Teoria della Gestalt

24
Università degli studi di Roma Tre Dipartimento di Informatica e Automazione Teoria della Gestalt Lorena Di Salvo

Transcript of Teoria della Gestalt

Page 1: Teoria della Gestalt

Università degli studi di Roma Tre

Dipartimento di Informatica e Automazione

Teoria della Gestalt

Lorena Di Salvo

Page 2: Teoria della Gestalt

1. INTRODUZIONE..................................................................................3

2. CONFRONTO TRA GESTALT E ATOMISMO ...............................................5

3. PERCEPTUAL GROUPING ......................................................................8

4. GESTALT AND COMPUTER VISION.......................................................16

5. DECLINO DELLA TEORIA DELLA GESTALT.............................................19

Riferimenti bibliografici ..........................................................................22

2

Page 3: Teoria della Gestalt

1. INTRODUZIONE

La teoria della Gestalt, oggetto di analisi in questo documento, si pone

nell’ambito delle scienze cognitive[1].

Allo scopo di comprendere meglio questa teoria, è riportata una breve

introduzione alla definizione di scienza cognitiva che cerca di spiegare perchè

certi stimoli provochino determinate risposte.

Più dettagliatamente, la scienza cognitiva ha due differenti significati; ci sono,

infatti, due scienze cognitive: una scienza computazionale e una scienza

cognitiva neurale.

La scienza computazionale è nata per prima, e pone le sue radici sull’analogia

tra la mente umana e il computer, affermando che la mente è un sistema

computazionale come il computer.

Questo ha portato ad uno stretto collegamento tra la psicologia e l’informatica.

Da un lato, gli informatici hanno cercato di dotare il computer di capacità e

comportamenti tipici della mente umana (il computer è in grado di riconoscere

e riprodurre il linguaggio parlato, di riconoscere gli oggetti, di pianificare ed

eseguire azioni..), su cui si basa la nascita dell’intelligenza artificiale.

Dall’altro gli psicologi hanno cominciato ad usare i concetti dell’informatica per

analizzare, modellare e spiegare la mente, concependola come un sistema

computazionale, di elaborazione dell’informazione.

La scienza computazionale studia il rapporto tra gli stimoli e le risposte a questi

stimoli attraverso la costruzione di modelli che sono algoritmi di elaborazione

dell’informazione che “girano” sul computer, e che ignorano la macchina fisica

che fa loro da supporto materiale.

Negli ultimi 15-20 anni, la scienza computazionale si è indebolita, a favore

della nuova scienza cognitiva neurale e sono varie le ragioni di questo

decadimento. Si è arrivati alla conclusione che non si può studiare la mente

ignorando il cervello e più in generale il corpo e ciò ha portato ad una perdita

di credibilità dell’analogia tra il funzionamento della mente umana ed il

computer. Diversamente da un computer, la mente umana non è solo

cognizione, intelletto e capacità ma anche motivazioni, influenze del corpo e

sensazioni.

3

Page 4: Teoria della Gestalt

La scienza cognitiva neurale utilizza come modelli per i suoi studi sul

comportamento, il concetto di reti neurali[2]. Le reti neurali sono modelli

teorici ispirati alla struttura fisica del sistema nervoso e al suo modo di

funzionare e sono modelli simulativi, espressi cioè tramite programmi per il

computer, e apprendono con l’esperienza. Il computer non è più un modello

della mente ma diventa solo uno strumento pratico per fare le simulazioni. Tra

gli stimoli e le risposte ora ci sono semplicemente il cervello e il resto del

corpo. Il comportamento e la mente vengono interpretate come proprietà

globali di quel sistema complesso che è il sistema nervoso. Si tratta di un

sistema le cui proprietà globali sono determinate dalle molte interazioni locali

tra i suoi elementi (neuroni) e non sono deducibili o predicabili anche

conoscendo alla perfezione gli elementi e le loro interazioni locali.

