Dedica · Technical Framework e tecnica di rappresentazione Accimap, 37 – 2.4.2. Il modello...
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A
Giovanni Di Giorgio
Studi sui modelli e sui metodi di analisidegli incidenti aeronautici
Dai risultati della ricerca alle applicazioni
Aracne editrice
www.aracneeditrice.it
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via Vittorio Veneto, Canterano (RM)
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I edizione: novembre
A mio fratello Francesco
‹‹La probabilità di un successo
è uguale al numero dei casi favorevoli
diviso per il numero di tutti i casi possibili››
(Regola di Laplace, anno 1774)
9
Indice
11 Prefazione
13 Note sull’autore
15 Sigle ed abbreviazioni
17 Capitolo I
Introduzione ai modelli e ai metodi di analisi degli incidenti 1.1. Gli incidenti nei settori complessi ad alta tecnologia, 17 – 1.2. Le funzioni prin-
cipali dei modelli e dei metodi di analisi degli incidenti, 19 – 1.3. L’aviazione civile
internazionale e la definizione di incidente, 21 – Bibliografia, 22
25 Capitolo II
Modelli e metodi di analisi degli incidenti nei settori ad alta
tecnologia 2.1. Evoluzione dei modelli e dei metodi di analisi, 25 – 2.1.1. Il tema della classifi-
cazione dei modelli e dei metodi di analisi degli incidenti, 27 – 2.1.2. Il riconosci-
mento nella pratica di metodi e modelli, 30 – 2.2. Modelli e metodi di analisi degli
incidenti basati sulla Sequenza degli Eventi, 30 – 2.3. Strumenti di analisi degli inci-
denti della classe Epidemiological Models and Methods, 32 – 2.3.1. Origine dei mo-
delli e lo Swiss Cheese Model di Reason, 32 – 2.3.2. Le tecniche basate sullo Swiss
Cheese Model di Reason, 34 – 2.3.3. Il modello Tripod Beta, 35 – 2.4. Modelli di
analisi sistemici, approcci e metodi sistemici, 36 – 2.4.1. Rasmussen’s Socio-
Technical Framework e tecnica di rappresentazione Accimap, 37 – 2.4.2. Il modello
STAMP, 42 – 2.4.3. Il metodo FRAM, 46 – 2.5. Ulteriori approcci applicabili
all’analisi degli incidenti, 49 – 2.6. Considerazioni finali, 50 – 2.6.1. Proprietà dei
metodi di analisi, 51 – Bibliografia, 54
61 Capitolo III
Applicazioni dei modelli e dei metodi di analisi agli incidenti
aeronautici 3.1. Introduzione, 61 –3.2. Il modello SHEL, 63 – 3.2.1. Le interfacce del modello,
65 – 3.3. Il modello “Swiss Cheese” di Reason, 66 – 3.3.1. Sviluppo ed evoluzioni
del modello, 66 – 3.3.2. Un’applicazione del modello di Reason, 71 – 3.4.
Un’applicazione del metodo FRAM, 76 – 3.5. Investigazione del sistema organizza-
tivo mediante il modello SIX “M”, 82 – 3.6. Il metodo HFACS, 85 – 3.7. ATSB in-
10 Indice
vestigation analysis model, 88 – 3.7.1. Alcune differenze rispetto al modello di Rea-
son, 90 – 3.7.2. Le rappresentazioni grafiche adottate dal modello, 91 – 3.7.3. Con-
siderazioni finali, 91 – Bibliografia, 93
97 Capitolo IV
Studi sulle relazioni Causa-Effetto negli incidenti 4.1. Introduzione, 97 – 4.2. Gli aspetti basici delle relazioni causa-effetto, 98 – 4.3.
