Terminologia y Lexcologia

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TERMINOLOGÍA VS. LESSICOLOGIAGIOVANNI ADAMO

Lessico Intellettuale Europeo-Cnr / Università di Roma La Sapienza

Qucsto contributo si propone di offrire al-cum spunti di riflessione su due settori cheprescntano arce di contatto e di interesse co-mune ma si diversificano nel punto di vista dacui osservano le medesime realtà: gli aspctti lc-gati alia denominazione degli oggetti e dei con-cetti che ricadono nella s fera dell'esperienza uma-na e, più in genérale, i fenomeni dell'espressione edella comunicazione intra e interlinguistica.

L'intéresse della lessicologia si incentra sullostudio dei vocaboli che costituiscono il lessicodi una lingua. Gli elementi principali che ca-ratterizzano la ricerca lessicologica sonó:l'analisi del significato dei vocaboli e delle rela-zioni che li légano come parti costitutive dellessico di una lingua; lo studio delle modifica-zioni che essi subiscono nel corsodell'evoluzione storica (considerando anche imeccanismi di formazione e di derivazione dinuove parole); e, infine, l'indagine su come leunità lessicali siano soggette alie rególe morfo-logiche e sintattiche proprie di un'espressionelingüistica. Per completezza, occorre anche re-gistrare un'accezione più specifica, che è quelladi "studio dei principi e dei metodi di elabora-zione delle opere lessicograñche", cioè dei re-pertori destinati a rappresentare e descrivere lecaratteristiche, i significad e l'impiego delleunità lessicali; oggi, tuttavia, si tende a designa-re questa attività di analisi e progettazione conil nome di "metalessicografia"' o "dizionaristi-

1 Carla Marello: Lessicologia, in Di^ionario di lingüistica,diretto da Gian Luigi Beccaria, Torino, Giulio EinaudiEditore, 1994, p. 428.

Where the lexicographer is a faithful recorder,

a botanist in the flora of words,

the terminologist is a plant breeder,

a linguistic engineer planning the infrastructure

of efficient communication.

Juan C. Sager

ca".~ 12, se ci si riferisce alla lessicologia comestudio dci principi c dei metodi della produzio-ne lessicografica, c opportuno ricordare come ilessicografi si siano trovad a confrontarsi co-stantemente con il problema dei linguaggi sóli-tamente denominad "d'ard e mestieri"/Dall'intreccio di questo problema con le néces-sita sociali legate all'istruzione e all'educazionepopolare, e ai rappord tra lingue nazionali edialetti, si è mantenuta viva una nutrita tradi-zione di lessicografia onomasiologica, che haconosciuto il suo periodo più fortunatoneirOttocento,4 ma di cui rimane traccia anco-ra oggi nei dizionari illustrati, o in quelli perl'infanzia c i primi anni della formazione scola-stica, oltre che in una cospicua varietà di operelessicografichc, tra le quali sonó da ricordare idizionari analogici, ideologici, metodici, no-menclatori, sistematici e dei sinonimi. Si trattadi un filone d'indaginc che potra arricchirsi dinuove osservazioni e interessand considerazio-ni, soprattutto se esplorato alia luce di principi

2 Equivalente del termine francese dictionnairíqne,proposto da Bernard Quemada. Cf. anche Quemada1990, p. 60.

1 Cf. Casares, 1950, specialmente alie pp. 278-293.Per un'ampia e documentata rassegna storica del prp-blemi e degli orientamenti della lessicografia italiana,dai primordi ai giorni nostri, anche in riferimento ai di-scontinui e contrastad rapporti della lessicografia lette-raria e dell'uso comune con le nomenclature tecniche escientifiche, rinvio a Della Valle, 1993.

4 Per un'esauriente trattazione dei riflessi della les-sicografia nell'educazione sociale, con particolare at-tenzione ai problemi dell'impostazione onomasiologi-ca, rinvio a Marello 1980.

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e metodi délie più reccnti teorie e pratiche tcr-minologiche.

La terminología si propone, infatti, di indi-viduare e determinare gli oggetti e i concettiche costituiscono il sistema strutturato di co-noscenze proprio di un settore specialistico,con l'intento di denominarli in modo tenden-zialmente univoco mediante i termini. Sonoquesti ultimi che permettono una comunica-zione rápida e efficace tra gli specialisti delsettore, oltre a consentiré il trasferimento delleconoscenze acquisite, a livello divulgativo e discambio interlinguistico. Eugen Wüster (1898-1977), ingegnere austríaco da mold ricono-sciuto come il fondatore della moderna teoríaterminológica, ha considerato la terminologíacome una materia di intersczione tra la lingüi-stica, le scienze cognitive (lógica e ontologia), lascienza dell'informazione, la comunicazione,l'informatica, e i vari settori specialistici. Lanatura stessa dei termini fornisce la prova piùimmediata delPinterdisciplinarità della termi-nología. I termini sono, infatti, nella maggiorparte dei casi, unità linguistiche, semplici ocomplesse, ma rappresentano anche i nucleiatomici della conoscenza elaborata in un de-terminate settore e, nello stesso tempo, costi-tuiscono il veicolo della comunicazione specia-listica.5 Parlando di settori specialistici, intendoriferirmi ai tanti diversi campi dell'attività edell'esperienza umana: in primo luogo a quelliscientifici, che, per il rigore metodológico el'ambito di interesse più nettamente circo-scritto, hanno raggiunto livelli di codificazionemolto evoluti e rispondenti all'oggetto dei lorostudi. Ma mi nferisco anche, sebbene in misuradiversa, alie arti e alie tecniche, ai settori di atti-vità professionale, artigianale e pratica, e, più ingenérale, a tutti quei settori che presentano uninteresse omogeneo e condiviso, e che svilup-pano la nécessita di esprimere le conoscenze ele esperienze maturate al loro interno attraver-so un linguaggio "spéciale"6 che tende a diver-

