage List dell’Unesco, “Eu-ropean and Global GeoparkNetwork”, “Comunità Emble-matica per il riconoscimentodella Dieta Mediterranea qualePatrimonio Immateriale del-l’Umanità dell’Unesco” insiemeal Comune di Pollica) maanche una vera e propria stra-tegia fondata su volontà condi-vise tra tutti gli stakeholderterritoriali. Sono quindici iprincipi sanciti dalla “Cartadegli Intenti” e destinati a di-ventare predominanti di un“modus operandi” e soprat-tutto, nel tempo, di un “modusvivendi” finalizzato a valoriz-zare le bellezze naturalistiche,paesaggistiche e culturali delParco del Cilento, Vallo diDiano e Alburni. Alcuni deipunti salienti di questa dichia-razione possono essere descritticome di seguito:- favorire un turismo accessi-bile ed inclusivo;- accompagnare la crescita distartup;- incrementare l’uso efficientedelle risorse in termini di ener-gia e rifiuti;- migliorare l’interazione terri-toriale mediante potenzia-mento delle infrastrutture ditrasporto e l’implementazionedi sistemi di mobilità sosteni-bile;- sostenere la cooperazione conenti di ricerca e formazione percontribuire allo sviluppo di co-noscenze, competenze ed abi-lità nei giovani;- installare un laboratorio per-manente di studio sulla biodi-versità e la dieta mediterranea;- preservare il patrimonio na-turale, culturale ed agroali-mentare del territorio dairischi della contaminazione,dellascomparsa, del degrado;

- realizzare un “parco della cul-tura” fruibile a tutti che siacentro di interesse intergenera-zionale per ritrovare radici etradizioni e prepararsi a volaresulle “ali del futuro”.Questa “Carta degli Intenti” vanella stessa direzione dell’im-pegno assunto dal governatoredella Regione Campania On.Vincenzo De Luca che, il 5 ot-tobre scorso, ha incontrato isindaci e gli amministratoridell’area cilentana, annun-ciando un finanziamento di450 milioni da investire in pro-

getti per il miglioramento dellaviabilità, la mitigazione del ri-schio idrogeologico, la metaniz-zazione: interventi necessaritanto per la popolazione localequanto per lo sviluppo turi-stico. Inoltre, la “Carta degli in-tenti” detta le linee di indirizzoper un rilancio puntuale e mi-rato del Parco del Cilento,Vallo di Diano e Alburni consi-stente in una progressiva“open innovation” imperniatasu un “networking”di conver-genza di vecchi e nuovi saperi.

Ros.Fem

Approvata dall’Entela Carta degli Intenti

Domenico Matania

È partito l’ultima settimana diOttobre il servizio di Taxi Sha-ring tutto napoletano. Si trattadi una speciale forma di taxicollettivo che potrà essere uti-lizzato lungo tratte predefinite,dando la possibilità al tassistadi far salire e scendere i passeg-geri lungo il percorso, in prossi-mità delle fermate degliautobus. Proprio quest’ultima èla soluzione che differenzia ilTaxi Sharing made in Napoli,da Palermo ed altre città chehanno già sperimentato il ser-vizio. Un modo innovativo perovviare all’atavico problema deitrasporti del capoluogo cam-pano. L’avvio della corsa è fis-

sato a tre passeggeri, ma il tas-sista può decidere anche di par-tire con meno utenti a bordo. Almomento il costo del servizio èdi 2 €. «L’auto parte – spiega PasqualeOttaviano, presidente delSitan, il sindacato dei tassistinapoletani – quando ci sono a

bordo almeno tre persone.Riempiremo la vettura cosìcome è previsto dalla carta dicircolazione. In molti casi ci sa-ranno anche auto con 8 passeg-geri più il conducente.Speriamo che questa iniziativaci aiuti a ridurre il traffico au-tomobilistico. Lungo il tracciatopotremo far salire a bordo altripasseggeri, se in quel momentoci sono posti liberi». Per ricono-scere le vetture del Taxi Sha-ring basterà notare un’insegnasul parabrezza dell’automobile.Andiamo a scoprire quali sonole tratte coinvolte dal Taxi Sha-ring: piazzale Tecchio – piazzaVittoria; piazza Sannazaro –piazza Bovio; piazza Garibaldi– piazza Trieste e Trento; emi-

