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TERESA D’AVILA NELLA VITA E NEL PENSIERO DI FRANCESCO DI SALES - ricerca storico-ascetica - ARNALDO PEDRINI Introduzione Per conoscere e saper valutare la preziosità della dottrina spirituale dei Santi, alla cui scuola si pone con sincerità e fidu- cia la devozione cristiana, basterebbe osservare a quale grado o tenore di intensità sia stato trasmesso e in effetti continui nella sua attualità e vitalità il loro messaggio. E ciò senza dubbio è di provenienza evangelica, poiché ogni Santo ha cercato di model- larsi sul tipico esemplare divino mostrato sul monte (cf. Es 25,40): ne è risultato - per così dire - una derivazione conse- quenziale, in modo da ritenere veridica l'espressione: “I Santi so- no un Vangelo vivente, una musica espressa in canto " *. La frase citata è pensiero di Francesco di Sales, e ognuno sa quanta sia stata la sua devozione nei riguardi dei Santi, alcuni dei quali conosciuti personalmente: San Roberto Bellarmino, il Beato Giovenale Ancina; ad altri invece si è semplicemente ispi- rato: Santa Francesca Romana, San Carlo Borromeo, ecc.2. Tra i Santi che hanno goduto della sua preferenza pare si debba an- noverare la grande Riformatrice del Carmelo, Santa Teresa d’A- vila: obiettiva e ben ponderata la motivazione di tale orienta- mento devozionale, come appare evidente dalla molteplicità dei richiami che ne fa nei suoi scritti3. Al di sopra di tutti i motivi 1“Mais aussi quest autre chose la vie des Saintz que l’Evangile en oeu- vre ? Il n'y a non plus de difference entre l’Evangile escrit et la vie des Saintz qu'entre une musique notee et une musique chantee”: Oeuvres t. XII, 306. 2 Cf. A. P edrini , Francesco di Sales e ‘Santi’ a confronto, in "Palestra del Clero" (1994), 505-525. 3 Cf. ibidem, 516.524 (con bibliografìa). La preferenza è diretta - a pie- no titolo - per S. Teresa, mentre potrà meravigliare l’assenza completa nei ri- guardi di San Giovanni della Croce. Come motivo si può pensare che gli scritti del Santo circolavano soltanto in trascrizioni; la stampa, in Francia, Teresianum 51 (2000/1) 151-167

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TERESA D’AVILA NELLA VITA E NEL PENSIERO DI FRANCESCO DI SALES

- ricerca storico-ascetica -

ARNALDO PEDRINI

Introduzione

Per conoscere e saper valutare la preziosità della dottrina spirituale dei Santi, alla cui scuola si pone con sincerità e fidu­cia la devozione cristiana, basterebbe osservare a quale grado o tenore di intensità sia stato trasmesso e in effetti continui nella sua attualità e vitalità il loro messaggio. E ciò senza dubbio è di provenienza evangelica, poiché ogni Santo ha cercato di model­larsi sul tipico esemplare divino mostrato sul monte (cf. Es 25,40): ne è risultato - per così dire - una derivazione conse­quenziale, in modo da ritenere veridica l'espressione: “I Santi so­no un Vangelo vivente, una musica espressa in canto" *.

La frase citata è pensiero di Francesco di Sales, e ognuno sa quanta sia stata la sua devozione nei riguardi dei Santi, alcuni dei quali conosciuti personalmente: San Roberto Bellarmino, il Beato Giovenale Ancina; ad altri invece si è semplicemente ispi­rato: Santa Francesca Romana, San Carlo Borromeo, ecc.2. Tra i Santi che hanno goduto della sua preferenza pare si debba an­noverare la grande Riformatrice del Carmelo, Santa Teresa d’A- vila: obiettiva e ben ponderata la motivazione di tale orienta­mento devozionale, come appare evidente dalla molteplicità dei richiami che ne fa nei suoi scritti3. Al di sopra di tutti i motivi

1 “Mais aussi quest autre chose la vie des Saintz que l’Evangile en oeu­vre ? Il n'y a non plus de difference entre l’Evangile escrit et la vie des Saintz qu'entre une musique notee et une musique chantee”: Oeuvres t. XII, 306.

2 Cf. A. P e d r in i, Francesco di Sales e ‘Santi’ a confronto, in "Palestra del Clero" (1994), 505-525.

3 Cf. ibidem, 516.524 (con bibliografìa). La preferenza è diretta - a pie­no titolo - per S. Teresa, mentre potrà meravigliare l’assenza completa nei ri­guardi di San Giovanni della Croce. Come motivo si può pensare che gli scritti del Santo circolavano soltanto in trascrizioni; la stampa, in Francia,

Teresianum 51 (2000/1) 151-167

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spicca in particolare la concretezza di ispirazione, quanto alla creazione di una congregazione o d’un Ordine religioso femmi­nile. La Santa castigliana infatti poteva presentare con maggio­re evidenza le credenziali per essere Maestra in materia, al cui insegnamento teoretico e pratico rifarsi tranquillamente4.

Comunque, mentre il Santo si mostra umilmente debitore di tutti, autori e scrittori, riesce a mantenere inalterata la propria originalità; in parte però debitore anche ai santi, dei quali ha sa­puto cogliere il meglio, scegliendo da fior da fiore come “ape ar­gumentosa”5. Nella ricerca sosteremo sulla parte contenutistica in forma sistematica.

