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Tecniche di riabilitazione estetica in protesi fissa La Minimally Invasive Prosthetic Procedure (Mipp) è un approccio che permette di preservare l’integrità dei denti Anno VII Numero 11/2012 MAURO FRADEANI Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Igiene Orale Meeting News Prevenzione Focus on ENDODONTICS

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Tecniche di riabilitazioneestetica in protesi fissaLa Minimally Invasive Prosthetic Procedure (Mipp) è un approccio che permette di preservare l’integrità dei denti

A n n o V I I N u m e r o 1 1 / 2 0 1 2

MAURO FRADEANI

Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITOREwww.griffineditore.it

Igiene Orale

Meeting News

Prevenzione

Focus on ENDODONTICS

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“Lo spettacolo di dieci

dita che cercano…”

EDITORIALE

Paolo [email protected]

Dottor Fradeani, quali sono lecriticità maggiori che si in-contrano negli interventiodontoiatrici finalizzati prin-cipalmente a migliorare l’a-spetto estetico?Non dobbiamo perdere di vi-sta il fatto che qualunque in-tervento estetico non può pre-scindere dalla funzionalità. Lacriticità è proprio questa: cer-care di effettuare un tratta-mento estetico e non cosmeti-co, che abbia quindi la doppiavalenza di soddisfare le richie-ste estetiche del paziente econtemporaneamente rispet-tarne le necessità funzionali.Da un punto di vista pratico,questo può tradursi nel rag-giungere un’adeguata stabilitàocclusale nei settori posteriorie, contemporaneamente, otte-nere una guida anteriore chepermette di dischiudere i set-tori posteriori durante i movi-menti escursivi della mandi-bola. Questo è un esempio delconnubio tra estetica e funzio-ne, che deve essere sempre rag-giunto in una riabilitazione ditipo estetico.

Quali parametri devono esse-re considerati per una correttavalutazione estetica?La riabilitazione estetica puòriguardare solo il settore ante-riore oppure l’intera bocca.Nel primo caso possiamo se-guire alcuni parametri tradi-zionali e, in qualche modo,standardizzabili: una compo-sizione dentale ideale dovreb-be prevedere un corretto an-damento incisale, la dominan-za degli incisivi centrali, il con-tenimento dei laterali tra dueipotetiche linee che uniscono alivello sia cervicale che incisalei centrali e i canini, degli ango-li interincisali tra centrali, late-rali e canini sempre più ampiprocedendo verso i settori po-steriori e così via. Ovviamentecon piccole varianti del casoche possono conferire ai re-stauri la necessaria naturalez-za.In una riabilitazione completadiventa invece fondamentaleinquadrare il caso nella suaglobalità, tenendo in conside-razione ogni minimo aspettosia estetico che funzionale:

sarà ad esempio necessarioprivilegiare il disegno di unpiano occlusale ideale, che invisione frontale risulti paralle-lo all’orizzonte, sulla base delquale costruire tutta la riabili-tazione protesica.È importante adottare criteri eparametri oggettivi – come adesempio l’orizzonte – che nonpossano dare luogo a letture einterpretazioni soggettive dellenostre scelte: il riferimentoorizzontale per il piano occlu-sale permetterà infatti al tecni-co di replicare correttamentequesto parametro in articola-tore, evitandoci spiacevoli sor-prese quando andremo a posi-zionare i restauri nella boccadel paziente.

Come si delinea, in questi casicomplessi, la collaborazionetra il protesista e gli altri spe-cialisti?Quando si riabilita l’interabocca, il compito diventa par-ticolarmente impegnativo ed ènormale che entrino in giocoaltri specialisti, come l’endo-dontista, il parodontologo,l’implantologo e l’ortodontistao, nei casi più estremi, il chi-rurgo maxillo-facciale. Sonoinfatti molto frequenti le si-tuazioni nelle quali il protesi-sta, oltre ad avere un ruolopreponderante nello sviluppodel piano di trattamento, ab-bia anche la funzione di coor-dinare e dirigere l’interventodei diversi specialisti, il cuicontributo risulta necessarioper il raggiungimento di un ri-sultato estetico e funzionaleideale.Una situazione che si presentafrequentemente è, ad esempio,la necessità di ottimizzare l’an-damento gengivale, soprattut-to nei pazienti che presentanouna linea del sorriso alta. Inquesti soggetti la dinamica la-

biale durante l’eloquio e il sor-riso può rendere particolar-mente evidenti eventualiasimmetrie dei livelli gengivalicon notevole compromissionedell’aspetto estetico.L’idealizzazione dell’outlinegengivale richiede in questi ca-si l’intervento dell’ortodonti-sta o del chirurgo parodontale.In quest’ultimo caso il paro-dontologo, in collaborazionecon il protesista, definirà inuovi margini cervicali ridise-gnandoli in sede chirurgica.Solo un attento monitoraggiodella maturazione tissutalepermetterà poi al protesista difinalizzare il caso nel momen-to più appropriato, raggiun-gendo un’integrazione esteti-ca, ma anche biologica, ideale.

Quanto possono essere stan-dardizzati i principi estetici?Ho scritto due libri sulla riabi-litazione estetica in protesi fis-sa; il primo si chiama appunto“Analisi estetica” e illustra pa-rametri assolutamente stan-dardizzabili, sintetizzati in unacartella estetica la cui compila-zione è spiegata step-by-step. Iltesto è diventato un riferimen-to su scala internazionale ed èstato tradotto in 11 lingue; lacartella estetica che propongo(vedi foto qui in basso, ndr)viene utilizzata in oltre 20 uni-versità in tutto il mondo, tracui diverse università america-ne. Si tratta di uno schema inquattro pagine che possonoessere compilate in modopiuttosto semplice e che, nelloro complesso, permettono diottenere un’analisi personaliz-zata del paziente.Questo studio preliminare ser-ve a evitare errori o perdite ditempo successive: è importan-te sottolineare come l’analisiestetica e quella funzionaledebbano rappresentare il pun-

Nessun compromessotra estetica e funzionePer Mauro Fradeani è quasi impossibile trovare il caso in cui la soluzioneestetica sia incompatibile con la funzione. Materiali di ultima generazionee ricorso al mock-up fanno la differenza nel successo terapeutico

Nel centro storico di Pesaro c’è uno studio dentistico all’avan-

guardia: lo studio di odontoiatria specialistica di MMaauurroo

FFrraaddeeaannii. Organizzato per eseguire qualunque trattamento

odontoiatrico, è soprattutto un punto di riferimento per tratta-

menti restaurativi estetico-funzionali importanti. «Io personal-

mente mi occupo esclusivamente dell’aspetto restaurativo –

spiega il dottore marchigiano – oltre, naturalmente, a coordina-

re e supervisionare i piani di cura personalizzati sulla base del-

le esigenze dei singoli pazienti, affidando la realizzazione di tut-

te le altre fasi cliniche del trattamento (terapie chirurgiche e im-

plantari, endodontiche, di conservativa e ortodonzia) a collabo-

ratori altamente specializzati, figure di rilievo non solo nazionale

ma anche internazionale, con i quali lavoro in team da anni».

I trattamenti estetici si sono avvalsi negli anni di tecniche sofisti-

cate e in continua evoluzione, per soddisfare le sempre più

pressanti richieste dei pazienti. Con Mauro Fradeani affrontiamo

alcune delle problematiche che caratterizzano questa branca

dell’odontoiatria.

Mi piace ospitare in questo editoriale una riflessione in-

viatami dall’amico Aldo Crespi su un particolare aspet-

to della qualità dell’operato in odontoiatria. Mi ha colpi-

to in primo luogo per il vero e proprio inno all’amore per

la professione che questo autentico “gentiluomo dell’o-

dontoiatria” sa esprimere in poche righe.

Come i colleghi sanno bene, il contenzioso legale rap-

presenta, ormai da tempo, un pensiero per tutti, anche

per chi è convinto di essere il “principe dell’odontoia-

tria”. Tanto per essere chiari, accanto a eclatanti esem-

pi di “malpractice” esistono casi complessi in cui il pro-

fessionista ha operato nel migliore dei modi. Eppure

non è così facile dimostrarlo. In alcuni casi il consiglio

drammaticamente triste del proprio legale è il “patteg-

giamento”, per togliersi il sassolino dalla scarpa, am-

messo che di sassolino si tratti.

A monte, cosa possiamo fare per lavorare bene e con

serenità?

Per prima cosa non criticare il lavoro di un altro davan-

ti al paziente: esistono le sedi opportune per approfon-

dire “a bocce ferme” se esiste effettivamente una re-

sponsabilità professionale e non un modo diverso di

intendere le terapie. Inoltre è assolutamente inelegan-

te, per non dire altro, nei confronti dell’eventuale vitti-

ma, che si sentirebbe inadeguata scatenando tempe-

ste emotive che sono tutt’altro che utili.

Forse non tutti i colleghi sanno che una grande quan-

tità di cause inizia proprio per un commento fuori luo-

go del nuovo curante.

Rivedere la situazione in una seduta successiva spes-

so cambia la prospettiva iniziale e, se non si sono fatti

inutili commenti prematuri, si può sempre approfondi-

re nell’interesse sia del paziente (cosa più importante),

ma anche del collega, che non sappiamo in quali con-

dizioni ha dovuto operare.

Nessuno ci vieta di chiamare il curante e approfondire

direttamente con lui per trovare una soluzione. Una vol-

ta superate le inevitabili resistente iniziali non è poi co-

sì difficile: tutto può risolversi al meglio sia per il pazien-

te che per il professionista. È una strada che ancora

pochi percorrono, per ovvi motivi, ma dati i risultati che

spesso si ottengono vale la pena di vincere le legittime

perplessità.

La parte del “leone”, come amiamo scrivere, è però

svolta dalla documentazione clinica. Certo è impegnati-

va, a volte particolarmente difficile, e in alcuni momenti

verrebbe voglia di soprassedere, ma è proprio il rigore

l’arma vincente. Sorvoliamo sulle tecniche di documen-

tazione, ognuno usi la propria, ma più è, meglio è.

Per finire la cosa più ovvia: sforzarsi di lavorare al me-

glio con calma e serenità, pensando che colui che sti-

miamo professionalmente ci stia osservando e ricor-

dando che è la cura del dettaglio a fare la differenza.

A proposito di “stato dell’arte”, incanta ricordare la famo-

sa frase del celebre chirurgo francese Henri Mondor

che ritroviamo citata nel testo di patologia chirurgica del

professor Gallone, e che rappresentano un inno alla pro-

fessione medica applicabile in qualsiasi specialità: «Lo

spettacolo di dieci dita che cercano una verità così gra-

ve e giungono a scoprirla con l’esplorazione paziente e

col talento è uno dei momenti nei quali si rivela la gran-

dezza della nostra professione».

(Aldo Crespi, libero professionista a Corsico, Milano)

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RIABILITAZIONE PROTESICA CON TECNICA MIPP Mauro Fradeani

4<<DENTAL PRESS << << << DENTAL PRESS5 <<

to di partenza di ogni piano ditrattamento, perché permet-tono al clinico di indicare altecnico le modalità con lequali deve essere modificata lasituazione iniziale e suggerir-gli come deve essere imposta-ta la ceratura diagnostica.Sulla base di quanto eviden-ziato con l’analisi facciale,dento-labiale, fonetica, denta-le e gengivale, effettuate grazieall’ausilio della scheda esteti-

ca, e dopo aver effettuato l’a-nalisi occlusale e articolare, ilclinico potrà poi compilareuna successiva scheda, quellaper il laboratorio. Questo se-condo dispositivo rappresentaun ausilio fondamentale perl’odontotecnico, in quantocontiene tutti i dati necessariper impostare correttamenteil lavoro.La ceratura di diagnosi do-vrebbe quindi, in sostanza,

rappresentare la materializ-zazione di quanto emersodall’analisi estetica e funzio-nale effettuata dal clinico sulpaziente.

Quanto sono personali leconsiderazioni estetiche?Si parte da parametri di carat-tere generale, nell’ambito deiquali è spesso possibile venireincontro alle richieste perso-nali dei pazienti. Un esempioè quello delle forme dentali,che possono essere triangola-ri, squadrate od ovoidali;quando un paziente deve es-sere riabilitato completamen-te è spesso possibile assecon-darne le preferenze (pur sem-pre nei limiti imposti anchedal sesso, dal contesto del visoe dall’età), ma in caso di riabi-litazione parziale è necessariotener conto dei denti vicini edi quelli antagonisti.Altro caso è invece quello dipazienti che presentano unariduzione della lunghezzadentale, determinata spessoda un processo di usura deter-minatosi nell’arco di decenni.Per ristabilire un correttooverjet e una guida anteriore,la riabilitazione di questi den-ti prevede frequentemente unaumento della loro lunghezza,giudicata a volte eccessiva daquesti pazienti, abituati a ve-dersi ormai da anni con dentidi lunghezza ridotta. In questesituazioni la richiesta di accor-ciare la lunghezza dei restauri

non può essere assecondata,in quanto comprometterebbeirrimediabilmente l’aspettofunzionale della riabilitazionecon la perdita dell’importan-tissima funzione della guidaanteriore.Qualunque intervento devequindi armonizzarsi conquello che la natura ci offre,nel rispetto, sempre e comun-que, della funzione.

Capita spesso che richiesteestetiche disattese generinoconflitti con il paziente?Direi di no. I pazienti spesso sirivolgono a me come espertodi estetica, ma quando spiegocome e perché l’aspetto fun-zionale, così come l’integra-zione biologica, siano profon-damente connessi agli inter-venti estetici richiesti, sonogeneralmente sorpresi positi-vamente dal fatto che si valutiin modo globale il piano ditrattamento. È opportunospiegare al paziente le ragionidelle scelte cliniche per met-terlo in condizione di capire edecidere. Se poi il paziente in-siste in richieste estetiche chevanno a scapito della funzio-ne, il professionista sceglieràse effettuare il trattamento omeno. Io non scendo mai acompromessi tra estetica efunzione ma devo dire che,salvo casi estremi, è quasi im-possibile trovare il caso in cuila soluzione estetica sia in-compatibile con la funzione.

Un altro aspetto che ci trovia-mo frequentemente a doveraffrontare è quello del colore:molti pazienti subiscono l’in-flusso di certi modelli cultura-li e vogliono lo stesso sorrisodi qualche personaggio famo-so. Ci viene spesso richiestauna colorazione molto chiara,ma occorre spiegare al pazien-te che spesso il risultato po-trebbe risultare assolutamentepoco naturale. Nell’ampia

Trova applicazione special-mente nelle riabilitazionicomplete, in casi di dentiusurati, con estese abrasioni,che normalmente in passatosarebbero stati devitalizzati,realizzando perni metallici edeffettuando l’allungamentochirurgico di corona clinica.Oggi, grazie a nuove tecni-che adesive e all’aumentodella dimensione verticale,quindi rialzando banalmen-te il morso, viene incremen-tato lo spazio tra le arcate,mantenendo così la vitalitàdei denti. Si ottengono inquesto modo risultati eccel-lenti dal punto di vista este-tico, nel pieno rispetto del-l’integrità biologica. Questatecnica può essere conside-rata quindi un’estensionedell’utilizzo delle faccette,che ha come obiettivo ilmantenimento della mag-gior quantità possibile dismalto residuo che, al di là

del disegno di preparazione,ci consente di sfruttare ade-guatamente le tecniche dicementazione adesiva.

Come si può mostrare al pa-ziente il risultato finale deltrattamento?Oggi è possibile produrrepre-visualizzazioni compu-terizzate, che sono molto in-teressanti per mostrare al pa-ziente quella che potrebbeessere la situazione finale. Èperò necessario un approcciomolto prudente a queste tec-nologie nuove, mediandosempre con le reali potenzia-lità del caso, per evitare diproporre soluzioni che nonsi possono raggiungere clini-camente.È invece molto più semplicee automatica l’applicazionedi un mock-up: quando unpaziente ha denti corti,abrasi o consumati è possi-

bile – e noi lo facciamo quo-tidianamente – fare una pre-visualizzazione del risultatofinale del trattamento appli-cando direttamente in boccadelle mascherine riempite dicomposito che permettonopraticamente di aumentareil volume dei denti, ottimiz-zandone forma e contorno,senza averli neppure toccaticon la fresa.È dunque una tecnica assolu-tamente reversibile che dà alclinico la possibilità di avereuna conferma diagnosticadelle proprie previsioni e alpaziente di vedere che aspet-to avrà il lavoro finale. Ilmock-up è quindi uno stru-mento estremamente prezio-so nella comunicazione conil paziente.

Anche nel caso delle faccetteviene utilizzato il mock-up?Sì, il mock-up viene usato in

tutti i casi in cui si prevede unaumento del volume dentale.Spesso si ricorre alle faccettequando il paziente ha dentileggermente consumati, altrevolte perché ha denti legger-mente sovrapposti e desideraallinearli o, ancora, per otte-nere una maggiore visibilitàdei denti anteriori.Le richieste di aumento delvolume dentale sono piutto-sto frequenti, anche nei casiin cui il paziente all’apparen-za non abbia perso sostanzadentale; anche se esterna-mente può non risultare evi-dente, molto spesso ci sonodelle abrasioni derivate dallaprogressiva usura, che portaa consumare lo smalto cir-conferenzialmente. In tuttiquesti casi il mock-up è mol-to utile.

Renato Torlaschi

FORMAZIONE HI TECHALL’ACE INSTITUTE DI PESARO

A Pesaro, accanto al suo studio dentistico, il dottor MMaauurroo

FFrraaddeeaannii ha allestito un centro corsi (Ace Institute –

Advanced Continuing Education - www.aceinstitute.it)

dove tiene un’intensa attività didattica indirizzata a odon-

toiatri sia italiani che stranieri. Ogni anno vengono orga-

nizzati eventi di varie tipologie: annuali o full immersion,

ma sempre focalizzati su temi specifici. Al di là dell’offer-

ta formativa in lingua italiana (almeno quattro eventi per

un totale di 36 giornate) si tengono anche delle sessioni

full immersion in lingua inglese, di 12 giorni ciascuna,

suddivise in tre serie di quattro giorni: accolgono gene-

ralmente gruppi di stranieri, fino a un massimo di 28 par-

tecipanti.

Il centro corsi è dotato delle tecnologie didattiche più mo-

derne, con una sala conferenze che può ospitare fino a

30 persone e 14 postazioni operative per le esercitazioni

pratiche su manichini. Il tutto è equipaggiato con tecno-

logia full-hd e offre la possibilità di trasmettere in ogni sa-

la, compresa la sala break, tutte le sessioni, siano esse

teoriche, pratiche o di dimostrazione pratica su paziente.

Ma oltre la metà dell’attività formativa del dottor Fradeani

si svolge all’estero: «vado quasi ogni fine settimana in gi-

ro per il mondo a tenere conferenze o corsi, anche di più

giornate: questo mi porta ad avere numerosi studenti che

poi chiedono di effettuare ulteriori approfondimenti

all’Ace Institute in Italia; a volte sono gli studenti stessi a

organizzarsi in gruppi, in altri casi mi è capitato di avere

28 studenti di 16 nazionalità diverse. Fortunatamente la

richiesta è molto elevata – rivela Fradeani – e, riguardo ai

corsi internazionali, siamo assolutamente in overbooking,

a dispetto della crisi economica».

A caratterizzare i corsi è il mantenimento del contatto con

gli studenti. Chi ha seguito un corso annuale, viene ri-

chiamato una volta all’anno con l’offerta di una giornata

riepilogativa, all’interno dell’Ace Study Club. È una sorta

di mini-congresso che si tiene in aprile, che prevede la

partecipazione di un relatore di livello internazionale ed è

aperto alle relazioni degli studenti stessi e alle discussio-

ni tra i professionisti che hanno acquisito, attraverso il

corso, un linguaggio comune.

Dallo scorso anno si è inoltre aggiunto l’Ace Education

Online, una soluzione di e-learning che facilita l’aggior-

namento continuo. «Oltre ad offrire tramite il sito

www.aceeducationonline.com una serie di contenuti vi-

deo continuamente aggiornati e incrementati, organizzo

– spiega Fradeani – una live web al mese, in cui affronto

argomenti specifici». Alla fine della conferenza web, si

apre una chat che consente una discussione tra i parte-

cipanti; inoltre, per chi non potesse essere presente, il

video della conferenza viene inserito nel già nutrito ar-

chivio video del sito www.aceeducationonline.com, dove

rimane disponibile per la consultazione per almeno un

mese, permettendo a tutti di rimanere aggiornati con un

coinvolgimento economico minimo.

RR.. TT..

Questo case report documentauna riabilitazione protesica contecnica Mipp (Minimally InvasiveProsthetic Procedure) in pazientecon gravi erosioni dentali legatealla sindrome di Sjögren, malattiainfiammatoria cronica su baseautoimmune, caratterizzata dalladistruzione di ghiandole esocrine(ghiandole salivari minori, ghian-dole lacrimali, parotidi). La sin-drome ha una frequenza di circal'1% e colpisce soprattutto ledonne (9:1) a partire dai 40 anni.La paziente presentava estese ero-sioni dello smalto sulle superfici

vestibolare e palatale di tutti glielementi dentari, sia dell’arcatasuperiore che inferiore.Si è deciso di riabilitare la pazien-te con restauri in ceramica inte-grale a copertura totale, utilizzan-do la tecnica Mipp e salvaguar-dando completamente la vitalitàpulpare e il tessuto dentale.A trattamento completato lo sta-tus radiografico mette in eviden-za come, grazie a preparazioniminimamente invasive, sia statopossibile mantenere la vitalità ditutti gli elementi dentari.

Su www.dentalacademy.it è pubblicato di Mauro Fradeani, oltre a que-sto, anche il caso “Riabilitazione implantoprotesica in condizioni digrave perdita di supporto parodontale”

> Fig. 1: visione preoperatoria

> Fig. 2: visione post-operatoria> Fig. 3: indagine radiografica post trattamento. È stata mantenuta la vitalità di tut-ti gli elementi dentari

gamma delle attuali ceramichedentali possiamo anche sce-gliere colori molto chiari (det-ti bleach) con i quali possiamoottenere restauri che possonoapparire come denti naturalisbiancati, ma con un risultatofinale comunque credibile.Capita ancora frequentementedi vedere purtroppo restauriopachi, poco naturali e quindiimmediatamente riconoscibi-li. I materiali di ultima genera-zione garantiscono invece unrisultato ottimale: la luce li at-traversa e viene trasmessa conmodalità analoghe a quantoavviene nei denti naturali.

Che aiuto può dare l’utilizzodelle faccette e come si sonoevolute nel tempo?Le indicazioni cliniche per larealizzazione delle faccette so-no molto più numerose diquello che normalmente sicrede, soprattutto in Italia; èstrano che nel paese della mo-da, del design e del bello pereccellenza, la quota di dentistiche ricorre a queste tecnichesia inferiore a quella di mol-tissimi altri paesi in tutto ilmondo. Eppure le faccette, serealizzate in maniera adegua-ta, permettono di ottenere ri-sultati assolutamente strepi-tosi dal punto di vista estetico,con il mantenimento dellastruttura dentale e della vita-lità pulpare, minimizzandodunque l’invasività dell’inter-vento restaurativo.A tal proposito, da anni homesso a punto una tecnica,oggetto anche di un articolopubblicato recentementesull’International Journal ofPeriodontics & RestorativeDentistry: si chiama“Minimally InvasiveProsthetic Procedure”, oMipp (vedi il caso clinicopresentato a pagina 4, ndr).

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L’antico adagio “l’unione fa laforza” è ancora di attualità nelcontesto della profonda me-tamorfosi, sinanco antropo-logica, della professioneodontoiatrica e quindi di tut-te quelle realtà che con essaconcorrono ad erogare curedi qualità?Naturalmente questo inter-rogativo va contestualizzatoin quella che molti insistonoa definire crisi economica,ma che in realtà si è rivelataanzitutto una crisi di valori edi costumi. Le ricadute che sisono avute e che si avrannonel divenire rispetto ad abi-tudini e paradigmi che sipensavano incrollabili, fannopensare piuttosto alla fine diun modello socio-politico-economico rispetto a unoscenario globale, che vede ilrapido affermarsi di nuoveeconomie, di diverse culturee religioni.

Il tavolo di confrontoPer interrogarsi rispetto alloscenario del comparto odon-toiatrico, nel contesto tratteg-giato, si sono ritrovati pressola sede romana di Andi, cheaveva promosso l’incontro, lerappresentanze delle associa-zioni di categoria più signifi-cative. Il riferimento è agliodontoiatri, alla realtà pro-duttiva e a quella della distri-buzione oltre che a igienisti eodontotecnici.Iniziative di questo genere ci-clicamente si sono ripetutenegli ultimi anni e se è veroche la partecipazione del sot-toscritto era declinata alla fi-gura di referente del Serviziostudi Andi, non si può na-scondere che con occhi disin-cantati ho attentamente os-servato l’evolversi del con-fronto e del dibattito che si èsviluppato nel corso della riu-

nione, anche come past presi-dent e quindi promotore diedizioni del passato di similiincontri.

L'indagine AndiA inizio riunione è stata pre-sentata un’importante inda-gine del Servizio studi Andi,che in sintesi ha confermatol'ulteriore erosione dei ricavidegli studi odontoiatrici nelprimo semestre dell’anno incorso. L’indagine, che hasomministrato questionari aun campione di oltre milledentisti, ha permesso di con-statare tra l’altro aspetti diparticolare interesse quali lapropensione dell’odontoiatraitaliano a investire in sofisti-cate attrezzature e in generalerilanciare la propria attivitàprofessionale, esponendosi intermini economici e di scelteprivate, pur di riaffermare peril futuro l’esercizio libero-professionale come scelta divita.Altro aspetto interessanteche è emerso dall’esposizio-ne dei dati è stato quello rela-tivo alla tendenza sempre piùmarcata degli odontoiatri nelcercare alternative nell’ap-provvigionamento di mate-riali di consumo ma anche diservizi alternativi rispetto aimodelli tradizionali del pas-sato, fondati su uno strettorapporto con i depositi den-tali. Il riferimento è esplicita-mente rivolto all’esplorazio-ne di soluzioni diverse, inqualche modo più economi-che, con un chiaro riferi-mento all’universo web.

La crisi non coinvolge l'ambito produttivoDal successivo dibattito chene è scaturito sono emerse tral’altro posizioni profonda-

mente diverse, riflesso delleprecipue realtà rappresentatenel contesto del mondoodontoiatrico.Un primo riferimento è voltoallo stato di gravissima crisiin cui versa il settore odonto-tecnico che sconta ovviamen-te più di tutti il tracollo dellacontrazione delle riabilitazio-ni protesiche legata al ridottopotere di spesa dei pazienti,ma anche alla sempre più ri-dotta patologia grazie allafondamentale azione di pre-venzione alimentata virtuosa-mente in questi anni. Senzacontare alcune zone delPaese, laddove particolar-mente pesa la concorrenzadell’odontotecnica low cost diPaesi limitrofi e non solo.Le realtà produttiva e della di-stribuzione, forse con un bri-ciolo d’imbarazzo, hanno sot-tolineato come nell’insieme laloro situazione non sia deltutto negativa, soprattuttoper quanto concerne la pro-duzione, grazie a una signifi-cativa quota di manufatti tec-nologici che vengono espor-tati per l’alto contenuto qua-litativo. Appare in qualchemodo comprensibile, seppurecon qualche monito di forsegiustificata perplessità, la vo-cazione a vendere e a distri-buire a tutte le “situazioni”che ne facciano richiesta nelnostro Paese, con riferimentoquindi anche al proliferare dicatene odontoiatriche difranchising e via dicendo.Con queste opportune preci-sazioni, è tuttavia emerso uncedimento della vendita dibeni strumentali e di prodottidi consumo sul mercato in-terno, soprattutto riferiti aquella realtà che da sempre harappresentato l’impalcaturadella professione odontoiatri-ca nel nostro Paese e cioè lostudio monoprofessionale.