ciclo Poggioreale – piazza Prin-cipe Umberto; piazzale Tecchio– Università di Monte Sant’An-gelo; Posillipo – via FerdinandoRusso; Posillipo – via Mare-chiaro. Si è deciso momenta-neamente di portare il servizioladdove i trasporti pubblici sonotalvolta carenti, con un ottimorisultato nelle prime due setti-mane di attività. Sono anchealtre le zone della città ancora“isolate” a causa della man-canza di una fermata della me-tropolitana nelle vicinanze oper l’assenza di autobus effi-cienti; si spera che il servizio delTaxi condiviso possa rappre-sentare una via alternativa perassicurare ai napoletani sposta-menti rapidi e sicuri.

Taxi Sharing made in Napoli

Brunella Mercadante

Dal 27 al 30 ottobre si è svolta a Napoli la sesta edizione di “Ve-nezia a Napoli Il Cinema Esteso” la Rassegna cinematograficache porta annualmente in città una selezione dei film presentatiall’ultima Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica diVenezia. La manifestazione, nata nel 2011, nel corso di questicinque anni ha presentato in anteprima a Napoli sia in sale delcentro che delle periferie cittadine alcune delle pellicole in car-tellone alla Mostra veneziana in proiezioni gratuite o a prezzocontenuto, spesso accompagnate dalla presenza degli autori, deiregisti e degli attori, realizzando quel cinema esteso, in grado diarrivare e coinvolgere non solo agli appassionati del cinema maanche un pubblico più eterogeneo, favorendo in particolar modol’incontro dei giovani con i film e il mondo che questi raccontano.Grazie alla motivata partecipazione del pubblico, alla qualità deifilm proposti, alla presenza di ospiti importanti la manifesta-zione si è ormai qualificata per lo specifico taglio culturale, no-nostante ciò quest’anno nell’assegnazione delle risorse nazionaliper le attività di promozione cinematografica ha subito una de-curtazione del 50% del contributo. La rassegna, comunque,anche nel 2016 seppur con difficoltà ha garantito una rosa dieventi e di incontri unici. Sono stati presentati nei quattro giornidi cinema Esteso tra gli altri i film Akher Whed Fina del registaesordiente tunisino Aladdine Slim vincitore del Leone del Fu-turo- Premio Venezia Opera Prima; Questi giorni di GiuseppePiccioni, vincitore del Premio Venezia Sorriso Diverso; Austerlitzdi Sergei Lotznitsa, lo straordinario documentario cinese KuQuian ambientato ad Hong Kong di Wang Bing, vincitore delPremio Orizzonti per la migliore sceneggiatura; Drum di Key-wan Karimi, onirico film girato clandestinamente a Teheran; edancora l’iraniano The nights of Zayandeh Rood del Maestro Moh-sen Mahkmalbaf; David Lynch: the art of Life di Rick Barnes,Jon Nguyen e Olivia Neergaard –Holm; Stanza 52, debutto allaregia dello sceneggiatore Maurizio Braucci; Indivisibili di Edo-ardo De Angeliis presente con tutto il cast; e nella serata con-clusiva Le Concours di Claire Simon, Premio Venezia Classiciper il Miglior Documentario sul Cinema.

Venezia a Napoli Il cinema esteso

Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

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Cristina Abbrunzo

Quando la sostenibilità am-bientale si sposa con quella so-ciale, possono nascere grandiidee. È il caso del KenguruElectric Vehicle ( o KenguruCar), piccolo, monoposto, ma-neggevole e amico dell'am-biente, ma soprattutto pensatoper chi ha difficoltà motorie edè costretto a usare la sedie a ro-telle. Convivere con una car-rozzina mette quotidianamentea confronto con un mondo pen-sato per chi ha le gambe, a par-tire proprio dai mezzi ditrasporto. Le persone diversamente abilisanno bene quali sono i pro-blemi quotidiani da affrontareper gli spostamenti: sono pochele auto che offrono un buoncomfort e spesso bisogna adat-tarle con costose modifiche perrenderle guidabili e per per-mettere di caricare la sedia.Kenguru nasce grazie al geniodi un imprenditore ungherese –Istvan Kissaroslaki – che pensòe brevettò la vettura senza peròmetterla in produzione permancanza di fondi. La fortunavolle che un giorno un’avvoca-tessa statunitense – StacyZoern – venne a conoscenza diquesto progetto e volle ordinareimmediatamente un’autovet-tura. Purtroppo la delusione fuforte quando scoprì che il suoinventore, di fatto, non produ-ceva questa macchina per man-canza di disponibilitàfinanziaria. Stacy si impegnò araccogliere i fondi necessari peravviare l’azienda e riuscì a rac-

