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Periodico del Liceo Bramante di Magenta Anno XXIII N. 2 Marzo 2014 Versione a colori online! Ti piace scrivere o vorresti dise- gnare fumetti? Sei interessato a partecipare al Giornalino in qual- siasi altro modo? Hai qualche pro- posta? CONTATTACI! [email protected] Buongiorno bramantini! La primavera sta arrivan- do e insieme a lei si risvegliano tutti i sentimenti messi a dormire durante il lungo letargo inverna- le. Ci stiamo addentrando nel periodo più estenu- ante di un anno scolastico che, a mio parere, sta correndo un po’ troppo in fretta. A volte ci può sembrare di non farcela, ma ricordiamoci che l’importante è dare sempre il massimo e lavorare onestamente... Ma non divaghiamo troppo e pas- siamo alla presentazione degli articoli, anzi non ancora; prima voglio dirvi che il nostro giornalino si è classificato primo su 127 partecipanti al Con- corso Nazionale Prima Pagina di Modena, ottenen- do il riconoscimento di miglior giornalino scolasti- co d’Italia! Un applauso a tutti i redattori per que- sto successo che ci riempie di orgoglio e ricompen- sa tutti coloro che, in questi 23 anni, hanno contri- buito alla storia del Grillo Bramante. Bene, è giunto il momento della presentazione del “Corpus Grillus” numero due: per la sezione dedi- cata alla nostra scuola sono presenti due interviste molto interessanti e un articolo riguardante lo sta- ge di sci di quest’inverno, oltre al resoconto di due uscite didattiche presso centri di ricerca e aziende dell’Hi-Tech. Per quanto riguarda il territorio che ci circonda sono stati realizzati degli articoli ri- guardanti un entusiasmante concerto musicale e un ciclo di interessanti conferenze filosofiche; pro- poniamo anche un’intervista alle principali librerie di Magenta. Nella parte dedicata all’attualità troverete articoli sullla condizione dei giovani oggi, la storia della televisione, la cerimonia degli Oscar, le recenti O- limpiadi invernali di Sochi, le migliori università e il nuovo fenomeno del momento: lo Zumba! Oltre ai temi riguardanti l’attualità anche la cultura oc- cupa uno spazio considerevole, difatti sono presen- ti diversi articoli riconducibili al nutrimento della mente, come quello sulla storia dell’amicizia par- tendo da Cicerone fino ad arrivare al giorno d’oggi. C’è chi ha parlato delle origini del Carnevale, del torneo delle Sei Nazioni di rugby e chi ha trattato invece la fiera del fumetto di Novegro, e chi ci de- lizia con il suo angolo poetico o chi con i propri pensieri lasciati liberi. Le nostre rubriche si dimostrano essere sempre interessanti, ed anche in questo numero non ci sia- mo trattenuti sui contenuti: preparatevi a leggere il vostro oroscopo, sento già l’acquolina in bocca mentre leggo l’articolo riguardante la cucina e nu- tro una profonda ammirazione per l’articolo ri- guardante il Grande Torino. Infine sono stati rea- lizzati due articoli scientifici riguardanti il cervello e l’analisi dei sogni e un articolo di opinione sulla giustizia. Non mancano, come sempre, disegni e vignette. Buona lettura! Editoriale Marco Cozzi 4^E Il Grillo Bramante

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Periodico del Liceo Bramante di Magenta

Anno XXIII N. 2 Marzo 2014

Versione a colori online!

Ti piace scrivere o vorresti dise-

gnare fumetti? Sei interessato a

partecipare al Giornalino in qual-

siasi altro modo? Hai qualche pro-

posta? CONTATTACI!

grillobramante@liceo

bramante.it

Buongiorno bramantini! La primavera sta arrivan-

do e insieme a lei si risvegliano tutti i sentimenti

messi a dormire durante il lungo letargo inverna-

le. Ci stiamo addentrando nel periodo più estenu-

ante di un anno scolastico che, a mio parere, sta

correndo un po’ troppo in fretta. A volte ci può

sembrare di non farcela, ma ricordiamoci che

l’importante è dare sempre il massimo e lavorare

onestamente... Ma non divaghiamo troppo e pas-

siamo alla presentazione degli articoli, anzi non

ancora; prima voglio dirvi che il nostro giornalino

si è classificato primo su 127 partecipanti al Con-

corso Nazionale Prima Pagina di Modena, ottenen-

do il riconoscimento di miglior giornalino scolasti-

co d’Italia! Un applauso a tutti i redattori per que-

sto successo che ci riempie di orgoglio e ricompen-

sa tutti coloro che, in questi 23 anni, hanno contri-

buito alla storia del Grillo Bramante.

Bene, è giunto il momento della presentazione del

“Corpus Grillus” numero due: per la sezione dedi-

cata alla nostra scuola sono presenti due interviste

molto interessanti e un articolo riguardante lo sta-

ge di sci di quest’inverno, oltre al resoconto di due

uscite didattiche presso centri di ricerca e aziende

dell’Hi-Tech. Per quanto riguarda il territorio che

ci circonda sono stati realizzati degli articoli ri-

guardanti un entusiasmante concerto musicale e

un ciclo di interessanti conferenze filosofiche; pro-

poniamo anche un’intervista alle principali librerie

di Magenta.

Nella parte dedicata all’attualità troverete articoli

sullla condizione dei giovani oggi, la storia della

televisione, la cerimonia degli Oscar, le recenti O-

limpiadi invernali di Sochi, le migliori università

e il nuovo fenomeno del momento: lo Zumba! Oltre

ai temi riguardanti l’attualità anche la cultura oc-

cupa uno spazio considerevole, difatti sono presen-

ti diversi articoli riconducibili al nutrimento della

mente, come quello sulla storia dell’amicizia par-

tendo da Cicerone fino ad arrivare al giorno d’oggi.

C’è chi ha parlato delle origini del Carnevale, del

torneo delle Sei Nazioni di rugby e chi ha trattato

invece la fiera del fumetto di Novegro, e chi ci de-

lizia con il suo angolo poetico o chi con i propri

pensieri lasciati liberi.

Le nostre rubriche si dimostrano essere sempre

interessanti, ed anche in questo numero non ci sia-

mo trattenuti sui contenuti: preparatevi a leggere

il vostro oroscopo, sento già l’acquolina in bocca

mentre leggo l’articolo riguardante la cucina e nu-

tro una profonda ammirazione per l’articolo ri-

guardante il Grande Torino. Infine sono stati rea-

lizzati due articoli scientifici riguardanti il cervello

e l’analisi dei sogni e un articolo di opinione sulla

giustizia. Non mancano, come sempre, disegni e

vignette.

Buona lettura!

Editoriale Marco Cozzi 4^E

Il Grillo Bramante

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Articolisti:

2^B: Dario Licciardello, Mathilda Guizzardi

3^A:Martina Albano, Beatrice Bergamaschi, Luigi Casella, Pietro

Ferrario, Alice Gambaro, Sonia Garavaglia, Federico Grassi,

Sara Gussoni, Eletta Nava, Cristina Pellizzari

3^D: Camilla Alberti, Chiara Paleni, Marta Redondi, Bianca Stan

3^G: Irene Bertani, Angie Fernandez, Andrea Tenconi

4^B: Luca Bonasegale, Giorgia Cacioppo, Giorgia Colombo, Francesca

Gambini, Andrea Lo Sardo, Camilla Oldani, Martina Pedroli, Arian-

na Segaloni

4^E: Marco Cozzi, Erika Carcano

4^F: Nina Capraro, Lorenzo Motta, Samuele Pedroli, Valeria Pastori,

Amedeo Pellegrini, Silvia Saffioti, Edoardo Sgrò, Brayan Soldano,

Blerina Suka, Maria Grazia Tavera

5^D: Greta Colombo, Elisa Porta, Elmir Popa

Impaginatori: Luigi Casella, Alice Gambaro, Chiara Paleni, Bianca

Stan

Illustrazione pagina centrale: Elisa Porta

Immagine di copertina: Elmir Popa

Vignettisti: Nina Capraro, Blerina Suka

Docenti referenti: Luigina Marcogiuseppe e Mauro Parrini

La redazione

Pagina 2

Il Grillo Bramante

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Il Grillo Bramante

In questo numero

La nostra scuola: Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di

Legno 22

Il Wi-Fi al Bramante! 4 Olimpiadi sulla neve 23

I “Giorni della Ricerca” 5 A ritmo di Zumba 24

Intervista a Giuseppe Cerati 6 Il fumetto in bancarella 25

“Anche nella storia c’è il senso cri-

stiano della vita” 7 Opinioni:

Un giorno da ricercatori 8 Dura lex? Non dura 26

ST, uno sguardo al futuro 9 Clic transit... 27

Lo sport dentro di noi 10 Cultura:

Dal territorio: Spontanee sincronie—Angolo poetico 28

Percorsi d’ascolto 11 Dallo scudetto ad Auschwitz 29

Magenta Cultura 2014: Umberto

Galimberti 12 Dal vinile a Spotify 30

Magenta Cultura 2014: Massimo

Recalcati 13 Ti conosco Mascherina? 31

Magenta “Book City” 14 Break!:

Scienza/Scienze Vignette 32

33

Il cervello viscerale 15 Rubriche:

Siamo fatti della stessa materia di

cui sono fatti i sogni 16 Pensieri in libertà 34

Attualità: Grillobox/Libri 35

“La grande bellezza” affascina gli

Americani

17 Amarsport 36

Buon compleanno Mamma Rai 18 Bramante ai fornelli 37

Claudio Abbado: la musica che

“salva” 19 L’Oroscopo del Grillo... Arabo! 38

Paginone! 20

21 Top Ten 39

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Il Wi-Fi al Bramante! Il 24 febbraio la cerimonia d’inaugurazione nel nostro liceo

Francesca Gambini, Martina Pedroli, Arianna Segaloni

La nostra scuola

Il giorno 24 Gennaio si è tenu-

ta nell’ Aula Magna del nostro

Liceo una cerimonia per

l’inaugurazione del Wi-Fi, che

è oramai funzionante in tutti

gli ambienti della scuola.

Come i due assessori hanno

sottolineato, la scuola digitale

sta diventando un tema centra-

le della politica di molti Paesi

e in una società come la no-

stra, sempre più tecnologica,

nessun altro media ha modifi-

cato la velocità e il modo con

cui si elaborano le informazio-

ni come le nuove tecnologie.

La provincia di Milano ha vo-

luto proporre agli Istituti Supe-

riori un progetto pilota per la

s c u o l a d i g i t a l e , c o n

l’installazione del Wi-Fi. E’

partito in via sperimentale in

tre Istituti: il Cannizzaro di

Rho, il Moreschi di Milano e il

Bramante di Magenta. E’ il

p r i m o p a s s o v e r s o

l’avanzamento tecnologico e

la digitalizzazione della scuo-

la. Il passo successivo sarà

poi la banda larga, per velo-

cizzare tutto ciò. Questo pro-

getto, un investimento per il

futuro fondamentale visto che

i giovani d’oggi sono nativo-

digitali ed è impensabile che

una scuola non tenga conto di

queste tecnologie, è costato

alla provincia oltre 30 000 eu-

ro.

È seguita poi una presentazio-

ne da parte degli studenti di

4° D delle attività rese possi-

bili dagli strumenti tecnologi-

ci a disposizione degli studen-

ti (ipad, lavagna interattiva,

computer) grazie al progetto

“generazione web Lombar-

dia”. Tutto ciò sarà reso an-

cora più efficiente grazie al

Wi-Fi.

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Pagina 5

La prevenzione è molto importante e si attua

con un corretto stile di vita, evitando fumo, al-

col e vita sedentaria.

Al le nos tre domande r iguardant i

l’alimentazione, se sia meglio evitare alcuni

cibi o no, ci è stato risposto che non è necessa-

rio eliminare del tutto i cibi di origine animale

(come latte e uova, ma anche carne); è certa-

mente utile, però, aumentare l'apporto di frutta,

verdura e legumi.

Per curare il cancro in maniera efficace biso-

gna diagnosticarlo quanto prima. Ciò è reso

possibile grazie alla individuazioni di tecniche

di diagnosi precoci che permettono di indivi-

duare il tumore nelle prime fasi di sviluppo do-

ve esso è ancora vulnerabile. Negli ultimi anni

è stato scoperto che alcuni microRNA , che

controllano la sintesi delle proteine, aiutano ad

anticipare di almeno due anni la diagnosi di

alcuni tumori al polmone, che sono talmente

piccoli da non poter essere individuati con una

radiografia.

Questo incontro non ha lasciato indifferenti gli

studenti che vi hanno partecipato e che si sono

dimostrati molto interessati durante la confe-

renza, ne sono la riprova le molteplici doman-

de rivolte alle relatrici e il commento delle re-

latrici stesse soddisfatte della partecipazione e

competenza dimostrata dagli studenti.

L’interesse non si è fermato qui, alcuni studen-

ti hanno dichiarato di voler far propri i consigli

su un migliore stile di vita (per esempio niente

più fumo e fare sport), mentre molti altri si so-

no interessati all’attività di volontariato presso

l’AIRC in iniziative come la vendita delle a-

rance di Gennaio.

Esperienze di questo tipo accrescono la nostra

informazione e possono portare quindi a mi-

gliori condizioni di vita.

I “Giorni della Ricerca” Gli studenti incontrano ricercatori e volontari dell’Associazione Italiana Ricerca Cancro

Chiara Bellotto, Arianna Colombo, Giulia Colombo, Alba Lo Grasso, Ina Sota

La nostra scuola

Mercoledì 6 novembre 2013 gli studenti delle

classi 3A, 3C, 3E, 3G e 4C del Liceo scientifi-

co Bramante hanno incontrato la ricercatrice -

Dott.ssa Maria Grazia Daidone - e la volonta-

ria - Sig.ra Patrizia Brovelli dell’AIRC -

Associazione Italiana Ricerca Cancro-

nell’ambito dell’iniziativa “ I Giorni della Ri-

cerca”.

Quest’anno, infatti, nei giorni 6 e 7 novembre

60 ricercatori e volontari AIRC si sono recati

in altrettante scuole italiane per incontrare gli

studenti delle scuole superiori e raccontare loro

la propria esperienza professionale e di vita

con l’obiettivo di avvicinare i giovani alle

scienze, facendo loro scoprire le nuove frontie-

re della ricerca sul cancro.

L'AIRC finanzia in maniera costante la ricerca

oncologica, sostiene con particolare attenzione

i giovani ricercatori oltre a sensibilizzare e in-

formare il pubblico sullo stato della ricerca, i

suoi progressi e i corretti stili di vita per preve-

nire la malattia. Per attuare questi obiettivi pro-

muove raccolte di fondi con varie iniziative.

Durante l’incontro presso l’Aula Magna del

nostro Liceo sono stati trattati diversi temi tra

cui: causa, prevenzione, cure conosciute e cure

in via di sperimentazione di questa grave ma-

lattia.

Non tutti i tumori diventano cancro, infatti

questi si dividono in tumori benigni (localizzati

e che non si diffondono) e maligni che cresco-

no occupando i tessuti circostanti e danno luo-

go a metastasi.

Il cancro non è una sola malattia, ne esistono,

infatti, di diversi tipi (ma con caratteristiche

comuni) che hanno cause diverse e possono

colpite i diversi tessuti del corpo, ma che han-

no come comun denominatore la comparsa di

mutazioni in alcuni specifici geni – oncogeni -

legati al ciclo cellulare che quindi regolano la

crescita cellulare.

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L’11 Novembre dell’anno scorso la

città di Magenta ha conferito il San

Martino d’Oro 2013 al ricercatore

Giuseppe Cerati con la seguente moti-

vazione: “per l’impegno nella ricerca

scientifica che gli ha consentito di

contribuire significativamente a una

grande scoperta”.

Giuseppe Cerati, ex-studente del no-

stro Liceo, lavora infatti al CERN di

Ginevra e i suoi studi hanno contribui-

to alla scoperta del Bosone di Higgs,

particella di importanza fondamentale

in una delle più recenti e importanti

teorie fisiche – il Modello Standard.

Il dottor Cerati ha gentilmente accetta-

to di rispondere ad alcune domande

per gli studenti del Bramante.

- Cosa l'ha spinta a diventare ricer-

catore?

Mi hanno spinto la passione e

l’interesse per la fisica e per la ricerca.

Non avevo un piano definito, ho se-

guito giorno per giorno le mie aspira-

zioni; si sono create delle opportunità

che ho sfruttato e mi hanno portato a

diventare un ricercatore.

- Come è nata la sua passione per la

fisica? Ho sempre avuto una predisposizione

per le materie scientifiche. Solo

nell'ultimo anno di liceo però si e de-

finito maggiormente un interesse per

la fisica. Tutto è nato da una ricerca

sulla termodinamica, ed in particolare

sulla teoria cinetica dei gas, grazie alla

quale è sorto in me il fascino per lo

studio di fenomeni microscopici e per

come questi possano spiegare effetti

macroscopici.

- La preparazione ricevuta al liceo

l'ha aiutata nel suo percorso univer-

sitario?

Certamente mi ha permesso di avere

delle basi solide da cui partire e mi ha

aiutato ad avere un impatto non trop-

po duro con i primi mesi di lezione;

tuttavia fin da subito ci sono argomen-

ti completamente nuovi quindi occor-

re impegnarsi a fondo fin dal primo

giorno.

- Quest'anno ha ricevuto il premio

"San Martino d'Oro 2013" dal Co-

mune di Magenta. Cosa significa

questo riconoscimento per lei?

Non posso certo considerarmi come

una persona al culmine del proprio

percorso professionale. Questo premio

lo vedo più come tappa, uno stimolo

per proseguire lungo la strada intra-

presa, un sostegno per non abbattermi

nei momenti difficili.

- Lei lavora al CERN di Ginevra, in

un ambiente internazionale. Quali

vantaggi e quali svantaggi ci sono in

questo? I vantaggi sono molti più degli svan-

taggi. C'è una grande ricchezza nel

collaborare con persone di cultura

diversa, prendendo il meglio da ognu-

no e stimolandosi a vicenda verso

l’obiettivo comune. Chiaramente ogni

tanto si crea qualche piccola incom-

prensione, ma col passare del tempo si

impara a conoscersi meglio.