^ Cabré, 1993, p. 71.6 Si registrarlo molte altre espressioni affini (tecno-

letti, linguaggi settoriali, linguaggi della scienza e dellatécnica, linguaggi scientifici, linguaggi specialistici), che

sificarsi via, ma in varía misura, dalla linguad'uso comune. Questo linguaggio tende ad as-sumere, in genere, tratti particolari che lo ca-ratterizzano sui tre piani: formale, funzionale edel signifícate. In particolare, e soprattutto peri linguaggi scientifici,7 da un punto di vistamorfológico, si tende a preferiré l'adozione dimeccanismi di coniazione e derivazione basatisull'uso di prefissi e suffissi largamente impiegati.Su un altro piano, si riscontra un'inclinazioneall'essenzialità dei moduli sintattid, riducendol'uso dei tempi e dei modi verbali e privilegiandouna struttura lineare, che raramente ricorre a co-struzioni ipotattiche. Per quanto riguarda l'aspettosemántico, si cerca di stabilire un rapporto direttoe univoco tra significante e significato, evitando lapolisemia.8 Tali caratteristiche hanno originefundamentalmente dall'esigenza di rappresen-tare e di esprimere nel modo più chiaro e pre-ciso possibile la struttura concettuale del setto-re specialistico: si pensi aile grandi classifica-zioni tassonomiche degli esserí viventi elabo-rate da Cari von Linné (1707-1778), e alla ri-forma della nomenclatura chimica, condotta sulfiniré del XVIII secólo da Guyton de Morveau,Lavoisier, Berthollet e Fourcroy. Nello stessoperiodo, Diderot pensava a una "grammaticadelle arti", come fattore di regolazione siste-mática delle terminologie e dei linguaggi dellescienze e delle tecniche (cf. Rey 1979, p. 5), enella sua voce Encyclopédie notava: "lu connais-sance de la langue est le fondement de toutes ces grandesespérances; elles resteront incertaines si la langue n'estfixée & transmise à la postérité dans toute sa perfec-tion; & cet objet est le premier de ceux dont il convenaità des Encyclopédistes de s'occuper profondément. Nousnous en sommes aperçus trop tard; & cette inadvertance

si è soliti ricondurre all'ambito dei sottocodici linguisti-ci. Rispetto al códice di base, questi ultimi presentanotratti distintivi peculiari.

7 Sull'evoluzione dei linguaggi scientifici e sui lororapporti con le lingue storiche, rinvio a De Mauro1994a e 1994b.

11 Per un esame più completo delle caratteristichedei linguaggi scientifici, rinvio a Dardano 1994, in par-ticolare aile pp. 497-498. Sui "contrassegni di qualità",che rendono conto del carattere specifico dei linguaggiscientifici, si veda Dardano 1996, p. 12.

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ajeté de l'imperfection sur tout notre ouvrage, lje côtéde la langue est resté faible 0e dis de la langue, & nonde la Grammaire); <& par cette raison ce doit être lesujet principal, dans un article où l'on examine impar-tialement son travail, & où l'on cherche les moyens d'encorriger les défauts"? Vi sono anche altre ragioniche contribuiscono a determinare il lento pro-cesso di diversificazione dei linguaggi speciali-stici dalla lingua d'uso, e sono: la nécessita diuna comunicazione rápida e efficace, in gradodi superare agevolmente le barriere delleespressioni linguistiche nazionali, e il bisognodi trasmettere a nuovi cultori le nozioni cheformano il patrimonio concettuale del settoreal quale intendono dedicarsi.

Lessicologia e terminología, pur con le do-vute distinzioni, sono accomunate da un per-corso evolutivo molto simile: entrambe, comeaccade per molti altri settori di attività e di in-dagine, si affermano nella prassi e produconomateriali che, sottoposti a una successiva rifles-sione, offrono la base per l'elaborazione diprincipi teorici e metodologici; questi ultimitornano poi a regolare la pratica produttiva.

Dall'esame delle fond lessicografiche piùautorevoli risulta che la famiglia dei vocabolilessicografo,w lessicografico, lessicografia, e lessicologiacompare nelle lingue europee tra la secondameta del Settecento e i primi decennidell'Ottocento. La formazione di questi voca-boli awiene sulla base dell'attributo grecolexikón (da léxis), impiegato per determinare unsottinteso biblion: il "libro delle parole", Lessicoviene usato fino al XVIII secólo per designareabitualmente i vocabolari greci; dopo l'uscitadel Lexicon totius latinitatis di Egidio Forcellini

9 Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, desarts et des métiers. Nouvelle impression en facsimile de la pre-mière édition de 1751-1780, Vol. 5, Stuttgart-Bad Cann-statt, Friedrich Frommann Verlag (Günther Holz-boog), 1966, p. 637r.

1(1 L'attestazione di lessicografo, voce derivata diret-tamente dal greco, è datata al XVII secólo nel Di^iona-rio etimológico italiano di Carlo Battisti e Giovanni Ales-sio, mentre kssicologp, che al pari delle altre voci déliafamiglia è di formazione moderna, risulta attestatosoltanto nel XX secólo.

nel 1771, viene esteso anche alle opere lessico-grafiche di altre lingue. Già affermata e diffusain Europa nel XVI secólo con la produzionc didizionari mono e multilingui, la prassi lessico-grafica, l'arte cioè di raccogliere e definiré i vo-caboli appartenenti al lessico di una lingua, vie-ne sancita nella denominazione solo due secolipiù tardi e precede di gran lunga l'affermarsidélia corrispettiva istanza teórica. Corominasriporta corne prima attestazione spagnola diléxico il Tesoro di Covarrubias del 1611 (ma pre-cisa di citare dall'edizione del 1674), mentre perlexicografía rinvia al Diccionario Castellano con lasVoces de Ciencias y Artes y sus correspondientes en lastres lenguas francesa, latina e italiana del gesuitaEsteban de Terreros y Pando, pubblicato po-stumo in quattro tomi tra il 1786 e il 1793 aMadrid." Per la lingua italiana, occorre atten-dere la pubblicazione del Di^ionario etimológico ditutti i vocaboli usati nelle science, arli e mestieri, chetraggono origine dal greco di A. Bonavilla (Milano1819-1821) per vedere registrata l'entrata lessico-grafia con l'accezione di "parte dell'ortografiadelle singóle lingue"; ma nel 1834 il Tramater ladefinisce: "scienza della composizione di unvocabulario". E sempre nel Di^ionario di Bona-villa figura il lemma lessicologia come "studio dellessico considerate nel suo signifícate e nellasua forma". La lessicologia moderna (concet-tuale, strutturale, quantitativa, sociale), conce-pita come studio scientifico del sistema lessi-cale di una lingua, dal punto di vista della suastruttura e della sua evoluzione storica, acquisi-sce un proprio statute intorno alia meta delnostro secólo e soltanto negli ultimi decenniottiene il riconoscimento di disciplina originalee autónoma, all'interno della lingüistica (cf.Quemada 1990, p. 60).

