TERMOFISICA DEGLI EDIFICI (Ing. EDILE –06 CFU) TFE...Anno Accademico 2010-2011 CORSO TERMOFISICA...

60
Anno Accademico 2010-2011 CORSO TERMOFISICA DEGLI EDIFICI (Ing. EDILE – 06 CFU) Prof.ssa Ing. Paola Prof.ssa Ing. Paola Zampiero Zampiero [email protected] Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Industriale Prof. Ing. Paola Zampiero

Transcript of TERMOFISICA DEGLI EDIFICI (Ing. EDILE –06 CFU) TFE...Anno Accademico 2010-2011 CORSO TERMOFISICA...

Anno Accademico 2010-2011CORSO

TERMOFISICA DEGLI EDIFICI(Ing. EDILE – 06 CFU)

Prof.ssa Ing. Paola Prof.ssa Ing. Paola ZampieroZampiero

[email protected]

Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di IngegneriaDipartimento di Ingegneria Industriale

Prof. Ing. Paola Zampiero

Prof. Ing. Paola Zampiero

La progettazione della quantità e della qualità della luce in modo tecnico, ragionato e non empirico è recente, anche se in realtà già con la cultura barocca, si può parlare di illuminotecnica, in quanto il legame esistente tra architettura e luce, intesa come elemento scenografico è molto profondo.

Si tratta, però, in questo caso, di un’illuminotecnica intuitiva, legata all’esperienza acquisita dall’artista-architetto e alla sua sensibilità.

Lo sviluppo dell’illuminotecnica è venuto insieme con quello delle sorgenti luminose artificiali. Lo sviluppo sempre più intenso delle sorgenti luminose con la conseguente realizzazione di una gamma estremamente ampia di apparecchi di illuminazione hanno contribuito a trasformare una componente marginale del progetto in una disciplina completamente autonoma affrontata da specialista.

ILLUMINOTECNICA

Prof. Ing. Paola Zampiero

L’illuminotecnica deriva i suoi principi fondamentali e le grandezze in gioco dalla fotometria, disciplina che studia la luce in funzione dello stimolo prodotto sull’occhio umano.La realizzazione di un progetto d’illuminazione richiede un bagaglio di conoscenze di carattere tecnico e non solo.

La scelta corretta del tipo di apparecchio di illuminazione da utilizzare è in funzione:

1. dell’attività effettuata all’interno dell’ambiente2. del confort visivo degli utenti3. dei costi di gestione di un impianto4. (dell’atmosfera che si vuole creare)

ILLUMINOTECNICA

Prof. Ing. Paola Zampiero

Le grandezze fondamentali da conoscere sono:

a) Flusso luminoso

� Simbolo: f - Unità di misura: lumen (lm)b) Intensità luminosa

�Simbolo: I - Unità di misura: candela (cd=lm/sr)d) Luminanza

�Simbolo: L - Unità di misura: candela/m² (cd/m²)c) Illuminamento

�Simbolo: E - Unità di misura: lux (lx = lm / m²)

e) Efficienza luminosa

� Simbolo: f - Unità di misura: lumen/Watt (lm/W)

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Indica la quantità di luce (energia luminosa) emessa nell'unità di tempo (1 secondo) da una sorgente.Dipende dall'energia radiante emessa dalla sorgente luminosa e dalla curva di sensibilità dell'occhio.Si misura mediante speciali strumenti di laboratorio (Sfera di Ulbricht).

Il flusso luminoso (f,lm)

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Intensità luminosa (I, cd=lm/sr)

Caratterizza l'emissione della luce in relazione alla direzione.

Per una sorgente puntiforme l'intensità si calcola come rapporto tra il flusso luminoso emesso in un cono infinitamente piccolo e la misura dell'angolo solido del cono, espresso in steradianti.Se si rappresentano le intensità luminose, emesse dall'apparecchio nello spazio, con vettori uscenti dal centro (reale o convenzionale) della sorgente, il luogo degli estremi di questi vettori è una superficie che racchiude un volume detto "solido fotometrico".Dal punto di vista illuminotecnico una lampada o un apparecchio illuminante sono definiti dalla distribuzione nello spazio delle intensità emesse (quindi luminosa dal solido fotometrico) e dalla geometria dell'area.