cogliere circa 3 milioni di dollariper sostenere un progetto desti-nato a molti disabili in carroz-zina ma con la capacità diguidare. Stacy Zoern , disabile da sem-pre a causa dell’Atrofia Musco-lare Spinale , con questavettura ha trovato quell’indi-pendenza che prima non aveva,ma che serve per limitare i de-ficit logistici di molti disabilicome lei. Si tratta di un quadri-ciclo dall’aspetto gradevole masoprattutto dalla totale accessi-bilità: l’intero posteriore si aprefino a terra, il gradino che se-para pianale e strada si colmacon una passerella estraibile edil gioco è fatto. Anche stando se-duti in carrozzina, si può gui-dare! Qui la vera rivoluzione,

dunque, la Kenguru Car puòessere definita quasi “indossa-bile” un’accessorio destinato alnostro corpo, un’estensione dinoi stessi in grado di aprirsitramite un telecomando e per-metterci di entrare dal portel-lone posteriore ed essereimmediatamente ai comandidella vettura. La sua conce-zione è quasi fantascientifica.Sovente nei film vediamo eleva-tori anziché armature indossa-bili dove chi li conduce entraall’interno di questi involucrifatti su misura per ospitare ilcorpo umano.Il corpo di un disabile in carroz-zina è già un corpo di per se ac-cessoriato dalla stessacarrozzina ma quest’automo-bile è un complemento strate-

gico, di immediato utilizzo ecompatto che può offrire tuttala mobilità necessaria in am-bito urbano. La sedia verràbloccata con un sistema di fis-saggio e, una volta su strada, sipotrà guidare direttamente se-duti sulla propria sedia a ro-telle, usando il manubrio e gliswitch fissi ben visibili. O il joy-stick che sarà a breve disponi-bile. Il telaio è in materiali compositied acciaio e la propulsione èdata da due motori elettrici da2kW ciascuno direttamente ap-plicati alle ruote posteriori, unoper lato: velocità massima 40km/h, 100 km di autonomia ericarica da normale presa do-mestica a 220V. Ma veniamoora al prezzo. Oggi convertire

un'auto normale in una per di-versamente abili negli StatiUniti costa 80.000 dollari, paria circa 64.000 euro. Questorende Kenguru, in vendita acirca 25.000 dollari, decisa-mente più economico. La ven-dita , già partita negli USA, staora prendendo piede anche inEuropa. L’idea, in definitiva, èsemplice e sembra molto benrealizzata: facile da usare, eco-nomica da mantenere, La Ken-guru Car potrebbe darel’impagabile libertà di spostarsiin autonomia ed in rapidità aquanti ne sono privi. Sincera-mente è da sperare che un’ideatanto utile non si perda nei me-andri delle normative e che,piuttosto, trovi un partner eu-ropeo che ne aiuti la diffusione.

Disabilità e sostenibilità, una sedia a rotelle a energia solareMobilità ecosostenibile per chivive una condizione di diffi-coltà. Questo è il concetto allabase dell'idea di un gruppo distudenti americani che hannopensato di realizzare un pro-getto per un'utilità molto co-mune: una sedia a rotellefunzionante esclusivamentegrazie allo sfruttamento dell'ir-raggiamento solare.Presentato negli Stati Uniti inoccasione del World CelebralPalsy day-Change my world inone minute, un concorso all'in-terno della Giornata Mondialedella Paralisi Cerebrale dedi-cato alla valutazione e alla pre-miazione dei progetti

maggiormente utili e innova-tivi a favore della disabilità, ilprototipo della sedia a rotellesolare rappresenta certamenteun progetto da tenere ingrande considerazione allo