Terminología, invece, pur contenendo nelnome l'elemento formante -(o)logia, general-

11 Joan Corominas con la colaboración de Josíí A.Pascual, Diccionario crítico etimológico castellano e hispánico,Madrid, Editorial Gredos, 1987 (segunda reimpresión).Si veda anche MARTÍN ALONSO, Enciclopedia del idioma,Madrid, Aguilar, 1968 (primera reimpresión), che so-stanzialmente concorda con le date e le fonti del Co-

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mente usato con il significato di "studio, tratta-zione, teoria, dottrina" per comporre i nomiche designano molte scienze o loro specificisettori, è voce attestata, fino ad anni recentis-simi e in tutta la produzione lessicografica eu-ropea, solo per riferirsi all' "insieme dei terminipropri di una scienza, di un'arte, di un auto-re".12 Ma è interessante osservare come unapresumibile attenzione di tipo étimo-filológicoabbia indotto a definiré la terminología, già neiprimi decenni del secólo scorso, come la, "dot-trina dei termini o dei vocaboli proprj di unadata arte o scienza". Ancora più significativa èla segnalazione di Alain Rey: "L'emploi modernede la notion objective [de "terminologie"] s'élabore,semble-t-il, en Angleterre. La définition de WilliamWhewell [epistemologue et moraliste anglais,1794-1866], en 1837, donne au mot sa valeur scien-tifique, encore restreinte à un groupe de sciences: 'systè-me des termes employés dans la description des objets del'histoire naturelle'. L'articulation des notions de sy-stème, ¿/'objet et de science à celle de terme donneà cette définition trop oubliée une actualité surprenante"(R.KY 1979, pp. 6-7). Il periodo più importanteper il concepimento della moderna teoria ter-minológica è pero da collocare nei primi de-cenni del XX secólo, connotad da una forteespansione dell'attività industriale e da vivacifermenti culturali in ogni settore délie arti edelle scienze. Sono gli anni in cui nascono e siaffermano il Circolo di Vienna'4 e il Circolo

12 Cf. Riccardo Gualdo, Consideraron! suif uso e la semán-tica di terminología I terminologo e di terminografia/' terminografo, in"Foglio di coHegamento dell'Associazione italiana per laterminología", 1, luglio 1992, ora consultábale presso il sitoInternet del Centro italiano di riferimento per la termino-logía tecnico-scientifica (Cut): www.isrds.rm.cnr.it/Hyper-Docs/cnt/Icirt.html, nella sezione dedicata all' Associa-zione italiana per la terminología [Data dell'ultima con-sultazione: 20 settembre 1999].

13 M. A. Marchi: Di^ionario tecnico-etimologico-fdologico,Milano 1828-1829.

14 II Circolo, attivo tra il 1922 e la fine degli anniTienta, raccolse attorno a Moritz Schlick (filosofo e fí-sico) molti tra i più prestigiosi intellettuali e studiosidell'epoca, di formazione cultúrale diversa. Tra essi:Rudolf Carnap (filosofo), Philipp Frank (físico teórico),Kurt Gödel (lógico), Hans Hahn (matemático), OttoNeurath (economista e sociólogo), Friedrich Wai-

linguistico di Praga.15 Uno degli aspetti che as-sume qui maggiore intéresse consistenelPambizioso progetto del Circolo Viennese dirifondare la conoscenza umana su basi esclusi-vamente logiche e empiriche, attraverso un lin-guaggio unificato della scienza.'6 È difficilepensare che la formazione e il pensiero diWüster non abbiano risentito di influssi tantoprofondi e innovativi. Anche se occorre atten-dere il 1979, anno in cui viene pubblicata po-stuma la sua Einführung in die allgemeine Termino-logielehre und terminologische Lexikographie}1 per

smann (filosofo). Anche altri insigni studiosi, tra i qualiKarl R. Popper, John Von Neumann, Carl G. Hempel,Federigo Enriques e Hans Reichenbach, ebbero con-tatti o parteeiparono occasionalmente alle nunioni delCircolo, ehe si fece conoscere dall'opinione pubblicainternazionale con un manifesto intitolato Wissenschaftli-che Weltanffassting. Der Wiener Kreis, pubblicato da Hahn,Neurath e Carnap nei 1929. La produzione più signifi-cativa del Circolo fu affidata alie pagine del periódico"Erkenntnis" (nelle ultime annatc "The Journal of Uni-fied Science"), pubblicato tra il 1930 e il 1940, in colla-borazione con un gruppo di studiosi berlinesi organiz-zato da Reichenbach.

15 La prima riunione si tenne il 6 ottobre 1926,sotto la presidenza di Vilem Mathesius. Tra i membrifondatori, Roman Jakobson, Nikolaj S. Trubeckoj eRené Wellek. E da sottolineare, per l'apetto di cui cioceupiamo, il grande rilievo dato dal Circolo pragheseagli studi di lingüistica sincrónica e descrittiva.