La scienza cognitiva neurale prende spunto da varie scuole psicologiche, a

partire da quella della Gestalt che la scienza computazionale aveva ignorato. E’

per esempio vicina alla visione della mente come sistema dinamico che

caratterizza, come vedremo nei capitoli successivi la psicologia della Gestalt in

quanto i sistemi neurali sono dei sistemi dinamici.

In ultima analisi, la scienza neurale si differenzia da quella computazionale

anche per lo spirito che c’è dietro questa teoria. Quella computazionale risulta

essere ancora legata alla razionalità, al primato dell’intelletto sulle emozioni e

della mente sul corpo e ad una realtà come sistema semplice in cui una causa

produce prevedibilmente un effetto. Contrariamnte, quella neurale, fa delle

scelte diametralmente opposte: non riconosce il primato dell’intelletto sulle

emozioni e della mente sul corpo, concepisce la realtà come sistema complesso

in cui molte cause producono effetti in modo imprevedibile.

4

Page 5: Teoria della Gestalt

2. CONFRONTO TRA GESTALT E ATOMISMO

La Gestalt era una scuola di psicologia tedesca e il termine Gestalt

(“intero”,”struttura”) fu coniato dal filosofo Christian von Ehrenfels nel 1890.

Nasce in opposizione alla teoria dell’Atomismo [3,4,5,10,11].

L’Atomismo analizzava le parti che componevano le varie entità, con l’idea che

queste potevano essere ricombinate insieme per riottenere l’intero. Tale teoria

era considerata “analitica” in quanto poggiava tutta sulla possibilità di poter

risolvere il fenomeno psichico nei suoi elementi, affermando per questo

motivo, che la realtà del fenomeno psichico era una realtà di elementi. Inoltre

credeva nell’indipendenza degli elementi dal contesto in cui si trovavano.

L’Atomismo, nonostante la chiarezza e la semplicità della sua formulazione, si

rivelò ben presto inadeguata a spiegare la complessità dell’esperienza

psicologica e tramite la teoria della Gestalt si dimostrò l’impossibilità di ridurre

il fatto percettivo a pura associazione di fatti elementari.

I teoristi della Gestalt, dall’altro lato, erano affascinati e interessati al modo in

cui la mente percepiva gli oggetti, sostenendo che gli oggetti erano influenzati

dal luogo in cui si trovavano e dall’ambiente che li circondava, ritenendo che il

contesto era molto importante nella percezione. Credevano che la mente

raramente combinava e organizzava le entità in modo indipendente dal

contesto in cui apparivano.

Inoltre davano una visione di intero diversa, riassumibile attraverso lo slogan

della Gestalt:

“il tutto è più grande della somma delle sue parti”. Quando si osserva una

scena, non si ha una sensazione di “luminosità” o di “contrasto” ma si

distinguono oggetti e sfondi.

Mentre l’Atomismo analizzava la percezione visiva in termini di “features”

(caratteristiche elementari), la Gestalt enfatizzava il significato dell’interezza

della sensazione. Quest’ultimi osservavano che il riconoscimento di una

configurazione è basata sulla forma complessiva dello stimolo visivo piuttosto

che sulle caratteristiche costituenti. Quando ci arrivano un certo numero di

stimoli, noi non utilizziamo come regola l’analisi puntuale delle informazioni:

siamo capaci di generare delle cognizioni in grado di interpretare nella sua

5

Page 6: Teoria della Gestalt

globalità la percezione e quindi anche il modo in cui questa viene suddivisa e

definita.

Gli psicologi della Gestalt sostenevano che l’intero rappresentava qualcosa di

più coesivo e strutturato di un gruppo di particelle separate. Quando

osserviamo un triangolo, lo vediamo non come tre linee e tre angoli ma come

un oggetto unico, il triangolo.

