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L ATTESA SOTTO IL SOLE è stata lunga ed estenuante. Ma alla fine ne è valsa la pena: trenta persone dal campo di Monticchio 1 e del Globo, tra ospiti e volonta- ri, hanno potuto scoprire domenica 12 luglio i segreti della caserma di Coppito dell’Aquila, per tre giorni residenza dei grandi del G8 e delle loro delegazioni. Il programma, organiz- zato dalla Protezione civile nazionale, aveva come titolo “Porte aperte al G8”. Partenza alle 11 dal campo di Monticchio, percorso con un bus dell’Ama, poi in fila per un’ora davanti all’ingresso laterale della caser- ma della Guardia di Finanza. C’erano centinaia di persone, ad aspettare, curiose, il loro turno, supportate dal ristoro in bottigliette d’acqua degli alpini. Finalmente è toccato al gruppo di Monticchio 1, avere accesso alle “segrete stanze”. Ognuno con il suo passi al collo, divisi in due gruppi, anche la delegazione di residenti e volontari è entrata nella caserma. Con piccoli autobus mes- si a disposizione dalla Guardia di Finanza e con un graduato dell’esercito a bordo, è cominciato il giro tra gli stabili che compongono il quartier generale delle Fiamme gialle. pagina 2 Anche Monticchio va al vertice dei G8 Sensazioni a seguire Supplemento quindicinale di mag | zine, quotidiano online della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano S ono passati 3 mesi dal 6 aprile 2009, il gior- no in cui la vita di noi aquilani è cambiata per sem- pre. Ricordo ancora le emo- zioni che ho sentito nei gior- ni successivi. Siamo stati invasi da una miriade di gen- te che faceva parte di un’enti- tà, la Protezione Civile, a noi quasi totalmente estranea se non per conoscenza televisi- va. In pochissimo tempo ci hanno fornito tutto ciò di cui avevamo bisogno, creandoci una nuova realtà abitativa. La razionalità mi diceva che tutto questo era per noi, per me, la salvezza; ma in ognu- no ci sono sempre tante altre sfaccettature che non sempre la ragione riesce a spiegare. pagina 7 NIENTE VACANZE PER LA PROTEZIONE CIVILE di Stefano Maullu Assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia locale Regione Lombardia A nche durante i caldi mesi estivi l’attività nei Campi di Monticchio 1 e 2 e Paganica 5 non si fermerà. Regione Lom- bardia garantirà il perfetto funzionamento di tutti i servizi offerti fino ad ora e coloro che ne avranno bisogno potranno, in qualsiasi momento, conta- re sulla presenza, il sup- porto e il soccorso dei volontari e dei tecnici, solidi punti di riferimento in ogni occasione. La Protezione civile lombar- da vuole regalare a tutti i cittadini de L’Aquila che dovranno trascorrere l’estate nei Campi una vita il più possibile con- fortevole, che consenta un progressivo avvicina- mento alla normalità e alla quotidianità, pur nella consapevolezza che que- sto periodo della loro vita sarà difficilmente dimenti- cabile. Sono numerose le iniziative create con que- sto intento, soprattutto mirate a rafforzare unione e condivisione tra giovani e adulti, e attività educati- ve e formative che coin- volgono i bambini; grazie a tutto ciò i cittadini non saranno considerati come degli ospiti nei campi, ma diventeranno ne protago- nisti. pagina 6 I visitatori nel piazzale interno della scuola della Guardia di finanza n. 5 26 luglio 8 agosto 2009

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Quindicinale prodotto dalla Scuola di giornalismo dell'Università del Sacro Cuore di Milano e distribuito nelle tendopoli abruzzesi di Monticchio 1, Monticchio 2, Rocca di Mezzo, Paganica 5. Comunicazione pubblica in contesti di emergenza

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L ’ATTESA SOTTO IL SOLE è stata lunga ed estenuante. Ma alla fine ne è valsa la pena: trenta persone dal campo di

Monticchio 1 e del Globo, tra ospiti e volonta-ri, hanno potuto scoprire domenica 12 luglio i segreti della caserma di Coppito dell’Aquila, per tre giorni residenza dei grandi del G8 e delle loro delegazioni. Il programma, organiz-zato dalla Protezione civile nazionale, aveva come titolo “Porte aperte al G8”.

Partenza alle 11 dal campo di Monticchio, percorso con un bus dell’Ama, poi in fila per un’ora davanti all’ingresso laterale della caser-ma della Guardia di Finanza. C’erano centinaia

di persone, ad aspettare, curiose, il loro turno, supportate dal ristoro in bottigliette d’acqua degli alpini.

Finalmente è toccato al gruppo di Monticchio 1, avere accesso alle “segrete stanze”. Ognuno con il suo passi al collo, divisi in due gruppi, anche la delegazione di residenti e volontari è entrata nella caserma. Con piccoli autobus mes-si a disposizione dalla Guardia di Finanza e con un graduato dell’esercito a bordo, è cominciato il giro tra gli stabili che compongono il quartier generale delle Fiamme gialle.