I. Conoscenza mediata

All’ascetica del Carmelo Francesco di Sales si è rivolto tem­pestivamente. Certamente più efficace sarebbe stata la cono­scenza diretta: quindi l’incontro di persona. La viva voce e le si­tuazioni più determinate, in un rapporto a tu per tu, avrebbero potuto lasciare un'indelebile impronta nell'animo suo. Una co­noscenza mediata dunque: come si sa è il caso di Teresa d’Avila, che lascerà questa terra nell'anno 1582, quando Francesco di Sa­les era ancor giovane studente quindicenne. La fama poi della Santa, al di là della terra nativa, aveva ormai raggiunto altre re­gioni: oltre la Francia anche l’Italia6. Secondo la bella esemplifi­cazione il fuoco di Castiglia aveva diffuso il suo riverbero di lu­ce e di calore un po’ dappertutto7.

delle Opere sanjuaniste si avrà solo dopo il 1618. Inoltre Francesco di Sales non intendeva proporre tale dottrina piuttosto elevata e inadatta alle anime pie e alle stesse monache. Si veda in merito A. Liuima, A u x sources du Traité de l ’Amour de Dieu, PUG 1959, vol. I, 221. Il Padre Serouet, carmelitano, sta invece per una lettura parziale: cf. Dictionnaire de spiritualité t. V, 1092.

4 A fondamento della vita consacrata ‘azione e contemplazione’: per quest'ultima più a Santa Teresa d'Avila, per l'altra l'ispirazione doveva rifar­si alla pratica delle Dame Olivetane di Tor de’ Specchi; si veda la nostra ri­cerca: San Francesco di Sales si ispira alla spiritualità di Santa Francesca Ro­mana, in “Ephemerides carmeliticae" XXIX (1978) 456-468.

5 “Come un'ape zelante" "comme une soigneuse abeille”: Trattenimento VIIo, 11: cf. Ouvres t. VI, 110: lo zelo ardente è la proprietà dei Santi.

6 Cf. V. M acca, Presenza e influsso del magistero teresiano in Italia, in «Teresa de Jesús. Studi storico-letterari», Teresianum 1982.

7 Cf. G. Papasogli, F u o c o in Castiglia: Vita di S. Teresa d’Avila, M ilano, À n cora 1962, 591.

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Francesco di Sales fin dal tempo della sua formazione cul­turale e religiosa, a livello umanistico e universitario, ebbe mo­do a Parigi, e soprattutto a Padova, di essere in grado di avvici­nare spiritualmente questo eminente personaggio dell’ascetica e mistica cristiana: attraverso la lettura dell’Autobiografìa e di al­tri scritti, e in un secondo momento, con molto più frutto, me­diante la comunicazione diretta del grande suo maestro e diret­tore spirituale, il padre gesuita Antonio Possevino. Proprio in quel tempo l’illustre docente universitario era stato incaricato di rivedere la Vita di Santa Teresa d’Avila in italiano (1592), come anche il Padre Roberto Bellarmino a Roma lo farà con la tradu­zione del latino (1593)8. Può essere avvenuto - assai fortunata­mente - che il discepolo, Francesco di Sales, abbia avuto qualche delucidazione in merito9.

Il contatto vero e proprio con la dottrina della santa Casti- gliana avverrà con maggiore possibilità e chiarezza a Parigi nel circolo di Madame Acarie (1602), devota della Santa, ma soprat­tutto protesa a far conoscere e a divulgare la dottrina teresiana10. L'interessamento del futuro Vescovo di Ginevra partirà proprio da qui: da quel cenacolo parigino, che ormai era divenuto un cen­tro d’attrazione a livello di vita intellettuale e ascetica per una gran parte dell’élite parigina . Imbevuto di queste significative in­dicazioni il Santo lascerà questa bella documentazione.

"Il est vray qu’il a certaines histoires qui donnent plus de lu- mières à notre vie que d’autres, comme la Vie de la Bienheureu- se Thérèse d’Avila, laquelle est admirable pour cela (...)"".

8 Cf. P. F ortu n a to de Jésus a Sacramento, Teresa de Jesùs-François de Sales. Un estudio sobre sus mûtuas relaciones, in «Revista de Espiritualidad» (1959) 259-260.

9 Cf. ibidem.10 Cf. P. S erou et, Jean de Brétigny (1556-1634), Aux origines du Carmel

en France [...], Louvain 1974, 144-162. Jean de Brétigny fu "un vrai disciple de St. Thérèse”, inoltre anche di Francesco di Sales "qu’il compta au nombre de ses amis”: Ibidem 18.32. Sulla relazione tra l’Acarie e il Santo d’Annecy, si veda la nostra trattazione: Francesco di Sales e Mme Acarie. Il cenacolo pari­gino e il Carmelo teresiano: ricerca storico-ascetica, in “Teresianum” (1998) 287-304.

11 F ran ço is de Sa les , Oeuvres complètes-Annecy t. III, 108 (in abbrevia­zione Oeuvres t. pag.). Nel 1601 venne tradotta in francese la vita del Padre Ribera: Vie de la Mère Thérèse de Jésus, Paris 1601.

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E con la Vita anche le altre opere di lei, per suo alimento spi­rituale, ma anche poi per edificazione delle anime devote: ne fa­cilitava la lettura in particolare dopo che alcuni scritti e la Vita erano stati tradotti in francese; con quest'ultima in modo spe­ciale pure “Il cammino della perfezione”,

"Nouvellement traduicte de l’espagnol en français... revue, corrigée par la 2a édition...”12.

Mentre si allargava il cerchio delle persone che ne venivano a conoscenza, si elevava il tono di iniziazione alla stessa dottri­na teresiana mediante gli scritti, ricchi dei più elevati concetti. Lo osserva un nostro autore contemporaneo con tutta opportu­nità in relazione alla vasta cultura "salesiana": “Dans le Traité de VAmour de Dieu les théologiens sont répresentés par Saint Tho­mas d’Aquin, auquel on peut ajouter quelques mentions de Saint Bonaventure et des écrivains spirituels: Saint Bernard et Sainte Thérèse d’Avila: ...”13.