Un aspetto turba soprattuttola realtà della distribuzione. Ilriferimento è a recenti accor-di proprio tra catene di fran-chising odontoiatrico diretta-mente con la "produzione”,anche estera, e ciò al fine diaccedere a prezzi più conve-nienti. Insomma anche nelsettore odontoiatrico vi è il ri-schio di vedere affermarsimodelli di partnership, discala, sino ad ora appartenutial mondo della grande distri-buzione commerciale.

Rappresentanza ai minimi terminiA questa edizione del “Tavolodel dentale” si è colto rispettoal passato un clima diverso,più disteso, forse in qualchemomento quasi rinunciata-rio. Sono state assenti le ri-vendicazioni corporative delpassato, spesso velleitarie, daparte di talune associazionipartecipanti ai lavori e ciò aprescindere da qualche spun-to ancorato a vecchie dema-gogie.Il clima percepito può certa-mente essere interpretato intanti modi. Positivo e di si-nergia per cercare di superarel’attuale situazione di stallocosì come emerso dalla lettu-ra di comunicati congiuntisuccessivi all’evento.Certamente nella riunionedel “Tavolo del dentale” èdavvero prevalso lo spirito disuperare qualsiasi atteggia-mento di rassegnazione e nel-lo specifico, per spenderequalche parola di concretez-za, la professione odontoiatri-ca ha auspicato accordi con ilmondo della produzione edella distribuzione, che porti-no a facilitazioni economichevolte a calmierare tariffe diacquisto in modo da consen-tire quegli investimenti di ca-pitali che i dentisti e gli igieni-sti sono disposti a fare per ri-lanciare la professione.Insomma una forte promo-zione del made in Italy.A pochi giorni da queste piùche apprezzabili proposizio-ni, subito si è stati riportatinella realtà rispetto all’im-magine della professione agliocchi dei mass media. Il rife-rimento è agli sconsiderati eingiustificati servizi diStriscia la notizia. Senza volerentrare nello specifico diquesta gravissima aggressio-ne, appare evidente un altro

aspetto di debolezza delcomparto e cioè il rapportocon spregiudicati mass me-dia che sembrava superatonegli ultimi anni e l’appan-namento dell’interlocuzionecon la politica.Si consenta un riferimento dimaggior respiro riguardo lelibere professioni in generale,con una valorizzazione dellaposizione di privilegio che èla giunta di Confprofessionidella quale facciamo parte.Con l’attuale governo lo stru-mento della concertazione èsvanito e ne prendiamo attooggi giorno sui quotidianianche rispetto alle gravi diffi-coltà incontrate dalle grandirappresentanze sindacali deilavoratori. Il governo decide.Al massimo per taluni impor-tanti argomenti ascolta criti-che e proposte delle contro-parti e poi tira diritto in par-lamento. Insomma la concer-tazione non esiste più.Più volte si è sottolineata l’esi-guità, la debolezza del poteredi rappresentanza del “valoreodontoiatrico” rispetto al pa-linsesto delle gravi problema-tiche del Paese agli occhi delmondo politico.Si può dire senza ombra didubbio e con tutte le preoccu-pazioni del caso, che lo startup di un giovane odontoiatraoggi offre maggiori speranze,almeno nell’immediato, ri-spetto al dramma di un gio-vane avvocato piuttosto chedi un neo architetto.Confprofessioni, con moltoimpegno e diplomazia, è riu-scita a intrattenere un mini-mo di rapporti, magari anchesolo formali, con taluni espo-nenti del governo, anche se ladeludente riforma delle pro-fessioni è paradigmatica ri-spetto all’effettiva capacità diincidere a livello decisionalepolitico anche per realtà nu-mericamente più rappresen-tative.C'è da dire tra l’altro che ilcomparto sanitario in gene-rale gode almeno sino ad og-gi di un ministero di riferi-mento, a differenza di tutte lealtre libere professioni.Naturalmente nella speranzache tale “privilegio” vengaconfermato nel futuro, piut-tosto che vengano sperimen-tate esperienze del passatoche hanno visto l’accorpa-mento del predetto ministe-ro a quello dell’Economia.A proposito di valore di rap-

presentanza, l’unica consola-zione è riferibile allo scampa-to tentativo portato avanti daqualche esponente della pro-fessione di costituire un ordi-ne autonomo degli odontoia-tri e un ente previdenziale de-dicato. Sarebbe stato un disa-stro nel disastro.Siamo in Italia, dove prevalela cultura del “chi l’ha maidetto? chi l’ha mai fatto?” e sitende a rimuovere il ricordodi coloro che magari ancoraoggi sfornano idee e progettiche rischiano di essere negati-vi per la professione. Le pagi-ne dei quotidiani ogni giornoci ricordano questi vizi pret-tamente italioti. Si dovrebbeintrodurre, a questo proposi-to, un ricambio generazionalein tutti quei settori di gover-nance della professione senzaper questo sposare a tutti i co-sti atteggiamenti di rottama-zione, ma anzi valutando divolta in volta che un giovani-lismo esasperato non neces-sariamente può essere oppor-tuno.

Verso un nuovo paradigmaSe è encomiabile, ora come inpassato, lo strumento del“Tavolo del dentale” comemomento di confronto e mo-nitoraggio, vi è motivo percredere che il superamento diquello che potremmo defini-re come «profondo stato didisagio della professione»debba necessariamente e do-lorosamente passare attraver-so un profondo ripensamen-to del proprio essere cittadinie professionisti di una realtàche sotto tutti gli aspetti èmutata, per usare un’espres-sione darwiniana. Una meta-morfosi irreversibile, anzitut-to culturale e quindi di pen-siero.Riusciranno a sopravvivere,con paradigmi diversi rispet-to al passato, solo coloro chemeglio degli altri saprannoadattarsi al cambiamento chepotrebbe prospettare, in unprossimo futuro, degli ulte-riori stravolgimenti profes-sionali. Compito delle asso-ciazioni di categoria è anche ilfacilitare questa difficile presadi coscienza rispetto a coloroche le hanno spontaneamentescelte per rappresentare leproprie istanze di vita, il pro-prio futuro.

Roberto Callioni

Al “Tavolo del dentale”si parla ancora di crisiIl momento di difficoltà dell’odontoiatria non è solo economico: la debolezzadel comparto si misura anche nel flebile rapporto con mass media e politica.È auspicabile un ricambio generazionale, ma senza “rottamazioni”

6<<DENTAL PRESS <<

> Roberto Callioni

> Le principali associazioni del comparto si sono incontrate lo scorso settembre al “Tavolo del dentale” che si è riu-nito presso la sede nazionale Andi a Roma.Erano presenti Gianfranco Prada, Roberto Callioni, Massimo Gaggero, Gerardo Ghetti, Alberto Libero e NicolaEsposito per Andi; Pierluigi Delogu (Aio); Luca Zaliani (Ancad); Marialice Boldi e Caterina Di Marco per Aidi;Laura Antonia Marino (Unid); Gianfranco Berrutti (Unidi); Alessandro Gamberini (Promunidi); MassimoMaculan e Claudio Vittoni per gli odontotecnici.

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8<<DENTAL PRESS << << << DENTAL PRESS9 <<

Dottoressa Boldi, il congres-so è stato un successo. Si so-no visti molti giovani. Li tro-va molto preoccupati per illoro futuro lavorativo?Fino a questo momento – edovrebbe essere così ancheper i prossimi anni – le op-portunità occupazionali pergli igienisti dentali sono am-pie: in Italia a fronte di circa44mila studi dentistici ci so-no "solo" 6.500 igienisti den-tali. Considerando questa

proporzione, quella dell'igie-nista dovrebbe essere unaprofessione che dovrebbetrovare grandi opportunitàdi impiego.Purtroppo ancora molti stu-di dentistici non si avvalgonodella collaborazione dell'i-gienista dentale e fanno ese-guire le sedute di igiene oralealle assistenti, che non hannoné il titolo di studio né lapreparazione per farlo.Evidentemente è un proble-

ma di vantaggio economico,anche se spesso non vieneconsiderato il fatto che l'igie-nista, che di solito è un pro-fessionista autonomo che la-vora con partita Iva, viene re-munerato solo per le presta-zioni effettivamente erogate,mentre l'assistente di studio,che è un dipendente, vienepagato per 14 mensilità, conferie, malattia e maternità.La vera preoccupazione deigiovani è comunque sul va-

lore economico che viene ri-conosciuto alle loro presta-zioni: in molte realtà si pensadi pagare l'igienista dentale 8euro all'ora, meno di unacolf.

Come ha vissuto la parteci-pazione al "tavolo del denta-le" e quali pensa ne sarannogli sviluppi?Il tavolo del dentale è sempreconcorde nel considerare

quello che stiamo vivendocome un momento di crisieconomica anche per il setto-re dentale. Personalmenteperò penso che questo nonsia vero per chi lavora conscienza e coscienza: sono glistudi che "vanno all'arrem-baggio" ad essere in crisi, glistudi che hanno prezzi spro-positati o che propongonosoluzioni avveniristiche sen-za basarsi su una vera profes-sionalità, su linee guida, evi-denze e protocolli scientificivalidati.Sicuramente non è più iltempo in cui, con un anno dilavoro, ci si compra laPorsche: fortunatamente ipazienti sono più informati eanche sempre più esigenti.Rifiutano di essere "manipo-lati" e non gli si può propor-re qualunque cosa a qualsiasiprezzo.Dalla discussione è emersauna certezza: il futuro dell'o-dontoiatria dovrà essere il la-voro in team. Non si può piùpensare di lavorare da soli,con l'odontoiatra capo e pa-drone dello studio. Egli do-vrà sempre più interfacciarsicon le altre figure che lavora-no nel team, odontotecnicocompreso, e anche con quelleche operano nel mondo dellaproduzione.Una cooperazione che por-terà a vantaggi reciproci del-le figure coinvolte ma anche,e soprattutto, vantaggi con-creti al paziente.Se tutti quanti facessimosquadra, avremmo sicura-mente più forza contrattualenei confronti delle istituzio-ni.

Come esce il profilo dell'i-gienista dal recente decretoBalduzzi?Noi siamo molto, molto de-lusi dal ministro Balduzzi.Noi come le altre professionisanitarie. I governi preceden-ti e quello attuale, nella per-sona del ministro Balduzzi,hanno ripetutamente pro-messo che avremmo avutoalbo e ordine: basterebbe ap-plicare la legge 43 del 2006.Promesse che, al momento,sono state completamentedisattese.

Personalmente non ho nes-suna speranza che le nostrerichieste vengano accolte inquanto ormai siamo a finelegislatura. Se ci fosse una ve-ra volontà politica di farlo, cisarebbero ancora i tempi tec-nici. Ma questa volontà fino-ra non si è vista. C'è persinoun disegno di legge già pron-to e soddisfacente, che però èfermo in Senato da tempo.È un dato di fatto che le pro-fessioni sanitarie, tra cui gliigienisti dentali, sono 12 anniche aspettano l'istituzione diun albo e un ordine profes-sionale.

È tutto fermo dunque. Voiperò non siete stati a guarda-re e avete fatto da voi: prose-gue la vostra iniziativa del-l'albo digitale. Ce ne ricordagli obiettivi?Visto che non si riesce a otte-nere il rispetto delle promes-se (sono tutti marinai?) daivari rappresentanti dei go-verni – di qualunque partepolitica – che si succedonoalla guida del Paese, abbiamodeciso di istituire un albo,pubblicato sul nostro sitowww.aiditalia.it, per tutelarei pazienti che possono così,consultando l'elenco, esseresicuri, quando si siedono sul-la poltrona, di essere curatida un igienista dentale abili-tato all'esercizio della profes-sione. Ovviamente, siccomenon tutti gli igienisti dentalisono iscritti all’Aidi, l’elenconon è esaustivo, ma è co-munque un inizio.A questo proposito abbiamoanche realizzato un volanti-no che è stato distribuito allapopolazione (circa 18.000contatti) che abbiamo incon-trato ai gazebo dell’Aidi inoccasione della giornata in-ternazionale dell’igienistadentale, svoltasi in 20 piazzed’Italia, in cui si esortano ipazienti a chiedere sempre iltitolo di studio agli operatoridello studio odontoiatrico incui si recano. La salute è undiritto, ed è diritto del pa-ziente essere curato da chi neha le capacità, le competenzee i titoli per farlo.

Andrea Peren

Igienisti dentali, sottopagatie ancora senza un alboMarialice Boldi, presidente Aidi, denuncia l’immobilismo della politica ela situazione lavorativa di alcuni colleghi. Intanto prosegue l’esperienzadell’albo digitale degli igienisti, per tutelare se stessi e i pazienti > Marialice Boldi

RICERCA AIDI: IL GUSTO ORIENTALA SCELTA DEL COLLUTORIO

Durante il congresso Aidi sono stati presentati i risultati dell’inda-

gine condotta sulle pratiche di igiene orale quotidiana (e realiz-

zata con il grant educazionale di Johnson&Johnson): incidenza

delle caratteristiche organolettiche dei collutori a base di oli es-

senziali nella scelta del paziente. L’obiettivo dell’indagine era va-

lutare se le caratteristiche organolettiche di un collutorio possa-

no o meno motivare il paziente al suo utilizzo quotidiano.

L’indagine si è svolta tra novembre 2011 e maggio 2012 ed è

stata condotta da 98 soci Aidi che hanno coinvolto 410 pazien-

ti: il campione è composto in leggera maggioranza da donne

(55,4%), di età media 38,6 anni, reclutati in tutta Italia, con una

prevalenza per Lombardia, Piemonte e Puglia. Due i criteri di re-

clutamento dei pazienti: il primo prevedeva di arruolare pazien-

ti con un'ottima igiene orale (con indice di placca minore o

uguale a 20) e pazienti con una buona igiene orale (con un in-

dice di placca tra 20 e 50); il secondo di includere pazienti che

non utilizzavano abitualmente il collutorio.

L’indagine è stata strutturata in due fasi: una prima visita e una

visita di follow up. Durante la prima visita è stato rilevato il livello

di igiene orale: il 61% aveva una buona igiene orale e il 39%

un’ottima igiene orale, con un indice di placca medio di 24,30.

Alla domanda: in una scala da 1 a 10 quanto incidono gli aspet-

ti organolettici nella scelta dei prodotti di igiene orale? Il 90%

delle persone ha dichiarato che sono importanti.

È stato quindi consigliato l’uso per tre mesi di un collutorio a ba-

se di oli essenziali, di cui è comprovata l’efficacia nella riduzio-

ne della placca, con una formulazione che non contempla la

presenza di alcol, quindi un presidio dal gusto più delicato.

Alla visita di follow up il 63,9% dei pazienti ha fatto rilevare un’ot-

tima igiene orale, con un indice di placca di 19. Il 43,2% dei pa-

zienti ha avuto un ulteriore miglioramento della propria igiene

orale e il 26,3% (sul campione totale) ha ulteriormente migliora-

to la propria igiene orale. L’89% delle persone coinvolte ha inse-

rito il collutorio come presidio nella propria igiene orale quotidia-

na e, di questi, l’84% è stato influenzato dal gusto, dal sapore e

dalla sensazione di freschezza.

«I pazienti sono stati complessivamente soddisfatti e molti han-

no variato le proprie abitudini di igiene orale quotidiana – ha di-

chiarato MMaarriiaalliiccee BBoollddii, presidente Aidi –. Abbiamo inoltre rile-

vato un’ottima compliance in pazienti che hanno dichiarato di

aver seguito le indicazioni con continuità. Possiamo quindi dire

– aggiunge la dottoressa Boldi – che il prodotto è stato gradito

e lo scopo dell’indagine è stato raggiunto. Infatti circa il 90% del-

le persone coinvolte ha dichiarato che il gusto è un criterio im-

portante nella scelta di un presidio di igiene orale quotidiana. I

pazienti ormai riconoscono l’importanza della funzione dell’igie-

nista dentale e seguono con fiducia i suoi consigli».

Spazio SMOM [email protected]

Il progetto Guatemala nella discarica di Coban

Il progetto opera nell’atroce realtà della discarica comunale diCoban, in Guatemala, dove 20 famiglie (80 bambini circa) stu-diano, vivono e lavorano ai margini della società. Lavoriamo incollaborazione con Comunidad Esperanza, un’organizzazioneche da anni si impegna in molteplici aree di intervento: educazio-ne, alimentazione, supporto psicosociale, assistenza sanitaria.

Un ambulatorio eco-sostenibile Nei mesi di luglio e agosto so-no terminati i lavori di costruzione di una piccola clinica,un'infermeria ecologica (60mq circa), realizzata con la tecni-ca antisismica e antialluvione dei sacchi di terra già speri-mentata in Belize (www.rainbowbelize.org). Oltre a fungere damodello di eco-sostenibilità, il processo di costruzione ha comefinalità quella di sensibilizzare e coinvolgere le famiglie della di-scarica e del circostante “barrio” nella costruzione partecipata diun servizio per la collettività.La clinica avrà funzione di diagnosi, cura e prevenzione, con par-ticolare attenzione alla salute dei bambini e alle problematichepre e post parto delle donne che, fino a pochi giorni dal parto, la-vorano in discarica in condizioni igienico-sanitarie estreme esenza acqua. La clinica ospiterà un servizio dentistico, un servi-zio ambulatoriale infermieristico e un dispensario.La scuola della discarica 60 bambini dai tre anni in su trascor-rono la loro esistenza frugando tra rifiuti per raccogliere oggettiriciclabili (plastica, vetro, lattine), da rivendere per meno di undollaro al giorno. Nessuno di loro ha il privilegio di frequentarela scuola, molti non hanno un documento di riconoscimento.Grazie alla preziosa collaborazione con Sos Bambini onlus(www.sosbambini.org) è stato creato un programma di adozionea distanza dei bambini di Escuelita Feliz (la scuola della discari-ca) e un programma di supporto alle attività educative e di recu-pero psicosociale per un anno. L'obiettivo è quello di dare un’al-ternativa di vita più dignitosa a questi bambini, il cui unico desi-derio è quello di essere come gli altri e, semplicemente, andare ascuola.Escuelita feliz nasce come tentativo di incoraggiare e incentivarela frequenza scolastica, ostacolata dagli stessi genitori a causa del“reddito” generato dai bambini lavoratori.

Caterina Vetro

Il sito del progettowww.rainbowguatemala.netne.net

Per un’ampia rassegna fotograficahttp://www.facebook.com/RainbowGuatemalaProject

Lo scorso settembre a Milano si è tenuto il congresso naziona-

le dall'Associazione igienisti dentali italiani (Aidi) dal titolo

“L’igienista dentale tra scienza e interdisciplinarietà”. «Solo

con l’appropriatezza delle cure e le qualità professionali – ha

dichiarato la presidente MMaarriiaalliiccee BBoollddii – è possibile superare

la crisi. L’igienista dentale deve appropriarsi di competenze

sempre più avanzate e prendere consapevolezza del proprio

ruolo rispetto all’odontoiatra e all’interno del team».

Ma al congresso non si è parlato solo di argomenti scientifici:

la categoria lotta ormai da anni per un riconoscimento profes-

sionale vero, che passa necessariamente attraverso un albo e

un ordine.

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Congresso Aidi di Milano: asala piena gli igienisti dentalihanno accolto l’intervento diAntonio Carrassi, direttoredell’Unità di patologia oraledell’Ospedale San Paolo diMilano e past president dellaSocietà italiana di parodonto-logia. L’ha accolto con emo-zione Marialice Boldi, presi-dente dell'Aidi che in queigiorni celebrava il suo 22esi-mo congresso, e in effetti l’in-tervento del professore è stato

coinvolgente, appassionante,franco, amichevole ed estre-mamente didattico. Il temaera quello dell’Hpv (il papillo-ma virus umano) e la salutedel cavo orale.Perché questa lezione agliigienisti dentali? Ma perché –come ha spiegato bene inapertura di intervento l’amicoCarrassi – sono proprio loro,oltre e insieme all’odontoia-tra, a poter intercettare e pre-venire questa patologia, svol-

gendo un prezioso ruolo dicounseling nei confronti delpaziente e del suo stile di vita,e intervenendo in modo posi-tivo qualora questo debba es-sere modificato. «L'igienistapiù che l'odontoiatra – ha det-to Carrassi in apertura del suointervento – incarna il pren-dersi cura, prima ancora che iltrattare».«Stiamo attraversando unaprofonda crisi di valori oltreche economica – ha aggiunto

Carrassi di fronte a un’atten-ta platea –. Che cosa ci aspet-ta? Niente di buono, credo.La situazione è difficile e unodei pochi strumenti per di-fenderci dalla crisi del siste-ma è legato alla capacità didifendersi da un punto di vi-sta professionale: occorreparlare con il paziente e di-scutere dei suoi stili di vita, eoccorre imparare a farlo inmodo costruttivo, intelligen-te e aperto».

Le cause del cancro oraleIl cancro della bocca ancoroggi colpisce 250.000 perso-ne in un anno e la terapianon ha fatto grandi pro-gressi.«Ricordiamo sempre al pa-ziente – ha detto Carrassi –che il fumo è il principalefattore di rischio del cancrodelle vie aeree e digerenti».Il secondo fattore è l'alcol ela somma tra i due fattori dàun effetto non additivo, mamoltiplicativo.Se questo cancro colpisceogni anno 3.500 italiani – eper molti anni si è ritenutoche, ripetiamolo, tabacco ealcol ne fossero i due princi-pali responsabili – recentiindagini epidemiologiche edi biologia molecolare ciportano ora a sospettare chespesso i tumori della partepiù posteriore della lingua edella parte della faringe chesi affaccia alla bocca sianocausati da Hpv.Il papilloma virus, HumanPapilloma Virus (Hpv), èstato intensamente studiatodurante gli ultimi qua-rant’anni, in particolar mo-do negli ultimi dieci.Questo virus (epitelio tro-po, con 120 sottotipi ad altoe basso rischio) viene consi-derato la principale causadel carcinoma della cerviceuterina, neoplasia che colpi-sce ogni anno oltre 250.000donne.Il virus penetrerebbe nell’e-pitelio della cervice uterinagrazie a microscopiche abra-sioni provocate da un rap-porto sessuale e qui, dopo uncerto numero di anni, po-trebbe provocare delle modi-ficazioni (displasia) delle cel-lule che formano il rivesti-mento epiteliale della cerviceuterina ed eventualmentedeterminare poi la formazio-ne di un tumore maligno.Ma cosa c’entra il virus Hpvcon la nostra bocca? C’entraperché anche a livello dellabocca il virus papillomapuò provocare danni e sfor-tunatamente anche moltoseri. Anche in questi casi,infatti, il virus potrebbe pe-netrare nell’epitelio dellemucose della bocca e se-guendo un percorso simile aquello descritto per la cervi-ce uterina provocare dellelesioni: alcune benigne (pa-pillomi, condilomi) e alcu-ne maligne (carcinoma del-

l’orofaringe).Nel cavo orale si rinverran-no perciò lesioni produttivecon una base di impiantosessile, o in alternativa siavrà leucoplachia, che ha lapossibilità di trasformarsiin cancro in caso di leuco-plachia proliferativa verru-cosa. È necessario prevenireed evitare che si compia ilciclo e che la leucoplachia sitrasformi in cancro.

La lotta all'HpvPer contrastare l’azione diquesto virus si è ricorsi consuccesso a misure preventi-ve di diagnosi precoce, il co-siddetto Pap test e più re-centemente a misure di pro-filassi con la vaccinazione,suggerita nelle giovani tra inove e i tredici anni, utiliz-zando un vaccino bivalente(che in particolare si oppo-ne a due ceppi cancerogenidel virus) o quadrivalente,che oltre ai due cenni cance-rogeni sviluppa anche l’im-munità nei confronti di dueulteriori tipi che danno le-sioni di tipo infiammatorio.Ben venga, quindi, la vacci-nazione, che oltre ad evitarel’insorgenza di tumori dellacervice uterina potrà ridur-re, sia nella femmina che nelmaschio, i temibili tumoriche nella zona tonsillare eorofaringea possono insor-gere. La vaccinazione perl'Hpv funziona molto bene:il quadrivalente (Gardasil) eil bivalente (Cervarix). Sisomministra alle ragazze inanticipo rispetto al primorapporto sessuale.Certamente i vaccini sonocari: oggi esiste un pianonazionale che prevede la co-pertura del 90% delle dodi-cenni, e ci si augura di poterfare ulteriori investimentiin questo tipo di azione pre-ventiva.Al termine della lezione unuditorio attentissimo ha ap-plaudito con entusiasmosincero: nulla di più belloche sentir valorizzare i trat-ti sociali della propria pro-fessione, motivazione chesoprattutto per i più giovaniè la spinta a procedere intempi – come ha dettoCarrassi – non facili, che ri-chiedono impegno, studio emolta passione.

Paolo Pegoraro

Igienisti dentalia lezione di patologia oraleAl 22esimo congresso Aidi si è parlato anche di patologia orale, naturalmente in ottica prevenzione. Prendersi cura del paziente significa anche rafforzare il proprio ruolo e la propria professione > Antonio Carrassi

«Falso che i dentisti siano imaggiori evasori, da tempochiediamo che i pazientipossano detrarre maggior-mente le spese» commentaGianfranco Prada, presi-dente Andi, dopo gli artico-li comparsi su alcuni quoti-diani nazionali che indica-no i dentisti tra i professio-nisti che evadono di più.«Basta descriverci comeevasori denigrando l'interanostra professione, scovatee punite chi evade realmen-te e date la possibilità ai pa-zienti di detrarre intera-mente la nostra fattura»rincara la dose Prada, bol-lando come strumentaliz-zazione l'utilizzo da partedei media del terzo rappor-to Eures sull'evasione fisca-le in Italia. La detrazione ineffetti renderebbe non piùconveniente ottenere pre-stazioni in nero e secondo ivertici del sindacato degliodontoiatri sarebbe il mo-do più semplice per rende-re conveniente al pazientechiedere la ricevuta al pro-prio dentista.Ma non finisce qui. La cate-goria è recentemente insor-ta anche contro Striscia lanotizia, colpevole secondoFrancesco Di Gregorio,presidente Andi MilanoLodi, di aver mandato inonda il 4 ottobre un servi-zio «zeppo di falsità» in cuiveniva esaltato il turismoodontoiatrico. «Non sicomprende il perché di unattacco così pesante a unacategoria di professionisti ea un comparto che dà lavo-ro in Italia a circa 300.000persone, che peraltro inquesto periodo soffre leconseguenze di una crisinazionale ed europea senzaprecedenti» commenta DiGregorio. E prosegue: «si èvoluto far passare il mes-saggio del dentista italianoincapace e “ladro”, che si fastrapagare, mentre all’este-ro (Croazia in questo caso)sono tutti bravissimi (fan-no un ponte in un solo po-meriggio) e sono soprattut-to onesti».Secondo la sezione milane-se di Andi, merita una fortecritica anche la scelta degli“specialisti” intervistati. «Siè dato spazio a un signorecroato (odontotecnico?)che ha accusato i dentistiitaliani di eseguire terapie

non necessarie per “rubare”qualche soldo in più all’i-gnaro paziente» ha puntua-lizzato il presidente.Dalle critiche ai fatti: AndiMilano Lodi ha annunciatouna querela per diffama-zione nei confronti dellatrasmissione televisiva,mentre Fulvia Magenga,segretario del Sindacatoitaliano assistenti di studioodontoiatrico (Siaso), hascritto alla redazione diStriscia la notizia auspican-do «in una rettifica del ser-vizio, al fine di poter dareal cittadino informazionibasate sui fatti e non su pa-role in libertà».Da parte sua Aio, a firmadel presidente PierluigiDelogu, informa di aver giàpresentato querela presso iltribunale di Sassari neiconfronti del giornalistaMoreno Morello e di altrieventuali responsabili dellaredazione di Striscia la no-tizia. In particolare l'Aiodenuncia le «gravi inesat-tezze enunciate nella tra-smissione e gli aspetti dif-famatori per la categoriadegli odontoiatri italianiche venivano espressi nelservizio. Ci si riserva di po-terci costituire parte civileper gli aspetti che riguarda-no la disinformazione sani-taria effettuata attraversoipotesi terapeutiche senzaalcuna validazione scienti-fica che possono provocaredei danni per la salute deicittadini e per il grave dan-no all'immagine dei profes-sionisti odontoiatri italia-ni». L'associazione annun-cia anche azioni parallelepresso il garante delle tele-comunicazioni e l'ordinedei giornalisti.Registriamo anche la rea-zione del Movimento per latutela dell'odontoiatria pri-vata italiana (Opi) presie-duta da Giuseppe Cerbone,che accusa la redazionegiornalistica del program-ma televisivo di aver agitocon scorrettezza e fuori daicanoni deontologici, perché«ha paragonato il prezzo didue cose completamente di-verse, presentandole comeuguali pur di affermare leproprie tesi: il prezzo di unponte approssimativo ese-guito in Croazia in pochigiorni in lega vile e cerami-ca, con un ponte eseguito in

Italia in lega aurea e cerami-ca, eseguito seguendo ilprotocollo della comunitàscientifica internazionaleche prevede numerose se-dute di controllo clinico».Più contenuta la reazionedi Gianfranco Prada, cheha snocciolato qualche da-to, ridimensionando il pro-blema: un sondaggio delmaggio scorso condottodall’istituto di ricerca Ispo,per conto di Andi, ha evi-

denziato che solo il 4% de-gli italiani si è rivolto all’e-stero per effettuare cureodontoiatriche e tra questila metà di loro non lo rifa-rebbe, mentre l’81% degliitaliani non è disposto afarlo e solo il 15%, pur nonavendolo mai fatto, loprenderebbe in esame.«La gente ha capito che nonsolo non si risparmia –considerando gli sposta-menti necessari, i soggior-

ni, il disagio – ma soprat-tutto non ha senso affron-tare queste cure per via de-gli insuccessi ottenuti» hasottolineato Prada.Va detto che effettivamentele prestazioni odontoiatri-che in alcuni paesi estericostano meno che in Italia,come costa meno un sog-giorno in hotel o una cena.Il motivo? La fiscalità di-versa, il costo del lavoro di-verso, il costo del materiale

diverso. Il comparto odon-toiatrico italiano è compo-sto da oltre 200.000 profes-sionisti che operano nelpieno rispetto di regolecerte e garanzie di qualità,con una tassazione che su-pera il 60% dei redditi.Secondo Prada, insomma,non è proprio corretto pa-ragonare i costi italiani conquelli stranieri.

