TEORIA E TECNICA DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA · Inoltre, perché la comunicazione funzioni,...
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TEORIA E TECNICA DELLA COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA Stella Romagnoli LINK Campus University
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DEFINIZIONE DI PUBBLICITÀ
Teoria e Tecnica della Comunicazione Pubblicitaria Stella Romagnoli 1
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COME POSSIAMO DEFINIRE LA PUBBLICITÀ?
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La pubblicità è una forma di
comunicazione
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La comunicazione ha bisogno che ci sia:
• Un soggetto che dà inizio al processo comunicativo
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emittente
• Un messaggio che attraverso… Messaggio
Canale • …un canale (mezzo di comunicazione, anche
l’aria) raggiunge…
• Un destinatario, il soggetto a cui è indirizzata la comunicazione destinatario
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Inoltre, perché la comunicazione funzioni, occorre…
• Che l’emittente formuli il messaggio utilizzando un CODICE (lingua, gesti, …) che sia condiviso con il destinatario
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codice
• Che non vi sia del RUMORE a disturbare il canale e impedire la ricezione del messaggio da parte del destinatario
rumore
• Il tutto, poi, avviene all’interno di un CONTESTO, una situazione, un ambiente circostante, ecc.
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Modello di comunicazione
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committente emittente Messaggio Canale destinatario
codice
rumore
contesto
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A volte si inserisce anche l’elemento di risposta/reazione (feedback)
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committente emittente Messaggio Canale destinatario
codice
rumore
contesto
feedback
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Applichiamo questo modello alla pubblicità
• Committente: chi vuole comunicare (l’azienda, il partito politico, l’associazione no-profit, ecc.), cioè colui che sente la necessità/utilità di comunicare e ne sostiene i costi • Emittente: chi prepara il messaggio (l’agenzia di pubblicità) • Messaggio: il messaggio pubblicitario • Canale: il media (TV, radio, stampa, stampa, internet, ecc.) • Destinatario: target group della comunicazione
• Possiamo avere un feedback diretto o indiretto a seconda del media utilizzato
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La pubblicità è una forma di
comunicazione argomentativa
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La pubblicità è una forma di comunicazione argomentativa Cos’è un’”argomentazione”? • E’ una tecnica atta a “provocare o accrescere l’adesione
delle menti alle tesi che vengono presentate al loro consenso”1
• E’ evidente che il discorso pubblicitario è di tipo argomentativo, perché si prefigge il compito di convincere sull’eccellenza di un prodotto o di un servizio, o di un programma politico • E’ un discorso di tipo persuasivo
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1C.Perelman e >>L. Olbrechts-Tyteca, 1958 – da Hapù di Marco Vecchia, Lupetti ed. 2003
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La pubblicità è una forma di
comunicazione argomentativa di massa
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La pubblicità è una forma di comunicazione argomentativa di massa • La pubblicità cerca di argomentare a fini persuasivi una
certa quantità di persone • Tipicamente utilizzando mezzi di massa (TV, stampa,
affissioni, radio) • Massa sì, ma… • Con l’avvento delle nuove tecnologie e grazie a internet, i target group
pubblicitari si stanno restringendo sempre di più… • E’ sempre più facile, infatti, mirare a convincere una nicchia mirata di
individui (es. grazie ai media direct, e al behevioural planning di google…)
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La pubblicità è una forma di comunicazione
argomentativa di massa funzionale ad un progetto
più vasto1
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• 1Da Hapù di Marco Vecchia, Lupetti ed. 2003
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Che vuol dire “progetto più vasto”? • Al missionario basta persuadere la massa e l’obiettivo è
subito raggiunto: i fedeli sono convertiti… • Una volta convinte le persone della bontà di un prodotto (con
la pubblicità), però, occorre che queste facciano qualcosa: si informino, lo cerchino, lo provino, lo comprino… • Il messaggio pubblicitario non è fine a se stesso, ma serve al
compimento di un piano più vasto. E’ FUNZIONALE al raggiungimento del vero obiettivo (es. aumentare le vendite di un prodotto, far eleggere un partito) • Non basta solo la pubblicità a raggiungere lo scopo finale,
ma è parte di un piano integrato con altre attività (es. il piano di marketing)
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Altra definizione di pubblicità
La pubblicità si può definire1 come:
quel complesso di comunicazioni a pagamento, effettuate da uno o più promotori bene identificati,
attraverso mezzi di comunicazione di massa, e rivolte ad un predefinito pubblico obiettivo al fine di
stimolarne una risposta
Stella Romagnoli 15
1Elisabetta Corvi, La Comunicazione Aziendale, Egea 2007
Teoria e Tecnica della Comunicazione Pubblicitaria
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STORIA DELLA PUBBLICITÀ Dal serpente all’era del web
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Chi è il committente?