Francesco di Sales non esitava quindi a mettere sullo stesso piano anche la scrittrice spagnola, allineandola nel novero dei più celebri Dottori della Chiesa. Si direbbe un bell’anticipo di quanto sarebbe stato dichiarato un domani - ai nostri tempi - dalla Madre Chiesa14.

II. Citazioni varie

Mediante appellativi di solito usati nei riguardi della Rifor­matrice del Carmelo, Francesco di Sales intende ritenerla ‘bea­ta’, ‘santa’: 'grande santa’, ‘vergine tutta angelica’15. Non fa dun-

12 Oeuvres t. XXV, 453. Le notizie circa la dottrina teresiana poterono es­sere recepite da Francesco di Sales - in questo tempo 1605-1607 - dalla stes­sa Mme de Chantal nella permanenza al monastero di Dijon. Così si annota: "Les visites de la Baronne de Chantal au Carmel de Dijon continueront après le départ en décembre 1606 d'Anne de Jésus et de Mère de la Trinité. C’est surtout de la Mère Louise de Jésus que le Baronne recevera des conseils spi­rituels, qui appelleront une mise au point de St. François de Sales": P. Se- rou e t, Jean de Brétigny, 212, n. 7.

13 A. Liuima, A u x sources du Traité de l'Amour de Dieu, vol. I I, 486.14 Cf. R. M o r e t t i , Teresa d’Avila e lo sviluppo della vita spirituale, Cini-

sello Balsamo (MI) 1966.15 Cf. Oeuvres t. VI, 232; IV, 124.

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que meraviglia se in relazione ai suoi scritti non esita a segna­larla quale 'scrittrice sublime'16. In un brano ne descrive le ca­ratteristiche: 'umiltà nella eloquenza’, 'semplicità nella fermez­za’, ‘saggezza di dottrina nell’ignoranza’: una ‘dotta ignoranza' da far meravigliare non solo, ma ancora tale da confondere l'al­terigia dei sapienti’17. Il brano merita di essere citato per intero:

"Mays en fin, la Bienheureuse [Mère] Thérèse de Jesus a si bien éscrit des mouvemens sacrés de la dilection, en tous les li­vres qu’elle a laissés, qu’on est ravi de voir tant d’éloquence en une si grande humilité, tant de fermeté d’esprit en une si grande simplicité, et sa très sçavante ignorance fait paroistre très igno­rante la science de plusieurs gens de lettres, qui, après un grand tracas d’estude, se voyent honteux de n’entendre pas ce qu’elle escrit si heureusement de la prattique du saint amour. Ainsy Dieu esleve le trosne de sa vertu sur le theatre de nostre infir­mité, se servant des choses foibles pour confondre les fortes”18.

I richiami fatti dal Vescovo di Ginevra sugli scritti della Riformatrice sono discretamente abbondanti, e precisamente nel suo capolavoro il Trattato dell'Amore di Dio ben 11 volte, nel- ì'Introduzione alla vita devota o Filotea 2 volte (con altri tre im­pliciti rilievi), ben 9 volte nell’Epistolario, 4 nei Trattenimenti; una sola volta nei Sermoni e negli Opuscoli. E ’ interessante no­tare che ci siano state più citazioni nel Teotimo e nelle Lettere, quasi a segnalare con maggiore evidenza e opportunità il pas­saggio dal teorico al pratico, dall’ideale all’esistenziale. Le stu­pende illustrazioni e i felici richiami alle situazioni pratiche in­vitano Francesco di Sales a presentare la Santa-Dottore quale au­tentico modello di vita cristiana e religiosa. Sembrava che il tempo e le circistanze lo richiedessero, come risulta da questa il- lumimante attestazione: “La mission providentielle de St. Thérè­se parait avoir de réagir contre le pseudomysticisme des illu­minés d’Espagne et celui des Protestants, qui ravageaient l’Eu-

16 Cf. Oeuvres t. IV, 7; XVI, 208. Le citazioni ‘teresiane’ sono più di trenta.17 Tutto questo contesto di abbondanza carismatica è in relazione alla

docilità dell’anima di Teresa di Gesù allo Spirito del Signore: cf. J. Bardy, La place du Saint Esprit dans la spiritualité de St. Thérèse de Jésus, in «Carmel» (1975) 59-82.

18 Oeuvres t. IV, 7.

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rope. Elle l'a fait surtout par une doctrine qui, tout en se ran­geant dans un cadre traditionel, y apporte des lumières qui font d'elle le Docteur par excellence de l'oraison"19.

III. Modello di virtù

Per un’intima convinzione, ma ancora per un motivo di grande praticità ed opportunità il santo Vescovo non si discosta dall’idea di fondo, che è quella di vedere nella Riformatrice e Fondatrice un tipico esemplare di vita devota. Per Francesco di Sales ella è un bell’esempio da imitare nella pratica ed esercizio delle varie virtù.

- Modello di umiltà e di abiezione. Con questa virtù si dà ini­zio alla costruzione dell’edificio spirituale: un’umiltà peraltro che non disdegna l’abiezione. E ’ la considerazione che il Nostro tende a porre in rilievo alle Figlie della Visitazione: umiliarsi sot­to la potente mano di Dio, che è pur misericordioso nei riguardi delle nostre mancanze e infedeltà:

“Les fautes et les infédelités que nous commettons tous les jours nous doivent bien apporter de la honte et confusion lors que nous voulons approcher de Notre Seigner, et ainsy lisons- nous qu’il y a des grandes âmes, comme St. Catherine de Sienne et Mère Thérèse, qui lors quelles estoient tombées en quelque dé­faut, avoient de ces grandes confusions [...]20.

