Temporale di 20 giovanni pascoli

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Analisi del testo: "Temporale" di Giovanni Pascoli Testo dell'opera 1. Un bubbolìo lontano… 2. Rosseggia l’orizzonte, 3. come affocato, a mare: 4. nero di pece, a monte, 5. stracci di nubi chiare: 6. tra il nero un casolare: 7. un’ala di gabbiano. Parafrasi affiancata 1. Il brontolio di un tuono in lontananza annuncia un temporale… 2. L’orizzonte si colora di rosso, 3. come se fosse infuocato, verso il mare. 4. Verso il monte il cielo è nero come la pece. 5. Vi sono nuvole chiare a sprazzi: 6. nel nero del temporale si distingue una casa bianca, 7. che spicca come un’ala di gabbiano. Parafrasi discorsiva Il brontolio di un tuono in lontananza annuncia un temporale… L’orizzonte si colora di rosso, come se fosse infuocato, verso il mare. Verso il monte il cielo è nero come la pece. Vi sono nuvole chiare a sprazzi: nel nero del temporale si distingue una casa bianca, che spicca come un’ala di gabbiano. Figure retoriche Allitterazione della “o”: vv. 1-4: “Un bubboo lontano…/ Rosseggia l’orizzonte,/ come affocato, a mare:/ nero di pece, a monte”; Analogia vv. 6-7: “tra il nero di un casolare:/ un’ala di gabbiano”; Metafora v. 4: “nero di pece”; v. 5: “stracci di nubi chiare”; Onomatopea v. 1: “bubbolìo”. Commento La poesia Temporale è un esempio suggestivo della tecnica impressionistica molto frequente nelle poesie di Pascoli e fa parte della terza edizione della raccolta Myricae. L’intera raccolta deve il titolo ad un verso delle Bucoliche del poeta latino Virgilio: «iuvant arbusta humilesque myricae.», ossia, «piacciono gli alberi e le umili tamerici». Con questo titolo Pascoli vuole introdurci subito al tono semplice delle sue liriche, alla quotidianità dei temi in esse affrontate. In Myricae viene raccontata la vita agreste in tutte le sue sfaccettature, ma dietro ad ogni figura bucolica ritroviamo le inquietudini del poeta, il senso di precarietà dell’esistenza e il dramma della morte. Tornando alla lirica in questione, questa si apre con un termine onomatopeico che sembra introdurre ciò che verrà dopo: si tratta del brontolio del tuono ed anche del nome di un uccello. Il nome di bubbolo è stato dato a quest’uccello a cagione del grido che manda in primavera. Stando nascosto dietro gli alberi continuamente ripete bu, bu, bu, bu, con voce sonora e forte di modo che ne risuona la campagna.1 L’uso delle onomatopee è una peculiarità del linguaggio del fanciullino, definito dal Contini “pre-grammaticale”, del fanciullino. Il poeta usa un linguaggio che va al di là delle codificazioni e delle norme linguistiche e usa espressioni che non hanno valore semantico (di significato), ma fonosimbolico. Vi è un vero e proprio processo di attraversamento delle parole. Nel primo verso il poeta introduce un’impressione acustica (il tuono), alla quale fanno seguito impressioni di carattere visivo-cromatico che, nel finale, lasciano lo spazio al simbolismo. Per Pascoli, che si riallaccia ai simbolisti francesi, il poeta deve cogliere l’essenza delle cose, il loro mistero e deve aiutare a decodificare i simboli. Il temporale notturno di cui si parla nella poesia non è un fenomeno atmosferico, rappresentato attraverso immagini e suoni, come potrebbe sembrare a una prima lettura disattenta, ma un fenomeno introiettivo: è sì un temporale, ma dell’anima. In questa poesia, infatti, vi è tutta l’esistenza del poeta: il nero della tempesta rappresenta la sua vita, funestata dai lutti, e l’ala di gabbiano il nido in cui rifugiarsi per tentare di sopravvivere.