- Anche grazie al suo lavoro è final-

mente stato individuato il bosone di

Higgs. Come spiegherebbe l'impor-

tanza di questa scoperta a un profa-

no in materia?

Le particelle elementari sono il più

piccolo costituente delle forze e della

materia, sono cioè alla base di tutto

ciò che esiste. Il bosone di Higgs era

il tassello mancante per una descrizio-

ne coerente della dinamica delle parti-

celle elementari (quello che noi chia-

miamo il Modello Standard) e la sua

scoperta spiega l’origine della massa

delle particelle.

Il bosone di Higgs non porterà conse-

guenze pratiche immediate, ma occor-

re notare che le nostre ricerche porta-

no continuamente a nuove tecnologie

in vari ambiti come ad esempio l'in-

formatica (il world wide web, www) e

la medicina (l’adroterapia, cioè la tec-

nica per curare i tumori con l’uso di

protoni, neutroni o ioni).

- Quali crede che saranno gli svilup-

pi nello studio della fisica teorica in

seguito a questa scoperta?

Gli sviluppi saranno sia a livello di

fisica sperimentale che teorica. La

ricerca è un processo senza fine, ogni

scoperta apre nuove domande e indi-

Pagina 6

Intervista a Giuseppe Cerati Ex studente del nostro liceo, il ricercatore si racconta per noi

Alice Gambaro

La nostra scuola

rizza nuovi percorsi di ricerca. In

questo caso, stiamo cercando di capi-

re se il bosone di Higgs può portarci

a comprendere meglio la natura della

m a t e r i a o s c u r a p r e s e n t e

nell’universo. Il bosone di Higgs po-

trebbe anche avere avuto un ruolo di

rilievo nell’espansione dell’universo.

- In questo momento a quali pro-

getti sta partecipando? Con quale

ruolo? Continuo a collaborare nel team che

ha scoperto il bosone di Higgs, ora ci

occupiamo di misurarne le proprietà

con la massima precisione possibile.

Inoltre sono coordinatore di un pro-

getto all'interno del nostro esperi-

mento, la ricostruzione della traietto-

ria delle particelle cariche. Questa è

una delle componenti fondamentali

per analizzare con efficienza e preci-

sione i dati raccolti; infatti, dalla cur-

vatura delle particelle cariche in un

campo magnetico possiamo misurar-

ne la carica elettrica, la velocità e

quindi l’energia.

- Ha qualche sogno nel cassetto? Ci

sono progetti ai quali vorrebbe

partecipare? Mi piacerebbe continuare a lavorare

in ambito di ricerca anche se non sarà

facile perché i posti sono pochi e la

concorrenza agguerrita. Da un lato

mi piacerebbe continuare con la fisi-

ca delle particelle, dall'altro mi piace-

rebbe applicare le mie competenze

anche in ambiti scientifici diversi,

dove i metodi e la mentalità propri

del fisico possono essere utili.

- Cosa consiglia ai ragazzi che, co-

me lei, vorrebbero diventare ricer-

catori? Consiglio di studiare e di lavorare

sodo, non da “secchioni” ma con

curiosità e passione, con un atteggia-

mento indagatore, andando in pro-

fondità a ciò che si studia. Inoltre

consiglio di coltivare anche altre pas-

sioni, il rischio di un lavoro bello

come quello del ricercatore è che si

viva solo per esso.

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Pagina 7

fine della scuola superiore?

Si, se il figlio si assume le responsabilità delle proprie

decisioni. A 18 anni si è maggiorenni.

- Come mai, secondo lei, i giovani di oggi vengono rite-

nuti spesso dei buoni a nulla, un po’ viziati e un po’

superficiali?

Ritenere i giovani dei buoni a nulla è un pregiudizio che

respingo decisamente. Il disagio e la superficialità dei gio-

vani sono certamente un problema. Spesso la responsabili-

tà è delle famiglie; un giovane non può maturare una per-

sonalità responsabile se manca un ambiente educativo

come la famiglia (che oggi non viene affatto sostenuta).

- Come vede l’Italia tra 20 anni?

Non avendo la sfera di cristallo non ho nessuna certezza;

per me, ogni singola persona determina la società; dipende

da come ciascuno di noi darà un senso alla propria vita e

deciderà di viverla.

- Cosa ne pensa dello scandalo pedofilia che ha colpito

la chiesa negli ultimi anni?

Brutta cosa assolutamente. Anche se lo scandalo è stato

quantitativamente ingigantito, nella Chiesa i casi di pedo-

filia sono doppiamente gravi, perché il responsabile è un

sacerdote, una persona che ha consacrato la sua vita a Cri-

sto accettando di divenire suo Ministro; ma, a mio parere,

come sempre nella storia, la chiesa ha saputo autocorreg-

gersi, introducendo norme molto più restrittive.

- Papa Francesco riuscirà a portare a termine la sua

politica di rinnovamento della Chiesa?

I problemi della chiesa ci sono e il Papa sta cercando di

fare in modo di avere una chiesa più viva, pur mantenendo

la continuità con la tradizione, ridando forza alla testimo-

nianza personale di ogni cristiano, che vive dando tutto se

stesso agli altri. Un esempio che Papa Francesco sta dando

in prima persona.

- Secondo lei è lecito compiere un’ingiustizia per ripa-

gare una precedente ingiustizia?

No, non è lecito, avremmo due ingiustizie.

- C’è qualcosa che la intimorisce?

Mi fanno paura quelli per i quali la vita non ha alcun sen-

so, e rifiutano di cercarlo.

- Che impronta vorrebbe lasciare nel mondo?

Contribuire a far sì che le persone che mi circondano capi-

scano per cosa vale veramente la pena vivere, e in questo

modo contribuire a costruire un mondo migliore per tutti.

“Anche nella storia c’è il senso cristiano della vita” Intervista al prof. Andrea Gianelli, storico e insegnante della nostra scuola

Marco Cozzi

La nostra scuola

- Quando nasce la sua passione per la scrittura e per i

libri e il suo interesse per la storia?

Scrivere libri storici è la mia passione principale, ed è

nata grazie alla mia professoressa di italiano e storia del

triennio delle superiori Carla Colombo. Lei svolgeva il

suo lavoro con amore,serietà e responsabilità e per questo

è riuscita a trasmettere la sua passione anche a me. Un

ruolo fondamentale lo ha svolto, poi, il vaticanista de “La

Stampa” Andrea Tornielli, col quale collaboro ormai da

circa 13 anni.

- Quanti libri ha scritto fino ad ora?

Ne ho scritti 3, inoltre collaboro con la rivista mensile “Il

Timone” da tre anni. Il primo libro riguarda i papi e le

guerre ed è uscito inizialmente come instant book per poi

riottenere una ristampa con il titolo “Papi, guerre e terrori-

smo.” Il secondo riguarda la vita del teologo cardinale

John Henry Newman, convertito dall’anglicanesimo al

cattolicesimo, scritto in concomitanza della sua beatifica-

zione. Inizialmente ero scettico, ma poi mi sono appassio-

nato alla sua figura. Ed infine quest’ultimo sull’editto di

Costantino, un libro-intervista a quattro docenti universita-

ri esperti in materia.

- Com’è nata l’idea di un libro sull’editto di Costanti-

no? Perché, secondo lei, questo editto è ancora attuale?

La domanda è se ha senso considerare attuale un docu-

mento di 1700 anni fa; sulla base delle risposte datemi

dagli studiosi interpellati lo ritengo attuale: è il primo

documento che sancisce la libertà religiosa e, anche se non

esplicitamente, introduce il concetto di laicità, distinguen-

do le competenze tra stato e chiesa nell’ottica di una colla-

borazione, non di una rigida separazione (non sarebbe

laicità).

- Venendo all’ attualità, come vive questo periodo con-

fuso della politica, in cui sembra non esserci più una

visione chiara e distinta delle cose?

Il problema è legato a ciascuno di noi e ai propri ideali; se

non si ha chiaro lo scopo della vita le cose continueranno

ad andare male, navigheremo a vista e ciascuno di noi

tenderà a fare il proprio interesse personale.

- Che messaggio vorrebbe dare ai giovani che si ap-

procciano oggi al mondo del lavoro?

I giovani devono coltivare le loro passioni e avere

un’apertura mentale di 360 gradi; mai chiudere i sogni in

un cassetto ma, nello stesso tempo, cercare di essere mol-

to realisti.

- Secondo lei è lecito andare contro ai genitori riguardo

la scelta del proprio futuro che un figlio deve fare alla

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Cari lettori del Grillo, in questo

a r t i c o l o v i r a c c o n t e r ò

l’esperienza della classe 4°F che,

accompagnata dai professori

Mauro Parrini e Maddalena Sera-

ti, promotrice e organizzatrice

della visita, si è recata al centro

di ricerca IFOM (Istituto Firc di

Oncologia Molecolare)

di Milano. Non tutti

sanno che l’IFOM nasce

su iniziativa della FIRC

(Fondazione Italiana per

la Ricerca sul Cancro)

come spazio di collabo-

razione tra scienziati

provenienti dai princi-

pali centri di ricerca al

fine di studiare la for-

mazione e lo sviluppo

dei tumori a livello mo-

lecolare. Tale struttura

accoglie molti laureati

con differenti competenze: medi-

ci, biotecnologi, chimici, fisici,

ma per esempio ci sono anche

laureati in filosofia, ai quali è af-

fidato il compito di studiare

l’impatto delle scoperte scientifi-

che sulla società. Molti di questi

ricercatori, dopo tre anni di lavo-

ro, hanno la possibilità di trasfe-

rirsi in un centro di ricerca estero

per uno scambio di conoscenze

con ricercatori di altri paesi.

Durante la nostra giornata abbia-

mo potuto frequentare due labo-

ratori, “Forbici molecolari” ed

“Elettroforesi su gel d’agarosio”,

indirizzati agli studenti della

scuola secondaria di secondo gra-

do. Prima di iniziare l’attività di

laboratorio, la nostra assistente di

giornata ci ha mostrato, tramite

diapositive, la struttura del DNA,

i reagenti e le apparecchiature

che avremmo utilizzato. Al ter-

mine della spiegazione teorica ci

siamo recati in laboratorio per

eseguire l’esperimento. Ogni

gruppo aveva a disposizione

quattro provette, contenenti

DNA, enzimi di restrizione e

tampone di reazione. L’obiettivo

dell’attività di laboratorio era in-

dividuare quale enzima di restri-

zione fosse presente nella misce-

la di reazione. Gli enzimi di re-

strizione, come Eco e Hind, rap-

presentano una classe di enzimi

molto importante per la capacità

di tagliare molecole di DNA a

doppia elica in siti specifici. Tali

enzimi riconoscono e tagliano,

con specificità assoluta, sequenze

uniche di nucleotidi. In tal modo

una molecola di DNA, trattata

con enzimi di restrizione, origi-

nerà frammenti specifici e rico-

noscibili. L’enzima Hind divide

la molecola di DNA in sette

frammenti mentre l’enzima Eco

la divide in cinque frammenti. Il

DNA trattato con gli enzimi è

stato quindi “caricato” in un gel

di agarosio e, tramite un processo

chiamato elettroforesi, i fram-

Pagina 8

Un giorno da ricercatori La quarta F all’IFOM di Milano

Samuele Pedroli

La nostra scuola

menti di DNA possono essere

separati in tante bande quanti

sono i frammenti originati dalla

reazione enzimatica (cinque o

sette in funzione dell’enzima

presente nella provetta).

L’osservazione della bande è

stata possibile grazie alla presen-

za di una luce particola-

re (ultravioletta) prove-

niente dal supporto sul

quale è stato posto il gel

di agarosio dopo la se-

parazione elettroforeti-

ca. Poiché la digestione

del DNA richiedeva

un’attesa di circa

mezz’ora ne abbiamo

approfittato per visitare

altri laboratori della

struttura, e così abbia-

mo avuto la possibilità

sia di vedere i vari strumenti im-

piegati nella ricerca che di osser-

vare come lavora un ricercatore,

oltre che di verificare come i

giovani impegnati all’IFOM

provengono da molti paesi di-

versi, motivo per cui la cono-

scenza della lingua inglese si

rende assolutamente necessaria.

La giornata all’IFOM è stata

molto importante in quanto ci ha

permesso di mettere in pratica e

capire meglio l’applicazione del

metodo e di alcuni concetti

scientifici e ci ha illustrato argo-

menti che sono stati propedeutici

alle lezioni svolte in classe nei

giorni successivi.

Page 9: te · Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di Legno 22 Il Wi-Fi al Bramante! 4 Olimpiadi sulla neve 23 I “Giorni della Ricerca” 5 A ritmo di Zumba 24 Intervista a Giuseppe Cerati

Pagina 9

anti-urto. Questa azienda fornisce i componenti per pro-

durre articoli nei quali viene applicata la realtà aumen-

tata, come gli occhiali per ipovedenti o ad uso sportivo.

Altri prodotti degni di nota sono la happy fork, il frigo-

rifero interattivo e la smartball.

Nella sala meeting, dopo il pranzo offerto dall’azienda,

abbiamo assistito ad una dimostrazione su alcuni dispo-

sitivi robotici progettati dall'azienda stessa. Il primo

prototipo presentato era costituito da una piattaforma

rigida dotata di una telecamera e di sensori che le per-

mettevano di controllare una pallina adagiata su di essa,

mantenendola in equilibrio o facendole percorrere il

perimetro della tavoletta. Il secondo era composto da un

I-robot a cui era stata aggiunta una videocamera, sensi-

bile al movimento di una pallina di colore rosso. Con le

stesse caratteristiche ci sono stati presentati altri due

robot: un automa su due ruote capace di mantenere l'e-

quilibrio grazie a un giroscopio e un altro con la capaci-

tà di seguire e afferrare la pallina con dei bracci mecca-

nici. Purtroppo la descrizione non è paragonabile alla

dimostrazione.

La ST si è dimostrata un esempio encomiabile dell'at-

teggiamento che ogni multinazionale dovrebbe avere

col territorio e i visitatori. A prova di questa attenzione

ci sono stati illustrati, tramite un'apposita presentazione,

i provvedimenti e l'impegno assunti a tutela dell'am-

biente e, quindi, della popolazione: le parole chiave

della cultura ecologica sono: ridurre, riciclare e riutiliz-

zare. Negli ultimi anni, in particolare, si sono impegnati

infatti nella riduzione dei consumi di acqua, fondamen-

tale nei processi di raffreddamento e pulizia dei wafer.

Ci hanno molto colpiti, infine, la disponibilità e l'impe-

gno verso di noi che si sono manifestati nelle forme più

varie: dall'attenzione riscontrata nei momenti di pausa e

ristoro alle spiegazioni e alle visite più tecniche.

Tutto ciò ha reso la nostra uscita estremamente proficua

e piacevole.

ST, uno sguardo al futuro La quinta E in visita allo stabilimento di Agrate Brianza

5^E

La nostra scuola

STMicroelectronics è un'azienda italo-francese, che

produce componenti elettronici a semiconduttore.

Il giorno 7 febbraio 2014 l’azienda di Agrate Brianza

ha ospitato la nostra classe accompagnata dalla prof.ssa

Zanin per un’intera giornata lavorativa, per mostrarci

un microcosmo per lo più sconosciuto: ST produce in-

fatti, anche se il suo marchio non compare sui prodotti

finiti, i componenti essenziali per le principali marche

automobilistiche, telefoniche, elettroniche e informati-

che, che li utilizzano per la realizzazione di apparec-

chiature elettriche come parte dei vostri cellulari, con-

sole, elettrodomestici e auto.

Il silicio è alla base della produzione dei microchip,

essendo il semiconduttore più abbondante sulla crosta

terrestre, facilmente ricavabile dalla sabbia.

Dopo vari processi di lavorazione si ottengono dischi di

silicio puro chiamati wafer. Questi passano nelle mani

della ST, che integra nelle fette di silicio componenti

elettronici, come transistor, resistori e condensatori, di

dimensioni tanto ridotte che nel diametro di un capello

possono esserne integrati più di duemila.

La lavorazione su così piccole scale rende fondamenta-

le l’utilizzo delle clean-room, stanze più pulite di una

sala operatoria nelle quali circola costantemente aria

filtrata e dove i tecnici devono lavorare vestiti con tute

antisettiche, poiché una sola particella di polvere può

danneggiare gravemente i wafer, realizzati in serie tra-

mite costosi e sofisticati macchinari.

Avendo costi molto elevati e dovendo funzionare alla

perfezione, i circuiti integrati vengono testati costante-

mente e modificati in caso di progettazione errata: ci è

stato velocemente spiegato il differente utilizzo di FIB

(fascio di ioni concentrati) e SEM (microscopio elettro-

nico), strumenti necessari per trovare l'errore nel circui-

to.

I singoli microchip vengono successivamente separati

uno dall’altro tramite tagli laser, inseriti nei packaging,

necessari per proteggerli, e spediti alle più importanti

aziende elettroniche.

I prodotti ST trovano applicazione in svariati campi

volti a migliorare e semplificare la vita dell'uomo.

Nell'ambito medico importanti innovazioni sono: un

particolare cerotto grazie al quale è possibile monitora-

re l’attività cardiaca in soggetti particolarmente a ri-

schio di infarto, un sensore per valutare l'entità degli

urti ricevuti durante l'attività sportiva e l'Xsense, un di-

spositivo utilizzato a livello riabilitativo e ludico-

cinematografico. Nel settore automobilistico ST ha dato

un notevole contributo sviluppando tecnologie atte ad

ottimizzare la guida sicura con airbag, ABS, sensori

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Carissimi lettori del Grillo Bramante

eccoci finalmente ritrovati per parla-

re dello sport che si pratica

all’interno del nostro istituto, in mo-

do particolare dell’annuale stage di

sci. Il fine principale per il quale è

organizzato lo stage è di migliorare

le abilità dei partecipanti in previsio-

ne di una gara finale. Dalla classifi-

ca di questa gara vengono poi scelti

gli studenti che andranno a rappre-

sentare il nostro liceo in una gara

con altre scuole.