Andrea Peren

Dentisti sotto accusa: le reazioni della categoriaTra luoghi comuni e parcelle salate, il dentista italiano è spesso oggetto di critiche da parte dei media. Le recenti reazioni della categoria all'ennesimo servizio di Striscia la notizia sono il termometro della tensione

www.striscialanotizia.mediaset.it

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12<<DENTAL PRESS << << << DENTAL PRESS13 <<

Sta lasciando la presidenzaAiso perché a breve si laureerà.Ora dovrà entrare nel mondodel lavoro, con che spirito af-fronterà questa sfida? Come ho sempre affrontatotutte le sfide: con entusiasmo,impegno e dedizione.L’esperienza acquisita durantei miei due anni di presidenzaAiso mi ha insegnato che c’ètanto da imparare prima dipoter lavorare bene, inoltrenon bisogna mai smettere diaggiornarsi e di studiare.

Un atteggiamento positivononostante la crisi, l’eccessivorapporto tra numero di denti-sti e pazienti, i profondi muta-menti che la professione stasubendo. E non è neppure “fi-glio d’arte”. Cosa pensa di fare?Ho intenzione di continuare lamia formazione presso laFederico II per diventare spe-cialista e in seguito lavorare co-me consulente.Specializzarsi in una precisabranca dell’odontoiatria è si-curamente una carta vincenteper essere competitivi e riusci-re a dare sempre il meglio ainostri pazienti.Sicuramente la mia scelta è sta-ta anche influenzata dalla pre-stigiosa scuola di ortognato-donzia che ho la fortuna diavere nella mia città.

Si sente preparato? Pensa chel’università l’abbia formatanon solo a curare i denti maanche ad esercitare l’odontoia-tria in ogni suo aspetto? Comesi dice l’ha preparata a entrarenel mondo del lavoro?Assolutamente no, per essereveramente competitivi nelmondo del lavoro bisogna sa-per lavorare con sicurezza eautonomia.Noi studenti avvertiamo la ne-cessità di formarci soprattuttoda un punto di vista pratico,cosa che raramente le univer-sità italiane sono in grado di

offrirci. Da un nostro sondag-gio solo il 30% degli studenti siriteneva soddisfatto della pre-parazione pratica e il 75% in-fatti ha dichiarato di voler con-tinuare la formazione.

Spesso i neolaureti sono co-stretti, per imparare, prima diaprire un proprio studio a farepratica, scendere a compro-messi e accettare collaborazio-ni poco remunerative o grati-ficanti. È un prezzo che alla fi-ne si paga volentieri?La prima volta che sentii parla-re di studi low cost e franchi-sing ero su Google e stavo scri-vendo qualcosa inerente all’o-dontoiatria, trovai annunci deltipo: “corona in zirconia a 200euro”, “impianti a 500 euro”.Mi chiesi come potevano averedei prezzi così competitivi.Purtroppo scoprii presto che cisono catene di studi odontoia-trici in cui lavorano diversidentisti, spesso giovani e paga-ti 6 euro l’ora, e tutti applicanolo stesso prezzo.Dubito che sia un’esperienzaformativa eseguire una terapiacon materiali scadenti e tempilimitati. Dal mio punto di vistaquesta è la morte della liberaprofessione. Libera perchéognuno è libero di scegliere ilproprio onorario, i propri ma-teriali, i propri strumenti, leproprie procedure cliniche.Gli odontoiatri non sono ope-rai che lavorano come in unacatena di montaggio e i nostristudi non sono centri com-merciali ma ambulatori medi-ci. Questo però non interessa alpaziente che, ignaro di tuttociò, è attratto da una pubblicitàingannevole e da prezzi bassis-simi. Bisognerebbe avvisare ipazienti che i prezzi sono cosìbassi perché la responsabilità ètutta dell’odontoiatra che ese-gue la terapia, ma in questo ca-so l’odontoiatra è anche un di-pendente e come tale prendeordini da un imprenditore alquale non interessa nulla dei

materiali che si usano, o deltempo necessario ad eseguirela terapia; o persino della for-mazione stessa degli odontoia-tri. A questo punto il nostro la-voro è diventato un’impresacommerciale in cui si rispar-mia su tutto ciò che si può.Ritengo sia assolutamente con-troproducente esercitare inqueste strutture e alla fine chipaga saremo noi, che ci trove-remo studi vuoti perché abbia-mo una concorrenza sbagliata.Certo la colpa è anche dei pa-zienti che, spendendo meno,risparmieranno sul loro benepiù prezioso: la salute.

Quindi cosa si dovrebbe fare?Dal nostro punto di vista biso-gnerebbe analizzare la situa-zione di tutta la libera profes-sione a livello europeo, perchéalla luce delle recenti liberaliz-zazioni si potrebbe pensare chesiamo di fronte a una nuova ri-voluzione industriale, in cui iprezzi delle prestazioni dei li-beri professionisti si abbasse-ranno in favore dei ceti socialipiù poveri.Ma non è assolutamente così, abeneficiare non è il pazienteche risparmia sulla salute, mapochi investitori che rispar-miano sulla manodopera e suimateriali, come un'azienda.Trasformeranno in operai tuttii liberi professionisti.Considerano i professionistiuna casta che vuole difendere ipropri privilegi, ma tutto ciòche vogliamo è fare il nostro la-voro con amore, scienza e co-scienza.

Si parla di patto generazionaletra neo laureati e professioni-sti affermati: secondo lei c’èoppure è ancora da costruire?Questo è un punto interessan-te, io trovo fondamentale la fi-gura del mentore in una pro-fessione come la nostra. I librinon potranno mai sostituireun buon maestro, che sia undocente universitario, un pa-rente, o un libero professioni-sta al quale noi dovremmo“rubare” il mestiere osservan-do e aiutando.Credo che inscriversi e fre-quentare attivamente le asso-ciazioni di categoria e le societàscientifiche sia un ottimo pun-to di partenza.Probabilmente non molti pro-fessionisti ricordano che nelgiuramento di Ippocrate c’è

scritto che bisognerà poi inse-gnare anche al figlio del nostromaestro; tutto ciò è affascinan-te ma non sempre presentenella realtà.Abbiamo da poco saputo dalpresidente Cao che è legale fre-quentare gli studi privati: que-sto è importante sia per impa-rare sia per avere una visionerealistica della nostra futuraprofessione e delle problemati-che che comporta.

Cosa ne pensa delle restrizioniall'accesso al corso di laurea?Sappiamo bene che in Italianon vi è il numero chiuso, ben-sì un numero programmato inbase a specifici criteri, tra cuianche il numero dei riuniti edei docenti nelle scuole.Sottolineo che le nostre mani-festazioni, i sondaggi e le peti-zioni per nulla vogliono sco-raggiare la formazione all’este-ro, ma solo la compravenditadelle lauree, un fenomeno pe-ricolosissimo, in crescita e chenon dobbiamo assolutamentesottovalutare.Abbiamo testimonianze di stu-denti che ci hanno descrittoqueste università private euro-pee, presenti ad esempio inSpagna e in Romania, comehotel di lusso in cui trascorrerei fine settimana per 5 anni.Dopodichè si ottiene la laurea.Abbiamo anche sentito di uni-versità con traduttori che difatto svolgono l’esame al postodel candidato. Il perché di tut-ta questa generosità è sicura-mente il prezzo, che si aggiraintorno ai 20.000 euro l’anno.Si parla tanto di liberalizzazio-ni, di libertà dello studio, maquesta è solo una farsa che na-sconde un business di milionidi euro, che arricchisce pochiinvestitori, i quali ingannano igenitori di studenti sfaticati asborsare centinaia di migliaiadi euro nell’illusione di ottene-re poi un posto di lavoro.L’unica soluzione per la tuteladel diritto allo studio e alla sa-lute dei pazienti è che si stabili-sca un numero programmatosu scala europea, secondo i cri-teri dell’Oms, che ha stabilitoun odontoiatra su 2.000 perso-ne, non uno su 800; e a tal pro-posito l’Aiso sta elaborandouna petizione che presenteràall’Unione Europea e che stariscontrando l’appoggio di tut-ti gli studenti interpellati.

Norberto Maccagno

Studenti di odontoiatriasì al numero programmatoI numeri suggeriscono di ridurre la presenza degli odontoiatri sul territorioe aumentare così la quantità di pazienti per ogni singolo professionista.Oggi sono 800 per ogni dentista; l'Oms ne suggerisce 2.000 > Matteo Piergentili

MMaatttteeoo PPiieerrggeennttiillii (classe 1989) il 6 ottobre ha concluso il suo

mandato di presidente Aiso, l’associazione degli studenti in

odontoiatria; è iscritto al quinto anno a Napoli presso l’Università

Federico II.

Lo abbiamo intervistato in rappresentanza dei futuri odontoiatri

italiani per capire le loro aspettative e timori: l’intervista fotogra-

fa una generazione di futuri odontoiatri che hanno le idee chia-

re e la grinta giusta per raccogliere le sfide che la professione

gli lancerà nel prossimo futuro.

L'ESPERIENZA DI ANDI VENETO:PATTO GENERAZIONALE CON I "SUPERMINIMI"

Se è facile fare buoni propositi in favore dei giovani lau-

reati, più difficile è metterli in pratica in un settore come

quello odontoiatrico, svolto in prevalenza in libera pro-

fessione: quindi il neolaureato oggi è il potenziale con-

corrente di domani. Ma anche una risorsa per gli studi

esistenti, sostengono in molti.

Se da anni la necessità di creare un patto generaziona-

le, non solo per fini previdenziali, più difficile è trovare

delle azioni concrete in tal senso. Una di queste è quel-

la attivata da Andi Veneto, che ha pensato di sfruttare

l’attuale normativa (superminimi) in merito all’assunzio-

ne dei giovani per ideare un progetto che favorisce l’in-

gresso dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Allo

stesso tempo permette agli studi esistenti di trovare col-

laboratori e, chissà, un futuro socio (o acquirente) che

possa continuare la sua opera quando il titolare andrà

in pensione.

L’idea di Andi Veneto è di fatto molto semplice ma altret-

tanto efficace: si propone come collettore tra domanda e

offerta. «Ogni anno, dalle università del Veneto escono

circa 50 nuovi dentisti – ci ha spiegato LLuuccaa DDaall CCaarrlloo,

presidente Andi Veneto durante la presentazione dell’ini-

ziativa –. Molti di loro sono costretti ad accettare com-

promessi per poter iniziare, cooptati in ambienti profes-

sionali dove hanno poca possibilità di crescere, corren-

do anche il rischio di trovarsi coinvolti in situazioni poco

chiare. L’energia dei nostri giovani – continua Dal Carlo

– può invece rappresentare una risorsa per gli studi den-

tistici già avviati, ai quali possono infondere linfa nuova

e dai quali possono ricevere formazione sul campo da

colleghi capaci ed esperti, creando il presupposto per

un ricambio generazionale che protegga la professione

odontoiatrica dalla spirale avvilente di mercificazione e

conflittualità cui sta andando incontro».

Andi Veneto non farà altro che far incontrare gli studi

dentistici con i neo laureati che cercano una collabora-

zione di qualità sostenendo, entrambi, nella consulenza

fiscale e normativa per agevolare l’assunzione.

«Grazie ai “superminimi” – afferma Dal Carlo – chi assu-

me i giovani può godere di diverse agevolazioni fiscali:

in questo modo vogliamo favorire forme di impiego sta-

bile, ma anche aiutare gli studi delle zone periferiche del

Veneto, come quelli del Bellunese e della campagna ro-

digina, che spesso sono costretti a chiudere per la man-

canza di ricambio generazionale».

Lo strumento fiscale che Andi intende adottare è l’iscri-

zione a un regime super agevolato (detto, appunto, dei

superminimi), da cui ci si può cancellare in qualsiasi mo-

mento. Grazie a tale regime tutti i compensi percepiti dai

neolaureati per la loro attività svolta presso gli studi odon-

toiatrici dei soci Andi, al netto delle spese professionali

personali, saranno assoggettati ai fini fiscali solo ad una

imposta unica del 5%, fino all’età di 35 anni. Se si inizia

dopo i 35 anni, la durata è limitata a cinque anni.

E l’iniziativa ha già suscitato un ottimo interesse visto,

come informano dall’Andi Veneto, che sono già 30 i neo-

laureati che andranno a lavorare in altrettanti studi den-

tistici della zona grazie a questa iniziativa.

NN.. MM..

Con la vostra iniziativacontro l'Università Pessoasiete riusciti, per la primavolta, a mobilitare gli stu-denti di odontoiatria.Quale il bilancio?Il bilancio è sicuramentepositivo. Grazie a un im-portante lavoro di squadratra i vari rappresentanti deicorsi di laurea di tuttaItalia, siamo riusciti a crea-re un gruppo unito che si èmobilitato lo scorso 3 mag-gio per il sit-in davanti alTar del Lazio e che ha lavo-rato sui social network perportare avanti la petizioneonline.C’è ancora molto da fare:studenti da informare, ma-tricole da motivare e senzadubbio cercare ancora ilsostegno dei sindacati edelle università italiane.Noi siamo pronti a mobili-tarci di nuovo, per far vale-re i nostri diritti e per farsentire la nostra voce.

Siete riusciti a coinvolgereanche la libera professionee i professori universitari In effetti non ci aspettava-mo dei risultati simili: ipresidenti delle associazio-ni Andi e Aio hanno ap-

poggiato la mia iniziativasin dall’inizio, riscontran-do in noi studenti un rin-novato fervore che da anninon si vedeva. L’Andi ci hainoltre sostenuto schieran-do i propri legali, che ci ag-giornano continuamentesull’evoluzione della vicen-da.È stato fondamentale inol-tre il sostegno dei docenti.Da noi, in Sapienza, ognidocente ha speso delle pa-role di sostegno e ricono-scimento per lo sforzo chestiamo facendo e per le dif-ficoltà che incontreremo esono sicuro che in ogni al-tro ateneo ci sia lo stessocoinvolgimento. I consiglidispensati in ogni situazio-ne ci aiutano a non sentircisoli in questa vera e propriabattaglia.

Dopo il sit-in e la raccoltafirme quali saranno leeventuali altre iniziative?Stiamo valutando l’oppor-tunità di scendere in piazzacon i neolaureati e gli spe-cializzandi per informare icittadini sulla condizionedell’odontoiatria italiana.Se riusciamo ad avere il“via libera” scenderemo in

camice nelle piazze italianeper rendere tutti più consa-pevoli della nostra situa-zione, della formazione chenoi studenti riceviamo inItalia e sull’iter che seguia-mo per diventare professio-nisti.Sottolineeremo come leuniversità di tutta Italiastanno investendo risorseper garantire a tutta la po-polazione una classe odon-toiatrica di qualità.

Pensate di capitalizzarel'interesse ottenuto per re-criminare su altre questio-ni? Mi sembra che quellodella Pessoa sia solo unodei tanti problemi che toc-cano voi studenti in odon-toiatriaProprio così. Purtroppo inquesti anni l’apertura dellefrontiere ha permesso aipiù furbi di sfruttare dellescorciatoie per laurearsi eper concludere i propri stu-

di senza avere la giusta pre-parazione, alcune voltesenza nemmeno aver dovu-to incontrare i docenti.È ormai da tempo chel’Associazione italiana stu-denti di odontoiatria(Aiso) cerca di portareavanti una lotta a livelloeuropeo per fermare l’af-flusso di laureati dall’este-ro. Speriamo che adessoche gli studenti stannoprendendo coscienza delle

problematiche inerenti lanostra professione, ci siaun maggior slancio per iprossimi eventi.Il prossimo appuntamentosarà lunedì 3 dicembre, an-cora davanti al Tar delLazio, dove si discuterà lafase di merito contro laPessoa.Preparatevi a una grandemanifestazione!

Norberto Maccagno

Studenti in sit-inper “bocciare” la PessoaLa manifestazione dello scorso maggio davanti al Tar del Lazio organizzata dagli studenti di odontoiatria della Sapienza di Roma ha avuto il sostegno dei sindacati di categoria e del corpo docenti > Dimitri Boatta

DDiimmiittrrii BBooaattttaa, classe 1987, iscritto al quinto anno del corso

di laurea in odontoiatria e protesi dentale alla Sapienza di

Roma, è il vice presidente del Soisd (Studenti di odontoiatria

e igiene dentale Sapienza) e “motore” organizzativo della

(crediamo) prima manifestazione pubblica che gli studenti di

“odonto” hanno organizzato in questi anni di corso di laurea.

Un sit-in davanti al Tar Lazio nel giorno in cui si discuteva il

ricorso dell’università portoghese Pessoa alla decisione del

ministero dell’Istruzione di revocare l’autorizzazione ad apri-

re una succursale italiana.

In caso di decisione a favore a favore dell’ateneo portoghe-

se sarebbe stato possibile per 250 studenti italiani iscriversi

al corso di odontoiatria in Portogallo frequentando in Italia;

ma avrebbe anche aperto la strada ad altre università euro-

pee interessate ad aprire corsi in Italia. Il Tar ha rigettato la ri-

chiesta della Pessoa.

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La qualità sostenibile dell'ospedale Cristo ReAnnesso all’ospedale romano Cristo Re, il Centro del Sorriso punta a un obiettivo ambizioso: un’odontoiatria d’eccellenza accessibile a tutti e con prestazioni ad alto contenuto tecnologico

Dottor Casa, con quale mis-sion è nato il Centro delSorriso dell’ospedale CristoRe?Il dato da analizzare con at-tenzione è che solamente il25% della popolazione si re-ca regolarmente dal denti-sta. La restante parte si ri-volge all’odontoiatra solonel caso di acuzie. Ritengoche il problema dei costidelle cure odontoiatriche siauno dei principali deterrentiper un accesso più conti-nuativo alle cure per unalarga parte della popolazio-ne, cosa che permetterebbeun'adeguata prevenzione sulterritorio.

Bisogna allora cercare di av-vicinare alla salute oralequel 75% della popolazioneche la trascura, offrendoqualità e allo stesso tempocosti contenuti. Questo peròpuò avvenire solamente at-traverso strutture più ampiee meglio organizzate rispet-to agli studi mono profes-sionali. Mi riferisco a strut-ture ottimamente attrezzate,in grado di offrire alta qua-lità in ciascuna brancaodontoiatrica, di affrontaresignificativi investimenti intecnologie e in organizza-zione – situazione spessoimpraticabile per le piccolerealtà –, il tutto a tariffe

chiare, trasparenti e con unottimo rapporto costo/be-neficio. Strutture in gradoanche di contrastare la ille-cita e pericolosa piaga del-l’abusivismo professionale odelle attività commercialiodontoiatriche finte low-co-st o, ancora peggio, il turi-smo odontoiatrico versopaesi che non garantisconoassolutamente il nostro li-vello di preparazione e sicu-rezza professionale e cherappresenta solo una falsaconvenienza terapeutica pergli sprovveduti che pensanodi risparmiare denaro.Il Centro del Sorriso dell’o-spedale Cristo Re di Roma èun concreto esempio di col-laborazione tra pubblico eprivato: all'interno di unastruttura ospedaliera opera-no professionisti della salutee dell’industria che hannoottimizzato le scelte tecno-logiche in funzione dei pro-tocolli clinici e di procedureutilizzati.Con il progetto Centro delSorriso si è resa possibile laquadratura di un cerchio avolte molto difficile da rag-giungere, dove l’impiego ditecnologie è imponente e laformazione degli operatoriinterni viene svolta costan-temente, con corsi aperti an-che a professionisti esterni.La riabilitazione del pazien-te viene eseguita mediante lepiù moderne tecniche di mi-crochirurgia mininvasiva ebio-rigenerativa, che costi-tuiscono la punta di dia-mante del nostro reparto.

Ci descriva nel dettagliol’organizzazione interna eil funzionamento dellastruttura.Anche in questo caso leprocedure sono fortementesemplificate: abbiamo unasegreteria dedicata, conpersonale altamente qualifi-cato messo a disposizionedall’ospedale, in grado disoddisfare le richieste deipazienti e dare un primoorientamento sull’iter tera-peutico. Questo avviene at-traverso un appuntamentoper una prima visita già colprofessionista più pertinen-te alla patologia o proble-matica riferita dal paziente.In alternativa, se le richiestesono generiche, viene pro-posto il pacchetto preven-zione, spesso offerto a prez-zi vantaggiosi, che consistein una prima visita con unodontoiatra, una ortopano-ramica e una seduta di igie-ne orale.Dopo la prima visita il pa-ziente viene avviato al cicloterapeutico adatto al suocaso. Egli viene seguito neivari passaggi terapeutici daun tutor, il quale coordina ivari specialisti a cui il pa-ziente verrà eventualmenteaffidato per le prestazioninecessarie. In questo modoil paziente ha un riferimen-to stabile e non viene rim-pallato da un medico all’al-tro solo per opportunità diturni od orari, senza nessu-na continuità terapeutica esenza nessuno che li coordi-ni.

Quali tecnologie avete a di-sposizione? Abbiamo tutto quello che uncentro odontoiatrico di qua-lità dovrebbe avere.Cominciamo dai riuniti: cen’è uno dedicato all’igieneorale e alla prevenzione, do-tato anche di lampada persbiancamento; uno dedicatoa conservativa ed endondon-zia, dotato di microscopiooperatorio; uno per piccolachirurgia e protesi, dotatodella lampada scialitica perun’ottima visibilità; infine,una sala operatoria per la chi-rurgia complessa, anch’essadotata di scialitica, microsco-pio operatorio e collegamen-to in circuito chiuso con l’au-la magna, dove vengono svol-ti i corsi, e che ci permette dimostrare interventi su pa-ziente in tempo reale.Come attrezzature comple-mentari abbiamo un laser adiodi da 532nm molto poten-te e versatile, un bisturi a ri-sonanza quantica molecolarecapace di incidere semplice-mente rompendo i legamimolecolari senza comportarel’aumento di energia cineticadelle cellule colpite e quindisenza aumentare la tempera-tura, con conseguente granderiduzione di tessuto cicatri-ziale, tempi operativi e diguarigione molto più rapidi eriducendo sensibilmente ildolore post-operatorio.Disponiamo anche di tecno-logie che ci permettono diestrarre dal sangue del pa-ziente tutto l’occorrente perla biostimolazione e la rige-

nerazione tissutale. Si trattadi specifici rotori-separatoridi fase che, in base alle carat-teristiche del sangue del pa-ziente e delle necessità clini-che, ci permettono di avere adisposizione tutti quei fattoriche consentono, aiutano epotenziano le procedure dimicrochirurgia che adottia-mo.È presente nel nostro repartoanche una sala raggi dove èinstallato un dispositivo conebeam per eseguire ortopano-ramiche, teleradiografie delcranio e tomografia volume-trica. Ovviamente abbiamoanche a disposizione, grazieal reparto di radiologia del-l’ospedale Cristo Re, la Tac ela Rmn per le diagnosi chenecessitano di maggior di-scriminazione diagnostica.

Nel 2011 avete trattato più di3.000 pazienti. Quali tipolo-gie di prestazioni erogate? Siamo in grado di effettuareogni tipo di procedura odon-toiatrica, dalla più semplicealla più complessa, in tutte lediscipline della nostra profes-sione.Ultimamente abbiamo inse-rito anche il trattamento este-tico dei tessuti periorali, par-ticolarmente richiesto dallepazienti. Riteniamo che que-sto debba essere un settore dipertinenza anche dell’odon-toiatra che, in base alla legge409 istitutiva della professio-ne, si deve occupare «dei den-ti, della bocca e dei relativitessuti».

Italian Dental Journal ha intervistato il dottor LLuuiiggii CCaassaa,

odontoiatra, componente dello staff che opera presso il

Centro del Sorriso (www.centrodelsorrisocristore.it) dell’ospe-

dale Cristo Re di Roma diretto dal dottor MMaassssiimmoo CCoorriigglliiaannoo.

Oltre all'attività clinica il centro ha una forte vocazione didattica:

«La funzionalità e la bellezza del nostro centro ci permette di

avere a disposizione una struttura che si presta ottimamente ad

essere utilizzata per la formazione professionale – spiega Luigi

Casa –. I nostri corsi fanno parte del sistema di aggiornamento

Ecm, un obbligo professionale che in futuro dovrà essere otti-

mizzato, divenendo uno stimolo per tutti i colleghi ad approfon-

dire tecniche e procedure innovative».

Il centro romano fin dalla sua nascita si propone di offrire presta-

zioni odontoiatriche d’avanguardia alla più ampia fascia di po-

polazione possibile. «L’idea di progettare un centro odontoiatri-

co che conciliasse le prerogative di una odontoiatria di ottimo li-

vello, a costi accettabili, per un vasto bacino di utenti è il sogno

di ogni professionista che ha a cuore la salute pubblica, nel no-

stro caso quella orale – ci confida il dottor Casa –. Si tratta di

una questione da molti anni discussa e sviscerata da operatori

del settore, industria, classe politica, e che con varie formule e

progetti pilota si tenta di risolvere».

