Teoria del Sé Dialogico: Stato dell’arte e direzioni future · Teoria del Sé Dialogico: ......
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Teoria del STeoria del Séé Dialogico:Dialogico:Stato dellStato dell’’arte arte
e direzioni future e direzioni future
Giancarlo Dimaggio e Antonino CarcioneTerzo Centro di Psicoterapia Cognitiva – Training school in cognitive
psychotherapyAssociazione di Psicologia Cognitiva (APC) – Rome
Email: [email protected]
TEORIA DEL SE’DIALOGICO
Il Sé dialogico è concepito come una molteplicitàdinamica di voci, caratteri, o posizioni del’Iorelativamente autonomome e con qualità di“agentività” che si trovano in storie inscritte nellospazio immaginale del sè.
Le persone attribuiscono significati alle relazioni e prendono decisioni sulla base di un dialogo in corso tra le parti del sé, ognuno dotato di un suo proprio punto di vista del mondo e di una particolare tendenza di azione.
Le voci sono costantemente indirizzate l’una verso l’altra e coinvolte in processi di interscambio e didominanza relativa.
Sul piano sociale il dialogo tra persone agevola la reciproca conoscenza e il raggiungimento di obiettivi e scopi.
Le voci, insieme, formano una ‘società della mente’ e sono, al contempo, immerse in una relazioneinterpersonale come parte della società in generale.
(Hermans, 2002; Vygotsky, 1930/1975).
TSD non è stato fin’ora sufficientemente resoformale e questo ha impedito la sua convalida
empirica.
TSD ha una base solida teorica ed empirica ?
C’è una prova sufficiente di ricerca che supporti la sua presupposizione?
Se sufficientemente fondato (una valida teoria e un forte supporto empirico)… TSD è utile per gli
psicoterapeuti?
TSD: nuclei principali
from Dimaggio, G. & Hermans, H.J.M. (2008). Dialogical Self Theory: Operationalization and implications for psychotherapy. Manuscript submitted for
publication
1) MOLTEPLICITAMOLTEPLICITA’’: il sé è multiplo e composto di un set caratteri differenti.
) AUTONOMIA E AGENTIVITAAUTONOMIA E AGENTIVITA’’ Ogni carattere è
Un agente parzialmente indipendente ( memorie specifiche, pensieri, e storie).
un centro di pensiero autonomo
ha qualità di agent-like
è emotivamente carico
prende temporaneamente il controllo dell’azione.
non centralizzato.
I caratteri si alternano gli uni con gli altri, Quello dominante: identificato come “Io”
3) 3) IL SEIL SE’’ COME DIALOGICO (COME DIALOGICO (nucleonucleoprincipaleprincipale) )
’ interazione tra i personaggi ha forma dialogica, sia verbale chenon-verbale. Il dialogo ha luogo sia dentro la persona che tra le
persone. Le voci prendono parte nel processo didomanda/risposta e accordo/disaccordo (Hermans, 1996; 2004; Hermans et
al., 1992).
4) SPAZIO IMMAGINALE 4) SPAZIO IMMAGINALE Eesiste uno spazioimmaginale , nel quale i caratteri interagiscono
5)5) TRAMA NARRATIVATRAMA NARRATIVAdialoghi sono inseriti in trame narrative
Impalcature narrative del dialogo
Quando il dialogo si sviluppa, una storia è riscritta
6)6) VOCI PERMANENTI E MODELLI VOCI PERMANENTI E MODELLI DIALOGICI DIALOGICI
in ogni individuo dimorano più o meno permanenti cast di voci
alcune voci occupano facilmente il centro della scena
altre invece si trovano nello sfondo ma possono diventare protagoniste
tra alcuni caratteri ci sono legami più forti e questo genera pattern di relazioni dialogiche.
IL SE’(SANO) FLESSIBILE
Una varietà sufficiente di caratteri (o posizionidell’Io)
Il dialogo tra caratteri funziona come una fonte diinnovazione e lacera l’apertura del sè e lo sottomette
a continue riorganizzazioni(Greenberg, 2002; Hermans et al., 1992; Varela, Thompson & Rosch, 1991).