- Modello di obbedienza e di buon senso. Mai si è così dispo­sti ad obbedire come quando si è veramente ben radicati nella pratica dell’umiltà, soprattutto nell’osservanza della Regola reli­giosa e nell'esecuzione degli ordini ricevuti. Comunque nell’am­bito comunitario da parte delle Superiore saggezza nell’imparti- re disposizioni, e buon senso nell’esecuzione delle medesime da parte dei sudditi. Un fatto riportato dal Santo tocca l’una e l’al­tra qualità dello spirito: evitare assolutamente ogni forma di sconsideratezza.

19 Précis de Patrologie t. II, 803.20 Oeuvres t. VI, 20: Entretien II, "De la confiance” (19-30).

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"La Bienheureuse Mère Sainte Thérèse dit que ses filles estoyent tellement exactes, qu’il falloit que les Supérieures eus­sent un très-grand soin de ne rien dire que ne fust très-bon à fai­re, parce que, sans autre semonce, elles se portoyent incontinent à le faire, et que pour plus parfaitement observer leurs Règles, el­les estoyent pointilleuses à la moindre petite dépendance. Elle rapporte qu’une fois il y eut une de ses filles qui n’ayant pas bien entendu quelque chose qu’une supérieure avoit commandé, luy dit qu’elle n’entendoit pas bien cela, et la Supérieure luy respon- dant assez brusquement et inconsidérément: ‘Allez mettre la teste dans un puits, - lui dit-elle - et vous l ’entendréz ■ La fille fut si prompte à partir de la main, que si on ne l’eust arrestée, elle s'al- loit jetter dans un puits”21.

Sarà pure il caso di osservare che "la Santa amava molto l'obbedienza e godeva nel vederla praticata ciecamente dalle sue figlie”22, ma sempre ponderatamente, nei limiti consentiti dalla prudenza.

- Modello di preghiera e orazione di quiete. E’ forse questa la caratteristica più qualificante dello spirito di Teresa d’Avila: non solo amante della preghiera, ma fatta preghiera lei stessa; umile nella perseveranza, unicamente protesa alla ricerca del Dio del­le consolazioni. Così la presenza di Francesco di Sales, in un in­dirizzo ad una sua penitente.

21 Oeuvres t. VI, 232-233; 178; III, 22. Il fatto appartiene al libro delle Fondazioni', veramente viene un po' modificato. Più esattamente: “Ecco un altro fatto avvenuto in mia presenza un giorno che si stavano confessando [le monache]. Una sorella, mentre aspettava il suo turno, si avvicinò alla Priora per parlarle, ma questa le chiese come mai le venisse voglia di parla­re in quel momento, che quello non era il modo di raccogliersi, che mettes­se piuttosto la testa in un pozzo lì vicino e là pensasse ai suoi peccati. La so­rella credette che le avesse ordinato di gettarsi nel pozzo e vi si diresse con tanta fretta che se non l’avessero prontamente fermata, vi si sarebbe gettata per davvero, credendo in questo modo di rendere a Dio il più bell’omaggio del mondo”: Fondazione XVI, in Opere, Roma, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, 19492, 1050.

22 Cf. Opere, Indice analitico, 1491-1492. Si esige, in religione, il buon senso, e con il buon senso la discrezione. Francesco di Sales cita ancora un brano delle Fondazioni, e precisamente il XVIII. E dirà: "La discrezione è es­senzialissima al buon governo [...] Perciò le Priore, quando hanno da fare con anime che conoscono così obbedienti, devono star bene attente e pensa­re a quel che dicono”: Opere, 1069. 1073. Il riferimento in Oeuvres t. VI, 230.

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"La Mère Thérèse en usa ainsy du commencement, et dit qu'elle s'en treuva fort bien [...]. Servez-vous du livre quand vous verres votre esprit las; c’est à dire, lisés un petit et puis médités, et puis relises encor un petit et puis médités, jusques à la fin de votre demie-heure [...]. Tenés pour règle que la grace de la medi­tation ne se peut gaigner par aucun effort d’esprit, mays il faut que ce soit une douce et bien affectionnée perseverance, pleine d’humilité”23.

Oltre l’uso del libro di meditazione appropriato, altri sono gli espedienti per ben pregare: comunque i soggetti migliori pos­sono essere i racconti o i quadri della passione di Nostro Signo­re; per giungere alla sua Divinità è ovvio passare per la santissi­ma umanità24:

"Pour cela, la Bienheureuse Mère Thérèse de Jesus treuvoit plus de prouffit, au commencement, es mystères où Nostre Sei­gneur fut plus seul, comme au Jardin des Olives, et lhors qu’il fut attendant la Samaritaine, car il luy estoit advis qu’estant seul il la devoit plus tost admettre auprès de Luy”25.

In tale sicuro avviamento di vera devozione ci si augura di giungere ai vertici della contemplazione, alla cosiddetta orazio­ne di quiete o orazione passiva: meno agisce l’anima, più agisce Dio. Ne fa cenno Teresa d’Avila nel Castello interiore26:

"Celuy, dit la Bienheureuse Mère Thérèse de Jesus, qui a laissé par écrit que l’orayson de recueillement se fait comme quand un hérisson ou une tortoue se retire au dedans de soy, l’entendoit bien; hormis que ces bestes se retirent au dedans d’el­les mesmes quand elles veulent, mais le recueillement ne gist pas

23 Oeuvres t. XII, 391: Lett. a Mme Bourgeois Abbesse du Puits-d’Orbe: 22.11.1604.

24 "Mezzo di alta elevazione è la contemplazione dell’umanità di Cristo": Opere, 172 (tutto il capitolo XXII della Vita: 172-183).