Chi è l’emittente?
Qual è il messaggio?
Qual è il canale?
Chi è il destinatario?
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La prima comunicazione persuasiva… • Il diavolo comunicatore ha l’obiettivo di vendicarsi di Dio;
perciò decide di far sì che le Sue creature disubbidiscano al loro creatore. • Il target group è Eva, donna, aperta al nuovo,
suggestionabile, coraggiosa… • Perciò la convince con un’efficace copy-strategy ed una
promessa molto allettante: “se mangerai il frutto dell’albero vietato diventerai come Dio” • Eva si lascia tentare e convince anche il suo compagno • …E alla fine la colpa non è della curiosità di Eva, ma della
seduzione del furbo comunicatore…”il più astuto di tutti”, il serpente
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Da Hatù – Marco Vecchia, Lupetti editore, 2003
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La preistoria • Alla fine del II millennio A.C., in Egitto, Il
tessitore Habù pubblica in un papiro un annuncio di ricerca di uno schiavo fuggito offrendo una taglia • Con l’occasione aggiunge anche questa
frase (che c’entra poco con la cattura dello schiavo… ma molto con la sua intraprendenza commerciale)…
“il negozio del tessitore Hapù, dove si tessono le più belle tele di tutta Tebe, secondo il gusto di ciascuno”… se non è pubblicità questa…
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Da Hatù – Marco Vecchia, Lupetti editore, 2003
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La storia della pubblicità è legata alla
storia delle città
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Eguizàbal Maza 1998, da Hatù – Marco Vecchia, Lupetti editore, 2003
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Le città in quanto luoghi in cui il commercio si sviluppa e
prospera. I commercianti sentono il bisogno di far conoscere le
proprie specialità anche a chi abita lontano
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Grecia e Roma • La maggior parte dei messaggi pubblicitari erano affidati alle
voci degli araldi o banditori comuni in Grecia e che a Roma venivano chiamati PRAECONES • Il loro compito principale era quello di promulgare gli editti
pubblici ma, a pagamento, si prestavano anche a divulgare annunci economici dei provati • Un altro medium pubblicitario era una superficie di legno o
muratura, ricoperta di vernice bianca, su cui era possibile scrivere o dipingere annunci pubblici o privati (AXON in Grecia e ALBUM a Roma) • A Roma c’era anche il LIBELLUS, una sorta di volantino
appeso alle pareti che ospitava annunci economici
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L’importanza delle insegne • Forse lo strumento pubblicitario per eccellenza erano le
insegne dei negozi e degli artigiani che non riportavano solo il nome della bottega e la definizione del tipo di commercio, ma aggiungevano anche segnali iconografici, che rendevano più attraente il messaggio • Della comunicazione pubblicitaria del mondo romano è
rimasta una testimonianza a Pompei • Il tintore con le immagini stile cartoon • Il fioraio che vende “ghirlande agli innamorati” • ecc.
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Per secoli non ci saranno evoluzioni.