La partenza è avvenuta mercoledì 18

dicembre alle 06:00 del mattino con

direzione Chiesa Valmalenco. Sia-

mo partiti all’alba per fare in modo

di riuscire a sciare un giorno in più

rispetto agli altri anni. Il viaggio è

stato tranquillo e senza alcuna com-

plicanza: alcuni hanno sfruttato que-

sto tempo per riposarsi, altri per par-

lare e chiedere informazioni se era

la prima volta che partecipavano. Il

gruppo era composto di ben 75 per-

sone circa disposte su due pullman.

Infatti quest’anno erano numerosi

gli alunni di prima, in quanto per i

ragazzi che frequentano il liceo

sportivo lo stage era parte integrante

del curriculum scolatico. Questa tipo

di studi è inserito da quest’anno

all’interno del piano didattico del

Bramante e prevede un potenzia-

mento delle attività sportive (nuoto,

sci, trekking, mountain-bike) in ag-

giunta alle solite discipline curricu-

lari.

L’hotel nel quale abbiamo soggior-

nato, lo stesso da diversi anni, ci ha

trattato con la massima cortesia e

professionalità dimostrando di non

aver perduto in ospitalità nonostan-

te il cambio di gestione.

L’organizzazione generale è stata

molto soddisfacente e puntuale e

non ha lasciato nulla al caso, sapen-

do alternare momenti di divertimen-

to a momenti di attenzione e respon-

sabilità. In questo i docenti che ci

hanno accompagnato hanno dimo-

strato grande impegno e una grande

umanità. I docenti accompagnatori

erano i proff. Moscatelli, Spagnoli-

ni, Capello, Parrini e Sottile.

La giornata di sci era divisa in due

momenti: il primo nel quale si scia-

va con i maestri e il secondo durante

il quale si era liberi di sciare in com-

pagnia. La parte pregnante della

giornata era sicuramente la lezione

con i maestri; eravamo suddivisi in

gruppi in base alle abilità ed essi ci

insegnavano come migliorare la tec-

nica, la postura e anche come af-

frontare le porte da gara. Le condi-

zioni metereologiche di quei giorni e

l’abbondanza di neve hanno favori-

to un ottimo svolgimento delle le-

zioni con i maestri. I maestri come

ogni anno hanno dimostrato la loro

abilità sia nella spiegazione a livello

”teorico” che a livello di esempio

pratico sugli sci.

Dopo aver passato tre giorni a sciare

con i maestri e liberamente durante

il pomeriggio, l’ultimo giorno è sta-

to quello dedicato alla gara di sla-

lom gigante. Alla gara hanno parte-

cipato solo gli studenti che avevano

dimostrato di potersi approcciare ad

un simile evento: infatti alcuni stu-

denti del liceo sportivo, i quali ave-

vano appena imparato a sciare, non

erano pronti per affrontare una pro-

va così impegnativa. Il tracciato pre-

sentava circa 30 porte ed era posto

lungo un pendio abbastanza ripido

nel quale erano presenti diversi cam-

bi di direzione e pendenza, che esal-

tavano le qualità dei partecipanti. Le

condizioni climatiche erano ottime e

hanno favorito il regolare svolgi-

mento della manifestazione; la neve

(abbondante) ha mantenuto la pro-

pria compattezza anche nelle ultime

discese.

I partecipanti in generale, nonostan-

te la difficoltà del percorso, hanno

dimostrato la loro confidenza con la

Pagina 10

Lo sport dentro di noi Lo stage di sci a Chiesa Valmalenco

Amedeo Pellegrini

La nostra scuola

neve. Solo alcuni hanno trovato

difficoltà che hanno condizionato la

loro prova; tra questi spicca solo un

caso di caduta. Alla fine della gara

c’è anche stato il momento dedicato

alla sci libero.

L’esperienza vissuta è stata

senz’altro ottima e ci ha permesso

oltre che di sciare e di migliorare la

nostra tecnica, di affrontare un e-

vento agonistico e di conoscere

persone nuove e di divertirci con

loro. Ci auguriamo inoltre che lo

stage venga riproposto anche nei

prossimi anni in modo da dar la

possibilità di venire a chi

quest’anno non ha potuto e

l’occasione di ripeterlo a chi era

presente già quest’anno.

Ecco infine la classifica della gara

divisa per categorie:

CAT. FEMM.: 1°BRAGA MAR-

TINA (3F) 1’02’’87, 2° NANNA-

VECCHIA MARTINA (3E)

1’05’’21, 3° PESENTI MICHELA

(3G) 1’05’’28

CAT ALLIEVI MASCHILE: 1°

M I L A N A M A T T E O ( 3 B )

59’’70,2° LUCA CASTIGLIONI

(3F) 1’01’’07, 3° OLDANI MAT-

TEO 1’04’’74

CAT.JUNIORES MASCHILE:

MIRKO MOSCATELLI (4°A)

57’61’’ miglior tempo assoluto, 2°

CAVALLARI ANDREA (5B)

1’00’63, 3°ELIO MERIGGI (3B)

1’02’28

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Pagina 11

zata non solo dagli ascoltatori

dell’epoca, ma anche da Costanze,

moglie di Mozart, che prediligeva in

particolar modo le fughe, come testi-

monia una lettera del 1783 che ripor-

ta: «Quando Constanze udì le fughe,

se ne innamorò» .

La serata è prosegui ta con

l ’esecuzione del celeberr imo

“Requiem in Re minore K626”, che

ha visto sul palco il Coro Canticum

Novum di Bergamo accompagnato

dall’orchestra e, come protagonisti, il soprano Da-

niela Bruera, il mezzosoprano Annamaria Chiuri, il

tenore Francesco Marsiglia e il basso Paolo Pec-

chioli.

L’opera aveva una funzione prevalentemente litur-

gica, e rispettava i canoni musicali dell’ epoca ma,

lasciata incompiuta, fu portata a termine da un al-

lievo e amico di famiglia di Mozart.

Particolarmente suggestivo si è rivelato l’ascolto

del “Dies irae”, la parte più ampia della composi-

zione, che prevede per tutto il suo svolgimento la

presenza del coro, decisamente magistrale.

Il numeroso pubblico ha dimostrato di gradire la

direzione e l’esecuzione del concerto con fra-

gorosi applausi e la richiesta del bis.

Con questa iniziativa si riesce ad avvicinare i ra-

gazzi al mondo della musica classica che viene

spesso considerato “fuori moda” rispetto ai generi

musicali ascoltati dai giovani, tuttavia, proprio gra-

zie alle lezioni del Maestro si riesce a percepire

l’immortalità di composizioni nel corso dei secoli,

senza però tralasciare i compositori che, grazie alla

presentazione, vengono resi più umani e vicini a

tutti noi.

A tutti i lettori del giornalino l’invito a cogliere

questa opportunità per affrontare un viaggio musi-

cale tra generi, compositori e stili differenti.

Percorsi d’ascolto... Note del passato che rivivono nel presente

Greta Colombo, Elisa Porta

Dal territorio

Come ormai accade da diversi anni l’associazione

culturale Totem ha proposto agli studenti delle

scuole superiori di Magenta il progetto musicale

“Percorsi d’ascolto” con il quale si ha la possibilità

di assistere a lezioni tenute dal Maestro Andrea

Raffanini riguardante il concerto del sabato se-

guente.

Nell’ incontro di presentazione, che si tiene presso

la villa Naj Oleari di Magenta, il Maestro propone

momenti di ascolto alternandoli a brevi spiegazioni

del brano musicale unitamente alla contestua-

lizzazione storica e racconta aneddoti e curiosità

sulla vita dei compositori; inoltre la presenza di

alcuni musicisti permette di ascoltare dal vivo bre-

vi assaggi/spezzoni dei brani che saranno presenta-

ti durante il concerto

Gli incontri di preparazione e i relativi concerti si

tengono da gennaio a maggio, secondo il calenda-

rio stabilito nella programmazione del Teatro Liri-

co.

Il concerto che si è svolto sabato 18 gennaio, ha

inaugurato la stagione sinfonica del Teatro Lirico:

interamente dedicato a Mozart, è stato diretto con

indiscutibile bravura dalla Maestra Erina Gamba-

rini.

Nel corso della serata si è esibita l’Orchestra sinfo-

nica “Città di Magenta”, composta prevalentemen-

te da giovani musicisti, che ha presentato l’

“Adagio e fuga in Do minore K 546”. L’adagio,

con funzione di prelu-dio, sviluppa un motivo do-

lente e drammatico, mentre la fuga si presenta ric-

ca di contrappunto, tecnica particolarmente apprez-

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Il 14 febbraio magentino non è

stato segnato solo dai festeggia-

menti di San Valentino, ma è sta-

to anche occasione di discussione

filosofica. Si è tenuto infatti,

presso il Teatro Lirico di Magen-

ta, il primo incontro di "Magenta

Cultura", un ciclo di conferenze

promosso dall'associazione cultu-

rale "Urbana Mente" e dal Comu-

ne di Magenta che ha come filo

conduttore il tema della crisi del

Padre nella società contempora-

nea. La serata ha visto come pro-

tagonista il filosofo, psicoanalista

e docente universitario Umberto

Galimberti. La sua lezione dal

titolo "La condizione giovanile

nella nostra epoca nichilista" ha

intrattenuto e affascinato un Tea-

tro Lirico sold out.

Perno centrale della conferenza è

stato il malessere dei giovani

d'oggi, spesso costretti a percepi-

re il futuro non come promessa

ma come minaccia incombente. Il

mondo che i giovani dominano,

ha detto Galimberti, è quello del-

la notte, le cui regole sono spesso

dettate da alcool e sostanze stu-

pefacenti. Con ciò essi vanno alla

ricerca di un effetto anestetico,

che li renda assenti "da un mon-

do che non li chiama per nome".

I ragazzi vivono in un' età nichili-

sta, in un' epoca in cui lo scopo

di ogni azione è vano e tutti i va-

lori sono svalutati in nome della

tecnica e del pensiero iper razio-

nale. Il sistema di valori collassa

e ugualmente vana è la speranza

che ne nasca automaticamente un

altro.

Per approfondire meglio il tema

della serata, Galimberti si è an-

che dedicato all’analisi del pro-

cesso educativo a partire dalla

più tenera età. Un bambino è affi-

dato ai genitori, con i quali si re-

laziona in modo verticale, mentre

la relazione orizzontale riguarda

il rapporto con gli amici, i coeta-

nei. Dalla nascita fino ai dodici

anni l'azione genitoriale deve es-

sere efficace. Galimberti ha ripre-

so la teoria di Freud riguardo la

formazione delle mappe psico-

emotive : tra gli 0 e i 6 anni il

bambino sviluppa la mappa pri-

mitiva ed emotiva ( ad esempio

attraverso i disegni i più piccoli

presentano la loro visione del

mondo, e bisogna rafforzarne l'i-

dentità prestando loro attenzio-

ne). Dai 12 anni in poi le parole

genitoriali sono poco efficaci, e a

padri e madri non resta quindi

che offrirsi ai loro figli come

esempio, come figura di riferi-

mento. Dai 15 ai 30 anni l'uomo

possiede la massima potenza bio-

logica, sessuale ed intellettuale,

sono gli anni in cui l'uomo svi-

luppa al massimo livello le sue

capacità.

Il professor Galimberti ha avuto

parola anche per la scuola, non

più capace a suo parere di educa-

re nel giusto modo, anche perché

gli insegnanti svolgono la loro

attività in classi composte da

troppi studenti. Un bravo profes-

Pagina 12

Magenta Cultura 2014: Umberto Galimberti La condizione giovanile nella nostra epoca nichilista

Maria Grazia Tavera

Dal territorio

sore deve riuscire a mantenere la

relazione verticale con ogni stu-

dente. Galimberti ha ripreso nel-

la sua lezione una citazione di

Platone, "Si impara per fascina-

zione", l'insegnante deve quindi

affascinare e coinvolgere attiva-

mente gli allievi. La scuola deve

essere un "gioco di vita", come

Freud afferma nel 1909, e "deve

fare qualcosa di più che non in-

durre i ragazzi al suicidio".

Galimberti non condivide nem-

meno l’enfasi ottimistica che

circonda l'utilizzo innovativo

nelle scuole di strumenti elettro-

nici (come gli Ipad, usati anche

nel nostro istituto) che hanno

spodestato i comuni libri. Al

contrario: essi si muovono su

un'intelligenza binaria (cioè ri-

solvono un problema del pro-

gramma muovendosi all'interno

del programma stesso), e non su

un'intelligenza divergente

(ovvero risolvendo il problema

ribaltando il problema stesso)

rischiando in questo modo di

produrre un effetto depressivo

sul potenziale creativo e critico

del pensiero dei ragazzi.

Per concludere Galimberti ha

esortato i giovani ad attivarsi e a

interagire quanto più è possibile,

nonostante le attuali condizioni

sociali ed economiche non sia-

no propense nei loro confronti.

Per questo non basta limitarsi a

sperare. La speranza, ha conclu-

so Galimberti, è la parola della

passività: sperare significa a-

spettare inermi che qualcosa che

accadrà. Noi invece dobbiamo

agire, anche e soprattutto contro

le avversità.

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Pagina 13

famiglia, perché i genitori sono angosciati dal ti-

more di non essere sufficientemente amati da lui,

ed è per questa paura che essi non riescono più ad

insegnargli il trauma dell’impossibile.

Le nuove generazioni appaiono così sperdute tanto

quanto i loro genitori. Questi non vogliono smette-

re di essere giovani, mentre i loro figli annaspano

in un tempo senza orizzonte, soli, privi di adulti

credibili. Eppure è ancora possibile, nell’epoca del-

la evaporazione del padre, un’eredità autentica-

mente generativa: Telemaco ci indica la nuova di-

rezione verso cui guardare, perché Telemaco è la

figura del giusto erede.

Nel ritrovare il padre Telemaco riceve in eredità il

dono della legge, non trasmesso per autorità, ma

con la forza piena e condivisibile dell’esempio e

della testimonianza. Il ritorno di Ulisse gli assicura

la possibilità del suo divenire adulto, nello stesso

momento in cui il desiderio senza limiti dei giovani

principi subisce la sua condanna.

La notte dei Proci così è vinta: quando la perversa

ricerca dell’avere senza limiti e del nuovo senza

legge viene sostituita dalla soddisfazione di ritro-

vare nella tradizione l’innovazione, e il proprio sé

a partire dal sé che si è ricevuto in eredità dal pa-

dre.

Magenta Cultura 2014: Massimo Recalcati Nella mente di Telemaco - La legge e il desiderio

Giorgia Colombo, Arianna Segaloni

Dal territorio

Ci troviamo martedì 25 febbraio ad ascoltare il

professore e psicoanalista Massimo Recalcati, al

Teatro Lirico di Magenta. Dopo la pubblicazione

del suo ultimo libro, “Il complesso di Telemaco”

lo incontriamo per far luce sul nuovo ruolo del

padre all’interno della società contemporanea e

anche per ascoltare le sue risposte alle domande

postegli da due nostre redattrici, Greta Colombo ed

Elisa Porta, che hanno introdotto la serata.

Basandosi sul suo libro, Recalcati sostiene che nel

tempo in cui viviamo si sta riproponendo la famosa

“notte dei Proci”, (dove nella casa di Ulisse, questi

giovani principi distruggono ciò che incontrano e

stuprano le serve), in cui la dimensione pubblica

della legge che fonda la possibilità della vita insie-

me è venuta meno e nella quale vale solo il princi-

pio un godimento senza limiti, dissipativo e ten-

dente al nichilismo.

Recalcati si interroga su come si sia arrivati alla

notte dei Proci e su come uscire da essa, e ci dice

che tutto è iniziato poiché la funzione simbolica

del padre è evaporata, e oggi non è più sufficiente

portare la “medaglia” del padre per farsi riconosce-

re come tale; e che se prima bastava che alzasse la

voce per incutere timore ai propri figli, ora egli vi-

ve una permanente crisi nell’esercitare la propria

autorità. Perché è diventato così difficile farsi ri-

spettare dai propri figli?

Per Freud il padre è il simbolo della legge non

scritta che rende possibile la vita umana, che intro-

duce nel cuore dell’umano l’esperienza

dell’impossibile, la consapevolezza di non poter

avere tutto e di poter sapere tutto. Questa legge ha

la forza traumatica di introdurre nell’umano

l’esperienza del limite ed è fondativa della forma-

zione della vita. Ma oggi, poiché fuori dalla fami-

glia tutto afferma il godimento illimitato, origine

della perversione; non è più la legge che rende im-

possibile il godimento, ma il godimento come uni-

ca forma che rende possibile la legge. Ciò ha dato

inizio ad una rivoluzione antropologica dove il rap-

porto tra genitori e figli si è invertito: prima un

bambino che veniva al mondo doveva sottostare

alle leggi della famiglia, adesso è il bambino come

nuovo idolo che con il suo capriccio governa la

Page 14: te · Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di Legno 22 Il Wi-Fi al Bramante! 4 Olimpiadi sulla neve 23 I “Giorni della Ricerca” 5 A ritmo di Zumba 24 Intervista a Giuseppe Cerati

- Da quando la vostra libreria è

attiva a Magenta?

MdM) Nel 1977 sono stato uno dei

fondatori della libreria ''Il

Segnalibro'', però, ad un certo punto,

in accordo con i miei soci, ho aperto

questa libreria nel 1995. Quando

l'abbiamo aperta c'era solo un nego-

zio che vendeva libri e giornali, ma

da studente, se volevo trovare un

libro specifico, dovevo andare a Mi-

lano.

IS) Abbiamo aperto la libreria nel

settembre del 1977; ci siamo ispirati

alla “Libreria dei Ragazzi” di Ro-

berto Denti a Milano. Abbiamo fa-

vorito la presenza di libri per bambi-

ni e ragazzi, successivamente ci sia-

mo forniti anche di quelli per adulti.

Inizialmente, però, eravamo spe-

cializzati in libri fotografici sulla

montagna e non ci siamo subito de-

dicati alla scolastica. La componente

studentesca è stata molto determi-

nante per lo sviluppo della libreria,

perché venivano richiesti libri asse-

gnati da leggere dai professori.