25 Oeuvres t. IV, 304-305; 326.330.334.337.26 Cf. Mansione IV, c. 3: "Tratta dell’orazione di raccoglimento. Ordina­

riamente Dio l’accorda prima della precedente che è quella dei gusti divini” : cf. Opere: 772-776.

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en notre volonté, ains il nous advient quand il plait à Dieu de nous faire cette grâce"27.

E’ il momento in cui si avvera l'orazione di quiete neH’anima raccolta nel suo Beneamato:

"Et c’est cet aymable repos de lame que la Bienheureuse Vierge Thérèse de Jésus appelle orayson de quiétude, non guère differente de ce qu’elle mesme nomme 'sommeil des puissances’, si toutefois l’entens bien"28.

- Modello di serenità e di canti o discorsi spirituali. Un am­biente religioso o monastico deve respirare serenità e gioia: è se­gno di pace con Dio e coi fratelli. Una gioia che si manifesta an­che esternamente, ad esempio con il canto, soprattutto in tempo di ricreazione29, quasi fosse la continuazione del canto di lode eseguito in chiesa:

“J’ai marqué en l’advis que je donne, les Heures canoniques selon que nous les disons en nostre cathédrale, hormis Matines, qui sont toujours dites à 9 heures du soir; et toutes les mesmes heures se sont trouvées marquées en mesme sorte es Constitu­tions de la Mère Thérèse de Jésus. Item, je vous avoit escrit que les Dames pouvoyent, au tems de la récréation, chanter des can­tiques spirituels en françois, selon leur disposition; et je l’ay, du despuis, treuvé de mesme en la St. Mère Thérèse [,..]”30.

Ad una richiesta nei riguardi dell’utilità di conversazioni spi­rituali a favore della comunità, Francesco di Sales risponde po­sitivamente: e questo sull’esempio della santa patrona, Fondatri­ce del Carmelo:

27 Oeuvres t. IV, 326. Accenno e delucidazione: "Or, la Bienheureuse Mè­re Thérèse [de Jésus] dit excellement, que l'union estant parvenue jusqu a cette perfection que de nous tenir pris et attachéz avec Notre Seigneur, elle n'est point differente du ravissement, suspension, pendement d’esprit [...]” Oeuvres t. V, 18.

28 Oeuvres t. IV, 330.29 Cf. Oeuvres t. XIII, 63: Lett. del 29.6.1605. Si veda in proposito la no­

stra trattazione: Francesco di Sales e il canto sacro, in "Palestra del Clero”, (1999) 257-274.

30 Oeuvres, XIII, 62-63.

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"Vous aurés veu, je m’asseure, ce que la Bienheureuse Thérè­se de Jesús en dit31; et cela suffrira pour respondre à tous les in- conveniens qu’on pourrait alléguer [...]. Or, ces communications ne se doivent pas faire pour apprendre de diverses manières de vivre en un monastère, mais pour apprendre demeurer et plus parfaitement prattiquer celle à laquelle on est obligé, et si, elles n'enpechent point les conférences publiques, ains elles servent pour les mieux diriger et appliquer une chacune en son particu­lier [,..]”32.

Queste ed altre ancora le virtù che Francesco di Sales ha in­teso rilevare in Teresa d’Avila; veramente un modello da imitare in particolare nell’ambito della vita religiosa: le sue Figlie spiri­tuali, le Visitandine, avrebbero potuto rifarsi a lei in modo mi­rabile e profìcuo. Eppure - come è risaputo - anche da persona­lità della Chiesa ella fu ritenuta un soggetto poco raccomanda­bile33: questa la sorte del resto, cui andarono incontro tutti i San­ti, che si sono ispirati al Vangelo sine glossa!

IV. Donna innamorata di Dio

Forse una delle definizioni che la inquadrano con obiettiva sicurezza è quella assai nota: Dama errante dell’amore di D io34. Percorrendo le strade della Castiglia e della Spagna intera, Tere­

31 Cf. Cammino di perfezione cc. V-VI: in Opere 525-533. La santità con­siste nella vera devozione, propria delle anime innamorate: "(Esse) sono più portate a dare che a ricevere, e così fanno pure con Dio": Ibidem, 531.

32 Oeuvres t. XVII, 61.62: Lett. a M. Claudine de Blonay, Abesse de St. Claire: 12.9.1615. Le conversazioni debbono mirare ad edificare il prossimo: evitare perciò lamentele o piagnistei, come avverte la didascalia: “On peut di­re son mal, mais il ne faut pas s'en plaindre": cf. Oeuvres t. XIX, 361: Lett. à une Religieuse de l'Abbaye de St. Catherine: Oct. 1620/1621.

33 Questo il giudizio del Nunzio di Madrid S ega nell’anno 1578: "Fémi- na inquieta, andariega, desobediente i contumaz, que a titulo de devoción in­ventaba malas doctrinas, andando fuera de clausura, contra el orden del Concilio Tridentino i Prelados: enseñando come Maestra, contro lo que San Pablo enseñó, mandando que las mugeres no enseñasen”: citato da V. M ac­ca, Presenza e influsso del magistero teresiano in Italia, Teresianum-Roma 1982, 121 n. 1.

34 Cf. M. A u c la ir , La vie de Sainte Thérèse d’Avila. La Dame errante de Dieu, Paris, Ed. Seuil, 1950, 499.

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sa di Gesù ha disseminato scintille di quel fuoco che portava nel suo cuore. Fu un'anima assetata di Amore sino a riceverne i se­gni nel suo corpo verginale: in una continua aspirazione al Cie­lo, ferita d'amore.