Saranno il mutare delle condizioni economiche e i progressi tecnologici
dei mezzi di comunicazione che cambieranno la pubblicità
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La nascita della stampa • E’ soltanto nel XIV secolo, con l’arrivo, forse dalla Cina, della
stampa xilografica e nel XV con l’incisione della lastra meccanica, che si apre un nuovo modo di far pubblicità • Con queste nuove tecniche, più economiche del manoscritto,
vengono stampati volantini di carattere religioso per propagandare la vendita delle indulgenze • L’invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo
(attribuita a Gutenberg) apre un nuovo modo di comunicare ancora meno costoso, e iniziano a comparire i primi manifesti stampati che però furono, per lo più, costituiti da avvisi ufficiali
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Vanni Codeluppi – Che cos’è la pubblicità, ristampa 2011 editore Le Bussole
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Il primo manifesto pubblicitario • Il manifesto realizzato nel 1477 dallo stampatore inglese
William Caxton per promuovere le cure termali a Salisbury è ritenuto il primo manifesto di tipo commerciale
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Le Gazzette e le réclame • Il vero mutamento che diede impulso all’evoluzione e alla
diffusione della pubblicità fu la nascita del giornale. • Nel 1600 inizia la diffusione delle Gazzette nei principali
paesi europei, e con loro la réclame, la prima vera forma di pubblicità • Le réclame erano solo testo, senza illustrazioni, e scritte
come un articolo giornalistico. • La diffusione massiccia delle réclame avvenne nel ‘700 in
Inghilterra (con la rivoluzione industriale e la produzione in serie dei prodotti
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Nasce l’agente pubblicitario • Sempre in Inghilterra e tra il ‘700 e l’800 nasce anche la
figura dell’agente pubblicitario • L’agente pubblicitario si occupava di acquistare gli spazi sui
diversi giornali e gazzette sparsi per il territorio per conto dell’azienda • Era una figura di intermediazione che faceva comodo anche
ai giornali stessi (un solo interlocutore invece di tanti utenti sparpagliati)
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Nascono le concessionarie • Nel 1845 nascono in Francia le prime concessionarie (la più
importante è Havas, tutt’ora esistente) e in Italia la figura del venditore di pubblicità fu introdotta da Attilio Manzoni nel 1863 (anche la Manzoni è attualmente una delle più importanti concessionarie italiane) • Ma prima della nascita del creativi chi preparava i messaggi
pubblicitari? • Era la stessa azienda che si occupava di dare istruzioni al
redattore del giornale (spesso un giornalista) e all’illustratore che provvedevano a realizzare l’annuncio • La prima agenzia di pubblicità vera e propria nasce il 1843 a
Philadelphia (Volney B. Palmer)
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Lo sviluppo dei quotidiani • Con l’invenzione della macchina da stampa, inaugurata nel
1814 dal quotidiano londinese The Times, e l’inchiostro da stampa di Pierre Lorilleux, che consente l’impiego di carta più sottile ed arrotolabile in bobine, la stampa dei quotidiani diventa 25 volte più veloce, il costo dei giornali diminuisce, aumenta la loro diffusione e così pure quella della pubblicità • Con l’invenzione della linotipia nel 1844 la stampa dei
giornali diventa ancora più economica e consente alle riviste dell’epoca una diffusione amplissima
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I manifesti e la nascita degli slogan • La litografia, nata nel 1796, consente di stampare in grandi
dimensioni, quindi comincia la diffusione dei manifesti • La stampa era letta dal pubblico più colto, mentre i manifesti
raggiungevano tutta la popolazione (come oggi…) • I manifesti non avevano illustrazioni, quindi per colpire
l’attenzione furono inventati gli slogan: frasi sintetiche in grado di sorprendere e catturare l’attenzione • Gli slogan però ebbero un vero riconoscimento in ambito
pubblicitario nel ‘900, con la diffusione dell’immagine
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I manifesti illustrati diventano arte • Nell’800 i primi ad utilizzare manifesti illustrati furono gli
editori, per pubblicizzare le tavole litografiche degli stessi artisti • Poi ricorsero alle illustrazioni anche i teatri (per le opere