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Intensità luminosa (I, cd)

I cataloghi normalmente presentano le due curve fotometriche ottenute come intersezione del solido fotometrico con due piani normali rispettivamente longitudinale e trasversale rispetto alla lampada.

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Rapporto tra il flusso luminoso ricevuto da una superficie e l'area della stessa. I livelli d'illuminamento, spesso considerati l'unico parametro interessante di un impianto, rappresentano invece solo una parte degli effetti realizzati. Ogni persona può gradire livelli d'illuminamento diversi, e anche lo stesso individuo in base al temporaneo stato d'animo e fisico può preferire più o meno lux negli ambienti in cui vive. Per illuminare una stanza dove poter compiere gesti abituali (quindi un'illuminazione diffusa) occorrono 100 lux; per le attività che richiedono più attenzione, come truccarsi, cucinare (quindi un'illuminazione localizzata) occorrono da 200 a 500 lux; per richiamare l'attenzione su come illuminare un quadro, un oggetto o un dettaglio (quindi un'illuminazione puntuale) occorre da 500 a 1.000 lux.

Illuminamento (E , lx=lm/m2)

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

L'occhio umano riesce a distinguere delle forme anche con solo 5 lux, percepire forme e colori con almeno 30 lux, leggere e lavorare da 150 lux in poi, in una giornata di sole all'aperto possiamo avere illuminamenti pari anche a 200.000 lux o più.Per operare in modo più preciso e sicuro si potrà consultare la tabella NORMA UNI 10380.

CATALOGHI� Per ogni sorgente di luce con riflettore incorporato e per i proiettori veri e propri è spesso fornito un semplice schema che visualizza: il cono d'emissione, il diametro della macchia di luce e i livelli d'illuminamento ottenuto a diverse distanze tra sorgente e l'area illuminata.

Illuminamento (E , lx=lm/m2)

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Illuminamento (E , lx=lm/m2)

GRANDEZZE DELLA LUCE

LUXMETRO

Prof. Ing. Paola Zampiero

Luminanza (L , cd/m2)

È il rapporto tra l’intensità luminosa emessa da una superficie in una data direzione e l’area apparente di tale superficie. L’area apparente è la proiezione della superficie su un piano normale alla direzione considerata. In pratica indica la sensazione di luminosità che si riceve da una sorgente luminosa primaria o secondaria. (Si dice sorgente primaria un corpo che emette direttamente radiazioni; si dice sorgente secondaria un corpo che riflette le radiazioni emesse da una sorgente primaria).È importante avere ben chiara la differenza esistente tra illuminamento e luminanza. Se la prima grandezza indica la quantità di luce, emessa da una sorgente, che colpisce la superficie considerata, la seconda indica la sensazione di luminosità che riceviamo da questa superficie; ciò vuol dire che su due superfici, una bianca e l’altra nera, possiamo avere lo stesso valore di illuminamento,

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Ad esempio 500 lux, ma la sensazione di luminosità ricevuta, e quindi la luminanza, sarà completamente differente, in quanto quelle due superfici riflettono la luce in modo diverso.

Alla luminanza, oltre che allo stato di adattamento dell'occhio, sono legati il concetto di • intensità della sensazione visiva e • l'eventuale disagio provocato dall'abbagliamento.

Luminanza (L , cd/m2 = lm/sr x m2)

GRANDEZZE DELLA LUCE

Si misura con il luminanzometro.

Prof. Ing. Paola Zampiero

GRANDEZZE DELLA LUCE

Luminanzometro

Permette la misurazione della luminanza di una superficie. La luce emessa dalla sorgente passa attraverso l’obiettivo (A), una certa quantità di essa è deflessa da uno specchio (B) in direzione di un prisma (C) che trasmette l’immagine su di un disco in vetro. La superficie del disco (D) è trattata in modo da permettere il passaggio di una parte della luce, che solo dopo aver attraversato un sistema di filtri (E) raggiunge una fotocellula (F) tramite la quale si effettuerà la misurazione in cd/m2.

