Teologia morale familiare Teologia della famiglia - WebDiocesi · Si può cogliere Dio stesso nel...
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Teologia morale familiare Teologia della famiglia
Scuola di Formazione Teologica S. Pier Crisologo
Corso Istituzionale - 3° anno Prof. Dott.sa Angelica Morini
2° INCONTRO
2. Santità e scritti paolini
Il concetto di «grazia» nel
sacramento del matrimonio
Le esortazioni di Paolo
La chiamata alla santità
L’amore porta a Dio Si può cogliere Dio stesso nel proprio amore. Scoperta:
Il nostro amore non nasce e non muore con noi!
«Lo stato del matrimonio è santo, perché anticipa il Regno costituendolo già “in miniatura” ed essendone immagine profetica.» S. Giovanni Crisostomo
è grazia
Il sacramento realizza la pienezza del nostro volerci bene!
▶ Il Miracolo - Una storia commovente!
Allora la gratuità diventa la forma e la norma del vissuto coniugale.
“Lo Spirito che il Signore effonde dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna capaci di amarsi come Cristo ci ha amati” (Familiaris Consortio 13).
E’ la carità pasquale che spia nell’altro i segni della resurrezione e ne accetta la realtà sconvolgente.
(Carlo Rocchetta)
E’ la logica paolina.
E’ la “perfetta letizia” di S. Francesco.
Il matrimonio diviene uno spazio salvifico in cui si rivela in modo tutto particolare la misericordia del Signore. Ma “come” il matrimonio salva?
Nell’essere “strumento nelle mani del Signore per la purificazione dal peccato”.
Con la logica del
per-dono.
Le persone non possono perdonare perché si impongono di fare ciò che sarebbe bene, ma arrivano a poter perdonare perché sono state perdonate. Marko Ivan Rupnik
L’amore rende vulnerabili
Sacramento della Riconciliazione
Verginità per il Regno.
“Quanto più sarà presente e affermato nella cristianità il carisma della vita verginale tanto più il
matrimonio sarà chiamato alla sua vera natura e sarà aiutato nel conformarsi al suo ideale”.
Card. Biffi (Matrimonio e famiglia. Nota pastorale, Bologna 1990 n.12):
MATRIMONIO
VOCAZIONE ALLA GIOIA
VOCAZIONE ALLA SANTITÀ
Vivere la gratuità, il perdono, l’amore all’interno del matrimonio nella realtà post peccato
si realizza in svariati modi: a volte significa veramente caricarsi della croce, perdonare,
accettare perfino il fallimento, rimanere fedeli…
Ma il matrimonio cristiano non è per forza una chiamata alla sofferenza, anzi nel progetto originario di Dio è
comunque una chiamata alla gioia
“Tutti i coniugi, secondo il disegno divino, sono chiamati alla santità nel matrimonio.”(FC 34) Fonte propria e mezzo originale di santificazione per i coniugi e la loro famiglia, è il
sacramento delle nozze (FC 56).
Corinzi 7, 10 -16 Se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa consente a
rimanere con lui, non la ripudi; e una donna che abbia il marito non credente, se questi
consente a rimanere con lei, non lo ripudi: perché il marito non credente viene reso santo
dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente;
altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre invece sono santi. Dio vi ha chiamati alla
pace! E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la
moglie?
Questa domanda-risposta è la spada affilata che immola l’individualismo.
Secondo S. Giovanni Crisostomo un marito autentico non si ferma neppure
di fronte alla morte: il matrimonio continua, trasfigurato, anche dopo...
Efesini 5, 21-33 “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell´acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l´uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.”
“questo mistero è grande” La meraviglia consiste nel fatto che il Padre, per forza dello Spirito Santo, trasforma il
piccolo amore di un uomo e di una donna nel Vangelo che dà la buona notizia del grande e sorprendente amore di Cristo per la Chiesa.
Il matrimonio cristiano è un “sacramento quotidiano” che supera la dimensione orizzontale e rimanda sempre all’Altro presente e nascosto.
