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Teologia morale familiare Teologia della famiglia Scuola di Formazione Teologica S. Pier Crisologo Corso Istituzionale - 3° anno Prof. Dott.sa Angelica Morini 3° INCONTRO

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Teologia morale familiare Teologia della famiglia

Scuola di Formazione Teologica S. Pier Crisologo

Corso Istituzionale - 3° anno Prof. Dott.sa Angelica Morini

3° INCONTRO

3. Famiglia Chiesa domestica comunità salvante

Sacramentalità del matrimonio

La famiglia di Nazaret

Famiglia piccola Chiesa

Per la teologia medievale sacramento significa che un segno visibile è il tramite di qualcosa di non visibile

«I sacramenti implicano sempre un qualche contatto fisico: l’imposizione delle mani, l’unzione…I Padri della Chiesa affermano che nel sacramento, è la mano del Cristo storico che ci tocca e ci trasmette il suo amore salvifico. Nel caso del matrimonio, è il tenero contatto degli sposi, culminante nell’unione sessuale, che funge da tramite dell’amore di Dio (ricordiamo che il sacramento del matrimonio si completa solo con la “consumazione” dello stesso) e questo la dice lunga sulla dignità dell’amore coniugale!» Anselm Grün Il matrimonio benedizione per una vita insieme

L’amore fisico degli sposi è il luogo in cui essi possono fare esperienza di Dio nel modo più profondo

Altro che

“disponibilità a far felice l’altro”

Lo spiritualismo non ha giovato all’amore coniugale, né tanto meno a riconoscere che nel sì del matrimonio è implicata tutta la persona, comprese le sue forze affettive profonde. Il cristianesimo

tuttavia ha sempre custodito, nonostante le trappole dello spiritualismo, la valorizzazione del matrimonio nella sua

completezza, questo “mistero grande” che ha anche prodotto nella nostra cultura il modello del matrimonio monogamico, libero

e fondato sull’amore.

Ad una rivalutazione della sessualità come linguaggio del corpo umanizzato hanno contribuito molto ai nostri giorni l’opera di Giovanni Paolo II e gli studi di teologi come Claudio Giuliodori o Carlo Rocchetta.

La dinamica del dono rappresenta la norma costitutiva, e non solo precettiva della morale familiare

Costruire la famiglia è costruire la salvezza nella storia.

Siamo abituati a pensare che solo la verginità consacrata sia segno del mondo escatologico, il matrimonio e la famiglia sarebbero solo realtà di questo mondo, destinate a scomparire del tutto una volta realizzatesi il disegno di Dio, ma non è esattamente così…

Il matrimonio-sacramento è segno e realtà del rapporto Cristo –Chiesa:

come segno è legato alla storicità di questo mondo e scomparirà con la parusia finale

come realtà non verrà mai meno

«I nostri corpi spiritualizzati perderanno i caratteri della genitalità, perché non saranno più necessarie le generazioni nel tempo, e di questo i vergini sono sin d’ora segno anticipatore,

ma le nostre persone vivranno una pienezza di amore e di comunione con il Signore e tra loro il cui contenuto sarà l’amore sponsale, e di questo i coniugi sono segno sacramentale»

(C. Giuliodori)

L’amarsi “nel Signore” è già una realtà di ordine escatologico.

Compagni di vita, i coniugi saranno per sempre compagni di eternità.

“Lo dirai dunque a tua moglie: Ti ho preso tra le mie braccia, ti amo e ti preferisco alla mia stessa vita. Siccome la vita presente non è che un passaggio verso l'eternità, il

mio desiderio più ardente è di vivere questa vita nella piena comunione con te, in modo di essere ancora riuniti

e felici nella vita futura”. S. Giovanni Crisostomo IV sec. (Homilia in Eph. 20,8)

La famiglia vive tra due polarità: la sua bellezza originaria e la sua fragilità storica.

Il superamento della fragilità è il frutto dell’azione potente di Dio

“Gli sposi ricevono lo Spirito Santo come comunione di amore di Cristo e della Chiesa. E’ lui il sigillo della loro alleanza, la sorgente sempre offerta del loro amore, la forza in cui si rinnoverà la loro fedeltà” (CCC1624)

Il sacramento delle nozze costituisce una pentecoste coniugale

Ciò è vero per il giorno della celebrazione del rito ma anche per tutti i giorni della vita degli sposi e della loro famiglia. L’epiclesi è proclamata come “invocazione perenne”

Dei 7 sacramenti 6 sono per il singolo, realizzando l’individuale incorporazione a Cristo, ma solo uno è indirizzato a due

proprio nel loro essere due, cui si chiede di realizzare “una sola carne” nella prospettiva nuziale e creazionale di Dio.