Sebbene la teoria della Gestalt, è stata per più delle volte, applicata alla

percezione visuale, furono utilizzati anche esempi musicali per illustrarne il

concetto base. Osserviamo che l’arrangiamento delle note musicali viene

percepito nel suo intero come una melodia piuttosto che come una serie di

note individuali. Infatti in una melodia, o nella visione di una figura fatta di

linee e punti, secondo la teoria analitica, non si dovrebbero scorgere che un

insieme di suoni o di punti diversamente associati. Variando tali suoni, e punti,

dovrebbe variare anche il complesso. In realtà come spiega la Gestalt, non è

cosi, perché si può trasportare, ad esempio, la melodia ad un altro tono

(variando cosi tutti i suoni) senza perdere traccia della melodia. Da

quest’ultimo esempio, si evince che l’intero ha delle proprietà che non risultano

dalla semplice addizione dei singoli elementi, è cioè autonoma.

La Gestalt ha cosi contribuito alla nascita della teoria cognitiva e allo studio

della percezione visuale. La teoria della Gestalt, relativamente alla percezione,

è stata sviluppata nel 1910 da Max Wertheimer che viene considerato il suo

fondatore ed elaborata in seguito da Wolfgang Kohler e Kurt Koffka.

I seguenti esempi, uno dei quali fa uso anche di concetti matematici, mettono

in evidenza le differenze tra le due teorie.

La sommatoria è un processo additivo e il contributo di un numero alla somma

è indipendente dalla posizione in cui si trova, vale infatti la proprietà

commutativa: 2 + 3 + 4 = 9 = 3 + 2 + 4. Qualsiasi posizione il 3 occupi, non

comporta variazioni nella somma totale degli addendi. In contrasto con questo

esempio, gli psicologi della Gestalt affermavano che era necessario considerare

il contesto nel quale un elemento occorreva, per comprendere il suo contributo

all’intero.

6

Page 7: Teoria della Gestalt

Questi due concetti riappaiono nell’osservazione delle due seguenti

immagini[6]:

Figura 1

In entrambe le immagini, c’è un rettangolo più grande posizionato tra due

rettangoli più piccoli. Si noti che il rettangolo centrale nella figura in alto, ha

esattamente la stessa dimensione dei due rettangoli più piccoli posizionati in

basso. La corrente opposta alla Gestalt, posizionava il rettangolo più grande in

alto nella stessa classe di equivalenza dei due rettangoli più piccoli in basso,

perché esse avevano esattamente la stessa dimensione e la stessa forma,

sottolineando l’indipendenza degli elementi dal contesto in cui si trovavano. La

Gestalt invece sosteneva che erano i rettangoli centrali di ogni figura ad essere

visti come equivalenti poiché essi si presentavano al centro di due rettangoli

minori, sottolineando l’importanza del contesto.

7

Page 8: Teoria della Gestalt

3. PERCEPTUAL GROUPING

I gestaltisti enumerarono molti fenomeni, (univocamente spiegabili solo dal

punto di vista della teoria della Gestalt), a favore dei propri principi. Tali ad

esempio, sono:

tutti i casi di illusioni ottiche[7]; il rendimento percettivo non è

proporzionale ai singoli elementi, ma è in funzione della totalità della

figura. Di seguito è mostrato un esempio che evidenzia il processo

d’illusione ottica. I quadrati più piccoli all’interno di quelli più grandi

sono dello stesso colore grigio. Ma come è possibile notare, il diverso

sfondo dei quadrati più grandi crea un’illusione ottica poiché condiziona

il modo di percepire la luminosità dei quadrati interni. Il quadrato

interno più a sinistra sembra più scuro di quello a destra e cosi via.

Figura 2

tutti i casi di figure ambigue e reversibili; le figure restano immutate ma

il rendimento percettivo cambia. Sono figure nelle quali si ha una

inversione tra figura e sfondo. Sono figure instabili e ambigue nelle quali

si registra un’alternanza periodica e regolare tra sfondo e figura.