Prof. Ing. Paola Zampiero

Abbagliamento

GRANDEZZE DELLA LUCE

La presenza nel campo visivo di una zona con luminanza molto elevata, rispetto alla luminanza media del campo (luminanza di adattamento), riduce la capacità visiva dell'individuo. Questo fenomeno si chiama abbagliamento e si verifica, per esempio, quando di notte incrociamo un veicolo con fari "alti" o quando le fonti luminose capitano, magari per riflessione su superfici lucide, nell'area della nostra normale osservazione.

Si distinguono due tipi di abbagliamento:- Abbagliamento debilitante (disability glare) che consiste in un peggioramento istantaneo delle funzioni visive.

- Abbagliamento fastidioso (discomfort glare) che si manifesta come un senso di disagio visivo che non sempre causa forti disturbi alla visione, ma che a lungo andare provoca fatica visiva, stress, difficoltà di concentrazione, riduzione della capacità di attenzione, aumento delle probabilità di errore diminuzione di rendimento.

Prof. Ing. Paola Zampiero

Abbagliamento

GRANDEZZE DELLA LUCE

Prof. Ing. Paola Zampiero

Rapporto tra il flusso luminoso emesso e la potenza assorbita dalla sorgente. Si misura in lumen/watt (lm/W).

Consente di confrontare i vari tipi di sorgenti artificiali per quanto riguarda l'economia d'esercizio.

Efficienza luminosa

GRANDEZZE DELLA LUCE

PROGETTO DELLA LUCE

L’efficacia di un progetto di illuminazione è il risultato ottenuto dallo sviluppo di due differenti analisi:

1. quantitativa, data dalla determinazione del numero di sorgenti luminose e loro posizionamento;

2. qualitativa, data dalla scelta del tipo di luce più adatto a svolgere una determinata attività e dalla sua distribuzione nello spazio.

Esempio PROGETTO quantitativo

Aula ���� 500 lux (lm/m2)

Lampada fluorescente���� 36 W potenza���� 60 lm/W efficienza luminosa

30 m2

22500

30

6036

m

lm

m

W

lmnW

=

⋅⋅

( )7

216050030500

302160

22 ≈⋅

=→=⋅

nm

lm

m

lmn

PROGETTO qualitativo DELLA LUCELa luce non è sempre uguale. Può essere più o meno bianca, fredda oppure calda.

I colori delle cose appaiono differenti, variando il tipo di sorgente luminosa utilizzata. Per giudicare e classificare le lampade da un punto di vista qualitativo vengono utilizzati due parametri molto importanti:• temperatura di colore;• indice di resa dei colori.

In fisica un corpo nero è un oggetto (ideale) che assorbe tutta la radiazione elettromagnetica incidente e quindi non ne riflette né trasmette alcuna energia apparendo in prima approssimazione nero, secondo l'interpretazione classica del colore dei corpi (entro i limiti della propria emissività termica). Non riflettendo il corpo nero assorbe dunque tutta l'energia incidente e, per la conservazione dell'energia, re-irradia tutta la quantità di energia assorbita (coefficiente di emissività uguale a quello di assorbività e pari ad uno) e deve quindi il suo nome unicamente all'assenza di riflessione. Lo spettro (intensità o densità della radiazione emessa in funzione della lunghezza d'onda) di un corpo nero è uno spettro dalla caratteristica forma a 'campana' (più o meno asimmetrica e più o meno schiacciata) dipendente unicamente dalla sua temperatura T.

TEMPERATURA DI COLORE

La temperatura di colore, espressa in Kelvin (K)1, è un parametro utilizzato per individuare e catalogare, in modo oggettivo, il colore della luce di una sorgente luminosa confrontata con la sorgentecampione (corpo nero). Dire che una lampada ha una temperatura di colore pari a 3000 K, significa che il corpo nero, a questa temperatura, emette luce della stessa tonalità.