L’analisi delle barriere nei sistemi complessi, 99 – 4.3.1. Verifiche ed ulteriori clas-
sificazioni delle barriere, 101 – 4.4. Gli elementi basici di costituzione di un model-
lo, 103 – Bibliografia, 105
107 Capitolo V
I fondamenti di Root Cause Analysis in aeronautica 5.1. Introduzione alla RCA, approcci reattivi, proattivi e predittivi, 107 – 5.2. Obiet-
tivi della RCA nel settore aeronautico, 109 – 5.3. Impostazione e sviluppo della
RCA nel settore aeronautico, 110 – 5.3.1. Il contesto di applicazione della RCA nelle
occorrenze rilevanti, 113 – 5.4. Metodo 5-Why’s, 116 – 5.5. Ishikawa o Fishbone
Diagram, 119 – 5.5.1. Applicazione ad un processo di montaggio strutturale, 121 –
5.6. FMEA, 124 – 5.7. Metodologia 8D per la RCA, 127 – 5.7.1, La struttura del
metodo 8D, 127 – 5.8. La tecnica 5M – Checklist, 131 – 5.8.1. Le origini del concet-
to di checklist in aeronautica, 133 – Bibliografia, 135
137 Capitolo VI
Root Cause Analysis in aeronautica. Approfondimenti 6.1. Introduzione, 137 – 6.2. Events and Causal Factor Analysis, 138 – 6.3. Il meto-
do Change Analysis, 141 – 6.4. Fault Tree Analysis, 143 – 6.4.1. Introduzione, 143
– 6.4.2. Costruzione del modello e simbologia, 144 – 6.4.3. Cenni al superamento di
alcuni limiti della FTA mediante la metodologia Markov Analysis, 150 – Bibliogra-
fia, 153
155 Indice delle Figure
157 Indice delle Tabelle
159 Indice Analitico
11
Prefazione
In letteratura scientifica ricorrono frequentemente diversi quesiti rela-
tivi al materiale documentale disponibile per la presentazione e per la
guida alla conoscenza dei modelli e dei metodi di analisi ed investiga-
zione degli incidenti nei settori complessi ad alta tecnologia. Viene al-
tresì posta in evidenza l’importanza della fruibilità pratica degli studi,
dovuta in larga parte alle analisi critiche in merito alle caratteristiche
delle metodologie stesse, ed alle applicazioni significative affrontate
dai ricercatori. Questa mole di lavori contribuisce notevolmente a faci-
litare la proliferazione e l’evoluzione dei modelli, delle tecniche di-
sponibili, e della conoscenza dei relativi molteplici aspetti. Poi, gli
studi che descrivono le condizioni di applicazione, la natura e la quan-
tità delle risorse necessarie per l’utilizzo di ciascuna tecnica, i relativi
benefici applicativi e le limitazioni, le conoscenze preliminari indi-
spensabili all’analista, completano il quadro dell’evoluzione e dello
stato dell’arte della materia.
Questo lavoro si inserisce in tale contesto, con l’obiettivo di racco-
gliere i principi di alcuni dei molteplici contributi fondamentali e di-
sponibili sull’argomento in letteratura scientifica internazionale, e di
facilitare la consultazione, in un unico compendio aggiornato, di mate-
riale derivante da una quantità relativamente vasta di lavori, anche in
arco temporale.
La pretesa di essere esaustivi e completi non appartiene a questo
lavoro, in quanto diverso materiale non ha potuto trovare spazio
all’interno dei percorsi presentati, per efficacia dell’esposizione.
Gli argomenti trattati nel testo sono affrontati mediante un approc-
cio in cui il processo di investigazione di un incidente aeronautico è
concepito come quel processo complesso il cui unico obiettivo è la
prevenzione degli incidenti. Al Capitolo I è affidata l’introduzione agli
strumenti di analisi. Il Capitolo II presenta i fondamenti dei modelli e
dei metodi di analisi degli incidenti nei sistemi complessi, tipici dei
settori ad alta tecnologia, nei quali generalmente il contesto degli
12 Prefazione
eventi e delle condizioni è caratterizzato dalla combinazione e
dall’interazione di molti fattori. Inoltre, gli argomenti affrontati costi-
tuiscono una base di conoscenze propedeutiche ai successivi capitoli,
ed evidenziano le differenze, i punti di forza e gli inevitabili limiti dei
diversi strumenti di analisi. Il Capitolo III introduce alcuni tra i princi-
pali modelli e metodi di analisi degli incidenti di riferimento nel con-
testo internazionale del settore aeronautico, con applicazioni a suppor-
to della parte teorica. La trattazione evidenzia anche il contributo no-
tevolissimo che il settore aeronautico fornisce da decenni
all’evoluzione degli strumenti di analisi degli incidenti e, in termini
generali, degli eventi inattesi significativi. Il Capitolo IV riprende gli
aspetti basici delle relazioni causa-effetto e degli elementi fondamen-
tali che costituiscono la struttura portante di un modello. I Capitoli V e
VI affrontano le metodologie fondamentali di analisi dal punto di vista
dei processi di Root Cause Analysis (o di Analisi delle Cause Profon-
de) del settore aeronautico evidenziando, oltre all’approccio reattivo,
anche le potenzialità di alcune tecniche dal punto di vista degli ap-
procci di tipo proattivo e predittivo.