scopo del miglioramento dellaqualità della vita delle personedisabili. L'innovativo stru-mento è stato progettato e rea-lizzato da un gruppo distudenti della Facoltà di Inge-gneria e Scienze Applicatedella Virginia University ame-ricana, che hanno preso ispira-zione osservando i tettiretrattili delle vetture decap-pottabili. Un oggetto apparen-temente comune reca invecesulla propria sommità unarealizzazione innovativa egreen. Sulla parte superioredel veicolo è infatti posto unoschermo composto da pannellisolari ad alta efficienza, retrat-

tili ed estraibili, allocati per larealizzazione di un supportosuperiore della grandezza dicirca un metro quadrato e dipeso non ingombrante che, al-l'occorrenza e tramite appositicomandi, può essere sollevatocome una sorta di tenda para-sole, in modo da ripararel'utente dal sole.Realizzato con materiali leg-geri e innovativi per sposta-menti maggiormente rapidi, ilprototipo è dotato di un inter-ruttore stile joystick, cintura disicurezza, braccioli, poggia-piedi e seduta regolabile. Presedi alimentazione USB sonoinoltre fornite per caricare le

periferiche moderne quali tele-foni cellulari, navigatori GPS,computer tablet e oggetti comeun ventilatore e una luce di let-tura. Per questo progetto ilteam di studenti virginiani haricevuto un premio di 20.000dollari che verranno impiegatiper sviluppare ulteriormente ilprototipo e renderlo commer-cializzabile.La carrozzina a energia solarepuò consentire ad un disabiledi utilizzare più spesso il suoveicolo, e nello stesso tempofargli provare la sensazione diessere utile e di contribuirealla salvaguardia dell'am-biente. C.A.

Kenguru car: l’auto senza barriere architettonicheDiversamente on the road

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REATO AMBIENTALELa sentenza Corte Cass. Sez.III, 03/11/2016, n. 46170 ha for-nito la prima interpretazionegiurisprudenziale dell’art. 452bis c. p., introdotto dalla L.22/05/2015, n. 68, quella sui co-siddetti nuovi reati ambientali.Si tratta del caso riguardantela bonifica dei fondali di duemoli del porto di La Spezia,l’impresa incaricata avrebbeviolato le prescrizioni proget-tuali finalizzate a contenerel’intorbidamento delle acquegrazie a un sistema di pannegalleggianti ancorate al fondo.I lavori realizzati, invece, nonsolo consentono l’intorbida-mento, ma si riscontrano anchemetalli pesanti e idrocarburi. Importante l’interpretazione ri-guardante il termine abusiva-mente: secondo la Cassazione,riguarderebbe condotte in vio-lazione di leggi, regolamenti eanche prescrizioni amministra-

tive, ampliandone la portata.L’inquinamento dev’essere diuna qualche entità e misura-bile, deve costituire un’altera-zione delle originarie condizionidell’ecosistema, non necessa-riamente dev’essere invece irri-mediabile. Alcuni concetti: 1)Abusivamente va inteso insenso ampio “comprensivo nonsoltanto di quella condottaposta in essere in violazione di

leggi statali o regionali, ancor-ché non strettamente perti-nenti al settore ambientale, maanche di prescrizioni ammini-strative”; 2) I termini “compro-missione” e “deterioramento”indicano “fenomeni sostanzial-mente equivalenti negli effetti,in quanto si risolvono entrambiin una alterazione ossia in unamodifica dell’originaria consi-stenza della matrice ambien-

tale o dell’ecosistema…”; 3) Iltermine “significativo” denotasenz’altro incisività e rilevanza,mentre “misurabile” può dirsiciò che è quantitativamente ap-prezzabile o, comunque, ogget-tivamente rilevabile, senza chesia necessario il superamentodi limiti di legge, purché, tutta-via, vi sia una “situazione dimacroscopica evidenza o, co-munque, concretamente accer-tabile”; 4) Non è necessario,come ritiene il Tribunale delriesame, che venga accertatauna condizione di “tendenzialeirrimediabilità” mentre occorreche vi sia uno “squilibrio fun-zionale o strutturale“, eviden-ziato, nel caso in esame, dallivello di torbidità accertato esoprattutto dalla “presenza neifanghi fuoriusciti dall’area dibonifica, di sostanze tossichequali i metalli pesanti ed idro-carburi policiclici aromatici(questi ultimi qualificati anche