Così la descrive il Vescovo di Ginevra in un discorso per la solennità di Ognissanti:

"La Mère Thérèse, traittant de la beauté du ciel s’efforce de trouver quelque similitude pour en faire concevoir quelque cho­se. Elle compare donques le Paradis à une grande salle, laquelle seroit tant pleine et environnée de beaux tableaux et de mi- roüers; or, adjouste-t-elle quand on viendrait à se regarder dans l’un de ses miroüers on verrait celuy dans lequel on se regard et on se verrait soy mesme, et avec cela on verrait avec un singulier playsir tous les tableaux et tous les miroüers de cette salle; mais ce qui est davantage on y appercevroit aussi ce que les autres mi­roüers représentent en leur particulier.

Cette salle où sont ces miroüers et tableaux c’est le Ciel em-

Probabilmente Francesco di Sales si rifà anche alla descri­zione che la Santa riporta nell’Autobiografia, in cui spiega il pre­gio della grande grazia ricevuta in una visione non immagina­ria36. Completando il suo pensiero così ella assicura: "L ’anima lassù non farà più caso della terra, sarà inondata di gioia e di tranquillità: si rallegrerà della gioia degli altri, sommersa in una pace inalterabile e in una soddisfazione senza limiti”37.

Per un’anima innamorata di Dio ce una forma anticipata di gioia di paradiso; il gaudium, dono dello Spirito, le veniva con­cesso specialmente nei momenti di fervore liturgico:

"Vous aurez leu, je m’esseure, en la Vie de la Bienheureuse Mère Thérèse la dévotion quelle avoit à ouÿr le Credo de la sainte Messe, selon que l’Eglise le chant, mais particulièrement elle estoit attentive à ces paroles: cuius Regni non erit finis, qui veulent dire: ‘Son royaume sera eternel’, et en considération de cette éter­nité, elle se fendoit toute en larmes pleines d’une extreme joye.

35 Oeuvres t. IX, 122: “Pour la fête de la Toussaint”: 1.11.1617: cf. Vitam a seipsa conscriptam, C. XL.

36 Cf. Vita c. XXVIII, 2: in Opere 219.37 Cammino di perfezione c. XXX, 5: in Opere 642.

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Certes, je n’ay jamais leu ce trait en la Vie de cette grande Sainte, que je n’en aye ésté grandement touché, nonobstant tou­te ma misère et la dureté et aspreté de mon coeur.

Or, si la pensée que le règne de Dieu est eternel cause au coeur humain tant de liesse spirituelle, quelle pensez-vous doit estre la joye des Esprits celestes en l’asseurance qu’ils ont de la perpétuité de leur gloire? Voyla pour ce qui est de la gloire es­sentielle des Bienheureux"38.

L ’ardente sete di Dio e della sua visione immediata aveva prodotto nel cuore di Teresa l'ansia di essere totalmente di Gesù e non solo di nome, desiderosa com’era di dissetarsi di quell’ac­qua viva, sgorgata dal costato di Cristo39. Un momento di estasi le causò la ferita al petto: tra i Santi che furono contrassegnati anche in modo esterno dall'amore, Francesco di Sales annovera pure la Riformatrice del Carmelo. Come avrà potuto leggere nel­la vita della Santa ella dovette essere “blessée d’amour”, e fu un attimo di dolore e di gaudio immenso nello stesso tempo.

"Un Séraphin tenant un jour une fleche toute d’or, de la pointe de laquelle sortoit une petite flamme, il la darda dans le coeur de la Bienheureuse Mère Thérèse, et la voulant retirer il sembloit à cette Vierge qu’on luy arrachait les entrailles, la dou­leur estant si grande qu’elle n'avoit plus de force que pour jetter des foibles et petitz gémissemens, mais douleur pourtant si ay- mable qu’elle eust voulu n’en estre jamais délivrée [...]”39.

Sarebbe stata questa l’anticipo della morte di amore, come quella di tanti altri Santi:

“Et la Bienheureuse Mère Thérèse de Jésus revela après son trépas qu’elle estroit morte d’un assaut et impétuosité d’amour qui avoit esté si violent que la nature ne le pouvait supporter l’a- me s’en estoit allée avec le Bienaymé object de ses affections”40.

38 Oeuvres t. IX, 120: Pour la Fête de la Toussaint.39 Oeuvres t. IV 355. Sulla 'ferita d’amore’ in Francesco di Sales si veda

Teotimo: Oeuvres t. IV, 245-248. 347. 352. In Teresa d’Avila: Vita c. XXIX, 10. Parla di quel fenomeno mistico che viene appunto chiamato: ferita o trafit­tura d’amore.

40 Oeuvres t. IX, 120: fête de la Toussaint. Sulla 'morte di amore' così la

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V. Figlia di Dio e della Chiesa

Una delle tante precisazioni della spiritualità teresiana: con una frase di questo genere si potrebbe però con tutta opportu­nità ritenere di aver definito appieno la vita e la dottrina di Te­resa d'Avila. Sentendo profondamente in sé l'appartenenza alla Chiesa per il dono gratuito del mistero di adozione filiale (cf. Rm 1.4), ella non esitava a ritenersi Figlia del Padre, perché Spo­sa del Verbo, e per ciò stesso Figlia della Chiesa.

Innanzitutto lo sguardo è rivolto al Padre di ogni consolazio­ne in un abbandono totale: in tale disposizione di animo viene in­tesa e delineata negli scritti del Vescovo di Ginevra. La ritiene se­rena e contenta nella condizione in cui è stata posta da Dio: co­me soleva dire il Santo, 'in quella salsa’ nella quale ci si viene a trovare per divino volere. Rivolgendosi ad una sua penitente le propone l'esempio della grande Patrona, vera Figlia di Dio.