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Anche Monticchio va al vertice dei G8

Sensazioni a seguire

Supplemento quindicinale di mag | zine, quotidiano online della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

S ono passati 3 mesi dal 6 aprile 2009, il gior-no in cui la vita di noi

aquilani è cambiata per sem-pre. Ricordo ancora le emo-zioni che ho sentito nei gior-ni successivi. Siamo stati invasi da una miriade di gen-

te che faceva parte di un’enti-tà, la Protezione Civile, a noi quasi totalmente estranea se non per conoscenza televisi-va. In pochissimo tempo ci hanno fornito tutto ciò di cui avevamo bisogno, creandoci una nuova realtà abitativa. La

razionalità mi diceva che tutto questo era per noi, per me, la salvezza; ma in ognu-no ci sono sempre tante altre sfaccettature che non sempre la ragione riesce a spiegare.

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NIENTE VACANZE PER LA PROTEZIONE CIVILE di Stefano Maullu Assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia locale Regione Lombardia

A nche durante i caldi mesi estivi l’attività

nei Campi di Monticchio 1 e 2 e Paganica 5 non si fermerà. Regione Lom-bardia garantirà il perfetto funzionamento di tutti i servizi offerti fino ad ora e coloro che ne avranno bisogno potranno, in qualsiasi momento, conta-re sulla presenza, il sup-porto e il soccorso dei volontari e dei tecnici, solidi punti di riferimento in ogni occasione. La Protezione civile lombar-da vuole regalare a tutti i cittadini de L’Aquila che dovranno trascorrere l’estate nei Campi una vita il più possibile con-fortevole, che consenta un progressivo avvicina-mento alla normalità e alla quotidianità, pur nella consapevolezza che que-sto periodo della loro vita sarà difficilmente dimenti-cabile. Sono numerose le iniziative create con que-sto intento, soprattutto mirate a rafforzare unione e condivisione tra giovani e adulti, e attività educati-ve e formative che coin-volgono i bambini; grazie a tutto ciò i cittadini non saranno considerati come degli ospiti nei campi, ma diventeranno ne protago-nisti.

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I visitatori nel piazzale interno della scuola della Guardia di finanza

n. 5 26 luglio 8 agosto 2009

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L A PRIMA VISITA è al la “residenza” di Nicholas Sarkozy: l’edificio è quello più a nord, tra

gli altri destinati alle delegazioni, e si chiama “Milano”. A ogni palazzina desti-nata a ospitare capi di Stato e di governo insieme alla squadra di consiglieri, colla-boratori e assistenti è stato infatti dato il nome di una città d’arte italiana.

L’arredamento degli interni è sobrio, essenziale ma confortevole, adatto alle esigenze di un capo di Stato. Non molto diverso –s olo un po’ più grande – l’ap-partamento di Silvio Berlusconi: l’unica differenza è un grande specchio che troneggia nella sala d’aspetto, sui cui i visitatori concentrano i flash delle loro macchine digitali. L’edificio dove è ospi-tata questa suite si chiama “Roma Building” e al quarto piano si trova l’ap-partamento destinato al presidente degli Stati Uniti: il più grande di tutti, ha anche una sala lettura e una piccola palestra dove Barack Obama si è allenato prima degli incontri con gli altri capi di Stato, e un canestro all’esterno per fare qualche tiro a basket. Secondo il protocollo, in-fatti, il presidente degli Stati Uniti risiede nello stesso edificio del capo di governo del Paese che ospita il G8.

La visita prosegue verso l’edificio de-stinato agli incontri politici tra i leader del G8: una grande struttura con all’in-gresso le due statue fortemente volute da Berlusconi e prelevate dal Museo Civico di Roma, la sala d’aspetto per gli staff della sicurezza, la sala dei briefing, dove sedevano i leader e gli sherpa diplomati-ci, la sala da pranzo. Nel percorso non poteva mancare una puntata al museo “L’Aquila bella mai non po’ perire”, dove sono stati portati in mostra i capo-lavori delle chiese de L’Aquila e provin-cia scampati al terremoto e già sottoposti a restauro sotto gli occhi dei visitatori. Si tratta della prima mostra allestita dopo il terremoto del 6 aprile e cade a 60 anni dalla nascita del Museo nazionale d’A-bruzzo. Quattro le sezioni della mostra (storia della città e del territorio, antolo-gia delle opere recuperate, istituti italiani di restauro, i 45 monumenti tra chiese e palazzi nella lista delle speciali emergen-ze. Tra le opere esposte, la Madonna delle Grazie di Onna, scultura lignea policroma del XV secolo salvatasi mira-colosamente. Nello stesso museo trova-vano posto degli esemplari preziosissimi del Codice da Vinci di Leonardo e tutti i prodotti dell’artigianato abruzzese, dalla ceramica alla lavorazione dell’oro in fili-grana, dai prodotti tessili al ricamo al

Al G8 ci vengo anch’io: cronaca della visita alla caserma di Coppito

tombolo. C’era perfino un esemplare degli strumenti di calcolo per gli esperi-menti del laboratorio di fisica nucleare che risiede all’interno del Gran Sasso, e altri esempi di eccellenza italiana: occhia-li, abiti, auto, moto. La più fotografata: una Aprilia a edizione limitata firmata Silvio Berlusconi.