Alcuni schemi di base sottolineano i dialoghi cheemergono nella consapevolezza
Ma…
C’è sempre la possibilità che ildialogo venga riscritto ogni voltache si ri-attiva o nell’imaginazioneprivata della persona o in relazioniinterpersonali.
Psicoterapia potrebbe aiutare I pazienti riscrivendo le storie e riconquistando la flessibilità e ildialogo.
PATOLOGIA NELLA PROSPETTIVA TSD
La sofferenza dei pazienti può derivare da una mancanzadi dialogo tra le voci perchè alcune di queste sono
Soffocate
Assoggettate da una voce dominante
Le voci possono parlare in modo caotico, senza ordine o gerarchie tra loro
Disorganizzate/Dissociate: Assenza didialogo tra le voci
Diverse teorie e tecniche di psicoterapia basate sul concetto di un sédialogico multivocale
MODELLO ANALITICO COGNITIVO E ASSIMILAZIONE (PIAGETIAN COGNITIVA): Leiman & Stiles, 2001; Ryle & Kerr, 2002; Stiles, 1999; Stiles et al., 2004; 2005
COGNITIVO-COSTRUTTIVISTA: Dimaggio et al., 2003; 2004; 2007; Salvatore et al., 2005
COSTRUTTIVISTA: Neimeyer, 2000; Neimeyer & Arvay, 2004; Neimeyer, Botella & Herrero, 2006
DIALOGICO: Hermans & Dimaggio, 2004
UMANISTICO: Cooper, 2003; 2004
INTEGRATIVO: Lysaker & Lysaker, 2002; 2004; 2006
INTERPERSONALE: Benjamin, 1997
NARRATIVO: Angus & MacLeod, 2004
PROCESSO-ESPERIENZIALE: Greenberg, 2002
PSICOANALISI: Bromberg, 1998; 2004
CAMBIAMENTO TERAPEUTICO ATTRAVERSO IL DIALOGO
a) dialoghi interiori, tra differenti voci del sè
b) dialoghi interpersonali che hanno luogo durantele sedute e rievocati tra una seduta e l’altra
ASSUNTI TSD
PRINCIPIO 1 MOLTEPLICITA’
Un dialogo tra parti del sé è possibile solo se quest’ultimo è diviso in parti.
Dietro la facciata di una singola identità coerente(apparentemente)…
… un individuo è costituito di una molteplicità diaspetti.
Aron, 1996; Baars, 1988; Tooby & Cosmides, 1992; Dalgleish & Power, 2004; Dimaggio & Stiles, in press; Gergen, 1994; Higgins, 1987; Kazko, 2003; Kurzban & Aktipis, in press; Linville, 1985; McAdams, 1996; Markus & Nurius, 1986; Mitchell, 1988; Muran, 2001; Neimeyer, 2000; Westen, 1997; Rosenberg, 1997; Sedikides & Brewer, 2001…
Pirandello, Pessoa, Dostoyesky, Paul Auster e via dicendo…
SUPPORTOTEORIA DELLA PSICOTERAPIA E RICERCATEORIA DELLA PSICOTERAPIA E RICERCA
Teoria degli stati mentali (Horowitz, 1987): quando le personenarrano una storia, esperienza soggettiva compie dei salti, segnalando con ogni salto che loro sono entrati in un’areadifferente, dove nuovi processi interpersonali operano.
I pazienti nella psicoterapia spesso cambiano tra gli statimentali e ogni stato di questo rappresenta un proprio aspettto.
Voci problematiche durante la psicoterapia (Stiles, 1999).
Analsi di files di sessioni audio di psicoterapia : cambiamentitracciati nelle voci dei pazienti (letteralmente) - cambiamenti nell’intonazione o nella prosodia (Osatuke et al., 2004, 2005).
Alcune voci soffocate. La psicoterapia rende possibile per loroemergere ed esprimere loro stessi (Glick et al., in press).