come cancerogeni e mutageni),la cui presenza nelle acque, in-dipendentemente dagli effettiletali sulla fauna, può determi-narne la contaminazione”. LaCorte evidenzia anche “la pienaconsapevolezza, da parte dei re-sponsabili dell’azienda incari-cata dei lavori, della condottaabusiva, tanto che, essendo co-storo avvisati preventivamentedall’Arpal dei futuri controlli,sospendevano momentanea-mente i lavori per non innal-zare il livello di torbidità.Emerge, inoltre, dal ricorso, chele modalità di esecuzione dei la-vori erano conseguenza di unaprecisa scelta imprenditoriale,il cui fine era quello di conclu-dere celermente l’intervento,abbattendo i costi ed ottenendo,così, un maggiore profitto e chedetta attività, all’atto del se-questro, si era protratta peroltre dieci mesi”.

A.T.

Felicia De Capua

Il diritto di accesso, quale fon-damentale strumento di traspa-renza ed effettività della tutelagiurisdizionale, trova una disci-plina speciale nel settore degliappalti pubblici, dove emergel’esigenza di ottemperareaiprincipi di imparzialità e buonandamento. Invero l’art. 53 delnuovo Codice dei contratti pub-blici (d.lgs. 18 aprile 2016, n.50)intitolato “Accesso agli atti eriservatezza” riproduce sostan-zialmente i contenuti del-l’art.13del previgente codice,mirando al contemperamentotra diritto di accesso e riserva-tezza. Sull’argomento si è di re-cente pronunciato il ConsigliodiStato, V sez., con sent.20/09/2016 n. 3909, chiarendoche in un appalto pubblico perl’affidamento di servizi ad altotasso tecnologico l’esigenza ditutelare la riservatezza delle in-formazioni tecniche e commer-ciali, contenute nelle offertedelle imprese, prevale sul di-ritto di accesso agli atti. Secondo i giudici trova applica-zione nel caso di specie la previ-sione di cui all’articolo 13,comma 5, lettera a) del previ-gente ‘Codice dei contratti’, percui - in deroga alle previsionigenerali di cui agli articoli 22 ess. della l. 241 del 1990 - resta

precluso l’esercizio dell’accessoin relazione alle «informazionifornite dagli offerenti nell’am-bito delle offerte ovvero a giusti-ficazione delle medesime, lequali costituiscano, secondo mo-tivata e comprovata dichiara-zione dell’offerente, segretitecnici e commerciali». Al ri-guardo il Collegio osserva che,se da un lato l’esistenza di unsegreto tecnico e commerciale

non può essere addotta quale«escamotage per omettere inmodo sistematico e ingiustifi-cato l’accesso agli atti», per altroverso il peculiare oggetto dellagara in questione (relativa al-l’acquisizione di progetti speri-mentali e innovativi in unsettore ad alto contenuto tecno-logico) rende del tutto plausibileche il diniego di accesso rin-venga «un’effettiva ratio giusti-

ficatrice».I giudici di PalazzoSpada affermano che occorreprestare la«massima cautela» alfine di evitare «il rischio, anchesolo potenziale», che la do-manda di accesso, «lungi dalmirare all’effettivo persegui-mento di finalità defensionali»,risulti piuttosto finalizzata alsolo scopo di acquisire per talevia informazioni commerciali acarattere riservato, «al di là di

un qualunque ed effettivo inte-resse alla comparazione fra lapropria offerta tecnica e quelladei concorrenti la cui offerta co-stituisce oggetto di domandaostensiva». Nella sentenza si èsottolineato che la domandad’accesso non presentava «alcunelemento - neppure di carattereminimale» in base al quale laconoscenza degli atti avrebbepotuto ribaltare la graduatoria.

Viaggio nelle leggi ambientali

Appalti ad alto contenuto tecnologico: l’accesso agli attiIl diritto alla riservatezza prevale sulla trasparenza

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Terra che brucia, clima che cambiaLa globalizzazione ci costringe a reinventare la Terra... e le regole?