Giovanni Di Giorgio
Roma, 12 Settembre 2020
13
Note sull’autore
Giovanni Di Giorgio ha conseguito la Laurea in Ingegneria Aeronau-
tica nel 2000 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II;
nello stesso anno, ha conseguito l’abilitazione all’esercizio della pro-
fessione di Ingegnere. Dal 2001 svolge la sua attività di Ingegnere Ae-
ronautico in AgustaWestland, ora Leonardo Helicopters Division,
presso cui è attualmente responsabile dell’area Manufacturing Process
del Manufacturing Engineering dello stabilimento di Frosinone. Ha
acquisito una lunga esperienza professionale attraverso numerosi e ri-
levanti programmi produttivi internazionali e nazionali per elicotteri
per usi civili e governativi, nei sistemi rotori e comandi rotanti, tra-
smissioni e strutture di elicotteri leggeri, intermedi e pesanti (operando
anche sugli elicotteri a doppio rotore in tandem e sul convertiplano tilt
rotor). In particolare, ha acquisito una significativa esperienza profes-
sionale nell’ambito delle costruzioni aeronautiche, delle tecnologie dei
processi speciali e dei materiali aerospaziali metallici ed in composito.
Nel 2012 ha frequentato e superato lo Short Program Data, Models
and Business presso il MIT, Massachusetts Institute of Technology di
Boston MA (USA). Nel 2014, presso il Training Center di Ashburn
VA (USA) del National Transportation Safety Board, ha frequentato e
superato il Corso NTSB Aircraft Accident Investigation. È stato rela-
tore e docente in seminari relativi all’investigazione degli incidenti ae-
ronautici rivolti a Ricercatori universitari e ad Investigatori aeronauti-
ci. Ha partecipato a tavole rotonde operative sulla Root Cause Analy-
sis in contesti internazionali dell’industria aerospaziale. Inoltre, dal
2018 è Docente a contratto presso il corso di Laurea Magistrale in In-
gegneria Aerospaziale dell’Università degli Studi di Napoli Federico
II, con incarico di didattica integrativa nel corso di Aerodinamica
dell’Ala Rotante. È stato relatore, su invito, in numerosi seminari sulle
Prestazioni di volo degli elicotteri per allievi di Ingegneria Aerospa-
ziale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, e di seminari
sull’introduzione all’Aerodinamica e principi del volo degli elicotteri
14 Note sull’autore
rivolti agli allievi Piloti dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. È
stato relatore in congressi internazionali per le prove di volo di lavori
sull’analisi di missione di volo e sul calcolo delle prestazioni degli eli-
cotteri mediante metodi della classe dell’Intelligenza Artificiale.
Il Dottor Ingegner Di Giorgio è l’autore dei seguenti libri:
— Theory of Helicopter Flight. Aerodynamics - Flight Mechanics.
Editore Aracne, Roma, 2018;
— Fondamenti di fenomenologia della fatica e della tensocorrosione
nelle strutture aeronautiche. Editore Aracne, Roma, 2014;
— Teoria del volo dell’elicottero. Aerodinamica–Meccanica del volo.
Aracne, Roma. Prima Ediz. nel 2007, Seconda Ediz. nel 2009.
È iscritto all’Albo professionale, Sezione A, dell’Ordine degli Inge-
gneri della Provincia di Campobasso, ed è membro di SFTE - Society
of Flight Test Engineers.
15
Sigle ed abbreviazioni
ATSB Australian Transport Safety Bureau
DOE U.S. Department of Energy
ECF Events and Causal Factors
EEC Eurocontrol Experimental Centre
ETTO Efficiency-Thoroughness Trade-Off
FMEA Failure Modes and Effects Analysis
FRAM Functional Resonance Analysis Method (in precedenza
anche Functional Resonance Accident Model)
FTA Fault Tree Analysis
HA Hazard Analysis
HFCAS Human Factor Analysis and Classification System
ICAO International Civil Aviation Organization
MA Markov Analysis
MORT Management Oversight and Risk Tree
RCA Root Cause Analysis
RCCA Root Cause Corrective Action
Sigle ed abbreviazioni 16
SCM Swiss Cheese Model
STAMP Systemic Theoretic Analysis Model and Processes
STPA Systems-Theoretic Processes Analysis
17
Capitolo I
Introduzione ai modelli ed ai metodi
di analisi degli incidenti
1.1. Gli incidenti nei settori complessi ad alta tecnologia
Risale al 1653 la rilevante corrispondenza tra Fermat e Pascal sugli
aspetti matematici della Teoria della probabilità: le modalità logiche
di analisi proposte, i problemi sulla prevedibilità degli eventi formulati
dai due scienziati costituiscono di fatto le fondamenta della Risk Ana-
lysis quantitativa moderna. Per Fermat e Pascal il tentativo notevole
da conseguire è quello di conciliare il rigore proprio delle dimostra-
zioni della scienza con il concetto di “incertezza del caso”. A partire
da tali concezioni fondamentali, Christian Huygens svilupperà i suoi
studi che saranno poi ripresi da altri illustri scienziati (ad esempio
Bernoulli), fino ad arrivare al periodo contemporaneo.