Amarci con comportamenti tesi ad essere l’uno “risposta” per l’altro,
piuttosto che “reazione”
Paolo chiama i mariti e le mogli a vivere responsabilmente l’uno con l’altro.
un amore senza condizioni
Alla famiglia cristiana non è chiesto di uscire dal mondo, ma di essere ancor più radicata nella storia e nelle vicende umane
per trasformare il mondo con la forza della grazia battesimale e matrimoniale.
Gli sposi fanno fronte a mille occasioni di evangelizzazione che
quotidianamente gli si pongono davanti per le necessità della vita, e se lo
fanno in Cristo, in quanto battezzati,
anche senza una piena consapevolezza, costruiscono il Regno dei Cieli
Mille sfaccettature di questa evangelizzazione escono dai canoni tante volte la testimonianza di molte coppie cristiane passa dal silenzio, dalla discrezione, dalla semplice quotidianità, senza tanti clamori o riconoscimenti.
dimensione escatologica
«I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano. Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. (…) Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi.» Lettera a Diogneto (II sec. cap 5-6)
Un cammino di
“santità inconsapevole”
La via degli sposi non è una sorta di “via minore” per chi non può aspirare a cammini più alti,
ma è via alla santità nella radicalità evangelica. Le richieste del resto sono altissime, talora impossibili senza l’azione della grazia: agli sposi viene chiesto di
essere fedeli per sempre e capaci di perdono, di accogliere la vita, anche quando è “scomodo”.
Caparezza “Eroe. La vera storia di Luigi delle Bicocche”
Una santità data dal vivere in piena umanità il proprio battesimo e la propria capacità di amore relazionale.
Dio ci ha creati a sua immagine: capaci della santità cui siamo chiamati.
“A chi molto è stato dato molto sarà chiesto”: è il cammino di fede e amore dei cristiani vicini alla Chiesa, ma c’è una santità anche per chi è lontano, che non ha conosciuto, che in qualche modo ha “ricevuto” meno..
Il matrimonio diviene perciò un importante luogo di incontro con Cristo. Nel tentativo quotidiano di amarsi reciprocamente, gli sposi possono intuire il significato più profondo della frase di Gesù che dice: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).
Quale “visibilità” può offrire la coppia concreta che vive nel mondo oggi, una visibilità che lascia intravedere restaurato
il progetto originario della reciprocità uomo-donna.
L’amore degli sposi diventa parabola, paradigma, lieto annuncio dell’amore di Dio. L’amore degli sposi manifesta, rivela, annuncia,
rende presente l’amore di Dio per l’umanità
Chiaroveggente e profetico, l’amore è soprattutto rivelazione
“Il matrimonio è una cosa bellissima. C’è il sacramento che fa di due una cosa sola, ma c’è
anche la scelta personale di Dio.
Ecco la novità.
Cristo è in mezzo a loro,
è quello il mistero.”
Chiara Lubich
La famiglia dice, testimonia, annuncia
che il Vangelo è vita, si incarna nella storia del nostro tempo,
si personalizza e rivive tra quanti si amano e ciò “quasi senza avvedersene”,
nel senso che la vita parla da sola!
Dante ci dice che mentre Beatrice guardava Dio lui Lo vedeva in qualche modo
attraverso gli occhi di lei (cfr. Paradiso XXII 154, XXIII 22-27, XXXI 70 -72).
Nei coniugi l’uno attraverso l’altro guarda Cristo e l’altro, il proprio amato, il proprio amore, costituisce il dono della grazia.
Breve bibliografia
Claudio Giuliodori, La sposalità di Cristo e della Chiesa fondamento della vita nello Spirito in “Pietre Miliari”, Maria Teresa Zattoni – Gilberto Gillini, Ed. Ancora
Anselm Grün, Il matrimonio benedizione per una vita insieme Ed. Querinaria
Marko Ivan Rupnik, Adamo e il suo costato Ed. Lipa
Carlo Rocchetta, Teologia della famiglia – Fondamenti e prospettive EDB
Interventi magisteriali di Giovanni Paolo II:
- Familiaris Consortio (1981)
- Redemptoris custos (1989)