PSICOPATOLOGIADisturbo Dissociativo di Identità (DID) (Personalità Multipla)
le persone parlano, si vestono e si comportano in un modoche cambia radicalmente quando passano da una personalità -‘alter’ - ad un’altra
L’ interazione dialogica tra gli alter gravemente forzata
la personalità principale normalmente non è conscia dellasecondaria
l’assenza del dialogo è differente tra la molteplicità normalee quella patologica.
PSICOLOGIA SOCIALE
Le persone si uniscono ai propri simili e questo fondagruppi ed indentità collettive
Il sé è descritto come l’ intersezione di tutti I gruppi socialiai quali un individuo appartiene (Turner & Onorato, 1999).
La società moderna intrappola l’ individuo in contestimultipli specifici e sociali, nei quali ognuno impone un ruolo che conferisce un caratteristico senso del sè (Hermans& Dimaggio, 2007).
I teoristi sociali del sè mettono in questione il presuppostoche il sè sia una struttura psicologica centralizzata e un’unica caratteristica di chi percepisce (McGuire, McGuire, & Cheever, 1986).
LA MOLTEPLICITALA MOLTEPLICITA’’ EE’’ SANA? SANA?
Un gradito paracolpi contro gli eventi stressanti
Promuove l’adattamento.
Individui sono flessibili e considerano fallimenticome localizzati e specifici contesti.
“non mettere tutte le tue uova in un solo cestinocognitivo.” Linville (1985)
Una rassegna di letteratura empirica: risultati contrastanti. (Koch & Shepperd, 2004).
Studi che mettono a fuoco la complessità del sè.(Linville, 1985):
Il numero dei propri aspetti non-overlapping, come ad esempio I tratti, I ruoli, e I comportamenti
COLLEGAMENTI NEGATIVI TRA COMPLESSITA’DEL SE’ COPING!
Gara, Woolfolk, Cohen & Goldston, 1993; Woolfolk, Novalany, Gara, Allen & Polino, 1995.
Una più grande compattezza del sè attraverso I ruoli sociali (e.g., con gli amici , al lavoro, a scuola, con I genitori) era associata con unamigliore correzione psicologica. Donahue, Robins, Roberts, and John 1993
RELATIONE POSITIVA TRA COMPLESSITA’DEL SE’ E COPING
Campbell, Chew & Scratchley, 1991; Dixon & Baumeister, 1991
Una più grande complessità del sé è collegata ad un migliorcoping con lo stress ed eventi negativi.
NO RELAZIONI NO RELAZIONI Hershberger, 1990; Rafaeli-Mor, Gotlib & Revelle, 1999
Koch and Shepperd’s (2004) revisione:
La letteratura della complesità del sé propone una relazionepositiva tra complessità del sé e coping
RELAZIONE POSITIVA TRA COMPLESSITA’DEL SE’ E COPING
Campbell, Chew & Scratchley, 1991; Dixon & Baumeister, 1991
Una più grande auto-complessità è collegata ad un migliorcoping con lo stress ed eventi negativi.
NO RELAZIONI NO RELAZIONI Hershberger, 1990; Rafaeli-Mor, Gotlib & Revelle, 1999
Koch and Shepperd’s (2004) revisione:
La letteratura dell’auto-complesità propone una positiva e moderante relazione di auto-complessità e coping
IPOTESI DI UNO PSICOTERAPEUTA
Il problema non è molto il numero di voci
E’ imporante assumere un atteggiamento autoriflessivo, una auto-rapperesentazione che resti coerente anche se l’esperienza di aspetti e di esibizione cambiano.
METACOGNITIONMETACOGNITIONSemerari, A, Carcione, A., Dimaggio, G., Falcone, M., Nicolò, G., Procacci, M., Alleva, G. (2003). How to evaluate metacognitive funtioning in psychotherapy? The Metacognition Assessment Scale and its applications. Clinical Psychology andPsychotherapy, 10, 238-261.