Nella società contemporanea, il concetto di incidente rilevante
coincide, in termini generali, con un evento inatteso e di natura disa-
strosa, caratterizzato da danni che possono riguardare gli esseri umani,
i beni mobili ed immobili, i servizi e l’ambiente.
A partire dalla seconda guerra mondiale, il progresso scientifico e
tecnologico ha portato gli esseri umani ad operare in contesti caratte-
rizzati da sistemi, servizi ed organizzazioni cresciuti rapidamente in
complessità, di pari passo con il relativo progresso delle tecnologie
impiegate. È evidente anche che l’interazione dell’uomo con il conte-
sto circostante (pensiamo ad esempio alle prestazioni richieste agli es-
seri umani) ha dovuto subire inevitabili trasformazioni. In particolare,
i settori aerospaziale, dei trasporti navali, delle telecomunicazioni,
18 Studi sui modelli e sui metodi di analisi degli incidenti aeronautici
dell’energia nucleare, dell’industria chimica e petrolchimica (citando
solo alcuni dei campi interessati) sono chiaramente riconosciuti come
settori complessi ad alta tecnologia, e sono sottoposti a proprie e spe-
cifiche normative, a regole di indagine e norme di prevenzione finaliz-
zate a rispondere alle esigenze naturali ed universalmente condivise di
sicurezza. Con riferimento a tali contesti (per i quali la sicurezza è una
condizione fondamentale di sviluppo ed esistenza), le lessons learned
relative ad eventi non catastrofici e, purtroppo, le esperienze prove-
nienti da incidenti di tipo maggiore (occorsi in uno specifico campo)
hanno fornito nel tempo anche un contributo rilevante allo sviluppo e
all’evoluzione dei cosiddetti modelli e metodi di analisi degli inciden-
ti, accident analysis models and methods, utilizzando una terminolo-
gia largamente riconosciuta [1.15]. Altrettanto importanti risultano es-
sere le forme di condivisione, tra i diversi settori ad alta tecnologia,
delle esperienze e dei risultati conseguiti inizialmente in specifici con-
testi, anche in virtù degli apporti provenienti proprio dai suddetti mo-
delli e metodi e dai relativi risultati prodotti dalla ricerca.
Un esempio interessante sia per gli aspetti tecnico-scientifici sia per
la sua collocazione storica è fornito all’interno del lavoro di Norm W.
Knox e Robert W. Eicher (1992), MORT- Management Oversight and
Risk Tree- User’s manual [1.9], nel quale gli autori ricordano che il
concetto di Fault Tree Analysis (FTA) viene sviluppato in origine dai
Bell Telephone Laboratories nel 1962 come metodologia mediante cui
eseguire le valutazioni di sicurezza del “Minutemen Intercontinental
Ballistic Missile Lauche Control System”. Inoltre gli autori precisano
che, in seguito al Safety Simposium del 1965 presso la University of
Washington, nell’ambito del quale furono presentati diversi papers
sulla FTA, quest’ultima ottenne il riconoscimento della possibilità di
essere estesa proficuamente dal settore della safety aerospaziale a
quello della safety dei reattori nucleari e di altri settori commerciali.
La condivisione delle esperienze provenienti da settori diversi as-
sume pertanto un ruolo molto importante. Da tale punto di vista, gli
incidenti nucleari rilevanti occorsi presso la Three Mile Island (USA,
Marzo 1979) e presso Chernobyl (URSS, Aprile 1986), gli incidenti
occorsi a due aeromobili B747 presso Tenerife (Canary Island, Marzo
1977) ed alla navetta Challenger (USA, Gennaio 1986), nonché
l’incidente occorso presso lo stabilimento chimico Bhopal (India, Di-
cembre 1984) sono alcuni esempi di una nutrita lista spesso citati nella
letteratura tecnica internazionale per aver contribuito a segnare impor-
I. Introduzione ai modelli ed ai metodi di analisi degli incidenti 19
tanti punti di svolta sia nelle concezioni di approccio all’intera dina-
mica degli incidenti complessi, sia per l’introduzione del maggiore pe-
so nel contesto dell’indagine dei concetti delle precondizioni, dei fat-
tori organizzativi e della cultura della sicurezza (safety culture) rispet-
to ai precedenti modelli predominanti, i quali tendevano a focalizzare
in via preponderante l’attenzione sugli errori umani degli operatori fi-
nali (i cosiddetti operatori di front-line) oppure sui cedimenti finali di
impianti e di componenti meccanici [1.2].