Nell’esempio seguente, noi possiamo vedere o le due facce o il vaso.

8

Page 9: Teoria della Gestalt

Figura 3

i casi di movimenti apparenti in situazioni in cui in realtà il movimento è

assente. Se proiettiamo successivamente in due punti di uno schermo

di una figura, un cerchio luminoso, qualora la durata e la distanza di

presentazione delle due proiezioni luminose rispondano a date

condizioni, non vedremo apparire e sparire il cerchio immobile in due

punti dello schermo, ma un cerchio solo che si muove dalla prima alla

seconda posizione. Non c’è differenza tra questo movimento apparente e

il movimento reale di un punto luminoso che si sposti dall’una all’altra

parte delle due posizioni.

La descrizione di un tavolo con sopra degli oggetti diversi gli uni dagli altri,

quali: gomme da cancellare, libri, un registratore, ecc, dimostra il fatto che

ogni oggetto rappresenta una unità a sé e non si confonde otticamente con

nessuno degli oggetti vicini. Come mai non vengono visti come unità unica, ma

come unità separate? Si potrebbe rispondere che il motivo di questa

separazione di oggetti risieda nel fatto che ce ne siamo sempre serviti come di

cose a sé stanti, sempre una alla volta, per cui abbiamo tratto l’esperienza

della loro delimitazione individuale. Noto che tutto ciò che è familiare

immediatamente si stacca dal fondo degli altri oggetti e si isola. Nella stessa

situazione oggettiva, un tecnico può vedere molti oggetti che ad un profano

sfuggono: ciò dipende dal riconoscimento di ciò che è noto.

9

Page 10: Teoria della Gestalt

I gestaltisti non accettano questa risposta. Non riconoscono in essa la causa

primordiale della separazione degli oggetti nel nostro campo ottico quali unità

distinte. Infatti, essi escludono l’influsso dell’esperienza passata[8]

sottolineando la primitività del fatto percettivo consistente nell’immediata

organizzazione dei dati sensoriali.

Essi sostenevano che c’erano dei fattori che agivano indipendentemente dalla

nostra esperienza passata e che determinavano l’organizzazione degli oggetti

in unità separate.

Questi fattori che determinano l’organizzazione del campo visivo in unità

separate ed autonome costituiscono i Principi della Gestalt, che

rappresentano il punto focale della teoria della

Gestalt[9,10,12,13,14,15,16,17,17b]. Questi principi permettono di spiegare il

fenomeno del “grouping”, legato al modo di percepire ed interpretare un

campo visivo e inteso come struttura comprendente oggetti e spazio. Da

questo punto di vista, un grouping può essere un punto, una regione, un

oggetto, ecc.

La percezione, insieme all’attenzione[18,19], è il primo processo cognitivo che

fa da interfaccia tra ambiente e individuo. La percezione ha un carattere di

totalità, e non può spiegarsi con i vecchi schemi della psicologia analitica, ma è

invece governata da leggi strutturate.

Di seguito è riportato il primo stadio dell’elaborazione dell’informazione che si

conclude con la Percezione [19b]:

Input Ambientale (Stimolo)

Registro Sensoriale (Stimolo, Organi di Senso)

Selezione Tramite Attenzione Selettiva dell’input Interessante

Percezione-Riconoscimento

10

Page 11: Teoria della Gestalt

I principali fattori che determinano il raggruppamento percettivo, e la

composizione di elementi in interi, che rappresentano i principi alla base della

teoria della Gestalt sono:

-IL RAPPORTO TRA FIGURA E SFONDO: ci permette di “leggere”

l’immagine, attraverso la separazione della figura dallo sfondo. Gli elementi

simili (figura) sono contrastati da elementi dissimili (sfondo), dando insieme

l’impressione di intero.

Figura 4

In questa figura, il faro è l’immagine che spicca maggiormente e che quindi

viene catalogata come figura mentre le linee orizzontalo celesti sono percepite

come sfondo. Il tutto rappresenta l’intero che viene percepito.