Semerari, A., Dimaggio, G., Nicolò, G., Procacci, M. & Carcione, A. (in press) Understanding minds, different functions and different disorders? The contribution of psychotherapeutic research. Psychotherapy Research
METAPOSITION METAPOSITION Hermans, 2001
DIREZIONI FUTURE
quanto ogni voce differente
Corrisponde a differenti stati corporei (Stiles et al., 2004)
E’ collegata all’ attivazione di connessionineurali differenti (Lewis, 2002)
E
Cosa conduce verso una voce emergentepiuttosto che verso un’altra: i.e. le posizione nellasocietà; l’oscillazione dell’umore; la tendenza a transazioni interpersonali
PRINCIPIO 2 PRINCIPIO 2
AUTONOMIA E AGENTIVITAAUTONOMIA E AGENTIVITA’’Ogni carattere nella auto-narrazione è autore di ogni sua propriastoria e quindi un pensiero autonmo- e centro di costruzione di
significatoHermans, Kempen & van Loon, 1992
Quando la voce in controllo cambia, la propria visione del mondocambia altrettanto, insieme a emozioni, azioni , e processi di
ragionamento.
Ogni voce corrisponde ad uno specifico punto di vista, esprimedifferenti temi e con specifiche motivazioni per l’ azione Stiles, 1999
Tutte queste caratteristiche sono anche componentiessenziali delle emozioni
quindi
Il prinicio dell’ autonomia e agentività DEVE ESSERE DEVE ESSERE coerente con le TEORIE TEORIE delledelle EMOZIONIEMOZIONI
EMOZIONI
Emozioni diverse hanno influenze differenziate sull’elaborazionedelle informazioni, configurazioni degli eventi, riesamina,
ragionamenti e scelte.
Sotto l’ influenza di differenti emozioni le persone:
elaborano informazione un modo attivo e scopo-orientato
uso differente di ragionamenti influenzati ed euristici (Gigerenzer & Goldstein, 1996; Tversky & Kahneman, 1974).
tendono ad azioni coerenti con lo scopo attivato (Frijda, 1993; Smith & Lazarus, 1993)
VOCI
ogni voce elabora l’esperienza in modo particolare e attivo (Hermans, 2001; Stiles, 1999)
Esattamente…
Cosa ci aspettteremo da UN SE’ IN CUI LE PARTI SONO
AUTONOME AUTONOME e AGENTICHEAGENTICHE
RICERCA DI CASO SINGOLO IN PSICOTERAPIA
Le voci differenti racchiudono attività motoria, reazioni corporali, motivi e inclinazioni, come pure le vedute, suoni, e pensieri.
Le voci suonano in modo diverso Osatuke et al., 2004; Osatuke, Humphreys, Glick, Graff-Reed, Mack, & Stiles, 2005
Quando coloro che parlano cambiano argomento, anche le loro posizioni e stati corporei cambiano, come segnalato dai cambiamenti nella prosodia, accento e tono di voce.
PSICOPATOLOGIAPSICOPATOLOGIA
DISTURBO DISSOCIATIVO DI IDENTITA’
La presenza di due o più identità o personalitàdistinte (ognuno con I suoi propri modelli
permanenti di percezione, concernenti a, e pensantiall’ ambiente e al Sè ) (DSM IV TR p.487)”.
Una ragazza equilibrata aveva un alter che è statala prima persona nello stato dello Iowa a vestireuna mini-gonna. (Hacking, 1995)
UN FAN CLUB DELLUN FAN CLUB DELL’’ALTER EALTER E’’ STATO STATO SCOPERTO RECENTEMENTE IN KANSASSCOPERTO RECENTEMENTE IN KANSAS
PRINCIPIO 3 PRINCIPIO 3
IL SEIL SE’’ COME DIALOGICO COME DIALOGICO
Le voci sono in continuo dialogo tra di loro, negoziando il significato degli eventi e tessendo le
storie che formano il sé
Barresi & Moore, 2004 Caughey, 1984 Hermans, 1996 Hermans et al., 1992; Tappan, 1999 Watkins, 1986 …..
qualche altro supporto per queste idee intorno al mondo?
qualche altro supporto per l’ idea che se un sè dialogico esiste èutile?