16 Cf. foundations of the Unity of Science. Toward an In-ternational Encyclopedia of Unified Science, ed. ( )tto Neu-rath, Rudolf Carnap, Charles Morris, Chicago-London,The University of Chicago Press, 1971 (Third impres-sion), 2 voll. Nei Travaux du IX' Congrès International dePhilosophie. Congrès Descartes. L'Unité' de la Science: la Mé-thode et les méthodes, publiés par les soins de RaymondBayer, Paris, Hermann, 1937, sono raccolte, tra le altre,due comunicazioni di grande interesse per il nostro ar-gomento: Rudolf Carnap, Einheit der Wissenschaft durchEinheil der Sprache, pp. 51-57; OTTO NliURATII, Pmgno-sen und Terminologie in Physik, Biologie, Soziologie, pp. 77-85.

17 La prima edizione, pubblicata in due volumi aVienna per i tipi di Springer, è stata seguita da due ri-stampe: nei 1985 (Kopenhagen, Hhs) e nei 1991(Bonn, Romanistischer Verlag, da cui cito). Nei 1998,in occasione della commemorazione del centenariodella nascita di Eugen Wüster, l'Institut Universitari deLingüística Aplicada dell'Università Pompeu Fabra diBarccllona ha pubblicato una versione spagnola nella

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vedere definitivamente elaborata l'esistenza diun núcleo teórico nello studio délie terminolo-gie specialistiche. Per il nostro argomento, ètuttavia curioso notare come il titolo delPoperafaccia riferimento a una terminologischeLexikographie, quasi a preservare il légameche, per alcuni secoli, si era instaúrate in viapressoché esclusiva tra la prassi lessicografica,più o meno attenta — occorre riconoscerlo —,e le nomenclature dei settori specialistici.Sul versante teórico délia terminologia, a parti-ré dagli anni Settanta, in concomitanza con lariflessione teórica elaborata da Wüster, si èandata consolidando una tripartizione di inte-rcssi e tendenze, che riflette prospettive e fina-lità diverse, c che ha avuto conseguenze signifi-cative anche dal punto di vista del riconosci-mento dello statuto scientifico-disciplinaredella terminologia.

Helmut Fclber individua i tre orientamenti,considerandoli come indirizzati rispettivamenteai sctton specialistici, alia filosofia, e alla lingüi-stica (I-'Kl.BKR 1984, p. 47). II primo, caratteriz-zato dalPinterdisciplinantà, è quello espressonella Teoría genérale dclla terminología elabo-rata da Wüster. Vi si pongono al centrodell'attenzione: il concetto e le sue relazionicon le altre unità del medesimo sistema con-cettuale; la corrispondenza tra concetto e ter-

collana "Monografies", sotto la direzione di M. TeresaCabré. Ma il núcleo della Teoría genérale della termi-nologia si trova già esposto in uno degli ultimi e piùponderosi saggi di Wüster: Die allgemeine Terminologieleh-re, ein Grenzgebiet ^wischen Sprachwissenschaft, Logik, Onto-logie, Informatik und den Sachivissenschaften, in: "Linguistics.An International Review", 1974, n. 119, pp. 61-106.

18 Nel 1969, era stato pubblicato Die vier Dimensio-nen der Terminologiearbeit, in: "Mitteilungsblatt für Dol-metscher und Übersetzer", 15, 1969, n. 2, pp. 1-6; n. 5,pp. 1-5. Il testo pubblicato nel notiziario riprende larelazione presentata da Wüster al "Kolloquium überoffene terminologische Fragen" svoltosi nell'ottobredell'anno precedente presso l'Istituto per traduttori einterpreti di Gemersheim (Università di Mainz). Inquesto saggio, Wüster identifica le quattro dimensionidella prassi terminológica: nel settore specialistico,nelle lingue, nell'obiettivo (trattare documenti, uülizza-re una terminologia, condurre ricerche su un campoconcettuíile), e nel grado di astrazione.

mine; l'assegnazione dei termini ai concetti. Ilsecondo orientamento, piuttosto vicino al pri-mo, preferisce porre l'accento sulle classifica-zioni dei concetti in base a catégorie filosofiche(cf. Dahlberg 1974), proponendosi quindi diapprofondire gli aspetti connessi con le teoriedella classificazione, che lo accomunano alleproblematiche della documentazione. II terzo,orientato agli studi linguistici, si fonda sul prin-cipio che le terminologie, essendo sottocom-ponenti del lessico di un linguaggio spéciale,rientrano nei sottocodici délie varie lingue.

Qualche anno più tardi, Teresa Cabré ri-prende uno schema già proposto da Pierre Au-ger e delinea un quadro più complesso e riccodi sfumature, articolato anch'esso in tre granditendenze, che considerano la terminologia dalpunto di vista del sistema linguistico, da quellodella traduzione, e, infine, da quello della piani-ficazione lingüistica (Cabré 1993, pp. 39-41).La prima tendenza, linguistico-terminologica, sicaratterizza per la propensione alia standardiz-zazione concettuale e denominazionale ed èrappresentata da tre scuole, ritenute 'classiche'.La scuola di Vienna, che ha come figura di rife-rimento Eugen Wüster, considera il lavoroterminológico in vista della normalizzazione diconcetti e termini, e vede negli specialisti deidifférend settori i responsabili delle diverseterminologie. Quella di Praga, rappresentata daLubomír Drozd e ispirata agli studi di lingüisti-ca funzionale del noto circolo linguistico, si oc-cupa della descrizione strutturale e funzionaledei linguaggi settoriali, considerati come uno"stile professionale". La scuola di Mosca (D.Lotte), molto attenta alle posizioni di Wüster,si intéressa alla normalizzazione di concetti etermini, nella comice dei problemi connessicon la situazione di plurilinguismo delFexUnione Soviética. La seconda tendenza, orien-tata alla traduzione, è molto sviluppata nei pae-si francofoni ed è alla base dei lavori termino-logici prodotti dai grandi organismi internazio-nali multilingui, con l'intento di stabilire equi-valenzc terminologiche tra le diverse lingue,per orientare e facilitare i traduttori nel loro la-voro. La terza tendenza, quella aménagiste(secondo la denominazione coniata nel Qué-

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bec), considera la terminología all'interno di unpiù ampio processo di pianificazione lingüisti-ca. La terminología, ritenuta uno degli elementifondamentali di ogni códice comunicativo, di-viene strumento per il recupero delle lingueminoritarie, ma anche per il rilancio della fun-zione comunicativa internazionale di linguestabili e consolidate, che si trovano pero a do-ver fronteggiare la concorrenza pervasiva dellelingue di paesi in situazione di forte predomi-nio cultúrale o tecnológico. Per raggiungerequesto obiettivo, si ritiene indispensabile unprogetto d'azione sistemático e strategico, so-stenuto da adeguati intervenu legislativi.