- Quali generi sono più richiesti?

MdM) Una libreria deve essere in

grado di accogliere persone di varia

cultura, età ed estrazione sociale e

soddisfare i loro gusti. I giovani si

interessano di filoni narrativi come

il fantasy, ad esempio Twilight, ma

alcuni non disdegnano di leggere

libri che raccontano storie di adole-

scenti ( in questo periodo hanno a-

vuto molto successo ''Noi siamo

infinito'' e ''Bianca come il latte ros-

sa come il sangue''). Ci sono, però,

anche ragazzi che fanno delle scelte

autonome, come saggi o romanzi di

argomento storico o che comunque

riportano alle civiltà antiche. I libri

che vanno in assoluto per la maggio-

re sono quelli che hanno una storia

di fondo, che può essere del tutto

assimilabile alla nostra. Interessante

è anche il progresso dei manuali di

cucina: non perché la gente voglia

avere un ricettario di cucina partico-

lare, ma solo perché quel piatto è

stato cucinato da un determinato

personaggio televisivo. Chissà per-

ché nei tempi di crisi ha avuto un

boom il settore culinario…. Del re-

sto la televisione influenza radical-

mente il nostro stile di vita, indebo-

lendo la nostra capacità di riflessio-

ne.

IS) i più richiesti sono i libri per la

prima infanzia, come cartonati e

favole. Vanno molto, tra gli adole-

scenti, i libri gialli e di avventura.

Tra gli adulti hanno successo

thriller, romanzi rosa e biografie.

Lettori appassionati richiedono an-

che grandi scrittori, come Dacia Ma-

raini, ma la maggior parte preferisce

generi più semplici e immediati.

- Quale ruolo possono avere oggi

librerie indipendenti come le vo-

stre, nell’epoca di Amazon e delle

grandi catene commerciali?

MdM) Il cliente non viene necessa-

riamente in libreria per comprare

qualcosa, può passare un quarto d'o-

ra a curiosare; magari è entrato pen-

sando di non comprare nulla e poi

trova un'idea. Ci sono ormai vari

mezzi per acquistare libri (e-bay e

Amazon) oppure si può anche legge-

re mediante I-pad o e-book. Su

Internet tu acquisti i libri che imma-

gini, ma non puoi prenderli in mano

per sceglierli come si fa in libreria,

non è come averli lì e guardarli: è

come se ordinassi un vestito di ta-

glia 44, poi quando arriva scopri che

si tratta di una 44 stretta oppure lar-

ga.

IS) In effetti la libreria oggi ha un

ruolo più marginale, anche a causa

del notevole progresso tecnologico:

ad esempio, si utilizzano e-book o

qualsiasi applicazione disponibile su

Pagina 14

Magenta “Book City” Intervista a “ La Memoria del mondo” e “Il Segnalibro”

Valeria Pastori, Edoardo Sgrò

Dal territorio

dispositivi elettronici. Molto spesso

semplicemente gli studenti non

leggono oppure, quando devono

leggere libri assegnati a scuola, si

rivolgono alle biblioteche o si ac-

cordano tra compagni. C'è un modo

completamente diverso di gestire la

lettura. I ragazzi leggono molto

meno di qualche decennio fa, per-

ché allora non c'era la possibilità di

navigare su Internet o di effettuare

tutte le ricerche disponibili oggi.

- Quanto è importante la lettura?

MdM) Non dico di passare tutti i

pomeriggi a leggere grandi quantità

di libri, ma riservare anche

mezz’ora al giorno alla lettura per-

sonale apporterebbe benefici sia

intellettuali che psicologici. Infatti,

il lessico si amplia notevolmente e

sentire una persona in grado di dia-

logare in modo appropriato e cor-

retto è gradevole e sicuramente po-

sitivo. Se uno studente universitario

di 30 anni fa conosceva 10000 pa-

role, adesso l'impoverimento lessi-

cale ha determinato un drastico ab-

bassamento, forse a 1500 parole.

La lettura consente certo una mi-

glior formazione del proprio ''io'' e

arricchisce indubbiamente persona-

lità.

IS) Il libro in origine era considera-

to la prima e necessaria fonte di

informazione. Tuttavia, lo sviluppo

della società lo ha fatto decadere ad

un ruolo che rischia di diventare

sempre più secondario. Gli studenti

anche a scuola dovrebbero poter

leggere autori vicini ai loro gusti e

non essere obbligati soltanto alla

lettura dei classici.

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Pagina 15

Craig e Antonio Damasio, di formulazione recente,

dalla periferia del nostro corpo, quel viscido ser-

pente che costituisce l’apparato digerente proietta

dei messaggi al cervello, il quale risponde con

l’attivazione di aree particolari che sono corrispon-

denti a quelle delle emozioni e dei sentimenti. Inol-

tre si stima che il sistema nervoso enterico possie-

da tra i 200 e 600 milioni di neuroni, un numero

superiore a quelli di tutto il midollo spinale: quindi

controllare l’intestino richiede più intelligenza di

quella che serve per tutto il resto del corpo?

Certamente infatti, la superficie interna del sistema

digestivo è circa 100 volte maggiore di quella della

pelle e in essa alberga la più sterminata famiglia di

batteri, virus e funghi del nostro organismo: circa

cento trilioni per almeno quarantamila specie di-

verse.

Da questi dati pare quindi evidente che modifican-

do la propria dieta, anche il nostro stato d’animo

potrà subire una variazione notevole. Alcuni inno-

cui esperimenti condotti su topolini a cui era stata

opportunamente cambiata la flora intestinale con

probiotici, dimostrano che come conseguenza si

aveva una forte alterazione dei livelli d’ansia e

dell’attività motoria.

I nomadi del deserto hanno vissuto fino a ottocento

anni fa spostandosi da una parte all’altra della pe-

nisola arabica senza mangiare praticamente nulla

in un mese di cammino; grazie a questa pratica i

loro discendenti affermano che potessero accorger-

si di come il cervello percepisse il mondo in modo

diverso e come i loro sentimenti cambiassero, in

meglio o in peggio, a seconda di quello che man-

giavano o non mangiavano. Gli anziani beduini che

ancora oggi si nutrono solo di tre datteri al giorno e

latte di cammello continuano a sostenere questa

verità tramandata dai loro antenati, ma non hanno

mai letto pubblicazioni sul cervello viscerale o trat-

tati di anatomia. Allora è proprio vero che noi sia-

mo quello che mangiamo e che dovremmo ascolta-

re lo stomaco con attenzione, perché in fondo ha

più cervello di noi.

Il cervello viscerale E’ proprio vero: siamo quello che mangiamo

Mathilda Guizzardi

Scienza/Scienze

Avete mai

pensato di

possedere

ben due

cervelli?

Da quanto

emerge da

recenti

scoperte

pare pro-

prio che

sia così.

Conosciamo tutti gli effetti della nutrizione: la sa-

zietà quando si mangia a sufficienza, la preferenza

per il gusto di alcuni cibi e il disagio provocato da

irritazioni a livello intestinale. Non riteniamo nem-

meno rilevante il fatto che, una volta sperimentata

un’intossicazione alimentare, non tollereremo più

di mangiare l’alimento che l’ha provocata: questo

non è però un fenomeno allergico, bensì un raffina-

to meccanismo evolutivo di apprendimento per as-

sociazione.

Pensiamo anche solamente a ogni situazione che

comporta una certa variazione di energia emotiva,

come innamorarsi o il perdere un amore, il cercare

lavoro o il perderlo, avere paura o coraggio ecc..,

una parte importante del tubo digerente viene coin-

volta dal nostro “umore”, lo stomaco o l’intestino,

e perciò si mangia di più o di meno a seconda del

tipo di persona. Si distinguono, con questo approc-

cio neurologico, due classi di emozione: "emozioni

classiche", che comprendono la lussuria, la rabbia

e la paura, e le emozioni omeostatiche, sensazioni

che sono evocate da stimoli ambientali e da stati

interni del corpo, ognuno motivato da noi. Sete,

fame, senso di calore o di freddo, sensazione di

sonnolenza, sono esempi di emozioni omeostati-

che, ognuna è un segnale specifico del nostro orga-

nismo quando uno o più dei sistemi omeostatici è

fuori equilibrio, e la sensazione ci spinge a fare ciò

che è necessario per rendere di nuovo il sistema

bilanciato.

Il responsabile di avvenimenti simili è chiamato

cervello viscerale.

Secondo alcune teorie, di scienziati come Bud

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Tuttora non esiste una definizione

biologica ed universale di “sogno”,

così come non è ancora stato possibile

identificare né l’area del cervello da

cui questo meccanismo è originato né

la sua funzione. In questo articolo,

presenterò alcune interessanti teorie

riguardo all’origine e allo scopo di

questi curiosi fenomeni, ma prima

occorre illustrare quantomeno il con-

testo in cui i sogni prendono vita.

Il sonno, cioè lo stato e periodo di

riposo fisico-psichico dell’uomo e degli animali, caratterizzato dalla

sospensione totale o parziale della

coscienza e della volontà e accompa-gnato da sensibili modificazioni fun-

zionali, è diviso in due fasi distinte

note come REM e NREM (non

REM).

La prima è caratterizzata da alterazio-

ni fisiologiche dovute ad un controllo

impreciso delle funzioni vegetative

(cioè le funzioni cerebrali responsabili

dell’addormentamento) quali innalza-

menti irregolari della pressione arte-

riosa e un repentino movimento dei

bulbi oculari sotto le palpebre (REM è

infatti l’acronimo di Rapid Eye Move-ment, rapido movimento dell’occhio).

Analizzando l’elettroencefalogramma

di individui dormienti, è emerso che il

cervello, durante questo momento del

sonno, consuma la quantità di ossige-

no e glucosio impiegata per svolgere

un’attività intellettuale, tant’è che, se

si venisse svegliati durante il sonno

REM, si risulterebbe del tutto lucidi. I

sogni prendono forma proprio nel cor-

so di questa fase.

Ma perché la nostra mente crea queste

misteriose storie dalla trama confusa?

Ecco tre ipotesi interessanti che po-

trebbero rispondere alla domanda.

Secondo Sigmund Freud, il celebre

padre della psicanalisi, il sonno, e in

particolare il sogno, rappre -

senterebbero una sorta di “momento

intimo” durante il quale è possibile

esprimere le proprie pulsioni. In po-

che parole, mediante un’azione alluci-

natoria dei sensi, si giungerebbe alla

soddisfazione di piaceri e desideri

inconsci e non. Questa supposizione

deriverebbe dai suoi studi riguardanti

il legame tra sogni ed inconscio, fatto

studiato e presentato nel celebre testo

L’interpretazione dei sogni, cioè la

parte della mente che trascende laco-

scienza. Tutti i pensieri celati nella

memoria implicita, ossia costituita dai

ricordi che non possono essere ripor-

tati alla mente volontariamente o ver-

balizzati, verrebbero rappresentati

mediante il sogno e ogni desiderio

rifiutato o estraneo all’io cosciente

troverebbe in questo fenomeno una

forma d’appagamento. Sotto questo

aspetto, la celebre citazione di Shake-

speare proposta dal titolo dell’articolo

assume un significato veritiero e mo-

derno: la vera personalità di ognuno di

noi, secondo l’interpretazione freudia-

na, è visibile solamente attraverso i

nostri sogni. Questa tesi spiegherebbe

inoltre perché i sogni siano sempre

stati concepiti come i custodi della

dimensione fittizia in cui rifugiarsi

quando la realtà non ci soddisfa.

Sebbene questa teoria risulti decisa-

mente affascinante e vicina

all’esperienza di molti, non è l’unica.

Stando agli studi dello psicologo cine-

se Jie Zhang, sogni e incubi prende-

rebbero vita dal trasferimento dei ri-

cordi della giornata dalla memoria a

breve termine a quella a lungo termi-

ne. Difatti, egli presunse che, durante

la fase REM, la parte inconscia del

cervello rielabori la memoria implicita

mentre l’attività della parte consape-

vole del cervello diminuisce notevol-

mente disconnettendo così l’individuo

dalla realtà. Dopodiché, si viene a

creare un flusso di dati mnemonici

che devono essere consolidati

nell’area consapevole della memoria.

Il coinvolgimento della parte pensante

ed associativa dell’encefalo pro-

vocherebbe, secondo questa ipotesi,

una continuità della memoria fino alla

nuova inserzione dei dati; questo fatto

spiegherebbe il repentino cambiamen-

to del contesto del sogno nonché il

susseguirsi logico degli eventi.

Pagina 16

Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni

Perché i sogni ci sembrano così reali..

Irene Bertani

Scienza/Scienze

Sebbene il termine “sogno” nel lin-

guaggio popolare sia diventato sino-

nimo di “meraviglioso”,stando alle

indagini effettuate su questi fenome-

ni, l’emozione prevalente durante

queste trame confuse è l’ansia; in

poche parole, gli incubi sono più fre-

quenti rispetto ai sogni positivi.

Questo ha portato lo psicologo fin-

landese Antti Revonsuo ad osservare

il sogno da un punto di vista evoluti-

vo e a ipotizzare che questi fenomeni

abbiano la funzione di allenare la

mente e preparare l’uomo ad affron-

tare le proprie paure e le situazioni

più difficili, come una simulazione

virtuale.

Un’ultima peculiarità relativa ai so-

gni di cui vorrei parlarvi è quello dei

cosiddetti sogni lucidi. In alcuni casi

è possibile rendersi conto di trovarsi

in un mondo creato dalla propria

mente e, a questo punto, consci

dell’inesistenza del mondo che ci

circonda, essere in grado di manipo-

lare a proprio piacimento l’ambiente

circostante.

Ho parlato di questo fenomeno per

introdurre un dubbio esistenziale su

cui rifletto da tempo: e se tutta la

nostra vita non fosse altro che un

sogno? Forse un giorno ci risveglie-

remo in un’altra realtà completamen-

te diversa dalla nostra e solo allora

realizzeremo quanto quell’avventura

sia stata assurda e illogica e, così

come accade per un istante qualun-

que di una qualsiasi giornata, la di-

menticheremo.

Concluderò quindi con una citazione

tratta dal film fantascientifico Incep-

tion: «I sogni sembrano reali finché ci siamo dentro, non ti pare? Solo

quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano.».

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Pagina 17

dal Time Magazine, “il più grandioso e trascinante

film straniero del 2013”. Trionfa poi agli European

Film Awards, vincendo ben 4 premi dinanzi a 5 can-

didature, tra cui quelle di miglior film, miglior regi-

sta e di miglior attore. E per non smentirsi, ottiene la

nomination ai BAFTA, i British Academy Film A-

wards, come miglior film non in lingua inglese ed in

Spagna è candidato ai Goya come miglior film euro-

peo. “Un’esperienza emotiva inedita”, “è un film di-

sorganico, opulento, frammentario e sfacciato, ma

anche bello da ridurti in lacrime”: è così che alcuni

critici definiscono il film La grande bellezza. Ideato e

scritto dallo stesso Sorrentino con Umberto Contarel-

lo, il film è ambientato e interamente girato a Roma.

Jep Gambardella è il protagonista scrittore e giorna-

lista, impegnato a districarsi tra gli eventi mondani

di una Roma così immersa nella bellezza del passato,

che tanto più risalta rispetto allo squallore del pre-

sente. Cimentatosi in gioventù nella scrittura, ha

scritto un solo libro: L'apparato umano. Non ha più

scritto altri libri per la sua pigrizia, ma soprattutto

perché sente che nella sua vita non c'è più nulla da

comunicare. Lo scopo della sua esistenza è stato

quello di divenire non solo "un" mondano ma il primo

dei mondani. Frequenta ogni notte un siparietto di

amici intimi e compagni di sventure. I vari personag-

gi tessono trame di rapporti inconsistenti, che si agi-

tano nei palazzi antichi, nelle ville sterminate, nelle

terrazze più belle della città. Roma diventa così tea-

tro di feste e incontri casuali; ma, soprattutto, diven-

ta il vero palcoscenico di Jep, sempre più convinto

della futilità e dell'inutilità della sua esistenza. E lì

dietro, Roma, in estate: bellissima.

“La grande bellezza” affascina gli Americani Oscar al film di Sorrentino come migliore film straniero

Camilla Oldani, Francesca Gambini

Attualità

Ebbene sì, La grande bellezza di

Sorrentino ha vinto l’Oscar come

miglior film straniero!

Il prestigioso riconoscimento ci-

nematografico è indubbiamente

il più ambito a livello inter-

nazionale anche perché vanta

una lunga tradizione che risale

addirittura al 1929 e il nome uffi-

ciale della statuetta dorata, che

viene consegnata annualmente,

è Academy Award of Merit. Se-

condo una delle versioni più ac-

creditate il suo nome, Oscar,

prende origine da un'esclamazio-

ne di Margaret Herrick ,

un’impiegata dell'Academy of

Motion Picture Arts and Sciences

la quale, alla vista della statuetta dorata, non poté

fare a meno di notare la somiglianza che aveva con

suo zio Oscar.

Con la nomination de La Grande Bellezza annuncia-

ta il 16 Gennaio l’Italia si è messa in tasca la

28esima candidatura dal 1948, anno del trionfo di

Sciuscià di Vittorio De Sica, 28 candidature che sono

valse 14 statuette: 4 Oscar vinti da Fellini, 4 da De

Sica, 1 da Clément, 1 da Petri, 1 da Tornatore, 1 da

Salvatores, 1 da Benigni e 1 da Sorrentino. In parti-

colare La Vita è Bella di Benigni, incassa 7 candida-

ture e vince 3 statuette, quella alla migliore colonna

sonora, quella al miglior film straniero e quella al

miglior attore protagonista, oltre ad altri 40 premi

internazionali. Con l’inizio del nuovo millennio, pur-

troppo, inizia la peggior pagina di sempre del cinema

italiano agli Oscar. In 12 edizioni otteniamo appena

una nomination, quella per La bestia nel cuore di Cri-

stina Comencini nel 2006, fino all’arrivo del ciclone

Sorrentino e de La Grande Bellezza, che ha tramuta-

to la 28esima candidatura tricolore nella 14esima

statuetta: il sogno tanto atteso è diventato realtà do-

po quindici anni di attesa.