Le sorgenti luminose sono suddivise in tre gruppi, a seconda della temperatura di colore:- da 3000 a 3500 K : colore bianco caldo;- da 4000 a 5000 K : colore bianco neutro;-da 5500 a 7000 K : colore bianco freddo.

La temperatura di colore non deve essere confusa con l’indice di resa dei colori, in quanto la prima indica il colore della luce emessa, ma non ci dice nulla riguardo la sua capacità di rendere i colori.

PROGETTO qualitativo DELLA LUCE

TEMPERATURA DI COLORE

PROGETTO qualitativo DELLA LUCE

INDICE DI RESA DEI COLORI

Esprime l’effetto prodotto da una sorgente luminosa sull’aspetto cromatico di un oggetto confrontato con quello ottenuto per effetto di una sorgente luminosa campione di pari temperatura di colore.La sorgente campione, a rigore il corpo nero, è in pratica un metallo, al quale viene somministrata una quantità di calore crescente, portandolo all’incandescenza.Aumentando la sua temperatura, cambierà di colore passando dal rosso cupo fino all’azzurro, passando per il bianco. L’illuminazione è legata profondamente al colore dei materiali.Una superficie appare di un determinato colore, ad esempio il rosso, perché riflette le lunghezze d’onda corrispondenti al rosso assorbendone le rimanenti.

Un vetro trasparente colorato appare di un determinato colore perché si lascia attraversare dalle lunghezze d’onda relative a quel colore mentre assorbe o riflette tutte le rimanenti.

PROGETTO qualitativo DELLA LUCE

INDICE DI RESA DEI COLORI

Se nello spettro di emissione della sorgente incidente non sono presenti le lunghezze d’onda del materiale osservato, il suo colore sarà alterato.È quindi importante per avere una buona resa dei colori che nello spettro di emissione della sorgente luminosa siano presenti tutte le lunghezze d’onda, ciascuna con valori quantitativi equilibrati.

PROGETTO qualitativo DELLA LUCE

Un raggio di luce che colpisce una superficie viene riflesso, diffuso, assorbito o trasmesso modificandosi per intensità, direzione e verso in funzione delle caratteristiche fisiche del mezzo intercettato.Le caratteristiche ottiche dei materiali nei confronti della luce incidente sono espresse con i fattori di riflessione, trasmissione ed assorbimento.La riflessione può essere speculare, diffusa oppure mista.

Caratteristiche ottiche dei materiali

Si dice “speculare” quando il raggio non viene modificato in intensità e l’angolo di riflessione è uguale a quello incidente.Si dice “diffusa” quando il raggio incidente viene modificato in una serie di raggi di minore intensità uniformemente distribuiti con angoli di riflessione diversi da quello incidente.Si dice “mista” quando sono presenti entrambi i tipi sopra descritti.In genere i materiali che si utilizzano nella realtà pratica presentano una riflessione di tipo mista, con prevalenza della componente diffusa o della componente speculare.

Il fattore di riflessione di una superficie è dato dal rapporto tra flusso luminoso riflesso e flusso luminoso incidente e può andare dal 3, 4% nel caso di una superficie molto scura e polverosa, fino al 90% di una superficie liscia bianca.

Il fattore di trasmissione è dato dal rapporto tra flusso luminoso trasmesso e flusso luminoso incidente, riferito ad un determinato spessore del materiale in esame.Il vetro chiaro ha fattore di trasmissione tra 80 e 90%. Il vetro smerigliato ha fattore di trasmissionetra 70 e 80%. Il vetro opalino ha fattore di trasmissione tra 55 e 70%. I dati variano, naturalmente, in relazione allo spessore del materiale, al tipo di lavorazione ed al tipo di composizione dello stesso.

L’aria di montagna, non inquinata e quindi priva di particelle in sospensione, ha un fattore di trasmissione estremamente prossimo al 100%, per spessori di qualche decina di metri. Il fattore di trasmissione dell’intero strato di atmosfera che avvolge il pianeta è di circa il 30%.