II quadro complessivo appare, dunque,molto frammentato, e sembra quasi ehe il soloelemento di unitarietà sia costituito dalla prassiterminografica, piuttosto che da una improba-bile, e comunque difficile, conciliazione tra ledifférend impostazioni teoriche. A questo siaggiungano alcuni tentativi di portare aliees treme conseguenze il ruólo di scienza e disci-plina autónoma attribuito alia terminología (cf.Picht 1996), ruólo che Wüster sembra averecomunque molto temperato, elaborando leTeorie speciali della terminología, con l'intentodi soddisfare le peculiarità di ciascuno dei di-versi settori specialistici e di ogni singólaespressione lingüistica (cf. Felber 1984, p. 47),e dichiarando esplicitamente l'appartenenzadella terminología alia lingüistica applicata (cf.Wüster 1974, pp. 64-65). Su posizioni assai di-verse si trova Juan C. Sager, ehe nega alla ter-minología lo statute di disciplina autónoma,pur riconoscendo l'importanza e il valoredell'attività terminológica, e la nécessita dellasua presenza nei programmi di formazione(Sager 1990, p. 1). E Teresa Cabré affermava direcente la nécessita di una rivisitazione dei fon-damenti teorici della terminología, sottolinean-do l'inadeguatezza alla realtà attuale delFistanzariduzionista e uniformatrice già presente nellateoría di Wüster, e amplifícate da alcune suc-cessive prese di posizione di studiosi a luí vici-ni. Inoltre, ribadendo la nécessita di considera-re più attentamente i riflessi sociali della comu-nicazione specialistica, Teresa Cabré ha fornitonuovi contribua per la formulazione di una

proposta teórica e ha evidenziato il ruólo el'importanza degli aspetti sociali in rapportoalie due dimensioni fondamentali della termi-nología: la rappresentazione e la trasmissionedelle conoscenze trattate (Cabré 1998).

Se le unità della lingua, pur considerate dapunti di vista molto diversi, rappresentano ilterreno di interesse comune tra lessicologia eterminología, gli obiettivi che queste si pro-pongono, e i metodi per conseguirli, finisconoper determinare una divaricazione pro fonda.La lessicologia studia i vocaboli per descrivernele caratteristiche e analizzarne il significato:pariendo da un elemento formale, mira a con-seguiré informazioni di tipo semántico e eti-mológico, attraverso un percorso che è statedefinite semasiológico, indirizzato cioè al si-gnificato. La terminología, al contrario, cerca diidentificare i concetti per determínamel'individualità e l'appartenenza a una strutturasistemática, seguendo un processo onoma-siologico, inteso a denominare i concetti me-diante i termini.

Da questa posizione, cosi antitética, derivauna serie di caratteristiche che si evidenzianosoprattutto esaminando la produzione: è suffi-ciente sfogliare alcuni repertori lessicografïci eterminografici per riscontrare le diversità origi-nate da criteri ispiratori spesso distinti da trattidi segno opposto.

Tuttavia, prima di passare ad osservare neldettaglio le principali caratteristiche della pro-duzione lessicografica e terminografica, mi pareopportuno soffermarmi su due considerazionidi carattere più générale.

La prima osservazione si riferisce a un mu-tamento di prospettiva che si è registrato inentrambi i settori.

A partiré dagli anni Sessanta, la lessicografiaha vissuto un periodo di riflessione e di rinno-vamento profondi, che ha indotto autorevolistudiosi a parlare di una "nuova lessicografia"(Nencioni 1987 e Quemada 1990). Si è com-piuto un esame attente dei difetti e dei limitistrutturali delle opere compílate nel passato,con la prospettiva di rispondere ai bisogni

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emergenti dai grandi mutamenti sociali e, di ri-flesso, con l'intento di assicurare lo sviluppodella lingua in armonia con quello délia società.In un saggio del 1987 Giovanni Nencioni, Pre-sidente dell'Accademia della Crusca, elencavagli orientamenti e le aspettative della nuova les-sicografia: "1) una lessicografia specifica, supe-rante lo stadio tanto della lessicalità privilegiatache di quella genérale; 2) una lessicografia an-che individúale, o di generi e correnti e tradi-zioni particolari, pero collegata con le sue"fonti", ossia con ció che le conferisce con-cretezza e motivazione; 3) una lessicografia, inogni caso, veramente storica, cioè ricollocanteogni elemento nello spessore di una piena do-cumentazione cronológica, areale e ambiéntale;4) una lessicografia non solo semasiológica, maanche onomasiologica, che cioè s'interessi, ol-tre che della storia semántica delle parole, delloro rapporto con le cose, cioè della denomina-zione degli oggetti (...); 5) una lessicografia, fi-nalmente, dinámica, cioè capace di prevedere equindi rispondere a queste e tante altre do-mande, di divenire cioè, invertendo le parti tra-dizionali, destinataria, anziehe destinante delconsultatore" (Nencioni 1987, p. 140).