-CHIUSURA: il nostro occhio tende a completare gli spazi vuoti e le forme non

chiuse. Noi tendiamo a vedere le immagini complete persino quando una parte

dell’informazione è mancante.

Figura 5

Sebbene il cerchio in alto non sia unito, noi lo percepiamo come un cerchio e

questo per il principio della chiusura.

-CONTINUAZIONE: l’organizzazione della percezione porta lo sguardo a

proseguire lungo e oltre una linea retta o una curva.

11

Page 12: Teoria della Gestalt

Figura 6

In questa figura, distinguiamo due linee: una da a a b e una da c a d. In realtà

questo grafico potrebbe rappresentare un altro insieme di linee: da a a d e da

c a b. Tuttavia, è più probabile che si tenda ad identificare il primo gruppo di

queste linee che hanno una migliore continuazione rispetto al secondo dove è

presente un ovvia torsione.

-PROSSIMITA’: il raggruppamento percettivo è favorito dalla vicinanza tra

loro delle parti.

Tendiamo a identificare come gruppi elementi vicini tra loro. Questa legge è da

tenere in considerazione quando l’immagine gioca un ruolo importante

nell’abilità di interpretare il messaggio che si nasconde dietro.

Figura 7

Questa figura, a dimostrazione di questa legge, non viene vista come un

insieme di righe ma piuttosto come un insieme di colonne.

-SOMIGLIANZA: elementi visivi simili verranno raggruppati sulla base della

forma, della grandezza, del colore o della direzione.

12

Page 13: Teoria della Gestalt

Figura 8

In questa figura, i cerchi più grandi vengono raggruppati insieme perché sono

accomunati dalla stessa dimensione e quindi sono più portati ad essere

percepiti come un gruppo.

-COMUNE DESTINO: quando gli oggetti si muovono nella stessa direzione,

tendono ad essere percepiti come una entità unica.

-PARALLELISMO: linee parallele tendono ad essere raggruppate insieme

Figura 9

-REGIONE COMUNE: figure che si posizionano all’interno di una stessa

regione chiusa tendono ad essere percepite insieme

Figura 10

-SIMMETRIA: questo principio descrive l’istanza nella quale si percepisce

l’intero di una figura rispetto alla percezione delle parti singole che la

costituiscono.

13

Page 14: Teoria della Gestalt

Figura 11

Osservando la figura, si vedono due rombi sovrapposti o tre oggetti: un piccolo

rombo e due irregolari oggetti sopra e sotto di esso?

Secondo il principio di simmetria, si percepiranno probabilmente due rombi

sovrapposti

Le proprietà descritte, non sono indipendenti tra di loro, ma sono fortemente

correlate, cosicché la percezione finale è una combinazione di tutte queste

proprietà che agiscono insieme.

In conclusione, secondo i gestaltisti:

gli oggetti si presentano quali forme o totalità a sé stanti la cui

organizzazione in unità è dovuta a diverse condizioni che ne regolano

dinamicamente la formazione;

questo processo è un processo originale, che non fa riferimento

all’esperienza passata;

le parti hanno senso unicamente se viste in funzione del tutto. Una parte

in un tutto è un’altra cosa, rispetto ad una possibile sua appartenza ad

un’altra entità.

tanto più i principi sono marcati nelle varie unità, tanto maggiore è la

probabilità che hanno d’imporsi alla nostra percezione.

Queste leggi hanno la funzione di aiutarci a percepire il mondo e inoltre

entrano anche a far parte della nostra comunicazione quotidiana. Infatti ci

14

Page 15: Teoria della Gestalt

riferiamo a collezioni di oggetti abitualmente già solo quando li indichiamo e

diciamo ”quelli o quelle cose”.

15

Page 16: Teoria della Gestalt

4. GESTALT AND COMPUTER VISION

I campi dell’intelligenza artificiale e della computer vision, hanno lavorato per

anni, cercando di simulare il sistema di percezione umano allo scopo di dare ai

computer le stesse capacità percettive umane[20].