Il film, da subito uno dei favoriti nonostante la cin-

quantina di titoli rivali di altissimo livello, ha avuto

dalla sua parte le associazioni della critica america-

na, il fascino della città eterna, il glamour che gli a-

mericani ritrovano di Fellini e della sua “La dolce

vita” e la curiosità generata dagli eccessi della Roma

moderna. Uscito il 21 Maggio è stato presentato al

Festival di Cannes è da lì ha iniziato una lunga asce-

sa. Candidato come Best International Film agli ame-

ricani Spirit Awards, eletto dal New York Magazine

tra i “films più indimenticabili dell’anno” è definito

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La RAI, Radiotelevisione italiana

s.p.a., è la più grande azienda

italiana di telecomunicazioni e

la quinta in Europa. Essa nasce il

27 Agosto 1924 a Torino, come

URI ( Unione Radiofonica Italia-

na) creata dal ministro Costanzo

Ciano, padre di Galeazzo e futuro

consuocero di Mussolini. Nel

1928 l’URI si trasforma in EIAR

(Ente Italiano per le Audizioni

Radiofoniche) ma è solo nel se-

condo dopo -guer ra , con

l’avvento della televisione, che

inizia la storia della RAI come

oggi la conosciamo.

Il tre gennaio 1954, dagli studi di

Torino, la prima annunciatrice

Fulvia Colombo inaugura il Pro-

gramma Nazionale, l’attuale Rai

1, con il programma “Arrivi e

partenze”. A condurlo è un pre-

sentatore italo-americano desti-

nato a un successo televisivo di

oltre mezzo secolo, Mike Bon-

giorno. Nel 1961 si aggiungerà il

Secondo Programma (Rai 2) e

solo nel 1979 il Terzo (Rai 3).

Oggi l’offerta Rai sul digitale

terrestre comprende una ventina

di canali.

Inizialmente la TV era vista in

Piemonte, Lombardia, Toscana,

Umbria, Lazio e Liguria e solo

nel 1957 il segnale tv coprirà tut-

to il territorio nazionale. La TV

come servizio pubblico viene

pensata dalle classi dirigenti

dell’epoca non solo come occa-

sione di intrattenimento, ma an-

che come strumento di educazio-

ne e di informazione, e si ritiene

che essa possa aiutare a combat-

tere l’ignoranza derivante dal dif-

fuso analfabetismo.

Tra la fine degli anni Cinquanta e

i primi anni Sessanta la televisio-

ne decolla come mezzo di comu-

nicazione di massa, e nascono le

trasmissioni più popolari. Nel

1957 comincia Carosello, la pri-

ma trasmissione pubblicitaria

della Rai, in onda alle nove di

sera. Nel 1960 nasce Non è mai

troppo tardi, con finalità didatti-

ca, una trasmissione che insegna

a leggere e scrivere agli adulti,

condotta dal maestro Alberto

Manzi. Ma la prima vera esplo-

sione di popolarità la televisione

l’aveva avuta tra il 1956 e il 1959

con il quiz Lascia o raddoppia?

condotto da Mike Bongiorno il

giovedì sera. Negli anni Sessanta

grande successo avranno telero-

manzi tratti dai capolavori della

letteratura mondiale, come La

cittadella di Anton Giulio Maja-

no, I fratelli Karamazov e i Pro-

messi Sposi, di Sandro Bolchi,

l’Odissea di Franco Rossi, insie-

me ai varietà del sabato sera di

Antonello Falqui e Enzo Trapani,

come Studio Uno e Canzonissi-

ma.

Nel 1962, per la prima volta, la

TV italiana si può collegare in

diretta, via satellite, con

l’America. Iniziando una pratica

attualmente diffusissima, la Rai

comincia ad acquistare all’estero

dei format, come Candid Came-

ra, adattandoli al pubblico italia-

no (Specchio segreto di Nanni

Loy nel 1964).

Una componente fondamentale

della programmazione Rai in

questi sessant’anni è stata

l’informazione. I tre canali nazio-

nali si sono dotati ciascuno di

una propria testata giornalistica

che produce le edizioni quotidia-

Pagina 18

Buon compleanno Mamma Rai La Tv compie sessant’anni

Nina Capraro, Edoardo Sgrò

Attualità

ne del tele-giornale, oltre che di

trasmissioni speciali dedicate

a l l ’ a t t u a l i t à e

all’approfondimento. Tra queste

ultime si ricordano TV 7 (nato

nel 1963) e, per lo sport, la più

longeva tra le trasmissioni Rai

ancora in onda, La Domenica

Sportiva (prima puntata nel

1953, oltre 3000 a tutt’oggi). Tra

i maggiori giornalisti che hanno

lavorato per la Rai e i suoi tele-

giornali si ricordano Enzo Biagi,

Sergio Zavoli, Ruggero Orlando,

Arrigo Levi, Andrea Barbato,

Piero Angela (conduttore dal

1981 di Quark, storica trasmis-

sione di divulgazione scientifi-

ca)

Negli anni Settanta la RAI passa

dal controllo governativo a quel-

lo parlamentare, e deve fronteg-

giare la concorrenza delle emit-

tenti private sia radiofoniche che

televisive, il che non le impedi-

sce di diventare il principale en-

te di produzione cinematografica

del nostro paese

Ne l 1977 p regnan te è

l’introduzione del colore, dopo

un periodo di sperimentazione

iniziato con le Olimpiadi di Mo-

naco del 1972

Oggi, dopo sessant’anni dalla

nascita, è possibile vedere la

RAI anche in HD. Chissà dove il

vortice del progresso tecnologi-

co porterà questa azienda, e se

essa continuerà ad essere una dei

motori della televisione del futu-

ro.

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Pagina 19

dell’altro ed il sentirsi un’entità sola. Alcuni di

questi giovani sono diventati musicisti professioni-

sti e si sono costruiti un futuro migliore di quello

cui erano destinati; in ogni caso, dove sono nate le

orchestre giovanili, il tasso di criminalità è diminu-

ito. Claudio Abbado, consapevole e convinto del

potere benefico della musica, già fondatore e soste-

nitore di molte orchestre giovanili, ha lavorato af-

finchè si concretizzasse anche nel nostro Paese

l’iniziativa venezuelana a sostegno dell’ istruzione

musicale dei ragazzi e delle ragazze italiane. Fortu-

natamente la situazione italiana è migliore di quel-

la di altri Stati del mondo, tuttavia ci sono anche da

noi periferie degradate e povere. Forse però in

molti casi non si tratta di povertà materiale. Il mae-

stro Abbado affermava che “..la gioventù è stata

letteralmente depredata da prospettive credibili

per le quali valga lo sforzo e la gioia della realiz-

zazione. Non solo chi è nel disagio, ma forse ancor

più chi abita il benessere viene manipolato per di-

ventare un conformista che si nutre solo di superfi-

cialità..”. Nel 2010 Claudio Abbado ha presentato

il suo progetto per realizzare una rete capillare in

Italia di scuole di musica sul modello di “El Siste-

ma” che oggi si sta diffondendo con un numero

sempre maggiore di aderenti. E’ sempre stato defi-

nito come un sognatore, un visionario, un uomo

cresciuto nella musica e con la musica ma tutti do-

vremmo crederci fortemente. Non solo va stimola-

ta e diffusa il più possibile la conoscenza musicale

ma occorre favorire e supportare l’incontro tra ra-

gazzi e ragazze di età diverse, di culture diverse,

provenienti da luoghi diversi, tra individui che si

impegnano nota dopo nota per dar vita ad una

“sinfonia comune”, un lavoro di squadra, in cui

ognuno è importante ma ciascuno è necessario per

l’altro, trovandone soddisfazione e divertimento.

E’ proprio vero, come dimostrano gli studi scienti-

fici di questi ultime decenni, che la musica ha un

potere terapeutico e benefico sulle persone: può

curare perché parla un linguaggio universale rico-

noscibile da specifiche zone del cervello umano,

ma soprattutto può salvare la vita delle persone,

oppure almeno la può migliorare.

Claudio Abbado: la musica che “salva” “Li ho visti, facendo musica insieme, trovano se stessi…”

Eletta Nava

Attualità

Queste sono alcune delle parole del maestro Abba-

do, uno dei più importanti e noti direttori

d’orchestra del mondo, al ritorno dal suo viaggio in

Venezuela quando ha conosciuto Josè Antonio A-

breu, un musicista determinato e tenace che a par-

tire dal 1975, ha raccolto dai quartieri più poveri e

malfamati di Caracas centinaia di ragazzi e ragaz-

ze talentuosi che non avrebbero mai avuto la possi-

bilità di studiare musica e di suonare uno strumen-

to. Chi sia stato Claudio Abbado, scomparso

quest’anno a causa di una grave malattia, lo sap-

piamo tutti. Forse non tutti sanno quanto abbia la-

vorato con i giovani, spinto dal convincimento che

il rinnovamento sociale debba partire proprio da

una vita piena di musica e cultura. Ne ha avuto la

riprova dopo aver incontrato e frequentato per di-

verso tempo Josè Abreu che, divenuto ministro, ha

dato vita a “El Sistema”, un sistema di orchestre

giovanili con un programma di didattica della mu-

sica, pubblico e gratuito, formato da ragazzi di tut-

te le estrazioni sociali, in particolare quelli delle

fasce meno fortunate, ai margini della società. Il

progetto di Abreu è stato imitato in altri stati ed ha

portato frutti. Molti giovani, il cui triste destino era

già segnato nelle bidonville delle grandi città

dell’America Latina, in questo modo hanno cono-

sciuto ed imparato i principi del rispetto, della con-

divisione e dell’uguaglianza, lo studio e la dedizio-

ne indispensabili per far parte di un gruppo come

quello dell’orchestra che presuppone l’ascolto

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Il torneo Sei Nazioni è il più im-

portante torneo internazionale di

rugby a 15 dell'emisfero settentrio-

nale. Iniziò in maniera non ufficia-

le come “Home Championship”

intorno al 1883, disputato tra le

quattro Nazionali delle Isole bri-

tanniche (Galles, Inghilterra, Irlan-

da e Scozia). Divenne Cinque Na-

zioni nel 1910 con l'ingresso della

Francia, e infine l’attuale Sei Na-

zioni con l’ammissione dell'Italia

nel 2000.

Inizialmente, le squadre in questio-

ne disputavano soltanto una serie

completa di incontri ufficiali detti

"Test Match". Alcuni giornali ini-

ziarono però a stilare una classifi-

ca, pur in maniera ufficiosa, tanto

che, fino all'istituzione di regole

per l'assegnazione dei punti nel

1993, non furono definiti criteri

per stabilire la vittoria del torneo

in caso di parità di punti. Nella

prima edizione, l'Inghilterra e la

Scozia disputarono ciascuna tre

partite, mentre Irlanda e Galles

solo due, non incontrandosi tra di

loro: il primo titolo andò quindi

all'Inghilterra. Nel 1884 si giocò il

primo torneo completo: vinsero

ancora gli inglesi, che si aggiudi-

carono anche la Triple Crown

("Triplice Corona"), ossia il trofeo

che premia la squadra britannica

che batte tutte le altre nella stessa

edizione.

Il 1884 va ricordato anche per i

primi problemi che sorsero tra gli

inglesi e gli scozzesi, e che permi-

sero di disputare nuovamente un

torneo completo solo due anni do-

po, con la vittoria della Scozia.

Gli screzi ricominciarono per la

questione "International Board”,

ovvero l'autorità che definisce le

regole del rugby a 15 e del rugby a

7, che stabilisce i rapporti tra le

federazioni nazionali e organizza i

principali tornei del mondo. Per

sopraggiunti disaccordi con la fe-

derazione inglese l'Inghilterra re-

stò fuori altri due anni dal torneo.

Nel 1890 si arrivò ad un accordo

sul regolamento e inglesi e gallesi

si aggiudicarono a pari merito la

vittoria, mentre l'anno successivo

fu la Scozia a vincere la Triplice

Corona.

Da quell’anno, il criterio di asse-

gnazione dei punti fu chiaramente

stabilito. Ogni squadra gioca con-

tro ogni altra un solo incontro, con

il vantaggio di giocare in casa che

si alterna di anno in anno. Due

punti sono assegnati per ogni vitto-

ria, uno per il pareggio e nessuno

per la sconfitta. Non ci sono bonus

per le mete fatte o per lo scarto

inferto all’avversario. Vince il tor-

neo chi fa più punti ed in caso di

parità chi ha la miglior differenza

punti.

Nel Rugby Sei Nazioni le squadre

partecipanti sono appartenenti alla

categoria “Rugby Union” ovvero,

ogni squadra può schierare fino a

15 giocatori più 7 riserve e la dura-

ta di una partita è di 80 minuti,

divisi in due tempi uguali da 40

minuti ciascuno. La nazionale ita-

liana esordì nel torneo Sei Nazioni

il 5 febbraio del 2000 allo stadio

Flaminio di Roma battendo la Sco-

zia, campione in carica, con una

vittoria per 34 a 20. Quella prima

edizione per la nostra nazionale

vide come vincitrice l’Inghilterra.

Oltre al premio per la squadra vin-

citrice il Sei Nazioni riconosce

alcuni altri riconoscimenti: la vit-

Pagina 22

Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di Legno La storia del Sei Nazioni, l’università del rugby

Pietro Ferrario, Federico Grassi

Attualità

toria in tutte le partite è detta

Grande Slam, l’ultima classificata

ottiene il poco ambito trofeo detto

simbolicamente Cucchiaio di Le-

gno; la vincitrice della partita In-

ghilterra-Scozia vince la Calcutta

Cup, a forma di boccale con co-

perchio sormontato da un piccolo

elefante, ottenuta nel 1877 fon-

dendo le rupie d’argento contenu-

te nella cassa sociale del Calcutta

Football Club al momento della

sua chiusura.

Quest’anno la nazionale italiana

ha ottenuto fin qui scarsi risultati

perdendo le partite l’ 1 Febbraio

(contro il Galles 23-15), il 9 Feb-

braio (contro la Francia 30-10), il

22 Febbraio (contro la Scozia 21-

20 allo Stadio Olimpico di Ro-

ma). Restano da giocare le partite

dell’8 Marzo contro l’Irlanda e

del 15 Marzo contro l’Inghilterra.

Già essere stati ammessi a un tor-

neo così prestigioso (il più impor-

tante del rugby mondiale dopo la

Coppa del Mondo che si gioca

ogni quattro anni) rappresenta

comunque un successo per il

rugby italiano, in forte crescita

dopo un lungo periodo di scarsa

popolarità, oscurato dalla pre-

senza schiacciante del calcio.

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bronzo per un totale di 106 medaglie. La speciale

classifica degli atleti italiani plurimedagliati alle

olimpiadi invernale è guidata da due sciatrici di fondo, Stefania Belmondo e Manuela Di Centa.

La prima ha vinto complessivamente 10 medaglie

(2ori, 3 argenti e 5 bronzi), mentre la seconda

vanta nel suo palmares 7 medaglie (2 ori, 2 argen-

ti e 3 bronzi). A completare il podio ci sono a pari

merito lo slittinista Armin Zoeggeler e il bobista

Eugenio Monti con 6 medaglie. A seguire nella

classifica troviamo due leggende dello sci alpino come Alberto Tomba e Deborah Compagnoni,

unici atleti italiani a vincere 3 medaglie d’oro in

questa specialità.

Le Olimpiadi che si sono appena svolte sono le

prime ospitate dalla Russia, sebbene precedente-

mente l’Unione Sovietica avesse ospitato i giochi

olimpici estivi nel 1980 nella città di Mosca. La

vigilia dei giochi è stata molto tesa e ha suscitato

numerosi dibattiti per il timore degli attacchi ter-

roristici degli estremisti islamici e le proteste con-

tro la legislazione omofoba promossa dalla Russia

di Putin.. La cerimonia d’apertura, tenutasi allo

stadio olimpico di Sochi il 7 febbraio, è stata pre-

sieduta dal presidente della Russia Vladimir Putin

e la notizia che ha fatto scalpore è la divisa indos-

sata dagli atleti tedeschi, riprendente i colori della

bandiera arcobaleno simbolo dei movimenti omo-

sessuali. La novità di questi giochi olimpici è la

partecipazione di 88 nazioni, una in più della

scorsa edizione a Vancouver, e il motto “Hot

Cold.Yours” a sottolineare la contrapposizione tra

l’intensità, la passione delle gare e le temperature

glaciali del luogo.

Il bilancio della spedizione italiana a Sochi è sta-

to di 8 medaglie, ma nessuna d’oro. Tra esse spic-

cano le due medaglie di Innerhofer nello sci e so-

prattutto i bronzi di Zoeggeler nello slittino (sesta

medaglia in sei edizioni delle Olimpiadi) e di Ca-

rolina Kostner nel pattinaggio artistico femminile.

Attualità

Cari lettori del Grillo Bramante vi proponiamo

una rapida disamina della storia delle Olimpiadi

invernali e dei migliori risultati ottenuti dagli atle-

ti italiani prendendo spunto da quelle da poco

concluse a Sochi in Russia. La prima edizione dei

giochi olimpici invernali si svolse nel 1924 a

Chamonix e vide la partecipazione di 200 atleti

provenienti da 16 nazioni. Prima di allora gli

sport invernali avevano fatto solo qualche episo-

dica apparizione nelle edizioni estive delle Olim-

piadi, limitata alle gare di pattinaggio artistico e

di hockey su ghiaccio. In seguito al successo de-

cretato da questa manifestazione il CIO (Comitato

Olimpico Internazionale) decise di creare una ma-

nifestazione separata slegata dai giochi olimpici

estivi.