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Analisi del testo: "Temporale" di Giovanni PascoliTesto dell'opera

1. Un bubbolìo lontano…2. Rosseggia l’orizzonte,3. come affocato, a mare:4. nero di pece, a monte,5. stracci di nubi chiare:6. tra il nero un casolare:

7. un’ala di gabbiano.Parafrasi affiancata1. Il brontolio di un tuono in lontananza annuncia un temporale…2. L’orizzonte si colora di rosso, 3. come se fosse infuocato, verso il mare. 4. Verso il monte il cielo è nero come la pece. 5. Vi sono nuvole chiare a sprazzi: 6. nel nero del temporale si distingue una casa bianca, 7. che spicca come un’ala di gabbiano.Parafrasi discorsivaIl brontolio di un tuono in lontananza annuncia un temporale…L’orizzonte si colora di rosso, come se fosse infuocato, verso il mare. Verso il monte il cielo è nero come la pece. Vi sono nuvole chiare a sprazzi: nel nero del temporale si distingue una casa bianca, che spicca come un’ala di gabbiano.Figure retoriche

Allitterazione della “o”: vv. 1-4: “Un bubbolìo lontano…/ Rosseggia l’orizzonte,/ come affocato, a mare:/ nero di pece, a monte”;

Analogia vv. 6-7: “tra il nero di un casolare:/ un’ala di gabbiano”; Metafora v. 4: “nero di pece”; v. 5: “stracci di nubi chiare”; Onomatopea v. 1: “bubbolìo”.

CommentoLa poesia Temporale è un esempio suggestivo della tecnica impressionistica molto frequente nelle poesie di Pascoli e fa parte della terza edizione della raccolta Myricae. L’intera raccolta deve il titolo ad un verso delle Bucoliche del poeta latino Virgilio: «iuvant arbusta humilesque myricae.», ossia, «piacciono gli alberi e le umili tamerici». Con questo titolo Pascoli vuole introdurci subito al tono semplice delle sue liriche, alla quotidianità dei temi in esse affrontate. In Myricae viene raccontata la vita agreste in tutte le sue sfaccettature, ma dietro ad ogni figura bucolica ritroviamo le inquietudini del poeta, il senso di precarietà dell’esistenza e il dramma della morte.Tornando alla lirica in questione, questa si apre con un termine onomatopeico che sembra introdurre ciò che verrà dopo: si tratta del brontolio del tuono ed anche del nome di un uccello.Il nome di bubbolo è stato dato a quest’uccello a cagione del grido che manda in primavera. Stando nascosto dietro gli alberi continuamente ripete bu, bu, bu, bu, con voce sonora e forte di modo che ne risuona la campagna.1L’uso delle onomatopee è una peculiarità del linguaggio del fanciullino, definito dal Contini “pre-grammaticale”, del fanciullino. Il poeta usa un linguaggio che va al di là delle codificazioni e delle norme linguistiche e usa espressioni che non hanno valore semantico (di significato), ma fonosimbolico. Vi è un vero e proprio processo di attraversamento delle parole.Nel primo verso il poeta introduce un’impressione acustica (il tuono), alla quale fanno seguito impressioni di carattere visivo-cromatico che, nel finale, lasciano lo spazio al simbolismo. Per Pascoli, che si riallaccia ai simbolisti francesi, il poeta deve cogliere l’essenza delle cose, il loro mistero e deve aiutare a decodificare i simboli.Il temporale notturno di cui si parla nella poesia non è un fenomeno atmosferico, rappresentato attraverso immagini e suoni, come potrebbe sembrare a una prima lettura disattenta, ma un fenomeno introiettivo: è sì un temporale, ma dell’anima. In questa poesia, infatti, vi è tutta l’esistenza del poeta: il nero della tempesta rappresenta la sua vita, funestata dai lutti, e l’ala di gabbiano il nido in cui rifugiarsi per tentare di sopravvivere.L’uccisione del padre porta il poeta ad attaccarsi morbosamente alla famiglia, soprattutto alle due sorelle Ida e Mariù, con le quali ricostruisce un nido che rappresenta la metafora dell’infanzia e la protezione della famiglia, necessaria per fronteggiare le avversità della vita.Colpisce lo stile nominale adottato dal poeta, il quale usa un verbo soltanto nel secondo verso. Il termine affocato che compare nel terzo verso è, come capita sovente in Pascoli, di derivazione dantesca.Gli ultimi due versi colpiscono sia per l’antitesi fra il nero del cielo e il bianco del casolare che per l’analogia fra il casolare e l’ala di gabbiano. Il poeta si serve dell’analogia per accostare elementi di natura diversa, al fine di scoprire i rapporti più profondi che s’instaurano tra le cose.L’unica possibilità che gli esseri umani hanno per fronteggiare il dolore e la violenza del mondo esterno è rifugiarsi in un porto sicuro, in un candido casolare: il nido.Le caratteristiche formali dominanti della poesiaVersi: 7 versi settenari divisi in 2 strofe di cui una (la prima) di un solo verso.Rime: ABCBCCA Essa è irregolareFigure di timbro: Alliterazione in O, inoltre “bubbolio” ha funzione onomatopeica.ipallagi: nero di pece, stracci di nubianalogia: casolare/ala di gabbianoLessico: ad una prima lettura  può sembrare facile, ma ad un osservazione più attenta e possibile osservare significati più complessi e profondi, come l’ala del gabbiano che rappresenta la protezione da parte del nido.Intenzione comunicativa  