Quali sono le eccellenze checontraddistinguono ilCentro del Sorriso?Direi senza dubbio che lapunta di diamante nel no-stro reparto sono le tecnichedi microchirurgia e rigene-razione ossea, nelle quali ildottor Massimo Corigliano,direttore scientifico del no-stro centro, è protagonistaoltre che promotore.Per la terapia implantopro-tesica viene utilizzato un si-stema a riparazione osseaprimaria (Rop) capace di ot-tenere un Bic (bone to im-plant contact) a 45 giorni su-periore all’80% e di garanti-re una riparazione adeguataall’applicazione del caricoprotesico in sole sei settima-ne.Grazie all’introduzione dellaosteo neogenesi (Ong) è sta-to fatto un grandissimo pas-so avanti nella ricostruzionedell'osso danneggiato o per-duto, ma le necessità tera-peutiche sempre più pres-santi e i buoni risultati otte-nuti, hanno spinto il mondoscientifico a impegnaregrandi risorse nello sviluppodi nuovi materiali e metodiapplicabili allo scopo dellamedicina rigenerativa.A questo proposito nel no-stro centro abbiamo evolutole tecniche rigenerative par-tendo dal presupposto diutilizzare quanto più possi-bile materiale autologo vivo,questo perchè i biomaterialiusati fino ad ora come ilGore-Tex, il collagene, il pe-ricardio, l’idrossiapatite, ibiovetri, il fosfato tricalcico,l’acido poliglicolico, l’ossoanimale e quello omologoecc. non hanno mai in effet-ti mantenuto la loro inizialepromessa che consistevanella loro capacità induttivae rigenerativa. Il motivo diquesta loro incapacità allabiostimolazione fisiologica èmolto semplice: non sonotessuti viventi. Non essendomateriali vitali, non potràmai esserci il potenzialeosteoinduttivo tipico deitessuti bioattivi autologhivivi; infatti, affinchè possaavvenire una effettiva rige-nerazione, devono concor-rere a cascata svariati fattorichimici e ormonali tutti bio-logicamente attivi.

Che trattamento propone-te?Il nostro protocollo rigene-rativo multifattoriale(Prmf) con Bcgf (B-cellgrowth factors) è un proto-collo terapeutico multifaseche si ottiene per separazio-ne del sangue venoso, a tem-peratura costante, medianteun rotore-separatore di fasi,a velocità e accelerazioni dif-ferenziate e controllate, contempi di rotazione adeguatia ogni tipologia di prodotto

scelto in base alla tecnica daapplicare. Questa metodolo-gia consente di non danneg-giare mai i componenti cel-lulari o molecolari che subi-scono la separazione per ro-tazione, perchè non si rag-giungono mai accelerazionie velocità tali da comprime-re, schiacciare o distruggerei componenti ematici men-tre vengono separati in baseal loro peso, al volume, allaforma primitiva del compo-nente, ma anche e soprattut-to a quella finale. Dalla pro-cedura di separazione otte-niamo almeno cinque fasi:siero, cloud, growth factor,cellule C34+, coagulo e pia-strine, ioni metallici.La fase superiore è rappre-sentata dal siero, che si uti-lizza a fine intervento comemesoterapia antidolorifica,antinfiammatoria; una se-conda fase intermedia ècomposta da un blocco di fi-brina polimerizzata, moltogrande e densa, più o menoricca di componenti cellula-ri o bioattivi intrappolati.Questa fase è utilizzabile co-me blocco unico da riempi-mento, come veicolo diprincipi attivi o farmaci, co-me interfaccia tra impiantoe osso, come particolato damiscelare a materiale diriempimento o come mem-brana autologa. La terza faseè rappresentata da growthfactor di origine piastrinicaed ematica, oltre alle cellulestaminali CD34+ in attesa distimolazione per la tipizza-zione definitiva. Questa faseviene separata sia dalla fasefibrinica che dal coagulo eusata autonomamente. Ilgrowth factor, addizionatoall’osso autologo, è l’ele-mento che maggiormenteimprime lo stimolo rigene-rativo. La quarta fase è rap-presentata da un coagulo vi-scoso, denso e ricco di glo-buli rossi e piastrine. Questafase viene usata per la misce-lazione dei materiali dariempimento, fornendo unadensità gelatinosa comodis-sima; inoltre, la componentepiastrinica potenzia l'espres-sione rigenerativa già indot-ta dai growth factor. La quin-ta fase è costituita da ionimetallici ferrosi e rameici, iquali consentono di favorirel'orientamento spaziale de-gli innesti, poiché possonoessere polarizzati se sottopo-sti a campi magnetici. Talimetalli, una volta miscelati,sono in grado di aumentarela capacità di trasmissione epolarizzazione degli innestiin cui si trovano.Il sangue umano è troppoprezioso per essere sprecatoinutilmente, e noi in questomodo ne utilizziamo tutte lecomponenti, ciascuna conun fine ben determinato.

M. V.> Uno dei riuniti del Centro del Sorriso La sala operatoria per la chirurgia complessa

> Il dottor Luigi Casa (al centro) insieme al dottor Massimo Corigliano, di-rettore scientifico del Centro del Sorriso, e alla dottoressa AriannaPatriarca, odontoiatra presso la struttura

LA CARTA DEI SERVIZIDEL CENTRO DEL SORRISO

Il Centro del Sorriso si trova all’interno dell’Ospedale Cristo

Re, in zona Trionfale a Roma, ed è attivo tutti i giorni della set-

timana. All’odontoiatria tradizionale affianca altre tecniche in-

novative mirate a potenziare gli effetti della terapia con ridu-

zione dei tempi di esecuzione ma soprattutto della sofferen-

za dolorosa.

Il Centro del Sorriso è un concreto esempio di collaborazio-

ne tra pubblico e privato all'interno di una struttura ospeda-

liera accreditata, dove professionisti della salute e industria

hanno ottimizzato le scelte tecnologiche in funzione di proto-

colli e procedure utilizzati, con particolare attenzione al rap-

porto prezzo-qualità.

In particolare la struttura si avvale di procedure e tecnologie

innovative incluse nel cosiddetto “protocollo chirurgico multi-

fattoriale”, quali la riparazione ossea primaria e l'applicazio-

ne di innesti di osso autologo vivo; la biostimolazione me-

diante laser terapia; l'induzione e la rigenerazione tissutale

mediante campi magnetici combinati; la microinvasività me-

diante la risonanza quantica molecolare; la chirurgia assisti-

ta in microscopia operatoria; l'attivazione e stimolazione tis-

sutale mediante i fattori di crescita autologhi e le cellule sta-

minali CD34+ angiogenetiche estratti dal sangue.

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16<<DENTAL PRESS << << << DENTAL PRESS17 <<

Dopo decenni di caccia almercurio, dopo una frana dipubblicazioni sulla sua tos-sicità, dopo tante solide ot-turazioni trionfalmente ab-battute come le statue diMussolini nel dopoguerra ela solenne proclamazione distudi e cliniche amalgam-free, sta arrivando la resadei conti per questo grigio eumile materiale che inizia aprendersi una rivincita.«Non c’è nessun motivo

fondato per sostituire siste-maticamente l’amalgamacon i compositi perché ciòpotrebbe causare più danniche benefici» scrivonoNancy Maserejian e i suoicolleghi su uno degli ultiminumeri del giornaledell’American Academy ofPediatrics (1).Ma la vera botta, che po-trebbe trasformarsi in unanuova psicosi da muccapazza se questo articolo ap-

parisse sul computer diqualche giornalista genera-lista, è che le ricerche dispo-nibili dimostrano che «neibambini maggiori di 6 anni,seguiti per un periodo di 5-7 anni, non è emersa alcunacorrelazione tra restauri inamalgama e parametri neu-ropsicologici, mentre per icompositi con bis-Gma, ol-tre a un peggior risultatonei parametri psicosociali, èemersa anche una maggiore

percentuale di fallimentodei restauri». Per la verità,in Italia l’articolo è stato ri-preso dall’agenzia di stampaAgi il 18 luglio, ma non hatrovato eco negli altri me-dia, a differenza di quantoaccadde l’anno scorsoquando una direttiva euro-pea vietò la produzione e lavendita di biberon conte-nenti bisfenolo A (Bpa),molecola da cui deriva ilbis-Gma.

La nemesi del mercurioLa ricerca degli autori (tra cuifigurano epidemiologi, unneurologo infantile e un ricer-catore del Forsyth Institute,un centro studi in oral scien-ces collegato con l’Universitàdi Harvard) è la diretta conse-guenza del Necat (NewEngland Children’s AmalgamTrial), cioè del più ampio e so-lido studio sulla presunta tos-sicità dell’amalgama, finan-ziato dai National Institutes ofHealth, agenzia del ministerodella salute Usa, e descritto indue articoli sul giornaledell’American MedicalAssociation (2, 3).Sulla base dei risultati delNecat il gruppo di Maserejiansi è posto l’obiettivo di capirese una maggiore esposizioneai compositi si associasse a un

rischio più elevato di proble-mi psicosociali nei bambini. Èimportante sottolineare chel’obiettivo (e, ovviamente, i ri-sultati) restano ancora nel-l’ambito dell’associazione sta-tistica, che può soltanto esclu-dere che due fenomeni si ma-nifestino contemporanea-mente per effetto di un purocaso ma non può dimostrareun sicuro legame causale.Purtroppo in Italia si è parlatoben poco dello studio Necatalla luce del quale andrebbesicuramente rivisto il famosoe ancora vigente decreto delministero della Salute del 10ottobre 2001 (detto decretoSirchia, dal nome dell’alloraministro) che, in via cautelare,proibisce l’impiego dell’amal-gama in una serie di soggettitra cui i minori di 6 anni.

Più bianchi, più belliAnche più dannosi?Le ultime ricerche scientifiche sui materiali affermano che i compositi rilasciano bisfenolo A, una molecola sospettata di provocare danni neurologici. È così che l’amalgama si prende una rivincita

Un problema va,un altro vieneAttingendo dal campione delNecat gli autori hanno selezio-nato 598 bambini su un totaledi 5.116 in base ai seguenti cri-teri: età tra 6 e 10 anni, assenzadi restauri in amalgama, più didue carie della superficie oc-clusale nei denti posteriori,anamnesi negativa per disturbipsicologici, neurologici, im-munologici e renali. I bambinisono poi stati divisi in duegruppi: uno è stato curato conun’amalgama (Dispersalloy,Dentsply Caulk), l’altro è statocurato con un composito per identi permanenti (Z100, 3MEspe, dove il bis-GmA rappre-senta il 5% circa del peso) o uncompomero per i denti decidui(Dyract AP, Dentsply Caulk,che contiene una resina a basedi metacrilato e uretano dotatadi maggiore stabilità termica eresistenza meccanica).Secondo i risultati, i bambinipiù esposti ai compositi ripor-tavano peggiori risultati nei te-st Cbcl (Child BehaviorChecklist) e Basc-Sr (BehaviorAssessment for Children Self-Repor) usati per misurare iproblemi psicosociali (proble-mi nelle relazioni interperso-nali, ansia, depressione). Taleassociazione aumentava colnumero di superfici occlusalirestaurate ma non si osservavanei gruppi amalgama e com-pomero. Così, per evitare unrischio mai dimostrato concertezza (la tossicità dell’amal-gama), se ne è creato un altroche comincia a preoccupare se-riamente.In ogni caso, come scrivono gliautori interpretando i risultati,rimane da chiarire un partico-lare non da poco: cioè se l’asso-ciazione riscontrata dipendasolo dal Bpa o anche da qual-che altro componente del ma-teriale usato. Lo Z100 è già sta-to protagonista di indagini si-mili dove si è visto che oltre a

Bpa, rilascia bis-Gma. Ma tra leconoscenze acquisite emergeper la sua possibile importanzala prolungata persistenza dielevati livelli urinari di Bpa fi-no 14 giorni dopo l’otturazio-ne. Sarebbe quindi opportunoprevedere per i materiali esteti-ci un limite quantitativo e tem-porale al rilascio di molecolepotenzialmente dannose; so-prattutto se si considera che ilcarico funzionale sulle superfi-ci occlusali e la minore resi-stenza meccanica dei composi-ti possono accelerare tale rila-scio.

Susanna Levi

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Aug 28;109(35):14158-63.

> Stuttura chimica in 3D del bisfenolo A

IL PROSSIMO TORMENTONE? IL TRICLOSAN

Ci riproviamo. Dopo aver anticipato il "tormentone" bisfenolo

(era il numero 11 del 2011 di Italian Dental Journal) proviamo

a ipotizzare a chi toccherà la prossima volta.

Era un onesto antibatterico, un clorofenolo, utilizzato come

antisettico e disinfettante anche nei dentifrici: il triclosan.

Nella biblioteca di Medline, alla voce toxicity, pendevano sul

suo capo circa 150 articoli. Ora se n’è aggiunto un altro (6),

ripreso dalla stampa generalista, che rischia di trasformarlo

in un soggetto fuorilegge. La ricerca è stata condotta sui to-

pi dove il triclosan ha prodotto effetti negativi sul tessuto mu-

scolare cardiaco e su quello striato causando una notevole

riduzione della forza.

Vale comunque la pena di seguire fino in fondo la questione,

monitorando attentamente le prossime ricerche ma anche

seguendo le uscite clamorose di giornali rivolti al pubblico

che, in modo più o meno scandalistico, enfatizzano i perico-

li del triclosan. Il catastrofismo, a partire dai botteghini del ci-

nema, tira sempre; se ci fosse del vero però, per i produttori

coinvolti l’impegno di bonifica sarebbe importante.

SS.. LL..

IL BISFENOLO A

Il bisfenolo A (Bpa) ha più di cento anni ed è una delle

molecole più prodotte a causa dei suoi molteplici impie-

ghi, tra cui contenitori in policarbonato per uso alimenta-

re, giocattoli di plastica e rivestimenti epossidici per latti-

ne di alluminio. Inoltre è il precursore del bis-Gma presen-

te nelle resine composite.

I limiti di esposizione al Bpa sono da tempo oggetto di di-

scussione dato che risalgono agli anni ‘30 le prime segna-

lazioni sui suoi rischi per la salute. Le dosi attualmente

ammesse per l’uomo sono in grado di produrre alterazio-

ni endocrine negli animali da laboratorio, causando effetti

di tipo estrogeno. Nella letteratura biomedica i primi rap-

porti sui prodotti dentali risalgono alla metà degli anni ‘90,

quando furono pubblicati i risultati di diversi studi sull’a-

zione estrogenica del Bpa isolato dalla saliva di pazienti

sottoposti a sigillatura dei molari (4).

Negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni sulla sua

tossicità, in particolare nella fascia di età pediatrica, e per

questo si sono intensificate le ricerche. Basti dire che il

Bpa può essere rilasciato anche dai comuni sigillanti che

negli Usa coprono ormai almeno quattro denti in un bam-

bino su due. Il rilascio può avvenire a causa delle impurità

che residuano dopo la sintesi della resina oppure per la

degradazione intraorale.

SS.. LL..

ISTRUZIONI PER L’USO

In attesa che la scienza arrivi a una conclusione definitiva,

possono essere utili le raccomandazioni contenute in un arti-

colo di Rueggeberg e colleghi (5).

Usando la cromatografia liquida ad alta presssione per rile-

vare il bis-Gma e i derivati del Bpa, gli autori consigliano di

lucidare la sigillatura con una coppetta piena di miscela di

acqua e pomice montata su manipolo a bassa velocità per

20 secondi.

Questo metodo si è dimostrato molto più efficace nell’elimi-

nare i residui non polimerizzati rispetto al semplice spray

aria-acqua o allo strofinamento di un rullo di cotone idrofilo.

La scelta tra amalgama e compositi è ancora un problema?

Solo pochi mesi fa Italian Dental Journal (era il numero

9/2012) vi ha reso conto di come da una parte, secondo

una recente revisione sistematica della letteratura scienti-

fica, la longevità delle otturazioni in amalgama sia ancora

superiore rispetto a quelle in composito e dall’altra come

anche l’Unione europea, attraverso il suo Comitato econo-

mico e sociale, abbia confermato la tossicità del mercurio

contenuto nei restauri in amalgama. Una netta presa di

posizione, seguita dalla raccomandazione di «sopprime-

re progressivamente l'uso del mercurio in odontoiatria».

Nonostante la durata nel tempo e la buona chiusura.

Quando poi nella possibile scelta tra amalgama e compo-

sito entrano in gioco anche le richieste estetiche dei pa-

zienti o addirittura la loro convinzione della tossicità del

mercurio contenuto nell’amalgama, allora per il dentista

diventa davvero difficile decidere in modo scientificamen-

te razionale e in tutta coscienza.

In piena epoca evidence based medicine, la medicina

basata sulle prove, sulle certezze, sul documentato, per

dirimere questo impervio caso forse non ci resta che ap-

pellarci alla buona e vecchia sensibilità clinica e all’espe-

rienza del singolo operatore.

Il dubbio, insomma, rimane. A oggi l’unico dato di fatto è

che i materiali compositi hanno quasi fatto sparire l’amal-

gama dagli studi e dalle bocche degli italiani e la tenden-

za, in realtà, sembra essere definitivamente questa.

COMPOSITO O AMALGAMA?IL DUBBIO RIMANE

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<< FOCUS ON19 <<

Prevenire le malattie croni-co-degenerative, promuove-re la salute, ri-orientare i ser-vizi sanitari nell’ottica dellaprevenzione di patologie, in-vestire in termini di politichesanitarie: chi sta leggendoqueste righe ha probabil-mente già capito e sperimen-tato che la prevenzione dellepatologie cronico-degenera-tive, di cui le patologie car-diovascolari fanno parte,rappresenta ancora oggi unasfida sia per tutti i professio-nisti della salute. Di fatto so-no sempre maggiori gli sfor-zi e le risorse investite, a livel-lo mondiale così come nellepiccole realtà territoriali, perporre le condizioni perchè sirealizzi un network di azionicoordinate finalizzato a era-dicare, eliminare o minimiz-zare l’impatto che le patolo-gie cronico-degenerative – etutte le disabilità a loro cor-relate – possono avere sia suisingoli individui che sull’in-tera comunità.Qualche volta però, nel por-re le condizioni e perseguirele strategie di interventi aprotezione e promozionedella salute, ci si dimenticadi interrogarsi sul significatoattualmente ad essa attribui-to. Prima cioè di parlare diprevenzione di patologia e

promozione della salute, ènecessario chiedersi: cosa siintende per salute, oggi?Nel corso degli anni questotermine ha assunto diversisignificati, perdendo quellodi mera “assenza di malattia”fino ad arrivare alla defini-zione proposta dall’Oms incui la salute coincide conuno «stato di benessere psi-cofisico dei singoli individuie di gruppi di persone», daperseguire attraverso azionicoordinate sia di prevenzio-ne di patologia sia di promo-zione dei determinanti posi-tivi di salute.Vi è pertanto un confine teo-rico tra l’intervento di tipopreventivo e l’intervento fi-nalizzato alla promozionedella salute; se infatti la pre-venzione è finalizzata «allaprotezione della salute dellepersone e delle comunità eli-minando i fattori di rischio,sia individuali che ambien-tali, prima che si realizzi l’in-contro tra questi e l’indivi-duo», la promozione dellasalute viene perseguita attra-verso azioni di potenzia-mento dei determinanti ri-conosciuti come protettiviquali il perseguimento diuna corretta alimentazione,la promozione dell’attivitàfisica, la lotta al tabagismo e

all’eccessivo consumo di al-col, così come indicatodall’Oms. Tale confine vienetalvolta a perdersi o quanto-meno a confondersi nellapratica quotidiana in cui,per esempio, la promozionedi un corretto comporta-mento alimentare implicanecessariamente l'evitareuna serie di possibili fattoridi rischio nutrizionali, qualiad esempio l’eccessivo con-sumo calorico o di grassi ditipo saturo, piuttosto che dizuccheri semplici o di sale.In ogni caso possiamo direche, oggigiorno, perseguire epromuovere quelli che ven-gono indicati come “sani sti-li di vita” e “corretti compor-tamenti alimentari” è diven-tata una questione sia indi-viduale che sociale, coinvol-gendo l’intera comunità; intale ambito molti di voiavranno avuto modo di con-statare che, nonostante pos-sa sembrare una cosa sem-plice indurre a cambiamentidello stile di vita di un indi-viduo, richiede sia compe-tenze comunicative sia co-noscenze professionali strut-turate per facilitare il trasfe-rimento, all’utente finale, dimessaggi di riconosciuta va-lenza scientifica e di provataefficacia in modo chiaro, in-

cisivo ma non invasivo.Di fatto molte sono le figureprofessionali cui il singolo sirivolge per essere informato,supportato e seguito nel suopercorso di apprendimentoe rafforzamento di cono-scenze e abilità che lo renda-no capace di scelte corrette,eppure vi sono ancora oggi,talvolta anche all’interno de-gli stessi professionisti dellasalute, sia dei gap comunica-tivi/informativi, sia una vi-sione non del tutto coordi-nata sulle modalità di ap-proccio preventivo e diorientamento ai corretti stilidi vita.È riconosciuto che vi è anco-ra molto lavoro da fare perstrutturare e mantenerescambi di informazioni,buone pratiche che possanoessere condivise e perseguitein modo coordinato, per fa-vorire la messa a punto diadeguate politiche comuni-tarie focalizzate sui "deter-minanti della salute" che for-niscano strumenti e ponga-no i cittadini nelle condizio-ni di poter compiere, semprepiù autonomamente, le scel-te più corrette per la propriasalute.La necessità dello sviluppodi competenze non è certoun concetto nuovo ma qual-cosa da recuperare perché sirealizzino quelle condizioniin grado di coinvolgere erendere protagonista ogniindividuo del cruciale cam-biamento indirizzato al mi-glioramento della propriasalute, consapevoli che giàIppocrate affermava che«non basta insegnare la ma-lattia e come si cura; occorreinsegnare la salute e comeconservarla». Pertanto è ne-cessario guidare ogni indivi-duo a interpretare la preven-zione di patologia come uninvestimento, i cui sforzi suse stessi devono iniziare conla vita stessa e proseguire pertutta la sua durata.In tale contesto sembra utilericordare anche quantoenunciato già nel 2000 allaWinning Heart Conference(St. Valentine’s Declaration)e riportato nell’EuropeanHearth Health Charter:«Every child born in the newmillennium has the right tolive until the age of at least65 without suffering fromavoidable cardiovascular di-sease».

Le malattie cardiovascolariPur essendo largamenteprevenibili, ancora oggi lepatologie cronico-degene-rative sono responsabili dicirca l’86% delle morti nelmondo e rappresentano in-dicativamente il 77% del ca-rico di malattia nelle regio-ni europee. In Italia sonoresponsabili del 75% dellemorti ed è previsto un loroaumento tra il 2012-2020;

tra queste le patologie car-diovascolari (Cvd) hannoun peso importante inquanto rappresentano adoggi una parte significativadel carico di malattia e laprincipale causa di morteprematura nel mondo (sot-to i 65 anni) oltre ad esserecausa, spesso, di una signifi-cativa riduzione della qua-lità di vita e di infermità dilunga durata di chi ne è col-

Il dentista può incideresu scelte e stili di vitaLa promozione di corretti stili di vita è oggi una sfida per tutti i professionistidella salute e vede gli odontoiatri in prima fila. Nello studio la prevenzionedelle patologie cardiovascolari trova il suo primo baluardo

GLOSSARIO CARDIOLOGICO

ANGINA PECTORIS

Sindrome provocata da una insufficiente ossigenazione del

cuore a causa di una transitoria deficienza di flusso sangui-

gno attraverso le arterie coronarie. La causa più frequente

è l'ostruzione dei vasi a opera di una placca aterosclerotica

che si manifesta con una sintomatologia dolorosa al torace,

alle braccia, al collo, alla schiena o alla mandibola.

ARTERIOSCLEROSI

Principale causa delle malattie cardio e cerebrovascolari,

serie di alterazioni costituite da ispessimento e perdita di

elasticità delle pareti di un vaso arterioso

ATEROSCLEROSI

Forma più comune di arteriosclerosi; il restringimento delle

arterie è dovuto alla formazione di ateromi, placche forma-

te principalmente da materiale lipidico (colesterolo, fosfoli-

pidi, grassi neutri), proteico e fibroso, dovuta a un proces-

so progressivo di degenerazione dell'intima arteriosa

ATTACCO ISCHEMICO TRANSITORIO

Interruzione temporanea dell’irrorazione sanguigna in una

parte limitata del cervello

CARDIOPATIA ISCHEMICA (O CARDIOPATIA CORONARICA O

CORONAROPATIA)

Gruppo di malattie caratterizzate dalla riduzione di apporto

di ossigeno al muscolo cardiaco conseguente alla riduzio-

ne parziale o totale del lume coronarico. Le sue principali

manifestazioni cliniche sono: infarto miocardico, angina

pectoris e cardiopatia ischemica cronica

ICTUS

Diminuzione o interruzione del flusso sanguigno in un’arte-

ria del cervello che causa la lesione della parte di encefalo

privata di ossigeno e di sostanze nutritive

INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO

Insufficiente apporto di ossigeno al muscolo cardiaco pro-

vocato dal restringimento o dall’ostruzione di un’arteria co-

ronaria o di un suo ramo, con lesioni di diversa entità di una

parte del muscolo cardiaco stesso

ISCHEMIA

Diminuzione o soppressione del flusso di sangue in un de-

terminato distretto corporeo, che provoca uno stato di sof-

ferenza nei tessuti non più sufficientemente irrorati in rap-

porto alle loro esigenze metaboliche, fino alla compromis-

sione degli organi coinvolti (per esempio, infarto)

MALATTIA CORONARICA

Alterazioni, anatomiche e/o funzionali, delle arterie coro-

narie

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FOCUS ON << 20<<

pito in modo non fatale; so-no inoltre una delle princi-pali cause di abbandono delmondo del lavoro. In figura1 è rappresentata la distri-buzione delle patologie cro-nico degenerative per causedi morte nel mondo.In figura 2 si riporta unarappresentazione della di-stribuzione del carico glo-bale di malattia attribuitoalle varie malattie cardio ecerebrovascolari, negli uo-mini e nelle donne.Secondo il rapporto Diet,Physical Activity andCardiovascular DiseasePrevention in Europe (datida European CardiovascularStatistics 2008), in Europa il43% della mortalità negliuomini e il 54% nelle donneè attribuibile a Cvd.

Nonostante i notevoli pro-gressi raggiunti nel corso de-gli ultimi anni in termini diconoscenze fisiopatologichee possibilità diagnostico/te-rapeutiche, si stima che nel2025, in Europa, i casi di per-sone colpite da queste malat-tie saranno circa il doppio diquelle registrate nel 2000.In Italia le malattie del siste-ma circolatorio costituisco-no la principale causa dimorte, essendo responsabilidel 44% (dato del 2002).