Ad un computer, un’immagine non è niente più che una matrice di numeri,

indicante le diverse gradazioni di grigio (per le immagini bianche e nere) o

valori RGB (per le immagini a colori) che portano alla visualizzazione

dell’immagine.

La Computer Vision[21] richiede di esaminare un’immagine d’input,

determinando quali componenti dell’immagine sono rilevanti e quali no,

classificando le parti rilevanti dell’immagine come un oggetto conosciuto.

Ci sono una varietà di strategie della computer vision, molte delle quali si

basano sui principi della Gestalt.

Nella seguente tabella sono riportate alcune di queste

strategie[22,23,23b,23t,23f]:

Segmentation Strategy Gestalt Principles Thresholding Figure/Ground Region Growing Proximity, Similarity Morphological Methods Continuity and Closure Statistical Methods Similarity Edge-Detection / Edge-Linking Continuity and Closure

In generale, la segmentazione è una tecnica che riguarda l’analisi automatica

d’immagini e consiste nell’estrazione di features (colore, intensità,

dimensione..) da un’immagine. Questa strategia può comprendere tecniche di

tipo contestuale che utilizzano relazioni tra le varie features quali ad esempio,

la prossimità e tecniche di tipo non contestuale che ignorano le relazioni che

possono esistere tra features di un’immagine. Di seguito è riportata una breve

descrizione di alcune strategie di segmentazione riportate nella tabella.

THRESHOLDINGS

E’ una tecnica non contestuale e la forma più semplice e comune è quella

basata su un certo numero di valori di grigio. I livelli di grigio sono mappati su

16

Page 17: Teoria della Gestalt

altri due valori, di solito il nero e il bianco. Una semplice funzione utilizzata è

quella che mappa i valori di grigio sotto un certo livello, sul nero e sopra un

certo livello, sul bianco. Questa tecnica può essere usata per dividere

l’immagine in sfondo e figura. Più sono i livelli utilizzati nella tecnica e più

regioni sono delineate.

L’immagine seguente può utilizzare un thresholding in due livelli di grigio:

bianco e nero.

Figura 12

EDGE-BASED

Questa tecnica è di tipo contestuale e per derivare le regioni più significative si

usa una tra le due seguenti tecniche: trasformata di Hough e relazione di Edge.

Le trasformate di Hough[24] sono usate per rilevare forme regolari

all’interno delle immagini come linee rette e cerchi, infatti permettono la

ricerca nelle immagini di pattern di forma parametricamente nota. Questa

trasformata serve per descrivere non tanto un oggetto, quanto forme che

possono variare per traslazione, dimensione e rotazione. Il tipo di forma deve

essere quindi conosciuta.

17

Page 18: Teoria della Gestalt

La classe di algoritmi basati sulla trasformata di Hough, ha lo scopo di cercare

forme descrivibili con parametri, trasformando lo spazio immagine in uno

spazio di parametri che permette l’individuazione di pattern conosciuti. Si basa

sulla trasformazione di tutti i punti costituenti una immagine, in punti di un

nuovo spazio, detto spazio di parametri.

La trasformata di Hough generalizzata permette invece di riconoscere qualsiasi

forma parametrica.

La relazione di Edge è una tecnica usata per riconoscere forme irregolari

come quelle che occorrono nelle immagini naturali. Questa tecnica tiene conto

del contesto locale per decidere se un bordo è a o vicino ad un particolare

pixel.

REGION GROWING

E’ una tecnica non contestuale[25], che si basa sulla divisione dell’immagine in

regioni, in maniera che alcune condizioni siano soddisfatte. Tutti i pixels

nell’immagine devono essere assegnate ad una regione e ognuno di essi può

appartenere ad una sola regione. Inoltre ogni regione deve essere connessa

alle altre nell’immagine. Gli elementi di una regione sono simili se includono

per esempio, una simile luminosità e struttura.