In “Terra che brucia, climache cambia - Come l’indu-stria condiziona la politicaUe delle bioenergie” rapportopubblicato da Oxfam, net-work internazionale di 17 or-ganizzazioni non governativedi paesi diversi, viene postoin risalto, con forza, che lostrapotere delle lobby deiproduttori europei di biocar-buranti condiziona la riformaeuropea del settore, privandole comunità dei paesi poveridella terra necessaria allapropria sussistenza e au-mentando le emissioni diCO2 in atmosfera. Secondol’Ong: “L’Unione europeadeve rivedere al più presto lasua politica sui biocarbu-ranti. Una legislazione chead oggi consente alle grandicorporation una produzionefondata essenzialmente sucombustibili derivanti da col-ture ad uso alimentare, suuna scarsa attenzione perl’impatto sull’ambiente esull’espropriazione di terra ai

danni di migliaia di piccolicontadini”. La denuncia èforte: ”La crescente richiestadi biocarburanti in Europapriva intere comunità del di-ritto alla terra”. Il rapportoanalizza il devastante im-patto di questa politica in trecontinenti e riporta casi em-blematici di “intere comunitàprivate dei propri diritti e ri-maste vittime dell’espropriodi terre abitate per genera-zioni in Tanzania, Perù e In-donesia. Una conseguenzadella crescente domanda dimaterie prime agricole perprodurre bioenergia in Eu-ropa”. Da sola, la lobby deiproduttori europei di biocar-buranti è finanziariamentepotente quanto la lobby deltabacco e impiega 121 lobbi-sti per difendere i propri in-teressi.L’Ong internazionalesfata il mito dei biocarbu-ranti eco-friendly: “La produ-zione di biocarburanti dacoltivazioni ad uso alimen-tare inquina il 50% in più

dell’energia prodotta da com-bustibili fossili. Così facendo,l’Unione europea sta ri-schiando di venire meno aipropri impegni internazio-nali per lo sviluppo sosteni-bile e di mettere a repentagliogli impegni assunti per con-trastare il cambiamento cli-matico”. Oxfam fa un forteappello all’ Europa perché“investa di più e meglio nel-l’efficienza energetica e infonti energetiche che siano re-almente sostenibili”.

Rapporto Oxfam sui biocarburanti “La globalizzazione ci co-stringe a reinventare laTerra” sostiene Franco Fari-nelli in: “L’invenzione dellaTerra”. Che idea avevanodella forma della Terra gliantichi, gli uomini del Me-dioevo e poi i moderni? Comese la immaginavano? E per-ché se la immaginavano pro-prio in quella maniera? Laquestione non è semplice,perché decidere tra le dueforme, la piatta o la sferica, èl’atto originario dell’intera ri-flessione occidentale, nelsenso che è proprio intorno aquesto problema che la rifles-sione dell’Occidente sulmondo si struttura. La Terraè spazio, estensione, quadrogenerale. È la carta geogra-fica che fornisce l’orienta-mento per muoversi nellelocalità concrete della vita.Non è stato sempre così.Quando il mondo era piùpiccolo, in gran parte scono-sciuto e i territori noti eranosolo un parziale anticipo di

un altrove terreno miste-rioso, le rappresentazionidella Terra svolgevano pro-babilmente un’altra funzioneo la stessa in modi diversi.Erano mappe, ma di cosa?“Reinventare va colto nelsenso etimologico e quindi laTerra va ritrovata. Abbiamourgenza di formulare nuovimodelli di addomesticazionedel mondo. Il nostro pianetanon è dato perché frutto dielaborazione attraversoquelle protesi speciali chesono i nostri modelli interpre-tativi”.