"La Mère Thérèse [de Jésus] que vous aymes tant, dont je me res-jouys, dit en quelque endroit que bien souvent nous disons de telles paroles par habitude et certaine légère appréhension, et nous est advis que nous les disons du fond de l’ame, bien qu’il n’en soit rien, comme nous descouvrons par après en la pratique. Et bien, vous me dites qu’en quelle saulce que Dieu vous mette ce vous est tout un! [...]

Voisy le grand mot. Il faut regarder ce que Dieu veut, et, le le reconnoissant, il faut s’essayer de le faire gayement, ou au moins courageusement [...] en quelle saulce que Dieu nous met­te’’41.

Dopo l’Amore allo Sposo l’amore alla Chiesa: non poteva es­sere diversamente nella vita della "Dama errante” per l’onore di Dio. “Il 2 ottobre, la Madre annunciò ad Anna di San Bartolo­meo che prossima sarebbe stata la sua dipartita... Ora che la sua opera era compiuta, ella si disponeva ad essere completamente annientata dall’amore di Dio per il desiderio di unirsi definitiva­

Santa: “Non pensate, figliole, che sia esagerato dire che l'anima sta moren­do. Così è realmente, perché come vi ho già detto, l’amore opera alle volte con tal violenza da impadronirsi di tutte le forze!”: Pensieri sull'amore di D io: in “Opere”, 1437-1438.

41 Oeuvres t. XIII, 20-21: Leti, a Mme President Brulart, mars 1605.

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mente a Lui ! Ella ripetè più volte con chiarezza e solennità: ‘Si­gnore, io sono figlia della Chiesa’’’*1.

L’avvenimento, letto nella vita del Padre Ribera, aveva fatto colpo sulla mente di Francesco di Sales, ed egli intendeva ripro­porlo a Madama di Chantal nel suo avvio a novità di vita ormai de­lineato:

"Loüés Dieu cent fois le jour destre fille de l ’Église à l’exem­ple de la Mère Thérèse, qui repetoit souvent ce mot à l’heure de sa mort avec une extrême consolation"43.

VI. Devozione fervida e riconoscente

L ’atteggiamento spirituale di Francesco di Sales nei riguar­di di Teresa d'Avila può definirsi fedele oltre che concreto. Il San­to aveva coscienza di affidarsi ad una patrona che avrebbe assi­curato una vera disposizione di mente e di animo nella pratica di una vita consacrata. Le Visitandine, sue figlie spirituali, avrebbero dovuto con tutta sicurezza rifarsi alla sua sana dottri­na nella conduzione dei loro monasteri. Era questo un doveroso ossequio e sincero ringraziamento che intendeva rivolgere alla Santa per essere stata l’ispiratrice dei primi e più indispensabili indirizzi monastici alla sua grande Figlia, Mme de Chantal, nel suo avvio religioso quanto alla permanenza nel monastero car­melitano di Dijon per un certo periodo di tempo (1065-1067), prima della fondazione dell’Ordine visitandino (1610)44.

Il Santo vescovo in un secondo momento avrà modo di rin­graziare una sua Figlia spirituale, abbadessa di S. Chiara d'E- vian per l’invio di alcuni testi teresiani, al fine di arricchire il suo patrimonio di cultura carmelitana.

42 M . A u c la ir , La vie de Sainte Thérèse d'Avila. La Dame errante de Dieu, 467. Cf. ino ltre M . E u gèn e de l ’E n fa n t Jésus, Je suis fille de l ’Église, Tarascon 1949.

43 Oeuvres t. XII, 266: Lett. a Mme de Chantai: 3.5.1606.44 "Et François de Sales à une époque, où la Baronne de Chantai fré­

quentait le Carmel de Dijon, l'avait mise en garde contre une simplification prématurée de son orayson”: P. S erou et, Jean de Brétigny, 213 s. (Il Santo avrebbe messo in guardia la Chantal dal pericolo di considerare l’imitazione di Cristo nella sua umanità come cosa superficiale, di poco conto).

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"Je n’ay peu encor lire es livres que vous m'avés envoyé: ce sera à mon premier loysir. Vous aves bien fait de vous apprivoy- ser avec la Bienheureuse Mère Thérèse, car en vérité, ses libres sont un thresor d’enseignemens spiri tuelz”45.

Oltre che per la propria devozione personale, egli terrà pre­senti e cari questi vari libri come mezzo utile nella direzione spi­rituale delle anime: quindi con la vita o Autobiografia46 anche il Cammino di perfezione*1, il Castello interiore48 e le stesse Costitu­zioni carmelitane*9. Assieme alla lettura quasi abituale, nei lim i­ti del possibile per le incessanti occupazioni pastorali, Francesco di Sales ambirà avere anche l’immagine di Lei: si interesserà - per via di amicizia e di benevola richiesta - che la sua penitente Mme Brulart, moglie del presidente della Provincia di Borgogna, ne potesse ottenere una copia (un ritratto a mezzo busto), men­tre ella accompagnava la figlia, aspirante alla vita claustrale. Sia­mo a fine febbraio 1609:

"Mais, ma Fille, il y a bien d’autres choses à vous demander pour cette mesme dévotion de la Bienheureuse Mère Thérèse: c’est que je voudrais que vous me fissiés extraire son image au vif..., que ces bonnes Soeurs50 ont, et allant par cela un de nos curés qui doit y aller dans sept ou huit jours la prenderoit a son retour pour me l'apporter”51.