Ma gli sposi cristiani non sono semplicemente due che si amano, sono due battezzati e pertanto ciascuno chiamato alla sequela di Cristo.

Rivalutata la corporeità non

cadiamo nell’errore di svalutare

lo spiritualismo.

Ciascuno come battezzato è chiamato a partecipare alla vita di Cristo profeta, sacerdote e re. Gli sposi cristiani tuttavia hanno una chiamata a far fruttare in maniera significativa il loro battesimo. All’interno della vita coniugale essi possono esprimere come coppia la profezia dell’amore sponsale attraverso il dono reciproco, il servizio alla vita e il compito educativo, l’annuncio gioioso dei valori evangelici. (C. Giuliodori)

“Dio è entrato nella storia degli uomini attraverso una famiglia” (LF 2).

La vocazione di ogni battezzato alla santità assume, per gli sposi, una forma specificatamente familiare.

Dopo la celebrazione del patto nuziale, essi si santificano non “malgrado” o “nonostante” il matrimonio, ma proprio “grazie”, per

“mezzo” e in “forza” di esso, nella misura in cui ne vivono le esigenze e ne attuano le potenzialità. (C. Rocchetta)

Nazaret è il luogo del Dio-con-noi (Mt 1,23), Gesù ha vissuto con gli altri, come gli altri , in una famiglia, una famiglia ordinaria. Dunque se Cristo “svela pienamente l’uomo all’uomo” lo fa a cominciare dalla famiglia nella quale ha scelto di nascere e di crescere

Su 33 anni Gesù ne passa quasi 30 in una famiglia, in uno sperduto villaggio della Galilea.

La santa Famiglia rappresenta l’archetipo della famiglia: dimora della Trinità e suo segno vivente nel mondo

Il matrimonio dei genitori di Gesù ha realizzato il vero senso del dono sponsale tra i due, sia nell’accogliersi che nel manifestarsi vicendevolmente amore e cura, sia scelta di verginità in nome di una vocazione superiore evidenziando il primato della comunione dei cuori rispetto agli atti coniugali (LF 11).

Alle soglie del NT, come già all’inizio del AT, c’è una coppia. Il Salvatore ha iniziato l’opera della salvezza con l’unione verginale e santa di Maria e Giuseppe, nella quale si manifesta la sua onnipotente volontà di purificare e santificare la famiglia (RC 7)

A partire da Nazaret l’imitazione diviene possibile

La Famiglia di Nazaret è come una famiglia redenta in anticipo e annuncio profetico di ciò che dovrà essere in ogni famiglia dopo l’evento pasquale e il dono dello Spirito Santo. In essa si attua al massimo grado l’amore sponsale a cui Dio chiama la coppia/famiglia; un amore fondato sul rispetto e la purezza dei cuori in cui ogni componente è dono accogliente per l’altro/i.

Il cristianesimo non nasce da un sistema filosofico, ma da un avvenimento unico e irripetibile: l’avvenimento del Risorto e della grazia che da lui si diffonde su tutti coloro che credono e si fanno battezzare nel suo nome. La storia della salvezza delineata è costantemente collegata, nella rivelazione biblica, a una comunità. Da Abramo in poi.

Fondamento della sacramentalità della santa Famiglia è il mistero decisivo e unico dell’Incarnazione

La storia salvifica che Dio realizza per la famiglia, non la

realizza senza la famiglia.

La Famiglia di Nazaret svolge un ruolo equivalente a quello della famiglia di Abramo: in essa e grazie ad essa si realizza l’evento decisivo

della storia, l’incarnazione dell’Unigenito di Dio nel mondo.

Analogamente alla vocazione della famiglia di

Abramo e Sara e a quella di Maria e Giuseppe,

ogni famiglia è strutturalmente coinvolta

nell’attuazione della storia della salvezza nel

cuore dell’umanità.

“Come senza l’amore la famiglia non è una comunità di persone (ma di semplici individui), così senza l’amore la famiglia non può vivere, crescere e perfezionarsi come comunità di persone” (FC 18)

In forza del sacramento delle nozze, infatti, l’uomo e la donna sono

resi capaci di amarsi come Cristo ama la Chiesa.