D'altra parte, anche tra coloro che si sonóoceupati dello studio e della formulazione delleteorie terminologiche sonó da registrare ripen-samenti e proposte innovative: aleune scuole otendenze terminologiche, in particolare quellepiù vicine ai problemi e alie istanze della lingüi-stica, hanno awertito l'esigenza di studiare conspirito mutato il rapporto tra le terminologie ela società. "En effet, la théorie de la terminologie de-meure fort marquée par Wüster, l'Ecole de Vienne etl'idéal normalisateur de ¿'ISO. Aujourd'hui, le champde la terminologie est nettement investi par des linguistesformés à la démnn-h* •..„„„„,„.„«e, laquelle a censémentmis ¡in à la vision de la langue comme une "nomencla-ture". On pense aujourd'hui que la langue donne uneforme à la substance du sens et l'on adhere généralementà l'hypothèse de Sapir-lVhorf selon laquelle les locuteursde chaque langue découpent, organisent la réalité demanière différente. En ce sens, il peut paraître désuet dedonner une si grande place au concept (ou notion), sorted'idée néo-platonicienne érigée au rang de bienfait tech-nique sur lequel fonder la communication interlinguisti-

que... S'il nous a semblé bon de conserver celte référence,c'est parce que l'approche conceptuelle, quoique critica-ble, demeure une bonne manière d'introduire la problé-matique de l'équivalence et des réseaux notionne/s. sanspour autant renoncer à une approche descriptive desdifférences entre les langues"}'' I termini, consideranespressione del patrimonio cultúrale di una ci-viltà e di una lingua, vengono csaminati anchealia luce delle variazioni riscontrate nell'uso chene fanno différend scuole spcciahstichcall'interno di ciascun settore, e, per quanto ri-guarda le arce geografiche, si tende a registrarele varianti regionali che emergono all'interno diun'espressione lingüistica c le varianti nazionalipresentí nelle lingue a diffusione interconti-nentale (geosinonimi e varianti topolettali).Alio stesso modo, si verifica scrupolosamenteche i termini prescritti dalle norme trovino unareale accoglienza da parte di settori assai vastidella società, tenendo conto anche della capilla-re pervasivita di molte tecnologie moderne, eheincidono sulla lingua determinandone una tec-nifícazione progressiva.20 Si evita cosí di impor-re dall'alto, e quasi artificialmente, termini av-vertiti come forzosi o estranei, che finirebberoper non radicarsi cffettivamente nel tessutolingüístico (cf. Martin-Loubier 1993 e Auger1994). Di tutti questi aspetti si occupa un setto-re di studio piuttosto recente, la sociotermino-

19 Marc Van Campenhoudt, Abrégé de terminologiemultilingue, sezione 2 "Systèmes de notions: l'approche vien-noise", secondo parágrafo, consultabile presso il sitoInternet del Termisti: vwvw.refer.fr/termisti/theoweb2.htm [Data dell'ultima consultazione: 20 set-tembre 1999].

2(1 La riflessione sull'assimilazione dei teenicisminella lingua delPuso è già presente in Diderot: "Les ex-pressions propres à ces sciences [l'Histoire naturelle,l'Anatomie, la Chimie, & la Physique expérimentale]sont déjà très-communes, & le deviendront nécessai-rement davantage. Qu'arrivera-t-il delà? C'est que lalangue, même populaire, changera de face; qu'elles'étendra à mesure que nos oreilles s'accoutumerontaux mots, par les applications heureuses qu'on en fera.Car si l'on y refléchit, la plupart de ces mots techni-ques, que nous employons aujourd'hui, ont été origi-nairement du néologisme-, c'est l'usage & le tems qui leuront ôté ce vernis équivoque", Encyclopédie ou Dictionnaireraisonné des sciences, des arts et des métiers, éd. cit., p. 636V.Si veda anche Nencioni 1994, p. 5.

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logia, che ha tratto ispirazione dai critcri dcllasociolinguistica (cf. Faulstich 1995, Gambier1991, Gaudin 1993, Mari 1996).

La seconda osservazione riguarda il tenore el'impianto della produzione lessicografica e diquella terminografica. I principali elementi didiversificazione sonó da ricercarsi nelle finalitàche ciascuna di esse persegue e nel tipo diutenza che verosímilmente si trova a doversoddisfare.

Mentre la lessicologia puó anche servirsi,entro certi limiti, di repertori di fenomeni lin-guistici di proporzioni ridotte per osservare edenucleare le rególe del funzionamento del lessi-co di una lingua, la lessicografia, per sua stessanatura, ha come obiettivo inarrivabile quello dirappresentare un patrimonio lessicale che è perdeñnizione aperto, senza limiti, anzi, in crescitacostante e in progressiva evoluzione. II lavorolessicografico non si pone al servizio della lin-gua in quanto sistema, ma del discorso, cioèdella realizzazione lingüistica, che puô essere,secondo le nécessita, posto in essere o inter-prétate. La lessicograria è, in ultima analisi, alservizio del parlante, che spesso cerca inun'opera lessicografica ció che gia fa parte dellesue competenze lessicali e linguistiche, ma cheegü desidera ricordare o precisare: un aiuto percomprendere ed esprimersi correttamente,dando "non poco rilievo alia costruzione sin-tattica e alio s tile" (Nencioni 1987, p. 134). Chisi rivolge a un dizionario "cerca uno strumentolessicografico capace di rispondere a domandeche investono la lingua in se stessa e nei suoirapporti con la cultura, con la realtà, con laprassi sociale" (Nencioni 1987, p. 139).

La produzione terminografica risponde, in-vece, nella gran parte dei casi, a un pubblicoesperto, che ricorre ad essa per controlli e veri-fiche, ma, soprattutto, per cercare gli equiva-lenti di un termine in altre lingue. Infatti, i la-vori terminografici sono prevalentemente mul-tilingui e si propongono di soddisfare le néces-sita di una rápida comunicazione interlinguisti-ca. Recentemente si vanno diffondendo anchepiccoli prontuari terminologici destinati alla di-vulgazione di terminologie specialistiche, per-lopiù tecnologiche e di grande impatto sociale.

Si tratta spesso di repertori monolingui21 o cor-redati del solo equivalente nella lingua origina-ria della terminología,"" ma cominciano a cir-colare anche piccole raccoltc terminologichemultilinguir' l'esscnzialità del contcnuto ècerto dettata dalle esigenze di una diffusionecapillare e económica al tempo stesso, che tie-ne conto della rápida obsolcscenza cui vannosoggette le nuove tecnologie e dei conseguentiriflessi sul piano terminológico. L'oricntamentoalla pianificazione lingüistica c alla sociotermi-nologia ha introdotto elementi innovativi ri-spetto alla tradizionale presentazione termino-grafica: l'indicazione delle varianti e la presenzadei contesti d'uso sono quelli di maggior rilie-vo, come si vedrà in seguito più dettagliata-mente.