I fattori di rischio e la prevenzionePer porre i termini di inter-venti e strategie preventivefinalizzati a eliminare i fat-tori di rischio individuali eambientali prima che si rea-

lizzi il loro “incontro” conl’individuo, è necessario in-terrogarsi preliminarmentesu quali siano gli elementiesterni che possono concor-rere all’aumento di probabi-lità di insorgenza di patolo-gia, individuare cioè i fatto-ri di rischio modificabili dipatologia. Negli ultimi de-cenni sono stati fatti note-voli progressi nella cono-scenza e gestione dei fattoridi rischio cardiovascolaremaggiori.È noto che le malattie car-diovascolari riconosconoun’eziologia multifattoriale;nella Carta europea per lasalute del cuore (tab.1) sidefiniscono i fattori di ri-schio modificabili di tipobiologico, generali e legatiallo stile di vita; questi ri-guardano tutti gli individuiindipendentemente daglialtri fattori di rischio nonmodificabili, quali ad esem-pio il genere, l’età e la pro-venienza geografica.Più in dettaglio, il Rapporto

sulla Salute Europea 2005dell’Oms, indica il peso deipiù importanti fattori di ri-schio di patologie cronico-degenerative, valutato intermini di "perdita di annidi vita in buone condizionidi salute" (DisabilityAdjusted Life Years); perl’Italia si ricava che tra i piùrilevanti fattori di rischio visono, in ordine decrescente:fumo di tabacco, ipertensio-ne arteriosa, eccesso ponde-rale, alcol, ipercolesterole-mia, scarsa attività fisica,scarso consumo di frutta everdura. Questi fattori di ri-schio tendono a sovrappor-si in uno stesso individuo(fig. 3) aumentando il ri-schio di sviluppare compli-canze.Secondo i documenti sopracitati e secondo quanto ri-portato nelle Linee guidaeuropee per la prevenzionecardiovascolare, la salute delcuore passa quindi attraver-so astensione dal fumo ditabacco, adeguata quantitàdi attività fisica, sane abitu-dini alimentari, assenza dieccesso ponderale, conteni-mento della pressione arte-riosa, contenimento dei li-velli di colesterolo totale,normalizzazione dei livellidi glicemia, riduzione deicarichi di stress.A questo punto sono eviden-ti le aree di intervento priori-tarie su cui strutturare stra-tegie efficaci sia di preven-zione di patologia sia di pro-mozione dei determinanti di

salute: il perseguimento diuna corretta alimentazione,la promozione di un’adegua-ta e regolare attività fisica, lalotta al tabagismo e al consu-mo eccessivo di alcol, la ridu-zione dei carichi di stress psi-cosociale.L’Oms ha stimato che piùdei tre quarti di mortalitàper patologie Cvd può esse-re prevenuta con adeguaticambiamenti dello stile divita, in particolare con l’a-stensione dal fumo di tabac-co, un corretto stile di vitaalimentare, un’adeguata at-tività fisica e riducendo lecause/situazioni quotidianedi stress psicosociale.A conferma che la salute delcuore è pertanto fortementein relazione ai comporta-menti, agli stili di vita e allecondizioni sociali, la taskforce delle Linee guida euro-pee per la prevenzione dimalattia cardiovascolare hastimato che più del 50%della riduzione osservatanella mortalità da Chd(Coronaric Heart Disease) ècorrelata a cambiamentidello stile di vita finalizzataalla riduzione dei fattori dirischio modificabili; il 40%è attribuibile ai migliora-menti terapeutici.Nonostante esistano ancoradei gap nella conoscenza c’èevidenza sufficiente per giu-stificare gli interventi pre-ventivi a livello individualee di comunità, essendociancora un ampio spazio diazione per migliorare il

controllo sui fattori di ri-schio in relazione causalecon la malattia.In questo senso è riportatoed è da tempo dimostratoche una più efficace preven-zione cardiovascolare è at-tuabile abbandonando iltradizionale approccio ditrattamento isolato dei sin-goli fattori di rischio e fa-cendo propria una visionedel rischio globale e multi-fattoriale.Sebbene ci si stia muovendoin questa direzione si posso-no ancora sperimentare ledifficoltà ad agire in coeren-za con l’approccio multifat-toriale di valutazione e ge-stione del profilo di rischiocardiovascolare.Alcuni autori ipotizzanopossa essere in parte impu-tabile a queste “resistenze”la distanza che continua adesserci tra il miglioramentodelle conoscenze scientifi-che da un lato e la continuaprogressione delle patologiecardiovascolari dall’altro.Pertanto si rende sempre piùnecessario lavorare per averesempre maggior consapevo-lezza di come intervenire inmodo efficace a ridurre lapersistenza di condizioni, sti-li di vita e di abitudini ali-mentari sfavorevoli, che ri-schiano di compromettereseriamente qualsiasi prospet-tiva di riduzione e/o di insor-genza di patologia.

> Fig. 3: sovrapposizione dei fattori di rischio(Da: Raccomandazioni per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, documen-

to di iniziativa della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare, Siprec 2010)

> Fig.1: distribuzione delle patologie cronico-degenerative per cause dimorte nel mondo (Da: Global atlas on cardiovascular disease prevention and control, Who 2011)

> Tab. 1: fattori di rischio modificabili e non modificabili(Da: Carta europea per la salute del cuore)

Articolo diHellas Cena, Università degli Studi di Pavia - Medico chirurgo e specialista in scienza dell’alimentazioneMara Oliveri, biologa e specialista in scienza dell’alimentazione

> Fig. 2: distribuzione del carico globale di malattia(Da: Global atlas on cardiovascular disease prevention and control, Who 2011)

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La terapia dei pazienti affettida cardiopatie – con particola-re riferimento alle cardiopatieischemiche – può avere dellegravi ripercussioni in ambitoodontoiatrico ed è opportunoconoscere i vari farmaci utiliz-zati e gli accorgimenti da at-tuare in caso di interventi in-vasivo nel cavo orale di questisoggetti. Infatti, al fine di pre-venire episodi tromboemboli-ci, per esempio, questi pazien-ti sono sottoposti a terapia an-ticoagulante e antiaggregante.In caso di interventi invasivi,come l’estrazione di un ele-mento dentario, procedure dichirurgia preprotesica, im-plantoprotesica o qualsiasi al-tra manovra che possa indur-re sanguinamento, l’odontoia-tra deve essere sicuro che i si-stemi coagulativi del pazientesiano in grado di esplicare laloro azione e di fermare l’e-morragia.Ciononostante il paziente nonpuò interrompere la terapiaanticoagulante qualora debbasottoporsi a procedure odon-toiatriche, considerando che ilrischio di episodi tromboem-bolici è ben più serio del ri-schio di sanguinamento.L’odontoiatra deve quindi agi-re nelle varie fasi delle sue pro-cedure tenendo sempre inconsiderazione la problemati-ca della coagulazione median-te accorgimenti e precauzioneattuate prima, durante e dopol’intervento.

Fase preoperatoria La prima tappa è costituita daun'accurata anamnesi farma-cologica. L’odontoiatra deveannotare i farmaci utilizzatidal paziente cardiopatico e sa-pere esattamente quando essisono stati assunti. Di solito ipazienti conoscono il nomecommerciale del farmaco e ta-lora lo riportano in modo er-rato. È utile perciò disporre diun prontuario farmaceuticoper potersi accertare del realeeffetto del farmaco e della suaposologia, nonché di controin-dicazioni ed effetti collaterali. Ilconsulto con il farmacista o ilmedico del paziente può rap-presentare un ulteriore validoaiuto nella comprensione dellaterapia in atto. Vanno indagateanche eventuali malattie chepossono influire negativamen-te sulla coagulazione, come al-cune epatopatie o deficit di fat-tori della coagulazione.Successivamente l’odontoiatradovrà valutare il grado di coa-gulazione del paziente. I prin-cipali esami di laboratorio perla valutazione dell’emostasi so-no il tempo di emorragia, laconta piastrinica, il tempo diprotrombina o di quick e iltempo di tromboplastina par-ziale. Tra i test che valutano lacoagulazione, quello più diffu-so è l’Inr, un valore universaleche non dipende dalla trom-boplastina utilizzata.Normalmente un paziente intrattamento con anticoagulan-

ti per via orale ha un Inr com-preso fra 2,5 e 3,5, essendoquesto il range terapeutico incui si ottiene il massimo bene-ficio dalla terapia anticoagu-lante con il minimo rischio dicomplicanze emorragiche.La maggior parte delle proce-dure odontoiatriche e la chi-rurgia minore richiedono, peroperare in completa sicurezza,valori terapeutici di tempo diprotrombina che variano tra1,5 e 2,5.La misurazione dell’Inr deveavvenire al massimo 24 oreprima dell’intervento odon-toiatrico.Allo scopo si possonoutilizzare dei coagulometriportatili, che l’odontoiatra puòconservare nel proprio studio.Tali sistemi permettono di ese-guire il tempo di protrombinasu una goccia di sangue capil-lare (come per il controllo del-la glicemia dei pazienti diabeti-ci).È bene non intervenire mai supazienti il cui Inr sia superiorea un valore di 3,5. È stato infat-ti dimostrato che, per valoricompresi tra 3 e 4,5, l’inciden-za di emorragia è del 22%,mentre per valori compresi fra2 e 3 scende al 4%. In caso diprocedure maggiormente in-vasive o di pazienti che hannopatologie associate che possa-no ulteriormente rallentare lacoagulazione, come l’iperten-sione arteriosa, è opportunooperare solo con Inr inferiore a2,5. Nel caso in cui il paziente,

quindi, si presenti con valorielevati, è utile contattare il suomedico curante e attuare unastrategia terapeutica che per-metta al paziente di affrontarel’intervento con un assettocoagulativo ideale e all’odon-toiatra di agire in sicurezza etranquillità.

Fase intraoperatoria L’intervento su un paziente interapia con anticoagulanti de-ve essere effettuato all’iniziodella settimana e nella primamattinata. Questo permetteràdi essere presenti in ambulato-rio qualora si verifichino dellecomplicazioni nei giorni o nel-le ore successive.Al fine di evitare fenomeni in-fettivi si consiglia di attuareuna profilassi antibiotica. Difatto il paziente infartuatorientra nelle categorie a bassorischio di endocardite, per cuil’antibiotico non viene in ge-nere raccomandato, mentre lelinee guida indicate nella tabel-la in questa pagina sono da te-nere assolutamente in conside-razione nel caso di pazientiportatori di valvulopatie, an-che miti.È opportuno ricorrere a tecni-che chirurgiche il meno invasi-ve possibile; nel caso sia neces-saria l’estrazione di più ele-menti, è meglio rimuoverne almassimo due alla volta.Fondamentale è il controllodel sanguinamento al terminedell’intervento chirurgico: siconsiglia l’utilizzo di materialiemostatici riassorbibili, comela spugna di fibrina o la cellu-losa ossidata e rigenerata, checostituiscono un valido aiutonella formazione del coagulo el’applicazione di punti di sutu-ra adeguati al tipo di interven-to effettuato. Nel caso di estra-zione di elementi dentari, lasutura a X rappresenta la sceltaideale, alla luce della sua otti-male funzione emostatica.È sempre una precauzione effi-cace la compressione della feri-ta chirurgica con garza imbe-vuta di acido tranexemico. Lagarza non deve mai essereasciutta, altrimenti nel mo-mento dell’asportazione ri-muoverebbe il coagulo in fasedi formazione.

Fase postoperatoria Terminato l’intervento è ne-cessario istruire il paziente alfine di evitare complicazioni.Innanzitutto egli non dovràmasticare dal lato operato e

dovrà preferire un’alimenta-zione semiliquida e fredda nelcorso della giornata della sedu-ta, poiché il traumatismo do-vuto alla masticazione e la va-sodilatazione indotta da cibicaldi possono riaprire la feritachirurgica. Gli sciacqui conclorexidina e con acido tra-nexemico dovranno essere ef-fettuati non in maniera energi-ca, bensì inclinando il capo dallato su cui si è intervenuto e la-sciando immersa le ferita nelliquido per un tempo ragione-vole.Per quanto riguarda i farma-ci antinfiammatori e analge-sici, l’odontoiatra deve assi-curarsi che essi non eserciti-

no interazioni con la coagu-lazione del paziente. Sarannodunque da evitare in manie-ra assoluta i farmaci conte-nenti acido acetilsalicilico; èmeglio optare come antin-fiammatorio per l’ibuprofe-ne, il quale ha un interferen-za minima con l’emostasi.Come analgesico e antipireti-co, il metamizolo o il parace-tamolo sono i farmaci di ele-zione. Qualora si renda ne-cessaria la terapia antibioti-ca, si consiglia di eseguire uncontrollo dell’Inr due giornidopo l’inizio della terapiaantimicrobica, poiché questapuò ridurre l’effetto della te-rapia anticoagulante.

Il trattamento in studiodel paziente cardiopaticoConoscere le linee essenziali di un corretto comportamento nel corso di interventi invasivi del cavo orale in pazienti cardiopatici è indispensabile per prevenire possibili complicanze, anche gravi

PROFILASSI DELL’ENDOCARDITE BATTERICA

Sul numero del 9 ottobre 2007 della rivista Circulation è stata pubblicata la revisione delle

linee guida dell'American Heart Association (Aha) riguardo alla prevenzione dell'endocardi-

te batterica. Rappresentano le linee guida più aggiornate in materia.

Dal documento riportiamo la tabella relativa alla posologia consigliata per le procedure

odontoiatriche.

IM: intramuscolare; IV: intravenoso

* oppure un’altra cefalosporina orale di prima o seconda generazione in dosaggio equivalente, adulto o pediatrico

+ Le cefalosporine non dovrebbero essere utilizzate in soggetti con storia di anafilassi, angiodema o orticaria asso-

ciate a penicillina o ampicillina

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Nel campo della medicinapreventiva ben poche meto-diche possono vantare neiriguardi di una determinatamalattia un consenso cosìvasto e documentato pari aquello che riscuote la fluo-roprofilassi della carie den-taria.Già nella seconda metàdell’Ottocento alcuni ricer-catori avanzarono le primeipotesi sull'azione del fluorosugli elementi dentari nei

riguardi della carie. In par-ticolare vennero segnalatecaratteristiche lesioni pig-mentate dello smalto denta-rio e una contemporanea ri-duzione dei processi cariosiin regioni approvvigionatecon acqua ricca di fluoro.Tali osservazioni, segnalateanche in Italia intorno aglianni Cinquanta del secoloscorso, indussero i ricerca-tori a uno studio attento diquesta problematica.

Eravamo agli esordi di quel-le che poi si sarebbero rive-late le premesse di attentericerche che si svolsero neglianni Cinquanta e successividello scorso secolo sino agliinizi del Duemila.

Gli studi in ItaliaLa prevalenza della carienelle diverse città italiane fustudiata da numerosi ricer-catori delle università italia-

ne: Branzi (Bologna) nel1945; Tempestini (Palermo)nel 1950; Rudinu (Cagliari)nel 1953; Tempestini ePappalardo (Palermo) nel1956; Briasco (Genova) nel1958; Giorgio Re, Chantel,Bar (Torino) nel 1959;Vernole e Provvisionato(Modena) nel 1960;Pierleoni (Firenze) nel1961; Valletta e Police(Napoli) nel 1962;Bandettini e Marcucci

(Pisa) nel 1962 e molti altri.Nello stesso periodo fu an-che studiata l'utilità delfluoruro di sodio per usotopico nella prevenzionedella carie con soddisfacentirisultati: a Roma Benagiano(1949-1954); a PerugiaCandeli e Seppilli (1953); aPavia Palazzi (1953); aRoma De Biase (1954); aCatania Pappalardo (1962);a Cagliari Floris (1962); aCatania Sortino (1965); aPerugia Aliventi(1965) eAgrestini (1967).Vennero anche individuati estudiati da differenti punti divista (incidenza della carie,presenza di fluorosi dentale,contenuto di fluoro nell’ac-qua, cause di morte ecc.) iterritori con acque ricche difluoro: Fiorentini e Visentin,Lazio (Campagnano) 1947;Ricci (Campagnano) semprenel Lazio 1954; Sortino(Sicilia) 1958 e 1961;Benagiano (Campagnano)1959 e 1960; Meloni(Sardegna) 1961; Frongia(Sardegna)1962; Pappalardo(Calabria) 1956; Sortino(Sicilia) 1966; Tempestini(Sicilia) 1966.Accanto a queste ricerche,sempre negli anniCinquanta e Sessanta delloscorso secolo numerosi fu-rono i tentativi di individua-re le metodiche più idoneeper la somministrazione delfluoro per far si che tutti ibambini in età scolare potes-sero usufruire gratuitamentedi questo importante meto-do di prevenzione della ca-rie: Tempestini (Palermo)1949 e 1961; Briaco(Genova) 1953; De Fazio(Napoli) 1958; Marci (Rieti)1958; Benagiano eGrippando (Roma) 1961;Bandettini e Marcucci (Pisa)1962; Falcolini(Roma) 1964;Sortino (Catania) 1967.

Definire un protocolloper la fluoroprofilassiIn quel periodo tuttavia,malgrado la numerosa moledi studi e ricerche, la pre-venzione della carie su largascala non ebbe successo, for-se perchè le differenti moda-lità di somministrazione delfluoro proposte creavanoconfusione e non poche per-plessità da parte sia delle au-torità sanitarie che dei me-dici, spesso in disaccordosulle metodiche di fluoro-profilasssi da utilizzare e tal-volta addirittura chiara-mente mal orientati, tantoda dimostrare di non cono-scere sufficientemente imeccanismi di azione delfluoro e quindi i vantaggi e ilimiti che tale forma di pro-filassi della carie dimostra.Nel tentativo di porre rimedioa questa situazione di stallo,nel 1964 nella clinica odon-toiatrica dell'Università diPerugia, della quale era diret-tore il professor LuigiCapozzi, venne programmatoun protocollo di ricerca per laprevenzione della carie denta-ria, alla quale assicurarono lacollaborazione i dottoriFranco Marci e PietroLorenzo Negri, allora assisten-ti della clinica odontoiatrica;la professoressa AdeleCandeli, aiuto dell’istituto diigiene dell'Università diPerugia; il professor Brunetti,clinico medico della stessauniversità; il professorBaldanza dell’Istituto di mi-neralogia dell'Università diPerugia; la dottoressa Pepedell’Istituto superore di sanitàe il dottor Lucchini della clini-ca pediatrica dell'Università diRoma.Il protocollo prevedeva al-cuni punti.1) Ricerche sui contenuti difluoro dello smalto di dentiesenti da carie, cariati, trat-

Storia della prevenzionedella carie in ItaliaRipercorriamo i passaggi salienti e le ricerche più importanti sull'utilizzodel fluoro nel nostro paese attraverso il racconto di un noto protagonistadella prevenzione in Italia: il professor Franco Marci

tati con il fluoro e di sogget-ti residenti in territori a ele-vato contenuto di fluoronell’acqua.2) Controllo della resistenzaall’attacco acido dello smal-to di denti come al puntouno.3) Verifica dell'azione an-tienzimatica del fluoro perinibire la glicolisi batterica.4) Controllo del contenutodi fluoro negli alimenti con-servati.5) Controlli clinici.6) Verifica delle modalità dieliminazione del fluorosomministrato per via gene-rale.7) Studio dei costi per l'at-tuazione della carieprofilassidi massa.I risultati di queste ricerche,oltre che essere pubblicati suriviste nazionali e interna-zionali, furono oggetto direlazioni in numerosi con-gressi in Italia, in tutti i con-gressi internazionali orga-nizzati dalla Organizationfor Caries Research (Orca)dal 1969 al 1980 e di due re-lazioni nel congresso inter-nazionale del Group. Int.Rech. Stomat e Odont. del1982.

I risultati della ricerca1) Al fine di valutare il con-tenuto di fluoro nello smal-to dentario venne utilizzatala metodica cosiddetta della"biopsia dello smalto" ideatada Capozzi e messa a puntoda Marci. Mediante questametodica, che prevede ilprelievo di piccoli fram-mento di smalto sia in vivoche in vitro, metodica poiutilizzata da molti ricercato-ri in Europa e negli StatiUniti, vennero studiati icontenuti di fluoro nellosmalto dentario e venne di-mostrato in vivo che il fluo-ro, somministrato sia per viagenerale che per uso topico,si fissa ai componenti dellosmalto trasformando l'i-drossiapatite in fluoroidros-siapatite più resistente al-l’attacco acido e quindi ren-dendo il dente più resistentealla carie.2) La resistenza all’attaccoacido dello smalto trattatocon il fluoro fu verificatautilizzando nel 1969 un mi-croscopio elettronico ascansione (Steroscan Mk IIdella Cambridge SI) che ve-niva per la prima volta im-piegato in Italia a Milanopresso l’Istituto di farmaco-logia. I risultati di questa ri-cerca dimostrarono che losmalto dei denti trattati conil fluoro presentavano, ri-spetto ai controlli di smaltonon trattato, una maggioreresistenza alla decalcifica-zione conseguente all'azionedi acido lattico tamponato aPH 4.3) L’azione antienzimatica

del fluoro fu chiaramentedocumentata da Capozzi eNegri e Brunetti nel 1967 iquali, in base a indagini spe-rimentali, confermarono lanotevole azione antienzima-tica del fluoro e la sua capa-cità di inibizione della glico-lisi batterica e delle singoleattività enzimatiche e, se-gnatamente della enolasi edella fosfogliceromutasi, aconcentrazioni estrema-mente basse, rendendoplausibile l’ipotesi che ri-conduce all'inibizione deglizuccheri una delle modalitànel meccanismo dell'azioneanticarie del fluoro.4) Anche il controllo delcontenuto del fluoro neglialimenti conservati è statooggetto di studio in Italia.Capozzi, Marci, Negri e ladottoressa Pepe, dirigentedel laboratorio di chimicadell’Istituto superire di sa-nità di Roma, hanno evi-denziato che l’apporto difluoro nella dieta del bambi-no nei primi nove mesi divita, pur presentando sensi-bili variazioni in rapporto aidiversi tipi di cibi, non sem-pre raggiunge valori ottima-li e perciò non favorisce unabuona strutturazione deglielementi dentari in forma-zione.5) Numerosi sono i control-li clinici effettuati, alcunitendenti a visualizzare l'in-cidenza della carie in rela-zione ai quantitativi di fluo-ro assunti. Tra le più impor-tanti ricerche ricordiamoquella di Marci, che nel 1967studiò l'incidenza della carienel comune di CampagnanoRomano, dove l’acqua sinoal 1957 conteneva 3,5 mg/li-tro e la carie era presente nel27% dei soggetti di 6-10 an-ni controllati, i quali presen-tavano anche segni di fluo-rosi dentale. Analoghi con-trolli dopo la sostituzionedelle acque (acquedottoCifelle F litro 0,933 mg) di-mostrarono che la carie in-teressava il 45% dei soggettie aveva subito perciò un in-cremento, ma di livello digran lunga inferiore a quellodelle zone dove l’acqua con-teneva fluoro solo in bassis-sime concentrazioni; Marcie Lucchini nel 1979 hannostudiato, su bambini di 10-12 anni, una differenza si-gnificativa tra il dmf dei pri-mi molari permanenti(66,84%) di quelli residentiin una zona a basso conte-nuto di fluoro nell’acqua(Rieti 0,039 ppm) e di quel-li trattati con somministra-zioni giornaliere per 6 annicon compresse contenenti 1mg di fluoro (39%) o resi-denti in Campagnano, dovel’acqua dell’acquedotto con-teneva 0,993 mg/litro difluoro (34,12%). Marci,Negri, Goracci e Angeluccinel 1983 hanno rilevato, nel

Lazio, differenze significati-ve tra il dmf dei primi mola-ri permanenti di soggetti aiquali veniva somministrato1 mg di fluoro die in com-presse (44,39%) rispetto aquelli ai quali non venivasomministrato il fluoro(68,33%).6) La presunta azione tossi-ca del fluoro somministratoper via generale è stata stu-diata da Marci, Negri e Pepenel 1971, e da Marci eLucchini nel 1979. Questiultimi hanno verificato lapresenza dell’enzimaAlfaglicosidasi nelle urine.Questo enzima (valori nor-mali 0,92 mU/m2/min), cheaumenta in presenza di le-sioni degenerative delle cel-lule dei tubuli renali, eranella norma nelle urine disoggetti che assumevanofluoro in compresse (1 mgpro die) per 6 mesi o viveva-no in zone con acque conte-

nenti fluoro in misura otti-male (1 mg/litro) analoga-mente a quanto riscontratoin quelli che non avevanomai assunto fluoro, dimo-strando perciò in manierainconfutabile che il fluoro,se somministrato per via si-stemica, non determinadanni renali.7) Lo studio dei costi per laprevenzione è stato valuta-to considerando le speseper la forniture e sommini-strazione di compressecontenenti 1 mg di fluoroda Marci, Giannoni,Antenucci e Baldi negli an-ni 1989 e 1992 e confron-tandole con quanto sarebbecostata la terapia per ognidente affetto da carie. Ognianno, un ciclo completo disomministrazione di fluo-ro, un kit per la igiene ora-le e l’utilizzo di personalemedico e paramedico si ag-girava intorno alle 30.000

lire per bambino, spesa in-feriore a quella necessariaper una sola cura dentaria,che risultava essere in ge-nere di 33.000 lire. Se poi siconsidera che la spesa perla fornitura della del fluo-ro, se somministrato da in-segnanti addestrati alloscopo, sarebbe stata solo di3.000 lire per ciascun bam-bino per un anno scolasti-co, è facile comprenderequale sia l'utilità delle fluo-roprofilassi, anche da unpunto esclusivamente eco-nomico.

Una proposta: fluoro per via sistemica nelle scuoleQuesta sintetica esposizionedi dati, che chiaramente di-mostra l'utilità del fluoronella prevenzione della ca-rie dentaria, è la storia sinoall’anno 2000. Sino ad oggi,ma questo non è più storia,

si è sempre continuato e sicontinua, grazie alla Societàdi odontoiatria infantile(Sioi), all'Università diMilano per l’incessante in-teressamento dalla profes-soressa Laura Strohmengere di tanti altri ricercatori, alavorare per diffondere lapratica della prevenzione.Il mio augurio è che il lorolavoro possa servire a ren-dere questo importantemezzo di prevenzione vin-colante nelle scuole dell’ob-bligo, somministrando ilfluoro per via sistemica o –

per chi rifiuti questa moda-lità – utilizzando le metodi-che di uso topico che, allaluce delle ricerche sinora ef-fettuate, risultano di effica-cia confrontabile con quelledi uso sistemico se utilizzatecon costanza e per lunghiperiodi.

Franco Marci

> Franco Marci ha contribuito allo sviluppo dell'odontoiatria con 172pubblicazioni scientifiche personali e 244 di allievi, date alla stampain riviste italiane ed estere. Ha inoltre pubblicato 16 libri e monogra-fie, tra cui Elementi di patologia odontostomatologica (1984), Studioclinico del paziente odontostomatologico (1991), Prevenzione odonto-stomatologica (1995), Patologia orale in corso di malattie sistemiche(1997), Prevalenza dei fattori potenziali cause del carcinoma orale(2005), Consenso informato e contenzioso in odontostomatologia(2012).Per quanto riguarda il campo di ricerca sono importanti gli studi sullaprevenzione della carie svolti nelle Università di Perugia e di Roma sot-to la guida del suo maestro, il professor Luigi Capozzi, i cui risultati so-no stati pubblicati su riviste italiane ed estere.Nel 1985 Franco Marci diventa professore ordinario presso la facoltà dimedicina e chirurgia dell'Università dell’Aquila, dove ha contribuitoallo sviluppo del corso di laurea in odontoiatria e ha fondato la clinicaodontoiatrica oggi divenuta, con il contributo di alcuni suoi allievi, se-de di prestigiosa attività clinica e di ricerca.

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La chirurgia endodontica vie-ne indicata nei casi di patolo-gia endodontica persistente erefrattaria, non in grado diguarire dopo terapie canalariortograde.Nell’ultimo decennio la chi-rurgia endodontica si è evolu-ta in microchirurgia tramitel’introduzione del microsco-pio chirurgico e/o dell’endo-scopio. Sebbene l’impiego diquesti ultimi sia ancora argo-mento dibattuto tra i dentistigenerici, il loro uso è invecedivenuto quasi di routine pergli endodontisti già dal 1990.L’elevata risoluzione permet-terebbe una migliore identifi-cazione di istmi, canali acces-sori, anomalie anatomiche,precedenti complicanze iatro-gene, fratture, calcificazioni,crack dentinali.Oltre al microscopio e all’en-doscopio, l’impiego di punte aultrasuoni e microstrumenti,insieme a materiali da ottura-zione apicale altamente bio-compatibili, hanno cambiatol’approccio chirurgico in mo-do consistente.Nel tempo, svariati gruppi diricercatori si sono quindipreoccupati di indagare quan-to la microchirurgia endo-dontica fosse davvero associa-

ta a una miglior percentualedi successo rispetto la chirur-gia “tradizionale”, che invecenon si avvale di microstru-mentario, materiali da ottura-zione di ultima generazionené di elevati ingrandimenti.È molto recente una meta-analisi sull’argomento ad ope-ra di ricercatori statunitensi,secondo i quali la microchi-rurgia dava il 94% di successo,contro il 59% di quella tradi-zionale.Gli autori si sono inoltre con-centrati nell’accertare, piùprecisamente, il ruolo peculia-re degli ausili ad alto ingrandi-mento, ossia sopra i 10X, nelsuccesso della procedura.A parità di strumentario e dimateriali da otturazione, han-no confrontato due identiciapprocci chirurgici, che si dif-ferenziavano solo per l’utilizzoo meno di dispositivi con ca-pacità di ingrandimento oltre i10X. Nel primo gruppo, la chi-rurgia veniva effettuata con in-granditori tradizionali o sem-plicemente “ad occhio nudo”;nel secondo venivano impie-gati microscopi e/o endoscopi.La metanalisi, su studi clinicicon follow-up di almeno unanno, mostrava come la mi-crochirurgia fosse associata ad

una maggiore percentuale disuccesso (93%), contro quelladella chirurgia priva di alti in-grandimenti (88%).Il successo della microchirur-gia era maggiore, in particola-re se si faceva riferimento aisettori molari, con un’anato-mia di base più difficile datrattare.Ma la strada verso un giudiziodefinitivo è, comunque, anco-ra molto lunga. Altre revisio-ni, riportate in passato e condifferente metodologia, infat-ti, non sempre sono state ingrado di evidenziare differen-ze. Su una sola conclusionetutti gli autori si trovano d’ac-cordo: la relativa assenza incampo endodontico di trialsclinici randomizzati su largascala. Una delle principali dif-ficoltà per l’identificazione delvero “outcome” (non solo inendodonzia).