La famiglia cristiana non è solo una comunità “salvata”,

ma una comunità “salvante” nella misura stessa in cui è chiamata a

trasmettere l’amore del Cristo-Sposo che porta in sé. (FC 49)

La famiglia è Chiesa

La Chiesa domestica riflette, nel calore delle relazioni interpersonali dei suoi membri, un raggio della gloria di Dio apparsa nella Chiesa. (…) ogni famiglia con i suoi limiti è, a pieno titolo, segno dell’amore di Dio. L’amore coniugale, l’amore paterno e materno, l’amore filiale, immersi nella grazia del matrimonio, formano un autentico riverbero della gloria di Dio e dell’amore della trinità. La famiglia cristiana, pertanto, quando è fedele al dinamismo intrinseco al patto sacramentale, diventa segno autentico dell’amore universale di Dio, sacramento di unità aperto a tutti, vicini e lontani, parenti e non. (…) Un simile modello di famiglia è epifania di Dio, manifestazione del suo Amore gratuito e universale e, in quanto tale, è di per sé comunità missionaria, perché annuncia con il suo stile di vita che Dio è Amore e vuole la salvezza di tutti gli uomini. (Giovanni Paolo II, Udienza generale del 5 gennaio 1994)

la famiglia, prima che con l’azione, evangelizza con la sua vita.

Il futuro dell’evangelizzazione è essenzialmente legato alla riscoperta della missione della

“Chiesa domestica”.

Accoglienza, relazionalità e apertura non sono esclusivamente relegate ai figli, ma anche al prossimo

in tantissime forme diverse

La fecondità trinitaria rimanda ad almeno quattro forme di fecondità nuziale:

- generare la presenza di Dio nella comunità coniugale familiare;

- generarsi reciprocamente come sposi e come singoli in famiglia;

- generare i figli come espressione dell’unità dei due e genitorialità

- generare una cultura della vita e dell’amore, vivendo la missione dell’essere

famiglia nel cuore dell’umanità.

Superiamo una visione della Chiesa troppo clero-centrica, in nome di una riscoperta della sua identità propriamente

comunitario-familiare

Le Chiese domestiche sono state le cellule vive del corpo ecclesiale e della sua espansione. E’ per questa via che è passata l’evangelizzazione (At 20,20). Sono le casa-famiglia che accolgono gli apostoli e i predicatori del vangelo durante i loro viaggi missionari (At 16,30-34) e cooperano con loro all’annuncio della salvezza.

Ed espressione tipica della preghiera in famiglia è l’esercizio delle virtù che le sono proprie, virtù laiche e quotidiane: - Prima virtù è la scelta della tenerezza come progetto di vita e comunicazione effettiva e affettiva tra i suoi componenti: capacità di far sentire l’altro (coniuge, figli, fratelli, parenti) amato e apprezzato. - La seconda è la scelta di dare il primato all’essere e non all’avere (non farsi trascinare dalla cultura dell’effimero e del consumismo, l’uso del denaro come mezzo e non come fine, i giusti ritmi di lavoro e di riposo…). - La terza direzione virtuosa sono le variegate qualità umane che vanno dalla semplicità e la fiducia reciproca all’accettazione dei rispettivi limiti e ruoli, all’attenzione alle esigenze di ognuno, al perdono e fino alla ricerca dei genitori di strategie educative comuni. C. Rocchetta

La preghiera è la spinta che aiuta la famiglia cristiana ad assumere ed assolvere in pienezza tutte le sue responsabilità di cellula prima e

fondamentale della società umana (FC 62).

… Non dimentichiamo l’assioma tomista: “La grazia suppone la natura e la perfeziona” (STh I,q. 1, a. 8)

La famiglia, Chiesa domestica, è così chiamata e umanizzare la vita e personalizzare la società, essa costruisce una civiltà dell’amore in antitesi alla civiltà dell’egoismo e della violenza.

La famiglia è la scuola dove si apprende ad amare e ad essere amati, in una dialettica circolare che si rinnova di generazione in generazione:

nascendo come figli si sperimenta l’amore dei genitori e, grazie a loro, l’amore di Dio;

divenendo sposi si matura la capacità di donarsi e di accogliersi nel Signore,

divenendo genitori ci si apre al dono dei figli, ad amarli ed educarli all’amore reciproco e nell’amore di Dio

La famiglia è Chiesa

Famiglia diventa ciò che sei!

FC 17

Grazie e…

Buona Santa Pasqua! ….il corso riprende il 28 aprile!

Breve bibliografia Giulia Paola di Nicola e Attilio Danese, “Testimoniare nella vita che

l’unione dei coniugi è sempre sacramento di Cristo e della Chiesa” in “Pietre Miliari”, Maria Teresa Zattoni – Gilberto Gillini

Anselm Grün, Il matrimonio benedizione per una vita insieme Ed. Querinaria

Claudio Giuliodori, La sposalità di Cristo e della Chiesa fondamento della vita nello Spirito della coppia cristiana in “Pietre Miliari”, Maria Teresa Zattoni – Gilberto Gillini, Ed. Ancora

Carlo Rocchetta, Teologia della famiglia – Fondamenti e prospettive, EDB

Interventi magisteriali di Giovanni Paolo II:

- Familiaris Consortio (1981)

- Redemptoris custos (1989)

- Lettera alla Famiglie (1994).