A completare la visita, le due tappe più forti. La prima: la sala delle conferenze stampa del G8, bianca e azzurra, a pianta ovale, con scenografia panoramica del massiccio del Gran Sasso; qui sedevano tutti i leader dei paesi presenti al summit (il cosiddetto G14) in seduta plenaria. La seconda: quella ai padiglioni sul sisma che, oltre ad illustrare ai visitatori le nuo-ve e future tecniche di costruzione degli edifici secondo regole antisismiche, per-mettevano di simulare, su una speciale pedana, il terremoto dello scorso 6 aprile per 15 intrepidi visitatori alla volta. L’u-nico momento della gita per il quale gli aquilani non hanno mostrato (e come dare loro torto?) un grande entusiasmo.

Laura Silvia Battaglia

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Tra le specialità dell’Abruzzo erano espo-sti anche esemplari provenienti dall’Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso, il più grande centro di ricerca sotterraneo al mondo dedicato all’astrofisica delle particel-le elementari. Nella foto, il telescopio di raggi cosmici portatile, che permette di visualizza-re la traiettoria delle particelle cosmiche che continuamente piovono sulla Terra dallo spazio.

A mostrare la tecnica del tombolo aquila-no, oltre alle teche contenenti preziosi tessu-ti decorati, era presente anche una “delegazione” di artiste in questa particolare tecnica. La sua nascita viene fatta risalire intorno al XV secolo. La caratteristica del tombolo aquilano è che viene prodotto tutto di un pezzo senza mai ritornare sul lavoro già fatto; viene lavorato con filato molto sottile di lino o di seta.

Una sezione del museo sulle eccellenze artistiche, tecniche e culturali italiane era dedicata all’Abruzzo. In alcune teche di vetro erano in mostra anche le “sciacquajie”, grandi orecchini a forma di navicelle o a cerchio semilunato realizzati in lamina deco-rata e oro a basso titolo. La particolarità è data da elementi decorativi con pendagli scintillanti come sonagli all’interno della mezzaluna.

La mostra sulle eccellenze dell’Italia e dell’Abruzzo

Davanti agli occhi dei visitatori anche il restauro delle opere d’arte recuperate dalle chiede dei comuni colpiti dal sisma del 6 aprile. Due le organizzazioni presenti (l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma e l’Opificio delle pietre dure di Firenze), che hanno lavorato mo-strando alcune fasi degli interventi.

Tra gli allestimenti anche uno sulla rico-struzione. Nella foto il plastico con simulato-re sismico che mostra la diversa reazione e resistenza dei palazzi costruiti secondo le vigenti norme anti sismiche e quelli con il sistema di assorbimento delle scosse (con il tetto rosso),, in costruzione nell’ambito del progetto C.A.S.E.

Forse è tra le eredità più importanti del G8 all’Aquila la targa svelata dai capi di Sta-to e di governo nella piazza della scuola della Guardia di finanza di Coppito che ricor-da il giorno del sisma.

U NO SPAZIO DEDICATO ALLE BELLEZZE DELL’ITALIA a 360 gradi: è quello allestito nell’area “Magic Italy”, dal nome della campagna di lancio del turismo in Italia, e

vetrina delle peculiarità dell’Abruzzo e in generale dell’intera penisola. Oltre alla sala con le eccellenze italiane (dagli abiti d’epoca del XVII secolo alla tecnica della Vespa e della 500) e abruzzesi (nelle foto), uno spazio speciale è quello della mostra “L’Aquila bella mai non po’ perire”. Il nome viene da un’ottava del “Cantare” di un anonimo aquilano del XV secolo. Divisa in quattro sezioni, è stata allestita con la consapevolezza che non basterà restituire ai luoghi l’antico aspetto senza recuperare, allo stesso tempo, una solida coscienza identitaria. L’esposizione ha raccolto circa ottanta opere tra olii, tempere, sculture in legno, in pietra, in terracotta, documenti antichi, mappe, fotografie, pannelli, filmati, che testimoniano il percorso dell’arte aquilana,