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È subito chiaro che il poeta non si limita a descrivere uno spettacolo naturale. Tanti indizi ci dicono che egli sta piuttosto comunicando uno stato d'animo tormentato, di cui la tempesta e i  colori sono “il simbolo”. Ce lo dicono le parole che ha scelto (rosso "affocato", dal nero "di pece", dagli "stracci" di nubi); ce lo dice, anche  l’utilizzo di brevi frasi senza verbo, poste una dopo l'altra, che non lasciano spazio ai dettagli nella descrizione della natura e sembrano esprimere direttamente uno stato d'animo sbigottito; inoltre ce lo dice il ritmo dei versi, in particolare i versi finali che hanno una più forte foga, questo effetto da un senso di stupore di fronte ad un qualcosa di inusuale all’interno di un contesto completamente diverso (la piccola casa che si distingue contro il nero minaccioso della tempesta).Più elementi, dunque, concorrono ad esprimere un senso di disagio, di fastidio, di pena che diventa infine attonito di fronte alla minaccia imminente del temporale, dando un senso di fragilità di fronte ai pericoli che si presentano, portando ad un desiderio di rifugio.Problematica AffrontataSpesso Pascoli, nelle sue opere, richiama il tema del nido famigliare, attraverso metafore che hanno un significato simbolico. Questo ne è una testimonianza che caratterizza la tecnica dell’autore. Osservando l’opera è possibile comprendere, lo stato d’animo di disagio e di rifiuto rappresentato dall’imminente presenza di un temporale, ma nel verso conclusivo con l’espressione “ l’ala di gabbiano” rappresenta uno stato di serenità e di protezione favorito dalla presenza del casolare che richiama il concetto del nido famigliare. Come sappiamo, le sue opere richiamano problematiche dell’autore presenti nella sua vita.Collegamento con altre poesieCaratteristica dell’autore, nelle figure di timbro, è l’utilizzo delle onomatopee pure, nel quale riporta il rumore nei suoi, per lo più naturali. Qui, però osserviamo che si presenta unonomatopea semplice ( bubbolio), tale voce è presente in altre poesie come: nella baia Tranquilla, In chiesa, Notte di vento.Possiamo analizzare, come Pascoli tratti concetti alquanto pessimistici, come in questo caso che tratta il tema della tristezza interiore, rappresentata in un'altra opera: Sera d’ottobre. Parlando del tema possiamo osservare come il poeta utilizzi i colori e i rumori per rappresentare l’infelicità, tale tecnica viene definita “simbolismo”, essa è presente in altre opere dell’autore, come: IL LAMPO, TUONO,SAPIENZA, I gigli…Poetica dell’autoreLa poesia è per Pascoli la voce del poeta-fanciullo, in cui riscopre la realtà delle cose, anche delle più piccole, attraverso lo sguardo innocente di un bambino che osserva il mondo con stupore, cogliendo, però, i significati più nascosti. Quindi secondo Pascoli, si può considera poeta colui che sa esprimere quello che tutti pensano inconsciamente ma che non diranno mai.In ogni uomo esiste il fanciullo, un parte inconscia che va oltre la ragione e che a volte si confronta con la persona, ma anche con il sopraggiungere della maturità, essa non crescerà mai e continuerà a far sentire la sua voce ingenua, in cui essa ci porterà a seguire quelle emozioni e sensazioni che solo un bambino può avere. Spesso, però questa parte non viene più ascoltata dall’uomo adulto, e in questo che il poeta si distingue, poiché è esso che avrà la capacità, anche da adulto, di dar voce al fanciullo che è in lui.Inoltre, si può osservare il fatto che Pascoli utilizza fenomeni atmosferici, o la natura per lo più, come similitudini ad accaduti, per lo più pessimistici, che caratterizzato la vita dell’uomo.