La lessicografia descrive una lingua naturale,cosi corne si attua nell'uso dei parlanti o in testiritenuti esemplari. La sua natura è fundamen-talmente descrittiva c, anche quando tende arappresentare la norma lingüistica, si fa scru-polo di registrare le vnnazioni diamesichc (le-gate all'uso di mezzi espressivi diversi: linguasentta o parlata), diatopiche (di natura geográ-fica), diastratiche (di Strato o livello sociale),diafasiche (di registro espressivo e di stile). Ma

21 Per un esempio, si consideri il Di^ionario di aljabe-ti^a^ione informática ad uso delle bibliotecbe comuna/i t scola-stiche della Provincia di Koma, pubblicato a Roma nel 1989dal Centro Sistema Bibliotecario Provinciale, che in 57pagine raccoglie poco più di trecento éntrate definite eun'appendice bibliográfica.

22 Si pensi agli agili volumetti della collana "A sa-voir" dell'Association française de normalisation(Afnor), che comprendono un Glossaire des termes recom-mandés de l'informatique, curato dalla Commission mini-stérielle de terminologie de l'informatique e dalla stessaAfnor (Paris 1996), e i due volumi del 1997 di EstherAmar su Internet-Intranet (vol. 1: "Les concepts de base; vol.2: Pour l'entreprise).

21 Si veda, per esempio, il Lexique des termes de base del'informatique en langues néolatines. Français, Catalan, Espa-gnol, Italien, Portugais, Roumain, arec leur équivalent en An-glais, Paris, Realiter, 1997. Si tratta di una realizzazionedella Rete panlatina di terminología, con il coordina-mento del Centre de recherche en terminologie, termi-notique et aménagement linguistique (Crettal)dell'Université de la Sorbonne Nouvelle.

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non ricscc a csscrc realmente prescrittiva. Latermmografia raecoglic c presenta i termini dellinguaggi specialistici e tende piuttostoall'uniformazionc dei concetti e all'unificazionedelle denominazioni, per consentiré una comunica-zionc più diretta e efficace. La norma chc rapprc-senta c un modello prescrittivo, benchél'onentamento di tipo variazionista vada racco-gliendo un favorc sempre più diffuso.La descrizione lessicografica puô riferirsi a unperiodo di tempo delimitate (criterio sincróni-co), o a periodi più o meno lunghidell'cvoluzione storico-linguistica (criterio dia-cronico).24 La terminografia attua, invece, uncriterio sincrónico,25 che risponde all'esigenzadi assicurare una comunicazionc efficace; perquesta ragione, le norme internazionali sonósottoposte a revisionc periódica.

Il corpus destinato alio spoglio lessicografi-co viene stabilito sulla base di criteri di scelta edi rappresentatività molto variabili, e spessopresta attenzione anche alia lingua parlata. IIcorpus terminografico, invece, è selezionatocon criteri di rappresentatività più rigorosi ed ègeneralmente limitato alia documentazionescritta.

LIn'opera lessicografica registra la polisemia,considerándola elemento di ricchezza e prospe-

21 "... diacronia c sincronía sonó in effetti due pa-rametri non contraddittori, ma complementari. Unostato sincrónico di lingua non si puó identificare né ca-pirc che come una confluenza di fenomeni parte cri-stalhxzari, parte in crisi, parte in vitale rigoglio o in viadi sviluppo, cioc come equilibrio momentáneo e insta-bile; e d'altro canto un accertamento diacromco, ri-stretto ad un fatro isolato, non ha pieno valore lingui-stico se non viene messo in parallelo con altri fatti equindi ncollocato all'interno di una unità più vasta chelo condiciona e motiva", NlíNCIONI 1987, pp. 138-139.

2=1 "Der \/oirang der Begriffe hat yvangsläufig da^ii ge-führt, daß die terminologische Sprachbetrachtung synchronise!]ist. I'iir die Terminologie ist das Wichtigste an einer Sprache dasBegriffssystem, das ihr yigmnde liegt", WÜSTliR 1979, ed.cit., Par. 0.213, p. 2. La versione spagnola riporta: "laprioridad que la terminología da a los conceptos ha lle-vado inevitablemente a la investigación terminológica aconsiderar la lengua desde un punto de vista esencial-mente sincrónico. Para la terminología, el aspecto másimportante de una lengua es el sistema de conceptosque constituye su base", Par. 0.2.1.3, p. 22.

rita della lingua: i vocaboli sonó spesso legati aconnotazioni contestuali, psicologiche, sociali,e si prestano fácilmente a essere sostituiti dasinonimi. I repertori terminografici, invece,non prevedono la polisemia: un termine è ten-denzialmente univoco e solo raramente ha si-nommi (ne danno un esempio le formule chi-miche: il composto individuato e determinatodalla formula H2O è anche denominate monos-sido di diidrogeno o, più semplicemente, ac-qud)2b Talvolta si riscontrano casi di omini-mia, cioè di termini identici che hanno signifi-cato diverso.

La scelta delle éntrate di un repertorio lessi-cografico awiene spesso sulla base della fre-quenza d'uso che ne testimonia la concreta dif-fusione e, quindi, l'appartenenza a pieno titoloalia lingua. La frequenza d'uso di un termine,invece, non ha alcuna rilevanza; anzi, è statoosservato che il grado di specializzazione di untermine è inversamente proporzionale alla suafrequenza d'uso. "

Le éntrate di un'opera lessicografica sono leunità di base di una lingua e vengono general-mente rappresentate da lemmi semplici. Spessosono accompagnate da informaziom relativealla loro realizzazione fonética, alle carattensti-che grammaticali, aU'etimologia e alla storia delvocabolo. Le éntrate di un repertorio termino-gráfico sono le unità di base di un linguaggiospecialistico e sono rappresentate da termini,che possono essere anche composa, apparte-nenti esclusivamente al settore specialistico, ctalvolta accompagnati dall'indicazione della solacategoria grammaticale.