le sue peculiarità, i capolavori che sono rimasti intatti all’indo-mani del terremoto. La quarta sezione è quella forse più ambi-ziosa, perché illustra i 45 monumenti dell’Aquila e del suo terri-torio inseriti dal governo nella cosiddetta “lista di nozze” con l’auspicio che gli Stati e le fondazioni vogliano “adottarli”. L’e-lenco dei monumenti da salvare è stato stilato sulla base di crite-ri come l’entità del danno, la rilevanza storico-architettonica e religiosa, il valore civico del monumento colpito (per esempio, il Palazzo e la Torre del Municipio, il Palazzo della Biblioteca Provinciale, Palazzo Carli, sede del Rettorato dell’Università dell’Aquila), la possibilità di sperimentare nuove modalità d’in-tervento nella soluzione di casi di particolare difficoltà, come la cupola della chiesa del Suffragio ormai simbolo della città mar-toriata dal terremoto del 6 aprile 2009.

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Paganica 5, il bilancio dei residenti sui primi due mesi di vita del campo

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La biblioteca di San Giustino L ’11 LUGLIO 2009 È STATA INAUGURATA la biblioteca

del campo Paganica 5. Creata dall’impegno e dalla tenacia di alcuni componenti del campo, che con il

loro entusiasmo sono riusciti a farsi seguire nell’impresa da alcuni volontari del comune di Nave, in provincia di Brescia. L’ennesima testimonianza che ci può, anzi ci deve essere, nor-malità anche in una città di stoffe. La struttura non vanta titoli altisonanti o volumi pregiati, ma è comunque considerata dai giovani e meno giovani che la frequentano come la favolosa Biblioteca tolemaica di Alessandria. Dimostrando che, come dice Fuller, «gli uomini, non le case, fanno la città».

Noemi Tazzi

A ORMAI OLTRE DUE MESI dalla sua “fondazione” il campo di Paganica 5 – ribattezzato imme-

diatamente “San Giustino” – appare agli occhi dei suoi ospiti e dei volontari di Protezione Civile sempre più come il paese che l’evento del 6 aprile 2009 ha tolto ai residenti di Paganica.

Il livello raggiunto si deve al lavoro svolto dai capi campo che si sono via via succeduti nella gestione di “San Giusti-no”, persone di grande professionalità, ricche di valori morali, che hanno per-messo all’insediamento di svilupparsi in maniera ottimale e completa.

Per questo motivo il campo non appa-re come uno sterile ed asettico agglome-

rato di tende, ma risalta per gli abbelli-menti e i servizi che sono stati installati all’interno di esso dai volontari delle varie province lombarde.

L’opera dei delegati della Protezione Civile Lombardia non si è limitata a una semplice offerta di servizio, ma è arrivata a coinvolgere la popolazione che, con suoi rappresentanti, ha potuto dare voce alle proprie richieste e apportare un con-tributo notevole nella crescita di Pagani-ca 5. Ed è grazie a questa collaborazione attiva tra Protezione Civile e residenti che “San Giustino” può vantare la mi-gliore integrazione tra culture e può esse-re preso per esempio per il miglioramen-to degli altri campi.

Certo non è tutto rose e fiori: la perfe-zione non è ancora raggiunta! Nei giorni del 16 e 17 luglio, quando tutta l’Italia è stata stretta nella morsa del grande caldo, nel campo si è sentita forte la mancanza di un punto medico avanzato per le e-mergenze sanitarie. Una carenza, questa, più volte sottolineata dalla popolazione e dagli stessi responsabili della Protezione Civile che hanno avuto la gestione del campo.

Nonostante questa piccola mancanza Paganica 5 risulta essere uno dei campi più vivibili e meglio attrezzati tra quelli della città dell’Aquila, grazie alle strutture presenti ed allo spirito positivo della popolazione e dei volontari. Anche se di breve vita, “San Giustino” rimarrà la casa nel cuore di molti.

Filippo Casella

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Le squadre in campo per le attività sociali

N ELL’OTTICA DI RIPORTARE alla normalità la vita dei residenti di Paganica 5 sono state intra-

prese nel corso dei mesi molte iniziative. E così all’iniziale impegno dei volontari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano si sono aggiunte man mano vari movimenti.

A oggi l’offerta formativa e di svago all’interno del campo è portata avanti da realtà ben radicate della cultura italiana, diverse per formazione ma simili per volontariato e solidarietà.

Gli operatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano hanno im-piantato una ludoteca all’interno di Paga-nica 5 - San Giustino e con il loro lavoro valido e qualificato fanno si che i giovani ospiti possano avere giornalmente mol-teplici attività di svago e di apprendi-mento. In questo lavoro di formazione

gli operatori vengono supportati adegua-tamente dai volontari del CONI, che seguono la parte sportiva del percorso educativo programmato dall’equipe pre-sente al campo.