18

Page 19: Teoria della Gestalt

5. DECLINO DELLA TEORIA DELLA GESTALT

Recenti ricerche[26] mostrano che in alcuni casi, l’attenzione visiva seleziona

distinti oggetti, e non solo, come si è sempre sostenuto, riguarda la selezione

di intere regioni dello spazio. Questi oggetti distinti vengono elaborati,

culminando nel loro riconoscimento. Gli oggetti selezionati sono

raggruppamenti percettivi determinati per mezzo dei principi della Gestalt.

Queste considerazioni, partono dalla constatazione che l’organizzazione

percettiva occorre all’interno dell’attenzione.

Successivi studi ed esperimenti hanno analizzato l’interazione tra percezione e

intuizione, giungendo a differenti conclusioni che hanno portato ad un declino

della teoria della Gestalt. Il punto di forza delle nuove ricerche è che

l’organizzazione percettiva non occorre all’interno dell’attenzione visiva ma che

semplicemente l’attenzione può influenzare il raggruppamento percettivo.

Inoltre, a partire da questo, sono stati individuati ulteriori problemi della teoria

della Gestalt. In primo luogo, i principi della Gestalt non distinguono tra oggetti

e gruppi di oggetti e ignorano il ruolo della conoscenza nell’organizzazione

percettiva.

Per esempio, questi principi non possono spiegare perché le persone che non

conoscono la seguente figura[27] che rappresenta l’immagine di un cane

dalmata, di solito non riescono ad individuare la struttura significativa

all’interno dell’immagine, mentre le persone che la conoscono, non solo

individuavano il cane facilmente ma riescono a identificare i diversi punti neri

indistinguibili come un cane, un marciapiede e l’ombra di un albero.

19

Page 20: Teoria della Gestalt

Figura 13

Allo scopo di risolvere questi problemi, un modello dell’organizzazione

percettiva deve mostrare come la percezione e l’attenzione interagiscono tra

loro per formare oggetti e deve mostrare come la conoscenza influenzi la

formazione degli oggetti senza pretendere un pieno riconoscimento

dell’oggetto stesso.

Recenti studi sull’attenzione basata sull’oggetto dimostrano l’influenza

dell’attenzione nel raggruppamento percettivo.

In uno di questi esperimenti, agli osservatori veniva mostrato un display

raffigurante due gruppi di punti identici. Un insieme di punti era statico mentre

gli altri punti del secondo gruppo si muovevano all’unisono seguendo una

traiettoria ellittica, sovrapponendosi alla locazione dei punti statici.

Durante ogni prova, due dei punti nel display cambiavano colore dal grigio

chiaro ad uno dei due colori (o rosso e verde o blu e giallo). I punti target

erano localizzati o entrambi nel gruppo statico, o entrambi nel gruppo in

movimento, o uno in ogni gruppo. Agli osservatori era richiesto di determinare

se i punti target erano dello stesso colore. In alcune prove, gli osservatori

dovevano focalizzare la loro attenzione su un solo gruppo di punti, mentre in

altre prove, dovevano diffondere la loro attenzione all’intero display, evitando

di focalizzarsi su uno specifico gruppo. Quando gli osservatori guardavano

20

Page 21: Teoria della Gestalt

l’intero display, rispondevano più velocemente se i punti target si trovavano

nello stesso gruppo piuttosto che se si trovavano in entrambi i gruppi.

Quando gli osservatori si focalizzavano su uno solo dei gruppi, le loro risposte

erano più veloci quando entrambi i target apparivano nel gruppo di interesse, e

più lento quando uno o entrambi i punti apparivano nell’altro gruppo.

La conclusione di quest’esperimento è stato che le strategie di allocazione

dell’attenzione influenzano il grado in cui i multipli gruppi percettivi sono

percepiti.