45 Oeuvres t. XVI, 208: Lett. a Mère Claudine de Blonay: 18.8.1614.46 Per i riferimenti: cf. Oeuvres t. III, 22-23; 108. 174; IX, 122; XIII, 20-

21; XXV, 453.47 Cf. Oeuvres t. IV, 330. 334. 337; IX, 120; XXV, 453.48 Cf. Oeuvres t. IV, 326. 330; XVII, 61; XIX, 361.49 Cf. Oeuvres t. XIII, 63.50 La richiesta del quadro ha un po’ tutta una sua storia: "La vénérable

Mère Anne de Jésus était prieure à Bruxelles où elle arriva en 1607, fit exé­cuter à Anvers un album de ving-quatre planches, répresentant toute la vie de Sainte Thérèse. Elle en envoya un exemplaire aux Carmélites de Dijon qu'elle chérissait. La première planche de ce recueil, dévenu très rare, aujourd’hui continent un portait-médaillon de Sainte Thérèse. D'autre part, le Cardinal de Bérulle avait apporté à son rétour d'Espagne une miniatrure de sainte Thérèse. A sa mort il la laissa au premier Monastère de Paris (des Carmélites) du faubourg Saint Jacques, qui la conserve encore. C’est sans doute de l’un de ces deux portraits que Saint François de Sales désirait avoir une copie”: Oeuvres t. XIV, 133 n. 5 e 134.

51 Oeuvres t. XIV, 133.134; Lett. fin de février 1609.

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Conclusione

In una rivisitazione della dottrina in esame e nella valutazio­ne della preziosità del messaggio teresiano, abbiamo rilevato la serena e ben determinata disposizione di Francesco di Sales nel suo orientamento ascetico e pratico. Teresa d’Avila è stata per il Vescovo di Ginevra dotta Maestra oltre che dolce Patrona. Un punto di riferimento per la sua azione nell'ambito di pastorale e di direzione spirituale, per la creazione in particolare dell’Istitu­to religioso. Sostando di preferenza sulla parte dei contenuti, ab­biamo tralasciato il confronto tra le due spiritualità ‘teresiana’ e 'salesiana': argomento trattato già da eminenti studiosi52.

La conoscenza del Santo - sappiamo - è stata piuttosto limi­tata sino al periodo della sua formazione, praticamente fino al sacerdozio (1593-1602); poi una vera e propria iniziazione attra­verso le meditazioni più significative: un approccio comunque in maniera lenta ma progressiva53. I riferimenti saranno più ri­levanti nel Trattato dell’Amor di Dio (1609-1616) che non nella Introduzione alla vita devota (1606-1609). Più abbondante nel­l’ultimo quinquennio di vita 1617-1622: preponderante l'influsso

52 P. S erou et, De Sainte Thérèse d’Avila à Saint François de Sales, Essai de littérature spirituelle comparée, Paris 1956. Punti di convergenza e di di­vergenza tra i due Santi: «François de Sales conduit lame vers l’amour de Dieu par cette voie l'oraison et de la contemplation que Thérèse a tracé et il racomandait que c’est la Bienheureuse Mère qui a été son ispiratrice”: P; Leon, La joie chez St. Thérèse d’Avila, Bruxelles, Dewit 1930, 206. "Thérèse recomande surtout l’horreur de soi-même et par suite les austérités et les pé­nitences. François compte surtout sur l’étincelle du Saint Esprit dans le coeur, qu’il s’efforce de développer et de faire croître, il vise à l’harmonie et à l’épanoussement plein de la nature sous l'influence de la grâce dans la vie divine”: A. Liuima, St. François de Sales et les mystiques, 1948, 379.

53 Una delle verifiche accettabili del lento espandersi della conoscenza circa la dottrina 'teresiana' - secondo Padre Liuima, gesuita - pare debba es­sere ritrovata nel fatto che - ad esempio - in Francesco di Sales [opere e scritti] non fosse così sensibile la devozione nei confronti di S. Giuseppe, che poteva considerarsi il pezzo forte in S. Teresa d’Avila: "Il est intéressant de rémarquer que St. Joseph, l’épouse de la St. Vierge est très rarement men­tionné. L’influence de St. Thérèse n’était pas ncore très répandue. Cela prou­ve aussi que St. François de Sales, à l’époque où il écrivait son Traité de l’A­mour de Dieu, ne connaissait pas encore à fond les écrits thérésiens, où tout au moins que cette influence se propageait lentement. Ce n’est qu’auprès la mort de St. François de Sales que la dévotion à St. Joseph prend un grand essor": A. Liuima, A u x sources du Traité de l ’Amour de Dieu, vol. II, 462.

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del Cenacolo di Mme Acarie (+1618) e l'amicizia del Card. De Bérulle54.

Tutte le ricerche e gli studi in questa direzione non potran­no che essere fecondi e illuminanti. Lo rileva opportunamente uno dei più accreditati autori. "Que la source thérésienne ait nourri de manière aussi incontestable Celui qui fut pour beau­coup de Français le guide vers les domaines mystiques, voilà qui n’est pas une constatation sans importance. Elle peut faire pré­voir que d’autres recherches sur l’influence thérésienne dans la littérature spirituelle du grand siècle ne laissent sans doute pas de s’avérer fructueuses”55.

54 Si veda la nostra ricerca: Francesco di Sales e Mme Acarie. Il cenacolo parigino e il Carmelo teresiano, in "Teresianum" (1998), 287-304.

55 P. S erou et, De Sainte Thérèse à St. François de Sales, I, 188. Per l’a­spetto ‘mistico’ della Santa rimandiamo a A.M. Sicari, Teresa di Gesù (San­ta), in Dizionario di Mistica, Ed. Libreria Vaticana 1998, 1209-1212.