Elena Varoni

Setzer FC, Kohli MR, Shah SB,

Karabucak B, Kim S. Outcome of

endodontic surgery: a meta-analysis

of the literature. Part 2: Comparison

of endodontic microsurgical techni-

ques with and without the use of hi-

gher magnification. J Endod 2012

Jan;38(1):1-10.

Chirurgia endodontica ad alta risoluzione

ENDODONZIA

R e v i e w d e l l a l e t t e r a t u r a i n t e r n a z i o n a l e

DENTALevidence

RICERCA

Sono quasi tutti cinesi ma la-vorano negli Stati Uniti, pres-so la Louisiana StateUniversity, i ricercatori cheraccontano sulle pagine diDental Materials il loro pro-getto di fabbricare e caratte-rizzare compositi dentalirinforzati con diverse quan-tità di nanofibre, allo scopodi migliorarne le proprietàmeccaniche. Hanno utilizza-to nanofibre ceramiche dizirconio-silicio (ZS) o zirco-nio-yttrio-silicio (ZYS): in-corporate nei compositi den-tali, ne hanno effettivamentepotenziato la resistenza allefratture, promettendo così diestenderne la durata.Oggi, in odontoiatria restau-rativa, le resine composite sisono ormai ampiamente af-fermate in sostituzione del-l’amalgama al mercurio inragione delle preoccupazionirelative alla sicurezza e per labuona resa estetica, ma la lo-ro vita è più breve a causadelle carie secondarie ricor-renti e delle fratture.Per ridurre le prime, sonostati sviluppati e messi incommercio compositi che ri-lasciano fluoro, ma la loro ef-ficacia è considerata minima.Per migliorare le proprietà

meccaniche e la resistenza allefratture, le resine sono staterinforzate con vari materiali,ma stabilità chimica, estetica emaneggiabilità restano insuf-ficienti; i compositi rinforzaticon fibra di vetro hanno otti-me proprietà meccaniche, cheperò peggiorano dopo unprolungato contatto con l’ac-qua. Di solito, invece, i mate-riali ceramici hanno invece ec-cellenti caratteristiche mecca-niche, resistenza chimica, sta-bilità termica e biocompatibi-lità, ma il problema è la diffi-coltà di polimerizzazione: nerisultano proprietà esteticheinsoddisfacenti.A fronte di queste difficoltà,Guangqing Guo e i suoi colle-ghi di New Orleans si sono ri-volti alle nanofibre, i materialiche stanno rivoluzionando isettori più disparati. In parti-colare, hanno preparato dellefibre ceramiche ZS e ZYS condiametri dai 100 ai 300 nano-metri.I compositi utilizzati sonostati ottenuti mescolando il29 per cento in peso – 29wt% – di resina monometri-ca, il 70 wt% di filler e l’1wt% di iniziatore e sono statipolimerizzati con il caloreoppure con la luce. Mentre

nei materiali di controllo ilfiller, in fibra di vetro, nonconteneva nanofibre, in quel-li sperimentali si è usato il2,5, 5,0 o il 7,5 wt% di nano-fibre ZS or ZYS in sostituzio-ne della fibra di vetro. I cam-pioni sono stati tenuti in ac-qua deionizzata a 37°C e con-trollati dopo 24 ore, tre mesie sei mesi.Il rinforzo dei compositi den-tali con le nanofibre ZS e ZYSal 2,5% o al 5% ha miglioratoin modo significativo forzaflessurale ed energia di rotturarispetto ai campioni di con-trollo. Un ulteriore aumentodella percentuale di nanofibreZS (7,5%) ha peggiorato leproprietà meccaniche, mante-nendole comunque superioria quelle del materiale di con-trollo.Le caratteristiche dei nuovimateriali si mantengono alungo termine, candidandoliad avere un ruolo importantenella conservativa del futuro.

R. T.

Guo G, Fan Y, Zhang JF, Hagan JL,

Xu X. Novel dental composites

reinforced with zirconia-silica cera-

mic nanofibers. Dent Mater 2012

Apr;28(4):360-8.

Nanofibre ceramiche nei compositi dentali

ORTODONZIA

Dolore e fastidio sono effettiavversi associati comunemen-te all’ortodonzia e colpiscono,secondo alcuni studi, dal 91 al95 per cento dei pazienti che sisottopongono a trattamentoortodontico fisso.Per il controllo del dolore or-todontico sono stati propostimolti farmaci e quelli usati piùspesso appartengono alla cate-goria dei Fans (farmaci antin-fiammatori non steroidei), co-me l’aspirina, il paracetamolo,l’ibuprofene, il flurbiprofene, ilsodio naproxene e il tenoxi-

cam. Questi principi agisconoattraverso l’inibizione dellasintesi della prostaglandina ela riduzione dell’infiammazio-ne del legamento parodontale,ma possono accompagnarsi adiversi effetti collaterali, comeulcere gastriche o duodenali,sanguinamenti, insufficienzarenale, allergia, asma, iperten-sione, scompenso cardiacocongestizio e aterosclerosi, an-che se la loro frequenza è ingenere modesta. In particola-re, l’ibuprofene è controindi-cato per le donne nei periodi

di gravidanza e allattamento eper le persone con poliposi na-sali o angioedema.Ma quanto sono efficaci i trat-tamenti farmacologici? Trestudiosi dell’università diAtene hanno cercato le rispo-ste nella letteratura, nei trialrandomizzati e controllati chehanno preso in esame i farma-ci più utilizzati, l’ibuprofene eil paracetamolo, confrontan-doli tra loro e con sostanzeplacebo. L’intensità dei sinto-mi dolorosi è stata valutata at-traverso l’indice Vas (Visual

Analogue Score) chiedendo aipazienti di mordere o mastica-re del cibo.La metanalisi ha evidenziatol’efficacia dell’ibuprofene abreve termine, con una ridu-zione del dolore due e sei oredopo un intervento ortodonti-co, ma non dopo 24 ore. Il pa-racetamolo si è mostrato al-trettanto efficace dell’ibupro-fene nei controlli effettuati convarie tempistiche e dopo di-versi tipi di trattamenti. I ri-cercatori greci sono arrivati aqueste conclusioni sulla basedi sette studi randomizzatidall’impostazione simile macon alcune differenze nel do-saggio dei farmaci, nella tem-pistica dei controlli, nelle pro-cedure ortodontiche conside-rate e nel tipo di attività (ma-

sticare o mordere) durante laquale è stata valutata l’entitàdel dolore.Una possibile spiegazione del-la rilevata mancanza di effica-cia dei Fans nel controllare ildolore ortodontico a 24 ore èattribuita dagli autori a un do-saggio inadeguato dei farmaci,che nella maggior parte dei ca-si erano stati assunti molte oreprima del momento in cui ipazienti segnalavano il massi-mo dolore, mentre il valore dipicco nella concentrazioneplasmatica dell’ibuprofene siraggiunge nel giro di una odue ore. Inoltre, i Fans inibi-scono la sintesi delle prosta-glandine, ma non sono in gra-do di bloccarne l’azione quan-do sono già state prodotte;quindi un farmaco assunto

dopo l’intervento, quandol’infiammazione si è già scate-nata, potrebbe non essere ingrado di bloccare il sintomodoloroso.L’utilizzo preoperatorio delparacetamolo può prevenire ildolore riducendo la formazio-ne delle prostaglandine; in al-cuni studi ha mostrato di con-trollare efficacemente il dolorequando abbinato a ibuprofenepostoperatorio.

Renato Torlaschi

Angelopoulou MV, Vlachou V,

Halazonetis DJ. Pharmacological

management of pain during ortho-

dontic treatment: a meta-analysis.

Orthod Craniofac Res 2012; 15:

71–83.

Farmaci contro il dolore ortodontico

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28DENTALevidence Review della letteratura internazionale

Parodontite e osteoporosi so-no simili riguardo a molti fat-tori. Età avanzata, genere fem-minile, abitudine al fumo so-no fattori eziologici per en-trambe le malattie; inoltre, sulfronte dei sintomi e dei segniclinici, condividono la distru-zione dell’osso e la perdita dimassa ossea.È del resto noto che la paro-dontite si associa ad alcune pa-tologie sistemiche e già nume-rose sono state le indagini perapprofondire una correlazionecon l’osteoporosi, tuttaviamolti meccanismi restano dachiarire. Un nuovo studio èstato effettuato da quattro ri-cercatori giapponesi che ravvi-sano soprattutto limiti meto-dologici nelle indagini prece-denti: «il numero di soggettianalizzati – scrivono – andava-no da qualche dozzina a pocopiù di cento e, nonostante il

fatto che entrambe le patolo-gie siano causate da fattorimultipli, la correzione per fat-tori confondenti è stata con-dotta spesso in modo inade-guato, portando a risultaticontraddittori».Per questo motivo, hanno in-nanzitutto definito un ambitopreciso di approfondimento,scegliendo di verificare leeventuali relazioni tra la perdi-ta di attacco clinico – un clas-sico indice della malattia paro-dontale – e la densità mineraleossea alla spina lombare e alfemore di donne in post-me-nopausa residenti in una co-munità di alloggio per anziani.Inoltre, hanno aggiustato l’a-nalisi di regressione linearemultipla per 17 variabili, senzatener conto delle quali gli esitiavrebbero potuto essere falsati:età, condizioni fisiche, forzamuscolare, stile di vita, farma-

ci assunti, alimentazione e sto-ria clinica.Dopo aver esaminato le condi-zioni orali di oltre 1.300 don-ne, ne hanno incluse nello stu-dio 347, dai 55 ai 74 anni, ehanno misurato la perdita diattacco in sei siti.Successivamente la densitàminerale ossea (Bmd) è statavalutata all’altezza delle verte-bre lombari (L2-L4) e dellaparte prossimale dell’osso fe-morale attraverso una densito-metria ossea (Dexa).I risultati sono stati pubblicatisul Journal of Dentistry e rap-presentano una conferma del-la sospettata correlazione tra ledue condizioni patologicheanalizzate: le densità mineraliossee lombare vertebrale, alcollo femorale e prossimale fe-morale hanno mostrato tutteuna correlazione negativa conla perdita d’attacco media.

«È probabile – ne concludo-no gli autori – che nelle don-ne anziane con densità ossearidotta insorga la malattia pa-rodontale e che sia soggetta apeggioramento, per cui que-sta categoria di persone ri-chiede un precoce trattamen-to parodontale preventivo;ma è anche raccomandataun’azione di informazione eguida alla salute che si rivolgaalle persone più giovani, al fi-ne di promuovere la conser-vazione della massa ossea si-stemica».

Giampiero Pilat

Takahashi O, Yoshihara A,

Nakamura K, Miyazaki H.

Association between periodontitis

and systemic bone mineral density

in Japanese community-dwelling

postmenopausal women. Journal of

dentistry 40 (2012) 304–311.

Associazione tra parodontite e densità ossea

RICERCA

Nel 2007 una risoluzionedell’Organizzazione mondia-le della sanità sollecitava mi-glioramenti nella salute oraleper gli abitanti dei paesi abasso e medio reddito e tra lapopolazione più povera intutto il mondo. In quel docu-mento si evidenziavano an-che i numerosi fattori che in-fluenzano le diverse modalitàdi utilizzo dei servizi esisten-ti, come età, sesso, livello discolarizzazione, situazioneeconomica e distanza daicentri che erogano i servizisanitari. La misurazione delledisuguaglianze nella fruizio-

ne dei servizi odontoiatriciveniva individuata come unadelle priorità in tema di salu-te orale.Sempre nell’ambito dell’Oms,questa esigenza è stata raccol-ta da un gruppo di ricercatoriche hanno condotto recente-mente uno studio di cui siparla sulle pagine del Journalof Dental Research. Attraversoun sondaggio condotto in 52paesi del mondo, gli autori sisono posti l’obiettivo di con-trollare le disparità di coper-tura dei servizi sanitari in am-bito odontoiatrico all’internodi una stessa nazione e di

mettere in relazione la coper-tura con il livello medio delreddito della popolazione.In totale gli autori hanno rac-colto i dati relativi a 60.332adulti e hanno definito la co-pertura sanitaria odontoiatri-ca come percentuale di per-sone, tra coloro che avevanoavuto disturbi alla bocca o aidenti, che nei 12 mesi prece-denti si erano rivolte a undentista o a un altro profes-sionista.Disuguaglianze a favore dellefasce maggiormente bene-stanti sono risultate presentiun po’ dovunque, ma parti-colarmente nei paesi a bassoreddito, in cui la scarsa co-pertura media dei bisogniodontoiatrici si è accompa-gnata alle disparità più mar-cate.Dopo aver suddiviso le nazio-ni in quattro gruppi a redditocrescente, i ricercatoridell’Oms hanno osservatoche la copertura odontoiatri-ca era rispettivamente al35,4%, 59,9%, 75,4% e al81.8%. Complessivamente,tra i paesi presi in esame, ilgrado di copertura medio èstato del 58,4%, con un mini-mo del 21,2% nel BurkinaFaso e un massimo del 94,3%in Slovacchia.

Lo studio è il più ampio maieffettuato sull’argomento econcorda con i risultati di di-verse indagini simili condotteall’interno di singoli paesi: inCanada, Tailandia, Messico,Danimarca, Grecia, BurkinaFaso e Stati Uniti si è eviden-ziata l’associazione tra l’uti-lizzo dei servizi dentistici e ilgradiente socio-economico;in Messico, Stati Uniti eTurchia si è mostrata un’asso-ciazione diretta con il livelloculturale e il grado di scola-rizzazione.Gli autori dichiarano che i ri-sultati dello studio dovrebbe-ro essere tenuti in seria consi-derazione dalle autorità poli-tiche nazionali e sovranazio-nali: «per raggiungere unacopertura universale nei ser-vizi di salute orale – spieganoi ricercatori – sono necessariinterventi di rilievo che con-sentano di raggiungere anchele fasce più povere della po-polazione».

Renato Torlaschi

Hosseinpoor AR, Itani L, Petersen

PE. Socio-economic inequality in

oral healthcare coverage: results

from the World Health Survey. J

Dent Res 2012 Mar;91(3):275-81.

Disuguaglianze nell’erogazione delle cure per la salute orale

POLITICA SANITARIA

Si intitola proprio così un re-cente articolo apparso suArchives DermatologicalResearch. La ricerca aveva loscopo di analizzare la lettera-tura scientifica nel tentativo(fallito) di stabilire se la pso-riasi orale esista davvero epossa considerarsi un qua-dro clinico distinto.Il primo caso di psoriasi ora-le è stato descritto nel 1903.Da allora, in poco più di unsecolo, si sono aggiunti me-no di un centinaio di reportsull’argomento. Peraltro, al-cuni di essi mancanti di con-ferma istologica.Quello che si sa con certezzadunque è che, pur essendo lapsoriasi una malattia cuta-nea piuttosto comune, ilcoinvolgimento della muco-sa orale rimane un eventoinfrequente.Da un punto di vista clinico,al di là delle differenti classi-ficazioni proposte nel tem-po, le lesioni associate a pso-riasi orale hanno caratteri-stiche del tutto aspecifiche erisultano talvolta molto sfu-mate.La lingua è la sede tipica-mente più associata a lesionida psoriasi orale, le qualipossono essere di due tipi.Un primo tipo sono le lesio-ni linguali che insorgono in-sieme alle lesioni cutanee,per lo più sottoforma diplacche bianche-giallastre,asintomatiche. Non è certose siano di raro riscontroperché infrequenti o perchéscarsamente riferite dal pa-ziente.Il secondo gruppo compren-de la lingua fissurata e la lin-gua a carta geografica. Datiepidemiologici suggerisconocome queste manifestazioniorali siano più frequenti neipazienti con psoriasi (dal6,5% al 20%), in particolarenei soggetti con psoriasi pu-stolare generalizzata. D’altrocanto, lingua a carta geogra-fica e lingua fissurata sonomolto comuni nella popola-zione generale, come comu-ne è la psoriasi, e questo fa-rebbe pensare in realtà più aun’associazione casuale checausale.Raramente, lesioni simil-carta geografica possonocoinvolgere anche altre sedicome la mucosa buccale o ilpalato. Raro è anche il coin-volgimento labiale, che sipresenta con lesioni iperche-ratosiche del vermiglio, e ilcoinvolgimento delle gengi-va aderente con quadri erite-matosi.

Ma perché lesioni al cavoorale da psoriasi sono cosìsporadiche? Gli autori han-no cercato di dare una rispo-sta partendo dalla patogene-si.La psoriasi è una reazioneimmunitaria contro lo stratoepiteliale e proprio nelle dif-ferenze dello strato epitelialemucoso ed epidermidicopuò risiedere una possiblespiegazione. Ecco le ipotesi.1) Nell’epitelio della mucosaorale non è presente una gli-coproteina di membrana,detta corneodesmosina, cheinvece è presente nella cute eche si è visto fortementecoinvolta nello sviluppo del-la psoriasi.2) Il cavo orale è esposto adun numero molto elevato diallergeni e prodotti del me-tabolismo batterico, ciono-nostante lo sviluppo di rea-zioni allergiche sono infre-quenti. Questo avviene gra-zie a meccanismi di induzio-ne di tolleranza agli antigeniestranei, tra gli altri la pro-duzione da parte delle cellu-le del Langerhans di citochi-ne antinfiammatorie.Entrambi questi aspetti po-trebbero avere un ruolo“protettivo” nei confrontidello sviluppo della psoriasiorale.Quando ci si trova di frontea lesioni della bocca comequelle che abbiamo descrit-to, i criteri di diagnosi sonomolto severi, proprio per lagrande aspecificità delle stes-se: concomitanza di lesioniorali e psoriasi cutanea, pre-senza di anamnesi familiarepositiva per psoriasi cutanea,correlazione clinico-patolo-gica, presenza di specificiaplotipi HLA e, non ultimo,esclusione di altre condizio-ni orali con caratteristichesimili.L’esistenza di psoriasi orale,dunque, rimane ancora sen-za una risposta. Solo studiclinici prospettici, in colla-borazione tra patologi orali edermatologi, potranno forseun giorno dirimere il dibat-tito.

Elena Varoni

Yesudian PD, Chalmers RJ, Warren

RB, Griffiths CE. In search of oral

psoriasis. Arch Dermatol Res 2012

Jan;304(1):1-5.

In cerca dellapsoriasi orale

PATOLOGIA ORALE

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30DENTALevidence Review della letteratura internazionale

Negli ultimi decenni, di pa-ri passo con l’evidence basedmedicine, si è sempre piùparlato e dato risalto allapatient-centred care. La me-dicina, cioè, ha cominciatoa chiedersi in modo specifi-co quali fossero i reali biso-gni dei propri pazienti e laloro soddisfazione in rispo-sta all’esito di un trattamen-to.Il punto di vista del pazien-te fa parte del “successo” diuna terapia medica. Questoconcetto risulta ancora piùimportante in quelle disci-pline ove, accanto alla riabi-

litazione funzionale, si haanche una riabilitazioneestetica, come l’implantolo-gia dentale.Secondo l’Organizzazionemondiale della sanità laperdita di elementi dentalirappresenta la perdita diuna parte fondamentale delproprio corpo e numerosistudi hanno poi evidenziatocome essa provocasse nelsoggetto una serie di reazio-ni psicologiche negative, daicomplessi di inferiorità alladepressione.Studi volti a valutare l’im-patto psicosociale nel pa-

ziente della terapia implan-tare sono ancora moltoscarsi.Per chiarire la prospettivadel paziente e la sua soddi-sfazione in questo ambito,un gruppo svedese ha re-centemente condotto unostudio qualitativo su pa-zienti riabilitati tramite im-pianti, selezionati in mododa rappresentare uomini edonne di differente età edestrazione sociale.Il protocollo prevedevaun’intervista, sottoforma diconversazione molto perso-nale e approfondita, effettua-

ta da un operatore esperto.Quest’ultimo era la figura diun’igienista dentale conbackground anche in peda-gogia, non coinvolta nellecure dei pazienti in studio. Leinterviste erano incentratesui pensieri del paziente, suciò che si era aspettato daltrattamento implantare equal era stata la sua esperien-za odontoiatrica. Le doman-de vertevano su come perce-pissero gli impianti nel mi-glioramento della propria vi-ta, in particolare della masti-cazione, dell’estetica, dellavita sociale e dell’autostima e

quanto tempo si aspettavanogli stessi potessero durare.Tutti i pazienti coinvolti ave-vano ricevuto estrazioni acausa di parodontite cronica.Lo studio identificava quat-tro passaggi chiave dell’espe-rienza del pazienti, correlatia differenti stati emotivi delsoggetto.Fase 1. I pazienti dichiarava-no di aver attraversato un pe-riodo iniziale, nel quale sirendevano conto che i pro-blemi legati allo stato di salu-te orale erano cresciuti a talpunto da interferire con laloro vita quotidiana.Riferivano vergogna e scarsastima di se stessi fino ad au-tolimitarsi nella propria vitasociale. Alcuni pazienti criti-cavano il proprio stessocomportamento, per nonaver curato adeguatamente lapropria bocca in passato; al-tri incolpavano il proprioodontoiatrica per non averliadeguatamente informatisulla malattia parodontale,né di averli riferiti a uno spe-cialista.Fase 2. Seguiva una secondafase, nella quale i pazientiraccontavano di un periododi vera crisi. Si dicevano«scioccati» e «disperati» difronte alla realtà di perdere ipropri denti. In questa fase leestrazioni dentali venivanovissute come una vera ampu-tazione, assimilabile alla per-dita di una qualsiasi altreparte del corpo.Fase 3. Il periodo successivoprevedeva la riabilitazionetramite protesi rimovibile, inattesa del posizionamentodegli impianti. Questo perio-do veniva descritto comemolto frustante, tanto da in-fluenzare la loro vita sociale,in particolare per la difficoltànell’espletare le funzioni ora-li come la masticazione. Aposteriori, i pazienti riferiva-no come assolutamente va-lesse la pena affrontare que-

sto periodo di transizione.Nell’ultima fase, che seguival’implantologia, tutti i pa-zienti riferivano soddisfazio-ne del trattamento. In talunicasi, la riabilitazione venivapercepita esteticamente mi-gliore rispetto alla propria si-tuazione dentale precedente,invece altri lamentavano ildivario rispetto alla loro si-tuazione “naturale”.In generale, riferivano unnetto miglioramento dellaloro qualità di vita, con ritor-no alla propria socialità e ri-presa della stima per se stessi,aspetti legati soprattutto alripristino della funzione ma-sticatoria, alla possibilità diridere e parlare senza diffi-coltà. I difetti, riscontrati daipazienti, erano il costo deltrattamento implantare, ilpassaggio attraverso la fase diprotesi mobile, le necessità diun periodico follow-up, as-sociato ad una accuratissimaigiene nella fase di manteni-mento. I pro, comunque, su-peravano di gran lunga icontro.Lo studio non dimentica disottolineare l’importanza diuna adeguata informazione:l’educazione alla correttaigiene orale, la proposta ditutte le alternative terapeuti-che, la spiegazione del per-corso terapeutico da seguire,sottolineando una prospetti-va ottimistica del futuro. Èinfatti curioso pensare comealla domanda «quanto pensapossano durare i suoi im-planti?», la maggior parte diquei pazienti abbia risposto:«tutta la vita».

Elena Varoni

Johannsen A, Westergren A,

Johannsen G. Dental implants

from the patients perspective:

Transition from tooth loss, throu-

gh amputation to implants - ne-

gative and positive trajectories. J

Clin Periodontol 2012 Apr 16.

La riabilitazione implantare con gli occhi del paziente

IMPLANTOLOGIA

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<< FOCUS ON ENDODONTICS33 <<FOCUS ON ENDODONTICS << 32<<

Endodonzia: denti in saluteanche nei pazienti anzianiI notevoli sviluppi delle tecnologie endodontiche consentono oggi un mantenimento della dentatura fino in età avanzata, obiettivo importante dell’odontoiatria preventiva e conservativa

La tecnologia è la grande pro-tagonista di un’importanteevoluzione dell’endodonzia.Gli occhiali binoculari con il-luminazione a Led ottimizzataoppure – per le esigenze parti-colarmente sofisticate – e i mi-croscopi dentali fanno ormaiparte dell’equipaggiamentostandard dell’odontoiatra cheopera in campo endodontico.I moderni processi per imma-gini consentono inoltre la pre-cisa conoscenza dell’anatomiadel canale radicolare e creano ilpresupposto per una terapiaampia e mirata.La moderna endodonzia nelfrattempo si è integrata stabil-mente nella gamma delle tera-pie di molti dentisti generici ecomprende il trattamento ma-nuale o meccanico del canaleradicolare, un efficiente lavag-gio per la disinfezione nonchémoderni strumenti e materiali

per l’otturazione tridimensio-nale. Anche denti anteriorifratturati possono essere sog-getti a terapia endodonticagrazie ad avanzati sistemi diperni radicolari.Oggi è possibile trattare e di-sinfettare tutti i canali radico-lari fino all’interno dell’apice.In particolare i sistemi di lima-tura meccanica-rotante hannocontribuito a questo progresso:sistemi completi, formati dapoche lime, sono oggi unostrumentario affidabile.Il trattamento meccanico delcanale radicolare con strumen-ti rotanti si presenta semprepiù come alternativa al tratta-mento manuale. Le moderneleghe nichel-titanio offronouna sicurezza estremamenteelevata contro le rotture. Oggisi impiegano sistemi di limatu-ra NiTi usa e getta che consen-tono nel 90% dei casi clinici il

trattamento con una sola lima.Potenti unità motrici a coman-do elettronico con movimentoreciproco come optional econtrollo della coppia consen-tono un uso delle lime mecca-niche pressoché esente da frat-ture.Moderni processi basati sugliultrasuoni garantiscono nelfrattempo la disinfezione chi-mico-meccanica del canale ra-dicolare. Per la successiva ottu-razione tridimensionale a te-nuta di batteri oltre ad adesivi ecementi sigillanti a base dicomposito sono disponibilimoderni sistemi termoplasticidi guttaperca per la condensa-zione verticale. Questi mate-riali fluidi e stopposi consento-no la sicura otturazione anchedelle strutture canalari piùcomplesse.Come campi di lavoro parti-colarmente difficili in endo-

donzia sono da considerare larevisione di canali radicolari ola resezione di apici della radi-ce. Per questi trattamenti sonoa disposizione tecniche chevanno dalla microchirurgiamininvasiva al trattamento dilesioni endoparodontali com-plesse. Il materiale della gam-ma delle lime da impiegare perquesti casi è il nichel-titanio.Va da sé che gli interventi av-vengono con l'ausilio di unpaio di occhiali binoculari conilluminazione: per lo speciali-sta un microscopio operatorioè ormai un supporto determi-nante.Sono state studiate sofisticateprocedure diagnostiche attra-verso le quali si rilevano e suc-cessivamente si possono tratta-re le lesioni del canale radicola-re. Ad esempio i moderni pro-cessi per immagini consentonol’esatta visualizzazione di com-

plessi canali pluriradicolati fi-no all’interno delle zone piùsottili e obliterate. Parimentiessi consentono sia l’endodon-zia fino all’apice sia il precisocontrollo della posizione dellalima durante il trattamento.La radiografia digitale, la to-mografia volumetrica digitale,come pure la tomografia com-puterizzata sono irrinunciabilinell’endodonzia altamentespecializzata. Le diagnosi otte-nute per questa via possonoinoltre essere utilizzate e me-morizzate per una razionaledocumentazione online del-

l’andamento della cura.Il progresso tecnologico coin-volge anche altri campi del-l’endodonzia. La classica deter-minazione della lunghezza dellavoro avviene per via radio-grafica; in alternativa oggi sipossono impiegare modernimetodi di misura elettronici,senza esposizione a radiazionisupplementari.L’intera gamma delle innova-zioni endodontiche sarà pre-sentata agli odontoiatri euro-pei alla fiera Ids di Colonia, inGermania, che si terrà dal 12 al16 marzo 2013.