Inoltre, gli incidenti rilevanti hanno influito notevolmente sulla
comprensione delle interazioni tra gli esseri umani ed i sistemi con i
quali essi operano.
In ambito aerospaziale, il progresso degli aeromobili e dei relativi
apparati è stato accompagnato da una crescente quantità di dati dispo-
nibili all’investigatore (e poi ai ricercatori), ad esempio attraverso i re-
gistratori di volo (flight data recorders). Di conseguenza, l’incremento
dei dati e dei parametri di volo disponibili ha contribuito notevolmente
al miglioramento della comprensione delle problematiche di interfac-
cia e di interazione tra uomo e sistemi (hardware e software) e delle
dinamiche di prestazione dell’uomo nel proprio contesto operativo.
1.2. Le funzioni principali dei modelli e dei metodi di analisi degli
incidenti
In termini generali e dal punto di vista formale, la funzione principale
che i modelli di analisi degli incidenti (accident models) si propongo-
no di assumere è quella di fornire una rappresentazione o uno schema
concettuale dell’incidente, che supporti l’analista e l’investigatore nel-
la comprensione della complessità dei meccanismi di failure even-
tualmente presenti nei vari livelli del sistema coinvolto, avendo a di-
sposizione un approccio teorico (o in modo maggiormente rigoroso,
una proposta di approccio) per una comprensione razionale degli
eventi, nonché per l’individuazione delle possibili connessioni tra gli
eventi stessi.
In ogni caso, un modello vuole essere una forma di rappresentazio-
ne della realtà, ed avrà, per definizione, dei limiti.
La funzione principale dei metodi di analisi degli incidenti (acci-
dent methods) è quella di fornire un processo pratico e razionale di
analisi basato su una struttura ed un’impostazione definite, tali da gui-
20 Studi sui modelli e sui metodi di analisi degli incidenti aeronautici
dare l’analista e l’investigatore passo dopo passo nella ricostruzione
logica e razionale delle condizioni e degli eventi culminanti
nell’evento finale inatteso, o incidente. Pertanto, un metodo si propone
di pervenire al raggiungimento di specifici risultati coerenti con le
premesse, presentando le relazioni logiche e razionali che intercorrono
tra cause ed effetti; essi sono strumenti o tecniche di approccio chia-
ramente pratici.
Generalmente, i metodi di analisi (quali strumenti o tecniche opera-
tive) sono fondati sull’approccio precedentemente definito da un mo-
dello (quale strumento teorico).
In particolare, in alcuni casi un modello definisce direttamente un
proprio metodo, in altri casi un modello può costituire il fondamento
per diversi metodi.
Tuttavia, un metodo può non avere necessariamente un legame con
determinato modello [1.8].
L’ambito dei processi, metodi e tecniche della Root Cause Analysis
o Analisi delle Cause Profonde (utilizzando la terminologia della
norma CEI EN 62740: 2015) è di natura operativa, ed è rivolto
all’identificazione ed alla classificazione delle cause degli eventi inde-
siderati, mediante la distinzione dei fattori causali in cause dirette,
cause che contribuiscono (o cause concorrenti), e cause alla radice (o
cause profonde), nonché alla definizione di appropriate azioni corret-
tive finalizzate ad evitare che l’evento finale indesiderato possa ripre-
sentarsi nuovamente.
Come sarà evidenziato nei prossimi capitoli, i processi di Root
Cause Analysis si prestano anche alle analisi richieste e conseguenti
alla rilevazione di una condizione di non conformità, dove
l’accertamento di quest’ultima non costituisce, ovviamente, il punto di
arrivo: tale condizione è il punto di partenza per la ricostruzione degli
eventi finalizzata all’individuazione delle cause profonde.
In letterature tecnica si riscontra che un metodo di analisi può esse-
re incluso tanto nelle classificazioni classiche dei metodi di analisi ed
indagine degli incidenti quanto nelle classificazioni classiche delle
tecniche di Root Cause Analysis (in seguito si affronterà anche il tema
delle catalogazioni, della conseguente utilità e delle limitazioni). Le
motivazioni di tali molteplici ed inevitabili classificazioni sono gene-
ralmente dovute sia alle potenzialità ed alle caratteristiche intrinseche
della struttura operativa proposta da una determinata tecnica sia
all’evoluzione ed all’impiego pratico che la tecnica stessa ha avuto nel