I volontari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia organizzano atti-vità per la fascia di età che va da uno a cinque anni. Anche in questo caso è stata aperta una ludoteca, ribattezzata in ono-re della città “Aquilandia”. Le competen-ze e gli strumenti formativi in possesso degli operatori vengono messi a disposi-zione per la crescita dei piccoli ospiti di San Giustino e sono di supporto ai geni-tori per la normalizzazione della situazio-ne.

I ragazzi della Caritas – delegazioni Lombardia e Sicilia – danno una mano in campo sociale, preoccupandosi di quan-to giornalmente serve ai residenti del campo. Grazie ad un impegno continuo la popolazione civile ha la possibilità concreta di risolvere problemi burocrati-ci e presenziare a visite mediche con i mezzi di trasporto messi a disposizione dalle due delegazioni presenti. Non va dimenticato che durante le serate d’ani-mazione i giovani del movimento danno un apporto notevole per partecipazione e coinvolgimento.

E infine, solo per ordine di arrivo, ci sono i ragazzi dell’AGESCI e gli adulti del MASCI che si occuperanno delle attività di intrattenimento, offrendo la loro esperienza per animare la vita del campo Paganica 5 - San Giustino, sia durante le ore pomeridiane che serali, riempiendo di allegria e vitalità il campo. Si aspetta con interesse e curiosità quan-to verrà proposto dal loro ingegno e dalle loro conoscenze.

Le persone che rappresentano questi movimenti – spontanei od organizzati –

Clown Vip a Monticchio

H ANNO STRANI NOMI: La Clo-tilde, il Globulino, Oplà, A-ster, Violix. Sono clown e la

cosa più strana è che, tra loro, si cono-scono e si chiamano solo con il loro nome (da clown). A Monticchio sono arrivati sabato 11 luglio e subito, tra i bambini, c’è stato grande divertimento.

Tanti giochi collettivi, risate, giocolerie, gag, trucchi e magie per divertirsi insie-me. Ma soprattutto per pensare in positi-vo. In questo, i clown dell’associazione nazionale Vip (Viviamo in positivo) di

Torino sono veramente speciali: questi signori con i nasi rossi e i sorrisi perenni sono volontari che danno sostegno psi-cologico attraverso la clownterapia in tutta Italia. «Siamo presenti in 35 città – ci dice La Clotilde (questo il nome d’arte di uno di loro, volontaria di Perugia), – e diamo sostegno con le nostre risate ai disabili, agli anziani e ai bambini». Dal 6 aprile della “botta”, un fine settimana al mese, i volontari di tutta Italia si danno il cambio per far divertire i bimbi delle tendopoli d’Abruzzo. Dall’Umbria, dal

Piemonte, dalla Lombardia, dalla Tosca-na arrivano qui e fanno il giro di almeno tre campi al giorno. Ma cosa fanno i clown appena arrivano al campo? La Clotilde: «Di solito gonfiamo i pallonci-ni, cantiamo le canzoni. I bambini di Monticchio sono molto simpatici: li ab-biamo truccati, erano tutti contenti». «Ci farebbe piacere – prosegue La Clotilde – creare una sede Vip in Abruzzo. A set-tembre siamo pronti a fare partire un corso a L’Aquila per clown volontari».

Laura Silvia Battaglia

ADORO L’AQUILA Siamo terremotati. A chi lo dici? Ognuno pensa agli affari propri… Sono tempi duri… Il rapporto fra la gente ormai è basa-to sull’interesse. Tutto di corsa… La gente è indecisa, si legge sul loro viso. Buongiorno! Qualcuno ti risponde, qualcuno fa finta di non averti sentito e balbetta sottovoce camminando. Che si fa in questo caso? Come ci si deve comportare? Come riprendere il lavoro? Come affrontare le spese quotidia-ne? Sono tutte domande che la gente si pone ogni minuto. Bisogna sperare!!! Bisogna credere in Dio!!! Bisogna pensare che ai tempi di Ada-mo ed Eva non c’erano fabbriche. Siamo cresciuti in mezzo al progres-so, eppure nell’antichità si viveva lo stesso. Ce la faremo??? Siamo gente dura, d’acciaio!!! Tutto questo farà parte del passato storico, lo racconteremo ai nostri discendenti. Adoro L’Aquila.

Ahmed Lafsahi italo-marocchino

sono un tassello importante nella vita del campo e donano il sorriso e la gioia a chi, dopo il sei aprile, ha perso molto o tutto.

Filippo Casella

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si sia svolto nel migliore dei modi. Come già si sa si è scelto di tenere il vertice in Abruzzo per dimostrare solidarietà e comprensione alla popolazione colpita dal sisma, e questa si è rivelata soprattut-to un’occasione per far conoscere questa terra a tutto il mondo, per creare mo-menti di dialogo, di relazione e di contat-to che rendono sempre più concreto uno sguardo positivo verso il futuro. Sono contento del contributo dato da ognuno affinché fossero garantite sempre sicu-rezza e presenza attenta durante ogni appuntamento ed evento di quei giorni.