Come quelle estive le Olimpiadi invernali si di-

sputano ogni 4 anni e dal 1994 non si tengono più

lo stesso anno di quelle estive, ma si alternano a

queste ogni 2 anni. Percorrendo la storia olimpica

si possono ricordare alcune edizioni per dei fatti

particolarmente rilevanti. Già la seconda edizio-

ne, che si svolse in Svizzera nel 1928, viene ricor-

data ancora oggi per il troppo caldo che costrinse

numerosi atleti a rinunciare alla propria competi-

zione. Invece a causa dell’invasione della Polonia

da parte del regime nazista e della guerra mondia-

le che ne seguì furono annullate le edizioni di

Sapporo in Giappone e quelle di Cortina

d’Ampezzo, rispettivamente nel 1940 e 1944. Il

rischio di mancanza di neve pareva potesse pre-

giudicare la manifestazione olimpica tenutasi a

Squaw Valley in California nel 1960. Anche l’

Italia ha dato un notevole contributo

all’organizzazione di queste, ospitando le edizioni

del 1956 e del 2006 rispettivamente a Cortina

d’Ampezzo e Torino.

L’Italia è una delle quattro nazioni ad aver preso

parte a tutte le edizioni dei giochi olimpici

dell’era moderna ed è undicesima nel medagliere

per numero complessivo di medaglie vinte. Gli

atleti della nazionale italiana hanno vinto prima di

Sochi 37 medaglie d’ oro, 32 d’argento e 37 di

Olimpia sulla neve Una breve storia delle Olimpiadi invernali

Lorenzo Motta, Brayan Soldano

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Camminando per le strade, siamo

spesso catturati da manifesti pub-

blicitari di palestre che ci invita-

no a partecipare a lezioni di un

nuovo ballo: lo Zumba. Ne sen-

tiamo parlare con crescente entu-

siasmo perché si sta diffondendo

rapidamente ovun-que, ma quanti

sanno esattamente di cosa si trat-

ta?

Zumba è una lezione di fitness di

gruppo che utilizza i ritmi e i mo-

vimenti della musica afro-

caraibica, mixati con i movimenti

tradizionali dell'aerobica. Fu cre-

ata dal ballerino e coreografo Al-

berto "Beto" Perez alla fine degli

anni 1990 in Colombia .

“Prendi una melodia esotica, una

tuta dai colori fluo e i movimenti

dell'aerobica, mescola tutto e ot-

terrai lo Zumba. Anzi, lo Zumba

Fitness, sebbene non solo di

fitness si tratti. Più che una gin-

nastica, è una filosofia di vita -

spiega Beto Perez, il ballerino

colombiano inventore della danza

- non imponiamo mai a chi fa

Zumba di seguire i movimenti in

modo tassativo e preciso. Ciascu-

no è libero di esprimersi come

vuole. Il nostro obiettivo è coin-

volgere corpo e mente in un tutto

unico. Danzando".

Questa "forma" di fitness inven-

tata da un ballerino colombiano

oggi è diffusa in circa 110 mila

sedi in 125 Paesi e conta oltre 12

milioni di appassionati nel mon-

do. Popolarissimo in Usa e Ame-

rica Latina, da qualche anno spo-

pola anche nel Vecchio Conti-

nente. Numeri da capogiro per un

tipo di allenamento che è riuscito

dagli anni Novanta ad oggi a e-

spandersi puntando sul passa-

parola e sulla facilità delle lezio-

ni, adatte a bambini e ultrases-

santenni. E contando sulla pub-

blicità più efficace: i risultati sul

fisico. "Ho visto persone dima-

grire di 20, 30 chili in pochi mesi

- spiega Kass Martin, una delle

star-istruttrici - dalle mie parti,

nello Utah, ci sono molti obesi e

capire che è possibile dimagrire

divertendosi è stata per loro una

scoperta incredibile". Un allena-

mento infatti permette di perdere

fino a 1000 calorie alla volta e di

trovare, contemporaneamente, un

gruppo di persone con cui far

gruppo e confrontarsi nei miglio-

ramenti.

Il fenomeno coinvolge più le

donne degli uomini. "Circa il

70% di coloro che si allenano

sono donne - spiega Beto - e que-

sto, secondo me, perché il pubbli-

co femminile è più sensibile, do-

tato di una maggior sensualità e

di una gran voglia di esprimere,

col corpo, i sentimenti".

Sono state proprio le donne, del

resto, a "chiedere" a Beto di crea-

re lo Zumba, agli inizi degli anni

'90. In quel periodo l'istruttore

colombiano era un sedicenne che

arrotondava il salario facendo

lezioni di aero-bica in palestra.

Un giorno dimenticò la cassetta

"dance" a casa e decise di tenere

comunque una lezione usando

come sottofondo musica salsa.

"Fu un successone - spiega - alla

fine tutte mi chiesero di continua-

re a fare aerobica con canzoni

latinoamericane. Fino a quel mo-

Pagina 24

A ritmo di Zumba Il nuovo sport che impazza in tutto il mondo

Beatrice Bergamaschi, Cristina Pellizzari

Attualità

mento il confine tra danza e gin-

nastica era definito. Noi comin-

ciammo a mescolare le due co-

se".

Oggi lo Zumba è una disciplina

articolata. Le coreografie sono

create appositamente per fornire

al partecipante un lavoro di alta

intensità cardio-vascolare e

un'alta dose di tonificazione su

gambe e glutei principalmente.

Ha come obiettivo primario cre-

are un alto consumo calorico

grazie alla sua intensità variabi-

le. Inoltre le musiche e le coreo-

grafie hanno lo scopo di diverti-

re il praticante in modo da fargli

dimenticare lo sforzo fisico con

conseguente alto consumo calo-

rico. Esiste lo Zumbatomic, per i

bambini, l'Aqua Zumba, in ac-

qua, lo Zumba Gold, per gli over

60, e lo Zumba Sentao, per chi

lavora troppo e si allena alla

scrivania dell'ufficio. Cumbia,

salsa, merengue, mambo, fla-

menco, chachacha e reggaeton

sono alcune delle colonne sono-

re che accompagnano i movi-

menti del "popolo Zumba".

La sua popolarità è dovuta anche

al fatto che diversi VIP, come

Jennifer Lopez, Kirstie Alley,

Eva LaRue, Jennifer Love He-

witt, Natalie Portman, Emma

Watson, Victoria Beckham,

Nicky Hilton e tanti altri, hanno

dichiarato di praticarla.

Esiste quindi un modo per man-

tenersi in forma divertendosi, lo

Zumba!

Page 25: te · Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di Legno 22 Il Wi-Fi al Bramante! 4 Olimpiadi sulla neve 23 I “Giorni della Ricerca” 5 A ritmo di Zumba 24 Intervista a Giuseppe Cerati

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me il Trivial Pursuit, la patente della scopa e vere e

proprie lezioni come Pozioni, Astronomia e Cura

delle Creature Magiche.

Le fiere del fumetto risultano quindi un ottimo

esempio di come passioni comuni, seppur diverse

tra di loro, possano attirare e avvicinare una gran-

dissima quantità di persone. È un posto dove non si

è giudicati per i propri interessi, per strambi che

possano sembrare – anzi, più originali si è, più si è

apprezzati – ed un’opportunità per esprimersi in

modi stravaganti e divertenti con gli amici. Solita-

mente, infatti, si va in gruppo; questo costituisce

inoltre un ottimo punto di partenza per cimentarsi

nel cosplay oppure per rafforzare i rapporti e crear-

ne altri, magari spinti appunto dal fatto che la stra-

grande maggioranza dei partecipanti sono fan delle

stesse cose.

La stanchezza è un elemento con cui si deve ov-

viamente fare i conti a fine giornata, ma possiamo

garantirvi che una fiera merita ogni goccia

d’energia spesa. E fra una foto con Sheldon Coo-

per vestito da effetto Doppler e Olaf di Frozen e

uno spuntino a base di ramen – per non parlare dei

vari souvenir che vostra madre guarderà sicura-

mente con tanto scetticismo e disapprovazione – vi

assicuriamo che vale anche ogni euro.

Il fumetto in bancarella A Novegro la decima edizione dell’attesa e coloratissima fiera

Bianca Stan, Chiara Paleni

Attualità

Se vedete un Ninja che gioca a scacchi con un Su-

per Sayian mentre una ragazza dai capelli rosa si fa

sistemare il trucco da una principessa Disney, non

vi preoccupate: non è la peperonata di ieri sera, ma

probabilmente siete ad una fiera del fumetto.

Una “fiera del fumetto”, detta anche comic-con, è

un’occasione di ritrovo per gli appassionati di libri,

fumetti, videogiochi, film, serie televisive e cultura

pop in generale. In questo contesto si possono in-

contrare altri fan e parlare dei propri interessi co-

muni, comprare fumetti o gadget dei vari mondi

immaginari e ammirare i cosplayer – persone che,

investendo moltissimo tempo e persino denaro,

cercano di replicare l’aspetto ed il modo di fare del

proprio personaggio preferito, con abiti, parrucche,

accessori costruiti da sé o comprati solitamente via

internet.

Proprio in questo periodo, più precisamente l’1 e

il 2 febbraio, si è tenuta la fiera del fumetto di No-

vegro, giunta alla sua 10° edizione – meno famosa

e più piccola di quella di Lucca, Roma o altre città

maggiori, ma comunque ricca di iniziative interes-

santi e molto affollata.

Oltre alle coloratissime bancarelle dove avviene

la compravendita e lo scambio di fumetti – e molto

altro – di diversa provenienza (U.S.A, Giappone,

Belgio, Italia), in questa edizione si sono potute

trovare anche altre iniziative: stand di giovani arti-

sti che potevano riprodurre i vostri personaggi pre-

feriti attraverso sculture o dipinti; un’area riservata

al gioco da tavolo, con scacchiera a grandezza

d’uomo per terra e tavolini sui quali ci si poteva

intrattenere con giochi classici (Monopoli, Forza

Quattro) o giochi di carte, dai più comuni alle va-

rianti meno conosciute; la gara di cosplay, divisa in

diverse sezioni – da quello più simpatico a quello

più accurato, alle miglior performance di gruppo,

in cui venivano valutati non solo i costumi veri e

propri ma anche la presenza scenica e l’abilità di

interpretare il personaggio rappresentato; infine, il

Potterraduno 2014 – un’area interamente dedicata

a Harry Potter, con bancarelle a tema direttamente

da Diagon Alley gestite rigorosamente da maghi e

streghe dell’universo Potteriano, giochi a tema co-

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Al giorno d'oggi l'adolescenza è

un periodo della vita sempre più

complesso sia dal punto di vista

psicologico che fisico. Tra gli 11

e i 16 anni avviene un profondo

cambiamento, non solo visibile

esteriormente, ma che è soprat-

tutto interiore; mutano nello stes-

so tempo la visione della società,

il complesso dei valori morali, il

rapporto con gli altri individui e

con la comunità; cambiano altresì

gli obbiettivi e le aspirazioni,

portando il giovane ad avere una

piena e completa consapevolezza

di se stesso. In questa fase l'ado-

lescente non ritiene fondamentale

la presenza di qualcuno con cui

condividere momenti di diverti-

mento costante, ma piuttosto ri-

cerca persone con cui discutere di

problematiche più elevate, con

cui confrontare le proprie idee e

le proprie opinioni o crearne di

nuove.

Il processo educativo influenza

quasi totalmente la formazione

psicologica della persona, ed è

possibile ritrovare nella società

odierna un grave disagio sociale

causato dall'ina-deguato sviluppo

dei valori morali dell'individuo, il

quale è portato a scontrarsi con-

tro qualsiasi cosa voglia imporgli

delle regole o degli obblighi. La

responsabilità di ciò non può es-

sere attribuita unicamente alla

famiglia o alla scuola, ma anche

all'ambiente sociale in cui si cre-

sce. Ragionando nell'ambito fa-

miliare i genitori in alcuni casi

non hanno la capacità di ricono-

scere i meriti dei propri figli o di

dar loro i consigli necessari per

superare la difficile fase dell'ado-

lescenza. Per questo motivo i ra-

gazzi, non ricevendo le dovute

attenzioni, cercano di distinguersi

in modo non propriamente positi-

vo arrivando a superare certi li-

miti. Lo stesso vale per scuola e

ambiente sociale, che giocano un

ruolo fondamentale nella partita

della vita.

In ambienti quali la scuola o altri

in cui il mancato rispetto delle

regole porta a gravi conseguenze,

comportamenti eccessivi sono

limitati, mentre in altri contesti

(come il sabato sera con gli amici

o in generale durante il tempo

libero) emerge la volontà di tra-

sgressione, che può degenerare

facilmente in atti vandalici o di

violenza. Questo si verifica sem-

pre più frequentemente anche

nella nostra zona, come riportano

i quotidiani. Si potrebbero elen-

care moltissimi episodi riguar-

danti i comportamenti riprovevoli

dei giovani, generati nella mag-

gior parte dei casi da motivi futili

o dalla perdita di controllo

dell'individuo.

Nonostante si cerchi sempre

nell'immediato di risolvere questi

problemi, la società, le associa-

zioni o le istituzioni (riferendosi

Pagina 26

Dura lex? Non dura Una riflessione a margine su condizione giovanile, società e crisi della legalità

Erika Carcano, Luca Bonasegale

Opinioni

alle istituzioni tutte) dovrebbero

porre maggiore attenzione nel

cercare di risolvere alla base

queste problematiche, incenti-

vando i giovani al rispetto di tut-

to ciò che li circonda.

Ma è anche vero che il problema

che stiamo trattando si potrebbe

estendere oltre l'ambito gio-

vanile, includendo la società a-

dulta e soprattutto coloro che

dovrebbero svolgere la funzione

di modello per l'intero paese, o

coloro che lo rappresentano. A

quel punto, saremmo ancora

sicuri che il vero problema sia il

comportamento (a volte scorret-

to) dei giovani e non quello di

costoro, spesso al limite, se non

oltre, il rispetto della legalità?!

Page 27: te · Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di Legno 22 Il Wi-Fi al Bramante! 4 Olimpiadi sulla neve 23 I “Giorni della Ricerca” 5 A ritmo di Zumba 24 Intervista a Giuseppe Cerati

Pagina 27

Anche Fred Uhlmann, nel celebre libro “L’amico

ritrovato”, espone il tema dell’amicizia nata tra due

ragazzi appartenenti a due ranghi differenti. Il pro-

tagonista, Hans, un ragazzo ebreo, dopo aver tra-

scorso lunghi anni senza avere notizie dell’amico

Konradin a causa del nazismo, scopre che l’amico

è stato giustiziato poiché implicato nel complotto

per uccidere Hitler. Da ciò si può dedurre che

l’amicizia è un sentimento puro che non dipende

dall’estrazione sociale o dal gruppo di appartenen-

za, e che si basa invece sulla lealtà e la fiducia reci-

proca.

Ai giorni nostri il concetto di amicizia ha subito un

profondo cambiamento, soprattutto in seguito alla

nascita dei social network come, ad esempio, Face-

book. Essi portano a sottovalutare il reale significa-

to dell’amicizia che si basa adesso sulla quantità e

non più sulla qualità. A causa di questi social

network si instaurano le così dette “false amicizie”

in cui i ragazzi creano dei linguaggi virtuali fatti

da battute tra individui che spesso

si sono incontrati al massimo due volte, come af-

ferma William Deresiewicz, saggista ed ex profes-

sore di Yale.

L’amicizia ha quindi un valore fondamentale nella

vita di ogni individuo ma solo se basata sugli anti-

chi valori riportati da Cicerone, Dante e molti altri

autori, i quali ne esaltano il reale significato, altri-

menti essa perde il suo valore, come ormai spesso

accade nella società contemporanea.

Clic transit... L’amicizia da Cicerone a Facebook

Giorgia Cacioppo, Martina Pedroli

Opinioni

L’amicizia fin dall’antichità ha avuto un ruolo im-

portante nella vita dell’uomo. Dall’era di Cicerone

ai giorni nostri è sempre stato un bisogno primario

di ogni individuo, anche se ultimamente questo

concetto viene spesso sottovalutato e si riduce, a

causa dei social network, a una semplice conversa-

zione virtuale.

Lo stesso Cicerone trattò all’interno del “De amici-

tia” l’importanza di questo sentimento. Egli soste-

neva che l'amicizia non nascesse dall'utilità, dal

bisogno o dall'interesse, ma dalla sua stessa natura,

e poiché la sua natura non può mutare, ecco che le

vere amicizie sono eterne. L'amicizia accidentale

definita da Aristotele non è pertanto considerata da

Cicerone come forma di amicizia in quanto manca

di alcuni requisiti: la stima e l'ammirazione per l'al-

tro, la gratuità e l'affetto reciproco. Cicerone affer-

ma inoltre che solo le persone oneste, i “boni viri”,

riconosciute tali secondo la morale della tradizione

romana, possono stringere tra di loro rapporti di

amicizia, dalla collaborazione tra disonesti infatti

può nascere solo complicità. Alla base dell'amici-

zia deve esserci quindi la lealtà e in particolare co-

loro che si dicono amici devono rispettare due nor-

me: evitare ogni finzione e simulazione e respinge-

re le accuse rivolte all'amico nutrendo invece fidu-

cia in lui, trattenendosi da eventuali sospetti nei

suoi confronti. Il modello ciceroniano si pone dun-

que contro quello stoico, che delinea in de-

gli uomini ideali, i saggi, ritenuti da Cicerone dei

modelli mai esistiti nella storia, e la cui dottrina

dell’autarchia (dominio razionale di sé) prescinde

dall’importanza dell’amicizia come presenza irri-

nunciabile per la vita dell’uomo.

In seguito, anche altri autori si sono cimentati nella

trattazione del sentimento dell’amicizia, tra cui

Dante, che all’interno de “Le Rime” esalta nel fa-

moso sonetto “Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io”

il valore vero dell’amicizia. I rapporti tra amici so-

no qualcosa di assolutamente necessario per

l’uomo, insiti nella sua stessa natura. Qualunque

gioia perderebbe valore se non ci fosse possibile

condividerla, e tanto più è necessario l’aiuto di

un’altra persona nelle difficoltà, che rendono anco-

ra più evidente quanto sia raro e importante dare e

ricevere benevolenza.

Page 28: te · Tre Corone, una Coppa e un Cucchiaio di Legno 22 Il Wi-Fi al Bramante! 4 Olimpiadi sulla neve 23 I “Giorni della Ricerca” 5 A ritmo di Zumba 24 Intervista a Giuseppe Cerati

Arboree sculture

plasmate da mano invisibile

raccontano storie

di universi da scoprire.