La rivoluzione del NiTiin endodonziaDopo 10 anni di utilizzo clinico e sperimentale si è visto che nella maggior parte dei casi il sondaggio-esplorazione dei canali radicolari può essere affidato direttamente agli strumenti in NiTi

L’endodonzia moderna ha avu-to la sua rivoluzione con l’av-vento della lega NiTi: il ruolo diquesti strumenti è andato cre-scendo negli ultimi dieci anni eanche certi tabù sono statichiariti e in parte superati.La preparazione (sagomatura)dei canali radicolari può essereoggi schematizzata in tre fasi:sondaggio (scouting), messa informa generale (shaping) e rifi-nitura apicale (finishing).La prima fase era ritenuta, finoa poco tempo fa, di pertinenzaesclusiva degli strumenti in ac-ciaio K-file n° 08 e 10; oggisappiamo, dopo 10 anni di uti-lizzo clinico e sperimentale,che con il sistema Mtwo(Sweden&Martina) il sondag-gio-esplorazione dei canali ra-dicolari può essere affidato, al-meno nel 90% dei casi, diret-tamente agli strumenti NiTi.Lo strumento da usare in que-sta fase è l’Mtwo #10-04; que-sto strumento va inserito nelcanale e fatto ruotare a una ve-locità di circa 200 giri al minu-to; lo si fa procedere in modoincrementale, con pressionemolto leggera (vicina allo zero)ed eseguendo a vari livello deimovimenti di limatura (bru-shing) circumferenziale e, neicanali curvi, più insistita sullaparete opposta alla curva.Tutte le volte che l’operatoreavverte anche una piccola esita-zione nell’avanzamento dellostrumento, deve interrompereil sondaggio meccanico ed ese-guire una verifica con K-file 08

manuale. In realtà questo av-viene molto di rado e solo negliultimi millimetri dei canali piùsottili, ma è molto veloce inquesti casi portare uno 08 ma-nuale per poi riprendere unMtwo 10-04.Il vantaggio di preferire il son-daggio meccanico sta nella ve-locità di esecuzione, nella mag-giore facilità ed efficienza e nelfatto che, essendo il 10-04 unostrumento con una buona co-nicità e un’altrettanto buonaefficienza di taglio in limatura(brushing), esso determina laformazione di un glyde-pathdalla camera pulpare fino all’a-pice ed esegue anche un pre-flaring del canale: in sostanzaesegue già una parte della se-conda fase di preparazione ecioè dello shaping.Naturalmente un operatoremeno esperto in questa tecnicapuò iniziare con una esplora-zione con un file 08 manuale.Egli però non avrà bisogno diusare altri strumenti manualioltre lo 08; nei casi più difficili(come il 4° canale dei molarisuperiori), quando lo strumen-to manuale non riesce ad avan-zare verso la metà apicale delcanale a causa della ristrettezzae della traiettoria curva dellametà occlusale, non deve esita-re a ricorrere all’Mtwo 10-04usato in questa porzione occlu-sale in modo che venga amplia-ta e facilitata e non condizionil’avanzamento del file 08 versol’apice; si eseguirà in questo ca-so un sondaggio misto manua-

le e meccanico che sarà estre-mamente vantaggioso.Con il sistema Mtwo, dopo il10-04 sarà molto semplicecompletare la seconda fase(dello shaping) ricorrendo insequenza e con la stessa moda-lità d’uso, agli strumenti 15-05,20-06 e 25-06.La terza fase è quella della rifi-nitura apicale (finishing). Pereseguire questa fase si deve ri-correre a strumenti con diame-tri negli ultimi millimetri mag-

giori rispetto al 25-06, che èl’ultimo strumento usato nellafase intermedia. Naturalmentenon sarà necessario ricorrere aquesta fase nei canali partico-larmente piccoli, dove sarà suf-ficiente la preparazione con un25-06; i canali di queste dimen-sioni sono pochi e probabil-mente non ammontano a piùdel 20% dei canali che siamochiamati a trattare. Nella mag-gior parte dei casi si dovrà ri-correre dunque a una strumen-

tazione supplementare, cheverrà eseguita fino a coinvolge-re tutto il perimetro canalaredegli ultimi 2-3 millimetri; nelsistema Mtwo sono disponibilia questo scopo, oltre al 30, 35 e40 di conicità 04 e 06, un 45, 50e 60 di conicità 04. Più diventagrande lo strumento e più èutile diminuire la velocità, an-che a 150 giri al minuto.Il sistema Mtwo inoltre è l’uni-co sistema ad avere una linea distrumenti per la rifinitura api-

cale in grado di arrivare in api-ce disegnando uno stop che èparticolarmente adatto ad al-cune tecniche d’otturazione.Questi strumenti si chiamanoApical e possono, nei canali do-ve è necessario, arrivare a pre-parare fino a 35, 40 o 45 il dia-metro a 1 mm dall’apice, la-sciando il forame apicale dellesue dimensioni.

Vinio Malagnino

> Vinio Malagnino è docente di endo-donzia presso l’Università degli Studi“G. D’Annunzio” di Chieti.Past president della Società italiana diendodonzia (Sie) e della Società ita-liana di odontoiatria conservatrice(Sidoc), è autore di più di 100 pubbli-cazioni in campo endodontico, confe-renziere in congressi nazionali e inter-nazionali. È stato tra i primi al mon-do ad adottare la strumentazione inNi-Ti, sia manuale che meccanica

> Fig. 2: terapia canalare sull’1.6. La flessibilità degli strumenti ha permes-so di completare la preparazione apicale alla misura necessaria, rispettan-do correttamente le curve dei canali vestibolari

> Fig. 1: terapia canalare sul 3.6. L’accurata preparazione della porzione api-cale ha permesso di otturare una triforcazione all’apice del canale distale

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OrtodonziaOrtodonzia<< FOCUS ON35 <<FOCUS ON << 34<<

Reti d'impresaper «restare» sul mercatoAttività sinergiche, razionalizzazione dei costi ed economie di scala sono le caratteristiche peculiari delle reti d'imprese, che compaiono anche in area odontotecnica per condividere tecnologie e clientela

Signor Benatti, cosa sono lereti d'imprese? Come sonoorganizzate le aziende chepartecipano alla vostra rete?È doverosa una premessache permetta una migliorecomprensione dello “stru-mento” rete d’imprese. Lapiccola impresa in Italia rap-presenta un soggetto econo-mico abbastanza unico, cheha sviluppato un modo diprodurre del tutto originale.C’è uno stretto rapporto conil territorio, una forte pro-pensione alla partecipazionedel processo di filiera e unaelevata personalizzazionedell’impresa e del suo siste-ma di relazioni.Nel nostro Paese essere pic-coli non significa esseremarginali; al contrario, si-gnifica partecipare a un’am-pia catena del valore lungola quale ogni soggetto è por-

tatore di precise responsabi-lità, competenze e passioni,contribuendo a creare e di-stribuire ricchezza oltre cheposti di lavoro. Nei prossimianni questo modello realiz-zativo avrà nel manifatturie-ro un ruolo fondamentale,individuato in un sistemaproduttivo nel quale le com-ponenti dell’innovazione,della tecnologia, della co-municazione e della presen-za sui mercati globali diven-teranno fondamentali.La sfida internazionalequindi impone alle nostreaziende, soprattutto a quellepiù piccole, ma piene dienergia e potenzialità, di fa-re un salto in avanti. Un sal-to che per essere compiutorichiede una maggiore orga-nizzazione, una maggioreforza competitiva e intellet-tuale per passare dal concet-

to di “bottega-laboratorio” auna più completa culturaindustriale.La bottega-laboratorio in-somma, per reggere il futu-ro, deve diventare industria,investendo negli uomini enella conoscenza che questiproducono ed esprimono.Le aggregazioni tra aziende,di ogni genere e settore, pos-sono giocare un ruolo signi-ficativo effettuando scelteche mettano la piccolaazienda nelle condizioni diagire da “grande” senza di-ventarla come possono testi-moniare, ci auguriamo, lenostre esperienze.

Necessario quindi un cam-biamento culturale che mo-difica la visione del propriointendere il laboratorioodontotecnico?Certo, il cambiamento cul-turale rappresenta, ora piùche mai, il primo passo utileche i piccoli e medi impren-ditori debbono compiereper superare quei fattori chefrenano la potenzialità disviluppo della loro impresa.Nello specifico, quindi, la re-te d’impresa è un sistema diorganizzazione tra impreseche hanno un obiettivo con-diviso, realizzabile attraver-so un programma comune.All’interno della rete le im-prese mantengono rapportidi collaborazione e coordina-mento preservando la loroautonomia e valorizzando lapropria competenza affinchéla rete esprima quel valore

non altrimenti possibile perla singola impresa. La sintesiche anche il legislatore hacercato di trasmettere (essen-do il contratto di rete unostrumento giuridico - art. 42L. 122/2010) è proprio que-sta.

Un modello che avete rite-nuto di poter applicare an-che alle imprese odontotec-niche. Quali sono i vantaggiprincipali? Il Consorzio Qet, che io de-finisco il “padre spirituale eintellettuale” delle reti in cuila nostra azienda è coinvolta(entrambi le reti sono for-mate da gran parte di azien-de tutt’ora coinvolte nelprogetto consortile Qet), ècolui che ci ha stimolato amettere in pratica un similemodello, trasmettendo unagrande capacità di letturadell’evoluzione del lavoro edel mercato in cui ci trovia-mo, che come ben noto stasubendo una forte trasfor-mazione.Le reti sono due, Dental HiTech Net, composta da seiaziende odontotecniche chesvolgono una produzioneprevalentemente protesica, eArc Angel, composta da no-ve aziende e altre sei licen-ziate che effettuano una pro-duzione esclusivamente or-todontica.I vantaggi della rete, soprat-tutto per le aziende del no-stro settore che al loro inter-no sono davvero rappresen-tate da poche unità operati-

ve, sono molteplici: maggio-re visibilità, maggiore garan-zia verso terzi, maggiore ca-pacità contrattuale, maggio-re capacità produttiva, offer-te più competitive, maggiorecapacità d’investimento,maggiore capacità innovati-va, solo per citarne alcune.

Ci sono anche aspetti nega-tivi? Quali?Gli aspetti negativi emergo-no se il processo di maturitànell’avere assimilato il con-cetto di rete non era com-piuto. Là dove la rete nondecolla è quasi certo chel’insuccesso è condizionatoda interpretazioni errate deicomponenti e/o aspettativenon chiarite all’origine. Seperò si entra nella rete e sicomprende e rispetta quelcontratto (documento rea-lizzato tramite atto notarileche è necessario stipulare)che la rete stessa ha costrui-to, gli aspetti di negativitàsono veramente irrisori. Separliamo di carenze dellostrumento del contratto direte invece qualcosa è giàampiamente emerso.Per fare un esempio possocitare l’aspetto legato allagestione economica. Seiaziende che iniziano ad ope-rare in sintonia sul mercatosi trovano ad un certo puntoa dover gestire flussi econo-mici che come rete (non es-sendo soggetto giuridicocompiuto) sono costretti ademandare alle singole so-cietà o fare altre scelte com-

portando disagi non sempregestibili.

Il segreto del successo misembra sia l'approccio men-tale dei titolari di laborato-rio verso un progetto condi-viso. La vostra esperienza èparticolarmente adatta perla condivisione delle nuovetecnologie. Come, pratica-mente, viene affrontata que-sta condivisione?Sì, l’approccio mentale deititolari è la chiave del suc-cesso o meno nell’uso diquesto strumento. La reteDental Hi Tech Net nascecon lo spirito di cavalcarel’innovazione tecnologica,di condividerla e di svilup-parla. Da lì siamo partiticonsapevoli che il mercato ciavrebbe anche giudicati peraver compiuto un passo nelquale diversi ci hanno lettoanche dell’altro. Non sba-gliavano perché la rete se èben concepita può diventareuna magnifica palestra perfuture integrazioni, che nelnostro settore sono assai au-spicabili.Un positivo approccio men-tale permette una facile con-divisione dei processi, degliinvestimenti, degli scambi dicompetenze e mezzi tecno-logici all’avanguardia, oltrealla fornitura a nuovi clientie partner. Questa rete è riu-scita a realizzare ciò e oggi èimpegnata a uno svilupposocietario in due allineatedirezioni di cui presto sisentirà parlare.

> Daniele Benatti

DDaanniieellee BBeennaattttii, oltre ad essere contitolare del laboratorio

Lorilabors di Modena, uno dei più grossi laboratori odontotec-

nici italiani per numero di dipendenti, ha fondato il Consorzio

Qet (www.qetgroup.it). Questa realtà associativa comprende

complessivamente 13 aziende con 180 addetti, per un giro

d'affari complessivo di oltre 1.500 clienti e più di 10 milioni di

euro di fatturato. A queste si aggiungono le aziende che han-

no aderito alla rete Dental Hi Tech Net (6 aziende, oltre 100

addetti con circa 800 clienti, oltre 5 milioni di euro di fattura-

to) e alla rete Arc Angel (9 aziende fondatrici e 6 aziende li-

cenziate per un totale di 150 addetti e circa 1.200 clienti pre-

valentemente del settore ortodontico, che generano un fattu-

rato di 8 milioni di euro).

Per questa sua esperienza lo abbiamo coinvolto per capire

quali possono essere gli strumenti per il laboratorio odonto-

tecnico per mettere in condivisione tra le imprese le nuove

tecnologie e non solo.

Nella pratica le aziende, giànell’approccio al cliente, sipresentano come rete peresprimere le diverse compe-tenze condividendo la rea-lizzazione del lavoro e conesso tecnologia e materialiper costruirlo. La gestionedel cliente è in capo solita-mente a chi ha sviluppato ilprimo contatto e la rete di-venta il suo specifico sup-porto. Lo stesso vale per lacollaborazione con partneresterni per forniture o altro.Il tutto si basa su una condi-visione iniziale dell’obietti-vo e con esso si parla a no-me della rete impegnandolaa rispondere in base agli ac-cordi presi.È ovvio che lavorare in teamd’impresa richiede alcunemodifiche comportamenta-li, sia dal punto di vista or-ganizzativo che gestionale,soprattutto nel nostro am-bito dove la personalizza-zione vive un ruolo moltoforte.

Il modello da voi sperimen-tato è adatto a tutte le tipo-logie di laboratorio, daquello con il solo titolare fi-no a quello più strutturatocon molti dipendenti?La rete Arc Angel è un’espe-rienza a mio avviso emble-matica per molteplici aspet-ti, non da ultimo l’avere le-gato aziende con due/treaddetti ad altre con 15, 20 o50 addetti. Arc Angel nasceda un’idea condivisa da no-ve aziende esclusivamenteortodontiche, per portare acompimento un progetto dicostruzione tecnica degli al-lineatori dentali trasparentirealizzati con la tecnologia3D e supportati da un knowhow specifico che il tecnicoortodontista più di altripossiede.Questo progetto, orientato

quindi allo sviluppo di unprodotto/dispositivo, è natocon l’ambizione di ampliarela rete per potere divulgareil sistema e la sua commer-cializzazione almeno in tut-to il territorio nazionale edessere "industrialmente" ca-pillari per soddisfare ilcliente medico tramite unprodotto e un servizio rea-lizzato totalmente in Italia.Abbiamo integrato sei nuo-ve aziende con un contrattodi licenza e altre sono inprocinto di entrare per po-ter esprime sul mercato ilvalore del nostro prodottoattraverso un piano condi-viso di comunicazione, in-vestimenti, partecipazioniad eventi fieristici e com-merciali, inserendo sul no-stro sito web i clinici utiliz-zatori del sistema.Tutto questo mettendo inequilibrio i moltepliciaspetti che diversificano lenostre realtà, consapevoliche la partita da giocare og-gi richiede una concentra-zione maggiore e una elasti-cità mentale differente dalpassato.Auspichiamo davvero, noi“pionieri” delle due reti, dipotere essere da stimolo peraltre iniziative simili. perchérenderebbero il mercato piùinteressato a quel modellodi risposte che dovrà sup-portare le esigenze del futu-ro.Grazie al Consorzio Qet cheha ben radicato questi con-cetti, oggi possiamo dire cheil maturare su questi teminon è affatto impossibile.

Norberto Maccagno

Il corso "Il laboratorio mo-

derno. Metodi e tecniche di

management" organizzato

per ssaabbaattoo 11 ddiicceemmbbrree pres-

so il Training Center Nobel

Biocare di VViimmeerrccaattee

(Milano) analizzerà nel det-

taglio metodi e tecniche per

lo sviluppo delle performan-

ce dei laboratori odontotec-

nici.

«L’integrazione delle nuove

tecnologie e l’adozione delle

più moderne sistematiche

produttive nell’ambito del-

l’attività del laboratorio porta

l’odontotecnico alla neces-

sità di sviluppare strategie e

metodologie innovative per

ottimizzare gli investimenti,

sia in termini economici sia

in termini di flussi di lavoro e

gestione delle risorse uma-

ne» spiega il dottor PPaaoolloo

BBaarreellllii, relatore del corso,

che in qualità di analista, tri-

butarista ed esperto in ma-

nagement, marketing e co-

municazione strategica per

il settore dentale e sanitario

proporrà un format specifico

per offrire un metodo chiaro

e positivo che stimoli forza,

passione, energia e proget-

tualità.

L’analisi dei costi e il poten-

ziamento dell’individuo e del

team saranno al centro delle

tematiche affrontate, con l’o-

biettivo di identificare nuovi

criteri di pianificazione e

controllo del laboratorio.

Durante il corso, infatti, si

approfondiranno il rileva-

mento del valore delle tec-

nologie utilizzate, il calcolo

del prezzo ottimale, l’ottimiz-

zazione dei margini attraver-

so l’adozione di nuovi proto-

colli operativi. Ampio spazio

sarà dato al marketing rela-

zionale ed esperienziale,

per rendere più efficace la

comunicazione all’interno e

all’esterno del laboratorio,

trasformando il team in una

fondamentale leva di svilup-

po e di redditività.

Il coordinamento e l’integra-

zione delle nuove sistemati-

che in odontotecnica me-

diante un piano di comuni-

cazione dedicato porterà,

tra le altre cose, a mettere a

punto metodi e tecniche per

attivare sinergie di successo

tra il laboratorio odontotec-

nico e lo studio odontoiatri-

co. La partecipazione al

corso, quindi, offrirà l’oppor-

tunità di apprendere i fonda-

menti del marketing 3.0 e

della comunicazione strate-

gica, strumenti indispensa-

bili per affrontare la rivolu-

zione del mercato, fidelizza-

re la clientela e proporsi a

nuovi clienti in modo effica-

ce e costruttivo.

Per informazioni e iscrizioni

al corso è possibile contat-

tare direttamente Nobel

Biocare Italiana al numero

telefonico 039.68361

NOBEL BIOCARE: UN CORSO DI MANAGEMENT PER IL LABORATORIO ODONTOTECNICO

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Il neo presidente Aie Giuseppe De Caroli ci riferisce che il consi-glio direttivo ha già programmato tutta l’attività culturale per il2013 e il 2014.Il primo evento del 2013 sarà un corso che si terrà a Bologna il 9febbraio, il cui titolo sarà “Dal trattamento endodontico al restau-ro del dente”. Un tema di sicuro interesse sia per i più giovani cheper i più esperti. L'11 maggio a Brescia è poi previsto un incontroin cui si parlerà di “Contenzioso in odontoiatria: come prevenirloe come trattarlo”. «Negli ultimi anni si è assistito a un proliferare dicontroversie legali, per cui ci è parso giusto dare indicazioni in me-rito agli odontoiatri interessati» ha sottolineato De Caroli.Ci sarà poi il congresso nazionale, nuovamente a Montecatini, daltitolo “Il ritrattamento endodontico: protocolli operativi”. «Suquesto importantissimo tema cercheremo di fornire informazio-ni, suggerimenti e risposte pertinenti ai tanti interrogativi che sipongono soprattutto i più giovani» commenta il presidente. Il te-ma sarà affrontato in un’ottica clinico-pratica, cercando di svilup-pare tutti gli aspetti legati all’insuccesso endodontico, dalle causeal trattamento, fino all’alternativa implantare.Nel 2014, sempre in febbraio a Bologna, è già in programma uncorso sull'endodonzia chirurgica.In maggio sarà la volta del Closed Meeting Aie, che si terrà in pro-vincia di Cuneo, al Castello di Pollenzo, nella sede dell’Universitàdel Gusto. In abbinamento con il Closed Meeting si terrà anche unanche un corso di aggiornamento con la collaborazionedell’Università di Valencia. «Si avrà cura per l’occasione di mante-nere un occhio molto attento ai vini piemontesi e di effettuare unavisita alla Banca del vino» ci anticipano gli organizzatori.Per finire, a ottobre 2014, a Montecatini, è previsto il congresso na-zionale, che vedrà questa volta una sinergia di idee e intenti tra duebranche dell’odontoiatria molto vicine: l’endodonzia e la conser-vativa. «Sarà nostra ospite l’Accademia italiana di conservativa, in-sieme alla quale tratteremo argomenti quali il mantenimento del-la vitalità pulpare e le ricostruzioni estetiche, nei denti anteriori enei denti posteriori» ci ha detto Giuseppe De Caroli.Nel biennio non mancherà quello che è ormai diventato un ap-puntamento fisso della programmazione Aie: il ContinuingEducation in endodonzia.Per informazioni: www.accademiaitalianaendodonzia.it

Il programma culturale Aieper il prossimo biennio

Per informazioni

“Le procedure chirurgiche fonda-mentali nella pratica clinica quoti-diana: chirurgia parodontale, endo-dontica, orale e implantare” è l'argo-mento attorno al quale si muoverà ilcorso di alta formazione in chirurgiaodontostomatologica integrata che sisvolgerà in sei appuntamenti in pro-gramma tra gennaio e settembre2013 presso l’Istituto OrtopedicoGaleazzi di Milano.Questo corso, diretto dal professor

Luca Francetti, si pone l'obiettivo di dare risposte concrete allafigura professionale dell’odontoiatra, che si trova pressoché quo-tidianamente ad affrontare procedure chirurgiche di diverso ge-nere nei confronti delle quali non sempre si sente completamen-te a suo agio. Mira in particolare a fornire ai discenti una mag-giore sicurezza nell’ambito delle discipline chirurgiche utilizzatedi routine nello svolgimento della professione, vale a dire in chi-rurgia parodontale, endodontica, orale e implantare.I relatori affronteranno le tematiche proposte seguendo unoschema estremamente didattico: dopo aver esposto i presuppostibiologici e le indicazioni cliniche, con l’ausilio di disegni schema-tici, immagini cliniche e video filmati, illustreranno step-by-steple singole procedure chirurgiche, per poi presentare i risultati alungo termine delle stesse. La formula didattica, organizzata suun numero relativamente contenuto di discenti, consentirà mo-menti di dibattito con i relatori al fine di chiarire eventuali dub-bi e permettere dunque di ottenere il massimo vantaggio dallafrequenza al corso.Il professor Francetti sarà affiancato dal professor Roberto L.Weinstein, direttore del corso, e dal professor Massimo DelFabbro in qualità di coordinatore scientifico.

MJ Eventi Sas - [email protected] - www.mjeventi.comTel. 055.576856 -Fax 055.5059360

Corso di alta formazione in chirurgia integrata

Per informazioni

Sono aperte le iscrizioni per la quarta edizione del corso"La nuova tecnologia dentale nella protesi estetica" orga-nizzato dagli Amici di Brugg e dal dipartimento di scienzeodontostomatologiche dell'Università di Bologna direttodal professor Roberto Scotti.Il corso, a cui accedono solo 35 partecipanti, è suddiviso in12 giornate raggruppate in quattro incontri che si svolge-ranno tra febbraio e maggio 2013. Al termine del corso idue migliori studenti (un odontoiatra e un odontotecnico)saranno premiati dall'associazione con una borsa di studio.Per la sede delle lezioni saranno ancora a disposizione lestrutture d'avanguardia del dipartimento di scienze odon-

tostomatologiche dell'Università di Bologna, compresal'aula manichini.La direzione scientifica del corso è affidata a RobertoScotti, affiancato per gli Amici di Brugg da Guido Garottie Nicola Perrini. Al coordinamento generale è stato confer-mato Luigi Scaiola e come responsabili di area LiliaBortolotti e Stefano Biacchessi.«Alcuni aspetti del corso sono cambiati per meglio asse-condare le esigenze dei pazienti, che sono oggi altamentesofisticate – ci ha spiegato il coordinatore Luigi Scaiola –.L’aspetto legale per esempio, diventa ogni anno sempre piùdi attualità, nel rispetto di una esigenza, quella del pazien-te che è sacra e dei professionisti che devono tutelare il lo-ro operato che deve essere difendibile da eventuali attacchi,non sempre in buona fede».

Cell. 335.284544Tel. [email protected]

Corso di alta formazione degli Amici di Brugg

Per informazioni

> Roberto Scotti> Luigi Scaiola

> Luca Francetti

Quattro giorni per apprenderedue tecniche per la mandibola po-steriore: è questo l'obiettivo delcorso "Sinus lift & regeneration"organizzato dal dottor MarcoRonda a Genova per le giornatedel 30 novembre e 1 dicembre epoi del 28 e 29 gennaio.Durante le lezioni verranno ana-lizzati i principi, la gestione e lecomplicanze delle principali tecni-che impiegate in implantologiaper gestire le deficienze ossee: il

rialzo del seno per via crestale, il rialzo del seno per via laterale ela guided bone regeneration, orizzontale e verticale.Per ogni tecnica vengono illustrate indicazioni e controindica-zioni, il confronto con le alternative, il disegno e la gestione dellembo, le specifiche tecniche chirurgiche, le tecniche di sutura ela gestione delle complicanze. Tutto questo con modalità didat-tiche efficaci come gli interventi chirurgici in diretta audio-videoo registrati.«In questo corso si impara a collegare la biologia con la praticaquotidiana e le esigenze del paziente – ci ha spiegato Ronda –, arealizzare un piano di trattamento discusso e scelto valutandotutte le opzioni terapeutiche, ad acquisire familiarità con l’esecu-zione delle tecniche chirurgiche presentate e a scegliere e utiliz-zare materiali e strumenti idonei».