I’, SE SI SCAVA ABBASTANZA:
PSICOLOGIA DELLPSICOLOGIA DELL’’ETAETA’’ EVOLUTIVA EVOLUTIVA
MEMORIA AUTOBIOGRAFICA, TEORIA DELLA PERCEZIONE PRIMING E MEMORIA AUTOBIOGRAFICA, TEORIA DELLA PERCEZIONE PRIMING E PROCESSO NEUROBIOLOGICO E CONVERSAZIONALEPROCESSO NEUROBIOLOGICO E CONVERSAZIONALE
ARCHITETTURA DEL CERVELLOARCHITETTURA DEL CERVELLO
PROCESSO PSICOTERAPEUTICOPROCESSO PSICOTERAPEUTICO
PSICOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA
Il Sé e costruito attraverso il dialogo (Vygotsky1934/1987)
La memoria e il discorso interno auto-regolatoresono creati attraverso l’interiorizzazione e la transformazione di scambi scambi interpersonalimediati da segni (Fernyhough, 2004).
ESPERIMENTI
Il tipo di interazione verbale che avviene tra madre e figlio influenza le capacità di quest’ultimo per formare le
memorie.
• Il ricordo autobiografico nei primi anni dipendeprofondamente dall’incoraggiamento degli adulti e dalmantenimento del focus topico.
• La somma e la complessità dei ricordi dei bambini dipende dalla qualità del supporto dei genitori (Haden, Haine& Fivush, 1997; Peterson & McCabe, 1994; Tessler & Nelson, 1994).
• Gli adulti trasmettono la capacità di formare unastoria di vita e di organizzare memorie in una forma ditesto (Habermas & Bluck, 2000)
MADRE E FIGLIO GIOCANO
Quest’ultimo impara a vedere se stesso dallaprospettiva della prima. (Tomasello, 1999).
Condividere una prospettiva comune sugli oggettisignifica che un bambino è cosciente dell’attenzionedi chi si prende cura di lui verso questi oggetti. (Bertau, 2004).
Un bambino arriva a concettualizzare un’interazionesimultaneamente sia dalla prospettiva di una prima persona e sia da una terza, includendo la prospettivadegli altri nel suo proprio stato mentale (Barresi & Moore 1996; Fonagy, et al., 2002)
“vista panoramica” di attività congiunta
Sviluppo infantile in termini di TSDdalla prima infanzia gli umani formanoRAPPRESENTAZIONI COGNITIVE DIALOGICHERAPPRESENTAZIONI COGNITIVE DIALOGICHE
(Fernyhough, 1996).Tomasello, Carpenter, Call, Behne and Moll (2005):
La cognizione umana richiede:Scopi condivisiIntenzioni comuni.
Costruzione di intenzionalità condivisa (al principionel secondo anno di vita) (Tomasello et al., 2005). Rappresentazioni di:
a) Se stesso che svolge un azioneb) La mente dell’altro che progetta la sua partec) I pensieri e l’azione di entrambi mentre co-
operano per svolgere l’ azione.
Entro 6 mesi: le azioni umane come scopo-dirette(Woodward, 1999).
Entro 10 mesi: I bambini guardano le facce degli adultiquando loro li stimolano con un giocattolo o impediscono di giocare con un giocattolo (Phillips, Baron-Cohen & Rutter, 1992).
Entro 14-18 mesi: I bambini scelgono di imitareintenzionalmente ma non azioni accidentali (Carpenter, Akhtar & Tomasello, 1998).
PROTOCONVERSAZIONI
Gli adulti e I bambini si guardano, toccano, sorridono, e cantano l’uno con l’altro in sequenze turn-taking
Scambi reciproci di espressioni emotive facciali (Hobson,
2002; Trevarthen, 1979) , posture, tono di voce, cambi fisiologici, ritmo di movimento e il guardarsi fisso reciproco(Stern, 1985).
Il primo ruolo attivo nel generare precursori dialogici: I segnali pre-verbali coerenti con le espressioni faccialidegli adulti (Bertau, 2004; Tomasello, 1999).