21

Page 22: Teoria della Gestalt

Riferimenti bibliografici

[1]Domenico Parisi. Le due scienze cognitive from

http://gral.ip.rm.cnr.it/dparisi/domenico/Articoli/mosconi.doc

[2] Giorgio Meini. Reti Neurali: ipotetiche forme di vita artificiale o realistici

calcolatori alternativi? from http://www.giorgiomeini.it/RN.PDF

[3] http://psychclassics.yorku.ca/Koffka/Perception/perception.htm

[4] http://www.aabss.org/journal2003/Larcher.htm

[5] http://ontology.buffalo.edu/smith//articles/mach/mach.html

[6] http://www.rci.rutgers.edu/~cfs/305_html/Gestalt/wertheimer.html

[7] http://www.comp.leeds.ac.uk/ugadmit/cogsci/percept/pages/opill.htm

[8] http://www.apenet.it/grafica/libri/Grafica/Grafica03/3X06_RTF.html

[9]http://www.cs.iupui.edu/~tuceryan/research/ComputerVision/perceptual-

grouping.html

[10]http://www.usask.ca/education/coursework/skaalid/theory/gestalt/gestalt.

htm#1

[11] http://www.a2zpsychology.com/a2z%20guide/gestalt_theory.htm

[12] http://www.rci.rutgers.edu/~cfs/305_html/Gestalt/wertheimer2.html

[13] http://www.aber.ac.uk/media/Modules/MC10220/visper06.html

22

Page 23: Teoria della Gestalt

[14] http://psy.ed.asu.edu/~classics/Wertheimer/Forms/forms.htm

[15] Kristinn R. Thorisson. Simulated Perceptual Grouping: an Application to

Human-Computer Interaction

[16] Yaoru Sun and Robert Fisher. Object-based Visual Attention for Computer

Vision from http://homepages.inf.ed.ac.uk/rbf/PAPERS/sun-AI1104.pdf

[17] Segmentation using clustering methods from

http://www.cs.fsu.edu/~liux/courses/research/textbook/clustering.pdf

[17b] Erich Rome. Simulating Perceptual Clustering by Gestalt Principles

[18] Giuseppe Urbino. Meccanismi cerebrali dell’Attenzione Visiva from

http://www.uniurb.it/psicologia/attenzione.pdf

[19] http://psyche.cs.monash.edu.au/v5/psyche-5-03-mack.html

[19b] I processi cognitivi from Cicogna_Nido_2004_3.pdf

[20] http://gestalttheory.net/archive/arncomp.html

[21] http://www.comp.leeds.ac.uk/ugadmit/cogsci/percept/pages/comvis.htm

[22] Prof.Rita Cucchiara. Tecniche di rappresentazione di immagini from

http://imagelab.ing.unimo.it/ imagelab/miscellanea/ritavietri.pdf

[23] http://newsletter.refinery.com/e_article000279051.cfm

[23b] Professor Hager. Computer Vision, Grouping and Segmentation from

http://www.cs.jhu.edu/~hager/Public/teaching/cs461/Grouping.pdf

23

Page 24: Teoria della Gestalt

[23t] Dengsheng Zhang and Guojun Lu. Segmentation of moving objects in

Image Sequence: a Review from

http://www.gscit.monash.edu.au/~dengs/resource/papers/cssp01.pdf

[23f] Xiaofeng Ren and Jitendra Malik. Learning a classification Model for

Segmentation

[24] http://microservo.altervista.org/documenti/Relazione5/documento.html

[25] http://www.cs.cf.ac.uk/Dave/Vision_lecture/node35.html

[26] Jerzy P. Jarmasz. Integratine Perceptual Organization and Attentino: a

New Model For Object-Based Attentino from

http://www.cognitivesciencesociety.org/confproc/gmu02/final_ind_files/Jarmas

z.pdf

[27] http://cns-alumni.bu.edu/pub/slehar/webstuff/hr/hr.html

24