Nelle comunità catto-cristianeha preso il via, impetuoso, iltempo del catechismo. Rico-mincia l’agitazione tra le cate-chiste e i catechisti. La miacatechista è stata la grandeAngelina Cassese, quel po’ difede che ho coltivato in questianni è il frutto, indubbiamente,dei semi da lei piantati. Già livedo i genitori che accompa-gnano i loro figli, tutti discen-denti da nobili capostipiti,novelli demiurghi che comerampolli dei membri onorevolidell’antica magistratura grecacui era affidato l'esame delleproposte da sottoporre all'as-semblea popolare, svegliarsi e

profittando dell’occasione sca-ricare tutte le proprie frustra-zioni sociali e relazionali sullaFede. Proviamo a filosofeggiaresu questa questione. Mi raffi-guro il genitorino che si pre-senta con animo guerresco,perché convinto che tutti i malidel mondo siano stati creatidalla degenerazione di chi fre-quenta la Chiesa. La cosa avolte accade, solo che il geni-tore perfetto, equivoca quellache forse è una verità statisticaper una verità assoluta, fa-cendo lettiera da stalla dell’in-dividualità delle situazioni. Sì,va bene, questo è Popper,quando critica l’olismo, che in-

terpreta la pretesa di indivi-duare delle verità totali, attra-verso le quali si compren-derebbero tutte le verità indi-viduali, che in tal modo ven-gono inglobate e per questosminuite o addirittura negate.Questo pensiero è, secondo il fi-losofo, la radice dell’utopia to-talitaria. Il discorso, a questopunto si sposta sul significatodel termine totalitarismo, fac-cio un ghigno di soddisfa-zione… ho raggiunto il mioobiettivo. Non serve insultarequel notabile padre/madre difamiglia, chiosatore e esegetadel bla bla, bisogna provare afilosofare, se non altro per evi-tare di chiudersi nel risenti-mento. Martina, mi fa: “Babboè’ tutto pleonastico, allora”. Ca-rissima Frus, a parte il dis-senso su babbo, no perché lariflessione filosofica su quandoaccade, nella tua parrocchia, èformativo per la coscienza, percapire che a volte si è sconfittiper l’altrui protervia e quindioccorre evitare di farsi sopraf-fare dalla rabbia, per quantolegittima, onde evitare di per-dere due volte. E non è un ba-

nale prenderla con filosofia. Sitratta, piuttosto, di riservareuno spazio all’ umanità, al di làdell’avvilente logica doppia:vittoria verso sconfitta. Nellanostra società, che oscilla tra ilsimulacro della competizione ela realtà effettuale della racco-mandazione, non mi sembra ir-rilevante assegnare un luogo,uno spazio al tentativo di com-prendere. “Filosofare è gettarepietruzze nell’animo…; il dia-metro delle onde concentricheche esse formano dipende dalledimensioni dello stagno”… pa-rafrasando Nicolás Gómez Dá-vila, filosofo colombiano.Insomma mi guardo intorno eli vedo che sono immersi in unarealtà relazionale e affettivaminacciato dall'atomizzazione,dove giocoforza le relazioni ap-paiono sempre più impossibilida mantenere, perché non sonopiù regolate da un ordine su-premo e onnipotente esternoche permetterebbe di garan-tirne la durata e mantenernela coesione. La stessa gestionedei semplici oggetti consuma-bili è portata all’esasperazione.Se all'inizio del novecento, una

famiglia di quattro personemediamente agiata era circon-data da 150 a 200 elementi tut-t'al più, compresi le stoviglie ei vestiti. Oggi, dispone di un si-stema di circa 2500-3000 og-getti, compresi gli elettro-domestici e gli oggetti volut-tuari, esclusi libri e cassette.Attualmente, si stima a 20.000il numero di oggetti con cui unindividuo può venire in con-tatto nel corso della sua vita.Leggere la presenza oppri-mente dello sfruttamentodell’esistenza è una forma em-brionale di presa di coscienza,che permette agli esploratori disperanza di cercare un luogo incui denunciare, perché, nellalotta sociale, all’inizio, il saperesi manifesta nella forma dellaprotesta. La protesta, unavolta trovato il luogo in cui po-tersi esprimere, si trasforma indenuncia, scaturita dal con-fronto tra persone titolari deglistessi diritti, ma che vivonocondizioni molto diverse. A suavolta, la denuncia si trasformain critica e questa, spontanea-mente, si trasforma in ribel-lione.

Reinventiamo la Terra

LA VORACE PASSIONE DEL PRESENTE: LA SOCIETÀ DEL BRICOLAGE

a cura di Andrea Tafuro

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