Caratteristiche ottiche dei materiali

Prof. Ing. Paola Zampiero

MECCANISMI DELLA VISIONE

ASPETTI OGGETTIVI ASPETTI SOGGETTIVI

Caratteristiche fisiche della luce

Caratteristiche ottiche dell’ambiente

Caratteristiche fisiologiche del sistema visivo

Caratteristiche psicologiche dell’utente

Prof. Ing. Paola Zampiero

NATURA DELLA LUCELe radiazioni elettromagnetiche costituiscono un fenomeno ondulatorio di propagazione di energia che si manifesta con un campo elettrico ed un campo magnetico, oscillanti in piani ortogonali tra loro.Le caratteristiche di tali radiazioni variano in funzione del valore assunto dalle proprietà tipiche delle onde.La velocità di propagazione nel vuoto è costante ed è detta “velocità della luce” ed indicata con la lettera c.

Prof. Ing. Paola Zampiero

IL CAMPO DEL VISIBILE

La lunghezza d’onda e la frequenza sono inversamente proporzionali. Al variare della frequenza, ossia della lunghezza d’onda, le radiazioni elettromagnetiche presentano caratteristiche differenti.

Solo le radiazioni da lunghezza d’onda compresa nell’intervallo tra 380nm e 760nm stimolano la retina; tale intervallo è detto campo del visibile.

Prof. Ing. Paola Zampiero

Spettri di emissione

Un corpo appare visibile o per emissione di radiazioni proprie o per riflessione o trasmissione di luce irraggiata da altri corpi. L’emissione di radiazioni proprie può avvenire per eccitazione termica o elettrica, fluorescenza, elettroluminescenza o luminescenza chimica. La maggior parte delle sorgenti di luce forniscono radiazioni anche negli adiacenti campi dell’ultravioletto e dell’infrarosso.

Sorgenti di luceI corpi che emettono radiazioni proprie sono detti sorgenti primarie ed a loro volta si distinguono in sorgenti artificiali e naturali. I corpi che trasmettono o riflettono radiazioni provenienti da altri corpi sono detti sorgenti secondarie.

Prof. Ing. Paola Zampiero

SPETTRO DI EMISSIONE

LE SORGENTI DI LUCE

SORGENTE PRIMARIA NATURALE = IL SOLE

Prof. Ing. Paola Zampiero

LE SORGENTI DI LUCE

SORGENTE PRIMARIA ARTIFICIALE = LAMPADEES. LAMPADE AD INCANDESCENZA

La componente rossa dello spettro in una lampada ad incandescenza risulta più importante delle componenti verde e blu e pertanto il colore della luce di una lampadina ad incandescenza è “meno bianca”delle luce solare.

SPETTRO DI SORGENTI LUMINOSE AD INCANDESCENZA

SPETTRO DI EMISSIONE

LE SORGENTI DI LUCE

SORGENTE SECONDARIA = OGGETTI

SPETTRO DI EMISSIONE

Prof. Ing. Paola Zampiero

LE SORGENTI DI LUCE

SORGENTE PRIMARIA ARTIFICIALE = LAMPADEES. LAMPADE A SCARICA

Spettri di emissione di una lampada ai vapori di mercurio a una ai vapori di sodio a bassa pressione

Per migliorare la qualità della luce � cospargere la parete interna dei tubi o dei bulbi di sostanze fluorescenti che assorbono la componente ultravioletta dell’emissione dei vapori di mercurio e in seguito riemettono parte dell’energia assorbita nel visibile

Le lampade a fluorescenza (erroneamente chiamate lampade al Neon)il gas (o la miscela di gas) contenuto nel tubo o nel bulbo viene eccitato (generalmente da una corrente elettrica che lo percorre), così che gli elettroni esterni di ciascun atomo o molecola si spostano verso livelli energetici superiori

SPETTRO DI EMISSIONE

LUCE: BENESSERE E RISPARMIO ENERGETICO

I principali parametri illuminotecnici da controllare in un ambiente sono:

BENESSERE + RISPARMIO ENERGETICO

1. il fattore di luce diurna FLDm [da misurazioni di livelli di illuminamento o da calcolo]

� livello di illuminamento naturale (massimizzare quantità d’illuminamento naturale in un ambiente)

2. Abbagliamento (evitare situazioni di discomfort)

3. Controllo dei sistemi di illuminazione artificiale (massimizzare il risparmio energetico)

� sfruttare luce naturale, � dimmerizzare luce artificiale, � illuminare secondo necessità.