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P ROSEGUE, PER ESEMPIO, il campo estivo “R-Estate insie-me” (promosso dall’Università

Cattolica del Sacro Cuore di Milano) dedicato a bambini e ragazzi, con lo sco-po di far esprimere ai più piccoli il loro stato d’animo attraverso lo sviluppo di un linguaggio artistico - creativo e di favorire l’instaurazione di nuovi legami e lo spirito di collaborazione con attività ludico-sportive.

Sempre nel periodo estivo avranno avvio anche progetti concreti legati alle strutture scolastiche, come la posa di una scuola provvisoria (a Paganica) accompa-gnata da presidi sanitari atti ad accogliere ambulatori medici di base, la nuova resi-denza universitaria (a Coppito) e l’asilo nido.

Tutto questo sarà possibile anche gra-zie all’impegno degli operatori della pro-tezione civile che ancora una volta vo-glio ringraziare per l’umanità, la volontà e la dedizione sino ad ora dimostrate, certo che saranno a fianco dei fratelli abruzzesi per tutto il periodo che sarà necessario per un pieno ritorno a una vita normale e serena.

Volgendo un pensiero alle importanti e significative giornate del G8 appena svoltosi, nei giorni 8, 9 e 10 luglio, sono lieto di aver potuto constatare che tutto

MARIO FERRARA — STORIA DI UN VOLONTARIO Alle 13 del 7 aprile ero a Monticchio 1, insieme alla mia squadra di volontari della Provincia di Milano, per allestire il campo. Da Agrate eravamo partiti in 35, la squadra di Bellinzago Lombardo del Com 18 della Lom-bardia, e in 35 siamo rimasti fino al giorno di Pasqua. Quando siamo arrivati ci siamo messi all’opera per monta-re le tende: si riempivano a mano a mano che erano complete, perché la gente era in attesa di un rifugio dopo esser stati cacciati di casa dal terremoto. Molti erano ancora in pigiama o in vestaglia. Quello che più mi colpì fu il dolore composto dei terremotati: si abbracciavano nelle tende e piangevano sotto voce, come per non disturbare chi era accanto a loro. Nella tenda a fianco alla mia avevo poi un volontario parti-colare, Giancarlo Moscio, detto Tom Tom perché è l’unico terremotato aderente a un’organizzazione di Prote-zione civile a Monticchio, e quindi autorizzato a entrare con noi nelle aree ad accesso limitato. E poi ci poteva guidare a occhi chiusi in un territorio per noi nuovo. Oltre che a Monticchio 1, con la mia squadra abbiamo lavorato anche all’altra area di accoglienza del paese,

quella allestito nel campo sportivo di Monticchio. Lì ci siamo occupati del vettovagliamento e di tutti i servizi, dalle pulizie dei bagni alla cucina. Insomma, tutto quello che c’era da fare. E accanto a noi avevamo i residenti di Monticchio 2, gente sempre molto disponibile a turnare con noi e collaborare, fianco a fianco, nella gestione delle funzioni del campo. Ogni due ore si davano il cambio, dalla mattina alla sera, per la cucina e non solo. Nonostante il dolore, quello che ho trovato all’Aquila non è stata rassegnazione. Certo, c’era malumore, ma anche una forza e una determinazione data da uno strettissimo legame col territorio. A smorzare l’inquietudine c’erano però i bambini, allegrissimi nonostan-te la paura incontrollabile quando la terra tornava a tremare. Mi ha colpito la loro forza, e quella dei loro genitori. Tenaci, orgogliosi, che non si rassegnano. E che mi hanno permesso di essere accanto a loro anche nel momento della festa, per il battesimo di un bimbo. Dopo quei dieci giorni sono tornato a Monticchio 2 dal 4 all’11 luglio, e ho trovato altri umori tra la gente, soprattutto il desiderio di essere ottimisti. C’era gente che tornava dal lavoro alle 2 di notte, altri che invece uscivano alle 4.30 per lo stesso motivo. Il morale, insomma, mi è sembrato più alto, ma soprattutto sempre contraddistinto da una grande dignità. E alla fine del nostro turno non è man-cata una festa a base di arrosticini e vino tutta per noi volontari della Provincia di Milano: «Ci avete serviti per una settimana – spiegava-no i residenti – e adesso vi serviamo noi».