De OreTel. 0456.020924 - www.deorematerials.com

Sinus lift & regeneration

Per informazioni

> Marco Ronda

L'Associazione italiana odontoiatri (Aio) ha organizzato per lagiornata di sabato 1 dicembre a Varese, al centro congressi delleVille Ponti, un corso interdisciplinare dal titolo “L’eccellenza delteam in protesi fissa: dalla preparazione alla costruzione”.«L'eccellenza del team nell'opera di una protesi fissa, applicata siasu denti pilastro del patrimonio dentale residuo, sia su impiantiosteointegrati, necessita di una progettualità collettiva che predi-sponga l'analisi, l'ideazione e quindi la diagnosi dell'odontoiatra,con la sua realizzazione che avviene in laboratorio, di un suppor-to di figure legate allo studio dentistico, igienisti, assistenti, tecni-ci» spiega Dino Azzalin, presidente Aio Varese e del congresso.Tra i relatori che interverranno ci sono Ignazio Loi, TizianoTestori, Alessandro Staffelli, Domenico Baldi, FiammettaSinigaglia, Laura Bianchi, Antonella Silvestri e gli odontotecniciAntonello Di Felice, Marco Cossu e Luigi Ivaldi.Come è ben ricordato nella presentazione del congresso, ogni te-rapia deve essere personale e individuale. Da qui l'importanzadella comunicazione, il consenso informato, ma soprattutto lacomprensione da parte del paziente dei termini propositivi dellaterapia, che non può prescindere dalla centralità del paziente equindi dalla sua personalizzazione.Il congresso prende in esame le diverse fasi del progetto protesi-co, dal primo approccio con il paziente, alla costruzione del ma-nufatto protesico, fino al suo mantenimento nel tempo nel ri-spetto del parodonto e della funzione masticatoria. Verrannoprese in esame le preparazioni a finire, a spalla e con gli ultrasuo-ni e “l'estetica della funzione”, che viene costruita secondo i piùmoderni parametri delle tecniche di laboratorio.

Poiesiscorsi [email protected] - Tel. 0332.831660 - Fax. 0332.831664Cell. 335.7160257 (Sara Jane) - Aio Varese ([email protected])

Congresso interdisciplinare AioLa trentaduesima edizionedel congresso nazionale dellaSocietà italiana di endodon-zia (Sie) si terrà da giovedì 8a sabato 10 novembre aBologna (Palazzo dellaCultura e dei Congressi) eavrà per titolo "La nuova sta-gione dell’endodonzia: cer-tezze e obiettivi".«Il titolo del congresso parlada sé – sottolinea MarcoMartignoni, presidente dellasocietà scientifica –: saranno

affrontati i differenti aspetti di una nuova endodonzia che daun lato è più prevedibile nei risultati grazie a nuove tecniche ea strumenti sempre più affidabili, mentre dall’altro si occupadella rigenerazione del tessuto pulpare andato distrutto, neltentativo di offrire il ripristino di una condizione radicolare si-mile a quella originale».Nel programma spiccano inoltre relazioni sulle nuove mo-dalità di irrigazione e disinfezione canalare, sui ritrattamen-ti, sulle alternative implantari e sui nuovi orientamenti nel-la ricostruttiva dei denti trattati endodonticamente.Nella giornata di giovedì Sashi Nallapati sarà il relatore delcorso precongressuale dal titolo “Anatomia endodontica

complessa: diagnosi e strategie di trattamento”. «Sarà unmomento di grande apprendimento per quanto riguarda icasi più complessi ed è rivolto a tutti i colleghi in cerca di so-luzioni semplici da applicare anche nei casi apparentementedifficili» spiega Martignoni.

Segreteria SieTel. 02.8376799 - Fax [email protected] - www.endodonzia.it

Congresso nazionale Sie

Per informazioni

> Marco Martignoni

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FATTI & PERSONE << 38<<

Dentalandia, città dei denti felici“Dentalandia” è un progettoeducativo che, in modo mol-to originale, si permette diavvicinare bambini e adultialla cura e all’igiene orale.Grazie a una storia di fanta-sia, si inserisce nel contestoodontoiatrico attraverso lemetafore, le fantasie e sim-patici personaggi che diver-tono i bambini e li sensibi-lizzano verso la prevenzione.La favola “Dentalandia, lacittà dei denti felici” è unparticolare tipo di raccontoche descrive le avventure deipersonaggi magici insiemealle situazioni realistichecon cui i lettori si identifica-no.Dentalandia insegna quantoè importante il nostro picco-lo mondo dei denti, che bi-sogna salvare dall'aggressio-ne dei Carius e dai loro cat-

tivi cuccioli Bacterius. IlMolaris Primo, sindaco dellacittadina, il protagonista;Doctor Dentius, DottoressaIgienia, giovane DoctorIgienius e il Mago Spazzolinsono i personaggi che consimpatia e semplicità aiuta-no a trovare il sorriso perdu-to.Nell’attività quotidiana del-lo studio si potrà così orga-nizzare un “pomeriggioDentalandia”, per far tra-scorrere qualche ora nellafantasia i piccoli pazienti. Ècosì che in un'atmosferaamichevole lo studio diventaun luogo piacevole e invi-tante per i bambini.

Per informazioni:[email protected]

Fra gli eventi organizzati dalCenacolo del Giglio c'è quellodello scorso ottobre a Firenze,dove la professoressa LiviaOttolenghi dell’Università LaSapienza di Roma e il profes-sor Guglielmo Campusdell’Università di Sassari, han-no tenuto una relazione sul te-ma “Vecchie e nuove sfide per

il team odontoiatrico: lesionidello smalto cariose e non”.L’evento, promosso da Gabae Colgate, ha informato co-me vi è evidenza che il feno-meno dell’erosione dentalesia in continua crescita e stiainoltre diventando un pro-blema rilevante se conside-riamo la salute della denti-

zione a lungo termine.In effetti l’erosione dentale èun argomento di crescenteinteresse scientifico e, trat-tandosi di un disturbo in-dotto dagli acidi, viene prin-cipalmente ricondotto allacariologia. Tuttavia è impor-tante considerare l’erosionedentale come un’entità di-stinta: l’attacco determinatodagli acidi erosivi è diversoda quello causato dal pro-cesso cariogeno mediatodalla placca.Essendo un processo irre-versibile è di fondamentaleimportanza giungere a unadiagnosi precoce. È statoquindi presentato un nuovoindice di valutazione di ero-sione denominato Bewe(Basic Erosive Wear

Examination) e un set dia-gnostico sviluppato da uni-versità svizzere e tedesche,quale strumento pratico e difacile utilizzo per una dia-gnosi accurata. Inoltre sonostati discussi gli approcci perun’efficace prevenzione pri-maria e presentato un ag-giornamento sullo statod’arte delle più efficaci stra-tegie causali e terapeutiche.A causa della natura aggres-siva del processo erosivo, gliapprocci terapeutici o pre-ventivi sviluppati per com-battere la carie non possonoessere applicati direttamenteal trattamento dell’erosione.Infatti, mentre in condizionirelativamente lievi di forma-zione della lesione cariosa lepreparazioni contenenti

fluoruri risultano partico-larmente efficaci, le stessehanno un moderato effettocontro l’erosione.L’obiettivo delle terapie sin-tomatiche è quello di raffor-zare e/o proteggere la superfi-cie del dente in modo da ini-bire sia la demineralizzazionedei tessuti duri che la perditadi microdurezza del dente. Lesostanze che hanno mostrato

un’efficacia in tal senso sonoquelle che portano alla preci-pitazione nella o sulla super-ficie del dente di composti-sali resistenti e che formanouna pellicola protettiva suldente.È stato presentato inoltre unaggiornamento sui variprincipi attivi attivi e sul ri-pristino funzionale ed este-tico dei tessuti danneggiati.

Erosione dentale: serve un interventoper inibire la demineralizzazione

<< FATTI & PERSONE39 <<

Unidi: sicuri solo i dispositivi medici marcati CEIn merito alla vicenda dell’ap-parecchio radiografico porta-tile prodotto in Cina e messoal bando dal ministero dellaSalute italiano perché perico-loso, il presidente Unidi(Unione nazionale industriedentali italiane) GianfrancoBerrutti ha commentato rile-vando come la vicenda con-fermi «quanto da tempo co-me Unidi evidenziamo, ovve-ro il rischio che la vendita didispositivi medici ed elettro-medicali di dubbia provenien-za possa favorire l’utilizzo diprodotti privi di regolare cer-tificazione CE e quindi poten-zialmente pericolosi per la sa-lute degli operatori e dei citta-dini perché realizzati senza ilrispetto delle norme europeesui dispositivi medici.Nonostante da molti anni siain vigore in Italia la normativaeuropea che impone l’utilizzodi dispositivi medici e appa-recchiature elettromedicalimarcate CE – prosegueBerrutti –, sono ancora molticoloro che, per risparmiare, siaffidano a mercati paralleliper acquistare prodotti sca-denti che eludono i controlli ele certificazioni richieste perlegge. Questi soggetti, oltre a

penalizzare le aziende che fan-no della qualità e della sicu-rezza dei dispositivi prodottila loro bandiera, e su questol’industria dentale italiana èun modello di eccellenza a li-vello mondiale, mettono se-riamente a rischio la salute deipropri pazienti. Una pratica,quella dell’acquisto di prodot-ti non a norma provenienti dapaesi extra UE, in continuoaumento anche in odontoia-tria. Un incremento propor-zionale alla nascita di struttu-re che offrono prestazioniodontoiatriche di bassa qua-lità, dove il facile profitto èl’unico obiettivo».Unidi è impegnata da tempoin un percorso di sensibilizza-zione degli operatori sanitariverso l’utilizzo di attrezzaturedi qualità progettate e realiz-zate con materiali e tecnologieche non possano arrecare ri-schi alla salute dei pazienti.Caratteristiche che contraddi-stinguono i prodotti e le at-trezzature fabbricate in Italia:le nostre aziende sono apprez-zate in tutto il mondo per laloro capacità di realizzare pro-dotti tecnologicamente avan-zati e di alta qualità, affidabi-lità e sicurezza.

> A sinistra, Guglielmo Campus. A destra, Livia Ottolenghi(Foto di Silvia Giannini)

L'innovazionein implantologia agli Zimmer Days

Lo scorso settembre al centrocongressi del Laguna Palace diVenezia si è tenuto l'eventoZimmer Days sul tema“Implantologia e innovazione”.L'incontro scientifico, organiz-zato da Zimmer Dental Italia, èstato inaugurato dal dottorAndrea Giummolè, generalmanager dell'azienda, e dai duemoderatori: il professor UgoConsolo e il professor AndreaE. Bianchi.Il professor Stephen Chu, re-sponsabile del programma diestetica alla ColombiaUniversity, ha presentato l’evo-luzione del trattamento prote-sico in implantologia attraversoterapie sempre più predicibili.A completamento della primagiornata, il dottor AlessandroAgnini ha presentato il tratta-mento Revitalize sul pazienteedentulo, con una attenta ana-lisi delle procedure cliniche,evidenziando sia l’approcciotradizionale sia quello innova-tivo digitale.La seconda giornata si è apertacon l’intervento del dottorPierpaolo Cortellini che haevidenziato l’importanza diun trattamento poco invasivonella gestione dei tessuti mollinei trattamenti perio-paro-dontali. Il dottor Carlo MariaSoardi ha presentato un ap-

proccio chirurgico crestale nelgrande rialzo del seno mascel-lare, utilizzando osso omolo-go, e il nuovo impiantoTrabecular Metal di Zimmer.Questo impianto è caratteriz-zato da una struttura tridi-mensionale in tantalio, otte-nuta attraverso una deposizio-ne di un substrato atomo do-po atomo. Il materiale così ot-tenuto ha un modulo di elasti-cità simile all’osso spongiosocon cui si interfaccia ottenen-do una osseo incorporazione.Il dottor Roberto Abundo hapoi presentato la ricerca finqui svolta su questo impianto,suggerendo l’importanza dinuove opzioni a disposizionedei clinici nei casi di scarsaqualità ossea. Il dottor MarcoRonda ha presentato la suaesperienza nella rigenerazioneverticale con osso omologocon il posizionamento simul-taneo degli impianti. Infine, ildottor Jürgen Becker, diretto-re del dipartimento di chirur-gia orale dell’Università diDüsseldorf, ha parlato del trat-tamento delle perimplantiti,indicando come prevenirle,diagnosticarle e trattarle.La prossima edizione dell'even-to Zimmer Days è fissata per il26 e 27settembre 2013, semprea Venezia.

Seminario onlineIl webinar KaVoNella serata di lunedì 19 no-vembre (con inizio alle ore19:00) il dottor MauroFradeani, noto professionistadi Pesaro, esperto soprattuttonei trattamenti restaurativiestetico-funzionali, sarà onli-ne con un webinar – semina-rio fruibile tramite internet –

che tratterà il tema della riabi-litazione estetica su denti na-turali e impianti con l’ausiliodelle moderne tecnologie.Il corso è gratuito: bastano uncomputer (naturalmente pre-disposto per ascoltare l'audio)e una connessione a internetper ascoltare e vedere in diret-ta la presentazione del relato-re, che esporrà, grazie all'ausi-lio di documenti in power-point, tutti i vantaggi terapeu-tici ed economici di alcunitrattamenti eseguiti grazie al-l’impiego di alcune tecnologie.

Dopo circa 45 minuti di vi-deocorso, si aprirà la sessionequestions&answers: 15 minutiin cui gli utenti, da casa o dastudio, avranno la possibilitàdi porre domande al relatorevia chat.Per accedere al corso saràsufficiente cliccare sul linkindicato sul sito www.kavo.it,l'azienda che ha promosso larealizzazione di questa co-modissima modalità forma-tiva. Tutti i webinar KaVo so-no gratuiti, ed è possibile an-che seguire quelli già conclu-si: “Come leggere con succes-so le immagini acquisite tra-mite CbCt”, “Vantaggi nell'u-so della tomografia volume-trica nel lavoro quotidiano”,“Ottimizzate il vostro flussodi lavoro grazie ai modernisistemi Cad-Cam” e altri inlingua inglese.

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I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti

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Italian Dental Journal Anno VII - numero 11 - novembre 2012Mensile di attualità, informazione, cultura

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Direttore responsabilePaolo Pegoraro [email protected]

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Segreteria di redazione e trafficoMaria Camillo [email protected]. 031.789085 - Fax 031.6853110

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Hanno collaborato in questo numero: Roberto Callioni, HellasCena, Vinio Malagnino, Norberto Maccagno, Franco Marci, MaraOliveri, Giampiero Pilat, Renato Torlaschi, Elena Varoni, CaterinaVetro

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Gestione e Marketing

MiAgenda.it è un efficace si-stema di prenotazione dellevisite mediche online.Grazie a questo servizio ipazienti potranno consultareun calendario con le disponi-bilità indicate dallo studiodentistico e prenotare unavisita in tre semplici passag-gi. Dopo la conferma dellostudio, il paziente riceveràuna e-mail e un sms di noti-fica con tutte le informazioniutili all’appuntamento. Unsms il giorno prima dell’ap-puntamento ricorderà al pa-ziente l’orario, il luogo e tut-te le informazioni necessa-rie.MiAgenda.it mette anche adisposizione un servizio disegretaria con un’operatricetelefonica ed un numero ver-

de dedicato per gestire leprenotazioni telefoniche deipazienti dello studio.L’integrazione del servizio disegretaria e del sistema diprenotazione on line garan-tirà così una gestione a 360°dell'agenda appuntamenti.Il sito web è anche un poten-te strumento di marketing:gli utenti di MiAgenda.it in-fatti potranno accedere allaprenotazione di una visitamedica utilizzando ancheparametri di ricerca diversidal nominativo: ovvero spe-cializzazione, città, costoprestazione, feedback ecommenti dei pazienti. Saràquindi possibile intercettareanche la richiesta di chi sulweb sta cercando una con-sulenza specialistica. A que-

sto scopo la pagina perso-nale di presentazione dellospecialista (e dello studio)che comparirà sul motore diricerca di MiAgenda.it rap-presenta un’ottima opportu-nità per accrescere la pro-pria visibilità on line.

Secondo gli ideatori diMiagenda.it, il servizio ha ri-scosso in questi anni l'ap-prezzamento di molti profes-sionisti della salute e sonooggni oltre 3.000 gli speciali-sti che lo utilizzano.I vantaggi del servizio sono

molteplici. «Dopo l’adesionea MiAgenda ho ridotto l’ora-rio della segreteria con unariduzione dei costi del perso-nale pari al 22,16% e nelcorso dei primi 5 mesi diquest’anno di un ulteriore15,23%, ovviamente essen-do aumentati gli appunta-menti presi via internet:adesso sono circa il 55% de-gli appuntamenti totali» rife-risce il dottor AlessandroTenuti, titolare di un Centromedico sportivo a Trento.Sembrerebbero ridursi dimolto anche gli appunta-menti "a vuoto": «sono dra-sticamente diminuiti nel2011 il numero dei pazientiche non si sono presentatiall’appuntamento prenotato- spiega Tenuti -, raggiun-

gendo in tutto il 2011 il nu-mero di solo 21 appunta-menti persi (pari a meno di 2appuntamenti al mese per-si), con una riduzionedell'83% rispetto al 2010.Lavorando di più è conse-guentemente aumentato ilfatturato dello studio del17%».

Per informazioni:

[email protected] verde: 800 984 660

MIAGENDA.IT

Implantologia

Gestire le specificità dei setto-ri posteriori: questo è l’obietti-vo di way Roma, l’impiantoGeass che consente una cor-retta protesizzazione deglielementi distali e garantiscestabilità nel lungo periodo.L’impianto way Roma presen-

ta un profilo di emergenza ingrado di riprodurre il profilospecifico di molari e premola-ri; la battuta protesica ampiaè ideale per costruire una co-rona che si avvicina alle di-mensioni del dente naturale eper sostenere elevati carichimasticatori. La distribuzionedelle forze avviene più vicinoal centro dell’impianto, dimi-nuendo il rischio di cantilevernella protesi e aumentando lapredicibilità del trattamento.Altro fattore chiave è la con-nessione conica, che assicural’intimo contatto fra impianto emoncone e crea un accoppia-mento solidale permanente.Il fatto che way Roma sia unimpianto transmucoso agevo-la le operazioni in studio e inlaboratorio: la connessione è

più accessibile, la visibilità èmaggiore e la presa d’im-pronta è più semplice.L’ampia gamma protesica po-ne odontoiatra e odontotecni-co nelle migliori condizioniper realizzare la protesi.Way Roma si contraddistin-gue anche per la particolareconicità del corpo implantare,per la caratterizzazione del-l’angolo delle spire e per il mi-crofiletto, tutti fattori che con-corrono ad aumentare la sta-bilità primaria. La superficie dell'impianto èSynthegra, superficie struttu-rata al laser che grazie allasua energia attrae le proteinedel sangue facilitando il pro-cesso di rigenerazione ossea. Proposto in quattro diversidiametri, due battute protesi-

che e lunghezze che varianodagli 8 ai 15 mm, way Romaoffre un totale di 32 variantiper gestire ogni tipo di spaziodisponibile. Con l’impianto way Milano aconnessione interna e l’im-pianto way Venezia a con-nessione esterna, Way Romafa parte di un sistema implan-tare che prevede un unicoprotocollo chirurgico per solu-zioni protesiche diversificate,da scegliere a seconda del ti-po di riabilitazione.

Per informazioni:

Geass srlTel. 0432.669191Fax [email protected]

IMPIANTO WAY ROMA

Medicina Estetica

Il moderno studio odontoiatri-co è senza dubbio quello incui l'offerta di cure dentali siintegra con una serie di servi-zi di medicina estetica non in-vasivi, utilizzando quindi tec-nologie innovative e filler diultima generazione, natural-mente sempre nell'ambito diazione del dentista: il terzo in-feriore del viso.WipeFill è una linea filler chenasce dalla ricerca italiana edè prodotto in Italia. Secondo idati forniti dall'aziendaBaldan Group il filler è alta-mente tollerato e totalmenteprivo di endotossine e altresostanze tossiche libere. Haun'elevata concentrazione diacido ialuronico reticolato edè in grado di mostrare i risul-tati estetici già dalla prima se-duta e una durata dei benefi-ci da 3 a 10 mesi. L'ultima novità dell'azienda èTIC Filler, una tecnologia sem-plice ma efficace per trattare lerughe del viso, di qualsiasi na-tura ed entità, con un effetto di“sollevamento” immediato.Il punto focale di questa tec-nologia è lo speciale manipo-lo a forma di campana, che

aspira in modo deciso la rugasollevandola e scollandola,mentre nel contempo vieneazionato una sorta di martel-letto locato all’interno del ma-nipolo stesso e che, in manie-ra automatica e ripetitiva, per-cuote ripetutamente la ruga.Questo “insulto” si focalizzasul derma obbligando il tes-suto a una reazione di difesa,che consiste inizialmente inun richiamo di liquidi che ri-gonfiano immediatamente ilsolco della ruga, mentre iniziauna produzione abbondantedi nuovo collagene.Il manipolo è dotato di diffe-renti tipologie di “martelletto”in modo da trattare le rughe diqualsiasi tipologia e gravità.L'azienda organizza ancheuna serie di corsi di formazio-ne sul prodotto e sulla tecnicainfiltrativa, mettendo anche adisposizione dei consulentiper eseguire, su richiesta, itrattamenti estetici ai clientidello studio dentistico.

Per informazioni:

Baldan Groupwww.baldangroup.it

FILLER WIPEFILL E TIC FILLER

Igiene Orale

Baby Smile di Tau Marin è ilnuovo, coloratissimo dentifricioin gel per l’igiene e la cura deidenti da latte. Studiato apposi-tamente per facilitare l’approc-cio dei bambini all’igiene oralequotidiana, Baby Smile è indi-cato per detergere delicata-mente, con un effetto rinfre-scante e lenitivo delle gengiveirritate nella fase di dentizione.

Baby Smile contiene sodio mo-nofluorofosfato nelle quantitàottimali per garantire ai denti dalatte un’efficace protezione daplacca e carie. Inoltre il fluoroaiuta la rimineralizzazione dellosmalto dei denti contribuendo aproteggerli e rafforzarli.La presenza di estratti vegetalidi saw palmetto, rosa canina ealbicocca assicurano un effettoantinfiammatorio e lenitivo del-le gengive irritate e sanguinan-ti della fase di dentizione. La formulazione in gel di BabySmile presenta un basso gradodi abrasività oltre ad essere pri-vo di tensioattivi aggressivi:queste caratteristiche garanti-scono ai più piccoli una deter-sione delicata senza danneg-giare lo smalto dei denti e dellegengive.Baby Smile dentifricio gel è algusto banana, frutto tanto ap-prezzato dai bambini, e noncontiene zucchero.

Per informazioni:

Tau Marinwww.igieneoraleperfetta.it

BABY SMILE 0-5 ANNI

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Disinfezione

Dentsply ha studiato e testatoin conformità con la normativaeuropea sulla disinfezione unanuova gamma di disinfettantiper superfici e strumentariochirurgico specifica per lo stu-dio odontoiatrico: Sani - LineaDisinfezione. La nuova gamma di prodottipensati per la detersione e ladisinfezione quotidiana ad

alto livello e ad azione rapidasia di superfici e dispositivimedici che di strumenti chi-rurgici e rotanti è compostada Sani-Spray Extra, Sani-Spray, Sani-Powder e Sani-Liquid.Sani-Spray Extra è un disin-fettante spray senza aldeidi,pronto all’uso, a spettro diazione completo e ad azione

rapida grazie all’elevata con-centrazione di alcol (71%).Sani-Spray invece, ad ampiospettro di azione biocida, hauna formulazione priva di sa-li d’ammonio quaternario econ una bassa percentualedi isopropanolo (14%) non èaggressivo per le vie aeree enon provoca sonnolenza. Sani-Powder è un detergen-te e disinfettante in polvere aspettro di azione completo.Garantisce una disinfezioneenzimatica di alto livello gra-zie al rilascio di acido pera-cetico. Il prodotto è indicatoper la detersione di strumen-ti chirurgici e rotanti.Sani-Liquid è un detergentee disinfettante liquido con-centrato senza aldeidi aspettro di azione completo. È

indicato anche per la disinfe-zione degli strumenti più de-licati. La gamma completa Sanicomprende anche i prodottimonouso Sani-Tip (puntaliper siringhe aria/acqua) eSani-Shield (pellicole di pro-tezione contro le infezionicrociate), i guanti medicali,le mascherine chirurgiche e irulli di cotone.

Per informazioni:

Dentsply Italia srl Tel. 06.7264031 Fax 06.72640372 [email protected] www.dentsply.it

SANI - LINEA DISINFEZIONE

Chirurgia

Le frese ossivore ZrN rappre-sentano una gamma ristretta distrumenti in carburo di tungste-no sottoposti a un trattamentonobilitante della superficie chene aumenta la resistenza all’u-sura. Si tratta di un rivestimen-to estremamente duro in ZrN(nitruro di zirconio) che rendela superficie operativa di altissi-ma qualità per un lavoro cosìimportante come quello osteo-tomico. Un tale rivestimentoconferisce agli strumenti un’e-levata resistenza in fase di di-

sinfezione, pulizia e sterilizza-zione, contribuendo a mante-nere nel tempo efficienza, resadi taglio e lunga durata utile. Il colore chiaro della superficiein ZrN costituisce una compo-nente visiva ottimale in caso diforte sanguinamento. Lo stratonobilitante in ZrN ha uno spes-sore tra 1 e 2 μm ed è stato ap-plicato dove effettivamente ser-ve, cioè sulla parte operativa etermina in maniera precisa epulita sul collo dello strumento.Le frese ossivore ZrN resistonoa fattori esterni dannosi, comein seguito all’impiego di bagnidi disinfezione chimica partico-larmente aggressivi e quindisono particolarmente resistentia tutti i processi di disinfezione,pulizia e sterilizzazione.

Per informazioni:

Komet Italia srlTel. 02.67076654Fax [email protected]

FRESE OSSIVORE ZRN

Implantologia

Non sempre l’implantologo puòsoddisfare le necessità espres-se dal paziente relative al cari-co anticipato o addirittura im-mediato della protesi se laquantità e soprattutto la qualitàossea non offrono sufficientigaranzie per il raggiungimentodella stabilità primaria richiesta. La gamma implantare Axiom,progettata da Anthogyr in colla-borazione con l’Università diGinevra, si espande anche inquesta direzione, affiancandoall’impianto Axiom REG, propo-sto per la maggior parte dellesituazioni cliniche, il nuovoAxiom PX, mirato ad offrire alteprestazioni in alveoli postestrattivi e nel carico immedia-to in osso di modesta densitàcome D3 e D4.Il disegno del filetto di AxiomPX è speciale: non solo è au-to-perforante ma anche forte-mente auto-condensante, ca-ratteristica fondamentale perpoter raggiungere la stabilitàprimaria auspicata nelle riabili-tazioni immediate. Infatti lespire del filetto apicalmentemolto pronunciate e a profiloacuto si modificano progressi-vamente nella porzione piùcoronale, assumendo un dise-gno in grado di condensarel’osso perimplantare.La connessione conometrica(Morse) munita di indice, creaun ottimo sigillo contro l’infil-trazione batterica sottogengi-vale e annulla ogni micromovi-mento, causa ben nota dellosvitamento delle viti protesi-che. L’impianto Axiom PX può

così essere posizionato al disotto della cresta ossea. Uncontributo importante al man-tenimento dell’osso marginaleè anche fornito dalla presenzadi una efficace platform swit-ching.La gamma Axiom PX ha glistessi diametri di Axiom REG(3,4 - 4,0 –- 4,6 - 5,2 mm) e siavvale dello stesso kit chirur-gico per il posizionamento.Tutti i diametri implantariAxiom presentano una identi-ca connessione protesica. Ciòpermette la totale intercambia-bilità dei componenti, riducen-do significativamente la ge-stione dello stock.Il titanio ad alta resistenzameccanica con superficieBCP (Biphasic CalciumPhosphate) ad alta bagnabilitàoffre la possibilità di una rapi-da integrazione e l’utilizzo diimpianti di diametro anche ri-dotto o di lunghezza moltocontenuta (6,5mm) nel rispet-to della minima invasività, unodegli elementi fondanti delprogetto Axiom.

Per informazioni:

Dentalica spaTel. 02.895981Fax [email protected]

AXIOM PX

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