liriche), i cabaret e i circhi equestri • Ma fu solo nella seconda metà dell’800 che furono
pienamente sfruttate le possibilità offerte dalla cromolitografia, una tecnica di stampa a colori nata nel 1836 • La pubblicità migliorò di molto la sua capacità espressiva
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La prima pubblicità a colori Nel 1893 con un annuncio Mellin, si apre l’era della pubblicità a colori
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Gli artisti e la pubblicità • Nel 1868 esce a Parigi il manifesto Les chats, realizzato dal pittore
Eduard Manet, per il libro dal titolo omonimo dello scrittore Champfleury
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Jules Chéret e il manifesto moderno • Jules Chéret può essere considerato il vero padre del manifesto
moderno, perché introdusse nell’arte di fare i manifesti stilizzazione, suggestione e capacità di armonizzare l’immagine con il testo
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Toulouse-Lautrec • Forse il contributo più famoso al manifesto moderno viene da Henri de
Toulouse-Lautrec (1864-1901)
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In Italia • Per merito soprattutto delle Officine grafiche Ricordi di
Milano, dal 1889 vengono coinvolti molti degli artisti italiani più importanti dell’epoca. Tra questi Leonetto Cappiello e Marcello Dudovich
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Cappiello • Con il gioco di contrasti nei colori attira l’attenzione
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Cappiello e il “manifesto-marchio”
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• Cappiello importa in Italia una concezione molto moderna della pubblicità, che prevede un’immagine grafica d’impatto che cattura al tempo stesso l’essenza del prodotto e la renda memorabile
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L’urbanizzazione influenza i media • Con il veloce progresso di urbanizzazione delle città, le
strade diventano il luogo centrale della comunicazione pubblicitaria e c’è una vera esplosione dei manifesti, anche molto grandi (le maxi affissioni di oggi) • E l’utilizzo dei mezzi di trasporto (auto, tram a cavalli) impose
di imparare a leggere i manifesti sempre più frettolosamente. Da cui la necessità di catturare rapidamente l’attenzione
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Gli artisti del ‘900 e la pubblicità • I principali movimenti artistici di inizio ‘900 influenzano la
produzione dei manifesti (cubismo, futurismo), come pure le tecniche artistiche più avanzate (il fotomontaggio). • Anche Pablo Picasso citò la pubblicità di marche commerciali
in collages e e disegni
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I futuristi e la pubblicità • Sono stati soprattutto i futuristi italiani ad
aver avuto un legame intenso con la pubblicità • Si occuparono di manifesti, volantini,
striscioni, annunci sui giornali, slogan… • Nell’ambito del futurismo va ricordato il
lavoro di Fortunato Depero che, creando nel 1919 la Casa d’arte futurista, svolgeva le funzioni di un’agenzia di pubblicità moderna, e mise a punto annunci scosì moderni e originali, che sono attuali ancora oggi
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Depero “l’arte della pubblicità è un’arte decisamente colorata, obbligata alla sintesi (…) arte gioconda – spavalda – esilarante – ottimista”
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Da Vanni Codeluppi – Che cos’è la pubblicità, ristampa 2011 editore Le Bussole
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Dudovich Lo sapevate che il nome del La Rinascente è attribuito a D’Annunzio?
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Il legame tra arte e pubblicità inizio ‘900 • Anche i principali esponenti del futurismo russo si
dedicarono alla pubblicità (es. la coppia formata dal poeta Vladimir Majakovskij e il pittore fotografo Alexander Rodenko) • Anche i dadaisti Man Ray e Kurt Schwitters e il surrealista
René Magritte • Legame intenso anche con la scuola della Bauhaus
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STORIA DELLA PUBBLICITÀ 1° PARTE Il resto dopo l’intervallo…
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE Fonti: Hatù - Marco Vecchia, Lupetti editore, 2003 Che cos’è la pubblicità - Vanni Codeluppi, editore Le Bussole, ristampa 2011 Il Copywriter Mestiere d’Arte - Emanuele Pirella, editore Il Saggiatore, 2001