La definizione lessicografica consiste nellaspiegazione del signifícate di un vocabolo epuô prevedere l'elencazione delle sue diverseaccezioni. La definizione terminografica de-scrive l'oggetto o il concetto denominate dal

26 "For terminology, therefore, synonymy where it is permit-ted to exist may be a avsslinguis/ic phenomenon rather than amouolingnistic source of enrichment of a language system", S a g e r1989, p. 168.

27 Charles Müller, Le français d'aujourd'hui, Paris1985, p. 188.

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termine, in base alle sue funzioni e carattcristi-che.

Le voci di un dizionario di lingua illustrano ivocaboli all'interno di contesti che sono spessotratti da opere letterarie, ma non di rado pro-venienti dalla lingua parlata. Viene cosi docu-mentata la lingua d'uso, anche attraversol'impiego della fraseología. Nei repertori termi-nografici, la contestualizzazione dei termininon è prevista; quando è presente, apparepiuttosto improntata all'esigenza di verifica do-cumentaría. Più receiitemente, l'introduzione dicontesti esemplificativi risponde all'intento ditestimoniare l'impiego dei termini attraversofonti di diversa natura (ufficiale, divulgativa), edi attestare le variazioni geografiche e sociali.

Le éntrate lessicografiche sono Ordinateabitualmente secondo il criterio alfabético, chene facilita la consultazione. Sonó rari i casi diopere lessicografiche che presentano un ordi-namento di tipo concettuale, come nel caso deidizionari metodici, che registrano le parolesulla base della loro affinità concettuale. Vi so-no pero repertori il cui ordinamento è guidatodalla frequenza statistica delle parole all'internodi un corpus. I dizionari inversi, poi, ordinanole parole a cominciare dalla loro ultima lettera.Al contrario, l'ordinamento terminografico èspesso concettuale, perché destinato alia con-sultazione di utenti che conoscono approfon-ditamente la materia (Wüster 1979, Par. 9.42,éd. cit. pp. 126-127; nella traduzione spagnola,pp. 179-181). L'ordinamento concettuale puórivelarsi utile anche nell'estendere controlli everifiche a elementi contigui a quello da cui haavuto origine la ricerca. Questo tipo di ordina-mento fornisce, inoltre, una sorta di quadro si-nottico di un dominio anche a chi, non esper-to, volesse farsene un'idea d'insieme, vaga-mente enciclopédica. Finalità divulgative giusti-ficano il ricorso sempre più diffusoalPordinamento alfabético.

Un punto rimane ancora da affrontare: ilrapporto tra lessicologia, terminología e infor-mática. Quest'ultima costituisce un'area di inté-resse comune, attuale e stimulante, anche per-ché potrebbe prestarsi a fornire il terreno per

un confronto propositivo, al fine di realizzareprodotti capaci di rispondere alie aspettative diconsultatori sempre più esigenti e frettolosi.Ma puô costituire anche un'occasione di rifles-sione per superare dubbi, incertezze e diver-genze teoriche. È possibile, a mió awiso, stu-diare forme di collaborazione che coinvolganoesperti di entrambi i settori, anche in ámbitointernazionale, nel soleo del progetto che Gio-vanni Nencioni aveva delineato alcuni anni fa,con la lungimiranza che puó derivare soltantoda un'intera vita spesa al servizio della ricerca:"La massima strumentalità e la massima mano-vrabilità — egli scrive — si possono ottenerenella nuovissima forma di dizionario elettroni-co, la banca dei dati, cioè la costituzione di unamemoria elettronica aperta e interrogabile.Questa memoria puó essere di fatto vasta o ri-stretta, totale o parziale, anche circoscritta asingoli generi o autori; e tuttavia non ha, di di-ritto, limiti quantitativi e puó accrescersi e mo-dificarsi progressivamente. Viene cosi eliminatala selezione imposta dalle proporzioni fisichedel dizionario tradizionale, e anche quella cen-soria in essa implícita; e superato è infinel'ordine alfabético, reso inutile da un pro-gramma di reperimento e contrario alia mano-vrabilità e dinamicità del dizionario. (...) Perchéuna banca di dati sia veramente redditizia biso-gna che nella memoria siano immessi i risultatidi ricerche nuove, aecuratamente programmatein funzione della problemática interrogante. (...)come in ogni ricerca scientifica, i dati devonoessere preparad in modo da divenire fattori diun calcólo costruttivo. (...) Tra la ricchezza delmateriale di memoria e la ricchezza del pro-gramma d'inchiesta c'è dunque un rapporto re-ciproco: il lingüista moderno esigerà, ad es.,che la memoria di una lingua come l'italiano siain grado di rispondere ad una richiestad'informazione poliédrica: statistica, cronológi-ca, areale, morfosintattica, etimológica, catego-riale, topologica, associativa, sinonímica e an-tonimica, iperonimica e iponimica, sociolingui-stica, stilistica. Potra chiederle dizionari specia-li, prontuari, dizionari inversi (utilissimi per laconoscenza del sistema derivativo e suffissale),rimari, quadri nomenclatori; conseguentemen-

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te, nella memoria le parole non potranno starecome elementi astratti e isolati, quali non sononella vita délia lingua, ma corne esponenti lin-guistici di una rete di riferimenti contestualiz-zanti, di gran lunga superiori all'esangue meta-linguaggio grammaticale e stilistico dei diziona-ri tradizionali. Sarà allora possibile ottenere ri-sposte onomasiologiche (...), evocando la no-menclatura di interi campi concettuali, di certeassociazioni, di certe catene iperonimiche-iponimiche, il temario di certi documenti oambienti" ( Nencioni 1987, pp. 141-142).

La dinamicità e la capacita di integrazioneche caratterizzano il método e gli strumentidelFinformatica costituiscono una via privile-giata attraverso la quale è auspicabile far tran-sitare le conoscenze e i risultati ottenuti ancheda prospettive diverse, per alimentare il patri-monio di risorse linguistiche e nozionali alquale ha bisogno di attingere, con immediatez-za e in modo unitario, la società multilinguedelPin formazione.

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