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La Protezione civile non va in vacanza

VIA DA MONTICCHIO1 IL PMA E LA FARMACIA Il servizio sanitario della Asl dell’Aquila riprende a funzionare e per questo il gruppo di intervento medico chirurgico e ospedale da campo della fondazione Ana ha smantellato il Posto medico avanzato (Pma) del campo Monticchio 1. «Andare via da qui ci toglie il piacere di rimanere accanto alla popolazione — ha detto il dottor Ugolino Ugolini, direttore operativo del gruppo di intervento medico chirurgico - ma solo così diamo la possibilità di tornare alla normalità, che è fatta di routine e anche di attese per una visita medica».Quella in cui si trova-no adesso gli aquilani è la fase intermedia tra l’emergenza vera e propria e la com-pleta stabilizzazione: «Il servizio sanitario — ha spiegato il dottor Ugolini — ha recu-perato il suo ruolo, continuare a essere presenti ci avrebbe resi marginalmente superflui». Il Pma ha assistito tra le 700 e le 800 persone, in maggior parte non gravi (meno di una decina i casi ospedalizzati) con equipe di due medici di varie specialità coadiuvati da due infermieri e due logisti, coinvolgendo complessivamente oltre 50 volontari provenienti da tutta Italia.

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A LLORA QUELLA CONSISTENTE dose di orgoglio che non sape-vo di avere mi ha creato molte

difficoltà. Mi sentivo come se mi stesse-ro facendo l’elemosina e mi ritrovavo in uno stato quasi di rifiuto nei confronti di tutta quella gentilezza, di tutto quell’aiuto che mi veniva offerto gratuitamente. Ho iniziato nel mio piccolo, a rendermi utile in qualche modo per sentirmi un pochi-no più alla pari di questo colosso chia-mato Protezione Civile, e per poter usu-fruire di quello che mi veniva dato con maggior dignità. Questo mi ha permesso di andare oltre ciò che per me rappresen-tava questa organizzazione e ho potuto conoscere delle persone vere in carne ed ossa.

Ho conosciuto uomini e donne come me, che avevano un vissuto, una fami-glia, una quotidianità, fatta di gioie, di difficoltà che ci accomunano tutti. Con loro ho riso, ho scherzato, ho pianto, ho aperto il mio mondo e loro hanno fatto lo stesso con me. Non riesco a non pen-

sare che sono tutti delle persone speciali, e mi riempie di profonda gioia aver avu-to la possibilità di arricchire la mia perso-na della loro conoscenza. Fanno parte della mia vita e nessuno potrà mai pri-varmi di quello che mi hanno dato i loro occhi, i loro sorrisi! Mi sento estrema-mente fortunata per tutto questo, ma mi chiedo se veramente sono degna di meri-tarlo. A volte penso che forse al loro posto, davanti ad una calamità del gene-re, mi sarei limitata a mostrare solidarietà dal divano di casa mia e se mi si fosse presentata l’occasione di fare qualcosa di concreto, avrei detto «ho tanti problemi io!». Mi rimane sempre il dubbio e mi chiedo se quel forse sarà in grado di tranquillizzare la mia coscienza.

Nel dubbio, invece di piangermi ad-dosso, preferisco continuare a meravi-gliarmi di quanta gente speciale sono riuscita a conoscere e a ringraziarli per avermi dato la possibilità di tornare vera-mente a sorridere.

Angela Archelao

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Angela, nel mio piccolo accanto al colosso della Protezione civile

Inaugurato il rifugio Unicatt

C ON UNA CERIMONIA degna delle inaugurazioni ufficiali, venerdì 17 luglio i volontari di

San Fermo della Battaglia, in provincia di Como, hanno consegnato le chiavi del rifugio Unicatt ai bambini del campo di Monticchio 1. I volontari hanno realizza-to la casetta nell’area verde del campo e i bambini hanno ricambiato presentando il loro plastico per la ricostruzione di Monticchio, realizzato insieme alla squa-dra del progetto scuola dell’Università Cattolica di Milano.