Rami flessuosi

slanciati verso il cielo

sussurrano al vento

la voglia di luce.

Cammino su tappeti

dai colori sfumati dal tempo,

rumore crescente

di erba e di foglie,

ritmo fragrante

che si fa musica.

Profumi a zaffate inebriano

e rapiscono emozioni,

sogni, segreti,

custoditi nel cuore.

Ascolto, in silenzio,

la sinfonia delle stagioni

e, come d’incanto,

ogni pensiero diventa poesia.

Pagina 28

Spontanee sincronie Angolo poetico

Greta Colombo

Cultura

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Arpad Weisz è un allenatore di cal-

cio. Di scudetti, lui, ne ha vinti tre.

Ha dominato negli anni Trenta con

la forza delle idee, ritagliandosi un

posto di prestigio nella storia del

pallone.

Questo racconto nasce grazie alla

grande passione per il Bologna Cal-

cio di Matteo Marani, un giornalista

e scrittore, attualmente direttore del

Guerin Sportivo. Marani aveva una

grande curiosità: “Ma che fine ha

fatto quel Weisz, quello che ha por-

tato il Bologna sul trono d’Europa?”

Dopo mesi e mesi passati a cercare

informazioni, chiama finalmente

Giovanni Savigni. Domanda:

“Conosce per caso Arpad Weisz?”

Silenzio. Pianto. Capisce di essere

arrivato. “Certo. Era il mio migliore

amico.” Una mattina non ha risposto

all’appello delle guardie di Au-

schwitz. Era il 31 Gennaio 1944.

Arpad nasce nel 1896 a Solt, in Un-

gheria. Studia Giurisprudenza a Bu-

dapest e gioca a calcio nel Törekvés.

Sin dalle prime battute dimostra di

comprendere alla perfezione il cal-

cio. Sono gli anni nei quali la scuola

danubiana contende agli inglesi la

supremazia in Europa. Gli offre un

contratto da calciatore il Padova, ma

poi lo prende l’Ambrosiana-Inter. Il

ginocchio però inizia a fargli male.

Va in Sudamerica, dove completa la

sua formazione calcistica. Quando

torna, inizia ad allenare. Lo richiama

l’Inter, con cui vince il primo scu-

detto a 34 anni. Nessuno allenatore

ha mai più vinto il campionato ita-

liano a quell’età lì.

Nel frattempo Arpad si è sposato

con Elena, anche lei di religione

ebraica. Da lei ha due figli, Robert e

Clara, che vengono battezzati. Si

trasferiscono a Bologna, a due passi

dallo stadio, e che stadio. Leandro

Arpinati, il gerarca locale, ha fatto

costruire il Littoriale (l’attuale

Dall’Ara) in onore di Mussolini: lo

stadio è sovrastato dalla magnifica

Torre di Maratona su cui è posta una

Nike alata, la dea della vittoria con

in mano il fascio littorio. E’ il 10

maggio 1936 quando il Bologna di

Weisz diventa Campione d’Italia.

Non è finita, perché i rossoblù rivin-

cono anche l’anno seguente. Non si

fermano, perché vanno a giocare a

Parigi l’EXPO, la Coppa dei Cam-

pioni dell’epoca. Vincerla è molto

difficile, perché ci sono anche gli

inglesi del Chelsea. E come li batti

questi? 4-1 per i rossoblù, lezione di

calcio. E’ il 1937. Weisz può dirsi a

ben ragione il più grande allenatore

del mondo.

Ma da quel momento, la storia cam-

bia.

E’ un’Europa diversa. Mussolini

promulga un’informativa: gli ebrei

stranieri che sono in Italia da una

certa data dovranno abbandonarla.

L’informativa era stata licenziata

per gli arrivati dopo il 1933. Poi

Mussolini, a mano, cambia la data.

Dal ‘33 a ‘19. L’informativa entra a

far parte delle leggi razziali del

1938. I Weisz devono fuggire.

Il Sudamerica sarebbe il posto più

sicuro, ma Arpad è nato per allena-

re. Arriva un’offerta dagli olandesi

del Dordrecht. Si trasferiscono lì .

L’Olanda, ufficialmente, non ha nul-

la a che fare con la Germania, ma

l’esercito tedesco impiegherebbe

cinque giorni per arrivare ad Am-

sterdam. Ed è esattamente quello

che succede quando scoppia la se-

conda guerra mondiale.

Come tanti altri ebrei che vivono in

Olanda, i Weisz sono deportati a

Westerbrok. Da lì partono i treni

Pagina 29

Dallo scudetto ad Auschwitz La tragica storia di Arpad Weisz, il Mourinho degli anni Trenta

Andrea Tenconi

Cultura

verso la Polonia. Sì, perché intanto

Hitler ha varato la Soluzione Fina-

le. Quando si arrivava a Birkenau,

si sentiva “recht” o “links”. Destra

vai ad Auschwitz, sinistra prosegui

per Birkenau, che non è neanche un

campo. E’ un mattatoio. La moglie

e i figli vanno a sinistra. Tre giorni

dopo essere arrivati, Elena e i figli

sono invitati a fare la doccia. Dai

soffioni esce Zyklon B. I primi a

morire sono i bambini e gli anziani,

poi si forma una terribile piramide

umana che cerca l’aria nella zona

alta della stanza. Non ne usciranno

vivi.

Arpad, nel frattempo era stato tra-

sferito in un campo in Alta Slesia, a

lavorare in una fonderia. Ad Au-

schwitz ci arriverà comunque,

all’inizio del 1944. Il suo corpo

continuava ad assisterlo, ma la sua

mente no. La sua mente non voleva

più stare al mondo, perlomeno non

in questo.

E' una mattina del Gennaio del

1944 quando il suo corpo, final-

mente, raggiunge la mente. Arpad

Weisz muore. Solo pochi anni pri-

ma era l’allenatore più famoso

d’Europa.

Ma... che fine ha fatto la Nike alata

sulla torre dello stadio di Bologna?

Ignari del fatto che probabilmente

cinquant’anni dopo i loro nipoti

avrebbero portato scarpe e tute con

il nome di quella dea, i soldati ame-

ricani la abbatterono a fucilate.

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principali. Neil Young (artista rock molto importante

per la militanza in vari gruppi) ha dato il via a una cam-

pagna contro l’mp3 proprio per il problema

dell’impoverimento del lavoro di studio, arrivando a

commercializzare il lettore Pono che dovrebbe ovviare

al problema. Il vero problema, però, del mp3 è la diffu-

sione illegale di questi file tramite internet. Il fenomeno

della pirateria ha distrutto le finanze delle case disco-

grafiche che hanno visto scomparire una larga fetta di

utenti di file legali. Nell’ultimo periodo si sono veloce-

mente affermati servizi di streaming musicale. Si tratta

di applicazioni/programmi per smartphone, tablet e

computer che permettono di ascoltare intere discografie

degli artisti che cedono i diritti in via totalmente legale

in quanto ad ogni ascolto viene versato un pagamento

alle case discografiche e agli artisti. Per l’utente il ser-

vizio è estremamente vantaggioso sia che si utilizzi un

account premium (a pagamento) sia che se ne usi uno

gratuito. Per quanto riguarda l’account gratuito, a fronte

di un po’ di pubblicità si avrà una quantità sconfinata di

musica con una buona qualità audio. Per chi sceglie un

account premium (circa una decina di euro al mese) la

musica sarà sempre accessibile anche offline, ad alta

qualità e senza pubblicità. Molti artisti lamentano però

un sistema che premia le sole major della musica e

sfrutta i piccoli produttori tanto che Thom Yorke,

leader dei Radiohead, ha deciso di eliminare da Spotify

(il princiale servizio di streaming) i suoi album da soli-

sta in segno di protesta. Nell’ultimo periodo si sta assi-

stendo a un lento ritorno al vinile. Alcune band indie

scelgono di uscire esclusivamente su vinile (ad esempio

i Broods) , molti gruppi e artisti storici escono con vini-

le e CD (non ultimo Bruce Springsteen con l’ultimo

album High Hopes), insomma lentamente si torna alla

qualità.

Dal vinile a Spotify Com’è cambiato nel tempo l’ascolto musicale

Luigi Casella

Cultura

Non possiamo parlare di musica senza tener conto delle

modalità di ascolto che nel tempo hanno visto evolversi

gli strumenti che si utilizzano, sempre più

all’avanguardia naturalmente . Andare a un live è

un’esperienza totalmente diversa che ascoltare da un

mp3. Nei primi anni Ottanta una rivoluzione arriva nel-

la scena musicale e innescherà nel tempo un totale cam-

biamento nella concezione tradizionale di musica: il

CD. La scena musicale era precedentemente dominata

dal vinile e dalla radio. Il vinile, pur riuscendo a offrire

una buona qualità audio ma con un suono non partico-

larmente nitido (segnato dal famoso fruscio), rendeva il

suono particolarmente caldo. Le dimensioni del vinile

standard erano considerevoli e rendevano il trasporto

problematico, ma permettevano all’artista di creare una

copertina piena di dettagli, che poteva essere goduta

appieno tanto che alcuni appassionati di musica scopro-

no oggi artisti proprio perché attratti dalla copertina

dell’album. Il CD è esattamente il contrario: dimensioni

contenute, suono nitido, lettura digitale che porta a un

suono freddo. Il CD però è resistente, non è soggetto

infatti a un’ usura dovuta alla puntina che scorre sul

disco e a rigature e muffe. Certamente l’arrivo del CD

diviso in tracce digitali, quindi saltabili, cambia com-

pletamente le modalità di ascolto di un disco. Chi ascol-

tava un disco col vinile, si lasciava trasportare dalla

creazione dell’artista che spesso ponderava la scelta

della scaletta di un album in modo da veicolare un dato

messaggio. Ora con il CD questo lavoro viene vanifica-

to dalla digitalizzazione. Non ti piace un brano? Lo sal-

ti. Il passaggio che però ha cambiato radicalmente le

stesse politiche di marketing delle case discografiche è

stata l’invenzione dell’MP3. La possibilità di inserire in

un dispositivo portatile una così vasta quantità di file

audio rivoluziona completamente la scena musicale per

vari motivi: gli artisti sanno che producono per mp3 che

vendono grazie alle piattaforme online, perché il grande

pubblico preferisce acquistare canzoni singole e portati-

li piuttosto che interi album che al massimo possono

ascoltare in auto. Sapendo che il target è quello del file

mp3, pochi si sentono spronati a creare molte voci,

molti strumenti o molti effetti per le proprie produzioni

proprio perché l’mp3 riduce moltissimo la qualità e la-

scia “in evidenza” solo voce e un paio di strumenti

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Il Carnevale, un’allegra e gioiosa

festa che ha accompagnato la nostra

infanzia e forse ci accompagna tut-

tora (ricordi di parrucche, coriando-

li, frittelle, docce di schiuma da bar-

ba…) ha in realtà radici molto più

profonde e significative di ciò che

pensiamo.

Sebbene sia una festa prettamente

cristiana, rappresentante l’ultimo

momento di libertà e di sfogo prima

della lunga Quaresima, i suoi carat-

teri hanno origine in usanze ben più

antiche, come le dionisiache greche

o i saturnali romani, durante i quali

si realizzava lo scioglimento dagli

obblighi sociali e dalle gerarchie per

lasciar posto al rovesciamento

dell'ordine costituito, allo scherzo e

alla trasgressione. Su queste orme,

anche oggi questa occasione pro-

muove libertà e divertimento quasi

sfrenati rispetto alle norme che poi

saranno ricostituite nella società fino

all’inizio del Carnevale seguente,

che segue una cadenza ben precisa e

determinata, secondo il ciclo

dell’anno liturgico.

Questa festività ha tuttavia mutato il

suo aspetto, i suoi ideali e il suo sen-

so, sviluppandosi in vari luoghi,

tempi e modalità. Ad esempio in

epoca romana la festa in onore della

dea Iside, importata dagli Egizi,

comportava la presenza di gruppi

mascherati, come attesta lo scrittore

Lucio Apuleio nelle “Metamorfosi”.

La fine del vecchio anno era rappre-

sentata attraverso una processione in

cui un uomo coperto di pelli di capra

camminava per le strade, chiara an-

cestrale usanza di ciò che oggi rico-

nosciamo come il tradizionale

“travestimento” carne-valesco. Inol-

tre, a Roma come in Grecia, era

prassi lasciarsi andare all’estremo

piacere, in qualsiasi forma esso si

presentasse, spesso anche sotto la

veste di riti orgiastici.

A questo proposito per esempio lo

studioso del mito e delle religioni

Mircea Eliade scrive: “l'orgia prece-

de ogni creazione, ogni manifesta-

zione di forme organizzate, l’orgia è

espressione del Caos, sua sublima-

zione e rappresentazione carnale, e

al Caos segue sempre una nuova

creazione del Cosmo, una chiusura

di un ciclo con l’inizio di un altro”.

Una purificazione dunque, e la pos-

sibilità di non commettere gli stessi

errori dell’anno passato per innalza-

re il proprio spirito, per aspirare al

divino in maniera più consistente,

idea che ogni popolo vedeva come

proprio fine ultimo.

Il carnevale si inquadra quindi in un

ciclico dinamismo di significato mi-

tico: è la circolazione degli spiriti tra

cielo, terra e inferi, e riconduce a

una dimensione metafisica che ri-

guarda l’uomo e il suo destino. In

primavera, quando la terra comincia

a manifestare la propria energia, il

Carnevale segna un passaggio aper-

to tra gli inferi e la terra abitata dai

vivi. Le anime, per non diventare

pericolose, devono essere onorate e

per questo si prestano loro dei corpi

provvisori: essi sono le maschere

che hanno quindi spesso un signifi-

cato apotropaico, in quanto chi le

indossa assume le caratteristiche

dell'essere "soprannaturale" rappre-

sentato. Queste forze soprannaturali

creano un nuovo regno della fecon-

Pagina 31

Ti conosco Mascherina? Le origini culturali e antropologiche del Carnevale

Andrea Lo Sardo, Luca Bonasegale, Erika Carcano

Cultura

dità della Terra e giungono a frater-

nizzare allegramente tra i viventi.

In una società mondiale in movi-

mento e in vibrante metamorfosi

come la nostra, la persona spesso

non ha più né il tempo né il bisogno

di rifugiarsi nel divino, poiché an-

tepone a tutto la propria felicità

terrena con particolare attenzione

agli aspetti economici. Il Carnevale

non svolge quindi più la sua antica

funzione e ha perso gran parte del

proprio importante significato, seb-

bene sia ancora visto come una fe-

stività quasi magica da molte perso-

ne, soprattutto i ragazzi e i più pic-

cini, che non conoscono o total-

mente ignorano il reale significato

della tradizione. E oggi il Carneva-

le, come tutte le grandi festività

della nostra tradizione, viene spesso

trasformato e subordinato agli inte-

ressi economici e commerciali di

città come Viareggio, Venezia, I-

vrea, le sue principali culle italia-

ne.

D’altra parte bisogna ammettere

che comunque, anche senza il suo

profondo fine antropologico, il Car-

nevale continua a regalare sorrisi e

felicità, coinvolgendo almeno per

un breve periodo persone che, seb-

bene non siano più legate come in

passato ad una visione ultraterrena

del mondo, credono ancora

nell’umanità, e si sentono disposte

a unirsi nel divertimento in qualsia-

si parte del mondo si trovino.

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Pagina 32

Break!

Nina Capraro , Blerina Suka

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Pagina 34

Pensieri in libertà

Marco Cozzi

Rubriche

Un attimo di tempo

Guardo la gente che corre,

non so verso dove,

e non lo voglio sapere.

Vedo nei loro occhi la paura

di perdere il ritmo della vita;

e allora corrono,

cercando di stargli dietro

non accorgendosi, ahimè,

di averlo superato.

Noi uomini siamo strani, molto strani; ci spacchiamo la schiena per costruirci un bel mo-

mento e appena riusciamo a ottenerne uno, lo demoliamo subito senza neanche goderci lo

spettacolo che abbiamo creato. Dovremmo prendere esempio dagli animali: loro sono gli

unici in grado di godersi la vita al massimo. Le rondini con l’autunno migrano nei paesi

tropicali, si affannano a trovare un luogo adatto per l’inverno e appena lo trovano si godo-

no il momento del riposo per tutto l’inverno per poi tornare nella loro casa con l’arrivo del-

la primavera. Dobbiamo prendere esempio da loro: godiamoci la vita e i momenti che co-

struiamo…

Vivi la tua vita,

secondo dopo secondo,

goditi il secondo che stai vivendo

perché non ci sarà più,

è destinato a finire.

Vivi la tua vita,

giorno dopo giorno,

goditi il giorno che stai vivendo

perché non ci sarà più,

è destinato a finire.

Vivi la tua vita,

e non scordarti mai di lei.

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Coraggio, astuzia e determi-

nazione. Queste sono solamente

tre delle qualità che bisogna pos-

sedere per sopravvivere.

Hunger Games (2008), La ragaz-

za di fuoco (2009) e Il canto del-

la rivolta (2012) è una trilogia di

romanzi della scrittrice america-

na Suzanne Collins (1962) dove

avventura e sen-timento si me-

scolano per-fettamente. I tre ro-

manzi sono ambientati in un

Nord America post-apocalittico,

in particolare nella terra di Pa-

nem. Il territorio, diviso in 13

distretti, è inte-ramente governa-

to da Capitol City. Ogni distretto

è costretto annualmente a sce-

gliere un ragazzo e una ragazza

per partecipare agli Hunger Ga-

mes, un combattimento mortale

trasmesso in televisione in me-

moria di una rivolta precedente-

mente stroncata. Per la settanta-

quattresima edizione dei Giochi,

Katniss Everdeen si offre volon-

taria salvando così la sorella mi-

nore Primrose. Insieme a lei vie-

ne scelto Peeta Mellark, un ra-

gazzo figlio del fornaio del pae-

se. I tre romanzi narrano il loro

modo di affrontare questa situa-

zione che causerà in seguito lo

scoppio di una nuova rivolta. Ov-

viamente non mancheranno ri-

svolti romantici tra i due protago-

nisti, che da una parte saranno

loro di aiuto per la sopravviven-

za, ma dall'altra la ostacoleranno:

gli Hunger Games pretendono un

solo vincitore.