LUCE NATURALE E BENESSERE

Livelli di illuminamento naturale esterni:- 5.000 lx (cielo coperto inverno)- 100.000 lx (cielo sereno estate)

Secondo recenti ricerche, occorrono almeno 1500-2000 lx per prevenire gli effetti negativi e beneficiare di quelli positivi

Effetti positivi di un’adeguata illuminazione naturale

(effetto a breve termine)

Migliora :- la nostra attenzione- la prestazione intellettiva- l'umore- la sensazione di poter prendere decisioni, etc.

(effetto a lungo termine)

Influisce beneficamente sul benessere psicofisico.

LUCE NATURALE E BENESSERE

Altri effetti positivi

- aumento della produttività- recupero più veloce dei convalescenti- risparmio energia elettrica per illuminazione- maggior valore commerciale degli immobili

L’illuminazione naturale è importante per il benessere nei luoghi di vita e lavoro

Ciò deve essere considerato a livello progettuale da:

- responsabili della salute degli utenti (lavoratori, degenti, alunni,…)- Urbanisti (illuminazione esterna stradale)- progettisti di edifici (illuminazione interna edifici)

UNI 10380

GClasse dicontrollo

abbagliamento

UGRUnifiedGlareRating

UGIUnifiedGlareRating

B’B B’B

47

NN

ESEMPIO – CALCOLO FmLD

48

ESEMPIO – CALCOLO FmLD

9

46

49

ESEMPIO – CALCOLO FmLD

UNI 12464

Gli intervalli consigliati per i fattori di riflessione delle principali pareti di un

locale sono:

- soffitto: da 0,6 a 0,9;

- pareti: da 0,3 a 0,8;

- piani di lavoro: da 0,2 a 0,6;

- pavimento: da 0,1 a 0,5.

APPENDICE B: ABBAGLIAMENTO

E’ funzione di:

1. luminanza di sfondo in candele al metro quadrato, calcolata con un illuminamento

verticale indiretto al livello dell’occhio dell’osservatore;

2. luminanza, in candele al metro quadrato, delle parti luminose di ogni apparecchio nella

direzione dell’osservatore;

3. angolo solido, in steradianti, delle parti luminose di ogni apparecchio nella direzione

dell’osservatore;

4. indice di posizione per ogni singolo apparecchio che è funzione dello scostamento

angolare rispetto all’asse visuale.

Tutte le ipotesi necessarie alla determinazione dell’UGR devono essere esposte nella

documentazione del progetto.

Il valore di UGR dell’impianto d’illuminazione non deve superare il valore riportato nel

paragrafo 5.

NOTA 1. Le variazioni di UGR per differenti posizioni dell’osservatore nel locale possono

essere calcolate impiegando la formula (oppure usando la tabella completa).

I valori limite per questa condizione sono allo studio.

NOTA 2. Se il valore UGR massimo in un locale è superiore al limite di UGR dato paragrafo

5, è necessario dare informazioni sulle posizioni appropriate dei posti di lavoro.

NOTA 3. L’abbagliamento molesto prodotto dalle finestre è ancora oggetto di ricerca.

Nessun metodo di valutazione valido è attualmente disponibile.

SIMULAZIONE COMPUTERIZZATA

Confronto tra valori misurati e calcolati del fattore di luce diurna per un’aula scolastica. Cielo uniformemente coperto.

Valore medio misurato:3,5%

Valore medio calcolato col metodo del fattore finestra: 2,4%

RISPARMIO ENEREGTICO ���� DOMOTICA

�DIMMERIZZATORI DELLA LUCE

RISPARMIO ENEREGTICO ���� DOMOTICA

�SENSORI DI PRESENZA