IL QUADRIFOGLIO DELLA SPERANZA Io figlia, io moglie, io madre, io capo scout, l’agenda piena: incontri, scuola, famiglia, la spesa al supermercato, i panni da stirare, le riunioni di lavoro, gli staff di comunità capi… e una man-ciata di secondi. Pochi secondi per cancellare orari e date, appuntanti di-sordinatamente su un calendario fermo al 6 aprile 2009. Pochi secondi bastati a far crollare i campanili che segnano il confine tra terra e cielo e svaniscono le certezze che ti hanno portato ad oggi. Non più figlia, perché tua madre la porteranno sulla costa; non più moglie perché non hai più il tuo focolare; non più madre perché affidi tua figlia a chi sai che l’ama quanto te; non più capo scout perché non hai più una comuni-tà. Prendi tra le mani schede nominati-ve pregando di scrivervi sopra l’ennesi-mo “ok”, sperando di non sentirti dire che hai perso un bimbo, un ragazzo che il Signore ti aveva affidato. Crolla-no i contorni della tua vita e resti con l’essenziale: Dio. Gli chiedi il perché, ma il perché lo sai. Sai che “il Signore non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande” e comprendi che a ognu-no di noi è chiesto di dare in misura a quel che può donare; così prendi il coraggio di mettere il naso fuori da quel cortile che, per alcuni giorni spet-trali, ti ha protetto da una realtà che ancora oggi fai fatica ad accettare. E scopri che gli angeli non hanno ali, aureole e lunghe toghe bianche, ma sono come te, vestiti di tute brillanti e rifrangenti o semplicemente di blu. Ti vengono incontro e nei loro occhi leggi la gioia di dare, avverti la pacca sulla spalla; capisci allora che, se anche le mura della tua città sono crollate se ne stanno alzando altre, più forti e sicure, costruite da piccoli e grandi gesti. Grazie a voi tutti, a tutti quei volti che sono diventati mano a mano quotidiani come quello del panettiere di qualche settimana prima, ma grazie soprattutto agli angeli nascosti, volti che hanno dato in disparte, a chi ti vedeva passare da dietro un pc e dentro una tenda sempre in ombra, e che ce l’ha messa tutta gridandoti “Buongiorno!”, per augurarti davvero un buongiorno. Ricostruiamo città e paesi e ci ritrove-remo ancora su questo immenso piaz-zale, che quel giorno ci diede riparo, per andare a vedere un film in un nor-male pomeriggio d’inverno. Sarà allora che stringerò nel cuore quel quadrifo-glio forte e determinato spuntato sull’a-sfalto in piazza della Speranza.

Sabrina Ciabini

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LA REDAZIONE Tendopolis è un supplemento di mag|zine, quotidiano online della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. via Sant’Agnese 2 20123 - Milano tel. 02 72342802 fax 02 72342881 Progetto realizzato da: Regione Lom-bardia, Scuola Superiore di Protezio-ne Civile- Iref, Almed. Hanno lavorato a questo numero: Stefano Maullu, Marco Lombardi, Matteo Scanni, Ornella Sinigaglia, Laura Silvia Battaglia, Angela Arche-lao, Sabrina Ciabini, Ahmed Lafsa-hi, Noemi Tazzi, Filippo Casella. Tendopolis è distribuito nei campi di: Monticchio 1, Monticchio 2, Paganica 5. Per collaborare: [email protected] Tendopolis è online: http://issuu.com/magzine/docs/

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NICODEMO ARRIZZA Perito Industriale. Coor-dinatore e docente dei corsi regionali per tecni-ci di protezione civile al Centro Ricerche del-l’UE a Ispra, dal 2003 è responsabile della ge-stione dei “Pronto Inter-venti” su tutto il territo-rio regionale.

ANTONELLA BELLONI Laureata in Architettura. Esperta in analisi dei rischi naturali, cura, attraverso la Scuola Su-periore di Protezione civile, la formazione dei tecnici e degli operatori e promuove iniziative di comunicazione per la diffusione della cultura di protezione civile.

I NUOVI CAPI MISSIONE

Un collegamento diventato festa

D OVEVA ESSERE UN COLLEGAMENTO con il Gran galà del coordinamento del volontariato di Sesto Calende, comune in provincia di Varese, quello in pro-gramma lo scorso martedì 14 luglio. Poi problemi tecnici hanno impedito di

far comunicare, come in un vero collegamento televisivo, la piazza di Monticchio 1 con quella del comune lombardo, dal quale provenivano i volontari del Parco Ticino di turno per quella settimana. Era previsto, infatti, che i bambini di Monticchio e i bambi-ni di Sesto Calende si scambiassero testimonianze con canzoni, balli e favole. A pren-dere in mano la situazione è stato il vice capo missione, Cristiano Cozzi, che insieme alla musica del dj e proprietario della discoteca Frida ha animato la serata creando una vera e propria discoteca all’aperto dove bambini e adulti hanno ballato insieme ai vo-lontari. Condoglianze

T UTTE LE SQUADRE dei volontari dei campi di Monticchio 1, Monticchio 2 e Paganica 5 si

stringono attorno alla famiglia e agli amici di Rodolfo Marucci, di Montic-chio, mancato all’affetto dei suoi cari.

I funerali sono stati celebrati da don Cesare nella chiesa del campo di Montic-chio 1 sabato 11 luglio.

INFORMAZIONI UTILI SU AGIBILITÀ E CONTRIBUTI Il Comune dell’Aquila ha pubblicato i moduli per la richiesta di contributi per la riparazione con miglioramento sismico e la ricostruzione di immobili adibiti ad abitazione principale e non dichiarati inagibili, per gli immobili a uso non abitativo distrutti, per l’acquisto di unità immobiliare sostitutiva di quella principale distrutta e per la riparazione con miglioramento sismico e la ricostruzione di parti comuni dell’edificio distrutte, e i moduli per le attività produttive ed economiche. Tutti i moduli sono a disposizione all’Info point del campo Monticchio 1, dove potete anche consultare gli elenchi delle agibilità e dei contributi per sistemazione autonoma.