Una trilogia appassionante che ha

coinvolto tutte le fasce d'età. La

sua diffusione infatti è molto evi-

dente: il ciclo è stato tradotto in

26 lingue diverse e le copie ven-

dute superano i cinquanta milio-

ni.

La saga prende il nome dal primo

libro “Hunger Games” seguito

dagli altri due “Catching fire”

e “Mockingjay”.A questa trilo-

gia si sono ispirati diversi regi-

sti per la trasposizione cine-

matografica della storia. No-

nostante i romanzi siano sola-

mente tre, sono stati program-

mati ben quattro film. Manca-

no all'appello gli ultimi due: le

avventure del terzo libro ver-

ranno divise in due parti.

I film meritano senz’altro di

essere visti, ma la lettura dei

romanzi è sempre consigliata

in quanto consente di apprez-

zare sfumature e significati

che sullo schermo non sono

percettibili. Inoltre nei film

vengono tagliate alcune parti e

ne vengono aggiunte delle

Pagina 35

Grillobox/Libri Hunger Games: la trilogia che ha conquistato il mondo

Sonia Garavaglia, Camilla Alberti

Rubriche

nuove per rendere il tutto più

avvincente o semplicemente per

scelta per-sonale del regista.

Avvisiamo però i futuri lettori di

“Hunger Games” che i tre ro-

manzi della Collins nella mag-

gior parte dei casi vi procureran-

no una vera e propria dipenden-

za. I colpi di scena sono nume-

rosi e portano a voler sapere

sempre di più su come si svilup-

peranno i fatti. Eventi felici e

carichi di tensione si alternano

ad altri più tristi e inaspettati.

Anche coloro che solitamente

non amano il genere fanta-

scientifico o fantasy ne diven-

teranno lettori accaniti: Suzanne

Collins è davvero una maestra

nel catturare la curiosità dei let-

tori.

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Pagina 36

Torino è Sandro, figlio di Valentino Mazzola che, tutto-

ra, è uno dei più forti calciatori di sempre, vincitore di

ogni trofeo soltanto con una maglia, quella nerazzurra

dell’Inter.

Sin dall’anno successivo al disastro, la società, nella

data dell’incidente, si riunisce ai piedi della collina di

Superga e, a piedi, sale fino in cima dove viene celebra-

ta la cerimonia in memoria dei vecchi campioni che, a

distanza di 65 anni, vengono ancora solennemente ri-

cordati da migliaia di tifosi e sportivi provenienti anche

dall’estero, per assistere alla funzione religiosa.

Senza dubbio il Grande Torino verrà ricordato negli

anni futuri per le grandi vittorie che ha riportato sul ret-

tangolo di gioco, per l’attaccamento di ogni singolo

giocatore alla maglia e per il grande spirito di gruppo

che albergava all’interno della squadra, come avvenne

nella disavventura del giocatore Martelli che sarebbe

stato ceduto ad altra squadra se ogni compagno non

avesse contribuito economicamente, di propria volontà,

al saldo del buco finanziario causato dalla ristrettezza

economica della società.

Dopo il tragico evento la squadra non è più stata capa-

ce di riconquistare le grandi vittorie raggiunte a

quell’epoca, anche se è sempre stata ai vertici del gran-

de calcio italiano, permanendo quasi sempre in serie A

e vincendo il 7° scudetto nel 1975-76, 3 coppe Italia e

una Mitropa Cup. Il 1996 sarà l’anno d’inizio di un len-

to declino per la squadra piemontese, che sarà seguito

da altre 3 retrocessioni in 12 anni; il Toro non riesce più

a tenere il ritmo delle altre squadre e, dopo aver subito

due retrocessioni nel 1999-2000 e nel 2002-2003,

nell’estate 2005 dichiara la bancarotta e il fallimento

della società. Fortunatamente Urbano Cairo, attuale

presidente granata, interviene rilanciando la squadra

che proprio in quella stagione centrerà la promozione in

serie A, mantenendola per tre anni. Dopo un triennio in

serie B, nel 2012-13 il Toro riconquista la serie A nella

quale milita tutt’oggi.

Doveroso tributo in memoria di questa grande società

sportiva sarebbe la realizzazione del sogno di tantissimi

tifosi del Torino che vorrebbero venisse ristrutturato il

vecchio stadio “Filadelfia”, teatro delle gloriose vittorie

conseguite dal “Grande Torino”.

Amarsport Il Grande Torino: per sempre nell’Olimpo del Calcio

Dario Licciardello

Rubriche

Gli appassionati di Calcio che hanno seguito

l’evoluzione di questo sport nell’ultimo secolo, a sentir

parlare del Grande Torino, ricordano con affetto le e-

normi gioie che questo grande club regalò ai suoi tifosi

e il rammarico per la perdita tragica di tanti atleti, vitti-

me di un infausto destino.

4 Maggio 1949. Collina di Superga, nei pressi di Tori-

no. La celebre squadra, campione d’Italia da 5 anni

consecutivi ,perì in un tragico incidente aereo. La squa-

dra del capoluogo piemontese si apprestava a fare ritor-

no da un incontro amichevole disputato in Portogallo

contro il Benfica, in onore dell’ultima partita professio-

nistica della carriera del capitano lusitano Francisco

Ferreira.

Ad oggi le cause più plausibili della catastrofe avvenuta

al Torino si crede siano due : le pessime condizioni at-

mosferiche che da qualche giorno incombevano su To-

rino, causando forti temporali, o forse più verosimil-

mente il guasto che l’altimetro subì durante il volo. In

realtà, dopo quasi 70 anni, non si è ancora riusciti a far

luce sull’accaduto .

A bordo dell’ I-ELCE che si schiantò contro la parte

inferiore della basilica di Superga c’erano: Valerio Ba-

cigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongior-

ni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Ga-

betto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik,

Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola,

Romeo Menti, Piero Orpeto, Franco Ossola, Mario Ri-

gamonti, Julius Schubert. Dopo la tragedia, a molti di

questi noti calciatori sono stati dedicati diversi impianti

sportivi : a Bacigalupo lo stadio di Savona, ad Aldo e

Dino Ballarin quello di Chioggia, a Fadini quello di

Giulianova, a Grezar il vecchio stadio di Trieste, a Mar-

telli quello di Mantova, a Maroso gli stadi di Marostica,

Candela e Borgo Rivo e ad Ossola quello di Varese.

Oltre ai calciatori, sull’aereo erano presenti 3 noti gior-

nalisti dell’epoca, ovvero Renato Casalbora, Renato

Tosatti, Luigi Cavallero insieme all’allenatore Egri Er-

bstein, il preparatore atletico Leslie Lievesley ed il mas-

saggiatore Osvaldo Cortina.

Questa tragedia non rappresentò una perdita solo per

le famiglie e i fans dei calciatori, ma anche per la Na-

zionale Italiana che dovette far fronte alla scomparsa di

10 degli 11 giocatori titolari. Il Torino fu campione

d’Italia dal 1942-43 al 1948-49, record già stabilito pre-

cedentemente dalla Juventus dal 1930-31 al 1934-35.

Una delle maggiori eredità che ci ha lasciato il grande

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Ormai il Carnevale è alle spalle, ma vogliamo u-

gualmente proporvi una delle tante ricette del dolce

che più degli altri associamo a questa festa ; un dol-

ce di facile preparazione, molto semplice e gustoso,

con una tradizione antichissima.

La preparazione delle Chiacchiere, infatti, proba-

bilmente risale a quella delle ‘frictilia’, dolci fritti

nel grasso di maiale che nell'antica Roma venivano

preparati proprio durante il periodo di Carnevale;

questi dolci venivano prodotti in gran quantità poi-

ché dovevano durare per tutto il periodo della Qua-

resima.

Questo dolce di Carnevale viene chiamato con no-

mi diversi a seconda delle regioni di provenienza:

chiacchiere o lattughe in Lombardia, cenci o don-

zelle in Toscana, frappe o sfrappole in Emilia, crò-

stoli in Trentino, galani o gale in Veneto, bugie in

Piemonte, così come rosoni, lasagne o pampuglie.

Ingredienti

500 g Farina

4 Uova

q.b. Olio di semi

50 g Burro

100 g Zucchero

1 Limone

4 cucchiai Grappa

4 cucchiai Vino bianco secco

q.b. Sale

Preparazione

Disporre la farina a fontana, mettere nel centro il

burro ammorbidito a fiocchetti, lo zucchero, le uo-

va sbattute, la grappa, il vino, la scorza del limone

grattugiata ed un pizzico di sale.

Impastare tutti gli ingredienti e lavorare a lungo

fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. For-

mare una palla, coprire con un telo e lasciare ripo-

sare per 30 minuti.

Al termine dei 30 minuti lavorare ancora la pasta

per qualche minuto, poi tirare una sfoglia sottilissi-

ma con il matterello.

Tagliare dalla sfoglia così ottenuta delle strisce del-

la larghezza di circa 8 cm, quindi con una rotella

ricavarne tanti rettangoli ed effettuare due tagli pa-

ralleli per il lungo.

Friggere le Chiacchiere, poche per volta, in abbon-

dante olio bollente, scolarle con un mestolo forato

quando saranno dorate ed appoggiarle sulla carta

assorbente. Lasciarle raffreddare e cospargerle con

lo zucchero a velo.

Gustarle... in silenzio!!

Pagina 37

Bramante ai fornelli Ritorniamo a Chiacchierare!

Marta Redondi, Silvia Saffioti

Rubriche

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alle circostanze per volgerle all'occorrenza in suo favore. La

modesta Mazza di Ferro s'impegna fino allo spasimo per rendere

felici le persone care. Romantico, sentimentale e sognatore.

COLTELLACCIO (dal 22 giugno al 22 luglio)

E’ lo strumento di lavoro dei macellai, dei salumieri, quindi è

un'arma professionale. Capace di usare la sua naturale intelli-

genza e la volontà in modo razionale, disciplinato, ordinato,

riflessivo e preciso. In amore è fedele, geloso, tradizionale cerca

serenità e sicurezza, ma è poco sentimentale, e raramente si ab-

bandona ad atteggiamenti romantici. Molto legato alla famiglia,

dalla quale pretende lealtà assoluta. Troverà l'equilibrio e l'armo-

nia dopo i 25/30 anni

SPADA (dal 22 luglio al 23 agosto)

Arma nobile che appartiene alla persona decisa, raffinata, orgo-

gliosa, autoritaria, amante del potere e della mondanità. Nella

vita vuole sempre vincere e se subisce qualche sconfitta ne fa un

dramma. Vanitoso, gli piace sentirsi al centro dell'attenzione, e

circondarsi di gente brillante. Ama le tradizioni, i titoli onorifici,

un po' ipocrita ma affascinante. Avrà molto in amore, ma dovrà

donare anche molto.

COLTELLO (dal 24 agosto al 22 settembre)

Arma molto comune che contraddistingue chi passa spesso inos-

servato, mentre in realtà ha doti non indifferenti. Intuitivo e sen-

sibile, pratico ed emotivo, fatalista e contemplativo, ma a causa

della sua modestia e pigrizia fatica a farsi avanti. Deve aspettare

a lungo prima di realizzare le sue aspirazioni ma quando ci rie-

sce può ritenersi sistemato per tutta la vita. Cerca un amore tran-

quillo.

CATENA (dal 23 settembre al 22 ottobre)

Arma rudimentale del ribelle e dell'oppresso. Sempre cortese e

affabile, ma più nella forma che nella sostanza. Non sempre è

disponibilissimo nei confronti degli altri. Poiché è sensibile alle

adulazioni può essere spesso vittima di raggiri. In amore è sensi-

bile, affettuoso e instaura con il partner un rapporto molto forte,

basato sull'aiuto reciproco.

PUGNALE ARABO (dal 23 ottobre al 22 novembre)

Arma orientale e sinuosa, che si tiene legata con lacci ai polsi e

ben stretta in pugno, è considerata l'arma tra le più pericolose. Sa

sfruttare con abilità lo spirito d'osservazione e l'intuizione di cui

è dotato, per raggiungere traguardi importanti. Intelligente, pro-

fondo e ambizioso, è amante del mistero ma, allo stesso tempo è

assai scettico. È protetto dalla fortuna, ma all'occorrenza sa an-

che rischiare per intraprendere con determinazione imprese che

per altri si rivela inattuabile. In gioventù vive degli amori intensi

e irrequieti, tra scoppi di gelosia e brusche separazioni.

ARCO (dal 23 novembre al 21 dicembre)

E’ un segno d'ardimento, di fierezza e di gloria. È brillante,

intelligente e affascinante, dotato di una personalità molto inte-

ressante di una gran forza di volontà e di fascino magnetico al

quale nessuno sa resistere. Ha molto calore umano, sa consiglia-

re e aiutare disinteressatamente. In amore è romantico: un senti-

mentale, appassionato e generoso, spesso è infelice perché tor-

mentato dalla ricerca del compagno ideale. Viaggerà molto,

anche all'estero, e saprà accumulare una piccola fortuna per go-

dersi una serena vecchiaia.

L’Oroscopo del Grillo... Arabo!

Martina Albano, Sara Gussoni

Rubriche

L’oroscopo arabo è diverso dagli altri perché non fa riferimento

alle costellazioni o agli animali, ma alle armi bianche, dal coltel-

lo all’arco.

I segni si dividono in tre gruppi: le armi corte (il COLTELLO,il

PUGNALE, il COLTELLACCIO e il PUGNALE ARABO), le

armi medie (la MAZZA DI FERRO, la CLAVA, l’ASCIA e la

CATENA) e le armi lunghe (la SPADA, la LANCIA, la FION-

DA e l’ARCO).

Scopri il tuo carattere secondo l’oroscopo arabo:

LANCIA ( dal 22 dicembre al 20 gennaio)

E’ un'arma molto elegante, che tiene a distanza le altre. È un

intellettuale raffinato che si distingue per la classe e il fascino,

creativo, brillante, ma anche prudente e scaltro, la sua ambizione

è costantemente controllata dalla ragione. È un insicuro che s'ab-

batte alle prime difficoltà, per fortuna il senso dell'umorismo e la

passionalità l'aiutano a conquistare la persona desiderata. In a-

more avrà tanti piccoli flirt ma un unico sereno affetto.

FIONDA (dal 21 gennaio al 19 febbraio)

E’ un'arma rozza ma ingegnosa. Indica la persona inventiva,

creativa e geniale,eccentrica, onesta, leale, altruista, generosa e

un po' folle. Capace di lanciarsi in imprese audaci. Vive in modo

estroso, senza annoiarsi mai. In amore tende sempre a mantenere

un proprio spazio, anche ampio d'indipendenza. Cerca un partner

che abbia gli stessi ideali, al quale dedica slanci appassionati e

continue attenzioni. È romantico e sentimentale. Colpi di fortuna

improvvisi.

ASCIA ( dal 20 febbraio al 20 marzo)

Usata dai taglialegna nella quiete dei boschi, infonde pazienza,

bontà, ottimismo. Intellettuale, sognatore, è l'immagine della

fantasia, della spontaneità. Tende a chiudersi nel proprio mondo,

questo lo può portare a delusioni, ma i solidi principi morali e le

forti amicizie, gli faranno superare i momenti peggiori. Con le

doti di simpatia conquista facilmente l'altro sesso lasciando

sempre il segno della sua presenza e del suo amore. In amore è

più razionale che sentimentale, forse innamorato di se stesso più

che del partner.

PUGNALE (dal 21 marzo al 20 aprile)

Socievole, onesto, leale, semplice e testardo. Il punto di forza è

costituito dalla tenacia e nonostante gli ostacoli riesce a raggiun-

gere i propri obiettivi. Sa rendersi subito simpatico, benché sia

volitivo e coraggioso fa una certa fatica ad imporsi a causa della

troppa sincerità che non sempre è gradita. Quando s'innamora

diventa fedele e molto affettuoso. In amore è appassionato, tene-

ro e affettuoso, ma forse un po' discontinuo.

CLAVA (dal 21 aprile al 21 maggio)

E’ un'arma difensiva e tutto sommato, pacifica. Calmo, posato,

amante della vita tranquilla,serena e confortevole. Detesta le

complicazioni e i cambiamenti. Nel lavoro è preciso e meticolo-

so; la sua attività lavorativa ideale lo vede a contatto con la natu-

ra e la campagna. Geloso,passionale, possessivo, desidera essere

circondato dalle persone che ama e che tende leggermente a

soffocare. S'innamora profondamente e idealizza la persona a-

mata.

MAZZA DI FERRO (dal 21 maggio al 21 giugno)

E’ testardo e incoerente, ma sa adattarsi alle circostanze. A volte

è conservatore a volte è rivoluzionario, romantico e furbo. Non

ama imporsi, e in caso di necessità, sa comandare e scatenarsi in

discorsi trascinanti. La sua è una personalità duttile che si adatta

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Prof: “In che paese hai frequentato le Scuole Medie?”

Stud: “In Italia!”

Prof: “Presso i Fenici i bambini morti venivano bruciati vivi…”

Stud: “Prof, come si chiama quello che si buttò nel mare Egeo e gli diede il nome?”

Prof: “I Greci praticavano il salto del disco!”

Prof: “In questa classe le persone che devono recuperare l’intelligenza sono…”

Prof: “ Una delle particolarità della terza declinazione è bos, bovis che significa bue,

vacca”

Stud: “Prof, allora se qualcuno ti dice che sei un boss, vuol dire che sei una vacca?”

Prof: “Quale colonia fenicia diventerà una grande potenza che si scontrerà con Ro-

ma?”

Stud: “Cartilagine!”

Prof: “Questo problema…è un problema!”

Prof: “I rapporti all’interno del Consiglio di Classe sono orizzontali e verticali…non

sto

impazzendo…”

Prof: “Comprate la crostatina che crosta poco!”

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